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L'ABITO ECCLESIASTICO PER I

SACERDOTI NON È UN OPTIONAL, È UN


OBBLIGO. LO RICORDA LA SANTA SEDE
Quella dell’importanza, anzi dell’obbligatorietà dell’abito talare o di «un abito ecclesiastico
decoroso, secondo le norme emanate dalla Conferenza Episcopale e secondo le legittime
consuetudini locali» per i sacerdoti non è la fissazione di qualche nostalgico del passato. E’ una
norma della Chiesa ricordata anche nell’ultimo Direttorio per il ministero e la vita dei presbiteri
emanato lo scorso anno dalla Congregazione del clero.

Qui a fianco, un video prodotto dalla spagnola Agnus Dei production, che vuole ricordare il valore e
la bellezza della talare. Sotto un estratto dal documento redatto dal dicastero vaticano.

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L’abito ecclesiastico è il segno esteriore di una realtà interiore: «infatti, il sacerdote non appartiene
più a se stesso, ma, per il sigillo sacramentale ricevuto (cf. Catechismo della Chiesa Cattolica, nn.
1563, 1582), è “proprietà” di Dio. Questo suo “essere di un Altro” deve diventare riconoscibile da
tutti, attraverso una limpida testimonianza. […] Nel modo di pensare, di parlare, di giudicare i fatti
del mondo, di servire ed amare, di relazionarsi con le persone, anche nell’abito, il sacerdote deve
trarre forza profetica dalla sua appartenenza sacramentale».

Per questa ragione, il sacerdote, come il diacono transeunte, deve:

a) portare o l’abito talare o «un abito ecclesiastico decoroso, secondo le norme emanate dalla
Conferenza Episcopale e secondo le legittime consuetudini locali»; quando non è quello talare, deve
essere diverso dalla maniera di vestire dei laici e conforme alla dignità e alla sacralità del ministero;
la foggia e il colore debbono essere stabiliti dalla Conferenza dei Vescovi;

b) per la loro incoerenza con lo spirito di tale disciplina, le prassi contrarie non contengono la
razionalità necessaria affinché possano diventare legittime consuetudini e devono essere
assolutamente rimosse dalla competente autorità.

Fatte salve situazioni specifiche, il non uso dell’abito ecclesiastico può manifestare un debole senso
della propria identità di pastore interamente dedicato al servizio della Chiesa.

Inoltre, la veste talare – anche nella forma, nel colore e nella dignità – è specialmente opportuna
perché distingue chiaramente i sacerdoti dai laici e fa capire meglio il carattere sacro del loro
ministero, ricordando allo stesso presbitero che è sempre e in ogni momento sacerdote, ordinato per
servire, per insegnare, per guidare e per santificare le anime, principalmente attraverso la
celebrazione dei sacramenti e la predicazione della Parola di Dio. Indossare l’abito clericale funge
inoltre da salvaguardia della povertà e della castità.

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