Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Giovanna FIORDALISO
Università degli Studi della Tuscia
Riassunto
Pubblicato nel 1999, La rosa de plata è, nella ampia e diversificata produzione di Soledad
Puértolas, un romanzo sui generis, che sembra interrompere le caratteristiche di una produzione
narrativa consolidata nella quale emergono come costanti, tra le altre, una riflessione
sull’esistenza, sulle relazioni umane e sulla scrittura letteraria. L’opera riprende, infatti, i motivi
e gli elementi tipici del romanzo cavalleresco nella costruzione di un intreccio che, riproponendo
protagonisti quali Artù, Merlino, Ginevra e Morgana, sembra aderire pedissequamente alla linea
tradizionale del genere. Tuttavia, approfondendo le dinamiche che si instaurano tra i personaggi,
e in particolare soffermandosi sulle parole e sui pensieri di Morgana e di Ginevra, è possibile
cogliere la complessità della riscrittura che l’autrice sta consapevolmente mettendo in atto: la
sua è, infatti, una proposta di libertà, sia individuale ed esistenziale che metaletteraria, dato che
le avventure che coinvolgono dame e cavalieri alle prese con gli incantesimi lanciati da Morgana
vanno a sondare quelle aspirazioni di indipendenza assoluta con cui l’essere umano da sempre
si confronta e combatte, e che sono una componente indispensabile della creazione letteraria.
Parole chiave: La rosa de plata, Soledad Puértolas, romanzo cavalleresco, romanzo spagnolo
postmoderno.
Abstract
Published in 1999, La rosa de plata is, within Soledad Puértolas’s works, a sui generis novel
as it seems to interrupt the characteristics of a consolidated narrative production in which,
among others, there emerges a constant reflection on existence, human relationships and
experiences of the contemporary world, on literary writing. The novel takes up the typical motifs
and elements of the chivalric novel in the construction of a plot that, re-proposing protagonists
such as Arthur, Merlin, Geneva and Morgana, seems to slavishly adhere to the traditional line
of the genre. However, by deepening the dynamics between the characters, especially by
dwelling on the words and thoughts of Morgana and Ginevra, it is possible to grasp the
complexity of the rewriting that the author is consciously implementing, proposing a novel
about freedom, both individual, existential and metaliterary. The adventures involving ladies
and knights struggling with the spells cast by Morgana are meant to deep in the aspirations of
independence which characterize human being and to explore the possibilities given by literary
creation.
Keywords: La rosa de plata, Soledad Puértolas, Chivalric Novel, Postmodern Spanish Novel.
Orillas 12 (2023)
ISSN 2280-4390
536 GIOVANNA FIORDALISO
1 Tra i molti studi relativi alle tendenze del romanzo spagnolo attuale e ai suoi principali esponenti, tra gli
altri, merita segnalare: Alonso (2003); Augé (2001); García Galiano (2004); Gracia (2000); Langa Pizarro
(2000); Lozano Mijares (2006 e 2007); Manera (coord., 2020); Pozuelo Yvancos (2010 e 2014).
2 Si vedano Bognolo (1997, 1999, 2017 e 2018); Cacho Blecua (2007); Lucía Mejías (2002); Sarmati (1996).
DUELLI, INCANTESIMI E STRATEGIE DI LIBERTÀ IN LA ROSA DE PLATA 537
lugares acotados por la acción de caballeros en busca de honor y renombre, siempre en torno a
una corte habitada por la magia y el misterio. (Castro, 2000)
Il romanzo ruota intorno alla contrapposizione tra Morgana e Artù: in preda alla
gelosia, la donna ha infatti rinchiuso nel castello di Beale Regard sette fanciulle che,
secondo lei, si sono permesse di insidiare il suo innamorato, Accalon de Gaula.
Seguendo l’indicazione di Merlino, Artù agisce quindi per liberare le sette dame:
organizza un torneo nel quale individuare i sette valorosi cavalieri che avranno poi il
compito di liberare le sfortunate fanciulle.
Ha inizio così la narrazione delle avventure che vede protagonisti i cavalieri blanco,
verde, bermejo, dorado, de plata, irisado e violeta, impegnati a liberare Naromí, la doncella del
sueño infinito; Alicantina, la doncella que no podía verse por fuera; Bess, la doncella de la alegría
perpetua; Delia, la doncella más orgullosa; Findia, la doncella desmemoriada; Bellador, la doncella
del gran sufrimiento; Alisa, la doncella que hablaba con el viento.
La trama procede attraverso la ripetizione di uno stesso schema: alla
presentazione del cavaliere e della rispettiva dama da liberare seguono le prove e gli
ostacoli messi in atto da Morgana affinché l’impresa fallisca; l’incontro e la liberazione
della dama sono comunque garantiti, con la conseguente formazione di una nuova
coppia di felici innamorati.
Nelle avventure principali si inseriscono in questo modo altri personaggi, vere e
proprie comparse, che possono essere aiutanti inviati da Merlino o antagonisti
obbedienti a Morgana: in ogni caso, tutti contribuiscono a rendere la trama dinamica e
avventurosa, garantendo in questo modo l’unità di azione nella successione di episodi
meravigliosi, costituiti da incantesimi, sparizioni, travestimenti.
A questo proposito possiamo affermare che Soledad Puértolas rispetta le
componenti di quel “primer modelo caballeresco”, definito da Lucía Megías come “una
serie de aventuras organizadas a partir de dos ejes: el de la identidad caballeresca y el de
la búsqueda amorosa” (Lucía Megías, 2002).
A queste avventure si alternano però pause narrative in cui l’azione viene come
sospesa per dare spazio alle parole di Artù, Merlino, Ginevra o Morgana alle prese con
i propri pensieri, che emergono sia attraverso i dialoghi –in particolare tra Artù e
Merlino– sia in monologhi in cui i personaggi si lasciano andare a veri e propri sfoghi
interiori. Ognuno di loro lamenta infatti la propria solitudine, uno stringente e pressante
desiderio di amore corrisposto e condiviso, cui si unisce un altrettanto forte bisogno di
libertà. Gli eroi che il lettore ben conosce sono perciò “personajes ahora revestidos de
una condición humana que dignifica sus cualidades y su renombre” (Castro, 2000), che
pierden el acartonamiento propio de los seres estereotipados y se manifiestan con toda su
humanidad. Es decir, sufren de amor y de desamor, padecen su soledad, cavilan sobre sus deseos,
desnudan su intimidad, conjuran sus miedos, se rebelan contra el destino... Y es que la autora, fiel
al afán de ejemplaridad incorporado al sentido de los afanes del mundo de la caballería, también
opta por rodear de significado los relatos de amor contenidos en La rosa de plata. Por sugerir que
nada hay seguro y definitivo en materia de afectos y emociones humanas, que todo es imprevisible,
“mudable” y “complejo”, como lo es una realidad de la que no hay que fiarse, porque en ella hay
dobleces y engaños, y nada es lo que parece. (Castro, 2000)
538 GIOVANNA FIORDALISO
3 Come Soledad Puértolas, anche altri autori utilizzano la scrittura narrativa come strumento terapeutico.
Ricordiamo, tra gli altri e solo a titolo esemplificativo, El viento de la luna di Muñoz Molina, del 2006, testo
che presenta i tratti del romanzo storico e dell’autofinzione, in cui l’autore rielabora il lutto per la morte
del padre, ma anche No entres docilmente en esa noche quieta di Menéndez Salmón, del 2020, dedicato al ricordo
e al racconto del rapporto tra l’autore e il padre subito dopo la sua morte.
DUELLI, INCANTESIMI E STRATEGIE DI LIBERTÀ IN LA ROSA DE PLATA 539
ancora secondo Pozuelo Yvancos, come “un espacio vital, ámbito de la confesión,
espejo donde su autor se mira” (Pozuelo Yvancos, 2010: 406):
Abordar ese espacio de la comunicación elegíaca madre-hija desde un ámbito narrativo era punto
de partida muy difícil y reto en el que podría naufragarse con facilidad por exceso de
sentimentalismo o blandenguería. Es reto que Puértolas supera, pertrechada de la doble arma de
la simplicidad directa, de la tonalidad confesional servida por una prosa desnuda de artificios, muy
bien amoldada a la naturaleza y tema del libro. (Pozuelo Yvancos, 2010: 406-407)
4 La “retorica del silenzio” è uno dei tratti su cui la critica si è soffermata nell’esaminare la produzione
narrativa di Soledad Puértolas in riferimento a una modalità espressiva essenziale, semplice, priva di
afectación ma, al contempo, prossima all’interiorità, intima, dai toni e i tratti spesso e volentieri lirici. Si veda
Jun (2000).
540 GIOVANNA FIORDALISO
¿Todo ha concluido? ¿Cuándo concluye una historia? Uno puede cambiar el lugar y el tiempo de
una historia, puede cambiar los personajes, puede dar a la historia un nombre nuevo que borre el
anterior. Así, los laboriosos rescates de las siete doncellas desdichadas serían desde ahora
recordadas como las hazañas de los caballeros de la Rosa de Plata.
Un rey puede hacer eso, aunque le diga dentro que, mientras él declara que todo ha concluido,
que, aunque nos hagamos la ilusión de ordenarla, de encauzarla, de darle una y otra forma,
recortando un pedazo aquí, añadiendo allá, manejándola, aparentemente, a nuestro antojo, la vida
no se puede manejar ni ordenar ni encauzar, porque cuando unas cosas terminan, empiezan otras.
(Puértolas, 1999: 260-261)
sintesi della personalità del cavaliere, i cui tratti emergono nel corso delle imprese e degli
ostacoli da superare. Tratti che l’astuta Morgana conosce, e di cui si approfitta per
ostacolare il successo dell’impresa obbligando così Artù e Merlino a intervenire
segretamente per garantire l’esito positivo. A fianco dei sette cavalieri, un variegato
gruppo femminile, costituito dalle sette fanciulle, da Morgana, Ginevra e Nimué,
arricchisce il nucleo centrale delle avventure. A loro spetta però un compito diverso,
poiché rallentano e interrompono l’azione con i loro dialoghi o monologhi, rendendo il
testo un’alternanza di avventure e riflessioni, azioni e parole, con una nuova dimensione
assegnata al tempo e al suo scorrere.
Oltre al “tiempo de la andanza” assume grande importanza il tempo della
coscienza, che si apre alla riflessione e all’analisi, all’introspezione, e che diventa spazio
interiore, un’alternativa a quello dell’azione e delle avventure utili a esprimere valori e
qualità universali.
Le parole ci restituiscono in questo modo una dimensione nuova dei personaggi,
che diventano portavoce di profondi sentimenti quali la solitudine, l’amore, la paura.
Con una parola-chiave che sovrasta tutte le altre: la libertà. È infatti la libertà desiderata
dalle sette dame, ma anche la libertà su cui riflettono –ognuno per motivi diversi–
Morgana, Ginevra, Nimué, e anche Artù e Merlino. Libertà e amore, libertà e incontro
con sé stessi e con l’altro.
Con una regolarità che scandisce tutto l’intreccio al pari delle avventure in cui
vengono liberate le fanciulle, Morgana, fortemente caratterizzata attraverso una ricca
aggettivazione presente nelle parole di Artù e Merlino, ma anche nelle descrizioni del
narratore, appare in tutta la sua forza e combattività: bella, esperta, scaltra, è una donna
innamorata che farebbe qualsiasi cosa pur di tenere con sé il proprio uomo.
La voce narrante ci fa entrare nella sua interiorità e lo stesso fa con Ginevra,
malata d’amore, divisa tra Artù e Lancillotto; con Nimué, giovane, curiosa, piena di
iniziativa; con le sette fanciulle che, obbligate alla prigionia nel castello di Beale Regard,
diventano amiche e si confidano emozioni e pensieri. I loro dialoghi mostrano la
solidarietà, la comprensione e la simpatia reciproca nel condividere una condizione di
cui non sono responsabili.
A differenza dei sette cavalieri, di cui conosciamo solo il colore che li
contraddistingue, le sette fanciulle hanno, insieme al nome proprio, un sintagma che le
caratterizza: trovano così spazio i riferimenti al sogno, alla bellezza, all’allegria,
all’orgoglio, alla memoria, al dolore e alla perdita. Grazie alla loro presenza e alle loro
parole, la narrazione si fa più articolata. Ne include il percorso esistenziale, dal passato,
cui si allude brevemente o che in alcuni casi si approfondisce (in particolare è quanto
avviene con Alicantina, Bellador e Alisa), al presente.
E se solo uno è il carattere prevalente della loro personalità, le loro riflessioni
mostrano in realtà personaggi sfaccettati, tutt’altro che identificabili attraverso una sola
caratteristica. Viste una accanto all’altra, ci restituiscono l’immagine di un’umanità alle
prese con aspirazioni di libertà, da raggiungere superando prove, mettendosi in gioco,
confrontandosi continuamente con l’altro e confidando all’altro le proprie inquietudini.
DUELLI, INCANTESIMI E STRATEGIE DI LIBERTÀ IN LA ROSA DE PLATA 543
BIBLIOGRAFIA
ALONSO, Santos (2003): La novela española en el fin de siglo. 1975-2001, Madrid: Mare
Nostrum Comunicación.
AUGÉ, Marc (2001): Ficciones de fin de siglo, Barcelona: Gedisa.
BOGNOLO, Anna (2018): “Reti di libri, libri in rete. Libros de caballerías tra Italia e Spagna”,
in Maria Rosso, Felice Gambin, Giuliana Calabrese e Simone Cattaneo (eds.),
Trayectorias literarias hispánicas: redes, irradiaciones y confluencias, Roma: AISPI
Edizioni, pp. 91-106.
BOGNOLO, Anna (2017): “La ricerca recente sul romanzo cavalleresco spagnolo”, Critica
del testo, XX, 2, pp. 387-416.
BOGNOLO, Anna (1999): “I libros de caballerías tra la fine del Medioevo e la discussione
cinquecentesca sul ‘romanzo’”, in VV. AA.: Fine secolo e scrittura: dal Medioevo ai
giorni nostri, Atti del Convegno AISPI (Siena, 5-7 marzo 1998), vol. I, Roma:
Bulzoni, pp. 81-91.
BOGNOLO, Anna (1997): La finzione rinnovata. Meraviglioso, corte e avventura nel romanzo
cavalleresco del primo Cinquecento spagnolo, Pisa: ETS.
CACHO BLECUA, Juan Manuel (2007): “Novelas de caballerías”, in Raquel Gutiérrez
Sebastián; Borja Rodríguez Gutiérrez (eds.): Orígenes de la novela : estudios : ponencias
presentadas al congreso I Encuentro Nacional Centenario de Marcelino Menéndez Pelayo
celebrado en Santander los días 11 y 12 de diciembre de 2006, Santander: Servicio de
Publicaciones de la Universidad de Cantabria/Sociedad Menéndez Pelayo, pp.
133-222.
CASTILLA, Amelia (1999): “Soledad Puértolas entra en el mundo literario de los
caballeros y de las hadas”, El País, 26 de noviembre.
CASTRO, Pilar (2000): “La rosa de plata”, El Español. El Cultural, 30 de enero.
GARCÍA GALIANO, Ángel (2004): El fin de la sospecha. Calas significativas en la narrativa
española (1993-2003), Málaga: Universidad.
GRACIA, Jordi (coord.) (2000): Los nuevos nombres: 1975-2000. Primer suplemento,
Barcelona: Crítica.
JUN, Wang (2000): El mundo novelístico de Soledad Puértolas, Granada: Editorial Comares.
LANGA PIZARRO, M. Mar (2000): Del franquismo a la posmodernidad: la novela española (1975-
1999). Análisis y diccionario de autores, Alicante: Universidad.
LOZANO MIJARES, Ma del Pilar (2007): La novela española posmoderna, Madrid: Arcos
Libros.
LOZANO MIJARES, Ma del Pilar (2006): “Andrés Ibáñez o la novela española
posmoderna”, Revista de literatura, LXVIII, 135, pp. 221-246.
LUCÍA MEGÍAS, José Manuel (2002): “Libros de caballerías castellanos: textos y
contextos”, Edad de Oro, 23, pp. 9-60.
MANERA, Danilo (coord.) (2020): Letteratura spagnola contemporanea, Milano/Torino:
Pearson.
PERDOMO, Aguilar (2004): “Las doncellas requeridoras de amor en los libros de
caballerías españoles”, Voz y letra, 5/1, pp. 3-24.
546 GIOVANNA FIORDALISO
POZUELO YVANCOS, José María (2014): Novela española del siglo XXI, Murcia:
Universidad de Murcia.
POZUELO YVANCOS, José María (2010): 100 narradores españoles de hoy, Palencia:
Menoscuarto Ediciones.
PUÉRTOLAS, Soledad (2010): Aliados. Los personajes secundarios del Quijote, Madrid: Real
Academia de la Lengua.
PUÉRTOLAS, Soledad (1999): La rosa de plata, Madrid: Espasa-Calpe.
SARMATI, Elisabetta (1996): Le critiche ai libri di cavalleria nel Cinquecento spagnolo (con uno
sguardo sul Seicento). Un’analisi testuale, Pisa: Giardini.