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3.6. LE GEOTERME OCEANICHE.

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modello sarebbe necessario avere informazioni sul profilo di temperatura lungo l’intero spessore
litosferico. Tuttavia non è praticabile effettuare perforazioni profonde nei fondali oceanici al
fine di eliminare l’influenza degli strati più superficiali. Una informazione sullo stato termico
dell’intero spessore litosferico ci è fornita indirettamente dalla topografia dei fondali oceanici:
infatti, raffreddandosi la litosfera si contrae termicamente, la sua densità aumenta e quindi
diminuisce la spinta di galleggiamento. In base alla teoria dell’isostasia, ci si aspetta quindi che i
fondali oceanici abbiano una profondità crescente con l’età (diversamente da quanto raffigurato
in figura 3.11, in cui il fondale oceanico ha profondità z = 0 costante).
L’ipotesi isostatica prevede che ad una profondità di compensazione zc (maggiore della pro-
fondità litosferica zL ), la pressione litostatica sia uniforme lungo l’orizzontale. Confrontando
una colonna litosferica verticale posta in x = 0 (asse della dorsale) con una colonna posta alla
generica distanza x = vt, dovremmo avere (Figura 3.14):
Vogliamo una soluzione analitica dei fondali oceanici
! zc
Conosciamo tutto il profilo della temperatura, il modello funzione è
ρ0g(w + zc ) = ρw gw + ρ(T )gdz (3.26)
stato confrontato coi dati e se non invecchia troppo l’oceano e
0
corrisponde alle osservazioni, il materiale si comporta in maniera
& colonna

fluida sotto una certa quota


livello del mare
Isostasia: principio per cui se un materiale è fluido le
colonne di peso che pesano su questo livello devono essere
uguali altrimenti ci sarebbe un flusso di materiale—>
asse dorsale considero una colonna esattamente sotto la dorsale e una
ρw
x = vt più a destra—> devono avere lo stesso peso
w Z=0 dove colonna che voglio considerare interseca la
superficie del fondale oceanico
Ts fondale W altezza colonna d’acqua alta tanto quanto la dorsale
z=0 oceanica

litosfera ρ(T)
T 0 ρ0
Temperatura nella zona centrale la prendiamo
uguale T0 e a tale temperatura il magma e le
z = zL
rocce del mantello avranno densità 0

z=z c
astenosfera
T0

Figura 3.14: Modello del semispazio per il calcolo della topografia isostatica dei fondali oceanici.

dove ρ0 = ρ(T0) è la densità (uniforme) delle rocce del mantello alla temperatura T0 (temperatura
presente in tutta la colonna posta in x = 0 e a grande profondità nella colonna in x = vt), ρ(T )
è la densità alla generica temperatura T , ρw è la densità dell’acqua, w è la profondità dello
strato d’acqua compreso fra la cresta della dorsale e il fondale, g l’accelerazione di gravità. La
dipendenza di ρ dalla temperatura è data dalla equazione di stato incomprimibile (in cui si d=2dx Il
-

/ +d
-

trascura l’effetto della pressione):


·

Ec
tu

gogw-gagn+ fogt -f) (1


Sostituisco tale espressione della M -T +d) dz
- =

ρ(T ) = ρ0[1 − α(T − T0)],


-
-

densità dentro l’equazione precedente


=>

I
forf(e)d=
*
Semplifico g (0-(w)W god/To-T)
+

dove α è il coefficiente di espansione termica. Inoltre l’accelerazione di gravità g può essere INTEGRAZIONE
PARi Sudu=
pe

considerata approssimativamente costante in tutto il mantello e quindi, possiamo riscrivere la or-frdu


-Feerfusy du= I
=

de
(To-Ts) er8(n) ct erfsul
a) - dr
dy
=

RICORDA :
T = T +
= :
s

=yersysl Enfye
0

* T =
To + (Tr Ts)
-
erfc(n) e

erfc(y) =
1 -

erfiy)
D
perché in 0 fa 0 e all’infinito l’esponente va a
0 molto più velocemente di quanto eta va
all’infinito

( e du
=- en'a =
(edt =
90 CAPITOLO 3. CONDUZIONE TERMICA

modello a semispazio
modello “Thermal plate”
3
profondità media dei fondali

profondità (km)
profondità del basamento
Atlantico
4
Pacifico
Indiano

0 50 100 150
Età (Ma)

Figura 3.15: Profondità media degli oceani in funzione dell’età (triangoli neri). Gli altri simboli mostrano
le profondità del basamento basaltico, al di sotto dei sedimenti, ottenute da perforazioni marine. La
fascia ombreggiata rappresenta la regione che comprende i dati relativi alla placca Nord Pacifica, entro
una deviazione standard. Il modello del semispazio conduttivo (linea continua) mostra un ottimo accordo
con i dati fino ad età di ∼ 80 M a. Un modello più avanzato (“Thermal plate model”, linea tratteggiata)
rappresenta abbastanza bene i dati anche oltre 80 Ma.

(3.26) come:
! zc
(ρ0 − ρw )w + ρ0α(T − T0 ) dz = 0. (3.27)
0

Inserendo la dipendenza di T da z data dalla (3.19)


" #
z
T (z, t) = T0 − (T0 − Ts )erfc √
2 Dt

otteniamo ! " #
zc
z
(ρ0 − ρw )w = ρ0α(T0 − Ts ) erfc √ dz. (3.28)
0 2 Dt
Faccio un’approssimazione perché mi metto a una profondità abbastanza elevata da avere una temperatura finale …. quindi l’error function complementare va a 0 molto velocemente
e sostituendo zc con ∞ (la funzione complementare degli errori tende a zero molto rapidamente
sicché l’integrale da zc a ∞ fornisce un contributo trascurabile), possiamo concludere che
$ ev
Dt I
2ρ0α(T0 − Ts )
-

Dt
w=
(ρ0 − ρw ) π
S
Perché l’integrale
rae integrale
(3.29)
calcolato era in d eta e
calcolato prima
questo in dz esf sup dy
Nella precedente espressione abbiamo utilizzato il risultato
! ∞
1 pay precedente
erfc(η) dη = √ (3.30)
0 π

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