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e lo core li dà nutricamento.
PARAFRASI
Amore è un desiderio (desio) che sgorga dal cuore e nasce dall’intensità del piacere
(abbondanza di gran piacimento), gli occhi per primi fanno nascere l’amore e poi il
cuore (lo core) lo nutre (li dà nutricamento) .
E’ possibile (Ben è) che qualche volta (alcuna fiata) l’uomo (om- sicilianismo) ami ( sia
amante) senza aver visto la persona di cui è innamorato (so ’namoramento), ma
l’amore vero, quello che avvince con l’impeto della passione (stringe con furore), nasce
(ha nascimento) dalla vista dell’amata.
Gli occhi presentano al cuore ogni cosa che vedono informandolo su ciò che in
ciascuna cosa vi è di naturalmente buono e cattivo (bono e rio);
e il cuore che riceve il messaggio degli occhi, immagina [quella cosa] e prova piacere
nel desiderarla: questo è l’amore che vive (regna) tra gli uomini (fra la gente).
ANALISI RETORICO-STILISTICA
Si tratta di un sonetto di endecasillabi con due quartine a rime alternate e due terzine a
rime ripetute. Lo schema metrico è particolare perché si discosta da quello tipico creato
da Giacomo da Lentini: non ABAB, ABAB, CDE, CDE ma ABAB, ABAB, ACD, ACD
(cioè una rima delle quartine si ripete nelle terzine, cosa inconsueta nello schema
classico del sonetto).
Anche le rime sono particolari. Al v. 1e v. 9 c'è una rima identica (core...core): la rima
è , in realtà, una parola intera che si ripete due volte senza mutazioni né di suono né di
senso.
In particolare ai v.1 v.3 e 11 (amor..l'amore ) c'è l'iterazione che si ripete nei versi v.1 v.
4 (da' core..lo core), ai vv 7 e 8 (occhi..occhi) e ai vv. 1,4, 8 e 11(core). Nei vv.5-6-7
(amatore...'namoramento...amor) ricorre la figura etimologica, mentre nei vv 6-7
(vedere...vista) si trova un poliptoto che si ripete anche al v. 9 (veden) .
Al verso 4 c'è una metafora (nutricamento deriva dal fatto che l'amore è alimentato dal
desiderio sviluppato dall'animo). Al verso 7 c'è ancora una metafora (“ stringe con
furore”, l'atto di stringere con ferocia rappresenta l'intensità del sentimento che trae
origine dalla vista). Al verso 9 c'è l'antitesi tra bono e rio. Al verso 14 torna la metafora
(regna, ovvero l'atto del regnare rappresenta la diffusione e la potenza dell'amore). Ai
versi 11-14 si trova un polisindeto (e...e...e..).
Nel sonetto, infine, vi sono una serie di personificazioni che riguardano i motivi del
cuore (lo core dà nutricamento;lo cor, che di zo è concepitore, imagina, e piace quel
desio) e dell’amore (quell’amor che stringe con furore;questo amore regna fra la gente).
Nel testo la coordinazione prevale sulla subordinazione in tutte le strofe e solo nella
terza sequenza l’autore ricorre maggiormente alle congiunzioni subordinanti per attuare
un discorso argomentativo. ll sonetto è ricco di termini tecnici che si riferiscono alla
percezione e immaginazione dell’essere umano inerenti all’amore.
Cor= è la sede dell’anima sensitiva e viene utilizzato per indicare l’anima stessa;
Amor= è il sentimento amoroso che deriva da un eccesso piacere nell’animo dopo aver
visto un oggetto
COMMENTO
L'opera è, perciò, la descrizione dell’amore e l'autore ci illustra il modo in cui esso nasce
e si manifesta nell’animo dell’innamorato. Secondo l’autore la causa che origina l’amore
è un forte piacere scaturito dall’immagine percepita attraverso gli occhi, che entra nel
cuore innescando in esso un sentimento di desiderio che è l’amore vero.
La seconda terzina ci spiega che quando il cuore riceve quell’immagine percepita dalla
vista , se prova piacere, per il desiderio di quel piacere ne scaturisce l'amore. Questo
modello di innamoramento risiede tra le gli esseri umani.
Il caposcuola dei Siciliani sostiene che l'amore nasce il più delle volte dalla vista della
bellezza della donna e, quindi, che non abbia una sostanza vera e propria e sia
piuttosto un "accidente" provocato nel cuore dell'uomo, respingendo come poco
probabile l'ipotesi che qualcuno si innamori di una persona che non ha mai visto.
I contenuti del sonetto celebrano l’amore in generale, non legato alla esperienza
personale dell'autore, con argomenti perfettamente in linea con le teorie della tradizione
lirica cortese dei poeti provenzali, precursori della Scuola Siciliana.