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Scuola poetica siciliana

Lirica
- 1200
• I primi testi della poesia religiosa in volgare (primi testi in volgare) prendono forma in Italia centrale
• Federico II di Svevia
➢ Passione per la letteratura: fonda un università (permissione di studiare l’arte) a Napoli e
fonda la scuola poetica siciliana (specializzata in poesie d’amore e di cortesia sui modelli dei
trovatori provenzali)
- 1250
• Fiorisce il “dolce stil novo” (1250 - 1300) nelle città dell’Emilia e della Toscana (dovuto alla diffusione
della tematica dell’amore), ha come massimi esponenti Guido Guinizzelli, Guido Cavalcante e Dante
Alighieri
• Nasce anche una poesia di toni grotteschi e parodistici
• Inizia la diffusione di testi della scuola poetica siciliana
- 1300
• La lirica è una ripetizione lenta di temi e modi maturati nel secolo precedente (escludendo Petrarca)
• L’unica novità è la poesia per musica, trovatasi nelle feste e nella vita di corte
• Il “dolce stil novo” perde importanza

La scuola siciliana
- Nasce alla corte di Federico di Svevia: una cultura di ispirazione laica basata su studi giuridici e retorici che
valorizzano il volgare
- Poeti: cantavano per una cerchia ristretta (aristocratici, intellettuali, funzionari di corte, magistrati, notai alle
dipendenze dell’imperatore)
- Argomenti: amore cortese ed imitazioni dei trovatori, utilizzo d motivi ricorrenti ed un repertorio fisso di
immagini codificate tipici di una cerchi ristretta (intellettuali ed aristocratici)
- Tendenza aulica, intellettualistica e popolare: semplicità di temi e di stile (modello delle albe e delle
pastorelle)
- Differenze tra i trovatori ed i poeti della scuola siciliana
• Concezione feudale in secondo piano rapporto tra l’amante e l’amata (tipica dei trovatori)
• Aspetti psicologici ed intellettuali dell’esperienza amorosa: non scrivono per il canto ma per la
letteratura
- Lingua: siciliano letterario con innesti provenzali e latini, visibile solo in pochi testi, dato che la maggior parte
sono stati toscanizzati
- Forme metriche
• Canzone: composizione vocale o scritta accompagnata da degli strumenti
• Canzonetta: composizione poetico – musicale di carattere popolaresco o leggero
• Sonetto (forma nuova): componimento poetico composto da endecasillabi di 14 versi, suddivisibili in
otto versi (fronte, due quartine chiamate primo piede e secondo piede) ed in sei versi (sirma, due
terzine chiamate prima volta e seconda volta)
- Cielo d’Alcamo: parodia d’amore cortese, non si conosce niente di lui de non che ha una buona padronanza
metrica, una conoscenza delle formule tipiche della poesia trobadorica che fanno immaginare un legame con
i poeti della scuola siciliana

Giacomo da Lentini
- 1210 – 1260: ha vissuto cinquant’anni, era un notaio alla corte di Federico II di Svevia, fu l’inventore del
sonetto, scrisse più di quaranta liriche nel corso della sua vita, viene citato da Dante nel “Purgatorio”,XXIV,56
- “Amor è un desio che ven da core”, “Meravigliosamente” e “Io m’aggio posto in cose a Dio servire”: due
sonetti ed una canzonetta
“Amor è un desio che ven da core” di Giacomo da Lentini
- È un sonetto: fa parte di un tenzone, ossia una discussione/duello che avveniva tramite poesia (discussione
iniziata da Jacopo Mostacci), parla d’amore
- Temi: definizione di amore e di come nasce,
- Scopo: stimolare tutti i sensi (testo sensuale), vuole esser un testo non confutabile (dice la verità)
- È un testo argomentativo: la tesi è il titolo, ed il sonetto contiene l’argomentazione, l’antitesi e la
conclusione
- Confronto: “De Amore” di Andrea Cappellano
• Giacomo riprende la visione che ha dell’amore Cappellano e la esprime in un modo diverso, senza
considerare però gli aspetti soggettivi (mentre Cappellano si concentra su quelli, emotivi e sensuali)

1 Amore è uno desi[o] che ven da’ core A 8 Prima Amore è un desiderio che
versi quartina: viene dal cuore
2 per abondanza di gran piacimento; B primo Per abbondanza di
piede piacimento
3 e li occhi in prima genera[n] l’amore A Da prima gli occhi
generano l’’amore
4 e lo core li dà nutricamento. B Ed il cuore lo nutre
5 Ben è alcuna fiata om amatore A Seconda È vero che c’è qualche Le parole
quartina: volta qualche innamorato possono sedurre,
secondo fare innamorare
6 senza vedere so ’namoramento, B piede Che non ha visto
l’oggetto del suo amore
7 ma quell’amor che stringe con furore A Ma quell’amore che fa
soffrire crudelmente
8 da la vista de li occhi ha nas[ci]mento: B 6 Nasce dalla visione della
versi donna
9 ché li occhi rapresenta[n] a lo core A Prima Perché gli occhi
terzina: rappresentano al cuore
10 d’onni cosa che veden bono e rio C prima Ogni cosa buona e cattiva Gli occhi non
volta che vedono mentono,
11 com’è formata natural[e]mente; B Com’è formata in natura trasmettono
buono e cattivo
12 e lo cor, che di zo è concepitore, A Seconda Ed il cuore che accoglie
terzina: ciò
13 imagina, e [li] piace quel desio: C seconda Immagina, e piace quel Se quello che il
volta desiderio (piacevole) cuore elabora è
positivo, è amore
14 e questo amore regna fra la gente. B E questo è l’amore che
regna tra gli uomini

“Meravigliosamente” di Giacomo da Lentini


- Forma: è una canzonetta, ha 7 strofe (versi settenari, 7 sillabe), rime siciliane (chiamate così perché
funzionano solo in siciliano, infatti a causa della toscanizzazione si sono perse delle rime)
- Temi: parla d’amore in prima persona , descrive il sentimento dell’amore, racconta un’esperienza amorosa
vista dagli occhi e dal cuore, la donna scaturisce un immagine interiore al poeta che vagheggia (guarda
intensamente) continuamente, alimentando la passione dell’autore
- Donna: viene descritta un’unica volta, ha i capelli biondi, simbolo degli angeli/ della luce, iconografia
cristiana legata al colore dei capelli
- Argomenti: inacessibilità della donna, angosci prodotta dall’amore, innamorato paralizzato dalla timidezza
ed incapace di parlare, i segni esterni da cui traspare l’innamoramento e la presenza di malelingue (gossip)
che frappongono ostacoli all’amore
- Metafora: la pintura della donna dipinta nella mente dell’autore, viene citata nelle prime tre stanze, fa un
percorso
• Inizialmente: similitudine tra il rapporti tra vista e cuore (sentimento amoroso)
• Metafora: situazione psicologica dell’innamorato
• Infine: visione del quadro della donna (stessa venerazione di un fedele che venera un’immagine
sacra)

1 -9 1 Meravigliosamente In modo straordinario Potenza dell’amore,


un amor mi distringe, un amore mi stringe trasmettono
e mi tene ad ogn’ora. e mi possiede ogni momento. sgomento a primo
Com’om, che pone mente Come uno che rivolge la mente impatto
in altro exemplo pinge a un modello diverso, lo dipinge
la simile pintura, in modo simile in un dipinto,
così, bella, facc’eo, alla stessa maniera, o bella donna, faccio io,
che ‘nfra lo core meo che porto la tua immagine nel mio cuore.
porto la tua figura.
10 -18 2 In cor par ch’eo vi porti, Pare che io vi porti nel cuore
pinta come parete, dipinta come apparite
e non pare difore. e non si vede dal di fuori.
O Deo, co’ mi par forte O Dio, come mi sembra duro.
non so se lo sapete, Non so se voi sapete
con’ v’amo di bon core; quanto io vi ami con tutto il cuore:
ch’eo son sì vergognoso poiché io provo una tale vergogna
ca pur vi guardo ascoso, che vi guardo solo di nascosto La donna è
e non vi mostro amore. e non vi rendo evidente il mio amore. irraggiungibile
19 – 27 3 Avendo gran disio, Sentendo un forte desiderio,
dipinsi una pintura, dipinsi un dipinto bello,
bella, voi simigliante, somigliante a voi,
e quando voi non vio e quando non vi vedo
guardo ‘n quella figura, guardo quell’immagine
e par ch’eo v’aggia davante; e sembra che io vi abbia davanti:
come quello che crede allo stesso modo di colui che crede
salvarsi per sua fede, di raggiungere la salvezza grazie alla sua fede
ancor non veggia inante. in Dio,
sebbene non veda davanti a sè ciò in cui
crede.
28 – 36 4 Al cor m’arde una doglia, Mi brucia un dolore nel cuore,
com’ om che ten lo foco come uno che tiene un fuoco
a lo suo seno ascoso, nascosto nel suo petto,
e quanto più lo ‘nvoglia, e quando lo avvolge di più,
allora arde più loco, allora lì arde con più forza
non pò star incluso: e può stare chiuso:
similemente eo ardo, in modo simile io brucio
quando pass’e non guardo quando passo e non guardo
a voi, vis’ amoroso. verso di voi, viso degno di essere amato.
37 – 45 5 S’eo guardo, quando passo, Quando passo, se io guardo verso di voi,
inver’ voi no mi giro, bella donna (= è il “bella del v. 39), non mi
bella, per risguardare; giro
andando, ad ogni passo per non guardare di nuovo.
getto un gran sospiro Camminando, ad ogni passo,
ca facemi ancosciare; getto un profondo sospiro
e certo bene ancoscio, che mi fa respirare con fatica;
c’a pena mi conoscio, e certamente mi angoscio
tanto bella mi pare. a tal punto che a mala pena riconosco me
stesso,
tanto mi sembri bella.
46 – 54 6 Assai v’aggio laudato, Vi ho tanto lodato,
madonna, in tutte parti, o madonna, in tutti gli aspetti
di bellezze c’avete. delle bellezze che voi avete.
Non so se v’è contato Non so se vi è stato detto
ch’eo lo faccia per arti, che io lo faccio per finzione,
che voi pur v’ascondete: perciò voi vi nascondete sempre.
sacciatelo per singa Sappiatelo attraverso dei segni esteriori
zo ch’eo no dico a linga, ciò che non dico con la lingua,
quando voi mi vedite. quando voi mi vedrete.
55 - 63 7 Canzonetta novella, Canzonetta nuova, Si riferisce alla
va’ canta nuova cosa; va’ e canta una cosa mai sentita prima; canzonetta, la
lèvati da maitino alzati al mattino presto personifica
davanti a la più bella, davanti alla più bella, C’è l’unica
fiore d’ogn’amorosa, la migliore tra le donne degne di essere descrizione della
bionda più c’auro fino: amate, donna, ossia che è
“Lo vostro amor, ch’è caro, bionda più dell’oro puro: bionda
donatelo al Notaro “Il vostro amore che è molto prezioso, Giacomo si firma
ch’è nato da Lentino”. donatelo al notaio alla fine della
che è nato a Lentini”. canzonetta

“Io m’aggio posto in core a Dio servire” di Giacomo da Lentini


- Forma: è un sonetto (è un icona che manda ad un significato più profondo)
- Temi: rapporto problematico tra amore sacro ed amore profano (come si fa a far convivere la totale
dedizione per la donna amata e la totale subordinazione a Dio?)
- L’amore cortese era visto sospettosamente dalle autorità ecclesiastiche: svalutazione del matrimonio,elogio
all’amore sensuale
- Nel sonetto Giacomo tenta di conciliare i due amori, sacro e profano:
• Il poeta vuole andare in Paradiso, ma non sarebbe felice se lei non fosse li con lui, non per poter
peccare con lei, ma per poter contemplarla nella gloria della beatitudine terrestre
• C’è un equilibrio tra amore profano ed amore sacro:
➢ A. profano: verbo GAUDERE, situato esattamente a metà del sonetto (v. 7), posizione
enfatica/ di rilievo, verbo molto forte
➢ A. sacro: più forte quantitativamente, fa da una sorta di cornice al sonetto, comincia e
finisce citando Dio

1 Io m’aggio posto in core a Dio servire, A Prima Io ho fatto proponimento,


8 versi quartina: promessa, di servire Dio,
2 com’io potesse gire in paradiso, B primo affinché io possa andare in
piede Paradiso.
3 al santo loco ch’aggio audito dire, A A quel santo luogo di cui ho
AMORE sentito parlare,
4 u’ si manten sollazzo, gioco e riso. B SACRO dove dura
ininterrottamente
divertimento, gioco e riso.
5 Sanza mia donna non vi voria gire, A Seconda Non vorrei andarvi senza la
quartina: mia donna,
6 quella c’ha blonda testa e claro viso, B secondo quella dalla chioma bionda
piede ed il volto luminoso, la
carnagione chiara
7 ché sanza lei non poteria gaudere, DESCRIVE poiché senza di lei non metà del
LA potrei aver gioia, sonetto: a.
DONNA profano
8 estando da la mia donna diviso: B AMATA essendo diviso dalla mia
(ne parla) donna.
9 Ma non lo dico a tale intendimento C Prima Ma non lo dico (non sto
6 versi terzina: dicendo tutto questo)
10 perch’io peccato ci volesse fare; D prima allo scopo di voler peccare
volta con lei,
11 se non veder lo suo bel portamento C bensì soltanto perché
SPIEGA vorrei vedere il suo
EVITA comportarsi bene, la sua
IN= dignitosa condotta,
12 e lo bel viso e ’l morbido sguardare: D COM= Seconda e il suo bel viso e il dolce
PREN= terzina: sguardo;
13 ché lo mi teria in gran consolamento,. C SIONI seconda considererei ciò una
volta grande consolazione,
14 veggendo la mia donna in ghiora stare D vedere la mia donna nella
gloria del paradiso.

“Pir meu cori allligrari” di Stefano Pronotaro


- È scritta in siciliano e non è stata toscanizzata, quindi ci è giunta in volgare originale senza modifiche
- I concetti di cui parla sono simili a quelli di Giacomo da Lentini, ossia
• La lode dei pregi fisici e spirituali della donna
• Il “canto” come espressione privilegiata dell’amore
• Ka sofferenza dell’amore accettata gioiosamente in onore dell’amata
• L’idea dell’amore come servizio fedele, timore reverenziale, segretezza
- Stile: strofe contenenti le stesse rime (classico dei trovatori) ed il ricorrere di termini ricavati sui provenzale
- Andamento: utilizza pause, accentua l’andamento ampio ed elaborato del discorso

Il “dolce stil novo”


- Nuovo modo di fare poesia: scelte linguistiche eleganti, armoniche, equilibrate (contrasto con la poesia
cortese toscana precedente)
- Massimi esponenti: Guittone d’Arezzo, Guido Cavalcanti (amore in conflitto tra sensi e ragione), Guido
Guinizzelli, Cino da Pistoia (riprende temi stilnovisti semplificandoli)
- Poeti: di famiglie agiate che scrivono in fiorentino colto e raffinato, destinato ad un pubblico ristretto
- Temi: amor nel contesto delle dispute teologiche nel tempo, rapporto tra anima e corpo, passioni terrene,
devozione a Dio alla Bellezza ed alla Verità (in maiuscolo perché sono dei valori assoluti)

“Al cor gentil rempaira sempre amore” di Guino Guinizzelli


- È una canzone citata e ripresa diverse volte da Dante che sintetizza i presupposti dottrinali (una canzone
manifesto, ossia che contiene molte caratteristiche del “dolce stil novo”)

“Lo vostri bel saluto e ‘l gentil sguardo” di Guino Guinizzelli


- Forma: è un sonetto (filone stilnovista dell’amore angoscioso)
- Temi: saluto, gentilezza della donna, dolorosi effetti dell’amore sull’innamorato, pene d’amore
- Riprende: rapporto tra occhi e cuore nella nascita dell’amore (nuova tragicità)
- Gentil: nobile d’animo, si può acquisire nel corso della vita, è un discorso molto ampio, infatti tratta dei
fattori che elevano l’animo

1 Lo vostro bel saluto e 'l gentil sguardo A Prima Il vostro soave saluto e il dolce Serenità
8 versi quartina sguardo
2 che fate quando v'encontro, B primo Che fate quando vi incontro, mi Iniziano gli
m'ancide: piede uccide: effetti
negativi del
saluto
3 Amor m'assale e già non ha reguardo A l’amore mi assale e non si cura, Personifica
se mi reca danno oppure grazia perso
4 s'elli face peccato over merzede, B perché (quando vi incontro) è
5 ché per mezzo lo cor me lanciò un A Seconda come se una freccia mi
dardo quartina
6 ched oltre 'n parte lo taglia e divide; B attraversasse il cuore
secondo
7 parlar non posso, ché 'n pene io ardo A da parte a parte, lo tagliasse e è timido
piede
lo dividesse;
8 sì come quelli che sua morte vede. B 6 versi non posso parlare, perché
soffro come colui che sta per
morire.
9 Per li occhi passa come fa lo trono, C Prima Mi passi davanti agli occhi come
terzina: fa un fulmine,
10 che fer' per la finestra de la torre D prima Che penetra dentro una finestra
volta di una torre
11 e ciò che dentro trova spezza e fende; E E ciò che trova dentro spezza e
taglia:
12 remagno como statüa d'ottono, C Seconda rimango immobile come una
terzina: statua d’ottone,
13 ove vita né spirto non ricorre, D seconda dove né la vita né l’anima non si
volta trova,
14 se non che la figura d'omo rende. E se non per il fatto che raffigura
l’immagine umana.

“Io voglio del ver la mia donna laudare” (= voglio lodare veramente la mia donna) di Guino Guinizzelli
- Forma: è un sonetto (schematico: dichiarazione di intenti, lodi della donna, effetti della sua apparizione)
- Temi: due parti, prima è la lode della bellezza della donna (analogie: assimilata a tutte le cose belle del
creato, evidenza gli aspetti più preziosi e nobili della natura), seconda le virtù mortali, spirituali della donna
ed il potere miracoloso della sua presenza (il suo saluto), ma anche morale e religiosa
- Donna: non viene descritto l’aspetto fisico della donna, è un tramite divino (dimensione trascendente/
spirituale), vengono descritte le sue virtù/ potere teologiche (virtù con riferimenti divini)
- Dimensione intimistica: il saluto della donna, il suo sguardo

1 Io voglio del ver la mia donna laudare A Prima Io desidero celebrare la


8 versi quartina mia donna con lodi sincere
2 Ed asembrarli la rosa e lo giglio: B primo e paragonarle la rosa e il significato
piede giglio: fiori: carità
(rosa), purezza
(giglio)
3 più che stella diana splende e pare, A risplende più della stella Stella diana =
del mattino e sembra stella più
splendente
4 e ciò ch’è lassù bello a lei somiglio. B e ciò che lassù in cielo è
bello lo paragono a lei.
5 Verde river’ a lei rasembro a l’are, A Seconda Le paragono la
quartina verdeggiante campagna e
secondo l’aria,
6 tutti color di fior’, giano e vermiglio, B piede tutti i colori dei fiori, il
giallo e il rosso acceso,
7 oro ed azzurro e ricche gioi per dare: A l’oro e l’azzurro dei
lapislazzuli, ricchi gioielli da
regalare:
8 medesmo Amor per lei rafina meglio. B persino Amore in persona
attraverso di lei si
perfeziona meglio.
9 Passa per via adorna, e sì gentile C 6 versi Prima Passa attraverso la via Nobile
terzina: ornata e così gentile d’animo
10 ch’abassa orgoglio a cui dona salute, D prima che diminuisce l’orgoglio di
volta colui al quale rivolge il suo
saluto (che è foriero di
salvezza)
11 e fa ‘l de nostra fé se non la crede: E e lo converte se non
appartiene alla nostra fede
cristiana:
12 e no ‘lle po’ apressare om che sia vile; C Seconda e non le si può avvicinare vile ≠ gentile
terzina: un uomo che non sia
seconda nobile;
13 ancor ve dirò c’ha maggior vertute: D volta vi dirò che ha un potere
ancora più grande:
14 null’om po’ mal pensar fin che la vede. E nessun uomo può
concepire pensieri malvagi
quando la vede.
Domande sulla scuola poetica siciliana
1. La scuola poetica siciliana, come nasce? Chi cantavano? Per chi? Di cosa parlavano? Che tendenze aveva?
Che differenze ci sono tra i poeti della scuola siciliana ed i trovatori? Che lingua usano? Che forme metriche
vengono usate? Chi è Cielo d’Alcamo?
2. Giacomo da Lentini, chi era?
3. “amor è un desio che ven da core” (forma, temi, scopo, tipo di testo) + parafrasi
4. “meravigliosamente” (forma, temi, donna, argomenti, metafora) + parafrasi
5. “io m’aggio posto in core a Dio servire” (forma, temi, amore cortese…, amore sacro e profano come li
equilibria?) + parafrasi
6. “pir meu cori alligrari” (com’è scritta, che concetti riprende di G. da Lentini, stile, andamento)
7. Il “dolce stil nuovo” (nuovo modo di fare poesia, perché?, massimi esponenti, chi erano?, poeti, chi erano?,
temi, quali?)
8. “al cor gentil rempaira sempre amore”, cos’è? Perché viene citata da Dante?
9. “lo vostri bel saluto e ‘l gentil sguardo” (forma, temi, cosa riprende, def. gentil) + parafrasi
10. “io voglio del ver la mia donna laudare” (forma, temi, donna, dimensione intimistica) + parafrasi

11. Cos’ hanno in comune tutte le poesie citate?


12. Com’è la struttura del sonetto?

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