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Vita Nova – Riassunto ed analisi

Capitolo 1 (1.1)
o Rubrcia: Incipit Vita Nova, libro de la mia memoria (vs. libro effettivo), scopo di narrare
quanto è successo (“o almeno la […] sentenzia”. Prima giovinezza e sviluppo
spirituale/poetico.
Capitolo 3 (1.12-2.2)
o saluto di Beatrice (?) incontrata nella via con due altre donne (nove anni dal primo
incontro, alle ore 9, per prima volta udita la sua voce
o sogno: donna tra le braccia di Amore, drappo stesso coloro come il vestito di Beatrice),
“ego dominus tuus”/”vide cor tuum”, donna piange e Amore se ne va
o composizione di un sonetto per far giudicare il sonetto ai fedeli (sottomissione 
devozione)
o A ciascun’alma presa e gentil core: 4.1  salutatio a tutti coloro che sono presi dall’amore
e che hanno un cuore nobile, in nome di Amore. Poi racconto del sogno (alle quattro,
aspetto terrificante dell’Amore), della donna dormente che viene svegliata e deve
mangiare il cuore.
o Varie riposte, una di Cavalcanti (Vedesti, al mio parere, onne valore), inizio dell’amicizia dei
due.  guardare 
Capitolo 19 (10.12-10.33)
o Passeggiata, volontà di parlare di Beatrice, idea di farlo rivolgendosi direttamente a delle
donne nobili, come da sé viene scritta la canzone Donne, ch’avete intelletto d’amore
o Dopo lo sdegno e il saluto rifiutato  felicità non nel suo riconoscimento, bensì nel lodare
lei  inizia quindi la lode di Beatrice
o Canzone più perfetta dello Stilnovo, pubblico altamente selezionato  punto di svolta,
nuovo percorso poetico (fine concezione cortese!!!), stato d’animo tranquillo, liberato dal
conflitto amore-dolore

Donne ch’avete intelletto d’amore,  Dante la vuole spiegare meglio perché è importante che la si
i’ vo’ con voi de la mia donna dire, capisca
non perch’io creda sua laude finire,
ma ragionar per isfogar la mente.
Io dico che pensando il suo valore,
Amor sì dolce mi si fa sentire,
che s’io allora non perdessi ardire,
farei parlando innamorar la gente.
E io non vo’ parlar sì altamente,
ch’io divenisse per temenza vile;
ma tratterò del suo stato gentile
a respetto di lei leggeramente,
donne e donzelle amorose, con vui,
ché non è cosa da parlarne altrui.

Angelo clama in divino intelletto


e dice: «Sire, nel mondo si vede
maraviglia ne l’atto che procede
d’un’anima che ’nfin qua su risplende».
Lo cielo, che non have altro difetto
che d’aver lei, al suo segnor la chiede,
e ciascun santo ne grida merzede.
Sola Pietà nostra parte difende,
che parla Dio, che di madonna intende:
«Diletti miei, or sofferite in pace
che vostra spene sia quanto me piace
là ’v’è alcun che perder lei s’attende,
e che dirà ne lo inferno: O mal nati,
io vidi la speranza de’ beati».

Madonna è disiata in sommo cielo:


or voi di sua virtù farvi savere.
Dico, qual vuol gentil donna parere
vada con lei, che quando va per via,
gitta nei cor villani Amore un gelo,
per che onne lor pensero agghiaccia e pere;
e qual soffrisse di starla a vedere
diverria nobil cosa, o si morria.
E quando trova alcun che degno sia
di veder lei, quei prova sua vertute,
ché li avvien, ciò che li dona, in salute,
e sì l’umilia, ch’ogni offesa oblia.
Ancor l’ha Dio per maggior grazia dato
che non pò mal finir chi l’ha parlato.

Dice di lei Amor: «Cosa mortale


come esser pò sì adorna e sì pura?».
Poi la reguarda, e fra se stesso giura
che Dio ne ’ntenda di far cosa nova.
Color di perle ha quasi, in forma quale
convene a donna aver, non for misura:
ella è quanto de ben pò far natura;
per essemplo di lei bieltà si prova.
De li occhi suoi, come ch’ella li mova,
escono spirti d’amore infiammati,
che feron li occhi a qual che allor la guati,
e passan sì che ’l cor ciascun retrova:
voi le vedete Amor pinto nel viso,
là ’ve non pote alcun mirarla fiso.

Canzone, io so che tu girai parlando


a donne assai, quand’io t’avrò avanzata.
Or t’ammonisco, perch’io t’ho allevata
per figliuola d’Amor giovane e piana,
che là ’ve giugni tu diche pregando:
«Insegnatemi gir, ch’io son mandata
a quella di cui laude so’ adornata».
E se non vuoli andar sì come vana,
non restare ove sia gente villana:
ingegnati, se puoi, d’esser palese
solo con donne o con omo cortese,
che ti merranno là per via tostana.
Tu troverai Amor con esso lei;
raccomandami a lui come tu dei.

Capitolo 20 (11)
o Canzone già circolata un po’, richiesta da parte di un amico di alcuni versi sulla natura
dell’amore (+ topos della modesia: “avendo forse, per le udite parole, speranza di me oltre
che degna”
o Sonetto: Amore e ‘l cor gentil sono una cosa, potenzia: amore come stato virtuale, atto:
realizzazione concreta
Amore e ’l cor gentil sono una cosa,
sì come il saggio in suo dittare pone,
e così esser l’un sanza l’altro osa
com’alma razional sanza ragione.

Falli natura quand’è amorosa,


Amor per sire e ’l cor per sua magione,
dentro la qual dormendo si riposa
tal volta poca e tal lunga stagione.

Bieltate appare in saggia donna pui,


che piace a gli occhi sì, che dentro al core
nasce un disio de la cosa piacente;

e tanto dura talora in costui,


che fa svegliar lo spirito d’Amore.
E simil face in donna omo valente.

Capitolo 26 (17)  culmine della lode di Beatrice prima della morte


o Effetto di Beatrice su chi la vede e le sta intorno, composizione di un sonetto perché anche
coloro che non l’hanno vista sappiano quanto è bella
o Tanto gentile e tanto onesta pare: analisi v. GoodNotes & libro, non serve una spiegazione
secondo Dante
o Vede perfettamente onne salute: anche le donne che vanno con Beatrice sono nobili e
onorevoli, non c’è bisogno dell’invidia + suddivisione da Dante stesso. Tema del sospiro.
o Sono presenti tutti gli elementi dello Stilnovo: saluto, ineffabilità, lode.

Capitolo 41 (30)
o Richiesta di due gentildonne che Dante loro mandasse dei sonetti.
o Venite a ‘ntender: Cap. XXXII (21), p. 145
o Oltre la spera che più larga gira: Un sospiro/pensiero di Dante passa oltre il Primo Mobile
all’Empireo (tramite una nuova capacità di comprendere), dove vede Beatrice che riceve
onore e luce e lo spirito l’ammira. Quanto ritorna a racconta quanto vista, Dante non lo
capisce, mentre il cuore (che spinge a raccontare) sì, ma cmq Dante capisce che si tratti di
Beatrice.  limite dell’intelletto umano (v. libro)
o Prima e ultima volta in cui viene esplicitamente nominata Beatrice.

Capitolo 42 (31)
o Dopo aver scritto l’ultimo sonetto, appare a Dante una visione (Lodo: riaffermazione
gloriosa di Beatrice): “ne la quale io vidi cose che mi fecero proporre di non dire più di
questa benedetta infine a tanto che io potessi più degnamente trattare di lei” 
anticipazione della Commedia, ma anche tema dell’ineffabilità.
o Proposito di impegnarsi molto e di scrivere di Beatrice un’opera come non fu mai scritto
per nessuna donna (se piacesse a Dio che la sua vita duri ancora un po’)
o Invocazione che Dio conseguisse all’anima di Dante di andare a contemplare Beatrice nel
Paradiso.
o Chiusa devozionale e biblica: “qui est per omnia secula benedictus. Amen.”  alla fine
molte evocazioni di Dio.

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