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L’AUTODIDATTA
BREVE SAGGIO SULLA MUSICA E SUI
SUOI AMBIENTI
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Marcello Loiacono Raschio
L’AUTODIDATTA
BREVE SAGGIO SULLA MUSICA E SUI
SUOI AMBIENTI
INDICE
Presentazione….…………………………………………………………………………………. 6
PRIMA PARTE……………………………………………………………………………………… 7
I. Gli esordi…………………………………………………….…………………….. 8
II. L’indecisione…………………………………………………………………….. 10
III. La creatività dell’immaginazione………………………………………. 11
IV. La rivista rivelatrice.………………………………………………………….. 12
V. Creatività, cultura e astuzia in situazioni raccapriccianti.…… 18
VI. Conservatorio o Feudo?........................................................ 24
VII. Afam, storia e cronache di un sistema nefasto…….……………. 31
VIII. La sinistra barbara…………………………………………………………….. 42
IX. Cartella, finalmente sei pronta?............................................ 44
X. Cartella creata, avvio della conclusione della prima parte del
Saggio…………………..…………………………………………………………… 48
XI. Caro Conservatorio, mi hai deluso!....................................... 49
Ringraziamenti…………………………………………………………………………… 54
SECONDA PARTE………………………………………………………………………………… 57
Bibliografia……………………………………………………………………………….. 103
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PRIMA PARTE
7
I. GLI ESORDI
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II. L’INDECISIONE
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III. LA CREATIVITÀ DELL’IMMAGINAZIONE
11
IV. LA RIVISTA RIVELATRICE
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500 pagine in un giorno… avrei fatto, comunque, tale sacrificio. Il desiderio
di poterlo leggere il prima possibile era irresistibile.
Purtroppo, tra studio del pianoforte, studio del liceo e tutto il resto,
trascorsero quasi tre anni prima di ritrovarmi a leggere il trattato.
Finalmente, nel 2018, decisi di andare al Conservatorio di Milano per
fotocopiarlo, qualche giorno prima, però, per fortuna, ebbi la "manna"
caduta dal cielo: trovai la versione italiana del trattato di Czerny già
scansionata, a portata di mano. Questo grazie a un paio di masterclass che
ebbi con il Maestro Vincenzo Balzani (lo considero Compagno della Lega di
David, nonostante non condivida la sua “commercialità” e il suo essere
“protettore” di alcuni giovani musicisti): chiacchierando con il noto
Maestro, dopo che gli domandai se avesse mai letto il trattato di Czerny in
italiano, mi rispose che lo aveva già letto, ma non solo. Avrebbe voluto,
addirittura, pubblicarlo in edizione critica. Però, come sempre, l'ostacolo
furono gli editori italiani. A detta del Maestro Balzani, gli editori non
riuscivano a cogliere l'importanza di questo testo così incommensurabile.
Chissà se oggigiorno, la Rugginenti, o la Curci, o la EDT, o la LIM, o la Ricordi
fossero disposte a pubblicare il trattato (insomma, se hanno pubblicato i
trattati di L. Mozart, J. Quantz e C.P.E. Bach, perché non pubblicare anche
quello di Czerny?!). Il Maestro mi mise in contatto con un suo vecchio
allievo, che possedeva la scansione del trattato, il Maestro Antonio Tarallo.
Quest’ultimo, me lo inviò via email gentilmente. 500 Mb di pdf. Lo stampai
e lo rilegai. Lo lessi di un solo fiato.
L’impressione più forte la ebbi quando lessi la terza parte del trattato, il
Czerny bacchettone che conoscevo si stava frantumando pezzo per pezzo e
cominciava ad assumere un contorno decisamente più umano e romantico
di quello che avrei mai immaginato. Dopo aver letto la terza parte del
trattato, rimasi profondamente impressionato, ciò che vi era scritto era,
praticamente, l’opposto degli insegnamenti moderni. Tutti i moderni
insegnamenti (o quasi), inerenti all’interpretazione musicale e alla teoria,
da spazzare via, completamente.
Sempre nel 2018, scoprii che il solito e stimato Maestro Piero Rattalino
(Compagno della Lega di David) aveva scritto un libro negli anni novanta
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inerente all’argomento, intitolato “Le Grandi Scuole Pianistiche”
(raccomando a tutti i musicisti la lettura di questo libro), in cui proponeva
una breve sintesi della storia delle scuole pianistiche e una antologia di testi
(tra cui, spezzoni dei trattati di Czerny, Kalkbrenner, Hummel, Adam,
Moscheles, Thalberg, Pollini, eccetera). Mi ricordo che la lettura di quel
libro fu, pure, così rivelatrice. Infatti, l’anno seguente commentai il fatto al
Maestro che teneva (in teoria), all’epoca, il corso di “trattati e metodi” al
Conservatorio di Como (l’eccentrico Maestro Antonio Piricone,
naturalmente appartenente all’armata dei Filistei), il Maestro non diede
molta importanza al mio entusiasmo, poi, però, “zitto, zitto”, consigliò ai
suoi studenti la lettura del libro; tremendo e furbacchione il Maestro!!!
Accenno brevemente a cosa ci si potrà aspettare dalla lettura dei trattati: si
potrà capire l’importanza degli accenti, presenti non necessariamente
soltanto sulle prime note della battuta (accento mensurale), come, invece,
affermano i Maestri attuali, ma anche sulle note con valore più esteso,
indipendentemente dalla posiziona in legatura e in battuta, idem per le
note che sono fuori dalla tonalità (diesis, bemolli e bequadri). L’importanza
del canto, delle voci, dei rallentando (prima di qualsiasi forte o piano
improvvisi, vanno eseguiti o dei rallentando, o respiri, o crescendo, o
diminuendo, o tutto assieme; dipende sempre dal contesto musicale).
Come quando si parla a voce. Per quello è utile anche canticchiare la
melodia quando non si capisce bene la direzione. Le dinamiche. Le
concezioni estetiche dei diversi compositori. Gli abbellimenti; un esempio
lampante è il terzo movimento della Sonata KV 331, il Rondò alla Turca (la
famosa Marcia Turca), eseguito sempre in maniera scorretta, come se le
note al soprano fossero solo sedicesimi, in realtà sono un ottavo con
l’appoggiatura e due sedicesimi... figure che vanno (salgono prima e
scendono dopo) per terze progressive (la - do - mi); secondo L. Mozart, in
questi casi, si deve procede sì per sedicesimi, ma a due a due e con leggera
accentuazione dell’appoggiatura (visto che si tratta di figure per terze,
l’accentuazione dell’appoggiatura si decide in base al carattere della frase e
della tensione emotiva del brano)… quindi per la Marcia Turca: ti-dda-ti-ra-
taaa oppure tir-ra-ti-ra-taaa e non ti-ra-ti-ra-taaa. L’uso dei pedali (che
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vanno usati in Beethoven, per esempio, per collegare le armonie, per creare
maggior volume (pedale di risonanza) o minor volume (una corda) e per
favorire le sonorità LEGATE AL CARATTERE E TRAMA del singolo brano (per
rendere “più reali” le emozioni Beethoveniane) e NON, come dicono alcuni,
per ottenere un effetto particolare di sonorità, magari arbitrario e
decontestualizzato dal carattere e significato generale del brano) e
tantissimo altro. In ogni caso, è meno tecnico di quello che sembra.
La componente principale dei trattati è la parte umanistica del linguaggio
interpretativo della musica; già intravvedo la reazione degli insegnanti di
armonia (i Filistei), in completa disperazione. I compositori evidenziano
molto questo aspetto della musica, per loro è importante che l’interprete
colga l’essenza, il significato e la poetica delle loro opere.
Un esempio che accenno sempre: i pianisti di oggi (sciaguratamente, noto
anche, ultimamente, i violoncellisti e violinisti) hanno la tendenza a
deformare la musica. Rattalino diceva che i suoi colleghi critici, durante le
esecuzioni dei giovani (specialmente delle Signorine), lo definivano
“suonare con la pancia” (in realtà, Rattalino stesso ammise che il termine
“pancia” era un sinonimo elegante del reale termine usato dai suoi
colleghi). La prova più lampante si ha ascoltando le interpretazioni
grottesche della musica di Chopin, propinate dalla maggior parte dei
pianisti moderni; oppure ascoltando le registrazioni moderne delle Suite
per Violoncello di Bach (come, per esempio, le raccapriccianti incisioni di
Yo Yo Ma e Mischa Maisky), eseguite, quasi sempre, con uno spirito di
terribile e spudorata depravazione musicale (appunto, il “suonare con la
pancia”). A tal proposito, reputo mooolto istruttive le incisioni delle Suite
eseguite da Pierre Fournier. Ascoltando il grande violoncellista si potrà
capire, realmente, il vero significato del canto in musica strumentale, del
respiro e del fraseggio (poi magari qualcuno potrebbe obiettare che alcune
articolazioni siano fuori stile (critica alla Piricone), ma questo, comunque,
rimane molto discutibile. In ogni caso, ciò non renderebbe di certo nulla
l’interpretazione di Fournier).
L’importante è arrivare all’essenza del brano che si sta interpretando,
questo solo grazie allo studio e alla lettura della cultura generale.
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Purtroppo, o per fortuna, è uno sforzo che tutti i musicisti debbono
compiere: la lettura. So che oggigiorno i giovani non hanno molta voglia di
leggere… come si suole dire… “i tempi sono cambiati”, ma chi decide di
intraprendere la carriera di musicista “classico” è “costretto” a leggere.
Questo, perché durante i periodi in cui furono composte le composizioni a
noi oggi pervenute (dal basso medioevo in poi, in sostanza), i mezzi culturali
per tramandare il sapere erano (quasi esclusivamente) i libri.
Ma non solo, in quelle epoche la maggior parte della popolazione era
relegata ai campi agricoli (gli uomini) e al focolare domestico (le donne), i
compositori, perciò, dopo la separazione tra musica e chiesa, trovavano
lavoro presso i nobili, gli aristocratici e i borghesi. Quindi, navigavano in una
cerchia molto ristretta, d’élite. Per cui, in questa élite vi partecipavano,
oltreché i musicisti, i politici, gli scrittori, i pittori, gli scultori, i filosofi, gli
storici, gli scienziati, i matematici, eccetera. Questa élite, per dirla in poche
parole, è sempre stata impregnata dalle conoscenze esoteriche (alchimia,
astrologia, magia, simbologia, occultismo, ecc.), oltreché da quelle
essoteriche (conoscenze non iniziatiche, cioè di “dominio pubblico”). La
musica, la filosofia, la letteratura, l’arte pittorica, la fisica, la chimica, la
medicina, la psicoanalisi e il resto, derivano dall’esoterismo, quindi era un
tutt’uno (che poi le ultime menzionate siano diventate essoteriche è un
discorso a parte). Proprio perciò i musicisti erano anche scienziati, pittori,
filosofi, scultori, maghi, architetti, astrologi, eccetera (uno dei nomi che mi
viene subito in mente: Leonardo da Vinci). Queste conoscenze sono state
tramandate dall’organizzazione che governa tuttora il mondo da millenni,
purtroppo, ovvero la famosa “Massoneria” (a tal proposito consiglio la
lettura del libro “Massoni. Società a responsabilità illimitata. La scoperta
delle Ur-Lodges” di Gioele Magaldi). I grandi finanziatori e appartenenti di
questa élite, nel periodo recente, sono (soprattutto) le grandi famiglie
giudaiche. Perciò, i frequentatori di questa élite non erano degli “scappati
di casa”, ma erano persone con molta sapienza e consapevolezza. Per cui,
è bene che tutti i musicisti studino e leggano, oltre ai trattati strumentali e
alle biografie dei compositori, la storia di tutte le arti, la storia universale
(anche se ricordo che, malauguratamente, è scritta sempre dai vincitori e,
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ovviamente, la massoneria si trova sempre dietro a questo fenomeno), la
filosofia, la letteratura (storia, romanzi e poesia; la lettura delle poesie aiuta
moltissimo anche per sviluppare la logica musicale. Mi capita, a volte, di
leggerle senza capirci nulla… ma in realtà è sbagliato agire così, bisogna
imparare a riflettere… lo so, richiede più tempo) e (almeno) le basi
dell’esoterismo. Solo così si potrà comprendere bene ciò che realmente ha
voluto esprimere e trasmettere il compositore nei suoi brani. Soltanto in tal
modo si riuscirà a cogliere veramente l’essenza dei brani, requisito
FONDAMENTALE per una buona interpretazione musicale.
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V. CREATIVITÀ, CULTURA E ASTUZIA IN
SITUAZIONI RACCAPRICCIANTI
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contrario di sottomessi). Solo così, come scrivevo anche alcune pagine
orsono, si potrà arrivare all’essenza della musica che si sta interpretando.
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VI. CONSERVATORIO O FEUDO?
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Conservatorio, a patto che trattassero argomenti culturali… che io sappia,
quella fu l’ultima presentazione di un libro tra quelle mura.
Oppure il fatto di vedere Fiano girare dentro il Conservatorio in tuta, vestito
come se fosse un vagabondo/barbone, ciò non è consono al ruolo di
presidente di un istituto. Ciò è da considerare dignitoso per l’Istituto?
Oppure, altra situazione ignobile, quando morì Nedo Fiano (massone di 33°
grado, papà del Filisteo Fiano), l’annuncio della sua scomparsa, compreso
di fotografia, fu appeso alla bacheca dell’Istituto e pubblicato nel sito web
del Conservatorio, l’annuncio e la pubblicazione rimasero esposti per un
anno intero. Zago & Company si sono giustificati affermando: “… essendo
stato [il Signor Nedo] un sopravvissuto alla Shoah, è doveroso ricordare…”.
Sì, va bene, e gli altri sopravvissuti dei campi di concentramento occidentali
più recenti (Serbia, Kosovo, Bosnia, Afganistan, Iraq, Palestina, ecc.)?
Perché non ricordarli nella stessa maniera? Questi due Signori (il Filisteo
Zago e il Filisteo Fiano) hanno indirizzato il Conservatorio verso una linea
politica, più specificamente filostatunitense e filosionista, questo a mio
avviso è un grande errore… un Conservatorio dovrebbe rimanere apolitico
e neutrale. Tutto ciò si può considerare decente?
L’anno scorso, quando scoppiò mediaticamente la guerra in Ucraina, Zago
& Company decisero di realizzare una conferenza, con concerto, per
sostenere la pace in Ucraina. Fortunatamente, grazie a qualche Maestro
con mente più accorta, si decise di non recitare il solito e vergognoso
copione “Noi al fianco dell’Ucraina”, sarebbe stato sconcertante e ridicolo;
anche qui, come al solito, Zago e Fiano decisero di preparare al volo una
conferenza su argomenti che manco conoscevano lontanamente (La verità
è che quella guerra è in corso da più di nove anni, i russi stanno
combattendo contro i nazisti ucraini (nazisti verso i russi, non verso gli ebrei,
come continuano a sostenere alcuni imbecilli) per i diritti degli ucraini di
razza russa (e anche per impedire di avere la NATO (cioè gli Usa) alle loro
porte); consiglio la visione del documentario intitolato “Ucraina l’altra
verità”).
Oppure, vi sono situazioni ancora più abominevoli e raccapriccianti, come
quando un Maestro di canto, Diego D’Auria, un vero citrullo (come persona,
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Filisteo, invece, come insegnante, Compagno della Lega di David), iniziò a
molestare spudoratamente e insistentemente, in piena tranquillità, alcune
sue studentesse (in particolare una). Zago, naturalmente, fu messo al
corrente della situazione, però, preferì rimanere semplicemente “in vigile
attesa”, piuttosto che aprire un’istruttoria interna (con i colleghi si fa
debole, mentre con gli allievi si fa forte. Un vero codardo e vigliacco
quest’uomo). Ciò si può considerare accettabile?
Oppure, forse la situazione più squallida in assoluto, quando Zago assunse,
nel febbraio 2022, un direttore amministrativo con precedenti di corruzione
come truffa, peculato e appropriazione indebita, la Signora Carla Coppola,
pregiudicata, condannata dalla Corte dei Conti Pugliese nel dicembre 2021
(Sentenza n. 1057/2021). Ovviamente, Zago è sempre stato al corrente
della situazione… per di più, questa Signora ha già effettuato i preventivi dei
bilanci per gli anni 2023 e 2024 del Conservatorio, quindi tanti auguri!!! Ciò
si può considerare professionale?
Oppure quando Zago, attraverso il suo più fedele collaboratore/vassallo, il
Maestro Domenico (detto Mimmo) Innominato (Filisteo e allo stesso tempo
Compagno della Lega di David. Mimmo tiene il piede in due scarpe),
riformulò i piani di studio a favore dei docenti Filistei (gli insegnanti di
armonia e teoria, fondamentalmente). Quei docenti sono coloro che hanno
votato il Filisteo Zago sia alle penultime, sia alle ultime elezioni direttoriali;
naturalmente Zago “coccola” il suo elettorato a scapito delle discipline
umanistiche, che sono, soprattutto, le basi della musica (indubbiamente i
teorici diranno l’opposto, ovvero, che, se non fosse per le basi dell’armonia,
non saremmo mai arrivati ad avere musiche come quelle di Bach, Mozart,
Beethoven, eccetera. In realtà, hanno ragione anche costoro.
Semplicemente, secondo me, l’armonia non deve prevalere sulla frazione
umanistica. Dopo tutto, Zago & Co. seguono le politiche dell’ex Ministro
della (pseudo) transizione ecologica, Roberto Cingolani. Questo Signore
disse che bastava studiare soltanto una volta le guerre puniche anziché tre,
naturalmente si commenta da sola l’affermazione). I Filistei vogliono che gli
allievi siano incolti (forse inconsciamente, concedo loro il beneficio del
dubbio), in modo tale da poterli gestire meglio… dopo tutto, come si suole
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dire, “chi ha la conoscenza è colui che capitana”. Tutto ciò si può
considerare ammissibile?
Ovviamente, chi si deve prendere SEMPRE la responsabilità di tutto ciò che
accade all’interno di un istituto è colui che ne detiene le redini, in questo,
caso il Filisteo Zago… purtroppo, però, il vizio all’italiana di rimpallare la
colpa agli altri è di casa anche per costui.
A questo proposito, mi sono appena ricordato di un altro episodio
vergognoso. Prima che Zago diventasse direttore fu vicedirettore, cioè colui
che esegue le veci del direttore. In quel frangente, tutte le persone
(studenti, insegnanti, bidelle, segretarie) fumavano indisturbatamente nel
chiostro e nel piccolo cortile adiacente all’ala “nuova”, fumavano in tutti gli
spazi aperti interni al Conservatorio, nonostante fossero esposti, in caratteri
cubitali, dei cartelli con il divieto di fumo. Uno dei fumatori più incalliti era
il Filisteo Piricone. Zago, ancora vicedirettore, passava ore a chiacchierare
nel chiostro con il Filisteo Piricone, mentre quest’ultimo fumava… feci
notare ciò a Zago quando divenne direttore. Egli mi rispose così: “non ero
io il direttore durante quel periodo!”. Adesso mi verrebbe da rispondergli
(in quel momento, non so perché, ma non mi venne in mente questa
risposta): “Va bene “Ciccio”, ma il vicedirettore chi era? Il vicedirettore è
colui che (in teoria) ESEGUE LE VECI DEL DIRETTORE!”. Io gli ribadii che,
comunque, anche dopo la sua elezione, la situazione persisteva. Costui si
limitò ad affermare che avrebbe controllato… ancora al giorno d’oggi la
gente fuma all’interno del Conservatorio.
Altra vergogna: quando vennero gli ispettori durante l’inizio del 2022, il
Filisteo si premurò immediatamente di acquistare nuove colonnine segna
percorso (in acciaio inossidabile) per l’occasione (quando, in realtà, le
priorità erano ben altre; come, per esempio, i pennarelli per le lavagne
delle aule, che mancano sempre). Quando arrivarono gli ispettori, le bidelle
furono costrette da Zago a eseguire le pulizie generali davanti a loro; Zago
è stato un grandissimo vigliacco nel trattarle così in quella situazione (ho
scritto “vigliacco”, perché sono garbato, altrimenti l’aggettivo sarebbe stato
un altro… spero di aver reso l’idea).
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Il Filisteo, purtroppo, ha il costante bisogno di pavoneggiarsi in pubblico,
tant’è vero che, da due anni a questa parte, risulta esposto, sulla bacheca
del Conservatorio, un articolo di giornale plastificato (per evitare che si
deteriori) dedicato a costui, compreso di fotografia (scattata per l’occasione
della sua prima elezione, disgraziatamente).
La bacheca del Conservatorio/Feudo deve rimanere esclusivamente a
disposizione del suo “Signore”, proprio come la televisione di
Stato/Regime, grazie alla quale è possibile trasmettere la propaganda dei
suoi “Signori”: una volta, nel 2021, chiesi al personale amministrativo se
fosse possibile esporre sulla bacheca il bando (edizione 2021) del “Premio
Umanistico del Violoncello Saverio Loiacono”. Il personale amministrativo
chiese al Filisteo Zago… la risposta, però, fu negativa, purtroppo.
Ovviamente, il Filisteo preferiva occupare l’intera bacheca per glorificare la
sua persona. Secondo il mio modesto parere, sarebbe stato più opportuno
dedicare quello spazio in bacheca al bando del “Premio Loiacono” piuttosto
che al suo articolo di giornale (plastificato), poiché il “Premio” è un evento
Culturale, mentre l’articolo è mera propaganda.
A proposito di colonnine segna percorso, mi sono ricordato di un'altra
vergogna. Per via della pseudo crisi sanitaria, il Filisteo Zago fu costretto a
inserire degli specifici percorsi per entrare e uscire dal Conservatorio,
peccato che fosse il primo a non rispettare tali percorsi, sempre!!! Poi, però,
andava dicendo a tutti, come buon bacchettone che è, di tenere la
museruola ben indossata, aderente al viso; anche qui, intervenni facendogli
notare la contraddizione (se si vuole far rispettare una regola, che è parte
di un pacchetto di regole, anche le altre andrebbero rispettate), egli non
volle commentare.
E pensare che quest’uomo, disgraziatamente, è stato l’unico candidato alle
elezioni direttoriali del Conservatorio appena conclusesi. Sarà, di nuovo, un
mandato nefasto. Sono molto dispiaciuto che nessun altro Maestro si sia
voluto candidare, eppure quasi tutti erano furiosi nei confronti del Filisteo.
Alcuni ritengono che, comunque, il suo primo incarico sia stato
decisamente più onesto del mandato del precedente direttore, il
pasticcione Carlo Balzaretti, che era caratterizzato da una corruzione
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dilagante e da pesanti conflitti di interessi. Ma, personalmente, preferivo
quel direttore rispetto a Zago, perché, per me, il fattore più importante è
l’umanità della persona. In ogni caso, comunque, Balzaretti rimane un
povero disgraziato, mascalzone, corrotto e massone. Chiuse il suo mandato
“in bellezza”: essendo perfettamente a conoscenza del degrado (ormai
intrinseco) che regna in Conservatorio, preferì svuotare le casse dell’Istituto
acquistando un nuovo Gran Coda (peraltro pessimo, dal suono
squillante/metallico e dai bassi poco voluminosi e poco caldi) presso la
Steinway di Amburgo; accompagnato dal Filisteo Piricone. Costoro non
seppero nemmeno scegliere uno strumento decente, incredibile!).
In ogni caso, quando Balzaretti era direttore, non ci fu mai alcuna tensione,
né con gli studenti né con i Maestri, Balzaretti era una persona così “alla
mano”. Invece, appena arrivò il Filisteo Zago iniziarono le rogne, le raffiche
di riunioni riguardanti alcuni “provvedimenti disciplinari” nei miei confronti
per presunte violazioni del codice etico del Conservatorio e tanto altro. È
proprio un vero vigliacco questo Filisteo. Zago, inoltre, è ipocrita, perché
durante una di quelle riunioni mi disse che dovevo smettere di pensare a
Balzaretti e confessò: “io, da vicedirettore, ho dovuto subire e sistemare
ogni tipo di danno causato da Balzaretti; lui è una persona che ha paura
[cioè un debole]!”. Alla faccia dell’onestà, il Filisteo Zago avrà mai detto
questa frase in faccia a Balzaretti? Non credo proprio!
Comunque… a detta di alcuni insegnati che stimo molto, però, Zago, nel
privato, risulterebbe meno disumano del consueto. Chissà se così fosse…
spero vivamente per lui e per i suoi familiari che sia davvero così.
Sia quel che sia, la realtà è che il Conservatorio di Como rimarrà un Feudo
a tutti gli effetti per altri tre anni, sotto il dominio del suo “Signore”, il Super
Filisteo Vittorio Zago.
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VII. AFAM, STORIA E CRONACHE DI UN SISTEMA
NEFASTO
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In più, ci furono altri problemi a monte. Nel 1989 furono indetti dei concorsi
nazionali per le assunzioni di insegnanti di ruolo (direttamente a cattedre),
negli anni novanti, invece, furono indetti, durante l’arco dell’intero
decennio, diversi concorsi per soli titoli (perciò, non per cattedre).
Comunque, questi ultimi, rimanevano (da quanto ho capito) molto meno
difficili e completi rispetto ai concorsi del 1989. Quindi, tutti questi giovani
diplomati che passarono le prove dei concorsi divennero i nuovi docenti dei
conservatori italiani.
Inoltre, quel periodo storico fu caratterizzato, purtroppo, da un profondo
cambiamento sociale e culturale: negli anni 80 e 90 iniziava l’era della
globalizzazione americana e del “politicamente corretto”. Le persone (i
giovani e i giovanissimi soprattutto) iniziarono a perdere, a poco a poco,
l’abitudine di leggere, iniziarono a disinteressarsi alla cultura in generale,
indirizzando i propri interessi verso altre mete più o meno discutibili.
Questo fatto gravissimo portò i nuovi giovani musicisti dell’epoca a un
inevitabile regresso culturale. Ma non solo, all’epoca del “vecchio
ordinamento” si eseguivano essenzialmente quattro materie (strumento,
storia della musica, armonia, teoria e solfeggio), ma in ogni caso, le persone
che uscivano dai Conservatori (almeno fino agli anni 70) erano molto
acculturate, non tanto per il fatto che si acculturassero lì, ma, piuttosto,
perché la forma mente della gente era impostata in quella maniera (non
c’erano ancora i cambiamenti sociali (la globalizzazione e il “politicamente
corretto”)). Il problema sorse veramente quando ci furono i cambiamenti
sociali. I nuovi giovani musicisti dell’epoca, che, man mano passava il
tempo, divenivano sempre più ignoranti, continuavano a ricevere i loro
diplomi (che erano basati, sostanzialmente, sulle quattro materie prima
elencate). Per cui, costoro entravano in possesso di un diploma che poteva
portarli, potenzialmente, dappertutto, ma, allo stesso tempo, avevano la
“zucca vuota” a causa di questa maledettissima globalizzazione
occidentale. Perciò, i giovani diplomati che divennero docenti negli anni 90
abbassarono di colpo (complessivamente) il livello culturale dell’intero
corpo docenti, con la conseguente rovina delle generazioni successive (i
loro allievi).
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Da mie fonti, risulta, comunque, che ai concorsi, soprattutto in quelli del
1989, passassero soltanto i migliori candidati. Si ritiene che i concorsi
fossero molto complessi. Da diverse testimonianze, però (anche quella di
mio nonno, che insegnò di ruolo ai Conservatori di Monopoli e di Lecce),
pare che spesso e volentieri i concorsi venissero truccati, privilegiando così
i parenti, gli amici & Company.
Voci non confermate suppongono che il Maestro Balzaretti non sia passato
al concorso per docente di pianoforte principale, passato, però, per
docente di pianoforte complementare. Questo fatto rimane molto strano,
in quanto Balzaretti è una persona molto colta e preparata (chissà se magari
qualche privilegiato abbia preso il posto che gli spettava?).
Ammesso e non concesso che quei concorsi non fossero truccati, rimane
comunque un fatto molto evidente e curioso: l’ignoranza culturale della
maggior parte di quei nuovi docenti (oggi cinquantenni). Basta sentire le
affermazioni musicali del Filisteo Scaioli, del Filisteo Grande, del Filisteo Foti
e del Filisteo Dall’Ora per rendersene conto immediatamente.
Riassumendo. All’inizio di questo secolo, a causa dei concorsi del secolo
scorso in cui parteciparono i giovani diplomati, vi si trova un corpo docenti
molto compromesso e indebolito, a ragione del regresso culturale e dei
concorsi truccati; inoltre, in occasione delle riforme del sistema AFAM, le
materie da realizzare nei conservatori sono aumentate esponenzialmente;
e, in più, come ciliegina sulla torta, lo Stato (come ho scritto prima) non ha
mai voluto elargire un solo euro in più agli Istituti. Questo significa che gli
insegnanti presenti, compromessi e indeboliti a causa della loro ignoranza
culturale, dovettero iniziare a “insegnare” nuove materie per le quali non
sono mai stati nemmeno formati… causando, così, danni irrimediabili ai
propri studenti. Questo fatto, di per sé, risulta agghiacciante, ma,
purtroppo, è una triste realtà italiana.
Questo è il risultato spaventoso che la politica Criminale italiana ha portato
in questi quarant’anni, prima attraverso la dannata globalizzazione
occidentale e poi con il sistema macchinoso e obbrobrioso per eccellenza:
l’AFAM.
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Per disgrazia, le élite globali criminali (e le loro relative politiche) sono la
rovina degli Stati e dei Popoli. La Cultura viene sempre più disincentivata e
relegata a ruolo di passatempo, sorgono così imponentemente le
distrazioni e manipolazioni di massa più volgari che possano esistere sulla
faccia di questa Terra. Come, per esempio, lo strumento propagandistico
per eccellenza dell’occidente, la vergognosa e deleteria comunità “lgbtqia-
eccetera-eccetera”, la quale sforna ideologie come “genitore 1 e genitore
2”, oppure pratiche veramente orripilanti quali cambio di genere tramite
dichiarazione presso il comune di residenza dall’oggi al domani come se
niente fosse (un giorno si è maschio, il giorno dopo si è femmina e, magari,
due mesi dopo si ritorna a essere maschio). Tutto ciò è surreale e
pericolosissimo. Un uomo non potrà mai essere una donna e viceversa.
Oppure quando, a causa del “politicamente corretto”, si dice “ragazzi e
ragazze” o “studenti e studentesse”. Il plurale è universalmente
riconosciuto al maschile; ho sentito e letto assurdità ancora più estreme,
come “buongiorno a tutt*” e tante altre ideologie deleterie (voglio
ricordare ai sostenitori di questo abominio “culturale” che, nonostante
quello che si possa affermare, in questa realtà, o dimensione (o qualsivoglia
termine), la gente nasce da un uomo e da una donna, il papà e la mamma.
A tal proposito, consiglio la lettura del libro intitolato “MalaScuola.
«Gender», affettività, emozioni. Il sistema «educativo» per abolire la
ragione e manipolare i nostri figli” di Elisabetta Frezza. Consiglio ai
sostenitori chiusi di mente incalliti “pro lgbt…”, che desiderassero leggere il
libro, di saltare il primo capitolo, perché, altrimenti, si potrebbe
fraintendere involontariamente, sin dall’inizio, le opinioni dell’autrice, di
conseguenza passerebbe la voglia di finire la lettura del libro). Spesso mi si
accusa di maschilismo e chiusura mentale riguardo a questo argomento,
ma non è così, osservando dettagliatamente il modo di pensare e il
comportamento delle persone a favore dell’abominio, si scoprirà che sono
loro le persone più maschiliste e chiuse di mente in questo Pianeta. Inoltre,
c’è differenza tra femmina e donna così come tra maschio e uomo, bisogna
solo avere la volontà di notarlo… una volta compreso ciò, tutto il circo
mentale si sgretolerà immediatamente come un castello di carte.
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Le élite globali criminali pensano soltanto a distrarre, manipolare e
intossicare i Popoli con ogni mezzo possibile, basta che le persone stiano
zitte e mute, sottomesse, in poca salute e che non intralcino i loro porci
comodi. Ma è naturale che le élite improntino le loro politiche verso queste
strade, solo così renderanno sempre più inconsapevoli e ignoranti le
persone, per distoglierle dal vero senso della vita e per renderle sempre più
schiave alle loro imposizioni. Per arrivare a ciò è necessario eliminare
qualsiasi interesse di tipo Intellettivo e Culturale.
Non c’è da stupirsi, quindi, che il sistema AFAM sia obsoleto e depauperato
dalla più profonda forma di cultura.
Ora elencherò qualche esempio di “Alta Formazione Artistica Musicale e
Coreutica” (AFAM).
Quando un docente, come Antonio Grande, boccia gli allievi che
rispondono onestamente alle sue verifiche piuttosto che bocciare i cinesi
che non capiscono una mazza e che, fra l’altro, copiano davanti ai suoi occhi
da internet. Ciò dovrebbe essere considerato “Alta Formazione Artistica
Musicale”?
Oppure, nel 2021 non si trovava il docente per la disciplina di “Letteratura
Pianistica” (la disciplina, in realtà, spettava al Filisteo Piricone, solamente
che il Maestro era terrorizzato dal presunto contagio da Corona Virus). Il
Super Filisteo Zago e Mimmo Innominato decisero di assegnare la disciplina
al Filisteo Antonio Grande!!! La peggior scelta didattica in assoluto, ci fu un
finimondo tra gli allievi. Purtroppo, nessun allievo si volle esprimere contro
quella situazione nefasta e vergognosa, tranne tre coraggiosi: la mia amica
Irina Tchermianina, Noemi Cappi e io. Mandammo una lettera formale a
Zago & Co. esponendo i fatti. Il Maestro Grande stava insegnando
completamente un’altra disciplina, non si trattava più di Letteratura
Pianistica, ma di vera e propria Analisi, materia facente riferimento a
un'altra categoria di corso (ovvero COTP/01 e non CODI/21), fu l’ennesima
umiliazione per il Filisteo Zago e per tutto il suo “grandissimo” entourage.
Chiacchierando con altri insegnati, scoprii la possibilità che altri docenti, più
idonei, avrebbero potuto tenere tranquillamente la disciplina… ma come
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ho detto prima, al Filisteo Zago piace “coccolare” il sul elettorato. Ciò
dovrebbe essere ammissibile in “Alta Formazione Artistica Musicale”?
Oppure quando in giuria di Musica da Camera ci si ritrova Antonio Scaioli
(Filisteo accanito, non smetterò mai di ripeterlo) e Stefano Dall’Ora (altro
Filisteo), che decisero di darmi un voto decisamente più basso di ciò che mi
sarebbe spettato (non che mi importi dei voti, sono contrario a questo tipo
di valutazione; menziono l’episodio solamente per far comprendere il
modo di ragionare di queste persone), soltanto perché, in alcuni passaggi,
talune note erano accentuate a fine legatura. Inoltre, a costoro dava
fastidio il suono massiccio e la morbidezza degli accordi. Questo era legato
al fatto che la violinista non riusciva a stare dietro al volume e alla velocità
pianistica, erano due Sonate per Pianoforte e Violino di Beethoven, la prima
e la quarta, più precisamente. Ovviamente, spiegai ai Maestri che secondo
i trattati (come quello di Czerny, per esempio), in alcune determinate
circostanze, gli accenti (anche se a fine legatura) si giustificavano, servivano
a evidenziare il carattere e, in più, a evitare che calasse la tensione
mensurale e musicale. Il Maestro Scaioli mi guardò stranito come se stessi
parlando arabo; il Maestro Dall’Ora disse che solo loro avevano l’autorità
per dire ciò che fosse giusto e sbagliato, in quanto “diplomati” ed “esperti”
in musica. Ovviamente, dopo quella frase inaudita, gli dissi che poteva fare
a meno di citare i suoi titoli, perché di nulla gli servivano, visto che
nemmeno conosceva il contenuto dei trattati pianistici… al che il Filisteo
Dall’Ora se ne andò via dalla sala Organo amareggiato, sbattendo persino
la porta, proprio come un bambino di cinque anni. In un secondo momento,
durante una lezione della disciplina “formazione musicale di base”, il
Filisteo Scaioli ritenne, visto che non riuscivo a superare la sua materia a
causa del corale (previsto come dettato ritmico melodico a quattro voci),
fosse ovvio che (cito testualmente): “non avrei mai capito nulla di musica e
che, comunque, si sarebbe già capito dalle esecuzioni delle Sonate per
Pianoforte e Violino di Beethoven”. Tutto ciò dovrebbe essere ammesso in
“Alta Formazione Artistica Musicale”?
O invece quando alcuni compagni onesti e in buonafede mi espressero la
loro sincera preoccupazione, perché con le loro orecchie, increduli,
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sentirono gli insegnanti (i Filistei naturalmente) deridermi alle spalle
davanti ad altri studenti. Questo dovrebbe essere consentito in “Alta
Formazione Artistica Musicale”?
Oppure quando il Filisteo Piricone, dopo ogni lezione, ha la costante
necessità di assentarsi per 15 minuti (minuti di lezione sottratti agli allievi
quasi sempre, purtroppo) per bere un caffè nel bar antistante al
Conservatorio e per fumare una sigaretta nel chiostro (rientrato in
Conservatorio). Questo dovrebbe essere tollerato in “Alta Formazione
Artistica Musicale”?
O invece quando durante una lezione (via zoom) di strumento, sempre il
Filisteo Piricone, iniziò a supporre che suonassi note sbagliate, perché nella
sua edizione non vi erano tracce di quelle note; capito immediatamente
l’edizione a cui faceva riferimento, gli risposi che quella medesima, al
momento della stampa, presentò diversi errori editoriali mai corretti.
L’edizione non fu mai controllata né da Schumann né dalla moglie Clara (in
quel caso si trattava delle variazioni Abegg) ed era l’unica a essere
sprovvista di quelle note (peraltro ingiustificate anche dal punto di vista
musicale, armonico, teorico e logico). In più, l’editore era giovane e alle
prime armi, non conobbe mai Schumann, perché già morto da un pezzo.
Inoltre, perché la seconda revisione di Clara Schumann (stampata qualche
anno dopo la summenzionata edizione, presso l’editore Breitkopf & Härtel)
confermava che quelle note esistevano. Per cui, dissi al Maestro, in maniera
scherzosa: “Maestro, com’è possibile che Lei, che tanto si vanta dei suoi
titoli (tra questi quello in filologia musicale), cada in questi errori così
banali?!”. A quel punto il Filisteo smise di parlare, fissò la telecamera per
qualche secondo (dilatando le pupille), prese aria e iniziò a urlare come un
vero baluba, nell’immediato cominciò a prendersi la testa a colpi di spartito
(l’edizione scorretta) dicendomi che non era affatto “un cogl****” (ha usato
letteralmente questa espressione) e che dovevo stare “zitto e muto” ad
ascoltarlo. Ciò dovrebbe essere ammesso in “Alta Formazione Artistica
Musicale”?
O invece quando un Maestro come Giovanni Togni (il più arrogante e
maleducato insegnante che abbia mai conosciuto, naturalmente tra i primi
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in classifica nell’esercito dei Filistei. A detta del Filisteo Piricone, Togni si
sarebbe sdegnato, persino, solo al pensiero, di sedersi a un tavolo con uno
studente per bere un caffè, questo per far capire quanto sia superbo
quest’essere (oppure qualcuno potrebbe obiettare che si tratti di genuina
professionalità, ma questo, so per certo, non è il caso)), iniziò a insultarmi,
perché non portavo la museruola chirurgica a dovere (anzi, a volte proprio
neanche la indossavo, grazie al certificato fittizio che mi ero stampato), in
quanto non riuscivo a respirare (e anche, perché considero la mascherina
non un dispositivo sanitario, ma un bavaglio, un simbolo di sottomissione,
in quanto questa (a)pandemia è stata completamente una farsa). In più, il
Filisteo Togni disse che qualcuno avrebbe dovuto chiamare gli sbirri per
portarmi via e rinchiudermi, visto che riteneva fossi un “pazzoide”. Posso
capire che il Maestro sia sensibile all’argomento bavagli, visto che, essendo
di Bergamo, potrebbe aver avuto parecchi lutti in famiglia nell’ultimo
periodo; ma se è per questo motivo anche io, i miei tre prozii novantenni
hanno avuto la stessa tragica fine (a causa della paura mediatica, dei
sanitari criminali degli ospedali e dei trattamenti farmacologici che
ricevettero pochi mesi prima, vere cause dei morti del presunto Corona
Virus), ma ciò, in ogni caso, non giustifica minimamente l’atteggiamento
ripugnante del Filisteo Togni. Questo dovrebbe essere tollerato in “Alta
Formazione Artistica Musicale”?
Oppure quando in una situazione analoga, in cui non indossavo la
museruola all’interno dell’istituto, uno dei segretari del Conservatorio,
Paolo Fantacci, Filisteo e troglodita, minacciò di tirarmi un ceffone, di
buttarmi fuori dal Conservatorio dai capelli e facendomi “rotolare” giù dalle
scale; non di meno fu la segretaria Elena Sampietro, anche lei Filistea, che
mi minacciò più volte di chiamare i carabinieri, una volta li chiamò sul serio,
per lo stesso fatto. Vigliacca anche lei. Una volta, mentre stavo parlando,
all’entrata dell’auditorio, con la pianista Sara Puccio, senza nessun’altra
persona attorno (per altro, c’era una porta di vetro che ci separava
completamente dal resto delle persone ammassate nel chiostro), la
segretaria, che si trovava nel chiostro ammassata con altre 7/8 persone, 10
metri distanti da me, camminò verso l’entrata del auditorio (aprendo la
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porta di vetro adiacente al chiostro, che era chiusa) per sollecitarmi di
coprire il naso con la museruola (fu nell’aprile 2021, ancora la portavo
parzialmente nei corridoi comprendo la bocca soltanto, poi nelle aule la
toglievo completamente, ovviamente… non avevo ancora avuto l’idea dei
certificati). Sara rimase stupita dalla profonda stupidità della segretaria. Ma
le risposi che questi personaggi si comportavano sempre così. Inoltre, Sara
mi disse che avevo molta pazienza per tollerare tutta quella oppressione.
Ormai mi ero abituato. Tutto ciò dovrebbe far parte dell’“Alta Formazione
Artistica Musicale”?
Oppure quando il Filisteo Zago, nel cercare di sgridarmi, imitò il mio timbro
di voce (un po’ nasale) e mi chiamò “capellone” (ammetto, in quel periodo
avrei dovuto andare dal parrucchiere, ma avevo rimandato
l’appuntamento). Mi ricordo che in quel momento non gli dissi nulla, in
merito al discorso sui capelli. Poi, però, via email, il giorno dopo, gli diedi
del “pelatone” (perché il Filisteo è calvo). Invece, per quanto riguarda
l’imitazione del mio timbro di voce, gli dissi immediatamente (in ufficio),
che non doveva permettersi di imitarlo, in quanto Maestro e “adulto” (le
virgolette sono d’obbligo, a questo punto). Questo tipo di situazione
dovrebbe essere tollerato in “Alta Formazione Artistica Musicale”?
Questi esseri miserabili che stanno con il fondoschiena al caldo incollato da
30 anni alle cattedre dei conservatori, sono la vera rovina del sistema
culturale e sociale italiano, similmente ai politici, sono l’offesa alla VERA
didattica.
Mi immagino, in una scena fantastico-surreale, uno Scaioli e un Grande di
turno catapultati nel passato, magari al Conservatorio di Lipsia avendo
come colleghi un Moscheles e un Mendelssohn. Questi ultimi sarebbero
rabbrividiti solo al pensiero di aver avuto due colleghi come il Filisteo Scaioli
e il Filisteo Grande! Ahahahahah!
Tuttavia, vorrei spezzare una lancia a favore dei Filistei del Conservatorio di
Como, perché è giusto che sia intellettualmente onesto. Malgrado siano dei
poveri disgraziati, Zago & Co., hanno sempre avuto buona pazienza nei miei
confronti. Spesso posso risultare snervante, controverso e pignolo. Da
questo punto di vista, ringrazio profondamente tutti i Filistei per l’immensa
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pazienza. Non voglio giustificarmi, ma essendo svizzero (nonostante sia la
persona più impuntale sulla faccia di questo Pianeta) sono abituato a che
tutto venga realizzato in maniera onesta, umana, organizzata, veloce e
professionale; quando noto che inizia a mancare uno di questi elementi,
vado in una specie di “cortocircuito” e sento la necessità di dire tutto quello
che penso.
Ecco, mi sono dilungato un pochino, ma era importante raccontare ciò, mi
premeva evidenziare che l’acerrimo nemico della Cultura è il sistema AFAM,
creato ovviamente dalla politica criminale italiana.
Purtroppo, i politici eseguono gli ordini delle élite criminali. Queste ultime
controllano ogni angolo della Terra. Basterebbe che i politici del (fu)
Belpaese smettessero di ubbidire alle élite e riprendessero la sovranità
monetaria (la lira), solo così, l’Italia, ridiventerebbe un paese florido, meno
ignorante e più libero. Ma dubito che i politici si sveglino fino a questo
punto. Deve essere il Popolo a togliere questi parassiti (gli attuali politici)
dalle redini della nazione.
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VIII. LA SINISTRA BARBARA
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IX. CARTELLA, FINALMENTE SEI PRONTA?
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Chiesi a mio fratello se avesse ulteriori informazioni sulla tecnologia OCR,
per me nuova. Rimase stupito che non conoscessi questa tecnologia. Mi
disse che anche la Adobe possedeva questo strumento tecnologico,
bastava applicarlo a qualsiasi pdf per renderlo ricercabile/copiabile. Ero al
“settimo cielo” dopo aver appreso la notizia. Quindi, prima iniziai a
riscaricare tutti i pdf che trovavo disponibili in Google Books (preferivo,
comunque, sempre in italiano, nonostante non sussistesse più il problema
della traduzione); per i rimanenti, che non riuscivo a trovare in Google
Books, li scaricai da Petrucci e da altri siti (come le biblioteche nazionali
spagnola, francese, austriaca e archive.org). Per rendere quei testi
ricercabili/copiabili usai l’OCR di Adobe. Purtroppo, però, l’OCR di Adobe
non è perfetto quanto quello a disposizione di Google, perciò, in un paio di
pdf, il riconoscimento dei testi non è molto buono (non sempre tutto il testo
viene riconosciuto al 100% quando copiato per poterlo tradurre, ma,
comunque, è limitato solamente ai pdf di F. Starke e, per chi non capisse lo
spagnolo, al trattato di P. Albeniz). In più, ho notato che i pdf scaricati da
Google Books devono essere sempre aperti soltanto con Google PDF,
perché se aperti con Adobe vanno in crash oppure il testo non si può
ricercare completamente. Ma questo ne parlerò più avanti (nella seconda
parte del Saggio, alle ultime due pagine), quando illustrerò le istruzioni per
la corretta apertura dei pdf.
A proposito, ci fu anche un episodio molto favorevole, il Conservatorio di
Milano rese di dominio pubblico alcune digitalizzazioni in italiano dei
trattati di Kalkbrenner, Hummel e Asioli, per cui ne approfittai e riuscii a
farmeli inviare dalla biblioteca dell’istituto; la bibliotecaria, la Signora
Marta Crippa, è stata molto gentile e disponibile.
L’unico trattato che non sono riuscito a trovare proprio da nessuna parte è
quello di Blanche Selva (in realtà trovai soltanto la prima parte su
archive.org, per fortuna con il testo già ricercabile), per cui dovetti
scansionare e rendere ricercabile il testo delle restanti due parti del trattato
prestatomi dal Maestro Bracco.
Quattrocento pagine da scansionare… fu un’impresa. Sono stato più di tre
ore in piedi per poter scansionare tutte quelle quattrocento pagine; non
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usai la stampante, ma usai un’applicazione molto utile. Inizialmente ero
titubante, il risultato, però, è stato quasi ottimo, raggiunse le mie
aspettative. L’applicazione si chiama “CamScanner” e la consiglio.
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X. CARTELLA CREATA, AVVIO DELLA
CONCLUSIONE DELLA PRIMA PARTE DEL
SAGGIO
Prima di terminare questa breve, ma intensa, prima parte del Saggio, vorrei
raccontare la mia esperienza finale al Conservatorio di Como. A seguire, i
ringraziamenti. Successivamente, inizierà la seconda parte del Saggio, che
includerà la lista descrittiva esaustiva (più di 40 pagine) dei docenti (ed ex
docenti) che conosco del Conservatorio di Como, con le loro relative
appartenenze (chi Filisteo, chi Compagno della Lega di David, chi entrambi);
la bibliografia che raccomando per approfondire gli argomenti di
interpretazione musicale ed estetica musicale; infine, le istruzioni per la
corretta apertura e visualizzazione dei pdf della cartella.
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XI. CARO CONSERVATORIO, MI HAI DELUSO!
53
RINGRAZIAMENTI
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metodi, eccetera; non al Saggio, frutto di mia iniziativa e responsabilità, che
nessuno mi ha incoraggiato a scrivere).
Naturalmente (e paradossalmente), ringrazio profondamente anche i
Filistei, la loro cocciutaggine mi è servita da vera e propria forza propulsiva
per poter smascherare e demolire le loro assurde dottrine musicali, basate
sull’ignoranza e sulla “fede”. A riguardo mi torna alla mente un episodio.
Stavo discutendo animatamente con il Filisteo Piricone in merito ad alcuni
accenti e legature della Sonata Op. 2 No. 3 di Beethoven, riteneva che le
mie opinioni fossero “campate per aria” in quanto non possedessi il “rigore
scientifico” necessario per comprendere i trattati pianistici. Tornato a casa,
sottolineai i passaggi inerenti alla discussione nei trattati di Czerny, C.P.E.
Bach e Paul Badura Skoda; la settimana successiva portai a Piricone i trattati
con le sottolineature. Innanzitutto, il Filisteo escluse a priori Badura Skoda,
presumendo che non fosse valido, poi, balbettando, mi disse che in effetti,
in Czerny e in Bach, c’era scritto ciò che affermavo, ma che in realtà non
volesse dire nulla. Il Filisteo Piricone suggeriva che i punti da me sottolineati
fossero piuttosto delle “allegorie” in quanto, cito: “nessuno eseguirebbe
quei passaggi in quel determinato modo, perché stravagante”. Poi aggiunse
che “non dovevo essere così pignolo”. E poi sarei io a non seguire il
cosiddetto “rigore scientifico”?! Questo episodio lo considero a posteriori
una premonizione degli eventi successivi (come l’episodio in cui si prese la
testa a colpi di spartito, o altri eventi più nefasti).
Ringrazio molto anche i Maestri Alessandro Zignani e Candida Felici, loro
mi hanno elargito, gentilmente, alcuni dei pdf presenti nella cartella. Le
lezioni svolte con il Maestro Zignani sono state tra le più illuminanti in tutta
la mia vita, è davvero una persona molto colta e perspicace.
Ringrazio anche la pianista e ricercatrice di musicologia Francesca Italici,
che è riuscita, sollecitando più volte la biblioteca nazionale spagnola, a
rendere completamente pubblico e scaricabile il trattato di Pedro Albeniz.
55
LA LEGA DI DAVID CHIEDE AIUTO,
PERCHÉ LA CARTELLA POSSA ESSERE
AMPLIATA
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SECONDA PARTE
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LISTA DEI FILISTEI E DEI COMPAGNI DELLA
LEGA DI DAVID
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Accompagnamento Pianistico:
1. Cinzia Bombara: Compagna della Lega di David. Persona molto
squisita, umana e paziente; ottima docente. Un giorno, nell’aprile
2021, la trasportai in macchina fino alla stazione ferroviaria di Lugano,
perché dovette prendere un treno per Zurigo. In quei momenti
supponeva che fossi più giovane di quello che ero in realtà. Ricordo
ancora le conversazioni che avemmo in merito alle musiche di Rossini,
Verdi, Puccini e Wagner.
2. Giovanni Gambardella: Compagno della Lega di David. Il Maestro
merita tutta la mia stima, nonostante io non abbia mai passato del
tempo a dialogarci. Persona squisita e molto affabile. L’ho visto e
sentito accompagnare molti cantanti cinesi, si sono sempre trovati
benissimo con il Maestro al pianoforte.
3. Francesco Miotti: Compagno della Lega di David. È stato mio Maestro
di accompagnamento pianistico. Uno degli insegnanti che più stimo.
Grazie al Maestro ho compreso meglio il “bel canto all’italiana”,
essenziale per interpretare correttamente la musica di Chopin.
Persona squisita. È molto umano e paziente (soprattutto con me.
Poiché la disciplina prevede anche l’arte di cantare, ma le mie doti
vocali, che sono tra le più scadenti che si possano trovare sulla faccia
di questa terra, facevano sicché il Maestro si disperasse moltissimo.
Allo stesso tempo, però, è stato molto compassionevole nei riguardi
delle mie pessime doti vocali). L’unico neo: spesso era troppo pignolo
per quanto concerne la lettura dello spartito (gli staccati, il pedale,
tempo, ecc.). Per cui, non ci si poteva prendere molta libertà
interpretativa con il Maestro.
Bibliotecario:
1. Marcoemilio Camera: Filisteo. Persona arrogante. Costui mi ha
trattato molto male durante il periodo covid. È il tipico italiano che
non vuole rogne, è uno scaricabarile, un debole in poche parole.
Tratta i suoi collaboratori della biblioteca come schiavi. Non si scusa
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mai, non ringrazia né chiede mai per favore, ma questo, ho notato
essere un tratto tipico degli italiani medi, Zago in primis, ovviamente.
Canto:
1. Diego D’Auria: Filisteo e Compagno della Lega di David. Come
scrivevo prima, purtroppo, il Maestro si comporta da vero birbantello
con alcune sue studentesse… questo è l’unico punto a sfavore che lo
porta a classificarsi anche come Filisteo. Come insegnante è ottimo,
molto musicale, persona molto socievole e alla mano (in quanto nato
e cresciuto in Argentina tali caratteristiche sono spontanee in lui).
Una sua allieva (purtroppo tra le sfortunate a subire le sue avances)
mi ha raccontato che i suoi due colleghi di Canto sono due Super
Filistei, ma non posso esprimermi al riguardo, in quanto non ho mai
trattato gli altri due docenti.
Composizione:
1. Vittorio Zago: Super Filisteo. Osservare il modo di agire di
quest’uomo è sufficiente per comprendere che cosa sia il reato di
“abuso d’ufficio” o “abuso di potere”. Ho ampiamente raccontato in
che modo, costui, sia il peggio che possa esistere sulla faccia di questa
terra. È il rappresentante per eccellenza della classe dirigente
parassitaria. Invece, come docente ho avuto l’opportunità di sentire
un paio di sue conferenze inerenti alla composizione, mi ricordo di
aver notato un approccio completamente alienato e freddo dalla
musica, in stile Antonio Grande… a entrambi piace ascoltarsi,
piuttosto che trasmettere agli allievi. In effetti, le composizioni di
Zago, nonostante siano ampiamente lodate, palesano questa
astrazione, alienata dalla “vera” musica. Egli afferma, in un’intervista
online, che il compositore, attraverso le proprie composizioni,
dovrebbe (in teoria) trasmettere la personale essenza.
Lo conobbi durante la riunione di presentazione dei nuovi
immatricolati al Conservatorio, nell’ottobre del 2019. Eravamo tutti
riuniti in Auditorium per le presentazioni e costui, a fine riunione,
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comunicò a ogni nuovo studente il nome del proprio insegnante di
strumento principale. Mi ricordo che sin da quel momento mi
impressionò molto la sua freddezza. Mi veniva la tachicardia a sentirlo
parlare, ciò mi capita solamente quando mi ritrovo in faccia gli esseri
senza anima, come lui.
Inoltre, non dimenticherò mai il modo vergognoso e vigliacco con il
quale cercò di spaventarmi e umiliarmi a colpi di sedicenti
provvedimenti disciplinari.
Ultimamente, il Filisteo sta adoperando il vergognoso linguaggio
“politicamente corretto” imposto dalle élite occidentali criminali: ora
le sue email iniziano con “gentili studenti e studentesse” oppure con
“gentilissimi/e”; qualcuno spieghi a quest’uomo che il plurale per
indicare maschi e femmine è sempre al maschile! Questo fa
comprendere la condizione di costante decadenza dell’umanità.
Un dettaglio che mi è sfuggito nella prima parte del Saggio: Zago già
manifestava i primi segni di “dittatorino” all’inizio del 2020, quando,
ancora vicedirettore, impedì ai cinesi (tornati dalle vacanze in Cina) di
frequentare le lezioni in presenza… deciso dall’alto delle sue
conoscenze sanitarie (la decisione fu presa ancora prima che lo Stato
Criminale italiano introducesse le note restrizioni). Ma ormai non ci si
può aspettare nulla da quest’essere. Ecco il link dell’articolo di
giornale (durante tutta l’intervista video, il Filisteo, incalzato dal
giornalista, non è riuscito a rispondere alle domande, girando
soltanto intorno al discorso con il suo tipico sorrisetto da “luminare”).
https://milano.fanpage.it/psicosi-coronavirus-conservatorio-di-
como-tiene-a-casa-gli-studenti-senza-il-parere-del-ministero/
2. Caterina Calderoni: Filistea. Non ho avuto modo di conoscerla di
persona, soltanto attraverso le procedure disciplinari inflittemi. Il
Maestro Calderoni firmava tutto ciò che pretendeva il Filisteo Zago,
senza nemmeno conoscere le situazioni. Una volta formò una
commissione disciplinare assieme alla collega Lucia Bucciarelli (altra
Filistea), decidendo, cinque giorni prima del mio intervento difensivo,
l’esito del provvedimento (ne parlerò più approfonditamente fra
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poche pagine, dedicate alla Filistea Bucciarelli). Ho notato, perciò,
“debolezza” nel modo di agire della Filistea Calderoni, la tipica
passacarte di turno. Ma non posso esprimermi ulteriormente, in
quanto non ho avuto modo di trattare lei di persona.
In quanto al suo modo di insegnare, neppure posso esprimermi per
le stesse ragioni.
Contrabbasso:
1. Stefano Dall’Ora: Filisteo. Come insegnate e persona ho già spiegato
le caratteristiche di questo Maestro, pessimo.
Si vanta molto del suo curriculum artistico e crede di essere chissà chi
solo per aver suonato in alcuni teatri importanti in giro per l’Europa.
Costui si rende molto sgradevole con gli allievi. La maggior parte dei
suoi allievi non è soddisfatta.
Ciò che non mi è mai andato giù di quest’uomo è il suo narcisismo,
crede di essere chissà chi in una maniera assurda.
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Didattica della Musica:
1. Domenico (Mimmo) Innominato: Filisteo e Compagno della Lega di
David. Il Maestro ha un atteggiamento molto passivo e debole verso
i suoi colleghi. Non vuole mai esprimere la sua posizione, perché,
come ho detto prima, vuole stare con il piede in due scarpe. È stato
uno dei pochi che ha accettato passivamente la corruzione di
Balzaretti. Debbo dire che, comunque, è una persona molto precisa e
disponibile. Come insegnante di coro è ottimo, anche con idee
interpretative molto brillanti; è anche molto colto. Come insegnante
di didattica, invece, è troppo prolisso. Come insegnante di armonia è
un vero fiasco. Quest’ultimo lavoro non lo svolse al Conservatorio, ma
in un Liceo Musicale privato in Svizzera, l’istituto “Fogazzaro”, chiuso
per corruzione. Non voglio vantarmene, ma fu grazie a me che
l’istituto venne chiuso, fui la fonte di riferimento di Gianni Gaggini, il
giornalista che realizzò l’inchiesta mandata in diretta tv sulla RSI nel
gennaio 2019. L’istituto era di proprietà di una malvivente, la Signora
Silvana Giunta, di Como. Mimmo trovò il posto come docente di
armonia presso l’Istituto incriminato grazie a una amica della Giunta,
la Signora Roberta Di Febo, altra malvivente (candidata, fra l’altro, nel
partito mafioso di Berlusconi, per le comunali di Como). La Di Febo
possiede un Liceo privato a pochi passi dal Conservatorio di Como, il
Liceo Giuditta Pasta. Costei strinse accordi collaborativi con il
Conservatorio di Como sotto il mandato di Balzaretti (la
“collaborazione” continua! “Evviva”!).
Mimmo ritiene essere l’uomo che ha rivoluzionato i piani di studio del
Conservatorio di Como (ovviamente a favore dei docenti Filistei e a
scapito dei docenti Compagni della Lega di David), a suo dire,
esemplari per tutti i Conservatori del (fu) Belpaese.
Il Maestro coltivava la passione per le novità tecnologiche, infatti mi
parlava sempre della sua Toyota Prius e di alcune ultime scoperte in
campo informatico. Mi consigliava sempre, che se un giorno fossi
andato a Livigno, di effettuare il rifornimento del carburante lì, in
quanto, il litro di carburante costava, all’epoca, 1 euro.
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Esercitazioni Corali:
1. Michelangelo Gabbrielli: Compagno della Lega di David. So che a
molti potrà sembrare strano. Il Maestro viene considerato dalla
stragrande maggioranza degli allievi il Filisteo per eccellenza, ma non
è così, adesso lo spiegherò. Il Maestro è molto all’antica, ha una
educazione raffinatissima e principi molto “cattolici”. Ritengo che il
Maestro sia la reincarnazione di Rossini, in quanto molto
appassionato di cibo e non solo. Il Maestro sembra un vecchietto,
nonostante abbia “appena” 58 anni, è un coetaneo di Scaioli (in realtà
Scaioli ha 1 anno in meno), naturalmente Scaioli, al suo fianco,
sembra un giovanotto.
Il Maestro Gabbrielli è un uomo di altri tempi (è tra i fortunati che non
si sono lasciati influenzare dalle rivoluzioni sociali degli anni 80 e 90).
È uno degli insegnanti più colti che abbia mai avuto modo di
conoscere. È stato molto duro con me, ha deciso persino di bocciarmi
in formazione corale, ma ha fatto bene, me lo meritavo in quanto non
cantavo, sia per le mie doti vocali scadenti, sia per vergogna. Il
Maestro, con la sua insistenza, è riuscito, in qualche modo, a togliermi
un poco la vergogna che avevo e ha instillato in me un minimo di
interesse verso il repertorio rinascimentale (sia storico, sia come
ascoltatore, ovviamente non come cantante). Soltanto questo lo fa, di
per sé, un vero insegnante; per me l’insegnante deve riuscire sempre,
in qualunque maniera, a trasmettere qualcosa della sua persona e
della sua materia. Il Maestro Gabbrielli ci è riuscito in pieno con me.
Per questo gliene sarò sempre grato. Penso e ripenso alle lezioni di
coro che ho tenuto con lui.
Un uomo che merita tutto il mio rispetto e stima. È davvero un
Maestro molto appassionato e devoto alla sua materia, molto
corretto e onesto.
Ormai è difficile trovare persone con l’educazione del Maestro, in
questo Mondo così ripugnante.
2. Antonio Eros Negri: Compagno della Lega di David. Persona molto
buona. È un vero galantuomo. È il docente preferito dalla maggior
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parte degli studenti per quanto concerne le esercitazioni corali. Ha
una portata e voce molto affascinanti. Ha anche un ottimo senso
dell’umorismo. Ho potuto sentire e vedere il suo modo di insegnare.
Anch’egli è molto appassionato alla sua materia.
Esercitazioni Orchestrali:
1. Bruno Dal Bon: Compagno della Lega di David. Il Maestro insegna
anche Marketing Culturale, infatti fu così che lo conobbi meglio,
frequentando le sue lezioni di tale materia online via Zoom, dal marzo
2020. Persona molta squisita e carismatica. Ha un modo molto
genuino di trattare gli allievi. Mi ricordo ancora, perfettamente, gli
aneddoti della sua vita, dalle sue esperienze a Osaka fino ai più recenti
episodi al Conservatorio di Como. Comunque, il Maestro l’ho
conosciuto qualche settimana prima. Nel febbraio 2020, in Sala
Organo, stava provando, con l’orchestra del Conservatorio, la Sinfonia
Eroica di Beethoven, che da lì a un paio di mesi avrebbero dovuto
eseguirla a San Fermo (poi, però, non eseguita per via delle restrizioni
(a)pandemiche), entrai e mi sedetti per terra ad ascoltare le prove
(avevo perso il treno per tornare a casa, allora rimasi lì un’ora),
constatai che i ragazzi non sapevano tenere minimamente il tempo,
la situazione era vergognosa al punto tale che provavo vergogna per
loro. Il Maestro, però, senza mai perdere la pazienza, continuò a
battere il tempo durante tutta l’ora. Mi ricordo che ci scherzava pure,
ironizzando la situazione.
Il Maestro si candidò alle elezioni direttoriali del 2020 assieme al
Filisteo Zago. Sciaguratamente, il Maestro Dal Bon venne colpito da
un problema di salute qualche settimana prima della scadenza della
consegna del programma elettorale. Non riuscì a redigere, perciò, un
programma dettagliato quanto a quello del Filisteo Zago. Purtroppo,
il comitato per le elezioni si impuntò, dichiarando che ci si doveva
attenere soltanto ai programmi presentati entro la data prestabilita,
nulla di più (chi c’era in quel comitato? Scaioli, naturalmente.
Coincidenza? Non credo proprio!). Si pensò che il Maestro Dal Bon
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vincesse le elezioni, invece, a ultimo momento, le vinse il Filisteo
Zago. Persone negligenti come Scaioli, Foti, Dall’Ora, Piricone & Co.
hanno contribuito alle elezioni di Zago (si noti che ho parlato di
negligenza, non di corruzione… a buon intenditor poche parole). Mi
ricordo che il Maestro Dal Bon rimase profondamente deluso del
risultato. Invece, Zago e Fiano, esultarono in maniera eccessiva, come
veri balordi, al punto tale da chiamare, persino, la stampa locale.
Musica da Camera:
1. Claudia Bracco: Compagna della Lega di David. È la docente che più
mi ha compreso in Conservatorio. Ha un modo tutto suo di realizzare
le lezioni, anche di organizzarle, tutto in stile molto “casalingo”.
Scoprire il modo in cui il Maestro conduce le lezioni equivale a
conoscere una terra mai conosciuta (che scherzosamente ho
denominato “Braccolandia”). Persona molto empatica, molto
paziente, umile e onesta. Come insegnante, i suoi consigli musicali
sono sempre molto utili, molto perspicaci e di buon gusto (anche se
non sempre sono d’accordissimo). Ha anche un ottimo senso
dell’umorismo. Spesso, le lezioni si possono concentrare interamente
su due battute di un brano, è molto pignola per quanto riguarda i
timbri e gli attacchi dei brani. Inoltre, con il Maestro si può passare la
giornata a chiacchierare di diversi argomenti (mi ricordo che una volta
siamo rimasti più di due ore al telefono a conversare di svariati
argomenti della musica e della vita, al punto tale che sua figlia voleva
che attaccasse giù il telefono. Sia il Mastro che io, siamo molto
chiacchieroni), ma sa anche ascoltare e interpretare al meglio le
opinioni degli studenti, fattori molto importanti. Non impone mai le
sue idee, preferisce suggerire.
Nel novembre 2019 conobbi il Maestro, mi colpii che ci si poté parlare
tranquillamente come se ci si conoscesse da anni, quella “tensione”
che vi è di solito quando si conosce un nuovo insegnante non ebbe
mai luogo. Questo dal punto di vista umano è fondamentale, secondo
me. Allo stesso tempo è molto diretta e severa con gli allievi villani e
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ingrati, che cercano di farsi furbi, gliene dice quattro immediatamente
e fa loro la ramanzina (anche se, secondo me, ogni tipo di predica a
questi studenti risulta inutile, perché se ne fregano altamente). Ha
sempre cercato di rispondere a tutte le curiosità degli alunni.
Nel 2020 tentai di organizzare un progetto, nel luglio stesso coinvolsi
il Maestro Federica Valli, apparentemente il progetto la entusiasmò.
L’idea era di eseguire una serie di concerti interni al Conservatorio,
rivolti esclusivamente alle Sonate per Pianoforte e Violino di
Beethoven, in occasione del 250esimo anniversario della nascita del
compositore. Per disgrazia, nel novembre 2020, il Maestro Valli si
dimenticò completamente del nostro “accordo” per il progetto. A
quel punto, fui molto deluso e furioso (ricordo ancora le imprecazioni
che mi passarono per la testa), ma non mi demotivai, decisi di
rivolgermi immediatamente al Maestro Bracco, le commentai la mia
idea. Fu felice di accogliere il mio progetto. Riuscii a trovare cinque
violinisti. Purtroppo, il primo violinista (Leonardo Morosini) ritirò la
disponibilità due giorni dopo la conferma; il secondo violinista
(Ludovico Carangi), dopo lo scoppio di una stravagante polemica con
la Filistea Donatella Colombo, ritirò pure la disponibilità (i dettagli di
questa particolare vicenda sono specificati più avanti, nelle righe
dedicate alla Filistea Colombo, docente di violino), rimasero, dunque,
solo tre violiniste (Maria Grokhotova, Sara Galasso e Alice Cansirro).
Mi assicurai un totale di 7 Sonate con le tre violiniste. Perciò, da
agosto 2020 fino a dicembre 2020, riuscii a studiare 6 Sonate su 7, mi
mancava da studiare soltanto la Sonata Kreutzer (la più difficile
tecnicamente). Maria Grokhotova rinunciò a inizio dicembre 2020,
perché dovette partorire il suo secondo figlio qualche settimana
dopo; alla fine rimasero soltanto Sara e Alice, con le quali mi garantii
almeno 5 Sonate (3 con Sara e 2 con Alice). Poi, però, divennero 4,
perché Sara mi chiese una riduzione.
Con Sara, che aveva una pazienza infinita nei miei confronti,
riuscimmo a portare quasi due sonate intere al Maestro Bracco (in
realtà una e mezza, per la precisione) tra il dicembre 2020 e il febbraio
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2021, ma lì rimase (purtroppo, dedicando spesso soltanto un’ora a
due battute, diveniva logicamente impossibile procedere con la
velocità che avrei voluto). Invece con Alice non riuscimmo proprio a
prenotare le lezioni con il Maestro, perché non coincidevano mai i
giorni.
Purtroppo, con il passare delle settimane notai che il Maestro Bracco
non era preso dal progetto delle Sonate. Mi rattristai molto, capii che
le prove sarebbero state un lavoro senza la finalità prevista (i
concerti). Avrei tanto desiderato che il Maestro Bracco mi aiutasse
veramente a realizzare il progetto, che poi sarebbe stato utile e
istruttivo per tutti, anche per rimarcare il ruolo di rilievo che ricopre
la disciplina di Musica da Camera, spesso molto marginalizzata a
materia di “serie b”. A quel punto, all’inizio di aprile 2021, mentre
ultimavo le prove della Kreutzer con Alice, decisi di interrompere il
progetto. Ciò anche per questione di rispetto verso le due violiniste
(alle quali avevo promesso, come finalità del progetto, la serie di
concerti). Logicamente, mi scusai con entrambe le violiniste per aver
disatteso le promesse, fui molto a disagio per la situazione creatasi, ci
tengo sempre alla parola data.
Ripensandoci a posteriori, avrei potuto lottare di più per ottenere la
realizzazione del progetto, ma credo che non lottai più di tanto
perché, dall’aprile 2021, in vista dell’esame di strumento (che
preferivo svolgere sempre in sessione estiva, a giugno), decisi di
concentrarmi nello studio del repertorio solistico (che, fino ad allora,
risultava rallentato a causa dello studio delle 7 Sonate per Pianoforte
e Violino).
Comunque, sarò sempre infinitamente grato a Sara e ad Alice per
avermi concesso il tempo, la fiducia e la pazienza per le prove delle
quattro Sonate di Beethoven (che, tra l’altro, sono vere pietre miliari
del repertorio cameristico). Le due violiniste sono sempre state molto
gentili nei miei confronti. Le prove furono, per me, molto istruttive e
utili, paradossalmente, molto più proficue professionalmente e
musicalmente rispetto a molte lezioni tenute con gli insegnanti.
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Solo vorrei dare un consiglio al Maestro Bracco (sapendo che leggerà
questo Saggio, mi rivolgo direttamente a lei): “Maestro, Lei sa meglio
di me che la maggior parte degli allievi del Conservatorio non ha
buona volontà, perciò, se un giorno dovesse ricapitare che un allievo
le proponesse un progetto simile al mio, mi faccia il favore di dedicarsi
al massimo delle sue energie per contribuirne alla realizzazione.
Meglio “sprecare” bene le energie con delle persone che realmente
vogliono progredire piuttosto che sprecarle per richiamare i lazzaroni.
Lei, inoltre, essendo Maestro, ha l’autorità necessaria per proporre,
organizzare e promuovere progetti liberamente in Conservatorio
senza molti ostacoli. Forse il più grande ostacolo, lo sappiamo bene,
è il “Grandissimo” Super Filisteo Zago… ma so che Lei, comunque,
riesce sempre a gestirlo senza troppa fatica”.
2. Luca Moretti: Compagno della Lega di David. Uno dei docenti più
simpatici che abbia conosciuto al Conservatorio di Como. Si fa voler
bene dagli allievi, anche (forse?) grazie al suo linguaggio semplice e
colorito (di buon gusto per le differenti situazioni). Non ho
frequentato molte lezioni con il Maestro, ma i suoi consigli sono
sempre stati molto utili e brillanti.
3. Federica Valli (non insegna più a Como, in pensione dal 2022):
Compagna della Lega di David. Il giorno che conobbi il Maestro, nel
novembre 2019, ricordo che si trovava in completa disperazione per
l’organizzazione degli orari. Contrariamente al Maestro Bracco, il
Maestro Valli preferiva assegnare orari fissi agli studenti nell’arco dei
semestri.
Ero poco abituato a suonare con gli altri, soprattutto con i cantanti,
allora il Maestro ebbe la grande intuizione di inserirmi con due
cantanti coreani molto bravi, preparammo 4 duetti, l’opera 78 di
Schumann. Il Maestro, con mooolta pazienza, mi aiutò a superare
questi ostacoli. Grazie a lei ho imparato ad ascoltare e seguire meglio
i cantanti che accompagnavo.
Come persona era squisita, semplice e delicata, ma sempre formale.
Le piaceva darmi consigli come se fosse una nonna. L’unica delusione
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che ebbi dal Maestro fu durante il secondo anno, quando si dimenticò
completamente del progetto concordato qualche mese prima (ma
credo che fosse per via della vicenda covid, era molto terrorizzata,
essendo una ultrasessantenne), il progetto prevedeva, come ho
scritto prima, lo studio, l’esecuzione e il portare in concerto le 10
Sonate di Beethoven per Pianoforte e Violino.
4. Sara Dambruoso (non insegna più a Como): Compagna della Lega di
David. Persona molto carismatica, dolce ed elegante. Ho svolto poche
lezioni con il Maestro, ma, comunque, i suoi consigli sono sempre stati
molto perspicaci e di buon gusto. Riusciva ad aiutare molto i violinisti,
in quanto il Maestro è violista.
Oboe:
1. Adriano Mondini: Compagno della Lega di David. Il Maestro è molto
simpatico, era sempre di buon umore e scherzava sempre con le
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bidelle. Purtroppo, è l’unico docente di oboe da anni, il Conservatorio
ha preferito tagliare le cattedre di questo strumento. So, da oboisti,
che è molto paziente, colto e umile. Non posso dire di più come
insegnante in quanto non ho potuto constatare altro di persona.
Organo:
1. Luca Antoniotti: Compagno della Lega di David. È stato mio
insegnante di improvvisazione pianistica. Il Maestro è un bonaccione.
Ha fatto saltare mooooolte lezioni a noi alunni. Per disgrazia, il
Maestro, vivendo in Piemonte (nel vercellese) e per problemi
personali, era spesso impossibilitato a raggiungere il Conservatorio.
Ma era un buono alla fine.
Gli piaceva improvvisare tantissimo, se non lo si fermava poteva
continuare senza sosta. Improvvisava rigorosamente in stile bachiano.
Non spiegava molto a parole, ma si sedeva pesantemente sullo
sgabello e, chiamando studente per studente al pianoforte, dava le
indicazioni. Un giorno, nell’aprile 2021, accadde un episodio buffo,
eravamo in aula 10 per la lezione di improvvisazione, tutti gli allievi
indossavano la museruola tranne il Maestro e io. Il Maestro starnutì
come un matto durante tutto il tempo della lezione, mi starnutì pure
addosso. Qualche studente imbecille pensò bene di spifferare il tutto
“ai piani alti”, ironia della sorte, il giorno dopo il Maestro divenne
“positivo” al test PCR. Zago, il Super Filisteo, disse che soltanto io
dovevo effettuare il test, mentre gli altri no, perché indossavano la
“miracolosa” museruola. Alla fine non successe nulla. Antoniotti
ritornò più in forma di prima.
Pianoforte:
1. Giovanni Brollo: Compagno della Lega di David. Maestro dal
temperamento mite, molto paziente, anche con gli allievi più ostici.
Mi chiedeva sempre di eseguire i pezzi virtuosistici, lo accontentavo
ogni volta con gli studi di Liszt e di Chopin.
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Era restio a lasciar studiare la musica di Chopin ai suoi allievi, non
tanto perché non condividesse la musica, anzi, ma perché gli allievi la
interpretavano “con la pancia” (come diceva Rattalino). Il Maestro
Brollo era consapevole del fatto che gli allievi non capissero le sue
obiezioni (purtroppo, la musica di Chopin è la peggiore a essere
interpretata dai pianisti in questo secolo, viene resa sempre volgare.
La musica di Chopin è caratterizzata da molta tristezza e non dalla
“passione” (in termini moderni), ecco perché si interpreta male. I
trucchi per interpretare al meglio la musica Chopin sono: ogni frase
deve avere un respiro profondo senza recuperi (accelerando
successivamente; quindi come una sorte di rubato), deve essere tutto
cantato in stile “bel canto all’italiana” (il canto deve avere SEMPRE
una direzione dinamica), i ritmi devono essere ben evidenziati
(marcandoli bene) e si deve sempre marcare ogni armonia (la musica
di Chopin ha palesi influssi ritmici e armonici spagnoli, oltreché
polacchi e italiani, naturalmente). Invece, i pianisti di oggi deformano
la musica di Chopin in stile Morriconiano e non respirano per niente
tra le frasi, in più, non danno mai la direzione dinamica (tutto piatto),
usano male il pedale di risonanza, producono un suono metallico anti
musicale e usano pochissimo l’una corda). Perciò il Maestro opta per
le musiche dei contemporanei di Chopin (Schumann, Liszt e Brahms).
In questo modo, i suoi allievi, bene o male, riescono a ottenere una
interpretazione più decente (più vicina all’essenza reale del brano,
cioè come giusto che sia). Il Maestro Brollo diceva sempre che la
musica di Chopin oggigiorno viene interpretata “in maniera troppo
femminile”, invece, secondo me, la terminologia più adatta non è
quella (perché il termine “femminile” dovrebbe indicare, in teoria,
maggior sensibilità… invece il suono metallico e la dinamica piatta non
calzano al termine), ma bensì “in maniera lgbt”, disgraziatamente.
Chopin era un uomo triste, depresso e stufo della vita, che poi fosse
anche debole fisicamente non vuol dire effemminato. Aveva un
caratterino mooolto fumantino, in stile meridionale (come i terroni).
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2. Antonio Piricone: Filisteo. Sfortunatamente, il Maestro è
caratterizzato da ipocrisia e poca professionalità (passa più tempo al
bar e a fumare che in aula, praticamente). Comunque, dal punto di
vista umano è accettabile. Inoltre, ci si può intrattenere per ore a
chiacchierare con il Maestro. Prima dell’emergenza (a)pandemica era
molto caloroso (salutava i suoi allievi persino con i baci sulle guance),
dopo è cambiato radicalmente, le vicende (a)pandemiche lo
segnarono moltissimo.
Passai anche bei momenti con il Maestro Piricone, un giorno venne
persino a cenare a casa mia, mio papà si intrattenne a chiacchierare e
a bere vino con il Maestro, al punto che il Filisteo Piricone divenne
brillo, gli bastarono due bicchieri di vino rosso. Come insegnante, è
terribile, sciaguratamente. Impossibile realizzare anche solo una
lezione, non accetta diteggiature, tempo, articolazioni, eccetera, che
non siano come impone lui. Naturalmente, con gli allievi ubbidienti
tutto fila liscio.
Mi scrivevo spesso con il Filisteo via WhatsApp, scrivevo liberamente
tutto ciò che pensavo sul Conservatorio, sui docenti, sulla mafia e
corruzione interna, eccetera. Ovviamente, erano messaggi molto
“compromettenti”. Purtroppo, il giorno che gli dissi scherzosamente
che doveva recitare meno il ruolo della “femminuccia”, non volle più
saperne nulla di me e chiese il mio trasferimento di classe. A quel
punto, quale “buona” persona che è, decise di mandare le nostre chat
al Filisteo Zago. Ma non integralmente, perché c’erano anche
messaggi compromettenti suoi. Mandò soltanto i miei messaggi
compromettenti. Questo atteggiamento è stato da parte sua
profondamente vigliacco, irrispettoso, infantile e codardo.
3. Walter Roccaro: Filisteo. Da quello che so su Roccaro, sul suo modo
di insegnare e per i 2 anni di assenza (compromettendo gli studenti
della sua classe, perché dal 2020 era già detentore di una cattedra a
Como), lo categorizzo come Filisteo, ma visto che non lo conosco di
persona, non posso esprimermi ulteriormente.
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4. Daniele Manusardi: Filistea e Compagna della Lega di David. Il
Maestro ha avuto modo di perfezionarsi in Germania, per cui ha
assorbito molto la mentalità sassone, cioè quadrata. So, da alcuni suoi
allievi, che le piace imporre tutto (dalle diteggiature al fraseggio, dalle
dinamiche alla seduta… e tanto altro). Proprio come alcuni Filistei
dell’Ottocento. Comunque, come persona è molto garbata e
organizzata. Riesce a stabilire un rapporto didattico più proficuo con
gli allievi maschi. Le piace parlare anche di erboristeria. Non la
considero Filistea del tutto, perché, comunque, ho avuto modo di
notare che è un’insegnante molto paziente e con buoni propositi,
nonostante abbia la mentalità fortemente quadrata (tedesca).
5. Alexander Romanovsky (non insegna più a Como): Compagno della
Lega di David. È stato mio Maestro nel 2021. Venni assegnato alla
classe del detentore della cattedra, Walter Roccaro (assente per 2
anni. Assurdo vero? Soltanto in Italia accadono queste vicende).
Roccaro non poteva ancora prendere servizio perché già direttore al
Conservatorio di Palermo. La domanda è: perché un docente si
assicura una cattedra quando ancora non può lasciare il suo posto di
direttore? La priorità per questo docente è la cattedra e non la
formazione degli allievi, evidentemente. Sorge spontanea un’altra
domanda. Perché puntare a una cattedra al Conservatorio di Como?
Si dice che sia il “trampolino di lancio” per arrivare al Conservatorio
di Milano, a cui ambiscono moltissimi insegnanti, costoro credono
che possa attribuire loro ulteriore prestigio. Durante il periodo 2020-
2022 ci furono, quindi, due supplenti, Romanovsky e Christian Leotta.
Anche qui, qualcuno mi deve spiegare se sia normale che in un Istituto
(che si vanta pure dello slogan “Alta Formazione Artistica e Musicale”)
possa accadere che da novembre 2020 fino a metà febbraio 2021 e
da novembre 2021 fino a metà gennaio 2022 gli studenti di una classe
rimangano senza insegnante. Ovviamente, il Filisteo Zago, grande
irresponsabile, diede la colpa al Ministero dell’Istruzione a Roma,
quest’ultimo non dava il via libero per scorrere le graduatorie di
istituto, in quanto doveva ancora assegnare i posti ai docenti presenti
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nella graduatoria nazionale. Ma nulla impediva al Filisteo Zago di
spartire temporaneamente quegli studenti nelle classi degli altri
docenti. Perciò affermo che il Filisteo Zago è irresponsabile quanto il
Ministero dell’Istruzione.
Il Maestro Romanovsky è una persona squisita, non ha mai imposto
le sue idee interpretative, era sempre molto disponibile, dolce ed
empatico con tutti i suoi allievi. Mi ricordo che tutte le studentesse
impazzivano per lui, sentivo sempre parlare del Maestro nei corridoi,
tutte le studentesse, quando parlavano tra di loro, si riferivano a lui
per nome (Alexander). Romanovsky era così ben voluto che ci furono
persino alcuni episodi molto teneri, come quello in cui una pianista,
che doveva eseguire la prova finale di strumento (stava concludendo
il triennio) si mise a piangere immediatamente dopo l’esecuzione,
perché mi disse che “aveva fatto una figuraccia davanti a
Romanovsky”, dovetti consolarla per qualche minuto prima che
tornasse a sorridere. Ovviamente, il Maestro non venne mai a
conoscenza di questo episodio.
Il Maestro decise di trasferirsi di Conservatorio, perché, essendo
supplente, il suo posto era quasi sempre a rischio fino al
gennaio/febbraio dell’anno solare successivo (periodo nel quale Zago
faceva scorrere le graduatorie interne per la ricerca del supplente,
dopo il via libera del Ministero). Il Filisteo Roccaro (il detentore della
cattedra), in questo modo, ha fatto perdere un sacco di tempo
prezioso agli allievi. Due anni è durato questo circo! Ma, in realtà,
c’erano anche altri due fattori per i quali il Maestro Romanovsky
decise di trasferirsi. Un giorno, nel settembre 2021, Zago mi fece
capire che Roccaro, forse, avrebbe potuto prendere servizio a Como
(anche se era ancora direttore al Conservatorio di Palermo, ma mi
sembra strano, perché non poteva lasciare il posto di direttore in
carica, infatti, per questo motivo, non capisco perché Zago mi abbia
detto ciò) ma nulla era ancora sicuro, allora informai immediatamente
il Maestro Romanovsky. Quindi, il Maestro si fece proattivo e cercò un
nuovo posto, lo trovò presso il nuovo Istituto Musicale di Reggio
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Emilia (paritario ai Conservatori). Però, il fattore più importante di
tutti che lo spinse a lasciare il Conservatorio di Como fu proprio
l’ottusità del Filisteo Zago, il Maestro Romanovsky voleva più tempo a
disposizione per impartire le lezioni e per recuperare le assenze, il
Filisteo Zago non volle mai concedergli altro spazio. Il Maestro era
furioso e stanco dei modi freddi e cinici del malvagio Filisteo Zago. Il
vigliacco di Zago ebbe pure una bella faccia tosta: si arrabbiò
moltissimo quando seppe del trasferimento di Romanovsky, non
riusciva a spiegarsi perché Romanovsky l’avesse deciso a ultimo
momento senza preavviso, ma è evidente, ormai, che quest’uomo,
così spregiudicato, non si ponga mai le domande giuste… ovvero su
sé stesso. Se così facesse avrebbe già capito che è egli stesso la vera
rovina del Conservatorio. Ovviamente, il Filisteo Zago non vuole
perdere i suoi privilegi, guai a cedere la poltroncina.
6. Vittorio Rabagliati (non insegna più a Como): Filisteo e Compagno
della Lega di David. Il Maestro sta, come Mimmo Innominato, con un
piede in due scarpe. Da un lato è molto buono e comprensivo,
dall’altro, è un po’ipocrita e vigliacco. Nel 2021 ci fu una situazione un
po’particolare che venne a galla. Una sua allieva, che si era appena
trasferita di Conservatorio, frequentava una insegnante privata da
tutta la vita, che l’ha seguita parallelamente ai docenti di strumento
dei Conservatori. Rabagliati era perfettamente a conoscenza della
situazione, malgrado ciò, accettò senza esitazioni e la prese come
allieva. Subito dopo, però, costui iniziò a polemizzare la situazione, si
temette che la polemica arrivasse alla direzione. A quel punto,
proposi il mio aiuto alla pianista. L’idea era che cambiasse classe,
passando a quella del Maestro Romanovsky. Misi in contattato,
perciò, la pianista con Romanovsky. Il Maestro avrebbe avuto spazio
per prenderla. Purtroppo, il cambio non fu possibile, Zago non
acconsentì, ovviamente. Alla fine, Rabagliati, comunque, dovette
mandare giù il boccone amaro. La pianista mi raccontò che costui la
insultò pesantemente, mandandola “a quel paese” per la situazione
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creatasi. Poi, però, poté seguire tranquillamente le lezioni con
Rabagliati senza avere più alcun tipo di problema.
Per il resto, Rabagliati era abbastanza buono e alla mano. Un altro
fatto che non ho mai approvato del Maestro: durante gli esami di
pianoforte chiacchierava sempre ad alta voce con i colleghi,
fregandosene altamente se disturbasse o meno l’esecutore.
7. Pier Francesco Forlenza (non insegna più a Como): Filisteo e
Compagno della Lega di David. Innanzitutto, lo considero Compagno
della Lega di David, perché ha sempre detto che il posto in cui si
ammazza la musica è proprio il Conservatorio (aneddoto simile a
quello del pianista Stefano Bollani); lascia sempre molta liberta
interpretativa all’allievo, lo spinge sempre a trovare la propria
personalità e riesce ad aiutarlo concretamente, sia nella tecnica, sia
nell’interpretazione. Questo grazie anche al fatto che è un artista
marziale, questo fattore lo rende più aperto mentalmente, secondo
me.
Però, non è tutto rose e fiori. Il Maestro, purtroppo, ha un lato
mooolto italiano, ovvero… il padrinato. Nell’aprile 2020 fu previsto un
concerto al Teatro Sociale di Como dedicato alle Sonate per
Pianoforte di Beethoven, eseguite da alcuni allievi del Conservatorio.
Ci fu una preselezione, ci presentammo in 6, di cui 3 per la sonata Op.
2 No. 3 di Beethoven (Pietro Nicolaci, Luca Poncia e io). Forlenza era
abituato a favorire i suoi allievi e a convincere i suoi colleghi a
selezionarli (chissà in cambio di che cosa?). Il suo pupillo era Luca
Poncia, abituato a prevalere in queste preselezioni. Pietro Nicolaci,
pure suo allievo, non poté presenziare alla preselezione in quanto
aveva la febbre. Per cui eravamo solo in due. Iniziai io, l’esecuzione fu
molto buona tecnicamente (musicalmente non ero convinto al 100%,
ovviamente oggigiorno, dopo tre anni, con l’esperienza accumulata,
avrei interpretato diversamente la Sonata), mi ricordo che, quando
arrivai al quarto movimento, alle prime battute, vidi con la coda
dell’occhio sbalzare su dalla sedia Forlenza, rimase in piedi fino alla
fine della Sonata. Questo perché il brano era perfetto tecnicamente,
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non avevo alcun problema tecnico a eseguire la serie di accordi
ascendenti in velocità. In quel momento pensai “chissà, forse si è
sbalzato su dalla sedia, perché preoccupato per il suo allievo, magari
non allo stesso livello tecnico”. Non mi sbagliavo, rimasi ad ascoltare
l’esecuzione di Luca dal corridoio, Luca suonò malissimo sia
tecnicamente che musicalmente.
In giuria erano presenti i 5 docenti dell’epoca (Brollo, Piricone, la
Manusardi, Rabagliati e Forlenza). Piricone mi raccontò ogni dettaglio,
i docenti riconobbero la mia superiorità tecnica e musicale in quel
momento rispetto a Luca. Visto che Forlenza era abituato a far
passare esclusivamente il suo pupillo, e la mia esecuzione interruppe
questa consuetudine mandandolo in cortocircuito, chiese ai suoi
colleghi una proroga di un mese, esclusivamente per la Sonata in
questione (e non per le altre), giustificando i suoi allievi, il primo
perché aveva la febbre, il secondo perché che aveva avuto poco
tempo per prepararla, affermando che entrambi erano liceali (io,
invece, potevo dedicarmi a studiare il pianoforte a tempo completo,
in quanto avevo finito l’anno prima il liceo). La Manusardi e Rabagliati
furono i primi ad accettare la proposta di Forlenza; la Manusardi,
perché pensava che il mio Beethoven fosse “troppo barbaro e
orchestrale” (cioè come giusto che sia, in realtà), mentre Rabagliati,
perché amico di Forlenza (non diede alcun altro valido motivo,
secondo Piricone). Brollo e Piricone, essendo in minoranza, dovettero
accettare la decisione. Quindi, Forlenza lo categorizzo anche Filisteo
in quanto “mafiosetto”.
8. Alessandro De Curtis (non insegna più a Como): Super Filisteo.
Conobbi il Maestro nel 2015, quando avevo 16 anni (quasi 17),
quando fui ammesso al corso pre-accademico. Premetto che devo
moltissimo a De Curtis, ma questo solo grazie alle sofferenze che mi
ha fatto passare. Mi fece studiare una quantità sterminata di brani in
un anno (per l’età che avevo), perché considerava (e aveva ragione)
che avevo dei buchi formativi. In quell’anno, mi fece studiare brani
basici che non avevo mai studiato. Mi fece studiare di colpo quasi
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tutte le invenzioni a due e a tre voci di Bach, quasi l’intera opera 299
di Czerny, 4 sonate (due di Mozart e due di Haydn), 4 romanze “senza
parole” di Mendelssohn e 1 arabesque di Debussy. Era molto
esigente. In quel periodo, non avendo ancora acquisito un buon
metodo di studio, fu una sfida micidiale. In media studiavo 4 ore al
giorno in quel periodo, grazie a lui fui costretto a raggiungere le 8 ore
al giorno (infatti dovetti trascurare moltissimo lo studio del liceo).
Quasi sempre, i brani non erano pronti nei tempi che voleva lui, perciò
si arrabbiava moltissimo, ho ricevuto tantissime sgridate dal
Maestro… prima di entrare a ogni lezione sentivo sempre una
pressione al petto che svaniva appena finiva la lezione, era l’ansia. Il
Maestro, in più, imponeva la propria interpretazione allo strumento,
mi ribellavo molto in merito a ciò, quindi, a poco a poco, il Maestro
iniziò a nutrire antipatia nei miei confronti fino al punto che culminò
in vigliaccheria. Tre settimane prima dell’esame dell’anno di prova, De
Curtis si imbestialì e decise di cambiarmi il programma d’esame, in tre
settimane dovetti studiare una nuova invenzione, una nuova sonata,
una nuova romanza e un nuovo studio. Purtroppo, in quel periodo,
non fui in grado di studiare tutti quei brani in così pochi giorni. Venni
perciò bocciato e dunque espulso dal corso pre-accademico. Ricordo
ancora la gioia che provava De Curtis, non dimenticherò mai il
sorrisetto che aveva mentre mi diceva che ero espulso per non aver
superato l’esame.
Qualche mese dopo, nell’ottobre 2016, ebbi come docente di armonia
Mimmo Innominato al liceo musicale, con il quale parlai della mia
esperienza con De Curtis… il Maestro Innominato mi disse che avrei
dovuto parlarne con la direzione nei giorni successivi immediati
all’esame, perché De Curtis era conosciuto per attuare in quel modo
con gli allievi a lui non simpatici… così facendo non sarebbe finita in
quel modo (cioè con l’espulsione). In più, mi disse che se fosse dipeso
dalla volontà sua e di Balzaretti (all’epoca direttore del Conservatorio)
De Curtis non sarebbe durato neanche un mese, purtroppo, però, non
si poteva fare niente a riguardo. Mimmo mi disse una frase che non
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dimenticherò mai: “quando uno diventa insegnante con cattedra in
un Conservatorio, non si può più farlo fuori, perché è diventato alla
pari di un prete”, in quel preciso momento la docente di filosofia del
liceo stava passando per il corridoio, sentendo la frase pronunciata
dal Maestro, rimase incredula e spalancò gli occhi in un modo
indimenticabile.
In conclusione, De Curtis è terribile sia dal punto di vista didattico che
umano, ma grazie a questo povero disgraziato ho perfezionato
moltissimo il mio metodo di studio. È uno dei pochi Super Filistei a cui
devo tantissimo dal punto di vista formativo, malgrado le sofferenze.
Fortunatamente, si trasferì al Conservatorio di Milano nel 2018,
l’anno precedente alla mia ammissione al triennio, altrimenti l’avrei
ritrovato in commissione e sarebbe stato un momento decisamente
nefasto.
9. Mario Patuzzi (non insegna più a Como, in pensione dal 2018, se non
erro): Compagno della Lega di David. Ricordo bene quando il
Maestro bussava alla porta dell’aula in cui De Curtis impartiva le
lezioni, l’aula 5. Era una scena molto buffa, perché quando il Maestro
Patuzzi bussava alla porta e sporgeva la testa, iniziavano a darsi del
“Lei” tra loro con un tono tutto particolare, in stile molto “british” e
parlavano in codice. Sembravano due tipiche vecchie allegre comari
inglesi mentre bevono il tè assieme.
Il Maestro era molto paziente ed empatico. All’esame, quando venni
bocciato, mentre De Curtis sorrideva come un imbecille, il Maestro
Patuzzi era sconvolto e mortificato per la situazione, prese le mie
difese a tal punto che per qualche istante riuscì a far levare il
sorrisetto dalla faccia a De Curtis. Purtroppo, il Maestro non
preparava benissimo gli allievi dal punto di vista tecnico, ma forniva
loro un ottimo metodo di studio. Dal punto di vista musicale riusciva
anche a dare molto.
10. Christian Leotta (non insegna più a Como): Filisteo e Compagno della
Lega di David. L’ho avuto come insegnate per poco tempo, per circa
un mese, perché a fine febbraio del 2022 decisi di abbandonare il
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Conservatorio. Nonostante abbia trascorso pochissimo tempo con il
Maestro, notai buona volontà e disponibilità. Non imponeva mai
nulla. Era molto tranquillo. Aveva sempre uno sguardo perso, lo
trovavo buffo.
Aveva un ego colossale per quanto concerne la musica di Beethoven.
Gli dicevo che stavo studiando tutte le sonate di Beethoven, egli mi
rispose che dovevo fare “con molta calma”, perché avevo tutta la vita
davanti (peccato che egli le abbia studiate tutte già a 22 anni di età).
Quest’uomo ha la tipica mentalità che gli allievi non devono superare
il Maestro (sé stesso, in questo caso).
Inoltre, non mi piaceva un altro fattore molto importante. Non aveva
personalità sia artistica, sia didattica. Diceva sempre che gli studenti
dovevano ascoltare in internet le interpretazioni dei musicisti che più
apprezzavano e imitarli. Assurdo. Alla faccia della didattica, della
cultura e dell’importanza del singolo individuo!
11. Ugo Federico (non insegna più a Como): Compagno della Lega di
David. Conobbi il Maestro nel 2015, stette in giuria all’esame di
ammissione al corso pre-accademico assieme a De Curtis e a Patuzzi.
Persona molto carismatica, molto paziente. Era molto devoto
all’insegnamento.
Tutti i suoi allievi si sono sempre trovati benissimo, hanno sempre
speso solo belle parole nei suoi riguardi. Potei ascoltare, da fuori la
porta, 2 o 3 lezioni tenute dal Maestro, sentii che dava molta
importanza alla personalità artistica di ogni suo allievo, cercando
sempre di coltivarla e incentivarla.
12. Renato Principe (non insegna più a Como): Compagno della Lega di
David. Il Maestro è figlio del noto musicologo Quirino Principe. È una
persona molto alla mano e paziente. Con il Maestro ho tenuto le
lezioni di Letteratura Pianistica dalla fine del 2021 all’inizio del 2022,
gli argomenti delle sue lezioni furono: le Sonate di Beethoven e
all’opera per pianoforte di Schumann. Le lezioni erano improntate
molto sull’ascolto, avrei preferito che approfondisse un po’di più le
vicende storiche ed estetiche, ma, alla fine, le sue lezioni sono state
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soddisfacenti. Ricordo bene quelle lezioni. Tutto sommato ho buoni
ricordi del Maestro.
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3. Lucia Bucciarelli (non insegna più a Como): Filistea. Ho conosciuto il
Maestro attraverso una conferenza Zoom. Fu Presidente della
sedicente commissione di disciplina del Conservatorio istituita
appositamente per me (assurdo vero?! Ma fu proprio così,
disgraziatamente). Il problema, come sempre, fu causato dalla
vicenda “certificati verdi”. Il vigliacco e criminale di Zago, dopo avermi
reso amarissime diverse giornate e avermi inflitto un “provvedimento
disciplinare” autonomamente, approfittò, di nuovo, della sua carica
per infliggermi un secondo “provvedimento”, attraverso apposito
decreto direttoriale!!! Aberrante!!! Un vero miserabile e codardo… se
questo è un uomo. Questo “grazie” alla commissione che si formò
appositamente per sentenziarmi. Il fatto più curioso fu che il Filisteo
mi citò assieme alla pseudo presidente della sedicente commissione
di disciplina, appunto la Filistea Bucciarelli, il 18 ottobre 2021 alle ore
21, via conferenza Zoom. Venni a conoscenza, successivamente,
grazie alle email ricevute dal Filisteo Zago, che la sedicente
commissioni di disciplina (o commissione della “briscola”) si riunì il 13
ottobre, cioè ben 5 giorni prima di essere ascoltato, per emanare la
“sentenza”. Quindi, questi vigliacchi “sentenziano” ALL’UNANIMITÀ le
persone senza neanche prima ascoltarle. Si deduce che a queste
persone piace il modello dittatoriale cinese; costoro, evidentemente,
si sono “cinesizzati” alla perfezione. Ma chi furono i “luminari” che
composero la sedicente e ridicola commissione di disciplina? La
Filistea Bucciarelli; la Filistea Calderoni; il vero responsabile della
biblioteca, il Signor Luigi Monti (soprannominato “Signor Papillon” e
“Signor Saint-Saëns”. Il primo soprannome è dovuto al fatto che
indossa sempre, tutti i giorni, un papillon; il secondo è dovuto al fatto
che somiglia incredibilmente al sommo compositore francese), dico il
“vero responsabile della biblioteca” perché l’effettivo bibliotecario,
Marcoemilio Camera, non svolge mai il suo lavoro, preferisce
delegarlo agli altri (per costui la vita è comoda in questo modo); e due
studenti: Daniela Dominioni e Mattia Olgiati (designati dalla Consulta
degli Studenti: cioè da Davide Dell’Oca, lo studente borioso, zulù e
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leccapiedi di Zago). La Bucciarelli e la Calderoni sono, ovviamente,
marionette di Zago; Luigi Monti, che è un uomo d’oro, probabilmente
fu catapultato da Zago nella pseudo commissione per qualche oscuro
motivo (ormai ho ampiamente descritto il modo di agire di Zago, per
cui è facile dedurne il fine, a buon intenditor poche parole); i due
studenti non li conoscono, presumo siano, semplicemente, degli
ingenui, ma a volte “a pensare male si fa peccato, ma spesso si
indovina” (come diceva il politico corrotto e criminale Andreotti,
protetto dallo stato mafioso italiano). La sedicente commissione
esaminò la documentazione: lesse alcune mie email indirizzate a Zago
e anche le cronache scritte (da Zago) di un episodio, nel quale, il
Filisteo Zago chiamò i carabinieri, perché non volli esporre il deleterio
“certificato verde” (tra l’altro, in quell’episodio, arrivarono persino 4
pattuglie, fu una scena veramente ridicola, veder arrivare 8 pagliacci
(gli sbirri) per una situazione del genere era il “top”. Dovrebbe essere
di una vergogna inaudita per lo Stato italiano… ma si sa, lo Stato
italiano è uno Stato di codardi… gli sbirri stessi sono “deboli con i
forti” e “forti con i deboli”). Tutto ciò fu sufficiente per ritenere che la
richiesta di Zago (ovvero di infliggermi il “provvedimento
disciplinare”) fosse fondata, dunque, la sedicente commissione emise
la “sentenza”. Il provvedimento, anche in questo caso, prevedeva,
semplicemente, “un richiamo scritto formale” attraverso apposito
decreto direttoriale (emanare un decreto… assurdo; il miglior modo
di un direttore per perdere tempo).
La Filistea Bucciarelli, durante la conferenza tenuta il 18 ottobre, non
fece altro che scuotere la testa quando mi difendevo dalle accuse del
Filisteo Zago. La Filistea mi osservava come se fossi un pazzo; notavo,
attraverso il suo sguardo e linguaggio del corpo (braccia conserte),
una palese diffidenza verso ogni mia parola. Il Filisteo Zago intanto, in
barba a ogni forma di rispetto durante la conferenza, cercò diverse
volte di umiliarmi. Ripeteva come un disco rotto che fossi un
“bluffatore”. Chissà, forse costui si sarà visto allo specchio prima di
affermare ciò. La Filistea Bucciarelli ascoltava con attenzione ogni
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parola del Filisteo, annuendo con la testa, proprio come i pupazzetti
con le teste dondolanti per i cruscotti delle automobili. Per di più, se
non bastasse, a fine conferenza la Filistea Bucciarelli decise di
prendere parola soltanto per difendere il Filisteo Zago dalle mie
“accuse” (l’avevo accusato, giustamente, di essere una persona cinica
e disumana).
Come insegnante, seppi che ha molta pazienza con gli alunni, ma è
molto dogmatica, infatti per questo gli allievi preferivano il collega
Alessandro Aletti.
4. Alessandro Aletti (non insegna più a Como): Compagno della Lega di
David. Lo conosco di vista, non ho mai avuto modo di chiacchierare
con il Maestro, ci salutavamo, semplicemente, nei corridoi. Molto
educato.
Diversi alunni che svolsero con lui le lezioni di pianoforte
complementare (ora “pratica e lettura pianistica”; titolo composto da
parole più suggestive, ma si sa, la società occidentale procede ormai
in questa direzione, con un linguaggio sempre più “politicamente
corretto” e con la tendenza a impressionare maggiormente) mi hanno
sempre parlato solo bene del Maestro Aletti.
Il Maestro lasciava che ogni allievo coltivasse la propria personalità
musicale al pianoforte. Posso dire che è sempre riuscito a ottenere
ottimi risultati anche con gli allievi più negati. Tutti gli allievi del
Maestro alla fine dell’anno riuscivano a “strimpellare” sì e no qualcosa
di accettabile.
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Perciò, entrai nell’aula 12 e conobbi il Maestro Bassetto; mi ricordo
che vidi un anziano Signore (in realtà non era così avanti con l’età,
all’epoca aveva solo 62 anni, ma li portava veramente male), non lo
vedevo molto lucido. Quel giorno fummo in tre soltanto (il Maestro,
un chitarrista (di cui dimentico sempre il nome) e io), il Maestro iniziò
a realizzare alcuni bassi armonici con il chitarrista, successivamente
con me. Dai primi minuti notai, attraverso il suo modo di parlare e
spiegare l’armonia, le sue chiusure mentali tipiche dei Filistei. Quando
arrivò a me, realizzai alcuni bassi e dopo 2 minuti mi disse: “Non posso
seguirti, hai un livello di armonia troppo scadente, prova ad andare
da Scaioli, lui prende le persone che hanno il tuo livello di armonia,
inoltre, è più facile passare l’esame con lui”. Rimasi profondamente
sconcertato da quelle parole, non immaginai mai che un insegnante
potesse arrivare a dire ciò.
Allora, deluso, uscii dall’aula e cercai un altro docente per tenere le
lezioni di armonia; purtroppo, trovai posto soltanto presso la
decadenza: da Scaioli.
Sassofono:
1. Franco Brizzi: Super Filisteo. Quest’essere è un vero balordo. Una
delle persone più maleducate che abbia mai conosciuto.
Un giorno, verso novembre/dicembre 2021, feci tardi a una lezione di
accompagnamento pianistico e così, per evitare l’ulteriore ritardo,
corsi su per le scale, in quanto l’ascensore dell’ala “nuova” era rotto
(non è più stato riparato da allora), naturalmente, non indossavo la
museruola, innanzitutto perché, come ho già spiegato, non riuscivo a
respirare (meno ancora durante una corsa su per le scale) e poi perché
la trovavo (e la trovo tuttora) un simbolo di sottomissione. Il Filisteo
Brizzi, appena mi vide arrivare nell’atrio del secondo piano dell’ala
“nuova”, iniziò a sbraitare, dicendomi: “tu, povero disgraziato,
egoista, irresponsabile, maleducato e insensibile, indossa la
mascherina immediatamente!”. Gli spiegai che non riuscivo a
respirare, a quel punto, il Filisteo iniziò con le volgarità, dicendo
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(riporterò con esattezza tutto ciò che disse, termini triviali compresi):
“Non me ne frega un ca***, tu adesso la indossi, altrimenti finisce
male, vedrai, ti farò la vita impossibile, te la farò pagare, avviserò
Zago, tutti i miei colleghi, le bidelle e se necessario anche la polizia!
Ma già ti ho visto altre volte senza averla addosso, chi ti credi di
essere! Si nota che sei una persona un po’particolare, perciò a
maggior ragione dovresti indossarla!”.
Ovviamente questo “insegnante” (le virgolette sono d’obbligo) stava
delirando. Vista la situazione, gli dissi che la sua aggressività e
trivialità erano di una vergogna inaudita. In quel momento, dopo una
breve “resistenza”, perché ho provato pietà per il Filisteo, decisi di
indossarla (solamente coprendo la bocca) per farlo calmare. Il Filisteo
Brizzi se ne andò abbastanza contento per il “risultato” ottenuto
(ridicolo)… appena se ne andò, però, tolsi immediatamente la
museruola, ovviamente.
Successivamente, parlai dell’accaduto con alcuni docenti e studenti di
mia fiducia raccontando loro l’accaduto, rimasero tutti stupiti.
Scoprii che, come insegnante, il Filisteo Brizzi, è alla pari della sua
educazione incivile (ma in realtà, lo avevo intuito già dapprima,
ascoltando suonare lui e i suoi allievi).
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Di rilievo sono anche i suoi libri, soprattutto la biografia di Beethoven
che ha pubblicato nel 2020, che ho allegato in versione pdf alla
cartella.
3. Candida Felici (non insegna più a Como): Compagna della Lega di
David. Conobbi il Maestro nel novembre 2019, persona
simpaticissima e pazientissima. Fu la mia insegnante del primo debito
di storia della musica. Cercava sempre di rispondere a tutte le mie
domande. Il Maestro riteneva, molto allegramente, che spesso le mie
domande specifiche le procurassero forti emicranie, perché doveva
sforzare troppo il cervello, ma credo che si trattasse di uno scherzo. Il
Maestro diceva sempre: “La storia della musica non è fatta di
informazioni, di date, eccetera. Ma di comprensione. Le informazioni
storiche devono servire per comprendere meglio l’ascolto e per poter
interpretare e valutare la musica più consciamente. Di nulla serve
immagazzinare informazioni della storia se poi non si riesce
nemmeno a indentificare il periodo e i possibili compositori del brano
che si sta ascoltando”. Questo è un suo insegnamento fondamentale,
che non dimenticherò mai. Saggia donna.
Il Maestro Felici si attivò immediatamente quando vennero chiusi i
Conservatori nel marzo 2020. Dalla settimana successiva già svolgeva
le lezioni online, era molto organizzata. Mi ricordo che si scusava
quasi a ogni lezione online, perché sua figlia, all’epoca ragazzina,
spesso iniziava a urlare durante le lezioni, il Maestro era sempre in
profondo imbarazzo, comunque, le dicevo che non doveva
preoccuparsi, i bambini e i ragazzini si comportano in quel modo
sempre.
Come ho scritto nei ringraziamenti, il Maestro mi ha fornito, molto
gentilmente, alcuni dei testi presenti nella cartella, come il testo di B.
Cooper, il testo di E. R. Schmitz e il testo di R. Howat.
4. Marco Targa (non insegna più a Como): Compagno della Lega di
David. Non ho avuto occasione di vedere e ascoltare il suo modo di
insegnare; ci ho parlato poche volte, agli esami più che altro.
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Persona molto gentile, molto carismatico con gli studenti, insegnante
molto alla mano. Alcuni studenti che frequentavano le sue lezioni
ritenevano che il suo insegnamento fosse basato sui concetti.
Considerava importante l’ascolto; un metodo didattico molto simile a
quello del Maestro Felici.
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Violino:
1. Gianluca Febo: Compagno della Lega di David. Conobbi il Maestro a
fine 2020, quando provai, assieme a Sara Galasso, le due Sonate per
Pianoforte e Violino di Beethoven. Ricordo che il Maestro rimase
talmente affascinato dal modo in cui attaccavo gli accordi e gli arpeggi
del primo movimento della prima Sonata, che mi chiese di ripetere
diverse volte quei passaggi assieme a Sara (contrariamente al Filisteo
Scaioli, che provava disgusto a sentire gli accordi e gli arpeggi suonati
con quella sonorità piena e calda; ma è proprio così che va eseguita
la musica di Beethoven). Ma, il Maestro, non ancora pienamente
soddisfatto, volle provare le battute con me, era molto incuriosito dal
risultato che potesse uscire con il suo violino. Infatti, appena
provammo esclamò più volte: “Sì, sì, proprio così! Che figo [il
risultato]!”. Effettivamente, il risultato fu eccezionale, perché, in
aggiunta, il suo violino possedeva un suono magnifico. A quel punto,
però, Sara ci guardò fissamente negli occhi come per dire “va bene
ragazzi, vi siete divertiti, ora posso suonare anche io?”.
Il Maestro è veramente molto simpatico, molto allegro, molto
carismatico e tiene moltissimo ai suoi allievi. Come insegnante dedica
molto spazio all’interpretazione, la tecnica (come giustamente
dovrebbe essere) la considera al servizio della musica e mai scollegata
da essa.
2. Francesco Parrino: Filisteo e Compagno della Lega di David. Qualche
settimana prima di conoscere il Maestro, ogniqualvolta passavo dal
corridoio del primo piano (dall’aula 3 all’aula 10), sentivo sempre,
almeno una volta a settimana, che dall’aula 9 proveniva un forte
odore di disinfettante industriale, quasi come se qualcuno stesse
sanificando l’aula a fondo. A quel punto, visto che l’episodio si
ripresentava puntualmente ogni settimana allo stesso giorno e alla
stessa ora (si trattava dei giovedì mattina), iniziai a chiedere alle
bidelle cosa succedesse, mi dissero che il responsabile di ciò era un
insegnante ipocondriaco, proprio il Maestro Parrino. Qualche
settimana dopo, mi ritrovai a studiare nell’aula 9, era un giovedì
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mattina, a un certo punto qualcuno bussò alla porta ed entrò, era una
persona completamente mascherata, sembrava un sanificatore
cinese, con vari spray disinfettanti in mano, museruole, guanti, visiera,
camice protettivo, ecc. Appena mi vide disse: “Chiudi il pianoforte,
spalanca tutte le finestre (non chiese nemmeno per favore) e quando
esci indossa la mascherina! Ora l’aula tocca a me!” Non avevo ancora
capito che si trattasse del Maestro Parrino, perché non riuscivo a
distinguere nulla di quell’uomo, a causa di tutto quel materiale
sanitario che pervadeva il suo corpo, ma anche il fatto che mostrava
una corporatura esile e fragile, risultava facile scambiarlo
tranquillamente per uno studente ventenne, stavo dunque proprio
per “mandarlo a quel paese” per l’arroganza. Ma due secondi prima
che iniziassi a sbraitargli contro, intravvidi la custodia del suo violino
e notai in lui un colorito poco salutare della fronte, di colore giallastro
vecchio, allora capii immediatamente che si trattava del Maestro
Parrino. In quel momento pensai: “santo cielo, è lui allora, ora
capisco!” A quel punto, iniziai a dialogare con il Maestro Parrino, che,
nel frattempo, iniziò a sanificare tutta l’aula in maniera maniacale, con
disinfettanti super aggressivi che mi fecero girare la testa per qualche
minuto. Comunque, quando iniziammo a chiacchierare, il Maestro si
sciolse immediatamente e cominciò a chiedermi di dove fossi, gli
elencai tutte le mie origini (italiane, spagnole, svizzere, austro-
ungariche, tedesche, irlandesi e inglesi), ma lui, ancora non
soddisfatto, mi chiese: “No, no, sento qualcosa di familiare. Dove sei
nato e che lingua parli con i tuoi genitori?” Io gli risposi che nacqui a
Lima, in Perù e che in casa parlo spagnolo. Egli rispose: “Ah, ecco! Io
sono nato in Uruguay! Siamo vicini allora!” Io gli enunciai che pure
mio papà nacque in Uruguay, come lui. Allora, a quel punto,
iniziammo a conversare in spagnolo. Parlammo un po’della musica e
della cultura sudamericana. Poi lo salutai; mentre uscivo dall’aula mi
incrociai con un suo allievo, Leonardo Morosini, che mi guardò e
disse: “ora mi aspetta una lezione molto pesante…”, lo affermò
sbuffando, per denotare il suo profondo disagio.
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Purtroppo, il Maestro Parrino è troppo bacchettone e impone la sua
volontà agli allievi, spesso anche in maniera feroce e prepotente. Poco
flessibile dal punto di vista didattico. Per questo lo classifico anche
come Filisteo, ma in sé il personaggio è abbastanza simpatico.
3. Donatella Colombo (non insegna più a Como): Filistea. Persona
boriosa e maleducata. Nel 2020, in occasione del 250° anniversario
della nascita di Beethoven, come raccontai più dettagliatamente nelle
righe dedicate al Maestro Bracco, volli organizzare una serie di
concerti interni al Conservatorio, rivolti esclusivamente alle Sonate
per Pianoforte e Violino di Beethoven. Questo, con i violinisti che
frequentavano, al tempo, la disciplina di musica da camera.
Purtroppo, però, al Conservatorio di Como non si possono organizzare
eventi dal basso, tentai varie volte, ma ho ricevuto soltanto porte in
faccia; solo eventi che partono dall’alto (da Zago & Co.), e
rigorosamente sponsorizzati da enti esterni, trovano spazio nel
calendario (chissà se Zago & Co. abbiano conflitti di interessi con gli
sponsor? A buon intenditor poche parole). Comunque, dopo che
contattai due suoi allievi (Ludovico Carangi e Alice Cansirro), che
accettarono molto volentieri la mia proposta di progetto, sorse una
polemica surreale. Dopo che i due ragazzi confermarono la loro
disponibilità (circa nel luglio 2020), mi dissero che avrebbero
comunicato il fatto alla loro insegnante di violino (all’iniziò non capii
la necessità che avessero di avvisare la docente in quanto il progetto
sarebbe rimasto scollegato dalla materia di strumento principale). Lo
stesso giorno, alla sera, dopo aver finito di studiare il pianoforte,
riaccesi il cellulare e mi ritrovai 4 chiamate perse e 5/6 messaggi della
Filistea Colombo. Chiedeva di essere richiamata al più presto.
Ingenuamente credetti che la Filistea fosse entusiasta (magari fosse
stato così!). La richiamai all’istante, ero tutto contento, appena
rispose mi disse: “Buonasera Marcello, ti chiamavo perché i miei
studenti mi hanno informato del tuo progetto” e io: “Sì, buonasera
Maestro, è una sfida tosta, è stata una idea originale”, la Filistea mi
rispose, udite, udite: “No! Non puoi realizzare un bel niente, perché
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quel progetto l’ho ideato io prima di te! Chi ti credi di essere, non puoi
scavalcarmi! Ho già fatto approvare il progetto dal consiglio
accademico, in più, tu non puoi darti il lusso di eseguire la parte
pianistica delle 10 Sonate, neanche Michelangeli ci riuscirebbe!
Parlerò con il Maestro Valli, perché non ti faccia svolgere il tuo
progetto!”. A quel punto, sconcertato dalla rabbia della Filistea, le
risposi: “Maestro, il mio progetto sarebbe esclusivamente interno alla
disciplina di musica da camera e i relativi concerti sarebbero sempre
interni alla classe di musica da camera, per cui nulla a che vedere con
il Suo progetto, che è della Sua classe di violino”. La Filistea:
“Richiamami tra 3 giorni, parlerò appena possibile con la Valli e poi ti
farò sapere”. Nel frattempo, parlai con il Maestro Valli e le raccontai
l’accaduto, la Valli rimase sconcertata come me dalle frasi della
Filistea Colombo e disse di non preoccuparmi, perché avrebbe risolto
il problema alzando il telefono. La Valli mi richiamò il giorno dopo
dicendomi che la situazione con la Colombo si era chiarita. Il
problema fu il termine “progetto”. La Colombo, offuscata
dall’egocentrismo, appena sentì quel termine, non ragionò più e si
mise sulla difensiva. Due giorni dopo, comunque, la richiamai, sempre
intorno alle 20, e mi disse: “Buonasera Marcello, ora non ti posso
rispondere, perché ho degli ospiti in casa, sto servendo loro
l’aperitivo” e io: “Buonasera Maestro, va bene, non si preoccupi. Ci
sentiamo domani, buona serata”. Il giorno dopo la Colombo mi
richiamò e mi disse: “Buonasera Marcello, dopo aver parlato con la
tua insegnante di musica da camera ho finalmente compreso il fine
del tuo “progetto” e le tue intenzioni, ti chiedo scusa per la mia
impulsività. Potrai svolgere il tuo progetto tranquillamente, senza
alcun problema, con il Maestro Valli e se i miei studenti vorranno
potranno parteciparvi”. Io le risposi: “Buonasera Maestro; non si
preoccupi, immaginavo che ci fosse stato un disguido del genere,
grazie per la comprensione”. Poi ci salutammo e finì lì l’episodio.
Incuriosito dalla stravaganza della docente, mi informai e chiesi ai suoi
allievi come fosse il suo approccio didattico. Risultato: uguale o
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peggio ai suoi modi altezzosi ed egocentrici (imponeva ai suoi allievi
la sua volontà, eccetera).
Comunque, evidenzio un lato positivo della Colombo, molto raro nella
maggioranza degli italiani, purtroppo. Ebbe l’onestà intellettuale (ed
educazione) di scusarsi per aver esagerato nei modi e per aver
frainteso le mie intenzioni. Personalmente non mi importano le scuse
delle persone in generale, non bado mai alle parole, ma ai fatti e alle
intenzioni delle persone (purtroppo, però, al giorno d’oggi le élite
occidentali criminali manipolano le persone, in particolari i giovani.
Vogliono che tutte le persone usino il linguaggio “politicamente
corretto” verso il prossimo, ma ciò è vergognoso, ipocrita e
superficiale. È anche il modo peggiore per annichilire l’essere umano,
la sua personalità e la sua cultura. Non importa se si usano parole
forti, qualunque esse siano, anche volgari (io personalmente le uniche
parole che escludo dal mio vocabolario sono queste, le parolacce, ma
non perché mi tocchino, semplicemente, per puro decoro della mia
persona). L’importante sono le intenzioni con cui si dicono, non quindi
le parole o i modi. Per esempio: quando capita che i genitori sgridano
i figli, non lo fanno per cattiveria, ma per rendere i figli persone
migliori (l’intenzione, ecco), nonostante possa sembrare ai figli pura
cattiveria e non piaccia loro i modi con cui hanno ricevuto la sgridata.
Inevitabilmente, devo precisare anche due altri termini: educazione e
rispetto. Il primo è la conseguenza del secondo, è un vecchio trucco
manipolatorio delle chiese, delle élite e degli imperi per ottenere il
dominio sui popoli. Il vero “rispetto” è una condizione naturale che
trascende l’estetica del linguaggio e della cultura, di cui tutti, in
maniera maggiore o minori, ne siamo impregnati, istintivamente.
Come ho scritto poc’anzi, a me non piace utilizzare le parolacce, ma
ciò è una scelta, diciamo così, “estetica” e “culturale”, che per alcuni
sarebbe sinonimo di “educazione”. È tutto relativo, perciò. Per
esempio, il dare del “Lei” agli sconosciuti, ai docenti e alle persone
anziane, di per sé è soltanto “estetico” e/o “culturale”, basti pensare
alla lingua inglese, nella quale, la forma di cortesia non esiste; oppure
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in alcuni Paesi sudamericani, che persino tra familiari ci si dà del “Lei”,
per non parlare dell’Argentina, che tra parenti ci si dà del “Voi”. Perciò,
sono fattori culturali ed estetici. Ormai dare del “Lei”, per me, è
un’abitudine. Quando ero piccolino, a 11/12 anni, appena iniziai a
frequentare la prima media, mi rifiutavo di dare del “Lei” ai docenti,
li chiamavo per nome, dando loro del “Tu”. Ho notato che se si dà del
“Tu” sin da subito alle persone sconosciute, costoro iniziano a trattare
l’interlocutore in maniera più sfacciata. Lo si può notare in maniera
evidente quando i bianchi danno sin da subito del “Tu” ai negri (ma
per me ciò è sbagliato… se tra sconosciuti bianchi ci si dà del “Lei” vale
anche tra bianco e negro). Non perché uno è negro ha meno diritti
(anche se ogni razza, comunque, ha le proprie caratteristiche. Per
esempio, la razza negra ha maggior forza fisica e predisposizione
all’istinto aggressivo, mentre la razza bianca ha maggior raziocinio e
miglior creatività. Oppure, la razza gialla, che è più predisposta alla
sottomissione e al calcolo mentale; ecc.). Per me, uno deve essere
sempre libero di dire ciò che pensa con le proprie parole, importante
è solamente l’intenzione con cui la persona si esprime, non badando
ai modi o alle parole, dunque.
Mi è stato detto spesso (soprattutto dai miei genitori) che offenda
gratuitamente le persone, ma ciò non è vero, dico sempre, solamente,
la verità. Quando qualcuno fa il furbino in modo consapevole e in
cattiva fede, come Zago & Company, sono mosso dalla necessità di
raccontare la verità dei fatti (l’intenzione è raccontare la verità, cioè
nobile, in buona fede; non quindi per offendere, come qualcuno
potrebbe pensare). Detesto quando le persone si comportano in
modo vigliacco e vogliono farla franca (Come Zago & Co.). In tali
circostanze, mi sento l’avvocato di turno. Ma credo che questo si sia
ben notato durante tutto il Saggio. Spero di aver reso il concetto).
Resta singolare, in ogni caso, il fatto che un personaggio così borioso
come la Colombo, abbia ammesso i suoi errori e si sia scusata, forse è
proprio questa l’unicità di questa eccentrica donna, evviva (lo dico
seriamente)! L’unicità di ciascuno è sempre imprescindibile!
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4. Rosa Segreto (non insegna più a Como): Compagna della Lega di
David. Conobbi il Maestro nel maggio 2019 (ancora non avevo
effettuato l’ammissione al triennio), in occasione di un saggio tenuto
da tre allieve sue (Viola Benaglia, Irene Lembo e Alessia Tocchetti).
Viola era una compagna di studi delle superiori, qualche giorno prima
mi informò che avrebbe svolto il saggio. Allora trovai il tempo e andai
ad ascoltare il concerto. Alla fine del saggio, dopo che mi
complimentai con le tre violiniste, mi intrattenni a chiacchierare
qualche minuto con i nonni della violinista Alessia e con il Maestro
Segreto. Parlai circa 15 minuti con il Maestro, parlammo di
interpretazione, tecnica ed estetica musicale. Mi colpii molto una
frase che disse il Maestro riguardo all’importanza della personalità
artistica di ciascun allievo-musicista. Mi disse che durante ogni lezione
cercava sempre di inculcare ciò ai suoi allievi (ovviamente, non
sempre riuscendoci), è esattamente ciò che professo anche io.
Purtroppo, però, è soltanto pura utopia (ai ragazzi manca più
personalità, che questa società criminale toglie loro sempre di più,
ogni giorno). Il Maestro è una persona molto gradevole. I suoi allievi
hanno espresso sempre giudizi lodevoli.
5. Enrico Casazza (non insegna più a Como): Compagno della Lega di
David. Non ebbi mai modo di trattare il Maestro. Ho ascoltato alcune
sue registrazioni degli anni novanta, presenti in alcuni cd che
possiedo, in cui eseguiva musiche barocche, Bach in particolare. Il suo
“cantabile” è ottimo, anche il fraseggio e le articolazioni. Purtroppo,
non ho potuto ascoltare un altro tipo di repertorio da lui, in quanto si
è dedicato completamente alla musica barocca. Inoltre, qualche mese
fa sono andato ad ascoltare un concerto in cui dirigeva ed eseguiva il
“solo” di musiche barocche di Vivaldi, Bach e Corelli con l’orchestra
barocca del Conservatorio di Como. Il Filisteo Zago, al concerto, che
prese la parola prima dell’esecuzione, lo definì “eminenza mondiale”
della musica barocca. Non voglio assolutamente sminuire il prestigio
del Maestro Casazza, ma posso dire di aver ascoltato interpretazioni
migliori e in stile più “corretto” delle musiche dirette ed eseguite dal
100
Maestro. Ma, comunque, nel campo della musica ad alti livelli è
sempre molto relativo quando si parla di “migliore” o “peggiore”.
Come insegnante so che è molto apprezzato dagli allievi, dedica molto
spazio all’espressività musicale, tralasciando spesso, purtroppo, la
tecnica (che dovrebbe andare a braccetto con l’espressività musicale,
o meglio “al servizio” della musica). So che è anche è molto
apprezzato dal punto di vista umano.
Violoncello:
1. Daniele Bogni: Filisteo e Compagno della Lega di David. Ho sempre
incrociato il Maestro nei corridoi del Conservatorio, vedevo sempre
un omone pacioccone con indosso maglioni natalizi e il suo
violoncello in spalla.
Persona molto simpatica. Molto diretto con i suoi allievi, anche se non
sempre erano contenti.
Acerrimo “nemico” del suo collega di strumento, il Maestro Guido
Boselli. Il Maestro Bogni è il tipico Maestro che si ama oppure si odia.
Il Maestro spesso affermava quello che pensava senza filtri, ma senza
mala fede. Poi, però, è vero, ogni tanto il Maestro Bogni dava delle
stoccate al Maestro Boselli.
Non posso esprimermi ulteriormente, perché non ho potuto vedere
dal vivo, con i miei occhi, il suo modo di insegnare. Ogni tanto,
passando dal corridoio, sentivo che effettuava delle lezioni, ma non ci
feci mai troppo caso. Le poche informazioni che possiedo mi
consentono di inserire il Maestro Bogni sia tra i Filistei, sia tra i
Compagni della Lega di David.
2. Guido Boselli: Compagno della Lega di David. Conobbi il Maestro alla
fine del 2020, frequentando le lezioni di musica da camera che tiene
regolarmente in qualità di collaboratore (braccio destro) del Maestro
Bracco.
Molto simpatico e paziente. I consigli musicali del Maestro sono
sempre molto perspicaci e sublimi. Ho passato anche molto tempo a
chiacchierare con il Maestro, abbiamo avuto un ottimo interscambio
101
culturale (e anche di pettegolezzi). È uno dei docenti del
Conservatorio che più stimo.
Il Maestro Boselli è anche un prolifico compositore. Le sue
composizioni sono molto all’avanguardia. Personalmente, confesso,
non capisco per niente (ancora) quel genere di musica. È musica
astratta, chissà se arriverà il giorno in cui comprenderò quella musica.
Purtroppo, il Maestro è un fervente sostenitore del Super Filisteo
Zago, SOLTANTO in qualità di compositore. Ovviamente sul resto è
perfettamente d’accordo con me.
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BIBLIOGRAFIA
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• Corso d’Interpretazione. Di Alfred Cortot. Editore Curci. Libro
molto interessante, sono trascrizioni (svolte da una allieva di
Cortot) di alcune masterclass tenute dal sommo docente. Si
affrontano vari brani, tra i più conosciuti del repertorio pianistico.
Molti suggerimenti di Cortot sono sublimi e dimostrano la sua
sensibilità musicale. Lettura molto scorrevole.
• L'interpretazione pianistica nel postmoderno. Di Piero Rattalino.
Editore Rugginenti. Libro molto interessante sui problemi
dell’interpretazione moderna. Non è così dettagliato come avrei
voluto, comunque più o meno ci si può fare una idea grossolana. Il
fatto che più mi colpii fu che Rattalino era completamente a favore
dell’interpretazione moderna (“il suonare con la pancia”,
ricordate?). Lettura scorrevole e linguaggio semplice.
• Le grandi scuole pianistiche. Di Piero Rattalino. Editore Ricordi.
Questo libro è ottimo. Le prime 90 pagine le dedica al racconto
della storia delle diverse scuole pianistiche (compresi “alberi
genealogici” tra docenti e allievi). Le pagine successive, invece,
sono dedicate all’antologia (parti selezionate dei vari trattati).
Seleziona le parti più rilevanti dei diversi trattati pianistici dell’800,
dedica il maggior spazio al trattato di Czerny. Lettura scorrevole.
• Enciclopedia della musica il 5 volumi. Di Vari autori. Editore
Einaudi. Questa enciclopedia tratta gli argomenti più vasti e
completi della musica. L’enciclopedia è una sorta di raccolta di vari
testi. Non l’ho letta integralmente, ma i tomi più interessanti sono
il secondo, terzo e quarto. Lettura difficile, bisogna avere
conoscenze pregresse prima di poter leggere i tomi senza difficoltà.
• Cofanetto di storia della musica in 12 volumi. Di vari autori.
Editore EDT. So che non ha molto a che vedere con l’argomento
specifico, ma i 12 volumi sono talmente ben scritti che non potevo
non citarli.
• Collana “Invito all’ascolto”. Di vari autori. Editore Mursia. Collana
di libri, ogni libro è destinato a un compositore specifico. I libri si
strutturano nel seguente modo: breve introduzione biografica del
105
compositore, accenni sugli aspetti estetici, storici della musica e
sulla prassi delle diverse composizioni, il tutto diviso per
strumentazione e, infine, la bibliografia e discografia. Alcuni autori
sono un po’ impacciati nella scrittura, a volte la lettura risulta poco
scorrevole (come, per esempio, nei volumi di Ravel, Debussy e
Schubert).
• La grande musica tedesca del XVIII secolo. Di Wilhelm Dilthey.
Editore LeMus. Il libro è una estrapolazione di un testo molto più
ampio dell’autore. Esprime le sue idee sulla musica, da Schütz a
Beethoven. È una sorta di libro di estetica musicale del panorama
culturale tedesco, che va dal 600 fino all’inizio dell’800. Molto
interessante la lettura, scorrevole.
• Le tastiere. Storia, estetica e prassi esecutive. Di Donata Bertoldi.
Editore Rugginenti. Libro molto interessante, illuminanti per
quanto riguarda la musica del 600 e del 700. Purtroppo, il libro si
concentra sì sulle tastiere, ma esclude “solamente” il pianoforte,
unica pecca… ma ovviamente era impossibile pretenderlo in 300
pagine… ci sarebbero volute almeno altre 500 per poterlo
includere. Invece, molto interessanti le argomentazioni sugli altri
strumenti a tastiera che menziona (clavicembalo, clavicordo,
spinetta, eccetera).
• Musica e astrologia: un tentativo interpretativo delle sonate di
Mozart e Beethoven. Di Antonio Cappa e Francesco Serra. Editore
Albatros. Libro scritto da due luminari. Interessanti gli argomenti
sul “tema natale”, gli astri e il “caos” dell’universo. Ecco che
vengono così “magicamente risolte” alcune questioni poco
comprese dei due compositori. Interessante anche il capitolo
dedicato alla sezione aurea. Lettura scorrevole, ma per chi non ha
molta esperienza con la astrologia consiglio di rileggere i passaggi
due o tre volte affinché si comprendano i concetti espressi dagli
autori.
• Le Sonate per pianoforte di Beethoven in 5 volumi (quinto
volume ancora in attesa di pubblicazione). Di vari autori, collana
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diretta da Guido Salvetti. Editore LIM. Il primo volume è una
infarinatura generale degli aspetti estetici, formali, tecnici,
storiografici, filologici, analitici, eccetera. Mentre gli altri volumi
sono dedicati alle Sonate, una per una. Lettura scorrevole,
inaspettatamente. A volte però alcuni autori sfociano un po’troppo
nei tecnicismi da Filistei di Armonia.
• Il romantico nel Classicismo, il classico nel Romanticismo. Di vari
autori. Editore LED. Non parla molto di musica, menziona solo
qualche esempio di un paio di composizioni (se non ricordo male,
l’autore menziona due brani di Schubert); in particolare si tratta di
estetica, letteraria e filosofica, ma comunque serve per capire la
musica del periodo. Interessanti i confronti con la cultura ellenica.
In più, si comprende come, in realtà, non ci siano poi così
tantissime differenze nella pratica (sottolineo “nella pratica”) tra
classicismo e romanticismo. Lettura poco scorrevole.
• Schumann e il suo pianoforte. Di Umberto Zanarelli. Editore
Agorà. Dico sempre che i NON musicologi riescono a scrivere
spesso capolavori più utili e comprensibili rispetto a quelli dei
musicologi. Questo è uno di quei casi, l’autore è un pianista. Libro
super scorrevole e tutti i concetti sono sintetizzati alla perfezione.
Consiglio a tutti i pianisti di leggere questo libro, è una bella
iniziazione alla poetica di Schumann.
• L'estetica musicale dall'antichità al Settecento. Di Enrico Fubini.
Editore Einaudi. Libro molto dettagliato sull’estetica musicale
dall’antichità al Settecento. Interessanti molti concetti. Purtroppo,
Fubini dà per scontato che il lettore sia già consapevole sugli
argomenti esposti. Linguaggio pessimo, molto macchinoso e
antiquato, sembra quasi che l’autore abbia voluto scrivere un
poema più che un libro. Ci ho messo il doppio del tempo a leggerlo
rispetto a un libro con linguaggio decente.
• L'estetica musicale dal Settecento a oggi. Di Enrico Fubini. Editore
Einaudi. Idem al libro precedente. Almeno questo è più
107
comprensibile e utile, in quanto riferito al repertorio più
conosciuto dai musicisti in generale.
• Il pensiero musicale del Romanticismo. Di Entico Fubini. Editore
EDT. Contrariamente agli altri due, presenta un linguaggio
decisamente più scorrevole e meno arcaico. Molto riassuntivo. Ma
i concetti essenziali ci sono.
• Il pensiero musicale del Novecento. Il libro spazio da Wagner a
Schönberg. Elenca sinteticamente le varie avanguardie del
novecento e il cambio del linguaggio estetico. Cerca di convincere
i lettori ad appassionarsi alla musica dodecafonica. Tentativo non
molto riuscito, a mio avviso. Comunque, la lettura è abbastanza
scorrevole, solamente con qualche inceppo.
• Intorno alla musica. Di Enrico Fubini. Editore Marsilio. Spunti
interessanti, soprattutto non sempre scontati alcuni fattori ruotanti
attorno alla musica. Lettura non scorrevole al massimo. Come
sempre, l’autore dà per scontato alcune nozioni, chi legge Fubini
deve già avere un minimo di basi.
• Musica e cultura nel Settecento europeo. Di Enrico Fubini. Editore
EDT. Libro che racconta il panorama culturale europeo, cita
spessissimo il compositore e storico Charles Burney, vissuto nel
700. Lettura scorrevole, molto arricchito di dettagli della vita
quotidiana dell’epoca. Lettura abbastanza scorrevole.
• L'idea di musica assoluta. Di Carl Dahlhaus. Editore Astrolabio
Ubaldini. Il libro spiega sostanzialmente i due schieramenti
musicali (e politici) che ci furono durante quasi tutto l’Ottocento
(musica assoluta e a programma). Lettura scorrevole.
• L'estetica della musica. Di Carl Dahlhaus. Editore Astrolabio
Ubaldini. Ottimo. Riferimenti puntuali alla filosofia, scritto molto
bene.
• Piano Notes. Il pianista e il suo mondo. Di Charles Rosen. Editore
EDT. Sono considerazioni scritte del pianista Rosen. Fornisce
consigli pratici per i pianisti. Non sempre concordo, ha un modo di
108
vedere la vita in stile molto nordamericano (infatti l’autore è
nordamericano). Lettura scorrevole.
• Spazio sonoro. Musica e architettura tra analogie, riflessi,
complicità. Di Roberto Favaro. Editore Marsilio. Molto interessanti
le analogie tra architettura e musica (sia dal punto di vista
dell’esecuzione, sia della forma e dell’estetica). Lettura scorrevole,
l’autore spiega bene tutti i concetti esaustivamente.
• Suono e arte. La musica tra letteratura e arti visive. Di Roberto
Favaro. Editore Marsilio. Come per il precedente libro, ben
documentato e spiega benissimo i concetti. In questo caso le
analogie sono tra la pittura, disegno, scultura e musica. Libro molto
scorrevole, si legge velocemente.
• Musiche per immagini. Guida all'ascolto di 70 brani che suonando
descrivono mondi. Di Roberto Favaro. Editore Marsilio. Lettura
scorrevole. Stimola molto l’immaginazione. Magari non sempre
d’accordo con le tesi proposte, ma, comunque, singolare.
• Il pensiero dei suoni. Temi di filosofia della musica. Di Alessandro
Bertinetto. Editore Mondadori. Libro di estetica musicale spiegato
chiaramente e senza pretese. Nulla da invidiare ai libri di Fubini.
Lettura super scorrevole.
• Kreisleriana di Robert Schumann. Di Antonio Rostagno. Editore
Neoclassica. Un altro luminare della storia della musica. Il Maestro
Rostagno, sciaguratamente, è scomparso quasi due anni fa. Passai
tante ore a sentire le sue conferenze inerenti alla musica a
programma e assoluta. A vederlo, mi veniva subito in mente il
Filisteo Zago, in quanto simile fisionomicamente, ovviamente per
niente paragonabile dal punto di vista culturale, didattico e umano.
Il libro è una monografia dedicata ai Kreisleriana di Schumann. La
monografia è molto dettagliata e curata. Lavoro impeccabile.
Lettura scorrevole.
• Romanticismo e musica. L'estetica musicale da Kant a Nietzsche.
Di Giovanni Guanti. Editore EDT. Lettura scorrevole. Il libro esamina
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i rapporti tra la musica dell’Ottocento e i vari filosofi dell’epoca.
Illuminante.
• La musica romantica. Storia dello stile musicale nell'Europa
dell'Ottocento. Di Leon Plantinga. Editore Feltrinelli. Il libro è
impostato in maniera simile al testo “La generazione romantica” di
C. Rosen. Qui, però, l’autore arricchisce maggiormente gli
argomenti storici, c’è un miglior equilibrio tra analisi e storia. Il libro
è degli anni 80… perciò alcuni concetti storici proposti, grazie ai
nuovi studi, non sono del tutto veritieri. Lettura scorrevole in ogni
caso.
• Lo stile classico. Haydn, Mozart, Beethoven. Di Charles Rosen,
Editore Adelphi. Lo dico senza mezzi termini: non si capisce niente
in questo libro! Forse era proprio questo lo scopo, visto che l’autore
ammette che è impossibile trovare uno stile unico. Lettura poco
scorrevole. Sembra un libro di analisi, quasi alla maniera del Filisteo
Antonio Grande. Comunque, alcuni concetti espressi sono molto
interessanti.
• Viaggio musicale in Germania e Paesi Bassi. Di Charles Burney.
Editore EDT. È un diario tenuto dall’autore negli anni 70 del 700, in
cui spiega le consuetudini musicali del periodo, con curiosi
aneddoti più recenti che mai. Lettura scorrevole.
• Viaggio musicale in Italia. Di Charles Burney. Editore EDT. Idem al
precedente, il diario racconta le vicende settecentesche musico-
culturali del (fu) Belpaese. Anche qui, lettura scorrevole.
• Temperamento. Storia di un enigma musicale. Di Stuart Isacoff.
Editore EDT. Che differenza c’è tra il “buon temperamento” e il
“temperamento equabile”? Questi e tanti altri aspetti si
scopriranno dalla lettura di questo libro. Quando si interpreta il
“Clavicembalo BEN Temperato di Bach” si potrebbe pensare
immediatamente che Bach intendesse i preludi e le fughe per ogni
tonalità come le conosciamo noi, cioè temperate (accordate)
equabilmente. Invece non è per niente così! Buona lettura. Libro
molto illuminante, lettura molto scorrevole.
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• La filologia musicale. Istituzioni, storia, strumenti critici in 3
volumi. Di Maria Caraci Vela. Editore LIM. Questi 3 libri non li ho
ancora letto, ma mi sono stati fortemente raccomandati dallo
stimato Maestro Michelangelo Gabbrielli. Li ho sfogliati e mi
sembrano molto interessanti.
• Nuova storia della letteratura pianistica tra '700 e '800. I maggiori
compositori e le rivoluzioni della prassi esecutiva del nascente
pianoforte. Testi ed edizioni. Di Nunziata Bonaccorsi. Editore
Armelin Musica. Questo libro non l’ho ancora letto. L’ho sfogliato
in una libreria, non mi sembrava male, ma non posso dare altri
giudizi in merito finché non l’avrò letto.
• Introduzione all'ascolto e alla interpretazione del Das
WohlterperirteKlavier, il clavicembalo ben temperato di J. S.
Bach. Di Ennio Cominetti. Editore EurArte. Non ho ancora letto il
libro, ma la lettura della quarta copertina (la descrizione posteriore
del libro) mi ha invogliato ad acquistarlo. Consiglio la lettura, ma
non garantisco… prima di garantire dovrei leggerlo.
• Le ultime sonate di Schubert. Contesto, testo, interpretazione. Di
Luca Ciammarughi. Editore LIM. Anche questo libro non l’ho
ancora letto ma il titolo mi incuriosisce molto e sembra pure
promettente. La LIM stampa sempre libri con contenuti garantiti e
interessanti.
• Le ballate per pianoforte di Fryderyk Chopin. Contesto, testo,
interpretazione. Di Marino Pessina. Editore LIM. Pure questo non
l’ho ancora letto, ma mi sembra molto interessante approfondire il
contesto, l’estetica e la storia delle ballate di Chopin. Ho letto
parecchie argomentazioni a riguardo, c’è sempre la discussione tra
il carattere puramente assoluto e il carattere epico (letterario) delle
Ballate, con particolare riferimento al poeta Adam Mickiewicz,
amico e connazionale di Chopin.
• Storia della tecnica pianistica. Prassi, repertorio, gestualità. Di
Luca Chiantore. Editore LIM. Anche questo libro non l’ho letto ma
mi è stato suggerito insistentemente da diverse persone. Mi è stato
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detto anche che sia la “Bibbia” della storia della tecnica pianistica.
Vedrò. Comunque, mi sento di raccomandarne la lettura.
• Visioni musicali. Rapporti tra musica e arti visive nel Novecento.
Di vari autori. Editore Vita e Pensiero. Libro ancora non letto. Ma
promette bene la descrizione. Non guasta mai approfondire questi
aspetti riguardanti la musica e le arti visive del Novecento… secolo
così oscuro e complesso.
• Il Pianoforte. Di vari autori. Editore EDT. Libro non ancora letto,
solo sfogliato. Promette bene in ogni caso.
• Il Clavicembalo. Di vari autori. Editore EDT. Mi è stato suggerito di
leggere questo libro da diverse persone, mi è stato detto che ne
vale la pena. Ma non mi sbilancio.
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ISTRUZIONI PER LA CORRETTA APERTURA
E VISUALIZZAZIONE DEI PDF
Buona lettura!!!
FINE
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