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Freud

L’interpretazione dei sogni

“L’inconscio ci comunica coi sogni frammenti di verità sepolte.”


Per Freud la logica dei sogni è come una mappa che ci indica la strada per esplorare l’inconscio.
Infatti a suo dire il sogno è la realizzazione di un desiderio inconscio rimosso.
I pensieri inconsci che cercano espressione e risultano intollerabili alla coscienza sono da Freud
ricondotti per lo più a desideri sessuali connessi con le precoci vicende della sessualità infantile,
esprimenti una sessualità polimorfa e perversa, inaccettabile dalla norma sociale.
Questi desideri infantili pertanto si ripresenterebbero nei sogni; tuttavia la coscienza esercita su di
essi una sorta di censura che deforma e rende irriconoscibili i contenuti dei sogni stessi.
Vi è cioè un mascheramento della realtà pulsionale.
Ricostruire il contenuto del sogno è compito dell’analisi.

Per Freud il sogno è di base un sintomo nevrotico presente in ogni persona. Nel sogno ritroviamo il
meccanismo tipico dell’instaurarsi dei processi patologici, che prevedono una prima fase di
esperienza del trauma, una seconda di rimozione dell’immagine e delle emozioni da esso suscitate,
e infine un terzo momento di ritorno involontario dell’evento, il quale appare tuttavia sotto una
veste completamente stravolta e irriconoscibile che prende forma nel sintomo. Il sintomo è dunque
un segnale, un’avvisaglia di qualcosa che lo precede e che è stato tuttavia sepolto, rimosso. La
rimozione è il processo di difesa che si genera nel soggetto a fronte di un’esperienza traumatica, al
fine di neutralizzarne gli effetti e ammorbidirne la portata nell’economia generale della psiche, la
quale altrimenti ne risulterebbe stravolta. Il processo di rimozione tuttavia non è mai completo; il
contenuto rimosso continua ad agire a livello inconscio, venendo solo spostato o ridimensionato, ma
non eliminato. Quando il rimosso rompe la barriera e irrompe sulla scena della coscienza, un
ulteriore diaframma impedisce di riconoscerne il contenuto e dunque di ricondurlo direttamente al
fenomeno che lo ha generato: il sintomo è una spia e al contempo una maschera, un indizio e un
sottile depistaggio attraverso il quale l’inconscio fa breccia nella coscienza.

Secondo Freud il sogno è l’appagamento mascherato di un desiderio represso, rimosso.


Il sogno è il risultato del “lavoro onirico”: esso è composto da tre operazioni: condensazione,
spostamento e trasposizione. La condensazione agisce nel momento in cui diversi frammenti
inconsci si sintetizzano in unità, dando luogo a immagini composte che devono essere scomposte
per comprenderne il significato. Lo spostamento consiste nella capacità propria del nostro inconscio
di trasferire un ricordo rimosso da un contesto a un altro, in modo da abbassare il relativo carico
psichico (l’evento della morte di una persona cara può essere ad esempio spostato, cioè tradotto nel
sogno in una sua partenza per un viaggio etc.) Infine la trasposizione è il processo che permette di
trasferire i pensieri in immagini. Una volta svegli, anche quando ricordiamo almeno in parte il
contenuto dei nostri sogni, non abbiamo accesso diretto al messaggio di desiderio proveniente
dall’inconscio. Al contrario ci troviamo di fronte a una storia spesso surreale ed in ogni caso non
chiaramente comprensibile e tendiamo a trattenere del sogno soltanto le sensazioni vaghe che ci ha
lasciato. La psicoanalisi utilizza l’interpretazione dei contenuti onirici per ottenere una linea di
lettura dell’inconscio, un accesso a esso.

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