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Leggere dal nido per prevenire

Chapter · June 2019

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Federico Batini
Università degli Studi di Perugia
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Studi

I.1
–––––––––––––––––
Leggere dal nido per prevenire
Reading from nursery school to prevent
–––––––––––––––––
Federico Batini
Università degli Studi di Perugia

Molti studi in letteratura hanno messo in evidenza l’utilità di


abstract

pratiche di lettura ad alta voce per lo sviluppo di diversi domi-


ni cognitivi e di competenze di area emotiva nei bambini, dal
nido e dalla scuola dell’infanzia sino alla secondaria di secondo
grado. Queste pratiche hanno dimostrato di poter agire come
“rinforzo” sullo sviluppo cognitivo e di poter contribuire alla
regolazione emotiva e al riconoscimento/interiorizzazione del-
le emozioni, nonché alle capacità di riconoscerle negli altri.
L’“allenamento” prodotto da questi potenziamenti potrebbe
essere legato ai processi di mentalizzazione, impersonificazione
e di immaginazione che risultano fondamentali per la decodi-
fica del materiale narrativo. Nel contributo analizzeremo una
serie di studi quasi-sperimentali che abbiamo realizzato attra-
verso l’applicazione di training di lettura ad alta voce su gruppi
di bambini di età differenti verificandone i risultati con diversi
strumenti (orientati a rilevare diverse abilità/competenze). I ri-
sultati hanno mostrato come, in seguito a tali training, i grup-
pi sperimentali rispetto a quelli di controllo abbiano incre-
mentato notevolmente le prestazioni. L’ipotesi che gli studi,
letti con sguardo sinottico, consentono di formulare è quella
di una finestra temporale dove i benefici di training di questo
tipo sono maggiori. La recente attenzione allo 0-6 costituisce
dunque un’occasione unica per sperimentare, in modo conti-
nuativo, percorsi che siano in grado di garantire ai bambini
che provengono da situazioni di svantaggio socio-culturali ed
economiche di “recuperare” e di inserirsi alla scuola primaria
con probabilità di successo formativo molto maggiori.

Many studies in literature have highlighted the usefulness of


reading aloud practices for the development of different cog-
nitive domains and emotional area skills in children, from

15 |Studi
Sessione 1

nursery and kindergarten to secondary school. These practices


abstract
have shown that they can act as “reinforcement” on cognitive
development and can contribute to emotional regulation and
recognition / internalization of emotions, as well as the ability
to recognize them in others.
The “training” produced by these enhancements could be
linked to the processes of mentalization, impersonation and
imagination that are fundamental for the decoding of the nar-
rative material. In the contribution we will analyze a series of
quasi-experimental studies that we have achieved through the
application of reading training aloud on groups of children of
different ages, verifying the results with different tools (orient-
ed to detect different skills / competences). The results showed
that, as a result of these training, the experimental groups
compared to the control groups significantly increased their
performance. The hypothesis that the studies, read with a syn-
optic view, allow to formulate is that of a time window where
the benefits of training of this type are greater. The recent at-
tention to 0-6 is therefore a unique opportunity to experi-
ment, on a continuous basis, paths that are able to guarantee
children who come from socio-cultural and economic disad-
vantages to “recover” and to enter primary school with much
greater probability of formative success.

–––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––
Parole chiave: Lettura ad alta voce, Democrazia cognitiva, Ef-
fetti cognitivi ed emotivi di training di lettura,Training lettura
alta voce

Keywords: Reading aloud, cognitive Democracy, cognitive and


emotional effects of reading training, reading aloud Training
–––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––

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Federico Batini

1. Introduzione

La lettura ad alta voce costituisce, senza dubbio, una delle aree di


ricerca nelle quali, negli ultimi due decenni sono stati prodotti
risultati che hanno spostato il focus di attenzione, rispetto agli
anni precedenti. Se infatti storicamente le indagini relative alla
lettura si concentravano soprattutto sull’incrocio tra abitudini di
lettura (dichiarate dai partecipanti) e qualche dimensione di in-
teresse per l’indagine medesima, negli ultimi anni assistiamo a
un incremento di ricerche sperimentali e quasi sperimentali che
verificano, sul campo, gli effetti di interventi più o meno inten-
sivi di lettura. Oggetto di questo contributo vuole essere la rifles-
sione sulla funzione “protettiva” della lettura ad alta voce, in par-
ticolare nella fascia 0-6, rispetto alla quale si assiste a una rinno-
vata attenzione. Risulta noto, infatti, come coloro che provengo-
no da un ambiente socialmente, economicamente e cultural-
mente svantaggiato abbiano maggiori probabilità di incorrere in
fallimenti nei percorsi formativi e, di conseguenza, di abbando-
narli (Batini, Bartolucci, 2016a; Scierri, Bartolucci, Salvato,
2018). La proposta di inserire attività sistematiche di lettura ad
alta voce nella fascia 0-6 ha dunque la finalità di ridurre lo svan-
taggio dal quale sono colpiti alcuni bambini. Il contributo dun-
que esplorerà, in estrema sintesi, alcuni dei principali effetti pro-
vocati o facilitati dalla lettura ad alta voce, così come identificati
dalla ricerca per testimoniarne l’utilità ai fini della prevenzione
dell’insuccesso formativo.

2. Gli effetti di lettura

Le ricerche effettuate negli ultimi due decenni sul tema hanno


permesso di registrare, a seguito di interventi intensivi di lettura
ad alta voce, un incremento in alcune aree particolarmente rile-
vanti. Senza la pretesa di essere esaustivi possiamo elencare: pos-
sesso del vocabolario e sviluppo di abilità di comprensione, di

17 |Studi
Sessione 1

ascolto e di pre-lettura, memoria e utilizzi funzionali dei vari tipi


di memoria, riconoscimento e gestione delle proprie emozioni e
comprensione delle emozioni altrui, possesso di una teoria della
mente assunzione del punto di vista e comprensione degli altri,
capacità cognitive in termini generali.
Interventi di lettura ad alta voce hanno prodotto significativi
rafforzamenti sia sul vocabolario “attivo”, che comprende tutti i
termini che usiamo quotidianamente, parlando, sia sul vocabo-
lario “passivo”, ovvero tutti quei termini di cui ci è noto il signi-
ficato, che siamo in grado di comprendere, quando li sentiamo,
e che potremmo utilizzare correttamente in una frase (Duursma,
Augustyn, Zuckerman, 2008). Molte indagini hanno attribuito
alla lettura il ruolo di strumento principale per favorire lo svilup-
po lessicale già dalla primissima infanzia (Isbell, Sobol, Lindauer,
Lowrance, 2004). Sembra esserci una relazione tra il numero di
ore che i genitori trascorrono leggendo ai propri figli e la succes-
siva capacità dei bambini di leggere, di utilizzare frasi complesse,
di comprendere significati letterali e inferenziali: queste abilità
risulteranno poi di fondamentale importanza nell’esperienza
scolastica perchè consentiranno di comprendere ciò che dice
l’insegnante e ciò che c’è scritto nei libri di testo (Matthiessen,
2013). In età scolare si hanno poi ripercussioni positive sullo
stesso piacere della lettura, l’ampliamento del vocabolario e la ca-
pacità di fare inferenze (Emili, 2017). Le ricerche indicano che
già in età prescolare si possono ottenere benefici sull’attenzione,
sulle capacità di ascolto e sulla comprensione del testo (Scierri,
Bartolucci, Salvato, 2018), tutte dimensioni che hanno una re-
lazione diretta con il successo formativo e costituiscono dunque
un potente antidoto alla dispersione scolastica.
Numerose ricerche hanno dimostrato la relazione esistente
tra lettura e memoria, persino in soggetti con grave compromis-
sione dei depositi di memoria come gli anziani con patologie de-
mentigene. I primi effetti rilevati, a seguito di un training inten-
sivo di lettura ad alta voce di 60 giorni, hanno riguardato un ef-
fetto rilevante sulla memoria di prosa differita (memoria a lungo

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Federico Batini

termine) e un miglioramento generale dello stato cognitivo del


soggetto (Bartolucci, Batini, 2014; Toti, Batini, Bartolucci,
2015a; 2015b). In un’altra ricerca, che ha utilizzato lo stesso me-
todo di intervento, oltre a confermare i risultati relativi alla me-
moria rilevati attraverso batteria neuropsicologica (CAS), si è ri-
levata una capacità di utilizzo personale di questo guadagno. Pri-
ma dell’inizio ed a conclusione dell’intervento a ogni soggetto è
stato chiesto di raccontare un ricordo autobiografico felice aven-
do a disposizione un tempo di tre minuti. La produzione verbale
si è incrementata del 60% tra la rilevazione iniziale e quella fina-
le. La complessità dell’articolazione narrativa, la presenza di det-
tagli e di connotazioni emotive sono risultate notevolmente in-
crementate. (Batini, Toti, Bartolucci, 2016). Risulta rilevante
considerare come uno studio analogo, effettuato però con lettura
ad alta voce di materiale poetico, seppure abbia prodotto risultati
interessanti in altri dominii, non ha prodotto risultati statistica-
mente significativi (seppur in un andamento tendenziale positi-
vo) per la memoria a breve e lungo termine (Batini, Bartolucci,
2016b). Pare dunque che la lettura di fiction narrativa abbia una
relazione privilegiata con il potenziamento della memoria e con
il suo successive utilizzo come studi successivi, anche con follow-
up, hanno confermato (Batini, Bartolucci, 2018).
Immergendosi nelle storie, appassionandosi alle vicende vis-
sute dai personaggi, i lettori, i bambini in particolare, sviluppano
la propria empatia. Comprendono progressivamente e immagi-
nano quadri di situazioni differenti e vedono come personaggi
differenti vi reagiscono, vivono esperienze ed emozioni lontane
dalla propria vita quotidiana e allo stesso tempo simili ad essa,
possono esprimere emozioni in modo mediato, protetto, posso-
no osservare ed esperire in forma vicaria le emozioni di personag-
gi molto diversi da sé e di personaggi più vicini, riflettere circa si-
tuazioni, emozioni, reazioni, comportamenti (Batini, 2018). Al-
cuni studi di Mar, Oatley e colleghi hanno mostrato come esista
una relazione diretta tra livelli di empatia e abitudine alla lettura.
Nessuna correlazione sembra esservi invece per età, genere e ti-

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Sessione 1

pologia di personalità, mentre la correlazione si è mostrata forte


tra lettura, empatia e capacità di dare e ricevere supporto sociale
(Mar, Oatley, Peterson, 2009; Mar, Oatley, Djikic, Mullin,
2010). In termini generali la frequenza di lettura da parte dei ge-
nitori pare associata a maggiori livelli di sviluppo di competenze
empatiche da parte dei figli (Aram, Shapira, 2012) ma un effetto
analogo si può produrre con training intensivi di lettura (Batini,
Bartolucci, Timpone, 2018).
Possedere una teoria della mente significa attribuire agli altri
stati mentali dotati di un loro funzionamento e di una loro logica
che possono essere diversi dai nostri. Il possesso di una teoria del-
la mente risulta fondamentale per relazionarsi con gli altri e com-
prenderli. Una serie di cinque studi proposti da Kidd e Castano
ha mostrato l’associazione tra lettura e possesso della teoria della
mente: a un gruppo veniva assegnato un romanzo da leggere a un
altro gruppo veniva richiesto di non leggere. Dopo la lettura ve-
nivano misurate le abilità relative alla teoria della mente dei due
gruppi, mostrando maggiori abilità nei lettori. Un’ulteriore par-
tizione del campione dei lettori di tre dei cinque studi ha eviden-
ziato il maggior effetto della narrativa letteraria (i romanzi vinci-
tori di alcuni premi letterari molto importanti) rispetto alla nar-
rativa popolare. Il risultato è stato ancora più significativo in ra-
gione del fatto che un’analisi statistica più approfondita ha esclu-
so correlazioni tra i risultati e l’età, il genere o il livello di istru-
zione (Kidd, Castano, 2013). Una correlazione è stata invece in-
dividuata con la familiarità con la lettura, a confermarne e rin-
forzarne il legame con la teoria della mente.
Un recente studio che abbiamo effettuato sulle scuole secon-
darie di primo grado ha mostrato effetti importanti riguardo alle
competenze relative alla comprensione del testo (misurate utiliz-
zando le prove dei test Invalsi) ma ci ha fornito un ulteriore ri-
sultato di estremo interesse. Ciascun ragazzo e ragazza dei gruppi
sperimentali e di controllo è stato sottoposto, prima e dopo l’in-
tervento intensivo di lettura, alla somministrazione di una batte-
ria neuropsicologica individuale denominata CAS (Cognitive

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Federico Batini

Assesment System). Questa batteria, basata sulla teoria di Lurjia,


consente di misurare le quattro funzioni cognitive principali: at-
tenzione, pianificazione, successione e simultaneità1. Lo studio
ha rilevato un trend di crescita in tutte e quattro le sottoscale e
l’incremento statisticamente significativo nella scala totale, men-
tre il gruppo di controllo (che ha proseguito con le attività didat-
tiche tradizionali) è rimasto stabile.
In estrema sintesi abbiamo evidenziato come la lettura agisca
in modo rilevante in tutte le cinque aree individuate. Perché al-
lora risulterebbe così prioritario un intervento precoce di lettura
ad alta voce?

3. Una “finestra” di particolare interesse

L’età 0-6, che abbiamo investigato negli ultimi anni, dopo aver
preso inizialmente in considerazione soltanto le fasce di età 3-6
e quelle successive, ci hanno consentito di individuare alcune ri-
correnze. Alcuni interventi con disegno di ricerca quasi speri-
mentale, realizzati sulla fascia di età 0-6 anni, mediante i test
“Riordino di storie figurate”, TEC (Test of emotion comprhen-
sion) e un test di creatività, ha potuto dimostrare come con soli
40/50 giorni di lettura si possa raggiungere un incremento delle
performances statisticamente significativo, relative alla creatività
in generale, alla comprensione delle emozioni altrui e alla capa-
cità di pianificazione sequenziale-logica (Batini, Bartolucci,
Timpone, 2018). In ogni sperimentazione è stata prevista anche
la presenza di gruppi di controllo che, come i gruppi sperimen-
tali, partecipavano alla rilevazione iniziale e finale, tuttavia non
beneficiavano dell’intervento intensivo di lettura proseguendo il

1 Si tratta di funzioni cognitive di base che permettono di rielaborare le in-


formazioni che un soggetto riceve e sono strettamente associate alla loro
gestione. La rielaborazione delle informazioni e la loro gestione risulta
strettamente associata al successo nell’apprendimento.

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Sessione 1

consueto percorso didattico. Nessuna delle dimensioni sollecita-


te dalla lettura veniva potenziata anche dal normale percorso di-
dattico, come hanno confermato anche gli studi relativi alla
scuola primaria e ai gradi successivi. I gruppi di controllo non
hanno mai mostrato variazioni significative tra le due rilevazioni.
L’idea di una finestra privilegiata che rende possibile l’intervento
è legato all’osservazione sinottica degli studi sulle diverse fasce di
età. Studi effettuati mediante i medesimi strumenti nelle fasce di
età successive hanno infatti mostrato come sebbene la lettura dis-
pieghi i suoi effetti a tutte le età e in tutte le condizioni, la fascia
di età 0-6 rivesta un particolare interesse poiché in questa fase i
risultati appaiono più immediati e con incrementi più rilevanti
rispetto alle età successive. Risulta inoltre evidente la funzione di
surroga che un’esperienza intensiva di lettura al nido e alla scuola
dell’infanzia possa rappresentare per tutti quei bambini che non
hanno la fortuna di avere genitori che riconoscono l’importanza,
sono in grado, hanno tempo per proporgli un’esperienza quoti-
diana di lettura.

4. Conclusioni: uno strumento equitativo

La lettura ad alta voce contribuisce, come abbiamo visto, in mo-


do significativo al successo formativo e allo sviluppo di una serie
di pre-competenze (a partire da quelle legate alla lettura autono-
ma) che saranno fondamentali per poter conseguire apprendi-
menti nel proprio percorso scolastico e per prevenire l’insuccesso
e l’abbandono dei percorsi formativi.
La lettura ad alta voce di fiction narrativa costituisce uno
strumento prezioso a basso costo per permettere a tutti un reale
accesso ai percorsi di istruzione.
Ancora oggi, nel nostro paese, il percorso di istruzione si basa
su una serie di impliciti. Gli impliciti producono una serie di at-
tese con conseguenze molto reali. Dai bambini che arrivano a
scuola ci si attende che sviluppino velocemente abilità di ascolto,

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Federico Batini

di letto-scrittura, capacità di comprendere un testo, che impari-


no a relazionarsi in un gruppo seguendo delle regole e molto,
molto altro. Alcuni di questi apprendimenti sono legati alle abi-
tudini familiari e al tipo di educazione ricevuta, altri hanno a che
fare con lo sviluppo o meno di certe abilità. La lettura ad alta vo-
ce, se utilizzata in maniera costante nel sistema di istruzione, nel-
la fascia 0-6 (senza dimenticare le fasce successive) potrebbe co-
stituire l’occasione per tradurre in realtà il concetto di diritto al-
l’apprendimento.
Una lettura per fasce di età dei risultati relativi ai diversi trai-
ning intensivi di lettura dispiegati e controllati negli ultimi anni
permette di identificare in questa fascia di età una sorta di fine-
stra ideale, di momento magico nella quale interventi quotidia-
ni, realizzati attraverso la lettura ad alta voce, sono in grado di
produrre risultati importanti. L’estensione dei servizi alla prima
infanzia e la maggiore attenzione che questi hanno ricevuto (an-
che se ancora i servizi relativi alla fascia 0-3 riguardano una por-
zione parzialissima della popolazione in età) fanno sì che sia pos-
sibile pensare, senza indulgere a utopie a un programma nazio-
nale di lettura intensiva che rappresenterebbe, nel rapporto tra
costi e benefici, un piccolo investimento dal grandissimo rendi-
mento.
La lettura ha quindi la caratteristica di uno strumento equi-
tativo, capace cioè di rendere eque le opportunità e non far di-
pendere il destino formativo (e lavorativo) dalla nascita.
Il futuro formativo e professionale di un soggetto appare an-
cora oggi legato, come un tempo, alla situazione nella quale il de-
stino ci ha fatto nascere. L’importanza di un intervento intensivo
di lettura precoce, rivolto a tutti, indistintamente, consentirebbe
di attenuare almeno la disuguaglianza di opportunità: fornendo
strumenti e abilità concrete e utilizzabili, ampliando le possibili-
tà, attraverso l’immaginazione e l’esplorazione dei tanti percorsi,
scelte, azioni che i diversi personaggi fanno.

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Riferimenti bibliografici

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