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Tanto gentile e tanto onesta pare dalla Vita nova, (due quartine e tre terzine), il primo a comporre

sonetti e stato jacopo da lentini

1. Tanto gentile e tanto onesta pare Tanto nobile d’animo e tanto composta è
2. la donna mia quand’ella altrui saluta, la mia signora quando ella saluta qualcuno,
3. ch’ogne lingua deven tremando muta, che ogni lingua si ammutolisce per il timore,
4. e li occhi no l’ardiscon di guardare. e gli occhi non osano guardarla.

5. Ella si va, sentendosi laudare, Ella cammina, sentendosi lodare,


6. benignamente d’umiltà vestuta; benignamente vestita di umiltà;
7. e par che sia una cosa venuta e sembra che sia una creatura giunta
8. da cielo in terra a miracol mostrare. dal cielo sulla terra per mostrare un miracolo.

9. Mostrasi sì piacente a chi la mira, Si mostra così colma di bellezza a chi la


10. che dà per li occhi una dolcezza al core, ammira,
11. che ‘ntender non la può chi no la prova; che con gli occhi instilla una dolcezza nel
cuore,
12. e par che de la sua labbia si mova che non può comprendere chi non la prova:
13. uno spirito soave pien d’amore,
14. che va dicendo a l’anima: Sospira. e sembra che dalle sue labbra giunga
un soave spirito pieno d’amore,
che dice all’anima: Sospira.

Commento:
Celebra infatti, in una atmosfera estatica, i caratteri angelici della giovane donna amata
da Dante (Bice di Folco Portinari), esaltando le sue virtù morali e di comportamento: la
nobiltà d’animo, il decoro, la modestia.
Il Poeta non fornisce una descrizione fisica volendo sottolineare invece l’aspetto
spirituale e il fascino soprannaturale della donna che suscita un sentimento che solo gli
esseri di natura angelica possono destare. Dante si rifà alla figura della donna-angelo,
concetto fondamentale della poesia dello Stilnovo e tramite per un amore che consiste
nella perfezione morale e nell’elevarsi a Dio.

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