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Marcello Loiacono Raschio

L’AUTODIDATTA
BREVE SAGGIO SULLA MUSICA E SUI
SUOI AMBIENTI

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Marcello Loiacono Raschio

L’AUTODIDATTA
BREVE SAGGIO SULLA MUSICA E SUI
SUOI AMBIENTI
INDICE

Presentazione….…………………………………………………………………………………. 6

PRIMA PARTE……………………………………………………………………………………… 7

I. Gli esordi…………………………………………………….…………………….. 8
II. L’indecisione…………………………………………………………………….. 10
III. La creatività dell’immaginazione………………………………………. 11
IV. La rivista rivelatrice.………………………………………………………….. 12
V. Creatività, cultura e astuzia in situazioni raccapriccianti.…… 18
VI. Conservatorio o Feudo?........................................................ 24
VII. Afam, storia e cronache di un sistema nefasto…….……………. 31
VIII. La sinistra barbara…………………………………………………………….. 42
IX. Cartella, finalmente sei pronta?............................................ 44
X. Cartella creata, avvio della conclusione della prima parte del
Saggio…………………..…………………………………………………………… 48
XI. Caro Conservatorio, mi hai deluso!....................................... 49

Ringraziamenti…………………………………………………………………………… 54

La Lega di David chiede aiuto, perché la cartella possa essere


ampliata……………………................................................................... 56

SECONDA PARTE………………………………………………………………………………… 57

Lista dei Filistei e dei Compagni della Lega di David…………………… 58

Bibliografia……………………………………………………………………………….. 103

Istruzioni per la corretta apertura e visualizzazione dei pdf………. 113


In memoria di Piero Rattalino
“Un disteso cammino ebbe inizio dalle domande che un ragazzino
di 15 anni, molto curioso e devoto alla musica, cominciò a porsi.
Alle quali cercò di trovare, faticosamente, delle risposte. Ancora
oggi, dopo quasi un decennio, continua a cercarne nuove per
comprendere, sempre meglio, la musica, l’arte e il senso della vita.
Solo così, tenendo la mente aperta e mettendosi continuamente in
discussione, potrà proseguire ad acquisire nuove conoscenze e
consapevolezza. La musica, l’arte, la lettura e la cultura saranno i
mezzi che salveranno il ragazzino dalle crudeltà del mondo e dai
Filistei”.

Marcello Loiacono Raschio


PRESENTAZIONE

Questo Saggio nasce per introdurre la cartella in cui si trova. La cartella


contiene diversi pdf (in continuo aggiornamento) inerenti varie tematiche
musicali (trattati soprattutto, saggi, storia, estetica, eccetera).
Al momento è caricata online ed è condivisibile tramite un link di Google
Drive.
L’idea di raccogliere in un’unica cartella tutta questa mole di materiale
prezioso per qualsiasi musicista, nacque, in parte, quasi un decennio
orsono. Nel 2014, dopo i felici anni di infanzia passati a studiare il
pianoforte, avevo 15 anni e mezzo, iniziai a rendermi conto che non bastava
più l'intuizione per poter interpretare al meglio la grande musica (o
comunque, non sempre risultava affidabile, viste le divergenze culturali e
cronologiche che ci separano dai compositori e dalle loro composizioni),
perciò, decisi di iniziare ad acculturarmi attraverso la lettura dei libri.
Questo breve Saggio verrà suddiviso in due parti. La prima parte conterrà
la storia della creazione della cartella, alcune riflessioni sulla musica, sui
docenti, sul Conservatorio di Como e sul sistema AFAM in generale. Tutto
ciò sarà frazionato, ulteriormente, in fugaci capitoli dai titoli molto
evocativi, in maniera tale che ogni argomento sia ben delineato e compreso
al meglio. Successivamente, ci saranno i ringraziamenti. Dopodiché, inizierà
la seconda parte del Saggio, che comprenderà l’elenco dei “Filistei” e dei
“Compagni della Lega di David”, la bibliografia e, infine, le istruzioni per la
corretta apertura e visualizzazione dei pdf presenti nella cartella.

Lugano, 30 Agosto 2023 Marcello Loiacono Raschio

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PRIMA PARTE

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I. GLI ESORDI

Mi ritengo fortunato ad aver potuto coltivare lo studio del pianoforte


maggiormente da autodidatta: gli insegnanti mi mettevano alla porta quasi
immediatamente, perché li facevo impazzire. Ritenevano che interpretassi
la musica in maniera troppo “inusuale”. Alcuni reputavano che il mio modo
di suonare risultasse "troppo” cantato; altri supponevano che proponessi
diteggiature "assurde"; altri criticavano il mio suono orchestrale (ciò che
non piaceva era il sinfonismo pianistico, ma è fondamentale in alcuni
compositori, come, per esempio, in Bach per quanto riguarda la polifonia;
in Beethoven, Schumann, Brahms e Liszt per la sonorità, ma certamente
anche per la polifonia). Inoltre, non approvavano affatto la cosiddetta
"sinistra barbara" (più avanti tornerò su questo punto molto importante).
Secondo costoro, in più, attuavo "troppi" respiri musicali (NON deformavo
i ritmi dei brani, come sovente accade nelle esecuzioni dei giovani musicisti,
ma a ogni frase realizzavo un respiro, questo fattore è molto importante.
Quando si parla, si realizzano respiri, pause, eccetera. Il tutto per rendere il
linguaggio comprensibile all’interlocutore; idem nella musica.
Spiacevolmente, oggigiorno ci sono troppi robot in giro). Quest'ultima
critica influì mooolto negativamente nel mio modo di interpretare la
musica, che, purtroppo, si protrasse per diversi anni. Inconsciamente,
infatti, fino a qualche anno fa, respiravo poco a causa di questa critica,
realizzatami da due insegnanti (Alessandro De Curtis e Anna Kravtchenko;
anche se a costoro, comunque, devo molto. Con De Curtis ho imparato a
velocizzare la tecnica dello studio dei nuovi brani; con Anna, invece, ho
imparato a prendere più coscienza sulla tecnica, soprattutto a essere più
consapevole sul rilassamento controllato della tensione muscolare e del
relativo uso della respirazione polmonare). Sempre a detta dei Maestri,
usavo “troppo” i pedali (anche questo rimprovero ha influito
sfavorevolmente, ma meno male risolto come i respiri musicali).
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C’era sempre un costante leitmotiv: venivo accusato di porre troppe
domande. Insomma, non ero disposto a scendere a compromessi, perché
ero (e sono tuttora) dell'idea che ognuno è unico e non deve mai
uniformarsi agli altri. Ognuno ha il proprio messaggio da manifestare
all'umanità, che sarà sempre unico.
Esiste un aneddoto del pianista Stefano Bollani (anche se come pianista,
musicalmente, non lo trovo di rilievo), riferito alla decadenza del sistema
AFAM, recita così: se qualcuno vuole imparare la musica non vada a
studiarla al conservatorio, perché lì, soltanto potrà consertare (inteso come
intrecciare negativamente: confondere) le idee. Più avanti tornerò
sull’argomento.
Ciò che mi ha portato a riflettere sugli aspetti più profondi della musica sin
da quegli anni, fu proprio, paradossalmente, l'essere autodidatta. Si deve
sempre stare in guardia a non nutrire mai qualsiasi critica non condivisa con
la propria coscienza, perché, così, si apre la porta alla manipolazione
inconscia e, a quel punto, la personalità musicale va a “farsi benedire”.
Questo non significa non ascoltare nessuno, assolutamente no, perché in
tal caso sarebbe pura presunzione… significa tenere la mente aperta, ma
con riserve, cioè: ci devono essere due presupposti rilevanti. Il primo è che
bisogna COMPRENDERE REALMENTE il principio proposto, in questo caso
dal docente; il secondo è constatare se il principio APPORTI, O MENO,
BENEFICIO, perché se il risultato peggiorasse, come, ad esempio, la tecnica
pianistica, allora è da SCARTARE o da PERSONALIZZARE. Menziono un
esempio citato poc’anzi: il rilassamento muscolare e la respirazione
polmonare. Anna mi proponeva consigli tecnici che non andavano bene per
me al 100%, successivamente, però, eseguendo alcune modifiche, mi
recarono molti benefici. Perciò, personalizzando al mio corpo i consigli, ho
potuto ottenere progressi molto vantaggiosi per la mia tecnica.

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II. L’INDECISIONE

Inizialmente ero un po' indeciso a creare la cartella con i pdf, perché, a


causa delle mie conoscenze linguistiche un po' limitate (italiano, spagnolo,
francese base e inglese molto base) e delle mie conoscenze informatiche
poco aggiornate (sono rimasto ai cd e alle usb, tanto per rendere il
concetto), pensavo che i testi dei pdf da scansione non si potessero
copiare/ricercare. Immaginai che fossero intraducibili (a meno che fossi
stato ore e ore a trascriverli per poi tradurli). Quindi, lasciai perdere.
L’obiettivo che mi posi, per cui, fu di trovare tutti i testi in italiano.
Solo recentemente, grazie alle “miracolose” scoperte (delle quali scriverò
più tardi), cambiai idea e realizzai la cartella.

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III. LA CREATIVITÀ DELL’IMMAGINAZIONE

Prima di proseguire, introdurrò un argomento che mi sta molto a cuore e


permea interamente questo Saggio. La Lega dei Compagni di David. Questa
è una Lega immaginaria inventata da Robert Schumann. Quando nel 1831
fu messo alla porta dalla "Allgemeine Musikalische Zeitung" (un giornale di
critica musicale tedesco) per un articolo che glorificava Chopin, Schumann
fondò, nel 1834, il suo giornale, la "Neue Zeitschrift fur Musik", per
contrastare l'influenza di coloro che, con cattivo gusto e malafede,
operavano e giudicavano in campo musicale, esaltando le banalità
quotidiane e gettando fango sulla nuova arte; in una parola: i "Filistei",
contro i quali il compositore riunì la "Lega dei Compagni di David".
Personaggi di questa Lega compaiono sul giornale sotto pseudonimi, lo
stesso Schumann scinde la propria personalità sotto le differenti firme del
focoso e appassionato Florestano e del mite, sognante Eusebio. Perciò,
reinterpretato in chiave moderna da me, i Filistei alludono ai Maestri e agli
Allievi rigidi, bacchettoni, incasellati mentalmente, gretti, ottusi e vigliacchi.
Mentre i Compagni della Lega di David sono il contrario, coloro che
combattono e si contrappongono ai Filistei: dividendo così i docenti e gli
allievi tra Filistei e Compagni della Lega di David.
So che è un concetto duale, non esistono né buoni né cattivi. Ma per me è
un modo sano, divertente e umoristico di rappresentare la realtà attraverso
l’immaginazione (proprio come i bambini, l’immaginazione dei bimbi non
ha limiti e non hanno paura di rivelarla, perché sono puri d’animo.
Disgraziatamente, noto che questa purezza viene perduta (o comunque
segregata) durante la preadolescenza e l’adolescenza nella maggioranza dei
giovani… questo per me è sconsolante. Visto come va avanti il mondo, un
po’di creatività e sano umorismo non guastano mai).

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IV. LA RIVISTA RIVELATRICE

Nel 2015 ebbi la prima rivelazione sull’argomento “trattati”. In un concorso


pianistico, al quale partecipai, mi regalarono in omaggio una rivista
musicale (la quale finì, purtroppo, dopo averla letta, direttamente
nell'immondizia. Fu un grande errore! Mai buttar via (né bruciare)
materiale culturale), nella quale il compianto Piero Rattalino (scomparso il
6 aprile scorso) menzionava l'esistenza di alcuni "trattati" (tra i tanti, quello
di Czerny), che illustravano le consuetudini delle diverse epoche storiche
(Barocco, Classicismo, Romanticismo e Avanguardismo) di eseguire i brani
di musica. Mi ricordo che in quegli istanti pensai: “Czerny (che consideravo
il bacchettone di turno, visti i suoi studi composti per pianoforte) cosa mai
avrà da dire sull'interpretazione musicale?!” (in realtà mi sbagliavo, ma non
lo sapevo ancora). Comunque, questi "trattati” mi incuriosirono, perciò
impugnai subito una penna e annotai in un post-it alcuni titoli menzionati
nella rivista (tra i titoli menzionati c'erano: il trattato di Czerny, il trattato di
C.P.E Bach, di Leopold Mozart e di Johann Quantz; c'erano anche altri, ma
non li annotai). Gli ultimi tre li trovai pubblicati in italiano dalle case editrici
Nuova Prhomos, Rugginenti e Curci. Acquistai immediatamente i volumi,
ma quello che più mi incuriosiva, ovvero quello di Czerny, era introvabile in
italiano. Né su Petrucci né altrove, salvo poi scoprire che il Conservatorio di
Milano lo possedeva. Ma prima di allora, cercai nel sito web dell’Archivio
Ricordi, con sede alla Biblioteca Nazionale Braidense, a Brera. All’epoca,
l’Archivio Ricordi, dichiarava di possedere il trattato, ma, purtroppo, non era
così: la biblioteca si era "disfatta delle reliquie non richieste", a detta di una
signorina che lavorava lì… che negligenza!!! Quindi, appena scoprii che il
Conservatorio di Milano lo possedeva (realmente), decisi che un giorno mi
sarei racato lì per fotocopiare integralmente il trattato. In ogni caso,
sarebbe stato problematico, perché andare fino a Milano per fotocopiare

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500 pagine in un giorno… avrei fatto, comunque, tale sacrificio. Il desiderio
di poterlo leggere il prima possibile era irresistibile.
Purtroppo, tra studio del pianoforte, studio del liceo e tutto il resto,
trascorsero quasi tre anni prima di ritrovarmi a leggere il trattato.
Finalmente, nel 2018, decisi di andare al Conservatorio di Milano per
fotocopiarlo, qualche giorno prima, però, per fortuna, ebbi la "manna"
caduta dal cielo: trovai la versione italiana del trattato di Czerny già
scansionata, a portata di mano. Questo grazie a un paio di masterclass che
ebbi con il Maestro Vincenzo Balzani (lo considero Compagno della Lega di
David, nonostante non condivida la sua “commercialità” e il suo essere
“protettore” di alcuni giovani musicisti): chiacchierando con il noto
Maestro, dopo che gli domandai se avesse mai letto il trattato di Czerny in
italiano, mi rispose che lo aveva già letto, ma non solo. Avrebbe voluto,
addirittura, pubblicarlo in edizione critica. Però, come sempre, l'ostacolo
furono gli editori italiani. A detta del Maestro Balzani, gli editori non
riuscivano a cogliere l'importanza di questo testo così incommensurabile.
Chissà se oggigiorno, la Rugginenti, o la Curci, o la EDT, o la LIM, o la Ricordi
fossero disposte a pubblicare il trattato (insomma, se hanno pubblicato i
trattati di L. Mozart, J. Quantz e C.P.E. Bach, perché non pubblicare anche
quello di Czerny?!). Il Maestro mi mise in contatto con un suo vecchio
allievo, che possedeva la scansione del trattato, il Maestro Antonio Tarallo.
Quest’ultimo, me lo inviò via email gentilmente. 500 Mb di pdf. Lo stampai
e lo rilegai. Lo lessi di un solo fiato.
L’impressione più forte la ebbi quando lessi la terza parte del trattato, il
Czerny bacchettone che conoscevo si stava frantumando pezzo per pezzo e
cominciava ad assumere un contorno decisamente più umano e romantico
di quello che avrei mai immaginato. Dopo aver letto la terza parte del
trattato, rimasi profondamente impressionato, ciò che vi era scritto era,
praticamente, l’opposto degli insegnamenti moderni. Tutti i moderni
insegnamenti (o quasi), inerenti all’interpretazione musicale e alla teoria,
da spazzare via, completamente.
Sempre nel 2018, scoprii che il solito e stimato Maestro Piero Rattalino
(Compagno della Lega di David) aveva scritto un libro negli anni novanta
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inerente all’argomento, intitolato “Le Grandi Scuole Pianistiche”
(raccomando a tutti i musicisti la lettura di questo libro), in cui proponeva
una breve sintesi della storia delle scuole pianistiche e una antologia di testi
(tra cui, spezzoni dei trattati di Czerny, Kalkbrenner, Hummel, Adam,
Moscheles, Thalberg, Pollini, eccetera). Mi ricordo che la lettura di quel
libro fu, pure, così rivelatrice. Infatti, l’anno seguente commentai il fatto al
Maestro che teneva (in teoria), all’epoca, il corso di “trattati e metodi” al
Conservatorio di Como (l’eccentrico Maestro Antonio Piricone,
naturalmente appartenente all’armata dei Filistei), il Maestro non diede
molta importanza al mio entusiasmo, poi, però, “zitto, zitto”, consigliò ai
suoi studenti la lettura del libro; tremendo e furbacchione il Maestro!!!
Accenno brevemente a cosa ci si potrà aspettare dalla lettura dei trattati: si
potrà capire l’importanza degli accenti, presenti non necessariamente
soltanto sulle prime note della battuta (accento mensurale), come, invece,
affermano i Maestri attuali, ma anche sulle note con valore più esteso,
indipendentemente dalla posiziona in legatura e in battuta, idem per le
note che sono fuori dalla tonalità (diesis, bemolli e bequadri). L’importanza
del canto, delle voci, dei rallentando (prima di qualsiasi forte o piano
improvvisi, vanno eseguiti o dei rallentando, o respiri, o crescendo, o
diminuendo, o tutto assieme; dipende sempre dal contesto musicale).
Come quando si parla a voce. Per quello è utile anche canticchiare la
melodia quando non si capisce bene la direzione. Le dinamiche. Le
concezioni estetiche dei diversi compositori. Gli abbellimenti; un esempio
lampante è il terzo movimento della Sonata KV 331, il Rondò alla Turca (la
famosa Marcia Turca), eseguito sempre in maniera scorretta, come se le
note al soprano fossero solo sedicesimi, in realtà sono un ottavo con
l’appoggiatura e due sedicesimi... figure che vanno (salgono prima e
scendono dopo) per terze progressive (la - do - mi); secondo L. Mozart, in
questi casi, si deve procede sì per sedicesimi, ma a due a due e con leggera
accentuazione dell’appoggiatura (visto che si tratta di figure per terze,
l’accentuazione dell’appoggiatura si decide in base al carattere della frase e
della tensione emotiva del brano)… quindi per la Marcia Turca: ti-dda-ti-ra-
taaa oppure tir-ra-ti-ra-taaa e non ti-ra-ti-ra-taaa. L’uso dei pedali (che
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vanno usati in Beethoven, per esempio, per collegare le armonie, per creare
maggior volume (pedale di risonanza) o minor volume (una corda) e per
favorire le sonorità LEGATE AL CARATTERE E TRAMA del singolo brano (per
rendere “più reali” le emozioni Beethoveniane) e NON, come dicono alcuni,
per ottenere un effetto particolare di sonorità, magari arbitrario e
decontestualizzato dal carattere e significato generale del brano) e
tantissimo altro. In ogni caso, è meno tecnico di quello che sembra.
La componente principale dei trattati è la parte umanistica del linguaggio
interpretativo della musica; già intravvedo la reazione degli insegnanti di
armonia (i Filistei), in completa disperazione. I compositori evidenziano
molto questo aspetto della musica, per loro è importante che l’interprete
colga l’essenza, il significato e la poetica delle loro opere.
Un esempio che accenno sempre: i pianisti di oggi (sciaguratamente, noto
anche, ultimamente, i violoncellisti e violinisti) hanno la tendenza a
deformare la musica. Rattalino diceva che i suoi colleghi critici, durante le
esecuzioni dei giovani (specialmente delle Signorine), lo definivano
“suonare con la pancia” (in realtà, Rattalino stesso ammise che il termine
“pancia” era un sinonimo elegante del reale termine usato dai suoi
colleghi). La prova più lampante si ha ascoltando le interpretazioni
grottesche della musica di Chopin, propinate dalla maggior parte dei
pianisti moderni; oppure ascoltando le registrazioni moderne delle Suite
per Violoncello di Bach (come, per esempio, le raccapriccianti incisioni di
Yo Yo Ma e Mischa Maisky), eseguite, quasi sempre, con uno spirito di
terribile e spudorata depravazione musicale (appunto, il “suonare con la
pancia”). A tal proposito, reputo mooolto istruttive le incisioni delle Suite
eseguite da Pierre Fournier. Ascoltando il grande violoncellista si potrà
capire, realmente, il vero significato del canto in musica strumentale, del
respiro e del fraseggio (poi magari qualcuno potrebbe obiettare che alcune
articolazioni siano fuori stile (critica alla Piricone), ma questo, comunque,
rimane molto discutibile. In ogni caso, ciò non renderebbe di certo nulla
l’interpretazione di Fournier).
L’importante è arrivare all’essenza del brano che si sta interpretando,
questo solo grazie allo studio e alla lettura della cultura generale.
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Purtroppo, o per fortuna, è uno sforzo che tutti i musicisti debbono
compiere: la lettura. So che oggigiorno i giovani non hanno molta voglia di
leggere… come si suole dire… “i tempi sono cambiati”, ma chi decide di
intraprendere la carriera di musicista “classico” è “costretto” a leggere.
Questo, perché durante i periodi in cui furono composte le composizioni a
noi oggi pervenute (dal basso medioevo in poi, in sostanza), i mezzi culturali
per tramandare il sapere erano (quasi esclusivamente) i libri.
Ma non solo, in quelle epoche la maggior parte della popolazione era
relegata ai campi agricoli (gli uomini) e al focolare domestico (le donne), i
compositori, perciò, dopo la separazione tra musica e chiesa, trovavano
lavoro presso i nobili, gli aristocratici e i borghesi. Quindi, navigavano in una
cerchia molto ristretta, d’élite. Per cui, in questa élite vi partecipavano,
oltreché i musicisti, i politici, gli scrittori, i pittori, gli scultori, i filosofi, gli
storici, gli scienziati, i matematici, eccetera. Questa élite, per dirla in poche
parole, è sempre stata impregnata dalle conoscenze esoteriche (alchimia,
astrologia, magia, simbologia, occultismo, ecc.), oltreché da quelle
essoteriche (conoscenze non iniziatiche, cioè di “dominio pubblico”). La
musica, la filosofia, la letteratura, l’arte pittorica, la fisica, la chimica, la
medicina, la psicoanalisi e il resto, derivano dall’esoterismo, quindi era un
tutt’uno (che poi le ultime menzionate siano diventate essoteriche è un
discorso a parte). Proprio perciò i musicisti erano anche scienziati, pittori,
filosofi, scultori, maghi, architetti, astrologi, eccetera (uno dei nomi che mi
viene subito in mente: Leonardo da Vinci). Queste conoscenze sono state
tramandate dall’organizzazione che governa tuttora il mondo da millenni,
purtroppo, ovvero la famosa “Massoneria” (a tal proposito consiglio la
lettura del libro “Massoni. Società a responsabilità illimitata. La scoperta
delle Ur-Lodges” di Gioele Magaldi). I grandi finanziatori e appartenenti di
questa élite, nel periodo recente, sono (soprattutto) le grandi famiglie
giudaiche. Perciò, i frequentatori di questa élite non erano degli “scappati
di casa”, ma erano persone con molta sapienza e consapevolezza. Per cui,
è bene che tutti i musicisti studino e leggano, oltre ai trattati strumentali e
alle biografie dei compositori, la storia di tutte le arti, la storia universale
(anche se ricordo che, malauguratamente, è scritta sempre dai vincitori e,
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ovviamente, la massoneria si trova sempre dietro a questo fenomeno), la
filosofia, la letteratura (storia, romanzi e poesia; la lettura delle poesie aiuta
moltissimo anche per sviluppare la logica musicale. Mi capita, a volte, di
leggerle senza capirci nulla… ma in realtà è sbagliato agire così, bisogna
imparare a riflettere… lo so, richiede più tempo) e (almeno) le basi
dell’esoterismo. Solo così si potrà comprendere bene ciò che realmente ha
voluto esprimere e trasmettere il compositore nei suoi brani. Soltanto in tal
modo si riuscirà a cogliere veramente l’essenza dei brani, requisito
FONDAMENTALE per una buona interpretazione musicale.

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V. CREATIVITÀ, CULTURA E ASTUZIA IN
SITUAZIONI RACCAPRICCIANTI

La creatività è indispensabile quanto il sapere, anzi, è bene poter conciliare


entrambi. A riguardo, racconto alcuni episodi molto divertenti, ma
drammatici allo stesso tempo.
Nel settembre 2021 venne imposto l’uso dei cosiddetti “Certificati Verdi”
per poter accedere alle scuole universitarie italiane. Ero contrario. Qualsiasi
forma di imposizione discriminatoria, che riecheggi (anche lontanamente)
il nazismo e/o il fascismo, la detesto, perché in questo modo hanno inizio
le dittature di ogni tipo. Per cui, dovetti servirmi di un po’di creatività e di
cultura per affrontare tale sciagura. Diversi compagni del Conservatorio di
Como mi scrissero, perché erano indignati quanto me per la sciagura…
iniziai a ragionare per trovare una soluzione funzionale sia per me, sia per
loro.
In questo frangente, mi venne in soccorso la cultura. Qualche anno prima,
avevo letto “L’arte di ottenere ragione” di Schopenhauer, libro in cui il
filosofo espose 38 “principi” (chiamati “stratagemmi”) per poter ottenere
ragione durante un dibattito.
Il responsabile della questione “Certificati Verdi” avrebbe dovuto essere il
triviale ex presidente del Conservatorio, Enzo Fiano (fratello dell’ex
Parlamentare della Repubblica Emanuele Fiano, del PD, ebreo e
probabilmente massone come suo papà Nedo Fiano (massone del “Grande
Oriente d'Italia”. Di 33° Grado (perciò Gran Maestro “Venerabile”, cioè il
massimo grado massonico), quindi non certo uno chiunque). Le nomine dei
presidenti dei conservatori, in Italia, vengono effettuate presso il Ministero
dell’istruzione a Roma; è risaputo che a Roma i politici si scambiano
“favori”, motivo per il quale le coincidenze divengono l’eccezione. Nel luglio
2022, Enzo Fiano venne eletto Presidente del Conservatorio di Pavia. Due
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mese prima che suo fratello Emanuele uscisse dal Parlamento (ma che
strano!). Curiosamente, qualche mese prima il Conservatorio di Como
instaurò “rapporti collaborativi” con l’Università di Pavia (sede di Cremona).
Sarà un caso? Chissà!). Nella realtà, però, colui che si incaricava della
questione “Certificati Verdi”, era il direttore del Conservatorio, il tiranno
Vittorio Zago, grandissimo Filisteo. Costui è laureato in giurisprudenza,
perciò dovevo essere ancora più preparato. Ebbi un primo incontro con lui
alcune settimane prima che entrasse in vigore la “Legge” d’imposizione.
Notai che il Filisteo Zago era molto dogmatico, ottuso e disumano riguardo
all’argomento. Perciò, in quel momento iniziò la progettazione del piano.
Innanzitutto, la prima azione che intrapresi fu la ricerca di “alleanze”: le
coadiutrici (che, purtroppo, venivano (e vengono tuttora) trattate come
serve da Zago). In ogni caso, mi sono guadagnato il loro rispetto, perché
sono sempre stato rispettoso verso loro e verso il loro lavoro, persone
davvero squisite (nonostante siano molto ignoranti culturalmente, alcune
di loro, però, possiedono un cervello molto più arguto rispetto a quello di
Zago). Preferisco le persone umili, umane e di buon cuore rispetto agli
energumeni, disumani e ottusi (anche se colti), come il Filisteo Zago.
A quel punto, dovetti attirare le attenzioni su di me per evitare che,
successivamente, caso mai, venissero rivolte verso gli altri ragazzi contrari
all’imposizione. Attuai, a quel punto, lo stratagemma numero 5. Ovvero la
certificazione fittizia stampata da casa (più avanti racconterò nei dettagli
come escogitai questa idea). Ma per evitare che si capisse l’inganno, dovetti
usare anche lo stratagemma numero 30: feci in modo che Zago stesso
chiamasse i carabinieri il primo giorno nel quale mi recai in Conservatorio
dopo l’entrata in vigore della “Legge” d’imposizione, appena arrivarono gli
sbirri sollevai un polverone, perché non volevo presentare il “certificato
verde”, aspettai che gli sbirri trogloditi diventassero sempre più aggressivi,
a quel punto, adoperai lo stratagemma 5, cioè estrassi dalla mia tracolla la
certificazione fittizia. Gli sbirri dissero che la consideravano valida. Evviva,
sbirri ingannati!!! A quel punto gli sbirri e Zago, veri Neanderthal, rimasero
contenti e sollevati… mi lasciarono entrare in Conservatorio senza alcun
problema. In quei precisi istanti iniziai ad accorgermi quanto stava
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realmente cadendo in basso l’umanità, queste persone non credevano più
alla persona ma solo al pezzo di carta (nonostante fosse carta straccia,
perché fittizia), ecco che si smascherano per ciò che sono realmente questi
esseri (dis)umani e imbecilli (raccomando molto la lettura del romanzo
distopico “1984” di George Orwell, le similitudini sono sbalorditive). Il gioco
fu fatto, in questo modo circa 5/6 studenti riuscirono a entrare col
medesimo metodo senza essere notati. In alcuni casi, addirittura, riuscii a
far entrare in Conservatorio persone con il tampone veramente “positivo”
(anche se, in ogni caso, i tamponi rimangono una vera truffa).
La soddisfazione più grande fu che le coadiutrici e alcuni Maestri di stretta
fiducia erano perfettamente a conoscenza dell’effettività dei fatti (i
certificati fittizi). Realtà che il Filisteo Zago, accomodato sulla sua morbida
e vecchia poltrona d’ufficio a rievocare invano il romanzo “Alla ricerca del
tempo perduto” dello scrittore Marcel Proust, non poteva neanche
immaginare; una situazione totalmente fuori dal suo controllo.
Credo che, in ogni caso, nutrisse sin da subito dei dubbi… tant’è vero che la
pacchia non durò molto.
Tre mesi dopo, il 22 dicembre 2021, il Filisteo chiamò di nuovo gli sbirri per
farmi uscire dall’istituto in quanto munito sì della suddetta certificazione
(fittizia), ma senza codice QR (ovviamente), i carabinieri stettero dalla mia
parte e guardarono con sdegno il Filisteo Zago. In dettaglio accade così: il
Filisteo mi minacciò, se non avessi lasciato l’istituto avrebbe chiamato gli
sbirri, a quel punto gli urlai la seguente frase: “Lei è un Criminale!”. Il
Filisteo, incredulo, sollevò il telefono del suo ufficio per chiamare una
testimone (la segretaria Ida Scarrone) e mi sollecitò a ripetere la frase
(naturalmente la ripetei) davanti alla Signora, subito dopo chiamò gli sbirri.
Arrivarono gli agenti (li stavo aspettando al piano terra, il Filisteo si trovava
ancora sopra, nel suo ufficio) e raccontai loro, in due minuti, la situazione,
immediatamente dopo arrivò Zago con la Scarrone. Il Filisteo salutò gli
agenti con il solito atteggiamento altezzoso e chiese loro di scrivere
immediatamente sul verbale che lo avevo definito un “Criminale” (quale è
a tutti gli effetti, in realtà), i carabinieri dissero a costui di stare tranquillo e
abbassare la cresta (fu bellissimo quel momento). Il Filisteo si zittì subito.
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Gli sbirri, sostanzialmente, mi diedero ragione (se, però, avessero saputo
che la certificazione era, in realtà, fittizia non mi avrebbero mai dato
ragione), ma dovevo, comunque, abbandonare (in quel momento)
l’istituto, perché dissero, cito: “è Zago a decidere quale tipo di certificato
verde vada bene e quale no”.
Disgraziatamente, la maggior parte dei carabinieri italiani è profondamente
zulù e assume sempre un atteggiamento vassallesco.
Tutte le bidelle si schierarono dalla mia parte e iniziarono a insultare
pesantemente e volgarmente (con appellativi che non si possono
riproporre qui) il Filisteo Zago; purtroppo, le bidelle non gli dissero niente
in faccia, ma alle spalle. Le persone dovrebbero avere più coraggio a dire in
faccia agli altri quello che pensano (basta avere un pochino di garbo ed
eleganza per non risultare volgari quanto i camionisti).
Successivamente, mi dovetti recare in Conservatorio con una certificazione
avente un codice QR… chissà se anche quella fosse riconducibile allo
stratagemma 5… mistero!
Paradossalmente, successivamente, i miei problemi finirono, ma iniziarono
per un altro compagno di studi (che inizialmente stampava, come me, i
certificati da casa, fui io a dargli l’idea), rischiò di essere beccato, perché
possedeva un codice QR non suo. Qualche imbecille (sono quasi sicuro che
si trattasse di Davide Dell’Oca, nel prossimo capitolo scriverò di costui)
aveva spifferato che il compagno girava con il codice QR di un’altra persona.
Racconto brevemente come escogitai l’idea dei certificati fittizi stampati da
casa. Fu un vero colpo di fortuna, in realtà. A causa della mia ingenuità non
avrei tenuto in considerazione quell’opzione, se non fosse stato per un
episodio accadutomi: mentre ragionavo su una possibile soluzione, durante
i primi giorni di settembre 2021, dovetti viaggiare a Polignano a Mare, in
Puglia, per presenziare alla cerimonia di premiazione del “Premio
Umanistico del Violoncello Saverio Loiacono”, premio dedicato a mio
nonno, ideato da un suo allievo, Gaetano Simone. Per poter ritornare in
aereo dalla Puglia, dovetti effettuare un tampone presso un medico poco
equipaggiato. Mentre aspettavo i soliti 15 minuti, notai che, nel frattempo,
la segretaria preparava i “certificati verdi” via word senza l’aggiunta di alcun
21
codice QR, stampandoli successivamente. Ecco che in quel momento si
accese la lampadina e pensai: “Allora è semplicissimo! Potrei stamparli
anche io!”. Chiesi al mio medico se potessi usare il suo nominativo (e
falsificare la sua firma) per rendere “validi” i certificati, accettò senza
esitazioni (in realtà, il mio medico voleva redigermi la certificazione
originale di falsa vaccinazione, solo che, purtroppo, qualche giorno prima,
il medico Cantonale ticinese gli sospese l’autorizzazione per “effettuare”
nuove vaccinazioni “anti covid”).
Ho sempre lasciato in pace le persone e pretendevo lo stesso nei miei
confronti. Disgraziatamene, questi esseri “colti”, come il Filisteo Zago e il
Filisteo Fiano, sono i primi a non capire niente né della vita né della realtà
che circonda tutti. Guardano soltanto ai propri interessi e immagine (come
confermato anche da moooootissimi docenti).
Se solo, almeno, la metà della popolazione capisse che questa emergenza
pseudo sanitaria non è mai esistita - si trattava solo di salvaguardare gli
interessi del potere politico ed economico delle élite occidentali criminali,
già in forte crisi (a tal proposito suggerisco la lettura di due libri molto
interessanti che ho letto recentemente: “Apandemia” e “Virus Mania” di
Stefano Scoglio) e che la gente è stata uccisa, in realtà, dagli ospedali (dalle
intubazioni e dai farmaci, questi ultimi non sono altro che tossine sintetiche
(vaccini compresi)) e dall’inquinamento di vario tipo (ambientale ed
elettromagnetico) - saremmo a buon punto.
Purtroppo, persone come Zago e Fiano sono i classici fessi inconsapevoli
del sistema.
È di vitale importanza, perciò, essere creativi, essere sempre alla ricerca
della cultura per trarne vantaggio buono.
Perciò, le fondamenta dei buoni musicista si possono riassumere in quattro
fattori: essere veramente UMANI; essere UMILI (tenendo la mente sempre
aperta, contrariamente al Filisteo Zago); non avere paura di comunicare ciò
che si pensa, quindi essere CORAGGIOSI; e non lasciarsi mai sottomettere,
né la coscienza né le proprie idee dagli insegnanti, perché ognuno è unico,
ha il diritto di esserlo e sempre lo sarà, per cui essere LIBERI (cioè il

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contrario di sottomessi). Solo così, come scrivevo anche alcune pagine
orsono, si potrà arrivare all’essenza della musica che si sta interpretando.

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VI. CONSERVATORIO O FEUDO?

Quando un direttore acquista delle panchette per i pianoforti, destinate, in


linea teorica, alle aule più bisognose, ma poi scoprire che vengono
introdotte nelle aule in cui non vi è alcuna necessità (perché già vi sono
panchette in buono stato (curiosamente sono le aule in cui insegnano i
Maestri. Prima per loro, perché, per il Filisteo Zago, sono di “serie A”.
Mentre per gli allievi, che sono di “serie B” per costui, dopo). Si dovrà
aspettare la seconda consegna di panchette per destinarle alle aule con
reale bisogno (che, non a caso, sono le aule dove, quasi esclusivamente,
studiano gli allievi)), si può considerare corretto? Ma non solo, quando le
panchette vennero consegnate dal fornitore, rimasero “parcheggiate” più
di un mese in un piccolo spazio adiacente al palco dell’Auditorium. Questo
fatto rende ancora più vergognoso l’episodio.
Oppure il caso delle tinteggiature dei muri, che finalmente dopo trent’anni
si è proceduto a eseguirle; in questo caso, di responsabilità della Provincia,
ma non si capisce come mai un direttore con coraggio, proattività e buon
senso non possa, comunque, andare contro il regolamento e assumere
degli imbianchini, prendendosi ogni responsabilità, in maniera tale che il
degrado strutturale dell’istituto non prenda il sopravvento. Ciò come si può
considerare?
Oppure la decadenza e il lordume delle aule causate dall’inciviltà di alcuni
allievi e docenti (e dello scarso mantenimento delle aule da parte delle
bidelle). Ciò si può considerare professionale e decoroso?
Oppure quando un giorno i corridoi si riempirono di maxi schermi al plasma
nuovi di zecca, elargiti dal “grandissimo” ex Ministro della transizione
digitale, Vittorio Colao. Per il Filisteo Zago i maxi schermi sono una priorità,
evidentemente. Il fatto si può considerare dignitoso?
Oppure altre situazioni più vergognose, come quella in cui i Maestri
Antonio Scaioli e Bruno Raffaele Foti, grandissimi Filistei, costringono gli
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allievi a comprare i LORO libri, certamente con la “placida benedizione” di
Zago, piuttosto che, come agiscono, invece, altri Maestri onesti,
disponendo copie e/o pdf gratuitamente (comunque, ho già provveduto a
far circolare gratuitamente le scansioni dei libri in questione, grazie anche
all’incentivo dello stimato Maestro Vittoria Frattolillo, Compagna della Lega
di David). Ciò si può considerare onesto?
Oppure quando l’appena ex Presidente della Consulta degli Studenti (o
pseudo tale), lo studente Davide Dell’Oca, Filisteo, borioso, arrivista, zulù,
vassallo, leccapiedi di Zago e del Maestro Eros Negri, un giorno iniziò a
inveire contro di me nella maniera più volgare in assoluto, con
atteggiamento altezzosissimo, persino con il ditino (l’indice) puntatomi
addosso, solo per il fatto che stavo prendendo liberamente un po’di aria nel
chiostro del Conservatorio senza la mascherina (in più non ero circondato
da nessuno), mentre costui e i suoi compagni erano ammassati senza le
museruole, perché stavano mangiando (peggio ancora secondo la
narrazione (a)pandemica ufficiale). Il vassallo, il Filisteo Dell’Oca, si
premurò di accusarmi immediatamente e ferocemente al suo Signore del
Feudo, il Filisteo Zago. Ciò può considerarsi normale? E pensare che il
Filisteo Dell’Oca ha appena chiuso il suo mandato di Presidente della
Consulta degli Studenti organizzando tornei di calcetto e basket. La
decadenza umana non ha mai limiti. Non di meno fu la violinista e violista
Sara Fazio, all’epoca mia grande accusatrice “anonima” (scagliava la pietra
e poi nascondeva la mano), alla fine, però, ebbe un briciolo di eleganza e
umanità, questo glielo riconosco.
Oppure, ricordo una situazione ancora più vergognosa, quando Enzo Fiano
approfittò del suo ruolo di presidente per presentare, pubblicizzare e
vendere il suo libro, intitolato “Charleston. Storia di una grande famiglia
travolta dalla Shoah”, all’interno delle mura del Conservatorio (conflitto di
interessi? Glielo feci notare, si alterò tantissimo al punto che mi accusò di
antisemitismo, classico ritornello usato dagli ebrei per difendersi dalle
persone “non elette”). Ciò può considerarsi professionale? Naturalmente,
Zago disse che chiunque avrebbe potuto presentare i propri libri in

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Conservatorio, a patto che trattassero argomenti culturali… che io sappia,
quella fu l’ultima presentazione di un libro tra quelle mura.
Oppure il fatto di vedere Fiano girare dentro il Conservatorio in tuta, vestito
come se fosse un vagabondo/barbone, ciò non è consono al ruolo di
presidente di un istituto. Ciò è da considerare dignitoso per l’Istituto?
Oppure, altra situazione ignobile, quando morì Nedo Fiano (massone di 33°
grado, papà del Filisteo Fiano), l’annuncio della sua scomparsa, compreso
di fotografia, fu appeso alla bacheca dell’Istituto e pubblicato nel sito web
del Conservatorio, l’annuncio e la pubblicazione rimasero esposti per un
anno intero. Zago & Company si sono giustificati affermando: “… essendo
stato [il Signor Nedo] un sopravvissuto alla Shoah, è doveroso ricordare…”.
Sì, va bene, e gli altri sopravvissuti dei campi di concentramento occidentali
più recenti (Serbia, Kosovo, Bosnia, Afganistan, Iraq, Palestina, ecc.)?
Perché non ricordarli nella stessa maniera? Questi due Signori (il Filisteo
Zago e il Filisteo Fiano) hanno indirizzato il Conservatorio verso una linea
politica, più specificamente filostatunitense e filosionista, questo a mio
avviso è un grande errore… un Conservatorio dovrebbe rimanere apolitico
e neutrale. Tutto ciò si può considerare decente?
L’anno scorso, quando scoppiò mediaticamente la guerra in Ucraina, Zago
& Company decisero di realizzare una conferenza, con concerto, per
sostenere la pace in Ucraina. Fortunatamente, grazie a qualche Maestro
con mente più accorta, si decise di non recitare il solito e vergognoso
copione “Noi al fianco dell’Ucraina”, sarebbe stato sconcertante e ridicolo;
anche qui, come al solito, Zago e Fiano decisero di preparare al volo una
conferenza su argomenti che manco conoscevano lontanamente (La verità
è che quella guerra è in corso da più di nove anni, i russi stanno
combattendo contro i nazisti ucraini (nazisti verso i russi, non verso gli ebrei,
come continuano a sostenere alcuni imbecilli) per i diritti degli ucraini di
razza russa (e anche per impedire di avere la NATO (cioè gli Usa) alle loro
porte); consiglio la visione del documentario intitolato “Ucraina l’altra
verità”).
Oppure, vi sono situazioni ancora più abominevoli e raccapriccianti, come
quando un Maestro di canto, Diego D’Auria, un vero citrullo (come persona,
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Filisteo, invece, come insegnante, Compagno della Lega di David), iniziò a
molestare spudoratamente e insistentemente, in piena tranquillità, alcune
sue studentesse (in particolare una). Zago, naturalmente, fu messo al
corrente della situazione, però, preferì rimanere semplicemente “in vigile
attesa”, piuttosto che aprire un’istruttoria interna (con i colleghi si fa
debole, mentre con gli allievi si fa forte. Un vero codardo e vigliacco
quest’uomo). Ciò si può considerare accettabile?
Oppure, forse la situazione più squallida in assoluto, quando Zago assunse,
nel febbraio 2022, un direttore amministrativo con precedenti di corruzione
come truffa, peculato e appropriazione indebita, la Signora Carla Coppola,
pregiudicata, condannata dalla Corte dei Conti Pugliese nel dicembre 2021
(Sentenza n. 1057/2021). Ovviamente, Zago è sempre stato al corrente
della situazione… per di più, questa Signora ha già effettuato i preventivi dei
bilanci per gli anni 2023 e 2024 del Conservatorio, quindi tanti auguri!!! Ciò
si può considerare professionale?
Oppure quando Zago, attraverso il suo più fedele collaboratore/vassallo, il
Maestro Domenico (detto Mimmo) Innominato (Filisteo e allo stesso tempo
Compagno della Lega di David. Mimmo tiene il piede in due scarpe),
riformulò i piani di studio a favore dei docenti Filistei (gli insegnanti di
armonia e teoria, fondamentalmente). Quei docenti sono coloro che hanno
votato il Filisteo Zago sia alle penultime, sia alle ultime elezioni direttoriali;
naturalmente Zago “coccola” il suo elettorato a scapito delle discipline
umanistiche, che sono, soprattutto, le basi della musica (indubbiamente i
teorici diranno l’opposto, ovvero, che, se non fosse per le basi dell’armonia,
non saremmo mai arrivati ad avere musiche come quelle di Bach, Mozart,
Beethoven, eccetera. In realtà, hanno ragione anche costoro.
Semplicemente, secondo me, l’armonia non deve prevalere sulla frazione
umanistica. Dopo tutto, Zago & Co. seguono le politiche dell’ex Ministro
della (pseudo) transizione ecologica, Roberto Cingolani. Questo Signore
disse che bastava studiare soltanto una volta le guerre puniche anziché tre,
naturalmente si commenta da sola l’affermazione). I Filistei vogliono che gli
allievi siano incolti (forse inconsciamente, concedo loro il beneficio del
dubbio), in modo tale da poterli gestire meglio… dopo tutto, come si suole
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dire, “chi ha la conoscenza è colui che capitana”. Tutto ciò si può
considerare ammissibile?
Ovviamente, chi si deve prendere SEMPRE la responsabilità di tutto ciò che
accade all’interno di un istituto è colui che ne detiene le redini, in questo,
caso il Filisteo Zago… purtroppo, però, il vizio all’italiana di rimpallare la
colpa agli altri è di casa anche per costui.
A questo proposito, mi sono appena ricordato di un altro episodio
vergognoso. Prima che Zago diventasse direttore fu vicedirettore, cioè colui
che esegue le veci del direttore. In quel frangente, tutte le persone
(studenti, insegnanti, bidelle, segretarie) fumavano indisturbatamente nel
chiostro e nel piccolo cortile adiacente all’ala “nuova”, fumavano in tutti gli
spazi aperti interni al Conservatorio, nonostante fossero esposti, in caratteri
cubitali, dei cartelli con il divieto di fumo. Uno dei fumatori più incalliti era
il Filisteo Piricone. Zago, ancora vicedirettore, passava ore a chiacchierare
nel chiostro con il Filisteo Piricone, mentre quest’ultimo fumava… feci
notare ciò a Zago quando divenne direttore. Egli mi rispose così: “non ero
io il direttore durante quel periodo!”. Adesso mi verrebbe da rispondergli
(in quel momento, non so perché, ma non mi venne in mente questa
risposta): “Va bene “Ciccio”, ma il vicedirettore chi era? Il vicedirettore è
colui che (in teoria) ESEGUE LE VECI DEL DIRETTORE!”. Io gli ribadii che,
comunque, anche dopo la sua elezione, la situazione persisteva. Costui si
limitò ad affermare che avrebbe controllato… ancora al giorno d’oggi la
gente fuma all’interno del Conservatorio.
Altra vergogna: quando vennero gli ispettori durante l’inizio del 2022, il
Filisteo si premurò immediatamente di acquistare nuove colonnine segna
percorso (in acciaio inossidabile) per l’occasione (quando, in realtà, le
priorità erano ben altre; come, per esempio, i pennarelli per le lavagne
delle aule, che mancano sempre). Quando arrivarono gli ispettori, le bidelle
furono costrette da Zago a eseguire le pulizie generali davanti a loro; Zago
è stato un grandissimo vigliacco nel trattarle così in quella situazione (ho
scritto “vigliacco”, perché sono garbato, altrimenti l’aggettivo sarebbe stato
un altro… spero di aver reso l’idea).

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Il Filisteo, purtroppo, ha il costante bisogno di pavoneggiarsi in pubblico,
tant’è vero che, da due anni a questa parte, risulta esposto, sulla bacheca
del Conservatorio, un articolo di giornale plastificato (per evitare che si
deteriori) dedicato a costui, compreso di fotografia (scattata per l’occasione
della sua prima elezione, disgraziatamente).
La bacheca del Conservatorio/Feudo deve rimanere esclusivamente a
disposizione del suo “Signore”, proprio come la televisione di
Stato/Regime, grazie alla quale è possibile trasmettere la propaganda dei
suoi “Signori”: una volta, nel 2021, chiesi al personale amministrativo se
fosse possibile esporre sulla bacheca il bando (edizione 2021) del “Premio
Umanistico del Violoncello Saverio Loiacono”. Il personale amministrativo
chiese al Filisteo Zago… la risposta, però, fu negativa, purtroppo.
Ovviamente, il Filisteo preferiva occupare l’intera bacheca per glorificare la
sua persona. Secondo il mio modesto parere, sarebbe stato più opportuno
dedicare quello spazio in bacheca al bando del “Premio Loiacono” piuttosto
che al suo articolo di giornale (plastificato), poiché il “Premio” è un evento
Culturale, mentre l’articolo è mera propaganda.
A proposito di colonnine segna percorso, mi sono ricordato di un'altra
vergogna. Per via della pseudo crisi sanitaria, il Filisteo Zago fu costretto a
inserire degli specifici percorsi per entrare e uscire dal Conservatorio,
peccato che fosse il primo a non rispettare tali percorsi, sempre!!! Poi, però,
andava dicendo a tutti, come buon bacchettone che è, di tenere la
museruola ben indossata, aderente al viso; anche qui, intervenni facendogli
notare la contraddizione (se si vuole far rispettare una regola, che è parte
di un pacchetto di regole, anche le altre andrebbero rispettate), egli non
volle commentare.
E pensare che quest’uomo, disgraziatamente, è stato l’unico candidato alle
elezioni direttoriali del Conservatorio appena conclusesi. Sarà, di nuovo, un
mandato nefasto. Sono molto dispiaciuto che nessun altro Maestro si sia
voluto candidare, eppure quasi tutti erano furiosi nei confronti del Filisteo.
Alcuni ritengono che, comunque, il suo primo incarico sia stato
decisamente più onesto del mandato del precedente direttore, il
pasticcione Carlo Balzaretti, che era caratterizzato da una corruzione
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dilagante e da pesanti conflitti di interessi. Ma, personalmente, preferivo
quel direttore rispetto a Zago, perché, per me, il fattore più importante è
l’umanità della persona. In ogni caso, comunque, Balzaretti rimane un
povero disgraziato, mascalzone, corrotto e massone. Chiuse il suo mandato
“in bellezza”: essendo perfettamente a conoscenza del degrado (ormai
intrinseco) che regna in Conservatorio, preferì svuotare le casse dell’Istituto
acquistando un nuovo Gran Coda (peraltro pessimo, dal suono
squillante/metallico e dai bassi poco voluminosi e poco caldi) presso la
Steinway di Amburgo; accompagnato dal Filisteo Piricone. Costoro non
seppero nemmeno scegliere uno strumento decente, incredibile!).
In ogni caso, quando Balzaretti era direttore, non ci fu mai alcuna tensione,
né con gli studenti né con i Maestri, Balzaretti era una persona così “alla
mano”. Invece, appena arrivò il Filisteo Zago iniziarono le rogne, le raffiche
di riunioni riguardanti alcuni “provvedimenti disciplinari” nei miei confronti
per presunte violazioni del codice etico del Conservatorio e tanto altro. È
proprio un vero vigliacco questo Filisteo. Zago, inoltre, è ipocrita, perché
durante una di quelle riunioni mi disse che dovevo smettere di pensare a
Balzaretti e confessò: “io, da vicedirettore, ho dovuto subire e sistemare
ogni tipo di danno causato da Balzaretti; lui è una persona che ha paura
[cioè un debole]!”. Alla faccia dell’onestà, il Filisteo Zago avrà mai detto
questa frase in faccia a Balzaretti? Non credo proprio!
Comunque… a detta di alcuni insegnati che stimo molto, però, Zago, nel
privato, risulterebbe meno disumano del consueto. Chissà se così fosse…
spero vivamente per lui e per i suoi familiari che sia davvero così.
Sia quel che sia, la realtà è che il Conservatorio di Como rimarrà un Feudo
a tutti gli effetti per altri tre anni, sotto il dominio del suo “Signore”, il Super
Filisteo Vittorio Zago.

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VII. AFAM, STORIA E CRONACHE DI UN SISTEMA
NEFASTO

Ora riprenderò l’argomento che avevo rimandato prima (inerente


all’aneddoto di Stefano Bollani). La vera storia del sistema AFAM e le
relative cronache.
Nel 1999, l’Europa costrinse l’Italia ad adeguare i propri percorsi di studi
artistici e musicali a quelli degli altri paesi europei, perché altrimenti, da lì
a poco, i titoli italiani non sarebbero più stati riconosciuti dagli altri paesi
membri. Era un grave problema ciò. Per cui il Ministro dell’istruzione di
allora, Luigi Berlinguer, decise di costituire, presso il Ministero
dell’Istruzione, un Consiglio Nazionale per l'Alta Formazione Artistica e
Musicale (CNAM), il quale era incaricato di esprimere pareri e formulare
proposte. Questo consiglio iniziò i lavori all’inizio del 2000. Il CNAM iniziò a
formulare il sistema AFAM, sorsero così i trienni e bienni. Nel frattempo,
cambiarono due Ministri dell’istruzione; nel 2001 la Signora Letizia Moratti
divenne il nuovo Ministro dell’istruzione. Il CNAM aveva già finito di
formulare il sistema AFAM. Ora si trattava di applicarlo. In questa fase i
Conservatori insorsero, perché ciascuno voleva l’autonomia decisionale per
l’applicazione del nuovo sistema, consideravano troppo brusco il
cambiamento dal vecchio al nuovo ordinamento.
Nel 2002, la Moratti autorizzò ai Conservatori l’autonomia perché
potessero, ciascuno in base alle proprie esigenze e limiti, eseguire la fase di
transizione. Si decise che i trienni e i bienni sarebbero rimasti sperimentali
per qualche tempo.
Il problema fu che, sin da subito, lo Stato specificò gli Istituti non avrebbero
dovuto gravare ulteriormente gli oneri per il bilancio dello Stato. In poche
parole, lo Stato disse: “eseguite la transizione come vi pare, ma non
chiedeteci più soldi, perché non ve li daremo”. Purtroppo, lo Stato Criminale
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e Corrotto italiano si è comportato sempre così, tagliando ogniqualvolta
possibile la qualità dell’istruzione.
Ovviamente, i Conservatori, nella stragrande maggioranza, conoscendo i
propri limiti, continuarono principalmente con i vecchi ordinamenti,
fregandosene completamente della transizione. La pacchia finì alcuni anni
dopo; nel 2010, il nuovo Ministro dell’istruzione, la Signora Mariastella
Gelmini, decise di rendere ordinari, a tutti gli effetti, i trienni e bienni
dall’anno accademico successivo (che fino ad allora continuavano a essere
sperimentali). In questo modo, tutti i nuovi studenti scritti ai Conservatori
(a partire dal 2011) non avrebbero più potuto scegliere tra vecchio e nuovo
ordinamento… l’unica possibilità divenne, per cui, il nuovo ordinamento.
Questo rendeva per i giovani ulteriormente complicato l’accesso al
Conservatorio. Con il vecchio ordinamento si poteva accedere in
Conservatorio anche a otto anni di età (cioè senza prerequisiti scolastici,
come il diploma di scuola media e il diploma del liceo; solamente si
richiedeva la realizzazione di due esami di educazione fisica, nel caso in cui
non si avessero posseduto i diplomi delle medie e delle superiori),
concludendo il percorso dopo una quantità specifica di anni in base allo
strumento (pianoforte 10 anni, clarinetto 7 anni, eccetera). Invece, con il
nuovo ordinamento (che, al contrario, prevede la scuola secondaria di
secondo grado come prerequisito) si complicava di molto l’accesso ai
giovani che avessero voluto entrarci. Per questo motivo sorsero in maniera
massiccia i Licei Musicali e Coreutici (che già esistevano, comunque, da
qualche anno, ma erano pochissimi in tutto il (fu) Belpaese), anche se non
si potevano (e possono tuttora) affatto paragonare ai Conservatori (anche
a causa della poca preparazione del personale scolastico). Infatti, per
fortuna, qualche anno prima, nel 2005, il CNAM aggiunse un nuovo
percorso al sistema AFAM, il corso “Pre-Accademico” per i Conservatori,
proprio per evitare la rovina totale della formazione musicale dei
giovanissimi. Ovviamente, il CNAM era consapevole del fatto che i Licei non
avrebbero mai raggiunto le aspettative (infatti le condizioni attuali lo
dimostrano ampiamente).

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In più, ci furono altri problemi a monte. Nel 1989 furono indetti dei concorsi
nazionali per le assunzioni di insegnanti di ruolo (direttamente a cattedre),
negli anni novanti, invece, furono indetti, durante l’arco dell’intero
decennio, diversi concorsi per soli titoli (perciò, non per cattedre).
Comunque, questi ultimi, rimanevano (da quanto ho capito) molto meno
difficili e completi rispetto ai concorsi del 1989. Quindi, tutti questi giovani
diplomati che passarono le prove dei concorsi divennero i nuovi docenti dei
conservatori italiani.
Inoltre, quel periodo storico fu caratterizzato, purtroppo, da un profondo
cambiamento sociale e culturale: negli anni 80 e 90 iniziava l’era della
globalizzazione americana e del “politicamente corretto”. Le persone (i
giovani e i giovanissimi soprattutto) iniziarono a perdere, a poco a poco,
l’abitudine di leggere, iniziarono a disinteressarsi alla cultura in generale,
indirizzando i propri interessi verso altre mete più o meno discutibili.
Questo fatto gravissimo portò i nuovi giovani musicisti dell’epoca a un
inevitabile regresso culturale. Ma non solo, all’epoca del “vecchio
ordinamento” si eseguivano essenzialmente quattro materie (strumento,
storia della musica, armonia, teoria e solfeggio), ma in ogni caso, le persone
che uscivano dai Conservatori (almeno fino agli anni 70) erano molto
acculturate, non tanto per il fatto che si acculturassero lì, ma, piuttosto,
perché la forma mente della gente era impostata in quella maniera (non
c’erano ancora i cambiamenti sociali (la globalizzazione e il “politicamente
corretto”)). Il problema sorse veramente quando ci furono i cambiamenti
sociali. I nuovi giovani musicisti dell’epoca, che, man mano passava il
tempo, divenivano sempre più ignoranti, continuavano a ricevere i loro
diplomi (che erano basati, sostanzialmente, sulle quattro materie prima
elencate). Per cui, costoro entravano in possesso di un diploma che poteva
portarli, potenzialmente, dappertutto, ma, allo stesso tempo, avevano la
“zucca vuota” a causa di questa maledettissima globalizzazione
occidentale. Perciò, i giovani diplomati che divennero docenti negli anni 90
abbassarono di colpo (complessivamente) il livello culturale dell’intero
corpo docenti, con la conseguente rovina delle generazioni successive (i
loro allievi).
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Da mie fonti, risulta, comunque, che ai concorsi, soprattutto in quelli del
1989, passassero soltanto i migliori candidati. Si ritiene che i concorsi
fossero molto complessi. Da diverse testimonianze, però (anche quella di
mio nonno, che insegnò di ruolo ai Conservatori di Monopoli e di Lecce),
pare che spesso e volentieri i concorsi venissero truccati, privilegiando così
i parenti, gli amici & Company.
Voci non confermate suppongono che il Maestro Balzaretti non sia passato
al concorso per docente di pianoforte principale, passato, però, per
docente di pianoforte complementare. Questo fatto rimane molto strano,
in quanto Balzaretti è una persona molto colta e preparata (chissà se magari
qualche privilegiato abbia preso il posto che gli spettava?).
Ammesso e non concesso che quei concorsi non fossero truccati, rimane
comunque un fatto molto evidente e curioso: l’ignoranza culturale della
maggior parte di quei nuovi docenti (oggi cinquantenni). Basta sentire le
affermazioni musicali del Filisteo Scaioli, del Filisteo Grande, del Filisteo Foti
e del Filisteo Dall’Ora per rendersene conto immediatamente.
Riassumendo. All’inizio di questo secolo, a causa dei concorsi del secolo
scorso in cui parteciparono i giovani diplomati, vi si trova un corpo docenti
molto compromesso e indebolito, a ragione del regresso culturale e dei
concorsi truccati; inoltre, in occasione delle riforme del sistema AFAM, le
materie da realizzare nei conservatori sono aumentate esponenzialmente;
e, in più, come ciliegina sulla torta, lo Stato (come ho scritto prima) non ha
mai voluto elargire un solo euro in più agli Istituti. Questo significa che gli
insegnanti presenti, compromessi e indeboliti a causa della loro ignoranza
culturale, dovettero iniziare a “insegnare” nuove materie per le quali non
sono mai stati nemmeno formati… causando, così, danni irrimediabili ai
propri studenti. Questo fatto, di per sé, risulta agghiacciante, ma,
purtroppo, è una triste realtà italiana.
Questo è il risultato spaventoso che la politica Criminale italiana ha portato
in questi quarant’anni, prima attraverso la dannata globalizzazione
occidentale e poi con il sistema macchinoso e obbrobrioso per eccellenza:
l’AFAM.

34
Per disgrazia, le élite globali criminali (e le loro relative politiche) sono la
rovina degli Stati e dei Popoli. La Cultura viene sempre più disincentivata e
relegata a ruolo di passatempo, sorgono così imponentemente le
distrazioni e manipolazioni di massa più volgari che possano esistere sulla
faccia di questa Terra. Come, per esempio, lo strumento propagandistico
per eccellenza dell’occidente, la vergognosa e deleteria comunità “lgbtqia-
eccetera-eccetera”, la quale sforna ideologie come “genitore 1 e genitore
2”, oppure pratiche veramente orripilanti quali cambio di genere tramite
dichiarazione presso il comune di residenza dall’oggi al domani come se
niente fosse (un giorno si è maschio, il giorno dopo si è femmina e, magari,
due mesi dopo si ritorna a essere maschio). Tutto ciò è surreale e
pericolosissimo. Un uomo non potrà mai essere una donna e viceversa.
Oppure quando, a causa del “politicamente corretto”, si dice “ragazzi e
ragazze” o “studenti e studentesse”. Il plurale è universalmente
riconosciuto al maschile; ho sentito e letto assurdità ancora più estreme,
come “buongiorno a tutt*” e tante altre ideologie deleterie (voglio
ricordare ai sostenitori di questo abominio “culturale” che, nonostante
quello che si possa affermare, in questa realtà, o dimensione (o qualsivoglia
termine), la gente nasce da un uomo e da una donna, il papà e la mamma.
A tal proposito, consiglio la lettura del libro intitolato “MalaScuola.
«Gender», affettività, emozioni. Il sistema «educativo» per abolire la
ragione e manipolare i nostri figli” di Elisabetta Frezza. Consiglio ai
sostenitori chiusi di mente incalliti “pro lgbt…”, che desiderassero leggere il
libro, di saltare il primo capitolo, perché, altrimenti, si potrebbe
fraintendere involontariamente, sin dall’inizio, le opinioni dell’autrice, di
conseguenza passerebbe la voglia di finire la lettura del libro). Spesso mi si
accusa di maschilismo e chiusura mentale riguardo a questo argomento,
ma non è così, osservando dettagliatamente il modo di pensare e il
comportamento delle persone a favore dell’abominio, si scoprirà che sono
loro le persone più maschiliste e chiuse di mente in questo Pianeta. Inoltre,
c’è differenza tra femmina e donna così come tra maschio e uomo, bisogna
solo avere la volontà di notarlo… una volta compreso ciò, tutto il circo
mentale si sgretolerà immediatamente come un castello di carte.
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Le élite globali criminali pensano soltanto a distrarre, manipolare e
intossicare i Popoli con ogni mezzo possibile, basta che le persone stiano
zitte e mute, sottomesse, in poca salute e che non intralcino i loro porci
comodi. Ma è naturale che le élite improntino le loro politiche verso queste
strade, solo così renderanno sempre più inconsapevoli e ignoranti le
persone, per distoglierle dal vero senso della vita e per renderle sempre più
schiave alle loro imposizioni. Per arrivare a ciò è necessario eliminare
qualsiasi interesse di tipo Intellettivo e Culturale.
Non c’è da stupirsi, quindi, che il sistema AFAM sia obsoleto e depauperato
dalla più profonda forma di cultura.
Ora elencherò qualche esempio di “Alta Formazione Artistica Musicale e
Coreutica” (AFAM).
Quando un docente, come Antonio Grande, boccia gli allievi che
rispondono onestamente alle sue verifiche piuttosto che bocciare i cinesi
che non capiscono una mazza e che, fra l’altro, copiano davanti ai suoi occhi
da internet. Ciò dovrebbe essere considerato “Alta Formazione Artistica
Musicale”?
Oppure, nel 2021 non si trovava il docente per la disciplina di “Letteratura
Pianistica” (la disciplina, in realtà, spettava al Filisteo Piricone, solamente
che il Maestro era terrorizzato dal presunto contagio da Corona Virus). Il
Super Filisteo Zago e Mimmo Innominato decisero di assegnare la disciplina
al Filisteo Antonio Grande!!! La peggior scelta didattica in assoluto, ci fu un
finimondo tra gli allievi. Purtroppo, nessun allievo si volle esprimere contro
quella situazione nefasta e vergognosa, tranne tre coraggiosi: la mia amica
Irina Tchermianina, Noemi Cappi e io. Mandammo una lettera formale a
Zago & Co. esponendo i fatti. Il Maestro Grande stava insegnando
completamente un’altra disciplina, non si trattava più di Letteratura
Pianistica, ma di vera e propria Analisi, materia facente riferimento a
un'altra categoria di corso (ovvero COTP/01 e non CODI/21), fu l’ennesima
umiliazione per il Filisteo Zago e per tutto il suo “grandissimo” entourage.
Chiacchierando con altri insegnati, scoprii la possibilità che altri docenti, più
idonei, avrebbero potuto tenere tranquillamente la disciplina… ma come

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ho detto prima, al Filisteo Zago piace “coccolare” il sul elettorato. Ciò
dovrebbe essere ammissibile in “Alta Formazione Artistica Musicale”?
Oppure quando in giuria di Musica da Camera ci si ritrova Antonio Scaioli
(Filisteo accanito, non smetterò mai di ripeterlo) e Stefano Dall’Ora (altro
Filisteo), che decisero di darmi un voto decisamente più basso di ciò che mi
sarebbe spettato (non che mi importi dei voti, sono contrario a questo tipo
di valutazione; menziono l’episodio solamente per far comprendere il
modo di ragionare di queste persone), soltanto perché, in alcuni passaggi,
talune note erano accentuate a fine legatura. Inoltre, a costoro dava
fastidio il suono massiccio e la morbidezza degli accordi. Questo era legato
al fatto che la violinista non riusciva a stare dietro al volume e alla velocità
pianistica, erano due Sonate per Pianoforte e Violino di Beethoven, la prima
e la quarta, più precisamente. Ovviamente, spiegai ai Maestri che secondo
i trattati (come quello di Czerny, per esempio), in alcune determinate
circostanze, gli accenti (anche se a fine legatura) si giustificavano, servivano
a evidenziare il carattere e, in più, a evitare che calasse la tensione
mensurale e musicale. Il Maestro Scaioli mi guardò stranito come se stessi
parlando arabo; il Maestro Dall’Ora disse che solo loro avevano l’autorità
per dire ciò che fosse giusto e sbagliato, in quanto “diplomati” ed “esperti”
in musica. Ovviamente, dopo quella frase inaudita, gli dissi che poteva fare
a meno di citare i suoi titoli, perché di nulla gli servivano, visto che
nemmeno conosceva il contenuto dei trattati pianistici… al che il Filisteo
Dall’Ora se ne andò via dalla sala Organo amareggiato, sbattendo persino
la porta, proprio come un bambino di cinque anni. In un secondo momento,
durante una lezione della disciplina “formazione musicale di base”, il
Filisteo Scaioli ritenne, visto che non riuscivo a superare la sua materia a
causa del corale (previsto come dettato ritmico melodico a quattro voci),
fosse ovvio che (cito testualmente): “non avrei mai capito nulla di musica e
che, comunque, si sarebbe già capito dalle esecuzioni delle Sonate per
Pianoforte e Violino di Beethoven”. Tutto ciò dovrebbe essere ammesso in
“Alta Formazione Artistica Musicale”?
O invece quando alcuni compagni onesti e in buonafede mi espressero la
loro sincera preoccupazione, perché con le loro orecchie, increduli,
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sentirono gli insegnanti (i Filistei naturalmente) deridermi alle spalle
davanti ad altri studenti. Questo dovrebbe essere consentito in “Alta
Formazione Artistica Musicale”?
Oppure quando il Filisteo Piricone, dopo ogni lezione, ha la costante
necessità di assentarsi per 15 minuti (minuti di lezione sottratti agli allievi
quasi sempre, purtroppo) per bere un caffè nel bar antistante al
Conservatorio e per fumare una sigaretta nel chiostro (rientrato in
Conservatorio). Questo dovrebbe essere tollerato in “Alta Formazione
Artistica Musicale”?
O invece quando durante una lezione (via zoom) di strumento, sempre il
Filisteo Piricone, iniziò a supporre che suonassi note sbagliate, perché nella
sua edizione non vi erano tracce di quelle note; capito immediatamente
l’edizione a cui faceva riferimento, gli risposi che quella medesima, al
momento della stampa, presentò diversi errori editoriali mai corretti.
L’edizione non fu mai controllata né da Schumann né dalla moglie Clara (in
quel caso si trattava delle variazioni Abegg) ed era l’unica a essere
sprovvista di quelle note (peraltro ingiustificate anche dal punto di vista
musicale, armonico, teorico e logico). In più, l’editore era giovane e alle
prime armi, non conobbe mai Schumann, perché già morto da un pezzo.
Inoltre, perché la seconda revisione di Clara Schumann (stampata qualche
anno dopo la summenzionata edizione, presso l’editore Breitkopf & Härtel)
confermava che quelle note esistevano. Per cui, dissi al Maestro, in maniera
scherzosa: “Maestro, com’è possibile che Lei, che tanto si vanta dei suoi
titoli (tra questi quello in filologia musicale), cada in questi errori così
banali?!”. A quel punto il Filisteo smise di parlare, fissò la telecamera per
qualche secondo (dilatando le pupille), prese aria e iniziò a urlare come un
vero baluba, nell’immediato cominciò a prendersi la testa a colpi di spartito
(l’edizione scorretta) dicendomi che non era affatto “un cogl****” (ha usato
letteralmente questa espressione) e che dovevo stare “zitto e muto” ad
ascoltarlo. Ciò dovrebbe essere ammesso in “Alta Formazione Artistica
Musicale”?
O invece quando un Maestro come Giovanni Togni (il più arrogante e
maleducato insegnante che abbia mai conosciuto, naturalmente tra i primi
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in classifica nell’esercito dei Filistei. A detta del Filisteo Piricone, Togni si
sarebbe sdegnato, persino, solo al pensiero, di sedersi a un tavolo con uno
studente per bere un caffè, questo per far capire quanto sia superbo
quest’essere (oppure qualcuno potrebbe obiettare che si tratti di genuina
professionalità, ma questo, so per certo, non è il caso)), iniziò a insultarmi,
perché non portavo la museruola chirurgica a dovere (anzi, a volte proprio
neanche la indossavo, grazie al certificato fittizio che mi ero stampato), in
quanto non riuscivo a respirare (e anche, perché considero la mascherina
non un dispositivo sanitario, ma un bavaglio, un simbolo di sottomissione,
in quanto questa (a)pandemia è stata completamente una farsa). In più, il
Filisteo Togni disse che qualcuno avrebbe dovuto chiamare gli sbirri per
portarmi via e rinchiudermi, visto che riteneva fossi un “pazzoide”. Posso
capire che il Maestro sia sensibile all’argomento bavagli, visto che, essendo
di Bergamo, potrebbe aver avuto parecchi lutti in famiglia nell’ultimo
periodo; ma se è per questo motivo anche io, i miei tre prozii novantenni
hanno avuto la stessa tragica fine (a causa della paura mediatica, dei
sanitari criminali degli ospedali e dei trattamenti farmacologici che
ricevettero pochi mesi prima, vere cause dei morti del presunto Corona
Virus), ma ciò, in ogni caso, non giustifica minimamente l’atteggiamento
ripugnante del Filisteo Togni. Questo dovrebbe essere tollerato in “Alta
Formazione Artistica Musicale”?
Oppure quando in una situazione analoga, in cui non indossavo la
museruola all’interno dell’istituto, uno dei segretari del Conservatorio,
Paolo Fantacci, Filisteo e troglodita, minacciò di tirarmi un ceffone, di
buttarmi fuori dal Conservatorio dai capelli e facendomi “rotolare” giù dalle
scale; non di meno fu la segretaria Elena Sampietro, anche lei Filistea, che
mi minacciò più volte di chiamare i carabinieri, una volta li chiamò sul serio,
per lo stesso fatto. Vigliacca anche lei. Una volta, mentre stavo parlando,
all’entrata dell’auditorio, con la pianista Sara Puccio, senza nessun’altra
persona attorno (per altro, c’era una porta di vetro che ci separava
completamente dal resto delle persone ammassate nel chiostro), la
segretaria, che si trovava nel chiostro ammassata con altre 7/8 persone, 10
metri distanti da me, camminò verso l’entrata del auditorio (aprendo la
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porta di vetro adiacente al chiostro, che era chiusa) per sollecitarmi di
coprire il naso con la museruola (fu nell’aprile 2021, ancora la portavo
parzialmente nei corridoi comprendo la bocca soltanto, poi nelle aule la
toglievo completamente, ovviamente… non avevo ancora avuto l’idea dei
certificati). Sara rimase stupita dalla profonda stupidità della segretaria. Ma
le risposi che questi personaggi si comportavano sempre così. Inoltre, Sara
mi disse che avevo molta pazienza per tollerare tutta quella oppressione.
Ormai mi ero abituato. Tutto ciò dovrebbe far parte dell’“Alta Formazione
Artistica Musicale”?
Oppure quando il Filisteo Zago, nel cercare di sgridarmi, imitò il mio timbro
di voce (un po’ nasale) e mi chiamò “capellone” (ammetto, in quel periodo
avrei dovuto andare dal parrucchiere, ma avevo rimandato
l’appuntamento). Mi ricordo che in quel momento non gli dissi nulla, in
merito al discorso sui capelli. Poi, però, via email, il giorno dopo, gli diedi
del “pelatone” (perché il Filisteo è calvo). Invece, per quanto riguarda
l’imitazione del mio timbro di voce, gli dissi immediatamente (in ufficio),
che non doveva permettersi di imitarlo, in quanto Maestro e “adulto” (le
virgolette sono d’obbligo, a questo punto). Questo tipo di situazione
dovrebbe essere tollerato in “Alta Formazione Artistica Musicale”?
Questi esseri miserabili che stanno con il fondoschiena al caldo incollato da
30 anni alle cattedre dei conservatori, sono la vera rovina del sistema
culturale e sociale italiano, similmente ai politici, sono l’offesa alla VERA
didattica.
Mi immagino, in una scena fantastico-surreale, uno Scaioli e un Grande di
turno catapultati nel passato, magari al Conservatorio di Lipsia avendo
come colleghi un Moscheles e un Mendelssohn. Questi ultimi sarebbero
rabbrividiti solo al pensiero di aver avuto due colleghi come il Filisteo Scaioli
e il Filisteo Grande! Ahahahahah!
Tuttavia, vorrei spezzare una lancia a favore dei Filistei del Conservatorio di
Como, perché è giusto che sia intellettualmente onesto. Malgrado siano dei
poveri disgraziati, Zago & Co., hanno sempre avuto buona pazienza nei miei
confronti. Spesso posso risultare snervante, controverso e pignolo. Da
questo punto di vista, ringrazio profondamente tutti i Filistei per l’immensa
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pazienza. Non voglio giustificarmi, ma essendo svizzero (nonostante sia la
persona più impuntale sulla faccia di questo Pianeta) sono abituato a che
tutto venga realizzato in maniera onesta, umana, organizzata, veloce e
professionale; quando noto che inizia a mancare uno di questi elementi,
vado in una specie di “cortocircuito” e sento la necessità di dire tutto quello
che penso.
Ecco, mi sono dilungato un pochino, ma era importante raccontare ciò, mi
premeva evidenziare che l’acerrimo nemico della Cultura è il sistema AFAM,
creato ovviamente dalla politica criminale italiana.
Purtroppo, i politici eseguono gli ordini delle élite criminali. Queste ultime
controllano ogni angolo della Terra. Basterebbe che i politici del (fu)
Belpaese smettessero di ubbidire alle élite e riprendessero la sovranità
monetaria (la lira), solo così, l’Italia, ridiventerebbe un paese florido, meno
ignorante e più libero. Ma dubito che i politici si sveglino fino a questo
punto. Deve essere il Popolo a togliere questi parassiti (gli attuali politici)
dalle redini della nazione.

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VIII. LA SINISTRA BARBARA

All’inizio di questo Saggio scrivevo riguardo alla cosiddetta “sinistra


barbara”. Ecco a cosa mi riferivo: un giorno eseguii la sonata Tempesta di
Beethoven davanti ad Anna Kravtchenko. Schindler, ritenuto da molti storici
poco affidabile per le note ragioni, scrisse che Beethoven gli confessò più
volte di essersi ispirato alle emozioni provocate dalla lettura della trama
della Tempesta di Shakespeare (quindi le emozioni scaturite IN LUI dalla
lettura della trama, non la trama in sé come ispirazione, dunque… è molto
importante questo dettaglio, Beethoven odiava la musica a programma).
Anna mi disse che i caratteri delle varie frasi passavano troppo in fretta da
uno stato emotivo all’altro e che la mano sinistra e il pedale rendevano
troppo “tempestosa” la Sonata; assolutamente vero. Ma erano
esattamente gli effetti che desideravo. Non si trattava soltanto di una mia
scelta, ma dipendeva anche e soprattutto da un altro fattore mooolto più
importante: studiando la storia e la biografia di Beethoven, mi resi conto
che egli sposava gli ideali illuministici della rivoluzione francese
(Uguaglianza, Fratellanza e Libertà), come si traduce ciò: tutti hanno gli
stessi diritti, gli stessi doveri e nessuno vale più di un altro. Analogamente,
nella musica di Beethoven TUTTE LE VOCI HANNO LA STESSA
IMPORTANZA!!! Similmente, la musica Romantica mette al centro l’uomo,
sé stesso. Perciò, nella musica romantica si dà maggior importanza alla voce
principale, le altre sono secondarie. Nella classica invece tutte hanno la
stessa importanza.
Inoltre, oggigiorno i pianoforti moderni hanno una sonorità che tende a far
emergere di più gli acuti a causa della loro conformazione, che devono
poter squillare fino all’ultima fila delle sale. Durante l’ottocento,
contrariamente, le corde dei pianoforti a coda non erano incrociate (quella
tecnologia la brevettò la Steinway nel corso della seconda metà del
medesimo secolo), ma parallele, ciò dava maggior volume ai bassi e minor
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volume agli acuti, proporzionalmente. Per cui, in ogni caso, il rapporto di
volume sonoro tra acuti e bassi risultava minore in un pianoforte
dell’ottocento rispetto a un pianoforte moderno. In più, i bassi e il pedale
di risonanza sono i responsabili dell’“apertura” degli armonici.
Per questo, Beethoven diede molta importanza agli armonici e al pedale di
risonanza. Solo così poté portare a termine le sue composizioni durante le
fasi di sordità intermittenti… anche qui, non divenne mai sordo
completamente come la maggior parte degli studiosi vuole far credere, ma
andava a periodi. A riguardo, consiglio la lettura del libro scritto dal Maestro
Alessandro Zignani, intitolato “Ludwig van Beethoven. Una nuova
interpretazione della vita e delle opere” (incluso in versione pdf nella
cartella). Inoltre, il libro smonta il mito del super genio che la gente crede
reale sul compositore. Non sto sottovalutando Beethoven, anzi, molto
probabilmente se Beethoven sapesse che al giorno d’oggi la gente lo ritiene
il compositore sordo per eccellenza, andrebbe su tutte le furie.

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IX. CARTELLA, FINALMENTE SEI PRONTA?

All’inizio del Saggio (nel capitolo 2, “L’indecisione”) scrissi che accantonai il


progetto della cartella con tutti i pdf per le ragioni prima citate. Bene, un
primo segnale che mi fece ripensare al progetto fu quando a fine
2019/inizio 2020 vidi gli allievi cinesi del Conservatorio prendere i loro
telefoni in mezzo alle lezioni per fotografare le slide mostrate sulle lavagne,
ottenendo così (dalle fotografie), tramite l’app Google Traduttore, la
traduzione istantanea. Inizialmente pensavo che conservassero le
fotografie per poi trascriverle, ma passarono pochi giorni e venni a
conoscenza (attraverso una cinesina) che l’app traduceva il tutto
istantaneamente, ciò era possibile grazie al nuovissimo riconoscimento
ottico dei caratteri (OCR) messo a punto da Google… l’episodio mi scagliò
immediatamente nel ricordo della cartella mai creata (sotto forma di fugace
visione, in stile schumanniano).
Iniziai a pensare che, se anche non fossi riuscito a trovare tutti i trattati in
italiano, avrei potuto leggerli ugualmente in lingua straniera, grazie a
Google Traduttore, senza alcun problema. Ma ancora non ero convinto del
tutto, fotografare pagina per pagina con il cellulare o con il tablet sarebbe
stato davvero scomodo, per me. Resomi conto che non avrei mai (mai dire
mai) trovato in italiano tutti i trattati che volevo leggere (ciò, a fine
2020/inizio 2021), iniziai a cercare i trattati mancanti in lingua straniera, in
versioni pdf derivate da documenti riscritti digitalmente, che, in quei casi,
era possibile copiare/ricercare per tradurli immediatamente in piena
comodità (quindi non pdf da scansione, perché ancora ignoravo la scoperta
“miracolosa” per i PC, pensavo fosse una tecnologia esclusiva dei cellulari
e tablet). Ne trovai soltanto un paio. Ho dovuto farmene una ragione,
perciò iniziai a scaricare anche gli altri (quelli da scansione) da Google Books
e da Petrucci, promettendomi che, appena avuto il tempo, avrei fatto lo
sforzo di leggerli.
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Alcuni mesi orsono, chiacchierando di trattati con il Maestro Claudia Bracco
(Compagna della Lega di David), le domandai se conoscesse ulteriori
trattati. Mi disse che possedeva tanti trattati fotocopiati (anche quelli più
sconosciuti) che avrebbe potuto prestarmi per poterli leggere. Allora così è
stato, circa 5 mesi fa, in aprile 2023, mi incontrai con il Maestro Bracco
assieme alla pianista Sara Puccio e la mia amica Irina Tchermianina. Il
Maestro mi prestò un borsone pieno zeppo con i trattati fotocopiati, fu un
grandissimo favore da parte sua, gliene sarò sempre grato. Perché è grazie
a quell’episodio che la cartella ha preso la consistenza e qualità attuali. Mi
ricordo che, appena rientrai in macchina assieme alla mia amica Irina,
aprimmo il borsone per leggere tutti i titoli dei trattati riuniti. In effetti,
c’erano nuovi titoli che non avevo mai sentito neanche menzionare (come,
per esempio, il trattato di Sebastien Demar, quello di Blanche Selva e quello
di Rudolf Breithaupt), per la maggior parte erano in francese (quindi di
lettura fattibile per me). L’idea era di scansionarli per riconsegnarli il prima
possibile al Maestro (devo ancora riconsegnarglieli!). Perciò, prima di
procedere alle scannerizzazioni, ho iniziato a cercare in internet se
esistessero delle scansioni di quei trattati specifici.
Mentre navigavo in Google Books, mi comparve, tra i tanti risultati, il
trattato di Moscheles e Fetis, che avevo scaricato 3 anni fa (durante il primo
confinamento (a)pandemico), per pura curiosità riaprii i tre pdf (che
compongono il trattato) caricati sul web. Ecco che in quell’istante accadde
il “miracolo”, mentre scorrevo le prime pagine, notai che il testo dei tre pdf
era diventato misteriosamente ricercabile/copiabile, nonostante (i file)
fossero da scansione! Mi ricordo che in quel momento, grazie a questa
sorpresa inaspettata, spalancai gli occhi come quelli dell’attuale Primo
Ministro del (fu) Belpaese. Ovviamente, i miei pdf (che erano gli stessi), ma
scaricati 3 anni prima, non possedevano il testo ricercabile (questo vuol dire
che Google, in questi 3 anni, si è portata avanti, rendendo tutti i suoi pdf
ricercabili/copiabili). Iniziai a indagare su questa scoperta “miracolosa” e
scoprii che si trattava di quel “benedetto” OCR usato anche dalle versioni
per cellulari e tablet di Google Traduttore.

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Chiesi a mio fratello se avesse ulteriori informazioni sulla tecnologia OCR,
per me nuova. Rimase stupito che non conoscessi questa tecnologia. Mi
disse che anche la Adobe possedeva questo strumento tecnologico,
bastava applicarlo a qualsiasi pdf per renderlo ricercabile/copiabile. Ero al
“settimo cielo” dopo aver appreso la notizia. Quindi, prima iniziai a
riscaricare tutti i pdf che trovavo disponibili in Google Books (preferivo,
comunque, sempre in italiano, nonostante non sussistesse più il problema
della traduzione); per i rimanenti, che non riuscivo a trovare in Google
Books, li scaricai da Petrucci e da altri siti (come le biblioteche nazionali
spagnola, francese, austriaca e archive.org). Per rendere quei testi
ricercabili/copiabili usai l’OCR di Adobe. Purtroppo, però, l’OCR di Adobe
non è perfetto quanto quello a disposizione di Google, perciò, in un paio di
pdf, il riconoscimento dei testi non è molto buono (non sempre tutto il testo
viene riconosciuto al 100% quando copiato per poterlo tradurre, ma,
comunque, è limitato solamente ai pdf di F. Starke e, per chi non capisse lo
spagnolo, al trattato di P. Albeniz). In più, ho notato che i pdf scaricati da
Google Books devono essere sempre aperti soltanto con Google PDF,
perché se aperti con Adobe vanno in crash oppure il testo non si può
ricercare completamente. Ma questo ne parlerò più avanti (nella seconda
parte del Saggio, alle ultime due pagine), quando illustrerò le istruzioni per
la corretta apertura dei pdf.
A proposito, ci fu anche un episodio molto favorevole, il Conservatorio di
Milano rese di dominio pubblico alcune digitalizzazioni in italiano dei
trattati di Kalkbrenner, Hummel e Asioli, per cui ne approfittai e riuscii a
farmeli inviare dalla biblioteca dell’istituto; la bibliotecaria, la Signora
Marta Crippa, è stata molto gentile e disponibile.
L’unico trattato che non sono riuscito a trovare proprio da nessuna parte è
quello di Blanche Selva (in realtà trovai soltanto la prima parte su
archive.org, per fortuna con il testo già ricercabile), per cui dovetti
scansionare e rendere ricercabile il testo delle restanti due parti del trattato
prestatomi dal Maestro Bracco.
Quattrocento pagine da scansionare… fu un’impresa. Sono stato più di tre
ore in piedi per poter scansionare tutte quelle quattrocento pagine; non
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usai la stampante, ma usai un’applicazione molto utile. Inizialmente ero
titubante, il risultato, però, è stato quasi ottimo, raggiunse le mie
aspettative. L’applicazione si chiama “CamScanner” e la consiglio.

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X. CARTELLA CREATA, AVVIO DELLA
CONCLUSIONE DELLA PRIMA PARTE DEL
SAGGIO

Prima di terminare questa breve, ma intensa, prima parte del Saggio, vorrei
raccontare la mia esperienza finale al Conservatorio di Como. A seguire, i
ringraziamenti. Successivamente, inizierà la seconda parte del Saggio, che
includerà la lista descrittiva esaustiva (più di 40 pagine) dei docenti (ed ex
docenti) che conosco del Conservatorio di Como, con le loro relative
appartenenze (chi Filisteo, chi Compagno della Lega di David, chi entrambi);
la bibliografia che raccomando per approfondire gli argomenti di
interpretazione musicale ed estetica musicale; infine, le istruzioni per la
corretta apertura e visualizzazione dei pdf della cartella.

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XI. CARO CONSERVATORIO, MI HAI DELUSO!

La mia esperienza al Conservatorio di Como è stata disastrosa,


completamente fallimentare. Non pretendo far cambiare idea a nessuno,
solo spero che possa far riflettere le coscienze sia sul fallimento totale del
sistema di istruzione attuale, sia sulla vera essenza di ogni essere umano,
unico e prezioso.
Questo sistema subdolo tenta in ogni modo di affossare la diversità e di
sopprimere la creatività. L’unico elemento che importa al sistema è il
“titolo”, chi ne fosse sprovvisto, per esso, non sarà mai nessuno. Questo
l’ho potuto sperimentare alla massima espressione quando mi capitarono
le disavventure con i “Certificati Verdi” (le persone non credevano più a me,
ma a un foglio di carta), ma quella è soltanto la punta dell’iceberg. Perché
trovo sia vergognoso e deludente osservare gli insegnanti (come, per
esempio, il Filisteo Grande e il Filisteo Zago) passare ore e ore a declamare
i propri monologhi fregandosene completamente se gli allievi capiscano o
meno. Pur accorgendosi che (quasi) nessuno capisce, costoro vanno avanti.
Disgraziatamente, nessuno studente ha il coraggio di dire loro la verità. Per
me è stato straziante, so che ci sono problemi ben più gravi nella vita, ma
stare seduto ad ascoltare per ore e ore delle lezioni senza riuscire a capire
nulla, o quasi, è lancinante. Durante le lezioni osservavo costantemente se
i miei compagni comprendessero. Pensavo che soltanto io fossi lo scemo di
turno che non riusciva a capire niente. Questo mi ha sempre fatto stare
molto male, mi ha portato ad avere profondi complessi di inferiorità.
Successivamente, però, ho compreso che non ero soltanto io a non capire
nulla durante le lezioni. Chiedendo ai compagni se avessero potuto
spiegarmi ciò che non riuscivo a capire durante le lezioni, mi rispondevano
che nemmeno loro erano in grado di spiegarmi un bel niente. Si trovavano,
quindi, nella mia stessa condizione, se non peggio, solo che facevano finta
di capire durante le lezioni, io invece no… nella mia ingenuità non avevo
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mai tenuto in considerazione questa possibilità. Per gli allievi, il non riuscire
a capire nulla durante le lezioni è come ricevere una pugnalata allo
stomaco. È davvero triste dirlo, ma la maggior parte degli insegnanti non
mi ha trasmesso nulla. Non riuscirò mai a spiegarmi come gli insegnanti
facciano a fregarsene completamente di questo fatto così importante,
perché trasmettere le conoscenze dovrebbe essere “Sacro”. La trasmissione
del loro sapere dovrebbe essere il loro pane quotidiano.
A testimonianza degli episodi che prima ho citato… il riuscire a poter
segnare il profondo dell’animo di ogni studente, i veri insegnamenti non si
dimenticano mai. Gli insegnanti che veramente sono riusciti a realizzare il
loro mestiere come si deve (cioè a trasmettere veramente), nella mia
esperienza di vita (parlo in generale; scuola, liceo, Conservatorio, eccetera),
li posso contare soltanto sulle dita di una mano, o al massimo usando anche
un paio della seconda mano. Questo è molto triste. Naturalmente, secondo
me, ognuno deve sempre ragionare con la propria testa e scegliere con
coraggio e consapevolezza il proprio percorso di vita. Sono arrivato a questa
triste conclusione: nessuno potrà mai insegnare veramente qualcosa a
qualcun’altro. L’unico modo per poter cogliere il sapere dagli insegnanti è
che l’allievo si immedesimi nei pensieri del docente (ma per ottenere ciò,
bisognerebbe conoscere un poco la vita del Maestro, il modo di ragionare,
eccetera; come al solito, però, le élite mondiali criminali vogliono che ci sia
sempre un distacco umano tra allievi e docenti), solo così si riuscirà a capire
autonomamente. Quindi, ognuno diventa insegnate di sé stesso. Ho anche
compreso che non si può pretendere di capire tutto di colpo, ma ognuno
ha i propri tempi. Per esempio, a 15 anni iniziai ad acculturarmi, a poco a
poco, riguardo alla musica. Ma per quanto riguardava le materie del Liceo,
ero veramente disinteressato, odiavo la letteratura, la filosofia, la storia
universale e il resto. Ora, invece, adoro tutte queste materie e mi servo di
ciò che imparo costantemente da esse per perfezionare, ogni giorno
sempre di più, la mia arte al pianoforte. Per questo, dico che ognuno ha i
propri tempi, ma spesso anche gli insegnanti hanno un ruolo negativo nel
far sorgere nell’allievo una repulsione verso la materia che stanno
insegnando.
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Zago e tutti gli altri Filistei furono la goccia che fecero traboccare in me il
vaso. Notavo che il Conservatorio si era completamento alienato dalla sua
reale meta, l’ambiente era diventato molto inquietante e ostile, in stile
Kafkiano, disgraziatamente.
Il mercoledì 23 febbraio 2022 decisi che sarebbe stato il mio ultimo giorno
al Conservatorio di Como. Già mesi prima avevo deciso di andarmene, ma
visto che mantengo sempre la parola data (avevo promesso alla flautista
Erica Mariani che l’avrei accompagnato all’esame di musica da camera, in
quanto era l’unico esame che le rimaneva da svolgere). Quell’ultimo giorno,
tra l’altro, approfittai per far esplodere di rabbia il Filisteo Zago e il
segretario troglodita Paolo Fantacci (fu proprio l’episodio che ho raccontato
prima, nel quale quest’ultimo minacciò di “farmi rotolare” giù dalle scale).
Me ne andai, in realtà, con rammarico e, allo stesso tempo, con l’amaro in
bocca per il comportamento vigliacco di Zago.
Pochi giorni prima, andai all’ufficio del Filisteo per parlargli di tutti i miei
dubbi e preoccupazioni inerenti al Conservatorio e per comunicargli che le
mie intenzioni erano propendenti verso l’uscita dall’Istituto. C’erano molte
materie perditempo, i Maestri mi rallentavano, mettendomi
costantemente i bastoni fra le ruote e bocciandomi gratuitamente, in base
alla simpatia. Inoltre, non riuscivo a trovare tutte le ore necessarie per lo
studio del pianoforte. Perciò, ho messo sul piatto della bilancia i fatti e
pensai: “devo stare qui almeno altri due anni a perdere tempo, in quanto
durante le lezioni non capisco niente (o quasi) e non posso neanche leggere
altro (perché sarebbe irrispettoso verso il docente); oppure potrei sfruttare
tutto quel tempo perso stando seduto al pianoforte a studiare tutte le
Sonate per Pianoforte di Beethoven?”. Scelsi quest’ultima opzione. Quando
commentai ciò al Filisteo Zago, non venne minimamente toccato dal
discorso, anzi, mi disse, acidamente, che per qualsiasi giovane pianista
sarebbe presuntuoso studiare tutte le Sonate per Pianoforte di Beethoven.
Io gli risposi: “allora Lei indirettamente sta supponendo che io sia
presuntuoso?”. Egli replicò: “no! Non capisci l’italiano! Parlavo in
generale!”. A me sembra di aver capito bene, ma francamente non mi
importa ciò che possa pensare realmente quest’essere disumano, che pensi
51
quello che vuole. Ciò che più mi ha rattristato e indignato è stato quando,
in quel momento, percepii, allo stato puro, la sua totale indifferenza nei
miei confronti, cioè verso un suo studente. Una persona così potrà mai
essere un buon direttore e buon docente?
Una mia vecchia insegnante della scuola media, saggia donna, Federica
Santi, una volta mi disse una frase che non dimenticherò mai: “quando un
allievo fallisce, l’insegnante si deve sentire fallito in ugual modo, o ancor di
più rispetto all’allievo, perché questo vuol dire che non è riuscito a
trasmettergli nulla”. Zago in nessun momento si mise in discussione, in
nessun momento mi domandò più nel dettaglio quali fossero le mie
preoccupazioni, o se avesse potuto aiutarmi in qualche modo, niente!
Ricordo mi disse che potevo andarmene in qualsiasi momento, bastava
inviare una letterina. Se non bastasse, notai molto disprezzo mentre
pronunciava quelle parole.
Non ho mai inviato la letterina, risulto ancora (teoricamente) iscritto al
Conservatorio. Sono passati 18 mesi da quando non frequento più l’Istituto
ed egli non si è MAI fatto vivo, neanche con una email per avere mie notizie
(anche se sa benissimo che dal 23 febbraio 2022 non ho più frequentato
alcuna lezione, perché, per sua stessa ammissione, mi teneva d’occhio).
Che razza di direttore agisce in questo modo così disumano? Mi sono
sempre chiesto per quale ragione non mi abbia mai più scritto una email…
non riuscirò a comprendere ciò forse ancora per parecchi anni. Magari
quando avrò più esperienza di vita potrò capirlo. Anche se, sinceramente,
non me lo auguro, perché se un giorno riuscissi a comprendere ciò, vorrà
dire che sarò diventato, in parte, come lui.
So che questa situazione non è localizzata al Conservatorio di Como, ma è
una condizione, ormai, diffusa in tutta Italia e nel Mondo.
Formulai un pensiero che è molto triste da esprimere, ma fu determinante
per la scelta di uscire definitivamente dal Conservatorio. Purtroppo,
rappresenta la realtà e non auguro a nessuno di passare mai per questo
pensiero: “Non merito il Conservatorio e il Conservatorio non merita me”.
Continuerò il mio percorso come buon autodidatta che sono quasi sempre
stato. È il modo più stimolante, creativo, salutare e funzionale per la mia
52
persona. Naturalmente, sbaglierò tanto nella vita e nella musica, ma con i
giorni, i mesi, gli anni e i decenni me ne rederò conto. Sta proprio in questo
la bellezza del progresso e dell’unicità di ogni essere umano.

Forza Compagni della Lega di David, combattiamo sempre con tenacia e


coraggio i Filistei!!!

Viva la Lega di David!!!

53
RINGRAZIAMENTI

Ringrazio profondamente il Maestro Claudia Bracco, grazie ai suoi testi


gentilmente prestatimi ho potuto realizzare, in questo modo “rigoroso”, la
cartella con i pdf.
La mia più immensa gratitudine andrà sempre anche al compianto Maestro
Piero Rattalino, colui che, sin dal 2015, mi introdusse all’argomento
“Trattati”. Detto per inciso, la sera che venni a conoscenza della sua morte
mi rattristai non poco, sentii una pressione al petto per qualche secondo.
Una delle mie ambizioni consisteva nel consegnargli dei cd delle 35 Sonate
di Beethoven per Pianoforte che sto registrando nel corso di questi anni (sì,
sono 35 in totale, non 32). Se solo fosse vissuto altri 3 o 4 anni ci sarei
riuscito. Non mi sono mai conformato con le esecuzioni dei pianisti, sento
la necessità di “dire la mia”, vorrei lasciare una testimonianza all’umanità
su come dovrebbero essere interpretate le Sonate di Beethoven. Non so
perché, ma sono certo che in qualche modo “lui” riuscirà ad ascoltarle (per
me, quando una persona muore, la sua coscienza ritorna ovunque
nell’universo (e in tutte le altre dimensioni esistenti), perché siamo noi i
creatori di tutto; questa dimensione ci limita molto la comprensione).
Una grande riconoscenza anche alla Signora Marta Crippa, bibliotecaria del
Conservatorio di Miliano, che gentilmente mi ha fornito le scansioni di
alcuni trattati in lingua italiana.
Ringrazio molto il Maestro Balzani e il Maestro Antonio Tarallo per avermi
concesso la scansione della versione italiana del trattato di Czerny, una vera
pietra miliare della trattatistica pianistica.
Un grande grazie anche alla mia amica Irina Tchermianina, al Maestro
Alexander Romanovsky, alla pianista Sara Puccio e alla violinista Sara
Galasso. In diverse occasioni mi incoraggiarono alla divulgazione di questo
tipo di materiale prezioso per ogni musicista (i pdf inerenti ai trattati,

54
metodi, eccetera; non al Saggio, frutto di mia iniziativa e responsabilità, che
nessuno mi ha incoraggiato a scrivere).
Naturalmente (e paradossalmente), ringrazio profondamente anche i
Filistei, la loro cocciutaggine mi è servita da vera e propria forza propulsiva
per poter smascherare e demolire le loro assurde dottrine musicali, basate
sull’ignoranza e sulla “fede”. A riguardo mi torna alla mente un episodio.
Stavo discutendo animatamente con il Filisteo Piricone in merito ad alcuni
accenti e legature della Sonata Op. 2 No. 3 di Beethoven, riteneva che le
mie opinioni fossero “campate per aria” in quanto non possedessi il “rigore
scientifico” necessario per comprendere i trattati pianistici. Tornato a casa,
sottolineai i passaggi inerenti alla discussione nei trattati di Czerny, C.P.E.
Bach e Paul Badura Skoda; la settimana successiva portai a Piricone i trattati
con le sottolineature. Innanzitutto, il Filisteo escluse a priori Badura Skoda,
presumendo che non fosse valido, poi, balbettando, mi disse che in effetti,
in Czerny e in Bach, c’era scritto ciò che affermavo, ma che in realtà non
volesse dire nulla. Il Filisteo Piricone suggeriva che i punti da me sottolineati
fossero piuttosto delle “allegorie” in quanto, cito: “nessuno eseguirebbe
quei passaggi in quel determinato modo, perché stravagante”. Poi aggiunse
che “non dovevo essere così pignolo”. E poi sarei io a non seguire il
cosiddetto “rigore scientifico”?! Questo episodio lo considero a posteriori
una premonizione degli eventi successivi (come l’episodio in cui si prese la
testa a colpi di spartito, o altri eventi più nefasti).
Ringrazio molto anche i Maestri Alessandro Zignani e Candida Felici, loro
mi hanno elargito, gentilmente, alcuni dei pdf presenti nella cartella. Le
lezioni svolte con il Maestro Zignani sono state tra le più illuminanti in tutta
la mia vita, è davvero una persona molto colta e perspicace.
Ringrazio anche la pianista e ricercatrice di musicologia Francesca Italici,
che è riuscita, sollecitando più volte la biblioteca nazionale spagnola, a
rendere completamente pubblico e scaricabile il trattato di Pedro Albeniz.

55
LA LEGA DI DAVID CHIEDE AIUTO,
PERCHÉ LA CARTELLA POSSA ESSERE
AMPLIATA

Chi volesse mettere a disposizione altri pdf interessanti come quelli


presenti nella cartella, a beneficio della cultura musicale e dei musicisti, mi
contatti pure. Caricherei all’istante, nella cartella, i nuovi pdf che
arrivassero. Nessuna preoccupazione se i pdf dovessero risultare coperti
dal Copyright, nel caso, mi assumerei completamente ogni responsabilità.
D’altronde, nella cartella sono già presenti diversi pdf coperti dal Copyright,
ma non me ne frega nulla… li carico e basta. L’importante è il fine, che è
nobile; mettere a disposizione il sapere culturale alla comunità artistico-
musicale dovrebbe essere sempre gratuito. Perciò, chi eventualmente
volesse inviarmi uno o più pdf per poterli caricare nella cartella, mi scriva
cortesemente a questo indirizzo email:
marcello.loiacono.raschio@gmail.com. Oppure, per chi avesse il mio
numero di telefono, anche tramite WhatsApp.

56
SECONDA PARTE

57
LISTA DEI FILISTEI E DEI COMPAGNI DELLA
LEGA DI DAVID

Questo è un elenco caratterizzato da fatti concreti, purtroppo. Fatti


raccontati con serietà, ma senza mai mancare di ironia e umorismo.
L’elenco segue l’ordine della lista dei docenti presente nel sito web del
Conservatorio di Como, disciplina per disciplina. Ho ommesso i nomi e
cognomi dei docenti che non ho mai sentito nominare. Per quelli che non
conosco di persona, ma con cui ci ho avuto a che fare direttamente o
indirettamente (come nel caso della Filistea Calderoni e della Filistea
Bucciarelli), mi sono limitato a un giudizio circoscritto a specifici episodi
coinvoltimi; mentre per i docenti che ho avuto modo di conoscere e
valutare di persona, sono stato molto più dettagliato. Ho aggiunto anche i
nominativi dei Maestri che ho avuto modo di conoscere, ma che non
lavorano più al Conservatorio (perché in pensione, o perché trasferitisi di
istituto).
Pur essendo consapevole che l’elenco risulta duale, voglio ricordare che
non esistono né buoni né cattivi. L’elenco rappresenta puramente le mie
idee (in sintesi) di ogni docente conosciuto in Conservatorio, che sono state
forgiate dalle esperienze vissute all’interno del summenzionato Istituto,
niente di più.
In certi casi, visto che tra Filistei e Compagni della Lega di David c’è un
abisso, alcuni docenti li ho catalogati nei due schieramenti (come, per
esempio, Mimmo Innominato, che, come ho detto prima, sta con il piede
in due scarpe).
Vi consiglio la lettura integrale dell’elenco, perché così potrete gustarvi,
oltreché all’ironia e all’umorismo, la narrazione di alcune vicende moooolto
divertenti.

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Accompagnamento Pianistico:
1. Cinzia Bombara: Compagna della Lega di David. Persona molto
squisita, umana e paziente; ottima docente. Un giorno, nell’aprile
2021, la trasportai in macchina fino alla stazione ferroviaria di Lugano,
perché dovette prendere un treno per Zurigo. In quei momenti
supponeva che fossi più giovane di quello che ero in realtà. Ricordo
ancora le conversazioni che avemmo in merito alle musiche di Rossini,
Verdi, Puccini e Wagner.
2. Giovanni Gambardella: Compagno della Lega di David. Il Maestro
merita tutta la mia stima, nonostante io non abbia mai passato del
tempo a dialogarci. Persona squisita e molto affabile. L’ho visto e
sentito accompagnare molti cantanti cinesi, si sono sempre trovati
benissimo con il Maestro al pianoforte.
3. Francesco Miotti: Compagno della Lega di David. È stato mio Maestro
di accompagnamento pianistico. Uno degli insegnanti che più stimo.
Grazie al Maestro ho compreso meglio il “bel canto all’italiana”,
essenziale per interpretare correttamente la musica di Chopin.
Persona squisita. È molto umano e paziente (soprattutto con me.
Poiché la disciplina prevede anche l’arte di cantare, ma le mie doti
vocali, che sono tra le più scadenti che si possano trovare sulla faccia
di questa terra, facevano sicché il Maestro si disperasse moltissimo.
Allo stesso tempo, però, è stato molto compassionevole nei riguardi
delle mie pessime doti vocali). L’unico neo: spesso era troppo pignolo
per quanto concerne la lettura dello spartito (gli staccati, il pedale,
tempo, ecc.). Per cui, non ci si poteva prendere molta libertà
interpretativa con il Maestro.

Bibliotecario:
1. Marcoemilio Camera: Filisteo. Persona arrogante. Costui mi ha
trattato molto male durante il periodo covid. È il tipico italiano che
non vuole rogne, è uno scaricabarile, un debole in poche parole.
Tratta i suoi collaboratori della biblioteca come schiavi. Non si scusa

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mai, non ringrazia né chiede mai per favore, ma questo, ho notato
essere un tratto tipico degli italiani medi, Zago in primis, ovviamente.

Canto:
1. Diego D’Auria: Filisteo e Compagno della Lega di David. Come
scrivevo prima, purtroppo, il Maestro si comporta da vero birbantello
con alcune sue studentesse… questo è l’unico punto a sfavore che lo
porta a classificarsi anche come Filisteo. Come insegnante è ottimo,
molto musicale, persona molto socievole e alla mano (in quanto nato
e cresciuto in Argentina tali caratteristiche sono spontanee in lui).
Una sua allieva (purtroppo tra le sfortunate a subire le sue avances)
mi ha raccontato che i suoi due colleghi di Canto sono due Super
Filistei, ma non posso esprimermi al riguardo, in quanto non ho mai
trattato gli altri due docenti.

Composizione:
1. Vittorio Zago: Super Filisteo. Osservare il modo di agire di
quest’uomo è sufficiente per comprendere che cosa sia il reato di
“abuso d’ufficio” o “abuso di potere”. Ho ampiamente raccontato in
che modo, costui, sia il peggio che possa esistere sulla faccia di questa
terra. È il rappresentante per eccellenza della classe dirigente
parassitaria. Invece, come docente ho avuto l’opportunità di sentire
un paio di sue conferenze inerenti alla composizione, mi ricordo di
aver notato un approccio completamente alienato e freddo dalla
musica, in stile Antonio Grande… a entrambi piace ascoltarsi,
piuttosto che trasmettere agli allievi. In effetti, le composizioni di
Zago, nonostante siano ampiamente lodate, palesano questa
astrazione, alienata dalla “vera” musica. Egli afferma, in un’intervista
online, che il compositore, attraverso le proprie composizioni,
dovrebbe (in teoria) trasmettere la personale essenza.
Lo conobbi durante la riunione di presentazione dei nuovi
immatricolati al Conservatorio, nell’ottobre del 2019. Eravamo tutti
riuniti in Auditorium per le presentazioni e costui, a fine riunione,
60
comunicò a ogni nuovo studente il nome del proprio insegnante di
strumento principale. Mi ricordo che sin da quel momento mi
impressionò molto la sua freddezza. Mi veniva la tachicardia a sentirlo
parlare, ciò mi capita solamente quando mi ritrovo in faccia gli esseri
senza anima, come lui.
Inoltre, non dimenticherò mai il modo vergognoso e vigliacco con il
quale cercò di spaventarmi e umiliarmi a colpi di sedicenti
provvedimenti disciplinari.
Ultimamente, il Filisteo sta adoperando il vergognoso linguaggio
“politicamente corretto” imposto dalle élite occidentali criminali: ora
le sue email iniziano con “gentili studenti e studentesse” oppure con
“gentilissimi/e”; qualcuno spieghi a quest’uomo che il plurale per
indicare maschi e femmine è sempre al maschile! Questo fa
comprendere la condizione di costante decadenza dell’umanità.
Un dettaglio che mi è sfuggito nella prima parte del Saggio: Zago già
manifestava i primi segni di “dittatorino” all’inizio del 2020, quando,
ancora vicedirettore, impedì ai cinesi (tornati dalle vacanze in Cina) di
frequentare le lezioni in presenza… deciso dall’alto delle sue
conoscenze sanitarie (la decisione fu presa ancora prima che lo Stato
Criminale italiano introducesse le note restrizioni). Ma ormai non ci si
può aspettare nulla da quest’essere. Ecco il link dell’articolo di
giornale (durante tutta l’intervista video, il Filisteo, incalzato dal
giornalista, non è riuscito a rispondere alle domande, girando
soltanto intorno al discorso con il suo tipico sorrisetto da “luminare”).
https://milano.fanpage.it/psicosi-coronavirus-conservatorio-di-
como-tiene-a-casa-gli-studenti-senza-il-parere-del-ministero/
2. Caterina Calderoni: Filistea. Non ho avuto modo di conoscerla di
persona, soltanto attraverso le procedure disciplinari inflittemi. Il
Maestro Calderoni firmava tutto ciò che pretendeva il Filisteo Zago,
senza nemmeno conoscere le situazioni. Una volta formò una
commissione disciplinare assieme alla collega Lucia Bucciarelli (altra
Filistea), decidendo, cinque giorni prima del mio intervento difensivo,
l’esito del provvedimento (ne parlerò più approfonditamente fra
61
poche pagine, dedicate alla Filistea Bucciarelli). Ho notato, perciò,
“debolezza” nel modo di agire della Filistea Calderoni, la tipica
passacarte di turno. Ma non posso esprimermi ulteriormente, in
quanto non ho avuto modo di trattare lei di persona.
In quanto al suo modo di insegnare, neppure posso esprimermi per
le stesse ragioni.

Clavicembalo e Tastiere Storiche:


1. Giovanni Togni: Super Filisteo. Quest’essere non merita neanche
l’appellativo di Maestro. Una persona davvero squallida, che non sa
stare al mondo, è un farabutto. Non dimenticherò mai tutto il male
che mi augurò, né mai dimenticherò quando cercò di umiliarmi... di
una bassezza senza precedenti quest’uomo. Come insegnante, ho
potuto sentire, attraverso la porta, il modo in cui si rendeva
sgradevole, borioso e superficiale nei confronti degli studenti.
Trattandoli con disprezzo e sgridandoli brutalmente. A detta del
Filisteo Piricone, costui si vantava sempre dei suoi titoli e del suo
curriculum artistico. Ogniqualvolta che guardo il Filisteo Togni, mi
viene in mente, data la forte somiglianza, il volto del politico
Alessandro Cattaneo, appartenente al partito mafioso/criminale
“Forza Italia” del massone Berlusconi.

Contrabbasso:
1. Stefano Dall’Ora: Filisteo. Come insegnate e persona ho già spiegato
le caratteristiche di questo Maestro, pessimo.
Si vanta molto del suo curriculum artistico e crede di essere chissà chi
solo per aver suonato in alcuni teatri importanti in giro per l’Europa.
Costui si rende molto sgradevole con gli allievi. La maggior parte dei
suoi allievi non è soddisfatta.
Ciò che non mi è mai andato giù di quest’uomo è il suo narcisismo,
crede di essere chissà chi in una maniera assurda.

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Didattica della Musica:
1. Domenico (Mimmo) Innominato: Filisteo e Compagno della Lega di
David. Il Maestro ha un atteggiamento molto passivo e debole verso
i suoi colleghi. Non vuole mai esprimere la sua posizione, perché,
come ho detto prima, vuole stare con il piede in due scarpe. È stato
uno dei pochi che ha accettato passivamente la corruzione di
Balzaretti. Debbo dire che, comunque, è una persona molto precisa e
disponibile. Come insegnante di coro è ottimo, anche con idee
interpretative molto brillanti; è anche molto colto. Come insegnante
di didattica, invece, è troppo prolisso. Come insegnante di armonia è
un vero fiasco. Quest’ultimo lavoro non lo svolse al Conservatorio, ma
in un Liceo Musicale privato in Svizzera, l’istituto “Fogazzaro”, chiuso
per corruzione. Non voglio vantarmene, ma fu grazie a me che
l’istituto venne chiuso, fui la fonte di riferimento di Gianni Gaggini, il
giornalista che realizzò l’inchiesta mandata in diretta tv sulla RSI nel
gennaio 2019. L’istituto era di proprietà di una malvivente, la Signora
Silvana Giunta, di Como. Mimmo trovò il posto come docente di
armonia presso l’Istituto incriminato grazie a una amica della Giunta,
la Signora Roberta Di Febo, altra malvivente (candidata, fra l’altro, nel
partito mafioso di Berlusconi, per le comunali di Como). La Di Febo
possiede un Liceo privato a pochi passi dal Conservatorio di Como, il
Liceo Giuditta Pasta. Costei strinse accordi collaborativi con il
Conservatorio di Como sotto il mandato di Balzaretti (la
“collaborazione” continua! “Evviva”!).
Mimmo ritiene essere l’uomo che ha rivoluzionato i piani di studio del
Conservatorio di Como (ovviamente a favore dei docenti Filistei e a
scapito dei docenti Compagni della Lega di David), a suo dire,
esemplari per tutti i Conservatori del (fu) Belpaese.
Il Maestro coltivava la passione per le novità tecnologiche, infatti mi
parlava sempre della sua Toyota Prius e di alcune ultime scoperte in
campo informatico. Mi consigliava sempre, che se un giorno fossi
andato a Livigno, di effettuare il rifornimento del carburante lì, in
quanto, il litro di carburante costava, all’epoca, 1 euro.
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Esercitazioni Corali:
1. Michelangelo Gabbrielli: Compagno della Lega di David. So che a
molti potrà sembrare strano. Il Maestro viene considerato dalla
stragrande maggioranza degli allievi il Filisteo per eccellenza, ma non
è così, adesso lo spiegherò. Il Maestro è molto all’antica, ha una
educazione raffinatissima e principi molto “cattolici”. Ritengo che il
Maestro sia la reincarnazione di Rossini, in quanto molto
appassionato di cibo e non solo. Il Maestro sembra un vecchietto,
nonostante abbia “appena” 58 anni, è un coetaneo di Scaioli (in realtà
Scaioli ha 1 anno in meno), naturalmente Scaioli, al suo fianco,
sembra un giovanotto.
Il Maestro Gabbrielli è un uomo di altri tempi (è tra i fortunati che non
si sono lasciati influenzare dalle rivoluzioni sociali degli anni 80 e 90).
È uno degli insegnanti più colti che abbia mai avuto modo di
conoscere. È stato molto duro con me, ha deciso persino di bocciarmi
in formazione corale, ma ha fatto bene, me lo meritavo in quanto non
cantavo, sia per le mie doti vocali scadenti, sia per vergogna. Il
Maestro, con la sua insistenza, è riuscito, in qualche modo, a togliermi
un poco la vergogna che avevo e ha instillato in me un minimo di
interesse verso il repertorio rinascimentale (sia storico, sia come
ascoltatore, ovviamente non come cantante). Soltanto questo lo fa, di
per sé, un vero insegnante; per me l’insegnante deve riuscire sempre,
in qualunque maniera, a trasmettere qualcosa della sua persona e
della sua materia. Il Maestro Gabbrielli ci è riuscito in pieno con me.
Per questo gliene sarò sempre grato. Penso e ripenso alle lezioni di
coro che ho tenuto con lui.
Un uomo che merita tutto il mio rispetto e stima. È davvero un
Maestro molto appassionato e devoto alla sua materia, molto
corretto e onesto.
Ormai è difficile trovare persone con l’educazione del Maestro, in
questo Mondo così ripugnante.
2. Antonio Eros Negri: Compagno della Lega di David. Persona molto
buona. È un vero galantuomo. È il docente preferito dalla maggior
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parte degli studenti per quanto concerne le esercitazioni corali. Ha
una portata e voce molto affascinanti. Ha anche un ottimo senso
dell’umorismo. Ho potuto sentire e vedere il suo modo di insegnare.
Anch’egli è molto appassionato alla sua materia.

Esercitazioni Orchestrali:
1. Bruno Dal Bon: Compagno della Lega di David. Il Maestro insegna
anche Marketing Culturale, infatti fu così che lo conobbi meglio,
frequentando le sue lezioni di tale materia online via Zoom, dal marzo
2020. Persona molta squisita e carismatica. Ha un modo molto
genuino di trattare gli allievi. Mi ricordo ancora, perfettamente, gli
aneddoti della sua vita, dalle sue esperienze a Osaka fino ai più recenti
episodi al Conservatorio di Como. Comunque, il Maestro l’ho
conosciuto qualche settimana prima. Nel febbraio 2020, in Sala
Organo, stava provando, con l’orchestra del Conservatorio, la Sinfonia
Eroica di Beethoven, che da lì a un paio di mesi avrebbero dovuto
eseguirla a San Fermo (poi, però, non eseguita per via delle restrizioni
(a)pandemiche), entrai e mi sedetti per terra ad ascoltare le prove
(avevo perso il treno per tornare a casa, allora rimasi lì un’ora),
constatai che i ragazzi non sapevano tenere minimamente il tempo,
la situazione era vergognosa al punto tale che provavo vergogna per
loro. Il Maestro, però, senza mai perdere la pazienza, continuò a
battere il tempo durante tutta l’ora. Mi ricordo che ci scherzava pure,
ironizzando la situazione.
Il Maestro si candidò alle elezioni direttoriali del 2020 assieme al
Filisteo Zago. Sciaguratamente, il Maestro Dal Bon venne colpito da
un problema di salute qualche settimana prima della scadenza della
consegna del programma elettorale. Non riuscì a redigere, perciò, un
programma dettagliato quanto a quello del Filisteo Zago. Purtroppo,
il comitato per le elezioni si impuntò, dichiarando che ci si doveva
attenere soltanto ai programmi presentati entro la data prestabilita,
nulla di più (chi c’era in quel comitato? Scaioli, naturalmente.
Coincidenza? Non credo proprio!). Si pensò che il Maestro Dal Bon
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vincesse le elezioni, invece, a ultimo momento, le vinse il Filisteo
Zago. Persone negligenti come Scaioli, Foti, Dall’Ora, Piricone & Co.
hanno contribuito alle elezioni di Zago (si noti che ho parlato di
negligenza, non di corruzione… a buon intenditor poche parole). Mi
ricordo che il Maestro Dal Bon rimase profondamente deluso del
risultato. Invece, Zago e Fiano, esultarono in maniera eccessiva, come
veri balordi, al punto tale da chiamare, persino, la stampa locale.

Musica da Camera:
1. Claudia Bracco: Compagna della Lega di David. È la docente che più
mi ha compreso in Conservatorio. Ha un modo tutto suo di realizzare
le lezioni, anche di organizzarle, tutto in stile molto “casalingo”.
Scoprire il modo in cui il Maestro conduce le lezioni equivale a
conoscere una terra mai conosciuta (che scherzosamente ho
denominato “Braccolandia”). Persona molto empatica, molto
paziente, umile e onesta. Come insegnante, i suoi consigli musicali
sono sempre molto utili, molto perspicaci e di buon gusto (anche se
non sempre sono d’accordissimo). Ha anche un ottimo senso
dell’umorismo. Spesso, le lezioni si possono concentrare interamente
su due battute di un brano, è molto pignola per quanto riguarda i
timbri e gli attacchi dei brani. Inoltre, con il Maestro si può passare la
giornata a chiacchierare di diversi argomenti (mi ricordo che una volta
siamo rimasti più di due ore al telefono a conversare di svariati
argomenti della musica e della vita, al punto tale che sua figlia voleva
che attaccasse giù il telefono. Sia il Mastro che io, siamo molto
chiacchieroni), ma sa anche ascoltare e interpretare al meglio le
opinioni degli studenti, fattori molto importanti. Non impone mai le
sue idee, preferisce suggerire.
Nel novembre 2019 conobbi il Maestro, mi colpii che ci si poté parlare
tranquillamente come se ci si conoscesse da anni, quella “tensione”
che vi è di solito quando si conosce un nuovo insegnante non ebbe
mai luogo. Questo dal punto di vista umano è fondamentale, secondo
me. Allo stesso tempo è molto diretta e severa con gli allievi villani e
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ingrati, che cercano di farsi furbi, gliene dice quattro immediatamente
e fa loro la ramanzina (anche se, secondo me, ogni tipo di predica a
questi studenti risulta inutile, perché se ne fregano altamente). Ha
sempre cercato di rispondere a tutte le curiosità degli alunni.
Nel 2020 tentai di organizzare un progetto, nel luglio stesso coinvolsi
il Maestro Federica Valli, apparentemente il progetto la entusiasmò.
L’idea era di eseguire una serie di concerti interni al Conservatorio,
rivolti esclusivamente alle Sonate per Pianoforte e Violino di
Beethoven, in occasione del 250esimo anniversario della nascita del
compositore. Per disgrazia, nel novembre 2020, il Maestro Valli si
dimenticò completamente del nostro “accordo” per il progetto. A
quel punto, fui molto deluso e furioso (ricordo ancora le imprecazioni
che mi passarono per la testa), ma non mi demotivai, decisi di
rivolgermi immediatamente al Maestro Bracco, le commentai la mia
idea. Fu felice di accogliere il mio progetto. Riuscii a trovare cinque
violinisti. Purtroppo, il primo violinista (Leonardo Morosini) ritirò la
disponibilità due giorni dopo la conferma; il secondo violinista
(Ludovico Carangi), dopo lo scoppio di una stravagante polemica con
la Filistea Donatella Colombo, ritirò pure la disponibilità (i dettagli di
questa particolare vicenda sono specificati più avanti, nelle righe
dedicate alla Filistea Colombo, docente di violino), rimasero, dunque,
solo tre violiniste (Maria Grokhotova, Sara Galasso e Alice Cansirro).
Mi assicurai un totale di 7 Sonate con le tre violiniste. Perciò, da
agosto 2020 fino a dicembre 2020, riuscii a studiare 6 Sonate su 7, mi
mancava da studiare soltanto la Sonata Kreutzer (la più difficile
tecnicamente). Maria Grokhotova rinunciò a inizio dicembre 2020,
perché dovette partorire il suo secondo figlio qualche settimana
dopo; alla fine rimasero soltanto Sara e Alice, con le quali mi garantii
almeno 5 Sonate (3 con Sara e 2 con Alice). Poi, però, divennero 4,
perché Sara mi chiese una riduzione.
Con Sara, che aveva una pazienza infinita nei miei confronti,
riuscimmo a portare quasi due sonate intere al Maestro Bracco (in
realtà una e mezza, per la precisione) tra il dicembre 2020 e il febbraio
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2021, ma lì rimase (purtroppo, dedicando spesso soltanto un’ora a
due battute, diveniva logicamente impossibile procedere con la
velocità che avrei voluto). Invece con Alice non riuscimmo proprio a
prenotare le lezioni con il Maestro, perché non coincidevano mai i
giorni.
Purtroppo, con il passare delle settimane notai che il Maestro Bracco
non era preso dal progetto delle Sonate. Mi rattristai molto, capii che
le prove sarebbero state un lavoro senza la finalità prevista (i
concerti). Avrei tanto desiderato che il Maestro Bracco mi aiutasse
veramente a realizzare il progetto, che poi sarebbe stato utile e
istruttivo per tutti, anche per rimarcare il ruolo di rilievo che ricopre
la disciplina di Musica da Camera, spesso molto marginalizzata a
materia di “serie b”. A quel punto, all’inizio di aprile 2021, mentre
ultimavo le prove della Kreutzer con Alice, decisi di interrompere il
progetto. Ciò anche per questione di rispetto verso le due violiniste
(alle quali avevo promesso, come finalità del progetto, la serie di
concerti). Logicamente, mi scusai con entrambe le violiniste per aver
disatteso le promesse, fui molto a disagio per la situazione creatasi, ci
tengo sempre alla parola data.
Ripensandoci a posteriori, avrei potuto lottare di più per ottenere la
realizzazione del progetto, ma credo che non lottai più di tanto
perché, dall’aprile 2021, in vista dell’esame di strumento (che
preferivo svolgere sempre in sessione estiva, a giugno), decisi di
concentrarmi nello studio del repertorio solistico (che, fino ad allora,
risultava rallentato a causa dello studio delle 7 Sonate per Pianoforte
e Violino).
Comunque, sarò sempre infinitamente grato a Sara e ad Alice per
avermi concesso il tempo, la fiducia e la pazienza per le prove delle
quattro Sonate di Beethoven (che, tra l’altro, sono vere pietre miliari
del repertorio cameristico). Le due violiniste sono sempre state molto
gentili nei miei confronti. Le prove furono, per me, molto istruttive e
utili, paradossalmente, molto più proficue professionalmente e
musicalmente rispetto a molte lezioni tenute con gli insegnanti.
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Solo vorrei dare un consiglio al Maestro Bracco (sapendo che leggerà
questo Saggio, mi rivolgo direttamente a lei): “Maestro, Lei sa meglio
di me che la maggior parte degli allievi del Conservatorio non ha
buona volontà, perciò, se un giorno dovesse ricapitare che un allievo
le proponesse un progetto simile al mio, mi faccia il favore di dedicarsi
al massimo delle sue energie per contribuirne alla realizzazione.
Meglio “sprecare” bene le energie con delle persone che realmente
vogliono progredire piuttosto che sprecarle per richiamare i lazzaroni.
Lei, inoltre, essendo Maestro, ha l’autorità necessaria per proporre,
organizzare e promuovere progetti liberamente in Conservatorio
senza molti ostacoli. Forse il più grande ostacolo, lo sappiamo bene,
è il “Grandissimo” Super Filisteo Zago… ma so che Lei, comunque,
riesce sempre a gestirlo senza troppa fatica”.
2. Luca Moretti: Compagno della Lega di David. Uno dei docenti più
simpatici che abbia conosciuto al Conservatorio di Como. Si fa voler
bene dagli allievi, anche (forse?) grazie al suo linguaggio semplice e
colorito (di buon gusto per le differenti situazioni). Non ho
frequentato molte lezioni con il Maestro, ma i suoi consigli sono
sempre stati molto utili e brillanti.
3. Federica Valli (non insegna più a Como, in pensione dal 2022):
Compagna della Lega di David. Il giorno che conobbi il Maestro, nel
novembre 2019, ricordo che si trovava in completa disperazione per
l’organizzazione degli orari. Contrariamente al Maestro Bracco, il
Maestro Valli preferiva assegnare orari fissi agli studenti nell’arco dei
semestri.
Ero poco abituato a suonare con gli altri, soprattutto con i cantanti,
allora il Maestro ebbe la grande intuizione di inserirmi con due
cantanti coreani molto bravi, preparammo 4 duetti, l’opera 78 di
Schumann. Il Maestro, con mooolta pazienza, mi aiutò a superare
questi ostacoli. Grazie a lei ho imparato ad ascoltare e seguire meglio
i cantanti che accompagnavo.
Come persona era squisita, semplice e delicata, ma sempre formale.
Le piaceva darmi consigli come se fosse una nonna. L’unica delusione
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che ebbi dal Maestro fu durante il secondo anno, quando si dimenticò
completamente del progetto concordato qualche mese prima (ma
credo che fosse per via della vicenda covid, era molto terrorizzata,
essendo una ultrasessantenne), il progetto prevedeva, come ho
scritto prima, lo studio, l’esecuzione e il portare in concerto le 10
Sonate di Beethoven per Pianoforte e Violino.
4. Sara Dambruoso (non insegna più a Como): Compagna della Lega di
David. Persona molto carismatica, dolce ed elegante. Ho svolto poche
lezioni con il Maestro, ma, comunque, i suoi consigli sono sempre stati
molto perspicaci e di buon gusto. Riusciva ad aiutare molto i violinisti,
in quanto il Maestro è violista.

Musica d'Insieme per Strumenti ad Arco:


1. Elena Ponzoni: Compagna della Lega di David. Il Maestro è molto
gentile e disponibile. Spesso maschera il suo lato più umano limitando
la comunicazione verbale e usando una voce di stampo militaresco. A
volte è bacchettona, ma sempre con “gusto”. Mi ricordo che era
terrorizzata dal (presunto) Corona Virus. Quando non indossavo a
dovere la museruola, mi richiamava sempre “all’ordine” come buona
marescialla che è, ma non costringeva mai, lasciava sempre correre,
è importante non ledere la libertà altrui.
Ha la mia più profonda stima, perché durante questi 3 anni ha portato
avanti e organizzato una serie di conferenze, concerti e masterclass
dedicate a Beethoven, purtroppo, però, dallo scarso successo a causa
delle restrizioni (a)pandemiche.
Ho presenziato a un paio di sue lezioni, in una delle quali dovetti
accompagnare a prima vista (un disastro, naturalmente) quattro
ragazzi (era un quintetto). Il Maestro si concentrava molto sui timbri,
fraseggi e dinamiche.

Oboe:
1. Adriano Mondini: Compagno della Lega di David. Il Maestro è molto
simpatico, era sempre di buon umore e scherzava sempre con le
70
bidelle. Purtroppo, è l’unico docente di oboe da anni, il Conservatorio
ha preferito tagliare le cattedre di questo strumento. So, da oboisti,
che è molto paziente, colto e umile. Non posso dire di più come
insegnante in quanto non ho potuto constatare altro di persona.

Organo:
1. Luca Antoniotti: Compagno della Lega di David. È stato mio
insegnante di improvvisazione pianistica. Il Maestro è un bonaccione.
Ha fatto saltare mooooolte lezioni a noi alunni. Per disgrazia, il
Maestro, vivendo in Piemonte (nel vercellese) e per problemi
personali, era spesso impossibilitato a raggiungere il Conservatorio.
Ma era un buono alla fine.
Gli piaceva improvvisare tantissimo, se non lo si fermava poteva
continuare senza sosta. Improvvisava rigorosamente in stile bachiano.
Non spiegava molto a parole, ma si sedeva pesantemente sullo
sgabello e, chiamando studente per studente al pianoforte, dava le
indicazioni. Un giorno, nell’aprile 2021, accadde un episodio buffo,
eravamo in aula 10 per la lezione di improvvisazione, tutti gli allievi
indossavano la museruola tranne il Maestro e io. Il Maestro starnutì
come un matto durante tutto il tempo della lezione, mi starnutì pure
addosso. Qualche studente imbecille pensò bene di spifferare il tutto
“ai piani alti”, ironia della sorte, il giorno dopo il Maestro divenne
“positivo” al test PCR. Zago, il Super Filisteo, disse che soltanto io
dovevo effettuare il test, mentre gli altri no, perché indossavano la
“miracolosa” museruola. Alla fine non successe nulla. Antoniotti
ritornò più in forma di prima.

Pianoforte:
1. Giovanni Brollo: Compagno della Lega di David. Maestro dal
temperamento mite, molto paziente, anche con gli allievi più ostici.
Mi chiedeva sempre di eseguire i pezzi virtuosistici, lo accontentavo
ogni volta con gli studi di Liszt e di Chopin.

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Era restio a lasciar studiare la musica di Chopin ai suoi allievi, non
tanto perché non condividesse la musica, anzi, ma perché gli allievi la
interpretavano “con la pancia” (come diceva Rattalino). Il Maestro
Brollo era consapevole del fatto che gli allievi non capissero le sue
obiezioni (purtroppo, la musica di Chopin è la peggiore a essere
interpretata dai pianisti in questo secolo, viene resa sempre volgare.
La musica di Chopin è caratterizzata da molta tristezza e non dalla
“passione” (in termini moderni), ecco perché si interpreta male. I
trucchi per interpretare al meglio la musica Chopin sono: ogni frase
deve avere un respiro profondo senza recuperi (accelerando
successivamente; quindi come una sorte di rubato), deve essere tutto
cantato in stile “bel canto all’italiana” (il canto deve avere SEMPRE
una direzione dinamica), i ritmi devono essere ben evidenziati
(marcandoli bene) e si deve sempre marcare ogni armonia (la musica
di Chopin ha palesi influssi ritmici e armonici spagnoli, oltreché
polacchi e italiani, naturalmente). Invece, i pianisti di oggi deformano
la musica di Chopin in stile Morriconiano e non respirano per niente
tra le frasi, in più, non danno mai la direzione dinamica (tutto piatto),
usano male il pedale di risonanza, producono un suono metallico anti
musicale e usano pochissimo l’una corda). Perciò il Maestro opta per
le musiche dei contemporanei di Chopin (Schumann, Liszt e Brahms).
In questo modo, i suoi allievi, bene o male, riescono a ottenere una
interpretazione più decente (più vicina all’essenza reale del brano,
cioè come giusto che sia). Il Maestro Brollo diceva sempre che la
musica di Chopin oggigiorno viene interpretata “in maniera troppo
femminile”, invece, secondo me, la terminologia più adatta non è
quella (perché il termine “femminile” dovrebbe indicare, in teoria,
maggior sensibilità… invece il suono metallico e la dinamica piatta non
calzano al termine), ma bensì “in maniera lgbt”, disgraziatamente.
Chopin era un uomo triste, depresso e stufo della vita, che poi fosse
anche debole fisicamente non vuol dire effemminato. Aveva un
caratterino mooolto fumantino, in stile meridionale (come i terroni).

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2. Antonio Piricone: Filisteo. Sfortunatamente, il Maestro è
caratterizzato da ipocrisia e poca professionalità (passa più tempo al
bar e a fumare che in aula, praticamente). Comunque, dal punto di
vista umano è accettabile. Inoltre, ci si può intrattenere per ore a
chiacchierare con il Maestro. Prima dell’emergenza (a)pandemica era
molto caloroso (salutava i suoi allievi persino con i baci sulle guance),
dopo è cambiato radicalmente, le vicende (a)pandemiche lo
segnarono moltissimo.
Passai anche bei momenti con il Maestro Piricone, un giorno venne
persino a cenare a casa mia, mio papà si intrattenne a chiacchierare e
a bere vino con il Maestro, al punto che il Filisteo Piricone divenne
brillo, gli bastarono due bicchieri di vino rosso. Come insegnante, è
terribile, sciaguratamente. Impossibile realizzare anche solo una
lezione, non accetta diteggiature, tempo, articolazioni, eccetera, che
non siano come impone lui. Naturalmente, con gli allievi ubbidienti
tutto fila liscio.
Mi scrivevo spesso con il Filisteo via WhatsApp, scrivevo liberamente
tutto ciò che pensavo sul Conservatorio, sui docenti, sulla mafia e
corruzione interna, eccetera. Ovviamente, erano messaggi molto
“compromettenti”. Purtroppo, il giorno che gli dissi scherzosamente
che doveva recitare meno il ruolo della “femminuccia”, non volle più
saperne nulla di me e chiese il mio trasferimento di classe. A quel
punto, quale “buona” persona che è, decise di mandare le nostre chat
al Filisteo Zago. Ma non integralmente, perché c’erano anche
messaggi compromettenti suoi. Mandò soltanto i miei messaggi
compromettenti. Questo atteggiamento è stato da parte sua
profondamente vigliacco, irrispettoso, infantile e codardo.
3. Walter Roccaro: Filisteo. Da quello che so su Roccaro, sul suo modo
di insegnare e per i 2 anni di assenza (compromettendo gli studenti
della sua classe, perché dal 2020 era già detentore di una cattedra a
Como), lo categorizzo come Filisteo, ma visto che non lo conosco di
persona, non posso esprimermi ulteriormente.

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4. Daniele Manusardi: Filistea e Compagna della Lega di David. Il
Maestro ha avuto modo di perfezionarsi in Germania, per cui ha
assorbito molto la mentalità sassone, cioè quadrata. So, da alcuni suoi
allievi, che le piace imporre tutto (dalle diteggiature al fraseggio, dalle
dinamiche alla seduta… e tanto altro). Proprio come alcuni Filistei
dell’Ottocento. Comunque, come persona è molto garbata e
organizzata. Riesce a stabilire un rapporto didattico più proficuo con
gli allievi maschi. Le piace parlare anche di erboristeria. Non la
considero Filistea del tutto, perché, comunque, ho avuto modo di
notare che è un’insegnante molto paziente e con buoni propositi,
nonostante abbia la mentalità fortemente quadrata (tedesca).
5. Alexander Romanovsky (non insegna più a Como): Compagno della
Lega di David. È stato mio Maestro nel 2021. Venni assegnato alla
classe del detentore della cattedra, Walter Roccaro (assente per 2
anni. Assurdo vero? Soltanto in Italia accadono queste vicende).
Roccaro non poteva ancora prendere servizio perché già direttore al
Conservatorio di Palermo. La domanda è: perché un docente si
assicura una cattedra quando ancora non può lasciare il suo posto di
direttore? La priorità per questo docente è la cattedra e non la
formazione degli allievi, evidentemente. Sorge spontanea un’altra
domanda. Perché puntare a una cattedra al Conservatorio di Como?
Si dice che sia il “trampolino di lancio” per arrivare al Conservatorio
di Milano, a cui ambiscono moltissimi insegnanti, costoro credono
che possa attribuire loro ulteriore prestigio. Durante il periodo 2020-
2022 ci furono, quindi, due supplenti, Romanovsky e Christian Leotta.
Anche qui, qualcuno mi deve spiegare se sia normale che in un Istituto
(che si vanta pure dello slogan “Alta Formazione Artistica e Musicale”)
possa accadere che da novembre 2020 fino a metà febbraio 2021 e
da novembre 2021 fino a metà gennaio 2022 gli studenti di una classe
rimangano senza insegnante. Ovviamente, il Filisteo Zago, grande
irresponsabile, diede la colpa al Ministero dell’Istruzione a Roma,
quest’ultimo non dava il via libero per scorrere le graduatorie di
istituto, in quanto doveva ancora assegnare i posti ai docenti presenti
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nella graduatoria nazionale. Ma nulla impediva al Filisteo Zago di
spartire temporaneamente quegli studenti nelle classi degli altri
docenti. Perciò affermo che il Filisteo Zago è irresponsabile quanto il
Ministero dell’Istruzione.
Il Maestro Romanovsky è una persona squisita, non ha mai imposto
le sue idee interpretative, era sempre molto disponibile, dolce ed
empatico con tutti i suoi allievi. Mi ricordo che tutte le studentesse
impazzivano per lui, sentivo sempre parlare del Maestro nei corridoi,
tutte le studentesse, quando parlavano tra di loro, si riferivano a lui
per nome (Alexander). Romanovsky era così ben voluto che ci furono
persino alcuni episodi molto teneri, come quello in cui una pianista,
che doveva eseguire la prova finale di strumento (stava concludendo
il triennio) si mise a piangere immediatamente dopo l’esecuzione,
perché mi disse che “aveva fatto una figuraccia davanti a
Romanovsky”, dovetti consolarla per qualche minuto prima che
tornasse a sorridere. Ovviamente, il Maestro non venne mai a
conoscenza di questo episodio.
Il Maestro decise di trasferirsi di Conservatorio, perché, essendo
supplente, il suo posto era quasi sempre a rischio fino al
gennaio/febbraio dell’anno solare successivo (periodo nel quale Zago
faceva scorrere le graduatorie interne per la ricerca del supplente,
dopo il via libera del Ministero). Il Filisteo Roccaro (il detentore della
cattedra), in questo modo, ha fatto perdere un sacco di tempo
prezioso agli allievi. Due anni è durato questo circo! Ma, in realtà,
c’erano anche altri due fattori per i quali il Maestro Romanovsky
decise di trasferirsi. Un giorno, nel settembre 2021, Zago mi fece
capire che Roccaro, forse, avrebbe potuto prendere servizio a Como
(anche se era ancora direttore al Conservatorio di Palermo, ma mi
sembra strano, perché non poteva lasciare il posto di direttore in
carica, infatti, per questo motivo, non capisco perché Zago mi abbia
detto ciò) ma nulla era ancora sicuro, allora informai immediatamente
il Maestro Romanovsky. Quindi, il Maestro si fece proattivo e cercò un
nuovo posto, lo trovò presso il nuovo Istituto Musicale di Reggio
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Emilia (paritario ai Conservatori). Però, il fattore più importante di
tutti che lo spinse a lasciare il Conservatorio di Como fu proprio
l’ottusità del Filisteo Zago, il Maestro Romanovsky voleva più tempo a
disposizione per impartire le lezioni e per recuperare le assenze, il
Filisteo Zago non volle mai concedergli altro spazio. Il Maestro era
furioso e stanco dei modi freddi e cinici del malvagio Filisteo Zago. Il
vigliacco di Zago ebbe pure una bella faccia tosta: si arrabbiò
moltissimo quando seppe del trasferimento di Romanovsky, non
riusciva a spiegarsi perché Romanovsky l’avesse deciso a ultimo
momento senza preavviso, ma è evidente, ormai, che quest’uomo,
così spregiudicato, non si ponga mai le domande giuste… ovvero su
sé stesso. Se così facesse avrebbe già capito che è egli stesso la vera
rovina del Conservatorio. Ovviamente, il Filisteo Zago non vuole
perdere i suoi privilegi, guai a cedere la poltroncina.
6. Vittorio Rabagliati (non insegna più a Como): Filisteo e Compagno
della Lega di David. Il Maestro sta, come Mimmo Innominato, con un
piede in due scarpe. Da un lato è molto buono e comprensivo,
dall’altro, è un po’ipocrita e vigliacco. Nel 2021 ci fu una situazione un
po’particolare che venne a galla. Una sua allieva, che si era appena
trasferita di Conservatorio, frequentava una insegnante privata da
tutta la vita, che l’ha seguita parallelamente ai docenti di strumento
dei Conservatori. Rabagliati era perfettamente a conoscenza della
situazione, malgrado ciò, accettò senza esitazioni e la prese come
allieva. Subito dopo, però, costui iniziò a polemizzare la situazione, si
temette che la polemica arrivasse alla direzione. A quel punto,
proposi il mio aiuto alla pianista. L’idea era che cambiasse classe,
passando a quella del Maestro Romanovsky. Misi in contattato,
perciò, la pianista con Romanovsky. Il Maestro avrebbe avuto spazio
per prenderla. Purtroppo, il cambio non fu possibile, Zago non
acconsentì, ovviamente. Alla fine, Rabagliati, comunque, dovette
mandare giù il boccone amaro. La pianista mi raccontò che costui la
insultò pesantemente, mandandola “a quel paese” per la situazione

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creatasi. Poi, però, poté seguire tranquillamente le lezioni con
Rabagliati senza avere più alcun tipo di problema.
Per il resto, Rabagliati era abbastanza buono e alla mano. Un altro
fatto che non ho mai approvato del Maestro: durante gli esami di
pianoforte chiacchierava sempre ad alta voce con i colleghi,
fregandosene altamente se disturbasse o meno l’esecutore.
7. Pier Francesco Forlenza (non insegna più a Como): Filisteo e
Compagno della Lega di David. Innanzitutto, lo considero Compagno
della Lega di David, perché ha sempre detto che il posto in cui si
ammazza la musica è proprio il Conservatorio (aneddoto simile a
quello del pianista Stefano Bollani); lascia sempre molta liberta
interpretativa all’allievo, lo spinge sempre a trovare la propria
personalità e riesce ad aiutarlo concretamente, sia nella tecnica, sia
nell’interpretazione. Questo grazie anche al fatto che è un artista
marziale, questo fattore lo rende più aperto mentalmente, secondo
me.
Però, non è tutto rose e fiori. Il Maestro, purtroppo, ha un lato
mooolto italiano, ovvero… il padrinato. Nell’aprile 2020 fu previsto un
concerto al Teatro Sociale di Como dedicato alle Sonate per
Pianoforte di Beethoven, eseguite da alcuni allievi del Conservatorio.
Ci fu una preselezione, ci presentammo in 6, di cui 3 per la sonata Op.
2 No. 3 di Beethoven (Pietro Nicolaci, Luca Poncia e io). Forlenza era
abituato a favorire i suoi allievi e a convincere i suoi colleghi a
selezionarli (chissà in cambio di che cosa?). Il suo pupillo era Luca
Poncia, abituato a prevalere in queste preselezioni. Pietro Nicolaci,
pure suo allievo, non poté presenziare alla preselezione in quanto
aveva la febbre. Per cui eravamo solo in due. Iniziai io, l’esecuzione fu
molto buona tecnicamente (musicalmente non ero convinto al 100%,
ovviamente oggigiorno, dopo tre anni, con l’esperienza accumulata,
avrei interpretato diversamente la Sonata), mi ricordo che, quando
arrivai al quarto movimento, alle prime battute, vidi con la coda
dell’occhio sbalzare su dalla sedia Forlenza, rimase in piedi fino alla
fine della Sonata. Questo perché il brano era perfetto tecnicamente,
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non avevo alcun problema tecnico a eseguire la serie di accordi
ascendenti in velocità. In quel momento pensai “chissà, forse si è
sbalzato su dalla sedia, perché preoccupato per il suo allievo, magari
non allo stesso livello tecnico”. Non mi sbagliavo, rimasi ad ascoltare
l’esecuzione di Luca dal corridoio, Luca suonò malissimo sia
tecnicamente che musicalmente.
In giuria erano presenti i 5 docenti dell’epoca (Brollo, Piricone, la
Manusardi, Rabagliati e Forlenza). Piricone mi raccontò ogni dettaglio,
i docenti riconobbero la mia superiorità tecnica e musicale in quel
momento rispetto a Luca. Visto che Forlenza era abituato a far
passare esclusivamente il suo pupillo, e la mia esecuzione interruppe
questa consuetudine mandandolo in cortocircuito, chiese ai suoi
colleghi una proroga di un mese, esclusivamente per la Sonata in
questione (e non per le altre), giustificando i suoi allievi, il primo
perché aveva la febbre, il secondo perché che aveva avuto poco
tempo per prepararla, affermando che entrambi erano liceali (io,
invece, potevo dedicarmi a studiare il pianoforte a tempo completo,
in quanto avevo finito l’anno prima il liceo). La Manusardi e Rabagliati
furono i primi ad accettare la proposta di Forlenza; la Manusardi,
perché pensava che il mio Beethoven fosse “troppo barbaro e
orchestrale” (cioè come giusto che sia, in realtà), mentre Rabagliati,
perché amico di Forlenza (non diede alcun altro valido motivo,
secondo Piricone). Brollo e Piricone, essendo in minoranza, dovettero
accettare la decisione. Quindi, Forlenza lo categorizzo anche Filisteo
in quanto “mafiosetto”.
8. Alessandro De Curtis (non insegna più a Como): Super Filisteo.
Conobbi il Maestro nel 2015, quando avevo 16 anni (quasi 17),
quando fui ammesso al corso pre-accademico. Premetto che devo
moltissimo a De Curtis, ma questo solo grazie alle sofferenze che mi
ha fatto passare. Mi fece studiare una quantità sterminata di brani in
un anno (per l’età che avevo), perché considerava (e aveva ragione)
che avevo dei buchi formativi. In quell’anno, mi fece studiare brani
basici che non avevo mai studiato. Mi fece studiare di colpo quasi
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tutte le invenzioni a due e a tre voci di Bach, quasi l’intera opera 299
di Czerny, 4 sonate (due di Mozart e due di Haydn), 4 romanze “senza
parole” di Mendelssohn e 1 arabesque di Debussy. Era molto
esigente. In quel periodo, non avendo ancora acquisito un buon
metodo di studio, fu una sfida micidiale. In media studiavo 4 ore al
giorno in quel periodo, grazie a lui fui costretto a raggiungere le 8 ore
al giorno (infatti dovetti trascurare moltissimo lo studio del liceo).
Quasi sempre, i brani non erano pronti nei tempi che voleva lui, perciò
si arrabbiava moltissimo, ho ricevuto tantissime sgridate dal
Maestro… prima di entrare a ogni lezione sentivo sempre una
pressione al petto che svaniva appena finiva la lezione, era l’ansia. Il
Maestro, in più, imponeva la propria interpretazione allo strumento,
mi ribellavo molto in merito a ciò, quindi, a poco a poco, il Maestro
iniziò a nutrire antipatia nei miei confronti fino al punto che culminò
in vigliaccheria. Tre settimane prima dell’esame dell’anno di prova, De
Curtis si imbestialì e decise di cambiarmi il programma d’esame, in tre
settimane dovetti studiare una nuova invenzione, una nuova sonata,
una nuova romanza e un nuovo studio. Purtroppo, in quel periodo,
non fui in grado di studiare tutti quei brani in così pochi giorni. Venni
perciò bocciato e dunque espulso dal corso pre-accademico. Ricordo
ancora la gioia che provava De Curtis, non dimenticherò mai il
sorrisetto che aveva mentre mi diceva che ero espulso per non aver
superato l’esame.
Qualche mese dopo, nell’ottobre 2016, ebbi come docente di armonia
Mimmo Innominato al liceo musicale, con il quale parlai della mia
esperienza con De Curtis… il Maestro Innominato mi disse che avrei
dovuto parlarne con la direzione nei giorni successivi immediati
all’esame, perché De Curtis era conosciuto per attuare in quel modo
con gli allievi a lui non simpatici… così facendo non sarebbe finita in
quel modo (cioè con l’espulsione). In più, mi disse che se fosse dipeso
dalla volontà sua e di Balzaretti (all’epoca direttore del Conservatorio)
De Curtis non sarebbe durato neanche un mese, purtroppo, però, non
si poteva fare niente a riguardo. Mimmo mi disse una frase che non
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dimenticherò mai: “quando uno diventa insegnante con cattedra in
un Conservatorio, non si può più farlo fuori, perché è diventato alla
pari di un prete”, in quel preciso momento la docente di filosofia del
liceo stava passando per il corridoio, sentendo la frase pronunciata
dal Maestro, rimase incredula e spalancò gli occhi in un modo
indimenticabile.
In conclusione, De Curtis è terribile sia dal punto di vista didattico che
umano, ma grazie a questo povero disgraziato ho perfezionato
moltissimo il mio metodo di studio. È uno dei pochi Super Filistei a cui
devo tantissimo dal punto di vista formativo, malgrado le sofferenze.
Fortunatamente, si trasferì al Conservatorio di Milano nel 2018,
l’anno precedente alla mia ammissione al triennio, altrimenti l’avrei
ritrovato in commissione e sarebbe stato un momento decisamente
nefasto.
9. Mario Patuzzi (non insegna più a Como, in pensione dal 2018, se non
erro): Compagno della Lega di David. Ricordo bene quando il
Maestro bussava alla porta dell’aula in cui De Curtis impartiva le
lezioni, l’aula 5. Era una scena molto buffa, perché quando il Maestro
Patuzzi bussava alla porta e sporgeva la testa, iniziavano a darsi del
“Lei” tra loro con un tono tutto particolare, in stile molto “british” e
parlavano in codice. Sembravano due tipiche vecchie allegre comari
inglesi mentre bevono il tè assieme.
Il Maestro era molto paziente ed empatico. All’esame, quando venni
bocciato, mentre De Curtis sorrideva come un imbecille, il Maestro
Patuzzi era sconvolto e mortificato per la situazione, prese le mie
difese a tal punto che per qualche istante riuscì a far levare il
sorrisetto dalla faccia a De Curtis. Purtroppo, il Maestro non
preparava benissimo gli allievi dal punto di vista tecnico, ma forniva
loro un ottimo metodo di studio. Dal punto di vista musicale riusciva
anche a dare molto.
10. Christian Leotta (non insegna più a Como): Filisteo e Compagno della
Lega di David. L’ho avuto come insegnate per poco tempo, per circa
un mese, perché a fine febbraio del 2022 decisi di abbandonare il
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Conservatorio. Nonostante abbia trascorso pochissimo tempo con il
Maestro, notai buona volontà e disponibilità. Non imponeva mai
nulla. Era molto tranquillo. Aveva sempre uno sguardo perso, lo
trovavo buffo.
Aveva un ego colossale per quanto concerne la musica di Beethoven.
Gli dicevo che stavo studiando tutte le sonate di Beethoven, egli mi
rispose che dovevo fare “con molta calma”, perché avevo tutta la vita
davanti (peccato che egli le abbia studiate tutte già a 22 anni di età).
Quest’uomo ha la tipica mentalità che gli allievi non devono superare
il Maestro (sé stesso, in questo caso).
Inoltre, non mi piaceva un altro fattore molto importante. Non aveva
personalità sia artistica, sia didattica. Diceva sempre che gli studenti
dovevano ascoltare in internet le interpretazioni dei musicisti che più
apprezzavano e imitarli. Assurdo. Alla faccia della didattica, della
cultura e dell’importanza del singolo individuo!
11. Ugo Federico (non insegna più a Como): Compagno della Lega di
David. Conobbi il Maestro nel 2015, stette in giuria all’esame di
ammissione al corso pre-accademico assieme a De Curtis e a Patuzzi.
Persona molto carismatica, molto paziente. Era molto devoto
all’insegnamento.
Tutti i suoi allievi si sono sempre trovati benissimo, hanno sempre
speso solo belle parole nei suoi riguardi. Potei ascoltare, da fuori la
porta, 2 o 3 lezioni tenute dal Maestro, sentii che dava molta
importanza alla personalità artistica di ogni suo allievo, cercando
sempre di coltivarla e incentivarla.
12. Renato Principe (non insegna più a Como): Compagno della Lega di
David. Il Maestro è figlio del noto musicologo Quirino Principe. È una
persona molto alla mano e paziente. Con il Maestro ho tenuto le
lezioni di Letteratura Pianistica dalla fine del 2021 all’inizio del 2022,
gli argomenti delle sue lezioni furono: le Sonate di Beethoven e
all’opera per pianoforte di Schumann. Le lezioni erano improntate
molto sull’ascolto, avrei preferito che approfondisse un po’di più le
vicende storiche ed estetiche, ma, alla fine, le sue lezioni sono state
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soddisfacenti. Ricordo bene quelle lezioni. Tutto sommato ho buoni
ricordi del Maestro.

Pratica e Lettura Pianistica:


1. Lidia Cremona: Compagna della Lega di David. Non ho mai avuto
modo di vedere con i miei occhi il modo di condurre le lezioni del
Maestro. So che era molto apprezzata dagli allievi, molto paziente e
perspicace. Ho potuto vedere con i miei occhi, invece, il suo lato
umano, è una gran chiacchierona, ha sempre uno sguardo molto
vivace e parla sempre con molta enfasi. Saluta sempre tutte le
persone che incrocia nei corridoi (e questo, purtroppo, al giorno
d’oggi, è diventato inusuale).
2. Carlo Balzaretti (non insegna più a Como): Filisteo e Compagno della
Lega di David. Nonostante quest’uomo abbia commesso tante
vergogne (che ho già elencato nella prima parte del Saggio (i casi di
corruzione, conflitti di interessi, favoritismi, abuso di ufficio,
eccetera)), essendo stato molto carismatico e alla mano
(umanamente parlando), voglio concedergli spazio anche nella Lega
di David. Perché dal punto di vista didattico non era per niente male,
come insegnante era molto astuto. Ho ricevuto, in alcune occasioni,
alcuni suggerimenti, soprattutto sul rilassamento del corpo.
Possedeva una vasta cultura chiropratica, attuò alcune manovre su di
me, fu un’esperienza molto interessante.
Ricordo un episodio molto divertente, accaduto nel febbraio 2020 (gli
piaceva fare umorismo, sempre): mi trovavo nell’aula 3 assieme al
Filisteo Piricone e a una cinesina (sempre allieva di Piricone), la
cinesina era molto raffreddata, ma comunque si stava preparando per
uscire dall’aula, a quel punto Balzaretti entrò per parlare con Piricone.
Appena uscì la cinesina, Balzaretti spalancò tutte le finestre dicendo:
“facciamo uscire tutto il coronavirus che ha portato questa gentile
signorina”. Piricone e io scoppiammo a ridere, ci uscirono persino le
lacrime dagli occhi.

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3. Lucia Bucciarelli (non insegna più a Como): Filistea. Ho conosciuto il
Maestro attraverso una conferenza Zoom. Fu Presidente della
sedicente commissione di disciplina del Conservatorio istituita
appositamente per me (assurdo vero?! Ma fu proprio così,
disgraziatamente). Il problema, come sempre, fu causato dalla
vicenda “certificati verdi”. Il vigliacco e criminale di Zago, dopo avermi
reso amarissime diverse giornate e avermi inflitto un “provvedimento
disciplinare” autonomamente, approfittò, di nuovo, della sua carica
per infliggermi un secondo “provvedimento”, attraverso apposito
decreto direttoriale!!! Aberrante!!! Un vero miserabile e codardo… se
questo è un uomo. Questo “grazie” alla commissione che si formò
appositamente per sentenziarmi. Il fatto più curioso fu che il Filisteo
mi citò assieme alla pseudo presidente della sedicente commissione
di disciplina, appunto la Filistea Bucciarelli, il 18 ottobre 2021 alle ore
21, via conferenza Zoom. Venni a conoscenza, successivamente,
grazie alle email ricevute dal Filisteo Zago, che la sedicente
commissioni di disciplina (o commissione della “briscola”) si riunì il 13
ottobre, cioè ben 5 giorni prima di essere ascoltato, per emanare la
“sentenza”. Quindi, questi vigliacchi “sentenziano” ALL’UNANIMITÀ le
persone senza neanche prima ascoltarle. Si deduce che a queste
persone piace il modello dittatoriale cinese; costoro, evidentemente,
si sono “cinesizzati” alla perfezione. Ma chi furono i “luminari” che
composero la sedicente e ridicola commissione di disciplina? La
Filistea Bucciarelli; la Filistea Calderoni; il vero responsabile della
biblioteca, il Signor Luigi Monti (soprannominato “Signor Papillon” e
“Signor Saint-Saëns”. Il primo soprannome è dovuto al fatto che
indossa sempre, tutti i giorni, un papillon; il secondo è dovuto al fatto
che somiglia incredibilmente al sommo compositore francese), dico il
“vero responsabile della biblioteca” perché l’effettivo bibliotecario,
Marcoemilio Camera, non svolge mai il suo lavoro, preferisce
delegarlo agli altri (per costui la vita è comoda in questo modo); e due
studenti: Daniela Dominioni e Mattia Olgiati (designati dalla Consulta
degli Studenti: cioè da Davide Dell’Oca, lo studente borioso, zulù e
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leccapiedi di Zago). La Bucciarelli e la Calderoni sono, ovviamente,
marionette di Zago; Luigi Monti, che è un uomo d’oro, probabilmente
fu catapultato da Zago nella pseudo commissione per qualche oscuro
motivo (ormai ho ampiamente descritto il modo di agire di Zago, per
cui è facile dedurne il fine, a buon intenditor poche parole); i due
studenti non li conoscono, presumo siano, semplicemente, degli
ingenui, ma a volte “a pensare male si fa peccato, ma spesso si
indovina” (come diceva il politico corrotto e criminale Andreotti,
protetto dallo stato mafioso italiano). La sedicente commissione
esaminò la documentazione: lesse alcune mie email indirizzate a Zago
e anche le cronache scritte (da Zago) di un episodio, nel quale, il
Filisteo Zago chiamò i carabinieri, perché non volli esporre il deleterio
“certificato verde” (tra l’altro, in quell’episodio, arrivarono persino 4
pattuglie, fu una scena veramente ridicola, veder arrivare 8 pagliacci
(gli sbirri) per una situazione del genere era il “top”. Dovrebbe essere
di una vergogna inaudita per lo Stato italiano… ma si sa, lo Stato
italiano è uno Stato di codardi… gli sbirri stessi sono “deboli con i
forti” e “forti con i deboli”). Tutto ciò fu sufficiente per ritenere che la
richiesta di Zago (ovvero di infliggermi il “provvedimento
disciplinare”) fosse fondata, dunque, la sedicente commissione emise
la “sentenza”. Il provvedimento, anche in questo caso, prevedeva,
semplicemente, “un richiamo scritto formale” attraverso apposito
decreto direttoriale (emanare un decreto… assurdo; il miglior modo
di un direttore per perdere tempo).
La Filistea Bucciarelli, durante la conferenza tenuta il 18 ottobre, non
fece altro che scuotere la testa quando mi difendevo dalle accuse del
Filisteo Zago. La Filistea mi osservava come se fossi un pazzo; notavo,
attraverso il suo sguardo e linguaggio del corpo (braccia conserte),
una palese diffidenza verso ogni mia parola. Il Filisteo Zago intanto, in
barba a ogni forma di rispetto durante la conferenza, cercò diverse
volte di umiliarmi. Ripeteva come un disco rotto che fossi un
“bluffatore”. Chissà, forse costui si sarà visto allo specchio prima di
affermare ciò. La Filistea Bucciarelli ascoltava con attenzione ogni
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parola del Filisteo, annuendo con la testa, proprio come i pupazzetti
con le teste dondolanti per i cruscotti delle automobili. Per di più, se
non bastasse, a fine conferenza la Filistea Bucciarelli decise di
prendere parola soltanto per difendere il Filisteo Zago dalle mie
“accuse” (l’avevo accusato, giustamente, di essere una persona cinica
e disumana).
Come insegnante, seppi che ha molta pazienza con gli alunni, ma è
molto dogmatica, infatti per questo gli allievi preferivano il collega
Alessandro Aletti.
4. Alessandro Aletti (non insegna più a Como): Compagno della Lega di
David. Lo conosco di vista, non ho mai avuto modo di chiacchierare
con il Maestro, ci salutavamo, semplicemente, nei corridoi. Molto
educato.
Diversi alunni che svolsero con lui le lezioni di pianoforte
complementare (ora “pratica e lettura pianistica”; titolo composto da
parole più suggestive, ma si sa, la società occidentale procede ormai
in questa direzione, con un linguaggio sempre più “politicamente
corretto” e con la tendenza a impressionare maggiormente) mi hanno
sempre parlato solo bene del Maestro Aletti.
Il Maestro lasciava che ogni allievo coltivasse la propria personalità
musicale al pianoforte. Posso dire che è sempre riuscito a ottenere
ottimi risultati anche con gli allievi più negati. Tutti gli allievi del
Maestro alla fine dell’anno riuscivano a “strimpellare” sì e no qualcosa
di accettabile.

Pratica Organistica e Canto Gregoriano:


1. Luca Bassetto: Filisteo. Dal punto di vista della persona, il Maestro è
molto educato e tranquillo, di poche parole.
Conobbi il Maestro nel novembre 2019, volevo svolgere il debito di
armonia con lui, in quanto sapevo alla perfezione, già da allora, che il
Filisteo Scaioli era troppo “commerciale” (quindi anche superficiale)
nell’insegnamento.

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Perciò, entrai nell’aula 12 e conobbi il Maestro Bassetto; mi ricordo
che vidi un anziano Signore (in realtà non era così avanti con l’età,
all’epoca aveva solo 62 anni, ma li portava veramente male), non lo
vedevo molto lucido. Quel giorno fummo in tre soltanto (il Maestro,
un chitarrista (di cui dimentico sempre il nome) e io), il Maestro iniziò
a realizzare alcuni bassi armonici con il chitarrista, successivamente
con me. Dai primi minuti notai, attraverso il suo modo di parlare e
spiegare l’armonia, le sue chiusure mentali tipiche dei Filistei. Quando
arrivò a me, realizzai alcuni bassi e dopo 2 minuti mi disse: “Non posso
seguirti, hai un livello di armonia troppo scadente, prova ad andare
da Scaioli, lui prende le persone che hanno il tuo livello di armonia,
inoltre, è più facile passare l’esame con lui”. Rimasi profondamente
sconcertato da quelle parole, non immaginai mai che un insegnante
potesse arrivare a dire ciò.
Allora, deluso, uscii dall’aula e cercai un altro docente per tenere le
lezioni di armonia; purtroppo, trovai posto soltanto presso la
decadenza: da Scaioli.

Sassofono:
1. Franco Brizzi: Super Filisteo. Quest’essere è un vero balordo. Una
delle persone più maleducate che abbia mai conosciuto.
Un giorno, verso novembre/dicembre 2021, feci tardi a una lezione di
accompagnamento pianistico e così, per evitare l’ulteriore ritardo,
corsi su per le scale, in quanto l’ascensore dell’ala “nuova” era rotto
(non è più stato riparato da allora), naturalmente, non indossavo la
museruola, innanzitutto perché, come ho già spiegato, non riuscivo a
respirare (meno ancora durante una corsa su per le scale) e poi perché
la trovavo (e la trovo tuttora) un simbolo di sottomissione. Il Filisteo
Brizzi, appena mi vide arrivare nell’atrio del secondo piano dell’ala
“nuova”, iniziò a sbraitare, dicendomi: “tu, povero disgraziato,
egoista, irresponsabile, maleducato e insensibile, indossa la
mascherina immediatamente!”. Gli spiegai che non riuscivo a
respirare, a quel punto, il Filisteo iniziò con le volgarità, dicendo
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(riporterò con esattezza tutto ciò che disse, termini triviali compresi):
“Non me ne frega un ca***, tu adesso la indossi, altrimenti finisce
male, vedrai, ti farò la vita impossibile, te la farò pagare, avviserò
Zago, tutti i miei colleghi, le bidelle e se necessario anche la polizia!
Ma già ti ho visto altre volte senza averla addosso, chi ti credi di
essere! Si nota che sei una persona un po’particolare, perciò a
maggior ragione dovresti indossarla!”.
Ovviamente questo “insegnante” (le virgolette sono d’obbligo) stava
delirando. Vista la situazione, gli dissi che la sua aggressività e
trivialità erano di una vergogna inaudita. In quel momento, dopo una
breve “resistenza”, perché ho provato pietà per il Filisteo, decisi di
indossarla (solamente coprendo la bocca) per farlo calmare. Il Filisteo
Brizzi se ne andò abbastanza contento per il “risultato” ottenuto
(ridicolo)… appena se ne andò, però, tolsi immediatamente la
museruola, ovviamente.
Successivamente, parlai dell’accaduto con alcuni docenti e studenti di
mia fiducia raccontando loro l’accaduto, rimasero tutti stupiti.
Scoprii che, come insegnante, il Filisteo Brizzi, è alla pari della sua
educazione incivile (ma in realtà, lo avevo intuito già dapprima,
ascoltando suonare lui e i suoi allievi).

Storia della Musica:


1. Chiara Sintoni: Compagna della Lega di David. Non conosco il
Maestro di persona, conosco però ciò che ha scritto, ha pubblicato un
libro mooolto interessante sui trattati pianistici minori dell’Ottocento
che ho letto (il libro è elencato nella bibliografia, più avanti). Inoltre,
ho sentito parlare bene del Maestro. Perciò ritengo di poter inserire
il Maestro nella Lega di David pur senza conoscerla (anche se non
posso avere la certezza assoluta in questo caso, visto che, appunto,
non la conosco minimamente).
2. Alessandro Zignani (non insegna più a Como): Compagno della Lega
di David. Forse è il Maestro più colto che abbia mai conosciuto. È tra
i pochi docenti che mi abbia trasmesso veramente qualcosa; i veri
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insegnamenti non si dimenticano mai. Grazie alla cultura del Maestro,
ho potuto prendere più coscienza sulla storia della musica,
soprattutto a favore dell’interpretazione musicale e dell’estetica
musicale. Se tutti i docenti fossero preparati quanto il Maestro
Zignani, sarebbe sensazionale; purtroppo, però, questo desiderio
rimarrà soltanto tra i miei sogni. Mi ricordo che, durante l’anno
accademico 2020/2021, svolsi il debito di storia della musica e il corso
monografico del triennio di storia della musica con il Maestro. Le
lezioni non erano in presenza in quel periodo, ma erano tutte online
(tranne quelle pratiche); il Maestro, essendo poco tecnologico e
abitando in montagna, aveva molta difficoltà con la sua connessione
internet. Perciò decise di registrare degli audio della durata di 15
minuti ciascuno, quattro alla settimana, e li inviava via WeTransfer.
Quindi, si scaricavano, si ascoltavano e si studiavano. Così erano
“strutturate” le lezioni del Maestro. Nonostante quella metodologia
didattica fosse pessima, quegli audio sono stati, in assoluto, gli
insegnamenti più proficui per il mio acculturamento storico-musicale.
Il giorno dell’esame, nel giugno 2021, noi studenti, lo aspettavamo
dentro l’aula coro; molti non conoscevano nemmeno la sua faccia, a
un certo punto si iniziò a percepire, dal corridoio, la voce del Maestro,
uno di ragazzi esclamò: “Ecco, sento la sua voce, finalmente lo
conosceremo, è lui, sta arrivando!”. Fu uno dei momenti più comici
della mia vita. Finalmente l’essere umano era tornato a usare l’udito
piuttosto che l’onnipresente vista, questo in parte grazie al contributo
didattico del Maestro Zignani.
Il Maestro è una persona molto mite, gli piace chiacchierare molto di
cultura, abbiamo parlato tanto di Schumann e della Lega di David (la
“Davidsbündler”). Le chiacchierate con il Maestro si svolgevano
sempre rigorosamente mentre fumava i suoi sigari (sì, sigari, non
sigarette). È un uomo di altri tempi dal punto di vista culturale, tant’è
vero che dice sempre di sentirsi vecchio (nonostante abbia “appena”
62 anni), comunque, il Maestro è sempre simpaticissimo.

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Di rilievo sono anche i suoi libri, soprattutto la biografia di Beethoven
che ha pubblicato nel 2020, che ho allegato in versione pdf alla
cartella.
3. Candida Felici (non insegna più a Como): Compagna della Lega di
David. Conobbi il Maestro nel novembre 2019, persona
simpaticissima e pazientissima. Fu la mia insegnante del primo debito
di storia della musica. Cercava sempre di rispondere a tutte le mie
domande. Il Maestro riteneva, molto allegramente, che spesso le mie
domande specifiche le procurassero forti emicranie, perché doveva
sforzare troppo il cervello, ma credo che si trattasse di uno scherzo. Il
Maestro diceva sempre: “La storia della musica non è fatta di
informazioni, di date, eccetera. Ma di comprensione. Le informazioni
storiche devono servire per comprendere meglio l’ascolto e per poter
interpretare e valutare la musica più consciamente. Di nulla serve
immagazzinare informazioni della storia se poi non si riesce
nemmeno a indentificare il periodo e i possibili compositori del brano
che si sta ascoltando”. Questo è un suo insegnamento fondamentale,
che non dimenticherò mai. Saggia donna.
Il Maestro Felici si attivò immediatamente quando vennero chiusi i
Conservatori nel marzo 2020. Dalla settimana successiva già svolgeva
le lezioni online, era molto organizzata. Mi ricordo che si scusava
quasi a ogni lezione online, perché sua figlia, all’epoca ragazzina,
spesso iniziava a urlare durante le lezioni, il Maestro era sempre in
profondo imbarazzo, comunque, le dicevo che non doveva
preoccuparsi, i bambini e i ragazzini si comportano in quel modo
sempre.
Come ho scritto nei ringraziamenti, il Maestro mi ha fornito, molto
gentilmente, alcuni dei testi presenti nella cartella, come il testo di B.
Cooper, il testo di E. R. Schmitz e il testo di R. Howat.
4. Marco Targa (non insegna più a Como): Compagno della Lega di
David. Non ho avuto occasione di vedere e ascoltare il suo modo di
insegnare; ci ho parlato poche volte, agli esami più che altro.

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Persona molto gentile, molto carismatico con gli studenti, insegnante
molto alla mano. Alcuni studenti che frequentavano le sue lezioni
ritenevano che il suo insegnamento fosse basato sui concetti.
Considerava importante l’ascolto; un metodo didattico molto simile a
quello del Maestro Felici.

Teoria dell’Armonia e Analisi:


1. Antonio Grande: Super Filisteo. Il Maestro, dal punto di vista umano,
è una persona squisita e disponibile. Il problema è la sua totale
alienazione verso la musica e la didattica. Non insegna, parla soltanto
per ascoltare sé stesso. Il fatto che assolutamente non mi va giù è la
sua incoerenza: promuove i cinesi che copiano davanti ai suoi occhi e
che, fra l’altro, non capiscono minimamente ciò che sta “insegnando”.
Nel frattempo, però, boccia gli allievi che capiscono di più e che non
copiano. Assurdo. Inoltre, mi ricordo che, quando il Filisteo Zago lo
nominò Maestro di letteratura pianistica, il Maestro Grande si
impuntò con l’analisi (nella prima parte del Saggio ho accennato a
grandi linee la vicenda). All’esame di letteratura pianistica, che era un
lavoro scritto, era richiesto scrivere le analisi di tre sonate (di
Schubert, Chopin e Brahms). La disciplina rimaneva sempre,
comunque, LETTERATURA PIANISTICA, per cui scrissi molto anche
sugli aspetti storici ed estetici. Il Filisteo Grande mi abbassò il
punteggio, perché disse che quella “roba” (come la definì) non era
richiesta e che fosse solo “intrusiva e perdi tempo”. Dire assurdo è
poco, ciò è surreale. Visto che al Maestro piacciono tanto i numeri:
parlando con gli studenti è risultato che il 100% degli allievi non capiva
niente di ciò che spiegava durante le lezioni di “analisi delle forme
compositive” e di ““letteratura” pianistica”; la percentuale scendeva
leggermente in “formazione musicale di base”, materia in cui sembra
essere leggermente più portato a insegnare.
Purtroppo, nel 2018 il Maestro è diventato direttore della Rivista di
Analisi e Teoria Musicale (RATM) e dal 2012 è membro del Gruppo
analisi e teoria musicale (GATM). È triste che la musica venga
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smembrata in questo modo, alienarla dagli altri aspetti è funesto. A
portare avanti questo progetto, in prima linea in Italia, è proprio il
Maestro Grande. Questa vicenda è un altro dei tanti tristi disastri
italiani.

Teoria, Ritmica e Percezione Musicale:


1. Luca Garro. Compagno della Lega di David. Il Maestro è molto
paziente e perspicace; tiene molto ai suoi allievi, è molto meticoloso
e fornisce tutto il materiale necessario agli allievi senza esitare.
Umanamente è una persona squisita. Mi ricordo alcune scene buffe
riguardo ad alcuni protocolli “di sicurezza” inerenti alle vicende
(a)pandemiche, il Maestro era troppo terrorizzato dal presunto
Corona Virus. Purtroppo, non sono stato molto corretto con il
Maestro, spesso arrivavo in ritardo alle lezioni, non svolgevo
interamente la marea di esercizi che lasciava per compito, non l’ho
mai avvisato della mia uscita dal Conservatorio. Avendo tanti pensieri
che mi scorrevano per la testa, ho completamente dimenticato il
Maestro Garro. Merita soltanto le mie scuse.
2. Bruno Raffaele Foti: Super Filisteo. Il Maestro l’ho conosciuto a fine
2015 quando frequentavo il corso pre-accademico. Era il supplente
della pluri-assenteista Carla Magnan. Mi ricordo che in quel periodo
ridevo ogniqualvolta sentivo pronunciare il cognome del Maestro Foti
(non avevo mai sentito quel cognome, che significa “luce”), bastava
aggiungere soltanto una o tre lettere per stravolgerne
completamente il significato.
Il Maestro ha un pessimo carattere, ha poca pazienza e ha
atteggiamenti rozzi. Esclude gli allievi meno bravi, concentrandosi
esclusivamente su quelli bravi. Quando gli allievi meno bravi osano
domandare qualcosa, perché non capiscono, il Maestro inizia a
sbraitargli contro immediatamente, in maniera triviale.
Costui ha scritto assieme al Filisteo Scaioli due libri, intitolati “Teoria
e Lettura Musicale”, in due volumi. Venduti al prezzo simbolico di 12
euro ciascuno. Ovviamente, chi volesse ottenere le versioni in pdf,
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completamente gratis, mi scriva. Per me, è una questione di principio.
Questi due vigliacchi lucrano vendendo i loro libri agli studenti (che
sono costretti ad acquistarglieli). Questa è la classe di docenti più
squallida che possa esistere sulla faccia questa terra. Un buon
docente non si comporta in questo modo, per principio. Per esempio,
il Filisteo Grande, il Maestro Felici, il Maestro Frattolillo e il Maestro
Zignani forniscono sempre GRATUITAMENTE tutto il materiale ai
propri allievi, anche i propri libri in formato pdf. No! Invece Scaioli e
Foti preferiscono guadagnare in modo poco etico e “truffaldino” (si
legga l’articolo 9 del codice etico del Conservatorio), ricordo, ancora
una volta, che Zago era perfettamente al corrente di questo fatto
ignobile. Il Maestro Foti è anche molto cocciuto (infatti,
curiosamente, la sua faccia mi ricorda quella dell’homo di
Neanderthal). Una volta gli spiegai il funzionamento del sistema
scolastico svizzero, essendo svizzero e abitandoci posso dire di
conoscerlo abbastanza bene. Egli disse che mentivo in quanto sua
figlia, che ha studiato a Zurigo, gli avesse raccontato che il sistema
scolastico svizzero funzionasse in un altro modo, simile a quello
italiano. Ciò è falso!!! Gli ribadii che non era come diceva sua figlia,
ma lui si arrabbiò moltissimo, proprio come un vero orco, diceva che
sua figlia ne sapeva più di me. A quel punto ci rinunciai… quando uno
ha la testa dura come il cemento non si può più fare nulla.
3. Vittoria Frattolillo: Compagna della Lega di David. Persona molta
carismatica e alla mano, tipico di ogni buon partenopeo. Frequentai
le lezioni di formazione musicale di base 1 online dal Maestro. Non ci
esercitavamo mai a realizzare i dettati, ci diceva di andare su YouTube
ad ascoltare i dettati dei Maestri Odone e Spiniello. Era molto
disorganizzata, venni bocciato sotto la sua “guida”. Malgrado ciò,
però, la considero Compagna della Lega di David, perché era
consapevole delle reali esigenze dei musicisti, capiva che la sua
materia risulta relativa, infatti faceva passare tutti i suoi allievi a patto
che i Filistei non fossero d’intralcio a sorvegliare. In ear training,
durante gli esami, raccomandava a tutti gli studenti di copiare. Una
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docente perciò molto comprensiva (qualcuno potrebbe obiettare che
si tratti di irresponsabilità. Ma bisogna tenere conto del fine. Uno che
vuole intraprendere la carriera concertistica ed è obbligato a studiare
materie superflue come questa, perde solo tempo (magari utili
soltanto per i futuri direttori di coro e/o orchestra)).
Fu il Maestro Frattolillo che mi incoraggiò a scansionare i libri di Scaioli
e Foti per condividerli con gli altri studenti (a proposito, come ho
scritto prima, lei stessa metteva a disposizione i suoi libri in formato
pdf gratuitamente, contrariamente ai Filistei Scaioli e Foti).
4. Antonio Scaioli: Super Filisteo. Uno dei massimi esponenti dei Filistei.
Come persona, è abbastanza alla mano, ma non gliene frega nulla dei
progressi degli allievi. È il tipico docente che sta a scaldare la sedia
soltanto per percepire lo stipendio.
Il Filisteo possiede l’orecchio assoluto, quindi, si trova in difficoltà a
preparare gli allievi per i dettati melodici, dice sempre che è tutto
“ovvio”. Ma per chi non possiede l’orecchio assoluto come lui, non è
per niente scontato la realizzazione dei dettati melodici.
Come ho già ripetuto più volte, costui assieme al Filisteo Foti lucrano
in maniera vergognosa e inappropriata. Ma Scaioli raddoppia
addirittura la posta. Obbliga i suoi allievi ad acquistare i libri dei suoi
colleghi-amici che hanno lavorato precedentemente al
Conservatorio; come Sergio Bianchi. Gli allievi sono costretti ad
acquistare due volumi di Sergio Bianchi per poi mai utilizzarli. Quindi,
il Filisteo fa lucrare anche i suoi colleghi-amici. Questo atteggiamento
è poco etico e nefasto.
5. Carla Magnan (non insegna più a Como): Filistea e Compagna della
Lega di David. È stata la mia prima insegante di teoria e solfeggio al
Conservatorio di Como. La considero Filistea in quanto irresponsabile
verso gli allievi, causando molte assenze e perdite di tempo, ma
questo, purtroppo, era dovuto a suoi problemi personali di salute.
Dall’altra parte, però, insegnava molto bene. Molto paziente e
carismatica.

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Violino:
1. Gianluca Febo: Compagno della Lega di David. Conobbi il Maestro a
fine 2020, quando provai, assieme a Sara Galasso, le due Sonate per
Pianoforte e Violino di Beethoven. Ricordo che il Maestro rimase
talmente affascinato dal modo in cui attaccavo gli accordi e gli arpeggi
del primo movimento della prima Sonata, che mi chiese di ripetere
diverse volte quei passaggi assieme a Sara (contrariamente al Filisteo
Scaioli, che provava disgusto a sentire gli accordi e gli arpeggi suonati
con quella sonorità piena e calda; ma è proprio così che va eseguita
la musica di Beethoven). Ma, il Maestro, non ancora pienamente
soddisfatto, volle provare le battute con me, era molto incuriosito dal
risultato che potesse uscire con il suo violino. Infatti, appena
provammo esclamò più volte: “Sì, sì, proprio così! Che figo [il
risultato]!”. Effettivamente, il risultato fu eccezionale, perché, in
aggiunta, il suo violino possedeva un suono magnifico. A quel punto,
però, Sara ci guardò fissamente negli occhi come per dire “va bene
ragazzi, vi siete divertiti, ora posso suonare anche io?”.
Il Maestro è veramente molto simpatico, molto allegro, molto
carismatico e tiene moltissimo ai suoi allievi. Come insegnante dedica
molto spazio all’interpretazione, la tecnica (come giustamente
dovrebbe essere) la considera al servizio della musica e mai scollegata
da essa.
2. Francesco Parrino: Filisteo e Compagno della Lega di David. Qualche
settimana prima di conoscere il Maestro, ogniqualvolta passavo dal
corridoio del primo piano (dall’aula 3 all’aula 10), sentivo sempre,
almeno una volta a settimana, che dall’aula 9 proveniva un forte
odore di disinfettante industriale, quasi come se qualcuno stesse
sanificando l’aula a fondo. A quel punto, visto che l’episodio si
ripresentava puntualmente ogni settimana allo stesso giorno e alla
stessa ora (si trattava dei giovedì mattina), iniziai a chiedere alle
bidelle cosa succedesse, mi dissero che il responsabile di ciò era un
insegnante ipocondriaco, proprio il Maestro Parrino. Qualche
settimana dopo, mi ritrovai a studiare nell’aula 9, era un giovedì
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mattina, a un certo punto qualcuno bussò alla porta ed entrò, era una
persona completamente mascherata, sembrava un sanificatore
cinese, con vari spray disinfettanti in mano, museruole, guanti, visiera,
camice protettivo, ecc. Appena mi vide disse: “Chiudi il pianoforte,
spalanca tutte le finestre (non chiese nemmeno per favore) e quando
esci indossa la mascherina! Ora l’aula tocca a me!” Non avevo ancora
capito che si trattasse del Maestro Parrino, perché non riuscivo a
distinguere nulla di quell’uomo, a causa di tutto quel materiale
sanitario che pervadeva il suo corpo, ma anche il fatto che mostrava
una corporatura esile e fragile, risultava facile scambiarlo
tranquillamente per uno studente ventenne, stavo dunque proprio
per “mandarlo a quel paese” per l’arroganza. Ma due secondi prima
che iniziassi a sbraitargli contro, intravvidi la custodia del suo violino
e notai in lui un colorito poco salutare della fronte, di colore giallastro
vecchio, allora capii immediatamente che si trattava del Maestro
Parrino. In quel momento pensai: “santo cielo, è lui allora, ora
capisco!” A quel punto, iniziai a dialogare con il Maestro Parrino, che,
nel frattempo, iniziò a sanificare tutta l’aula in maniera maniacale, con
disinfettanti super aggressivi che mi fecero girare la testa per qualche
minuto. Comunque, quando iniziammo a chiacchierare, il Maestro si
sciolse immediatamente e cominciò a chiedermi di dove fossi, gli
elencai tutte le mie origini (italiane, spagnole, svizzere, austro-
ungariche, tedesche, irlandesi e inglesi), ma lui, ancora non
soddisfatto, mi chiese: “No, no, sento qualcosa di familiare. Dove sei
nato e che lingua parli con i tuoi genitori?” Io gli risposi che nacqui a
Lima, in Perù e che in casa parlo spagnolo. Egli rispose: “Ah, ecco! Io
sono nato in Uruguay! Siamo vicini allora!” Io gli enunciai che pure
mio papà nacque in Uruguay, come lui. Allora, a quel punto,
iniziammo a conversare in spagnolo. Parlammo un po’della musica e
della cultura sudamericana. Poi lo salutai; mentre uscivo dall’aula mi
incrociai con un suo allievo, Leonardo Morosini, che mi guardò e
disse: “ora mi aspetta una lezione molto pesante…”, lo affermò
sbuffando, per denotare il suo profondo disagio.
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Purtroppo, il Maestro Parrino è troppo bacchettone e impone la sua
volontà agli allievi, spesso anche in maniera feroce e prepotente. Poco
flessibile dal punto di vista didattico. Per questo lo classifico anche
come Filisteo, ma in sé il personaggio è abbastanza simpatico.
3. Donatella Colombo (non insegna più a Como): Filistea. Persona
boriosa e maleducata. Nel 2020, in occasione del 250° anniversario
della nascita di Beethoven, come raccontai più dettagliatamente nelle
righe dedicate al Maestro Bracco, volli organizzare una serie di
concerti interni al Conservatorio, rivolti esclusivamente alle Sonate
per Pianoforte e Violino di Beethoven. Questo, con i violinisti che
frequentavano, al tempo, la disciplina di musica da camera.
Purtroppo, però, al Conservatorio di Como non si possono organizzare
eventi dal basso, tentai varie volte, ma ho ricevuto soltanto porte in
faccia; solo eventi che partono dall’alto (da Zago & Co.), e
rigorosamente sponsorizzati da enti esterni, trovano spazio nel
calendario (chissà se Zago & Co. abbiano conflitti di interessi con gli
sponsor? A buon intenditor poche parole). Comunque, dopo che
contattai due suoi allievi (Ludovico Carangi e Alice Cansirro), che
accettarono molto volentieri la mia proposta di progetto, sorse una
polemica surreale. Dopo che i due ragazzi confermarono la loro
disponibilità (circa nel luglio 2020), mi dissero che avrebbero
comunicato il fatto alla loro insegnante di violino (all’iniziò non capii
la necessità che avessero di avvisare la docente in quanto il progetto
sarebbe rimasto scollegato dalla materia di strumento principale). Lo
stesso giorno, alla sera, dopo aver finito di studiare il pianoforte,
riaccesi il cellulare e mi ritrovai 4 chiamate perse e 5/6 messaggi della
Filistea Colombo. Chiedeva di essere richiamata al più presto.
Ingenuamente credetti che la Filistea fosse entusiasta (magari fosse
stato così!). La richiamai all’istante, ero tutto contento, appena
rispose mi disse: “Buonasera Marcello, ti chiamavo perché i miei
studenti mi hanno informato del tuo progetto” e io: “Sì, buonasera
Maestro, è una sfida tosta, è stata una idea originale”, la Filistea mi
rispose, udite, udite: “No! Non puoi realizzare un bel niente, perché
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quel progetto l’ho ideato io prima di te! Chi ti credi di essere, non puoi
scavalcarmi! Ho già fatto approvare il progetto dal consiglio
accademico, in più, tu non puoi darti il lusso di eseguire la parte
pianistica delle 10 Sonate, neanche Michelangeli ci riuscirebbe!
Parlerò con il Maestro Valli, perché non ti faccia svolgere il tuo
progetto!”. A quel punto, sconcertato dalla rabbia della Filistea, le
risposi: “Maestro, il mio progetto sarebbe esclusivamente interno alla
disciplina di musica da camera e i relativi concerti sarebbero sempre
interni alla classe di musica da camera, per cui nulla a che vedere con
il Suo progetto, che è della Sua classe di violino”. La Filistea:
“Richiamami tra 3 giorni, parlerò appena possibile con la Valli e poi ti
farò sapere”. Nel frattempo, parlai con il Maestro Valli e le raccontai
l’accaduto, la Valli rimase sconcertata come me dalle frasi della
Filistea Colombo e disse di non preoccuparmi, perché avrebbe risolto
il problema alzando il telefono. La Valli mi richiamò il giorno dopo
dicendomi che la situazione con la Colombo si era chiarita. Il
problema fu il termine “progetto”. La Colombo, offuscata
dall’egocentrismo, appena sentì quel termine, non ragionò più e si
mise sulla difensiva. Due giorni dopo, comunque, la richiamai, sempre
intorno alle 20, e mi disse: “Buonasera Marcello, ora non ti posso
rispondere, perché ho degli ospiti in casa, sto servendo loro
l’aperitivo” e io: “Buonasera Maestro, va bene, non si preoccupi. Ci
sentiamo domani, buona serata”. Il giorno dopo la Colombo mi
richiamò e mi disse: “Buonasera Marcello, dopo aver parlato con la
tua insegnante di musica da camera ho finalmente compreso il fine
del tuo “progetto” e le tue intenzioni, ti chiedo scusa per la mia
impulsività. Potrai svolgere il tuo progetto tranquillamente, senza
alcun problema, con il Maestro Valli e se i miei studenti vorranno
potranno parteciparvi”. Io le risposi: “Buonasera Maestro; non si
preoccupi, immaginavo che ci fosse stato un disguido del genere,
grazie per la comprensione”. Poi ci salutammo e finì lì l’episodio.
Incuriosito dalla stravaganza della docente, mi informai e chiesi ai suoi
allievi come fosse il suo approccio didattico. Risultato: uguale o
97
peggio ai suoi modi altezzosi ed egocentrici (imponeva ai suoi allievi
la sua volontà, eccetera).
Comunque, evidenzio un lato positivo della Colombo, molto raro nella
maggioranza degli italiani, purtroppo. Ebbe l’onestà intellettuale (ed
educazione) di scusarsi per aver esagerato nei modi e per aver
frainteso le mie intenzioni. Personalmente non mi importano le scuse
delle persone in generale, non bado mai alle parole, ma ai fatti e alle
intenzioni delle persone (purtroppo, però, al giorno d’oggi le élite
occidentali criminali manipolano le persone, in particolari i giovani.
Vogliono che tutte le persone usino il linguaggio “politicamente
corretto” verso il prossimo, ma ciò è vergognoso, ipocrita e
superficiale. È anche il modo peggiore per annichilire l’essere umano,
la sua personalità e la sua cultura. Non importa se si usano parole
forti, qualunque esse siano, anche volgari (io personalmente le uniche
parole che escludo dal mio vocabolario sono queste, le parolacce, ma
non perché mi tocchino, semplicemente, per puro decoro della mia
persona). L’importante sono le intenzioni con cui si dicono, non quindi
le parole o i modi. Per esempio: quando capita che i genitori sgridano
i figli, non lo fanno per cattiveria, ma per rendere i figli persone
migliori (l’intenzione, ecco), nonostante possa sembrare ai figli pura
cattiveria e non piaccia loro i modi con cui hanno ricevuto la sgridata.
Inevitabilmente, devo precisare anche due altri termini: educazione e
rispetto. Il primo è la conseguenza del secondo, è un vecchio trucco
manipolatorio delle chiese, delle élite e degli imperi per ottenere il
dominio sui popoli. Il vero “rispetto” è una condizione naturale che
trascende l’estetica del linguaggio e della cultura, di cui tutti, in
maniera maggiore o minori, ne siamo impregnati, istintivamente.
Come ho scritto poc’anzi, a me non piace utilizzare le parolacce, ma
ciò è una scelta, diciamo così, “estetica” e “culturale”, che per alcuni
sarebbe sinonimo di “educazione”. È tutto relativo, perciò. Per
esempio, il dare del “Lei” agli sconosciuti, ai docenti e alle persone
anziane, di per sé è soltanto “estetico” e/o “culturale”, basti pensare
alla lingua inglese, nella quale, la forma di cortesia non esiste; oppure
98
in alcuni Paesi sudamericani, che persino tra familiari ci si dà del “Lei”,
per non parlare dell’Argentina, che tra parenti ci si dà del “Voi”. Perciò,
sono fattori culturali ed estetici. Ormai dare del “Lei”, per me, è
un’abitudine. Quando ero piccolino, a 11/12 anni, appena iniziai a
frequentare la prima media, mi rifiutavo di dare del “Lei” ai docenti,
li chiamavo per nome, dando loro del “Tu”. Ho notato che se si dà del
“Tu” sin da subito alle persone sconosciute, costoro iniziano a trattare
l’interlocutore in maniera più sfacciata. Lo si può notare in maniera
evidente quando i bianchi danno sin da subito del “Tu” ai negri (ma
per me ciò è sbagliato… se tra sconosciuti bianchi ci si dà del “Lei” vale
anche tra bianco e negro). Non perché uno è negro ha meno diritti
(anche se ogni razza, comunque, ha le proprie caratteristiche. Per
esempio, la razza negra ha maggior forza fisica e predisposizione
all’istinto aggressivo, mentre la razza bianca ha maggior raziocinio e
miglior creatività. Oppure, la razza gialla, che è più predisposta alla
sottomissione e al calcolo mentale; ecc.). Per me, uno deve essere
sempre libero di dire ciò che pensa con le proprie parole, importante
è solamente l’intenzione con cui la persona si esprime, non badando
ai modi o alle parole, dunque.
Mi è stato detto spesso (soprattutto dai miei genitori) che offenda
gratuitamente le persone, ma ciò non è vero, dico sempre, solamente,
la verità. Quando qualcuno fa il furbino in modo consapevole e in
cattiva fede, come Zago & Company, sono mosso dalla necessità di
raccontare la verità dei fatti (l’intenzione è raccontare la verità, cioè
nobile, in buona fede; non quindi per offendere, come qualcuno
potrebbe pensare). Detesto quando le persone si comportano in
modo vigliacco e vogliono farla franca (Come Zago & Co.). In tali
circostanze, mi sento l’avvocato di turno. Ma credo che questo si sia
ben notato durante tutto il Saggio. Spero di aver reso il concetto).
Resta singolare, in ogni caso, il fatto che un personaggio così borioso
come la Colombo, abbia ammesso i suoi errori e si sia scusata, forse è
proprio questa l’unicità di questa eccentrica donna, evviva (lo dico
seriamente)! L’unicità di ciascuno è sempre imprescindibile!
99
4. Rosa Segreto (non insegna più a Como): Compagna della Lega di
David. Conobbi il Maestro nel maggio 2019 (ancora non avevo
effettuato l’ammissione al triennio), in occasione di un saggio tenuto
da tre allieve sue (Viola Benaglia, Irene Lembo e Alessia Tocchetti).
Viola era una compagna di studi delle superiori, qualche giorno prima
mi informò che avrebbe svolto il saggio. Allora trovai il tempo e andai
ad ascoltare il concerto. Alla fine del saggio, dopo che mi
complimentai con le tre violiniste, mi intrattenni a chiacchierare
qualche minuto con i nonni della violinista Alessia e con il Maestro
Segreto. Parlai circa 15 minuti con il Maestro, parlammo di
interpretazione, tecnica ed estetica musicale. Mi colpii molto una
frase che disse il Maestro riguardo all’importanza della personalità
artistica di ciascun allievo-musicista. Mi disse che durante ogni lezione
cercava sempre di inculcare ciò ai suoi allievi (ovviamente, non
sempre riuscendoci), è esattamente ciò che professo anche io.
Purtroppo, però, è soltanto pura utopia (ai ragazzi manca più
personalità, che questa società criminale toglie loro sempre di più,
ogni giorno). Il Maestro è una persona molto gradevole. I suoi allievi
hanno espresso sempre giudizi lodevoli.
5. Enrico Casazza (non insegna più a Como): Compagno della Lega di
David. Non ebbi mai modo di trattare il Maestro. Ho ascoltato alcune
sue registrazioni degli anni novanta, presenti in alcuni cd che
possiedo, in cui eseguiva musiche barocche, Bach in particolare. Il suo
“cantabile” è ottimo, anche il fraseggio e le articolazioni. Purtroppo,
non ho potuto ascoltare un altro tipo di repertorio da lui, in quanto si
è dedicato completamente alla musica barocca. Inoltre, qualche mese
fa sono andato ad ascoltare un concerto in cui dirigeva ed eseguiva il
“solo” di musiche barocche di Vivaldi, Bach e Corelli con l’orchestra
barocca del Conservatorio di Como. Il Filisteo Zago, al concerto, che
prese la parola prima dell’esecuzione, lo definì “eminenza mondiale”
della musica barocca. Non voglio assolutamente sminuire il prestigio
del Maestro Casazza, ma posso dire di aver ascoltato interpretazioni
migliori e in stile più “corretto” delle musiche dirette ed eseguite dal
100
Maestro. Ma, comunque, nel campo della musica ad alti livelli è
sempre molto relativo quando si parla di “migliore” o “peggiore”.
Come insegnante so che è molto apprezzato dagli allievi, dedica molto
spazio all’espressività musicale, tralasciando spesso, purtroppo, la
tecnica (che dovrebbe andare a braccetto con l’espressività musicale,
o meglio “al servizio” della musica). So che è anche è molto
apprezzato dal punto di vista umano.

Violoncello:
1. Daniele Bogni: Filisteo e Compagno della Lega di David. Ho sempre
incrociato il Maestro nei corridoi del Conservatorio, vedevo sempre
un omone pacioccone con indosso maglioni natalizi e il suo
violoncello in spalla.
Persona molto simpatica. Molto diretto con i suoi allievi, anche se non
sempre erano contenti.
Acerrimo “nemico” del suo collega di strumento, il Maestro Guido
Boselli. Il Maestro Bogni è il tipico Maestro che si ama oppure si odia.
Il Maestro spesso affermava quello che pensava senza filtri, ma senza
mala fede. Poi, però, è vero, ogni tanto il Maestro Bogni dava delle
stoccate al Maestro Boselli.
Non posso esprimermi ulteriormente, perché non ho potuto vedere
dal vivo, con i miei occhi, il suo modo di insegnare. Ogni tanto,
passando dal corridoio, sentivo che effettuava delle lezioni, ma non ci
feci mai troppo caso. Le poche informazioni che possiedo mi
consentono di inserire il Maestro Bogni sia tra i Filistei, sia tra i
Compagni della Lega di David.
2. Guido Boselli: Compagno della Lega di David. Conobbi il Maestro alla
fine del 2020, frequentando le lezioni di musica da camera che tiene
regolarmente in qualità di collaboratore (braccio destro) del Maestro
Bracco.
Molto simpatico e paziente. I consigli musicali del Maestro sono
sempre molto perspicaci e sublimi. Ho passato anche molto tempo a
chiacchierare con il Maestro, abbiamo avuto un ottimo interscambio
101
culturale (e anche di pettegolezzi). È uno dei docenti del
Conservatorio che più stimo.
Il Maestro Boselli è anche un prolifico compositore. Le sue
composizioni sono molto all’avanguardia. Personalmente, confesso,
non capisco per niente (ancora) quel genere di musica. È musica
astratta, chissà se arriverà il giorno in cui comprenderò quella musica.
Purtroppo, il Maestro è un fervente sostenitore del Super Filisteo
Zago, SOLTANTO in qualità di compositore. Ovviamente sul resto è
perfettamente d’accordo con me.

102
BIBLIOGRAFIA

Consiglio la lettura dei libri elencati in seguito, oltreché, naturalmente,


quelli già presenti nella cartella. Riporterò qui la bibliografia specifica per
gli argomenti di interpretazione musicale, estetica, trattati, e simili.
Altrimenti, dovrei riportare una marea di libri e la lista non finirebbe più.

• Guida all'interpretazione della musica barocca, classica,


romantica. Di vari autori. Editore Curci. In 4 volumi: per strumenti
a tastiera, per strumenti ad arco e a corda, per strumenti a fiato e
per canto. I quattro volumi sono sostanzialmente identici tra loro,
semplicemente, gli esempi e le illustrazioni variano in base alla
tipologia di strumento. Guide molto riassuntive, sono molto
superficiali per quanto concerne gli aspetti più profondi e umani
della musica. I libri trattano più gli aspetti “tecnici” che filosofici.
Comunque, interessanti, vale la pena leggerli. Lettura non molto
scorrevole, i traduttori potevano fare di meglio.
• Saggio di un metodo per suonare il flauto traverso. Di J. Quantz.
Editore Rugginenti. È il trattato di Quantz, raccomando la lettura
(anche se parla molto del flauto traverso) per tutte le
considerazioni umane, estetiche e filosofiche che l’autore esprime
sulla musica. Questo è un libro in cui l’autore cerca di approfondire
gli aspetti più umanistici della musica. Lettura scorrevole.
• I fondamenti della scuola del violino. Di Leopold Mozart. Editore
Nuova Prhomos. Come per Quantz, il libro cerca di approfondire le
tematiche più profonde della musica. Interessanti i capitoli dedicati
103
al fraseggio e agli abbellimenti. Lettura scorrevole, a volte alcuni
passaggi risultano caratterizzati da un sottile umorismo molto
divertente.
• L'accentuazione in musica. Metrica classica e norme sette-
ottocentesche. Di Emilia Fadini e Antonietta Cancellaro. Editore
Rugginenti. Interessante per quanto riguarda gli accenti, fraseggi e
legature. Una guida riassuntiva dei principali argomenti tecnici dei
trattati di Czerny, Bach, Mozart, Quantz, Hummel, Adam e
Kalbrenner. Lettura scorrevole e piacevole.
• I trattati pianistici prima e dopo l'Ottocento. Tra didattica,
sociologia e organologia. Di Chiara Sintoni (attuale Maestro di
Storia della Musica al Conservatorio di Como). Editore Aracne. Il
libro presenta aspetti molto interessanti; l’argomento più rilevante,
poco studiato in effetti, è quello sociologico. Per sfortuna, il libro è
“limitato” ai trattati di fine Settecento e inizio Ottocento inoltrato
(escludendo quello di Czerny e i successivi). Si concentra sui trattati
meno conosciuti. Come quelli di Adam, Kalkbrenner, Dussek e
Pleyel, Hummel, Cramer, F. Pollini e Clementi. Lettura Molto
scorrevole, a volte l’autrice ribadisce più volte gli stessi concetti,
comunque, ripetere non guasta mai.
• Prassi esecutive nella musica pianistica dell'epoca classica.
Principi teorici ed applicazioni pratiche. Di Sandra Rosenblum.
Editore LIM. Libro dettagliato su molti aspetti, l’autrice si concentra
sugli aspetti legati al compositore e al relativo suono che dovrebbe
esserci nella sua musica. Tutto ben argomentato… ma non
condivido molti punti. Per esempio, afferma che in base agli
strumenti dell’epoca e alle testimonianze di alcune allieve di
Beethoven (come la Guicciardi), la sua musica non andrebbe
suonata con forza barbarica, ma con eleganza e leggerezza. Le
argomentazioni per affermare il contrario sono altrettante. Ma ci
sono tante altre argomentazioni interessantissime e mooolto utili.
Leggere senza fretta, comunque, abbastanza scorrevole la lettura.

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• Corso d’Interpretazione. Di Alfred Cortot. Editore Curci. Libro
molto interessante, sono trascrizioni (svolte da una allieva di
Cortot) di alcune masterclass tenute dal sommo docente. Si
affrontano vari brani, tra i più conosciuti del repertorio pianistico.
Molti suggerimenti di Cortot sono sublimi e dimostrano la sua
sensibilità musicale. Lettura molto scorrevole.
• L'interpretazione pianistica nel postmoderno. Di Piero Rattalino.
Editore Rugginenti. Libro molto interessante sui problemi
dell’interpretazione moderna. Non è così dettagliato come avrei
voluto, comunque più o meno ci si può fare una idea grossolana. Il
fatto che più mi colpii fu che Rattalino era completamente a favore
dell’interpretazione moderna (“il suonare con la pancia”,
ricordate?). Lettura scorrevole e linguaggio semplice.
• Le grandi scuole pianistiche. Di Piero Rattalino. Editore Ricordi.
Questo libro è ottimo. Le prime 90 pagine le dedica al racconto
della storia delle diverse scuole pianistiche (compresi “alberi
genealogici” tra docenti e allievi). Le pagine successive, invece,
sono dedicate all’antologia (parti selezionate dei vari trattati).
Seleziona le parti più rilevanti dei diversi trattati pianistici dell’800,
dedica il maggior spazio al trattato di Czerny. Lettura scorrevole.
• Enciclopedia della musica il 5 volumi. Di Vari autori. Editore
Einaudi. Questa enciclopedia tratta gli argomenti più vasti e
completi della musica. L’enciclopedia è una sorta di raccolta di vari
testi. Non l’ho letta integralmente, ma i tomi più interessanti sono
il secondo, terzo e quarto. Lettura difficile, bisogna avere
conoscenze pregresse prima di poter leggere i tomi senza difficoltà.
• Cofanetto di storia della musica in 12 volumi. Di vari autori.
Editore EDT. So che non ha molto a che vedere con l’argomento
specifico, ma i 12 volumi sono talmente ben scritti che non potevo
non citarli.
• Collana “Invito all’ascolto”. Di vari autori. Editore Mursia. Collana
di libri, ogni libro è destinato a un compositore specifico. I libri si
strutturano nel seguente modo: breve introduzione biografica del
105
compositore, accenni sugli aspetti estetici, storici della musica e
sulla prassi delle diverse composizioni, il tutto diviso per
strumentazione e, infine, la bibliografia e discografia. Alcuni autori
sono un po’ impacciati nella scrittura, a volte la lettura risulta poco
scorrevole (come, per esempio, nei volumi di Ravel, Debussy e
Schubert).
• La grande musica tedesca del XVIII secolo. Di Wilhelm Dilthey.
Editore LeMus. Il libro è una estrapolazione di un testo molto più
ampio dell’autore. Esprime le sue idee sulla musica, da Schütz a
Beethoven. È una sorta di libro di estetica musicale del panorama
culturale tedesco, che va dal 600 fino all’inizio dell’800. Molto
interessante la lettura, scorrevole.
• Le tastiere. Storia, estetica e prassi esecutive. Di Donata Bertoldi.
Editore Rugginenti. Libro molto interessante, illuminanti per
quanto riguarda la musica del 600 e del 700. Purtroppo, il libro si
concentra sì sulle tastiere, ma esclude “solamente” il pianoforte,
unica pecca… ma ovviamente era impossibile pretenderlo in 300
pagine… ci sarebbero volute almeno altre 500 per poterlo
includere. Invece, molto interessanti le argomentazioni sugli altri
strumenti a tastiera che menziona (clavicembalo, clavicordo,
spinetta, eccetera).
• Musica e astrologia: un tentativo interpretativo delle sonate di
Mozart e Beethoven. Di Antonio Cappa e Francesco Serra. Editore
Albatros. Libro scritto da due luminari. Interessanti gli argomenti
sul “tema natale”, gli astri e il “caos” dell’universo. Ecco che
vengono così “magicamente risolte” alcune questioni poco
comprese dei due compositori. Interessante anche il capitolo
dedicato alla sezione aurea. Lettura scorrevole, ma per chi non ha
molta esperienza con la astrologia consiglio di rileggere i passaggi
due o tre volte affinché si comprendano i concetti espressi dagli
autori.
• Le Sonate per pianoforte di Beethoven in 5 volumi (quinto
volume ancora in attesa di pubblicazione). Di vari autori, collana
106
diretta da Guido Salvetti. Editore LIM. Il primo volume è una
infarinatura generale degli aspetti estetici, formali, tecnici,
storiografici, filologici, analitici, eccetera. Mentre gli altri volumi
sono dedicati alle Sonate, una per una. Lettura scorrevole,
inaspettatamente. A volte però alcuni autori sfociano un po’troppo
nei tecnicismi da Filistei di Armonia.
• Il romantico nel Classicismo, il classico nel Romanticismo. Di vari
autori. Editore LED. Non parla molto di musica, menziona solo
qualche esempio di un paio di composizioni (se non ricordo male,
l’autore menziona due brani di Schubert); in particolare si tratta di
estetica, letteraria e filosofica, ma comunque serve per capire la
musica del periodo. Interessanti i confronti con la cultura ellenica.
In più, si comprende come, in realtà, non ci siano poi così
tantissime differenze nella pratica (sottolineo “nella pratica”) tra
classicismo e romanticismo. Lettura poco scorrevole.
• Schumann e il suo pianoforte. Di Umberto Zanarelli. Editore
Agorà. Dico sempre che i NON musicologi riescono a scrivere
spesso capolavori più utili e comprensibili rispetto a quelli dei
musicologi. Questo è uno di quei casi, l’autore è un pianista. Libro
super scorrevole e tutti i concetti sono sintetizzati alla perfezione.
Consiglio a tutti i pianisti di leggere questo libro, è una bella
iniziazione alla poetica di Schumann.
• L'estetica musicale dall'antichità al Settecento. Di Enrico Fubini.
Editore Einaudi. Libro molto dettagliato sull’estetica musicale
dall’antichità al Settecento. Interessanti molti concetti. Purtroppo,
Fubini dà per scontato che il lettore sia già consapevole sugli
argomenti esposti. Linguaggio pessimo, molto macchinoso e
antiquato, sembra quasi che l’autore abbia voluto scrivere un
poema più che un libro. Ci ho messo il doppio del tempo a leggerlo
rispetto a un libro con linguaggio decente.
• L'estetica musicale dal Settecento a oggi. Di Enrico Fubini. Editore
Einaudi. Idem al libro precedente. Almeno questo è più

107
comprensibile e utile, in quanto riferito al repertorio più
conosciuto dai musicisti in generale.
• Il pensiero musicale del Romanticismo. Di Entico Fubini. Editore
EDT. Contrariamente agli altri due, presenta un linguaggio
decisamente più scorrevole e meno arcaico. Molto riassuntivo. Ma
i concetti essenziali ci sono.
• Il pensiero musicale del Novecento. Il libro spazio da Wagner a
Schönberg. Elenca sinteticamente le varie avanguardie del
novecento e il cambio del linguaggio estetico. Cerca di convincere
i lettori ad appassionarsi alla musica dodecafonica. Tentativo non
molto riuscito, a mio avviso. Comunque, la lettura è abbastanza
scorrevole, solamente con qualche inceppo.
• Intorno alla musica. Di Enrico Fubini. Editore Marsilio. Spunti
interessanti, soprattutto non sempre scontati alcuni fattori ruotanti
attorno alla musica. Lettura non scorrevole al massimo. Come
sempre, l’autore dà per scontato alcune nozioni, chi legge Fubini
deve già avere un minimo di basi.
• Musica e cultura nel Settecento europeo. Di Enrico Fubini. Editore
EDT. Libro che racconta il panorama culturale europeo, cita
spessissimo il compositore e storico Charles Burney, vissuto nel
700. Lettura scorrevole, molto arricchito di dettagli della vita
quotidiana dell’epoca. Lettura abbastanza scorrevole.
• L'idea di musica assoluta. Di Carl Dahlhaus. Editore Astrolabio
Ubaldini. Il libro spiega sostanzialmente i due schieramenti
musicali (e politici) che ci furono durante quasi tutto l’Ottocento
(musica assoluta e a programma). Lettura scorrevole.
• L'estetica della musica. Di Carl Dahlhaus. Editore Astrolabio
Ubaldini. Ottimo. Riferimenti puntuali alla filosofia, scritto molto
bene.
• Piano Notes. Il pianista e il suo mondo. Di Charles Rosen. Editore
EDT. Sono considerazioni scritte del pianista Rosen. Fornisce
consigli pratici per i pianisti. Non sempre concordo, ha un modo di

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vedere la vita in stile molto nordamericano (infatti l’autore è
nordamericano). Lettura scorrevole.
• Spazio sonoro. Musica e architettura tra analogie, riflessi,
complicità. Di Roberto Favaro. Editore Marsilio. Molto interessanti
le analogie tra architettura e musica (sia dal punto di vista
dell’esecuzione, sia della forma e dell’estetica). Lettura scorrevole,
l’autore spiega bene tutti i concetti esaustivamente.
• Suono e arte. La musica tra letteratura e arti visive. Di Roberto
Favaro. Editore Marsilio. Come per il precedente libro, ben
documentato e spiega benissimo i concetti. In questo caso le
analogie sono tra la pittura, disegno, scultura e musica. Libro molto
scorrevole, si legge velocemente.
• Musiche per immagini. Guida all'ascolto di 70 brani che suonando
descrivono mondi. Di Roberto Favaro. Editore Marsilio. Lettura
scorrevole. Stimola molto l’immaginazione. Magari non sempre
d’accordo con le tesi proposte, ma, comunque, singolare.
• Il pensiero dei suoni. Temi di filosofia della musica. Di Alessandro
Bertinetto. Editore Mondadori. Libro di estetica musicale spiegato
chiaramente e senza pretese. Nulla da invidiare ai libri di Fubini.
Lettura super scorrevole.
• Kreisleriana di Robert Schumann. Di Antonio Rostagno. Editore
Neoclassica. Un altro luminare della storia della musica. Il Maestro
Rostagno, sciaguratamente, è scomparso quasi due anni fa. Passai
tante ore a sentire le sue conferenze inerenti alla musica a
programma e assoluta. A vederlo, mi veniva subito in mente il
Filisteo Zago, in quanto simile fisionomicamente, ovviamente per
niente paragonabile dal punto di vista culturale, didattico e umano.
Il libro è una monografia dedicata ai Kreisleriana di Schumann. La
monografia è molto dettagliata e curata. Lavoro impeccabile.
Lettura scorrevole.
• Romanticismo e musica. L'estetica musicale da Kant a Nietzsche.
Di Giovanni Guanti. Editore EDT. Lettura scorrevole. Il libro esamina

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i rapporti tra la musica dell’Ottocento e i vari filosofi dell’epoca.
Illuminante.
• La musica romantica. Storia dello stile musicale nell'Europa
dell'Ottocento. Di Leon Plantinga. Editore Feltrinelli. Il libro è
impostato in maniera simile al testo “La generazione romantica” di
C. Rosen. Qui, però, l’autore arricchisce maggiormente gli
argomenti storici, c’è un miglior equilibrio tra analisi e storia. Il libro
è degli anni 80… perciò alcuni concetti storici proposti, grazie ai
nuovi studi, non sono del tutto veritieri. Lettura scorrevole in ogni
caso.
• Lo stile classico. Haydn, Mozart, Beethoven. Di Charles Rosen,
Editore Adelphi. Lo dico senza mezzi termini: non si capisce niente
in questo libro! Forse era proprio questo lo scopo, visto che l’autore
ammette che è impossibile trovare uno stile unico. Lettura poco
scorrevole. Sembra un libro di analisi, quasi alla maniera del Filisteo
Antonio Grande. Comunque, alcuni concetti espressi sono molto
interessanti.
• Viaggio musicale in Germania e Paesi Bassi. Di Charles Burney.
Editore EDT. È un diario tenuto dall’autore negli anni 70 del 700, in
cui spiega le consuetudini musicali del periodo, con curiosi
aneddoti più recenti che mai. Lettura scorrevole.
• Viaggio musicale in Italia. Di Charles Burney. Editore EDT. Idem al
precedente, il diario racconta le vicende settecentesche musico-
culturali del (fu) Belpaese. Anche qui, lettura scorrevole.
• Temperamento. Storia di un enigma musicale. Di Stuart Isacoff.
Editore EDT. Che differenza c’è tra il “buon temperamento” e il
“temperamento equabile”? Questi e tanti altri aspetti si
scopriranno dalla lettura di questo libro. Quando si interpreta il
“Clavicembalo BEN Temperato di Bach” si potrebbe pensare
immediatamente che Bach intendesse i preludi e le fughe per ogni
tonalità come le conosciamo noi, cioè temperate (accordate)
equabilmente. Invece non è per niente così! Buona lettura. Libro
molto illuminante, lettura molto scorrevole.
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• La filologia musicale. Istituzioni, storia, strumenti critici in 3
volumi. Di Maria Caraci Vela. Editore LIM. Questi 3 libri non li ho
ancora letto, ma mi sono stati fortemente raccomandati dallo
stimato Maestro Michelangelo Gabbrielli. Li ho sfogliati e mi
sembrano molto interessanti.
• Nuova storia della letteratura pianistica tra '700 e '800. I maggiori
compositori e le rivoluzioni della prassi esecutiva del nascente
pianoforte. Testi ed edizioni. Di Nunziata Bonaccorsi. Editore
Armelin Musica. Questo libro non l’ho ancora letto. L’ho sfogliato
in una libreria, non mi sembrava male, ma non posso dare altri
giudizi in merito finché non l’avrò letto.
• Introduzione all'ascolto e alla interpretazione del Das
WohlterperirteKlavier, il clavicembalo ben temperato di J. S.
Bach. Di Ennio Cominetti. Editore EurArte. Non ho ancora letto il
libro, ma la lettura della quarta copertina (la descrizione posteriore
del libro) mi ha invogliato ad acquistarlo. Consiglio la lettura, ma
non garantisco… prima di garantire dovrei leggerlo.
• Le ultime sonate di Schubert. Contesto, testo, interpretazione. Di
Luca Ciammarughi. Editore LIM. Anche questo libro non l’ho
ancora letto ma il titolo mi incuriosisce molto e sembra pure
promettente. La LIM stampa sempre libri con contenuti garantiti e
interessanti.
• Le ballate per pianoforte di Fryderyk Chopin. Contesto, testo,
interpretazione. Di Marino Pessina. Editore LIM. Pure questo non
l’ho ancora letto, ma mi sembra molto interessante approfondire il
contesto, l’estetica e la storia delle ballate di Chopin. Ho letto
parecchie argomentazioni a riguardo, c’è sempre la discussione tra
il carattere puramente assoluto e il carattere epico (letterario) delle
Ballate, con particolare riferimento al poeta Adam Mickiewicz,
amico e connazionale di Chopin.
• Storia della tecnica pianistica. Prassi, repertorio, gestualità. Di
Luca Chiantore. Editore LIM. Anche questo libro non l’ho letto ma
mi è stato suggerito insistentemente da diverse persone. Mi è stato
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detto anche che sia la “Bibbia” della storia della tecnica pianistica.
Vedrò. Comunque, mi sento di raccomandarne la lettura.
• Visioni musicali. Rapporti tra musica e arti visive nel Novecento.
Di vari autori. Editore Vita e Pensiero. Libro ancora non letto. Ma
promette bene la descrizione. Non guasta mai approfondire questi
aspetti riguardanti la musica e le arti visive del Novecento… secolo
così oscuro e complesso.
• Il Pianoforte. Di vari autori. Editore EDT. Libro non ancora letto,
solo sfogliato. Promette bene in ogni caso.
• Il Clavicembalo. Di vari autori. Editore EDT. Mi è stato suggerito di
leggere questo libro da diverse persone, mi è stato detto che ne
vale la pena. Ma non mi sbilancio.

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ISTRUZIONI PER LA CORRETTA APERTURA
E VISUALIZZAZIONE DEI PDF

Al momento, quasi tutti i testi presenti nella cartella sono completi.


All’appello mancano: il 2° volume del libro del Maestro Zignani intitolato
“Manuale di Sopravvivenza per il Musicista Classico”; le ultime 3 parti del
trattato di Z. Fibich e J. Malát, che è composto da 5 parti, purtroppo, sono
riuscito a reperire soltanto le prime 2 (ho cercato persino nel sito web della
biblioteca nazionale ceca, ma i funzionari non hanno ancora digitalizzato il
trattato); la 3° parte del trattato di S. Demar, introvabile, non si ha alcuna
notizia di questa parte del trattato. Recentemente, ho letto in un dizionario
musicale dell’epoca (credo fosse quello di Rousseau) che il trattato venne
considerato (ingiustamente) mediocre dai critici (questi Filistei, così ostili,
si trovavano ovunque, come mosche, già allora), forse per questo motivo
ne sono state stampate poche copie, di conseguenza poca diffusione,
dunque perduta la 3° parte. O, semplicemente, visto lo scarso successo, si
decise di non proseguire con la terza parte. Le biblioteche nazionali
(francese, austriaca, spagnola e italiana) affermano di possedere le 3 parti
scansionate, ma non è vero, tutte le biblioteche dispongono della
medesima edizione, che comprende solo le prime due parti. Comunque, un
giorno spero davvero che salti fuori la terza parte del trattato (sempre che
esista).
Le intestazioni dei pdf prevedono una struttura molto semplice: titolo
dell’opera; nome (solo la prima lettera) e cognome (intero)
dell’autore/degli autori; l’eventuale parte (per esempio: parte 1, 2, 3,
eccetera); lingua del pdf; e, infine, quasi sempre, alcune informazioni
aggiuntive (testo ricercabile/copiabile per eventuale traduzione; testo
copiabile poco riconoscibile; aprire in Google PDF). Per cui, prima di tutto,
leggere attentamente e integralmente l’intestazione del file selezionato che
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si desidera aprire. Lo ripeto di nuovo per sicurezza: state attenti quando vi
imbatterete in un pdf con la dicitura “apire in Google PDF”; in questo caso
dovrete premere il clic destro del mouse, poi cliccare in “aprire con” e
scegliere, infine, il browser più comodo (Google Chrome, Safari, Mozilla,
eccetera; meglio se di Google per via dei pdf). Questo succede poiché i pdf
sono scansionati da Google, con la propria tecnologia OCR. Adobe Reader
e pochi altri programmi non riescono, per cui, a decifrarne correttamente i
testi. Quindi, se si volesse copiare/ricercare il testo di questi pdf (con la
dicitura “apire in Google PDF”) bisogna aprirli, tassativamente, con un
browser e mai con Adobe Reader. Ovviamente, nel caso in cui si capisca la
lingua del pdf che si desidera leggere, si potrà aprirlo anche con Adobe.
Semplicemente, non lo si potrà ricercare correttamente e, ogni tanto,
comparirà una finestra con un avviso di errore. Secondo accorgimento, in 5
pdf, purtroppo, il testo non si può ricercare correttamente: si tratta delle
ultime due parti del trattato di Albeniz, in spagnolo; la 1° e 3° parte del
trattato di Starke, in tedesco; e quello di Francesco Pollini, ma quest’ultimo
non è problematico, perché scritto in italiano. Per quanto riguarda gli altri
pdf con testo ricercabile reso da Adobe, il risultato è molto buono, direi
attorno al 90%/95%, si può tradurre quasi tutto senza problemi, ma non
sempre al 100%. Comunque, sopra il 90% sicuro. I pdf che interessano le
tastiere li ho sopranominati “Metodo per… Clavicembalo, Pianoforte,
Tastiera”, quest’ultimo termine in tedesco è “Clavier”, all’epoca poteva
riferirsi genericamente ai vari tipi di tastiera (fortepiano, clavicordo,
spinetta, clavicembalo, eccetera), per cui, per questo motivo, ho suddiviso
i trattati tenendo conto dei vocaboli delle lingue di origine.

Credo di aver fornito tutte le informazioni necessarie; in caso di dubbio,


ovviamente, non esitate a contattarmi.

Buona lettura!!!

FINE
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