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19 giugno 2010, Politica e società

Voto cattolico. Il Pd è ambiguo. E le gerarchie


premono a destra
di Gianmarco Proietti

Come votano i cattolici praticanti? Alla domanda ha tentato di dare riposte un’indagine sul voto dei
cattolici alle ultime elezioni regionali, in particolare in Piemonte, Umbria, Lazio e Puglia, promossa
dal movimento dei Cristiano Sociali e realizzata dalla Swg.

Senza entrare nel dettaglio delle percentuali, l’analisi conferma quanto era possibile prevedere
mostrando però anche alcune novità. I cattolici intervistati votano la destra in proporzione
sensibilmente maggiore a quella dell’intero elettorato, e la differenza tra il voto dell’elettorato
complessivo e quello dei praticanti risulta assai ampia: da un vantaggio complessivo del 3,1% del
centro destra si passa a quasi il 14% osservando solo il voto dei cattolici praticanti. Se poi si
considera esclusivamente il consenso ai partiti, la forbice cresce ulteriormente a quasi il 16%. Ciò
che invece potrebbe risultare una novità emerge dall’analisi dei flussi all’interno dei partiti stessi:
entrambi gli schieramenti perdono il voto cattolico che preferisce liste civiche o liste legate ai
presidenti. I due più grandi partiti italiani, Pdl e Pd, perdono quindi consensi tra le fila dei cattolici.

Prima di tutto è lecito chiedersi per quale motivo il movimento fondato da Pier Carniti e Ermanno
Gorrieri e guidato oggi da Mimmo Lucà abbia voluto interrogarsi su come votano coloro che
dichiarano di andare a messa almeno una volta la settimana. La risposta è insita nel percorso di
riscoperta del valore della laicità che i Cristiano Sociali tentano, pur con difficoltà, di testimoniare
nella vita politica italiana: laicità intesa come spazio etico per il confronto con la differenza, senza
paura di cadere in derive relativiste e nello stesso tempo rinunciando all’arroganza del considerare il
proprio pensiero assoluto e unico. Da qui la volontà di leggere come hanno votato i cattolici, dopo
le continue e pressanti esternazioni a favore della destra di molti vescovi italiani prima del voto
amministrativo regionale. È la stessa presidente del Partito Democratico, Rosy Bindi che, alla
presentazione dell’indagine, ha sottolineato come sia poco rispettoso della complessità della
democrazia un atteggiamento quasi mai disponibile al dialogo e assolutamente schierato
acriticamente dei vescovi italiani, sempre troppo teneri nei confronti della questione morale che la
destra attuale di governo pone, ignorando la lotta all’evasione fiscale, delegittimando il Parlamento,
banalizzando il ruolo della donna nella società, attuando leggi pressoché razziste con gli immigrati,
proponendo riforme dello Stato in senso contrario alla Costituzione.

Ciò che emerge chiaro dall’analisi è che da un lato il Partito Democratico, con le sue incertezze e le
sue troppe ambiguità, ancora non si caratterizza come il traguardo di quel percorso per i cristiani in
politica, dall’altro è sempre più evidente lo schieramento degli attuali vescovi italiani in ambiti non
politici ma elettorali, uno schieramento a cui i cattolici praticanti aderiscono scegliendo il candidato
di destra non perché risponde in maniera più adeguata ai principi della dottrina cattolica, bensì per
un convincimento puramente propagandistico. Nel Lazio, per esempio, dove contro la candidata
Emma Bonino la mobilitazione dei vescovi e anche dei parroci è stata durissima, gli intervistati
cattolici praticanti non evidenziano particolari differenze tra le due candidate nella rappresentanza
dei così detti valori cattolici non negoziabili.

Appare allora evidente la difficoltà della Chiesa cattolica italiana di creare coesione tra i credenti,
unità nella differenza dei punti di vista. Anche per questo i Cristiano Sociali hanno avviato un
percorso per tentare di dare senso alla tradizione del cristianesimo sociale in Italia e aprirsi ad un
futuro in cui la laicità diventi fondamentale per costruire legami e relazioni intense. Solo in questa
ottica ha senso l’esigenza di capire il voto dei cattolici praticanti, valutazione che non troverebbe
significato se fosse stata realizzata per dare peso ad una parte separandola dal resto dei cittadini.

*Esecutivo nazionale dei Cristiano Sociali

(Articolo tratto da “Adista Segni nuovi”, n. 49 del 12 giugno 2010)

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