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DIAGNOSTICA
PER IMMAGINI
E RADIOTERAPIA
con La colLaborazione di
Giuseppe Cittadini e Giuliano Mariani
e di
EC!G
edizioni culturali internazionali genova
INDICE
7.3.3. Ematoma del surrene del neonato 819 3. la probabilità di controllo tumorale 859
7.3.4. Trombosi delfe vene renali del neonato 820 4. Il fattore tempo in radiotempia 861
8. Apparato genitale femminile 820 5. Curve e formule di isoeffetto 862
8.1. Malformazioni 820
8.2. Masse pelviche 820 CAPITOLO XLIV- METODICHE f: TEC:-JICHE RA!liOTERAPJCIJE 865
8.2.1. Cisti ovariche neonata/i 820 l. Radioterapia esterna 865
8.2.2. Jdm-emato-metroco/po 820 2. Brachiradioterapia 869
8.2.3. Tumori pelvici 820 3. Radioisotopoterapia 870
9. Neuroradiologia pediatri ca 820
9.1. Varianti del normale e aspetti mOJfologi; CAPITOLO XLV - PROBLE:\11 DI,\Gì'IOSTICI PER
particolari IN ONCOLOGIA ERAOIOTERAPIA 873
9.2. Ecografia cerebrale nel neonato e nellat ·ntr.
9.2.1. Emorragia cerebrale del preterm, CAPITOLO XLVI- RAOIOTERAPIA SISTHIATICA 879
9.2.2. Lesioni ipossicoisc!remiche del
pretermine ., l. Capo e collo
l.\. Cute
880
881
1.2. Labbro, cavo orale e orofaringe 881
Capitolo XXXIX - RADlOLOGTA 1:\TERVENTlSTlCA IJ. Laringe 882
l. Interventistica vascolare 82 ì 1.4. Ipofaringe 883
LL Riduzione del tlusso arterioso distrcttual..:: 82.1 1.5. Rinofaringe 884
1.2. Aumento del flusso arterioso distrettuak 8'' 1.6. Orecchio 884
1.3. Altre procedure vascolari 8C7 1.7. Fosse nasali e seni paranasali 884
2. Intc:rventistica non vascolarc 1.8. Ghiandole salivari 885
2.1. Drenaggio di raccolte fluide 8:'7 1.9. Tiroide 885
2.2. lmerventistica epatobiliare S2X 2. Encefalo e midollo spinalr. 885
2.3. Interventisti ca urinaria 83\J l. Orbita e occhio 885
2.4. lnterventistica del tubo digerente u 4. Mammella 886
2.5. Trattamento della sterilità femminile 5. Polmone e pleura 887
di origine meccanica 831 6 Tubo digerente 888
2.6. Lisi percutanea dei dischi intcrvertebrali 6.1. Esofago 891
2.7' Lisi percutaneadi strutture nervose 6.2. Stomaco 892
l. Biopsie percutanee 832 6.3. Retto 892
4. Intcrventistica oncologica 814 6.4. Ano e canale anale 893
4.1. Procedure angiografiche 834 6.5. Fegato 893
4.2. Procedure percutanee ablative 835 6.6. Pancreas 893
4.3. Procedure brachiterapichc 835 7. Apparato urinario 894
7.1. Rene 894
7.2. Vescica 894
PARTE III 8. Apparato genitale maschile 894
FONDAMENTI DI RADIOTERAPIA 819 8.1. Testicolo 894
8.2. Pene 895
CAPITOLO Xl - PROCRAMMATICA DELLA R.ADIOTERAPIA 819 8.3. Pro stata 896
9 Apparato genitale femminile 897
CAPITOLO XLI- IL CA:"'CRO E LA SUA PROBLE:\lATlCA 9.1. Collo uterino 897
843 9.2. Corpo uterino 898
l. Patologia e storia naturale 84l 9.3. Ovaio 899
2. Classificazione e stadiazione 844 9.4 Vagina 900
3. Prevenzione c diagnosi precoce 846 9.5 Vu[.va 900
4. Guarigione e controllo 846 IO. Osso e parti molli parostali 901
5. Indici prognostici e valutazione dei risultati 847 [Q.I. Tun.101i ossei 901
10.2. Sarcomi dei tessuti molli 901
CAPITOLO XLII - LE RADIAZIONI !ONIZZANTI E LE LORO Il. Malattie emolinfoprolifcrativc 902
PROPRIEl,\. DI INTERESSE RADIOTERAPI(O 849 Il. l. Leucemie 902
l. Tipi di radiazioni ionizzanti 849 11.2. Linfomi maligni 902
2. Jnterazione tra radiazioni e materia 849 12. La radioterapia in oncologia pediatrica 904
l. Azione diretta e azione indiretta 852 13. La radioterapia palliativa 904
4. l'efficacia biologica relativa 854
CAPITOLO XLVll - È POSSIBILE MIGLIORARE L'EFFICACIA
CAPITOLO XLII! - R,\OIOBTOLOGIA ONCOLOGICA 857 DELLA RADTOTERAPIA? 907
l. Le curve di sopravvivenza cellulare 857 l. alternativi 907
2. Le quattro «R» del frazionamento della dose 2. Fasci di partiCelle pesanti 907
in radiotcrapia 858 l. Radiosensibilizzanti delle cellule ipossiche 908
18 indice
4. Radioprotettori dél tessuti sani 908 APPENDICE Ill- LA RAD!OPROTEZJONE IN AMBITO SM\JTARIO '921
5. Ipertem1ia 908 l. Effetti deterministici ed effetti stocastici 922
6. Sostanze fotodinamiche 909 2. Obiettivi della radioprotezione 924
7. Ligandi marcati 909 3. La radioprotezione in ambito sanitario 925
4. Giustificazione c ottimizzazione 926
CAPITOLO XLVIll -LA RADIOTEJ{APIA ((:-\01\' 911 5. Radioprotezione del paziente 927
6. Il consenso informato 929
CAPITOLO XLVIX- RADIOI'ATOLOGIA CLIC\ICA 913 7. Radioprotezione degli operatori sanitari e
l. Il problema psicologicoemOzionale 913 della popolazione 929
2. l danni somatici 913 8. Norme di radioprotezione 930
3. Radiopatologia sistematica 914 9. Radiazioni non ionizzanti
ed energie non radiative 932
PARTE IV
PRINCIPI DI INDICE ANALITICO 935
RINGRAZIAMENTI
Queste note offrono l'occasione, che l'Autore avverte fici compatibili formati numerici. Se problema non è sussi-
come ardente desiderio, di ripensare a quanti nel tempo stito per le nuove immagini (più di 350!) primitivamente
hanno elargito idee, suggerimenti, segnalazioni e critiche, digitali, problema tecnicamente di non facile soluzione si è
linfa vitale per l'equilibrato crescere di questo libro. È posto per le immagini residue della precedente edizione
peraltro difficile ringraziare singolarmente senza il rischio (più di 1500!), per le quali gli originali erano andati in gran
di incorrere in disdicevoli omissioni. Attenua il dispiacere parte smarriti in chissà quale intercapedine del nostro Isti-
di questa eventualità il pensiero che v'è più gioia nel dare tuto genovese. Si è reso necessario per tutte scansionare le
che nel ringraziamento per aver dato. pellicole tipografiche retinate, cancellare elettronicamente
Un pensiero commosso va, innanzitutto, a ERNESTO maCchie di colla e retino (operazione, questa, di grande dif-
PORTA (purtroppo non più fra noi): il lettore iniziato ricono- ficoltà e comunque comportante una certa sfumatura dei
scerà nella attuale edizione alcune delle immagini cardioan- contorni), restituire all'immagine così clonata un contrasto
giografiche che vent'anni or sono Egli volle mettere a il più possibile simile a quello cui è aduso l'occhio del
disposizione per la prima edizione di questo Manuale. radiologo, ripristinare laddove necessario l'ottimale visibi-
Un ringraziamento specifico va ai docenti che hanno lità dei rilievi semeiologici. Il rischio di peggioramenti qua-
contribuito con pareri su singole tematiche o con immagini, litativi era certo consistente, ma la paziente opera dell'ar-
in particolare: ROBERTO PASSARIELLO, LUDOVICO DALLA chitetto GIANFRANCO FIOREDDA ha fatto il miracolo. La deli-
PALMA, SERGIO ROMANI, LUCIO DI GUGLIELMO, GIORGIO cata opera di neoimpaginazione e controllo finale è dovuta
BLAND!NO, GIUSEPPE ANGELELLI, GIOVANNI S!MONETTI, ad ALBERTO BEVERII'\I.
GIOVANNI GANDINI, FERRUCCIO FAZIO. E ancora, a MARIO Grande aiuto, come sempre, mi è stato fornito dai miei
CAMMISA, FRANCO BJSTOLFI, GIACOMO PERELLI, GiOVANNI specializzandi (l'aggettivo possessivo è di per sé espressivo
SCOPINARO, CARLO FROLA, LUIGI CARLO CiRILLO e del legame affettivo che si instaura tra di noi nei lunghi anni
ANTONIETTA MAURANO. di vita comune!). Quattro di loro meritano un non metafori-
Un ringraziamento sentito al sempre puntuale GIOVAN co abbraccio per aver allungato, con la loro costante e disin-
BATTISTA MELONJ per le immagini sul tubo digerente operato teressata assistenza, la mia attes"i di vita residua: VERONICA
e all'estroso GILBERTO RossETTI per quelle sul duodeno e GIASOTTO (genio e incontrollabile regolatezza), GIUSEPPE
odontostomatologiche, a ROBERTO CARLO PARODI e GIUSEP- REsc!NITO (genio e controllabile sregolatezza), ERNESTO LA
PE VILLA per la sempre pronta (senza fretta ma PAGLIA (tacitumo, sornione e scintillante capitano pronto a
con urgenza!). tutte le partenze), VALERlA CIANGHEROTTI (querula quanto
Una citazione a sé è poi d'obbligo per MARCO BosCJ-II, instancabile, che si è accollata ah beata incoscienza della
ETTORE CITTADINI, STEFANO COLAGRANDE, ROSANNA FAR- gioventù - il compito di scovare gli aghi nel pagliaio, alias
GNOLI, PIETRO MUTriNI, GIAN ANDREA ROLLAND!, che han- di ricercare nel testo i refusi che, come le belle donne, sanno
no recato nelle precedenti edizioni i frutti della loro colla- come rendersi inaccessibili, per giusta discrezione, agli
borazione, alcuni dei quali persistono a tutt'oggi in forma di sguardi indiscreti). Associerò nel tempo il ricordo del loro
immagini. E come non sottolineare, in proposito, il contri- bivaccare nel mio studio alle parole di Saint-John Perse:
buto di GIORGIO DE Fn.IPPI, che ha profuso qua e là, per la "Coloro che nel nascere non han fiutato questa brace,
gioia di recare la sua impareggiabile esperienza di radiolo- cos'hanno a fare tra di noi? Ed è possibile che tengano com-
go pediatra, immagini e suggerimenti preziosi? mercio con i vivi?".
Ringraziamento a sé, ovviamente, meritano i Coautori Un grazie sentito, infine, a LAURA GIUSTI, che, sempre
dei singoli capitoli della presente edizione, sia per avermi puiltuale tra i tanti oggetti cari che le crescono attorno nel
consentito il piacere di stimolanti discussioni su contenuti e suo studio nella sede centrale della ECIG, nei momenti di
affermazioni del comune lavoro, sia per aver accettato le mia massima angoscia al pensiero del lavoro che mi atten-
molteplici revisioni del testo loro proposte al fine di unifor- deva ha voluto e saputo sostenermi e stimolarmi con l'ap-
mità tcrminologica e di leggibilità. Il !oro nome è citato nel prontamento anzi ora dei bozzetti della nuova copertina. E,
frontespizio e sotto il titolo del relativo capitolo. ancora una volta, all'editore Dott. GIAN LUIGI BLENGINO,
Questa nuova quarta edizione è composta in forma che ha saputo assorbire con partecipe signorilità il colpo che
totalmente digitale, nel senso che testo, figure e didascalie andava di giorno in giorno configurandosi: la vera c propria
convivono intersecandosi in forma armonica nei loro speci- scrittura di un nuovo Manuale.
.L
INTRODUZIONE
Il nuovo ordinamento «per aree didattico-forma- «di base)) nell'Area della morfologia umana, e un
tive))'·del Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia, insegnamento «clinicizzatm> nell'Area della diagno-
compendiato nella Tabella XVIII (oggetto di elabora- stica per immagini e della radioterapia.
zione personalizzata nelle singole Facoltà), puntua- Spesso la stessa tecnica con la quale ha luogo l'in-
lizza i seguenti obiettivi da conseguire nell'Area dividuazione «per immagini» di un determinato tipo di
della diagnostica per immagini e liella radioterapia patologia offre la possibilità di procedere, estempora-
e le discipline che ne sono veicolo (tab. 1). L'accesso neamente o non, ad atti terapeutici. È classico il caso
dello studente all'area in prossimità della conclusio- dell'arteria che sanguina individuata mediante angio-
ne degli studi caratterizza di per sé, al di là di o- grafia (v. paragrafo XXXIX. l. l): attraverso lo stesso
pinabili «crediti» numerici, l'interazione sussistente catetere che si è reso necessario introdurre nel distret-
con le problematiche cliniche delle diverse aree to arterioso coinvolto per l'esecuzione dell'atto
disciplinari (che si intendono preacquisite). gnostico, è possibile iniettare farmaci vasocostrittori o
Gli scritti hanno questo di grave - soleva dire embolizzare l'arteria sì da arrestare l'emorragia.
Socrate - se tu li interroghi maestosamente tacciono. Questa e le molte altre prestazioni terapeutiche che
Vediamo, dunque, di costruire «a voce alta», su base l'esperienza dei radiologi ha consentito di collaudare
logica e pragmatica, la strutturazione dell'area, sì che
TABELLA l. 013!ETT!V! E DISCIPLINE DELL'AREA DELLA D!AGNOST!-
lo studente possa trame utili indicazioni per l'orga- CA PER !MMAGJN! E DELLA RAD!OTERAP!A.
nizzazione sequenziale dello «Studio autonomo».
Obiettivi:
* *. * saper proporre, in modo corretto, le diverse procedure di dia-
gnostica Per inìn1agirii,' rischi, costi e benef\ci;
saper interpretare i refcrti'iitdiologici;
Il Corso integrato di diagnostica per immagini e conoscere le indicazioni e le mctodologie per l'uso diagno-
radioterapia comprende alcune discipline fondamenta- stico e terapeutico di radiazioni e traccianti radioattivi;
li che si occupano: avere conoscenza delle principali norme di fisica sanitaria e
- dell'utilizzazione a fini diagnostici di alcuni pro- di radìoprotezione.
cedimenti di fonnazione di immagini corporee nel Discipline:
vivente (Radiologia; Medicina nucleare); :::;) Anatomia radiologica clinica
- dell'impiego di alcuni tipi di radiazioni nella tera- =::- Medicina nucleare
pia dei tumori e di altre affezioni (Radioterapia). =::- Radiologia
=::- Radiobiologia
I procedimenti di formazione di immag·ini corpo- :::;) Radioterapia
ree aprono la via a un nuovo modo di «vedere dentro
il corpo umano» e danno vita a una disciplina,
l'Anatomia radiologica, la quale prospetta 1m' anato- sul campo, configurano una disciplina, la Radiologia
mia peculiare, ma non meno importante di quella interventistica, che ha assunto progressivamente un
oggetto di insegnamento tradizionale se consente di ruolo significativo nella moderna medicina.
accedere in forma incruenta e ininvasiva alla realtà Lo studente non mancherà eli osservare il grande ri-
vigente nel vivente. La peculiarità trae origine dal salto dato nel testo al capitolo relativo allo studio del
fatto che, per il modo come è ottenuta, ogni immagine sistema nervoso. La disciplina sottesa, la Neuroradio-
di questo tipo è pur sempre figlia di un artifizio. logia, che la Tabella XVIII include ne il' Area delle scien-
eimportanza di questa disciplina è resa più evidente ze neurologiche, appartiene senza dubbio alcuno alla
dalla constatazione che ne è previsto un insegnamento famiglia radio logica: stesse apparecchiature, stesse tec-
22 Introduzione
m'che d 'uso, stessa semeiotica. Una diversa collaborazione preziosa del tecnico di radiologia, e
ne negli studi prelaurea è in contrasto con quanto san- interpretarne i risultati. Al termine di tutto ciò, se la
cito dalla appartenenza alla Scuola di specializzazio- scelta di partenza e l'esecuzione tecnica sono corrette,
ne in radiodiagnostica, e significa, in concreto, uso par- ne seguirà sempre un orientamento diagnostico conw
ziale delle sofisticate apparecchiature di oggi, dupli- creta, spesso una vera e propria diagnosi per immagi-
cazione dei costi, e nel contempo nulla di più per lari- ni compiuta.
cerca «dedicata>>, nessuno vietando tale dedizione nel Nella realtà questa organizzazione «a due livelli»
contesto della directory madre (per dirla all'informa- (il medico propone e lo specialista dispone) è poten-
tica .. .). zialmente in grado di indurre situazioni «difficili» ove
L impossibilità di dissociare il risultato «positivo» la «proposta» assuma i connotati di lma «prescrizione
(la diagnosi o l'effetto terapeutico perseguiti), ottenu- vincolante». Ciò è quanto avvenuto per lungo tempo.
to pur sempre con l'impiego dall'esterno di forme par- Le nuove normative (1995 e 1998) e il recente decreto
ticolari di energia, dal risultato «negativo» (l'induzio- legislativo in materia di protezione sanitaria delle per-
ne di effetti più o meno significativi sui sistemi biolo- sone contro i pericoli delle radiazioni ionizzanti con-
gici ai loro diversi livelli strutturali), induce a conside- nesse a esposizioni mediche (2000), sanciscono che la
rare con attenzione i problemi del danno iatrogeno e di realizzazione di indagini diagnostiche richiedenti l 'uso
riflesso quelli della sua prevenzione. Questo danno è di radiazioni ionizzanti impone la valutazione prelimi-
particolarmente significativo, per il livello critico di nare della possibilità di utilizzare tecniche sostitutive
deposizione deli' energia nel contesto della materia altrettanto efficaci _e a rischio minore. Rinviando
vivente, in caso di uso di radiazioni ionizzanti (uso, all'Appendice III per una analisi approfondita dei pro-
appunto, opportunamente limitato dalla legge per i cessi di «giustificazione» e «ottimizzazione», è suffi-
non specialisti della materia). Di tutto ciò si occupa la ciente qui anticipare che compete al radiologo e al
Radiobiologia. medico nucleare la scelta delle tecniche idonee a otte-
resercizio clinico postlaurea di queste discipline ri- nere il «massimo beneficio clinico» con il «minimo
chiede grande professionalità e competenze specifiche, costo)), La proposta del medico, conseguentemente,
ed è demandato per legge agli specialisti in Radiodiagno- assume i connotati di una prescrizione non vincolante.
stica (con i suoi due diversi indirizzi in Radiologia dia-
gnostica e interventistica e in Neuroradiologia diagno- In passato la formazione di immagini corporee nel
stica e terapeutica), agli specialisti in Medicina nuclea- vivente aveva luogo esclusivamente mediante utilizza w
re e aglispecialisti in Radio terapia. zione dei raggi X (rOntgèndiagnostica) e della
zione y emessa da radioisotopi introdotti nel contesto
dell'organismo (radioisotopodiagnostica). In entram-
La diagnostica per immagini bi i casi trattasi di radiazioni ionizzanti capaci di
durre modificazioni del patrimonio genetico nelle cel-
La formazione di immagini corporee nel vivente lule germinali e somatiche: anche per questo, come so-
richiede la «manipolazione» di diversi tipi di energia, pra detto, l'esercizio professionale relativo è devoluto
radiante e non, proveniente dall'esterno dell'organi- allo specialista «radiologo» e allo specialista «medico
smo o emessa da questo spontaneamente o in maniera nuclcare11. Attività radiodiagnostiche complementari
indotta. Per le modalità stesse di formazione di queste all'esercizio clinico pOssono, peraltro, secondo le at-
immagini, l'atto può essere (spesso ma non sempre!) tuali normative, con doverose limitazioni, essere altre-
del tutto incruento e ininvasivo. sì svolte dal medicochirurgo privo delle suddette spe-
Non esiste nella pratica organo o apparato che non cializzazioni.
siano passibili di studio dettagliato. Sembra razionale
affermare che sarà compito del medico proporre, in La tomografia computerizzata e le moderne tecniche
radioscopico-radiografiche di formazione dì immagini cor-
una determinata situazione clinica, il procedimento
poree utilizzanti raggi X rientrano, per questo stesso fatto,
che reca l'informazione diagnostica richiesta con il nel contesto della rOntgendiagnostica: ma le modalità di for-
minimo ((CostO)) (intendendo con tale termine non solo mazione deli 'immagine, richiedenti la conversione e regi-
il costo materiale ma anche quello di tempo e di strazione del fascio emergente e la ricostruzione operata dal
rischio per il paziente); sarà compito del radiologo e computer, ne sanciscono la peculiarità attraverso l'uso del
del medico nucleare realizzare il procedimento, con la termine <<tecniche r6ntgendiagnostiche digitalil?.
Jnrroduzione 23
Lultrasonodiagnostica (o ecografia) .sfrutta il le due tecniche e la stessa ecografia, per una scelta estem-
fenomeno di riflessione degli ultrasuoni in poranea della migliore via di accesso diagnostico al quesito
denza di ogni interfaccia tra tessuti a diversa impeden- proposto, per una più sollecita realizzazione dell'iter dia-
za acustica. Poiché gli ultrasuoni dissipano la loro gnostico, per la piena integrazione nei sistemi informatici
radio logici e ospedalieri, questa tecnica si rivela particolar-
energia a livello molecolare senza indurre modifica-
mente produttiva nelle mani del radiologo.
zioni del patrimonio genetico, il loro uso è, allo stato
attuale delle quantità di energia in gioco, scevro di .Le immagini ottenute con le diverse tecniche dia-
pericoli e deve quindi ricevere la precedenza allor- gnostiche sopra considerate posseggono, in funzione
quando l'informazione richiesta può essere acquisita del principio che è alla loro base, un contenuto anato-
in maniera compiuta per tale via. mico più o meno rappresentativo della realtà
bile al tavolo operatorio o autoptico. Le immagini
Indagini ecografiche sono, di fatto, realizzate, oltre che
tomografiche a RM, ad esempio, rappresentano così
dal radiologo, da cultori di discipline diverse: se ciò è giu-
stificato dalla non esigenza di particolari accorgimenti pro- realisticamente l'encefalo nella sua struttura macro-
tettivi, la logica dell'atto diagnostico, basato sull'interpreta- scopica che viene il fatto di chiedersi se non sia più
zione di immagini (il cui contenuto informativo è spesso conveniente sostituire l'approccio aRMa quello set-
complementare a quello delle immagini ottenute con altre tario. La conoscenza degli aspetti con i quali si pre-
tecniche radiologiçhe), e il suo inserimento corretto nel con- sentano i diversi organi corporei, oggetto di studio
testo dell'iter diagnostico, fanno pur sempre dell'ambiente dell'Anatomia radiologica, è ovviamente la premes-
radiologico la sedé più produttiva per l'ubicazione delle sa imprescindibile al riconoscimento della presenza di
apparecchiature e del radiologo la figura più indicata per processi patologici.
l'esecuzione delle indagini (con le valide eccezioni dell'uso
ostetrico, cardiologico e oculistico). La ricerca più avanzata ha già iniziato a prospettare
immagini tridimensionali e la simulazione mediante com-
La termodiagnostica (o termografia) sfrutta l'e- puter di viaggi all'interno del corpo umano, una vera e pro-
missione spontanea di calore per irraggiamento di pria endonavigazione o endoscopia virtuale. Ma occorrerà
ni infrarossi da parte della superficie cutanea, della ancora un certo tempo perché possa realizzarsi questo pas-
le ricostruisce mappe termiche espressive dell'attività saggio dal «vedere dentro» al «vedere all'internm). Quando
termogenetica delle strutture sottostanti. L'assoluta in- questa rappresentazione olistica potrà essere realizzata con-
nocuità induce a utilizzar/a senza remore nelle situa- cretamente si riproporrà drasticamente tutto il problema
zioni cliniche nelle quali ciò può essere utile. della via di accesso· allo studio anatomico del corpo umano
e la stessa immagine di confronto cadaverica rappresenterà
forse solamente oggetto di interesse esercitativo specialisti-
L'informazione che questa tecnica fornisce, prevalente-
co chirurgico.
mente funzionale e non specifica, è talora iinportante per il
controllo evolutivo di lesioni in corso di trattamento. Nella
realtà clinica il ricorso alla termografia tende a diventare Della Radiologia interventistica si è più sopra
sempre meno frequente di quanto non fosse in passato. detto. Essa ha spesso come oggetto d'interesse un vaso
artCrioso o venosa (interventistica vas colare), ma può
La diagnostica a risonanza magnetica (RM) ha al intervenire utilmente in altre strutture corporee (inter-
momento attuale quale sua massima vespressione la ventistica non vasco/are). Le tecniche utilizzate
tomograjìa a RM. Questa tecnica permette la formazio- vano dall'esperienza classicamente acquisita in
ne di immagini di strati corporei (s.imili,· sotto certi grafia. La pratica interventistica richiede grande
aspetti, a quelle ottenute con la tomografia computeriz- manualità e spirito similchirurgico e costituisce una
zata) attraverso l'elaborazione del segnale elettroma- vera «specialità nella specialità».
gnetico emesso dai nuclei di 1H dei tessuti corporei, in
presenza di campi magnetici statici e variabili, dopo
eccitazione con impulsi a radiofrequenza. L'e;,posizione La radioterapia
a questi agenti fisici non è del tutto priva di rischi ed è
oggetto di apposite norme protezionistiche. La sua importanza nella terapia dei tumori mali-
gni è grande, sia se utilizzata in forma esclusiva, sia
Per l'affinità che le relative immagini hanno con quelle se in opportuna associazione con la terapia chirurgica
tomografiche computerizzate, per la complementarietà tra e/o la chemioterapia.
24 Introduzione
La radiotcrapia oncologica pone l'esigenza, nelle immagini corporee costituiscono, in effetti, insieme
sue diverse sottobranche, di elevate competenze di agli accorgimenti utili a !imitarli, uno dei più
fisica delle radiazioni ionizzanti, di radiobiologia cel- tivi obiettivi introdotti dal nuovo ordinamento degli
lulare, di radiopatologia, di clinica oncologica, di tera- studi medici. Alla tematica della Radioprotezione è
pia medica, sì che progressivamente si è configurata in dedicata l'intera Appendice III.
una disciplina oggetto di specializzazione a sé.
Rientrano nel suo contesto le diverse metodiche di ***
ipertermia, sia per gli aspetti tecnici (concentrazione
di energia termica in volumi-bersaglio), sia per il sub- Quanto sopra configura una disciplina vasta che
strato radiobiologico che sottende all'azione citotossi- ha fondamentali applicazioni nelle diverse aree della
ca del calore, sia per gli effetti di potenziamento tra moderna medicina (delle quali, in effetti, al di là degli
calore e radiazioni ionizzanti nell'azione antitumorale. specifici dettami della Tabella XVIII, è
In passato il campo d'azione della radioterapia era mente componente culturale e pragmatica
ben più vasto di quello attuale e abbracciava anche le).
alcuni processi infiammatori acuti e cronici, affezioni Lipertrofia della componente «diagnostica per
cutanee, malattie degenerative articolari, disfunzioni immagini», che occupa le prime due delle tre parti di
di ghiandole endocrine, tumori benigni. I: esperienza questo libro, è pressoché la regola in testi destinati
ha poi portato a ritenere che il rischio di induzione di allo studente, soprattutto in considerazione del fatto
carcinomi e leucemie a distanza di tempo dal che una larga maggioranza di problemi radiologici e
mento radioterapico potesse superare di gran lunga in mediconucleari che lo affliggeranno dopo la laurea
molti di questi processi il valore del risultato vertono sulla scelta e la giustificazione di
ti co immediato, conducendo a un drastico menti ìn grado di condurre alla giusta diagnosi e alla
namento di questa radioterapia non oncologica. conseguente corretta decisione terapeutica.
Anche se queste tematiche interessano lo studente
solo nelle loro linee generali, diverranno uno degli
La radiobiologia strumenti qualificanti della sua attività professionale.
L'esperienza insegna che le cento ore di studio
Può considerarsi disciplina a cavallo tra gli laurea saranno allora un commovente ricordo a fronte
_ressi biologici (radiobiologia generale) e medici dei complementi che di sua spontanea volontà (o
(radiobiologia oncologicaj radiobiologia··protezio- necessità) egli sentirà di dover aggiungere,
nistica) e non verrà trattata in questo libro se non Abbiamo cercato di rendere questo libro, sia nelle
limitatamente agli aspetti di interesse più modalità di presentazione dei singoli argomenti, sia
te medico generale. Adeguate conoscenze dei rischi nella suddivisione ragionata del testo tra corpo
insiti nell'uso diagnostico delle radiazioni ionizzanti de e corpo piccolO' (quest'ultimo per isolare i
e degli altri agenti fisici utiliz;;;ati per la formazione di nuti più differibili), adatto all'ora e alpoL
L .•.•. 1
Introduzione 25
Per Jo STUDENTE:
• tutti i corpi grossi (nella misconoscenza dei qualì -al di là di ogni «creditO»
predefinito e di ogni testo dì studio più permissivo- il suo futuro esercizio
professionale incontrerà palesi limiti decisionali e pragmaf1ci);
t quei empi piccoli sui quali venà condotto dalla curiosità, madre di ogni
sapere.
Per Jo SPECIALIZZANDO:
t tutti i co1pi grossi, «rivisitati» anche nelle scelte terminologiche in un'ottic.a
professionale;
+ tutti i corpi piccoli (trampolino di lancio verso le bianche nevi dei Trattati e
delle Riviste scientifiche).
Per il MEDICO:
t tutti i empi grossi (anche nelle case patrizie di quando in quando si ridà il
bianco alle pareti ... );
+ quei corpi piccoli la cui valutazione si renda di volta in volta necessaria a
fronte di uno specifico dubbio pastosi nell'esercizio profcssiònale (fu detto in
proposito che il miglior metro del successo è appunto il numero di dubbi...)
PARTE]
FORMAZIONE DI IMMAGINI
CORPOREE
CAPITOLO I
l RAGGI X
+ o
' rndiazionc di
- fr,;,,mcnto
Infatti:
aumentando l'intensità della corrente che circola nella
lLJL±:J.
spiralina si può aumentare il numero di elettroni emes-
si da questa neli 'unità di tempo, e di conseguenza il
flusso di fotOni X che verranno prodotti a seguito degli
urti nell'anticatodo;
aumentando la d.d.p. tra catodo e anticatodo aumenterà
l'energia cinetica del singolo elettrone, e di conseguen-
' ' t:::=:::=:;
za verranno prodotti fotoni X di maggiore energia, più
penetranti, più «duri» o meno «molli>ì come si usa dire. ;' l
''
3. I raggi X: onde o corpuscoli?
Fig. 1.5. Le transizioni elettroniche: eccitazione e ionizzazione (da Stuart
e Cittadini,lsliluzioni di Radiobiologia Generale, Piccin, Padova, 1968).
È necessario definire, sia pure molto sintetica-
mente e con una certa «visione di parte», alcuni ter- mezzo. La Fisica moderna ha dimostrato, viceversa, che
mini e concetti importanti della moderna Fisica delle ogni radiazione presenta indifferentemente comportamen-
radiazioni. to corpuscolare e comportamento ondulatorio a seconda
del fenomeno fisico con il quale la si cimenta: una inter-
Radiazione, in senso lato, significa spostamento di pretazione coerente di questa duplice natura, che non può
energia non richietlente alcun supporto materiale e non mai estrinsecarsi simultaneamente (come scrive De
associato al trasporto di porzioJti macroscopiche di mate- Brbglie «il duello tra onda e corpuscolo non avverrà mai
ria. Nell'uso pratico, però, il termine «radiazione» viene perché sempre uno solo degli avversari è presente>>), è pos-
comunemente utilizzato per indicare ciò che viaggia, che sibile nell'ambito della Meccanica quantistica.
«radia>> da W1 punto all'altro dello spazio, cioè l'energia
radiante. Per gli scopi radiologi ci i raggi X possono essere
Nell'interagire con gli atomi dei materiali attraversati, trattati sulla base dell'aspetto corpuscolare, che è
le radiazioni cedono energia: se l'interazione ha luogo a
quello che si manifesta nella quasi totalità dei feno-
liveUo elettronico e l'atomo ne risulta «ionizzato», la radia-
zione viene definita ionizzante. Per ionizzazione si intende meni di interesse medico, come particelle, o fOtoni
il sollevamento di un elettrone dell'atmosfera perinucleare secondo il termine coniato da Einstein, di:
al di fuori dei limiti geometrici dell'atomo, al divello
energetico del continuo». Ogni ionizzazione è accompa-
massa o
gnata da un corteo di 2-3 «eccitazionit>. Per eccitazione si
carica elettrica o
intende il sollevamento di un elettrone atomico a un livello
E h v (relazione di Planck)
a maggiore energia totale (fig. 1.5). p h/1. (relazione di De Broglie).
Si suole fare distìnzione tra radiazioni ionizzanti di Si osservi in ambedue le relazioni, che possono
tipo corpuscolare (elettroni, protoni, neutroni, etc.) e ritenersi del tutto fondamentali, il collegamento
radiazioni ionizzaJtti di tipo omlulatorio (raggi X e y). diretto tra grandezze corpuscolari e ondulatorie. La
Classicamente le prime sono concepite come un insieme di
costante di Planck, h, uguale a 6,62 x J x s, è la
particelle materiali, cariche o non, di massa di riposo molto
piccola e dotate di energia cinetica proporzionale al qua- minima quantità di energia che può esistere libera in
drato della velocità; le seconde come un insieme di onde natura. La particella fotonica ha energia v volte mul-
elettromagnetiche, cioè di campi elettrici e magnetici tipla di h (ove v è la frequenza dell'onda associata).
accoppiati variabili nel tempo e propagantisi nello spazio La quantità di moto, p, aumenta in ragione inversa
in linea retta con velocità, c, pari a quella della luce in quel alla lunghezza d'onda associata.
32 Capitolo l
Proponiamo un semplice esercizio di calcolo (non usualmente usata in ròntgendiagnostica sono illustrati in
obbligatorio ma molto istruttivo!). fig. !.6. .
Che energia (in eV) possiede un fotone X la cui onda Ne Il' effetto fotoelettrico il fotone incidente cede al!' e-
associata ha A= O, 1 A (l A= 10· 10 m)? lettrone urtato (nn elettrone legato) tutta la sua energia: il
AVremo: fotone scompare e l'elettrone viene fuori dall'atomo con
c= 'A v= 3 x 10' 3 A/s una certa energia cinetica. Circa 1'80% degli effetti fotoe-
lettrici ha luogo con gli elettroni dell'orbita K La proba-
Da cui: bilità che si verifichi un effetto fotoelettrico aumenta con
l'aumentare del numero atomico e diminuisce con l'au-
3 x 10 13 A/s mentare dell'energia fotonica.
F 3 x 10 19 s·'
o, I A Nell'effetto Compton il fotone incidente cede all'elet-
trone urtato (un elettrone delle orbite più esterne) una
E quindi: parte della sua energia: il fotone continua il suo cammino,
E(JJ == 6,62 x I0-34 J x s x 3 x 10' 9 x s·' = 19,86 x 10·' 5 J deviato e con minore energia; l'elettrone viene fuori dal-
l'atomo con una certa energia cinetica. La probabilità che
E,,,J = 19,86 x IO·" x 6,25 x IO"= 124.000 eV si verifichi un effetto Compton è indipendente dal numero
atomico del mezzo attraversato e aumenta con l'aumenta-
La formula generale per il calcolo dell'energia re del! 'energia fotonica.
fotonica per À nota (o viceversa) è: Nell'effetto diffusione coerente il fotone incidente
viene deviato da un elettrone atomico, senza tuttavia
dita di energia. La probabilità che si verifichi un effetto
diffusione coerente aumenta con l'aumentare del numero
atomico e diminuisce con l'aumentare dell'energia fotoni- I relativi contenuti sono ritenuti altamente forma-
ca (in maniera meno critica, però, di quanto non avvenga tivi per il futuro medico, generico o specialista che
per l'effetto fotoelettrico). sia, per il quale è molto importante la formazione di
La probabilità totale di interazione fotonica aumenta una coscienza radioprotezionistica.
in maniera proporzionale alla densità elettronica tessutale.
Il substrato radiobiologico alla base dei problemi
In conclusione: proposti è molto complesso. Qui verrà affrontato in
forma estremamente semplificativa con riferimento
Aumentando I'energiafotonica media: specifico alla analisi più approfondita effettuata in
- più fotoni tenderanno a «emergere>> dallo strato tessu- STUART C. e CITTADINI G.: Istituzioni di Radiobiolo-
tale contrapposto; gia Generale, Piccin Editore, Padova, 1968.
- le interazioni avranno luogo prevalentemente per effet-
to Compton: sarà presente, quindi, nel fascio emer-
gente un numero elevato di fotoni '(diffusi» deviati 5.1. Il modello radiobiologico
dalla loro traiettoria originale.
Le radiazioni ionizzanti utilizzate in r6ntgendia-
Diminuendo l'energia fotonica media: gnostica e in radioisotopodiagnostica dissipano ener-
- meno fotoni tenderanno a emergere dallo strato tessu- gia nel contesto dei tessuti biologici interagendo con
tale contrapposto;
gli elettroni atomici. Su base fisica, risultante dell'in-
- le interazioni avranno luogo prevalentemente per effet-
to fotoelettrico e per diffusione coerente: il numero di terazione è sempre e solamente una <<transizione el
fotoni '<diffusi)) presenti nel fascio emergente sarà troni cm>, cioè una eccitazione o una ionizzazione. Su
però trascurabile perché data la loro bassa energia base chimica, la molecola alla quale appartengono gli
quasi tutti verranno prima o poi assorbiti nel contesto atomi eccitati o ionizzati può andare incontro a una
tessutale. serie di eventi che hanno quali estremi da un lato la
diseccitazione e la deionizzazione (con ripristino
Nella pratica radiologica, a seconda dell'obiettivo della situazione di base), dall'altro la modificazione
prefissoci, saranno necessari compromessi oculati nel- dell'«ordine» atomico (conseguenza spesso, ma non
la scelta dell'energia fotonica, di significato troppo spe- obbligatoriamente, della rottura di legami chimici con
cialistico per essere qui anche solamente segnalati. Vé- dissociazione della molecola in frammenti areattivi o
dremo in seguito quanto queste considerazioni sui mec- in radicali).
canismi di interazione fotonica siano importanti per la Nelle biomolecole il grado di ordirié atomico
comprensione delle modalità di formazione del! 'im- necessario per l'espletamento di funzioni spesso asso-
magine radio logica tradizionale e digitale e di quella lutamente specifiche è estremamente elevato: la pro-
tomografica computerizzata. babilità di formazione spontanea, ]'«entropia>>, di
sistemi molecolari di tal fatta, è di conseguenza estre-
mamente bassa. La modificazione dell'ordine
5. Rischi nell'uso diagnostico delle radia- co equivale a una modificazione della struttura mole-
zioni ionizzanti colare, alla quale corrisponde tma degradazione della
funzione. L:entropia del sistema ne risulta in ogni
Questo capitolo trae origine da una acquisizione caso aumentata, fino a livelli incompatibili con il
ormai diffusa a tutti i livelli culturali: un individuo mantenimento di quelle proprietà che caratterizzano il
che effettua una indagine radiologica espone se fenomeno «vita». Le radiazioni ionizzanti costitui-
so, in cambio del vantaggio che ne riceve a fini scono un tipico esempio di agente disentiopizzante.
gnostici e verosimilmente anche terapeutici, a un È acquisizione radiobiologica fondamentale che
certo rischio di danno somatico; nel contempo espo- !'«inattivazione» proliferativa di una cellula e altri
ne gli eventuali figli futuri e i discendenti più remo- eventi di variabile lesività possano essere prodotti con
ti a un rischio di danno genetico. la deposizione di un piccolissimo numero di ionizza-
Si intende proporre due problemi: zioni, di «colpi», nel contesto di un volume critico, il
- quant!ficazione del rischio di danno somatico; «bersaglio», costituito dal DNA cromosomico.
- «peso>> sulla popolazione del complesso delle in- Qualsiasi alterazione del DNA significa «mutazione»
dagini radiodiagnostiche annualmente effettuate. del patrimonio genetico della singola cellula e quindi
34 Capitolo]
dell'informazione necessaria per la riproduzione delle base. La principale di queste (fig. I.7) consiste nella
proprie strutture specifiche. Ogni mutazione cellulare accettazione di una ipotesi di linearità nella estrapo-
può potenzialmente generare ripercussioni importanti lazione verso le dosi più basse dei valori di effetto
nell'individuo che ne è portatore (mutazione soma- osservati per le dosi più alte, con la negazione dell'e-
tica) o nella sua eventuale discendenza (mutazlone sistenza di una dose-soglia al di sotto della quale nes-
genetica). sun effetto biologico sarebbe prodotto. Questa ipotesi
Ai livelli molto bassi di dose di radiazione in conservativa conduce a una certa sovrastima del
gioco in radiologia diagnostica, gli unici tipi di danno rischio di danno connesso ali' esposizione a una radia-
somatico che hanno una certa probabilità dì evenien- zione ionizzante.
za sono l'induzione di una leucemia o di un tumore
maligno. Tessuto critico nel primo caso è il midollo 5.2. Radiodiagnostica e danno somatico
emopoietico, nel secondo uno qualsiasi dei tessuti
attraversati dal fascio di radiazione. Questi eventi In tab. 1.2 sono riportati alcuni valori della proba-
sono del tutto o del nulla, di tipo «stocasticml, nel bilità di comparsa spontanea e di radioinduzione di
senso che si manifestano con la piena intensità tumori maligni in funzione della <<dose equivalente>ì
espressiva o non si manifestano affatto; la loro fre- assorbita nel tessuto critico per anno.
quenza è molto bassa, ma comunque direttamente
Nel Sistema Internazionale l'unità di misura della dose
proporzionale alla dose di radiazione assorbita;
assorbita è il Gray (Gy): l Gy equivale all'assorbimento di
cominciano a comparire dopo un periodo di latenza l J in l Kg di materiale irradiato. Poiché a parità di dose
proporzionale al reciproco della dose; espongono fisica assorbita l'effetto biologico indotto può essere diver-
l'individuo a un rischio annuale praticamente costan- so a seconda del tipo di radiazione utilizzata (in ragione
te per un periodo di circa 25 anni dal momento di delle diverse modalità di distribuzione a livello submicro-
superarnento della fase di latenza. scopico delle ionizzazioni prodotte), nei casi nei quali
Il danno genetico, conseguente all'irradiazione intervengono radiazioni ionizzanti di tipo diverso è conve-
diretta delle cellule sessuali, può manifestarsi sotto niente definire la dose assorbita in termini di «dose equi-
molteplici aspetti (tab. 1.1). L'impatto emotivo induce valente di una radiazione di riferimento)) (la cui efficacia
biologica relativa, EBR, è quindi equiparata a 1). L'unità di
a porre particolare attenzione ai discendenti diretti
misura della dose equivalente è il Sievert (Sv): l Sv equi-
per i quali la predizione quantitativa degli effetti atte- vale all'assorbimento di l Gy della radiazione di riferi-
si è relativamente semplice; l'attenzione dei genetisti mento (nella pratica: i raggi X convenzionali). Conoscendo
non trascura,. però, gli effetti attesi sulle generazioni
più remote in riferimento alla evoluzione della specie
umana.
la dose assorbita e il tipo di radiazione utilizzata, la dose È da sottolineare il fatto che: poiché questi tipi di
equivalente (o dose biologica) è' il prodotto Gy x EBR. patologia possono verificarsi in maniera apparente-
Sono a tutt'oggi comunemente usate in dosimetria mente spontanea, non sarà mai possibile correlare,
unità di misura in auge in passato: il rad per la dose assor- nel singolo caso, l'insorgenza della malattia con la
bita (l rad 100 erg/g 10' J/kg, quindi: l Gy 100 rad);
pregressa esposizione alla radiazione. La quantifi-
il rem per la dose equivalente quando la dose assorbita è
misurata in rad (rem"" rad x EBR, quindi; l Sv = 100 rem).
cazione del rischio di danno somatico (e ciò vale evi-
dentemente anche per il rischio di danno genetico) è
TABELLA 1.2, PROBABILITÀ DJ COMPARSA SPONTANEA E DI RADlOIN- quindi posta in termini di aumento atteso della pato-
DUZIONE DI TUMORI MALIGNI (da GreggE. C., Radiation Risks with logia indotta rispetto alla sua incidenza naturale.
Diagnostics X-Rays. Radiology 123:447-453, 1977). Lo sviluppo analitico dei calcoli per le singole
indagini radiologiche è piuttosto complesso. È neces-
Probabilità di com- Probabilità di
parsa spontanea radio induzione sario in ogni caso tenere conto del volume corporeo
(x 104/anno) (x JOòJ esposto, della frazione di midollo osseo in esso con-
anno/rem) tenuta, dei tessuti esposti, del numero di radiogram-
mi, della componente radioscopica, della dose inte-
Midollo osseo (leucemia) 1,0 1,0 grale assorbita, delle probabilità di radioinduzione di
Osso 0,1 0,2
SNC 0,5 1,0 tumori maligni nei tessuti esposti. Alcuni esempi
Polmone 3,8 1,0 numerici sono riportati in tab. 1.3.
Mammella femminile
20-34 anni 1,1 6,0 TABELLA 1,3, RISCHIO O! CANCEROGENESI PER ALCUNE INDAGINI
35-49 anni 10,4 2,0 R6NTGENDIAGNOSTICHE (da Gregg E.C., Radiation Risks with
Tiroide Diagnostics X-Rays. Radiology 123: 447-453, 1977).
bambino 6,0
adulto 1,0
Colon 3,0 Rischio per indagine
Stomaco 1,0 (x 106)
Lingua 0,2 1,0
Fegato 0,2 Crmiio standard 3,0
Pancreas 0,9 TC encefalica 70,0
Prostata 2,0 Torace standard 1,5
Diretta addominale 5,3
TC addome superiore 16
N.B. Il periodo di esposizione alrischio è di circa 25 anni, in ciascuno Mammografia
dei quali la probabilità di induzione di un tumore maligno è quella 20-34 anni 130
riportata nella seconda colonna 35-49 anni 30
Xeromammografia
20-34 anni 287
I valori riportati nella seconda colonna della tab. 35-49 anni 66
Arcate dentarie 3,0
1.2 vanno interpretati nel seguento modo: in l milio-
ne di individui che abbiano assorbito uniformemente
0,01 Sv, cioè l rem, a livello del tessuto critico, potrà Per il singolo paziente, mediamente, un rischio
verificarsi ogni anno nel periodo a rischio (che è di di 1:100.000 tra 5 e 30 anni dall'esposizione, è un
circa 25 anni) il numero riportato di tumori maligni. piccolo prezzo da pagare per una indagine radiolo-
L'intervallo tra esposizione e comparsa della lesione è gica utile!
generalmente compreso tra 5 e 30 anni. Alcuni confronti con rischi di altra natura chiari-
ranno il «peso» dei valori sopra riportati. Il rischio di
Revisioni più recenti (1990) del rischio da radiazioni, uti- morire per cancro del polmone fumo-dipendente è di
lizzanti modelli «relativi» per la radioinduzione di tumori 117.300.000 sigarette fumate; il rischio di morire in
maligni (secondo i quali la radiazione aumenta di una frazio-
un incidente autostradale 1130.000.000 di Km percor-
ne costante l'incidenza naturale dei tumori), hanno indotto ad
aumentare di un fattore compreso tra 2 e 3 il suddetto rischio. si. Una radiografia del torace equivale: per la com-
Si veda in proposito TOSI G.P. in: C!TTADINI G., Double ponente rischio di leucemia a l )5 sigarette fumate o a
Contrast Barium Enema - The Genoa Approach, Springer, 5,8 km di guida; per la componente rischio di cancro
Milan, 1998,pp.l01-104. tiroideo a 8)7 sigarette o 34 km. Un clisma opaco
36 Capitolo l
equivale a 128 sigarette fumate o a 503 km di guida. avrà peso zet:o, quella ricevuta da un soggetto giova-
Quanto questi rischi «diagnostici!! siano inferiori a ne ad alta potenzialità riproduttiva peserà molto.
quelli «terapeutici» è ben illustrato da un esempio
riferito a una affezione benigna: un trattamento con Solo una parte della popolazione annualmente è assog-
per tireotossicosi equivale a 2200 sigarette fumate
lllJ gettata a indagini radiodiagnostiche e ad altre sorgenti di
o a 8609 km di guida. radiazioni artificiali. Un tentativo per stimare la dose
vante ai fini della produzione di mutazioni genetiche è il
calcolo della dose geneticamente significativa (GSD). Si
Per opportuno riferimento, in tab. 1.4 è proposta defmisce dose geneticamente significativa per l'intera
una suddivisione delle più comuni indagini r6ntgen- popolazione quella dose di radiazione che, se assorbita
diagnostiche in 4 classi decrescenti di rischio di dalle gonadi di ogni individuo della popolazione, causereb-
danno somatico. be presumibilmente lo stesso danno genetico prodotto dalle
dosi assorbite dagli individui effettivamente esposti.
TABELLA 1.4. CLASSI DI RISCHIO DI DANNO SOMAT!CO PER LE PIÙ CO-
MUNI INDAGINI RADIOLOGIC!IE.
In tab. 1.5 è riportata la stima della GSD e delle
sue diverse componenti per le più comuni cause di
Elevato: angiografia, coronarografia, TC craniocncefalica. irraggiamento artificiale negli Stati Uniti (inchieste
Sensibile: clisma a DC, urografm, TC toracica e addominale. del 1964 e 1970). La rontgendiagnostica è di gran
Medio: esame diretto dell'addome, stomaco e duodeno, lunga la causa più importante (72%) di irraggiamento
colecistografia, arcate costali, bacino, isterosalpin- artificiale; la diagnostica radioisotopica contribuisce
gografia.
in maniera trascurabile (0,7%); la radioterapia poco
Basso: cranio, arti, arcate dentarie, torace.
(3%) ·in considerazione della età più avanzata dei
pazienti a essa sottoposti e della prognosi.
Valutando complessivamente il totale delle inda-
gini radiologiche effettuate annualmente (che interes- TABELLA 1.5, DOSI DI RADIAZIONI IONIZZANTI RICEVUTE DALLA
POPOLAZIONE UMANA DA SORGENTI NATURALI E ARTJFICIALI (da
sano circa la metà della popolazione in Italia) e con- Hall E.J., Radiobiology for the Radialogist, Harper & Row,
siderando le dosi erogate al midollo osseo in ciascuna Hagerstown, Maryland, USA, 1978).
di esse, è possibile una stima attendibile della dose
media midollare per anno e per abitante. Il valore
ottenuto, compreso tra l e l ,5 mSv (cioè tra l 00 e 150 Sorgente GSD annuale media (mSv)
mrem), è dello stesso ordine di grandezza di quello Radiazione naturale 0,9
dovuto alle radiazioni ionizzanti naturali: l'attività Irraggiamento medico
diagnostica radio logica duplica, pertanto, l'esposizio- ROntgendiagnostica 0,16 (1964)
ne naturale del midollo osseo. 0,2 (1970)
Radioterapia 0,03
Non vi sono motivi di particolare allarme in tutto Medicina nucleare 0,002
ciò. È auspicabile, però, la massima limitazione pos- Esposizione professionale (medica,
sibile di indagini oggi difficilmente giustificabili qUali industriale, lavoratori dell'ener-
la radioscopia e la schermografla del torace il. cui gia atomica) 0,008
contributo alla dose media midollare superava in pas- Fallout (1954-58, 1961-62) 0,015
Miscellanea (schermi televisivi, orolo-
sato i/75%. gi luminosi, piloti di alta quota) 0,02
Energia nucleare 0,00003 (1970)
5.3. Radiodiagnostica e danno genetico 0,01 ? (2000)
Il contributo della radioscopia e della componenti a più elevata dose gonadi e nei soggetti a
grafia, a differenza di quanto visto per la dose media maggiore attesa di prolificazione potrà sovvertire la
midollare, è basso (20%); gli esami situazione. È compito del futuro medico collaborare,
gici contribuiscono poco (3%); tutto il resto è per quanto di sua competenza, con il radiologo e il
tato da indagini radiografiche, e in· particolare: gli medico nucleare a che ciò non avvenga.
esami della colonna lombare, del bacino, delle
]azioni coxofemorali, il clisma a DC e l'urografia. 5.4. Irradiazione dell'embrione e del feto in ute-
Quale «peso» assumono i dati riportati? Il punto ro
di riferimento più obiettivo è la dose gonadi annuale
fornita dalle radiazioni ionizzanti naturali in zone a La radiosensibilità dell'embrione e del feto è
fondo normale. Il suo valore, negli Stati Uniti, è circa molto elevata. Dosi di radiazione anche piccole pos-
0,9 mSv, in Italia poco più di l m"Sv. 'È parere dei sono produrre gravi conseguenze (tab. L7). La sensi-
radiobiologi e dei genetisti che il massimo valore bilità alla radioinduzione di leucemie e tumori mali-
accettabile di irradiazione gonadica da sorgenti artiw gni, inoltre, è almeno doppia rispetto all'adulto.
fidali, a qualsiasi titolo utilizzate, sia uguale al Una norma di comportamento da tenere sempre
tributo della radiazione naturale. presente per evitare la possibilità di irradiazione invow
lontaria di un prodotto del concepimento la cui
TABELLA 1.6. RISCHIO DI DANNO GENETICO PER UNA GSD PARI A 0,9 senza non è nota, è la regola dei lO giorni: in donne
MSV/ANNO NELL'IPOTESI DI ESPOSIZIONE DELLA GENERAZIONE in età fertile le indagini radiologiche comportanti
PARENTALE FINO ALL'ErA MEDIA DJ CONCEPIMENTO DEl PROPRI FIGLI.
l'irradiazione della regione pelvica e dell'addome
inferiore vanno effettuate nei primi dieci giorni dal-
Malattie da muta11ti dominanti l'inizio del ciclo mestruale. In realtà la quasi totalità
+ 80% in l' generazione delle indagini radiologiche può essere rinviata, allor-
+ 100% in 3' generazione quando la donna si presenta nella seconda metà del
Malattie da muta11ti recessivi legati al sesso
+ 29% in l' generazione ciclo mestruale, al ciclo successivo. Ma attenzione
+ 90% in 6' generazione alle indagini veramente urgenti: un rinvio al
Malattie da mutallti recessivi autosomiali mo ciclo può significare un rinvio di 9 mesi!
+ l% per generazione
TABELLA 1.7. EFFETTI ATTESI lN FUNZIONE DELL'EPOCA DI IRRADIA·
ZlONE lNrRAlJTERINA DEL PRODOTTO DEL CONCEPIMENTO.
Se la GSD apportata dall' irraggiamento artifiCia- 0-3 settimane: riassorbimento embrionale; aborto.
le aumentasse fino a eguagliare il contributo della 4-11 settimane: malformazioni in molti organi.
radiazione naturale, il rischio di danno genetico 11-16 settimane: malformazioni oculari, scheletriche, gona-
diche: mierocefalia, ritardo mentale, rallen-
diventerebbe sensibile (tab. 1.6). tamento dell'accrescimento.
A titolo orientativo si consideri che l'esposizione 16-20 settimane: microcefalia, ritardo mentale, rallentamen-
della generazione parentale fino all'età media di con- to dell'accrescimento.
cepimento dci propri figli all'attuale valore di 0,2 oltre: possibili turbe funzionali.
mSv/anno di GSD (quale quello proveniente da tutta
l'attività radiodiagnostica), comporta mediamente su
l milione di gravidanze l'aumento delle morti E se la paziente chiede suggerimento su cosa fare
che dello zigotc dal loro valore naturale di 235.000 a accorgendosi, a posteriori, di avere effettuato un
235.136. esame radiologico sulla pelvi o sull'addome inferiore
La conclusione più coerente che si può trarre da ili. stato gravidico? In questi casi, per lo più, l'esposi-
quanto fin qui detto è entro certi limiti rassicurante. zione è avvenuta nelle fasi di preimpianto o di orga-
Se è vero che gli effetti genetici prodotti dall'uso dia- nogenesi di per sé molto sensibili. Norma suggeribile
gnostico delle radiazioni ionizzanti sono bene per il medico curante è: interrogare il radiologo che
apprezzabili (e calcolabili!), purtuttavia i margini di ha effettuato l'indagine sulle modalità tecniche della
sicurezza accettati per la popolazione umana sono stessa; consultare il fisico sanitario per una accurata
ampiamente rispettati. Solo un aumento incontrolla- valutazione della dose ricevuta dal prodotto del
to e irrazionale della r6ntgendiagnostica nelle sue cepimento. Si può ritenere vi sia ragione di aborto
38 Capitolo I
preventivo se l'embrione ha l'icevuto più di 0,1 G:v circa 11100 di quello della r6ntgendiagnostica. I pro-
nelle prime 6 settimane. AI di sotto di questo valore blemi principali? Per il medico nucleare (ma egli,
un parere è difficile. Il rischio di anomalie congenite quale specialista, ne è ben edotto!): usare il più possi-
è trascurabile se l'embrione ha ricevuto meno di 0,01 bile iso topi y-emittenti a emivita biologica il più breve
Gy, piccolo se ha ricevuto tra 0,01 e 0,1 Gy. Si consi- possibile. Per il medico proponente l'indagine:
dererà anche l'aumento atteso di leucemie e tumori: a zione ai bambini (il rischio di leucemogenesi e
titolo di esempio, la dose di 0,01 Gy ricevuta nel rogenesi tìroidea è rispettivamente 1,7 e 6 volte
secondo o terzo mese di gravidanza aumenta del 40%
giore rispetto all'adulto); attenzione ancora maggiore
il rischio di leucemia dell'infanzia.
alle gestanti (il comunque, consente, rispetto
allo 131 1, una minore irradiazione fetale e pur accumu-
S.S. La diagnostica radioisotopica landosi nella tiroide non viene incorporato negli
Il suo contributo alla GSD, come abbiamo visto, è ormoni tiroidei).
1. Non sacrificare i benefici individuali e collettivi che possono originare da un uso razionale dello strumento radiologico,
ma limitare il prezzo da pagare per il paziente e la collettività. Nessun «razionamento», quindi, per una misvalutazionc
della reale entità dei rischi in gioco, ma ogni possibile tentativo di contenimento di questi rischi (ecco il risultato atteso
dalla acquisizione di una coscienza radioprotezionistica del medico moderno!).
2. Scelta ponderata delle metodiche radiologiche maggiormente in grado di fornire informazione utile nel singolo caso.
3. Verifica dell'assenza di controindicazioni a tale scelta.
4. Scelta del punto di inserimento nel contesto dell'iter diagnostico: l'utilità della singola metodica potrebbe automatica-
mente decadere se l'informazione è già acquisita per altra via!
5. Formulazione dettagliata di uno o più quesiti speciftci.
6. Verifica costante del risultato ottenuto.
7. In caso di dubbio: nessuna remora a una proficua discussione con il radiologo sulla via maggiormente suggeribile. La
figura del radiologo capace di dire solamente «Ferma, non respiri!», se mai è esistita, non è più di moda.
CAPITOLO Il
LE IMMAGINI RADIOLOGICHE
ragito con i fotoni X e conseguentemente stabilizza La quantità d.i raggi X sufficiente per un corretto
l'immagine. annerimento della pellicola può essere ridotta, in tal
modo, da l O a l 00 volte. Il sistema «schermo di
Come si forma l'immagine latente? Secondo la teoria rinforzo anteriore/pellicola/schermo di rinforzo
di Gurney e Mott, i fotoni X, sottraendo un elettrone agli posteriore» è alloggiato in una cassetta di materiale
ioni Br-, li trasformano in atomi di Br. Gli elettroni si tra-
sferiscono rapidamente a un centro di sensibilità, S, ail'in*
leggero in grado di proteggerlo dalla luce (fig. I!.4):
terno del cristallo, ove si accumulano. Gli ioni Ag• sono
attratti da Se vi si depositano trasformandosi in Ag metal- Gli schermi di rinforzo sono costituiti da quattro strati:
lico. Il piccolo ammasso di argento che si forma in S rap- lo strato protettivo, il più superficiale, perfettamente tra-
presenta l'elemento essenziale dell'immagine latente. sparente, che limita i danni abrasivi; lo strato fluorescente
Se gli atomi di Br restassero all'interno del cristallo che contiene il fosfòro sotto forma di granuli dispersi in
potrebbero, catturando elettroni, distruggere l'immagine opportuni leganti, nel quale avviene l'assorbimento e la
latente. Essi migrano, però, velocemente alla superficie del conversione dei fotoni X in luminosi; lo strato riflettente
cri.stallo dove sono catturati da accettori di alogeni, ii che (per lo più biossido di titanio) che ha la funzione di recu-
sp1ega la stabilità relativa dell'immagine latente. La gelati- perare la luce che altrimenti filtrerebbe attraverso il sup-
na gioca un ruolo essenziale in questo fenomeno. porto; il supporto in materiale plastico che ha la funzione
di sostenere gli strati suddetti.
L'assorbimento diretto di fotoni X da parte della
emulsione fotografica è un fenomeno a scarso rendi- Gli schermi di rinforzo moderni utilizzano come
mento data la sua sottigliezza e l'assenza di elementi fosfòro sostanze contenenti elementi del gruppo dei
a elevato Z. Per indurre un annerimento sufficiente lantanidi (le cosiddette «terre rare»), fra le quali mol-
della pellicola si rende necessaria l'esposizione a un to importante è l'ossisolfuro di gadolinio. Il rendi-
elevato quantitativo di fotoni incidenti. mento totale che può attenersi con questi schermi, a
Un notevole risparmio di dose di radiazione alle parità di definizione dell'immagine, è circa 6-8 volte
strutture esposte può attenersi ricorrendo al seguente superiore a quello degli schermi di rinforzo tradizio-
procedimento. La pellicola radiografica, emulsionata nali al tungstato di calcio. Poiché l'emissione di que-
su ambedue le facce, è strettamente compressa, «a sti fosfòri è prevalentemente costituita da luce giallo-
sandwich», tra due schermi fluorescenti. I fotoni X, verde, è necessario utilizzare pellicole radiografiche
catturati in numero elevato dalla matrice degli scher- sensibilizzate a tali colori dello spettro.
mi fluorescenti, vengono convertiti in fotoni luminosi
i quali impressionano con rendimento elevato l'emul- Qui di seguito sono schematizzate ]e: diverse fasi di
sione. Si genera in tal modo un vero e proprio «rinfor- trattamento della pellicola radiografica:
ZO!> dell'effetto litico dei raggi X sui cristalli diAgBr. - Sviluppo: un apposito bagno rivelatore, attivo a pH
alcalino, riduce i cristalli di AgBr conferendo loro un
intenso colore nero. Il tempo di sviluppo viene regola-
to in modo tale che l'annerimento sia limitato a quei
cristalli in cui si è formata l'immagine latente (la cui
presenza rende, appunto, più rapida la riduzione).
- Arresto: una soluzione acida arresta l'azione del bagno
rivelatore.
- Fissaggio: solubilizza l' AgBr residuo, rendendo per-
tanto impossibili ulteriori annerimenti della pellicola.
- Lavaggio: elimina i residui deì precedenti bagni e
rende stabile l'immagine radiografica.
- Essiccamento: rende asciutta e maneggevole la pelli-
cola radiografica.
sario per introdurre in esse la pellicola. O addirittura con La radiografia presenta a tutt'oggi un 'importanza
apparecchiature «a luce diurna» in grado di estrarre la pel- del tutto fondamentale in radiologia. I sistemi
licola dalla cassetta radiografica, immetterla in trattamen- grafici sono semplici e poco costosi. Le immagini di
to, ricaricare la cassetta e restituirla all'operatore: tutto oggetti a contrasto elevato sono molto definite. Il difet-
questo ciclo è completato in meno di 2 minuti e non richie- to principale è costituito dalla cattiva rappresentazione
de alcuna sosta in camera oscura.
di strutture adiacenti a basso contrasto, in particolare i
tessuti molli.
La riproduzione ton al e in radiografia, come più
sopra accennato, è inversa a quella radioscopica (fig. Un considerevole progresso, in proposito, è possi-
bile con il ricorso ai sistemi per 1<radiografia digitale»
II.3B). La pellicola radiografica è intensamente anne-
rita laddove molto fotoni hanno indotto effetti radioli-
(v. paragrafo VI.4). I più diffusi di questi utilizzano in
sostituzione del sistema schermo/pellicola un fosfòro
tici o fotolitici, è quasi trasparente laddove pochi foto-
fotosensibile e sono pienamente compatibili con le
ni sono giunti. Quindi l'osso sarà riprodotto in bianco
apparecchiature radiografiche convenzionali. La rive-
o grigio chiaro (in radioscopia: in nero o grigio scu-
lazione dell'immagine latente elettronica ha luogo a
ro), i tessuti molli e parenchimatosi in grigio medio, i
opera di un sofisticato lettore a fascio laser. l: immagi-
gas in grigio scuro o nero (in radioscopia: in grigio
ne è ricostruita e elaborata con l'aiuto del computer.
chiaro o bianco).
In linea generale, se l'immagine radiografica è tec-
nicamente corretta (giusta energia fotonica, giusta
esposizione, giusto sviluppo), si potranno distinguere,
4. Fattori che influenzano la qualità del-
osservando l'immagine su adeguato visore a luce dif- l'immagine radiologica
fusa uniforme (il cosiddetto «diafanoscopio»), 5 gra-
dini di tonalità: Alcuni fattori fisici «controllabili» influenzano in
maniera critica la qualità dell'immagine radiologica.
tonalità aerea = nero La dimensione della macchia focale del tubo da
tonalità adiposa =grigio scuro raggi X si ripercuote sulla definizione di ciasctm punto
tonalità parenchimatosa =grigio medio dell'oggetto attraverso l'induzione di un «effetto penom-
tonalità ossea =grigio chiaro bnl)) (fig. 11.5).
tonalità metallica =bianco.
La macchia focale è la superficie dell'anticatodo' sulla
Sarà -opportuno che lo studente si eserciti sulle quale sono diretti gli elettroni emessi dalla spiralina. Gli
anticatodi moderni sono dei dischi disposti eccentricamen-
immagini propostegli nei diversi capitoli di questo
te che ruotano ad alta velocità in modo da offrire sempre un
libro (nelle quali, purtroppo, la riproduzione fotolito- punto diverso della loro superficie come bersaglio: ciò
grafica modifica alquanto la scala dei grigi). È evi- consente un migliore smaltimento del calore prodotto dalle
dente come questi 5 gradini siano sufficienti per il ·collisioni degli elettroni e di conseguenza rende possibile
riconoscimento di molte strutture anatomiche. usare macchie focali geometricamente più picc0le senza
significativo rischio di craterizzazione. Le macchie focali
Si definisce «potere risolutivo» la capacità di un deter- usuali hanno dimensioni di 0,6 x 0,6 mm; le più grosse di
minato sistema di tradurre in informazioni distinte punti o 2 x 2 mm; le più piccole, essenziali nei casi nei quali occor-
lince progressivamente ravvicinati. Il potere risolutivo è ra una elevatà definizione, 0,3 x 0,3 mm, o addirittura O, l
evidentemente tanto maggiore quanto maggiore è il nume- xO,l mm.
ro di punti o linee separabili per unità di lunghezza.
In linea generale, quanto maggiore è la differenza di L' aunuùt.io della distanza focale contribuisce si-
assorbimento fotonico tra strutture adiacenti (il cosiddetto multaneamente a ridurre l'ingrandimento proiettivo e
\\contrasto radiologicm>}, tanto minori sono le dimensioni lo stesso effetto penombra con conseguente migliora-
necessarie a che esse vengano «risolte». Se il contrasto è
mento della definizione (fig .. II.6).
almeno del 5%, le dimensioni più piccole risolvibili sono
all'incirca della stessa dimensione della macchia focale del Un tempo di esposizione breve consente di ridur-
tubo radiogeno. re la «sfumatura cinetica>> di strutture assoggettate a
Si può ottenere una «risoluzione di contrasto» (ma non movimenti spontanei o trasmessi.
spaziale!} molto maggiore ricorrendo, come vedremo, alla La diaframmatura del fascio incidente consente
tomografia computerizzata. di limitare la radiazione fotonica diffusa proveniente.
44 Capitolo l!
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•
[Q] RX lRAS.\lliSSA
Fig. 11.5. Importanza delle dimensioni della macchia focale ai fini Fig. II.7. La griglia antidiffusione. Mentre la radiazione emergente
della definizione dci margini dell'oggetto radiografato («effetto con direzione parallela agli spazi interlamellari è pienamente trasmes-
penombra»). In A macchia focale puntiforme: i margini dell'og- sa, la radiazione diffusa obliquamente è assorbita dalle lamelle della
getto sono netti, come «tracciati con il compasso». In B macchia griglia c non raggiunge pertanto il detettorc. I.: altezza delle lamelle (1),
focale grossa: i margini dell'oggetto sono sfumati sul il loro spessore (2) e la distanza intcrlamellarc (3) influenzano il ren-
esterno per effetto penombra dimento della griglia.
Ilig. II.S. I tre piani fondamentali di riferimento. Nella rappresentazione di sintesi (dalla quale è
possibile svincolarsi con il ricorso alla tomografia!) si
generano fenomeni di sommazione e di sottrazione di
zione nel suo percorso (fig. 11.9). Per consentire l 'a-
nalisi tridimensionale di una qualsiasi struttura, nor- immagine tra strutture poste in piani diversi. Secondo
le leggi dell'ottica geometrica, inoltre, strutture ana-
male o patologica, è necessario ricorrere a più proie-
tomiche aventi conformazione definita possono esse-
zioni.
re assoggettate a deformazione protettiva. Questa è
Ogni proiezione radiologica è il risultato di rap-
nulla solo allorquando l'incidenza del fascio è rigoro-
porti definiti tra il fascio di radiazione e i piani cor-
samente perpendicolare (incidenza normale); aumen-
porei. Questi rapporti si definiscono incidenza.
ta tanto più quanto più essa è obliqua o comunque
!:incidenza può essere:
inclinata (fig. 11.1 O)
- sagittale, nel qual caso ne risulterà una proiezione L'angolazione del fascio di raggi X può essere
per piani frontali; programmata di volta in volta in modo tale da con-
- latero-laterale, nel qual caso ne risulterà una sentire la migliore dissociazione proiettiva delle strut-
proiezione per piani sagittaU; ture anatomiche. Nella pratica, tuttavia, si ricorre a
assiale, nel qual caso ne risulterà una proiezione proiezioni rigorosamente codificate in modo da sem-
per piani trasversali. plificare il riconoscimento delle componenti dell'im-
Classico è l'esempio del nodulo polmonare soìtocla- lizza questo principio mediante il movimento
veare non visibile nel radiogramma toracico perché nato del tuho iadiogeno e della cassetta radiografica
nascosto dalla clavicola. Grande pregio della tomo- con la finalità di cancellare le ombre provenienti dai
grafia è quello di consentil-e la formazione di lin' im- piani che non interessano.
magine analitica rappresentativa pressoché esclusi-
vamente delle strutture presenti in strati preseleziona- Come avviene tutto ciò? Si osservi attentamente
ti (fig. Il.I4). to illustrato in fig. !1.15.
Mentre il fascio di raggi X attraversa la regione corpo-
Nel primo capitolo del suo <<Trattato di Stratigrafia» (il rea in studio, il tubo radiogeno (1) e la cassetta (2) sono
termine <<stratigrafim;., il più appropriato, fu sostituito con il assoggettati a un movimento continuo, simultaneo ma
tennine <<tomografm» dal!a commissione intemazionale pre- trapposto, ((Vincolato» (3), facente perno su un asse (4)
posta alla codificazione delle tecniche per ottenere la radio- posizionato preliminarmente alla profondità dello strato
grafia di strati isolati del corpo) Alessandro Vallebona fa un corporeo del quale si intende ottenere l'immagine
utilissimo esempio: fica (5). Questo tipo di movimento è detto lineare (o, come
più propriamente si dice con riferimento alla direzione della
«... Se noi immaginiamo di avere un libro stampato su sfumatura delle ombre, unidirezionalc).
carta trasparente e se osserviamo questo libro chiuso Ma come ha luogo la «focalizzazione» dell'immagine
per trasparenza di fronte ad una sorgente luminosa, sullo strato corporeo prescclto? Due quesiti chiariranno la
l'immagine che risulterà dalla sovrapposizione di tutti situazione che si genera:
i caratteri di stampa costituirà un'ombra molto l. come sono disposti, nei vari momenti del movimento
sa, nella quale non potranno in nessun modo essere continuato, i punti di proiezione sulla cassetta di
riconosciuti i caratteri della stampa. Queste condizioni re situate nello strato in cui è posto l'asse di rotazione
di osservazione rappresentano quelle della indàgine del sistema tubo-cassetta?
R6ntgen abituale. Se osserveremo isolatamente un solo 2. cosa avviene per strutture situate al di fuori di tale strato?
strato, una sola pagina del libro, potremo conoscere
agevolmente i diversi caratteri e leggervi il contenuto. La risposta corretta è (fig. II.16): in virtù del
Queste sono le condizioni della stratigrafia, che to vincolato, solo le strutture contenute nello «strato di
ca ed ottiene la ossefvazione isolata dei singoli strati, osservazione» o <(strato fisso>> si proiettano in punti sempre
evitando la sovrapposizione delle amOre provenienti uguali della pellicola e restano conseguentemente bene
dagli altri territori». impresse sul tomogramma; quelle contenute negli strati
sopra- o sottostanti, viceversa, si proiettano in punti sempre
Una comprensione intuitiva del principio della diversi della pellicola radiografica, e quindi la loro immagic
tomografia può derivare dalla semplice ne, sfumandosi, si cancella (e ciò è tanto più vero quanto più
ne che ciò che si muove durante l 'assunzione di un distanti esse sono dallo strato fisso). La profondità dello stra-
radiogramma tende a perdere nitidezza di contorni, a to di osservazione può essere variata spostando l'asse del
movimento vincolato del sistema tubo/cassetta.
sfumarsi, a cancellarsi. La tecnica tomografica
.
Regola generale. Quanto maggiore è l'angolo di corsa
---------- 2
[[]]§
del sistema tubo/cassetta, tanto più sottile sarà lo strato ripro-
tv' ts, dotto nitidamente. A titolo orientativo, per gli angoli più
usati, da 40° a zoo, lo spessore dello strato di osservazione
l l
CSJ[2J
IM ... IMIIIACUNE
SINTETICA ANALITICA
1+2+3 1+2 l
Fig. ll.I8. Tumore perifetico del polmone. Esame standard (A); tomografia per piani frontali (B) e sagittali (C). Il complemento tomografico consen-
te, nel caso in considerazione, importanti precisazioni morfologicostmtturali sulla lesione rotondeggiante solitaria osservata: in particolru-e, la nettezza
dei contorni (peraltro alquanto irregolari) c l'assenza di calcifìcazioni nel suo contesto (nonostante quanto mostrato dall'esame standard)
ovviare con opportuni accessori che consentono l' ac- Saint-Vmcent per la Medicina nel 1957. Il Premio Nobel
quisizione simultanea di immagini di più strati con gli fu negato per l'esistenza di un brevetto antecedente di l
una sola esposizione al fascio di raggi X e una sola anno, a Lui sconosciuto e mai oggetto di realizzazione pra-
corsa del sistema tubo-cassetta (tompgrafia multipla tica l Le date fondamentali sono: 1930 (prima comunica-
simultanea). zione sulla tomografia e sua realizzazione); 1947 (ideazio-
ne del procedimento e realizzazione dell'apparecchiatura
per acquisire strati trasversali del corpo umano).
La tomo grafia assiale trasversa è la tecnica che con-
sente di acquisire immagini tomografiche di strati trasver-
sali, completando quindi geometricameJ;J.te il campo d'a- L'impatto della tomografia sulla «Capacità di
zione della tomografia (fig. 11.19). vedere dentro il corpo umano» è stato enorme fin
In essa le strutture più lontane dallo strato di osserva- dagli esordi. Alcune patologie, come ad esempio la
zione vengono di fatto escluse dalla proiezione del fascio tubercolosi polmonare, apparvero solo allora nella
fotonico. Il tubo radiogeno è inclinato di pochi gradi rispet- loro reale entità anatomopatologica nel vivente: la
to al piano dello strato f1sso c della pellicola, entrambi tomografia «Cavernizzava» lesioni polmonari che
disposti orizzontalmente. Il paziente, seduto su apposita sembravano solide all'esame radiografico standard.
sedia, ruota di 360° in direzione opposta alla cassetta radio-
Modernamente, tu tomograjiu computeri:rzata sosti-
grafica.
Il fattore fortemente limitante è la bassa risoluzione di tuisce quella convenzionale in quasi tutte le situa-
contrasto che non consente di differenziare tra di loro che zioni cliniche minimizzandone il ruolo.
poche delle strutture realmente presenti. Vedremo in segui-
to come la tomografia computerizzata abbia risolto tecni-
camente il problema del!' espansione della scala dei grigi e 9. Tecniche radiologiche complementari
della flessibilità di elaborazione dell'immagine base. Al
momento attuale la tomografm assiale trasversa è tecnica Consentono di espandere il ruolo della radioscopia
obsoleta.
e della radiografia conferendo alle immagini caratteri-
In questa sede v'è poco spazio,per cenni storici. Ma
non tanto poco da impedire di sottolineare che la scoperta stiche tecniche spesso di grande importanza. Le loro
e gran parte degli sviluppi della tomografia· convenzionale finalità sono descritte sinteticamente in tab. ILI.
sono cosa tutta italiana, genovese, e impegnano in prima Della xeroradiografia e della tomografia conven-
persona un nome illustre: ALESSANDRO VALLEBONA, Premio zionale si è già detto nei paragrafi II.? e 11.8. La tomo-
Le immagini radiologiche 51
orafia computerizzata e le tecniche radiologiche digi- magine, e trova importanti indicazioni di uso nello
t'ali verranno trattate in forma a sé, per la loro impor- ·studio delle strutture ossee primarie, dei reperti
tanza, nei capitoli V e VI. Alcune delle rimanenti tec- rnamrnografici meritevoli di esame analitico, del-
niche complementari, di importanza solo apparente- l'interstizio polrnonare.
mente minore, ricorrono con frequenza nell'uso quoti- Radiografia mirata: consente al radiologo di pas-
diano e meritano un breve cenno specifico. sare rapidamente (in 1-2 secondi) dall'osservazio"
ne radioscopica di un organo alla documentazione
Teleradiografia: riduce l'ingrandimento proietti- radiografica «mirata» del reperto osservato (fig.
ve conseguente all'apertura «a cono» del fascio di 11.20A).
raggi X attraverso l'aumento della distanza focale La cassetta radiografica è contenuta in un supporto a
(fino a 2-3m) e l'utilizzazione della parte centrale slitta il quale si porta automaticamente, per semplice
del fascio di raggi X nella quale le traiettorie foto- pressione di un. pulsante, dalla posizione esterna al cen-
niche possono considerarsi parallele. È utilizzata tro del campo. E possibile conseguentemente scegliere
soprattutto nell'esame del torace per consentire la proiezione e il momento più idonei per la migliore
una corretta valutazione dimensionale del fascio visualizzazione del reperto.
cardiovascolare (telecardiografia), della colonna
TABELLA Il.l. LE TECNICHE RÒNTGENDJAGNOST!CHE COMPLEMENTARI.
vertebrale per la valutazione delle scoliosi (tele-
spinografia) e del massiccio facciale (radiocefa- A. tecniche che riducono o sfruttano le conseguenze dell'apertu-
lometria). ra ((a cono» del fascio dì raggi X:
Ingrandimento diretto di immagine: consente di per minimizzare l'ingrandimento proiettivo (teleradiogra-
ottenere immagini ingrandite, ad alta risoluzione, fia; radiografia a scansione lineare" v. paragrafo VI.l);
per sfumare l'iriimagine delle strutture corporee lontane .dalla
di strutture normali e patologiche. cassetta radiografica a vantaggio di una rappresentazione più
Il risultato è conseguito attraverso l'allontanamento del netta di quelle a essa vicine {plesioradiografia);
segmento corporeo in$tudio dalla cassetta radiografica. per realizzare un ingrandimento ••diretto;> radiografico
d'immagine.
A seconda delle dimensioni della macchia focale (0,3 x
B. tecniche che realizzano nello st;esso radiogramma condizioni di
0,3 mm, meglio ancora 0,1 x 0,1 mm} possono realiz- contrasto ottimizzate per parti corporee dotate di diversa capacità
zarsi ingrandimenti di 1,5-3 diametri. Le strutture più di assorbimento fotonico {radiografia omogeneizzata).
piccole risolvibili spazialmente hanno dimensioni ugua-
Ji·a quelle della macchia focale. C. tecniche che utilizzano l'osservazione radioscopica per la
radiografica «miratall del reperto in studio
Questo ingrandimento, definito «direttm> per (radiografia mirata).
distinguerlo da quello «indiretto» otticofotografi-
D. tecniche di studio del movimento:
co, consente di vedere meglio e più, nel senso di un assunzione di immagini radiografiche ((mirateJl in sequenza
effettivo incremento dei dettagli presenti nell'im- temporale ravvicinata (seriografia radioscopica) o di imma"
gini radiografiche a cadenza programmata (seriografia proM
grammata);
registrazione continua a cadenza elevata (rfintgcncinemato-
grafia; videoregistrazione);
riproduzione dei movimenti delle linee marginali di alcuni
organi, in particolare il cuore (chimografia).
Fig. II.19. Tomografia assiale trasversa (stesso caso della figura pre- H. tecniche digitali (digitalizzazione dell'immagine radiografi-
cedente). ca; radioscopia digitale; radiografia digitale).
Capitolo l!
52
IL CONTRASTO IN RÒNTGENDIAGNOSTICA
1. Contrasto naturale e artificiale stiniche, nel quale l'aria contenuta negli spazi
alveolari contrasta in maniera valida le ramifica-
In r6ntgendiagnostica una situazione naturale di zioni vasali (disegno polmonare) e in condizioni
contrasto tra organi o strutture adiacenti, o nel conte- patologiche il grosso e piccolo interstizio (struttu-
sto di un determinato organo o struttura, può essere re interstiziali);
presente in condizioni nonnali o può essere generata il rene differenziabile dal tessuto adiposo perire-
da situazioni patologiche. Sappiamo che ciò è dovuto naie che ne delimita pertanto i contorni.
a differenze nelZ, nella densità ·elettronica, nello spes-
sore. Ecco alcuni esempi significativi: Definiamo esame diretto ogni indagine radiologi-
ca mirante a studiare un organo, un distretto corporeo,
- l'osso, nettamente differenziabile dalle strutture un apparato, sulla base del solo contrasto naturale in
adiacenti, nel cui contesto è possibile individuare esso esistente. L'esame diretto, in effetti, spesso con-
la compatta, la corticale e la spongiosa; sente di individuare alterazioni della forma, dei rap-
- il polmone, differenziabile dalle strutture media- porti, della struttura interna di organi, come pure la
TABELLA III. l. UrJLI'fÀ DELL'ESAME DJRETTO NELLO STUDIO DEl VARI ORGANI E APPARATI.
l Apparato urinario: forma e grandezza dei reni; presenza di calcoli radiopachi. Per lo studio delle cavità calicopielouretera-
li e della vescica è necessario il ricorso a metodiche contrastografiche.
l
Surreni: calcificazioni. La TC offre ampie possibilità di studio morfologico.
Apparato genitale: calcificazioni o (più raramente) trasparenze patologiche. La re consente la dimostrazione diretta di
quasi tutte le componenti.
l
Encefalo e midollo spinale: calcificazioni o trasparenze patologiche .. Lesioni con interessamento dell'involucro osseo. Campo di stu-
dio elettivo del1a TC, che peraltro si avvale il più delle volte di mezzi di contrasto.
Mammella: del tutto fondamentale.
ll
Tiroide: calcificazioni; dislocazioni della trachea. La re ne consente la dimostrazione diretta.
Ipofisi: importante nella valutazione panoramica della cavità sellare.
Parti molli: può essere utile, soprattutto se effettuato con tecnica «a raggi molli» o digitale.
.,,
Capitolo III
56
Fig. IJT.2. Contrastografie gassose, opache e miste. In A: H MdC gassoso (C02!), introdotto in cavità peritoncale mediante puntura transcuta-
nea, viene forzato a risalire verso lo scavo pelvico a seguito dell'assunzione da parte della paziente del decubito pro no e de !l 'inclinazione del
tavolo radiologico di 45• in senso caudo-cranialc. Il MdC può così circondare l'utero, gli annessi c le ovaie delineandone in maniera precisa i
contami, e simultaneamente occupare anteriormente lo spazio vescicouterino, posteriormente lo spazio rettoutcrino. Frecce= legamenti utero-
sacrali; punte di freccia= cresta pre- e retroutcrina. In B: lo stomaco è opacizzato da una sospensione di solfato di bario che ne zaffa il lume
riproduccndonc il «ealco», a eccezione del fondo nel quale si accumula gas in conseguenza della stazione eretta del paziente. In C: la mucosa
del corpo e dell'antro gastrico è «verniciata>) da una sospensione baritata ad alta adesività; il lume gastrico è disteso da gas liberato a seguito
dell'ingcstionc di polveri effervescenti (cosiddetto «esame a doppio contrastm) o «esame radiologico di superficie))).
2.2. Mezzi di contrasto radiopachi per lo stu- superficie de!la singola particella, opportuni additivi in gra-
dio dell'apparato digerente do di adattarne le proprietà chimicofisiche alle esigenze
radiologiche.
Nella pratica l'unico MdC utilizzato è il BaS04, Gli additivi più importanti sono: il citrato di Na, che
nel quale il Ba, che ha Z "" 56 e costituisce circa il induce la liberazione di acqua adsorbita alla superficie del-
57% in peso della molecola, è il vero catturatore di la particella restituendo la alla fase sospendente (e rende
fotoni X. Il BaS0 4 è praticamente insolubile in acqua: pertanto possibile ottenere sospensioni più concentrate);
colloidi liofobi e liojlli, che rivestono la particella appor-
può essere però portato in sospensione raggiungendo tando alla sua superficie cariche elettronegative che osta-
le concentrazioni necessarie per l'uso radiologi co (dal colano, per repulsione coulombiana, la tendenza delle par-
20% al 250% p/v a seconda del tipo di indagine; dal- ticelle ad aggregarsi; additivi viscosizzanti, come la car-
l"!% al2% inTC). bossimetilcellulosa o la gomma ghatti, capaci di esercitare
un vero e proprio i<effetto collante» incrementando l'ade-
Il BaS04 F.U., purissimo e in particolare assoll!Umente sione del BaS04 alla superficie mucosa; agenti swfattanti,
esente da BaC12, è una polvere cristallina con particelle di ad azione batotona, come alcuni tipi di Tween; antischiuma,
diametro medio di 2,5 f.!ID (ma ampiamente variabili da 1 a come il metilpolisilossano; antibatterici, almeno nelle pre-
lO 11m) costituite da aggregati di migliaia di cristalli rombi- parazioni già pronte in sospensione.
ci elementari tetramolecolari. Le sospensioni, preparate
estemporaneamente, hanno elevata tendenza a sedimentare, Il BaS04 non è assorbito dalle mucose digestive se
a f1occulare spontaneamente (flocculazione chimica) o a non in tracce insignificanti: transita, pertanto, in con-
seguito di interazione con i secreti intestinali (flocculazione dizioni normali, liberamente fino all'espulsione con le
biochimica), scarsa capacità di aderire alle mucose del tubo
feci, quando somministrato per os; viene evacuato con
digerente verniciandolc in strato sottile e regolare.
Modernamente vengono fornite dall'industria prepara- facilità quando è introdotto per clisma. È molto irri-
zioni in polvere o già in sospensione stabilizzata (Prontoba- tante sulla sierosa peritoneale nella quale induce gravi
rio, Barotrast, Mixobar), nelle quali il diametro delle parti- forme peritonitiche fibroplastiche per il controllo
celle oscllla di poco attorno a l flm (cosiddetta iimicroniz- delle quali è di norma necessario un intervento opera-
zazione))) e sono inoltre presenti, liberi o adsorbiti alla torio sollecito e un lavaggio peritoneale completo.
Capitolo 11!
y
[J x di un «ingombro» eccessivo della molecola che rende
impossibile l 'ultrafiltrazione_glomerulare).
I
Nel complesso, le soluzioni più usate hanno concentra-
zioni variabili dal 60 al 75% p/v; lo I costituisce dal 50 al
acido 2,4,6-triiodobenzoico 60% del peso secco. La viscosità è dell'ordine di qualche
cPs a 37°C. L:osmolarità è molto elevata, dell'ordine di
La salificazione del gruppo acido e l 'introduzione 1500-2000 mOsm/Kg, da 5 a 7 volte superiore, quindi, a
di opportuni gruppi chimici in X e Y permettono di quella fisiologica plasmatica.
migliorare la solubilità e la tollerabilità, e di influen-
zare la via di escrezione della molecola: I suddetti MdC possono essere utilizzati per via
venosa (la loro escrezione renale induce rapida opa-
cizzazione dell'urina con produzione di un quadro
coo- (solubilità; viscosità) urografico - v. fig. XXVII.2); per via arteriosa; per
(opacità) I Ò I (opacità)
via orale o per clisma allorquando sussistono, come
(via di.
tollerab1htà; solub!IJtà)
yVx (tollerabilità; solubilità)
1 (opac)tà)
in precedenza segnalato, controindicazioni ali 'uso
del bario (il Gastrografin, prodotto largamente affer-
matosi, è una preparazione dell'acido diatrizoico
opportunamente edulcorata e aromatizzata). Possono
La salificazione del gruppo acido avviene con Na e/o essere introdotti direttamente pressoché ovunque, ad
metilglucamina: esempio: in visceri cavi, nelle vie biliari (per puntura
Il!
]/contrasto rr5ntgendiagnostica 59
diretta transepatica o per cateterismo retrogrado lo. (Xenetix). L'idrosolubilità è dovuta ai numerosi
endoscopico), nelle cavità articolari, negli spazi gruppi idrofili presenti nelle posizioni l, 3 e 5. La che-
Jiquorali, in tragitti fistolosi. La TC ne evidenzia la miotossicità è ridotta rispetto ai MdC ionici.
proprietà di diffondere rapidamente, dopo iniezione L' osmolarità è più che dimezzata per la costituzione di
endovenosa, negli spazi interstiziali, inducendo negli legami intermolecolari che riducono il numero di par-
organi parenchimatosi variazioni di radiopacità bene ticelle osmolarmente attive effettivamente presenti in
,j_ individuabili (il cosiddetto «contrast enhancement>l - soluzione.
v. paragrafo V6).
i-
Il volume di soluzione iniettato in «urografia per infu-
sione» è di 100-130 mi in 7 minuti, equivalente a circa 30
'i-" g totali di L In angiografia convenzionale si iniettano
endoarteria, previo cateterismo, volumi alquanto variabili
(in aortografia, ad esempio, 50-100 ml, pari a 15-30 g di I,
in tempi dell'ordine di 5-10 secondi); in angiografia digi-
tale si iniettano volumi minori di MdC a concentrazione iopamidolo
generalmente più bassa.
I dimeri biionici (rapporto 6:3) non offrono parti-
Difetto fondamentale dei sopracitati MdC ionici è colari vantaggi. Fra i dimeri monoionici (rapporto 6:2)
l'elevata iperosmolarità delle soluzioni d'uso, conse- un certo interesse prospetta, soprattutto ne !l 'uso angio-
guenza del non favorevole rapporto (3:2) tra atomi di grafico, l'acido ioxaglico (Hexabrix). Fra i dimeri non
I e particelle osmolarmente attive, l'anione triiodato e ionici (rappmio 6: 1), i prodotti più moderni, sono
il catione. I.;iperosmolarità induce: scambi)drici trati nell'uso clinico l'iotrolan (Isovist) e
do/fluido e cellula/fluido; turbe emodinamiche; alte- lo (Visipaque). Entrambi consentono di ottenere solu-
razioni delle cellule ematiche; danno endoteliale zioni isoosmolari contenenti I in concentrazione ido-
capillare; permeabilizzazione della barriera ematoen- nea all'uso. Non sono disponibili al momento attuale
cefalica. sali di anioni e cationi triiodati (rapporto 6:2).
Il rapporto tra atomi di I e particelle osmolarmen- Nella pratica sono utilizzati soprattutto i monome-
te attive può essere aumentato: sostituendo la posizio- ri non ionici. Le concentrazioni di I richieste per l'uso
ne l dell'anello benzoico con un gruppo non ionico; urografico possono essere ottenute con soluzioni a
dimerizzando l'anello triiodobenzoico; salificando il osmolarità di circa 600 mOsm/Kg. In angiografia
triiodoanione benzoico con un triiodocatione. digitale è possibile utilizzare soluzioni più diluite,
Fra i MdC non ionici (rapporto l/particelle 3:1) i talora anche isoosmolari.
più collaudati sono l 'iopamidolo (Iopamiro) e I MdC non ionici risultano indispensabili in campo
l'iohexolo (Omnipaque), ma altre sostanze interessan- neuroradiologico data la necessità di inunetterli
ti sono entrate con successo nell'uso clinico, come tamente nello spazio subaracnoidale particolannente
l'iopromide (Ultravist), l'iopentolo (Jmagopaque), l'io- sensibile e reattivo a situazioni di iperosmolarità.
versolo (Optiray), l'iomeprolo (Iomeron) e l'iobitrido- Vengono adoperati con sostanziali vantaggi anche in
iotrolan
Capitolo III
60
campo cardioangiografico. Il costo quasi l O volte taria; elaborazione microsomiale; immissione nei
superiore a quello dei MdC ionici induce a una certa canalicoli biliàri; concentrazione a livello colecistico
limitazione nel loro uso nelle restanti indicazioni. (v. fig. XXII.2).
D'altra parte, la loro maggiore sicurezza, come vedre-
mo più oltre, ne invoca l 'uso esclusivo anche in campo
urografico.
meccanismo diretto e sarebbe in grado, secondo una fasci- TABELLA JILS, TRATTA!v!E?HO DEGLI INCIDENTI DA MEZZI DJ CON-
nosa ipotesi di Lalli (1980), di rendere conto praticamente di TRASTO lODATI.
Non esiste alcun test in grado di prevedere l'in- B. MANIFESTAZIONI GENERALI LIEVI
sorgenza di effetti secondari da MdC lodati, così come calore al volto; nausea e conati di vomito; malessere indefi-
non esiste alcuna sicura prevenzione medicamentosa nito; vellichìo; starnuti; stimolo tossigeno.
Tranquillizzazione del paziente, Respirazione profonda.
(alcuni Aa., peraltro, raccomandano nei soggetti con Sorveglianza evolutiva. Eventualmente: sedativi.
precedenti allergici la presomministrazione ripetuta per
3-4 giorni di antiistaminici e cortisonici), È importan- C MANIFESTAZIONI GENERALI CO>!CLAMATE
te, viceversa, che il radiologo sia molto vigile e attui Uespiratorie: dispnea; broncospasmo; edema laringeo.
una terapia immediata al primo insorgere dei sintomi Idrocortisone a dosi elevate. Assistenza
iniziando con una buona ossigenazione del paziente e respiratoria (02; ventilazione artificiale;
ricorrendo quindi, a seconda dei casi, agli antiistamini- intubazione; tracheostomia); adrenalina o
ci, ai corticosteroidi, alle teofilline e ali' adrenalina in altri simpaticomimetici; broncodilatatori.
caso di reazioni di tipo asmatico e nello shock anafi- Cardiovascolari: pallore; fame d'aria; angoscia; sudorazio-
lattico, e ad altri tipi ancora di terapie adeguate alla nc; ipottfnsione; collasso,
situazione sintomatologicoclinica (tab, Ill5), ldrocortisone a dosi elevate. Espansori
p/asmatici; 02; adrenalina o altri simpa-
Non esiste alcuna controindicazione assoluta ticomimetici.
all'uso dei MdC iodati, Occorrerà in ogni caso che il
Neurologiche: crampi muscolari; convulsioni; perdita di
medico proponente e il radiologo valutino attenta- coscienza.
mente il rapporto beneficio/rischio, soprattutto nei
ldrocortiso11e a dosi elevate, Sedativi;
soggetti con tendenza nota a reazioni allergiche, nei barbiturici; miorilassanti; assistenza
casi di grave insufficienza renale ed epatica, nei gravi respiratoria.
disturbi cardiocircolatori, nei soggetti affetti da para-
proteinemia di WaldenstrOm e mieloma multiplo, Nei N11nne generali da rispettare
pazienti destinati a scintigrafm tiroidea è opportuno l, Anamnesi accurata (episodi allergici?),
attendere almeno due mesi dal momento di effettua- 2. Lasciare l'ago in situ dopo l'iniezione del MdC per
zione dell'indagine contrastografica, consentire l'eventuale somministrazione endovenosa
istantanea di farmaci.
La grande esperienza acquisita in più di un decennio di 3, Disponibilità di ogni presidio terapeutico (farmaci;
uso clinico dei monomeri nonionici e le risultanze di alcu- strumentario) nelle sezioni radiologiche.
ne indagini avviate dalle Unità di Farmacovigilanza che 4. Accordi preliminari per intervento immediato de!l'ane-
alcune ditte del settore hanno ritenuto di rendere operanti a stesista-rianimatore in caso di comparsa di m·anifesta-
partire dail987, inducono ad attente riflessioni sulla vali- zioni generali evolutive,
dità di alcuni orientamenti apparentemente consolidati dei
Farmaci sempre disponibili per l'uso endovenoso (i nomi com-
passato, In particolare: prevedibilità o imprevedibilità degli merciali sono imposti dall'uso consolidato!); Cloruro di
effetti secondari da MdC? In altri termini, la natura di que- Calcio; Fargan; Tefamin; Flebocortid; Valium; Adrenalina;
ste conseguenze imprevedibili inducenti inattese e indesi- Emagel; Soluzione glucosata al 5%; Bicarbonato di Sodio al
derate modifìcazioni della struttura, della funzione e dei 5%; Lasix.
parametri biologici dell'organismo, associate (anche se
non direttamente collegabili} all'uso del MdC, è più anaji- Strumentario sempre disponibile; maschera per somministrazlone
lattoide o idiosincrasica che non chemiotossica? di 02; callllula orofaringea; pallone di Ambu; strumentario per
Questo quesito ne solleva un seç_ondo di grande impor- intubazione; defibrillatore; respiratore o apparecchio da aneste-
tanza: perché allora i MdC nonionici sono circa 6 volte più sia generale,
sicuri di quelli ionici? È solo la minore iperosmolarità delle
soluzioni d'uso che li ha resi utilizzabili con sicurezza nel- che no, se si considera che, nonostante i più recenti mano-
l'intero spazio subaracnoideo? La risposta non può essere meri nonionici abbiano osmolarità maggiore della metri.za-
Il contmsto rOntgendiagnostica 63
midc, il capostipite dell'intera famiglia, sono risultati tanearnente la tossicità generale e la neurotossicità. Valido
significativamente migliori in tutti i parametri considerati. indice di neurotossicità può essere considerato il rapporto
Fattori diversi dall'osmolarità sono, dunque, decisivi per tra DLSO endovenosa e intracerebrale.
ottenere huone proprietà biologiche e cliniche di un MdC. Si riprospetta, a questo punto, pressoché automatica-
Accanto a!l'esperienza dei MdC nonionici, un certo mente il tema della sicurezza e dei margini di sicurezza dei
rilievo assumono le risultanze delle inchieste su alcuni casi MdC. Un MdC ideale dovrebbe essere un farmaco non-far-
di reazioni avverse gravi o letali verificatesi in corso di maco, cioè un farmaco privo di effetti farmacologici. In
miclografia o di epidurografia. Sono stati «in termini più concreti, la sicurezza di un MdC è proporzio-
tempo reale>> casi nei quali la somministrazione illvolonta- nale al suo grado di inerzia biologica, la quale, a sua volta,
ria di un MdC diverso da quello voluto ha indotto dram- è condizionata dalla tossicità intrinseca della molecola in
matici effetti secondari, la cui gravità è risultata ben corre- considerazione e dalle proprietàfisicochimiche della sua
labile ai dati sperimentali di neurotossicità. Dall'analisi soluzione d'uso, quali l'osmolarità e la viscosità. Signifi-
sembra risultare un certo potere predittivo dei dati speri- cativi effetti biologici possono essere indotti, nella realtà
mentali di neurotossicità nei riguardi delle reazioni avver- clinica, anche da alcuni dei costituenti specifici delle for-
mulazioni d'uso: sostanze chelanti, come l'EDTA, neces-
se gravi o letali.
sarie per bloccare ioni pesanti la cui presenza può indurre
liberazione di iodio inorganico; sistemi tampone, come il
Ma nell'uso intravenoso e intraarterioso possono farsi
trometamolo; gli stessi ioni. Tutte queste concrete cause di
considerazioni analoghe? La risposta è positiva, ed è suffi-
tossicità rendono conto della moderna tendenza a un'inter-
ciente in proposito considerare la presenza di organi bersa-
pretazione multi/attoriale degli effetti secondari da MdC
glio particolannente sensibili (ad es.: polmoni, cuore e iodati.
reni), oltre l'operatività estemporanea di numerose situazio-
ni nelle quali la permeabilizzazione transitoria della BEE e Il margine di sicurezza differenziale tra monomeri
della BEL può indurre penetrazione più o meno significati- nonionici e monomeri ionici dà ampia ragione del
va di MdC nel tessuto nervoso. In particolare: febbre e pro- cosiddetto «paradosso australiano» prospettato da
cessi infettivi, traumi cranici, vasculopatie cerebrali, condi-
Palmer nel 1988: l'incidenza di effetti secondari gravi
zioni edemigene encefaliche, dismetabolismo delle cellule
nei soggetti a basso rischio sottoposti a indagine con
endoteliali, uso di droghe o abuso di alcool, alcuni media-
tori chimici quali l'AMP-ciclico, la 5-0H triptamina, la MdC ionico è risultata significativamente superiore
noradrenalina e l'istamina, sostanze iperosmolari o ipervi- all'incidenza nei soggetti ad alto rischio sottoposti a
scose. Significative, a quest'ultimo proposito, le molteplici indagine con MdC nonionici. Si configura su tale base
situazioni nelle quali, in TC e in angiografia, si susseguono la considerazione che è meno rischioso l'alto rischio
a breve distanza di tempo iniezioni ripetute di soluzioni ipe- con MdC nonionico che non il basso Iischio con MdC
rosmolarì e iperviscose di MdC. Quindi, per valutare cor- ionico. E conseguentemente, il principale fattore di
rettamente un MdC iodato è necessario considerarne sirnul- rischio è il tipo di MdC prescelto!
CAPITOLO IV
corrispondente a quella di partenza quanto più piccola è la in particolare, la sottrazione dei valori di luminosità
superficie dei quadratini (e quindi quanto maggiore il loro dopo e prima dell'opacizzazione artificiale dell'albero
numero) e quanto più «analogica» la rappresentazione dei vasale consente di ottenere immagini «isolate» delle
valori di densità ottica (fig. IV.2).
arterie e delle vene (v. fig. VILS).
Vedremo nel capitolo VI con quali tecniche è pos-
sibile acquisire primitivamente immagini radioscopi-
che e radiografiche digitali. 2. I parametri delle immagini digitali
Un'immagine digitale non può essere t:rasfonnata in
un'immagine analogica a maggior risoluzione dei dati di Le immagini digitali di interesse radiologico sono
partenza: non è infatti possibile aggiungere l'informazio- rappresentazioni «visive» della distribuzione spaziale di
ne mancante spaziale e di dinamica della variabile rap- una definita proprietà tessutale misurata in volumi cor-
presentata! porei unitari predefiniti dall'operatore, i voxel. Sono
Pregio importante dell'immagine digitale è la «Sintetiche», o di sommazione, se l'altezza del voxel
notevole flessibilità che la rende passibile di moltepli- coincide con uno dei diametri corporei, analitiche se è
ci elaborazioni. Un esempio molto importante, in pro- di pochi millimetri sì da coincidere con lo spessore di
posito, è quello dell'angiografia digitale (v. paragrafo uno strato corporeo (fig. IVJ).
VII.2). rimmagine radioscopica analogica dell'inten- L'acquisizione e la ricostruzione di un'immagine
sificatore di luminosità è digitalizzata punto a punto sì digitale richiedono una serie di atti sequenziali nei quali
da poter compiere sui valori numerici, con l'aiuto del il computer gioca un ruolo del tutto fondamentale (tab.
computer, una serie di elaborazioni «in tempo reale»: !VI).
analogiche e digitali 67
1111 t t
Fig. J)'A, Il campo di vista. A sinistra la sola mano è ((VÌstm> dal dispo-
sitivo di rilevazione: l'intera matrìce è conseguentemente utilizzata per
la sua rappresentazione nell'immagine. A destra, la {(ViSta)) estesa a
tutto l'avambraccio riduce il numero di pixel disponibili per la rappre-
sentazione della mano diminuendone conseguentemente il dettaglio
(risoluzione spaziale)
fisico di memorizzazione (disco magnetico, disco ottico, dell'immagine sono 65.536 (matrice 2562), saranno neces-
nastro ottico, etc.) le coordinate spaziali e il valore assunto sari 131.072 byte, cioè 128 KB (l KB è uguale a 1024
dalla variabile oggetto di misura. Queste codifiche richie- byte1), per rappresentare l'intera immagine. Se il supporto
dono un certo numero di bit. I computer, come è noto, soli- di memorizzazione dispone di 2 GB, esso potrà memoriz-
tamente gestiscono i bit in gruppi di 8, detti byte. zare 16.384 immagini di questo tipo (a prescindere dal
ricorso a tecniche <<di compressione))). Nella pratica il
Si definisce profondità del pixel il numero di bit numero reale è minore perché una parte dei record è uti-
utilizzati per rappresentare i possibili valori della lizzata per informazioni sulla ubicazione dei dati. La tec-
variabile oggetto di misura. In radiologia digitale, per nologia delle memorie di massa è a tutt'oggi in evoluzione
lo più, la variabile può assumere 1024, cioè 210 , diver- ed è verosimile che il numero di immagini memorizzabili
si valori (quindi 1024 diverse gradazioni di grigio). in un'unica entità fisica sia destinato ad aumentaJ'e in futu-
La profondità del pixel è quindi di l Obit. ro.
È molto istruttivo un semplice calcolo. Nei supporti Nei capitoli V, VI e VII considereremo specifica-
fisici di memorizzazione dei dati ogni pixel è rappresenta- mente le più importanti tecniche di formazione di
to da un record informatico costituito da 2 byte. Se i pixel immagini radiologiche digitali.
o IV CAPITOLO V
No bel per la Medicina nel 1979. Il primo prototipo clinico ' ' ' ' ' '
di tomografo computerizzato, limitato nelle possibilità di
studio alle strutture della testa, fu installato all'Atkinson
Morley Hospital di Londra nell971. Nel1974 fu realizza-
ta la prima apparecchiatura in grado di formare immagini
del torace e dell'addome. Modernamente non v'è più alcu-
na distinzione tra apparecchiature craniche e corporee,
essendo queste ultime in grado di formare immagini di ele-
Fig. V.l. I: algoritmo della rctroproiczionc. La sezione corporea in
vata risoluzione spaziale e di contrasto di qualunque seg-
studio è immaginata suddivisa in 4 voxel, per ciascuno dci quali si
mento corporeo. intende determinare, da misure «globali» esterne, la componen'te
«singola» di attenuazione del fascio di raggi X. Le frecce indicano le
successive <<direzioni di osservazione)) della sezione da parte del
fascio; i numeri «esterni)) i valori-somma di attenuazione ottenuti in
l. Uimmagine tomografica computeriz- ciascuna «proiezione)). La matrice numerica finale, ottenuta som·
zata mando di volta in volta in casella il valore globale relativo,
è poi semplificata sottraendo dai valori finali il valore più basso (il
che equivale a cancellare il fondo!) c dividendo quindi per 3 (cioè per
In TC l'immagine è «costruita» con un procedi- il numero di passaggi meno 1).
Capitolo V
70
fascio di raggi X «a pennello)) e da un rivelatore contrappo- Sarà utile un semplice esempio di calcolo. Se a un
sto, esplora lo strato in direzione orizzontale misurando l'at- determinato voxel è assegnato il valore di 20 UH, ciò signi-
tenuazione apportata «globalmente>l dai due voxel della fica che il suo )l è di 20 permillesimi (cioè del2%) supe-
prima riga e, dopo opportuno movimento di traslazione, dai riore a quello dell'acqua. Se a uu altro voxel è assegnato il
due voxel della seconda riga. Successivamente l'apparato valore di 15 UH, ciò significa che il suo è de Il' l ,5%
ruota sì da poter esplorare una seconda volta la sezione in inferiore a quello dell'acqua. È facile verificare che se il).!
direzione obliqua dall'alto in basso e da sinistra a destra, di un certo tessuto è due volte maggiore di quello dell'ac-
ottenendo, dopo le traslazioni necessarie per coprire intera- qua, a esso corrisponderà un Yau uguale a l 000 UH; e
mente questa nuova «vista>) dello strato, tre nuovi valori dì ancora, se il !l di un certo tessuto è O(è il caso dell'aria!),
attenuazione. In maniera analoga le esplorazioni proseguo- il suo Yan sarà uguale a UH. Infine, il Vatt dell'acqua
no in direzione verticale e infine in direzione obliqua dal- è uguale a O.
l'alto in basso e da destra a sinistra. I; algoritmo utilizzato
per la ricostruzione dell'immagine, molto semplice ma I valori di attenuazione minimi e massimi di alcu-
efficiente, è detto back-projection e consiste nel «retro- ne strutture corporee sono riportati in fig. VJ. Si con-
proiettare» nella matrice che si intende ricostruire i valori
sideri che, mentre in ròntgendiagnostica convenzio-
ottenuti sommandoli ogni volta nelle caselle relative. La
matrice ottenuta dopo le opportune semplificazioni espri- nale per «risolvere'' due strutture adiacenti di idonee
me le componenti di attenuazione dovute a ciascun voxel e, dimensioni è necessario che l'assorbimento differen-
come è facile verificare, rende perfettamente conto dei ziale di raggi X sia di almeno il 5%, in TC è suffi-
risultati di ciascuna misura. ciente lo 0,5%, sì che poche UH di differenza, come
Il procedimento descritto, caratterizzato dal duplice è il caso della sostanza grigia e bianca cerebrali, pos-
movimento di traslazione e rotazione, costituisce il principio sono essere sufficienti per la loro risoluzione di con-
di funzionamento dei tomografi computerizzati di l' genera- trasto. In altri termini, la TC è una tecnica ròntgen-
zione (fig. V.2; v. anche fig. V.4A). A ogni passo della trasla- diagnostica intrinsecamente dotata, in raffronto alle
zione l'intensità del fascio di raggi X trasmesso viene misu- tecniche convenzionali, di una elevata risoluzione di
rata dal rivelatore; il segnale elettrico è digitalizzato e i valo-
contrasto.
ri numerici sono trasferiti al computer per la memorizzazio-
ne e l'elaborazione. L'immagine tomografica computerizzata è visua-
L'insieme delle misure ottenute una volta completato il !izzata su monitor TV assegnando al singolo pixel una
moto di traslazione costituisce una vera e propria vista
_,_'
A
o proiezione dello strato attraversato. Il procedimento è
ripetuto con successive angolazioni del sistema di grado in
grado su un arco di almeno 180° sì da acquisire un nume- ''
ro consistente di viste della sezione corporea. L'algoritmo
di retroproiezione consente, come descritto nell'esempio
fittizio più sopra riportato, di ricostruire l'intera matrice
d'immagine.
m
tarli senza l'aiuto del computer.
La grandezza determinata con il suddetto procedi-
mento, il coefficiente lineare di attenuazione p, non è
utilizzata come tale, preferendosi esprimere
zione in termini relativi a una sostanza prescelta come
riferimento, l'acqua. La grandezza che ne risulta è Fig. V.2. Procedimento traslazione-rotazione utilizzato dai tomogra-
fi computerizzati di l'generazione. L'oggetto in studio è immagina-
detta valore di attenuazione ed è espressa in Unità to costituito da una sfera grande radiopaca contenente nel suo conte-
Hounsfield, UH: sto una sfera piccola centrale radiotrasparente. In A: acquisizione di
una singola vista (v) al termine del moto traslatorio del tubo radio·
geno e sua proiezione nella matrice d'immagine (m). In B: acquisi-
Valt = llt - Ilacqua ·1000 zione di ulteriori viste previa rotazione del tubo radiogeno e loro
Jlacqua proiezione nella matrice d'immagine.
La tomogmfia computerizzata 71
tonalità di grigio proporzionale al Vatt del voxel corri- pesanti), awnenta sensibilmente la frazione di raggi X
',_i-" spondente (v. fig. IVJ). Se, nella fattispecie, a Vatt =O rimossi per effetto fotoelettrico e per diffusione coerente.
Su tale base è comprensibile come !'osso e le calcijicaziow
UH è fatto corrispondere il grigio medio, a Yatt""' + ni abbiano valori di attenuazione ben più elevati di quanto
il
Yo 1000 il bianco assoluto, a Yan =- 1000 UH il nero atteso sulla base della loro densità elettronica.
assoluto, si potrà rappresentare sul monitor TV tutta
,_ la scala di unità 1-Iounsfield con 2001 diverse tonalità
di grigio. Nella pratica, come vedremo nel paragrafo 2. Il tomografo computerizzato
), VA è necessario limitare la gamma di UH simulta-
nedmente rappresentate nell'immagine per non Il tomografo computerizzato è una apparecchiatu-
«appiattire» il suo contrasto oltre i limiti di «leggibi- ra molto sofisticata nelle sue componenti fondamen-
iità». tali (tab. V l) e nei programmi di controllo ed elabow
1-
Poiché l'attenuazione del fascio di raggi X dipen- razione dei quali dispone.
de in forma direttamente proporzionale dalla densità Si sono succedute nel tempo alcune generazioni di
elettronica dei tessuti presenti nel voxel, il «valore di tomografi computerizzati capaci di prestazioni via via
e attenuazione» è detto anche «valore densitometricm>. migliori in termini di rapidità di scansione (progres-
I.;immagine TC è, in ultima analisi, una immagine sivamente ridotta da alcuni minuti a 18 secondi e infi-
monoparametrica rappresentativa della distribuzione ne a 1-2 secondi) e potere risolutivo dell'immagine.
spaziale degli elettroni nello strato corporeo in osser-
vazione. Jn essa un voxel con valore più elevato di TABELLA V. 1. LE COMPO>JENTl FONDAMENTALI DI UN TOMOGRAFO
densità elettronica verrà sempre rappresentato, nel COMPUTERIZZATO.
pixel che gli corrisponde, con una gradazione di gri- ta,•olo portapaziente: è motorizzato e consente spostamenti
gio più chiara di quella di un voxel con valore meno automatici precisi
elevato: il rapporto tra densità elettronica, valore tunnel di scansione: contiene il tubo radiogeno, il collimato-
densitometrico e gradazione di grigio del! 'immagine re del fascio, i detettori e nelle apparecchiature più moderne
è quindi unidirezionale. Entrambe queste proprietà anche il generatore
elettronica di acquisizione dei dati
differenziano nettamente, come vedremo, la re dalla computer: dotato di una componente specializzata per l'ese-
tomografia a RM (v. paragrafo Xl.l). Cuzione rapida dei calcoli e utilizzato in modo che acquisi-
zione dei dati e ricostruzione possano procedere simultanea-
La formulazione precedente richiede, tuttavia, tma con- mente
siderazione additiva. Allorquando in un voxel sono presen- consolle di comando e eventuale consolle satellite: sono
ti elemenli a numero atomico elevato (Ca, Ba, I, metalli dotate di monitor TV per la visualizzazione dell'immagine e
di ampie possibilità di elaborazione
stampante laser per la fotografia delle immagini
11nità a disco ottico per l'archiviazione permanente delle
immagini.
Capitolo Il
72
Fig. VA. Le 4 generazioni di tomografi computerizzati. In A c A l è rappresentato il duplice sequenzialc movimento di traslazione e rotazione
del sistema tubo-detcttori comune ai tomografi computerizzati di l'e 2' generazione. Questo duplice movimento, che rende molto lungo il
tem!XJ di scansione, è reso necessario dalla piccola sezione, «a pennellol>. del fascio di raggi X e dal basso numero di detettori. Il tempo di
scansionc, dell'ordine di alcuni minuti nei tomografi di l'generazione, si riduce a poche decine di secondi in quelli di 2" generazione grazie
all'uso di un fascio più largo e di un maggior numero di detetlori (20-30). Nei tomografi di 3' generazione (Be BI), i più diffusi, l'ampia aper-
tura del fascio, «a ventaglio)), sì da coprire l'intera sezione corporea, e la presenza di un grande numero di detettori (500 e più) che ruotano
solidalmente al tubo, eliminano la necessità del movimento di traslazionc rendendo dell'ordine di pochi secondi il tempo totale di scansionc.
Nei tomografi di 4" generazione, peraltro poco diffusi, il tubo ruota all'interno di una corona circolare di detcl!ori fissi.
strato è di 0,5-1 mm. La ricostruzione dell'immagine ha naie del paziente (fig. V5), dando luogo a una geometria di
luogo «in tempo reale». È possibile acquisire con cadenze scansione <<spiroidea», la quale necessita di un complesso al-
rapide immagini sequenziali fino a circa 15 al minuto. goritmo di interpolazione per la ricostruzione, ma consente
Sono disponibili programmi di elaborazione dell'immagine di ottenere informazioni da un intero volume corporeo in un
più o meno sofisticati. singolo ciclo (acquisizione volumetrica). I tomografi spirai-
Nei tomografi a rotazione continua il sistema tubo/cle- dei più diffusi compiono un'interarotazione in 0,7-1 se con-
tettori è collocato, insieme al generatore, su un anello rotan- sentono l'acquisizione per 50-60s con ii letto portapaziente
te all'interno del tunnel di scansione; la sostituzione degli in- in scorrimento a opportuna velocità, sì da permettere la scan-
gombranti e vincolanti cavi di alimentazione con dei «con- sione in unica apnea di torace e addome. Nelle forme più evo-
tatti striscianti» rende possibile la rotazione continua unidi- lute, capaci di compiere un 'intera rotazione in 0,5 s, sono do-
rezionale. Non è più necessario, quindi, acquisire uno strato tati di multiple semicorone di detettori allo stato solido a ele-
per volta (onde consentire la successiva rotazione in senso vata effìcienza, e possono quindi acquisire in pochi secondi
inverso dei cavi), ma è possibile acquisire le immagini in mo- i dati relativi a estesi volumi (tomografi multistrato). I de-
do «continuo». Se il tavolo portapaziente è assoggettato a un lettori possono avere tutti la stessa dimensione (matrice fts-
moto longitudinale uniforme di scmTimento, i successivi pia- sa) o dimel1Sioni diverse a seconda della posizione rispetto
ni di scansione descrivono un'elica lungo l 'asse longitudi- alla macchia focale (matrice variabile).
Accanto ai tomografi sofisticati sono disponibili tamo-
gra.fì di tipo compatto, che occupano spazi contenuti, hanno
peso ridotto, non necessitano di condizionamento d'aria e
posseggono gran parte delle funzioni delle apparecchiature
più softsticate. Nei più recenti l'unità di scansione può es-
sere agevolmente spostata mediante trazione manuale, sì da
poterla utilizzare, ad esempio, in tavoli operatori diversi o
addirittura alletto del paziente.
Tomogrqfi ultraveloci sono stati sviluppati per lo studio
del cuore. Queste apparecchiature, che utilizzano più fasci
di raggi X prodotti simultaneamente mediante un «cannone
elettronico» c anticatodi multipli (TC a fascio di elettroni),
consentono l'acquisizionedi immagini simultanee di più stra-
Fig. V.S. La scansione spiroidea. Il sistema tubo-detettori è assogget-
tato a un movimento di rotazione continua unidirczionalc (freccia
ti in· 50-i 00 millesimi di secondo. Sono attualmente in stu-
curva); il tavolo portapaziente, a sua volta, «scorre)) con moto Jongi- dio prototipi che uniscono la tecnologia di acquisizione del-
tudinalc uniforme (freccia). Conseguentemente il tubo descrive un 'e- le apparecchiature ultraveloci con le capacità volumetriche
lica virtuale attorno all'asse longitudinale del paziente. delle apparecchiature spiroidee.
r,,
•lo
---.V i! La 101110gn!fiv computerizzata 73
3. La 5ransione tomografica
L'indagine tomografica computerizzata inizia, di
norma, con l'assunzione preliminare di un'immagi-
ne-guida della regione in studio (fig. V6). Quest'im-
magine digitale- definita topogramma, o scanogram-
ma, 0 scour-vieH', o con altre espressioni equivalenti-
è ottenuta facendo scorrere longitudinalmente nel
tunnel, al di sotto del di raggi X, il tavolo sul
quale giace il paziente. E utilizzato, in pratica, il prin-
cipio dei sistemi digitali a sçansione lineare (v. para-
grafo VL l). Il topogramma è necessario per defmire
one il livello superiore e inferiore della scansione tomo-
o il Fig. V.6. L: immagine-guida o scanogramma. Consente di definire il
l di
grafica e per valutare l'inclinazione da conferire al livello superiore e inferiore della scansionc c di valutare l'inclinazio-
tzie piano di sezione onde adattarlo all'orientamento della ne da conferire al piano di sezione onde adattarlo all'orientamento
lcr- della struttura in studio (nel caso in considerazione i dischi intervcr-
struttura in studio. tebrali L3/L4, L41L5 e L5/Sl).
mo
00.
Si procede quindi alla scansione tomografica
«diretta» o dopo introduzione di MdC c.v. A seconda velocità di scorrimento del tavolo portapaziente e la colli-
del problema diagnostico sussistente e delle apparec- mazione del fascio (definito passo dell'elica o «pitclm); la
dì chiature disponibili, la scansione può aver luogo con spaziatura di ricostruzione delle immagini.
al- diverse modalità:
1te Sulle immagini sono possibili alcune
un - acquisizione e ricostruzione immediata di imma- elaborazioni istantanee. Ad esempio: la determinazio-
oi- gini di singoli strati corporei adiacenti di spessore ne del valore densitometrico in un qualunque punto
m- opportuno; dell'immagine, la quale può consentire una
Jte zazione orientativa di natura (liquida, solida, adiposa,
- acquisizione di strati corporei contigui con rico-
111-
struzione differita delle immagini: rendendo con calcifica) del reperto osservato; la regolazione della
·o-
'o- tale accorgimento più rapida l'acquisizione è pos- finestra, la quale consente di graduare il contrasto
'e- sibile documentare la fase di massima opacizza- dell'immagine (v. paragrafo V4). Per elaborazioni più
dì zionc vascolare da parte del MdC (angio-TC) o sofisticate è conveniente il trasferimento delle imma-
e- acquisire gruppi di 4-5 immagini in singola gini dalla consolle di comando alla consolle satellite,
s- apnea; dotata di più avanzate capacità grafiche. Le immagini
to - acquisizione ripetuta a brevi intervalli di un sin- potranno quindi essere fotografate ed eventualmente
golo strato, utile per valutare la dinamica di diffu- archiviate in forma digitale su disco ottico.
?-
sione del MdC in un parenchima o una lesione;
IO
- acquisizione volumetrica con tecnica spirai dea: in
,., singola apnea si acquisiscono immagini da un 4. La «finestra» e i valori densitometrici
s- volume corporeo di interesse, che vengono poi
Ia ricostruite con opportuna spaziatura. Come sappiamo, i valori densitometrici variano di
o unità in unità da -l 000 (aria) a O(acqua, sostanza di
l )WHmetri di scansione (collimazione del fascio di rag-
gi X, avanzamento del tavolo portapaziente, tempo di scan- riferimento) a +1000 (osso compatto): sono dunque
o sione, mA e kV) sono convenientemente scelti dall'opera- 2001 e tutti potenzialmente traduci bili- in un ipoteti-
;i co dispositivo di visualizzazione tecnologicamente
tore in funzione della regione anatomica in studio e del que-
sito diagnostico. In TC spiroidca, tecnica di scansione mo- perfetto - in gradazioni di grigio proporzionalmente
),
,_ dernamente sempre più esclusiva, l'estensione del volume diversificate dal nero assoluto al bianco assoluto.
di scansione è determinata dal numero di secondi di scan-
sione moltiplicato per la velocità di scorrimento del tavolo In realtà, nelle moderne apparecchiature i valori densi-
portapazicnte; all'interno di questo volume le immagini pos- tometrici assegnabili al pixel sono 21\ cioè 4096, con inter-
sono essere ricostruite in qualunque punto. Conseguente- vallo di variazione compreso tra -1024 e +3071 UH. Ciò si
mente sono presenti due ulteriori variabili: il rapporto tra la è reso necessario al fine di <<risolvere» in maniera ottimale
Capitolo V
74
le piccole differenze di assorbimento fotonico talora sussi- - quanto m?ggiore è l'ampiezza della finestra tanto mi-
stenti fra le strutture presenti. nore è il contrasto d'immagine, e viceversa (fig. V.8). ·W
Se tutti questi valori fossero oggetto di rappresenta-
La regolazione della finestra è un passaggio critico ·1
nell'esecuzione dell'indagine tomografica computeriz- .·
zione estensiva nell'immagine, questa risulterebbe zata poiché ampiezze ottimali della finestra possono
estremamente «appiattitm>, in altri termini povera di consentire l 'identificazione di reperti patologici altri- ·!'
contrasto, e strutture aventi valori densitometrici anche menti destinati a rimanere misconosciuti. ·l
alquanto diversi non verrebbero «risolte» dall'occhio
!l
dell'osservatore il quale ha una capacità di separare
circa 20 diverse gradazioni di grigio. È necessario dun- 5. Le immagini «secondarie» ,
que «aprire una finestra» attraverso la quale osservare
parzialmente le strutture presenti (fig. V7). Operativa- Come comprensibile, le determinazioni di calcolo
mente: definire il valore densitometrico al quale si vuo- e le elaborazioni cui possono essere assoggettate le
le corrisponda sul monitor il grigio medio (centro del- immagini primitive a partire dalle matrici di dati che
la finestra); definire l'intervallo di valori densitome- le rappresentano e in taluni casi addirittura dai dati
trici al di sopra e al di sotto del valore centrale che si grezzi di acquisizione, sono molteplici. Assumono
vuole rappresentare con le gradazioni di grigio dispo- particolare importanza: la ricostrozione dell'immagi-
nibili (ampiezza della finestra). ne secondo piani coronali, sagittali, obliqui o curvi
Nella pratica: (fig. V9); l'ingrandimento d'immagine ad alta risolu-
zione (fig. VIO); la visualizzazione dell'immagine
- tutte le strutture aventi valore densitometrico supe-
riore a quello prescelto come limite superiore della
finestra risulteranno bianche;
- tutte le strutture aventi valore densitometrico inferio-
re a quello prescelto come limite inferiore della fine-
stra risulterano nere;
- le strutture aventi valori densitometrici intermedi
verranno rappresentate con gradazioni crescenti dal
grigio molto chiaro al grigio molto scuro;
UH UH
+1000
11ig. V.7. La «finestra>> di osservazione del! 'immagine. A sinistra, il Fig. V.8. Effetti dell'ampiezza della finestra sul contrasto dell'im-
centro (c) è posizionato sul valore di OUH e l'ampiezza è di 400 UH; magine. Se;zionc trasversale dell'addome passante per il pancreas
a destra, il centro è posizionato sul valore di -350 UH e l'ampiezza è dopo iniezione e. v. di MdC iodato. Il centro della finestra è posizio-
di l 000 UH. Sulla base di quanto illuStrato nel testo, il grigio medio nato sul valore di 100 UH; l'ampiezza è rispettivamente, dall'alto in
corrisponderà rispettivamente alle strutture di densità idrica nel basso, di 2000, 500 e 125 UH. La «ieggibilità» dei dettagli, valida
primo caso, di densità adiposo-aerea nel secondo; il contrasto del- nell'immagine centrale, si riduce oltre il tollerabile nell'immagine
l'immagine sarà evidentemente molto minore nel secondo caso (v. in alto (troppo piatta!) e in quella in basso (eccessivamente contra-
fig. V8). stata!).
>V La tomograjta computerizzata 75
ni-
8).
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' Fig. V.9, Ricostruzioni dell'immagine tomografica se-
condo piani diversi. Sezioni trasversali de!l'addome pas-
santi per l'ilo renale dopo iniezione e. v. di MdC iodato.
10 Dall'alto in basso: ricostruzione coronale, sagittale e obli-
;i- qua secondo i piani indicati sull'immagine primitiva (li-
·vi nea bianca). La qualità dell'immagine ricostruita è sem-
pre significativamente inferiore a quella di immagini pri-
u- mitive acquisite secondo piani corrispondenti (ma l'ac-
" quisizione diretta è possibile solo in alcune regioni cor-
poree privilegiate!).
con doppia finestra (fig. Vll); le ricostnlZioni tridi- sione in doppia energia). Ciò rende possibile calcolare il
mensionali (fig. V.l2). numero atomico medio e la densità elettronica del voxel.
La possibilità di acquisire le immagini mediante Questi dati hanno importanza per la determinazione del con-
scansione spiro idea, in sequenza rapida, a strato sottile tenuto tessutale di Ca e Fe.
e in singola apnea, conferisce elevata qualità non solo
alle ricostruzioni bidimensionali secondo i diversi pia- La TC offre la possibilità di un'elaborazione mira-
ni (ivi compresi piani curvilinei), ma anche alle rico- ta dei piani di trattamento radioterapici. Programmi
struzioni tridimensionali. Particolarmente impressive appositi consentono, in proposito, di analizzare e
sono le immagini angiografiche TC ottenute con sofi- visualizzare la migliore disposizione delle porte d'in-
sticati algoritmi (fig. Vl3) e le ricostruzioni della su- gresso del fascio di radiazione al fine di minimizzare
perficie interna di strutture tubulari (bronchi, segmenti
del tubo digerente, arterie) che simulano vere e proprie
endoscopie (cosiddetta endoscopia virtuale- fig. Vl4).
,,
mento diretto ad alta
risoluzione del pol-
mone sinistro. La ni-
tida rappresentazione Fig, V.ll, Visualizzazione dell'immagine con doppia finestra. TC
l- del disegno vasale mediastino-polmonare. La diversa regolazione della finestra in corri-
polmonare rende pos- spondenza degli spazi aerei polmonari e del mediastino rende possi-
'" . sibile l'individuazio- bile la simultanea rappresentazione, in forma «leggibile», de !le strut-
ne di una metastasi so- ture anatomiche in essi presenti. Ove questo accorgimento non fosse
" litaria di circa 3 mm di stato adottato, gli spazi aerei sarebbero risultati uniformemente neri
diametro (freccia).Tu- (finestra mediastinica!) o viceversa il mediastino uniformemente
.. moreprimitivo: carci- bianco (finestra polmonare!). Si osservi la buona dimostrazione di
noma del rene. alcuni linfonodi mcdiastinici.
76
Capitolo V
la dose assorbita da strutture critiche rispetto a quella La via ?ndovenosa è utilizzata per i MdC iodati
assorbita dal volume tumorale (v. fig. XLV. l). uroangiografici. Le modalità di somministrazione del
MdC (quantità e velocità) si ripercuotono sul risultato
ottenuto (fig. V.l5).
6. I mezzi di contrasto in TC
Il MdC.è in genere somministrato «a bolo» con
Nonostante l'alta risoluzione intrinseca di contra- re auto.matico che permette di predeterminarc volumi (90- .
sto, in TC si fa largo uso di MdC opachi e trasparen-
ti introdotti per via orale, rettale, endovenosa, endo-
vescicale, endoliquorale, e altre ancora nell'ambito di
150 mi di soluzione contenente 300 mgi/ml) c flussi (2-5 .'
lo V La tomografia computerizzata 77
dati presentate se guardasse dall'a!to il arti come se guardasse dal basso, sì che il iato destro
dei piano di sezwne, si che Il lato destro del paziente del paziente risulterà alla sua sinistra.
tato risulterà alla sua destra; le immagini del tronco e degli Nella lettura delle immagini tomografiche com-
puterizzate si considererà successivamente: quale
regione c01porea è rappresentata; se è stato sommi-
:tto- . nistrato o meno MdC, e per che via; le stnltture ana-
:90- tomiche normali di riferimento; la presenza di reper-
'2-5 ' ti patologici.
Il
CU! & La buona rappresentatività anatomica della TC rende
ce-
i convenzione indicare sull'immagine con apposita scritta
l'nso di MdC e la via di somministrazione. La definizione,
nella singola regione corporea, di opportuni livelli di sezio-
ne e di strutture di riferimento discende da considerazioni di
ordine anatomoclinico: riferimenti specifici sono contenuti
nei capitoli di scmeiotica e diagnostica sistematiche.
componenti di diversa densità, il valore medio misura- gnos1," st' che ne/la pratica
' un gran numero l/"l m da. ljji
to sarà sempre artificiosamente diverso da quello atte- gini computerizzate risulta non stret-
so e non rappresentativo del reperto reale. tamente necessarzo.
Ciò è dannoso per almeno tre motivi: 1;
TABELLA V.2. RILIEVI SEMEIOLOGJC! NELLE LESIONI FOCALI.
costo elevato dell'indagine (alto costo di acquisto ;:j
- Lesione focale ipodensa e di gestione dell'apparecchiatura; necessità di t
(maggiore contenuto d'acqua, contenuto adiposo, necrosi personale medico e tecnico «dedicato»; largo uso i!
colliquativa, etc.). di MdC; numero limitato di indagini effettuabili \\
La lesione è direttamente visibile (fig. V.l6A).
in una giornata lavorativa); J!
Lesione focale iperdensa
·(minore contenuto d'acqua, calcificazioni, etc.). l'insostituibilità della TC per certi quesiti clinici e \'i
La lesione è direttamente visibile (fig. V.16B). per certe procedure interventistiche rende inac- :11,
- Lesione focale isodensa che deforma i contorni dell'organo cettabile la non disponibilità della macchina uti- i\
in cui è contenuta o esercita azione compressiva sulle strut- lizzata per indagini di non effettiva necessità; 1
a
ture circostanti («effetto massa»). il
Segni indiretti di presenza della lesione (fig. V16C). le dosi di radiazione abbondantemente superiori a
Lesione focale isodensa che non modifica i contorni dell'or- quelle delle tecniche radiografiche usuali (e ciò (J
gano in cui è contenuta e non esercita effetto massa sulle comunque si effettuino i relativi calcoli!). Il[
strutture circostanti.
La lesione non è visibile m;l può diventarlo dopo iniezio-
ne e. v. di MdC iodato (v. fig. V.IS). Nella pratica, come avremo modo di vedere, pos- .
sono essere riconosciute situazioni cliniche nelle quali !!.l
la TC trova indicazione elettiva, alternativa o compie-
mentare. vi
8. Quando la TC? Il medico ricordi sempre che la TC diviene inda- ,1
gine vantaggiosa solo quando utilizzata con indica-· :!
L'elevato «rendimento anatomico» della re con- zione elettiva o opportunamente collocata nel conte- 1.'!
sente di studiare con buoni risultati qualunque seg- sto dell'iter diagnostico. Ogni richiesta di indagine
mento corporeo. Non sempre, tuttavia, l'informazio- tomografica computerizzata va dunque sempre valuta- 1
ne acquisita è necessaria ai fini di una corretta dia- ta preliminarmente con giudiziosa attenzione!
l
malmente presente e disloca
medialmente il pilastro diaframma-
tico; tuttavia, solo l'iniezione e.v. di
MdC icdato (C') evidenzia con cer-
tezza i contorni della stessa e l'a- ij
spetto stellato nel suo contesto
(lperplasia nodulare focale).
'l'l
CAPITOLO VI
LA RADIOLOGIA DIGITALE
L'inter(;sse a disporre dell'immagine radioscopica uguale allo spessore della regione corporea attraversata (v.
e radiografica in forma digitale proviene fondamen- fig. IV.J).
talmente da due motivazioni: Pregio importante di un'immagine digitale, come sopra
detto, è quello di essere passibile di molteplici elaborazio-
ni. Nella pratica queste hanno specificamente la finalità di:
la possibilità di elaborazioni dell'immagine spesso
accentuazione, o «enhancement», del contrasto e dei con-
impotianti dal punto di vista diagnostico; torni per migliorare la leggibilità dell'immagine; restaura-
_ la digitalizzazione è il punto di partenza per la rea- zione di un'immagine degradata, ad esempio per sovra- o
lizzazione di sistemi di informatizzazione comple- sottoesposizione; analisi delle relazioni intercorrenti fra
ta del Dipartimento di Diagnostica per Immagini. zone dell'immagine ritenute significative; codificazione,
cioè diminuzione fisica conservativa dei dati da memoriz-
Gli ostacoli principali che il processo di digitaliz- zare, archiviazione, trasmissione a distanza.
zazione incontra sono dovuti principalmente: La diminuzione fisica dei dati è comunemente indicata
con il termine di «compressioneì> e può essere più o meno
- alla difficoltà di uguagliare la risoluzione spazia- conservativa (può cioè mantenere più o meno intatta la
struttura dell'immagine che verrà ripristinata al momento
le dell'immagine radiografica convenzionale;
della <<decompressione», che è condizione preliminare per
- alla necessità di memorie di massa di enorme il suo uso concreto). Esistono numerosi programmi e for-
capacità Per l'archiviazione dei dati. mati di compressione, spesso non del tutto compatibili
l'uno con l'altro.
L'avvento delle tecniche digitali radioscopiche e La trasmissione a distanza in tempo pressoché «reale»
radiografiche non ha modificato in maniera radicale apre nuovi orizzonti allo sviluppo della teleradiologia, sia a
le possibilità diagnostiche della radiologia, a diffe- fini di condivisione dell'informazione con i medici propo-
renza di quanto verificatosi con l'avvento della re, nenti la singola indagine, sia a fini di telediagnosi o di tele-
ma ha consentito di conseguire importanti vantaggi consulto.
sul piano tecnico, biologico, organizzativo ed econo-
mico.
l. Sistemi radiologici digitali «diretti»
Il termine «immagine digitale)) è stato definito e pun-
tualizzato nei suoi parametri nel capitolo IV al quale si Tutti i sistemi digitali che utilizzano i raggi X per
rimanda. È qui sufficiente ricordare che un'immagine digi- formare immagini corporee sono costituiti da:
tale è rappresentabile matematicamente mediante una fun-
zione bidimensionale, f(x,y), nella quale x e y rappresenta- un tubo da raggi X;
no le coordinate spaziali. Il valore della funzione è espres- - un sistema di rivelazione che converte i raggi X
sivo, in ogni punto, del parametro fisico oggetto di misura
in una forma di energia più facilmente gestibile;
e di rappresentazione sotto forma di immagine. In riintgen-
un sistema di registrazione che immagazzina
diagnostica, come sappiamo, questo parametro è costituito
dall'entità di attenuazione del fascio di raggi X hmgo cia- l'informazione rilevata;
scuna traiettoria attraverso la regione corporea in studio. - un computer che costruisce l'immagine dai dati
Nelle immagini radioscopiche e radiografiche digitali il registrati;
volume unitario corporeo sul quale è effettuata la misura, il un sistema di visualizzazione che presenta l'im-
voxel, assume la forma di un parallelepipedo di altezza magine per l'interpretazione diagnostica;
'' i
- una sistema di archiviazione che consente di manato di bismuto) che converte l'energia dei raggi X i
conservare le immagini. in energia luminosa, associato a un fotodiodo che
verte la luce in segnale elettrico. L'insieme rivelatore-
In radiografia convenzionale la pellicola svolge fotodiodo è meccanicamente accoppiato a un fascio di
taneamente la funzione di rivelatore e di sistema di visua- raggi X «a pennello» che esegue una scansione bidi-
lizzazione e riunisce quindi forzatamente le caratteristiche mensionale completa della regione corporea in studio
tipiche di entrambi. In radiografia digitale le due funzioni punto per punto e linea per linea in tempi di alcuni se-
vengono separate consentendo di <<specializzare» sia il condi (fig. V1.4A). La risoluzione spaziale del sistema
rivelatore sia il sistema di visualizzazione; è inoltre possi-
bile sfruttare l'efficacia di una fase intermedia, «di tratta-
è condizionata dalle dimensioni del rivelatore (che pos-
mento», in cui i metodi di elaborazione numerica consen- sono essere anche di 0,25 mm 2).
tono di migliorare l'evidenza di pmticolari di interesse dia- Il sistema può essere reso più efficiente utilizzan-
gnostico. do un fascio di raggi X «a ventaglim> e una serie di
L'immagine digitale è primitivamente visualizzata su rivelatori contigui accoppiati a fotodiodi (fig. VL4B).
monitor TV (fig. VI. l); la documentazione permanente è La regione in studio è scansionata mediante traslazio-
realizzata in un secondo tempo su pellicola fotografica, ne lineare del paziente o del sistema tubo/rivelatori.
termosensibile, o su altri supporti. La fotografia ha luogo Se i! numero di rivelatori è di almeno 1000 e le loro
in formati diversi cd eventualmente insieme ad altre imma-
gini della stessa indagine (fig. VI.2), previo trasferimento
della matrice dell'immagine nella memoria di una stam-
pante laser nella quale avrà poi luogo la riproduzione sul
supporto prescelto (fig. VIJ). Il procedimento di sviluppo
può aver luogo in forma usuale mediante l'impiego di
bagni chimici o anche con sofisticate modalità «a Secco»,
utilizzando pellicole fototermografiche sensibili agli infra-
rossi. Le moderne stampanti laser possono essere collegate
simultaneamente a più apparecchiature diagnostiche con
conseguente risparmio economico e maggiore uniformità
dei risultati iconografici. Fig. VI.3. Il principio della stampante laser. Un fascio puntiforme dì
luce laser è diretto su un prisma rotante (freccia curva) che ne defi-
In linea generale è possibile distinguere sistemi di- nisce l'orientamento trasversale e poi focalizzato da una lente su uno
gitali a scansione lineare e sistemi digitali ad ampia specchio che lo riflette su una pellicola sottostante assoggettata a
progressiva traslazionc longitudinale. L'intensità del fascio ìn ogni
superficie attivi o passivi. passo del procedimento è proporzionale al valore numerico da rap-
Il più semplice sistema digitale a scansi one linea- presentare nel singolo pixcl sotto forma di gradazione di annerimen-
re è costituito da un singolo rivelatore (per lo più di ger- to della pellicola.
'VI
l.! (!!.!!.ulio{ogia digitale 81
4. Radiografia digitale
Con questa tecnica l'immagine radiografica è
ricostruita o acquisita primitivamente in forma digita-
le. Sono utilizzati sistemi a cassette mobili e sistemi a
griglia fissa.
I sistemi a cassette mobili utilizzano una piastra
di poliestere ricoperta da un sottile strato di fosfòro
Fig. VI.6. Diagramma illustrativo del lettore di immagini di un'ap·
fotosensibile (per lo più fluorobromuro di bario atti- parecchiatura radiografica digitale (v. testo). Rx"' tubo radiogcno; C
vato con europio), che sostituisce il sistema schermo- = cassetta contenente il fosfòro; LL = lettore di immagini a fascio
pellicola dei sistemi convenzionali. laser; CL= canale di luce; FM =fotomoltiplicatore; MD= memoria
digitale; Co= consolle di osservazione ed elaborazione dell'ilmnagi-
ne; MM =memoria di massa; CMF =camera multi-format. Si osser-
La piastra è posta in una cassetta di alluminio di forma vi come, subito dopo la lettura laser, la piastra sensibile è liberata
e dimensioni analoghe a quelle convenzionali. I.: esposizione della luminescenza residua e poi trasferita nella cassetta pronta per
ai raggi X induce nel reticolo cristallino del fosfòro transi- una nuova espmizione.
VI La radiologia digitale 83
i
la
n
La disponibilità in forma digitale delle immagini
radioscopiche e radiografiche apre concrete
l
l-
li tive per l'informatizzazione totale (non più quindi
Fig. VJ.7, Esempi di immagini radiografiche digitali. Si osservi, nel
li radiogramma toracico, la buona rappresentazione del disegno vasale
limitata alle immagini angiografiche, ecografiche,
è il polmonare e la <ipenetrazionel> simultanea del mediastino; nei radio- TC, RM e mediconucleari) del Dipartimento di
H grammi della colonna dorsale e dell'omero, la valida rappresentazio- Diagnostica per Immagini.
a ne delle strutture ossee primarie ne rende possibile un'analisi utile a In questo contesto si vanno di giorno in giorno
fini diagnostici. La punta di freccia indica una limitante somatica di
radiopacità apparentemente aumentata rispe!!o alla spongiosa (ostco- imponendo sistemi informatici «dedicati» con finalità
porosi!). di gestione più funzionale delle potenzialità del
to (fig. VI.S). Del tutto fondamentale è il PACS
ampio. Ciò da un lato rende possibile ovviare agli effetti di (Picture Archiving and Communication System), il
un'involontaria sovra- o sottoesposizione, dall'altro con- quale riceve le immagini e i dati testuali associati
sente la rappresentazione simultanea nella singola immagi- generati dalle apparecchiature diagnostiche presenti
ne, in maniera simile a quanto avviene in xeroradiografia, all'interno dell'ospedale, e ne consente l'archiviazio-
di strutture anatomiche con assorbimento anche molto ne. e la comunicazione estensiva su stazioni di lavoro
diverso di raggi X (fig. Vl.7). La buona sensibilità del
fosfòro rende possibile, inoltre, una riduzione della dose di opportunamente ubicate.
raggi X somministrata al paziente di più del 50% rispetto
ai sistemi convenzionali schermo/pellicola. Il PACS è strutturato in forma di multipli archivi (cioè
dispositivi di memorizzazione) a breve termine e a lungo
termine. La natura fisica dell'archivio è condizionata dalla
Il sistema è efficacemente sostitutivo della radio- velocità con la quale è necessario disporre di immagini e
grafia convenzionale. Suo pregio fondamentale è il dati. Gli archivi a breve termine richiedono in genere
fatto che esso non richiede modifiche delle apparec- accessi molteplici e rapidi (esame in via di valutazione!
chiature radiografiche convenzionali. paziente ricoverato!) e sono strutturatì in forma di insieme
l sistemi a griglia fissa utilizzano una griglia di di dischi magnetici opportunamente interconnessi. Gli
35x43 cm che assume le veci della cassetta radiogra- archivi a lungo termine non richiedono di norma accessi
"T'
84
Fig. Vl8. li sistema PACS. Riceve immagini e dati di testo dalle apparecchiature diagnostiche collegate; ne consente l'archiviazione in _sup-
porti di memoria differenziati; ne rende possibile la disponibilità, estemporanea in caso di necessità, nelle varie stazioni di lavoro remote.
rapidi (paziente dimesso!) e sono strutturati in forma di Al momento attuale può dirsi soddisfacentemente
dischi ottici non riscrivibili o di nastro magnetico. La fun- risolto, grazie alla definizione degli standard e dei pro-
zione globale di archiviazione è espletata o da una unità tocolli, il problema dell'interfacciamento di apparec-
centralizzata o da più unità locali interconnesse. chiature diverse e della loro connessione attraverso re-
ti locali, che ha costituito in passato la principale re-
Il PACS rende possibile disporre estemporanea- mora alla diffusione dei PACS. Problema a tutt'oggi
mente di precedenti indagini del paziente nel momen- sentito, peraltro, è la necessità di reti più veloci per la
to --in cui è sottoposto a una nuova indagine. trasmissione rapida delle immagini dalle apparecchia-
Programmi sofisticati rendono possibile generare nel ture con le quali sono acquisite all'archivio a breve
suo contesto un prezioso ordine utile per l'accesso a mine, e da questo alle stazioni di lavoro.
specifiche immagini, per la loro visualizzazione nella Il PACS può sussistere in forma isolata, ma è con-
stazione di lavoro in formato e sequenza logica, e for- venientemente integrato nel Sistema Informativo
niscono aiuto nella stesura del referto con blocchi di Radio logico, situatogli a monte, il quale offre un pre-
testo predisposti allo scopo. zioso aiuto nelle diverse fasi della gestione del singo- 1
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CAPJTOLO VII
l! IJ ANGIOGRAFIA
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ii.'l
La dizione «angiografia» accomuna un insieme di messa a punto di una tecnica semplice di cateterismo
metodiche radiologiche contrastografiche aventi la selettivo che consente di accedere praticamente a tutti
finalità di visualizzare i vasi arteriosi (arteriografia) i distretti arteriosi e venosi (fig. VIU). Questa tecni-
0 venosi (flebografia). Queste metodiche forniscono ca ha reso sempre più raro il precedente approccio per
impmianti informazioni anatomiche sul distretto esa- puntura diretta transcutanea (tipico quello translom-
minato ma consentono di valutare solo indirettamen- bare per lo studio dell'aorta addominale).
te e parzialmente il flusso e la perfusione (l'esplora-
zione funzionale, conseguentemente, è praticata con
altri tipi di indagini). rft l I'UNTURA DEL VASO
dimeri monoionici.
La scelta opportuna della sequenza radiografica ·
consente l'analisi degli aspetti emodinamici e la docu- .
mentazione delle tre fasi fondamentali dell'indagine
(fig. VIL2):
Nelle indagini arteriografiche il vaso periferico Nelle indagini flebografiche periferiche l'iniezio-
prescelto per l'accesso è in genere l'arteriafemorale, ne del MdC ha luogo con puntura diretta della vena pre-
la quale ha grosso calibro, è facilmente palpabile, ha scelta. Per le indagini necessitanti di cateterismo veno-
un buon piano d'appoggio costituito dalla testa del sa, questo è condotto con la stessa tecnica più sopra de-
femore, non è circondata da importanti plessi nervosi, scritta per il cateterismo arterioso. È utilizzata in ge-
è efficacemente comprimibile al termine dell'indagi- nere la vena femorale. La vena basilica e meno comu-
ne. Meno comunemente (e con maggiore difficoltà) si nemente la vena cefalica sono utilizzate, come vcdre-
.. L . , ...•............. ,,,,.,,,, .1 ,,........... ,.... ,...............
L ·angiografia 89
le. 1110
in angiografia digitale sottrattiva venosa. Più raro necessaria una differenza di contrasto tra vaso opa-
,
è l'accesso .a!traverso l a vena s.ucclav!a,
'
_i
o
""
'" •
l SO
"' •
'" '"
o • •
'" Fig. Vll.S. Il procedimento angiografico digitale «per sottrazionel>.A".
o
'" immagine di base utilizzata come maschera; B: immagine dopo inìe- •
zione del MdC (si noti la tenue opacizzazione dei vasi del eolio- frec-
Fig. VII.4. Rappresentazione schematica del procedimento di sottra- cia); C: immagine a basso contrasto risultante dalla sottrazione della
zione di matrici. I valori numerici della matrice «maschera» sono sot- maschera; D: immagine ad alto contrasto ottenuta dopo rinforzo.
tratti, pixel a pixel, a quelli delle matrici ottenute dopo iniezione del
MdC; la matrice «sottratta)) risultante è infine visualizzata, in forma In angiografia digitale con sottrazione d'immagi-
di «immagine)) fruibile dall'occhio dell'osservatore, su monitor TY. ne differenze di contrasto tra vaso opacizzato e strut-
10242• La sottrazione digitale è possibile non solo fra ture circostanti di circa l'l% sono sufficienti per otte-
immagini ottenute dopo e prima della somministra:zione nere quadri arteriografici validi. Questo valore può
del MdC (sottrazione «temporale>>), ma anche, sia pure con essere raggiunto a livello arterioso con due diverse
minore efficacia, tra immagini simultanee ottenute con due
diverse energie del fascio di raggi X (sottrazione «in dop-
pia energia»). I due tipi di sottrazione possono essere com-
binati tra loro con qualche vantaggio (sottrazione «ibrida>>).
ADV
Vantaggi:
1. non necessità di manualità superspecialistica;
2. assenza di manovre invasive: quindi minor rischio per il
paziente e possibilità di effettuazione ambulatoriale; Fig. VII.7. Arteriografia sclettiva dell'arteria mesenterica inferiore.
3. impiego della radioscopia più limitato: quindi minore dose di I.: assenza di turbe emodinamiche (catetere di calibro ridotto! MdC
radiazione per il paziente e il personale; isoosmolare iniettato in piccolo volume!) rende possibile la dimo-
4. tempi di indagine più brevi; strazione dettagliata delle diramazioni dell'arteria colica sinistra e
,, s. più agevole possibilità di ripetizione del! 'indagine nel tempo. dei ·suoi rami retti. Si osservino le fini irregolarità «a cavaturaccioli>l
.,t
1ÌC- l Svantaggi:
L quantitativi e concentrazioni del MdC più elevati;
di un ramo retto del tratto distale del sigma (punta di freccia) di natu-
ra angiodisplasici.
ella
gi- \
ut-
l 2. simultanea visualizzazione dei vasi di strutture pari (ad
esempio, i due emisferi cerebrali) con diffi.coltà di dissocia-
zione e necessità di proiezioni multiple;
3. risoluzione spaziale non sufficiente in certi distretti corporei;
4. maggiore incidenza di artefatti da movimento;
ne vasale, risultati significativamente migliori. Dopo avere
centrato radioscopicamente l'area di interesse e realizzato
la maschera, si iniettano circa 60 ml di MdC iodato uroan-
giografico a concentrazione elevata con flusso di l Omi/s.
5. qualità dell'immagine spesso non sufficiente ai fini diagno- Dopo un tempo di attesa variabile da 3-4 s fino a 20-25 sa
te- stici in pazienti con difetto della pompa cardiaca. seconda del distretto vasale in esame, si acquisisce una
IUÒ
serie di immagini con cadenza opportuna (l immfs per i
rse ADA vasi periferici, 2 imm/s per i vasi del collo). Nello studio
Vantaggi:
l. elevata risoluzione di contrasto: quindi possibilità di uso di
del distretto polmonare le immagini possono essere acqui-
quantitativi minori di MdC diluito fmo a isoosmolarità; site in una fase definita del ciclo cardiaco (sincronizzazio-
2. possibilità di studio di distretti multipli senza ricorso a quan- ne elettrocardiografica!) sì da minimizzare gli artefatti da
titativi eccessivi di MdC; movimento. Le immagini ottenute per sottrazione, visibili
3. rispetto all'A DV: minore incidenza di artefatti da movimento su monitor TV e memorizzate transitoriamente su supporto
per la ridotta durata della seriografia progranunata; magnetico, vengono poi elaborate e fotografate.
4. rispetto all'ADV: se\ettività di opacizzazione vasale senza L'angiografia digitale sottrattiva per via arteriosa si
problemi di sovrapposizione. esegue previo cateterismo secondo la tecnica di Seldinger.
Dato il minor quantitativo di MdC necessario rispetto alle
Svantaggi:
l. risoluzione spazialc inferiore rispetto a quella otienibile in
indagini angiografiche convenzionali (15-35 ml) e il mino-
angiografia convenzionale; re flusso, è possibile utilizzare cateteri di calibro ridotto a
2. rispetta al/ 'A DV. necessità di ricorso al cateterismo arterioso, 4F (l ,3 mm), con conseguente minore invasività. Come
atto pur sempre invasivo anche se effettuato con materiale di sopra detto, è per lo più possibile utilizzare soluzioni isoo-
calibro ridotto. smolari del MdC. L'assunzione delle immagini avviene
simultaneamente all'iniezione del MdC e prosegue con
Come si procede nella pratica? L'angiografia digitale opportune cadenze.
sottrattiva per via venosa si esegue abitualmente incan- Le apparecchiature più sofisticate, il cui uso è sempre
una vena del gomito con un'agocannula di teflon più diffuso in campo neuroradiologico e cardioradio1ogico,
d1 16-18 G di diametro. L'introduzione del MdC previo rendono possibile assumere le immagini durante la rotazio-
cateterismo cavale superiore o inferiore con cateteri di pic- ne del tubo radiogeno, sì da permettere l'acquisizione di
calibro presenta lo svantaggio di rendere l'indagine proiezioni multiple con un'unica iniezione di MdC (angio-
PIU traumatizzante senza fornire, in termini di opacizzazio- grafia digitale rotazionale).
In linea generale è accettato il concetto che
?i ar:ivare j
swne dlUgnostica con rzschw tlmwre dr quanto st ha i
in angiografia convenzionale e con una riduzione 1
non sottovalutabile del rapporto costo/beneficio (in
particolare per quanto concerne il consumo di mate- 1
Fig. VIT.8. Unità centrale elettronica di un angiografo digitale. Il riale radiografico e la dose di radiazione al paziente e !/
segnale analogico proveniente dal sistema televisivo (ST) 1: converti- agli operatori).
to in forma digitale, e quindi, prcvia memorizzazione dei dati relati-
vi alle immagini da assoggettare al procedimento di sottrazione, Nella scelta tra le diverse tecniche angiografiche è U
inviato all'unità aritmctieologica (UA) e all'unità elettronica (UE) possibile prospettare la seguente formulazione di mas- l,]
per l'elabora7Jone; successivamente ha luogo la riconversione in l
forma analogica e la visualizzazione dell'immagine su monitor TV
li
ricorso all'angiografia digitale per via venosa per \j
L'angiografo digitale è un'apparecchiatura sofisticata e il controllo degli interventi vasco/ari (pervietà dei
costosa (fig. VII.8). Cuore del sistema è l'unità centrale bypass periferici; angioplastica percutanea tran-
elettronica situata a valle dell'intensificatore di luminosità, sluminale -v. paragrafo XXXIX.l.2); 'l
nella quale ha luogo il controllo di tutto il procedimento di ricorso all'angiografia digitale per via arteriosa
acquisizione ed elaborazione dell'immagine. La capacità di negli altri casi, particolarmente quando si pro-
memoria richiesta è molto grande. Una consolle di coman- spettino aprioristicamente indicazioni al cateteri-
do consente all'operatore di seguire la sequenza di imma-
gini in fase di acquisizione e successivamente di effettuare
smo selettivo e superselettivo arterioso o possibi-
revisioni e elaborazioni. Programmi di calcolo ed elabora- lità di intervento terapeutico per via angiografica;
zioni più complesse sono possibili con una consolle acces- ricorso all'angiografia convenzionale nei casi in cui
soria «analitica». L'immagine è fotografata con stampante la scarsa collaborazione del paziente faccia preve-
laser; l'intera indagine può essere videoregistrata su siste- dere la difficoltà di giungere a una precisa conclu-
mi ad alta definizione. sione diagnostica per via angiografica digitale.
CAPITOLO Vlll
:o, Il radioiodio rappresenta l'esempio storicamente più stenosi coronarica significativa) evidenzia la
e- consolidato di radioisotopo util.iz_zato p_er radi?- capacità del radiofarmaco di comportarsi come un
ra t rmaci diversi. Sotto forma d1 wne l (classicamente m indicatore negativo (il processo patologico è quin-
atomica di 131 1, attualmente in forma di 1231, entrambi di identificato nell'indagine come area fredda).
identici dal punto di chimico a.llo 1211 nativo.pr.esent.e
)i- come elemento essenzmle corporeo), esso costJtUJsce 1! TABELLA VIII.l. RADIOISOTOPI E RADIOFAR\1ACl DJ MAGGIOR INTE-
ti- radiofannaco ideale per valutare morfofunzionalmente RESSE MEDICONUCLEARE (per i singoli radioisotopi sono riportate
O- l'organo. che utilizza per ! s.uoi. proc.essi di l'emivita fisica e l'energia dei fotoni emessi).
a- sintesi onnonale, la tiroide. Tuttav1a, Il radwwdw puo esse- 99
"'Tc 6,02 ore 140 KeV
10 re incorporato anche in molecole complesse come, per - pertecnetato (encefalo, tiroide, ghiandole salivari, diverticolo di
so esempio, l'acido ortoiodoippurico, assoggettato normal- Meckel, angiocardioscinligrajìa)
mente a totale escrezione a livello dei glomeruli e dei tubu- - DTPA (transito esofageo, svuotamenlo gastrico, scintigrajìa
li renali. Questa sostanza marcata con radioiodio costitui- dinamica renale,jìltrazione glomerulare)
ve sce quindi un radiofarmaco che, mediante valutazione della - DTPA aerosol (ventilazione polmonare)
le sua clearance renale, permette di stimare la portata renale "mercapto-acetil-triglicina (scintigrajìa dinamica renate)
a- plasmatica effettiva. Il radioio_dio può - dimercaptosuccinato (scintigrajìa statica rena/e)
d- ancora più complesse, come gh anticorpi du·ett1 specifica- - macroaggregati di albumina (perfusione polmonare, jleboscinti-
hi grajia)
mente contro certi antigeni tumore-associati espressi alla
- imminodiacetato (fegato e vie biliari)
o- superficie delle cellule neoplastiche (consentendo quindi - metilendifosfonato (scheletro)
di localizzare, attraverso l'indagine radioisotopica, lesioni "nanocolloidi (SRE osseo, linfoscintigrajia)
tumorali). - colloidi (fegato)
di - Sn·· +emazie autologhe (ventricolograjìa all'equilibrio, pool
È importante considerare che la distribuzione ematico del fegato, emorragie intestinali)
n- al! 'interno del corpo di un determinato radiofarmaco - Sn•· +emazie autologhe denaturate (milza)
non dipende dalle caratteristiche fisiche del radioiso- - esametil-propilene-amino-ossina (flusso ematico regionale cere-
oa brale)
er topo impiegato per la sua preparazione (come l'emi- - esametil-propilene-amino-ossina + leucociti autologhi (enterite
O· vita fisica o il tipo di emissione radioattiva), ma esclu- di Crohn, focolai occulti di sepsi)
6 sivamente dalla forma chimica del radiofarmaco stes- - metossi-isobutile-isonitrite e tetrofosmina (miocardio, paratiroidi,
ISÌ so. Ciò spiega perché, nonostante il numero dei radioi- oncotropi aspecifici)
O·
sotopi utilizzati in medicina nucleare sia relativamen- - pirofosfato (scheletro, miocardio necrolico)
te - difosfonati e derivati (scheletro)
te limitato, il numero di radiofarmaci sia superiore a -anticorpi monoclonali (immunoscintigrajìa)
di
la
30 (tab. VIII. l).
111
Da un punto di vista generale, i radiofarmaci pos- 1 13,2 ore 159 KeV
sorio seguire nell'organismo due tipi di distribuzione: "1
1 8,07 giorni 364 KeV (+altri)
- ioduro di sodio (tiroide)
- in alcuni casi il radiofarmaco fornisce una indica- - ippurano (scintigrafia dinamica re naie, flusso p/asmatico renate
zione diagnostica accumulandosi in elevata con- effettivo)
centrazione in un tessuto patologico: l'esempio - metaiodo-benzilgnanidina (diagnosi e terapia del neuroblastoma)
già citato dell'anticorpo marcato che si accumula -anticorpi monoclonali (immunoscintigrafia)
i - IBZN (recettori)
te nelle lesioni tumorali che esprimono alla loro
e- superficie l 'antigene tumore-associato ricono- 'l'Xe 5,24 giorni 81 KeV
la sciuto dali' anticorpo stesso, evidenzia la capacità (ventilazione polmonare, flusso ematico regionale cerebrale)
e- del radiofarmaco di comportarsi come un indica-
tore positivo (il processo patologico è quindi iden- '"'Tl 73,0 ore 69-71-80 KeV
m (miocardio, paratiroidi, indicatore positivo di neoplasie)
:ti tificato dall'indagine come area calda);
1- - in altri casi, il radiofarmaco si accumula fisiologi- 67
Ga 78,2 ore 93-185-300 KeV
camente nei tessuti normofunzionanti, sì che l'in- - citrato (flogosi, indicatore positivo di neoplasie, !infami)
ie dicazione diagnostica è fornita dalla «mancanza 1
"ln 67,4 ore 171-245 KeV
io di accumulo», o «captazione}}, nella porzione di - DTPA (cisternoscinligrafia)
s- organo dove il tessuto sano è sostituito da tessuto - ossina (marcatura di leucociti e piastrine)
i- patologico: l'esempio già citato del radiofarmaco -anticorpi monoclonali (immunoscintigrajia)
lo che non visualizza un settore di mio cardi o ventri- - pentetreotide (scintigrajìa dei recellori per la somalostatina)
colare (per un difetto di perfusione determinato da
Capitolo V[[J
96
Per una serie di motivazioni fisiche, chimiche, biologi- analogo a quello dell'inulina e può essere quindi impiegato
che e Jogistiche, come sopra accennato, il g9mTc costituisce per valutare il filtrato glomerulare. In altri casi l'agente che-
una base quasi ideale per la preparazione di molti radiofar- tante costituisce semplicemente un «ponte» attraverso ì1
maci comunemente impiegati nella diagnostica mediconu- quale il 99"'Tc può marcare stabilmente altre molecole più
cleare. Dal punto di vista fisico, l'emivita relativamente complesse, costituendo radiofarmaci utilizzabili per esplora-
breve (6 ore soltanto) potrebbe rappresentare un fattore re la funzione coniugante epatobiliare, la funzione colloido-
limitante a un vasto impiego (riesce, in effetti, ·difficile pessica del sistema reticoloendoteliale, il rinnovamento
immaginare nella realtà pratica una rete di distribuzione minerale dell'osso, il flusso ematico cerebrale, il flusso mio-
che possa garantire l'arrivo tempestivo di quantità utili del cardico, ed altri ancora.
radioisotopo in tutto il territorio nazionale!). Tuttavia, il
99
'"Tc costituisce il prodotto «figlio)) di un radioisotopo
«genitore», il molibdeno-99, che ha una emivita fisica di 3. La gammacamera
66 ore, quindi molto piU lunga rispetto alle 6 ore del 9?"'Tc.
Il lungo periodo di dimezzamento consente ampi margini È l'apparecchiatura fondamentale della moderna
per la distribuzione anche a lunga distanza dalla· sede di diagnostica radioisotopica «in vivo». Costituisce un
produzione del 9?Mo, fissato stabilmente su un supporto sensibile progresso rispetto allo scintigrafo lineare,
inerte (per esempio, particelle di alluminio) in modo che strumento fondamentale in passato ma non più utiliz-
non possa passare in soluzione. Il 99 mTc, continuamente
zato nella pratica clinica odierna.
prodotto dal suo decadimento, è invece altamente idrosolu-
bile e può essere quindi facilmente eluito in un sistema cro-
Nello scintigrafo lineare e nella gammacamera l'ele-
matografico costituito da una colonna attraverso la quale
mento primario per la misura della radiazione y emessa
vien fatta passare soluzione ftsiologica. In tal modo, il dalla regione corporea in studio è il cristallo di rivelazione
radioisotopo con emivita fisica più lunga rifornirà conti- (fig. VIII.2).
nuamente, mediante questo «sistema generatore)) il cui Trattasi di un vero e proprio cristallo trasparente, chi-
tempo di dimezzamento corrisponde a quello del 99 Mo, il micamente costituito da ioduro di sodio attivato con tallio
radioisotopo con emivita flsica più breve (il 9'""Tc). (Nai:Tl), la cui elevata densità elettronica lo rende alla-
All'atto dell'eluizione con soluzione fisiologica, il mente efficiente nell'assorbimento dci fotoni y incidenti.
??"'Te si trova sotto forma chimica di ione eptavalente, il All'atto dell'intera·zione il fotone cede energia inducendo
pertecnetato CQ'"Tc04"). Questo ione possiede alcune ana- nel cristallo la liberazione di elettroni di ioilizzazione.
logie di comportamento con lo ione ioduro e viene quindi Questi cedono la loro energia cinetica in succesSive intera-
captato dalle cellule tiroidec. Anche se il 99"'Tc04 - non va zioni producendo lungo il loro percorso coppie di elettroni
incontro nella tiroide a tutte le tappe metaboliche che por- e buche (v. fig. II.2), le quali, a loro volta, ricombinandosi
tano alla sintesi degli ormoni tiroidci (come avviene inve- in presenza dell'attivatore, il TI, restituiscono energia in
ce per il radioiodio), esso è comunque impiegato con suc- forma di fotoni luminosi, che, in ultima analisi, sono libe-
cesso per lo studio scintigrafico della tiroide in sostituzio- rati in quantità proporzionale all'energia della radiazione y
ne dello 131 1 (non più utilizzato a questo scopo per le sue assorbita nel cristallo.
proprietà fisiche non ottimali per la visualizzazione median- I fotoni luminosi, producenti vere c proprie piccole
te grurunacamera} e dello 11}1 (ottimale per la visualizzazione
mediante gammacamera, ma' molto costoso e di difficile
distribuzione per la sua emivita fisica di sole 13 ore, senza
disponibilità di un sistema generatore analogo a quello del
99"'Tc). Fig. VIII.2. Rappresentazione
È opportuno ricordare che, nella forma chimica di ione diagrammatica di un tubo rive-
pertecnetato, il 9ry'"Tc è utilizzabile direttamente soltanto per latore di Nal attivato con T1.
la visualizzazione della tiroide e delle ghiandole salivari, AV "" alimentazione ad alto
mentre tutti gli altri impieghi diagnostici richiedono la preli- voltaggio; I =collimatore; 2"'
schcnnatura; 3 =fotocatodo; 4
minare coniugazione stabile con molecole più complesse. In ""griglia di focalizzazione; 5 =
presenza di sostanze riducenti (come lo ione stannoso e l'a- dinodi; 6 = anodo; S = segna-
cido ascorbico, ad esempio), lo ione presente nella le. Il fotone -y lnduce nel cri-
soluzione eluita dal generatore diviene altamente Teattivo stallo l'emissione di fotoni
verso sostanze chetanti, come l'acido dietilen-triamino- luminosi, i quali, a loro volta,
inducono l'emissione da parte
penta-acetico (DTPA), con le quali forma composti più sta- del fotocatodo di elettroni,
bili. Alcuni di questi costituiscono di per sé un radiofarma- assoggettati a moltiplicazione
co, come il \>'J'"Tc-DTPA che ha un comportamento in vivo 1.
nel transito lungo i dinodi.
'[[]
Le immagini radioisotopiche 97
ato cinti!le (da cui il termine di «scintigrafo))), si propagano del corpo del paziente nella quale sarà massima l'efficien-
he- :n'interno del cristallo, schermato dalla luce esterna da un za di rivelazione. Si può in tal modo controllare il potere di
lì] sottile rivestimento di alluminio in tutte le sue facce eccet- risoluzione dello strumento, che è quindi in grado di distin-
più to quella rivolta verso un tubo fotomoltiplicatore contrap- guere due punti radianti diversi posti a una opportuna
,ra- posto. Questo ha_ la di in u? segnale distanza fra loro.
lo- elettricamente mtsurabile l energJa fotomca lummosa. La L'apparato di rivelazione è in grado di misurare la
llÌO faccia rivolta verso il cristallo è trasparente ed è a questo radioattività soltanto in una piccola area del corpo, sia per
io- accoppiatfl. da una «guida;> di luce, cioè da balsamo ottico le dimensioni relativamente piccole del cristallo, sia per la
0 silicone uguale a quello usato per l'accoppiamento delle collimazione del cristallo stesso. Un motore elettrico e un
lenti di un obiettivo fotografico. pantografo guidano la testa a esplorare progressivamente
Sul versante del tubo fotomoltiplicatore giustapposto al l'area in esame con moto di avanzamento lineare.
cristallo è presente un fotocatodo che assorbe i fotoni lumi- L'impulso elettrico in uscita dall'apparato di rivelazione
nosi e libera in loro vece elettroni. All'interno del tubo (nel pone meccanicamente in azione, punto a punto, un martel-
na quale è realizzato il vuoto) sono disposti in sequenza dino- letto che disegna progressivamente su idoneo supporto la
di con potenziale positivo che aumenta progressivamente mappa di distribuzione del radiofarmaco nell'organo in
un da quello più vicino a quello più lontano dal fotocatodo. La studio (fig. VIII. l).
re,
differenza di potenziale accelera gli elettroni nel passaggio
iz- da un dinodo al successivo; l'interazione con il supporto I limiti dello scintigrafo lineare sono costit1,1iti
del dinodo induce la libcr"azione di altri elettroni che si dalla bassa risoluzione (intorno a 15 mm) e dalla
amplificano così numericamente con meccanismo <\a impossibilità di valutare i fenomeni dinamici di distri-
le- cascata>>. Un circuito di raccolta collegato all'anodo del
;sa buzione del radiofarmaco. Per l'esplorazione di un
fotomoltiplicatore genera infine un segnale elettrico
'Ile settore del corpo, come il torace o l'addome
impulsuale di ampiezza proporzionale all'energia totale del
fotone y assorbito nel cristallo. re, sono infatti necessari 15-20 minuti, tempo incom-
hi- patibile con la valutazione scintigrafica di eventi
lio Nello scintigrafo lineare il cristallo ha forma di cilin- fisiologici che variano significativamente in tempi
ta- dro con diametro di 8-10 cm e spessore di 5-8 cm. Le due dell'ordine di pochi minuti (come l'escrezione epatoN
tti. basi sono rivolte, rispettivamente, verso la sorgente della biliare), o di pochi secondi (come l'escrezione rena-
do radiazione y (cioè il paziente) e verso il fotocatodo del tubo le), e perfino inferiori al secondo (come il ciclo car-
le. fotomoltiplicatore. L'insieme cristallo/fotomoltiplicatore,
:·a- diaco).
costituente l'apparato di rivelazione, è completato da un Come sopra detto, modernamente le indagini
mi collimatore. In proposito, è ne.cessario considerate che l'e-
radioisotopiche sono condotte, in prima istanza, uti-
l Si missione della radiazione yha luogo in ogni direzione: ogni
in punto radioattivo dà nr.....:'1e quindi a una vera e propria lizzando la gammacamera, che, nelle sue versioni più
le- <•sfera radiante>> i eu .agp sono costituiti dalla radiazione sofisticate, rende possibile «vedere» simultaneamenN
y che si diparte dal punto stesso. Di questa viene in realtà te ampie parti della superficie corporea.
«vista>> e misurata dall'apparato di rivelazione solo la fra-
>le zione compresa nell'angolo solido sottcso dal punto La realizzazione della gammacamera è stata resa pos-
radiante (il vertice dell'angolo solido) e dai margini ester- sibile da tecnologie di produzione di cristalli di scintilla-
ni della faccia del cristallo. Il cristallo, però, di per sé non zione di grandi dimensioni, fino a circa 40x70 cm di dia-
rende possibile distinguere il punto di origine del fotone r metro e 6-8 mm di spessore. La testa di rivelazione della
(in altri termini se i fotoni luminosi liberati nel suo conte- gammacamera è quindi in grado di vedere simultaneamen-
sto sono prodotti a seguito dell'assorbimento di fotoni r a te un'area del corpo vasta come tutto il torace o tutto l'ad-
""e- direzione perpendicolare o obliqua rispetto al suo asse). dome. Nel contempo, è possibile valutare dinamicamente,
Ciò rende importante dotare il complesso di rivelazione, la con una risoluzione temporale inferiore al secondo, gli
)O
«testa» dello scintigrafo, di un collimatore circolare di Pb eventi fisiologici che si verificano nel suo campo di vista.
«eribratm> da un insieme di fori longitudinali con sezione Il piccolo spessore del cristallo della gammacamera
trasversale per lo più esagonale «a celle di alveare>>, aven- induce una buona efficienza di rivelazione dei fotoni y di
,_ te la funzione (come le griglie antidiffusione in uso per i energia compresa fra l 00 e 200 ke V, per cui risulta ottima-
·i- raggi X - v. fig. IL 7) di far arrivare al cristallo soltanto i le l'impiego del 9'""Tc (fotoni ydi 140 keV) e dello 111 1(foto-
ni fotoni yoriginati lungo l'asse principale del cristallo stesso ni y di 159 keV) per la preparazione di radiofarmaci. A dif-
a, (v. fig. VII1.6). ferenza dello scintigrafo lineare, non sono invece rivelati
"
li,
I fori del collimatore convergono per lo più verso un
punto posto ad alcuni cm di distanza dalla superficie libe-
efficientemente i fotoni di energia superiore (come per
esempio quelli dello 111 1, che ha emissione massima di 364
" ra e sono quindi focalizzati su una piccola zona all'interno keV), che attraversano il cristallo intcragendo minimamen-
98
il
! sono resi possibili dall'accoppiamento della gammaca-
mera con un computer <<dedicato» in grado di acquisire
dati con velocità elevata, memorizzarli e elaborarli
secondo programmi prestabiliti dali' operatore. In tal
'.n l11i
1
modo è possibile valorizzare l 'informazione prevalente-
,_il mente funzionale racchiusa in una sequenza di immagi-
p- ni. Associando, ad esempio, la rilevazione della distri-
di buzione spaziale del radiofannaco con l'analisi delle
in 11
B,
variazioni della sua concentrazione in funzione del
lO tempo, si ottengono misure semiquantitative o quantita-
o- tive espressive delle caratteristiche dinamiche del siste-
o-
30'
ma biologico in studio.
di u
Fig. VIII.S. Fotoscintigrafia sequenziale epatobiliare ottenuta con Interesse particolare presentano le immagini
il gammacmnera dopo iniezione e.v. di "'"Tc-imminodiacetato. Si «parametriche» di grandezza (v. Appendice 1.1).
e-
i\'
osservi la progressiva visualizzazione del parenchima epatico, dei Queste immagini esprimono le variazioni di un deter-
>l dotti intraepatici e dell'cpatocoledoco. Quest'ultimo è marcatamente
minato parametro in ogni elemento della matrice di
,,il dilatato (stasi da calcolo); nelle fasi più tardive, tuttavia, gran parte
del radiofarmaco è localizzato nelle anse del tenue. acquisizione, rappresentate «visivamente» mediante
a- li
è 11 una scala di falsi colori (fig. VIII.7), e sono dunque
mento elettronico è di circa 2 mm, il potere effettivo di ben diverse da quelle morfoflillzionali espressive uni-
a- 0ti
risoluzione globale della gammacamera (cioè con il colli- camente della quantità di radiofarmaco presente nel-
se ij
matore in si tu e considerando i fattori di disturbo legati alle l'istante dell'acquisizione in ogni punto dell'organo
ro 'J
;t caratteristiche dell'interazione tra fotoni e strutture corpo-
in studio.
,_Il ree) deve ritenersi intorno a 8 mm. L'utilizzazione di stru-
menti contenenti componenti elettroniche allo stato solido
e di cristalli capaci di localizzare direttamente la prove-
el 4.La SPECT
a- nienza dei fotoni y potrà, in un prossimo futuro, cambiare
drasticamente la situazione.
>r-
gi La gammacamera, utilizzata con le modalità sopra
!i- descritte, fornisce immagini planari, «di sommazio-
10 ne», nelle quali, cioè, le distribuzioni di radioattività
in nei piani sotto- e soprastanti a quello di interesse con-
di tribuiscono alla formazione dell'immagine senza pos-
re, sibilità di discriminazione. È possibile acquisire
10 immagini di singoli strati corporei; quindi propria-
ui mente «tomografiche», utilizzando una gammacame-
n-
:1- ra digitale a una o più testate in grado di ruotare di
o- 360° intorno all'asse longitudinale del paziente lungo
un'orbita circolare o ellittica. La tecnica relativa,
di detta tomoscintigrafia, o SPECT (Single-Photon-
JU
Fig. VIII.6. La gammacamera. A sinistra sezione schematica fronta- Emission Computed Tomography), consente di conse-
le; a destra dettaglio in sezione trasversale del circuito di posiziona-
la (v, testo). S =sorgente; C= collimatore; Nal= cristallo di rive- guire un incremento della risoluzione spaziale e di
a- laz!Qne; FM = fotomoltiplicatori. contrasto rispetto alle immagini usuali (fig. VIII.8).
100 Capitolo VIII
l
consente di attribuire a ogni colore dell'immagine il corrispondente
valore di tempo (20-25 minuti per l'arca più periferica del fegato; 30-
40 minuti per l'ilo epatico; 45-60 minuti per il lume intestinale).
l
Nella SPECT si acquisiscono, con incrementi angolari
di pochi gradi, viste multiple secondo piani trasversali
tutt'intorno al corpo del paziente (tipicamente 64 o 128). Si
ricostruisce quindi l'immagine con algoritmi basati sulla l
retroproiczione filtrata, in maniera simile a quanto avviene
in TC. L'acquisizione primitiva richiede circa 10-30' e for-
nisce in genere un insieme di immagini con matrice 64x64
(meno comunemente 128x128). A partire da queste ha
luogo la ricostruzione secondo piani sagittali, coronali e
Fig. VIII.9. Rapprcsentaz,ione diagrammatica di un sistema a tivela-
obliqui. li potere effettivo di risoluzione della SPECT (6-8 tori multipli per PET. d= dctettori; CC= circuiti in coincidenza; l"'
mm) è lievemente superiore a quello della scintigrafia pla- emissione di fotoni"{ valida per la ricostruzione dell'immagine; 2"
nare. diffusione fotonica non valida ai fini suddetti.
VI/I Le immagini radioisotopiche 101
'l
1ta. !l!
ni y mediante detettori contrapposti operanti in coinciden- Del tutto recentemente si sono affacciate alla ribalta le
llQ )
za rende infatti possibile la localizzazione del punto in cui nuove apparecchiature TC-PET, le quali consentono - in
si è verificata l'annichilazione. unica indagine! - di «sovrapporre>l all'informazione
Nella pratica è utilizzato un sistema a detettori multipli spe- morfologica fornita dalla TC quella funzionale fornita dalla
cificamente devoluto all'acquisizione di immagini di sezioni PET. All'atto interpretativo delle «immagini di fusione>>
L'ECOGRAFIA
GIORGIO CITTADINI E LORENZO E. DERCHI
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,,il Fig. JX,4. Emissione e ricezione degli US. A: il cristallo piezoelet-
00·
trico (T), attivato da un impulso elettrico, subisce modificazioni di
"' i!
'
forma ad altissima frequenza generando onde ultrasonorc che si pro-
p[Jgano _nel mezzo di energia clc!trica in Fig. IX.S. Tracciato A-mode. Ecografia dell'occhio in paziente con
' )lleccmuca: ej/èllo p1ezoelellnco mverso ). B: tra un Impulso e 1\ suc- distacco di retina. A sinistra, nel tracciato A-mode realizzato lungo la
cessivo, il cristallo entra in <<fase di ascoltm>. C: quando ì! cristallo è linea di vista prcscelta sulla guida del! 'immagine bidimensionale, gli
ure raggiunto dalle onde ultrasonorc riflesse dalle strutture incontrate, echi sono rappresentati come picchi di ampiezza proporzionale alla
subisce modificazioni di forma generando impulsi elettrici (trasfor- loro intensità, posizionati lungo l'asse delle profondità; a destra,
us mazione di energia meccanica in energia clcltrica: effetto piezoelet- nella corrispondente immagine bidimensionale, è ben dimostrato il
trico direi/o). sollevamento di parte della retina con accumulo ematico sottostante.
") di 2. I tracciati ecografici
rso La pratica ecografica ha indotto a individuare,
nte
nello studio di ciascun organo profondo, siti di accesso
1ce I due tracciati più importanti in ecografia sono
ra- non comportanti l'attraversamento di strutture aeree e
quelli detti A-mode e TM-mode. Il primo è utilizzato
m- ossee: questo ruolo di finestra acustica, ad esempio, è
soprattutto in ecografia oculistica, il secondo in eco-
ual espletato dal fegato nei riguardi del rene destro.
cardiografia.
aie
In ecografia sono utilizzati fasci «pulsati» di US prodot- Nell'A-mode (Amplitude Mode) l'esplorazione è
JO·
ore ti da un trasduttore, o <<sonda)), il cui componente fonda- effettuata lungo una sola linea. Ogni eco ottenuto viene
del mentale, il cristallo piczoelettrico, eccitato da impulsi elet- presentato su un'oscilloscopio come un picco di
del trici genera energia meccanica, il fascio di US (effetto pie- ampiezza proporzionale alla sua intensità e con posi-
In zoelettrico inverso- ftg. IX.4A). Successivamente il cristal- zione lungo la linea di base espressiva della profondità
lel> lo è posto in fase di ricezione, o «di ascolto» (fig. IX.4B), sì rispetto alla superficie del trasduttore alla quale esso si
:ta- che gli US riflessi nel contesto tessutale ne possono indurre è formato (fig. 1X.5).
la deformazione meccanica con generazione di impulsi di
,t!o tensione (effetto piezoelettrico diretto - fig. JX4C). Questi Come è possibile stabilire la profondità dalla quale pro-
IliO ultimi costituiscono il punto di partenza per la formazione viene l'eco? Gli US percorrono nei tessuti molli l cm in 6,5
rpo dei tracciati e delle immagini ultrasonografiche.' milionesimi di secondo: conseguentemente, un eco forma-
:io. Materiale piezoelettrico naturale è il quarzo. In ecogra- tosi alla profondità di l cm ritornerà al trasduttore con un ri-
fia, però, sono utilizzati materiali piezoelettrici artificiali le tardo dal momento di emissione dell'impulso di US di 13
oli cui proprietà vibratorie possono essere fatte variare tramite milionesimi di secondo (metà dci quali occupati dal «viag-
we opportuni additivi chimici e trattamenti termici. gio d'andata» e metà dal «viaggio di ritorno»). Determi-
::ie nando, quindi, il «tempo di ritorno» è possibile conoscerne
In ecografia assume rilievo particolare la fre-
sel quenza del fascio di US, cioè il numero di cicli di
la profondità di formazione: se, ad esempio, è di 130 milio-
nesimì di secondo, l'eco si è formato a l Ocm di profondità.
compressione e rarefazione nell'unità di tempo. E così via.
ie
All'aumentare della frequenza migliora la risoluzione
:;sa spaziale lungo l'asse di propagazione del fascio, ma Nel TM-mode (Time-Motion Mode) l'esplorazio-
ar· nel contempo aumenta proporzionalmente l'assorbi- ne è effettuata lungo una sola linea. Ogni eco ottenu-
me mento, sì che l'intensità del fascio si riduce drastica- to viene presentato sotto forma di un punto luminoso,
.Ila mente in profondità ed è possibile quindi solo uno la cui traccia sullo schermo è assoggettata a uno spo-
ea. studio delle strutture corporee più superficiali. stamento orizzontale, in maniera che, se l'eco provie-
106 Capitolo IX
ne da una struttura in movimento, «disegnerà» verti- di scansione)). Successivamente tutto il sistema è azzerato ,
calmente l'andamento del movimento stesso in fUn- (fase di azzeramento). Ultimato il primo ciclo, il cristallo
zione del tempo (fig. IX.6). ripete il procedimento lungo la linea adiacente, e così via
fino alla scansione per «raggi>l successivi di tutto il settore
corrispondente al formato dell'immagine.
3. IJimmagine ecotomogra(ica Quando tutta l'informazione è acquisita, un pcru1ello
elettronico <<riceve» l 'insieme dei dati e invia i segnali neces-
ecotomografica, detta anche in B- sari al monitor TV, nel quale ogni eco è rappresentato sotto
mode (Brightness Mode), è una rappresentazione forma di un punto di luminosità crescente al crescere dell'in-
elettronica su monitor TV dei punti di formazione tensità e posizionato lungo la linea alla profondità di perti-
degli echi di ritorno prodotti dal transito nella sezio- nenza. Successivamente il convertitore verrà cancellato sì da
ne corporea in studio degli impulsi ultrasonori. Ogni poter ricevere le infonnazioni relative alla successiva imma-
eco è rappresentato da un punto di luminosità pro- gine.
Tutto il procedimento è completato in un tempo suffi-
porzionale alla sua intensità. cientemente breve per consentire l'acquisizione di almeno
Gli impulsi sono inviati secondo linee predefinite: 16 imm/s e quindi di riprodurre il movimento «in tempo
parallele l'una all'altra sì da conferire all'immagine reale>) come in una visione scopica. Le immagini possono
un formato rettangolare (fig. IX.7A); divergenti a essere «congelate» elettronicamente e fotografate con !
partire da un punto di origine (formato settoriale - sistema istantaneo Polaroid, con stampanti termiche o laser,
fig. IX.7B); divergenti a partire da un punto non o registrate in forma dinamica su videocassetta.
visualizzato (formato trapezoidale - fig. IX.7C). Nell'attuale evoluzione tecnologica il processo di for-
Ogni trasduttore produce un formato definito in fun- mazione dell'immagine ecotomografica avviene, in realtà,
zione delle sue caratteristiche tecnologiche: numero attraverso meccanismi più complessi. In particolare, sono
di cristalli, tipo di movimento del cristallo o del tra- utilizzati trasduttori a cristalli multipli attivati elettronica-
mente a blocchi variabili di elementi per ciascuna linea di
sduttore nel suo complesso rispetto alla superficie
vista e con definiti ritardi. I relativi problemi sono molto
cutanea, modalità di attivazione elettronica dei cri- complessi e verranno parzialmente considerati nei paragra-
stalli nei trasduttori più sofisticati. fi successivL
Come ha luogo la formazione dell'immagine ecotomo-
grafica? A titolo esemplificativo supporremo di utilizzare
un trasduttore il cui cristallo è forzato meccanicamente a 4. IJecografo
oscillare descrivendo un angolo di 45° (fig. IX.8). Il cri-
stallo, assunto l'orientamento di partenza, emette il primo È costituito fondamentalmente da:
impulso di US (jase di emissione). Si pone quindi in - un trasduttore che genera il fascio di US e riceve
registrando uno per uno gli echi di ritorno lungo gli echi di ritorno;
la linea in scansione (fase di ricezione). L: informazione di un sistema elettronico che guida il trasduttore nel
intensità e di provenienza di ogni eco è transitoriamente
suo ciclo elettroacustico e elabora il segnale;
depositata in un dispositivo di memoria detto «Convertitore
- un convertitore di scansione che digitalizza e
memorizza i dati mentre procede la scansione e li
converte successivamente nel formato richiesto;
- un sistema di visualizzazione e di registrazione
dell'immagine o del tracciato.
Come è comprensibile, per motivi di versatilità
ogni ecografo è corredato da più trasduttori: è così
possibile scegliere, estemporaneamente, il formato di
scansione e la frequenza di emissione a seconda del-
l'organo in studio.
Fig. IX.6. Tracciato TM-mode. Il tracciato dimostra le escursioni Modernamente, ogni trasduttore è costituito da una
sistoliche e diastoliche della valvola mitralc (freccia) e delle struttu-
re incontrate dal fascio di US al di sopra di essa (vcntricolo destro, cortina di cristalli piezoelettrici disposti su un piano linea-
setto intcrventricolarc) c al di solto (parete posterolaterale del ventri- re o curvilineo e attivati elettronicamente in sequenza pre-
colo sinistro). definita. Sul suo involucro è indicato l'intervallo di fre-
IX
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L'ecografia 107
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ltà, Fig. IX.7. Formalo dell'immagine ecotomografica.
mo A: rettangolare; B: settoriale; C: trapezoidale. Sulla
ca- destra sono riportate, in esempio, tre sezioni ecoto-
. di mografiche del rene destro ottenute nei diversi for-
,Jto mati di scansione.
.ra-
quenze espressivo dell'ampiezza di banda dello spettro in lizzato con ampiezza di banda caratteristica. Mentre nelle
fase di emissione (ad es., 2-4 MHz). Estensione della apparecchiature analogiche queste procedure sono gestite
banda e geometria dell'involucro dipendono dallo specifi- da circuiti elettrici, in quelle digitali la gestione dei proces-
co campo di utilizzazione (v. paragrafo IX.6). Nuovi mate- si di formazione dell'immagine avviene sulla base di preci-
riali piezoelettrici compositi consentono di estendere note- si algoritmi di calcolo già a partire dal generatore di fanna
volmente la banda di emissione dci trasduttori, emettendo d'onda. Il processo di eccitazione dei cristalli assume quin-
impulsi ultrasonori molto brevi e di elevata potenza, con di maggiore precisione nel calcolo dei ritardi di attivazione,
significativi vantaggi in termini di qualità dell'immagine e permettendo grande flessibilità nella modulazione delle
di maggiore versatilità d'impiego del trasduttore. caratteristiche del fascio che risulterà ottimizzato per otte-
nere focalizzazioni multiple in trasmissione e ricezione,
nel nonChé larga ampiezza di banda. Questo processo, reso pos-
Gli ecografi di più piccole dimensioni, «portatili»
l e nel senso stretto della parola, sono sufficientemente llig. IX.S. Modalità di acquisizione
versatili da consentire l'acquisizione di immagini di dell'immagine ecotomografica con
e li trasduttore meccanico a cristallo
>; buona risoluzione di organi superficiali e profondi e singolo oscillante. 11 cristallo, assun-
me la valutazione con tecniche Doppler. to l'orientamento di partenza a un
Gli ecografi multidisciplinari sono basati su tec- estremo dell'arco di oscillazione
nologie totalmente digitali e rendono possibile l 'u- (A), acquisisce la prima linea dì
iità scansione (l); successivamente si
:o sì tilizzazione di tecniche di formazione d'immagine sposta verso il centro acquisendo
) di «avanzate!> (v. paragrafo IX.l 0). Il principale van" linee adiacenti per raggi successivi;
taggia risiede nei processi di acquisizione e di ela- quando raggiunge la posizione ver-
\el- ticale rispetto all'asse del trasduttore
borazione del segnale sofisticati, in grado di (B) ha acquisito un numero di linee
tersi in un apprezzabile miglioramento della qualità pari a metà del formato dell'imma-
una dell'immagine rispetto agli ecografi analogici. gine (n/2); la scansione è completa-
1ea· la quando il cristallo n1ggiunge l'o-
rientamento opposto a quello di par-
JfC· L'eccitazione dei cristalli del trasduttore in numero e in tenza (C). Hformato dell'immagine
fre- sequenzrt opportuna rende possibile ottenere un fascio foca- è seHoriale.
108
slbile dall'aumento della potenza di calcolo degli elaborato- 5. Struttura dell'immagine ecotomogra.
Capitola IX l'i
ri, si riflette in un significativo miglioramento della risolu-
zione spaziale, della risoluzione di contrasto e della risolu- fica
zione temporale dell'immagine ecotomografica.
Nell'immagine ecotomografica la distribuzione 1,
In ecografia la risoluzione spaziale assiale esprime la degli echi consente di riconosccm i contorni e la strut-
1
capacità del fascio di US di separare due oggetti disposti in tura interna (ecostruttura) dell'entità in studio. La pre-
serie lungo l'asse di propagazione. La minima separazione senza di echi dimostra che questa possiede un'orga-
riso\vibile è dell'ordine di 0,1 mm. La risoluzione è fun- nizzazione interna non omogenea e presenta conse-
zione inversa della lunghezza spaziale dell'impulso ultra- guentemente interfacce più o meno numerose (paren-
sonoro (cioè del prodotto della lunghezza d'onda e del chima epatico, splenico, renale, masse neoformate,
numero di onde contenute nell'impulso) e aumenta con la etc.). Cassenza di echi dimostra che l'entità esamina-
frequenza del fascio. La risoluzione spaziale :laterale ta è perfettamente omogenea e il fascio non incontra
esprime la capacità del fascio di US di separare due ogget-
ti adiacenti: questi saranno «risolti)) se la sezione del fascio
è minore dello spazio che li separa. La minima separazio-
ne risolvibile è di qualche decimo di mm. La risoluzione
u.s.
--
può essere aumentata o mediante l'attivazione simultanea
di un alto numero di elementi del trasduttore (apparecchia-
ture con elevato numero di canali, sino a 1024!) o eccitan-
do in tempi successivi un numero ridotto di eleme'nti e rie-
••
.. ...• ..
laborando opportunamente i segnali (apparecchiature con
elevata potenza di calcolo). La focalizzazione del fascio sul
piano azimutale, cioè lo spessore, è ottenuta con lenti acu-
•
stiche di materiale plastico, ma nuove tecnologie più inci-
sive sembrano prospettarsi allo scopo. La risoluzione di
contrasto, la capacità di riconoscere le superfici di
separazione tra aree strutturalmente simili (e quindi con
valori vicini di impedenza acustica), dipende dal tipo di
materiale piezoelettrico utilizzato, dai sistemi di amplifica-
zione e di compensazione, dal numero di livelli di grigio
che il sistema di visualizzazione è in grado di presentare.
Quanto migliore è la risoluzione di contrasto, tanto mag-
giore la capacità del sistema di rilevare gli echi di bassissi-
ma intensità. La risoluzione di contrasto migliora Con l'au-
mentare della risoluzione spaziale (discriminazione di pic-
coli oggetti) e la riduzione del rumore elettronico. Negli
ecografi di ultima generazione sono utilizzati algoritmi
speciali per adattare la forma e la banda dell'impulso ultra-
sonoro alle caratteristiche ecostrutturali del tessuto in
esame. Per migliorare la risoluzione temporale del siste-
ma è opportuno trasmettere un fascio ultrasonoro scarsa- Fig. IX.9. Echi speculari e diffusi. A: interfacce con superfici più
mente focalizzato con ricezione del segnale su diverse linee grandi della sezione del fascio di US danno origine a echi forti e di
di vista focalizzate ed elaborate in parallelo. intensità dipendente dall'angolo di incidenza dci fascio (echi di tipo
speculare). B: intcrfaccc più piccole della sezione del fascio di US
Tutte le macchine attuali dispongono di molteplici pos- danno origine a echi piccoli e di intensità indipendente dal! 'angolo di
sibilità di regolazioni di e postelaborazione. Le incidenza, con irradiazione dell'energia ultrasonora in tutte le dire-
prime consentono di agire su alcune caratteristiche del- zioni (echi di tipo diffuso). C: sezione ecotomografica del fegato con
l'immagine (bordi, contrasto, rumore), le seconde agiscono dimostrazione della conOuenza delle vene sovraepatichc nella vena
sui livelli di grigio dell'immagine memorizzata per otti- cava inferiore. I.:ecost.ruttura del pnrenchima epatico è costituita da
mizzarne la presentazione sul monitor. echi diffusi, omogenei, di bassa intensità, tra i quali sono talora intcr·
poste strutture (per lo più peduncoli portali) di più ampia
Data la complessità delle attuali apparecchiature eco- (punte di freccia) che danno luogo a piccoli echi di tipo speculare. E
grafiche, le possibili fonti di artefatti sono nUmerose. visibile un piccolo angioma ovalare caratterizzato da echi diffusi di
Trattasi di materia per la quale si rimanda al più alta intensità situato a ridosso della vena sovraepatica destra. La
lavoro di Oliva: «Gli artefatti in ecotomografia)), Ed. delimitazione del fegato è data, nella parte inferiore dell'immagine,
Masson, Milano, 1986. dall'intcrfaccia lineare del diaframma, costituita da echi specnlari.
L'ecografia 109
Un importante sviluppo dell'ecografia intraopera- nata in TM-mode per una migliore analisi temporale degli
toria è l'ecografia laparoscopica che si è andata eventi del ciclo cardiaco. Tutti gli ecocardiografi di ultima
diffondendo di pari passo con le nuove tecniche di gene.razione sono dotati di sistemi color- e power-Doppler,
videolaparoscopia e colecistectomia laparoscopica. nonché di tecniche di valutazione del MdC (v. paragrafo
rassociazione dell'ecografia consente di integrare la IX.9) c di funzioni di calcolo avanzate. La rappresentazio-
visione di superficie della laparoscopia con lo studio ne simultanea sul monitor del segnale elettrocardiografico
consente di correlare l'evoluzione temporale dei fenomeni
di profondità, e trova importante indicazione nella
elettrici e meccanici cardiaci. La frequenza dei trasduttori,
dimostrazione di calcoli nella via biliare principale a piccola superficie di appoggio, è solitamente di 2-4 MHz.
durante l'intervento di colecistectomia. Talora sono utilizzati trasduttori transesofagei da 5 MHz.
Le sonde laparoscopiche utilizzano in genere un tra-
sduttore lineare elettronico o microtrapezoidale di frequen-
za compresa tra 5 e 9 MHz montato su uno strumento privo 7. Ecografia interventistica
dì ottica. La lunghezza della sonda varia nei diversi model-
li, mentre la larghezza è di l Omm per adattarsi pienamen- Numerose manovre invasive diagnostiche e/o tera-
te al calibro del trocar sì da evitare la fuoriuscita di aria che peutiche possono essere eseguite sotto guida ecoto-
possa ostacolare il mantenimento del pneumoperitoneo. La mografica. La disponibilità di aghi sottili, che mini-
parte terminale della sonda, dove è posto il trasduttore, può mizzano la probabilità di insorgenza di complicanze
essere rigida o flessibile. La flessibilità, controllabile pur consentendo il prelievo di materiale sufficiente
mediante apposite manopole, rende lo strumento meglio
manovrabile all'interno di aree ristrette della cavità addo-
per l'interpretazione citologica, e la possibilità di
minale e permette inoltre una migliore aderenza sulla controllarne «in tempo reale» sul monitor direzione e
superficie di appoggio del campo chirurgico. La sterilizza- posizionamento, ha reso l'ecografia interventistica
zione dello strumento ha luogo mediante immersione in parte integrante di molti protocolli. L'esecuzione
soluzioni gennicide. della puntura percutanea ecoguidata può aver luogo a
mano libera o utilizzando sonde e dispositivi idonei.
J: l Il ruolo centrale che l'ecocardiografia occupa
,_ attualmente nella diagnostica cardiologica è conside- Costituiscono indicazioni diagnostiche: il prelievo cit_o-
,_
rato specificamente nel paragrafo XVIII.2, al quale si logico e istologico; il prelievo di materiale lìquido Qa sotto-
rimanda. È qui sufficiente dire che le informazioni porre a esami chimico-biochimici, colturalì, citogenetici; l'i-_
diagnostiche apportate dall'ecocardiografia sono di niezione di mezzi di contrasto in organi cavi o in cavità
tale importanza da ritenere questa tecnica di imaging logiche; la misurazione di caratteristiche fisiche dei tessuti
diagnostico parte integrante del! 'esame clinico. biologici (pressione, etc.).
,_
Costituiscono indicazioni terapeutiche: lo
di di raccolte; l'apposizione percutanea di drenaggi; la nefro-
,_ L: ecocardiografo presenta alcune caratteristiche tec n
stomia; l'alcolizzazione di noduli tiroidei e neoplasie epa-
di i che che lo rendono atto a una migliore valutazione delle
tiche; l 'iniezione mirata di antibiotici, chemioterapici, anti-
o; strutture in rapido e continuo movimento. Produce imma-
gini ecotomografiche ad alta cadenza (fattore fondamenta- blastici e semi radioattivi.
'n-" le per la corretta analisi del movimento) sulle quali è pos-
n)
sibile selezionare una linea di scansione che viene esami-
n-
8. IJeffetto Doppler
le
ni Con tale dizione si fa riferimento al fenomeno indi-
ti- viduato da Johann Christian Doppler: la frequenza di
re un'onda ultrasonora che incontra una struttura in
in movimento subisce una variazione di entità
e- te proporzionale alla velocità del movimento stesso, in
le aumento se la struttura si muove avvicinandosi al tra-
o-
,Je sduttore, in diminuzione se la stnlttura si allontana dal
il Pig.IX.ll, Effetto Doppler. fi "'frequenza dell'onda incidente; fr"'
trasduttore (fig. IX. l l). Le apparecchiature ecografi-
frequenza dell'onda riflessa; freccia"' direzione del flusso; $"' ango- che in grado di evidenziare l'effetto Doppler confronta-
"' lo di incidenza del fascio di US rispetto alla direzione del flusso. no fra loro, istante per istante, le frequenze dell'onda
112 Capitolo IX
incidente (fi) e dell'onda riflessa (fr), e ne calcolano la Sono disponibili, nella pratica, tecniche Doppler
differenza (Doppler shift). non selettive .di profondità (Doppler continuo) e tecni-
che Doppler selettive di profondità (Doppler pulsato).
Il Doppler shift dipende dalla velocità della struttura-
bersaglio secondo la relazione: Nel Doppler continuo (fig. IX.l2A) sono utilizzati
due cristalli piezoelettrici indipendenti montati sullo stesso
(2 fi V cosa)lc supporto: uno emette un fascio continuo di US di frequen-
za definita, l'altro riceve il fascio riflesso. Questa tecnica
non ha limite di velocità misurabile ma non rende possibi-
dove: !1fè il Doppler shift;jj è la frequenza dell'onda inci-
le la differenziazione di segnali provenienti da vasi diversi
dente; Via velocità di movimento della struttura-bersaglio; situati lungo l'asse del fascio; in altri termini, non consen-
a l'angolo di incidenza del fascio di US rispetto alla dire- te risoluzione di profondità. Viene impiegata comunemen-
zione di movimento della struttura-bersaglio; c la velocità te per lo studio dei flussi nei vasi superficiali.
di propagazione degli US nei tessuti molli, pari a 1540 m/s. Nel Doppler pulsato (f1g. IX.12B) sono utilizzate
sonde convenzionali per ecotomografia in cui il cristallo
Nella pratica clinica la struttura in movimento è (unico o multiplo) è alternativamente posto in fase di emis-
costituita dal sangue e il Doppler shift è prodotto sione e di ricezione. Il vaso da esaminare viene scelto sotto
dalla diffusione del fascio di US a seguito ddl'intera- la guida dell'immagine ecotomografica. È possibile in que-
zione con i globuli rossi. Mentre fi e fr risiedono nel sto modo, posizionando il volume di campionamento del
segnale all'interno del vaso prescelto, ottenere informazio-
campo ultrasonoro (MHz!) e non sono quindi udibili, ni sul flusso ematico nel suo contesto, eliminando sovrap-
il Doppler shift risiede nel campo sonoro (ki-Iz!) e può posizioni o interferenze dovute a vasi sovra- o sottostanti.
quindi essere amplificato sì da divenire udibile. Il procedimento, quindi, consente risoluzione di profon-
Durante l'indagine, quindi, l'operatore ascolta dei dità.
suoni le cui frequenze variabili nel tempo sono
tamente correlate alla velocità del sangue. Benché Il Doppler continuo, realizzabile con apparecchiatu-
l'orecchio umano sia uno strumento sensibilissimo re di scarso ingombro e basso costo, ha indicazioni limi-
nell'analizzare questi suoni, la necessità di schema- tate allo studio dei distretti corporei nei quali la man-
tizzarli, aggettivarli e registrarli ha indotto allo svi- canza di sovrapposizione vascolare non richiede risolu-
luppo di strumenti analizzatori di spettro che zione di profondità (tronchi aortici! vasi periferici degli
tono di riportare all'interno di un sistema di assi arti!). I sistemi Doppler pulsato, viceversa, parte inte-
tesiani un tracciato spettrale nel quale sonO grante di tutti i moderni ecografi, offrono grandi possi-
sentate simultaneamente tutte le frequenze rilevate, bilità di rappresentazione dei flussi vasco lari. Tre sono
l 'intensità e la fase di ciascuna di esse, e le variazioni le modalità di utilizzazione: il color-
nel tempo. Una volta noti l'angolo a e la fi, Doppler e il power-Doppler.
Nell'eco-Doppler (fig. IX.l3A e B) il volume
nando il Doppler shift è possibile risalire alla velocità campione è posizionato lungo una linea di vista del-
del flusso ematico. Canalisi del tracciato spettrale
permette inoltre di acquisire indicazioni sulla presen-
za, sulla direzione e sul tipo di flusso (arterioso,
so, laminare, turbolento, etc.), e di determinare attra-
verso appositi programmi di calcolo indici importan-
ti per la sua caratterizzazione.
)pier
ecni-
ato).
izzati
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c.nica
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versi
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iatu-
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;ono
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Fig. IX.13. Eco-Doppler. Il volume campione è posizionato dall'o- Fig. IX.14. Color-c power-Dopplel'. In entrambi questi sistemi l'analisi
peratore lungo una linea di vista de!l 'immagine ecotomografica (A) Doppler è ottenuta non da nn singolo volume campione, ma da un'arca
all'interno del vaso oggetto di valutazione (B). Nef tracciato spettra- di interesse fonnata da una serie di ipotetici volumi campione posti in
le ottenuto (C), le velocità massime sono indicate dal profilo supe- serie lungo lince di vista (A). Nella scansione color-Doppler
riore dello spettro, (frecce) le velocità minime dal profilo inferiore (B) della vena splenica all'ilo della milza (M), dato il decorso tortuoso
(punte di freccia), mentre l'omogeneità del flusso è espressa dallo del vaso il flusso è codificato in colore blu qnando 1: in allontanamento
spazio compreso tra profilo inferiore del tracciato e linea di base dal trasduttorc (asterischi), in colore rosso quando è in avvicinamento
(asterischi). In B si osservi la sottile linea centrale orientata dall'o- (stella). Nella corrispondente scansione power-Dopplcr (C), espressiva
peratore a livello del volume campione per determinare l'angolo di dell'intensità del segnale (numero di globuli rossi circolanti), il flusso
incidenza tra fascio di US e direzione del flusso, parametro indi- ematico nella vena splenica è rappresentato con un unico colore di tona-
spensabile per il calcolo della velocità. lità costante lungo tutto il decorso del vaso.
leva- l'immagine ecotomografica all'interno del vaso invece la rappresentazione simultanea dell'imthagine
scio; oggetto di valutazione, sì da paterne rappresentare il ecotomografica e del! 'informazione di flusso,
nter-
ione. flusso nell'analisi spettrale (fig. IX.I3C). La ta effettuando l'analisi Doppler non da un singolo
1ati a radi selezione del vaso avvie,ne in tempo reale, sotto volume campione ma da un'area di interesse formata
controllo visivo. Il colorw e il power-Dopplcr offrono da una serie di ipotetici volumi campione posti lungo
114 Capitolo IX
l'asse delle profondità per linee di vista adiacenti (fig. diversa da quella del sangue, consente di ottenere un
IX.14A). L'immagine risultante è quindi la somma di forte segnale diffusione del fascio di US, incremen-
due componenti: una ecotomografica e una propria- tando l'ecogenicità del sangue e l'intensità del segnale
mente Doppler. Il color- e il power-Doppler non fanno vasale nei tessuti in cui esse circolano.
uso dell'analisi spettrale, alla quale si può comunque
ricorrere in una seconda fase per ottenere un appro- Le microbo Ile costituite da aria vanno incontro, dopo la
fondimento mirato. somministrazione e.v., a rapida solubilizzazione nel san-
gue. Per prolungarne l'emivita vengono quindi opportuna-
Il color-Doppler (fig. IX.14B) visualizza la fase del mente «incapsulate» in materiali organici: galattosio e
segnale (in colore rosso quando la direzione del flusso è in acido palmitico (Levovist Schering), fosfolipidi (Sonovue
avvicinamento al trasduttore, in colore blu se è in allonta- Bracco), albumina (Optison Nycomed). Quale alternativa
namento), la media delle M rilevate da ciascun campiona- è possibile l'uso, in vece dell'aria, di gas inerti scarsamen-
mento (con tonalita più chiare o più scure a seconda dei te solubili nel sangue (perfluorocarburi). Le
maggiori o minori valori assoluti) e le variazioni nel tempo. della capsula modulano l'azione del lyldC .in riferimento
Non dà invece rappresentazione dell'intensità del segnale, alla stabilità, all'accumulo nei parenchirrii, alla produzione
per l'impossibilità di esprimere in fonna analitica tutte le di armoniche.
componenti di M come avviene neli 'analisi spettrale. Offre Tutti_i MdC citati, dopo la fase vascolare e prima dei
buona panoramicita e immediatezza nella lettura del segna- loro dissolvimento, si accumulano nel fegato e nella milza
le, aspetto particolarmente utile nello studio di cor- verosimilmente per l'adesione delle microbolle all'endote-
porei con circoli vascolari complessi. lio dei sinusoidi. Questa organospecificità è alla base dello
Il power-Doppler (fig. IX.l4C) visualizza, viceversa, sviluppo di tecniche ecografiche <ldedicate». La tollerabi-
l'intensità del segnale e le sue variazioni nel tempo. Questo lità è comunque molto buona e gli effetti secondari poco
parametro (proporzionale in qualche misura al numero di rilevanti (circa il l 0% dei soggetti lamenta dolore in sede
globuli rossi circolanti e non alla loro velocità!) è calcola- di iniezione e/o sensazione di caldo o freddo).
to dalla somma delle intensità delle singole componenti di
M, positive o negative. Necessita quindi di un unico colo- I MdC interagiscono con il fascio di US in
re, le cui tonalita più chiare o più scure indicano rispettiva- ra complessa dipendente dal prodotto utilizzato, dalle
mente intensità maggiori o minori. In raffronto al color- modalità di somministrazione e dalle caratteristiche ·
Doppler, il power-Doppler non consente di rilevare la dire- del fascio.
zione del flusso e offre una rappresentazione meno ade-
guata di alcuni fenomeni emodinamici, quali pulsatilità,
analisi del profilo del flusso, turbolenze e alterazioni foca-· Parametro determinante le modalità di interazione è la
li di velocità. I suoi vantaggi risiedono in una maggiore
sen.sibilità ai flussi lenti e in una minore dipendenza dal-
l'angolo Doppler, che consente di ottenere un'ottimale
IM
delineazione del segnale Doppler in vasi tortuosi. 1 ,O
La caratterizzazione del flusso vasale mediante il
color- e power-Doppler permette di acquisire infor-
mazioni utili non solo nella diagnostica vascolare, ma 0,6
anche nello studio delle lesioni parenchimali. In que-
ste, la dimostrazione di flusso, la valutazione delle
sue caratteristiche, della morfologia dei circoli nor-
mali e di quelli neoformati, possono consentire
gnosi precise di natura della patologia in esame.
0,0
Fondamentale Armoniche Distruzione delle
9. Mezzi di contrasto Fig. IX.15. Modalità di interazione delle microbolle con un fascio di
US. A basso indice meccanico (IM), la risposta delle microbolle,
Sono costituiti da soluzioni o sospensioni conte- lineare e simmetrica, avviene nel! 'ambito della frequenza fondamen·
nenti nel loro contesto bolle gassose estremamente pic- tale; per valori più elevati, la risposta è lineare ma asimmetrica, e
tende a generare delle armoniche oltre alla fondamentale; ad alto
cole(< 7 in grado di attraversare il filtro polmo- indice meccanico, si determina la rottura delle microbolle con pro·
nare. L'impedenza acustica di tali microbolle, molto duzione di un segnale transitorio, non lineare, ad alta intensità.
IX L'ecografia 115
in fase arteriosa e portale (tecnica di imaging intermitten- bidimensionale di estensione laterale maggiore rispetto
te,jlash-echo ). all'apertura del trasduttore. La tecnologia per la formazio. 1
Recentemente sono stati sviluppati "nuovi algo1"i1mi · ·, Fig. JX.lS. Tecniche ecografiche avanzate. A: ricostruzione bidi-
menSionale ad ampio campo di vista dell'arteria carotide comune
di ricostruzione bidimensionale ad ampio campo di sino al !ivello della biforcazione. B: ricostruzione tridimensionale del
vista e tridimensionale dell'immagine ecotomografica sistema vascolare del testicolo a partire da una serie di immagini
e Doppler (fig. IX.18). acquisitè· con tccn_ica, power-Dopplcr; la tecnica consente di delinea-
re il çomplçflSQ siste.ma di vasi intraghiandolari a disposizione radia-
le, che c.onncitOno il mcdiastinum testis (freccia) con il plcsso capsu-
Nel primo caso, la .scansione, basata su trasduttori lare (Ji:unte di freCcià). C: 'ricostruzione tridimensionale di superficie
lineari, consente di ottenere mediante un procedimento di del profilO de! Viso di uh: feto a partire da una sequenza di immagini
autocorrelazione tra linee di vista adiacenti un'immagine ecotomoj:;ràflchè ottcnnt"e in utero.
IX L'ecografia 117
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CAPiTOLO X
LA TERMOGRAFIA
t.I!immagine termografica
La temperatura cutanea varia ampiamente da
distretto a distretto in funzione dell'attività termoge-
netica delle strutture sottostanti (in particolare,
parenchimi e muscoli) e della operatività dei mecca-
nismi di smaltimento del calore. Entrambi questi fat-
tori possono essere significativamente alterati da pro-
cessi patologici: la determinazione di «mappe della
temperatura cutanea» può assumere, conseguente-
mente, grande significato clinico. La termografia si
occupa della produzione e dell'analisi di queste
mappe, le quali costituiscono vere e proprie immagini
corporee rappresentative punto a punto della tempe-
ratura cutanea. Fig. X. I. Componenti dell'immagine teletermografica. Nella parete
anteriore del torace, sul calore di fondo, a distribuzione relativamen-
È opportuno ricordare che: te unifo1111e in entrambe le mammelle c nella regione sternale (grigio
chiaro), spicca il disegno vasale del reticolo venoso (nel caso in
oggetto, di calibro cospicuo e alquanto asimmetrico tra i due lati). Si
- il calore presente sulla superficie cutanea proviene, osServi l'ipertermia dei solchi sottomammari e delle ascelle.
nella quasi totalità, dalle reazioni esotermiche cellulari
che hanno luogo nelle strutture profonde; termico il tronco. Sono più o m.eno intensamente iper-
- l'involucro cutaneo svolge, dal punto di vista biofisico, termiche, inoltre, tutte le aree nelle quali è difficolto-
un ruolo di interfaccia tra strutture profonde e ambien- sa la cessione di calore all'ambiente: solco sottomam-
te esterno per lo smaltirnento del calore prodotto; mario, ascelle, inguini, pieghe glutee. Nella distribu-
- il calore profondo è veicolato alla superficie cutanea o
zione del calore di fondo vige una certa sil'nmetria cor-
per conduzione (con la quale l'energia d'agitazione ter-
mica passa dalle molecole più «calde)) alle molecole porea, la quale rende possibile, in termini relativi, il
più «fredde)) senza spostamento di materia), o per con- confronto con la corrispondente parte cutanea contro-
vezione (con la quale la veicolazione ha luogo a segui- laterale. Al disegno vasale, prevalentemente venoso,
to dello spostamento di liquidi che fluiscono in struttu- possono contribuire tronchi arteriosi superficiali,
re canalari, ad esempio il sistema duttale della mam- come i peduncoli arterovenosi della mammella.
mella e l'albero vasale). In presenza di un'area focale profonda termogeneti-
ca, l'estensione della superficie cutanea coinvolta per
V immagine termografica è costituita da due com- conduzione nella quale verrà indotta la comparsa di
ponenti eli base: il calore di fondo e il disegno vasale un'area ipertermica- tende a corrisponderle proiettiva-
(fig. X. l). Il calore di fondo costituisce la componen- mente e dimensionalmente: è tanto maggiore quanto
te non focale ed è tanto minore quanto più estesa è la più profonda è l'area focale, rendendosi nel contempo
superficie cutanea in rapporto al volume corporeo che minore il suo tenore termico, e viceversa (fig. X.2A).
riveste, e viceversa. Tipicamente ipotermiche sono le La distribuzione del calore per convezione ha luogo su
mani, i piedi, le orecchie, i capezzoli, i testicoli; iper- estensioni più vaste della superficie cutanea, nélle quali
120 Capitolo x-,
2. Teletermografia
Ogni corpo a temperatura diversa dallo zero assoluto
emette radiazioni elettromagnetiche la cui lunghezza d'on.
da è in rapport9 definito con la temperatura. Questa radia-
zione non è monocromatica ma dispersa in uno spettro a
campana il cui aspetto dipende dalla natura del corpo emit-
tente. Se questo costituisce un «corpo nero», cioè è capace
di assorbire tutta la radiazione che riceve e successivamen-
tre di emetterla, lo spettro è identico qualunque sia la natu-
ra e la forma del corpo.
Fig. X.2. Trasmissione in superficie del calore profondo. È ipotizza- La cute umana si comporta, almeno nei riguardi del-
ta la presenza di un nodulo iperlçrmogcnetico nel contesto della l'assorbimento e dell'emissione di radiazione infrarossa di
mammella. Nella pratica possono verificarsi 3 eventi·. l'operatività lunghezza superiore a 3 ).liTI, come un corpo nero pratica-
del meccanismo di conduzione tessuta/e induce la comparsa di un'a- mente perfetto riscaldato a temperatura di 300°K (27°C). Il
rea ipertcrmica cutanea con buona corrispondenza proicttiva rispetto
alla lesione profonda e gradiente termico inversamente proporziona-
suo spettro di emissione comprende radiazioni di lunghez-
le alla profondità di questa (A); l'opcratività del meccanismo della za d'onda da 3 a 20 ).l.m con un massimo a 10 IJ.m. L'entità
convezione duttale annulla la corrispondenza proicttiva tra lesione dell'irraggiamento dalla superficie cutanea dipende in pra-
profonda c area ipcrtermica cutanea inducendo un'ipertermia loca- tica solamente dalla sua temperatura: le misure dell'ener- '
lizzata all'areola mammaria (B); l'operatività del della gia foto nica emessa sono pertanto vere e proprie misure di ·
convezione vasale induce un aumento diffuso del calore profondo temperatura e viceversa.
senza vere c proprie aree ipertermiche focali (C). La radiazione infrarossa trova nell'atmosfera ostacolo :
alla propagazione venendo assorbita più o meno totalmen-
te. Esistono, tuttavia, finestre atmosferiche per la radiazio-
è indotta la comparsa di un calore di fondo senza aree ne infrarossa di À da 3,5 a 4,5 )..tm e da 9 a Il )lm.
ipertermiche (figg. X.2B e C).
Il paziente, liberato dai relativi indumenti, è sotto-
I meccanismi di cessione del calore superficiale all'am-
posto a preliminare climatizzazione di l 0-15 minuti a
biente esterno sono diversi a seconda della temperatura
vigente nell'ambiente.A 20°C sono operanti tre meccanismi temperatura di 20°C in ambiente a pareti scure e in
(tab. X. l); a 38°C la cessione termica ha luogo solo per eva- assenza di sorgenti termiche. Il rilevamento della
porazione. radiazione infrarossa emessa ha luogo a distanza con
apparecchiature alquanto sofisticate e costose.
In medicina sono stati a lungo utilizzati, a scopo
termografico, due sistemi di rivelazione termica: la Nei t-eletermografi di 1" generazione un sistema costi-
termografia a contatto e la teletermografia. I primi tuito da specchi rotanti e lenti ottiche (fig. XJ) raccoglie la
sono modernamente obsoleti; i secondi trovano indi- radiazione infrarossa emessa dalla superficie cutanea e la
focaliz7..a su un rivelatore a essa sensibile costituito da un
cazioni sempre più limitate al campo vascolare, reu- cristallo di antimoniuro di indio o di telleruro di cadmio
matologico e ortopedico-traumatologico. raffreddato a temperatura dell'azoto liquido. Questo tra·
sforma il flusso fotonico, reso impulsuale per l'interruzio-
ne ritmica apportata da una lama rotante, in un segnale elet-
TABELLA X.l. MECCANISMI DI CESSIONE DEL CALORE CORPOREO
trico di ampiezza proporzionale, il quale è visualizzato su
ALL'AMBIENTE.
di un tubo catodico sotto forma di un punto più o meno
1. Evaporazione (attraverso la sudorazione cutanea e la satura- chiaro su fondo scuro. La superficie corporea in esame
zione del vapore acqueo negli alveoli polmonari). viene scandagliata punto per punto attraverso il movimen·
Contribuisce in ragione del 25% a 20°C. to degli specchi rotanti sì da fornire una mappa bidimen-
2. Convezione (riscaldamento e successivo allontanamento sionale- l'immagine tennografica- in bianco e nero. La
delle molecole di aria all'interfaccia cute/atmosfera). mappa è fotografata in bianco e nero o con falsi colori. Una
Contribuisce in ragione del 30% a 20°C. scala di corrispondenza fra temperatura locale e gradazio·
3. Irraggiamento (vero e proprio fenomeno termodinamico ni di grigio o colore, posta alla base della fotografia, per-
mediante il quale l'energia interna si trasforma in energia mette di valutare direttamente le differenze di temperatura.
elettromagnetica in grado di propagarsi a distanza; fotoni
infrarossi). Contribuisce in ragione del 45% a 20°C. Le immagini in bianco e nero utilizzano una gamma
molto estesa di gradazioni di grigio, in modo da con·
La Termografia 121
)\uto :t;ttl-:
'on. /"'
tdia-
ro a
lnÌ!-
!UCe fi"· x.J. Schema cti funzionamento di un di 1" gene-
nen- . ". ne (da Pistolcs1 et al., 1988). I.R. "' radtaZJonc mfrarossa emes-
tatu- superficie Al e A2 di della radia-
. a specchi rotanh; Bl e B2"' lent1 dt focahzzaz10ne; C= lama
10
del- che interrompe ntm1camente il fascio fotonico conferendogli
10
;a di raueristichc impulsuali; D "'cristallo rivelatore; E= sistema di raf-
ad azoto llquido; F"" circuito di produzione dei segnali
:ica-
elettrici.
}11
1-!ez. sentire una riproduzione dettagliata della mappa termi-
llità ca cutanea. Distribuzione e caratteristiche del disegno
pra- vasale sono analizzabili in maniera valida. Le immagini
ner- ' a colori meglio si prestano, viceversa, per l'analisi dei
·e di · gradienti termici cutanei grazie alla visualizzazione di
una serie di aree isotermiche bene identificabili e diffe-
;olo :
ten- renziabili l'una dall'altra (fig. X.4). I; entità del gra-
zio- diente termico è prefissata in forma opportuna dall'o-
Fig. X.S. Elaborazione dell'immagine teletermografica computeriz-
peratore tra 0,1 ezoc. zata attraverso variazioni di ampiezza della finestra termica. In alto:
immagine primitiva con finestra di base a massima apertura termica.
La digitalizzazione dci segnali, come avviene nei In basso: la finestra termica è ristretta per ottimizzare il contrasto e
tto- termografi di 2' generazione, rende possibile una serie di la variazione della dinamica di presentazione dell'immagine. Nel
tti a elaborazioni delle immagini tali da migliorarne le possibi- caso in oggetto (v. fig. X.!), il disegno vasale del reticolo venoso
in lità diagnostiche: variazioni della dinamica di presentazio- superficiale delle mammelle, mal distinguibile dal calore di fondo
ella ne dell'immagine- fig. X.5; analisi termica; estrazione di nell'immagine primitiva, appare delineato con precisione dopo ela-
borazione grazie all'uso di una finestra termica più idonea alla rap·
con presentazione delle differenze termiche presenti.
caratteristiche; riconoscimento di forme. Risoluzione ter-
)Sii· mica e spazia\e hanno rispettivamente valore di O, l o c e O, l
e la mm. L'immagine primitiva o elaborata, presentata su moni-
e la tor TV mediante una scala di falsi colori, può essere foto-
. un grafata mediante un sistema elettronico automatico .
mio
tra·
3. Indicazioni
Jet·
>SU I rilievi semeiologici termografici sono ·basati sulla
eno
tme valutazione del calore di fondo e del disegno vasale
en· della regione corporea in studio. Entrambi possono
_en· andare incontro ad alterazioni qualitative e quantitati-
La ve di complessa interpretazione fisiopatologica.
Jna del termogramma può consentire:
do· Fig. X.4. Tcletcnnografia convenzionale del collo. Si osservi la strut-
Jer· tura in forma di molteplici aree isotermichc bene l 'individuazione di aree iper- o ipotermiche
1ra. Identificabili e differenziabili l'una dall'altra. del gradiente
è prcftssata dali 'operatore e documentata nella scala di rife- logiche, estese in superficie o focali;
(in basso). Carea fortemente ipertermica osservabile a destra la misura del gradiente di variazione termica
ma e generata da un esteso carcinoma della tiroide. locale;
on·
122
A Patologia vascolare
Arteriopatie occlusive degli arti; sindrome di Raynaud (pos-
sibilità' di documentare le modificazioni dinamiche dopo sti-
moli termici e farmacologici); flebiti e trombosi venose
profonde degli arti inferiori (dimostrazione delle aree
infiammatorie e dei circoli collaterali); varicocele (vasi vari- Fig. X.6. L'informazione funzionale arrecata dalla teh,tocmogmfia.
cosi e ipertermia del testicolo). Tumefazione della coscia a carattere di massa delle i i i'
B. Affezioni di interesse reumatologico una grossa noce, di consistenza dura, liscia, scorrevole sui piani ,
Patologia infiammatoria e degenerativa osteoarticolare; artri- sopra- e sottostanti. L'esame radiografico mette in luce l'omogeneità ;
te reumatoide (controllo evolutivo); algie muscololegamento- strutturale e la regolarità dei contorni della lesione documentando '
se (traumi da ipertensione). dislocazione, senza apparenti segni infiltrativi, dei piani tessutali ·.
C. Ortopedia e traumatologia adiacenti, con assenza di elementi suggestivi di malignità.
Traumi tendinei, muscolari, articolari; fratture (possibile con- I.:eco/omagrajìa conferma la natura solida della lesione e rileva lievi ,
trollo evolutivo del callo osseo). disomogeneità ecostrutturali interne e 411 definito piano di clivaggio :
D. Chirurgia plastica con i tessuti molli circostanti. La teletermograjìa compu/erizzata
Determinazione della vitalità dei tessuti e dei lembi cutanei; dimostra un'elevata ipcrtermogenesi della lesione (+4°C rispetto ai
evoluzione verso la cicatrizzazione degli innesti. tessuti circostanti), inducendonc a sospettare, contrariamente alle
indagini precedenti, la natura maligna. Diagnosi istologica: fibrosar- :
coma.
L'itspecificità dei rilievi termografici non consen- lorquando utilizzata a complemento di indagini dota· ·
te di norma di ottenere risultati sufficientemente accu- te di maggiore contenuto di infOrmazione anatomica,
rati dal punto di yista diagnostico, in particolare per reca spesso il sussidio di un 'informazione funzionale
quanto concerne la discriminazione tra ipertermia neo- importante (fig. X. Q). A buona ragione,·quindi, la ter-
plastica o da altre cauSe. ConsegUentemente, la fermo- mografia deve essere considerata indagine non elet-
grafia raramente raggiunge, allorquando utilizzata in tiva né alternativa, ma più propriamente comple-
forma isolata, risultati diagnostici conclusivi; ma, al- mentare.
CAPITOLO Xl
LA RISONANZA MAGNETICA
l
Questa dizione accomuna un insieme di tecniche Nel complesso, queste tecniche hanno aperto
che Utilizzano il fenomeno fisico della risonanza nuovi orizzonti in diagnostica per immagini, e più
magnetica nucleare (RMN) per: generalmente in medicina, per la possibilità di corre-
lare in vivo, voxel a voxel, morfologia, struttura e fun-
_ produrre immagini di sezione corporee zione.
fia a RM - la N <<nucleare» è oppmiunamente
fia:· omessa nelle applicazioni mediche per i riflessi Il fenomeno. della RMN fu evidenziato
di ' psicologici negativi che è in grado di suscitare in mente nel1946 da Felix Bloch a Stanford e da Edward M.
ani : molti pazienti); Purcell a Harvard, ai quali fu conferito nell952 il Premio
;
_ fornire rappresentazioni isolate di strutture conte- No bel per la Fisica. Le sue applicazioni sono molto impor-
: tanti in chimica e biochimica ove la spettroscopia a RMN
tali nenti fluidi in movimento (angiografia a RM) o
costituisce un potente strumento analitico molecolare. Le
ità.' più o meno stazionari (colangiografia a RM; applicazioni mediche sono più recenti e traggono origine
evi , urografia a RM);
gio . dalle ricerche di Damadian sulla possibilità di discrimina-
- localizzare aree neuronali attivate da stimoli defi- zione tra tessuti normali c tumorali (1971) e dalla ideazio-
'"""
niti (neuro-RM funzionale); ne di una tecnica di codificazione spaziale dci nuclei opera
1lle - determinare, in volumi corporei «mirati» sotto di Lauterbur (1973). Le prime immagini spcrìmentali sul-
:ar- · l'uomo risalgono al 1977, le prime applicazioni cliniche al
guida del! 'immagine, i gruppi chimici o le mole-
cole nelle quali sono contenuti alcuni nuclei ato- 1981.
mici di interesse biologico (1 1P, 1H, 13 C, 21 Na, 19 F):
ta· spettroscopia localizzata a RM;
- in prospettiva, rappresentare in forma di immagi- l. La RMN «a impulsi»
l le ni le mappe di distribuzione di determinati meta-
ef· boliti (tomografia metabolica a RM). Una descrizione sintetica del fenomeno della
el· RrvJN è possibile nei seguenti termini. Alcuni nuclei
le· In tomografia a RM (TRM), tecnica di grande im- atomici, introdotti nel contesto di un campo magneti-
portanza in diagnostica per immagini, il nucleo studia- co uniforme, si rivelano capaci di assorbire energia
to è l' 1H. La tecnica non fa uso di radiazioni ionizzan- elettromagnetica apportata dall'esterno allorquando
ti, ma solamente di campi magnetici e onde a radiofre- questa è erogata con opportuna frequenza (questo
quenza (RF): la sua relativa sicurezza biologica è un «assorbimento risonanteìì rende conto della dizione
importante elemento che ne incrementa la diffusione del fenomeno). La frequenza di risonanza è definita
clinica. Il piano di sezione può essere orientato a pia- dal tipo di nucleo in considerazione e dali 'intensità
cere (fatto, questo, spesso importante dal punto di vista del campo magnetico, ma risiede sempre nel campo
anatomoclinico). Il contrasto può essere oggetto di delle radiofrequenze.
mutamenti radicali indotti in forma controllabile (l'o-
Due modelli consentono di descrivere compiutamente
peratore effettua, in proposito, scelte tecniche determi-
il fenomeno della RMN: quello classico vettoriale e quello
nanti). Le prospettive di caratterizzazione tessutale elettrodinamico quantistico. Ciascuno di essi mette meglio
sono valide. Immagini tomografiche a RM possono in luce alcuni aspetti, sì che nella pratica una descrizione
essere ottenute, sia pure a bassa risoluzione, con l'uti- «ibrida)) è la più utile.
lizzazione di altre specie nucleari (1 1P, 21 Na). I nuclei atomici contenenti un numero dispari di proto-
124 Capitolo X(:
nido ncutroni- quindi, ad esempiO, l' 1H al quale faremo Fig. Nel nucleo del! ''li, la
specifico riferimento - sono intrinsecamente dotati, per rotazwne del protone (p") deter.
caratteristiche della loro struttura, di una proprietà misura" mina la comparsa di un momen.
bile denominata spin. Lo spin è privo di un analogo macra- to magnetico 11, il quale ha orien.
lamento uguale a quello del mo.
eS
fisico: è uso comune, tuttavia, assimilarlo al momento mento angolare di spin: conse.
angolare di un sistema macroscopico ruotante, ad esempio guentemente, il nucleo de\I''B
una trottola. Lo spin, l, è «quantizzato»: può cioè assume- può essere assimilato a una mi-
re soltanto valori discreti interi o semi-interi. In termini di p' croscopic.a spira percorsa da cor-
analogia, l'asse di rotazione del nucleo può essere osserva- rente elettrica o a un aghetto ma-
to, all'atto di una misura, solamente in un certo numero di gnetizzalo.
stati, 2I+l. Il nucleo dell' 1H, come la maggior parte dei
nuclei di interesse biologico (tab. XI. l), ha spin 1/2 e può, rallelo (corrispondente allo stato spin-in-giù). Per le restri- ·
dunque, essere osservato in due soli stati: spin-in-su e spin- zioni di natura quantistica l'allineamento non può essere
in-giù (fig. XL t)'. perfetto (fig. XIJA), sì che il persistere dell'azione delle
forze del campo costringe lo spin a un moto di precessione
TABELLA XJ.l. ALCUNE CARATTERISTICHE DELLE PIÙ IMPORTAI\TI attorno alla direzione del campo (fig. XIJB). ·
SPECIE NUCLEARI DI INTERESSE IN RM. La frequenza di precessione, detta frequenza di
Larmor, è direttamente proporzionale all'intensità del
Quantità Rapporto Frequenza di campo magnetico applicato. È una grandezza del tutto fon-
Specie dell'elemento giromagnetica nsonanza damentale per la comprensione del fenomeno della RMN:
nne !curi nel corpo spin y/2rr. (MHz)
umano (g) (MI-Iz/T) a 1,5 T in termini di analogia definisce la velocità con la quale è
necessario «inseguire» i nuclei in precessione per poter
'H 6930,0 112 42,58 63,86 loro cedere energia e forzarli al cambiamento tra i due pos-
"C 160,0 112 10,71 16,06 sibili stati energetici.
"N 1793,3 l 3,08 4,62 I singoli nuclei di ciascuna sottopopolazione precedo-
"0 15,9 512 5,77 8,64 no in incoerenza di fase lungo l'orbita precessiona\e: visi-
"F 2,6 112 40,05 60,12 vamente ciò si può rappresentare con una caratteristica
llNa 100,0 312 11,26 )6,90
"P 780,0 112 17,23 25,88
immagine «a doppio cono contrapposto» (fig. XI.4A).
:C eccesso di nuclei spin-in-su fa sì che la somma vetto-
La rotazione cui è assoggettata la carica elettrica riale dei momenti magnetici (come è facile verificare con la
nucleare conferisce all' 1H un momento magnetico, !J, regola .del parallelogramma) dia risultato non nullo: il vetto-
avente direzione e verso uguali al momento angolare. Sotto re-somma, disposto longitudinalmente secondo direzione e
certi aspetti è quindi possibile pensare a questo nucleo verso del campo magnetico esterno, assume valori misurabi-
come a una microscopica spira percorsa da corrente o a un li dall'esterno ed è quindi detto magnetizzazione ·macro-
,aghetto magnetizzato (fig. XL2). scopica, M0. Rappresenta <<in forma corale» i nuclei in
In presenza di un campo magnetico esterno B0 il sin- eccesso spin-in-su (circa 10 11 in l cm3 di tessuti moili). La
golo spin (termine, questo, abbreviativo di @ucleo dotato di magnetizzazionc maeroscopica si comporta come una singo-
spin e quindi di momento magnetico») è forzato a un orien- la entità dotata di momento magnetico.
tamento nella direzione del campo, nel verso parallelo (cor- La misura della magnetizzazione macroscopica è pos-
rispondente allo stato spin-in-su ed energeticamente favori- sibile, per motivi tecnici, solo su un piano trasversale
to perché a più bassa energia potenziale) o in quello antipa- rispetto alla direzione del campo magnetico esterno. Poiché _
in situazione di equilibrio M0 è longitudinale e ha compo-
Fig. XI.1, Lo stato spin"in-su e nente trasversale nulla, è necessario allontanarla dal suo
spin-in giù. Lo spin è privo dì un allineamento di equilibrio. Ciò può aver luogo introducen·
analogo macrofisico: può esse- do un secondo campo magnetico esterno diretto trasversal-
re, tuttavia, ·assimilato al mente sì che M0 sia forzata a precedere attorno ad esso (e
momento angolare di un sistema
macroscopico rotante, ad esem- quindi ad allontanarsi dall'allineamento longitudinale).
pio una sfera. Disponendo la Questo campo deve ruotare attorno al precedente alla fre-
mano destra con il pollice esteso quenza di Larmor. Effetti del tutto equivalenti sui singoli
e le altre dita flesse, l'orienta- spin e su M 0 possono essere ottenuti utilizzando, in vece ,
A
' _mcnto di queste determina il
verso della rotazione: se il polli-
del campo magnetico rotante, un'onda elettromagnetica
ce è diretto verso l'alto (A), .si diretta trasversalmente e avente frequenza uguale a quella
configura lo stato spin-in-su; se di Larmor.
è diretto verso il basso (B), si Quali eventi ne conseguono? J singoli spin sono forza-
configura lo stato spin-in-giù. ti a precedere in coerenza di fàse lungo l'orbita prccessio-
La rismwnza magnetica 125
:c----
di rifletterà proprietà biofisiche diverse dei tessuti campi magnetici oscillanti prodotti da altri nuclei magneti.
occupanti il singolo voxel. Su questa base è generabi- ci, da ioni e aventi proprietà paramagnetiche, da
le un contrasto multiparametrico, modulabile e molecole magnetizzate per la rotazione veloce della carica
non unidirezionale tra i diversi tessuti biologici. elettronica. n trasferimento di energia è tanto più efficace
quanto più la frequenza di oscìllazione di queste entità
approssima quella di Larmor. Grande importanza hanno, in
proposito, le dimensioni della molecola:
2. I meccanismi del rilassamento
le grosse molecole, ad esempio le proteine, hanno uno
Come abbiamo visto, non appena cessato l'impulso di spettro ristretto di frequenze di rotazione e la frazione
eccitazione inizia il rilassamento spin-spin, con progressi- di molecole che ruota alla frequenza di Lannor è molto
vo defasamento nucleare, al quale consegue una diminu- piccola;
zione della magnetizzazione trasversale e quindi del segna-
- le molecole di medie dimensioni, ad esempio i lipidi
le prodotto nella bobina di ricezione. Candamento nel hanno uno spettro più ampio di frequenze di
tempo è esponenziale e la costante che governa il fenome- e la frazione di molecole che ruota alla frequenza di
no è detta T2 «spurio», o T2*. Il T2* dà una misura simul- Larmor è molto elevata: da esse è dunque da attender.
tanea degli effetti sulla frequenza di precessione del singo- si un contributo elevato al rilassamento TI;
lo spin indotti dalle interazioni con i dipoli magnetici a
mobilità nulla del microambiente (disomogeneità - le piccole molecole, come l'acqua, hanno uno spettro
molto ampio di frequenze di rotazione e la frazione di
ca tessutalc) e dalle inevitabili disomogeneità del campo
molecole che ruota alla frequenza di Larmor è inter- ·:
magnetico Bo. Esso va opportunamente distinto dal T2
media tra le precedenti;
«vero» che è «depurato», con opportuni accorgimenti tec*
nici (v. paragrafo XI.5), di quest'ultima componente. - la frazione di molecole dotate di mobilità nulla, e quin-
11 rilassamento spin-reticolo, che come abbiamo visto di efficienti nel rilassamento T2 (disomogeneità del
induce un progressivo recupero della magnctizzazione lon- microambiente!), diminuisce dalle grosse alle medie,
gitudinale, richiede uno scambio di energia tra il sistema di alle piccole molecole.
spin e il microambiente circostante. Questo scambio ha
luogo in tempi più lunghi rispetto ai tempi necessari per il In linea generale, come mostrato in fig. XI.5, la
defasamentci. Anche il recupero della magnetizzazione lon- RM è in grado di differenziare un insieme di moleco-
gitudinale ha andamento esponenziale ed è governato dalla le «invisibili>' (Ca, idrossiapatite, proteine, macromo-
costante sopra definita TI. lecole, membrane cellulari, etc.) e un insieme di
Come ha luogo lo scambio di energia tra spin eccitati e molecole più o meno «visibili» (grassi e acqua). -
retìcolo circostante? Il meccanismo fondamentale è il tra- Mentre i grassi, peraltro, non hanno tendenza a irite·
sferimento aradiativo di energia: lo spin cede energia ai ragire con altre molecole (e costituiscono, nella prati-
ca, un compartimento «chiuso»), l'acqua interagisce
Sequenze T1-pesate continuamente con le macromolecole fluttuando tem·
-•..::=:=J
poralmente tra lo stato «libero>' e quello «legatm> (il
che, di riflesso, ne determina i·valori concreti di TI e
T2).
c. Le molecole di acqua possono trovarsi nei tessuti bio·
Id rossi·
apatite Acqua Acqua Acidi logici in due stati principali: libero (90-95%) e legato più o
«libera» grassi
Proteine «legata» meno saldamente alla superficie delle macromolecole pro-
Macro- teiche (5-10%). L'acqua libera contribuisce scarsamente al
molecole
Membrane rilassamento; l'acqua legata ha moti molecolari più lenti e
più vicini alla frequenza di Larmor, e contribuisce quindi
maggionnente al rilassamento. Acqua libera e acqua lega·
ta sono tra di loro in uno stato di equilibrio dinamico, il
quale può essere turbato da stati patologici diversi. In
molti tumori il contenuto totale di acqua e il rapporto acqua
Sequenze T2-pesate lìbera/acqua legata sono aumentati: conseguentemente il
Fig. Xl.S. Molecole «visibili)) e ((invisibili)) in RM. È rappresentata, TI e il T2 sono allungati. Un aumento di circa l'l% del
con scala arbjtraria di grigi, l'intensità del segnale emesso in funzio- .contenuto di acqua si traduce in un aumento di circa 1'8%
ne della «sequenza)) di impulsi a RF. del TI.
_____________
eti. Per quanto concerne i diversi tessuti, i valori di T l 3. La formazione dell'immagine tomo-
da T2 ampiamente variabili, dipendono criticamente grafica a RM
·ica diversa nel c?ntesto, dei
ace compartimenti molecolan.sopra e con:unque
tità Tre proprietà del segnale di risonanza devono
. !prattutto i 1contenuto dz grassz e dz acqua hbera e essere attentamente considerate per la comprensione
,in quello che, in condizioni normali e patofogi- dei meccanismi di formazione dell'immagine:
cl;e, condiziona i tempi di XI:6} ..
Grande interesse suscitano m RM 1 tentativi d1
lno - è emesso immediatamente al termine dell'impulso
one estrazione di informazione sul tipo di tessuto e sul a RF di eccitazione (quindi, in termini tecnologi-
llto tipo di patologica, in i ten- Ci, «troppo prestoJ> per una sua completa lettura);
tativi di caratterzzzazwne tessuta/e. Si puo dm: che: - il suo decadimento è più rapido di quanto
idi, secamente dovuto alle interazioni (per il
Jne _ gli stati patologici che inducono modificazioni del
defasamento «spurio>> indotto dalla disomoge-
L di contenuto e della distribuzione dell'acqua
neità del campo magnetico);
ler. le influenzano in manie1:a concreta i valori di T l;
- nelle condizioni sperimentali sopra descritte esso
_ gli stati patologici che inducono importanti
proviene globalmente dall'intero volume corporeo
ltro zioni delle strutture macromolecolari influenzano
; di (è cioè privo di informazione spaziale).
in maniera più sostanziale i valori di T2.
ter- ·:
La correzione dei primi due aspetti è possibile
In accordo con queste tendenze, le immagini
lÌn·
producendo un «ecmJ speculare più tardivo del segna-
recheranno evidenza, sotto forma di maggiore o
del le (v. fig. XLIO).
minore intensità del segnale nei singoli voxel, della
jie,
natura del tessuto.
Il procedimento di formazione del!' immagine
[]intensità relativa del segnale ptmto a punto
tomografica a RM è molto complesso e verrà qui
l'immagine tomografica a RM è determinata
, la descritto in forma semplificata nelle sue due
mente dai parametri prescelti per la sequenza di
CO· nenti fondamentali, !'acquisizione e la ricostnlZione.
impulsi (v. paragrafo Xl.5).
00· La fase di acquisizione richiede l'eccitazione
di va di uno strato corporeo e la successiva codifica
Ja).. ziale, per righe e per colonne, dei suoi singoli voxel,
ite- sì che il segnale globale di rilassamento proveniente
ati- dall'intero strato rechi infomazioni sui punti dello
sce 200 spazio dai quali provengono le sue componenti. Nella
:m· ei•U successiva fase di ricostruzione il segnale sarà scom-
(il sangue
stravaoatc
edema
posto nelle singole componenti individuando quanto
le di pertinenza di ciascun voxel.
mat.rlalo L
oolllquato L'eccitazione selettiva e la codifica spaziale
mensionale sono ottenute mediante l'applicazione, in
JiO· tempi opportuni, di gradienti di campo magnetico. AI
iù o tumorl campo magnetico B0, in altri termini, sono sovrappo-
)to·
e al sti deboli campi additivi che rendono controllatamen-
tli e
indi
' L,_J mu•oclc
c=:::J
te diversa da punto a punto l'intensità del campo tota-
le e conseguentemente modificano la fase e la
!ga· quenza della precessione.
J,il T1(s) 2.5
In La prima fase del procedimento di acquisizione del-
qua Fig. Xl.6, Valori di TI (in ascissa, espressi in secondi) e di T2 (in ordi- l'immagine è la selezione dello strato. Questa ha luogo
e il espressi in millisecondi) per alcuni tessuti normali ed entità palo· applicando, durante l'erogazione dell'impulso a RF, un
log1che.Si osservi l'ampia variabilità di comportamento dci tessuti
del lunwrah c la cospicua sovrapposizione di valori tra cisti, edema e gradiente <1di selezione» in direzione ortogonale rispetto al
'8% materiale colliquato ascessuale. Da Naidich, Zerhouni e Siegelman, piano prescelto di sezione (fig. XI.7 A).
1991, modificata e ridisegnata. Una volta spento il gradiente di selezione si applica,
128 Capitolo)(/
per un tempo molto breve, lungo uno dei due assi principa- ne con gradiente nullo) a +128. La matrice numerica che
li del piano, un secondo gradiente lineare: in tal modo gli risulta è convenzionalmente denominata spazioRk. Su d'
spin situati in «colonne» diverse de! piano di sezione sono essa si eseguè un procedimento matematico detto
assoggettati a un diverso valore di campo c conseguente- mata di Fourier (fig. XJ.8) capace di trasportare i dati
mente precedono con diversa frequenza. Quando il gra- relativi all'evoluzione temporale del segnale dal dominio
diente è spento, gli spin di una colonna definita si trove- intensità/tempo al dominio intensità/frequenza, risolvendo
ra_nno tutti nella stessa posizione dell'orbita precessionale, così l'immagine lungo la prima dimensione; successiva,
mente, con una nuova trasformata di Fourier, verrallllo
discriminate le differenti componenti di fase del segnale
risolvendo l'immagine lungo la seconda dimensione.
e colonne dell'immagine bidimensionale (20) possono, a
scelta deli' operatore, rappresentare fasi o frequenze della
codifica d'immagine.
B c In caso di acquisizione tridimensionale (3D) è necessa.
rio un ulteriore insieme di dati con codifica di fase lungo lo
Fig. XI.7. Selezione dello strato in studio (A) c successiva codifica, spessore del volume indagato, il che comporta lo svantag.
nel suo contesto, della fase (B) e della frequenza (C) di precessione
gio di un sensibile allungamento del tempo di acquisizione
degli spìn. Il procedimento rende possibile (<isolare>> la componente
di segnale proveniente dai singoli voxcl. ma anche il vantaggio della riduzione dello spessore di
strato all'atto deUa ricostruzione (che può scendere al di
posizione peraltro caratteristica di quella cOlonna e diversa sotto del mm!).
da quella di ciascuna altra colonna (f1g. XI.7B). Si è così
realizzata una codifica della fase per ogni singola colonna
ed è ora sufficiente accendere un terzo gradiente diretto 4. Il tomografo a RM
secondo l'altro asse principale del piano durante la lettura
del segnale RM per generare la codifica della frequenza
È una macchina molto complessa (fig. XL9) i cui sot-
per ogni singola riga (fig. XI.? C).
tosistemi principali sono: il magnete; il sistema dei gra-
Tuttavia, da un singolo segnale non è possibile ricava"
dienti; la catena a RF con la bobina di trasmissione e la
re l'informazione necessaria a ricostruire un'intera-imma-
bobina di ricezione; la sezione di controllo e
gine. Il procedimento descritto deve essere ripetuto molte
dati; la sezione di elaborazione dei dati, che provvede
volte, variando intensità e segno del gradiente di codifica
alla trasformazione dei dati grezzi in immagini. Le imma- ·
di fase, ottenendo tipicamente (per una immagine con
gini, transitoriamente memorizzate su disco magnetico di
matrice spaziale 2562) 256 diversi segnali, che vengono
grande capacità, sono poi fotografate con stampante laser.
assoggettati a conversione analogico/digitale (cioè «cam-
Componente fondamentale della macchina è il magne-
pionati))) e collocati su 256 righe, da -127 a O(acquisizio-
te, il quale produce il campo magnetico statico nel quale è
generata la magnetizzazione macroscopica. I principali ele-
Tempo Frequenza
nenti di fase identificando ciascun voxel nella singola riga. Il proce- OPERATORE
dimento, nel suo complesso, è detto ((della doppia trasformata di
Fourien), Fig. XI-9.1 sottosistemi di 1111 moderno tomografo a RM.
le macchine a magnete permanente, da 0,5 a 4 T per
di T a magnete superconduttivo. All'aumentare dell'in-
quc .,.e 'di campo aumenta, m
. l'mca generale, 1a «versatl!ta»
.1"
sfor.· tcnsl a . , · f1 · · d"
dati della macchina. L'om_ogeneda m ucnza m. mamera 1retta
ninfa , alità dell'immagme e deve essere partrcolarmente ele-
l,1 qu . .. .
endo va t a nelle 111 acclune ut1 1 1a ..
:siva. Grande rilievo assume 11 Sistema de1 gradrent1. In par-
·allllo ticolare, la elevata dei (>20mT/m) e la
,nale, velocità con la quale m_grado d1 vanar.e
Ughc ti importanti per la reahzzazwne delle tccmchc d1 acqmsl-
no, a zione più avanzllte.
della Elemento molto importante in RM è la bobina di rice-
zione. Sua funzione è rilevare_ il elettrico in?ott_o
essa. !alla precessione della magnet!zZa7Jone trasversale dlscn-
go lo :ninandolo. per quanto possibile, dal rumore generato dal Impulso
ntag. campione. le bobine sono costruite con forma tale da adat-
do ne tare il loro volume sensibile alla regione corporea sottcsa
re di dal campo di vista: migliore la corrispondenza ottenuta,
al di migliore il risultato. La geometria più comune della bobina
è «a sella>) o <W doppia ellissh>. Molto impmtanti sono le
cosiddette «hobine di supqfìcb> che registrano il segnale
proveniente dalle parti più regione i.n stu-
dio e le bobine <<phased army» costltmte da segmenti mul-
tipli adiacenti attivati e disattivati in successione sincroniz-
zata. Ogni tomografo a RM è dotato di un ampio corredo
l SOl·
di bobine, sì da poter studiare nel modo più conveniente i
gra-
, e la diversi distretti corporei. Fig. XJ.lO. La sequenza SE. Un primo impulso di eccitazione a 90"
Una certa importanza assume la conformazione del annulla la magnetizzazione longitudinale di equilibrio Mo e massi-
:io mizza la magnetizzazione trasversale Mxy· Cessato l"impulso, i sin-·
tunnel di scansione nel quale il paziente è introdotto per la
vede goli spin (dei quali è rappresentata la «proiezione» sul piano trasver-
realizzazione dell'indagine. Questo tunnel è decisamente
1ma- · sale) si defasano progressivamente (tl, tz) c conseguentemente la
più lungo di quello del tomografo computerizzato e la per-
;o di magnetizzazione trasversale diminuisce. Un secondo impulso a 180"
sistcnza nel suo contesto crea in poco meno del 5% dei ribalta specularmenlc la posizione dei singoli spin, sì che il più lento
1ser.
pazienti problemi di claustrofobia. Ciò ha indotto a rcaliz- è portato in testa al gruppo e il più veloce in coda: conseguentemen-
tgne-
zme tomografi «a magnete aperto», che rendono possibile te, si avrà un progressivo ripristino della magnetizzazione trasversa-
ald
anche l'effettuazione di procedure interventistiche sotto le (t3, t4) e l'emissione di un'eco del segnale di rilassamento (riqua-
i ele- dro). TR =tempo di ripetizione; TE= tempo di eco.
guida RM.
Iten-
T) e le; un successivo impulso a 180° rifocalizza il segna-
a 0,3 le di rilassamento eliminando gli effetti delle disomo-
S. Le sequenze di impulsi geneità spazi ali del campo magnetico principale.
Determinano, come abbiamo detto, la dipendenza Due fondamentali parametri di questa sequenza sono
ddi'immagine dai suoi parametri biofisici e consen- controllabili dall'operatore: il tempo di ripetizione, TR,
tono quindi di creare un opportuno contrasto fra strut- cioè l'intervallo che separa due successivi impulsi di ecci-
ture tessuta li diverse e in alcune situazioni di caratte- tazione; il tempo di eco, TE, uguale al doppio dell'interval-
rizzarne la natura. Esistono alcune «famiglie» di lo tra impulso di eccitazione e impulso di rifocalizzazione.
sequenze il cui uso clinico è saldamente consolidato: Il «tempo morto» tra emissione del segnale c nuovo impul-
so di eccitazione è utilizzato per selezionare, eccitare e
!il tutte traggono origine da alcune sequenze prototipi-
acquisire il segnale da altri strati. Attraverso opportune
che del passato, in particolare le sequenze spin-echo
scelte dei valori del TR e del TE, è possibile ottenere
(SE), gradient-echo (GE) e inversion-recovery (IR). immagini (TRe TE brevi), (TR
. Importanza fondamentale assume la sequenza SE c TE lunghi) e in densità protonica (TR lungo e TE breve)
(fig. XI.lO): l'eccitazione del sistema di spin è con- (figg. XLII e 12). Replicando l'impulso di rifocalizzazio-
dotta con un impulso a 90° che annulla la magnetiz- ne del segnale si possono ottenere immagini progressiva-
zazione longitudinale e massimizza quella trasversa- mente più pesate in T2 (sequenza fig. XI.l3).
130
Le immagini Tl-pesate hanno di norma elevata qualità molto brevi, fino a pochi mil1isecondi, e quindi di velociz·
e risoluzione anatomica; le immagini T2-pesate hanno zare l'intera acquisizione (sequenze veloci). I.:immaginc,
intrinsecamente qualità inferiore, ma assumono grande però, acquisisce dipendenza dal T2 «Spurio», il T2*, anzi·
importanza per l'esaltazione delle strutture normali e pato- ché dal T2 tessutale «puro>>. La sequenza consente di modi·
logiche a lungo T2. ficare la «pesatura» dell'immagine attraverso la scelta del·
Gli artefatti da movimento respiratorio possono essere l'angolo di nutazione senza prolungare il tempo di acquisi·
eliminati inducendo la sincronizzazione prospettica o retro- zione: un angolo piccolo aumenta il peso del T2*, un angl}
spettiva con gli atti respiratori. l: allungamento del tempo di lo grande aumenta il peso del T l. ·
acquisizione dell'immagine che ne consegue è comunque
notevole. I.:acquisizione dell'immagine con sincronizzazio- Ne1la sequenza IR (fig. Xl.l4) un primo impulso ·
ne al tracciato elettrocardiografico si rende necessaria per
a l 80° inverte longitudinalmente la magnetizzazione
lo studio del cuore e talora degli spazi liquorali.
macroscopica ed è seguito, dopo un tempo di inter·
Nella sequenza GE, dopo l'impulso di eccitazio- pulso TI (durante il quale ha luogo un recupero della
ne con angolo dì nutazione spesso inferiore a 90°, è magnetizzazione longitudinale tanto maggiore quanto
acceso e poi invertito un gradiente di campo, sì da più breve è il TI dei tessuti contenuti in ciascun
generare un eco del segna] e, detto appunto eco di gra- voxel), da un impulso a 90° che trasla sul pianÒ tra-
diente. sversale la magnetizzazione longitudinale negativa e
positiva. Un secondo impulso a l 80° induce la for·
I.: assenza dell'impulso a 180°, a differenza di quanto mazione di un eco del segnale, come avviene nelle.!··
avviene nella sequenza SE, consente di utilizzare TRe TE sequenze SE.
'"l
.· onanza magnetica 131
"''1
!32 Capitolo X[
Per quanto concerce le sequenze utilizzate con la presentano di per sé un profilo tossico logico sfavore-
finalità di produrre immagini «funzionali», vedasi vole. Devono, quindi, essere utilizzati sotto forma di
quanto detto nel paragrafo XI.9. chelati, o «particolati» in modo da mascherarne la
tossicità e conservarne il più possibile le proprietà
magnetiche. Lo ione paramagnetico di maggior inte-
6. Mezzi di contrasto resse è il che possiede 7 elettroni spaiati e ha
quindi un momento magnetico elettronico elevato.
In RM l'uso di MdC, costituiti da sostanze In termini clinici assume rilievo il tropismo di
magnetiche e sostanze supcrparamagnetichc, è organo (e, in prospettiva, di lesione patologica!). È
importante per la valutazione delle lesioni focali e per opportuna, in proposito, la distinzione dei MdC in:
!el-
lo studio di fenomeni dinamici fisiologici e - generali, o extracellulari, costituiti da ioni metal-
''"
ha- ci, e rende talora possibile !'individuazione di {esioni lici paramagnetici chelati a molecole prive di spe-
loti altrimenti non dimostrabili. A differenza dei MdC cificità tessutale, capaci di diffusione interstiziale
'<· radiologici e dei radiofarmaci, i quali manifestano la ed escreti per filtrazione glomerulare;
GE
dC loro presenza in forma diretta, queste sostanze agi- - epatotropi, nei quali è forzata la captazione
ru- scono indirettamente sull'immagine modificando i citaria attraverso la chelazione a opportuni gruppi
. Si tempi di rilassamento dei nuclei di 1H. Si fa comune- chimici;
!al-
mente distinzione tra MdC positivi, i quali aumenta- -- reticoloendoteliali, costituiti da sostanze «partico-
no il segnale dell'organo o della lesione nei quali si late» para- o superparamagnetiche assoggettate a
localizzano, e MdC negativi, i quali lo riducono. fagocitosi reticoloendoteliale;
- intravascolari, costituiti da sostanze «particolate»
Sono paramagnetìci gli ioni e le molecole che, posse-
paramagnetiche a lunga persistenza in circolo,
era dendo uno o più elettroni spaiati, hanno momento magne-
tico elettronico totale non nullo. Sono supcrparamagneti- come alcuni ossidi di ferro;
;si-
es- che quelle sostanze nelle quali gli elettroni spaiati sono - gastrointestinali, costituiti da sostanze para- o
an- disposti in modo ordinato costituendo «dominil> microsco- superparamagnetiche, miscibili o non miscibili con
la pici nel contesto dei quali il momento magnetico elettroni- il contenuto intestinale, non assorbite dalle mucose
co è elevato. digestive.
Le sostanze para- e superparamagnetiche hanno suscet-
1te tività magnetica positiva e, allorquando introdotte in un I MdC extracellulari sono evoluti nei tempo 'da
Ìg, campo magnetico, si orientano nella direzione e nel vefso molecole ioniche, lineari o macrociciiche, a molecole
del campo aumentandone l'intensità locale. Se la variazio-
non ioniche, senza sostanziali modificazioni
ne indotta è significativa, l'omogeneità del campo magne-
fetta contrastografico, che è positivo nelle immagini
tico ne risulta localmente alterata: ne conseguono «vclo-
rE TI-pesate. Sono somministrati per via endovenosa al-
di cizzazione>> del rilassamento T2 e riduzione dell'intensità
de! segnale di rilassamento. La presenza della sostanza, la dose di 0,1-0,3 mM/Kg di peso corporeo. Nonostante
me
inoltre, modifica di per sé il microambiente magnetico la potenziale maggiore sicurezza d'uso dei composti
si-
locale: se la frequenza dei suoi moti di traslazione e rota- ciclici (che trattengono in modo più efficace il Gel, ri-
·he
In·
zione è vicina a quella di precessione dei nuclei di 1H, può ducendo la dislocazione di Cu e Zn delle biomoleco-
di aver luogo la ricezione dell'energia di eccitazione dei le) c dei prodotti non ionici (inducenti un minore
ni- nuclei con conseguente «velocizzazione>t del rilassamento co asmatico), la bassa dose d'uso rende equivalenti,
lso Tl e aumento dell'intensità del segnale di rilassamento. nella pratica clinica) i diversi MdC.
Le sostanze paramagnetiche agiscono prevalentemente
,,,ità scambiando energia di eccitazione; le sostanze superpara- Il capostipite della famiglia, è escreto rapi-
in magnctiche agiscono alterando l'omogeneità del campo damente per via urinaria (emivita di 20 minuti), non si
[e- magnetico locale. Il massimo aumento del segnale, per le accumula in organi-bersaglio, non penetra attraverso le
m· sostanze paramagnetiche, lo si ha nelle immagini Il-pesa- membrane cellulari. Vincidenza di effetti secondari (cefa-
in te; la massima riduzione del segnale, per le sostanze super- lea, nausea, vomito, ipotensione, tachicardia) può essere
le paramagnetichc, la si ha nelle immagini 12-pesate. valutata intorno all'l,5%, inferiore quindi a quella-dei
lei MdC uroangiografici. Su circa 5 milioni di dosi sommini-
no La maggior parte degli elementi chimici poten- strate è stato riportato un solo caso letale, per il quale è
zialmente utilizzabili come MdC in RM (Gd, Mn, Fe) incerta la correlazione causa-effetto.
134 Capitolo XI,
Cuso dei MdC extracellulari ha finalità analoghe a aumentando o diminuendo, rispettivamente, il segna-
quelle dei MdC organoiodati in TC: l 'individuazione di le emesso dal sangue circolante. Il loro uso rende pos-
danni della barriera emato-encefalica, l'aumento del sibile lo studio della perfusione tessutale, la valuta-
contrasto tra la lesione e i tessuti circostanti, la zione delle alterazioni della permeabilità capillare, la
zione della dinamica di diffusione nel contesto della visualizzazione in angiografia a RM di vasi anche di
lesione (fig. XI.l9). piccolo calibro. La capacità di concentrarsi nei linfa-
I MdC epatotropi sono costituiti da sostanze nodi conferisce loro potenzialità anche come MdC
ramagnetiche le quali, dopo iniezione e. v., sono linfoadenografici.
te elettivamente dagli epatociti, come il o I MdC gastrointestinali sono costituiti da sostanze
pur distribuendosi prevalentemente a livello paramagnetiche (Gd-DTPA in forma di sale insolubile;
lulare con conseguente escrezione renale, come il citrato ferroammonico) o da particelle superparama-
BOPTA, sono captate dagli epatociti in quantità suffi- gnetiche di ossido di ferro, somministrate per via orale
ciente per l'uso come MdC epatico. Entrambi incre- o per clisma, le quali «marcano» il lume intestinale
mentano il segnale proveniente dal parenchima epati- rispettivamente aumentandone o riducendone il segnale
co, ma non da eventuali lesioni sostitutive. (fig. XI.21 ). .
I MdC reticoloendoteliali più utilizzati sono
tuiti da particelle superparamagnetiche di ossido di I MdC paramagnetici e superparamagnetici sono a
ferro a effetto contrastografico negativo, che vengono tutt'oggi in fase di intenso sviluppo. Particolare interesse
elettivamente fagocitate dalle cellule sperimentale è rivolto alla ricerca di MdC tumore-specifi-
li del fegato e della milza. Le lesioni tumorali, ci, come anticorpi monoclonali e nanopolimeri complessa-
mente quelle metastatiche, non contengono cellule ti con ioni paramagnetici e ferrosomi fagocitati da macro-
coloendoteliali, e dopo la somministrazione e.v. del fagi peritumorali.
MdC superparamagnetico mantengono, a differenza
del parenchima sano circostante, segnale elevato nelle
immagini T2-pesate (fig. XI.20). 7. Formazione di immagini con altri tipi
I MdC intravascolari sono costituiti o da di nuclei
plessi di macromolecole (albÙmina, destrano,
na) con chelati di Gd, o da particelle superparama- Immagini a RM di un certo interesse sono state
gnetiche molto piccole di ossido di ferro capaci di ottenute utilizzando nuclei diversi dall' 1H, in partico-
persistere a lungo nel compartimento vascolare lare il 23 Na e il 11 P.
Xi La risonanza magnetica 135
a
:se
fi-
;a-
·o-
8. Spettroscopia localizzata
Questa tecnica, richiedente campi magnetici di
elevata intensità (1,5-2 T o più) ed estremamente
omogenei, consente di determinare in piccoli volumi
corporei definiti sulla base di una preacquisita imma-
gine a RM, le molecole e i gruppi chimici nei quali è
20 10 o
1L
ppm
-10 -20 -30
contenuta tma data specie nucleare. Le misure sono Fig. XI. 22. Spcttroscopia topica del"P in un piccolo volume di sostan-
za bianca del lobo frontale destro in soggetto normale. Si osservi , da
effettuate dall'esterno, con apposite bobine, in forma destra, a sinistra, la buona risoluzione: dei picchi dell'ATP e '(in
ininvasiva e ripetibile. Tutto ciò offre l'attraente pro- funzione della diversa posizione dei gruppi fosfato); della fosfocreatina
spettiva di addivenire a una caratterizzazione tessuta- (PCr), sostanza di riferimento nella misura della variazione di frequen-
.te le su base metabolicofunzionale. Con efficace simili- za in parti per milione (ppm); dei fosfodiesteri (PDE); del fosfato inor-
ganico (Pi) e dei fosfomonoesteri (PME). La PCr è spesso diminuita nei
o- tudine si può dire che un intero laboratorio biochimi- tessuti tumorali, nei quali si ha viceversa marcato aumento dei PDE e
co è portato all'interno dei tessuti. dei PME.
136 Capitolo X!
I:ultimo, eccitante, stadio evolutivo è l'abbattimento Le immagini di localizzazione traggono origine, nella
del muro attualmente sussistente tra immagine e' spettro. pratica, dalla possibilità di ottenere, mediante opportune teç.
In altri termini, ottenuti gli spettri di molteplici piccoli niche, dati topografici riguardanti una particolare funzione
volumi corporei, sarà possibile rappresentare con una svolta nell'organo in esame (nell'encefalo, la sede di funzio.
scala di grigi o di falsi colori i valori relativi a un singolo ni sensoriali, motorie e cognitive). Le aree attivate funzio.
picco dello spettro (cioè a un singolo metabolita!), otte- nalmente - invitando, ad esempio, il paziente a muovere le
nendo una mappa espressiva della sua concentrazione in dita, o sottoponcndolo a stimoli visivi o auditivi, o a proces.
uno strato corporeo, cioè una vera e propria immagine si di ordine più elevato -presentano un aumentato apporto di
spettroScopica. sangue e di ossigeno con conseguente diminuzione relativa
della desossiemoglobina. Questa, a differenza dell'ossiem 0•
globina, ha forti proprietà paramagnetiche ed è quindi in
9. RM funzionale grado di produrre, agendo sul rilassamento T2*, veri e pro.
pri «effetti intrinseci contrastografici» sufficientemente evi.
Con tale termine si fa riferimento a un insieme di denziati dalle sequenze EPI pesate in T2 * (che consentono di
tecniche di formazione di immagini a RM miranti a ottenere la risoluzione spaziale, temporale e di contrasto
indispensabile a documentare l'aumento di segna:le dovuto
«visualizzare>> determinate funzioni di un organo, in
alla diminuzione della desossiemoglobina nelle vene di dre-
particolare l'encefalo (v. fig. XXXILJ). In lirica gene- naggio). Nella pratica si fa riferimento a tale effetto con l'a-
rale è utile distinguere immagini di diffusione, di cronimo anglosassone BOLD (Blood Oxygen Leve!
fusione e di localizzazione. Giova ricordare che Dependent), che ne indica appunto la dipendenza dal livello
mazioni analoghe sono ottcnibili mediante· tecniche di ossigeno ematico. Applicazione clinica importante è
mediconucleari (PET! SPECT!), o in maniera più l'individuazione di aree encefaliche «nobili» in pazienti can:
sofisticata mediante la spettroscopia localizzata a RM didati a interventi neurochirurgici demolitivi per tumori
(modificazioni degli ·spettri dell'acqua cerebrale! localizzati in regioni critiche (regione rolandica!).
individuazione di metaboliti modificati dall
ne funzionale, come illattato e il glucosio!).
l O. Effetti biologici
I moti molecolari inducono «diffusione» dei nuclei di
1
H, i quali conseguentemente sono assoggettati a campo In Rl\1 il semplice enunciato dell'assenza di radia-
magnetico locale diverso e vanno incontro a variazioni zioni ionizzanti non è motivo sufficiente per escludere
della fase. Acquisendo immagini multiple con differente la presenza di un effettivo rischio biologico. Potenziali
sensibilità a tale fenomeno, diviene possibile ottenere una fonti di danno sono sia il campo magnetico statico, sia
«immagine risultante» espressiva, punto a punto nella
regione in studio, dei valori del coefficiente di diffusione
i campi magnetici variabili usati per la codificazione
tessutale. Sono utilizzate allo' scopo sequenze SE spazi al e del segnale, sia la radiazione a RF.
namente modificate con aggiunta di forti gradienti simme-
trici prima e dopo l'impulso di rifasamento a 180°: i nuclei Nel corpo umano sono presenti numerose entità in
che, nell'intervallo di tempo che intercorre tra i due gra- grado di interagirc con il campo magnetico statico. Alcune
dienti, vanno incontro a diffusione, subiscono una rifoca- sono ferromagnetiche (magnctosomi!), altre paramagneti·
lizzazione imperfetta, sì che all'interno del voxel di appar- che (metallo-complessi in enzimi e vitamine o in molecole
tenenza ne risulterà una perdita di segnale legata al moto di trasporto e deposito! radicali liberi in reazioni metaboli-
incoerente. Potenziali impieghi di queste immagini di dif- che!), altre infine diamagnetiche (membrane cellulari!
fusione sono la dimostrazione precoce delle aree di acidi nuclcici! proteine filamentose!). Queste ultime si
mia cerebrale (nelle quali la diffusione è rallentata) e la comportano come cristalli liquidi ordinatamente assembla-
valutazione evolutiva dell'ictus. ti e anisotropi: sono quindi possibili effetti meccanici di
Con opportune sequenze EPI pesate in T2 *, ultrarapide orientamento forzato. È facile comprendere che se tali
e altamente sensibili agli effetti da suscettività magnetica, effetti coinvolgono i cromosomi durante la mi tosi, possono
è possibile ottenere immagini di perfusione misurando conseguirne errori di distribuzione del materiale genetico.
l'accorciamento del T2* che si manifesta «al primo pas- Bersagli elettivi dei campi magnetici variabili sono i
saggio)) attraverso il microcircolo della regione in studio di ti conduttori, in particolare cuore e cervello, nei quali pos-.
un MdC paramagnetico o superparamagnetico. La modifi- sono manifestarsi correnti indotte in grado di annullare
cazione indotta del campo magnetico locale produce, come quelle fisiologicamente presenti. Bersagli elettivi della
nel caso precedente, defasamento dei nuclei di 1H, rifoca- radiazione a RF sono le molecole polari dell'acqua tesso-
lizzazione imperfetta e perdita risultante di segnale. tale.
La risonanza magnetica 137
lella In linea generale è utile distinguere: effetti magneto- elettrodi e i cateteri a permanenza (che possono fun-
teo. reccanici- come l'orientamento di macromolecolc e la gere da antenne nei riguardi della RF riscaldando,
ione rsione di materiali ferromagnetici - dei quali è responsa- fino all'ustione!) i tessuti circostanti). Questi e altri
1ZÌo. il campo magnetico statico; effetti magnetoelettrici - dispositivi medici, come pure corpi estranei metallici
,zio. come l'induzione di temporanee anomalie dell'onda T clet- occasionalmentc presenti, possono essere inoltre
·e le trocardiografica, l'alterazione dei parametri di funziona- fonte di artefatti più o meno vistosi nelle immagini
ces. mento dci pacemakcr e i magnetofosfeni - dei quali sono
responsabili i campi magnetici variabili; effetti termici - acquisite.
:o dj
ttiva come l'aumento della temperatura delle regioni corporee in Da quanto sopra detto traggono origine definite
mo. studio, in particolare della cornea e del testicolo - dei quali controindicazioni alla RM, molto importanti (e spesso
li in è responsabile la radiazione a RF. Gli effetti spermatogene- sottovalutate!). In linea di principio, è utile distinguere
pro- tici (inibitori e, per esposizioni prolungate, distruttivi!) controindicazioni assolute (rischio di eventi potenzial-
evi- possono assumere rilievo nell'esposizione professionale. mente letali!) e controindicazioni relative (per le quali
odi occorre un equilibrato bilancio beneficio/rischio!). Si
asto Dati sperimentali sufficientemente controllati definiscono inoltre condizioni limitanti quelle situa-
IU!O indicano, comunque, che nelle condizioni attuali di zioni che, pur non costituendo controindicazione, pos-
dre- uso non si produce danno genetico (ma tale evento è sono deteriorare la qualità dell'indagine. Un elenco
l'a- possibile a intensità più alte del campo magnetico!). parziale, utile alla consultazione pratica, è riportato in
;ve! tab. XI.2.
ello Sono prescritte norme di sicurezza relative all'in-
eè TABELLA X1.2, CONTROINDICAZIONI E CONDIZIONI LIMITANTI LE
:an- stallazione e alle caratteristiche dei sistemi impiegati INDAGINI A RM.
aori in RM (v. Appendice III.9), con particolare riguardo
all'intensità massima del campo magnetico (ma non Controindicazioni assolute
solo a questa!). Clips ferromagnetiche vascolari (soprattutto endocraniche\);
paccmaker; cateteri di Swan-Ganz; elettrodi endocorporei;
impianti cocleari (alcuni tipi); protesi stapediali metalliche;
In Italia, al momento, le apparecchiature a magnete connettori metallici di shunt ventricolo-peritoneale; filtri
permanente da 0,2-0,3 T dedicate allo studio degli arti pos- vascolari, stcnt e spirali metalliche; dispositivi cndocorporei
li a- sono essere installate senza particolari autorizzazioni, le ad attivazione magnetica o elettrica (neurostimolatori, stimo-
apparecchiature fino a 2 T possono essere installate solo latori di crescita ossea, pompe per infusione continua di far-
'ere maci, sfinteri c impianti oculari magnetici); protesi del cri-
con autorizzazione regionale, quelle oltre 2 T necessitano
iali di autorizzazione del Ministero della Sanità. stallino con anse di titanio o platino; corpi estranei ferroma-
sia gnetici (ad es., schegge metalliche) in sede intracranica,
)IJe endoocularc o vascolare.
La presenza di un campo magnetico di intensità
più o meno elevata induce in ogni caSo a ·porre gran- Controindicaziolli relative
Gravidanza (soprattutto nel primo trimestre!,); gravi tmbe
de attenzione alla possibile attrazione al-suo interno della termoregolazione; c!ips metalliche non vascolari; corpi
in
une
di materiali metallici presenti nell'ambiente (forcine, estranei ferromagnetici in sede non nobile.
eti- monete, chiavi, pinze, forbici, bombole di 0 2, etc.): la Condizioni potenzialmente limitanti
:ole velocità alla quale questi possono essere accelerati in Protesi o dispositivi metallici non suscettibili di significativi
oli- pochi metri (superiore a 80 Km/h!) ne corifigura veri effetti magnetomcccanici o termici ma che creino artefatti
ari! epropri potenziali proiettili. Per motivi analoghi, tutti sulle immagini (dispositivi metallici ferromagnetici adiacen-
:si ti o compresi nella regione in esame, ad es. grosse protesi
i dispositivi necessari per il monitoraggio, per l'assi- dentarie fisse, protesi ortopediche, etc.), o che impediscano
Jla- stenza, per l'anestesia del paziente all'interno del una perfetta immobilità del paziente; particelle metalliche
di campo magnetico, dovranno essere preliminarmente prodotte da strumenti chirurgici; fili metallici di sutura post-
tali craniotomia o post-sternotomia; dispositivi intrautcrini ferro-
lllO
sottoposti a valutazione di idoneità all'uso specifico magnetici; prodotti cosmetici per ciglia; movimenti involon"
co. inRM. tari patologici; problemi di natura psichica (ansia e clau-
Numerosi dispositivi medici presenti nel corpo strofobia; psicosi); impossibilità a mantenere la prolungata
os· del singolo paziente, inoltre, costituiscono elemento posizione clinostatica; pazienti non collaboranti.
di rischio significativo, in particolare le clips vasco la-
'"
:Ila ri cerebrali (le quali possono essere dislocate), i pace-
su· maker (i quali possono essere anche subdolamente Nella valutazione delle controindicazioni il medi-
alterati nei loro programmi di funzionamento), gli co Proponente l'indagine porrà particolare attenzione
138 Capitolo X!
a stimolare i ricordi del paziente su episodi e aspetti RM} e una dichiarazione esplicita di averlo reso edotto
della sua storia (clinica e non!) che possono assumere sia pure in generali, deli 'indicazione
rilevanza nel contesto di un campo magnetico di delle modalità di realizzazione dell'indagine.
sità del tutto rispettabile. Dubbi e perplessità potranno È bene ricordare che, in ultima istanza, spetta al ra.
essere risolti attraverso il colloquio diretto con il diologo la valutazione del rapporto beneficio/rischio
radiologo preposto all'esecuzione dell'indagine. Cat- dell'indagine, Questi potrà inoltre addivenire alla sce/.
tuale nonnativa fa inoltre carico al medico proponente ta di modalità tecniche di esecuzione che tengano con.
di fornire al radiologo riferimenti sulle condizioni del to delle controindicazioni relative e delle condizioni po.
paziente (in particolare su precedenti indagini TC o a tenzialmente limitanti eventualmente presenti.
\
APPENDICE I
0!.
ltio,
IL MEDICO E L'IMMAGINE
!a e GIORGIO CITTADINI E FRANCESCO SARDANELLI
ra. ,;·f;'•
Nella cultura medica attuale si va sempre più nel 75% delle diagnosi finali, a fronte del 60%
affermando la tendenza a ritenere insostituibile l'esame clinico, del 65% degli esami di laboratorio,
mento di progresso la dimostrazione «visiva» della del 60% dell'esame istologico, del 30% degli studi
situazione di normalità o di malattia di un organo funzionali.
mediante ((immagini» rappresentative, su scala
macroscopica, delle strutture sane o malate.
Questa tendenza non è certamente esclusiva della l. Le bioimmagini
medicina - che anzi classicamente ha posto su uno
stesso piano rilievi visivi (ispezione), tattili Si definisce «bioimmagine>> ogni rappresentazio-
ne) e auditivi (percussione e auscultazione) - ma ne in forma fruibile per l'occhio umano dei valori
coinvolge tutte le branche della scienza. «Fra tutti i asslmti, punto a punto, da uno o più «parametri>' tes-
nostri sensi,- scrivono Morrison e coli. (1986) -la sutali oggetto di misura. Rientrano in questa
vista è quello che fornisce alla mente il maggior zione tutte le immagini o multiparametriche
numero di informazioni. Noi siamo versatili primati acquisite dall'esterno in forma non invasiva con le
diurni dotati di una grande corteccia visiva ... Non tecniche in precedenza considerate: la radiografia, la
sorprende che anche gli strumenti scientifici tendano diagnostica radioisotopica, l'ecografia, la TC, la RM.
soprattutto a potenziare la vista, estendendola in Su questa definizione non incide il fatto che
nuovi lontani ambiti di scala, di intensità e di colore ... gine sia analQgica o digitale, né che sia «di somma-
Le immagini percepite con precisione dall'occhio e zione" (relativa, cioè, a tutte le entità anatomiche pre-
dal cervello danno in un certo senso la misura della senti nei diversi piani della regione corporea in stu-
conoscenza scientifica del nostro tempo». dio) o «di strato" (relativa, cioè, a sezioni corporee
I rilievi ispettivi della semeiotica classica sono più ·o meno sottili). È legge generale che la qualità
forzatamente limitati a quanto osservabile sull'appa- dell'immagine è sempre direttamente proporzionale
rato tegumentario o attraverso esso, e su alcUne alla precisione della misura che ne è alla base.
ture raggiungibili con semplici strumenti (ad esem- Non tutte le immagini pmametriche
pio: il cavo orale, l'epifaringe, la laringe, l'occhio, te acquisibili si rivelano utili a fine
l'oreCchio esterno). L'endoscopia consente co. Quelle affermatesi nell'uso presentano
mente l'osservazione della superficie interna di stiche peculiari legate al significato biofisico del
buona parte del tubo digerente, della vescica, della parametro oggetto di misura, al tipo di energia
trachea e dei bronchi, e, con tecniche· più invasive, zato, alle modalità della misura. Sono utili, in
l'osservazione del mediastino, delle cavità pleurica e sito, alcune considerazioni semantiche.
peritoneale, dello scavo pelvico. La scoperta dei raggi Tutte le immagini rOntgendiagnostiche si
Xha reso possibile, attraverso le tecniche pongono la finalità di riprodurre nel modo più
che e radiografiche, lo studio di molte Strutture cor- sporldente alla realtà anatomica l'aspetto morfostrut-
poree profonde aprendo, di fatto, l'era della diagno- turale macroscopico dell'organo in studio. Parametro
stlcà per immagini, poi progressivamente estesa oggetto di misura è la capacità di assorbire raggi X, la
all'uso di diversi tipi di energia non ionizzante. quale è proporzionale alla densità fisica e, in ultima
Secondo dati del Censis (1992), un contributo analisi, al grado di «stipamentm' di materia. Ciò
determinante della diagnostica per immagini ricorre rende conto del perché questo tipo di immagine ripro-
140 Appendice 1
duce secondo regole semplici e ben correlate alla vuole ma spesso preziosa a fine diagnostico!) le
realtà anatomica la morfologia macroscoPica degli variazioni r.unto a punto nell'organo in studio di
organi presenti nella regione corporea in studio. «grandezze» quali, ad esempio, la velocità di sistole
La finalità di un esame baritato dello stomaco, ad del ventri colo sinistro o la velocità di escrezione di un
esempio, è riprodurre la morfologia del viscere attra- farmaco dal rene. Queste immagini di grandezza, di
verso la rappresentazione di un calco del suo lume cui è prolifica dispensatrice la medicina nucleare, tr 0,
riempito di MdC radiopaco. C immagine, presa a sé, vano ampi spazi anche nel campo più propriamente
è statica (cioè riproduce l'organo «in que'll'istante radiologico.
definitmt, allo stato di quiete apparente, quasi non Il limite di risoluzione biologica cui mirano i
fosse dotato di alcuna motilità intrinseca). C osserva- moderni procedimenti di formazione di immagini,
zione radioscopica, l'acquisizione di seriogrammi soprattutto la PET e la RM, è la rappresentazione
mirati nel tempo, la videoregistrazione, rendono però della distribuzione spaziale punto a punto di singole
possibile una rappresentazione cinematica (cioè del- molecole o metaboliti. Esempi di immagini biechi,
le caratteristiche di motilità dell'organo). Talune tec- miche sono le rappresentazioni del consumo di glu,
niche, la TC in particolare, rendono possibile sovrap- cosio ·nei singoli punti dell'encefalo fornite dalla PET,
porre alla rappresentazione morfostrutturale di base o della variazione della concentrazione locale di ossi-
(ottenuta con la scansione «diretta») la documenta- e desossiemoglobina durante il movimento volontario
zione della risposta dell'organo in studio (e del suo di parti corporee o stimoli sensoriali fornite dalla
eventuale contenuto patologico) ad azioni di forza RM, o della distribuzione di singoli metaboliti otte,
esterna, quali ad esempio l'iniezione e.v. di MdC nuta integrando in immagini le informazioni della
iodato. V insieme delle immagini che esprimono spa- spettroscopia a RM su volumi corporei il più possibi,
zialmente e temporalmente questa risposta reca le puntiformi.
un'informazione dinamica spesso preziosa a fini di NOn sempre la classificazione di un'immagine
caratterizzazione della natura di un reperto patologi- può essere rigorosamente deterministica. Alcuni tipi
CO, di immagini, a seconda dell'aspetto privilegiato, si
Questa distinzione - con terminologia presa in prestano a essere considerate di volta in volta morfo-
prestito dalla fisica- di immagini morfologiche sta- logiche, o morfofunzionali, o di grandezza, o biochl-
tiche, cinematiche e dinamiche rende conto di pres- miche.
soché tutte le situazioni operanti nella pratica r6nt- L'inquadramento qui prospettato, riassunto in tab.
gendiagnostica moderna, e con qualche limite può A.Ll, al quale non si sottraggono neppure le immagi-
estendersi alle immagini ecografiche e a RM. Alcune ni virtuali che i moderni computer sono in grado di
immagini mediconucleari si ripropongono lo stesso TABF.LLA A.J.l. LE IMMAGINI PARAMETRICHE.
obiettivo di rappresentazione morfostrutturale, ma la
natura del parametro oggetto di misura aggiunge di morfologiche
fatto un più di informazione funzionale (si pensi, ad statiche
esempio, al nodulo caldo e al nodulo freddo tiroi- cinematiche
dinamiche
deo!), mentre nel contempo la bassa risoluzione spa- mirano a riprodurre nel modo meglio corrispondente alla
ziale del sistema di misura toglie all'immagine un realtà anatomica l'aspetto morfostrutturalc macroscopico
che di morfologico, rendendo più appropriata la dell'organo in studio
dizione di immagini morfofunzionali. La qualità morfofunzionali
dell'informazione funzionale può essere sofisticata e esaltano, per !e modalità intrinseche alla loro acquisizione,
resa selettiva fino a prendere assoluta preponderanza l'aspetto funzionale dell'organo in studio rispetto a quello
morfologico
rispetto all'informazione morfologica (si pensi, ad
di grandezza ,
esempio, all'individuazione di specifici recettori rappresentano in forma di immagine, punto a punto nell'or·
tumorali o non): con ciò l'immagine si sp·osta pro- gano in studio, il comportamento di grandezze fisiche rile·
gressivamente, senza sohJZione di continuo, verso vanti dal punto di vista clinico
una vera e propria rappresentazione biochimica o biocl1imiche
metabolica. rappresentano in forma di immagine, punto a punto nell'or:
In era computerizzata è divenuto possibile rappre- gano in studio, la concentrazione o l'utilizzo metabolico di
singole molecole
sentare in forma di immagine (artificiosa quanto si
/t medico e l'immagine 141
) le simulare in tempo reale, assume, come è evidente, l'aspetto morfologicostrutturale della lesione;
di importanza peculiare in quanto espressivo del - peculiari proprietà manifestate nell'ambito della
;tole gio biofisico di cui l'immagine è latrice. Messaggio tecnica utilizzata;
li un che è opportuno sia valutato, di volta in volta, dal
- il suo comportamento nei riguardi delle strutture
a, di medico che propone l'indagine e che valuta il referto,
circostanti;
tro, sì da poter comprendere non solo il livello risolutivo
- il contesto clinico nel quale si inserisce.
ente biologico dell'informazione arrecata, ma anche la
ragione ·dei suggerimenti del diagnosta per immagini
in favore de Il 'una o l'altra indagine a fronte di un Il problema è dunque molio complesso e la sua
110 i
nito quesito clinico. soluzione mediante immagini assume attendibilità
gini,
diversa anche in funzione della perizia del diagnosta
ione
e della sua biblioteca mentale di archetipi e di
gole
2. Bioimmagini, individnazione e carat- li empirici di successi e insuccessi pregressi.
·chi-
Non sempre, ovviamente, questa soluzione è
g!u. terizzazione di una lesione bile attraverso la via diagnostica per immagini: alcune
)ET,
Jssi- lesioni possono essere caratterizzate compiutamente
La nascita e lo sviluppo di una nuova tecnica di
:ario mazione di immagini corporee sono vantaggiosi, in solo attraverso elementi apportati per altra via (ad esem-
!alla medicina, allorquando consentono di recare valide so- pio: iperprolattinemia nel microadenoma ipofisario).
)tte- In altri casi la diagnosi conclusiva si può ottenere solo
luzioni a problemi diagnostici sussistenti. Di per sé il
lella più coinvolgente aspetto «estetico» dell'immagine può con atti via via più cruenti (agoaspirato, biopsia percu-
sibi- essere del tutto sterile se dissociato dall'apporto di tanea con ago tranciante, biopsia chirurgica,
to chirurgico).
informazione utile. Lo sviluppo dell'ecografia fu c_on-
gine dizionato, almeno in prima istanza, dalla prospettiva
tipi di poter monitorare la gravidanza normale senza arre-
J, si care danno radiogeno al prodotto del concepimento; 3. La diagnostica per immagini
)rfo. quello della TC dall'esigenza di espandere le diffe-
IC!ù- renze di contrasto tra i diversi pmenchimi nelle imma- La cronistoria essenziale della Diagnostica per
gini r6ntgentomografiche; quello dell'angiografia di- immagini è prospettata in forma sintetica in tab. A.l.2.
tab. gitale dalla possibilità di semplificare le modalità di Tutte le tecniche ivi considerate hanno avuto adegua-
tagi- visualizzazione dell'albero arterioso (realizzando !a at- to riscontro nei capitoli precedenti di 'questo libro, ai
o di traverso l'iniezione del MdC per via venosa); quello quali si rimanda, per le modalità di formazione del-
della tomografia a RM dalla speranza di migliorare, l'immagine e il significato fisicobiofisico della stes-
rispetto alla tomografia computerizzata, la sensibflità sa, e ne avranno ancora nei capitoli -successivi per
eil valore predittivo positivo nei riguardi delle iesioni quanto concerne la semeiotica generale.
tumorali. È importante osservare che la digitalizzazione è il
Per quanto concerne le bio immagini morfologiche, punto di partenza per la realizzazione di sistemi di
sappiamo che, per una lesione patologica di tipo cir- gestione informatica completa delle immagini. Sono
alla
1pico coscritto, il limite minimo di apprezzabilità può fis- già operanti in molte sedi sistemi per :l'archiviazio-
sarsi intorno a 2-3 mm. Esistono, ovviamente, tecniche ne e la comunicazione delle immagini, i quali uti-
più risolventi e tecniche meno risolventi, cioè più sen- lizzano stazioni di lavoro di diversa sofisticazione
ione, sibili o meno sensibili dinanzi al problema individua- per visualizzare le immagini digitali formate con tec-
uello zio/le della presenza di lesione. Questa individuazione niche diverse e richiamarle al bisogno in forma sin-
è di per sé il punto di partenza di tutto il procedimen- gola o multipla (v. paragrafo VL5). Nel prossimo
to diagnostico, ai fini del quale l 'aspetto determinante futuro il diagnosta per immagini passerà buona parte
Ù'or·
rile· è la caratterizzazione della natura della lesione. Da del suo tempo dinanzi alla consolle ad analizzare e
questo punto di vista le diverse tecniche di fonnazio- confrontare non solo immagini dello stesso paziente
ne di immagini corporee prospettano possibilità am- ma anche immagini di pazienti diversi. Ciò con le
!l'or- piamente differenziali. ovvie ripercussioni sul modo stesso di condurre
co di .. Nell'atto «caratterizzazione» il giudizio poggia su to diagnostico, per il quale certamente si porrà la
nhevi molteplici: necessità di una più profonda conoscenza di tutte le
142 Appendice 1
implicazioni filosofiche alla base delle teorie e quantitativamente più consistente spazi e problernt
sull'organizzazione del sapere medico. di patologia umana che in passato lo assoggettavano
a un rapido esaurimento di energia psichica.
TABELLA A.J.2, CRONOLOGIA ESSENZIALE DELLA DIAGNOSTICA PER È logico chiedersi, a questo punto, quali elementi
IMMAGINI. intervengono nel determinare il valore clinico di una
1895 Scoperta dei raggi X
certa tecnologia di formazione di immagini corporee.
Possiamo sintetizzarli in quesiti corrispondenti a 5
1904 Mezzi di contrasto digestivi livelli di interesse progressivamente crescente:
1924 Mezzi di contrasto colecistografici
1929 Mezzi di contrasto uroangiografici
l. la tecnologia fornisce immagini semplicemente
1930 Tomografia «più belle)) o anche «più ricche di informazione
1947 Tomografia assiale trasversa utile» rispetto ad altre dalle quali informazione
analoga può essere ottenuta?
1934 Scoperta della radioattività artificiale
2. offre maggiore accuratezza diagnostica?
1950 Scintigrafia 3. è complementare o sostitutiva rispetto ad altre tec-
nologie di fonnazione di immagini o altre proce-
1952 Mezzi di contrasto colangiografici
dure diagnostiche più rischiose per il paziente o
1953 lntensificatore elettronico di luminosità più costose?
Cateterismo vasale selettivo 4. si ripercuote sull'approccio terapeutico?
1957 Gammacamera e """'Te 5. influenza la prognosi?
1962 Ecografia medica
Scrive Hendee (1989): «Solo attraverso la matura-
1971 Tomografia computerizzata cranica zione della radiologia da un abile mestiere a scienza
potranno evolvere metodi in grado di soddisfare tutti e
1974 Tomografia computerizzata corporea cinque questi criteri di valutazione tecnologica. Si può
Ecotomografia con scala dei grigi
solo sperare che questa evoluzione abbia luogo in mo-
1978 Tomografia ad emissione di positroni {PET) do sufficientemente rapido da far sì che la radiologia
Ecotomografia in tempo reale possa soddisfare i requisiti di qualità e le filosofie eco-
nomiche di tutela della salute in sviluppo al momento
1979 Angiografia digitale attuale>).
'!980 Tomografta ad emissione di fotone singolo (SPECT)
L'analisi attenta e la piena comprensione del refer- l'assoluta necessità dell'indagine ai fini della diagno-
to guideranno il medico proponente a utilizzare l 'in- si e la non sussistenza di controindicazioni clinicl1e
formazione acquisita come contributo additivo o riso- alla sua realiZzazione delle quali egli sia, eventuaJ.
lutivo al raggiungimento della soluzione diagnostica mente, a conoscenza. Non si richiede, per tale via, al
del caso. L'esperienza acquisita condurrà un po' per vol- medico l 'assunzione di maggiori responsabilità in
ta il medico a formarsi idee chiare, su solide basi em- caso di effetto secondario grave, ma piuttosto la
piriche, di quanto la singola tecnica di formazione di coscienza di dover far correre al paziente un rischio
immagini possa dare afronte di un preciso quesito cli- ragionato e conveniente.
nico. Questa esperienza è in ultima analisi quella che
guida alla scelta aprioristica, scelta che sarà ovviamente
tanto più efficiente quanto più aperto sarà il rapporto 7. Camminare in terra
di collaborazione con il diagnosta per immagini.
Questa formulazione del problema non consente, In tema di rapporti tra immagine, sistema visivo e
tuttavia, di escludere per il medico la necessità di processi mentali successivi, osservano ancora
·conoscenze più approfondite sul significato delle Beltrame .e. coli., analogo discorso è trasferibile oggi a
bioimmagini. E ciò non solo perché egli macchine; che, attraverso diversi tipi di sensori, per
ve», ma anche perché di fatto «le usa», in modo inte- esempio telecamere, sono in grado di manipolare
grato, per poter curare meglio il suo paziente. immagini, di analizzarle e di estrarne il contenuto
informativO significativo.
Ciò costituisce il punto di partenza per lo' sviluppo
6. Indagini inutili o di utilità opinabile di tecniChe basate su sistemi esperti: «L'esperienza
del medico - scrivono gli Aa. - è codificata in una
Dalla correttezza di queste scelte dipende grande quantità di regole «atomiche» di decisione, in
mente la riduzione del numero di indagini inutili o cui vengono associate in vario modo osservazioni,
comunque di utilità opinabile, per le quali una stima ipotesi e decisioni, espresse in un linguaggio quasi '
attendibile parlava alcuni anni orsono di circa il 30% naturale. In una sessione di consultazione, il sistema
sul totale delle indagini richieste. Indagine inutile esperto applica in cascata le regole, partendo da un
significa costo supplementare inteso non solo nel insieme di osservazioni che l'utente fornisce relativa-
senso di spesa attiva palese sostenuta, ma anche di mente al caso in esame, allo scopo di fornire una
spesa passiva occulta legata al ritardo della diagnosi risposta a un problema clinico, così come farebbe un
e al prolungamento della degenza del paziente esperto del settore. V analogia con l'esperto umano è
to quest'ultimo di per sé incidente in ragione superi ancora maggiore se si osserva che un sistema esperto
re a quella dei precedenti). Il problema del rapporto è anche in grado di giustificare le sue risposte indi-
beneficio/costo è considerato su basi quantitative in cand() le regole che ha utilizzato».
Appendice II. È qui sufficiente il richiamo alla neces- Ma con queste considerazioni viene meno il
sità di una attenta valutazione aprioristica da parte del nostro proponimento di <<camminare in terra>>,
medico proponente l'indagine. ricreandosi stimolanti spazi per quel «passeggiare in
Per determinate indagini, per le quali sussiste un cielml più sopra messo in disparte in un testo che
certo rischio di effetti secondari, ad esempio l'urogra- vuole fare riferimento soprattutto alle modalità attua-
fia, è richiesto al medico proponente di specificare li di uso razionale della Diagnostica per immagini.
APPENDICE II
test effettuate in serie o in parallelo secondo un dia- bosa le affermazioni sulla sensibilità o sulla specifj.
gramma di flusso adatto allo specifico caso clinico. cità di un test diagnostico.
In pratica il procedimento di verificazione o di Ci giovefcmo, nel prosieguo della discussione, di
falsificazione dell'ipotesi di malattia è sempre osta- un esempio numerico concreto. In una ricerca con.
colato da una percentuale di errore intrinseca a ogni dotta su l 023 soggetti sottoposti sequenzialmente a
test utilizzato. I pazienti sottoposti all'indagine A per clisma a DC e colonscopia di controllo sono stati rile.
il sospetto di malattia X, in una valutazione a poste- vati 129 VP, 858 VN, 25 FP e l l FN relativamente
riori (per esempio alla luce della formalizzazione dia- alla presenza di polipi rettocolici. Il clisma a DC ha
gnostica conclusiva), potranno rivelarsi: dunque «Sbagliatml in 36 casi: è risultato positivo in
154 soggetti, ma di questi, alla verifica colonscopica,
- veri positivi (VP): l'indagine è risultata positiva e
soltanto 129 presentavano realmente polipi; è risulta.
v'era malattia;
to negativo in 869 soggetti, ma di questi, alla verifica
- veri negativi (VN): l 'indagine è risultata negativa
colonscopica, soltanto &58 erano realmente privi di
e non v'era malattia;
polipi. Abbiamo dunque:
- falsi positivi (FP): l 'indagine è risultata positiva
ma non v'era malattia;
129/(129+ ll) 0,92 92%
- falsi negativi (FN): l 'indagine è risultata negativa
ma v'era malattia.
858/(858+25) 0,97 97%
Per semplificare il discorso formuleremo un
pio concreto. Supponiamo di voler giudicare a priori, Sensibilità e specificità definiscono l'affidabilità
cioè prima di sottoporre il soggetto all'indagine, dell'indagine, quantificando, nel caso in considera-
cacia diagnostica del clisma a DC nell'individuazione zione, la tendenza a risultare rispettivamente positiva
dei polipi rettocolici. Ci porremo due quesiti nei soggetti portatori di polipi e negativa nei soggetti
ri che hanno come «oggetto di attenzione» l'indagine: privi di polipi. Trattasi di indici aprioristici che si
riferiscono in senso generale alla metodica e/o alla
l. se il soggetto ha polipi, che probabilità vi è che il tecnica diagnostica (e alla perizia degli operatori che
clisma a DC risulti positivo? la eseguono e la valutano!), utili al medico che deve
2. se il soggetto non ha polipi, che probabilità vi è decidere se sottoporre o meno un determinato sogget-
che il clisma a DC risulti negativo? to a tale indagine. Questi indici, tuttavia, nulla espri-
mono sul! 'attendibilità del risultato diagnostico posi-
Cindice corrispondente al quesito l è detto tivo o negativo ottenuto in uno specifico soggetto che
bilità, o «tasso dei veri positivi», ed esprime la abbia effettuato l'indagine.
quenza con la quale l'indagine risulta positiva in una Quest'ultimo problema, aposterioristico, ha come
popolazione di soggetti che hanno la malattia cercata, «oggetto di attenzione» appunto il risultato dell'inda-
in altri termini la capacità dell'indagine di identifi- gine: in altri termini, il problema non consiste più
care la presenza della malattia. È definito come: nella scelta se effettuare o meno l'indagine anche in
riferimento alle altre disponibili («nodo
VP/(VP+FN) ma nella valutazione del risultato ottenuto («nodo pro·
babilistico»). Dobbiamo, dunque, chiederci:
Cindice corrispondente al quesito 2 è detto spe-
cificità, o «tasso dei veri negativi», ed esprime la fre- 3. che probabilità vi è che il soggetto con clisma a
quenza con la quale l'indagine risulta negativa in una DC positivo abbia realmente polipi?
popolazione di soggetti che non hanno la malattia cer- 4. che probabilità vi è che il soggetto con clisma a
cata, in altri termini la capacità dell'indagine di DC negativo non abbia realmente polipi?
tificare l'assenza della malattia. È definito come:
Vindice corrispondente al quesito 3 è detto valo·
VN/(VN+FP) re predittivo positivo (vpp) ed esprime la frequenza
con la quale la malattia è realmente presente
È di per sé evidente come questa formulazione popolazione di soggetti risultati positivi al test. E
obblighi sempre a riferire a una definita entità definito come:
Introduzione all'analisi decisionale 147
c.-----
!fi- vpp VP/(VP+FP) nico non interessa la capacità «mediwJ del! 'indagine di
individuare la presenza o l 'assenza di malattia, ma solo la
di Nell'esempio in considerazione ha valore: sua affidabilità nell'individuare la presenza di malattia; e
rn. viceversa, al medico che intende utilizzare l'indagine per
129/(129+25) 0,84 84% escludere un definito sospetto clinico interessa solo la sua
'a affidabilità nell'escludere la presenza di malattia. Dal
le.
punto di vista clinico, l'indagine, quindi, va sempre giudi-
nte non soddisfacentemente elevato. Vedremo più oltre cata nelle due situazioni non sovrapponibili di presenza o
ha come q'uesto valore sia criticamente influenzato dalla assenza di malattia.
in severità con la quale il medico «filtra)) i soggetti da Altri indici utili alla quantificazione dell'efficacia dia-
ca, sottoporre ali 'indagine selezionando di fatto una gnostica sono: il tasso dei FP, cioè la proporzione di sog-
ta. popolazione di soggetti con più o meno alta «proba- getti non affetti da malattia erroneamente classificati come
i ca bilità pre-test di presenza di malattia>>. positivi, FP/(FP+VN); il tasso dei FN, cioè la proporzione
di L'indice corrispondente al quesito 4 è detto valo- di soggetti affetti da malattia erroneamente classificati
re predittivo negativo (vpn) ed esprime la frequenza come negativi, FN/(FN+VP); la verosimiglianza del test
con la quale la malattia è realmente assente nella positivo, cioè il rapporto tra la probabilità del test positivo
popolazione di soggetti risultati negativi al test. È in presenza di malattia rispetto alla probabilità del test
positivo in assenza di malattia, sensibilità/tasso dei FP =
definito come: sensibilità/(1 - specificità); la verosimiglianza del test
negativo, cioè il rapporto tra la probabilità del test negati-
vpn VN/(VN+FN) vo in presenza di malattia rispetto alla probabilità del test
ità negativo in assenza di malattia, tasso dei FN/specificità =
ra- e nella ricerca considerata ha valore: (l - sensibilità)/specificità.
iva Si notino infine le due importanti relazioni:
858/(858+ Il) 0,99 99% -- sensibilità+ tasso dei FN = l, ovvero, se aumenta la
si sensibilità, si riduce il tasso dei FN;
tlla equivalente quasi a una certezza. Analogamente al - specificità + tasso dei FP = l, ovvero, se aumenta la
:he precedente è anch'esso criticamente influenzato dalla specificità, si riduce il tasso dei FP.
:ve severità con la quale il medico «filtra» i soggetti da
.et- sottoporre all'indagine . Non esistono in pratica valori di sensibilità, speci-
Vpp e vpn esprimono, dunque, il grado di credibi- ficità, vpp o vpn che per una determinata indagine
ISi- lità che è possibile attribuire rispettivamente al risul- possano in assoluto dirsi sufficienti o insufficienti:
:he tato positivo o negativo dell'indagine, in altri termini solo il riferimento al problema clinico in considera-
la sua coerenza con la realtà anatomoclinica. La loro zione consente di trarre corrette valutazioni.
me considerazione è elemento logico a posteriori complew
la- mentare alla considerazione a priori della sensibilità e Una sensibilità dell'SO% (quindi, un tasso di FN del
più specificità. 20%) potrebbe essere considerata 11interessante» (soprat-
in tutto se associata a una elevata specificità) per un nodo
E opportuno osservare che una certa consuetudine con- probabilistico iniziale in un diagramma di flusso relativo
»),
duce ad assegnare al termine specificità un significato non al sospetto di una affezione il cui mancato trattamento
ro· corretto, intendendolo in senso etimologico indicativo della immediato sia privo di conseguenze cliniche, ma del tutto
((specificità)) del risultato diagnostico positivo nei riguardi inaccettabile in un nodo probabilistico che possa compor-
della malattia cercata, attribuendogli il significato che di tare un ritardo diagnostico nel sospetto di una affezione
fatto, compete al vpp. acuta che necessiti di trattamento urgente. Quest'ultima
E ancora opportuno osservare che, con una certa fre- situazione si pone, ad esempio, relativamente all'utilizzo
aa quenza, ricorre nell'uso un indice, l'accuratezza diagno- dell'ecografia nel sospetto di appendicopatia acuta
stica, il quale compone in sé sensibilità e specificità, ed è (Rosenquist, 1988): il potenziale ritardo dell'intervento
così definito: chirurgico nella frazione di FN può comportare un signifi-
lo· cativo aumento della mortalità nei pazienti sottoposti a
rza accuratezza diagnostica= (VP+VN)/(VP+VN+FP+FN) ecografia (1,6%} rispetto a quella dei pazienti sottoposti a
,na intervento chirurgico sulla base della sola valutazione cli-
, li valore concreto di questo indice (96,5% nell'esempio nica (0,069%). In questo caso, dunque, l'informazione
È m_c_onsiderazione) è dubbio: al medico, infatti, che intende diagnostica additiva apportata dall'ecografia sortisce
Uhhzzare l'indagine per confermare un certo sospetto eli- effetti clinici negativi.
148 Appendice l!
sem. bbassa la sensibilità e il vpn. Questo aumento è cor- In altri termini, l 'operato del radiologo è risulta-
dia. :elato inversamente alla qualità del risultato dell'in- to pressoché assolutamente attendibile iii caso di
:a un dagine . _. _, . positività dell'indagine, inattendibile quasi come il
le di In diagnostlCa per Immagmi la qualtta del nsulta- lancio di una moneta in caso di negatività.
lli di to sembra dipendere <<esclusivamente» da fattori Dal confronto dei valori predittivi nelle tre situa-
lo al intrinseci, cioè dall'adeguatezza metodologica e tec- zioni contemplate (la reale prevalenza di malattia
rtare nica con la quale è realizzata l 'indagine. Quanto più nella popolazione studiata nella ricerca qui considera-
con- questa -è alta, tanto più FN si trasformano in VP e FP ta è del14%) risulta evidente il principio generale che
ità e in VN. Sembra, dunque, si possa ben dire, da questo i risultati di un'indagine divengono tanto meno
;ioni punto di vista, che il diagnosta per immagini è artefi- attendibili in caso di positività quanto più bassa è la
hi11o ce del suo stesso successo. prevalenza di malattia, tanto meno attendibili in
Ma riprendiamo adesso l'esempio più sopra pro- caso di negatività quanto più questa è alta. In linea
·apia spettato della ricerca di polipi mediante clisma a DC, generale, tutti i test diagnostici raggiungono il massi-
npio supponendo che l'attenta operazione di filtro pre-test, mo di utilità allorquando la probabilità di malattia nel
are i praticata ad esempio nel contesto di un centro quali- soggetto. sottoposto a indagine è intorno al 50%
gine ficato per lo studio delle malattie del colon e del retto, dizione di estrema incertezza).
i. In faccia sì che la prevalenza di malattia nella popola- Ma quali fattori influenzano la prevalenza di
:e di zione di pazienti sottoposti a indagine sia del 50%, malattia? In altri termini, quali fattori agiscono sulla
lagi- cioè che metà dei soggetti sia effettivamente portatri- frequenza reale di ciascuna malattia nella
itati- ce di polipi. Sulla base dei valori precedentemente ne di soggetti che giunge a praticare l'indagine dia-
:afia determinati di sensibilità (92%) e specificità (97%) gnostica? Il più importante fattore ((110TI strutturale»,
nati- del clisma a DC possiamo calcolare che su 200 cioè m0dificabile, che agisce sulla prevalenza di
pazienti sottoposti a indagine 92 risulteranno VP, 97 e conseguentemente sui valori predittivi del-
VN, e conseguentemente 8 FN e 3 FP. Ricalcolando l'indagine è l'azione di filtro che il medico proponen-
;ono adesso i valori predittivi avremo: te esercita nella selezione dei pazienti meritevoli di
npre indagine. Se il «filtro» è efficiente, il vpp aumenta e
:wn- vpp = 97% il vpn diminuisce; e viceversa, se il filtro è inefficien-
vpn = 92% te. Si può, quindi, affermare che il medico proponen-
;ono te l'indagine influisce direttamente sull'attendibilità
ISitÌ· del radiologo.
I.: aumento della prevalenza di malattia nella popo-
che Anche la giustificazione di uno screening di
lazione di soggetti sottoposti a clisma a DC, ottenuta
grazie al filtro esercitato, ha avuto il sorprendente massa poggia sulla valutazione di frequenze
effetto di aumentare dall'84% al 97% l'attendibilità cativc di malattia nelle classi d1 età a esso sottoposte,
to a oltre che sul rilievo di effettivi miglioramenti della
del risultato positivo dell'indagine. Nel contempo,
1 un prognosi per i casi oggetto di diagnosi infraclinica
'ia e tuttavia, si è ridotta dal99% al92% l'attendibilità del
risultato negativo dell'indagine. In altri termini, l'o- (per quanto concerne la mammella, si veda il para-
uida grafo XXXVII.l.6).
iivi- perato del radiologo è risultato più attendibile in caso
di positività dell'indagine, un po' meno attendibile in
ree-
caso di negatività.
to
Ripetendo il procedimento precedente a un'opera-
S. Le curve di capacità diagnostica
1 un
zione di filtro pre-test più severa, tale che la preva-
lenza di malattia nella popolazione di pazienti sotto- Il valore pratico di un test diagnostico dipende
posti a indagine sia del 90% (ad esempio, controllan- la sua sensibilità, dalla sua specificità e dalla prevalen-
za di malattia nella popolazione esaminata, parametri
re· do pazienti nei quali una precedente indagine era
che determinano i valori predittivi positivo e negativo.
risultata positiva), avremo:
Tuttavia, è bene tenere presente che proprio i parametri
vpp = 99,6% basilari della sensibilità e della specificità sono a loro
1cile volta dipendenti dalla «soglia» scelta per discriminare
oa la vpn = 57,4% ciò che deve essere considerato normale da ciò che
FN deve essere considerato anormale (fig. A.II.l).
!50 Appendice 11
Nonnali
O 3 6 9 12 15 18 mm 30
Il concetto di <<Soglia» è intuitivo perÌ test laboratori- Fig. A,JI.I C. Etfetto della soglia discriminante sui soggetti con inte-
ressamento metastatico mediastinico. La riduzione della soglia da 10
a 5 mm minimizza la frazione di soggetti patologici erroneamente
considerata normale (cioè falsamente negativa). l:atmlento della
soglia da l O a 15 mm, che minimizza secondo quanto visto in fig.
Il.A.l 8 i falsi positivi, rende intollerabilmente elevata la frazione di
soggetti patologici che verrà erroneamente considerata normale (c
quindi avviata più tardivamente a terapia). La scelta della soglia, in
altri termini, agisce antiteticamente sui falsi positivi e sui falsi nega.
18 mm tivi. Come in tutte le cose umane, in medio stai virtus: nel caso spe-
cifico qui consideralo una soglia discriminante patologico/normale
di IO mm genera un razionale equilibrio tra falsi positivi e falsi nega-
tivi.
gine per calcolare la nuova probabilità di malattia utilmente la «lettura>> delle immagini. Privo di questo
(nella pratica, le probabilità relative di un insieme di sussidio, lo specialista procede (se procede!) «a ten.
possibili malattie) sono dette procedure di «revisione toni», conseguendo risultati di gran lunga inferiori a
delle probabilità»: convertono la probabilità a priori quelli potenzialmente ottenibili.
in probabilità a posteriori tenen- Sul referto radiologico si è già detto in Appendice
do conto della prevalenza di malattia. Il teOrema di l. Giova qui aggiungere che il suo significato non setn.
Bayes è una di queste procedure ed è applicabile pre è univoco: non solo perché la realtà anatomora.
anche a situazioni in cui il risultato del test non è dialogica del singolo paziente non è sempre classifica.
deterministicamente «positivO>> o «negativo>? ma può bile in schemi prede terminati, né tantomeno in catego.
assumere valori numerici definiti. rie concettuali come «positivo», «negativo» o «dub-
L'uso del teorema di Bayes è fondato su un sub- bio» sic et simpliciter, ma anche perché sussistono
strato matematico molto semplice, ma nel cOmplesso ambiguità intrinseche ne/linguaggio naturale e caren.
pone problemi che vanno al di là delle esigenze di ze nel linguaggio medico. Significativo, a quest'ultimo
questa trattazione introduttiva. proposito, quanto riferito da Toogood (1980): chieden-
do a 205 diversi interlocutori di quantificare la proba-
bilità associata al termine anglosassone «usually»,
8. Richieste e referti furono ottenuti valmi tra 20% e 90%!
Il linguaggio radio logico evolve di continuo suben-
Ogni indagine diagnostica per immagini ha una do «innesti» di una simbologia terminologica legata
premessa, la «richiesta» del medico proponente, e una ali 'introduzione di nuove tecniche di formazione di
conclusione, il «referto» dello specialista radiologo o immagini, ma ancora si è ben !ungi dalla definizione di
medico nucleare, entrambi documenti di estrema un linguaggio più formalizzato. Del resto, lo stesso lin-
importanza. guaggio della matematica, totalmente formalizzato, è
Perché una determinata indagine esprima appieno un risultato relativamente recente, per dirla con Bel tra-
le sue potenzialità è necessario che giunga allo spe- me e Tagliasco (1990), «se ancora nell'Ottocento le
cialista, da parte del medico proponente, una richie- comunicazioni scritte erano costituite da pagine e pagi-
sta d'indagine sintetica ma esauriente, contenente i ne di ottimo italiano con qualche formula qua e là».
dati anamnesticoclinici essenziali e la chiara indica- Non è detto, peraltro, che questo approdo sia pos-
zione del quesito proposto. Questo atto squisitamente sibile per il linguaggio della diagnostica per immagini.
medico, spesso ridotto a pratica formale a fini buro- È solo un'ipotesi. Ci si potrebbe chiedere, con qualche
cratici, ha invece grande importanza poiché indirizza cattiveria: <<che cosa farà il diagnosta per immagini
l 'atto diagnostico spesso_ anche dal punto di vista allorquando non potrà più mascherare con abili giri di
delle sue modalità di esecuzione tecnica e orienta parole insufficienze dell'indagine effettuata?>>.
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SEMEIOTICA E DIAGNOSTICA
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CAPITOLO XII
SCHELETRO
GIORGIO CITTADINI E FRANCESCO PRIOLO
t: osso è un organo dal metabolismo molto attivo e induce la solubilizzazione della fase minerale. Gli
contiene popolazioni cellulari necessitanti di un gran- blasti, originanti da cellule mesenchimali, sintetizzano e
de apporto ematico; possiede, inoltre, un'importante secernono la matrice organica (tessuto osteoide) e ne indu-
componente extracellulare strutturata architettonica- cono la mineralizzazione. In questa assume grande impor-
mente in una fase organica e una minerale. Fonda- tanza la fo::.fatasi alcalina, la quale genera una saturazione
mentalmente, l'osso esplica tre funzioni: sostiene e locale in ioni fosfato che si depositano trascinandosi dietro
il calcio sotto forma di triplofosfato strutturato in cristalli
protegge gli organi parenchimatosi; custodisce il
di idrossiapatite. Gli osteociti, derivanti dagli osteoblasti
midollo emopoietico; immagazzina, informa ampia-
«murath> nel tessuto osseo, sono immersi nel comparti-
mente e rapidamente scambiabile, la quasi totalità
mento fluido de li' osso e partecipano alla regolazione della
del Ca dell'organismo (97%) e una larghissima fra- concentrazione nei liquidi organici degli ioni Ca'->, P04--,
zione del P (85%). Queste funzioni sono alterate in Mg"' e altri.
maniera più o meno drastica in molte affezioni primi- Il tessuto osseo è, in effetti, un'entità dinamica
tive scheletriche e viceversa la loro alterazione gettata a un continuo rimaneggiamento strutturale necessa-
tiva si ripercuote più o meno sensibilmente sull'osso. rio per adattare i singoli segmenti ossei a mutate esigenze
La diagnostica delle affezioni scheletriche è meccaniche («rimodellamento») e per contribuire al
data in maniera determinante sullo studio «per nimento della calcemia. Il rimaneggiamento è equilibrato
ginh>, in particolare sull'esame diretto radiografico nell'adulto: tanto osso vecchio viene distrutto dagli osteo-
(del quale si prospettano insostituibili complementi, clasti, tanto osso giovane viene prodotto per attività degli
in situazioni definite, la TC e la RM) e sulla osteoblasti; durante l'accrescimento prevale l 'attività
blastica; nella senescenza quella osteoclastica. I fenomeni di
stica radioisotopica (scintigrafia statica e dinamica!).
rimodellamento sono particolarmente intensi, nel periodo
Nelle sindromi osteopeniche assumono ruolo deli 'accrescimento, a livello metafisario e controllano la ten-
tante la mineralometria ossea e la tomodensitometria. denza di tale segmento a rigonfiarsi oltre misura: questo con-
rangiografia interviene talora nella stadiazione dei trollo viene meno in alcune distrofie e displasie ossee. Il ri-
tumori e quale supporto ad alcune procedure maneggiamento strutturale dell'osso ha luogo per azione di
ventistiche. un complesso transitorio di cellule (alcune delle quali sopra
ricordate) detto unità multicellulare di base (UMB).
Il tessuto osseo può considerarsi un connettivo In linea generale nella UMB hanno luogo le seguenti
lizzato adatto a un 'intensa mineralizzazione, la quale con- fasi sequenziali:
ferisce all'osso peculiari caratteristiche di solidità e resi- - diastasi delle cellule endostali di rivestimento che ren-
stenza (si consideri, in proposito, che Ca e P costituiscono de concretamente «accessibile» la superficie ossea,
il45% in peso dell'osso fresco!). In esso sono presenti indotta per azione diretta del paratormone;
almeno 5 tipi di _cellule: le cellule endostali, gli osteoclasti, - reclutamento degli osteoclasti e richiamo sulla superfi-
le cellule intermedie, gli osteoblasti, gli osteociti. n ruolo cie ossea, indotti per azione indiretta del paratormone
peculiare che queste cellule svolgono nella produzione e (intermediazione e da fattori lo-
nella demolizione del tessuto osseo si presume noto al let- cali liberati dalle cellule endostali;
tore. E tuttavia utile ricordare che gli osteoclasti, cellule - riassorbimento osseo ad opera degli osteoclasti e im-
derivanti dalla fusione di monociti o forse di macrofagi missione nel sangue del Ca e del P liberati dall'idros-
colanti, sono deputati al riassorbimento della matrice ossea siapatite ossea;
111ineralizzata. Agiscono producendo nelle superfici ossee - progressiva sostituzione degli osteoclasti da parte di
con le quali giungono a contatto un ambiente acido che cellule intermedie e successivamente di osteoblasti;
!56 Capitolo xnJ
- riparazione delle lacune di Howship a opera degli osteo- bolismo del Ca e del P inducendo ripercussioni in un senso·'.'
blasti con ripristino dello stato primitivo delhi superfì- o nell'altro sull'osso. Nei forti bevitori di latte l'aumentato.}
. ci e ossea, nella quale assumono importanza del tutto fon- apporto di" Ca produce ipercalcemia, l'alcalosi ne agevoJa'i
damentale oltre al paratormone, gli estrogeni, la vitami- la precipitazione nei diversi tessuti (calcinosi) e soprattutto'\
na D, i glucocorticoidi e numerosi fattori.locali (alcuni nel rene con conseguente nefrite (malattia dei bevitori
dci quali agiscono con intermedi azione delle prosta- latte o sindrome latte-alcali di Burnett). L'ipervitaminosi ·:
glandine). D, come pure l'ipersensibilità alla vitamina D (malattia di::
Lightwood e Paync; ìpertiroidismo), inducono ipercalccJ,
I fattori sistemici e locali che regolano il rimaneggia- mia e c8kinosi tessutalc. I corticosteroidi hanno
mento osseo agiscono nella UMB in forma sinarchica. opposta alla vitamina D. L'ipovitaminosi D è responsabile·;
L'alterazione di una qualunque fase del processo conduce del rachitismo. La privazione sperimentale del paratormo/
al disaccoppiamento funzionale tra osteoclasta e osteobla- ne induce iperfosforemia e ipocalcemia; l'iperparatiroidi-
sta con conseguente possibile instaurazione di una «malat- smo forzato: iperfosfaturia, ipofosforemia, ipercalcemia ::'
tia metabolica)) dell'osso (v. paragrafo XII.9). ipercalciuria, iperfosfatasemia, comparsa di aree fibrosoci::
La fisiopatologia dell'osso è influenzata in maniera stiche generalìzzate scheletriche, ripercussioni più o menO:
determinante dal paratormone, dalla vitamina D e dalla cal- sensibili a carico dei diversi visceri.
citonina, i quali agiscono, con diverse intenSità di grada-
zione, a livello del cosiddetto «asse intestino-osso-rene»
(fig. XII.l); ruolo di una certa importanza è esplicato l. Esame diretto
anche dagli estrogeni, dagli steroidi corticosurrenàli, dalla
tiroxina. A questi fattori verrà fatto specifico riférimento È la metodica fondamentale in grado di assolvere·..
nella trattazione delle malattie metaboliche dell'osso.
alla quasi totalità delle esigenze di rilievo semeiologi- \:
In condizioni normali il rapporto Ca/P ematico è una
costante biologica rigorosa. La calcemia è circa 10 mg%, la co. Viene effethJato di norma nelle due proiezioni orto:''
fosforemia 3,5 mg%. gonali di base ed eventualmente in altre complementa--
Numerosi fattori intervengono ai vari livelli del meta- ri. Alcuni segmenti scheletrici richiedono accorgimen-::,
ti tecnici specifici.
Tecnica fondamentale è la radiografia eset,JUita in"'
forma convenzionale o digitale. Quest'ultima è utile::.
soprattutto per la contemporanea
delle parti molli perischeletriche (in ciò ha completa-,:
mente sostituito la xeroradiografia!) e per una più age:'
vole dimostrazione di tal uni segmenti ossei
con difficoltà con la radiografia convenzionale, quali'
ad esempio il tratto di passaggio La
tomografia convenzionale è stata completamente
sostituita dalla TC nello studio di distretti anatomica·
mente complessi, quali il rachide, le articolazioni
sacroiliache e la regione La
radiografia con ingrandimento diretto d'immagine
Fig. XII.l. l: asse intestino-osso-rene e i principali fattori che su di
esso agiscono influenzando il rimaneggiamento osseo. consente un'analisi più fine delle strutture ossee pri-
Il paratormone: l) a livello tubularc distale renalc inibisce il rias- marie ingrandite di 2-3x. La radioscopia è utile talora
wrbimcnto dei fosfati filtrati dal glomerulo; 2) a livello della muco- come guida a manovre ortopedico-traumatologiche.
sa intestinale favorisce l'assorbimento del Ca e del P; 3) a livello
osseo stimola l'attività osteoclastica. In linea di massima, quindi,
induce una iperfosfaturia con conseguente ipofosforcmia e mobiliz- L'elevato contenuto in sali di Ca conferisce a!l'osso
zazionc del Ca scheletrico. una spiccata radiopacità rispetto agli altri tessuti del-
La vitamina D: l) a livello della mucosa intestinale favorisce l'as- l'organismo. La disposizione delle lamelle ossee in
sotbimento del Ca; 2) a livello tubulare distale renale promuove l'e-
screzione dei fosfati; 3) a livello osseo potenzia l'attività osteocla-
sistemi trabecolari (osso spugnoso) e sistemi /ame!lari
stica stimolata dal paratormone e catalizza la calcificazione della (osso compatto) genera sostanziali differenze di contra-
sostanza osteoide. sto radiologico all'interno del singolo osso, sia esso
La ca!citonina: 1) a livello osseo inibisce l'attività osteoclastica e
lungo, corto o piatto. Radio logicamente sono bene indi-
stimola l'ostcogcnesi; 2) a livello rcnale aumenta l'escrezione tubu-
lare dci fosfati; 3) a livello intestinale inibisce l'assorbimento de) Ca viduabili le «strutture primarie» dell'osso, costituite
e del P. dalla compatta e dalla spugnosa (fig. XII.2).
m senso··.: .
Fig. XJI.2. Aspetto rndiologico
1Uentat0 ·:: dell'osso. A: osso lungo (omero
destro). E"' epifisi; M"' mctafi-
Jrattutto ·:; si; D "' diafisi. La lancia indica
vitori di} la cartilagine di accrescimento
aminosi ·: che separa l'epifisi dalla metafi-
1lattia di·.', si; le lince trasversali indicano il
confine tra mctafisi e diafisi; le
ercalccJ· frecce dritte indicano il versante
' azione esterno e interno della compatta;
Jnsabi!e ', la freccia obliqua il suo progres-
atormo.·:· sivo assotligliarsi sino ad assu-
atiroidi. mere l'aspetto di corticale. B:
tlcemia ::· ossa corte (dettaglio del carpo),
Si osservi il delicato disegno tra-
brosocl: 'i·· bccolare dell'osso spugnoso e il
o meno· sottile rivestimento corticale. C:
osso piatto (volta cranica). Sono
ben visibili i due tavolati (frec-
ce) c la diploe (asterisco) tra di
essi compresa.
solvere \
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ni orto:·'
menta-
gimen.::,
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è utile:.:
npleta-,·.
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1mente
ornica·
!azioni
La cumpatta, tipicamente rappresentata nella diafisi delle
re. La ossa lung!te, si presenta come una striscia periferica longitu-
nagin e dinale più o meno spessa di osso uniformemente radiopaco
ee pri- delimitante il canale midollare radiotrasparente. Essa si assot-
: talora tiglia a livello metafisario fino ad assumere nell'epifisi l'a-
>giche. spello di una sottile linea opaca che circonda l'osso spugno- Fig. XII.3. Osso calcancare. Si osservi l'orientamento dci fasci trabc-
so, denominata corticale. colari secondo «linee di forza)): sono di norma riconoscibili almeno 5
sistemi (frecce).
:!l'osso La spugnosa si presenta come un intreccio di trabecole
1ti do- radiopache. Le trabecole più spesse sono orientate secondo
;see in Vettori condizionati dalle esigenze di resistenza alla pressio- sotto forma di banda trasversale radiotrasparente che sem-
rne!lari ne e alla trazione, le cosiddette «linee di forza>> particolar- bra interrompere la continuità tra metafisi ed epifisi, fino
contra· mente evidenti nel collo e nei condili femorali, nell'epifisi alla completa ossificazione al termine dell'accrescimento
prossimale tibiale, nell'astragalo e nel calcagno (fig. XIIJ).
a esso scheletrico. Spesso rimane apprezzabile nell'adulto sotto
Il periostio e !'endostio non sono visibili in condizioni forma di stria radiopaca trasversale nel tratto di passaggio
te indi· normali: lo divengono quando si ispessiscono o calcificano.
stituitc metafiso-epifisario.
La rartilagine di accrescimento, o disco epifisario, alla La cartilagine articolare, la capsula articolare, i dischi
quale verrà fatto ampio riferimento in seguito, è visibile fibrocartilaginei e i legamenti non sono visibili diretta-
!58
mente con la radiografia: possono, però, essere evidenziati secondo vettori radiali.
dopo introduzione nell'articolazione di opportuni mezzi di Le cellule cartilaginee si dispongono nel disco epifisa:
contrasto (artrografia). La TC, la RM e in talune sedi l'e- rio in strati s"ovrapposti bene individuabili istologicamente· .
cografia ne danno una valida dimostrazione diretta. Dal versante epifisario a quello metafisario si succedono:
Il canale nutritizio può essere talora apprezzato, nella lo strato basale, le cellule seriate, le cellule ipertrofich;
diafisi delle ossa lunghe, sotto forma di sottile immagine separate da speroni longitudmali di sostanza fondamentale
longitudinale «a binario» che all'ingresso nell'osso sembra calcificata. Quest'ultimo strato, radio logicamente non dis.
interrompere la continuità della compatta. I vasi ossei pos- soci abile dalle trabecole ossee metafisarie, è detto «zona di
sono essere messi in evidenza, nel vivente, solo parzial- calcificazione provvisoria».
mente con l'arteriografia e la flebografia. Con l'evolvere dell'accrescimento osseo il disco epifj.
Le ossa corte sono costituite da spugnosa rivestita da sario riduce progressivamente la sua attività prolìferativa .
un sottile strato di corticale. Il disegno trabecolare è ana- diminuisce di altezza ossificando fino a scomparire (a 2Ù
lizzabile in maniera molto favorevole nel calcagno. anni in media nella donna, a 23 nell'uomo). I suoi residui '
Le ossa piatte sono costituite da una \\diploe» come più sopra ricordato, possono essere apprezzabili
sa a trabccole spesse e maglie larghe e irregolari, rivestita radiograficamente sotto forma di sottile stria trasversale
all'esterno e all'interno da «tavolati» di osso compatto. radiopaca.
L'osso lungo, in definitiva, si accresce in lunghezza per
Nella realtà pratica quotidiana, quindi, ogni segw l'attività del disco epifisario. I.:accrescimento in larghezza
mento osseo può essere analizzato radiologicamente è invece sotto il controllo del periostio, il cui strato profon-
do, detto <\strato osteogeno di Ollien>, mantiene attività
nella forma e nella struttura in maniera relativamente osteogenetica per tutta la vita dell'individuo.
semplice.
ifisa:
lente··
jono:
,fie
1 dis.
llla di
epifi-
ativa,.
(a 20
sidui
zabili
per Fig. XII.4. TC del piede. Scansi one coronale. Dal basso in alto sono Fig. XII.S. RM del tratto distale della tibia. Sono bene evidenti le
visibili il calcagno, l'astragalo con a lato d malleolo peronCale, parte strutture ossee primarie, la compatta (punta di freccia), la spongiosa
ofon- ddl'epifisi distale della tibia. Si osservi la perfetta dimostrazione (asterisco) e la cartilagine di accrescimento (lì:eccia).
otività delle rime at1icolari. Nella spongiosa del calcagno sinistro (a destra
in figura) è apprezzabile una piccola isola di compatta.
3. RJVI I e II);
- nelle osteomieliti, nelle quali consente
Dà buona dimostrazione, sia pure in forma zione precoce dell'aumento del contenuto acquoso
retta, delle strutture ossee primarie (fig. XII.S). Corti- (essudato infiammatorio!).
lSO e cale e compatta, le quali non danno segnale per la
'se e bassa densità in protoni mobili, sono ben
nica. te dalla spugnosa, della quale si ha immagine attra- 4. Ecografia
e l'e· verso la visualizzazione diretta del midollo osseo
arti. contenuto nelle areole intertrabecolari (segnale È indagine elettiva nello studio dei muscoli e dei
patta lo nelle sequenze T l di media intensità in tendini (v. capitolo XIV), dei quali consente anche
.o stio quelle T2-pesate). Muscoli e cartilagini ialine danno una valutazione dinamica, sotto questo aspetto
segnale intermedio; tendini e legamenti segnale landosi più vantaggiosa rispetto alla TC e alla RM.
lo basso. In linea generale, le sequenze Assume grande importanza nello studio della displa-
IStruÌ· intrinsecamente dotate di più sfavorevole rapporto sia dell'anca nel neonato (v. paragrafo XII.l0.2).
'PPOr· segnale/rumore, accentuano il contrasto tra strutture Trova indicazione, soprattutto in età pediatrica, nello
a rap· normali e patologiche. studio delle fratture per il controllo evolutivo del callo
levato
La RM assume importanza particolare: osseo in formazione.
dee e
nella nella stadiazione dei tumori ossei, nella quale si
ure e dimostra più accurata della TC nella valutazione
dei rapporti tra tumore, tessuti peritumorali e 5. Metodiche radiologiche contrastogra-
strutture vascolari, nella definizione fiche
aolo· samento epifisario e articolare, ma non
',del· tuale distruzione della corticale; La diffusione della TC ha reso il loro uso piutto"
delle nello studio della diffùsione metastatica al sto raro. L'arteriografia è utilizzata nello studio dei
nente lo osseo, nel quale può rivelarsi positiva tumori ossei con la finalità di visualizzare i rapporti
ttate. quando la scintigrafia è ancora negativa; che la massa neoplastica assume con i grossi vasi
i seg· nello studio dell' osteonecrosi della testa de/femo- guigni (stadiazione!) e soprattutto quale «guida!> a
lensi· re, nella quale consente l 'individuazione precoce procedure interventistiche (embolizzazione!). La
rdne· della compromissione delle strutture ossee fistolografia ossea consente lo studio di tramiti
condrali radiologicamente ancora normali (stadio l osi coinvolgenti l'osso.
160 CapiloloXJJ
6. Diagnostica radioisotopica
La scintigrafia assume notevole importanza nello
studio della patologia ossea, in particolare metastati-
ca e infiammatoria.
7, Mil1Halometria
Le misure quantitative della massa ossea assumo-
no importanza nello studio delle sindromi osteopeni-
che (in particolare dell'osteoporosi, della quale con-
sentono l'individuazione precoce, il controllo evoluti-
vo) la valutazione della risposta alla terapia). Possono Fig. XII.S, Ostcomiellte acuta. Scintigralìa ossea. Nelle Immagini otte-
essere effettuate a livello periferico (per lo più sul nute a 20' dati' iniezione de! radiofmmaco, l'intenso flusso ematico indu-
radio) o a livello assile (corpi vertebrali lombari). ce ta comparsa di un'arca calda ampiamente diifusa alte pa1ii molli
soprastanti l'osso sede di processo infiammatorio. Nelle immagini otte-
Queste ultime assumono maggiore importanza per la nute a 180' l'attività radioattiva è localizzata pressoché esclusivamente
migliore correlazione con l'evoluzione clinica della nel tessuto osseo coinvolto.
162 Capitolo Xi/'
lità di studio è operata di volta in volta dal radiologo calizzata (ad esempio nelle artriti e nelle forme :tnec,
sulla base di precise indicazioni cliniche e a seconda canocircolat?ric).
della finalità perseguita: documentazione della varia-
TABELLA Xll.2. CLASS1F1CA7JONE DELLE OSTEOPOROSL
zione nel tempo della massa ossea in soggetti a rischio
o in terapia; valutazione del rischio di frattura. a) Disordini ereditari del te.l'sutu connettivo: osteogcnesi Ìln.
Le diverse malattie metaboliche presentano una perfetta genotipica (m. di VrOlik; m. di Eckman-LObsteinJ·
certa tendenza ad assumere aspetti semeiologici omocislinuria; s. di Ehlers-Danlos; s. di Marfan. '
caratteristici e ciò ne rende utile una trattazione spe- b) Osteoporosi pura da causa sconosciuta: ostcoporosi idiopa.
cifica: in linea di massima, però, la diagnosi· differen- tica giovanile c dell'adulto; osteoporosi postmenopausaledj
ziale radiologica è possibile solo nelle forme più tipi- tipo I; ostcoporosi senile di tipo IL
che e nei casi nei quali non si associno affezioni c) altre
gonad1smo; tpcrcorttcosurrenahsmo; ttreotosstcosi; ma!a,.
diverse (osteoporomalacia!). sorbimento; scorbuto; difetto di calcio; immobilizzazione; som.
ministrazione cronica di eparina; mastocitosi sistemica; ipofQ.
9.1.1.1. Osteoporosi sfatasia del! 'adulto; ostcoporosi associata ad altre malattie mc.
taboliche dell'osso.
È la più importante malattia metabolica dell'osso
d) Osteoporosi associata ad altre malattie (patogenesi non chia.
ed è caratterizzata da: riduzione della massa ossea ra): artrite reumatoidc; malnutrizione; alcoolismo; epilessia·
(diminuita produzione di sostanza osteoide!) sia nei diabete; broncopatia cronica ostruttiva; s. di Menkes. '
sistemi trabeco!ari della spugnosa, sia nei sistemi
lamellari della compatta; conservazione del contenu-
to minerale della matrice ossea residua :(normale Nello scorbuto, o malattia di Miiller-Barlow, la caren.
mineralizzazione!). Il volume osseo è sempre ridotto. za di vitamina C induce depressione dell'attività ostcobla-
stica e marcata fragilità vasale. Radiologicamente si osser-
Il movente patogenetico dcll'osteoporosi va ricercato o verà: 9steopenia diffusa intensa «Vitrea»; slargamento 11a
in una ipodisponibilità di proteine e mucopolisaccaridi o in tromba))· dell'estremità metafisaria delle ossa lunghe:
una depressa attività osteoblastica, il che rende in ogni ispessimento irregolare e addensamento della zona di ca[.
caso la produzione di sostanza fondamentale quantitativa- cificaz'ione provvisoria che appare spesso separata dalla
mente insufficiente alle esigenze del normale rimaneggia- diafisi da una banda trasversale radiotrasparente; tipiche
mento osseo. I:osteoporosi è talora la massima espressione immagini «a sperone)) dal lato mediale e laterale della zona
clinica di malattie ereditarie del tessuto connettivo. Può di calcificazione provvisoria; nuclei epifisari centralmente·
essere espressione definita di particolari malattie (ad rarefatti con netta delineazione <<ad anello» da parte della
esempio, la sindrome di Cushing), ma nella maggior parte corticale apparentemente addensata; ematomi voluminosi
dei casi nel paziente osteoporotico non si evidenzia nes- sottopCriostei spesso calcificati in superficie.
sun' altra malattia. Questa distinzione di massima si presta
in maniera semplice e valida a un inquadramento elemen-
tare delle osteoporosi (tab. XII.2).
All'-esame diretto radiografico l'osso osteoporo- I quadri radiologici assumono importanti aspetti
tico presenta a.lte.r.azioni e della. com- differenziali nei diversi segmenti ossei, alcuni dei
tta. e nei casi pm avanzati alteraziOni secondane del- quali hanno maggiore importanza o per la presenza di
f: fo 1:ma. Nelle ossa lunghe perde progressi- rilievi caratteristici (e passibili di quantificazione) o
per il rischio di frattura invalidante.
'amente la sua netta demarcaziOne e assume un aspet-
i hn.
einJ;
festonato inducendo assottigliamento della compat-
ta e nei casi più avanzati spongiosizzazione; il canale Nella mano, il cui studio costituisce una tappa obbliga-
midollare è ampliato (fig. XII. l l). La corticale assotti- ta nell'osteoporosi involutiva, si ha: assottigliamento della
10pa.
tledi gliata spicca, soprattutto nelle ossa corte, sulla spugno- corticale (soprattutto sul versante endostale, il quale appa-
re più o meno dentellato); aumento delle strie intracortica-
sa rarefatta, con aspetto di bardatura periferica deli' os-
li (espressive della sommatoria dei canali di Haver"s abnor-
so. La spugnosa è più nitida del normale per la miglio- memente ampliati- fig. XII.l4); minore radiopacità della
re apprezzabilità delle trabecole residue (cosiddetto spugnosa con maggiore evidenza delle trabecole residue ver-
disegno troppo bello secondo una felice dizione di ticali epoi trasversali (disegno troppo bello!). L' osteoporo-
Stuart). Alcuni fasci trabecolari, orientati secondo le si può essere diffusa o assumere carattere distrettuale sub-
linee di forza del segmento osseo di appartenenza, condrale o metafisario, come avviene nelle artriti e nelle sin-
chia- appaiono fortemente ipertrofici e spiccano sull'osso dromi simpaticodistrofichc. La determinazione del rappor-
·ssia; circostante rarefatto. Spesso sono osservabili strie to corticale/midol!are nel II mctacarpo consente di espri-
radiopache trasversali, veri ponti ossei di consolida- mere in forma scmiquantitativa l'entità di assottigliamento
mento, che conseguono a microfratture della spugnosa della corticale e il conseguente ampliamento del canale mi-
dollarc (fig. XII.l5).
tren- (fig. XII.l2). Nelle vertehl'e si osserva un crescendo caratteristico
lbla- Deformazioni ossee sono frequenti: i corpi verte- graduato dall'indice di Saville (fig. XII.l6):
:.ser- brali, ad esempio, assumono un caratteristico aspetto - grado I: corpo vertebra/e radiograficamente normale
a <<a <m lente biconcava>> o «a vertebra di pesce>> (fig. pur in presenza di una perdita di massa ossea (perché si
ghc: XII.l3). Le fratture patologiche interessano spesso i manifesti nel corpo vertebrale una riduzione apprezza-
ca]. corpi vertcbrali nell'osteoporosi di tipo l, il polso, bile della radiopacità è necessario che la perdita di
ialla l'omero e i colli femorali nell'osteoporosi di tipo II massa ossea sia di almeno il 40%);
,i che - grado II: apparente maggiore radiopacità delle limi-
(quest'ul1ima frattura, tipica dell'età senile, ha scarsa
wna tanti vertebrali (segno «del bordo») causata dalla pro-
ente
tendenza alla guarigione ed evolve per lo più verso
quadri di pseudoartrosi). gressiva riduzione di spessore delle trabecole del corpo
iella vcrtebrale a disposizione orizzontale;
nosi - grado III: striature verticali con aspetto pseudoangio-
matoso prodotte dal maggiore risalto delle trabecole a
disposizione verticale sull'osso rarefatto;
Fig. XU.l6.
Fig. XII.lS. Osteoporosi senile. La netta evidcn0 ,.
senile. La corticale ossea della trabccolatura vertica·
dei metacarpi è caratteri- le di L2 (in centro nella ·,
sticamente assottigliata gura) configura il grado Hl '·
(punte di freccia) con con- dell'indice di Saville. Le
seguente slargmnento del vertebre sopra- e sotto::-.:
canale midollare. Si os- stante mostrano nn'acccn· '
servi la riduzione delle ri- tuazionc della
me articolari carpo-meta- delle limitanti (indice dJ
carpalì (freccia curva). Saville grado Il).
167
ipodisponibilità d.i Ca a livello per te (fratture vere; linee di Looser) pericoloso soprattutto a
1. ciente apporto ahme.ntare, ass?rbJme?to,. assiml- livello costale per le possibili ripercussioni sulla dinamica
Jazione, o per eccessiva escreziOne unnana; respiratoria.
incompleta mineralizzazione della matrice protei- I.:instaurazione dell'opportuna terapia induce, nel rachi-
2. tismo avitaminosico, una regressione anche completa delle
ca; . diverse lesioni. Fanno eccezione, naturalmente, le defOima-
idua. ·
3. . . zioni già costituite che, tuttavia, vanno incontro per lo più a
1e ad
4_ se?ondano; una valida stabilizzazione. Ogni intervento terapeutico, vice-
nina. S. attivazione h . versa, è assai meno fruttuoso nei rachitismi renali (e a mag-
scin. 1
6. mobilizzazwne e a se e etneo con aggrava- gior ragione nelle loro fanne congenite), il cui quadro è in
n·osi, mento della situazione ossea; genere molto più evoluto sia a livello osseo sia nelle riper-
7. elaborazione compensatoria da parte dell'endo- cussioni sugli altri apparati.
dalle stio, molto attivo, di una matrice proteica che non I rachitismi renali, come più sopra ricordato, innescano
pro. può superare, per il difetto di minerali, la fase molto frequentemente reazioni delle paratiroidi, responsabi-
do ne osteoide. li dell'equilibrio fosforo/calcio, sotto forma di iperparatiroi-
Ca e La sequenza completa di eventi è frequente nel- dismo secondario.
tudio I.:affezione renate è in genere tubulare pura, ma può
l'infanzia, assai rara nell'adulto nel quale difficilmen- essere mista glomerulotubulare quando consegue a nefropa-
te si innesca, attraverso l'ipocalcemia, l'iperparatiroi- tie croniche con sindrome ritenzionale. Il quadro clinico è di
dismo secondario responsabile dell'evolvere della se- tipo similrachitico con tendenza a un vero nanismo. La cor-
quenza primaria. retta etichettatura nosologica richiede complesse ricerche
ratte. biochimico-funzionali.
rtrice: IJ rachitismo-osteomalacia può insorgere acutamente o
nor. cronicamente. Clinicamente è caratterizzato da dolore osseo Il movente patogenetico iniziale di questa malattia
do il e dal rilievo di fratture da durata. Le dejòrmazioni, legate è dunque l'ipodisponibilità di Ca a livello osseo. In
alla maggiore plasticità dell'osso, sono rare nell'adulto,
alda' forme molto più rare il meccanismo operante è la
molto frequenti nell'infanzia ave sono accompagnate da tipi-
·ice e. che alterazioni della cartilagine di accrescimento che fini-
mancata precipitazione dei sali minerali nella matri-
lacia · scono per caratterizzare il quadro clinicoradiologico. ce proteica (ad esempio: nell'ipofosfatasia; nelle
Le deformazioni osteoarticolari compaiono per lo più situazioni di acidosi tessutale).
e del con l'inizio della deambulazione e assumono rilievo partico- Un inquadramento elementare delle osteomalacie
·ie di·. lare in alcune localizzazioni (marcato assottigliamento delle è parzialmente possibile con riferimento al movente
ossa della volta cranica a livello delle fontanelle; torace «a eziologico (tab. XII.J).
campanm> con slargamento «a cupola>> dell'estremità ante-
riore delle coste; cifoscoliosi dorsale secondaria allo schiac- TABELLA XIIJ. CLASSIFICAZIONE DELLE OSTEOMALACIE.
ciamento di corpi vertebrali, evento peraltro non comtme
nelle forme dell'infanzia; bacino ovale, spesso asimmetrico; a) Conge11ite:
pube rostrato; coxa vara; femore «a pastorale,>). osteomalacie renali (v. tab. XII.4).
Nelle forme più gravi predomina l'aspetto polifratturan- b) Acquisite:
carenziali primarie:
per insufficiente apporto alimentare di: Ca e P; vita·
mina D;
carenziali secondarie per:
l) insufficiente assorbimento di Ca (gastroresecati);
2) insufficiente formazione di vitamina D endogena
(varie forme di clausura);
3) ipovilaminosi D secondaria con insufficiente assor-
poro>!: bimento intestinale di Ca e P: enterogena, epatoge·
.- na, pancrcatogena, tossinfettiva;
ertica· 4) aumentata eliminazione di Ca e P per nefropatia glo-
:Hafi· merulotubulare:forma dell'infanzia (rachitismo re-
adolll , Fig. XII.17. Osteomalacia. Scintigrafia naie p.d.);forma dell'adulto (con quadro prevalente
Ile. Le ' ossea. L'abbondante produzione di matrice
sotto· osteoide induce un'ipercaptazione diffusa di osteosi ipcrparatiroidea);
acccn:··· con caratteristica simmetria di lato. 5) eccessivo consumo di Ca: gravidanze ripetute, puer-
,pacit! Ncll'osteoporosi ipereaptazione si manife· perio, malattie debilitanti di lunga durata, intossica-
]ice di sta solo nelle sedi di eventuali fratture palo· zioni croniche.
logiche.
168 Capitolo :n/
2J.l.3.Inervaratiroidismo
L'aumentata increzione,
primitiva o secondaria di or-
mone paratiroideo indu,ce nel- Fig. XII.21. Rachitismo avitaminosico. In questa affezione sono
l'osso: aumento del riassorbi- apprezzabili, nei diversi segmenti scheletrici, le sfumatme e l'irrego-
osteoclastico (e verosi- Fig. XIL20. Osteoma!a- larità della linea di calcificazione provvisoria (segno della frangia),
cia. Deformazione della ti- l'ispessimento delle cartilagini di accrescimento (striscia radiotraspa-
anche periostcocita- bia c del peronc <m colpo rente compresa tra la linea di calcificazione provvisoria e il nucleo
no) in entità quantitativamen- dj VeJl(Q)) epifisario), lo slargamcnto «a tromba)> delle estremità metafisaric.
- aumento delle strie intracorticali conseguente fisaria, metajisaria (osteosclerosi metafisaria diffusa··
l'abnorme ampliamento dei canalì di Havers e bande osteos.clerotiche metafisarie trasversali) o ne\
sibile sopratutto nei metacarpi; nuclei ep(fisari. Può localizzarsi in distretti particolari·
- zone itcdacorticali riassorbite frequentemente con il cranio (osteosclerosi craniofacciale), le ossa
margini maldefiniti quale conseguenza della fibro- (soprattutto: ali iliache e scapole), la colonna vertebra.
si subcorticale; le. Un inquadramento elementare delle osteosclerosi è
- tumori bruni, piuttosto rari, i quali assumono l'a- riportato in tab. xn.s.
spetto di aree di osteolisi con rigonfiamento del- Radio logicamente l 'area osteosclerotica, quando
l'osso localizzate soprattutto nelle coste, nelle os- circoscritta, è facilmente differenziabile dall'osso
sa lunghe della mano e del piede. normale circostante per la sua iperopacità o perché ne
Andranno sistematicamente ricercate calcificazio- altera la disposizione abituale. Nelle forme generaliz.
ni renali (nefrocalcinosi, calcoli), articolari e paraar- zate l'aumento diffuso dell'opacità ossea può rendere
ticolari, fino al quadro conclamato della calcinosi impossibile la distinzione delle strutture primarie.
tessuta/e (v. figg. XXVII.32 e XXXVI.2).
La spongiosclerosi si presenta come un'area di iperoN·
9.1.2. Osteosclerosi cità ossea di forma quanto mai variabile: rotondeggiante, a
chiazza, a travate parallele, a strie, nell'osteopecilia; rot 011•
Con questo termine si fa riferimento, come in pre- deggiante, ma a contorni per lo più zigrinati nelle isole di
cedenza detto, alle situazioni patologiche nelle quali si compatta; triangolare nella cosiddetta osteite condensante
osserva aumentata radiopacità dell'osso per aumento dell'ileo (fig. XII.23); a banda trasversale (esempio: nelle
della sua densità fisica. Lo «stipamentm> spazia!e di intossicazioni da piombo); ad anelli concentrici (esempio:
osso, che è alla sua base, può interessare la spugnosa nelle intossicazioni da fosforo); ed altre ancora.
(spongiosclerosi), l'endostio (endostosi) o il peri osti o L'endostosi circoscritta ha spesso forma a placca (fig.
(periostosi). I.: architettura dell'osso può essere con- XII.24A), deforma e restringe il canale midollare (esem-
servata o alterata, mettendo in luce in quest'ultimo ca- pio: le falangi nell'acroosteosclerosi · fig. XII.24B).
L'endostosi diffusa oblitera il canale midollare (esempio:
so la coesistenza di un profondo rimaneggiamento del- l'osteopetrosi). La forma ossea è conservata.
l'osso. La periostosi si presenta nelle forme più comuni con
L' osteosclcrosi può essere: pura (e costituisce in tal colate ossee paradiafisarie a striscia longitudinale e a con·
caso l'unico elemento patologico) o associata ad altre torni regolari (fig. XII.25A), talora sovrapposte «a sfoglie
alterazioni; generalizzata (in tal caso ha per lo più ori- di cipo\ln}) con tipico alternarsi di strisce opache e traspa-
gine congenita),poliostotica o monostotica; a sede dia- renti (esempio: tumore di Ewing). I contorni possono esse-
nn
XII.7. LE OSTEOLISJ.
Criplogenetiche
FJocrisliche:
le ost;omìelìti acute e croniche, lue, tbc; reumatismi
là tori, connettivi ti.
Metaboliche:
O· iperparatiroidismo; diabete; osteoporosi.
O- Distrofiche:
O· distrofie fibrose: m. di Jaffè e Lichtenstein; m. di Albright;
el distrofie fibrosocistiche: m. di Recklinghausen.
Retico/oistiocitosiche:
"le semplici; granulomatose (in particolare: granuloma eosinofi-
lo; m. di Hand-Schuller-Christian; m. di Abt-Letterer-Siwe).
Neoplastiche e pseudoneoplastiche:
a- tumori benigni e maligni, metastasi; pseudotumori; !infami;
n- leucemie, eritremie, mieloma multiplo.
Acroosleolisi:
le per turbe di irrorazione in corso di malattie vascolari, neuro-
ci logich_c, dermatologiche, dismetaboliche, collagenopatie,
traum1.
Neurotrofiche:
tabe; siringomielia; mielodisplasia. Fig. XII.31. Osteofibrosi. A sinistra, nel terzo prossimalc dcll'omero,
Traumatiche: sono apprezzabili aree radiotrasparenti multiple, a delimitazione poco
rsi brecce craniotomiche; riassorbimento dell'estremità esterna netta, prive di strutturazione interna, fra le quali le trabecole residue,
della clavicola. alquanto stipate, creano scpimcntazioni apparenti (m. di Recklin-
W·
ghaus'en). A destra, il tratto prossimale della diafisi femorale è alquanto
lf· slargato c presenta evidente sovvertimento strutturale della compatta
di e della spongiosa (tumore bruno in iperparatiroidismo secondario): nu-
9.2.3.1. Osteofibrosi merose aree radiotrasparenti osteofibrotiche, «a tarlaturm>, erano ap-
prezzabili più distalmente nel tratto non riprodotto in figura.
Con questo termine si intende la sostituzione di
tessuto osseo con tessuto fibroso proveniente da una
alterazione del normale meccanismo di rimaneggia- Lichtenstein, osteodistrofia fibrosa giovanile localizw
mento dell'osso o dalla proliferazione del midollo zata; la malattia di Recklinghausen, osteodistrofia
osseo. Il primo meccanisfno è più frequente ed è fibrosocìstica dell'adulto generalizzata in rapporto a
caratterizzato dal fatto che all'azione degli osteoclasti iperparatiroidismo primario (tab. XII.8).
non segue da parte degli osteoblasti la produzione di
sostanza osteoide, bensì di tessuto fibroso che può a 9.2.3.2. Malattia di Paget
sua volta produrre tessuto osseo.
Le localizzazioni ossee (mano- o poliostotiche, ma- È un'affezione caratterizzata dalla progressiva
no- o politope) si presentano radiologicamente (fig. sostituzione di osso normale con osso marcatamente
XII.31) come aree di osteolisi più o meno estese e de- alterato («asso pageticm>), nel quale si conjòndono
limitate. Quando l'osso è completamente sostituito in tessuto osseo ad architettonica anomala, tessuto
situ da tessuto fibroso si ha un aspetto simile alla osteoide e tessuto fibroso. Coesiste, di norma, un
lisi benigna: una o più aree rotondeggianti, a margini aumento di spessore più o meno marcato del
,. netti e talora delimitati da un sottile cercine to osseo interessato (quindi alterazione della forma
,, rotico, di radiotrasparenza priva di strutturazioni ossea!). Il meccanismo della sostituzione è complesw
;i so e contempla in successione: osteoclasia intensa;
ne. Se lo è solo parzialmente, in seno e alla periferia
dell'area radiotrasparente possono comparire zone osteofibrosi secondaria; evoluzione cambiale parziale
densaie similosteosclerotiche, sfumate, con del tessuto fibroso con formazione di tessuto osseo ad
,.i-
,, mento strutturale della compatta e della spugnosa. Le anomalo orientamento delle lamelle; abbondante prow
,, fratture patologiche, frequenti, guariscono con osso duzione di tessuto osteoide che mineralizza assai lenw
male. tamente e incompletamente. La serie di eventi si ripew
'" Due affezioni principali hanno alla loro base un te ciclicamente impedendo ogni maturazione del tesw
quadro di osteodistrofia fibrosa: la malattia di Jaffè e suto osseo.
116 Capitolo XII .,;
m. di J.-L. m. diR.
:tsso-
ativa
alle ·
(pia-
xtra- .
idro-
della
(fig.
Fig. Xll.36. Osteopetrosi (m. di Albcrs-Schi:inbcrg). Forma generaliz-
zata clinicamente e radiologicamente evidente già alla nascita. Bene
della apprezzabili: l'aumento diffuso della densità ossea; l'aumento di
mnde volume del cranio; la perdita della distinzione tra compatta e canale
midollarc, lo slargamenlo metafisario «a mazza da golf)} e la presen-
za di bande trasversali ipcrdense nelle ossa lunghe; il rigonfiamento
:erato M fusO/) degli estremi posteriore e anteriore costali.
Scheletro 181
Jria)
con-
vece
he.
ione
Fig. XII.39. Mucopolisaccaridosi IV (m. di Morquio). Ulna e radio
l Sci·
sono corti, slargati, con metafisi irregolare cd epifisi iposviluppata;
l'estremo prossimak dei metacarpi è conico; i corpi vertcbrali sono
cen- appiattili c mostrano una tipica protuberanza anteriore M linguetta))
ione (si osservi la dislocazione posteriore di D12 e LI); il bacino è stretto
ealto, ha ali iliache squadrate e acetaboli irregolari e profondi; la testa
femorale sinistra è iposviluppata, frammentata e addensata; valgismo
seri femorale destro.
J un
fetti
di 012 c Ll con conseguente loro dislocazione poste-
riore; processo odontoide dell'epistrofeo piccolo o
assente;
·cmo nel cranio: modificazioni scarse e non significative;
olari
mità - nel bacino: capacità pelvica aumentata in altezza e
ridotta in senso latero-laterale; ali iliache squadrate;
acetaboli profondi e irregolari con tetti piatti e fram-
mentati; teste femorali fortemente iposviluppate o
Fig. XIIAO. Malattia di Klippel e Feil. Fusione incompleta (per per-
addirittura non visibili, talora sublussate con formazio- sistenza di residui discali) dci corpi c completa degli archi vertebrali
ne di neocotile; valgismo dei colli femorali. di C6 e C7 (asterisco).
182 Capitoloxn
li; aumento della distanza interpeducondare (fig. scivolamcnto viene assegnato un grado da I a IV a seconda
XII.43).ll contenuto della tumefazione estroflettente- del .al quale viene a corrispondere il margine
si posteriormente può essere analizzato ecotomogra- postenore dr L5. La listesi angolare è definita dall'angolo
ficamente, ma questa è oggetto di studio esaustivo .dal anteriore di L5 con quello posteriore
solo mediante RM. de1 corp1 vertebrah sacrali.
Per si intende l'interruzione, uni- o bi- Si consideri con attenzione il fatto che spondiloli-
laterale", della continuità tra corpo e arco vertebra] e a stesi può man(festarsi anche in assenza di spondiloli-
livello del tratto di congiunzione tra apofisi articolare si (pseudospondilolistesi!) quale conseguenza di alte-
superiore e inferiore (istmo). Se l'interruzione è bila- razioni degenerative del complesso articolare com-
terale risulteranno due componenti: una anteriore, preso tra due vertebre.
costitmta dal corpo vertebrale e dalle apofisi articola- La quinta vertebra lombare presenta con una certa
ri superiori; una posteriore, costituita dall'arco e dalle frequenza note più o meno spiccate di sacralizzazio-
apofisi articolari inferiori. La soluzione di continuo ist- o bilateralmente. Nei casi più semplici tratta-
mic.a può essere dimostrata con opportuni radiogram- 51 d1 un abnorme sviluppo del!' apofisi trasversa che si
mi in proiezione obliqua, eventualmente completati da articola, con rima ben dimostrabile radio logicamente
lomografia (fig. XII.44A) o con TC. Quando, in pre- a oriz.zo.ntale, con il sacro (fig. XII.45); nei
senza di una spondilolisi, il corpo vertebrale (nella qua- cas1 pm vtstos1 SI ha completa fusione bilaterale della
,Sè si totalità dei casi l 'ultima vertebra lombare) slitta in quinta vertebra lombare con il sacro. Lo spazio inter-
n7.a avanti, si ha la spondilolistesi. La presenza della spon- vertebrale è ridotto fino alla completa scomparsa. La
lto-
dilolistesi può essere ben dimostrata nel radiogramma sintomatologia associata è di tipo lombosciatalgico.
in proiezione LL (fig. XII.44B) e nelle prove di fles-
•. soestensione del rachide («bending»). La presenza, su base ereditaria, uni- o bilateral-
di una costa soprannumeraria, di solito
ala
:Ilo I.:entità della listesi tangenziale può essere definita mcompleta, articolata con la settima vertebra cervi-
ial quantita1ivamente nel radiogramma LL con il metodo di cale, è evenienza non rara (fig. XII.46). Possono con-
di Meyerding: si divide il margine superiore del sacro in seguirne brachialgie, parestesie e paresi brachiale
Ifa· senso postero-anteriore in quattro segmenti uguali; allo (soprattutto ulnare), turbe vascolari per compressione
dell'arteria cervicale profonda, disturbi trofici da irri-
Fig. XII.46. Costa soprannumeraria. A destra è ben visibile in tutto il Nella disostosi cleidocranica, ereditaria, v'è apla-
suo decorso una costa soprannumeraria completa articolata con C7, sia pressoché completa bilaterale delle clavicole (ben
interrotta da ponte cartilagineo trasversale nel suo tratto anteriore
(freccia). A sinistra, evidente ipertrofia dell'apofisi trasversa di C7
dimostrabile nel radiogramma toracico, peraltro nor-
(asterisco) in prossimità della quale è apprezzabile un piccolo abboz- male- fig. XIJ.48), che fa sì che le spalle nell'addu-
zo di costa soprannumerarja. zione forzata possano toccarsi sulla linea mediana·
aumento dei diametri cranici per ritardo nella chiusu:
tazione del simpatico cervicale. Quadro clinico ra delle suture; persistenza delle fontanelle (che pos-
ponibile può osservarsi nella ipertrofia delle apofisi sono rimanere definitivamente aperte); presenza di
trasverse della settima vertebra cendcale e nella sin- ossa wormiane. Si associa con una certa frequenza
drome dello scaleno (ipertrofia, sclerosi, anomala sviluppo incompleto del pube c dell'ischia. In realtà il
inserzione del muscolo scaleno anteriore). Cindagine disturbo dell'ossificazione è presente, sia pure in
radiologica, dimostrando l'anomalia ossea, potrà con- forma sfumata, in tutti i distretti scheletrici.
sentire una diagnosi differenziale. Si consideri,
via, che coste soprannumerarie puramente cartilaginee La displasia di Madelung, o carpocifosi, è carat-
non sono dimostrabili radiologicamente. Le tecniche terizzata dall'allungamento del radio in rapporto a un
Doppler si rendono preziose per l'individuazione delle abnorme accrescimento della sua epifisi distale che si
anomalie di flusso. Anche la prima vertebra lombare sviluppa maggiormente nel versante dorsale e si flet-
può presentare coste soprannumerarie rudimentali e te in avanti; l'epifisi distale dell'ulna sporge poste-
riormente e si sublussa; il carpo e la mano sono ante-
riorizzati; la prima filiera delle ossa del carpo assume
un aspetto «a ogiva» con risalita ben visibile del semi-
lunare (fig. XIL49).
1nge.
lti, è'
vita :
" la
tanto
omi-
:con- !
lente
apla-
(ben
ncr-
ddu-
iana;
iusu-
pos-
di
enza
tltàil Fig. XII.49. Displasia di_ M_adclung. A sin_ist;u proiezione AP dc!l'a- Fig. XII.SO. Aracnodattilia in s. di Marfan. Le ossa tubulari della
·e in l'llmbraccio; a destra pr01ezwne LL. Il radto e allungato c la sua estre- mano, evidcntcme\'Jtc allungdte e alquanto assottigliate, conferiscono
mità inferiore è incurvata in avanti; l'ulna (U) è sublussala posterior- a questa il tipico ((a zampa di ragno)).
mente; il scmilunare (_asterisco) è 1:isalito e la prima filiera del carpo
Cconseguentemente disposta ((U og1Va>1; d carpo c la mano sono ante-
arat- riorizzati. vengono, comprese non solo la dislocazione
a un completa della: testa del femore (lussazione propria-
he si Anomalie di una ce1ia frequenza della mano e del mente detta), ma anche le sue fasi evolutive con i diver-
flet· piede sono: l'aumento di numero delle dita (polidatti- si gradi intermedi di spostamento (anca instabile, pre-
oste- lia); l'assenza parziale o totale di una o più dita (ectro- lussazfone, sublussazione). Dal punto di vista
ante- dattilia); la fusione più o meno completa di una o più togenetico si riconoscono essenzialmente cause
;urne dita (sindattilia); l'ipoplasia (brachidattilia); il che (alterazioni dello sviluppo del cotile, del labbro
.emi- tismo (macrodattilia). In alcune affezioni definite (la cotiloideo, della testa femorale; lassità della capsula
sindrome di Marfan e l'omocistinuria) le ossa tubulari articolare) e cause meccaniche (posizione assunta dalle
delle mani e dci piedi si allungano abnormemente e si anche durante la vita intrauterina; tipo di presentazio-
assottigliano assumendo un aspetto «a zampa di ragno» ne, soprattutto se podalica).
(aracnodattilia - fig. XII.50). Nel bambino che non ha ancora camminato (quin-
di fino a circa il primo anno d'età) è importante ricer-
Lussazione congenita dell'anca. Caratterizzata care con attenzione l'esistenza eventuale della prelus-
dalla perdita dei normali rapporti articolari tra epifisi sazione. Numerosi segni clinici possono farla sospet-
femorale e acetabolo, è la più frequente delle condi- tare, ma la diagnosi precisa richiede il ricorso all'eco-
zioni preartrosiche dell'anca (1,2 su 1000 nati). grafia e all'esame radiografico .
Colpisc<;: soprattutto il sesso femminile (5: l). Sembra .C ecografia è tecnica d'approccio diagnostico fon-
trattarsi di un vizio di prima formazione determinan- damentale. Semplice e innocua, consente rilievi diretti
te un arresto di sviluppo di tutti i componenti dell'ar- sulle strutture cartilaginee (labbro cotiloideo, nuclei di
ticolazione e specialmente dell'acetabolo. Se non accrescimento) e pertanto è indicata già nei primi
trattata può determinare un'artrosi secondaria entro la ni di vita e fino al quarto mese. La diagnosi si fonda
! delle terza decade di vita. sulla valutazione di determinati angoli, che esprimono
Sotto il termine di lussazione congenita dell'anca i rapporti tra nucleo epifisario femorale e cavità aceta-
186 ________________________
bolare (metodo di Graf). mente condizionate dalla comparsa dei nuclei di ossi.
ficazione, quindi alquanto tardive!).
Il metodo di Graf poggia sulla determinazione degli an- Per aziorie del carico e della deambulazione (quin-
goli a e pottenuti dall'intersezione di 3linee (fig. XII.Sl): di dopo il primo anno di età) su di un'anca prelussata
la linea basale, tracciata dal punto di inserzione della ca- si determina la sublussazione o la lussazione. Nella
psula sull'ileo (punto craniale) al centro del margine coti-
sublussazione il nucleo cefalico femorale è ancora
loìdeo (punto caudale); la linea del tetto cartilagineo, trac-
ciata dal margine osseo superiore dell'acetabolo al centro parzialmente in rapporto con l'acetabolo. Nella lussa-
del labbro; la linea del tetto osseo, tracciata dal margine ilia- zione si lateralizza e risale subito al di sopra del ciglio
co inferiore tangenzialmente al margine osseo superiore del- cotiloideo o ancor più prossimalmente fino a produr.
l 'acetabolo. L'intcrsezione delle due ultime linee determina re un neocotile iliaco anteriore o addirittura posterio. ·
l 'angolo a (o del tetto osseo); l'intersezione della prima e re. In quest'ultimo caso la lussazionc può già consi-
della seconda l'angolo p(o del tetto cartilagineo). Se il va- derarsi non suscettibile di riduzione con buona rico-
lore di a è maggiore di 60°, l'anca può considerarsi norma- struzione dei rapporti e della funzione articolare (lus-
le; valori compresi tra 59° c 43° individuano la situazione di sazione inveterata); la testa femorale è più o meno·
prelussazione o lussazione. La valutazione con- schiacciata e irregolare (a cagione degli urti prima
sente di suddividere in sottostadi i tipi di anca definiti dal- contro il ciglio cotiloideo, poi contro l'ala iliaca); la
l'angolo a. La deviazione dalla norma di tali valori si tra-
duce in diversi gradi di displasia classificati da Graf in 4
cavità acetabolare si oblitera progressivamente; l'ipo-
gruppi (l-IV). plasia del bacino si accentua. L esame radiologico
dimostrerà con precisione la risalita e la lateralizza-
È molto importante, dal punto di vista zione della testa femorale insieme alle eventuali
co, che la diagnosi e la terapia siano formulate con deformazioni secondarie (fig. XII.52).
tempestività.
I metodi radiologici di misurazione dei rapporti trn
L esame diretto radiografico del bacino e delle
estremità prossimale del femore e acetabolo sono numero-
anche (proiezione AP rigorosamente simmetrica!) è si. In epoca antecedente alla comparsa del nucleo cefalico
in grado di valutare alcuni importanti parametri è suggeribile il metodo di Chigot (fig. Xll.53): il prolunga.
espressivi della morfologia del cotile e della posizio- mento verso il basso di una linea che passa lungo il tetto del
ne della testa del femore rispetto a piani e linee di cotile deve perdersi nel contesto del foro otturatorio con-.
riferimento. È classica la triade di Putti: «sfuggenza» trolaterale; se attraversa il foro otturatorio omolaterale, la:
o marcata obliquità del tetto cotiloideo (in condizioni sfuggenza del tetto del cotile è certamente intollerabile; se
normali è tollerata'tm'angolazione massima di 25-30° si perde nel contesto della sinfisi pubica, la sfuggenza è ·.
rispetto all'orizzontale); ritardata comparsa o ipopla- probabile. In epoca successiva alla comparsa del nucleo
sia del nucleo cefalico femorale (l'epoca normale di cefalico è suggeribile il metodo di Ombredanne (fig.
XII. 54): si traccia una linea orizzontale tangente al contor-
comparsa è il sesto mese); ipoplasia del bacino dal
no inferiore del'ilco; quindi, da ciascun lato, la perpendi-
lato interessato. L'esame radiografico presenta, tutta- colare passante per il punto più alto del tetto del cotile; il
via, limiti di tipo radioprotezionistico (non superati nucleo cefalico si troverà in condizioni normali nel qua-
neppure con l'avvento della radiografia digitale!) e di drante inferointerno, in condizioni patologiche più o meno
tipo diagnostico (le sue indicazioni sono necessaria- latcralizzato e risalito.
lSsi.
uin.
sata
!ella
:ora
ssa.
glio
dur.
:rio.·
'llSÌ-
ico.
lus-
Leno ·
·ima
); la incerto
r1g,XII.S2. Lussazione congenita inveterata dell'anca. Le teste femo-
ipo- rali (alquanto come del resto i femon stessi e 11 bacino) Fig . XII.53. Misurazione dci rapporti tra estremità prossimale del
gico sono risalite c antcriorizzate lasciando disabitate le cavità acetabolari femore c acetabolo in epoca antecedente alla comparsa del nucleo
zza- . (quasi completamente obliterate: frecce). cefalico con il metodo di Cbigot (vedi testo).
:uali
In condizioni normali l'asse del collo femorale
forma con quello della diaflsi un angolo aperto verso
i trn l'interno di 170° in etàneonatale, 125-130° nell'adul-
Lero- to. Nella coxa vara la flessione anomala del collo
llico femorale (l'angolo cervico-diafisario è ridotto al di
nga- sotto di 90°) può aver luogo in corrispondenza della
J del
testa femorale, della cartilagine di accrescimento, del
con--,
collo, della linea intertrocanterica. L'affezione può
e, la:
e; se essere congenita, può comparire in forma s·econdaria
za è ·. a diversi tipi di patologia (rachitismo, osteonecrosi
Fig. XII.54. Misurazione dei rapporti tra estremità prossimale del
1cleo asettica, traumi, etc.), può presentarsi in forma appa- femore e acetabolo in epoca successiva alla comparsa del nucleo cefa-
(fig. rentemente idiopatica nell'infanzia o nell'adolescen- lico con il metodo di Ombredannc (vedi testo). y-y' =linea orizzon-
llor· za (soprattutto in soggetti longilinei, a rapido accre- tale tangente a! contorno inferiore dell'ileo; o-o'"' linea perpendico-
:ndi· scimento, con iposviluppo muscolare, spesso obbliga- lare alla precedente passante per il punto più alto del tetto del cotile.
A sinistm il nucleo cefalico ha normale ubicazione nel quadrante infe.
le; Il ti a lunghi periodi di stazione eretta). rointerno; a destra è risalito e lateralizzato (la linea cervico-otturato-
qua- Cesame radiologi co del bacino e delle articolazio- ria di Ménard, M, è corrispondentemente spezzata).
.1eno ni coxofemorali consente di dimostrare la riduzione
dell'angolo cervico-diafisario ed evidenzia per lo più In condizioni patologiche il ginocchio può andare
alterazioni collaterali. Nelle forme congenite si asso- incontro a deviazioni angolari femoro-tibiali sul
cia ipoplasia del bacino e del femore; la cartilagine piano frontale al di là del lieve valgismo fisiologico.
d'accrescimento, ispessita e irregola.Je, assume orien- Il ginocchio valgo, analogamente a quanto detto per
tamento verticale, al quale può conseguire un distac- la coxa vara, può essere congenito, acquisito o idio-
Gol co epifisario per lo più incompleto della testa femo- patico. La forma più comune è quella idiopatica del-
· nor· Questo quadro è più sfumato nella/orma idiopa- l'adolescenza. L'alterato carico indurrebbe uno stimo-
men· lo meccanico esagerato sul versante laterale della car-
colo· tica del! 'infanzia. Nella fbrma idiopatica dell' adole-
trat· scente il varismo è ccrvico-cefalico; l' epifisiolisi è tilagine di accrescimento del femore e della tibia.
;ltcl· fi·equente e guarisce con persistenza di una condizio- Radiologicamente si potrà osservare l'orizzonta-
toos· lizzazione delle cartilagini di accrescimento (normal-
,olio: ne di varismo più o meno accentuata. Nelle forme
mm• sono per Io più reperibili i segni dell'affe- mente lievemente oblique); la metafisi è più alta e
Zione che ne è alla base. addensata dal lato mediale, l'epifisi ha viceversa svi-
188
11. Scoliosi
Consiste, come è noto, nella duplice deviazione
laterale e sagittale della colonna vertebrale con con-
seguente rotazione assiale dei corpi vertebrali. Negli
atteggiamenti scoliotici la deviazione del rachide è
completamente riducibile nelle prove funzionali;
nella scoliosi strutturale la deviazione non è riduci
le o lo è solo parzialmente ed è presente deformazio-
ne dei corpi vertebrali. Gli atteggiamenti Scoliotici, i
quali di norma evolvono verso la regressione sponta-
nea, conseguono ad alterata statica legamentosa o a
paramorfismi della fanciullezza. Le scoliosi struttura-
li, le quali frequentemente vanno incontro ad
vamento brusco, possono essere congenite (emispon-
dilia! anomalie del tratto di passaggio lombosacrale!),
acquisite (osteocondriti vertebrali! lesioni ossee siste-
mi che o distrettuali! fibrotorace! poliomielite!), idio-
patiche (circa 1'85% dellè scoliosi). . Fig. XII.SS. Valutazione della deviazione angolare scoliotica con il
L'esame radiografico, effettuato con tecnica metodo di Cobb. In figura, l'angolo formato dalle perpendicolari alle
due lince tangenti rispettivamente alla limitante superiore della vertebra
opportuna (fig. XII .55), è in grado di fornire elemen- prossima! e e alla limitante inferiore della vertebra distale della cprvotll· ,
ti decisivi per la formulazione di un corretto pro- ra scoliotiea, è di 20°.
loXr1
funzione dell'attività residua delle cartilagini di Soprattutto nelle scoliosi congenite può rendersi
'Uefle
accrescimento dei corpi vertebrali, è opportuno il necessario il ricorso a indagini complementari quali
ricorso a test di riferimento attendibili: il più uti- la TC e la RM (disrafismi!). La TC, in particolare,
lizzato è il test di Risser- fig. XII.56, basato sulla consente un valido studio tridimensionale della rota-
determinazione del grado di evoluzione del nucleo zione dei corpi vertebrali e del rapporto tra entità
lo di
secondario di ossificazione della cresta iliaca); della scoliosi e della lordosi, fattori questi che si
_ individuazione di eventuali alterazioni congenite ripercuotono sui risultati della terapia.
retta.
Jofisi 0 acquisite, intrinseche o estrinseche al rachide,
che possono essere alla base della scoliosi;
;ssità
_ evoluzione della scoliosi con particolare riferimento 12. Fratture
ai risultati della terapia (corsetto di Milwaukee, vi-
(l'a.
ti di Harrington, riabilitazione). Cinterruzione della continuità dell'osso può aver
n.
luogo con modalità diverse:
t);
L'esamt: radio logico è effettuato in prima istanza in sta- - in un osso strutturalmente normale, per azione di
1bbia zione eretta con tubo radiogeno orizzontale posto a distanza una forza superiore alla sua resistenza: frattura
); di !80 cm, in proiezione APe LL (telespinografia). Tutto il traumatica;
fron. rachide verrà riprodotto in unico radiogramma di grande in un osso strutturalmente alterato da un processo
si one formato. Successivamente verranno assunti radiogrammi
singoli dci diversi tratti in decubito supino, in proiezione AP patologico (distrofico, flogistico, granulomatoso,
normale e in massima flessione destra e sinistra. neoplastico), per azione di forze anche di minima
iva e Metodo di Cohh. Si individuano le vertebre poste all'e- entità: frattura patologica;
stremità prossimale e distale della curvatura scoliotica; si in un osso strutturalmente normale sottoposto a
tracciano due linee passanti rispettivamente per la marginale sollecitazioni staticodinamiche minime ma conti-
suçeriore della vetiebra prossimale e per quella inferiore nuate nel tempo: frattura da durata.
della distale; si abbassano le perpendicolari a queste linee,
dalla cui intersezione risulteranno due coppie identiche di
angoli supplementari; il valore dell'angolo più acuto è uti- 12.1. Fratture traumatiche
lizzato quale misura angolare dell'entità della curvatura sco- C esame radiografico, da eseguirsi sempre almeno
liotica. Usualmente si riconoscono quattro classi di gravità nelle due proiezioni ortogonali di base, ha lo scopo in
progressivamente crescente: scoliosi con angolo di Cobb prima istanza di caratterizzare la frattura e successi-
inferiore a 30°; tra 30° e 50°; tra 50° e 70°; superiore a 70°.
vamente di controllare l'evoluzione dei fenomeni di
Particolare attenzione verrà posta anche all'indi- riparazione.
viduazione di eventuali inclinazioni del piano sacrale l quesiti principali sono:
e del bacino in possibile rapporto ad anomalie di lun- - fiuttura monostotica o poliostotica?
ghezza di uno degli arti inferiori (nella telespinogra- - uni- o plurifocale?
fia il bacino è rappresentato nella sua totalità insieme -- l'osso è interessato a tutto spessore (frattura com-
a! terzo prossimale dei femori). pleta) o solo parzialmente (frattura incompleta)?
- qual è il decorso della rima: trasversale, obliquo,
spiroide, longitudinale, complesso?
quale la sua sede?
- vi sono spostamenti dei frammenti (fratture scom-
poste)? Ad latus? Ad longitudinem? Ad axim? Ad
peripheriam? (fig. XII.57).
- vi sono fi-arnmenti dislocati nelle parti molli?
- qual è lo stato delle parti molli adiacenti?
- v'è enfisema post-traumatico?
con il Le fratture incomplete andranno descritte nel
lrialle
modo meglio indicativo del loro aspetto radiologico
Flg.XIÌ.56. Test di Risser. La determinazione del grado di evoluzio-
uv;M·. ne del nucleo secondario di ossificazionc della cresta ila ca è un indi- (fig. XII.58): infrazione; «a legno verde»; distacco;
tr attendibile della correlata età del rachide. infossamento.
,·;::
190 Capitola Xii')
LJ
UNA FRATIURA (OSSO LUNGO).
c
Fase anatomopalologictt Quadro radiologico
Callo primario
(a partire dal4 ·-5° giorno: osteobla- - Radiologicamente percepibilc,
sti provenienli dal periostio, dal! 'en- a pal"til"c dalla 3'-4" settimana,
dostio, d;li canali haversiani e dalla un 'apposizione periostale tc-
differenziazione di cellule istiocita- nuemente radi opaca disposta al-
Fig. XII.SS. Fratture incomplete: A= infrazione; B =frattura <m legno rie iniziano la produzione di trabe- la periferia della rima di frultu·
verdell; C= distacco; D = infossamento. eole ossee, prima alla periferia del-
la rima cti frattura, poi anche al suo '"
- In fasi successive l'apposizio·
intcrno).ll callo osseo primario, spu- ne si estende centralmente
gnoso, è .sempre esuberante.
Se l'esitme radiografico è effettuato con corret-
tezza potrà fornire il più delle volte risposta ai quesi-
ti proposti senza necessità di ricorso a indagini com- Callo secondario
plementari. Fanno eccezione a ciò, di norma, le frat- (a partire dal3'-4' mese) Riduzione volmnctrica del cal·
ture del cranio (ematoma intracranico?), delle verte- è compatto e progressivamente mo- lo c sua compattazione
dellato e orientato secondo le linee - Progressivo orientamento tra·
bre (frammenti dislocati nel canale vertebrale? rappor- di forza. becolare secondo l'asse princi·
ti con il midollo spinale?),-del bacino (fratture stabili o pale dell'osso
instabili? rapporti dei frammenti con gli organi pelvi- Ripristino cample1o strutmrale (l - - Forma e struttura ossea norma·
ci?), del calcagno (dislocazione dei frammenti in riferi- 2 anni) li
mento al sustentaculum tali?). Una risposta a tali quesi-
191
(ca
1
di stretta pertinenza specialistica maxillofacciale, an- diretto (per l'iperestensione costale si rompe in prima
er le possibili ripercussioni estetiche (v. paragrafo istanza la corticale interna), sia con meccanismo indiretto
Nelle fratture classiche la rima è in genere lunga, (per l'iperflcssione si rompe prima la corticale esterna).
' .,,·sale bllatcrale, simmetrica, c può interessare le orbi- Possono essere complete o incomplete («a legno verde>>).
trasv
te (varietà 'alta), 1·1 _co.rpbo de)l masce Il are (vancta
· ' me d.ra ), la Sono il più delle volte multiple c nei traumi più gravi bila-
lta palatina (vaneta assa . terali.
10
. Le fratture isolate di singole ossa del massiccio faccia- I.: esame radiografico deve essere esteso a tutto l'emi-
l' 0110 spesso difficilmente individuabili radiograficamen- torace ed effettuato in proiezioni multiple a diverso grado
richiedono il ricorso alla TC. di obliquità della parete toracica onde consentire l'esplora-
zione ortogonale della singola costa in tutta la sua lun-
Fratture vertebra/i. Sono per lo più prodotte con mec- ghezza. I radiogrammi saranno esaminati con estrema cau-
ISScrvj
.iltui · anismo indiretto: per inflessione (si frattura la parte antc- tela: non è infrequente che, in assenza di spostamcnti ango-
tinet·a. ciore del corpo vertebrale e talora l'apofisi spinosa per lari o di accavallamento dei frammenti, una frattura costa-
da part_e _dei _legan_1enti); per. le sfugga a un'osservazione anche attenta dato l'aspettO
(si fratturatlO le artrcolan); (s1 spesso capillare della rima.
voi dc frattura in toto rl corpo e spesso l apofrsr sprnosa); per Di facile rilievo radiologico sono le più comuni com-
atture. s/rappamen!O_ da delle muscolari (_si fratturano plicanze delle fratture costali: l'emotorace, il pneumotora-
;ipale le apofisi artlcolan). Ha grande rmportanza rl comporta- ce, gli ematomi polmonari, l'enfisema sottocutaneo.
rso il mento del nucleo polposo, spostabile e non compressibile,
guen. che tende a infossarsi attraverso la limitante nel corpo ver- Fratture dello sterno. Rare, prodotte da trauma diretto
tri)),e' tcbrale o ad erniare verso il canale midollare o lateralmen- (volante dell'automobile!) o indiretto. La rima di frattura è
;i, gli . ' te. generalmente trasversale; i frammenti possono accavallarsi
Jetro. Vesame radio logico mira a definire: la sede della.frat- con risalita dell'inferiore.
IUra (limitata al corpo vertebrale? all'arco? interessante Lo sterno è un osso molto difficile da studiare radio-
rso la· entrambi?); la deformazione somatica (a cuneo anteriore? a graficamente, particolarmente nel traumatizzato. La proie-
talora "c. cuneo laterale? a lente concava?); lo spostamento dei.fram- zione LL consente di individuare quelle fratture che defor-
brasa ' menti distaccati; il comportamento dello spazio interverte- mano il profilo stcrnalc a cagione dell'accavallamento, ma
nedia brale (per lo più ristretto); l'eventuale comparsa di cw-va- il più delle volte si rende indispensabile la TC.
: fral· ture rachidee distrettuali abnormi (gibbo? scoliosi?); la
della :· contemporanea presenza di lussazione. Come più sopra Fratture della clavicola. Prodotte spesso con trauma in-
e o1a·: ricordato particolare importanza, per la risposta a diretto, hanno abitualmente sede nel terzo medio. Possono
terpi· qnesti quesiti, la TC. essere complete (il frammento mediale si sposta in alto e po-
Nelle fratture isolate dell'arco vertebrale e delle apofi- steriormente per azione del capo clavicolare dello sterno-
si articolari non è sempre facile l'individuazione della rima cleidomastoideo, il frammento laterale in basso per azione
a (proiezioni oblique!). Le fratture delle apofisi trasvcrse del deltoide) o incomplete (<<a legno verde»).
PAe lombari, causate da un'abnorme contrazione dei muscoli
Jilale; che vi si inseriscono, sono facilmente individuabili anche Fratture della scapola. Di solito da trauma diretto,
tavia, per l'evidente spostamento verso il basso e lateralmente del interessano frequentemente il collo (la rima è obliqua e
:.Del frammento distaccato. Le fratture isolate delle apofisi spi- diretta inferolateralmente; di solito non vi sono spostamen-
ii sot- nose sono frequenti soprattutto a livello cervicale (la frat- ti dei frammenti). Nelle fratture sottospinose del corpo la
ico tllra degli sterratori, a carico dell'apofisi spinosa di C7 o rima è trasversale o verticale, i frammenti possono acca-
:vo di DI, è un tipico esempio di frattura da durata). vallarsi con risalita di quello inferiore. Nelle fratture isola-
ssatc} Aguarigione avvenuta l'esito più comunemente apprez- te dell'acromion e dell'apofisi coracoide si ha in genere
· zabile è un certa deformazione dei corpi vertebrali frattura- dislocamento distale del frammento distaccato.
!ggio!' ti, con resiringimento sia pur lieve dello spazio interverte-
1er la brale e con associate manifestazioni artrosiche secondarie. Fratture dell'omero. La più frequente frattura epifiso-
!:instaurarsi di una sindrome di KUmmel-Verncuil (do- metafisaria prossimale è quella del collo chirurgico, tipica
:ranlo lori, rigidità e incurvamcnto del rachide a distanza di mesi delle persone anziane (osteoporosi senile!), prodotta con mec-
atture dal trauma dopo un periodo di apparente ripristino della nor- canismo indiretto (caduta sul gomito o sulla mano atteggia-
dimo- verosimile conseguenza della mancata individua- ta a difesa). Per lo più v'è modesta angolazione secondaria
più o ; lione di piccole fratture parcellari della spugnosa o di fissu- dei frammenti che rimangono bene ingranati; meno fre-
·aera· delle limitanti, è oggi evento assai poco comune da- quentemente dislocazione del ffammento distale verso il ca-
to rl srstematico e attento impiego dell'indagine radiologica. vo ascellare mentre quello prossimale si abduce e ruota al-
l'esterno. Nei traumi più violenti il cilindro diaf1sario pene-
Fratture costali. Sono prodotte sia con meccanismo tra all'interno della spugnosa metafisaria. La frattura del col-
194
lo anatomico è poco frequente. Il distacco della grande tu- prossimale si incunea dis:a.le. associar::"?
berosità, isolato o associato a lussazione scapolo-omerale, è SI la frattura da strappamento deli apof1s1 st1l01de ulna ;;·
prodotto con meccanismo di strappamento per abduzione con- Nella :ara ji·a.ttura di Goyrand, la. sul palmo
trastata del braccio; la tuberosità può risalire verso l'alto e mano m flesswne comporta una dtslocazwne anteriore di:·,
ruotare all'esterno. Nelle }i-atture dìafisarie i frmmnenti pros- frammento distale, quindi a della
simale e distale subiscono per lo più spostamenti marcati (al- Colles, con defonnazwne «a ventre d1 forchetta». Accant ·::
meno nei due terzi superiori) per l'azione potente dei muscoli a possi?ili tutti i
che si inseriscono ai diversi livelli omerali. fi'atture mtraarttcolan, per lo pm parcellan e con netta prc.'
Nelle fratture epifisometafisarie inferiori, le complesse dilezione per l'epifisi radiale.
modalità di ossificazione comportano con una certa fre-
quenza la produzione di rime a sede e decorso caratteristi- Fratture del carpo. La più frequente è quella dello scafo].::::
co. Laji·attura sovracondiloidea è la più frequente, è tipica de. La rima, intraarticolare, trasversale rispetto all'assedek\
dell'età infantile ed è prodotta o con meccanismo indiretto lo scafoide, è situata nel terzo medio. In genere non v'èspò:::_\
per caduta sul palmo della mano atteggiato a difesa e gomi- stamento dei frammenti. Nelle fratture con diastasi può pro_: . ;:
to sollecitato in iperestensione (l'epifisi distale omerale si spettarsi la necessità di differenziazione dallo scafoide bi:_';_·
sposta dorsalmente e viene attratta in alto dal tricipite), o partito malformativo. Questa frattura, la cui dimostrazione'"
con meccanismo diretto per caduta sul gomito atteggiato in richiede spesso proiezioni tecniche specifiche, può avere sen:'i;
flessione (l'epifisi distale de !l 'omero si anteriorizza mentre sibili ripercussioni a distanza sulla mobilità del polso. ;.;i
il frammento diafisario si sposta posteriormente). ' '-"
Fratture della mano. Quelle metacarpali, complete
Fratture del radio e dell'ulna. A livello epifisometafi- in o extraarticolari, interessano per lo più li't
sario prossimale le fratture più comuni sono quelle del base. E classica la frattura-lussazione di Bennet, nell(
capitello radiale e dell'olecrano. La prima è prodotta con quale la base del l 0 metacarpo si lussa dorsalmente e si'!ì
meccanismo indiretto per caduta accidentale sul palmo frattura lasciando un frammento triangolare in rapportO;·;;
delL:t mano atteggiata a difesa e oscilla tra la semplice con il trapezio. 'U:
infrazione e la completa frammentazione; in taluni casi la Le fratturefalangee sono molto frequenti. Se la rima· è-}
rima di frattura, completa, decorre più o meno trasversal- capillare e se non v'è spostamento dei frammenti possono'1
mente tra il capitello e la tuberosità bicipitale: la testa del essere difficilmente individuabili nel contesto della
radio può risultarne «decapitata» (trattasi in realtà di una gnosa dell'apice falangeo sempre più o meno
vera e propria frattura del collo radiale). Nelle fratture del- mente sfrangiato nell'adulto. .<:;'
l'olecrano si ha in genere distacco del becco con sposta- -,i;::
mento più o meno marcato verso l'alto del frammento. La Fratture del bacino. Da un punto di vista delle solleci/;
frattura dell'apofisi coronoidea è rara e quasi sempre asso- tazioni traumatiche il bacino può essere considerato
ciata a lussazione del gomito: il frammento distaccato è anello continuo con un punto debole posteriore
disloc.:tto in alto e anteriormente. zione sacroiliaca e forami sacrali) e un punto debole ante':::J·
Le fratture diafisarie del rHdio e dell'ulna sono spesso riore (regione pubootturatoria). Lo studio radio logico ha ìC;
associate: frequenti nell'infanzia, si instaurano per caduta duplice scopo di riconoscere l'esistenza della frattura cdi::·
sul palmo della mano a seguito dell'abnorme iperinflessio- individuare gli spostamenti dei frammenti
ne diafisaria. I frammenti possono accavallarsi per risalita lesivi degli organi pelvici: ciò richiede, di norma, il ricorsf.'
di quelli distali sotto l'azione dei muscoli dell'avambrac- alla TC (v. fig. XIII.3). Le fratture del bacino vengono conq
cio, angolarsi con assunzione di un caratteristico aspetto a venientemente distinte in:
X, ruotare intorno al proprio asse longitudinale. La fratture che non interrompono la continuità del cingolfj
ra isolata del! 'ulna al terzo medio diafisario si associa pelvico; fratture della spina iliaca anteriore
spesso a lussazione anteriore della testa radiale (frattura di e anteriore inferiore; dell'ala iliaca; dell'ischio; del,:;:
Monteggia). La frattura isolata del radio al terzo medio dia- sacro; del coccige. Sono le più frequenti c
fisario, viceversa, si associa spesso a sublussazione infe- danno complicazioni viscerali. La rima ha
riore dell'epifisi distale dell'ulna. variabile; gli spostamenti sono scarsi o assenti; :/,;
A livello epifisometafisario distale è estremamente fre- fratture che interrompono la continuità del cingolo pel::i
quente la frattura di Colles, extraarticolare, prodotta con vico:frattura doppia verticale di Malgaigne
meccanismo indiretto per caduta sul palmo della mano mente v'è una duplice rima ischiopubica e ileopubica;:."
atteggiato a difesa in estensione. La rima, trasversale, è posteriormente una lunga rima longitudinale
situata nel tratto di passaggio diafiso-metafisario. Il fram- te l'ala iliaca in prossimità dell'articolazione con
mento distale va incontro a dislocazione e angolazione dor- cro);jrattura doppia verticale di Voillemier (antenor::;
sale (deformazione «a dorso di forchetta») e si sposta mente v'è una duplice rima come sopra;
alquanto verso l'esterno (deformazione <<a baionetta>>). Il una lunga rima verticale interessante la porzione
195
del sacro);frattura quadrupla verticale di Tantor; (pre- Fratture della tibia e del perone. A livello epifisometa-
enza da ambedue i lati di frattura di 1Mnlgai!$ne);fi"attu- fisario prossimale si harmo quasi esclusivamente fratture
bilaterale del pube (presenza da a!llbedue i lati della isolate della tibia: la frattura delle spine tibiali, intraarticola-
rima ischiopubica e ileopubica). re, determinata per strappamento da parte dei legamenti cro-
ticolare importanza per la frequente assocmzwne di le- ciati; le fratture dei condili e della tuberosità, intraarticolari,
sioni viscerali pelvi che. che determinano un secondario ampliamento trasversale del
Le fratture del co:ile possono essere semplici, assoc.ia- piatto tibiale; le fratture sottotuberositarie, extraarticolari,
te a postenore della testa femorale o a lussazw- nelle quali il frammento prossimale è attratto in alto e ante-
ne intrapelvica per sfondamento del tetto riormente per azione del quadricipitc (più raramente si ha
penetrazione della diafisi nel frammento prossimale); le frat-
Frattllre tlel femore. Le fratture epifisometafisarie ture della tuberosità anteriore.
rossimali sono molto frequenti nelle persone anziane Le fratture della diqfisi interessano spesso simultanea-
/osteoporosi senile!). Locus minoris resistentiae è il trian- mente la tibia e il perone, soprattutto allorquando prodotte
golo spugnoso di Varcl, dai fasci trabecolari cefa- con meccanismo indiretto (flessione o torsione). Il decorso
lico arciforme e trocantenco. frequentemente spiroideo della rima agevola lo scorrimen-
'poiché la cartilagine articolare giunge in basso fino al to dei frammenti che si accavallano e si angolano alquanto.
tratto di passaggio tra testa e collo femorali, sono intraarti- Le fratture epifisometafisarie distali sonù frequenti:
colari le fratture sottocapitate. La capsula articolare, vice- interessano isolatamente un malleolo (più frequentemente
l'ersa, si inserisce subito al di sopra di una linea conven- quello esterno: frattura degli sciatori!); simultaneamente i
zionale, obliqua, che congiunge i due trocanteri: tutte le due malleoli (frattura bimalleolare vera); isolatamente o in
fratture situate medialmente a questa linea (fratture tran- associazione ai precedenti il «terzo malleolo» (corrispon-
scervicali) sono intracapsulari; quelle situate lateralmente dente alla parte mediana posteriore deU' epifisi distale
sono extracapsulari (fratture basocervicali e pertrocanteri- tibiale); il malleolo interno e il terzo diafisario inferiore del
che). Le fratture sottotrocanteriche possono già conside- perone (frattura di Dupuytren); il malleolo interno e il terzo
rarsi diafisarie. diafisario superiore del perone (frattura di Maisonneuve:
In linea generale, nelle fratture complete il frammento determina notevole diastasi tibioperoneale ). La simultanea
esterno risale verso l'alto, quello interno ruota più o meno rottura legamentosa, in caso di frattura mallcolare, può esse-
significativamente. Ha importanza, ai fini prognostici, re so·spettatn radio logicamente in presenza di fini alterazio-
l'entità del varismo o del valgismo secondari. Se è inter- ni delle rime articolari tibiotarsica e tibioperoneale.
rotta l'arteria del legamento rotondo, si può avere la necro-
si del frammento cefalico. Nelle fratture basocervicali, Frattura delle ossa del tarso. Interessano solitamente
spesso a 3 o 4 frammenti per il simultaneo distacco del l'astragalo e il calcagno. Nell'astragalo la localizzazione
grande e del piccolo trocantere, la penetrazione del fram- più frequente è nel collo, con rima obliqua e con variabile
mento interno nel massiccio trocanterico può indurre una dislocazione dei frammenti (nei casi più gravi si ha lussa-
frammentazione in forma comminuta. zione anteriore del frammento anteriore o posteriore del
Nelle fratture diafisarie complete del terzo superiore frammento posteriore). Il meccanismo è per lo più indiret-
femorale, il frammento prossimale è in genere abdotto (e to (iperflessione dorsale del piede). Meno frequenti sono le
talora anteriorizzato), quello inferiore addotto, risalito, fratture della testa, del corpo e delle apofisi posteriori (frat-
extrarotato. Quando la rima interessa il terzo medio e infe- tura di Shepherd).
riore, vi è per lo più accavallamento dei frammenti: il pros- Le fratture del calcagno sono prodotte per lo più con
sima!e si sposta in avanti, il distale in dietro e in alto. meccanismo diretto (caduta dall'alto sui talloni). La loro
A livello epifisometafisario inferiore possono aversi alta incidenza è dovuta alla struttura quasi esclusivamente
flutfure isolate dei condili (per lo più quello interno che spugnosa del calcagno: la corticale è molto sottile e si
viene attratto in alto) e fratture sopra- e intercondiloidee ispessisce (5 mm) solo in corrispondenza della superficie
con rima di aspetto variabile. La diafisi si incunea nel articolare anterolaterale (talamo). Lo studio radiografico
frammento distale. nelle proiezioni LL e assiale consente oltre all'individua-
zione della rima di frattura la valutazione dell'infossamen-
Fratture della rotula. Quelle incomplete sono poco to talamico e dello slargamento trasversale dell'osso. La
Le fratture complete a rima trasversale sono carat- rima di frattura (per lo più verticale) può interessare diret-
tenzzate da intensa diastasi dei frammenti per trazione tamente il talamo o passargli subito al davanti o al di dietro
l'alto del frammènto prossimale da parte del quadri- (fratture sotto-, pre- e retrotalamica). L'infossamento orizw
(soprattutto in caso di lacerazione delle pliche alari zontale o verticale del talamo nella spugnosa del corpo cal-
rotula). Se la rima è longitudinale, viceversa, manca caneare crea situazioni fratturative multiple di difficile ana-
ognJ spostamento. Si osservano spesso fratture comminute lisi radiologica e spesso altera i rapporti astragalocalcanea-
ton scomposizione a raggiera dei frammenti. ri. La riduzione delle fratture del calcagno rìchiede un'ac-
196
li di(.
essuti
e non
l'uso
Jstan.
ità (a
fiam:
e de[.
carat. ·
1rodu..
uttivi,
cello-
Fig.XU.68. Q,;teomielite cronica. RM del ginocchio._Scansione coro-
Jalc con sequenza turbo!R T2-pesata dopo soppresswne del segnale
carie grasso. La spongwsa. della tibia presenta lieve iperintensJtà del
locali segnale secondaria all'inf!ltrazmne infiammatoria del midollo osseo.
siche; Alivello metafisario, in sede mediana, è bene apprezzabile un'area
rotondeggiantc priva di segnale rifcribile a sequestro osseo necrotico
1!.67). (asterisco), dalla quale un sottile trami_te f1stolo_so consente la forma-
)CfCO· zione di una raccolta ascessuale (tondmo), 1pcnntensa, che st fa stra-
1 que- da nei tessuti molli peritibiali.
mani-
15. Osteomielite cronica
Fig._ XII.69. Osteomielite cronica. Particolanncntc_ nella tibia, allun-
gata e incurvata, sono evidenti i fenomeni di appoSIZione di osso ben
Un trattamento terapeutico non radicale, ma anche strutturato quale evento evolutivo delle prcgresse periostosi ed endo-
la presenza di sequestri abnormemente estesi, possono stosi rcattive. Qua c là, lungo tut!a l'altezza dell'osso, sono presenti
indurre la cronicizzazione persistente del processo residui cavitari detersi profondi e superficiali. Il canale midollare è
obliterato nei tratti ove più intensa è l'evoluzione osteosclerotica.
osteomielitico acuto. In questi casi dominano il
dro i fenomeni di produzione di nuovo osso su base un'area osteolitica ovalare centrale
ìrritativa. La compatta perde la sua individualità sia te alla cavità ascessuale) circondata da una
verso l'esterno (periostosi!), sia verso l'interno ne spongiosclerotica intensa e più o meno estesa
stosi!); il canale midollare scompare; nel contesto (fig. XIL70).
l'osso iperostosico persistono cavità con sequestri
fistolizzate, talora mascherate dall'intensa
zazione (fig. XII.68). Questi aspetti possono
re, sia pure attenuati, per tutta la vita (fig. XII.69).
Forme di osteomielite primitivamente cronica non
sono comuni. Possono considerarsi tali:
Fig. XII.70. Asces-
l'osteomielite sclerosante di Garrè caratterizzata so cronico di Brodie.
da iperostosi fusata distrettualmente diafisaria, L'area osteolitica
prodotta da una intensa periostosi, e da endostosi ovalare ascessuale
presente nel tratto
obliterante il canale midollare; possono essere diafisario prossima-
senti cavità con microsequestri. È verosimilmente le del femore sini-
la conseguenza di una scarsa virulenza batterica; stro, priva di struttu-
razione interna, è
l'ascesso cronico di Brodie; focolaio ascessuale circondata da uno
;amenli
1re1to; i unico, ematogeno, a evoluzione estremamente cro- spesso orletto osteo-
ca anle'- · nica, localizzato quasi sempre nella metafisi sclerutico che la de-
limita dall'osso sa-
simale della tibia o del femore, si presenta come oo.
200
ficazione determinano la sua facile propagazione alla cor- de frequenza sono interessati 2 o 3 corpi nel l
ticale che ne risulta erosa: ne consegue da un lato l'inva- tratto di passaggio dorso-lombare (fig. XII. 71).
sione della cavità articolare, dall'altro la formazione dei ne osteolitiche sono dimostrabili, soprattutto con
caratteristici ascessi ossifluenti che migrano, sospinti dalle mografia convenzionale (ma la TC è cornplernentll p11:;: l
forze gravitazionali, lungo le vie di minore resistenza soché indispensabile), al di sotto delle
(guaine vasali e fasci muscolari). tiche e negli strati più anteriori. Se v'è caseosi
Le lesioni ossee e articolari possono regredire del tutto va, il corpo vertebra] e assume aspetto eburneo
con lo spegnersi della flogosi: più frequentemente, tutta- tebra d'avorio»). Lo spazio intervertebrale è·
via, sono apprezzabili chiari esiti, soprattutto a livello arti-
colare. d'ampiezza fin dalle fasi d'esordio. Se
ve, la progressiva distruzione del corpo'
l
suo schiacciamento a cuneo anteriore conducono alla ,
L'indagine radiologica consente un corretto acco-
stamento diagnostico, l'individuazione di eventuali com-
plicazioni (sublussazioni, lussazioni, fratture patologi-
che), il controllo della regressione e degli esiti post-te-
rapeutici. Anche se esistono caratteristici aspetti speci-
fici della sede di sviluppo dell'infezione, il quadro ra-
diologico riflette in linea generale le caratteristiche ana-
tomopatologiche sopra ricordate:
- nelle fasi iniziali è sempre apprezzabile una osteo-
pen.ia intensa e caratteristicamente estesa anche a
distanza dalla sede della flogosi;
- successivamente compaiono aree osteolitiche mul-
tiple, circoscritte, a margini sfumati, senza manife-
stazioni reattive e circostanti;
- meno frequentemente Sono apprezzabili aree osteo-
necrotiche (carie necrotica);
- erosioni superficiali sono la spia del vuotamento
postcolliquativo di focolai caseosi;
l '············
201
inva:· .
tinge".:.
1 una
api(
la di. :
te tu; ·
sino::.··
ìante· ·
;pa_r::: :.
iona::
:onda'·
le
:ona:<
chef:
;, an-::·
Flg. xn.n. A>.CCSSO .. ll mcd_iastino postcr!ore è slargato
hiJ 3teralmentc, 111 mamera guas1 snnmctnca, dalla raccolta ascessuale
tL1111 cmcntc e omogeneamente opaca, <m bisaccia)) (àsterischi), che
gran- discende lungo lc docce pnravcrtebrali. Coesiste d1struzionc parziale Fig. XIl.73. Evoluzione di spondi!itc tubercolare. I corpi vertebrali
li nel • dd corpo di D4 (frecce). situati distalmcntc rispetto al fulcro del gibbo (punta di freccia), esito
aver<"· di prcgrcssa lesione specifica grave, intensamente ostcoporotici ma
lato- formazione del gibbo. Ascessi ossifluenti (fig. XII.72) privi di lesioni attive, sono fusi ((a blocco» (asterisco). In corrispon-
pres:_ denza del fulcro, focolaio attivo recente il cui aspetto scmeielogico
possono osservarsi sotto forma di tenui opacità fusi fonni ricorda quello descritto in fig. X11.7l.
oma-·.:: paravertebrali, con aspetto «a bisaccia» quando a estrin-
lassi- secazione bilaterale, se in sede dorsale; sotto forma di
«vcr: ; slargamento irregolare dcii 'immagine lineare dei mu- Gonilite tubercolare. Il processo infiammatorio
dolio scoli psoas, se in sede lombq.re; sono di difficile dimo- origina dalla spugnosa epifisaria della tibia (più fre-
evol- strazione quando a sviluppo endorachideo (TC! RM!). quentemente) o del femore e si propaga rapidamente
ied' alla cavità articolare. Il quadro è quello comune:
L'ascesso ossi fluente calcifica con frequenza.
J alla .
In fase di guarigione, la mancata riparazione dei
focolai osteolitici rende impossibile il ripristino di una
normalità strutturale. Gli spazi intervertebrali perman-
gono più o meno ristretti nei casi menO evoluti; scom-
paiono, con conseguente fusione «a blocco)> delle ver-
tebre adiacenti, nei casi più gravi (fig. Xl1.73). Sono
sempre dimostrabili manifestazioni artrosiche osteo-
fitarie regionali secondarie.
osteopenia intensa, anche a distanza; aree osteolitiche Sifilide congenita tardiva e acquisita terziaria l<·:.
intraspongiose iuxtaarticolari; restringimento della ossa più colpite sono la tibia (segmento «spia))), -1.
il cranio, 11 tessuto granulomatoso e le gomme Jue/ {>.
0
rima articolare. L'esito più comune è l'anchilosi.
creano aree osteolitiche rotondeggianti multiple, con
Dattilite tubercolare. Può avere evoluzione rapida spesso sovrapp_oste generare·qJ}.:·
dn d1 tipO pseudoboJIOSO. Questi quadn, ISOlati a Jiv
osteolitica con distruzione della corticale e
cran_ic_o, si nelle ossa lunghe a fenomeni
zione; o viceversa evoluzione lenta accompagnata da stos1C1 a contorm megolarmente mammellonati (ispe .-·
intensa reazione periostea e aspetto «soffiatm> del mento della diafisi) fmo a quadri d1 completa eburneizszsJ:.::
segmento interessato («spina fig. XII.75). zione. Il contemporaneo incurvamento conferisce alla
un tipico aspetto «a sciabola». La sifilide acquisita sec/··.·
daria si manifesta pe_r lo più con semplice periostosi, •
17. Osteite luetica meno regolare, localizzata.
l'ig. XI1.75. Dattilite tubercolare. Il II metacarpo, diffusamente osteo- Fig. XII. 76. Sifilide congenita precoce. Le zone di o.kclfioO'lOC"
sc!crotico e bardato da una tenue reazione periostosica M striscia lon- provvìsoria sono allungate e alquanto irregolari,
gitudinale)), è rigonfiato M clavm> nella metà distale (<(spina vento- "'"':!
prossimale tibialc (ove sono presenti vistose aree ;;t<eolliioh,o
sa))), nel cui contesto è presente un'area osteo!itica cavitaria che inter- e periferiche). Piccole aree osteolitiche nelle
rompe la corticale. Coesiste reazione periostosica «a striscia longitudinale1>.
203
po dill
•ttadalta
mno qua
·pie nei mctatarsi, nelle falangi, piccole aree ostco- lagine di coniugazione impedisce l'invasione dell'e-
in posizione centrale (i pifisi; lo sconfinamento nella diafisi è viceversa la
cosiddetti «CIStOldi dJ Junglmg» ). regola.
La cisti ossea aneurismatica è una lesione simil-
tumorale a elevato contenuto ematico. Interessa pre-
26. Pseudotumori e tumori ossei valentemente il sesso femminile con netta predilezio-
ne per il2° decennio. Si localizza preferenzialmente
·l l6.1. Cisti ossee
nelle metafisi e nelle diajìsi delle ossa lunghe (soprat-
tutto della tibia e del femore) e negli archi posteriori
Le più comuni lesioni pseudotumorali dell'osso vertebra/i, Nelle ossa lunghe si possono distinguere
5000 : la cisti ossea semplice, la cisti ossea aneurisma- una forma eccentrica e una centrale. Nella forma
tica e Ja cisti epidermoide. eccentrica, più frequente, la lesione osteolitica,
La cisti ossea semplice, detta anche solitaria o uniformemente radiotrasparente o pseudosepimenta-
rriovanile, a contenuto sieroso, interessa soprattutto il ta, origina in sede sottoperiostea, espandendo il perio-
;esso maschile con netta predilezione per il l o e 2° stio, erodendo la compatta sottostante, invadendo
decennio. Sì localizza preferenzialmente nelle metafi- quindi il canale midollare (fig. XII.85). Se la cartila-
siprossimali dell'omero e del femore, meno comune- gine di coniugazione è saldata, la cisti aneurismatica
mente nelle metafisi delle altre ossa lunghe, nel cal- può invadere facilmente anche l'epifisi, creando pro-
cagno, nelle ossa tubulari delle mani e dei piedi. blemi di differenziazione dal tumore a cellule giganti.
Radiologicamente (fig. Xll.84) assume l'aspetto di Nella forma centrale Posteolisi interessa
un'area osteolitica centrale, uniforme (ma talvolta mente la spugnosa e la lesione può confondersi
a !ami;
sono apprezzabili nel suo contesto trabecolature resi- tanto con la cisti ossea semplice: il criterio dell'età (la
due), che interessa progressivamente a pieno spessore cisti aneurismatica è in genere «meno giovanile»), la
:e J•a:'·. la metafisi colpita, assottiglia la compatta fino a dar localizzazione, la minore frequenza di fratture patolo-
surata luogo a fratture patologiche. La presenza della carti- giche, sono di buon aiuto ai fini della diagnosi diffe-
)ltO il renziale.
ile, la· La cisti epidermoide o epiteliale è una rara lesio-
ìJ). ne cistica rivestita da tessuto epiteliale e a contenuto
uenza cheratinososebaceo, verosimilmente originante da
)liti co inclusioni intraossee post-traumatiche di tessuto epi-
ntensi teliale. Interessa prevalentemente il sesso maschile in
mi di età giovanile e adulta. Si localizza preferenzialmente
rcorna
X si
even·
.arie ·e
llC già Fig. X11.85. Cisti ossea
aneurismatica. È qui mo-
m. di strato l'aspetto più co-
può a mune, di area osteoliti-
:]oca· ca pseudosepimentata,
Jigm· metafisodiafisaria, ec-
centrica, inizialmente
unico. sottoperiostea ma poi
ampiamente espansa nel
contesto delle patii mol-
li parostali, dalle quali è
separata da un sottile
Fig. X11.84. Cisti ossea semplice. Area osteolitica centrale primitiva- strato di corticale; sul
mente metafisaria ma già sconfinata nel!a diafisi, a delimitazione versante midollare è ap-
losi sj netta, nel cui contesto trabecolature residue alterano alquanto l'aspet- prezzabile un orletto
to uniforme; la compatta è assottigliata ma non osteosclerotico di de-
meta· U>urata. marcazione.
208
Serie cellulare Tumori benigni Tumori maligni Si persegue attraverso lo studio per immagini un
triplice risultato: riconoscimento della presenza di
Ossea Osteoma Sarcoma osteogenico
Osteorna osteoide Sarcoma parostalc o lesione; caratterizzazione della sua natura; bilancio di
iuxtacorticalc estensione. Il primo punto trova per lo più risposta
nell'esame diretto radiografico che rappresenta il
Cartilaginea Ostcocondroma CondroSarcoma
Condroma
mezzo più semplice, rapido e affidabile, e che quindi,
Condroblastoma logicamente, deve essere eseguito in prima
Fibroma condromixoide con tecnica corretta c atta a fornire quegli elementi :
semeiologici che, se correttamente interpretati, per·
Fibrosa c istiocitica Fibroma Fibrosarcoma
mettono di giungere al sospetto diagnostico e, in una·:
Tumore a cellule lsiocitoma maligno
giganti buona percentuale di casi, alla caratterizzazione di
natura. Il bilancio di estensione del tumore (stadiazio-::
Vasco! are Angioma Angiosarcoma ne!) ha luogo, per lo più, in seconda istanza {TC!.
Mcsenchima Sarcoma di Ewing
RM! angiografia!). ·
midollare Reticolosarcoma
Plasmocitoma Non sempre, tuttavia, è possibile effettuare una diagno:,.:
si precoce, a causa della ncgatività dell'esame radiografico:>.
Nervosa Ncurinoma (dimensioni e sede della lesione!). In linea di principio, un__ .
tumore osseo diviene radiologicamentc visibile quando:
Residui della Cordoma determina un'osteolisi non inferiore a determinati valori·..;.
notocorda
soglia: la perdita del contenuto minerale dell'osso deve"
Dubbia Adamaùtinoma essere superiore al30-40%. Tale concetto vale soprattutto se_;
il tumore è indovato nella spongiosa (specie a livello di un)
Adiposa Li poma' corpo vertebrale, del bacino, della scapola): la configuro::.>
zione e la struttura anatomica dell'osso spongioso «a
maglie)) non facilita, infatti, il riconoscimento di piccok ., :
Non è sempre facile differenziare, sulla base del solo ostcoli si, che è invece per lo più agevole nella corticale che.?
reperto radiografico, una ostcomielitc da un sarcoma di presenta una struttura compatta. ··
209
Quando l 'esame radiografico individua una lesi o- fondamentale a fini di stadiazione (estensione tumora-
ossea, alcuni criteri radiologici sono frequente- le ed extraossea! metastasi a distanza!). Di mas-
'" nte correlati alla benignità o malignità della lesio- sima importanza, in proposito, è la RM (estensione
1110 1 tumori bemgm . . hanno usualmen t e d'Imenswm . . intramidollare della lesione! rapporti con la cartilagine
n•,· ·1tate (a titolo di riferimento: inferiori a 3 cm); mar- di accrescimento, con le strutture articolari e
Inl
·li netti e rego lan,· spesso cJrcon
· dati· da un orletto colari, con i fasci muscolari e le formazioni vascolari
assottigliano e rigonfiano la compatta ma maggiori! individuazione di noduli neoplastici
se n la distruggono; non inducono reazioni periostali; dollari ben distinti dalla massa tumorale principale!).
no invadono le parti· mo Il'1; possono, comunque, Per quanto riguarda le metastasi, frequenti sono
· I tumon· ma z·1gm· quelle polmonari e ossee (sarcoma osteogenico, sarco-
0
no
, sere causa cl'1 frattura pato l og1ca.
olitira" generalmente dimensioni cospicue (a titolo di ma di Ewing), più rare quelle linfonodali locoregiona-
arcnza · :'ferimento: maggiori di 6 cm); margini mal definiti e li. Di massima importanza, in proposito, è la TC. Per la
nìtita : n · · da un orl
:lim11; irregolari, non cucond.ati se l · ricerca di lesioni ossee secondarie, tuttavia, la
:I dito usurano la compatta, mducono reaz1001 penostah; grafia presenta un'elevata sensibilità (a fianco,
invadono le parti molli; sono causa frequente di tro, di una bassa specificità!) e un costo relativamente
tt1ra patologica. Ambedue i tipi di tumori si basso.
1itivo.
;ico, è cano, con qualche eccezione, sotto forma di aree
osteo. osteolitiche: per quelli benigni l 'aspetto più comune è A. Tumori benigni
((a carta geografica»; per i maligni «a tarlatura» o
llo in L.osteoma trae origine da elementi della serie cam-
'grafi. · «infiltrante>>. La diagnosi di natura di una lesione biale ed è costituito da tessuto osseo ben differenziato.
scheletrica, però, non sempre è agevole sulla base dei Lo si osserva soprattutto nell'età adulta, pressoché
rilievi scmeiologici radiografici: il ricorso alle esclusivamente nei seni frontali e mascellari (talora
che di seconda istanza può fornire informazioni con sviluppo polisinusale), ma anche nel tavolato
ni un tive. Ad esempio, una lesione scheletrica localizzata esterno della volta cranica (il meningioma, viceversa,
za di in particolari sedi anatomiche è individuata più interessa il tavolato interno). Può essere strutturato in
cio di mente e meglio definita con la TC (lesioni pelvi che e forma compatta o in forma spugnosa. La fOrma com w
posta rachidee!). Il riconoscimento di calcificazioni ìntralew patta (fig. XII.87) è caratterizzata.da un'area di
1ta il sionali, determinante a fini diagnostici, può risultare sclerosi della stessa densità dell'osso compatto,
Jindi, più immediato con la TC che non con l'esame genea, a larga base d'impianto, a contorni spessopoli-
grafico tradizionale. La TC può meglio definire lobati, nettamente delimitata dall'osso sano circostan-
menti·. centro di alcune lesioni ossee e permettere di stabilir- te. Nella forma spugnosa (ad esempio: alcuni tipi di
, per· ne l'origine dall'osso o dai tessuti molli. La TC e la esostosi) l'osteosclerosi è strutturata. Cassociazione
n una·: RM, in base allo spessore del cappuccio cartilagineo di poliposi diffusa eredofamiliare del crasso,
ne di che riveste le neoformazioni ossee a carattere ni cutanee, dei tessuti molli, dentarie e osteomi confi-
iazio-:: sante, possono consentire di diJierenziare una gura la sindrome di Gw·dner (v. paragrafo XX.8.23).
(TC! si da un condrosarcoma periferico. Anche la
grafia apporla talora informazioni preziose: tipico il
caso dell'osteoma osteoide indovato in un peduncolo
lagno:...· mchideo e non evidente all'esame radiografico.
rafico·-·: Non sono, comunque, infrequenti i casi nei quali,
1io, un._,. su pura base radiologica, non è possibile un giudizio Fig. XII.87. Ostcomn
uando frontnlc. La neo for-
di benignità o malignità: assume allora rilievo mazione ostcomato-
valori·:·. minante la biopsia mirata sotto guida radioscopica (e sa, a struttura eburnea
, deve·'.:
talora tomografica computerizzata). (ma con qualche di-
somogeneità) c con-
Quando la diagnosi radiografica è di lesione torni poliJobati, ori-
il ruolo delle tecniche di seconda istanza è più ginante dal pavimen-
lnDJtato e ha per lo più la finalità di definire i rapporti to del seno frontale
spaz.iali della lesione in previsione di un intervento sinistro, si cspnnde
ampiamente nel suo
lllrgtco. Quando la diagnosi radiografica è di lesione contesto fino a occu-
mahgna, il ruolo delle tecniche di seconda istanza è parlo in gran parte.
210
irco-
;ian-
;sere
suo
scar-
nella
lZÌO-
noa
sten-
ficili .,
lelite
fju, XIL90. Osteoblastoma. La lesione tumorale, nel caso in conside-
r!tione, assume l'aspetto di un'area osteolitica pura, a margini netti e
(frecce), ampiamente estesa nella testa c nel co!lo del femore Fig..XII.92. Ostcocondroma. I: escrescenza ossea a struttura spongio-
Non è agevole la diagnosi dtfferenziale dal tumore a cellule sa circondata da un sottile strato di compatta assume il caratteristico
giganti nella varietà quiescente (v. fig. XII.95). aspetto <(a clava>) diretta verso la diafisi.
evoluti, per la più intensa attività osteoblastica, l'area to nella metafisi distale del femore e prossima! e del-
osteolitica presenta nel suo contesto zone calcificate e l'omero; meno frequentemente nelle ossa piatte;
ossificate, ed è circondata da una osteosclerosi eccezionalmente nelle mani e nei piedi. Radiologica-
va. In casi non infrequenti l'osteoblastoma assume l'a- mente (fig. XII.92) assume il tipico aspetto di un'e-
spetto di un'area osteosclerotica nodulare, ponendo la screscenza ossea peduncolata (e allora è più o meno
necessità di differenziazione dalle isole di compatta, «inchinata» verso la diafisi) o sessile, a struttura
dall'osteoma e dalle metastasi osteoblastiche (fig. interna spugnosa, con un orletto periferico di com-
XIL91). patta in diretta continuità con quella della metafisi
de li' osso ospite. L'accrescimento dell'e sosto si si
L'osteocondroma, o esostosi osteocnrtilaginea, o arresta con il raggiungimento della maturità schele-
esostosi solitaria, trae origine da elementi della serie trica. La trasformazione condosarcomatosa è rara
cartilaginea ed è costituito da cartilitgine che (l%) e deve essere sospettata ogni qual volta l'osteo-
rando (ossificazione encondrale) diventa osso condroma aumenta rapidamente di dimensioni e pre-
l'adulto). Lo si osserva già in età infantile, senta nel suo contesto calcificazioni intensamente
radiopache, grossolane, diffuse. Nelle esostosi multi-
ple ereditarie (malattia esostosante di Léri) la tra-
sformazione condrosarcomatosa è più frequente
(15%).
Fig. XII.95. Tumore a cel- Il neurinoma e illipoma sono tumori benigni di ri-
lule giganti. Radiogram-
ma del ginocchio. NeJla scontro eccezionale a livello osseo. Possono essere cen-
forma <<quiesccnte>>, illu- trali o intracorticali. Inducono aree osteolitiche a ca-
strata in figura, è osscr- rattere benigno.
vabile un 'arca ostcolitica
circoscritta, a margini più
o meno definiti, delimita- B. Tumori maligni
ta da un sottile Ol·letto
sclerotico
Il sarcoma osteogenico, o osteosarcoma, trae ori-
fino gine da uno degli elementi della serie cambiale
ovalare, eccentrica, a margini non perfettamente defi- (osteoblasto, condroblasto, fibroblasto). È il più fre-
etto niti, nel cui contesto spesso residuano trabecolature vi- quente (30%) di tutti i tumori maligni primitivi
5tose; i fenomeni di osteogenesi re attiva circostante (or- l'osso. Si localizza con spiccata predilezione (80%)
letto sclerotico, apposizione periostea) sono scarsi; l'ar- nel tratto metafisario o metafisodiafisario distale del
ètto ticolazione è rispettata; la compatta è soffiata e assot- femore e prossima! e della tibia e dell'omero. L'età più
Jen- tigliata (fig, XIL95), I: indagine radiologica e la RM colpita è il 2° decennio (in età tardiva può insorgere
ofi- consentono, ili linea generale, la distinzione delle for- su osso pagetico). Nell'anamnesi ricorre spesso un
atto pregresso trauma. I fenomeni dolorosi osteocopi,
me quiescenti, attive e aggressive (fig. XIL96). Queste
erta
ultime sono dette anche sarcomatose per l'apprezzabi- caratteristicamente persistenti, inducono il paziente a
;età sottoporsi all'indagine radiografica. Ha prognosi estre-
lltà dei caratteri classici di malignità (fig. XII.97). La
fig,
diagnosi differenziale verte soprattutto con la cisti aneu- mamente grave, sia per la precoce metastatizzazione al
pes-
rismatica, il condroblastoma, il condrosarcoma, il fi- polmone (radiogramma toracico!), sia per la risposta
ero-
brosarcoma. Il trattamento elettivo è chirurgico; la ra- poco favorevole alla terapia (chirurgica o radiante). A
enti
diotcrapia è riservata ai casi non operabili e non è esen- seconda deli' entità del!' osteogenesi tumorale può mani-
te da rischi (necrosi ossea! fratture patologiche! mag- festarsi informa osteolitica pura (la più rara), informa
giore probabilità di trasformazione sarcomatosa1). addensante pura, in forma mista (la più frequente).
trae'
Radiologicamente (fig, Xlt99A), nella forma mista si
ri.b
odi · Vangioma è un tumore benigno di origine vasco- osserva l'associazione di lesioni osteosclerotiche più o
lare. Si osserva generalmente in età adulta (ma la sua meno dense, a margini mal definiti, e di lesioni osteoli-
l''''''''' •······
215
t' (periostosi «a sfoglie di in maniera più (p nella parte centrale che non alla periferia) che
'tensa all'estremo prossimale e distale della massa «avvolge>> l'osso interessato (il più delle volte il
"'- nora!e ave compare una sprcu . l a tnango
. l are («tnan-
. femore) senza coinvolgerlo (spesso, addirittura, rima-
1
:\o di Codmam>). Nelle forme pure addensanti o nendone separato da un orletto radiotrasparente - fig.
coteolitiche (fig. XIIJOO), le caratteristiche semeiologi- XII.lOl); l'accrescimento è lento, la prognosi relati-
di base sono simili a quelle sopra descritte: le rea- vamente meno infausta dell'osteosarcoma classico.
periostali, però, sono scarse nelle prime, molto Gli osteosarcomi «Secondari>; insorgono in età adul-
intense rielle . .. ta, più frequentemente su osso pagetico. I: osteosar-
La diagnosi del tumore, m genere possrbtle sulla comatosi insorge nel l o decennio; è caratterizzata da
base del semplice esame radiografico, induce all'uso molteplici focolai osteosclerotici che colpiscono sim-
complementare di altre . ?i di metricamente le metafisi delle ossa lunghe, le ossa
immagini, soprath1tto al fme dt un bilanciO preterapeu- piatte e la colonna vertebrale; ha prognosi altamente
tico di estensione. La TC consente di individuare pic- infausta. Il cosiddetto «osteosarcoma emorragico o
cole aree ostcolitiche della compatta e alterazioni della teleangectasico», a prognosi altamente infausta, può
trabecolatura spugnosa (rilievi, questi, male apprezzabi- viceversa identificarsi nella forma osteolitica pura
li nel radiogramma e nel tomograrnma convenzionale), dell'osteosarcoma classico.
ma soprattutto di dimostrare fini calcificazioni tumora-
!i. Il condrosarcoma trae origine da cellule cartilagi-
La RM è molto accurata nella valutazione del grado nee (talora a seguito di trasformazione maligna di un
di estensione del tumore nel canale midollare e nelle osteocondroma o di un encondroma). :È secondo in or-
parti molli parostali, della presenza di piccole metastasi dine di frequenza (15%) tra i tumori maligni primitivi
ossee a distanza dalla lesione primitiva (fig. XII.99B e del!' osso, dopo l' osteosarcoma (rispetto al quale la pro-
C), ma non consente un'attendibile dimostrazione delle gnosi è più favorevole). Si localizza con una certa pre-
calcificazioni tumorali. La scintigrafia ossea (area dilezione (50%) nel bacino e nelle coste; ma anche nel
conseguente all'iperattività osteoproduttiva femore, nell'omero, nella scapola, nelle vertebre. l: età
· peritumoralel) è molto sensibile nell'individuare le più colpita è il4°-6° decennio. La dimostrazione isto-
localizzazioni multifocali ossee (peraltro rare!). li ricor- logica di malignità è spesso difficile: grande impor-
so all'angiografia ricorre modernamente con scarsa tanza assumono pertanto i rilievi radiologici. Radio lo-
frequenza e soprattutto in previsione di procedure inter- gicamente, nella forma centrale (fig. Xll.102A), indu-
Ventistiche (chemioembolizzazione!). ce un'area osteolitica ovalare uni- o pluriconcamerata,
nel cui contesto sono apprezzabili piccole calcificazioni
Sono descritte alcune varietà cliniche rare dell'o- diffuse («anulari>>, «a virgola»); la compatta è erosa in
steosarcoma dotate di caratteri peculiari. Il sarcoma più punti (più raramente è ispessita); l'osso è rigonfia-
osteogenico iuxtacorticale o parostale origina dal to; la reazione periostale è modesta. Nelle fasi avanza-
periostio, in età più tardiva (3°-4° decennio); si svi- te si ha rapida invasione delle parti molli. Ne/la forma
luppa sotto forma di massa intensamente calcifica periferica (fig. XII. l 02B) si ha tumefazione delle par-
ti molli, di tenue densità, irregolare, confini caratteri-
stiche calcificazioni nel suo contesto. Nelle ossa piat-
te il condrosarcoma raggiunge spesso dimensioni enor-
mi. L'esame radiografico consente con facilità la dia-
gnosi dì condrosarcoma; la TC e la RM sono indi-
spensabili per il bilancio preterapeutico di estensione
Fig. XII.lOO. Osteosarco-
ma. Nella forma osteoliti- (fig. XII. l 03).
ca pura illustrata in figu-
ra, la metafisi e l'epifisi Il fibrosarcoma trae origine da elementi fibrosi
distali dd femore assu"
mono aspetto di traspa- degli spazi mido!lari (forma centrale) o degli strati
renza «vftrea)), a margini profondi del periostio (forma parostale). Non ha ten-
sfumati, con usura diffusa denza alla produzione di tessuto osseo. Interessa con
della compatta e invasio- elevata frequenza (75%) il tratto metafisodiafisario
ne dei tessuti molli paro-
stali. inferiore del femore e superiore della tibia, ma anche
216
):Thi
;:•.Jt
217
Il plasmocitoma trae origine dai plasmociti mi dol- sformazione maligna dell'angioma osseo.
lari. L'interessamento osseo, nella forma tipica, è mul-
tiplo, con una certa predilezione per le vertebre, le Illiposaì·conw osseo trae origine da cellule adipo.
coste, il cranio, il bacino e il femore; l'interessamento se della cavità midollare (è possibile, comunque, l'o.
monostotico («plasmocitoma solitario») è ecceziona- rigine dagli strati profondi periostali o dalle parr
le. L'età più colpita è il 5°-7° decennio. Clinicamente
v'è dolore osseo (spesso dovuto a una frattura patolo-
molli parostali con successiva invasione dell'osso). t
di riscontro eccezionale e ha caratteri di lesione
gica) e decadimento delle condizioni generali. Carat- osteolitica maligna a rapida evolutività.
teristica è la sindrome biologica: iperglobulinemia con
presenza di proteina abnorme, proteinuria di Bence- Il cordoma trae origine da residui della notocorda
Jones, ipercalcemia con fosfatasi normali. Biopsia e interessa soprattutto gli estremi del sacro e .
midollare ed esame radiologico sistematico dello coccige (60%); base cranica (30%). E di riscontro
scheletro sono indispensabili per il corretto inquadra- molto raro. Ha carattere osteolitico, con prevalente
mento nosografico. Radiologicamente (fig. XII.l06), malignità locale, lento ma a evoluzione inesorabile.·
nella forma tipica induce aree osteolitiche multiple
rotondeggianti di dimensioni variabili da qualche mil- r.; adumantinoma osseo (così detto per la stretta
limetro a qualche centimetro, a limiti netti ma non rassomiglianza istologica con gli adamantinomi man.
accompagnate da OJ'letto osteosclerotico, con aspetto dibolari) ha istogenesi controversa (tumore epiteliale:
risultante «a tarlatura diffitsa>>. La compatta, prima da inclusione di cellule embrionarie? tumore di origj...
erosa sul versante interno, viene poi soffiata e distrut- ne sinoviale? tumore di origine angioblastica?). Sl
ta, con conseguente invasione delle parti molli (TC! localizza in almeno 1'85% dei casi nella tibia. È dL
RM!). Manca ogni reazione periostale. Spesso si asso- riscontro molto raro. Ha carattere osteolitico, con pre. ·
cia, soprattutto nel rachide e nel bacino, lm quadro dif valente malignità locale, e solo tardivamente dà meta·
ji1so similosteoporomalacico, il quale peraltro può stasi linfoghiandolari e polmonari.
presentarsi anche isolatamente («mielomatosi rarefa-
cente diffusa>>). Il plasmocitoma solitario assume l'a- 26.3. Metastasi scheletriche
spetto di un'area osteolitica pseudocistica (per la pre-
senza di grossolane trabecolature residue), a tendenza In una valutazione globale, metastasi ossee com·"<
espansiva, che rigonfia l'osso, usura la compatta e si paiono in circa il 25% dei pazienti affetti da tumore···
apre nelle parti molli. maligno. Il rischio è molto elevato per i tumori della ·,;
mammella (65%), della prostata e della tiroide (40%),
L'angiosarcoma osseo è un tumore primitivo del- del polmone (35%); consistente per i tumori del rene,
l'osso di riscontro eccezionale, a carattere osteolitico, del pancreas e dell'utero.
a evoluzione rapida con metastatizzazione precoce. Gli emboli metastatici raggiungono l'osso per via
Non è a tutt'oggi dimostrata la sua origine per tra- ematica (meno frequentemente per via linfatica) e si
insediano nella spugnosa generando quadri di tipo
osteolitico (per distruzione di osso), di tipo osteobla-
,<,'tico (per stimolazione di una neoosteogenesi endo···;
stale reattiva con osteosclerosi secondaria), di tìpo.
misto. L'insediamento corticoperiostale è più raro: i ..
quadri che ne risultano pongono spesso difficoltà
gnostiche differenziali notevoli con numerosi tumon
ossei primitivi. La diffusione per contiguità è fre·
quente per alcune localizzazioni tumorali: alla base
cranica nei tumori rinofaringei; all'arco posteriore:
costale nei tumori polmonari tipo Pancoast; a qualsia·.,·.
si osso con invasione dall'esterno della compatta o
Fig. XII.J06. Plasmocitoma. Sono bene evidenti le aree osteolilichc della corticale e poi della spugnosa nei tumori paro·
craniche multiple (frecce), rotondeggianti, di dimensioni variabili, stali in senso lato (quest'ultima evenienza è frequente
nelle guaii la delimitazione nella e l'assenza di orletto ostcosclerotico
costituiscono rilievo caratterizzante di natura. nei tumori dei visceri pelvici).
Sedi frequenti di localizzazioni metastatiche sono: Radiologicamente (figg. XIU 07 e XILI 08), nei
colonna dorsolombare (vertebra plana metastatica; quadri tipici si osserveranno aree osteolitiche o
1
lipo. d'av?rio metastatica; versa osteosclerotiche o le une e le altre simultanea-
l'o. distruzione di un peduncolo); tl cramo, le coste, tl mente nelle forme miste, uniche o multiple, roton-
Parti bacino, i! terzo prossima!e femorale. Meno comune è deggianti, isolate o confluenti, a margini per lo più
l). È )'interessamento del cingolo scapolare, dello sterno, irregolari. L'osso non è rigonfiato. Non vi è alcuna
.ione del!'omero, dei due terzi inferiori del femore; vera- reazione periostale. Sono rare l'usura della corticale e
nente raro quello delle ossa dell'avambraccio e della l'espansione nelle parti molli, che spesso conseguono
della gamba e del piede. a una frattura patologica.
orda Certi tumori, probabilmente a cagione delle carat-
:roe ' teristiche dello scarico venosa e delle ampie anasto-
1ntro mosi veno-linfatiche, tendono a interessare elettiva-
ente mente determinati segmenti scheletrici; i tumori pro-
le. statici il bacino c la colonna lombare.
La massima incidenza di lesioni metastatiche si ha
retta nel 5° e 6° decennio. Sarà eventualmente la biopsia
nan. ossea a dìrimere il dubbio e talora a suggerire, su base
liale . istologica, la possibile sede della lesione primitiva.
rigi. Nel 1o decennio sono tipiche le metastasi da neuro-
l. Si blastoma, spesso primo e unico rilievo clinico. Nel2°
Edi. decennio può osservarsi interessamento osseo secon-
pre. dario da linfosarcoma.
l eta.
È esperienza di ogni radiologo l'individuazionc di
111 etastasi scheletriche asintomatiche da tumore primitivo Fig. XII.108. Metastasi osteosclerotiche del bacino da tumore della
ignoto nel corso di indagini effettuate per i motivi più mammella. Nel caso illustrato in figura, assumono l'aspetto di aree
disparati. Generalmente, però, le metastasi scheletriche rotondeggianti, isolate, a margini discretamente regolari, di radiopa-
danno dolore ingravescente, non sedabile dagli oppiacei, cità intensa.
'OIU· -,
nore'' spesso in rapporto afrattura patologica, tumefazìone loca-
le (quando la sede è superficiale) e sindromi neurologiche
Iella · (nelle localizzazioni vertebrali). Se la metastatizzazione è
1%), diffusa può osservarsi ipercalcemia, ipercalciuria, iperjò-
·ene, sfatasemia alcalina. !perfosfatasemia acida si osserva
camtteristicamente nei tumori della prostata (e ciò consen-
·via te la differenziazione dai quadri spesso simili della malat-
esi tia di Paget). Il puntato sternale può rivelare la presenza di
tipo cellule neoplastiche e più frequentemente una modesta
-hla· plasmocitosi reattiva. La VES è aumentata.
1d0·
tìpo
ro: i"
dia';
nori
fre·
Jase
iore :
!sia· . ·.
tao
aro- Jiig. XII.109, Metastasi ostcolitica «soffiante)) dell'ala iliaca destra da
ente Fig. Xli.I07. Metastasi osteolitiche craniche da tumore della mam- tumore tiroideo. La vistosa lacuna osteolitica, parzialmente sepimen·
mella. Le aree osteolitichc multiple confluenti metastatiche hanno, lata c delimitata da uno spesso orletto sclcrotico qua c là interrotto,
)lerlo più, margini sfumati e irregolari. rigonfia ampiamente l'osso espandendosi nelle parti molli.
220
rafo radiografica è più tardiva ma più affidabile: più radiognifica mirata delle regioni positive o
eisa è inoltre la localizzazione topografica come pu- sospette. In caso di discordanza è utile il ricorso
llUJo re l'asserzione etiologica nei casi più tipici. alla TC o allaRMe il controllo a stretta distanza di
asti. tempo.
lsta. 4. 1 falsi negativi e i falsi positivi scintigrafici sono
rispettivamente del5% e dell5%; quelli radiogra- 7. La ricerca di metastasi in segmenti ossei di diffici-
'dei fici del 17% e dell'l%. La scintigrafia riduce le studio radiografico e con problematiche legate
quindi il numero dei falsi negativi ma aumenta alla presenza di importanti organi adiacenti, quali
quello dei falsi positivi (spondiloartrosi deforman- la colonna vertcbrale, il bacino e il sacro, richiede
re/e. te, malattia di Paget, vecchie fratture, degenerazio-
imis per lo più il ricorso alla TC o alla RM (fig.
ni discali, coxoartrosi). XII.l!2).
ente
tera. 5. Radiograficamente i fattori di errore più elevati si 8. La RM ha grandi potenzialità nell 'individuazione
sito, hanno nella colonna dorsale e nelle arcate costali, di metastasi ossee, ma il suo uso a tale scopo è a
i più bassi nel bacino.
dio- tutt'oggi poco comune, con la rimarchevole ecce-
e la 6. Può essere utile, pertanto, suggerire il ricorso pre- zione della ricerca di lesioni coinvolgenti e «sosti-
dua. liminare alla scintigrajia e la successiva analisi tuenti)) il midollo osseo.
:ini).
ISi di
1 dal
:ione
tente
:ione
1pre-
osi
CAPJTOLO XIII
ARTICOLAZIONI
FRA.I'\CESCO PRIOLO E ENZO SILVESTRI
Due grandi classi di patologia, differenziate per ezio- valutazione «mirata» per immagini. Lo studio delle
patogenesi e il loro affezioni post-traumatiche, che trovano nelle articola-
dio richiede, comvolgono le artlcolaztom: le malattte zioni uno dei terreni più fertili, ha trovato grande
reumatiche (oggetto di interesse della Reumatologia) e impulso dopo l'avvento della RM, il cui uso consente
le affezioni traumatiche, da sovrauso e degenerative spesso di limitare il ricorso all'artroscopia a prestazio-
(og'getto di interesse del! 'Ortopedia e della Medicina ni terapeutiche.
dello Sport). Queste ultime sono divenute significati-
vamente più frequenti negli ultimi decenni per il diffon-
dersi delle attività agonistiche sportive. l. Esame diretto radiografico
Lo studio delle malattie reumatiche è impegnativo,
interdisciplinare, e impone frequentemente la neces- Lo studio «per immagini» principia di norma con
sità di affiancare ai rilievi clinici indagini laboratori- l'esilme diretto ·radiografico, il quale fornisce
stiche specifiche, talora l' artrocentesi, più raramente importanti rilievi sulla rima articolare, sui capi ossei
la biopsia sinoviale, pressochè costantemente una e talora, sia pure in forma indiretta, sulle parti molli
Xlll.I. Xcroradiografia del ginocchio in proiezione AP (a sinistra) e LL (q destra). L: immagine è riprodotta in bianco e nero per esigenze
11 0
P grafiche. l"' femore; 2"' rotula (il cui margine superiore è delineato dalle punte di freccia); 3"' condilo femorale mediale; 4 "'condilo femo-
ral: 5 "' eminenza intercondiloidea mediale; 6 = eminenza intercondiloidea laterale; 7 "" tibia; 8 "' condilo tibialc mediale; 9 "' condilo
:lbialc laterale; IO= perone; asterisco= triangolo spugnoso femorale; frecce dritte= cartilagini di uccrescimento calcificate; freccia dritta
tendine soprarotuleo; frecce curve"' spazio articolare femorotibiale. Si osservi la rappresentazione anatomicamente dettagliata dei capi osse1
'ilella rima nrticolare. Modernamente, immagini con contrasto similxeroradiograflco sono ottenute con tecnica radiografiCa digitale.
224
2. Artrografia
L'introduzione nell'articolazione, mediante pun-
tura diretta, di MdC opaco o gassoso o di entrambi i
tipi (artrografia), consente uno studio accurato delle
strutture endoarticolari non dimostrate dall'esame
diretto. L'artrografia ha rivestito grande importanza
in passato, soprattutto nello studio dei menischi del
ginocchio (fig. XIII.2), ma attualmente il suo uso è
sempre meno frequente essendo la TC (con poche
eccezioni) e la RM in grado di dimostrare
tzioni
·afico ·
rtico::"
Fig. XIU.7. Artrite rcumatoide in fase attiva. Ecografia del polso. Scan-
Fig. XJJI,5. Rl'vl La possibilità di _stu?io secondo piani sionc longitudinale del! 'articolazione radiocarpica. I.: associazione del-
opportunamente onentatJ e 1 elevato mtnnseco ?clle_strut- la tecnica powcr-Dopplerconsentc di individuare nel contesto della pro-
lilrC anatomiche consentono tmo studiO ottnnale della cuffla dc t rota- liferazione sinovialc ipoecogena (asterischi) nttmerosi segnali vascola-
1 "'testa dcll'omero; 2 "' cigli glcnmdei; 3 == acromion; 4 = ri espressivi dell'ipcremia flogistica.
111 uscolo sovraspinato; freccia dritta = tendine del sovraspinato; 5 =
Jdtoidc; freccia curva =tendine del deltoide.
ai tendini e ai legamenti, la cartilagine e di metterne
]azioni cartilaginee, sinoviali e fibrose della colonna in luce, nello studio ad alta risoluzione, alcuni aspetti
vertebrale, le articolazioni vere e spurie della spalla, strutturali (fig. Xll1.5). La diffusione delle apparec-
le articolazioni coxofemorali (fig. XIJIJ), del chiature «dedicate» per lo studio delle estremità ne
chio e del piede. L'introduzione endoarticolare di consente un uso sempre più frequente nella pratica
MdC è spesso necessaria per lo studio di clinica. La scelta dei piani di scansione varia a secon-
particolari strutture, ad esempio le articolazioni del da dell'articolazione in studio e del quesito clinico
polso c della .caviglia, il labbro glenoideo dell'artico- sussistente. Opportune sequenze consentono di indur-
lazione della spalla (fig. XIII. 4). re un vero e proprio effetto similartrografico (fig.
XIII.6). L'introduzione endoarticolare di MdC para-
magnetico o di soluzione fisiologica (artro-RM) può
4.RM rendersi utile in situazioni definite.
nodulì e l'atrofia. La tumefazione articolare, dovuta stm: artrite rcumatoide) e asimmetrico (a destra: gonourtrosi)
al! 'ipertrofia della membrana sinoviale e alla disten-
sione della capsula, è segno di sinovite. Nell'artrite
reumatoide interessa inizialmente le piccole articola-
zioni ed è fusiforme e simmetrica (fig. XIII.8); nella
iL
·attutto nelle connettiviti e può assumere aspetti andranno ricercate appunto ai «margini» dell'artico-
soP:teplici: atrofia ingravescente nella dermatomiosi" laziOne, cioè in quelle sedi che, per l'assenza di rive-
acroatrofia nella sclerodermia (v. fig. XIIL15). stimento cartilagineo (aree «nude!!), sono più facil-
te, Alterazioni dello spazio articolare. Lo spazio arti- mente aggredibili dal panno sinoviale (fig. XIII. 12).
l•re può essere ampliato, ristretto o del tutto scom- Le erosioni sono nette e defmite nelle fasi attive del-
co"
arso. Ampliamento e' apprezza b'11 e: ne 11' ' l'artrite reumatoide, sfumate nelle spondiloartriti sie-
P ·omegalica quale conseguenza dell'abnorme svJlup- ronegative per la presenza simultanea di fenomeni
acl della cartilagine articolare (fig. XIII.9) e in presen- osteoproduttivi. Le erosioni centrali originano per lo
di versamenti endoarticolari. Restringimento più dalla progressione verso il centro dell'articolazio-
z1vorme è apprezzabile nei reumatismi infiammatori ne delle erosioni marginali. Le erosioni extra articola-
. . . . 11 , ri (fìg. XIII.l3) sono dovute all'interessamento flogi-
cronici, restn:1gzmento ne art.ropatle
degenerative (1mportante cnte:w dJagnost1co drfferen- stico delle entesi, colpite frequentemente nelle spon-
ziale!- fig. XIII.l 0). Scomparsa totale della rima arti- diloartriti sieronegative (delle quali rappresentano un
c.olare si osserva caratteristicamente nelle spondiloar- elemento semeiologico caratterizzante!). l geodi, che
lrili sieronegative con esito in anchilosi ossea, soprat- assumono l'aspetto di aree di osteolisi subcondrali
tutto nella spondiloartrite anchilopoietica (anchilosi circOscritte e a contorni netti, sono apprezzabili
delle sacroiliache) e nell'artrite psoriasica (fig. soprattutto nell'osteoartrosi (fig. XIII.l4). Fenomeni
XIII. l l); nell'artrite reumatoide si ha anchilosi fibro- di riassorbimento osseo si osservano soprattutto nelle
sa. connettiviti, in particolare nella sclerodermia (acroo-
Anomalo orientamento dei capi articolari. Dipen- steo1isi falangea- fìg, XllU5),
Jedalle strutture coinvolte e dall'entità del danno. Può
essere riducibile, come nel LES, o irriducibile con
aspetti spesso suggestivi di alcune affezioni: deviazio-
ne ulnare delle dita delle mani, fibulare dei piedi e
deformità «a colpo di ventO>> nell'artrite reumatoide;
deformità «a collo di cigno» nell'artrite reumatoide e
nel LES; flessione delle dita nella sclerodennia.
Osteoporosi. Localizzata ai capi articolari o più o
meno diffusa a distanza, è in rapporto all'entità della
flogosi .. È più marcata nell'artrite reumatoide e nelle
artriti settiche; è scarsa o assente nelle spondiloartriti
sicronegative.
Fenomeni osteodistruttivi. Rientrano in tale Fig. Xlll.I3. Artrite psoriasica. Linteressamenlo flogistico delle
dizione le erosioni articolari (marginali o centrali) ed entesi induce la comparsa di erosioni extraarticolari (frecce) in corri-
spondenza della borsa retroachillea e dell'aponeurosi piantate. Il cal-
cxlraarticolari, i geodi e i fenomeni di riassorbimen- cagno è frequentemente interessato nelle spondiloartriti sicronegative.
!o. Trattasi in ogni caso di vere e proprie manifesta-
zioni osteoliliche. Le erosioni marginali costituisco-
no il segno più significativo dell'artrite reumatoide e
Fig. XIII. I S. Sclcrodcrmia. Dcllaglio radio- nei menischi e nei dischi fibrocartilaginei (v.
grafico di un dito della mano. I fenomeni di XIII.23); nel reumatismo idrossiapatitico della
riassorbimcnto osseo si manifestano in for- e dell'anca in sede paraarticolare.
ma di acroosteolisi e conseguente calcifica-
zione dei tessuti molli circostanti.
8. Reumatismi infiammatori
andranno distinti dai sindesmofiti della spondiloartri-
te anchilosante, dai parasindesmofiti della sindrome
di Reiter e dell'artrite psoriasica, dalle «ossificazioni 8.1. Artrite reumatoide
a colatm> dell 'iperostosi scheletrica diffusa idiopatica Malattia cronica idiopatica a carattere
di Forestier (v. paragrafo XIII. l l e fig. Xlll.26). te sistemico, colpisce più frequentemente le piccole
Calcificazioni. Nella sclerodermia sono polimor- !azioni delle mani e dei piedi (ma non trascura le
fe, sottocutanee, talora paraarticolari e tendinee, per articolazioni c talora la giuntura occipito·atlantoidea!)
lo più localizzate nei polpastrelli delle dita (v. fig. Induce lr. produzione di «panno>l che ·
Xlll.15); nella dermatomiosite sono più diffuse e distrugge la cartilagine articolare e l'osso subcondralc.
una piccola percentuale di casi sono presenti caratteristiche··
profonde. Nella gotta si osservano nel Contesto dei
formazioni nodulari sottocutanee, tendinee e viscerali
depositi tofacei e assumono aspetto «a nubecola>>; (noduli reumatoidi). Si associano spesso lesioni extraarli.:',;
nella pseudogotta sulla superficie delle cartilagini, colari, soprattutto a carico dei vasi, dcii' occhio, del polmo-'·
ne e della pleura.
(v. fig. XIII.7). La RM evidenzia entrambi i rilievi e Nell'artrite reumatoide è frequente l'interessa-
ne consente la differenziazione (intenso c.e. del pan- mento del rachidc cervicale, soprattutto nel suo tratto
no sinovialc dopo iniezione e.v. di MdC paramagneti- prossima! e. Il panno sinoviale interessa precocemente
co!- fig. XIII.\7). Con il progredire dell'affezione la la borsa sinoviale che separa il legamento trasverso
rima articolare si riduce progressivamente in modo
uniforme e simmetrico e compare ·osteoporosi iux-
laarticolare (la quale può manifestarsi molto precoce-
mente c assumere aspetti più o meno marcati e diffusi
in rapporto anche alla terapia instaurata). Le erosioni
marginalì, nette, costituiscono il segno più significa-
livo e prognosticamente più sfavorevole dell'artrite
rcumatoide (v. fig. XIJI.12). Nella valutazione dell'at-
lività della malattia e della risposta alla terapia assu-
mono importanza l'ecografia e la RM (con eventuale Fig. XIII.l9. Spondiloartrite an-
chilosante, Dettaglio di radio-
iniezione e. v. di MdC). Nelle fasi più avanzate (fig. gramma della colonna lombosu-
Xlil.\8) si osservano deviazioni dei capi articolari, cralc in proiezione LL. I.: apposi-
caratteristicamente orientati nella stessa direzione, «a zione pet·iostea ha indotto una pro-
gressiva perdita della concavità an-
colpo di vento», sublussazioni e lussazioni talora con teriore dci corpi vertebrali (!ì·ecce)
deformità mutilanti (particolare rilevanza clinica determinando la comparsa del clas-
la lussazione anteriore atlantoassialc). I.:evo- sico aspetto della ((Vertebra qua-
del! 'artrite rcumatoide è quasi sempre verso drata di RomanUS)), Si osservino i
1anchilosi fibrosa. sindesmofiti che ((a pon-
(C)) i corpi vcrtcbrali contigui.
230
La sindrome di. artrite a !nfezioni difficile nelle fasi iniziali. Cangioscintigrajia, inda-
lo più genitourmane e gastroentenche, e caratte- gine molto sensibile ma poco specifica, può consenti-
P.er ta dall'associazione di uretrite, congiuntivite e re di individuare la flogosi sinoviale al suo esordio
rizza. rtrite (con pre d'l1 ezwne
· per le gmocc
· h'm, le ancl1e, (ipercaptazione!) e di definirne la distribuzione
o"
Pl le ' lazwm '' ' l angee e . mano- o bilaterale, simmetrica o asimmetrica. La TC
:jache). evidenzia: è in grado di rilevare le fini erosioni ossee e la scle-
dei tessuti molli penarhcolan, spesso. con compars? rosi subcondrale. La RM è spesso in grado di docu-
lcificazioni granulose e lamellan; osteoporos1 dJ mentare alterazioni molto precoci quali le erosioni
caedio grado; erosioni associate a fenomeni di osteo- condrali.
nesi reattiva (spongio- ed endosclerosi, apposizioni
sfumate in prossimità delle articolazioni col-
e nelle sed.i di inserzion.e dei e dei lega- 9. Artriti da agenti infettivi
111enti);
1
restring1mento della rnna articolare.
Il reumatismo articolare acuto, secondario apre- L'interessamento dell'articolazione può essere
liMa: gresse infezioni del e primitivo o secondario per estensione di flogosi pre-
opa{· faringe, interessa sequenz1almente pm articolazwm senti in altra sede (artriti reattive).
(art( (ginocchio, gomito, spalla, polso). La sintomatologia Nelle artriti da agenti infettivi l'impianto di germi
i; arti: clinica regredisce rapidamente dopo terapia medica. patogeni, provenienti in genere da foci situati a distan-
e;shlF- Lo studio radiologi co offre rilievi incestanti, sfumati e za o nelle immediate vicinanze dell'articolazione col-
:le a!.:- non specifici; nel complesso non è di particolare uti- pita, interessa primitivamente la sinoviale, successiva-
)he lità in questa affezione. mente le altre strutture articolari e l'osso. L'artrite
. \.:.,-. Neli' artrite psoriasica !a comparsa del!' artropatia assume spesso forma acuta, ma talora è subacuta o
s1gm.
1ttutto, non è correlata cronologicamente a quella della pso- cronica (artrite tubercolare!), con sintomatologia clini-
i(si{ riasi, ma è in genere più tardiva. La varietà clinica più ca variabile dal semplice dolore localizzato con febbre
lsi comune è quella oligoarticolare, che colpisce le arti- al progressivo interessamento articolare, fmo a quadri
colazioni metacarpo- e metatarsofalangee, e le interfa- di setticemia generalizzata.
degli langee prossimali e distali (l 'artrite reumatoide inte- Il quadro radiografico mostra di norma modifica-
:!eroSi · ressa soprattutto quelle prossimali) e talora tutte le ar- zioni della rima articolare (ampliata per la presenza di
· ticolazioni di un singolo dito. Meno comunemente si versamento, talora in maniera vistosa, con possibilità
rtebffi': ha interessamento delle articolazioni sacro iliache e del- di lussazioni secondarie), dei capi ossei articolari (osteo-
eofor. la colonna vertebra! e. L'osteoporosi è modesta (a dif- porosi intensa ma distrettuale, a differenza di quanto
i sin-· ferenza dell'artrite reumatoide); le erosioni sono sfu- avviene neli' osteoartrite tubercolare -v. paragrafo
i COl\·' mate per il sovrapporsi di fenomeni osteoproduttivi pre- Xll.16), delle parti molli intra- e periarticolari (la tu-
verte· valentemente periostosici (fig. XIII.2l). Talora l'artro- mefazione interessa soprattutto la capsula e andrà di-
-lazio·' patia assume marcato carattere destruente similreuma- mostrata per confronto con la parte sana controlatera-
:zione loide. è di tipo osseo (v. flg. XIII. l l). Nel- le).Jl quadro può evolvere verso l'artrosi secondaria o
aedia: la colonna vertebrale le alterazioni sono raramente si- l'anchilosi ossea.
1zione mili a quelle osservate nella spondiloartrite anchilo- Un cenno a sé meritano le spondilodisciti infettive
ificati sante e per lo più caratterizzate dalla presenza di gros- (per quella di natura tubercolare, o morbo di Pott, siri-
·istico , solane calcificazioni o ossificazioni paravertebrali, i manda al paragrafo XII.16). La TC e la RM rivestono
1Si piU parasindesmofiti, talora osservabili anche nella sin- un ruolo fondamentale nella valutazione delle altera-
mtosc·· drome di Reiler (v. fig. X!II.26). zioni più precoci del processo flogistico e della sua
aa di In alcune enteropatie croniche (colite ulcerosa estensione intra- ed cxtrarachidea. Nelle fasi iniziali la
, delle idiopatictl, malattia di Crohn, malattia di Wltipp/e) si TC evidenzia alterazioni erosive che, per le piccole di-
manifestano disturbi articolari in circa il 50% dei mensioni, non sono visualizzabili radiograficamente.
fuma-· casi. Solo in pochi, però, si ha un vero quadro clinico Queste interessano le limitanti discosomatiche e sono
1Ì co di tipo artritico. Le articolazioni sacroi- localizzate prevalentemente nella metà anteriore del
1piei; · l1a_che costituiscono vere e proprie «articolazioni corpo vertebrale. La RM assume valore diagnostico de-
Juzio· -. Spia». Il riconoscimento della sacroileite, immediato terminante consentendo di documentare precocemen-
anche su base radiografica nelle fasi conclamate, è te l'edema e l'iperemia sia nel disco intersomatico (mar-
232
circoscritte e a limiti netti, i geodi (v. fig. XIII.14). mente nella porzione inferiore della testa de li' ome.:
Ne.ll'anca è frequente. riduzione. della
Nelle singole localizzazioni possono essere interessate art1colare, d1ff1ctlmente d1mostrabtle nelle fas1 iniziali
più o meno elettivamente specifiche m1icolazioni. Nelle nelle fasi.conclamate alla migrazione
mani (fig. XIII.25) l'articolazione trapeziometacarpale laterale, assrale o med1ale della testa del femore. Il gino
(talora con sublussazione della base del I metacarpo), le chio è l 'articolazione più frequentemente colpita. Le
articolazioni interfalangee distali (con comparsa dei razioni degenerative hanno esordio nell
ci noduli di Heberden), o le interfalangee prossimalì (con femororotulea con comparsa di piccoli osteofiti sulle
comparsa dei noduli di Bouchard). Nell'osteoartrosi erosi- laterali assiale!); nell'articS:'!!t
va delle articolazioni interfalangec si associano marcate lazwne femorotlbmle gh osteof1t1 sono scarsamente
erosioni centrali della cartilagine che generano un caratte- P.resentati, i geodi sono r.oco frequen.ti, la
ristico aspetto radiografico «ad ali di gabbiano)): queste nma prevale nel compartimento med1ale (radwgrammi
erosioni andranno differenziate da quelle marginali dell'ar- decubitD e in ortostatismo!). Nel piede è interessato
trite reumatoide. Nel gomito l'artrosi è per lo più seconda- tutto il primo raggio (raramente, e per lo più a seguito di.\\
ria a traumi e osteopatie professionali; gli osteofiti interes- trauma, la ca\,iglia). Con frequenza ne conseguono
sano prevalentemente il becco dell'olecrano e l'apofisi smo dell'alluce e varismo dell'articolazione metatarsofa:'}.
coronoide. Nella spalla l'artrosi è in genere primitiva nel- langea. :";:
,..:.:]
l'articolazione acromioclavicolare, secondaria a traumi
nell'articolazione scapoloomerale (in assenza di traumati- Aspetti del tutto particolari assume l'artrosi
smi si penserà alle artropatie metaboliche!). L'osteosclerosi rachide, nel quale le alterazioni degenerative
subcondrale e i geodi interessano la testa dell'o mero e la no Dpportunamente inquadrate e descritte in
cavità glenoidea; gli osteofiti si riscontrano più frequente-
alle articolazioni colpite: discosomatiche
e sistem.a degli.ar:hi (artrosi
pof1sana); uncovertebrah, pecuhan del tratto cervica:"-X
le (uncoartrosi); processi spinosi (malattia di
strup ); costovertebrali, peculiari del tratto dorsale:::_i
Sono sinoviali (e quindi costituite da una capsula e una trasversari, interspinosi e sovraspinosi sono meno comu-
membrana sinoviale che la riveste internamente) le artico- nemente sede di entesopatie.
lazioni interapofisarie, costovertebrali, atloassiale, lombo-
sacrale e sacroiliache. In queste ultime, la cui rima ha La «spondilosi» non ha rapporto con la
decorso caratteristicamente angolato, accanto alla compo- zione del disco, la quale si stabilisce solo successiva-
ilente sinoviale, che corrisponde ai due terzi inferiori del-
mente e in via secondaria.
l'articolazione, è presente una componente fibrosa nel trat-
to superiore. La cartilagine di rivestimento è più spessa sul
versante sacrale che non su quello iliaco (il quale è quindi La spondilosi inizia con l'avulsione delle fibre di
plù precocemente sede di erosioni e sclerosi secondarie). Sharpey che tengono ancorato l'anello f1broso ai corpi ver-
t:esame radiografico consente lo studio parziale della por- tebrali. Il disancoramento determina protrusione del disco
zione posteroinferiore articolare; uno studio completo è e sollecitazioni meccaniche sul legamento longitudinale
possibile mediante TC. anteriore ripercuotentisi maggiormente a livello degli spi-
Nella componente fibrosa delle articolazioni sacroilia- goli anteriori ove questo è adeso in maniera molto tenace
çhe sono presenti robuste strutture legamentose interne ed (il legamento longitudinale posteriore è invece meno ade-
esterne. rente ai margini vertebrali e ciò rende conto della minore
La colonna vertebrale è dotata di numerosi legamenti i frequenza degli osteofiti posteriori). A seguito dello stimo-
quali assumono. ruolo importante nel mantenerne la stabi- lo meccanico l'osso «reagisce» formando nuovo osso sotto
lità. Questi possono essere sede di entesopatie, cioè di alte- forma di osteofiti.
lìlzioni degenerative o flogistiche in corrispondenza della
loro inserzione ossea. r..; entesopatia è spesso marcatamen-
_te osteoproduttiva e dà luogo alla produzione di osteofiti, A livello vertebrale gli osteojiti andranno diffe-
sindesmofiti, ossificazioni e calcificazioni legamentose. renziati (fig. Xlll.26):
!!legamento longitudinale anteriore è costituito da dai sindesmojìti della spondilite anchilosante
fibre collagene e si estende lungo la faccia anteriore dei
(«eleganti» e simmetrici, con decorso
corpi vertebrali per tutta l'altezza del rachide. Le fibre si
inseriscono solidamente sul corpo vertebra! e a una certa le e non orizzontale, conseguenti a stimolo flogi-
distanza dalla giunzione discocartilaginea e più debolmen- stico e non meccanico);
!csull'anello fibroso. La calcificazione e l'ossificazione di dai parasindesmofiti della sindrome di Reiter ·e
questo legamento è espressione significativa della ipero- dell'artrite psoriasica (calcificazioni paraverte-
stosi scheletrica diffusa idiopatica (malattia di Forestier). Il brali, grossolane e asimmetriche, che decorrono
fegumento longitudinale posteriore è costituito da robuste in vicinanza, e solo tardivamente a contatto, delle
f1brc inserite sull'intera superficie posteriore dei corpi ver- vertebre e dei dischi);
tebrali e sui dischi per tutta la lunghezza del canale rachi-
dalle ossificazioni «a colatw> dell'iperostosi
dco. La sua ossificazione (entesopatie, poliartropatia ipe-
rostosante dismetabolica, condrocalcinosi) può determina- letrica diffusa idiopatica di Forestier (calcificazio-
, re rcstringimento del canale vertebrale e compressione del- ni del legamento longitudinale anteriore e del
:c strutture nervose. I legamenti gialli connettono tra di connettivo prevertebrale decorrenti anteriormente
or?_le lamine vertebrali adiacenti; la loro ossificazione alla colonna con tipiche interruzioni in corrispon-
PUomdurre stenosi del canale vertebrale. I legamenti inter- denza dei dischi).
236
15.11 gomito
Il «complesso articolare del gomito» è costituito
da due articolazioni che governano i movimenti di
flessione ed estensione (omeroulnare, omeroradiale)
e una che governa i movimenti di
(radioulnare). Le tre articolazioni hanno cavità
lare comune e formano un unico complesso
le. La capsula articolare è rinforzata dal legamento
collaterale interno (struttura complessa nella quale
assume rilievo funzionale il fascio anteriore) e dal
legamento collaterale esterno. Dei quattro
ntero. · menti muscolari importanza particolare assumono
lteStq'·. l'anteriore (bicipite!) e il posteriore (tricipite!).ll
el!'ai:· dine comune dei muscoli flessori, situato nel
'cara.· Fig. XUI.33. Rottura parziale della cuffia dei rotatori. Ecografia delia
i delln ·
timento mediale, fornisce supporto dinamico
spalla. La scanswne tendine del_muscolo sovraspino-
tendi-· so (tondino), compreso l.ra !l deltOide (D) c la cort1caLe della testa omc- mel)to collaterale interno. La patologia di maggiore
tendi: (punte d1 freccia), dimostra la presenza di arce ipo-anecogene a interesse del gomito è quella
ealte:.· Cillttcnuto fluido (asterischi) che interrompono la contmuità delle fibre
tcndinee preinscrziona!i.
prein-.·. .C osteocmulrite dissecante del capitello o della testa
livello"; radiale, poco comune, può essere causa di osteoartrite tar-
.asi11:· · diva. La RM è utìle per la differenziazione dai difetti di
'acro.··
Uesame diretto radiografico Consente la
zione delle strutture ossee articolari (conformazione sviluppo e dall'osteocondrosi (malattia di Panner), vera e
1iocla- ' propria osteonecrosi asettica con aspetti simili alla malattia
anatomica! acromion «a uncino»! osteofiti dell'acro- di dell'anca. assume rilie-
ma di mion o dell'articolazione acromioclavicolare!), la vo per la stadiazionc e l'individuazione delle forme insta-
1oidea misurazione di indici di congruità tra testa omerale e bili.
cavità glenoidea (indice glenoomerale, inclinazione Cmpi liberi endoarticolari sono frequentemente osser-
'UÒ far glenoidea, retroposizione della testa omerale), vati nel gomito (secondo per frequenza solo al ginocchio).
il. tcimi viduazione di calcificazioni periarticolari tendinee e Originano da nidi di osso o cartilagine staccatisi in corso di
le pÙO bursali (fig. XIII.32). Proiezioni «dedicate» osteoartrite o frattura osteocondrale. Si ancorano alla mem-
·iùfrC.''; brana sinoviale, dalla quale ricevono nutrimento, e possono
tono di evidenziare distacchi del margine glenoideo
poste-'·: raggiungere dimensioni cospicue. La RM è tecnica elettiva
sotto--:
anteriore (lesione di Bankart) o fratture della
ne posterolaterale della testa omerale (lesione di di studio.
l'acio:
ubero· Sachs).
11USC0·, Lo studio analitico del complesso articolare nelle
bi: sue componenti ossee, capsulolegamentose e
nce, indispensabile per il corretto inquadramento
nosologico e per la programmazione dell'approccio Fig. XIIL34. Epicon-
tcrapeutico, impone il ricorso all'artroRTC o alla RM dilite. RM del goniito
(v. figg. XIIL4 e 5). Assumono rilievo, nel contesto, con apparecchiatura
«dedicata>> per lo stu-
la valutazione del cercine glenoideo (TC!) e la dimo- dio delle estremità
strazione di rotture della cuffia di muscoli rotatori Scansione coronale con
(RM!). L'artrografia, metodica indispensabile in sequenza SE TI-pesa-
ta. Il tendine comune
P.assato, è modernamente sempre meno utilizzata. La degli estensori appare
ncerca di lesioni delle strutture sottoacromiali (rottu- ispessilo e disomoge-
dei tendini della cuffia dei muscoli rotatori, flogo- neo in corrispondenza
SI. della borsa sottoacromiodeltoidea, rottura del ten- del suo tratto iuxtaepi-
condiloideo (asterisco).
dme del capo lungo del bicipite, calcificazioni tendi- Il quadro pu6 essere
nee e bursali) è il più delle volte possibile con considerato espressivo
cesso mediante ecografia (fig. XIIL33). di entesopatia.
240
Le lesioni degenerative tendinee, le quali riducono la Alla lesione dei legamenti consegue spesso il dis Il' <'';'
resistenza meccanica e possono indurre rottura del tendine neamento o dorsale delle ossa del ·<
anche a seguito di sollecitazioni meccaniche minori (micro- dolore e d1sfunzwne. Opportune sequenze dJ radiogram
traumi ripetuti!), coinvolgono per lo più il tendine del bici- mirati sotto guida radioscopica ne consentonq la dimostlnl
pite brachiale, il tendine comune dei flessori e il tendine zione. La rottura del tratto distale del legamento collatera-
comune degli estensori dell'avambraccio. Le rotture tendi- le ulnare in corrispondenza della prima articolazione me:a-
nee, peraltro poco comuni, interessano soprattutto il tendi- carpofalangea con rctrazione verso l'alto è causa delf··..
ne del bicipite che si rompe (quasi sempre in forma com- lesione di Stener, che può condurre, quando non curata a
pleta) in corrispondenza dell'inserzione su!la tuberosità do.lore, artrite La ·
radiale. Le lesioni degenerative c le rotture del legamento ancor pm dell ccografm, ne consente uno studw accurat 0
collaterale interno, parziali o complete, sono spesso asso- limitando il ricorso all'esplorazione chirurgica.
ciate a lesione del tendine del flessore comune. L ecografia Strappi e pe!forazioni della fibrocartilagine triango/ _
può evidenziare direttamente le lesioni e le eventuali rac- re a o le.sioni degeneratiw. La RM,
colte liquide consensuali, ma indagine d'ele7lone è la RM acqmslzwnc ad alta nsoluz10ne (spessore di strato inferio-' ..
(fig. XIIL34), preziosa per la dimostrazione del coinvolgi- re a l mm!) e sequenze specifiche, è la tecnica di studio
mento dei legamenti collaterali, del nervo ulnai:e o radiale 1'elezione. L'artrografia è talora necessario complemento
(neurite), del periostio (area ad alto segnale nelle sequenze E spesso, comunque, necessario il ricorso all'artroscopia. ·
T2-pesate!). Cesame diretto radiografico può evidenziare, La tenosinovite interessa il più delle volte i tendini dei'
nelle forme di vecchia data, calcificazioni e ossificazioni flessori del carpo. La malattia di de Quervain
paraarticolari. in corso di gravidanza; post-traumatica) induce aumento di /:
L'epicondilite esterna (gomito del tcnnista) e interna spessore della guaina comune dei tendini dell'abduttore:::
(gomito del golfista) conseguono rispettivamente a dege- lungo e dell'estensore breve del pollice, versamento
nerazione del tendine comune degli estensori e del tendine sinoviale, edema sottocutaneo di adiacenza. Evolve
comune dei flessori (soprattutto del capo breve del!' esten- la cicatrizzazione e la stenosi compartimentale.
sore radiale del carpo). Esito comune è la lacerazione del e RM sono le tecniche elettive di studio (fig. XIIL35). La'::):.
tendine. La RM e l'ecografia sono le wcniche elettive di disinserzione del tendine del flessore profondo delle dita.'';,;
studio. dalla base delle falangi distali è evento non infrequente·.,'_,
Le neuropatie da intrappolameuto coinvolgono so- negli atleti (calciatori, rugbisti, cestisti). L'entità della.)
prattutto il nervo ulnare nel tunnel cubitale. Assume rilie- retrazione del tendine, di difficile valutazione su base eli·"
vo patogenetico, in proposito, l'ispessimento del retinaco- nica e radiografica, può essere definita mediante RM. , ···
lo fibroso che si estende dall'epicondilo mediale all'ole- La sùulrome del tunnel cmpale è una neuropatia ischc-
crano (lesione di Osborne). Meno comune è l'intrappola- mica da intrappolamento che coinvolge il nervo mediano. ,
mento dei nervi mediano e radiale (varianti anatomiche! Nelle forme avanzate si associa atrofia dei muscoli dell'c· '
masse!). La RM dimostra l'aumentato segnale nel conte- minenza tenar. Il tunnel del carpo, nel quale passano il ner:
. sto del nervo, l'infiltrazione del tessuto adiposo perineura- vo mediano, il flessore lungo del pollice, i tendini del tles· .
le, la dislocazione c la compressione del nervo da parte di
eventuali masse.
16. Il polso
Lesioni traumatiche e da sovrauso sono frequenti
nel polso e coinvolgono sia l'osso sia le componenti k-
gamentose che collaborano alla stabilità artiColare (le-
gamenti capsulari e ìnterossei, fibrocartilagine trian-
golare). C esame diretto radiografico, con proiezioni
dedicate e/o sotto sforzo, è di norma sufficiente per il
loro etichettamento, ma talora si rendono necessarie Fig. XIII.35. Malaltia di De Quervain. Ecografia del polso. Cindagine.
per uno studio analitico l q TC (instabilità radioulna- cifcttuatn con trasduttorc a frequenza elevata (20M Hz) mediante scan· .· 1
re!), la scintigrafia ossea (osteonccrosi occulte!) e so- sione trasversale e specificamente mirata sul! compartimento dei ·::;1.
prattutto la RM. Cartrografia del polso è spesso in- din i estensori, evidenzia l'estensore breve e l'abduttore lungo del! d1to
(t), il cui aspetto ccostrutturale è disomogeneo per la condizione
dispensabile per l 'individuazione delle lacerazioni dei nerativa. Si associa impegno sinovialc con versamento nella guatna
legamenti e della fibrocartilagine. tcndinea (asterisco).
Articolazioni 241
cisa valutazione del legamento che può dimostrare mento crociato anteriore può apparire atrofico e '·:.l
perdita di continuità parziale o completa, .aspetto retratto, adagiato sul piatto tibiale o addirittura colle-.,···
ondulato, e nei casi più gravi distacco dall'inserzione gato tramite un ponte cicatriziale allegamento crocia-
ossea e retrazione. La differenziazione tra una: lesione to posteriore. La lesione del legamento crociato
completa e una lesione parziale richiede la çorrela- posteriore è più rara e più frequentemente si accom-
zione attenta tra rilievi dello studio per immagini e pagna a interessamento dei capi ossei fcmorotibiah
con possibili distacchi parcellari.
In caso di traumi che inducono tumefazione dei tes-
suti molli periarticolari del ginocchio è indicato il ri·
corso in prima istanza ali 'ecografia per escludere la
presenza di raccolte (ematomi, borsiti reattive) e per
valutare la pervietà dei vasi poplitei. L'ecografia (co-
me la TC e la RM) può consentire, inoltre, di indivi-
duare cisti da erniazione post-traumatica della capsu·
la: le più frequenti, situate nel cavo popliteo, sono le
cisti di Baker (le quali possono avere anche natura con-
genita o flogistica). Queste cisti (fig. XIII.43) hanno
contenuto liquido, margini regolari e sono comprimi-
bili; possono essere sospettate all'esame diretto radio-
grafico in proiezione LL (formazioni circoscritte lie-
vemente ipertrasparenti nel contesto dei tessuti molli
del cavo popliteo ).
Fig. XJII.42. Lesione recente del legamento crociato anteriore. RM
del gmocchio. Scansionc sagittale con sequenza SE TI-pesata. Il lega-
mento (asterischi) è mal delineabile in tutto il suo decorso per l'ede- 19. La caviglia
ma sviluppatosi nel suo contesto. Si associa minimo versamento sino-
viale. Si osservi, per contro, nella stessa scansione, la chiara delinea-
zione del legamento crociato posteriore, integro, nel suo tratto distale Lo studio per immagini apporta un significativo
(tondino). contributo alla valutazione di questo distretto anato-
245
;Jrficolazioni
1tivo
1ato-
CAPITOLO XIV
MUSCOLI E TENDINI
GIORGIO CITTADINI E ENZO SILVESTRI
3.TC
Ha elevata sensibilità nella individuazione di lesio.
ni ossee associate, calcifiCazioni e ossificazioni pato.
logiche. Trova importanti indicazioni nella valutazione
dell'estensione locoregionale dei tumori e nella quan.
tificazione del grado di atrofia nelle distrofie museo.
lari e nelle miopatie metaboliche. In linea '""""·
Fig. XIV.2. Ecoslru!tura normale del muscolo. Scansione longitudinalc l'acquisizione per piani trasversali offre una conve.
del retto femorale. Le fibre muscolari, comprese tra la fascia superfi- niente visione d'insieme dei diversi muscoli e agevola
ciale (l) c la fascia profonda (2), presentano ecostruttura relativamente la valutazione dei loro rapporti e di quelli di eventuali
ordinata con alternanza di bande ipoecogene, corrispondenti alle fibre
muscolari dilli ordine (asterisco), e iperecogene, corrispondenti al peri- lesioni.
misio (punta di freccia).
Il tessuto muscolare ha valori densitometrici intorno a ·
55 UH, quindi molto superiori a quelli del tessuto adiposo
(-110 UH) e alquanto inferiori a quelli del tessuto fibroso
(75 UH). Il tessuto adiposo genera piani di clivaggio tra j ·
fasci muscolari di maggiore dimensione e nel contempo 1,1_·'
sua deposizione sostitutiva nel muscolo è direttamente· ,
responsabile della diminuzione dei valori di ·,-:
che caratteristicamente si osserva nelle miopatie degenera:
tive. I tendini hanno valori densitometrici più uniformi e·;-
alquanto più elevati per il maggiore «stipamento» tessutalc ·;
nel loro contesto.
forma recessiva legata al sesso. Le più lare, si osserva riduzione della fosfocreatina senza dimin ·
importanti miopatie con alterato metabolismo aerobico e/o zione del pi-I (mancata produzione di acido lattico!);
anaerobico della fibrocellula muscolare sono la glicogenosi malattia di Tauri riduzione dell' ATP, accumulo di fosfom a
V, o malattia di McArdle (nella quale il deficit. di fosforila- noesteri, mancata diminuzione del pH. o..
si nel muscolo induce debolezza muscolare, affaticamento
precoce, mialgia, contratture, mionecrosi e talora insuffi- La scintigrafia pone in particolare evidenza .
cienza renale) e la glicogenosi VII, o malattia di Tauri gruppi muscolari interessati, nei quali si ha .
(nella quale il deficit di fosfofruttochinasi induce un quadro zione del radiofarmaco dì entità tale da giungere taio.
simile al precedente con associata anemia emolitica).
ra a mascherare le strutture scheletriche (fig. XIV.l2)
Lo studio per immagini si propone di individuare e I: ecografia offre di norma rilievi tardivi (altera:
quantificare evolutivamente la sostituzione di fibre zioni dell'ecostruttura del muscolo con perdita del
muscolari con tessuto adiposo e connettivO, nonché le normale aspetto «a denti di pettine»; diffusa ipereco:
genicità causata dalla sostituzione adiposa).
sequele più gravi. La Rl"I è la tecnica più sensibile in
proposito e consente precocemente, ancor prima della La TC è utile soprattutto nella graduazione evo!u:
comparsa di sintomi clinici, rilievi determinanti (aree tiva dell'atrofia muscolare (riduzione dimensionale.
focali con lieve ma progressiva riduzione dell'inten- dd muscoli interessati! riduzione del valore di atte:
sità del segnale del muscolo nelle sequenze T l Hpesate; nuazione rispetto ai muscoli sani circostanti propor-"
successivo aumento, allorquando la sostituzione adi- zionale alla quantità di tessuto adiposo sostitutivo!)
posa è più avanzata, sia nelle sequenze TI che in H
Nelle distrofie muscolari secondarie predominano·
quelle T2-pesate). La SRM (fig. XIV l l) offre la pos- gli aspetti atrofici con riduzione del volume muscola-
sibilità, in forma ininvasiva e ripetibile, di valutazioni re, ma la disomogeneità densitometrica non raggiunge
metaboliche mirate (1 1P!), a riposo e dopo esercizio mai livelli consistenti (fig. XIV 13).
muscolare, importanti per la caratterizzazione della
miopatia. In passato per queste affezioni l'unica possi-
bilità diagnostica era offerta dall'esame istochimico
dei prelievi bioptici.
droma, neurofibroma, fibromatosi aggressiva, mixo- ventuale coinvolgimento dei compartimenti""'"""'' ,,8
ma, rabdomioma) sono rare e solo talora assumono adiacenti e delle strutture neurovascolari, le
alla RM, che ne è indagine elettiva di studio, aspetti le recidive. Nonostante un approccio diagnostico
utili per la diagnosi differenziale (fig. XIVI4). spesso possibile su base ecografica e scintigrafica
Le neoplasie maligne meno rare sono il rabdo- TC e ancor più la RM sono detenninanti per '
miosarcoma, il liposarcoma, I'istiocitoma fibroso l 'architettura interna e i contorni della lesione
maligno e il sinovialsarcoma (talora a origine dai ten- morfologici spesso decisivi per la diagnosi mar.1
dini). Lo studio per immagini si prefigge di definire gnità!), l'estensione locale e a distanza. Le lesioni
dimensioni e sede della lesione, natura neoplastica (la virano, alla RM, da un aspetto omogeneo
differenziazione da ematomi, ascessi e lesioni trauma- sequenze a un aspetto disomogeneo
tiche può essere difficile!), benignità o malignità (i le pesate hanno elevata probabilità di natura mali:
relativi criteri non sempre risultano affidabili!), l'e- gna (85%),
CAPJTOLO xv
POLMONE
MARIO MAFFESSANTI E GIORGIO CITTADINI
Lo studio radiologico del torace ha subito negli parati dall'addome dal diaframma, sono gli organi de-
ultimi decenni un significativo lavoro di revisione con putati agli scambi gassosi tra l'ambiente esterno e il
]'obiettivo di sostituire la descrizione classica dei sangue: l'aria esterna vi giunge attraverso le vie di con-
, rilievi - sovente basata su metafore e similitudini - duzione (trachea e bronchi); gli scambi gassosi con le
con una interpretazione su base strettamente anato- sostanze disciolte nel sangue (Oz e C02) hanno luogo
mica efisiologica. Ciò è stato reso possibile dallo svi- nelle vie di diffilsione (bronchioli respiratori, dotti al-
luppo di tecniche di studio ad alta risoluzione, in par- veolari e alveoli), specialmente in corrispondenza del-
ticolare della TC, e dal fervore di correlazioni tra i la membrana alveolocapillare.
diversi aspetti della diagnostica per immagini e i Ciascun polmone è connesso alla gabbia toraci ca,
reperti anatomo- e fisiopatologici. al mediastino e al diaframma dalla pleura, membrana
Una valutazione moderna di queste problematiche mesoteliale che lo circonda rientrando a tratti e
deve tenere nel dovuto conto: approfondendosi in corrispondenza delle scissure e
i rapporti tra emodinamica e struttura polmonare (sui de Il' ilo (il punto di entrata e uscita dei bronchi e dei
quali poggia, del resto, la genesi stessa del «disegno>> vasi), per poi ribattersi su se stessa per tappezzare la
radio logico del polmone); superficie costale, mediastinica e diaframmatica.
le possibilità di analisi distrettuale dei rapporti tra ven- Il polmone è raccordato alle vie aeree e al circolo
tilazione e perfusione del polmone; sanguigno attraverso il peduncolo broncovasale, il cui
i criteri identificativi in senso fisiopatologico, oltre- fulcro è l'ilo: verso l'ilo tendono anche le scissure,
ché anatomopatologico, di numerosi quadri'nosogra- che dividono il polmone in lobi.
fici (enfisema, pneumopatie a estrinsecazione inter-
stiziale, malattia tromboembolica polmonare, edema, 1.1. Pleura, scissure e lobi
etc.); Lapleura (v. paragrafo XVI. l) consiste di un foglietto
le molteplici possibilità offerte, attraverso un approc- parietale (che riveste la parete toracica, i! mediastino e il
cio interdisciplinare, di verifica funzionale e morfo- diaframma, sostanzialmente fuso con essi) e dì un foglietto
logica dei reperti radio logici; viscerale (che ricopre la superficie del polmone
gendosi con il foglietto parietale all'ilo). Tra pleura parie-
il reciproco valore integrativo delle informazioni tale e viscerale vi è uno spazio virtuale, il cavo pleurico,
dialogiche e di quelle di altre indagini strumentali. contenente una minima quantità di liquido utile a garantire
Per una corretta comprensione dei paragrafi che lo scorrimento reciproco durante gli atti respiratori. I
seguono è opportuno affiancare alle nozioni classiche foglietti pleurici restano tra loro adesi grazie alla pressione
di anatomia polmonare alcuni complementi ai quali si negativa del cavo pleurico, che controbilancia il ritorno ela-
farà qui cenno sintetico con particolare riguaJdo agli stico del polmone.
aspetti morfometrici quantitativi. L'aspetto tridimensionale delle scissure interlobari è
complesso perché esse hanno superficie curva e andamen-
to elicoidale (fig. XV. l). A destra sono presenti due scissu-
re: la scissura obliqua, o grande scissura, che separa il lobo
l. Complementi di anatomia polmonare superiore e medio (che le stanno superoanteriormente) dal
lobo inferiore (situato inferoposteriormente); la scissura
I due polmoni, contenuti nella gabbia toraci cari- orizzontale, o piccola scissura, anteriore, che separa il lobo
spettivamente a destra e a sinistra del mediastino, se- superiore (che le sta al di sopra) dal lobo medio (situato
256
cl!ioli terminali. Al più distale di questi seguono tre genera- nettivale intralobulare. Le vene e una parte dei linfatici
zioni di bronchioli respiratori, le cui pareti sono parzial" decorrono invece alla periferia dellobu\o, nei setti interlo-
alveolizzate, quindi i dotti alveolari e i sacchi alveo" bulari. Si può quindi definire il lobulo secondario come
fari, che insieme ai bronchioli respiratori costituiscono le l'insieme di strutture aeree, vasali, linfatiche, nervose e
«vie aeree di transizione)). Infine vi sono gli alveoli, che connettivali che fanno capo al bronchiolo lobulare corri-
costituiscono le «vie aeree di diffusione» (circa il 90% del spondente alla 13a diramazione delle vie bronchiali. Esso
volume totale polmonare), nelle quali ha appunto luogo la costituisce la vera e propria unità anatomica e funzionale
diffusione passiva delle molecole di 02 c co2 secondo le del polmone.
leggi fisiche dei gradienti di concentrazione. Si definisce invece acino tutto l 'insieme di strutture che
In tab. XV. l sono sintetiz.z<lti i dati principali basati sui fa capo al bronchiolo terminale di 3° ordine corrisponden-
rilievi di Weibcl.(E.R. Weibel, Morphometry of the Human te alla J6a diramazione delle vie bronchiali. Il diametro
Lung, Academic Press, New York, 1963) relativi alle dira" l'acino è di 5" 7 mm. In un lobulo secondario sono contenu"
nmzioni dell'albero bronchiale, alla denominazione e al ti da 3 a 5 acini. L'acino può essere considerato l'unità di
calibro di ciascuna di esse. Un cenno a sé, per gli importan" base del polmone da un punto di vista radiologico. In effet-
li riflessi nella interpretazione di alcuni reperti radio logici ti «opacità acinari>> sono spesso isolatamente individuabili
normali e patologici, meritano alcuni aspetti ivi non diretta- in alcune fasi di certi processi patologici, anche se nella pra-
mente considerati. tica radiologica il cardine della diagnosi di numerosi tipi di
patologia resta in realtà il lobulo secondario.
1.4. Lo buio secondario, acino e lobulo primario
La più piccola suddivisione polmonare riconoscibile
macroscopicamente è i!lobulo secondario, meglio visibile
alla periferia del polmone, specie alle basi ove i setti con" Fig. XV.3. Lobulo secondario
ncUivali interlobulari sono più evidenti. Esso ha forma di (LS), acino (AC) e lobulo pri"
P,i.r.nnidc a base esterna verso la pleura e apice interno verso mario (LP): vedi testo. BL""
hlo (fig. XV3). Il diametro alla base è di 15"20 mm. bronchiolo lobularc. BT"'
penetra il peduncolo bronchioloarterioso costi" chiolo terminale. BR\,2,3 =
lu1to dal bronchiolo e dall'arteria lobulare, che successiva- bronchioli respiratori di l 0 , 2° e
3° ordine. CA"" condotto al-
si dividono ripetutamente nelle rispettive diramazio-
veolare. SA"" sacco alveolare.
ni smo all'intreccio della membrana alveolo-capillare; nel
APL"" arteria polmonare lobu-
loro decorso essi sono accompagnati dai vasi linfatici. Il lare. VPL"' vena polrnonare lo"
., lutto è inserito nel contesto delle maglie del supporto con- bulare.
258
Si definisce lobulo primario tutto l'insieme di strutture capillare, di spessore variabile da 0,36 a 2,5 pm,
che fa capo al bronchiolo respiratorio di 3° ordine corri- in parte dalla sola interposizione delle rnelmi>raJle
spondente alla J9a diramazione delle vie bronchiali. Il dia-
metro dellobulo primario è dì 1-1,5 mm. ---""""''· ' 1
immerse fibre collagene, reticolari e elastiche,
1.5. Alveoli e interstizio interalveolocapillare cellule ematiche («barriera larga ll).
Il sistema di fibre elastiche, che segue fino alle '·:
La costituzione della barriera aria/sangue può essere estreme diramazioni l'albero bronchiale, esercita nei mov'.:
così schcmatizzata: menti inspiratori una forza di trazi01:e sulla pleura viscer;: .'
le allontanandola dalla pleura panetale e genera in t{;;
BARRIERA ARIA/SANGUE modo la pressione negativa endopleurica. La ··::
collagena si ipertrofizza nelle fibrosi, '
ALVEOLO CAPILLARE
Epitelio Interstizio Endotelio
interlobulari. La componente reticolare1
assume rapporti soprattutto con i vasi p
alveolare interalveolocapillarc capillare
lari: la sua distruzione, quale si osserva ad
l'enfisema panlobulare, conduce alla distruzione del
capillare polmonare. '""
La configurazione geometrica dell'alveolo secondo Wei- L: epurazione alveolare in condizioni fisiologiche èrea:
bel e la disposizione del reticolo capillare alla sua superfi- lizzata per intervento di macrofagi di provenienza
cie sono illustrati in fig. XV.4. Gli alveoli hanno forma di che attraversano l'interstizio, penetrano nell'alveolo,
sfera cava incompleta (5/6 di sfera) con diametro medio di citano particelle di diversa natura, migrano poi verso i
250-300 J.Lm; la loro superficie interna totale varia nell'a- fatici o vengono espulsi con le secrezioni i li.
dulto da 40 a 90 m2, tendendo a diminuire con l'età in rela- condizioni patologiche sono frequenti feazioni umccoragr-(
zione alla dilatazione dei dotti alveolari a scapito del volu- che alveolari.
me alveolare; forma e dimensioni variano durante il ciclo re- I.; endotelio capillare poggia su una membrana
spiratorio e in funzione del decubito, diminuendo comun- fusa con quella dell'alveolo adiacente nella
que dali 'apice alla base a cagione delle differenze nella pres- avvengono gli scambi gassosi. Il reticolo "''""''"'• orrg1•
sione negativa intrapleurica (più negativa agli apici che non nante dalle progressive diramazioni de!ll' artcriapollmonan, 'l
alle basi).
L:interno degli alveoli è rivestito da cellule epiteliali è molto serrato, ha maglie esagonali ed è sop<>rficie to!;rli
1800 segmenti capillari per alveolo. La
l
poggianti su una membrana basale. La componente cellula- capillare è maggiore di circa il 30% di quella
re è duplice ed è costituita da pneumociti di tipo l, o mem- disposizione fin qui descritta è simmetrica, nel senso
branosi, i quali hanno una grande superficie di copertura ripete in senso inverso dal capillare a un altro alveolo
per la presenza di espansioni citoplasmatiche a velo, e da trapposto.
pneumociti di tipo Il, o granulosi, i quali producono il sur-
factant, sostanza di natura fosfolipidica capace di realizzare
uno strato liquido monomolecolare altamente tensioattivo 1.6. Comunicazioni tra le vie aeree
interposto tra gas endoalveolare e rivestimento epiteliale Sono possibili a più livelli:
dell'alveolo del quale impedisce il collasso. L: insufficienza tra alveoli adiacenti anche di lobuli primari l
di surfactant (ad esempio, nell'edema polmonare, nelle di Kohn);
occlusioni dell'arteria polmonare, nella circolazione extra- tra bronchioli terminali e dotti o sacchi alveolari
corporea, nell'intossicazione da 02, per difetto dei sistemi li di Lambert);
di sintesi) conduce ad atelettasia. probabilmente anche tra bronchioli respiratori e
Esternamente gli alveoli sono in rapporto con i capilla- alveolari di lobuli secondari adiacenti.
ri attraverso il piccolo interstizio, o interstizio interalveolo- Queste comunicazioni garantiscono
di ventilazione collaterale all'interno del
nendo alcune forme di patologia e intervenendo ne.aar>w l
fusione di altre.
A (i C'i 'Ì\}Ì, ···--·· .... _v Un funzionamento anormale dei pori di Kohn,
esempio, può essere alla base dello sviluppo
Nelle pneumoconiosi il deposito preferenziale
..... nei sacchi alveolari è probabilmente dovuto al
Fig. Xv.4. Configurazione geometrica dell'alveolo secondo Weibel gio diretto dai bronchioli terminali attraverso i
(v9di,testo). A= arteriola. C= reticolo capillare. V= venula. Le frec- Lambert che realizzerebbero un corto circuito escMen"'')
ce indicano la via di accesso diretta del! 'aria. bronchioli respiratori e i dotti alveolari.
259
Vasi sanguigni e Jinfatici quello delle arterie corrispondenti; le vene lobari inféìori
1.·1 hanno tragitto più orizzontale e di conseguenza incrociano
le arterie corrispondenti che hanno decorso più verticale.
l. 1.J.Arterie e vene Il circolo nutritizio del polmone, il quale contribuisce
J! circolo polmonare, ,cb:colo è sistebma a alla vascolarizzazione delle pareti bronchiali e dell'intersti-
·essione ed elevato usso. ,_, estgenza 1 una assa zio, è assicurato dai vasi bronchiali che hanno calibro più
pl e è doVtJta alla necessità di minimizzare la trasuda- piccolo dei corrispondenti vasi polmonari. Le arterie bron-
plasma nell'interstizio e negli alveoli. I..: esigenza chiali, 'nella situazione più frequente, originano a sinistra
111
1It e · flusso e' Jn;posta
· daIlba elevadta quan t't' d'
di un elevato 1 a 1 sa n- direttamente dall'aorta (in ragione di due), a destra (in
l e in tempo relativamente reve eve assumere 0 2 ragione di una) da un tronco comune con una arteria inter-
Cl
alveolare. . . costale; si ramificano in maniera simile alle arterie polmo-
L'arteria polmonare co_mune decorre nel medmstt!lo. Il nari e seguono la faccia posteriore dei bronchi fino ai bron-
bordo sinistro costitmsce la componente prossunale chioli respiratori. Il reticolo capillare nel quale si sfiocca-
medio nel radiogramma standard del_to.ra- no è ampiamente anastomizzato con il reticolo capillare
ce in proiezione sag1ttaled (v. polmonare dell'alveolo. Sono presenti, inoltre, numerose
dalla camera di efflusso. e1ventnco o .e s1 . m anastomosi tra i due circoli a livello arteriolare.
1
a sinistra e postenonnente, per po1 dlV!dersJ m una Il ritorno venosa ha luogo per circa 2/3 nelle vene pol-
destra c una sinistra (v. fig. XVIII.l3). La branca monari (questo shunt destro-sinistro non ha conseguenze
intramediastinica, apprezzabili perché la portata bronchiale sistemica è mode-
destra al davanti della carena e SI diVlde pnma d1 sta), per 1/3 attraverso anastomosi con le vene mediastiniche
•ere l'ilo in un mmo lobare superiore e uno lobare infeno- ed esofagee nella grande azygos e quindi nella vena cava.
;,, La branca sinistra, più corta, il decorso .del
ramo comune e decorre verso l'alto, a SlllJStra e postenor- l. 7.2. Linfatici
mcnte, sino a scavalcare il bronco principale per poi scen-
tlcrc dietro di esso al!' ilo. L'ilo sinistro è dunque quasi sem-
Nel polmone sono individuabili due gruppi principali
di linfatici ampiamente comunicanti tra di loro e drenanti,
un po' più alto del destro. .
Le ramificazioni arteriose intrapolmonan seguono as- con l'assistenza e il controllo di stmtture valvolari, verso
l'ilo: i Enfatici intrapolmonari e i linfatici sottopleurici.
sai da vicino quelle dei bronchi corrispondenti fino a livello
I linfatici intrapolmonari costituiscono un reticolo at-
del bronchiolo respiratorio di 3° ordine. Il sistema arteriola-
torno al peduncolo assiale broncoarterioso che accompa-
re inizia a livello dei dotti alveolari ed è costituito da arte-
gnano fino ai dotti alveolari. I linfatici sottopleurici forma-
riole di diametro inferiore a l 00 11m dalle quali originano ad
no un i-etico lo intorno ai lobuli secondari alla cui periferia
sngolo retto i precapillari del calibro di 8-10 !Jm. Ogni al-
decorrono seguendo da vicino le vene.
l'Colo ha un precapitlare che dà vita, come sopra visto, al re-
Il drenaggio linfatico polmonare non rispetta la suddi-
t!t·o/o capillare situato nei setti interalveolari.
visione lobare, ma avviene secondo una definita distribu-
Le arterie di calibro superiore a 1 mm hanno struttura
zione territoriale (fig. XV.5).
elastica. Quelle di calibro tra l mm e 100 f.lm
La linfa viene poi veicolata, direttamente o con l'inter-
uno strato muscolare circolare compreso tra due
posizione dei linfonodi intrapolmonari, nei linfonodi me-
limitanti elastiche. Le arteriole di calibro tra 100 e 30 11m
diastinici la cui disposizione è considerata dettagliatamente
hiinhoun sola limitante elastica senza fibre muscolari: pos-
in fig. XVI1.2 e in tab. XVII. l. Un punto di riferimento mol-
sono andare incontro a «muscolarizzazione1> in alcune
to importante in radiologia è rappresentato a destra dallinfo-
broncopneumopatie croniche ostruttive con conseguente nodo situato neli 'angolo tracheobronchiale (cosiddetto «linfa-
sumento delle resistenze periferiche e ipertensione arterio- nodo azygos»), a sinistra dallinfonodo corrispondente al
polmonare.
precedente, ma alquanto più lateralizzato rispetto all'asse
. In stazione eretta la pressione idrostatica nelle arterie tracheale (cosiddetto «linfonodo del dotto arterioso»).
11\trapolmonari è maggiore alle basi, ove di conseguenza la
e consegue è tollerabile proprio in virtù dell'elevato re e dell'interstizio più periferico, i quali si manife-
chetnasto intrinseco di cui il torace gode per sua natura. stano solo in condizioni patologiche.
con pratica quotidiana vanno sempre più diffondendo- I due polmoni sono separati dall'opacità omoge-
.1 tecniche digitali (v. paragrafo VI. l), in cui il rivelatore nea centrale del mediastino, i cui principali compo-
1
: \aato è costituito da opportuni materiali che condivi-
nenti sono il cuore e i grossi vasi. Nel mediastino
1dntpt fa capacità di misurare punto a punto l'intensità del
d l. d. sono apprezzabili caratteristiche linee, le più esterne
t, · fotonico emergente con un an amento meare e1
l<ilCI 0
ti vi va)ori (c non dunque secondo una curva carattenstl·
.. delle quali configurano i cosiddetti «archi» marginali
rt
1
S» come avviene per il sistema schermi/pellicola) e di del contorno cardiovascolare destro e sinistro (v. fig.
'"'sentirne la conversione digitale. Ciò permette di visio- XVIII.l ). Le linee mediastiniche più interne sono
nJil . . .
re l'inunagme anche a dtstanza su un momtor TV ad alta determinate dalla limitante polmonare e dalle rifles-
n_noluzione, di ottimizzarla e di registrarla su supporti dedi- sioni pleuriche colte di tangenza dal fascio radiogeno
nsti con tutti i vantaggi tipici della radiologia digitale.
ca , , . .. (v. fig. XVII.3). Esse costituiscono dei reperi anato-
In ogni caso e nccessano un corretto poszzwnamento mici di normalità: se sono dislocate lateralmente può
Ielle braccia del paziente per eliminare sovrapposizioni sorgere il sospetto della presenza di una lesione
:ndesiderate di parti scheletriche: nella proiezione sagittale, espansiva adiacente.
puoni chiusi sui fianchi, gomiti flessi e ruotati anteriormcn- Ai due lati dell'ombra mediastinica, al centro del
far sì che le scapole si proiettino il più lateralmente torace, vi sono gli ili. V ilo radiologico è costituito so-
al di fuori dei campi polmonari; nella proiezione
stanzialmente dai grossi bronchi e dalle arterie polmo-
laterale, braccia bene innalzate, parallele, facenti presa su
un sostegno, per far sì che le scapole e le teste omerali si nari che gli conferiscono un caratteristico aspetto «a
proiettino il più possibile in alto c posteriormente. grossa virgola», più evidente a destra per la maggiore
semplicità del contorno cardiovascolare. I rami di de-
2.1.1. Rilievi anatomoradiologici nella proiezione stra e di sinistra dell'arteria polmonare si suddividono
intcrsti· sagittale
:iorc ivi'
·eazione La trachea è normalmente riconoscibile nei radio-
grammi ad alto chilovoltaggio o ottenuti con tecnica
digitale in forma di ipertrasparenza nastriforme,
le Iridi- mediana a livello del giugulo, lievemente spostata
verso destra nel mediastino, la quale si divide, al di
sotto dell'arco aortico, nei due bronchi principali (fig.
XV6). Il bronco principale destro è più corto del sini-
stm, e anche più verticale; il suo asse risultando spes-
so quasi in continuazione con quello della trachea.
L'angolo compreso tra i due bronchi principali non
supera, in condizioni normali, i 90°. Agli ili, i bronchi
principali si dividono nei bronchi lobari, intuibili sul
radiogramma così come i bronchi segmentari quando
presi «di infilata»; i rami bronchiali periferici (rami
sottosegmentari e piccoli bronchi) non sono invece
distinguibili perché la loro parete non è abbastanza
spessa e densa da determinare un'opacità radiologica Fig. XV.6. Il radiogramma standard PA del torace. T= trachea; BD =
sufficiente c il loro contenuto aereo non è distinguibi- bronco principale destro; BS"" bronco principale sinistro; queste strut-
ture si proiettano nel contesto dell'ombra centrale cardiomcdiastinica
le dall'aria alveolare che li circonda. che separa i campi chiari polmonari dei due Iati. Le punte di freccia
L'immagine radiografica dei polmoni è dunque indicano il corno ilare superiore c inferiore di deslra. ED = emidia-
co.stituita da una radiotrasparenza di base sulla quale framma destro; ES= emidiaframma sinistro (al di souo del quale è
visibile la bolla gassosa gm;trica- punta di freccia grossa). CL= cla-
Spiccano i vasi polmonari arteriosi e venosi: è la cosid- vicola; SC = scapola; le frecce curve grosse descrivono il decorso
detta «trama», o «disegno», alla costituzione del quale della VI costa (VI c) dall'arco posleriore all'arco anteriore: quest'ul-
concorre, è importante ripeterlo, solo la componente timo usualmente interseca il punlo medio della cupola diaframmatica.
Le frecce dritte indicano gli angoli cardiofrcnici e costofrcnici. Per la
l'ascolare del polmone. In condizioni normali non si dclimitalione dei campi apicale (C. APIC), superiore (C. SUP.) c
ha alcuna rappresentazione del parenchima inferiore (C. INF.) vedi paragrafo XV:2.1.3.
262
nei rami lo bari, questi nei segmentari e via di seguito l'estremo osseo anteriore della sesta costa
come avviene per l'albero bronchiale, con divisioni di- ge la sommità della cupola diaframmatica.
cotomiche regolari che si arborizzano nei due polmoni
a costituire, assieme alle vene, il disegno polmonare. 2.1.2. Rilievi anatomoradiologid
La distinzione tra arterie e vene non è facile, alla peri- rale
feria quasi impossibile. Superiormente, le vene decor- Nella proiezione laterale si ha la riproduzione
rono parallelamente alle arterie rispetto alle quali sono vrapposta dei due polmoni e del mediastino: non
poste lateralmente, mentre alle basi hanno andamento quindi possibili rilievi differenziati tra i due lati. '
1
più orizzontale di queste perché penetrano nel media- possibile individuare reperti localizzati in zone
stino più caudalmente per portarsi nell'atrio di sinistra. cilmente valutabili nella proiezione sagittale
Le vene si ramificano in maniera monopodica. diaca, iuxtadiaframmatica) e soprattutto tocahz.zan:lò:'
In basso, i polmoni sono delimitati da ciascun lato pograficamente rilievi patologici la cui sede, i
dagli emidiaframmi. È usuale, in radiologia, parlare di o posteriore, non potrebbe essere stabilita con certeziaé
«emidiaframmi» perché l'aspetto e il comportamento sulla base del solo radiogramma frontale.
del diaframma è diverso da ciascun lato. Entrambi gli Nella proiezione laterale, la trasparenza ·
emi diaframmi sono convessi superiormente. Quello di re è delimitata anteriormente dallo sterno
destra, interamente riconoscihllle;_ si raccorda può apprezzare la distinzione tra manubri<,,
mente con il cuore in corrispondenza dell'angolo apofisi xifoide) e posterionnente dal
diofrenico, lateralmente si approfondisce più del sini M
in basso e posteriormente per terminare poco sono.almeno parzialmente visibili perché prese d'infi-
ca 1c·a l'ilo, dove si biforca nei bronchi principali. lata, è impossibile individuare la sede dei vari lobi. Pro-
porzione inferiore della trachea si possono prio per questo motivo, nella terminologia pratica, per
Ne 550 osservare due immagini trasparenti anulari esprimere la localizzazione di un reperto patologico sul
spe ispondenti la più alta alla proiezione del bronco radiogramma sa.gìttale si fa riferimento ai termini di
superiore destro, la più bassa, a quella del campo apicale o, più semplicemente, apice, di campo
/' neo !obare superiore sinistro, entrambi presi polmonare superiore e di campo polmonare inferiore
dal fascio di radiazioni. (v. fig. XV6). Per «apice radiologicm1 si intende quel-
1
a:L ombra cardiaca assume l 'aspetto di un'opacità la parte di polmone che si proietta sopra una linea oriz-
ovalare la cui base, in alto e si zontale passante per il punto più interno della clavico-
1davanti del 5° e 6° corpo vertebrale, e Il cm apice rag- la (non vi è dunque un'esatta corrispondenza tra apice
aiunge l'angolo anteroinferiore del torace. Le opacità radio logico e apice anatomico o clinico). Il campo pol-
della vena cava superiore e degli ili costi- monare superiore è separato dall'inferiore da una linea
tuiscono nel loro insieme l'ombra vasco/are. Nel com- orizzontale tracciata dal punto più interno dell' estre-
plesso, l'ombra cardiovascolare decorre in senso api- mo osseo anteriore della terza costa.
co-basale e postero-anteriore, dividendo la trasparenza Il campo superiore corrisponde quasi del tutto al
sovrapposta dei due polmoni in una regione anterosu- lobo superiore e al segmento apicale del lobo inferio-
pcriore o retrosternale e una posteroinferiore o retro- re; il' campo inferiore, invece, riproduce il lobo infe-
cardiaca. L'aorta è di solito ben apprezzabile solo in riore e medio sovrapposti (a sinistra la lingula), con
corrispondenza della porzione istmica perché solo que- l'esclusione del segmento apicale del lobo inferiore: il
sta, nel soggetto normale, sporge dal mediastino toc- lobo inferiore è situato posteriormente, il lobo medio
cando il polmone e creando quindi un contrasto natu- e la lingula anteriormente. Si consideri in proposito
rale. eopacità della vena cava superiore è quanto illustrato in fig. XVI che descrive tridimensio-
le come una banda di velatura che decorre davanti alla nalmente il decorso delle scissure polmonari.
colonna aerea tracheale, parallelamente ad essa. Gli ili L'individuazione radiologica dei segmenti è possi-
sono distintamente visibili. Quello di destra ha l' aspet- bile solo nei casi in cui siano separati dal restante
to di un'opacità ovalare costituita dal ramo destro del- parenchima da scissure soprannumerarie (v. paragrafo
l'arteria polmonare preso d'infilata che si proietta da- XV2.1.5): tuttavia un radiologo esercitato è in grado
vanti alla porzione inferiore della colonna trachee- di orientarsi sulla loro sede in base alla disposizione
, bronchiale; quello di sinistra ha l'aspetto di una gros- topografica dei bronchi segmentari (v. paragrafo
sa wirgolM costituita dal ramo sinistro del!' arteria poi- XV 1.2). Questo orientamento, meglio precisabile
menare che si proietta sopra la trasparenza del bronco mediante TC, è particolarmente utile per localizzare
lobare superiore di sinistra e sotto l'arco aortico. processi a distribuzione segmentaria (infarti, bronco-
l due emidiaframmi sono distintamente riconosci- polmoniti, atelettasie, etc.) o espansivi.
bili: quello di destra completamente; quello di sinistra L'anatomia radiologica topografica dei polmoni è
limitatamente alla porzione posteriore (l'anteriore è molto importante nella pratica diagnostica e il lettore
nascosta dall'opacità del cuore). farà bene ad analizzare con attenzione la figura
Gli archi costali dei due lati si sovrappongono e postagli, nella quale, in proiezione sagittale e laterale,
presentano un tipico decorso obliquo verso il basso e sono riprodotti i confini dei diversi lobi e segmenti,
anteriormente, dalla colonna dorsale verso lo sterno. tratteggiandone le parti sovrapposte (fig. XV8).
Se le brace! a sono tenute bene alzate ali' atto de li'
sunzione del radiogramma, le scapole si proiettano 2.1.4. Considerazioni sui rilievi dinamici
posteriormente senza disturbare la «lettura» del radio- La radioscopia (v. paragrafo XV2.3) è utile per va-
gramma; lo stesso avviene per le teste omerali. lutare la dinamica respiratoria, anche se uguali valuta-
zioni possono talora venire espresse su di una coppia di
2.1.3, Possibilità di valutazione dell'anatomia topo-
radiogrammi toraci ci sagittali, uno in fase di massima
grafica mucroscopica dei polmoni
inspirazione e uno di massima espirazione (fig. XV9) .
. Radio logicamente, nel polmone normale, se non si Le informazioni dinamiche che se ne possono acquisi-
dispone di radiogrammi ortogonali e se le scissure non re hanno il duplice pregio di prestarsi a una valutazione
264
.. .. . 1
pnma e talora apprezzabile _m forn:a dJ tenue opac'
lmeare che segue fedelmente 1! margme superiore
clavicola ed è da!la cute collo presa
lata nel punto m CUI SI onzzontahzza per portarsi n 1·-:·_,_
fossa sopraclaveare (v. fig. XV IO B). Si continua tal:11_a___
medialmente verso l'alto nell'ombra del muscolo stra
nocleidomastoideo. Ambedue queste ombre poss e1\::·
simulare un opacamente patologico de Il 'apice.
2.2.TC
La progressiva evoluzione delle apparecchiature to-
mografiche computerizzate, anche in riferimento alla .
Fig. XV. li, Pseudoscissura azygos. Dettaglio dell'apice e del campo sempre maggiore velocità di ricostruzione delle i
superiore del polmone destro, nel quale si dimostra una sottile opacità
lineare a convessità esterna (frecce curve) dovuta all'accollamento dei magini, ha indotto un significativo aumento de!le ap-<
foglietti p!curici (quattro!) che la vena azygos induce nell'approfon- plicazioni di questa tecnica r6ntgendiagnostica nello:
dirsi ne! parenchima polmonare per alterata migrazione. Quest'ultima studio della patologia polmonare. Sono utilizzate scan-..:
appare dimostrabile in basso come opacità ovalure addossata all'arco sioni dirette e contrastografiche. Il MdC iodato, intro- ·;.-'
cardiaco superiore di destra.
dotto per via e.v., agevola il riconoscimento delle strui:
l'immagine opaca ovalare della vena azygos presa d'in- ture vas ali mediastiniche e ilari e la discriminazione
filata a livello deli 'arco che essa descrive per gettarsi nel- delle lesioni occupanti spazio dei vari compartiment'ì
la vena cava (fig. XVII). Anche nei casi di vena azygos toraci ci (la caratterizzazione di natura della lesione è
in sede normale se ne vede spesso l'immagine ovalare spesso ottenuta proprio grazie alla valutazione del c.e.!).-·
presa d'infilata in corrispondenza dell'angolo trachea-
bronchiale destro: quest'immagine non deve essere scrun-
biata con un linfonodo ingrandito.
D. scissure accessorie:
visibili occasionalmente, sono: la scissura di Devè, che
separa il segmento apicale della piramide basale del
lobo inferiore (nel radiogramma frontale si proietta
subito al di sotto ddla piccola scissura, della quale
ricalca il decorso; in sede corrispondente a sinistra); la
scissura infracardiaca, visibile in pratica solamente a
destra, diretta obliquamente dall'alto in basso e dall'in-
terno all'esterno in stretto rapporto con l'arco cardiaco
inferiore: essa separa il segmento basale mediale dai
rimanenti segmenti della piramide basale.
E. cuscinetto adiposo epipericardico:
nella proiezione laterale, nella quale è spesso riscontra-
bile, assume l'aspetto di un'opacità triangolariforme
tenuemente opaca situata nell'angolo formato dallo
sterno con il cuore (v. fig. XV7); meno comunemente,
è apprezzabile anche in proiezione sagittale nell'angolo
cardiofrenico destro. Fig. XV.l2. False opacità toraciche. Le grosse opacità basali
F. «ombra satellite» della clavicola e ombra dello sterno- deggianti, intense c omogenee (punte di freccia) di
cleidomastoideo: età adulta, altro non sono che protesi ,;l;c,okhoe mcimnccic'
267
dalità di acquisizione delle immagini variano se- razione in modo uniforme poiché si tiduce progressiva-
LenJO le informazwm . . che SJ..mtende ottenere e l, ap- mente la quantità di aria alveolare: l'esame dinamico
d
con ochiatura a d'rsposJzwne.
.. può così venire impiegato per rilevare fenomeni di
pare c «Ìntrappolamento aereO» tipici di alcune patologie (ad
In linea di principio è utile distinguere quattro tecniche esempio la bronchiolite). Le zone più declivi del pol-
mone (a paziente supino, quelle dorsali) contengono
TC convenzional e, ne Ila qua le SI. acqms1scono
.. . smgo-
m . proporzionatamente meno aria rispetto a quelle sopra-
stanti; in alcuni soggetti, in particolare, nelle regioni
. li stati di ap?ea strati multipl! 5-1.0 m_n: di spess.ore,
distanziati d1 l cm,_ estendentiSI dagh. ap1c1 .al_le bas1. declivi si possono osservare bande opache parallele alla
TC ad afta risoluzwne, nella quale SI acqUlSISCOllO CO- marginocosta!e che simulano rilievi patologici (l'inver-
IllC sopra strati multipli di 1-2 mm di spessore, distan-
sione del decubito ne induce la scomparsa e l'eventuale
ziati in maniera in relazio?e alle specifiche pro- formazione sul versante polmonare opposto).
blematiche, con fJitro dr convoluzwne ad alta frequenza
spaziale (per una migliore definizione delle piccole strut- L'impiego della TC nello studio della patologia pol-
ture dell'Interstizio). Questa tecnica è utilmente impie- monare è ampiamente giustificato dai numerosi van-
gata per visualizzare strutture anatomiche fini (scissure, taggi che la tecnica offre. Celevata risoluzione di
setti interlobulari, piccoli bronchi) e le relative patologie trasto consente di visualizzare rilievi anatomici normali
(fig. 13). . .. . . e patologici (soprattutto degli ili e del mediastino!) con
TC spiroidea, nella quale s1 acqmstsce m smgola apnea precisione di gran lunga superiore al radiogramma to-
inspiratoria tutto il volume toracico, con collimazione raci co e alla tomografia convenzionale (v. paragrafo
del fascio eh 5-l Omm e ricostruzione dçlle immagini
XVJ.l). La visione panoramica offerta dalla scansia-
ogni 5 mm. L'acquisizione di strati ancora più sottili (2-
3mm) consente elaborazioni tecniche particolari che ren- ne trasversale consente di evidenziare lesioni colloca-
dono possibile lo studio analitico dei bronchi (((bronco- te in distretti anatomici male esplorabili con il radio-
scopia fig. XV.14) e dei vasi polmonari (an- gramma toracico (regioni parailari, retrocardiache e se-
giopneumografia-TC). ni costodiaframmatici!); essa si rivela inoltre preziosa
TC dinamica e altre tecniche particolari, termine con il nel bilancio d'estensione e nella stadiazione di molte
quale si fa riferimento a un'indagine TC realizzata in affezioni flogistiche e neo plastiche, nonché nella pre-
modo da visualizzare le variazioni cui va incontro il parazione dei piani di trattamento radioterapici. La
parenchima polmonare in momenti respiratori diversi cisione del dettaglio anatomico òttenibile con la TC è
(ad esempio, inspirazione ed espirazione). Essa può utile per identificare e definire semeiologicamente le-
essere realizzata molto semplìcemente ripetendo in suc-
cessione la scansione in corrispondenza della stessa
sioni anche molto piccole (n aduli polmonari periferi-
regione anatomica. Fisiologicamente, il valore densito-
metrico del polmone aumenta dall'inspirazione all'espi-
Fig.XV.l3. Te ad altari-
soluzione del polmone
destro. Si osservi l'ele-
vato dettaglio anatomico
del parcnchima polmo-
nare, nel quale sono ap-
prezzabili: struttllre bron-
chiali vascolar"1 (frecce
curve); la scissura obli-
qua (frecce dritte), la cui Fig. XV.14. Broncoscopia virtuale. L'immagine presentata, ottenuta
dimostrazione consente quale elaborazione di un'indagine TC spiroidea a strato sottile mediante
una delimitazione preci- apposito programma di simulazione 3D <<virtuale)>, evidenzia, in mo-
sa tra lobo medio e infe- do sorprendentcmente corrispondente alJa visione broncoscopica, la
riore; piccole fonnazio- superficie interna del tratto terminale della trachea (tr), la carena (p un·
ni bollose sottopleuriche ta di freccia) e l'origine del bronco principale di sinistra (bs) e di de·
(frecce vuote). stra (bd).
ci, alterazioni fini dell'interstizio, lesioni minimali del- rie tra ventilazione e perfusione (v. paragrafo xv. 2s)_'{:;;
la pleura e del parenchima).
In linea generale, la TC è più sensibile del radio- il inspira·:·.·:
grammo toracico nell'individuazione precoce di nu- mamera forzata e a Clfcolo chmso gas rad10attivi (in g 1\
merose alterazioni patologiche ed è anche più specifi- 133Xe), o sostanze gas-mimetiche (Tecnegas) 0
ca e dotata di più alto valore predittivo (consente, cioè, 99mTc-DTPA in forma di aerosol con di
1
di porre diagnosi di normalità o di esistenza di patolo- sioni sufficientemente piccole da consentirne il dep e.n. :·.
. . l l . p . l' l
ncgl1 spaz1 a veo an. cr una m1g 10re va utazione d li OSI!Q
gia in maniera più affidabile e precisa). Il radiogram-
ma toracico ha ruolo fondamentale, di prima istanza, distribuzione scgmentaria della patologia si acquisis c .
nel riconoscere o almeno nel sospettare l'esistenza di immagini nelle proiezioni anteriore, posteriore e
numerosi tipi di patologia, ma la TC occupa un ruolo scintigrafia è con
e. v. dt macroaggregat1 d1 sJCroalbumma umana marcata c. ·:-;
di assoluto rilievo nel confermarla, nel precisarla sia
99mTc, i quali, a cagione d.el diametro (20-70 J.Lm),
semeiologicamente sia topograficamente, e sovente nel-
zan.o omogenea.mente polmonare iO
l 'identificarla anche in presenza di un radiogramma rag10ne proporzwnale al flusso ematico che lo perfond ·
negativo. L'iniezione è effettuata con paziente seduto o in
eretta sì che la deposizione del radiofarmaco sia assoggetta::
2.3. Radioscopia ta al gradiente per fusorio fisiologico tra apici e basi. ··
L'esigenza di questa tecnica emerge dalla necessità In condizioni normali si ha distribuzione
estemporanea di valutare aspetti non compiutamente del in tutti gli ambiti segmentari pol:_ ·.:
definiti sulla base dei soli rilievi statici. La radiosco- monari. In condizioni di alterata ventilazione 0 peì·:":
pia, dunque, «segue» l 'esame standard radiografico, fusione o di entrambe si osserveranno aspetti lacuna-;
non lo «precede)), anche perché la dose di radiazione ri segmentari (tromboembolia- fig. XV15), aspet{·,
erogata al paziente non è mai trascurabile. Essa, inol- lacunari non segmentari (enfisema; ipertensione
tre, dà un'immagine labile che non lascia traccia e for-
nisce quindi reperti soggettivi ponendo problemi al-
l'atto di successivi controlli nel tempo.
La radioscopia consente di documentare l'escur-
sione inspiratoria ed espiratoria degli emidiaframmi,
la pulsatilità ilare e cardiaca, la presenza di calcifica-
zioni in strutture in movimento (ad esemp.io, le valvo-
le cardiache), presunte false immagini o sovrapposi-
zioni di strutture anatomiche normali simulanti lesio-
ni patologiche, reperti necessitanti di una tangenza
ottimale del fascio di raggi X e quindi di «centraggio
radioscopicm>. Lo studio della motilità diaframmati-
ca, e del resto la stessa acquisizione di alcuni rilievi
dinamici, possono comunque venir realizzati anche
mediante immagini radiografiche seriate nel tempo
(v. fig. XV.9 e paragrafo XV.2.1.4).
ha ruolo di prima istanza nello studio della sospetta destro nel paziente in considerazione!). Nei corrispondenti scintigran;: ·-: . ,.
mi perfusori sono bene evidenti l'assenza di attività radioatt1va
tromboembolia polmonare, nel quale assume partico- mone destro c i difetti multipli con distribuzione di tipo · \O
lare rilievo l'individuazione di discrepanze segmenta- subsegmentario nel polmone sinistro. ·
;:'[:,
269
· . poJmonare), aspetti lacunari eterogenei (bron- zione usuale, ha luogo a sinistra direttamente dall'aorta, a
nosa . . d'ff
, cronica), tpocaptazJOne ( ')
1 usa versamenti . destra da un tronco comune intercostale.
dnte
È utilizzata nei pazienti con emoftoe infrenabile di
z.s.Angioprneumografia origine neoplastica, flogistica o bronchiectasica, spe-
Con il tem1ine di angiopneumografia si intende l'an- cie nei casi in cui l'intervento chirurgico non sia rea-
, avfìa dei vasi polmonari, arteriosi e venosi: in qual- lizzabile o debba venir differito. rembolizzazione dei
gWo1 './' l' , [' ' , rami afferenti al territorio sanguinante risulta general-
che misura, Ja e una vanar:te
d'stale»
1
della cardtoangtografta (v. ftg. XVIIL13). Vte- mente risolutiva (v. figg. XXXIX.2 e 3).
11 realizzata mediante puntura della vena femorale co-
"'une 0 di una vena antecubitale del braccio e cateteri- 2. 7. Ecotomografia
ai del tronco p o1menare ( .
smo r·1a «st-.
nultanea bilaterale>>), del ramo pnnctpale di destra o Trova impiego limitato nello studio della patolo-
sinistra ( o delle loro dira- gia toracica poiché lo scheletro toracico e l'aria poi-
mazioni distali («Superselettlva» ). menare costituiscono un ostacolo invalicabile alla
propagazione degli ultrasuoni. Un'indicazione utile è
costituita dallo studio dcll'«emitorace opaco» per la
Il quantitativo di MdC iodato iniettato è adeguato al possibilità che essa offre di differenziare un versa-
calibro del vaso che si intende esplorare: per l'arteria
mento pleurico massivo (ecostruttura liquida pura) da
monare principale, 30-50 mi in 1-2 secondi; proporzionata-
mente meno per le varianti più selettive. Un'opportuna un'atelettasia totale (ecostruttura solida di tipo paren-
sequenza seriografica rapida o la rOntgencinematografia chimale). Il suo impiego più importante, però, è la
consentiranno di documentare le diramazioni arteriose e il guida delle procedure interventistiche: toracentesi,
successivo ritorno venosa. Può essere realizzata con tecnica drenaggio di versamenti saccati, biopsie di lesioni
tradizionale, ma più comunemente lo è con tecnica digitale pleuriche o polmonari superficiali (fig. XV16).
iv. ftg. VIL6).
3.5. Broncografia
Questa indagine, deputata alla visualizzazione
delle diramazioni bronchiali opacizzate da MdC radi o-
paco, è stata progressivamente abbandonata dopo l 'av-
vento della re ad alta risoluzione e spiroidea (bronco-
scopia virtuale!- v. fig. XV.I4). Il MdC era introdot-
to mediante una sonda fatta pervenire attraverso la tra-
chea e i bronchi nel distretto d'interesse.
Fig. X\·:22. Broncografia unilaterale destra (a sinistra, proiezione FA·
Per lungo tempo sono stati utilizzati MdC iodati oleosi, a destra, proiezione OAS). Le singole diramazioni bronchiali
apprezzabili sino ai rami di terzo ordine. Si osservi l'ostruzione netlu
ma la loro tendenza a permanere negli alveoli e la frequen- di un ramo sottosegmentario postcnorc del lobo Sltperiore (freccia).
te induzione di reazioni granulomatose hanno indotto poi a
sostituirli con MdC idrosolubili resi opportunamente visco- insufficienza ventricolare sinistra), offrendo informa-
si mediante miscclazione con carbossimetilcellulosa sì da zioni preliminari sulla sede delle lesioni (gabbia torà- ·
incrementarne l'adesività nei confronti della mucosa bron- cica, pleura, polmone, mediastino) unitamente a un
chiale e ridurne la tendenza a invadere gli spazi aerei peri-
ferici. Risultati significativi sono stati ottenuti anche con
primo bilancio d'estensione.
l'uso di sospensioni baritate e di polveri di tantalio. Con il solo radiogramma toraci co o con l 'ausilio di
indagini di seconda istanza è spesso possibile formu- .
Il quadro broncografico riproduce fedelmente il lare una diagnosi di natura in base ai rilievi semeiolo·
«calcmì del lume dei bronchi (fig. XV22) evidenzian- gici specifici integrati con le informazioni anamnesti-
doli sino alle diramazioni più fini e rendendo possibi- che, cliniche e laboratoristiche e con il confronto con
le dimostrare, in condizioni patologiche, anomalie di indagini precedenti. Le immagini radiologiche costi-
segmentazione, alterazioni del calibro dalle cui carat- tuiscono inoltre preziosa guida di procedure strumen-
teristiche si possono trarre deduzioni sulla patologia tali (broncologiche, bioptiche, di drenaggio), strumento
che ne è alla base, alterazioni del lume. L'associazione di stadiazione delle lesioni neoplastiche e modalità elet-
della r6ntgencinematografia rende possibile docu- tiva difollow-up dopo terapia chirurgica, radioterapia
mentare eventuali alterazioni della motilità (questo e chemioterapia.
obiettivo è modernamente perseguito mediante re di- Come criterio generale, nel radiogramma toracico ·
namica). assume significato patologico qualsiasi alterazione del·
Nel contesto di questo capitolo si farà ricorso a la densità e/o della moJfologia delle varie strutture.
immagini broncografiche allorquando direttamente Per quanto riguarda la densità, si parla di:
espressive di una semeiotica radiologi ca che di per sé opacità in presenza di lesioni che «addensano» ii' ,:'i
rende meglio comprensibili i moderni rilievi della TC. parenchima riducendone o annullandone la norma·
le radiotrasparenza (le lesioni sono quindi «più bian-· -:
che>> di ciò che le circonda): qualsiasi processo che
4. Semeiotica generale delle malattie pol- Sostituisca l'aria contenuta negli alveoli o aumenti,_·_::.
monari Io spessore dell'interstizio interalveolocapillareè -
responsabile di un' opacità, sia esso costituito da tra-,
Come abbiamo visto, l'esame radiografico costi- :.sudato, essudato, proliferazione cellulare di natura
tuisce di regola l'indagine di prima istanza nello stu- flogistica, neoplastica o altro;
dio del torace: la sua analisi attenta consente di indi- ipertrasparenza in presenza di lesioni che si
viduare patologie organiche (ad esempio, un proces- attraversare dai raggi X in misura maggiore di quel- ;
so espansivo) e funzionali (ad esempio, una ridistri- la del normale parenchima (le lesioni sono più r.a-
buzione verso l'apice del piccolo circolo per iniziale cliotrasparenti, quindi «più nere>> di ciò che le clf-
273
conda): si tratta di processi a contenuto aereo, qua- pleura, del mediastino, del cuore e dei grossi vasi.
li cisti, bolle di enfisema, cavità nel contesto di pro-
cessi addensanti. 4.1. Atelettasia
Vn commento a sé meritano le opacità, le quali possono Con tale termine si fa riferimento alla «riduzione
re dovute a processi che interessano gli alveoli (opacità del volume polmonare» conseguente alla «riduzione
o ? in del contenuto aereo» nei bronchi e negli spazi alveola-
50 Jato) o l'mterstlzw (opaczta mterstmah). Ne1 proccs- ri. La riduzione del contenuto aereo può essere prodotta
sen . . . Ie e aIveo Iare (tlpJCamente,
. carattere misto mtcrstlZla . . I' e- con meccanismi diversi, ma è preferibile riservare il
polmonare solito la componente al- termine di atelettasia a quella forma sostenuta da ostru-
veolare mascJ;era . zione bronchiale con conseguente riassorbimento di
Le opacita parcnch1mah potranno nsultare omogenee o aria (atelettasia da riassorbimento).
disomogenee a seconda che, in loro corrispondenza, il nor- In relazione alla sede dell'ostruzione si potrà ave-
contenuto aereo polmonare sia ridotto re atelettasia di un intero polmone (atelettasia polmo-
a chiazze. Se l'opacità è sostenuta da una semplice
nare), di un lobo (atelettasia lobare) o di un segmento
;dane del contenut? vi sono sempre
?l
associati d1 qu_ah lo $pos_tamento dt (atelettasia segmentaria). È poco realistico scendere
limitanti medtastmJChe, sc1ssurah o d1aframmat1che; ulteriormente nella gerarchia bronchiale perché i segni
dovi è sostituzione del contenuto aereo da parte di clinici e radiografici del relativo coinvolgimento di-
ti che riempiono gli alveoli (ad esempio, essudato infiam- vengono sempre più sfumati.
matorio in un processo infettivo, trasudato ncll' edema pol- Possono essere responsabili dell'ostruzione bron-
]llonare cardiogeno, cellule in alcuni tipi di neoplasia), non chiale: neoplasie vegetanti che riducono il lume sino a
vi èperdita di volume o questa è solo minima, e talvolta v'è ostruirlo; masse che lo comprimono dall'esterno; ci-
addirittura aumento di volume del lobo interessato (ad esem- catrici conseguenti a processi infiammatori; tappi di
pio,nei processi infiammatori con essudazione importante). muco e secreti (broncopatie croniche ostruttive; pa-
Le opac1tà parcnchimali possono avere una distribuzio-
zienti in terapia intensiva); corpi estranei inalati (so-
11e lobare (tipica dei processi atelettasici, ma possibile an-
che in alcune polmoniti), segmentaria (ad esempio, nell'in- prattutto nella prima infanzia!).
farto po!monare), o non segmentaria (broncopolmoniti). Van-
no considerate a parte le opacità rotondeggianti che testi- L'ostruzione del bronco causa un isolamento degli spa-
men- zi respiratori di cui questo è tributario: !'aria in essi conte-
moniano un processo di crescita attorno a un nucleo di par-
rJento tenza (ad esempio, neoplasie e granulomi). nuta viene progressivamente riassorbita sì che il volume pol-
telet- Le opacità possono essere associate a calcificazioni monare diminuisce e il parenchima si addensa. L'ostruzione
rapia (aspetto e posizione delle quali possono indirizzare verso la può essere totale o parziale: in quest'ultimo caso una certa
diagnosi di natura), o a ipertrasparenze (opacità escavate!). quantità d'aria può rimanere intrappolata nel territorio «a
acico · valle» perché riesce a penetrarvi durante l'inspirazione (du-
!!.del· rante la quale il bronco va incontro a una relativa distensio-
Anche le patologie della pleura, dello spazio extra- ne), ma non a fuOriuscire durante l'espirazione (durante la
tture. pleurico e del mediastino sono rappresentate da opa- quale il bronco tende a rimpicciolirsi). In tal uni casi un lo-
cità e trasparenze; poiché però le opacità si sviluppa- bo può essere rifornito di aria da un lobo contiguo quando
no nel contesto di un «medium>> non già radio traspa- la scissura che li separa è incompleta.
rente come il polmone, ma radi opaco, la modalità fon-
damentale della loro manifestazione è la dislocazione Nella fase iniziale, l'atelettasia non sempre si
oche delle limitanti polmonari contigue, con una semeioti- compagna a opacità, sì che i segni indicativi della sua
nenti ca che sarà precisata nei successivi paragrafi. presenza sono quelli apportati dalla riduzione del vo-
Capprofondimento che segue si limiterà alle diverse lume polmonare. In fase avanzata, viceversa, riduzio-
forme di opacità, mentre le ipertrasparenze saranno ne di volume e opacità a delimitazione segmentaria, lo-
c_onsiderate nel contesto delle specifiche malattie che bare o totale sono sempre presenti (fig. XV.23), en-
Sl_manifestano con queste alterazioni (pneumopatie ci- trambe tanto più evidenti quanto più rapidamente av-
S!iche- v. paragrafo XV.l8; processi infiammatori). viene l'ostruzione.
Una valutazione globale della semeiotica toraci ca sarà
possibile al termine dello studio delle diverse Nell'atelettasia lobare la riduzione del volume pol-
ni toraci che, includendo tra queste anche quelle della monare assume radio logicamente aspetti peculiari:
274
'"l
277
Nodulal'i Reticofari
Fig.XV.27. Opacità da riempimento alveolare (v. testo). In A sono ben
individuabili singole opacità acinose c lobulari (frecce). In B il mar- Metastasi Edema interstizialc
gine sinistro cardiaco è mascherato da una opacità da confluenza este- Tubercolosi miliare Collagenosì
sa in superficie, cotonosa, sfumata, alla periferia della quale sono qua Sarcoidosi Asbestosi
elà osservabili singole opacità lobulari. In C (tomogramma frontale Linfomi Fibrosi idiopatica
dd polmone destro) l'albero bronchiale ripieno di aria risalta nel con- Micosi Sarcoidosi.
testo dell'opacità massiva !obare snpcrior·e po\monitica (((bronco- Silicosi
gramma aereo»); parzialmente opacato anche il lobo inferiore.
/;
strie di Kerley» (fig. XV30). Il coinvolgimento dell'i!u . "t
sfizio subpleurico è responsabile dell'aumento dello
sore della limitante opaca marginocostale (con seno
frenico, peraltro, a differenza di_ quanto <::
nel versamento pleunco!). Anche se questl reperti posso ·
venire riconosciuti sul radiogramma toracico, la TC
sente di evidenziarli precocemente, L'ispessimento dell'in
Fig. XV.28. TC ad altari- terstizio intralobulare non è invece riconoscibile come t:!"
soluzione del polmone sul radiogramma del torace, ma può essere identificate
destro in paziente con agevolmente con la TC ad alta risoluzione (fig. XV3!),
quadro radiografico di Le linee di Kerley hrumo aspetti morfologici diversi. L: :· :·
polmone «a vetro smeri-
gliato)). Si dimostrano,
linee A sono intraparenchimali, centrali, continue, di circa ·I ·:;::;
nel contesto del paren- mm di spessore e 3-4 cm di lunghezza, a decorso variabile t<::_:>
chima polmonare, aree corrispondono a tralci di tessuto connettivo (nei quali
focali di ispessimento in- rono linfatici e vene) ispessiti o per presenza di liquido ede-_-:;,·.'
terstiziale (frecce) nelle matoso o essudatizio, o per proliferazione fibrosa, granulo;
quali il decorso delle ma tosa o neoplastica. Le linee E, periferiche, basali, .;i!_;;
strutture broncovascola-
ri non appare alterato. dicolarmente disposte rispetto alla superficie pleurica (eh(:;:;;
costantemente raggiungono), di circa l mm di spessore e
Interstizioptttie reticolarL Sono sostenute da malattie che 2 cm di lunghezza, sono prodotte a seguito
si sviluppano nell'interstizio peribroncovasale e lobulare to, per le stesse cause di cui sopra, dei setti interlobulari. Le<!t!;
diffusamente, spesso in rapporto al coinvolgimento delle linee C, centrali, a intreccio poligonale, non sono altro che
strutture linfatiche (edema cardiogeno in fase iniziale! lin- particolare aspetto proiettivo delle linee B. ;;,:·.
fangite carcinomatosa!). Le pareti dei grossi bronchi e i tes- Interstiziopatie nodulari. Sono sostenute da malattie che Si ,:;y
suti pcribronchiali si ispessiscono e sono meglio riconosci- sviluppano nell'interstizio peribroncovasale e in quello',.,
bili, sia se colti dal fascio di raggi X secondo il maggior as- lobulare sotto forma nodulare (malattie granulomatose!), o:;;;:';
se (strie ((Q binario») sia se colti d'infilata (((cuffie peri- che giungono al polmone attraverso l'albero arterios.q·_!:::.::'.
bronchiali»). Questo reperto è generalmente ben riconosci- (tubercolosi miliare! metastasi!) o, più raramente, l'alberò··:·:·:.
bile nel radiogramma (fig. X\1.298), specie se i bronchi so- bronchiale {silicosi!). Sono apprezzabili noduli multipli, d] '" ·
no eciasici, a meno che non siano ripieni d'essudato in- dimensioni variabili secondo la specifica malattia e la sua··.
fiammatorio, nel qual caso gli elementi bronchiali assumo- fase ev-olutiva e comunque di diametro iriferiore a l cm:::-.
no l'aspetto di opacità nastriformi (W dita di guanto» si- (fig. XV29C), in rapporto più con l'interstizio centrale c· . -:-:·,
milbronchiectasiche. quello perilobulare e subpleurico nelle malattie che predj.-_: · ·
Linee di Kerley. L: interessamento dell'interstizio ligono la via linfatica (sarcoidosi!) e con l'interstizio cen-
fare dà luogo alla comparsa di opacità lineari orizzontali trolobulare nelle malattie che prediligono la via arteriosa
alle basi e reticolari nelle regioni parai/ari dette «linee o (tubercolosi miliare!).
Fig. XV.29. Opacità interstiziali (v. testo). In A: aspetto «a vetro smerigliatm); in 8: aspetto reticolare; in C: aspetto nodulare:
favo d'api» (si associano qua e là linee di Kerley- vedi anche figura XV30).
279
4.7. Calcificazioni
Il riscontro di calcificazioni polmonari può avve-
nire in maniera isolata oppure nel contesto di'un'alte-
razione patologica diversa, ad esempio urr'opacità
rotondeggiante. Nel primo caso, la calcificazione
costituisce spesso l'unica spia residua di una patolo- Fig. XV.41. Microlitiasi alveolare. I campi polmonari, nella loro tota.
gia pregressa; nel secondo essa può risultare elemen- lità, sono occupati da opacità micmnodulari di densità calcal'ea che ,
to importante nell'etichettamento del processo pato- oscurano i contorni cardiaci, ilari c diaframmatici.
logico in cui si colloca. In linea generale, la precipita-
Le calcificazioni linfonodali sono quasi sempre di
zione di sali di calcio ha luogo nel contesto· di tessuti riscontro accidentale: amorfe, a distribuzione irregolare,
degenerati e necrotici: il significato che essa assume nella tubercolosi; tipicamente «a guscio d'uov0>1 nella sili-
è dunque quello di evento «distroficml. cosi (v. fig. XV87). Più rare le calcificazioni istoplasmosi-
che, sarcoidosiche, linfomatose.
Le calcificazioni parenchimali isolate sono ih genere Calcificazioni pleuric!te vistose, la cosiddetta «pachi-
l'esito di un processo granulomatoso (la tubercoldsi ne è il pleuritc calcifica» (fig. XV42), segnano spesso l'esito di
principale produttore!). Trattasi per lo più di piccole opacità un pregresso emotorace, piotorace, versamento specifico 0
calcaree senza evidente predilezione di sede. L' eseinpio più asbestosico. Queste calcificazioni, per lo più a placche
comune è forse il focolaio di Ghon del complesso Primario multiple estese a gran parte della superficie pleurica, talo-
(al quale, per lo più si associa una calcificazioneliilfonoda-
le ilare o mediastinica -v. fig. XV 57). Quando osservate nel
contesto di un'opacità solitaria «a moneta», come più sopra
ricordato, ne semplificano l'inquadramento nosografico at-
traverso l'assunzione di aspetti morfologici tipici (calcifi-
cazioni «laminate» nei granulomi, «a pop conm negli amar-
tomi, etc.). Si ricordi, tuttavia, che calcificazioni circOscrit-
te possono trovarsi anche in lesioni maligne (carcinomi in-
sorti in prossimità di cicatrici calcifiche; metflstasi da osteo-
sarcomi e condrosarcomi; carcinomi papillari tiroidci o pri-
mitivi polmonari).
L'elenco delle affezioni nelle quali è frequente il. riscon-
tro di calcificazioni parenc!timali diffuse è piuttosto vasto.
Aspetto assolutamente tipico assumono quelle puntiformi
della microlitiasi alveolare (fig. XV41). In situazioni di iper-
tensione atriale sinistra (la stenosi mitralica è la più comu-
ne) si può avere calcificazione (e talora addirittura ossifica-
zione!) di raccolte trasudatizie pregresse endoacinari (da di-
stinguere dalla cmosiderosi). Situazioni di frequente riscOntro
sono anche la silicosi, la tubercolosi, l'istoplasmosi. Alcu-
ne polmoniti possono dare calcificazioni parenchimali dif-
fuse, ad esempio la polmonite da varicella. E ancora, situa-
zioni di ipercalcemia (nefropatie croniche con iperparati- Fig. XV.42. Pachipleurite calcifica: le placche calcifichc, intcr:ssanti
roidismo secondario; mielomatosi diffusa; emodialisi pe- bilateralmente la plcura viscerale, si proiettano, con una certa simme-
riodica di mantenimento, a cagione dell'alcalosi). tria, nei campi polmonari superiori.
285
to ordine) dà luogo alla formazione di cisti broncogene e pure rudimentale) nel lato affetto. La broncografia con :
bronchiectasie cistiche in forma più o meno diffusa. L'iper- te costantemente di differenziare le tre forme
segmentazione bronchiale dà origine alla formazione di seg- dentificazione del grado di iposviluppo bronchiale (f 1':.:-;·
menti polmonari soprannumerari {iperplasia). Lo sviluppo XV.45B). L'angiopneumografia può essere impiegata qt1Jg. _.,
di segmenti polmonari in forma completamente separata dal- do _sussistano di d1_agnosi diffe:enziale con l'me r:;: . . ,:
l'albero bronchiale e vasale polmonare dà origine al cosid- tasm totale, le bronch1ectas1e con associato collasso poi · · ·
detto sequestro. Sono note forme congenite di atresia bron- nare, il fibrotorace: nell'agenesia e nell'aplasia non v'l:mo. ·
chhlle (con normale sviluppo dei bronchi a valle) e forme scarso
congenite dì enfiserna lobare. ch1ma eSlStente e morato da vas1 polmonan rudimentar
Le malformazioni vascolari del polmone di maggiore in- anche da è l:
teresse sono: la sindrome del polmone ipogenetico, il ritor- tre 1mportante per mdlVlduare eventuali cardiOpatie associa.
no venosa polmonare anomalo, l' agenesia di un 'arteria pol- te (soprattutto nell'agenesia polmonare destra).
monare, l'origine anomala destra del/ 'arteria polmonare si-
nistra, !a fistola artero-venosa polmonare. Alcune di queste lpoplasia polmonare lobare o segmentaria. Ha
malformazioni costituiscono oggetto di interesse cardiochi- to radio logico diverso a seconda della sua entità e gravità
rurgico. Nelle forme più estese il radiogramma toracico mostra
quadro simile a quello dell'ipoplasia totale: nel contestO
Agenesia, aplasia e ipoplasit1 totale unilaterali. Posso- dell'opacità creata dalla dislocazione del mediastino e del
no essere talmente povere di sintomi da consentire la loro in- cuore possono però osservarsi zone aereate più o meno ·
dividuazione solo in età adulta. La mortalità infantile è co- estese; con il tempo, il parenchima residuo va incontro a
munque elevata sia a causa della frequente coesistenza di al- iperinflazione compensatoria, sì che il volume del polmo- ' '
tre malformazioni, sia per l'aumentata suscettibilità alle in- ne interessato, diffusamente ipertrasparente, può apparite
fezioni del polmone malformato. Nelle forme non compli- normale. Nelle forme più limitate, il quadro radiologic((Li
cate la sintomatologia clinica, quando presente, è dominata assume aspetti meno univoci (fig. XV.46): il polmone può-:>:,
da un di stress respiratorio, con dispnea e cianosi, in genere essere nonnoespanso; il med1astino è in sede; l'emidia: · ."ì'
proporzionale alla perdita di volume polmonare e al conse- fl·amma può essere alquanto risalito; il margine cardiaCo:·.: f
guente grado di diminuita ossigenazione ematica. Il radio- può essere sfumato. Nel radiogramma toracico laterale
gramma toracico (fig. XV45A) mostra l'opacamento del- apprezzabile, tuttavia, un rilievo di un certo interesse:·è\:·;;.:
l'emitorace interessato per la dislocazione in esso del me- presente una banda opaca longitudinale retrosternale
diastino e del cuore; nel contesto di tale opacamento risalta ta al tessuto connettivo extrapleurico che occupa
la parte erniata del polmone controlaterale (iperespanso per degli spazi toracici resisi disponibili stante la presenza
compenso); asimmetria dello scheletro toracico è per lo più un polmone congenitamente più piccolo della norma.
presente solo in età adulta (caratteristicamente interessa so-
lo le coste prossimali, a differenza dell'<<emitorace piccolo» Sequestro polmonare. Tràttasi di àffezione congel;\'tt}i(ì
da causa acquisita nel quale sono invece tipicamente ristret- caratterizzata dallo sviluppo in forma completamente ind_i:_;;J;):
ti gli ultimi spazi intercostali, tanto da far ritenere questo un pendente dall'albero bronchiale e dal circolo arterioso
fondamentale segno di differenziazione tra le due forme). La monare di un intero lobo polmonare o di parte di esso (iq:I\{
TC consente di dimostrare in maniera efficiente l'anatomia genere il segmento posterobasale), contenuto nel
vascolare e bronchiale, riconoscendo ]'«estensione» delle di- della pleura viscerale del polmone interessato .
ramazioni vascolobronchiali e la presenza di parenchima (sia intralobare), o provvisto di pleura propria (sequestro
;'\;""
. ,-K,·:
j
287
lohare), nel qual caso può a volte Jocalizzarsi al di sotto del ro bronchiale inducono lo svuotamento parziale con pene-
polmone o al di sotto del diaframma. trazione di aria e la comparsa di livello idroaereo, ponendo
siro intralobarc e Irrorato da un ramo anomalo ongmante l'esigenza di una differenziazione da una cisti infetta, da un
dall'aorta e drena nelle vene polmonari; il sequestro extra- ascesso, da una cavità bronchiectasica, Vangio-TC può
ha vascolarìzzazione completamente sistemica. consentire contemporaneamente la dimostrazione del
Nelle forme non complicate il radiogramma toracico evi- sequestro e del vaso anomalo, ma l'aortografia è conside-
una opacità rotondeggiante, a margini netti e rego- rata indispensabile per la diagnosi (fig. XV47). Il sequestro
lori, per lo più nascosta dietro l'ombra cardiaca, talora in extralobare è di più difficile individuazione in caso di loca-
connessione attraverso un largo peduncolo con il mediasti- lizzazione sottodiaframmatica (TC e angiografia'.).
nòposteriore. i;infezione e l'eventuale apertura nell'albe-
Sindrome del polmone ipogenetico. V'è ipoplasia del-
l'arteria polmonare destra e del polmone destro (che è irro-
rato da arterie sistemiche e drena nella vena cava inferiore
attraverso un ramo venoso anomalo). Si associano malfor-
mazioni dell'albero bronchiale destro e destrocardia (e
talora malformazioni cardiache di maggior peso). Il radio-
gramma toracico consente un valido orientamento dia-
gnostico: il polmone destro è ridotto di volume; l'ilo corri-
spondente è piccolo; il disegno polmonarc ha distribuzione
alquanto irregolare; il ramo venosa anomalo è spesso
dimostrabile sotto forma di opacità tenue, arciforme, che
costeggia la marginale destra cardiaca e si perde all'altez-
za del diaframma, evocando visivamente l'immagine di
una «scimitarnm. TC e angiopneumografia sono comun-
que indispensabili per un etichettamento nosografico com-
pleto.
Convessità rivolta verso il parenchima polmonare. Una carat- senta in forma unica o multipla, e spesso (40-60% dei ca .
terizzazione più precisa del\ 'anomalia può essere. ottenuta con quale componente della malattia di Rendu-Osler (tele Sl)
la re, ma generalmente solo l'angiopneumografia è diri- gectasia emorragica ereditaria) nella quale le
mente a fini diagnostici. Nella forma parziale, che interessa ni artero-vencse, ubiquitarie, interessano anche cutelo-
un solo polmone, il drenaggio venosa di tutto Q di parte del mucose. Il radiogramma toracico mostra un'opacità lob:
polmone ha luogo, attraverso uno o più rami venosi, nel cir- lata, situata per lo più nelle parti medio inferiori del pohnu.
colo sistemico: i due polmoni hanno pertanto emodinamica ne, collegata all'ilo da un peduncolo vascolare (che
diversa (a meno che non vi sia comunicazione interatriale). I tra non è sempre agevole identificare). Arterie e vene son
rami venosi anomali possono essere riconoscibili nel radio- distinguibili tra loro in quanto la prima si collega all'ilo
gramma toracico, ma di norma solo l'angiopneumografia mentre la seconda si connette con l'atrio sinistro. La
consente la caratterizzazione precisa della malformazione. ra vascolare dell'opacità può essere agevolmente dimostra-
ta dall'angio-TC (la quale dovrebbe sempre essere esegni-
Interruzione prossima/e dell'arteria polmonare destra di proceder: a bi.opsia di una, polmonare!).
o sinistra. Manca il tratto iniziale dell'arteria polmonare L angl()pneumografm (f1g. XV.48) e md1spensabile nei
destra o sinistra, ma di norma sono presenti le ·diramazioni pazienti per i quali si prospetta l'intervento chirurgico 0 il
intrapolmonari. Il polmone è irrorato dalle atieric bron- trattamento endovascolare di embolizzazione: si esplore:
chiali marcatamente ipertrofiche, oppure da rami anomali ranno attentamente entrambi i polmoni allo scopo di evi-
che originano a destra dall'aorta ascendente, dall'arco aor- denziare eventuali altre comunicazioni artero-venose.
tico, dal tronco anonimo, a sinistra dall'aorta discendente,
dal tronco anonimo, dall'arteria succlavia. Quando l'age- Assenza congenita del pericardio. Può essere comple-
nesia interessa l'arteria polmonare sinistra si associano con ta o parziale (quest'ultima forma, più frequente, è caratte·
grande frequenza anomalie cardiovascolari (tetralogia di risticamente sinistra). Nell'assenza parziale il radiogram.
Fallot; comunicazione intcratriale). Il radiogramma tora- ma toracico (fig. XV.49) mostra un'insolito profilo cardia.
cico evidenzia la marcata riduzione del volume polmonare co con accentuata convessità dell'arteria polmonare e del
dal lato interessato (verso il quale è ampiamente erniato il ventricolo sinistro, e una banda di radiotrasparenza tra arco
polmone controlaterale); il disegno polmonare è ridotto aortico e arteria polmonare e tra la base del cuore e l'emi-
(controlaterahnente v'è iperafflusso); nel complesso è pre- diaframma sinistro, dovute al parenchima polmonarC
sente un quadro di polmone ipertrasparente uriilaterale (da
differenziare dalla sindrome di Swyer-James e dall'enfise-
ma ostruttivo unilaterale). La scintigrafia polmonare
dimostra l'assenza di perfusione e la normale ventilazione
(nella sindrome di Swyer-James si ha marcata riduzione di
entrambe). I.:angiocardiografia è ritenuta indispensabile
per una valutazione diagnostica complessiva (assenza del-
l'arteria polmonare; cardiopatia malformativil. associata),
ma una dimostrazione ininvasiva può essere spesso effet-
tuata mediante TC c RM.
Fistola artero-venosa del polmone. È una malforma- Fig. XV.48. Fistola artcro-vcnosa dd polmone. L'arte1·iografia
zione congenita del circolo polmonare nella quale si crea nare selettiva, effettuata a complemento dell'angiopneumogra P·
una diretta comunicazione tra arterie e vene polmonari. consente di individuare simultaneamente il ramo arterioso a!Te1enlc · .;
Quando questa è importante può comparire cianosi. Si pre- (A), la fistola aneurismatica (t) e il ramo venoso efferente (V). ,
289
mp!e- aereato che si insinua tra queste strutture per l'assenza del
lratte· Per identico i! cuore spostato 6. Processi infiammatori acuti
verso smJstra e ancora pm lo d1venta nel radwgramma
ardia· a.1sunto in decubito laterale sinistro. Nei radiogrammi in
e del decubito laterale destro e sinistro si possono bene eviden- Alcune considerazioni introduttive consentiranno di
ziare le variazioni di forma e la mobilità del fascio cardio- meglio comprendere la problematica radiologica:
vascolare. Reperti significativi possono essere ottenuti con dopo l'avvento dell'era antibiotica è nettamente dimi-
laTCc laRM. nuita la frequenza delle polmoniti batteriche in raffron-
to alle polmoniti da virus e micoplasmi;
Cisti bronchiali congenite. Si ritiene rappresentino nel contesto delle polmoniti batteriche, il diplococco,
porzioni localizzate dell'albero tracheobronchiale che si responsabile della classica «polmonite franca lobare»,
separano dmante lo sviluppo delle ramificazioni. Sono in interviene in ragione sempre minore relativamente ad
genere unicl1e, a parete sottile, grossolanamente sferiche, altri batteri aerobi gram-positivi (strepto- e stafilococ-
ripiene di liquido sieroso o mucinoso, non comunicanti con co) e gram-negativi (klebsie!la, pseudomonas, E. coli);
l'albero tracheobronchiale a meno che si infettino. Sono la percentuale di polmoniti da gram-negativi è del 20%
caratteristicamente rivestite da epitelio di tipo respiratorio; e addirittura de130-40% nei soggetti ospedalizzati;
la parete contiene cartilagine e tralci di tessuto muscolare e i quadri radiologi ci osservabili consentono in genere di
fibroso. individuare la presenza del processo infiammatorio acu-
to (spesso anche in pazienti nei quali la semeiotica cli-
Bronchiectasie congenite. Sono molto più rare di quel- nica è muta), caratterizzarne l 'aspetto generale (opacità
le acquisite c derivano da incompleta ramificazione del- alveolare omogenea pneumonitica, opacità multiple lo-
l'albero tracheobronchia!e (costituendo un difetto anatomi- bulari broncopneumonitiche, opacità interstiziali) e l'e-
co di sviluppo del quarto ordine). Spesso si associano epi- stensione, ma raramente forniscono sicure indicaziOni
sodi infettivi. eziologiche: la diagnosi compiuta poggia sull'insieme
dei rilievi clinici, laboratoristici c radiologici;
Malformazione Consiste in una in linea generale è possibile affermare che le polmoniti
massa di tessuto po!monare disorganizzato contenente for- batteriche determinano prevalentemente opacità alveo-
mazioni cistiche grossolane. L'eziologia è sconosciuta lari e le polmoniti atipiche prevalentemente opacilà
(amartoma? arresto di sviluppo?). Radiologicamente si
ifi!erstizia/i.
osservano voluminose formazioni ipertrasparenti distribui-
te nel contesto di un'area irregolarmente radi opaca. Il pol- Compito dello studio «per immagini» è: verificare
mone interessato è iperespanso e il mediastino dislocato
l 'ipotesi clinica di processo infiammatorio polmonare
tontrolateralmente. Se le cisti contengono liquido e aria
sono presenti livelli idroaerei. Frequenti le infezioni, che a identificando l 'alterazione; contribuire alla definizio-
l'oit.e portano alla scoperta della malformazione in adulti ne della prognosi monitorandone il decorso dopo op-
altnmenti asintomatici. Può essere difficile la diagnosi dif- portuna terapia; identificare le possibili complicanze.
290 J*l
Capitolo x;>t;W
r <1-:''*
•'i
Generalmente il radiogramma toracico nelle due di volume del lobo affetto con aspetto ((bombato>> d l·!<
proiezioni ortogonali è sufficiente agli scopi e solo in le scissure. La componente cellulare abbondante,
casi particolari è necessario il ricorso alla TC. sponsabile della necrosi e della formazione di ase
. h . cess1
st'ultima indagine è impiegata con successo per guida- (f alla gangrena c e cav1tano con :,;-:,
re un prelievo della lesione infiammatoria a fini diana- sJ.bile rot.tura nella cav1ta pleunca e formazione di eni>::<·
lisi microbiologica nel caso in cui non sia stato possi- pwma,pwpneumotorace efistole broncopleuriche (f :·
bile isolare un agente eziologico dall'espettorato o dal XV. 51). lg.
bronco lavaggio. Le broncopolmoniti sono sostenute da germi la c · <;:
azione si manifesta inizialmente a livello della muc :.·
Nella polmonite da pneumococco, o polmonite sa bronchiale. Sono quindi apprezzabili radiografico ___ .
franca lo bare, il batterio giunge e si moltiplica a livel- mente opacità alveolari multiple <<a chiazze» con ·'
lo alveolare, ove dà luogo alla produzione di abbon- multa neo interstizio pe1{-';
dante edema con scarsa reazione cellulare; l'essudato bronchiale (f1g. XV.52). Il comvolg1mento dei bronchi .
può così passare velocemente da un alveolo all'altro mduce una certa tendenza alla distribuzione segme,;:<·;:
diffondendosi nel parenchima attraverso le comunica- tar i a e talora anche una riduzione di volume del di--/
zioni interalveolari fino ai confini scissurali e tradu- stretto interessato su base ostruttiva. ,.
cendosi radiograficamente in un'opacità omogenea a Nella broncopolmonite da stafilococco aureo si Jlit
estensione lobare (fig. XV.50). Nel contesto di questa produzione di scarso essudato con abbondante campo:.
è sempre apprezzabile il broncogramma aereo (v. fig.
XV.27C): questo segno, insieme all'assenza di
zione di volume, consente una differenziazione dal-
l'atelettasia lobare, mentre la differenziazione dalla
lobi te tubercolare poggia, induttivamente, sul criterio -,......,,
della mancata presenza di lesioni cavitarie nel
sto dell'opacità (che sono praticamente la norma in Fig. XV,51. Ascesso
un processo specifico che abbia raggiunto estensione narc in corso di polmonilcd8 :':"·
klebsiella. La TC del polnW2;:
lobare). ne destro evidenzia
La polmonite da klebsiella presenta in comune con sità parenchimalc con bror).'.
la polmonite da pneumococco la formazione e diffu- cogramma aereo ela sua
vazione (freccia vuota), il 1'Cf;::.:...
sione rapida centrifuga del! 'essudato alveolare: questo samento plcurico e il passag·.'.i.'
è, peraltro, più abbondante e può provocare aumento gio di aria in cavità plcurk_:i·, .,
(freccia piena) a di fi.-.:'/
stola broncoplcurica. ··
·:::;:;.<:;
,,.... {'-
,;;}
', :_-; .. :.\-(
Fig. xv.s2. Bronc,?;,;'::
polmonite.
basali destre,
lari, multiple;
fluenti, con aspetto n.:,:{"
sultante
Fig. XV.SO. Polmonite sub!obare. I.:opacità omogenea, a de!imitazio· La lesione bronc,o __ ,
ne scissurale, interessa la parte più esterna del lobo superiore destro; pneumonitica
i contorni sono sfumati sul versante interno; nella sua parte infcro- sava il segmento P0 >·i·
mediale è bene apprezz..1bilc il «broncogramma aerem>. sterobasale. .,,
291
ncnte cellulare che induce la comparsa sul radiogram- si irradiano verso la periferia con manicotti di ispessi-
ma toracico di focolai lobulari multipli. La liberazione mento peribronchiale e simultaneo slargamento adeno-
di enzimi e tossine che danneggiano la mucosa di bron- patico ilare; <<lobitiche>>, nelle quali ali' opacamente
chi ebronchioli dà luogo alla formazione di ascessi, dai sivo, per lo più dello bo superiore, si associa una certa
quali, con particolare frequenza nei bambini, residua- riduzione di volume a carattere atelettasico espressiva
nolesioni similcistiche (pneumatoceli) a pareti più re- della simultanea compromissione bronchiale; <<a opa-
golari e sottili delle caverne tubercolari e prive di bron- cità omogenea, rotondeggiante, densa, similneoplasti-
codi drenaggio (fig. XV53). Ca>> (variante, questa, peraltro molto rara).
Nella polmonite interstiziale, tipicamente da virus In tutte le forme considerate la risoluzione può
emìcoplasmi, edema e infiltrato cellulare interessano essere completa. Ciò è vero soprattutto per quelle
prevalentemente l'interstizio oltre che gli alveoli. Que- forme alveolari nelle quali la componente cellulare (e
ste forme presentano pertanto un certo polimorfismo quindi la produzione di enzimi) è scarsa e il danno
: mò1fologico con opacità di aspetto reticolonodulare, e, tessutale nullo; laddove, viceversa, la componente
soprattutto nelle fasi iniziali, opaci(à alveolari multiple cellulare è importante (stafilococchi, gram-negativi),
:(fig. XV.54). Ne sono descritte varianti «ilifughe», che il danno arrecato alle strutture broncoalveolari com-
porta esiti cicatriziali di tipo f1brotico (meno eviden-
ti, comunque, di quanto non si abbia nei processi
tubercolari).
7. Sindromi da immunodeficienza
I normali meccanismi di difesa dell'apparato respirato-
rio (immunità umorale e cellulomediata, granulociti,
macrofagi) possono essere compromessi sia da condizioni
morbose congenite o acquisite (come l'AIDS), sia dall'a-
zione di farmaci (antiblastici, corticosteroidei, immuno-
soppressivi), utilizzati nella terapia di neoplasie, flogosi
croniche, malattie del collageno e nella prevenzione del
rigetto dei trapianti, sia da condizioni peculiari quali la
severa malnutrizione con ipoproteinemia e conseguente
compromissione dell'immunità cellulomediata, l'età avan-
X\'.54. Polmonite atipica virale. Opacità «a vetro smerigliato», zata, in cui si ha declino della funzione immunitaria, le
m .\0\•mpposta una componente alveolare sfumata, interessante
terapie antibiotiche prolungate, in particolare nei soggetti
1:ona parte del campo polmonare inferiore sinistro. Coesiste tenue
'r><1Jncnto plcunco occupante l'angolo costofrenico esterno. ospedalizzati.
292
>_:::;;:
La compromissione dei meccanismi di difesa compor- precoci, nelle quali il radiogramma toracico è n "::.·.;t
ta una maggiore suscettibilità ai comuni ageflti patogeni (le vo, la diagnosi è resa possibile dalla TC ad alta
polmoniti da pneumococco e stafilococco, ad esempio, .
luz10ne, mo lto sensi'b'l1 e nel n'l evare f'mi segni ,"'"·
--··,i,,.
sono molto più frequenti nei soggetti defedati od ospeda- · · l'1 e d'1 comvo
· lg1mento
· 111101
stlZla alveo lare, e dalla se· ·.,:.:.··:
lizzati), ma, ciò che è più grave, trasforma normali sapro- grafia con 61 Ga-citrato, molto sensibile e rel
fiti e agenti scarsamente virulenti in temibili produttori di mente specifica in presenza di una ipercaptaziona !d'v.a.__ ·_'.·
infezioni spesso incontrollabili.
fusa .a l1.e, l' a:nb'.1to po l monare. Una e tf,
La grave forma invasiva dell'aspergillosi (v. pa- ra dmgnos1 ezwlog1ca nch1ede peraltro il Javag ·, .
broncoalveolare e talvolta la broncoscopia c'on
ragrafo XV. l l) si manifesta solo nei pazienti im- .
psm. -:·.'-':·
munedepressi coinvolgendo apparato respiratorio,
tubo digemnte, cervello, fegato, reni e cu.ore. A livello da AIDS sono inoltre frC:::t
polmonare le manifestazioni radiologiche possono quent1le vtrah cytomegaloi;i;·
assumere aspetti diversi: broncopolmonite con aree di rus (che d'l tipo
tubercolosi, le mfezwm da nucobatteri atipici (p·.,·
addensamento parenchimale «a chiazze!> che possono
frequentemente 1'l myco hactenum . avium intracellula:'" ·
confluire e ascessualizzare; infarto emorragico con
re) e le micosi (forma saprofitica e, più raramente;
opacità rotondeggianti singole o multiple tendenti a
cavitare o con aree di addensamento a forma di
gol o con base sulla pleura (da occlusione di piccole
arterie da parte di ammassi di ife fungine).
In soggetti debilitati e immunodepressi la candida
albicans (v. paragrafo XV. l l), normale saprofita del
tubo digerente, della cute e delle mucose, può
plicarsi abnonnemente e causare gravi infezioni
monari: si osserva più spesso un quadro di
menti parenchimali «a chiazze», diffusi, con tendenza
a confluire.
Nelle leucemie e nei linfomi, sia primitivamente
che in relazione alla terapia, è notevolmente
to il rischio di infezione polmonare (v. paragrafo XV33). Fig. XV.55. Polmonite da pneumocystis carinii in P"ieotc ""Ail)S
Alcune considerazioni particolari meritano le conclamato. Nel contesto del polmone destro si
nifestazioni polmonari dell'AIDS. samcnt9 parcnchimalc <<a chiazze>> su un fondo di ootico•l"i<mo g<<ei
solana,.espressione di trasformazione cistica
narL Coesiste a sinistra un quadro di iotc<·"i'iop;<lio.<etiwlo"od<<lo!'
La sindrome da immunodeficienza acquisita è la
festazione più grave dell'infezione da HIV. Nell'AIDS è invasiVa dell'aspergillosi; candidasi; istoplasmosi).
compromessa principalmente l'immunità cellulomediata.
Più del 50% dci soggetti affetti presenta lesioni toracichc
all'esordio o nel corso della malattia. Il polmone è partico-
larmente esposto alle infezioni opportunistiche causate da 8. Tubercolosi polmonare
·.
saprofiti delle vie aeree e dell'orofaringe o da agenti nor-
malmente non virulenti. Merita a tutt'oggi attenta considerazione radiolo;;:.
gica, in forma separata dagli altri processi
L infezione più comune è la polmonite da tori del polmone, per la presenza di quadri
mocistis carinii, che si osserva in più della metà dei mente definibili «specifici>! negli aspetti e
pazienti affetti da AIDS. Nel radiogramma toracico zione (si pensi, ad esempio, alla
(fig. XV 55) il quadro evolve progressivamente daini- condizionati dalla peculiare reattività
ziali opacità interstiziali reticolari o reticolonodulari le dell'organismo acquisita su base
prevalenti nelle regioni parailari e basali, al diffuso e tubercolosi polmonare entra in pratica nella
drammatico coinvolgimento degli spazi aerei alveo differenziale della quasi totalità del!e
ri con addensamenti «a chiazze» simili a quelli del- polmone. La sua incidenza ha riassunto
l'edema polmonare non cardiogeno. Nelle fasi più nell'ultimo decennio in correlazione al
;>Ni
,:-»
293
. dl' AIDS e presenza di. un flusso migratorio da zione reattiva iperergica, ha rapida evoluzione ed è spes-
d . i dove e tuttora endemica. so sovrapponibile dal punto di vista radio logico a una
.regiDn polmonite o ad una atelettasia: la disponibilità di pre-
cisi dati clinici è fattore indispensabile per una corret-
S.l· Ciclo primario
ta diagnosi.
La classica doppia localizzazione, polmonare e L'adenopatia ilare, quando non associata alla carat-
, 0nodale, dell'infezione tubercolare primaria (com- teristica localizzazione parenchimale, richiama molte
h? 0 primario) determina (fig. XV.56): una opacità affezioni, la diagnosi differenziale delle quali è più pro-
P circoscritta di tipo alveolare a contorni blema clinico che non radiologi co (!infami; sarcoido-
sfumati (trattasi di una piccola polmonite caseo- si; adenopatie infiammatorie batteriche, virali, mico-
caratteristiche essudative limitate); ingrandì- tichc). ·
somel110 e deformazione
:J' . •
dell'ilo omolaterale
.
per la. com-. Il complesso primario va normalmente incontro a
rsa di opac1ta omogenee, mass1ve, a contorm nett1, guarigione spontanea: possono residuarne quale esito
pa dulati o policiclici, dovute all'adenopatia consen- (fig. XV.57) piccole opacità calcaree ilari legate alla
Quest'ultimo radiologico più calcificazione delle adenopatie (e meno comunemente
tipico e costante de.lla pnma mfezwne una opacità analoga parenchimale legata alla calcifica-
sendo la localizzazwne polmonare spesso poco zione del focolaio di Ghon). Nonostante questa beni-
le, sia per la scarsa entità dell' sia la gnità evolutiva del complesso primario, sono note mol-
reoressione molto precoce. In cas1 del tutto te possibili evoluzioni sfavorevoli e complicazioni:
li in piena fase di acuzie (che solitamente pas-
. inosservata), è possibile l'osservazione di sottili strie cavitazione della localizzazione polmonare con for-
· Ì!!lerstiziali che collegano la localizzazione polmona- mazione della cosiddetta «caverna primaria)>, im-
re aquella ilare (espressive della linfoangioite). magine ipertrasparente rotondeggiante, isolata, de-
L'eventuale presenza di una reazione essudativa limitata da un cercine sottile con note essudative
circostanti. Da questa caverna può diffondere nei
indefiniti i contorni della bronchi materiale bacillifero con conseguente in-
lei e può determinare la comparsa
opacità sfumate che si irradiano verso la peri- sorgenza di broncopolmoniti multiple specifiche;
volte lungo le scissure: questa <(reazione
vrimaria!! o <<epitubercolosi» può assumere
di una vasta opacità alveolare invadente an-
intero lobo. L'epitubercolosi, tipica manifesta-
monile desquamativa interstiziale, nella quale la com- lo liquido (ben apprezzabile se il radiogramma
ponente desquamativa alveolare prevale su quella fi- guito in stazione eretta- fig. XV.68).
brotica interstiziale e la prognosi è meno grave della della cavità possono essere regolari o avere
precedente; la polmonite linfocitarìa interstiziale, nel- mamme !lonato per la presenza di residui di
la quale l'infiltrazione polmonare è prevalentemente rulento non eliminato: questo aspetto è '"""""meno
costituita da linfociti, può presentarsi anche in forma vistoso di quanto non si abbia nei tumori periferici 1
localizzata («pseudolinfoma polmonare») ed evolvere cavitazione neoplastica, inoltre, è quasi sempre
anche in un vero e proprio !infama. tiica). L'ascesso può complicare una neoplasia perife.
Radiologicamente, nella fase dell'alveolite si os- rica massiva (cancro-ascesso) e i vari criteri (contorn·
serva un aspetto «a vetro smerigliato>>, spesso rnisco- sfumati ne Il' ascesso e netti nel tumore; cavità t
nosciuto nel radiogramma toraci co ma sempre ben ap- nell'ascesso e periferica nel tumore; entità delle mam-,
prezzabile con la TC ad alta risoluzione (v. fig. XV:28). mellonature) si sovrappongono in quadri complessi.
Nella fase fibrotica compare un aspetto «a favo d'api>> Come tutte le manifestazioni cicatriziali, anche la gua-
con disposizione tipicamente mantellare. Nelle fasi evo- rigione dell'ascesso comporta re trazioni, deformazio-
lute, il radiogramma toracico mostra campi polmona- ni, stiramenti, lacerazioni, bronchiectasie. Queste ulti-
ri ipoespansi, analogamente a quanto avviene in altre me, in particolare, non mancano mai nei quadri a di-
patologie fibrosanti: la diagnosi differenziale può es- stanza postascessuali.
sere possibile su base clinicoradiologica, ma talora ri-
chiede indagini bronco logiche o la biopsia polmonare.
11. Micosi
l O. Ascesso polmonare Sono affezioni sempre più frequenti, in c-···-·••w ,,
1
re come complicanza in pazienti defedati e
Alcune forme pneumonitiche in cui si ha elevata depressi. Il quadro radiologico è spesso aspecifico .
componente cellulare dell'essudato e quindi necrosi
tessuta! e (polmonite da stafilococchi e da gram nega-
tivi!) hanno peculiare tendenza alla formazione di
ascessi.
Quando un'opacità broncopneumonitica si asces-
sualizza, il nucleo centrale diviene più denso e omoge-
neo (ma pur sempre con i caratteristici contorni sfu-
mati). Quando poi l 'ascesso si apre ne li 'albero respi-
ratorio, compare all'interno dell'opacità una cavità qua-
si sempre centrale e molto spesso contenente un livel-
agi ci rattere di persistenza dell'ordine di settimane delle opa- logiche diverse all'aspergillus fumigatus. Questa affe-
i dif. cità (che cedono, però, prontamente alla terapia corti- zione si può manifestare con: infiltrati transitori (ma
culi- costeroidea). relativamente persistenti) prevalenti ai lobi superiori,
e so- Quadri radiologicoclinici simili alla sindrome di eventualmente recidivanti e talora cavitati; acc'umulo
Uiffler possono essere prodotti da:farmaci (penicilli- di muco ispessito in diramazioni bronchiali prossima-
na, sulfamidici, acido paraminosalicilico, antidepres- li, specie a livello dei lobi superiori, manifestantesi ra-
sivi triciclici); injèzioni fungine (aspergillus fumiga- diologicamente come opacità omogenea digiti/orme
OSÌ·. tus); infestazioni parassitarie; più raramente disreatti- con morfologia a << Y» o a<< V», la quale, risolvendosi,
vìtà occasionate (trasfusioni ematiche, linfografia, ina- lascia ectasie cilindriche o sacculari dei bronchi coin-
lazione di sostanze tossiche, periodo postpartum). Il volti (prossimali a differenza delle bronchiectasie che
1e di corretto etichettamento nosografico di queste forme è colpiscono le diramazioni distali!).
con spesso possibile solo mediante un approccio integrato.
nelle A differenza della sindrome di LOffler, la polmo-
lmo- nite cronica eosinofila è sempre idiopatica, ha decor- 15. Collagenosi
Jros-- ·.·. so cronico, più grave, di solito accompagnato da di-
Jte o··. sturbi generali e specif1ci polmonari. È caratterizzata Trattasi di affezioni il cui comune denominatore è
lite o · da intensa essudazione alveolare con aspetti vasculiti- la necrosi fibrinoide del tessuto connettivo. Danno
Jeni- ci: radiologicamente, quindi, domina il quadro della importanti manifestazioni polmonari il LES, la malat-
azio-. sindrome da riempimento alveolare con aspetto «a ede- tia reumatoide, la sclerodermia.
le ma ma invertito)} ben più duraturo di quanto non si abbia Nel lupus eritematoso sistemico radiologicamente
nella sindrome di L6ffler e con tendenza all'evoluzio- si osserva: versamento pleurico, mono- o bilaterale, di
ne in fibrosi. modesta entità, insorgente qualche anno dopo l'inizio
Più rara della precedente è la granulomatosi alÌer- della malattia soprattutto nelle giovani donne, talora
fllcr) gica (sindrome di Churg-Strauss ), caratterizzata da sin-
lpre- tomi severi e da interessamento vascolare importante
(fig. da parte di granulomi ricchi di eosinofili. Il quadro
1par- mdiologico è spesso simile a quello della polmonite
··ipe- cosinofila, ma può assumere aspetto interstiziopatico
mui- diffuso e meno comunemente di opacità rotondeggian-
'Jea e li multiple che non vanno incontro a escavazione, a dif-
'ifor· ferenza di quanto avviene nella granulomatosi di
:- Wegener (v. paragrafo XV9). Può coesistere una car-
.mli e diomegalia dovuta a cardiomiopatia o pericardite. Fig. XV. 72. Interstiziopatia conseguente ad artrite reumatoide. Nel dettaglio del-
la bascpolmonare destra è riconoscibile un fine aspetto reticolarene!J'angolo co-
sino· Frequente nei soggetti asmatici è l'aspergillosi bron- stofrenico, del quale·il controllo mediante TC ha dimostmto la Hatura patenchi-
il ca- copolmonare allergica, causata da reazioni immune- malc. Il quadro è analogo a quello della fibrosi polmonarc idiopatica.
m _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ __c_
::;::c:_ W
:-.,:YJ
secondario all'uremia che consegue alle lesioni renali; 16.1. Asma bronchiale ··
ingrandimento dell'ombra cardiaca (versamento peri-
cardico o cardiomiopatia); edema polmonare (insuffi- In questa affezione, caratterizzata da ostruzi ;:.•li
bronchiale intennittente per iperreattività della tnuone: .
cienza cardiaca o renale, acuta o cronica); paralisi dia-
frammatica (di tipo miopatico) con ipoventilazione sa tracheale e bronchiale dinanzi a fattori '·!
monare e distelettasie basali; addensamenti parenchi- sparati, la diagnosi è raggiunta per esclusione. Lo st l- J
mali infiammatori (terapia immunosoppressiva!), infar- dio radio logico è importante per: accertare l'asse U· ·:
tuali (vasculitel.) o da broncopolmonite lupica; di altre possibili cause di broncospasmo;
ziopatia cronica. condizioni patologiche che fungono da concausa ne
Nella malattia reumatoide compaiono in circa la accessi asmatici P?iipi nasali, re flusso
metà dei casi segni di pneumopatia restrittiva. stl:oesofageo, erma 1atale); dimostrare eventuali com.
Cindagine radiologica può essere positiva anche in phcanze (pneumotorace, pneumomediastino, infiltra.
assenza di artrite (sono, però, positivi i test sierologi- ti eosina fili, aspergillosi, atelettasie, etc.).
ci !), ma solo in una piccola parte dei casi. In genere si Nell'accesso asmatico acuto il radiogramma tora.
osserva una polmonite interstiziale diffusa che evolve cico può mostrare i classici segni dell'iperins!if.llazio-:
progressivamente in fibrosi conclamata (fig. XV72). ne polmonare: le cupole diaframmatiche sono abbas-·:·;
Caratteri di una certa specificità si hanno solo quan- sate (fino a perdere il normale rapporto proiettivo con'·,
do compaiono opacità nodulari multiple similmeta- l'arco anteriore della 6' costa), appiattite (ma mai a
statiche, periferiche e subpleuriche, per lo più escava- concavità superiore, a differenza di quanto avviene
te con pareti spesse e contorni regolari, di dimensioni per l'ipoespan-
di alcuni centimetri (noduli necrobiotici). Si associa sJbihta delle basi polmonan (radwgramma espirato-
pressoché costantemente versamento pleurico rio!); lo spazio chiaro retrosternale è ampliato (si ricor-
stente anche per anni. di che, in condizioni normali, la distanza tra la faccia ·
Nella sc/erodermia il polmone è colpito con gran- posteriore dello sterno e il margine anteriore dell'aor-
de frequenza (90% dei casi): in poco meno di 1/5 dei ta ascendente nel radiogramma laterale è di circa 3
casi è osservabile bilateralmente un aspetto reticolare cm). L'ombra cardiovascolare è allungata e medianiz-
e/o nodulare basale che evolve sino al quadro del zata per l'abbassamento del diaframma. Gli ili e il
mone «a favo d'api». Coesiste ipoventilazione. Non si disegno polmonare sono normali (a differenza di quan- ..
ha (tipicamente!) versamento pleurico. L'esofago di- to avviene nell'enfisema). Nell'intervallo tra i succes-·.·..
steso da aria è riconoscibile nel radiogram.ma LL. sivi accessi il quadro radiologico è normale. Con ii ·
cronicizzarsi dell'affezione possono comparire i segn.i
dell'ipertensione precapillare e del cuore polmonare.
16. Sindromi ostrnttive delle vie aeree in-
feriori 16.2 Bronchite cronica
Uno studio radiologico attento può consentire il
Si raggruppano sotto tale dizione l'asma b'ron- sospetto (mai la diagnosi!) di bronchite cronica (la cui
chiale, la bronchite cronica e l'enfisema, affezioni diagnosi, del resto, poggia su criteri eminentemente
accomunate da un aumento diffilso del contenuto
clinici); nel contempo può consentire di escludere !a
aereo polmonare a seguito di fenomeni di intrappola-
presenza di bronchiectasie (che potrebbero essere !c
mento espiratorio di aria, dei quali eventi costituisce
vere responsabili del quadro clinico di tosse produtti-
un corrispettivo funzionale l'aumento del rapporto
va). Nel radiogramma toracico si osserva (fig.
tra volume residuo e capacità polmonare totale e la
XV73):
riduzione del rapporto tra volume espiratorio per
secondo e capacità vitale. Mentre la diagnosi clinica il disegno polmonarc ha aspetto «sporco», con trat-
di asma bronchiale è di per sé agevole, la differenzia- ti broncovasali accentuati: i contorni vasali sono ir-
zione tra bronchite cronic.a ed enfisema (soprattutto regolari e sfumati (endoarterite obliterante e fibro-
nella forma centrolobulare) spesso non è possibile, sì si perivasale); l'ispessimento delle pareti bronchiali
da indurre ad accomunare queste due ultime affezio- e dei tessuti peri bronchiali genera immagini <<a bi·
ni sotto la dizione più generale di «pneumopatia cro- nario>> e opacità tubulari; l 'ispessimento della pa·
nica ostruttiva». rete bronchiale è meglio dimostrabile sotto
polmone 303
16.3. Enfisema
Secondo le attuali vedute, l'enfisema è una condizione
anatomica caratterizzata da dilatazione degli spazi aerei
situati al di sotto del bronchiolo terminale con associata
distruzione delle loro pareti Nella forma panlobrdare i feno-
meni distruttivi interessano l'acino e il lobulo secondario
nella loro totalità riducendone in maniera proporzionata le
componenti ventilatoria e perfusoria: non si ha pertanto
desaturazione in ossigeno del sangue arterioso; nella forma
centrolobulare, dovuta alla distruzione di parenchima nella
regione dei bronchioli respiratori prossimali in seguito per lo
più a una bronchite cronica, la componente ventilatoria,
troacinosa, è interessata in misura maggiore della compo-
nente perfusoria, periferica, sì da indurre desaturazione arte-
riosa, ipercapnia e acidosi. Le due forme presentano caratte-
ri clinici diversi, definiti, come è noto, rispettivamente dai
Fig. X\Z73. Bronchite cronica avanzata. Il disegno polmonare ha termini: «soffiatori rosa» e «gonfi blul>. È logico ricercare
a1petto «sporc?)>, con. irreg?larità sfumatu.ra .contorni .vasai!, per esse quadri radio logici corrispondentemente diversi.
opacità tubulan e cuffie penbroncluah (freccm); Jl nstagno dt muco
nel contesto dei bronchi alquanto dilatati induce la comparsa di opa- In linea generale, l 'indagine radiologi ca mira a
periferiche multiple, rotondeggianti e disomogenee; l'iperinsuf- individuare la duplice componente iperinsujjlazione e
flazione è moderata; coesistono segni di ipertensione polmonare: dila- distruzione di parenchima, il che consente innanzitut-
tazione dell'arteria interlobare destra (asterisco) e prominenza del-
l'arteria polmonare sinistra (punta di freccia).
to una netta distinzione dalle forme di pura iperinsuf-
flazione senza distruzione di parenchima (asma bron- possono essere localizzate con precisione in rapport ·<
0
chiale, «enfisemi» compensatori). Indagine di riferi- allobulo (fig. XV77).
mento è il radiogramma toracico, eventualmente Nelle forme più progredite si sovrappongon ·
0
integrato dallo studio della escursione diaframmatica costantemente i quadri dell'ipertensione precapilf0 ,.
(v. paragrafo XV.2.1.4 e fig. XV:9), ma una diagnosi e del cuore polmonare. Sinteticamente, questa fonn e
precoce, una correlazione anatomica precisa e una con iperinsufflazionc, oligoemia e bolle crea un
valutazione quantitativa della distruzione parenchima- radiologico definito «enfisema con riduzione dei
le sono possibili solo con la TC ad alta risoluzione d1segno».
(meglio se effettuata con tecnica spiroidea e ricostru- Cenfisema centrolobulare, tipico dei fumatori
zione di immagini di proiezione di massima intensità). interessa prevalentemente i due lobi superiori
Quest'ultima tecnica è particolarmente utile in previ- può essere diffuso a tutto l'ambito polmonare). l
sione di interventi chirurgici di asportazione delle segni radiologici dell'iperinsufflazione sono per lo
bolle o di resezioni parenchimali multiple funzionali più modesti; la formazione di bolle è poco frequente.
(cosiddetta «riduzione del volume polmonare» ), Il disegno polmonare è caratteristicamente accentua-
Cenfisema panlobulare interessa prevalentemen- to, con vasi a contorni irregolari e sfumati (endoane:'::·\··;
te i due lobi inferiori (ma può essere diffuso a tutto rite obliterante e fibrosi perivasale), «sporco!dll '·'
l'ambito polmonare). I segni radiologici dell'iperin- maniera simile a quanto precedentemente descrittO· .: ;·,
sufflazione sono sempre particolarmente evidenti per la bronchite cronica (alla quale, del resto,
(fig. XV.75), con l'eccezione delle forme lievi il cui forma di enfisema spesso consegue). Sembra, però:'. /::
quadro radiologico è spesso negativo: le cupole dia- accertato che l'accentuazione del disegno sia in rap:· >·i)
frammatiche sono concave verso l 'alto, lo sterno è porto soprattutto a una dilatazione dei rami vasali (la >l
incurvato anteriormente, gli spazi i'ntercostali sono componente broncogena avrebbe minore importan. ,:
slargati e orizzontalizzati; i campi polmonari sono za). I quadri radio logici dell'ipertensione precapilfa. · ,.,
ipertrasparenti. Nei territori interessati i vasi arteriosi re e del cuore polmonare sono componenti d'obbligo.
sono ridotti di numero e di calibro e v'è evidente Sinteticamente, questa forma di enfisema, da talunl
dirottamento verso i territori indenni, il che contribui- considerata una bronchite cronica complicata da iper- ·'
sce ad accentuare l'ipertrasparenza; sono spesso tensione polmonare, crea un quadro radiologico defi ..
apprezzabili bolle multiple a contenuto puramente nito «enfisema con accentuazione del disegno».
aereo, a pareti sottili, le cui dimensioni oscillano da La scintigrafia ventilatoria e perfusoria reca
qualche centimetro a volumi enormi (fig. XV.76). Tutti importanti informazioni topografiche e quantitative
questi reperti di distruzione parenchimale sono messi sullo squilibrio ventilazione/perfusione. Cangiopneu·
· in buona evidenza dalla TC ad alta risoluzione, che mografia e la broncografia mostrano reperti caratteri··
consente di individuare precocemente le alterazioni stici, ma non intervengono, di norma, nell'usuale iter
della vascolarizzazione e le aree cisticobollose, che diagnostico.
Fig. X\:75. Enfisema panlobula·
re. Sono presenti tutti i segni del·
l'iperinsufflazione polmonarc:
ipertrasparcnza dci campi palmo·
nari con riduzione di numero e di
calibro dei vasi arteriosi; !e cupo·
le diaframmatichc (frecce) sono
abbassate (il loro tratto medio
assume rapporto con l'arco ante-
riore della VII costa) c hanno
concavità rivolta verso l'alto·, lo
sterno è incurvato in avanti; gli
spazi intercostali sono slargati in
maniera progressivamente
sccntc verso le basi; Io spazto
chiaro rctrosternale è ampliato
(freccia bidirezionale),
pure lo spazio chiaro rctrocardta·
co; l'ombra cardiaca è piccola,
mediana, (<a goccim>.
305
L'indagine radiologi ca (radiogramma toracico re che consegue alle associate manifestazioni ateletta-
redato da TC ad alta risoluzione e, più raramente, da siche periferiche); aree cistiche di 1-2 cm di diametro
broncografia) mira a: dimostrare la presenza di spesso contenenti livelli idroaerei, corrispondenti a
chiectasie; caratterizzare il tipo morfologico della defor- chi dilatati e deformati, sono meglio individuabili to-
mazione bronchiale; definire l'entità della distruzione mograficamente; qua e là sono apprezzabili aspetti <w
parenchimale. Il radiogramma toracico può consen- favo d'api» (da riferire a fibrosi interstiziale associa-
tire sospetti fondati (fig. XV79): il disegno polmonare ta); v'è iperinsuj]l.azione compensatoria dei tratti ri-
è accentuato per il sovrapporsi di una componente bron- sparmiati del polmone. La TC ad alta risoluzione, fon-
cogena tubulare a contorni poco definiti (per la pre- damentale per la conferma diagnostica nei casi non con-
senza di secreto e la fibrosi peri bronchiale) e alquanto clamati, per l'individuazione di bronchiectasie iniziali
affastellato (per la diminuzione del volume polmona- e per il bilancio di estensione di queste lesioni, dimo-
stra direttamente la dilatazione diffusa o}Oca/e del bron-
co (che presenta calibro superiore al ramo arterioso poi-
menare adiacente), l'ispessimento della parete, la pre-
senza di secreto o tappi di muco, l'insorgenza di com-
plicanze (atelettasie periferiche, ascessi, fibrosi). La
broncografia (da effettuare dopo accurato drenaggio
pastura le del secreto, sotto protezione antibiotica, e
sempre in tempi separati dai due lati) consente una de-
finizione morfologica precisa delle bronchiectasie (fig.
xv.so): nelle bronchiectasie cilindriche i bronchi so- chima residuo (a differenza di quanto avviene nelle
ouniformemente dilatati) a delìmita:zione netta) affa- bolle enfisematose) è peraltro del tutto indenne.
con terminazione brusca; nelle bronchiectasie Comunicano con l'albero bronchiale, il che rende
i bronchi interessati, per l'alternarsi di dilata- conto della possibile presenza di livelli idroaerei: la
e restringimenti) assumono un grossolano aspet- comunicazione è comunque talmente piccola da non
Orio to ((a corona di rosario», «a gavoccioli varicosi», e ter- consentirvi la penetrazione di MdC in corso di bron-
·tra. minano <la bulbo»; nelle bronchiectasie sacciformi, o cografia. Il bronco periferico che raggiunge il contor-
lini-
l l'o-
cistiche, più frequentemente congenite, i bronchi sono no della cisti termina per lo più con qualche aspetto
·Ptr dilatati 1<a palloncino» e in maniera tanto più marcata malformativo (in genere bruscamente senza il norma-
po]. quanto più ci si approssima alla periferia. L'opacizza- le progressivo restringimento). Le rare cisti congenite
dio- che raggiungono dimensioni giganti e assumono con-
enta
zione bronchiale è in ogni caso irregolare per la pre-
senza di secreto ed essudato infiammatorio e talora as- tatto con la parete toracica e il mediastino hanno con-
sente nei tratti di parenchima situati al di sotto di bron- torni non completamente individuabili; il loro angolo
chi ostruiti da tappi di muco. di -raccordo parietale è acuto (a differenza del pneu-
tta- motorace, con il quale possono essere confuse, nel
tro, Sindrome di Kartagener. Consiste nel! 'associazione di quale l'angolo di raccordo della linea di collasso con
·on- bronchiecrasie, sinusite e destrocardia (complicata talora la parete è ottuso); i bronchi sono spostati e affastella-
to- {la cardiopatie congenite più complesse). ti, ma non raccorciati data l'assenza di collasso con-
i<w centrico del polmone (a differenza di quanto avviene
:i a- nel pneumotorace).
i rì- 18. Pneumopatie cistiche Cisti acquisite. Derivano, come sopra detto, da
bn- cavità infiammatorie (soprattutto postbroncopneumo-
·on- Sotto questa dizione si raccolgono tutte le situazioni nitiche stafilococciche, ma anche tubercolari e asces-
:iali nelle quali sono riscontrabili, in uno o entrambi i polmoni, suali) che si sono deterse e hanno assunto vera indivi-
no- singole o multiple formazioni similcistiche ripiene di aria o dualità cistica, talora addirittura rivestendosi di un
un- di aria e liquido, fino al quadro estremo del polmone
epitelio broncogeno. Talora hanno origine post-trau-
Joi- micropolicistico bilaterale disontogenetico. Queste forma-
zioni possono essere: matica. Se il processo di guarigione <(cistizzante» è
Jre- completo, l 'immagine radiografica che ne residua è
l m-
. cisti congenite, o broncogeniche: hanno parete continua
internamente rivestita da epitelio respiratorio; praticamente indifferenziabile da quella delle cisti
La congenite.
cisti acquisite: si formano per detersione ed epitelizza-
:gio zione di caverne tubercolari o cavità ascessuali {pneu- Bolle. Secondo Rei d se ne distinguono 3 tipi:
a, e matoceli);
de- bolle: si formano a seguito della distruzione di paren- tipo 1: sono per lo più singole, con localizzazione
fig. chima (il polmone restante è normale G enfisematoso); subpleurica o paracicatriziale, prevalenti all'api-
vescicole, o blebs secondo il termine anglosassone lar- ce; possono assumere dimensioni giganti con
gamente diffuso: sono formazioni bollose, causa fre- compressione del parenchima circostante e spo-
quente di pneumotorace spontaneo, che si sviluppano .stamento contro laterale del mediastino. È
nel contesto della pleura viscerale e assumono l'aspet- zata una relazione patogenetica con l'enfisema
to di formazioni ipertrasparenti a parete sottile. parasettale.
Cisti congenite. Sono per lo più cisti broncogeni-
che a sviluppo intraparenchimale (lo sviluppo intra-
medìastinico è però più frequente). Hanno una parete
ben definita, internamente rivestita da epitelio bron-
chiale) contenente elementi muscolari, cartilaginei,
ghiandolari. Sono il più delle volte uniche. Si
!ano sotto forma di immagini rotondeggianti di iper-
Fig. XV.81. Cisti broncogena.
lrasparenza «vitrea», con cercine completo, sottile, La formazione cistica, unica,
netto e regolare (se non sono sopravvenute compli- intraparenchima!e, ha pareti
canze infiammatorie), di dimensioni per lo più con cercine completo, sottile,
l'ordine di qualche centimetro (f1g. XV.8l). Il paren- netto e regolare (triangoli).
308 Capitolo xv
.l
310
Talcosi. È una silicatosi piuttosto rara, simile nelle lari, a margini sfitmati, prevalentemente basali e sub-
sue manifestazioni all'asbestosi (dalla quale si pleuriche, con una certa tendenza alla confluenza.
Il-
una minore tendenza a indurre fibrosi pleu- Questo quadro alveolitico può regredire del tutto a
Il-
dopo esposizione di lunga durata ad alte sospensione avvenuta dell'esposizione e ripresentarsi,
re
conc,ntrazioni di silicato di magnesio. con carattere accessionale, ogni qual volta riprenda
aa
:s- Berilliosi. L'esposizione prolungat'd a polveri di l'esposizione. Nei periodi intercritici, così come nelle
1)),
silicato di berillio e alluminio dà luogo alla forma cro- forme subacute a esordio insidioso (che sono poi le
vo !1ica (il cui quadro fondamentalmente non è differen- più frequenti), si osserva un quadro interstiziale reti-
se ziabile da quello della silicosi); l'esposizione massiva colo-micronodulare e quindi si manifesta il quadro
he alla polvere di berillio, in fase di raffinazione del del polmone «a favo d'api>), espressione di una fibro-
tte
metallo, dà luogo alla forma acuta (il cui quadro di si terminale prevalente nei lobi superiori, con fre-
na ((polmonite chimica» con opacità alveolari diffuse e quente evoluzione verso l'ipertensione precapillare e
;i- tendenti alla confluenza non ha alcunché di specifi- il cuore polmonare.
a- co).
n- Siderosi. Consegue a esposizione prolungata a Le forme meglio definite interessano·. gli agricoltori
·e- polveri di ematite. È frequente nei lavoratori che (polveri di avena e grano); gli allevatori di uccelli; i lavo-
:a- usano saldatori ad arco voltaico. Il quadro radiologi- ratori della canna da zucchero (polvere di bagassa, mate-
riale fibroso che residua dalla macerazione della canna da
•n- co è caratterizzato dalla presenza di opacità microno-
zucchero); gli scortecciatori di acero; i lavomtori del
o- dulari diffuse (verosimilmente generate «direttamen- malto; i lavoratori del sughero; gli annusatori di estratti
te)) dal ferro tenuemente radi opaco che ingorga i vasi
"·n- linfatici); non si ha) di norma) sovrapposizione di
ipofisari; soggetti sensibili a batteri e mieeti presenti nei
condizionatori d'aria.
·e- manifestazioni fibrotiche ed enfisematose. Questi
he reperti possono regredire dopo sospensione dell'e-
la- sposizione. 21. Polmoniti chimiche da gas tossici
re-
;o, L'inalazione di gas tossici induce di norma una
ii- 20. Alveoliti allergiche estrinseche risposta acuta alquanto monomorfa del polmone
IO-
(essudazione, anche emorragica, endoalveolare;
re- L'inalazione occasionalmente massiva, spesso per edema; formazione di membrane ialine) traducentesi
to- motivi professionali, di alcuni tipi di polveri organi- radiologicamente in un quadro similedematoso carat-
·o- che dotate di potere antigenico, può indurre la com- teristicamente più esteso nel-le parti periferiche del
:o- parsa di reazioni polmonari allergiche a carattere polmone (a differenza dj quanto avviene per l'edema
acuto essudativo, costituite da opacità multiple cardiogeno). Questo quadro è in genere reversibile,
:;"?!"D
>:'111§
312 Capifo/o,\,11 ....:!';
;::,?,!,
i'. ;
ma possono residuarne fibrosi polmonare ed enfise- Le fratture costali e stemali sono .considerate ne]
ma. XII.12: l. Allorquando l polmonare, a
seguito d1lacerazwne della pleura vtscerale e parieta.
Le forme più note e di maggiore interesse pratico sono: le (spesso quale conseguenza di fratture costali), ditfon.
la malattia dei riempi tori di silos (che inalano os·sido nitro- de nei tessuti molli esterni allo scheletro toracico nel
so), la quale, caratteristicamente, a regressione avvenuta cavo ascellare e nel collo, si ha un enfisema
della fase acuta, recidiva per motivi ignoti dopo alcune set- taneo (v. fig. XXXVI.3): sul radiogramma toracico
timane assumendo simultaneamente un aspetto iniliarifor-
me; l'avvelenamento da ossido di carbonio, nel quale è in
si osserveranno chiazze e strie ipertrasparenti (spesso
genere presente un aspetto «a vetro smerigliato>l periferico ricalcanti l'orientamento dei fasci muscolari) irrego.
da edema interstizialc: se questo si estende verso l'ilo e si larmente distribuite nel contesto dell'opacità tenue e
complica con edema alveolare, la prognosi peggiora (ìn omogenea delle parti molli toraci che. Se si lacera 50•
questi casi il cuore è ingrandito); l'intossicazione da ossi- lo la pleura viscerale, l'aria penetra nel cavo pleurico
geno, temi bile complicazione dei casi di respirazione mec- inducendo il quadro del pneumotorace con collasso
canica prolungata di 0 2 puro: il suo quadro è quello di più o meno massivo del polmone (v. fig. XV.24). Al
vistose opacità alveolari similedematose rapidamente con- pneumotorace post-traumatico si associa spesso l111 ver.
fluenti, a distribuzione periferica; la regressione è sponta- samento pleurico emorragico, il quale peraltro può
nea dopo ripristino della respirazione normale. comparire in assenza di pneumotorace.
La lacerazione traclteobronchiale, peraltro rara
può determinare pneumotorace, enfisema interstizia:
22. Pneumopatia postirradiatoria le, mediastinico e sottocutanco. In presenza di lacera-
zione bronchiale completa, il parenchima di cui il
È l'esempio più comune di pneumopatia flogisti- bronco è tributario diviene atelettasico (quindi radio-
ca da agenti fisici. Insorge con grande frequenza dopo pace!) e si disloca di solito in posizioni innaturali nel-
radioterapia con criterio radicale di tumori :Polmonari l'ambito dell'emitorace, anziché all'ilo come avviene
e mammari, con probabilità tanto maggiore quanto per le atelettasie da altra causa. L'occlusione della
maggiori· sono il volume di polmone irradiato e la trachea o di un bronco principale da parte di corpi
dose totale erogata, quanto più concentrata nel tempo estranei determina atelettasia se completa, iperinsuf..
è quest'ultima. In linea generale possono distinguersi flazione polmonare se incompleta con meccanismo a
due fasi: nella fase acuta, che insorge da poche setti- valvola espiratoria.
mane a qualche mese dopo il termine del trattamento, Nel parenchima polmonare possono verificarsi, a
v'è un quadro aspecifico di opacità alveolari (edema, seguito del trauma, la contusione o la lacerazione. La
essudazione, formazione di membrane ialine) sempre contusione (fig. XV.89) è determinata da un infarci·
accompagnate da riduzione marcata del volume pol- mento emorragico del polmone: radiologicamente si
monare (atelettasia adesiva da carenza di surfactant!) osservano opacità diffuse, disomogenee, a margini
e topograficamente limitate al volume irradiato (v. sfumati, a distribuzione irregolare. La lacerazione è
ftg. XV:27C). Questo quadro può regredire completa- invece un fenomeno focale: se l'area dove il paren·
mente, ma in genere esita in un aspetto reticolare su chima è lacerato si riempie di sangue, si forma un
base fibrotica più o meno evidente (fase cronica). ematoma polmonare post-traumatico (inteso nel
senso di una raccolta di sangue intraparenchimale cir·
coscritta e a tendenza coagulativa rapida), che può
23. Patologia post-traumatica toracica essere osservato dopo traumi penetranti o non (fig.
XV:90): il suo aspetto radiologico è di
Ha assunto importanza rilevante parallelamente al densa, rotondeggìante od ovai are, a margini netti, d1
diffondersi della motorizzazione civile. A scopo dimensioni difficilmente superiori agli 8-10 cm;
didattico è opportuno distinguere (anche se nella pra- suo contesto possono osservarsi arce ipertrasparentl
tica sono frequenti le associazioni): dovute o a parziale eliminazione del contenuto emati·
lesioni della parete toraci ca e della pleura; co a seguito di emottisi, o a piccole bolle di enfisem.a
lesioni tracheobronchiali; da stenosi bronchiolare. Questo aspetto di «massa» Jl
lesioni parenchimali polmonari; più delle volte compare dopo giorni o settimane
lesioni del cuore e dei grossi vasi l'evento traumatico quando regrediscono le opac1ta
313
massivo, la consolidazione parenchimale. quello asportato (l'ostacolo più comune, in proposit '
Date le caratteristiche attuali degli interventi è l'atelettasia da tappi di muco, sulla quale è
rurgici sul torace (la toracoplastica, il pneumotorace le intervenire positivamente se segnalata con prontè "?
extrapleurico e la frenicoexeresi sono ricordi del pas- za). Possibile complicazione è l'ematoma intrapolmz_. :;
sato), sarà opportuno considerare, a titolo orientativo, nare. J1: d!stanza d.i tempo, gli unici. esiti ·.
le seguenti regole, onde evitare la duplice spiacevole Ii diverso onentamento. delle scrssurali; i!
evenienza di «sovrarefertazioneì> e di «sottoreferta- dtvancamento delle grosse d1ramazwm vasali; talor
zione»: aderenze pleuriche circoscritte. a
Dopo resezioni segmentarie e atipiche, il radio.
enfisema sottocutaneo è presente di norma, dopo tora- granuna toracico a distanza è per lo più del tutto nor-
cotomia, per 2 o 3 giorni (questo tempo è il minimo male.
necessario per il riassorbimento spontaneo dell'aria): Nel! 'immediato periodo postoperatorio dopo in-
l'entità eccessiva e la persistenza oltre questi tempi terventi chirurgici addominali sono rilievi di comurie
indurranno a verificare la possibilità di un "riforni-
osservazione: una certa risalita e ipomobilità degli emi-
mento'' in atto (ad esempio da un pneumotorace);
diaframmi, la presenza di linee atelettasiche basali, un
se la toracotomia è praticata previa costotomia, si
osserverà l'assenza completa oparziale di alcune coste versamento pleurico di modesta entità che restringe
(in genere la sa); se le coste sono state solamente diva- l'angolo costofrenico esterno (per lo più omolateral-
ricate, si potranno osservare fratture costali; mente rispetto alla sede dell'intervento). Complicanze
se è effettuata la sternotomia longitudinale, si osserve- temute, la cui eventuale presenza andrà considerata con
ranno fili metallici proiettantisi sul mediastino nel attenzione, sono 1'atelettasia da ritenzione di secreti e
radiogramma sagittale; da tappi di muco, le broncopolmoniti, la tromboembo-
dopo toracotomia, se il drenaggio endopleurico è ben lia, l'ascesso subfrenico. Paradossalmente, l'inciden-
posizionato, non si ha di norma comparsa di idrofora- za di complicazioni polmonari in pazienti affetti da pa-
ce e di pneumotorace se non modesti: in caso contrario, tologia ostruttiva cronica del polmone è maggiore do-
una segnalazione sollecita da parte del radiologo con- po interventi chirurgici sull'addome che non dopo in-
sentirà di individuarne la causa in tempo utile (scorret- terventi chirurgici sul torace.
to posizionamento del tubo di drenaggio? fistola bron-
co- pleurica?);
dislocazione mediastinica omolaterale e risalita dell'e-
midiqframma più o meno marcate e stazionarie nel
tempo- sono d'obbligo dopo pneumonectomia, ma
devono considerarsi abnormi dopo lobectomia (atelet-
tasia? tromboembolia?).
:'}-!;
polmone 315
sede ilare con brusco restringimento del tratto a valle importanza data la simultanea presenza di versamen-
(((Segno della nocca»): questo reperto può corrispon- to pleurico in almeno la metà dei casi di infarto.
dere, nelle embolie massive, direttamente all'embolo, Nelle forme infartuali complete, il segno della
ma può essere più semplicemente espressivo deli 'i- nocca e le manifestazioni atelettasiformi larnellari
pertensione precapillare che si genera nelle microem- basali sono in genere i primi a comparire; seguono
bolie multiple periferiche; risalita dell'emidiaframma l'opacità infartuale e il versamento pleurico. Il segno
dal lato interessato, in verosimile rapporto alla dimi- della nocca è fugace e tende a scomparire prima anco-
nuzione del volume polmonare (atelettasie multiple la- ra della risoluzione dell' opacità parenchimale. La dif-
mellari) che consegue al difetto di surfactant per lari- ferenziazione tra infarto emorragico e infarto necroti-
dotta perfusione polmonare; obliterazione dell'angolo co poggia solamente sul criterio evolutivo (radio-
costofrenico laterale per la presenza di un tenue versa- grammi seriati di controllo!): il primo compare entro
mento pleurico reattivo; talora prominenza dell'arco 24 ore dall'evento emboli co e regredisce senza lascia-
316
29. Istiocitosi X
Cinteressamento polmonare, predominante nei
campi superiori, ha carattere granulomatoso e
da inizialmente l'interstizio peribroncovascolare e i
setti subpleurici, più tardivamente le pareti alveolari.
f'g XV.98. Sarcoidosi. Tenue aspetto reticolonodulare diffuso e sim- Può coesistere adenopatia mediastinica. Caratteristica
Vistosu adenopat1a ilare bilaterale (asterischi), resa asimme: evolutiva dell'istiocitosi X è la progressivJ
trica dallo slargamenlo della catena paratracheale destrd (punta d1
ne del tessuto granl).lomatoso con tessuto fibroso che
sovverte l'architettura polmonare fmo al quadro
la sarcoidosi. Metodi semiquantitativi di valutazione clamato «a favo d'api» {TC ad alta fig.
scintigrafica dimostrano, infatti, che parametri quali XV l 00). Lo studio radio logico seriato nel tempo
l'intensità di captazione, la percentuale di parenchima mostrerà il succedersi di aspetti similedematosi
e il tip_o d.i delle stiziali, aspetti reticolonodulari, aspetti «a favo
aree di ipercaptazwne, sono significativamente d'api».
Mi con le valutazioni citoistologiche su prelievi
tici di tessuto sarcoidotico. La scintigrafia può essere
quindi utilmente impiegata (a diagnosi ottenuta) per 30. Malattia delle membrane ialine
inonitorare l 'evoluzione della malattia, sia essa
tanea o indotta dalla terapia. Questa grave malattia polmonare neonatale prende il
nome dalla formazione di membrane ialine (costituite
essenzialmente da fibrina) sulla superficie intema delle
28. Proteinosi alveolare pareti alveolari a seguito dell'instaurarsi di un'atelettasia
da collasso polmonare diffuso conseguente alla carenza di
Questa rara «tesaurismosi» proteica e lipidica surfactant. Si associa secondariamente una dilatazione dei
bronchioli e dei dotti alveolari. Ne sono colpiti quasi esclu- bito dai linfatici polmonari. Radiologicament
sivamente i neonati di peso inferiore ai due chili. prezza un quadro misto di edema alveolare e .e
ziale, talora con sovrapposto modico ..,1:ratrdrrne.,,j'i
Nelle primissime ore di vita il quadrO radiologico cardiaco.
può essere negativo, ma entro 12 ore dalla nascita si
. instaura un aspetto finemente reticologranulare, pre-
valentemente basale, dovuto al sovrapporsi di aree 32. Tumori polmonari
collassate, nel contesto del quale spicca 'l'ipertraspa-
renza del broncogramma aereo, persistente e caratte- Anche se spesso la diagnosi di tumore del
risticamente esteso fino alla periferia (fig. XV101). ne è frutto di un lavoro interdisciplinare tra
Spesso sono presenti alterazioni dell'ombra cardiaca
nologo, radiologo, endoscopista e
(ingrandita e a contorni sfumati) e degli archi costali il primo approccio diagnostico è di norma
(marcatamente obliqui). raspetto reticologranulare un rilievo radiologico. V esperienza pratica ·
può rapidamente progredire fino alla totale atelettasia isolare, in proposito, tre situazioni principali:
polmonare (forme gravi), oppure subire una graduale può trattarsi di una assoluta sorpresa in un
regressione (forme lievi). radiografico del torace effettuato per altro
Talora il quadro si complica con comparsa di un
in soggetto asintomatico: il reperto pii!
pneumomediastino o di un pneumotorace: per
è in questi casi una opacità nodulare solitariaperl;:
Iuta perdita di elasticità dei polmoni, tuttavia, non si ha
ferica, impropriamente detta «lesione a 1
mai, nelle forme sotto tensione, alcuno spostamento
può trattarsi di un rilievo di prima istanza
mediastinico, ma solo un'inversione del diaframma.
getto sintomatico: la proteiformità di
quali può presentarsi J.lll tumore
nare è tale da indurre sempre a verificare ·
31. Tachipnea transitoria del neonato istanza, senza ingiustificato pessimismo,
tumorale;
Questa affezione, a progno si benigna, consegue
può trattarsi, infine, di una evoluzione radliohJgiéFi
al ritardato riassorbimento del liquido amniotico che
mente inattesa di una polmonite già
generalmente occupa parte degli spazi alveolari du-
lo: comparsa di adenopatia satellite; atelletl2tsia,di
rante la vita intrauterina ed è in parte espUlso per
un segmento o di un lobo; comparsa di
pressione meccanica del torace durante il passaggio
inento pleurico senza deviazione corrlrolatei'alc
del feto attraverso il canale del parto, in parte
del mediastino; mancata risoluzione nei
attesi; ripetute recidive nella stessa sede.
di metastasi linfonodali vi è una correlazione La corretta definizione della sede e del parametro
il diametro raggiunto dal focolaio tumorale: T condiziona criticamente la tattica chirurgica: la TC
è inferiore a 2 cm la sopravvivenza è pari al (elevata risoluzione spaziale!), e in casi selezionati la
· (ma si riduce in maniera drastica a scadenze RM (risoluzione di contrasto!), sono le indagini di rife-
1 maggiori). L'esigenza di mettere in atto ogni
1 0 rimento.
,,;,,.ilollogi'",'' còtgimento che induca a una diagnosi più pre-
0 Per quanto concerne la definizione del parametro
è di per sé evidente, anche se le specifiche
,,J,,/iraswwf1lttora in discussione. Lo screening median-
N, TC e RM consentono una dettagliata valutazione
""diog:rann1111,toracico e citologia dell'espettorato non ha anatomica delle stazioni linfonodali del mediastino (v.
favorevole sulla mortalità a lungo ter- fig. XVII.2), ma, basandosi prevalentemente sul critew
per la difficoltà di riconoscere picco- rio dimensionale, non consentono una identificazione
i localizzati in zone polmonari di diffici- delle micrometastasi, dimostrando nella maggior
(l'etrol:anliac:a, ilare); attualmente sono in parte delle casistiche sensibilità e specificità variabili
di screening con TC spirale a bassa dose dal 60% al 70%. Accuratezza diagnostica superiore al
! capace di individuare noduli neoplasti- 90% è ottenibile ricorrendo alla PET CsFwFDGI.).
Cc::tFi; di pochi millimetri di diametro. Alternativamente pare opportuno il ricorso alla biopsia
lo studio «per immagini» con- delle varie stazioni linfonodali mediastiniche medianw
te tecniche chirurgiche (mediastinoscopia, mediastino-
'inlbuis1;e alla ,defini;oiolle clinica del tumore polmona-
tomia anteriore, videotoracoscopia) o endoscopiche
(agobiopsia endoscopica trans-tracheobronchiale
secondo Wang).
se istologica sia su base clinica. Almeno il40% di questi tu- La forma nodulare periferica, rarissima, si
mori rivela comportamento maligno (recidiva locale; mcta- come nodulo o massa omogenea, tenuemente opaca amar: . ;
stasi linfonodali ilari; metastasi scheletriche). Modernamente gini per lo più netti, talora co;1lobulazioni, senza
si distinguono tre entità: il carcinoide bronchiale (90% ), il particolari che ne consentano la diagnosi differenziale dÙ :,_:
carcinoma mucoepidermoidale (4%) e il carcinoma ade- carcinoma broncogeno periferico.
noideo cistico (6%). Il carcinoma mucoepidermoitlale, costituito da cellu{
Il carcinoide bronchiale ha affinità di citotipo di origi- epidermoidali frammiste a cellule contenenti muco come
ne (cellule neuroectodermiche delle ghiandole della muco- negli omonimi tumori delle ghiandole salivari, ha (spessO·;
sa bronchiale) con il carcinoma indifferenziato a piccole ma non sempre! -v. fig. XV.35) invasività prevalentemeniC
cellule e con il raro carcinoma neuroendocrino. Origina locale. Radiologicamente somiglia molto al carcinoide. la:
dalla sottomucosa, ulcera poi la mucosa. È molto vascola- diagnosi differenziale è solo istologica.
rizzato: di conseguenza dà frequentemente emottisi. Il carcinoma adenoideo cistico origina dalla trachea ·c.
Quando localizzato nei grossi bronchi è spesso peduncola- diffonde secondariamente in un bronco principale. Istologi: _.-
to e ampiamente mobile. Può produrre serotonina, bradi- camente somiglia ali' omonimo tumore delle ghiandole sali·_.·
chinina e sostanze ACTI-1-simili, dando la classica sindro- vari. Ha tendenza all'infiltrazione locale e dà solo tardiva:-..-:
me da carcinoide (anche se meno frequentemente di quan- mente metastasi regionali e a distanza. Si presenta comewit.
to non facciano i carcinoidi intestinali). Ne sono state massa endotracheale o endo bronchiale che tende a diffon:·
descritte tre forme: massa endobronchiale centrale· massa dere nel mediastino. In ogni caso la TC dimostra facilmente ·
esobronchiale centrale; nodulo periferico. ' la componente endotracheale. Una dispnea intensa e cdsì
La fOrma endobronchiale centrale è di gran lunga la asmatiche recidivanti debbono indurre a valutare conatteÌ\;
più frequente ed è spesso ben evidenziata dalla TC (fig. zione la possibilità di esistenza di un carcinoma adenoid4''
XV. l lO) come una masserella tenuemente opaca, omoge- cistico. ·
nea, a contorni netti, nel contesto della trasparenza di un
grosso bronco (la cosiddetta «pallina nel collo di botti- 32.3. Uamartocondroma
glia»). Generalmente solo una piccola parte del tumore è
intraluminale, espandendosi gran parte della massa nel Alcuni tumori benigni polmonari possono essere
parenchima circostante (<iaspetto a iceberg»). La bronco- derati amartomi, cioè disontogenie nelle quali sono presen:,_ j
grafia (fig. XV.lll) consente la visione diretta del tumore, ti in modo e misura abnorme tessuti peraltro normali>_'.·
ma è modernamente sostituita dalla TC spiroidea (ricostru- L'amartocondroma contiene abbondante quantitativo di car;_f
zioni multiplanari o endoscopiche). La diagnosi orientativa tilagine frequentemente calcificata (30%). È difficilmen\\::
è talora posta già sulla base delle conseguenze ventilatori e. differenziabile dal condroma anche su base istologica.
Se l'ostruzione del bronco è completa si ha atelettasia del
territor.io aereato dal bronco leso; se parziale si ha iperin- Nella forma usuale periferica si presenta
suft1azwne. Il passaggio da una manifestazione all'altra è una massa di 2-3 cm di diametro, a margini
327
''
Fig. XV.113. Metastasi polmonari. In A opacità mctastatichc multiple bilaterali, nodulari c sopranodulnri, con aspetto risultante ((a
neve> l (tumore primitivo rcnale). In B metastasi «a palle di cannone)) {carcinoma gastrico). In C quadro tipico di linfangitc oot·oitHHnoto;11 (IHm;.
re primitivo mammario): aspetto diffuso rcticolonodulate; linee B di Kerley; adenopatia i,lare bilaterale; coesiste tenue
le e scissurale destro.
causa di patologia iatrogena); di tubi di drenaggio si- rurgici. È di norma dimostrabile un intervallo di
tuati in cavità pleurica, peritoneale, nel mediastino; di 12 ore tra operatività del fattore scatenante e mo,.,.,, .·•
"l nto .·,,,.'
cateteri venosi posti nelle vene anonime o nella vena
cava superiore; di cateteri cardiaci endocavitari o epi-
cardici collegati a stimolatori. di verosimilmente conn . .
I problemi più complessi sono posti dal monito- ai suddetti fattori, consiste in uno shock ·>Z
raggio dell'omeostasi cardiovascolare e dell'equili- potenziato dall'effetto di endotossine batteriche,
brio dei liquidi intra- ed extravascolari, dalla sorve- vasottttive e altri intermediari meno noti. Ne risulterebb ·,·;
inizialmente un difetto di perfusione, successivamente
glianza delle complicanze disventilatorie e infettive perrneabilizzazione alveolocapillare, infine edema a/ve ,
del malato critico, da eventuali danni iatrogeni cau- !are. Clinicamente l'affezione è già evidente in fase
sati dai presidi rianimatori. edematos_a ed è vistosa alterazione dei
parametn gasanal!tJCI (lpossJemJa spesso non correggibile.·
Un cenno a sé meritano la patologia post-traurnati- con la somministrazione di ossigeno).
ca toracica (per la quale si rinvia al paragrafo XV.23) \,·
e la sindrome da difficoltà respiratoria dell'adulto Il quadro radiologico, positivo a partire dalla Ii{';·<
(ARDS). ora, è quello dell'edema alveolare bilaterale, a chiaz:
Come la stessa dizione suggerisce, l' ARDS è una ze multiple confluenti, esteso uniformemente
sindrome comportante l'insorgenza improvvisa di dif- pice alla base, con associato broncogramma aereO··.:
ficoltà respiratoria in soggetti adulti per effetto di un (fig. XV.116); con frequenza si sovrappongono
fattore scatenante grave. I fattori scatenanti hanno na- festazioni broncopolmonitiche, infartuali,
tura disparata: traumi polmonari ed extrapolmonari; insufficienza cardiaca. Se il paziente sopravvive, puÒ :"': :.
embolia grassosa post-traumatica; microembolia; pol- subentrare una reazione iperplastica del connettivO}.:
moniti virali massive; sindrome di Mendelson; se- interstiziale, sì che l'esito finale in guarigione è spes: ):,:;
miannegamento; abuso di stupefacenti; pancreatite acu- so solo parziale residuandone aree circoscritte o dir'·,;
ta; shock emorragico o settico; ustioni; interventi chi- fuse di fibrosi interstiziale. ··
CAPITOLO XVI
1. Pleura sparenza di due lobi (v. fig. XV. II). La grande scissura
decorre obliquamente dall'alto in basso in senso poste-
Èun sottili: foglietto mesoteliale che riveste le strutture m-anteriore, la piccola scissura è disposta
endotoracichc. Ricopre la superficie dei polmoni (pleura mente. Il decorso obliquo e la loro usuale incompletez-
l'iscerale) e a livello dell'ilo si ripiega a rivestire il media.- za spiegano il motivo della non frequente visibilità nel
stino, il diaframma e la parete toracica (pleura parietale). E racliogramma del torace: nella proiezione LL sono visi-
çostituita da uno strato epiteliale che giace su di un tessuto bili in tutta la loro estensione solo in una piccola per-
connettivo lasso (definito «subpleurico» a livello viscerale centuale di casi; nella proiezione PA la riconoscibilità
e11cxtrapleuricm> a livello parietale). della piccola scissura è più frequente.
Tra pleura viscerale e pleura parietale v'è uno spazio
(spazio p/eurico), impropriamente detto «cavità pleurica»,
che in condizioni normali contiene piccole quantità di liqui-
do(fino a 10-15 ml) prodotto dai foglietti pleurici stessi in
base al gradiente pressorio che si determina tra di essi. La
'plcura parietale, infatti, ha un microcircoio· di tipo sistemi-
co, con valori pressori superiori a quelli della pleura visce- Fig. XVI.l. Ecografia
rale, i cui capillari originano prevalentemente dai vasi pol- toracica. Scansionc
trasversale. La pleura
monari: in condizioni normali, quindi, una certa quantità di marginocostale è di-
liquido trasuda nello spazio pleurico, andando poi incontro rettamente apprezza-
ariassorbimento in parte a livel!o del microcircolo viscera- bile in forma di linea
le, in parte attraverso le strutture linfatiche del!a pleura iperecogena (frecce)
pari eta!e. interrotta dali 'ombra
acustica generata dal-
Lo spessore complessivo della pleura viscerale, della
la costa soprastante.
pleura parietale e dello spazio pleurico tra esse compreso è
inferiore a 0,5 mm; il tessuto connettivo extrapleurico, a sua
volla, non supera per lo più lo spessore di 0,2 mm.
sta consensualmente ai cambiamenti di decubito del creando aderenze tra di esse, «bloccanm> il
paziente. versamento non è più libero ma org:anizz<Jt;,
Ogni qualvolta sussistano modificazionì dell'ela- radiogramma, invece della tipica
sticità polmonare si possono riscontrare disposizioni si osserverà un'opacità marginocostale a v"''""n"''
atipiche del versamento. Ad esempio, il liquido pleu- meno spessa, l' obliterazione del
rico può continuare ad accumularsi tra la superficie matico e la rettilineizzazione o
inferiore del polmone e l'emidiaframma anche in Nell'empiema si può frequentemente ;namte•starè
cospicua quantità (versamento sottopolmonare). Nel lma forma particolare di
radiogramma toraci co in stazione eretta il versamento to saccato. Questo si presenta nel n
simula un innalzamento dell' emidiaframma, ma la cico (quando colto con l'opportuna tangenza!)
convessità della cupola risulta spostata lateralmente e ma di opacità omogenea, ovale o lenticolare, con
in proiezione laterale diviene apprezzabile uno «Scali- sulla marginocostale e cupola convessa ·verso il
no» tra la base dello bo inferiore (più alta) e quella del chima {che risulta compresso), contorni
lobo medio o della lingula (più bassa); nei versamenti angoli di raccordo con la parete toracica
sottopohnonari situati a sinistra si può inoltre osserva- XVL6). Se, invece, il versamento è colto «di
re un amnento della distanza tra lo «pseudoemidia- la raccolta appare in forma di opacità a
framma» e la bolla gassosa gastrica. In caso di dubbio, mati, che andrà differenziata da
ponendo il paziente in decubito supino, si manifesterà mediante ricorso a radiogrammi C(
nel radiogramma frontale una «velatura» de !l' emitora- opportuna tangenza.
ce a causa dello spostamento del liquido posterior- Il versamento intrascissurale è propriamente
mente al polmone. versamento saccato con morfologia
Disposizione atipica del versamento si ha anche in te biconvessa ed estremità rastremate che
presenza di scissure incomplete: poiché il liquido può no impercettibilmente nel contesto della
insinuarsi solo per un breve tratto nello spazio intra- XVI.?). Spesso consegue a episodi di scompenso
scissurale, si determina una banda marginocostale omo- diaco e tende allora a risolvere spontaneamente e
geneamente radiopaca, a limitante concava, mediai- damente con il risolvere della patologia di base
mente alla quale il polmone ha trasparenza pressoché la dizione di «tumore evanescente>>).
normale. Nelle pleuriti essudative può aversi .g<ll<rigione
Quando un versamento pleurico flogistico tarda a pleta senza alcun rilievo cadliologicoce;:idtJo.
risolvere, possono formarsi nel ·suo contesto tralci di temente, però, la guarigione è incompleta e
fibrina che, depositandosi sulle superfici pleuriche e le traccia di sé: opacità lineari; ispessimenti
mente.
335
1.3. Pneumotorace
Può essere: spontaneo (ma in effetti spesso consegue
alla lacerazione di una vescicola subpleurica non dimostra-
bile radiologicamente); post-traumatico (per lo più trattasi
di un emopneumotorace non obbligatoriamente accompa-
gnato da fratture costali); patologico (apertura nella cavità
pleurica di bolle di enfisema, di cisti aeree, di cisti da echi-
nococco, di pneumatoceli da polmoniti stafilococciche;
taloriJ. complica una fibrosi interstiziale evoluta);
Fig. VXI.7. Versamento interlobare. Nel tomogramma (A)
centesi (in genere, per il residuare di versamento, trattasi di
l'opacità intrascissurale {asterisco) assuffie un aspetto «a un idropneumotorace); iatrogeno (frequente nella vena suc-
pa!lall non facilmente differenziabile da quello delle masse clavia per involontaria lacerazione della pleura apicale
prinlitive polmonari se non allorquando sono ben visibili i durante apposizione di cateteri). Forma curiosa è il pneu-
residui normali della stria scissurale che «la sospendono a motorace catameniale, verosimilmente causato da localiz-
di cordm>. Nel tomogramma sagittale (B) l'opacità si zazioni endometriosiche intratoraciche, che recidiva in
il decorso della scissura orizzontale (frecce); occasione dei cicli mestruali.
superiore della grande scissura; PI =pala inferiore.
degli angoli costo frenici; «pinzettature!l Il riconoscimento radiologico del pnemnotorace è
d1aframmatiche; «cappuccb> apicali; «palle» di facile allorquando il contenuto di aria nella cavità pleu-
·calcificazioni. Questi esiti sono stati descritti in par rica è elevato e il polmone è vistosamente collassato: si
nel paragrafo XV.2.1.5, in parte verranno osserverà un netto contrasto tra la trasparenza «vitrea»
hnel paragrafo XVI.l.4. della cavità toracica (nella quale è completamente
· All'ecografia il versamento pleurico appare sente il disegno polmonare) e il polmone
teristicamente anecogeno e può costituire una finestra mente ipotrasparente ben delineato dalla pleura visce-
acustica utile per lo studio delle strutture s.ottostanti (le- rale colta tangenzialmente dal fascio di radiazione (v.
. parete! polmone collassato!). L'indagine, effet- fig. XV.24). La ricerca attenta di questa «linea pleuri·
1
: U3bileag,,vohll(:nte alletto del paziente, può ca», soprattutto nelle regioni apicali e sottoclaveari
336
3. Diaframma
Fig. XVJ.14. Enfisema sottocutaneo della parete toracica Il diaframma, come è noto, è una formazione muscolo-
conseguente a pneumotorace iatrogeno. Il dettaglio del radio- tendinea che separa la cavità toracica da quella addominale,
gramma standard evidenzia cospicue e vistose ipertrasparen- innervata dai due nervi frenici; ha ruolo importante nella
ze aeree nel contesto delle parti molli parietali colte tangen- meccanica respiratoria. Possiede tre forami per il passaggio
zialmente dal fascio di raggi X. I fasci del muscolo grande
pcttorale sono ben delineati (punte di freccia). In tali situa-
dell'esofago, dell'aorta e della vena cava inferiore. Ante-
zioni può essere difficile riconoscere il pneumotorace sotto- riormente, da ciascun lato dello sterno, nel contesto della
stante e si impone il ricorso alla TC. muscolatura è presente una fessura triangolare (il forarne di
Morgagni); posteriormente, in caso di incompleta chiusura
Gli ascessi (di natura speciftea, secondari a ferite, delle membrane pleuro-peritoneali, residua da ciascun lato
talora a interventi chirurgici) sono caratterizzati dal uno iato (forame di Bochdalek).
contenuto liquido ipodenso, circondato da orletto iper- Il diaframma può essere coinvolto secondariamente da
denso (soprattutto nella scansione contrastografica!). processi primitivi pleuropolmonari o addominali. Attraver-
Gli ematomi (post-tralUI1atici, post-chirurgici, sponta- SQ gli iati aortico ed esofageo patologia può propagarsi dal-
nei in soggetti con turbe della coagulazione) sono l'addome al torace e viceversa. Ernie congenite e acquisite
caratterizzati da valori densitometrici elevati anche possono svilupparsi attraverso i forami di Morgagni, di
nella scansione diretta (contenuto di Fe!). I tumori Bochdalek ed esofageo o attraverso brecce post-traumati-
che. La patologia più frequente del diaframma è costituita,
benigni e maligni hanno valore densitometrico varia-
però, dalle alterazioni del tono e della motilità (ipomobilità;
bile da adiposo (lipomi e liposarcoilli) a parenchima- paralìsi; relaxatio), che possono sussistere anche in forma
toso (leiomioma, fibroma e relative forme sarcomato- disgiunta tra i due lati. Rari sono i tumori primitivi.
se; linfoma; metastasi).
Cerifìsema interstiziale (post-traumatico, post-chi- Fig. XVI. I S. Relaxatio diaframmatica bilaterale. Ambedue le
rurgico) è facilmente riconoscibile nel radiogramma cupole diaframmatiche, alquanto risalite, presentano un'ac-
centuazione @ ogiva)) della normale convessità prossimale
l?racico per la presenza delle caratteristiche inunagini (punte di freccia). A destra l't1spetto è più propriamente 1<a
lineari ipertrasparenti nelle parti molli del collo e del ogive multiple)).
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CAPITOLO XVII
MEDIASTINO
GIORGIO CITTADINI E GIUSEPPE CITTADINI
La scarsa accessibilità alla semeiotica clinica di toracico LL. La più semplice e pratica distingue 4 compar-
questa regione corporea, fre.quente sede di pat?logia timenti (f1g. XVII. I):
espansiva, ne rende molto Importante lo stud10 per
immagini. Esame diretto radiografico, TC e RM compartimento superiore, situato al di sopra di un piano
sentono buona accuratezza diagnostica nella quasi immaginario che unisce l'angolo dello sterno alla IV
vertebra dorsale;
totalità de !le situazioni. La diagnostica radioisotopica
compartimento anteriore, situato inferoanteriormente al
interviene in maniera determinante nella ricerca di precedente, è delimitato in avanti e lateralmente dai
tiroidi e paratiroidi ectopiche o accessorie, e nella foglietti pleurici dei due lati convergenti nella giunzio-
importante (e difficile!) differenziazione postoperato- ne pleurica anteriore e in dietro da una linea passante
ria tra recidiva neoplastica e fibrosi. Cecografia tran- davanti al pericardio, all'aorta ascendente e ai vasi bra-
sesofagea assume importanza nello studio analitico chioccfalici; accoglie, in uh contesto connettivoadiposo,
delle aree paraesofagee (stadiazione locoregionale dei
tumori dell'esofago!). L'uso razionale di queste
che ha reso obsoleto il pneumomediastino diagnostico,
poco comuni !a flebografia mediastinica e
fia selettiva timica, sempre più raro il ricorso alla
mediastinoscopia (se non a scopo bioptico) e alla
cotomia esplorativa (frequente punto di arrivo dell'iter
diagnostico prima dell'avvento della TC).
il timo o i suoi residui, i vasi mammari interni,· linfono· Linfonodi del legamento polmonare (stazione 9): localizzati
di; contesto del legamento polmonare destro c sinistro· ne1 ·
compartimento medio, situato inferiormente al compar- Linfonodi tracheobronchiali destri o ilari (stazione !OR): lo .
timento superiore e posteriormente a quello anteriore, è lizzatì al dt sotto della stazione 4R, ed estesi caudalment/;
delimitato da un piano immaginario passante dietro la no al bronco lobare superiore destro; l·
trachea e il cuore; sono in esso contenuti il cuore con il Linfonotli peribronchiali sinistri o ilari (stazione l OL): loca]" _
pericardio, l'aorta ascendente e l'arco aortico, i tronchi zati al di sotto della stazione 4L, cd estesi caudalmente fiiZ
sopraortici, le arterie e le vene polmonari, i nervi freni- al bronco lobare superiore sinistro; no
co, vago e laringeo ricorrente, la trachea e i bronchi Linfonodi e distahnentc
principali, numerosi linfonodi; alle stazwm !OR e lO L, e mcludentt tlmfonodi interloba ·
- compartimento posteriore, situato inferiormente al (Il), lobari (12), segmentari (13) e subsegmcntari
compartimento superiore e posteriormente a quello
medio, è delimitato dai corpi vertebrali e dalle docce Ai aggiunti i supe1·iori, adiacenti
costovertebrali; sono in esso contenuti l'aorta discen- ai a dt 2 cm dal dtafrmm_na, e i lbif0110 di
dente, l'esofago, il dotto toracico, la vena azygos ed localizza! t 1n sede !ungo 1vasi omonin1i cd
estest fmo al d1aframma, che drenano 1 quadrant! mammari media\i e la
emiazygos, strutture nervose e linfonodi. parete toracica.
'one dell'estensione delle masse mediastiniche, ma Esofagografia. Si rende talora necessaria per la dimo-
consente la caratterizzazione di natura solo in casi strazione dell'origine esofagea di masse mediastiniche
(ematomi in fase subacuta; cisti; lipomi; (leiomiomi, cisti da duplicazione esofagea) e della presenza
el di varici (mediastiniti croniche).
il· 11355 e aneurismatiche). L'uso di MdC paramagnetico
permettere una maggiore accuratezza diagnostica, Broncografia. Può consentire di definire con maggiore
S· accuratezza dislocazioni e compressioni tracheobronchiali e
O·
ma nel complesso il ricorso alla RM solo occasionai- di individuare cisti aperte.
e- mente rende superflua l'agobiopsia TC-guidata! Flebografia del mediastino. Assume importanza per la
e, dimostrazione dei circoli collatei-ali in caso di ostruzione
della v. cava superiore e per l'individuazione della non rara
4. Ecografia patologia primitiva venosa (malformazioni anatomiche, fle-
2- biti, flcbotrombosi, tromboflebiti). Metodica fondamentale
;j. La via transtoracica, ostacolata dall'interposizione è la cavografia superiore, eseguita mediante iniezione
ca delle coste e di parenchima polmonare aereato, con- simultanea bilaterale del MdC in una vena del gomito (v.
ali sente di evidenziare solo lesioni occupanti spazio di fig. XIX.l7); meno comune è il ricorso ali' azygosgrqfia,
e grandi dimensioni che assumono rapporto diretto con effettuata mediante cateterismo della vena cava superiore e
ol- iniezione controcorrente delia vena azygos. Le
la parete toraci ca o con il cuore. La via transesofagea, stenosi dei vasi venosi principali possono essere sottoposte
co
Il·
con trasduttori endocavitari a scansione meccanica ad angioplastica con eventuale posizionamento di stent (v.
·a- radiale o elettronica lineare, permette di ottenere una paragrafo XXXIX.1.2).
la- buona dimostr·azione anàtomica degli spazi paraesofa- Flebografia selcttiva timica. È indagine complementa-
gei (fig. XVII.6), con risultati superiori alla TC nella re (modernamente di uso sempre più raro) nello studio delle
5tadiazione locoregionale delle neoplasie esofagee e sindromi miasteniformi e delle masse mediastiniche ante-
lÌ- nell'individuazione di linfoadenopatie di piccole riori. Viene effettuata mediante cateterismo della vena prin-
dimensioni. cipale del timo (la quale sbocca nel tronco anonimo di sini-
stra) utilizzando come via di accesso una vena del gomito.
rente, iperparatiroidismo primitivo a sede ectopica) è neces- tuiscono ernie omentali il forame di
sario ricorrere alla TC indipendentemente dalla positività o Bochdalek sinistro o lo iato esofageo. La diagnosi dif.
meno del radiogramma toracico. ferenziale con i lipomi non è sempre agevole.
Anche se i caratteri semeiologici di molte masse 6.2. Cisti mediastiniche
mediastiniche sono simili e quindi è difficile su tale
base una diagnosi di natura, l'esperienza pratica ha Possono essere congenite (cisti broncogene, ente.
dimostrato una correlazione significativa tra sede rogene, pleuropericardiche, del dotto toracico) 0
compartimentale e natura della massa (fig. XVII.?). acquisite (cisti timiche, cisti da echinococco, pseudo-
Molte lesioni possono tuttavia ritrovarsi in uno qual- cisti pancreatiche). Possono assumere aspetto similci-
siasi dei compartimenti mediastinici e, se di grosse stico il meningocele, il teratoma e illinfangioma.
dimensioni, possono occuparne più di uno, rendendo Nel radiogramma toracico le cisti assumono l'a-
difficile l'individuazione della sede di partenza. ra- spetto di opacità tenui, a margini netti e regolari, con
gobiopsia TC-guidata, come più sopra detto, rende sede spesso caratteristica: nella loggia timi ca (cisti del
possibile pervenire alla diagnosi di natura nella mag- timo), paracardiaca (cisti pleuropericardiche, mai sepa-
gior parte dei casi. rabili dal profilo cardiaco!), paratracheale (cisti bron-
cogene), nel mediastino posteriore (cisti enterogene).
6.1. Lipomatosi e accumuli focali di grasso
L'obesità, la somministrazione di corticosteroidi e
talora la sindrome di Cushing possono indurre accu-
mulo di tessuto adiposo maturo e non capsulato nel
mediastino (lipomatosi). Il rilievo di questa affezione
del tutto benigna è talora possibile nel radiogramma
toracico (slargamento dell'ombra mediastinica a con-
torni lisci e regolari, che non disloca e non comprime
la trachea). La TC e la RM consentono la diagnosi di
natura (valore di attenuazione di tipo adiposo intorno
a -100 UH! segnale di tipo adiposo nelle sequenze Tl- Fig. XVU.S. TC del mediastino passante subito al di sotto del piano
e T2-pesate!). Le sedi più frequentemente interessate dell'arco aortìco. Cisti sierosa del timo. Nel compartimento anterio-
re,_l)el contesto della loggia timica,.è apprezzabile una 111assa roton-
sono la parte superiore delle logge anteriore, media e deggiante (c), a margini netti e regolari, con valori densitomctrici di
posteriore, gli angoli cardiofrenici. Accumuli focali di tipo acquoso. L: aorta ascendente è moderatamente dislocata poste·
grasso capsulato possono riscontrarsi in riormcntc.
za dei forami diaframmatici, e il più delle volte
Aneurisma aortico
Tiroide retrostomalu
Linfoml
Tumori tlmld
Tentodormoldl Tumori
n•urogenl
Tessuto
ematopoietico
elctnmldollafl
L!poml
Mlnlngoc:ele
Cisti lntntoraclco
Cisti
broncogenlch.• Fig. XVII.9. TC del mediastino passante per il piano ventricolare. 11
foglietto pericardico è ((dispiegatm> dalla presenza di una
formazione CIStica a pareti calcificate e con alcune calcifJcazwm
moriformi nel suo contesto. La sede anteriore sopradiaframmatica,
Fig. XVII.7. Correlazione tra sede compartimentale e natura delle l'interessamento del pericardio e le caratteristiche strutturali conscn·
masse mediastiniche (vedi testo). tono di porre, con alta attendibilità, la diagnosi di cisti da echinocco.
Afediastino 351
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er· Fig. XVII. I S. TC del mediastino. Neurinoma. La massa tun10rale Fig. XVII.J6. Malattia di Hodgkin variante sclerosi nodulare. I con-
1ei (n), originante dal canale vertebrale, usura il peduncolo (punta di torni mediastinici sono bilateralmente slargati da una vasta opacità a
ie- freccia) c si sviluppa ampiamente «a batacchio di campana» nel limiti netti (frecce) che a destra assume aspetto decisamente polici-
posteriore. 11 corpo vertcbrale adiacente è parzialmente clico. Tale opacità risulta dalla confluenza di singole tumefazioni
el- dmrutto nd suo versante sinistro; non è benlndividuabile il piano di linfonodali e si estrinseca, nel caso in considerazione, pressoché
ma cli1·aggio con l'aorta (a). totalmente nel compartimento mediastinico anteriore.
354
Alla TC i linfonodi si presentano come masserelle La RM offre risultati simili a quelli della Te
rotondeggianti, di densità parenchimatosa, talora tumefazioni linfonodali hanno segnale di
mogenea (aree necrotiche !), le quali in genere non van- medio-bassa nelle scansioni TI-pesate, ben
no incontro a significativo c.e. (fig. XVII.l7). Più tu- quella del tessuto adiposo circostante; l'intensità !
mefazioni linfonodali possono confluire fra loro «a pac- segnale può aumentare anche notevolmente 1
chetto» in una massa unica similneoplastica (la pre- sequenze T2-pesate in relazione al tipo di cellule
senza di adenopatie in altra sede facilita la diagnosi!). senti e alloro stipamento. Nel follow-up la RM
Le tumefazioni linfonodali non sono patognomoniche me importanza per la differenziazione tra
e la diagnosi differenziale va posta con le metastasi recidiva in pazienti trattati con chemio- e/o mutoterac;;;,q
linfonodali, l'iperplasia benigna linfonodale, la sarcoi- pia: il tessuto fibroso, denso, povero di acqua e
dosi, l'istoplasmosi, la tubercolosi. La «visione>> per samente vascolarizzato, ha segnale ipointenso
piani trasversali consente di evidenziare in modo atti- sequenze Tl- e T2-pesate; la recidiva tumorale
male l'eventuale estensione per contiguità al invece, segnale di media intensità nelle sequenze
ma polmoriare, il coinvolgimento dei linfonodi delle
pesate, spesso disomogeneo (.dd;·:dti.;
terre mammarie interne e talora delle parti molli della timi ca reattival), e presenta c.e. v;
parete toracica. Nell'insieme, le informazioni fornite L'iperintensità del segnale può
dalla re sono molto utili per la corretta formulazione anche da aree di necrosi, piccoli
del piano di trattamento radioterapico, per verificare i gie, flogosi sovrapposte: per una diagnosi
risultati della terapia e per il follow-up. Si ricordi che, quindi necessario un controllo seriate nel
a distanza dal trattamento radioterapico, le linfoadeno- prelievo bioptico nelle zone sospette. Spesso,
patie possono andare incontro a calcificaziOne. la scintigrafia con 61 Ga-citrato e la PET sono
risolutive.
a pareti ònogol<>em•""
che assuine costante
di continuità con l'aorta
nella proiezione sagittale
che laterale (B).
355
può simulare una massa mediastinica nel radia- lobulate, ben demarcate, che nel radiogramma LL si
)
mroa toraci co sagittale, proiettandosi in corrispon- proiettano sulla colonna dorsale, corrispondenti a
fnz!i dell'angolo tracheobronchiale destro sotto masse circoscritte di tessuto emopoietico
di opacità ovalare di l cm o più di diametro. !are, 'alle quali si associa spesso un tipico
pacità si modifica con il cambiamento di decubito mento fusiforme degli estremi posteriore e anteriore
e con le variazioni i.ndo.tte. delle coste secondario all'iperattività locale del
intratoracica. La TC permette dJ ch1anre l ongme del lo (fig. XVII.19).
reperto e Spesso anche le cause che .hanno prov?cato ,l.a Fra le altre molteplici entità capaci di presentarsi
dilatazione. Nel. caso che questa s.ta se.condana alli: nel m·ediastino con aspetto di massa circoscritta,
poplasia congemta della vena cava mfenore, la TC puo tano ancora di essere ricordate le ernie iatali, le ernie
dimostrare la dilatazione della vena azygos in tutto il parasternali di i tumori
suo decorso e delle radici ascendenti, visibili come mali (in particolare lipomi e liposarcomi), i tumori
· opacità rotondeggianti situate posterionnente ai pila- esofaf;ei (leiomioma, carcinoma), gli adenomi
stri del diaframma e all'aorta; nell'addome si osserva roidei aberranti.
la not'evole riduzione di volume della vena cava
dore.
ln pazienti con gravi anemie croniche, soprattutto 7. Mediastiniti
!alassemiche, si possono osservare nel radiogramma
iOracico opacità multiple mediastiniche posteriori, Le mediastiniti acute conseguono in genere alla
tura dell'esofago (fig. XVII.20), alla propagazione di
lUla flogosi linfonodale o ali' estensione di llll processo
flogistico del collo (ascessi orofaringei!). Possono
estendersi al polmone adiacente o localizzarsi tra i due
foglietti pleurici. Nel radiogramma toraci co il
no appare slargato e ha margini mal definiti; nel suo
contesto può dimostrarsi la presenza di aria
·nore è la resistenza offerta dalle strutture Nel radiogramma sagittale il bordo del polmone
he Può conseguire a una diminuzione di volume erniato spicca come una sottile linea opaca
1 polmone contro1
d.nJC· 1e per ate lettasm
atera '(f'1g. sta al polmone controlaterale. Nel radiogramma
·;vii.Z3) o fibrotorace, o ad un aumento della rale lo si apprezza nettamente nello spazio chiaro
. ne intratoracica omolaterale per versamento retrosternale.
S!O •
o pneumotorace 1perteso.
CuoRE
GIUSEPPE MOLINARI E GIORGIO CITTADINI
La diagnostica per immagini ha importanza del la RM, tecnica di grande versatilità nelle applicazioni
tutto fondamentale nello studio della patologia cardia- cardiologiche, ha consentito di svelare aspetti
ca. Funzione ventricolare, dinamica valvolare e flussi tologici in passato ignoti e nel contempo ha limitato
intracavitari possono essere valutati in forma non inva- notevolmente il ricorso a indagini invasive. La TC si
siva e in tempo reale con l'ecocardiografia, vera e pro- rivela preziosa nello studio delle malattie del
pria appendice dell'esame obiettivo (di conseguenza dio e delle masse cardiache e paracardiache.
per Io più cardiologo!); tanza significativa mantengono, comunque, le due
perfusione mwcardica e valutabtle m forma anahttca metodiche di approccio del passato: l'esame
èon la diagnostica radioisotopica, la cui diffusione ha fico del cuore, di facile e rapida esecuzione, il quale
migliorato sensibilmente la diagnosi e il trattamento consente di valutare la «configurazione cardiaca» e le
stesso della cardiopatia ischemica. Insieme alla PET, alterazioni polmonari eventualmente associate, e
giografia, che trova precise indicazioni per la
zione analitica delle arterie coronarie, per la
ne dell'emodinamica, e comunque in fase
ca.
ne
in
ra,
co
lo
al·
di
::si
'SO
Fig. XVIII.S. Diametri cardiaci e rapporto cardio-toracico (v. testo).
DL "' diametro longitudinale; EDTD = cmidiametro trasversale
da Fig. XV11I.4. Ombra cardiovascolare e sue componenti marginali destro; EDTS = cmidiametro trasversale sinistro; DTT =diametro tra-
in nella proiezione OPD (v. testo e fig. XVIII.\). sversale toracico
362 Capitolo XVnt
zione segni di ipoaffiusso, iperaffiusso, ipertensione localizzazione spaziale di un flusso a fini di quantifi_
polmonare pre- e postcapillare. Si ricercheranno inol- cazione compiuta. Il tracciato TM-mode (fig.
tre eventuali alterazioni di forma della gabbia toraci- v. anche fig. IX.6) consente la rappresentazione tem:
ca. porale del movimento delle strutture valvolari, delle
pareti del cuore e dei vasi, ed è spesso valido comple-
Il torace carenato (marcata convessità anteriore del pro- mento del! 'indagine standard.
filo sternale; lo sterno, però, a differenza di quanto avviene
in presenza di difetti di segmentazione, non è accorciato) è L'esame ecocardiografico è realizzato con paziente
frequepte nelle cardiopatie congenite con iperafflusso e supino o in decubìto laterale sinistro, con trasduttore da 2-S
ipertensione polmonare; il torace piatto e il torace escava- MHz. Piani di scansione elettivi sono: l'apicale (con il qua-
to possono essere responsabili di reperti semeiologici anor- le si ha una vista delle camere cardiache attraverso l'apice)
mali (soffio sistolico parasternale sinistro) in soggetti peral- perpendicolare al setto (vista a quattro camere) o
tro esenti da patologia cardiovascolare. In pazienti affetti da al setto (vista a due camere); il parasternale longitudina/e
coartazione aortica (ma anche in altre situazioni cliniche: (con il quale si ha una vista delle sezioni cardiache sinistre
anastomosi chirurgiche succlavia-polmonare; occlusione con il tratto iniziale dell'aorta ascendente e del tratto di
della vena cava superiore; fistole arterovenose polmonari o eft1usso del ventricolo destro) e trasversale (con il quale si
parietotoraciche; etc.), possono osservarsi caratteristiche ha una vista secondo l'asse corto). L'indagine è ostacolata
incisure ((a unghiata» lungo il margine inferiore degli archi da interfacce ossee (coste e sterno) e dall'interposizione
posteriori costali (v. fig. XVIII.37). Il reperto, assai raro degli angoli cardiofrenici anteriori, i quali, accogliendo pol-
nell'infanzia, è molto frequente in età adulta. A fini diagno- mone aereato, limitano i tragitti utili per il fascio di US. È
stici differenziali è molto importante il rilievo di uni- o bila- agevolmente eseguibile alletto del paziente, anche in con-
teralità, di prossimalità o distalità (v. paragrafo XVIII.13.3). dizioni critiche.
lle
Ecocardiografia transesofagea. I.; introduzione del tra-
sduttore all'interno dell'esofago, in posizione molto vicina
Ja- al cuore, evita l'interposizione di strutture che ostacolano la
e), propagazione degli US e nel contempo permette l'utilizzo di
e!o frequenze più elevate con conseguente aumento della risolu-
zione spaziale delle immagini (fig. XVIIL8). Costituiscono
.tre Fi•. XVIII.7. La scansione TM-mode in ecocardiografia (v. anche indicazioni elettive all'uso della via transesofagea: le pato-
di fi; JX.6). !l traccwto TM-mode (adeslra), rilevato- lungo linee di logie valvolari; le dissecazioni dell'aorta, gli ascessi della ra-
dice, la valutazione dell'entità della degenerazione ateroma-
:si \'ista preselezionate dell'immagine btdimensiona!e (a smistm), cspri-
ata iJ movimento delle strutture incontrate lungo il tragitto del fascio tosa; la trombosi atriale, il forarne ovale pervio, il difetto in-
di VS in funztonc del tempo (3 cich cardiaci nel diagramma illustra- teratriale.
\ne li\0). La linea di vista per ti TM-mode è qui posizionata sul piano
ol- della valvola mitrale e attraversa dalla superficie in profondità: la
Ecocardiografia intravascolare. Èutilizzata in emodi-
È parete destra (l); la camera (vd);
namica come integrazione ali 'angiografia coronarica eri-
ln- odiO interventncolare (2); la camera ventncolare stmstra (vs); li sulta utile, grazie alla possibilità di studio Doppler del flus-
kmbo anteriore (3) e il lembo posteriore della valvola mitrale (4); la so coronarico, per la valutazione funzionale delle stenosi,
ventricolare sinistra (5). Il tracciato consente di analizzare la soprattutto dopo angioplastica.
>ntcessione t·itmica di apertura e chiusura dci lembi valvolari. t"' tra- Ecocardiografia con MdC. La somministrazione e.v.
ic- Wuttorc; as ""·atrio sinistro; Ao "' aorta.
di microbolle gassose legate a sostanze in grado di snpera-
Jre
studiate in modo completo individuandone, nella mag- ·re il filtro polmonare (v. paragrafo IX.9) consente una
le- migliore visualizzazione delle strutture del cuore sinistro e
ità o-ioranza dei casi, la causa (degenerativa? infiammato-
può essere utile nello studio della perfusione miocardica.
"ie ;ia? infettiva?). È accurata nella valutazione dei versa-
di menti pericardici e nella diagnosi di tamponamento
nte cardiaco. L'ecocardiografia ha rivoluzionato la dia-
gnosi delle cardiopatie congenite in età pediatrica e
3.RM
ica
)io profondamente modificato "qtiClla dell'adulto.
Lo studio del cuore rappresenta un'importante
>DO
campo di applicazione della RM, la quale si prospetta
ol- spesso necessario complemento dell'ecocardiografia,
di- talora indagine di prima istanza . .Costituiscono caratte-
nlo ristiche della RM specificamente rilevanti: la multi-
Jli· planarietà, che consente di definire individualmente
oto piani di scansione ottimali per lo studio delle camere
tti· cardiache e dei grossi vasi; la risoluzione temporale
ere valida per la valutazione dinamica del movimento car-
diaco, resa possibile dalla messa a punto di sequenze
di impulsi «dedicate» l'elevata risoluzione
di contrasto.
Fig. XVIIL8, Ecocardiografia transesofagca. Proiezione secondo La RM del cuore richiede d'obbligo la sincronizzazione
,_ l'.asse lungo del cuore. L'assenza di stmtturc ostacolanti la propaga-
degli US c l'utilizzo di frequenze elevate rendono possibile una
dell'emissione degli impulsi a RF con l'onda R del traccia-
to È possibile, con tale accorgimento,
""
:or·
ad alta risoluzione: dell'atrio (AS) e del ventricolo
di sinistra, fra i quali sono apprezzabili i lembi valvolari mitra-
acquisire immagini «statichel> del cuore prive di artefatti
t SÌ· ltctm fase di apertura (punte di freccia); della porzione di efflusso del dovuti al movimento ritmico dell'organo. 8acquisizione
vs \en_tricolo sinistro; del piano val volare aortico (frecce piccole); della avviene secondo piani di scansione simili a quelli in uso in
;li"! radtce aortica (Ao). Si osservi la buona dimostrazione della porzione ecocardiografia, imposti dalla peculiare conformazione
lxtsale del setto anteriore. anatomica del cuore (fig. XVIII.9): secondo l'asse lungo,
364
6
.z. Angiocardioscintigrafia di primo transito capillare: possono pertanto penetrare nello spazio
extravascolare e tornare nel torrente circolatorio per
È eseguita mediante iniezione rapida (nella vena cava
essere rimossi dall'organo in studio in funzione della
superiore o nell'atrio destro? un quals iasi
di catare capace 1 nmanere 11 o spaz!O mtravasco 1are velocità di flusso seguendo gradienti di concentrazio-
111
almeno 10-15 secondi. Il transito del bolo radioattivo ne istantanea. La misura scintigrafica sequenziale del-
per
traverso le camere card'1acl1e v1ene · ·
regJStrato a cadenza la loro concentrazione in un certo organo permette
a (32 imm/s) mediante gammacamera, in modo da quindi di calcolare i parametri di flusso ematico glo-
ro·sualizzare, in sequenza, la vena cava superiore, l'atrio bale. e distrettuale.
stro il ventri colo destro, l'arteria polmonare, il circolo
l'atrio c il ventricolo sinistri, l'aorta ascenden- I traccianti diffusibili possono essere liquidi (antipirina
te (fig. XVIII.l7). L'acquisizione è marcata con mr; acqua marcata con 11 0 per le indagini effet-
mcnte mediante gammacamera ad alta veloclta d1 conteg- tuate mediante PET) o gassosi (mXe, gas inerte sommini-
ammi gio (nonostante la conseguente minore risoluzione spazia- strato per inalazione o iniettato in soluzione acquosa selet-
ciclo tivamente durante cateterismo coronarico): Lo 133Xe, in virtù
Ione a Je).
della natura gassosa, che ne rende possibile una rapida eli-
a R.
.Cangiocardioscintigrafia di primo transito forni- minazione polmonarc, può essere somministrato più volte a
sce informazioni analoghe a quelle dell'angiocardio- brevi intervalli di tempo sì da ottenere valutazioni in condi-
pos- zioni fisiopatologiche e cliniche diverse.
fun- scintigrafia ali' equilibrio, rispetto alla quale offre il
!le vantaggio di una valutazione più accurata della fun-
7jone ventricolare destra. Trova indicazione nello stu- Pur se relativamente complesso, lo studio della
olico perfusione miocardica mediante traccianti diffusibili
ani e- dio della patologia valvolare e degli shunt, ma l'im-
possibilità di valutare la funzione cardiaca, di ottenere permette di determinare quantitativamente il flusso
' ben ematico regionale (ml/min/g di massa miocardica).
proiezioni multiple nella singola indagine e di analiz-
zare la cinetica regionale limitano drasticamente il
valore dell'indagine, la quale nella pratica è realizzata 6.4. Studio della perfusione miocardica con trac-
solamente come fase preliminare dello studio della cianti di deposito
perfusione miocardica.
Nella pratica clinica lo studio della perfusione
miocardica è per lo più effettuato utilizzando traccian-
6.3. Studio della perfusione miocardica con trac- ti che non attraversano passivamente il distretto perfu-
cianti diffusibili so, ma si depositano nel suo contesto con meccanismi
Adifferenza degli indicatori intravascolari, i radio- diversi. Sono utilizzati soprattutto traccianti di depo-
farmaci diffusibili attraversano liberamente la parete sito informa liquida (l8K e 41 K; 101 Tl, 82Rb e 86Rb, isoto-
pi analoghi del potassio; ammoniaca marcata con nN;
derivati dell'isonitrile marcati con 99'"Tc o composti
con analogo comportamento). Le microsfere di albu-
mina marcate con 9"'Tc che, in ragione del cospicuo
Q
miocardio infartuato non si verificano captazione e non è accumulato nel solo miocardio, ma anche i .
accumulo del tallio né degli altri traccianti di deposi- distretti corporei, particolarmente nella muscolatura snl ahn
. A q11esta ! ase precoce d'1 d.1stn.b uztone
tnca. . intracel\u]c lC\c·
to.
seguito lo scambio continuo del 'mTl fra i campar/re
Analogamente al potassio, il 1G1Tl si accumula all'inter- extracardiaci e il miocardio: è così possibile che
. ( . . car ID
no delle fibrocellule miocardiche con andamento ciclico vita1e ma con re 1atlva grave tpopcrfusione duratt1 e lo
legato alla periodica depolarizzazione e ripolarizzazione del stress) possa lentamente captare e accumulare illu1Tl
miocardio seguendo il gradiente elettrochimico sussistente la fase di rid_istribuzione del tracciante.
nel contesto della membrana citoplasmatica. La captazione smgola mteztone del traccwnte e due acquisizioni 1 Il
le 0
e l'accumulo intracellulare precoce del '01 Tl nel miocardio s.tes.so ?torno. dono · d.1 poss1·b·l1 e.d"1scriminare distret.
sono proporzionali al flusso ematico regionale, con una ele- ti dt mwcardto 1poperfus1 ma ancora VItali da distretti d ,
vata efficienza di estrazione del tracciante al primo transito il tessuto miocardico è stato sostituito, a causa di pregreD\e
attraVerso l'albero coronarico (85%), fino a raggiungere un necrosi, da tessuto fibroso cicatriziale.
accumulo pari al 3-4% della dose somministrata. Il 201 Tl- La ridistribuzione non si verifica per i tracèianti di p •
cloruro è iniettato a riposo e all'acme di uno stress fisico mioc_ard_ic_a di. marcati con
durante test ergometrico o farmacologico. L'iniezione m genere catwmc1 e hpoftl1 che attraversano rapidamente 1,
durante stress ha lo scopo di rendere palese la presenza di membrane cellulari.
(in. virtù di un gradiente elettrochimi 00c
aree di ischemia miocardica subcritica in condizioni basali o con atttvo ), ma che so poi ritenuti a lungo
(test di riserva coronarica). nello spazw mtracellulare a causa d1 <<intrappolamentm>
rnitocondriale. In questo caso l'identificazione di miocardio
Cacquisizione scintigrafica planare o con SPECT vitale richiede in genere due distinti studi scintigrafici in
due giorni diversi, con doppia iniezione del tracciante
è di norma effettuata precocemente (principiando l 0-
rispettivamente in condizioni di stress e di riposo. '
15 minuti dopo l'iniezione del tracciante), ed è ripetu-
ta circa 4 ore più tardi o più oltre ancora. Il miocardio
Nonostante la procedura di studio più laboriosa,
ipoperfuso o necrotico è visualizzato nelle acquisizio-
tendenza attuale è quella di privilegiare l 'uso dei trae:
ni precoci come area «freddm>. Se il difetto di perfu-
cianti marcati con 99 "'Tc, soprattutto in considerazione·
sione permane invariato nell'acquisizione tardiva
del fatto che il presenta rilevanti limitazioni di ti-
(difetto irreversibile), il rilievo depone per l 'assenza di
po fisico (dose più elevata erogata al paziente! emis-
miocardio vitale; se l'acquisizione tardiva mostra una
sione gamma non ottima! e per la rilevazione
certa captazione nell'area «fredda» (difetto reversibi-
fica con gammacamera!). Per di più, l'uso della SPECT,
le), il miocardio è da considerare ipoperfuso (anche
con accoppiamento dell'acquisizione alle diverse fasi
gravemente) ma vitale (fig. XVIII.18).
del ciclo ECG rende possibile valutare con traccianti
marcati con 99 Ll\Tc la perfusione e la cinetica di contra-
Alla base dei rilievi scintigrafici è un meccanismo di
ridistribuzione. Subito dopo l'iniezione c.v., il 'G 1Tl-cloruro zione miocardica distrettuale.
'a-
vs
d' -ettamente, attraverso le caratteristiche del rigurgito, La coronarografia selettiva è indicata nel sospet-
u':ipo e la gravità del vizio (fig. XVIII.Jl). to di cardiomiopatia dilatativa secondaria a malattia
coronarica.
La dimostra la presenza di un'area con segna-
aumentato·o assente che si proietta, in caso di stenosi, dal 10.2. Cardiomiopatia ipertrofica
no valvolare nel ventri colo destro durante la diastole; in
di insufficienza, nell'atrio destro durante la sistole. L'ecocardiOgrafia è la tecnica di prima istanza per
la diagnosi di cardiomiopatia ipertrofica e l'identifica-
zione delle forme ostruttive. Evidenzia agevolmente il
)0. Cardiomiopatie caratteristico movimento sistolico anteriore del lembo
mitralico anteriore, l'insufficienza mitralica e l'iper-
Sotto questa dizione si accomunano alcune affezioni trofia asimmetrica del setto interventricolare. Le tec-
idiopatiche del miocardio associate a disfull7ione ven- niche Doppler consentono di rilevare il gradiente pres-
tricolare, per le quali è opportuna la distinzione dalle sorio nel tratto di efflusso del ventricolo sinistro espres-
malattie del miocardio da causa nota. Comprendono: sivo di ostruzione.
la cardiomiopatia di!atativa, la cardiomiopatia iper- La RM fornisce importanti elementi integrativi
tiVfica, la cardiomiopatia restrittiva e la co.rdiomiopa- (fig. XVlll.32). Consente di valutare l'eventuale iper-
tia aritmogena del ventricolo destro. Indagini elettive trofia del ventricolo destro, dell'apice e della parete
'di studio per immagini sono l'ecocardiografia e la RlvL laterale del ventricolo sinistro; opera una più fine
valutazione della contrattilità regionale (tecnica del
10.1. Cardiomiopatia dilatativa «marcamentm> con impulsi di presaturazione dei seg-
menti miocardicit); individua i frequenti deficit di per-
L'ecocardiografia documenta la dilatazione ven- fusione nel miocardio ipertrofico (sequenze veloci
tricolare, il deterioramento della funzione contrattile dopo somministrazione di MdC paramagnetico!).
ventricolo sinistro, l'insufficienza mitralica asso-
ciata, e consente di determinare la massa del ventrico- 10.3. Cardiomiopatia restrittiva
lo sinistro e la sua frazione d'eiezione.
La RM·; più accurata dell'ecocardiografia nella L'ecocardiografia evidenzia ventricoli di ridotte
valutazione ·dei parametri emodinamici, è la sola tec- dimensioni in telediastole con pareti di spessore nor-
uica non in grado di documentare una sotto- male o aumentato. Coesiste importante dilatazione
Stante miòeifiOite in fase attiva responsabile del quadro delle cavità atriali e insufficienza delle valvole atrio-
clinico (diff\].sa iperintensità del segnale a carico delle ventricolari. Le tecniche Doppler consentono di dimo-
pareti cardiache nelle sequenze T2-pesate conseguen- strare una ridotta funzione diastolica del ventricolo
te a edema ·nogistico!), offrendo con ciò spazio a un sinistro mentre la funzione sistolica può mantenersi
intervento farmacologico mirato. normale,
La RIVI può fornire utili informazioni sulla natura
della cardiomiopatia (amiloidosi, sarcoidosi, altre
affezioni). Assume importanza nella diagnosi differen-
ziale con la peric<irdite costrittiva.
adi La stenosi è considerata critica se interessa !l La PET rappresenta la tecnica d'elezione per lo stu-
l si. ··\ d!la sezione del tronco comune della coronana dio·della vitalità miocardica in quanto consente di va-
pie 0 i!75% di uno dei tre rami principali. La lutare contemporaneamente la perfusione e l 'attività
lno
sourafia riveste ruolo fondamentale anche nella scelta metabolica (v. fig. XVIII.l9). Un'aumentata captazio-
ate trattamento più idoneo della coronaropatia. ne di lif-FDG, indicatore di viraggio metabolico cel-
La RM è in grado di evidenziare, dopo stress far- lulare verso la glicolisi, associata a ipoperfusione, di-
oni macologico, anomalie contrattili e di perfusione del mostra la presenza di miocardio metabolicamente atti-
po. ventricolo sinistro (sequenze veloci!). Le acquisizioni vo, seppur ischemico (disaccoppiamento flusso/meta-
i di l'olumetriche tridimensionali e le ricostruzioni multi- bolismo). Per contro, una ridotta captazione di 18F-FDG,
planari consentono di individuare anomalie d'origine e associata a ipoperfusione, esprime la presenza di
di decorso delle arterie coronarie, talora responsabili cardi o necrotico (accoppiamento flusso/metabolismo).
del quadro ischemico. L'utilizzo routinario di questa tecnica è peraltro forte-
mente limitato dalla scarsa diffusione delle apparecchia-
11.2. Infarto del miocardio ture e dai costi elevati dell'indagine.
:au. La scintigrafia miocardica con 2u1Tl può rappre-
·en- La possibilità di eseguire l'indagine alletto del pa- sentare una valida alternativa alla PET. Poiché il radio-
tsce ziente e ripeterla anche a brevi intervalli fanno dell'e- farmaco è captato con processo attivo dipendente dalla
di- cocardiografia l'unica tecnica di studio per immagini pompa Na-K, l'indagine consente di valutare sia la
im- utilizzabile durante la fase acuta dell'infarto miocardi- perfusione miocardica che l'integrità della membrana
co. l} indagine consente di identificare le alterazioni cellulare.
della contrattilità cardiaca (ipo-, a- o discinesia) e di se- Cecocardiografia evidenzia il miocardio vitale
guirne le modificazioni nel tempo. Consente inoltre di sott.o forma di zone ipocinetiche o acinetiche la cui
individuare complicanze deli 'infarto quali la rottura del contrattilità migliora durante infusione di dobutamina.
me- setto o della parete libera, l'insufficienza mitralica se- La RM, eseguita durante infusione di dobutarnina,
condaria a disfunzione o rottura dei n;mscoli papillari, consente di valutare oltre alle modificazioni contratti-
ma-. la presenza di trombi endocavitari, aneurismi del ven- li anche lo stato della perfusione regionale. Lo svilup-
1ntc tricolo sinistro e versamenti peri cardi ci. po della spettroscopia localizzata a RM consentirà
nali Oltre allo studio con indicatori positivi di necrosi verosimilmente, nel prossimo futuro, un accurato stu-
da (v. paragrafo XVIIL6.6), nei pazienti con quadri dubbi dio ·ctyl metabolismo miocardico.
tale, di infarto miocardico assume ruolo importante la scin-
tigrafia miocardica con traccianti diffusibili e di 11.4. Rivascolarizzazione miocardica
oùi- deposito. In caso di negatività (iniezione del radiofar-
lrdi- maco a riposo!) è possibile escludere la presenza di Nonostante l'invasività, la coronarografia selettiva
le a infarto in atto, consentendo l'avvio del paziente verso
Ti o una unità di degenza non intensiva. La presenza di un
rafo difetto di perfusione, comunque, è compatibile con un
rado infarto miocardico, ma non è di per sé in grado di
:rfu· discriminare un infarto acuto da un infarto pregresso.
:ica- !n queste condizioni (che interessano il 15-25% dei
pazienti con sospetto infarto) assume un ruolo
te la scintigrafia con indicatore positivo di inf-arto
:rfu- 99
(il mTc-glucarato dà esito positivo già 1-2 ore dopo
labi-
l'inizio della sintomatologia dolorosa!).
Nei
bas-
udio 11.3. Miocardio vitale Fig. XVIII.34, Angio-RM dell'arteria coronaria destra. Il vaso, sede
di pregressa angioplastica con apposizione di stent, è visualizzato in
qua- La presenza di miocardio vitale, in grado di recu- tutto il suo caratteristico decorso arcifonne. Il suo tratto medio, in
perare (spontaneamente o dopo adeguata riperfusione) corrispondenza dello stent, ha segnale RM appena apprezzabile
;sere la propria funzione contrattile, riveste notevole impor- (punte di freccia), ma il lume vasale a valle appare ipcrintenso indi-
dia. cando con ciò la presenza di un flusso laminare e quindi di buona rica-
tanza nella pro gnosi del cardiopatico ischemico. nalizzazione dell'arteria.
380
12. Pericarditi
Si distinguono forme acute essudative e croniche
costrittive. Il loro studio è condotto in maniera elettiva
con ecocardiografm, ma anche l'esame radiografico
può consentire validi orientamenti. La TC trova indi"
cazione specifica nelle pericarditi costrittive, per le
quali problema determinante è la differenziazione
dalle cardiomiopatie restrittive. Fig. XVHI.35. Pericardite acuta essudativa. L'ombra cardiaca, slarga.
ta nella sua parte inferiore, ha assunto un caratteristico aspetto ((a fia.
Nella pericardite acuta essudativa l'ombra cardia- scm), Dopo pericardiocentcsi si è costituito un vistoso livello idroac.
ca assume, all'esame radiografico in stazione eretta, reo (frecce) .
. una tipica configurazione «a fiasca>> per lo slargamen-
to simmetrico della sua parte inferiore indotto dal rac- no espressivi della compressione esercitata sul cuore
cogliersi in essa del versamento pericardico (fig. da parte del tessuto fibroso che lo circonda e delle ade-
XVIII.35); in decubito supino, viceversa, la disloca- renze con le strutture circostanti (in particolare lo ster-
zione gravitazionale del versamento verso la parte no). Ruolo diagnostico determinante assume spesso,
prossimale (più declive) induce uno slargamento del come sopra detto, la TC. L'ecocardiografia è alquan-
peduncolo vasale. Il contorno cardiaco è rettilineizza- to limitata nello studio delle pericarditi costrittive, nel-
to, soprattutto a sinistra, con difficoltà alla dtJimita- le quali consente il rilievo di soli segni indiretti. LaRM
zione degli archi. rarco superiore destro è prominen- ha quale limite il mancato riconoscimento delle calci-
te per la dilatazione della vena cava superiore. Gli ficazioni.
angoli cardiofrenici progressivamente divengonO ottù-
si. I vasi polmonari sono normali. L'osservazione
radioscopica consente di dimostrare la ridotta pulsati- 13. Malformazioni congenite del cuore e
lità del! 'ombra cardiaca a fronte di una normale pulsa- dei grossi vasi
tilità aortica. L'ecocardiografia è in grado di eviden-
ziare versamenti pericardici anche di piccole dimen- Le complesse modalità di sviluppo del tubo cardia-
sioni e riconoscere precocemente il tamponamento co primi tivo rendono possibili numerose malformazioni
cardiaco. La TC e la RM evidenziano gli ispesSimen- congenite del cuore e dei grossi vasi, le quali costitui-
ti peri cardi ci, i versamenti cospicui e quelli di piccole scono la più comune causa di malattia cardiaca in età
dimensioni che si raccolgono nei recessi posteriori del pediatri ca (8 casi per ogni l 000 nati vivi). Alcune di
pericardio in decubito supino. queste assumono maggiore rilievo sia per la frequenza,
Nella pericardite cronica costrittiva l'esame radio- si.a per il particolare impegno diagnostico «per imma-
grafico evidenzia il quadro semeiologico della stasi del gmm.
piccolo e del grande circolo: la presenza di calcificazio-
ni pèricardiche (50% dei casi) agevola la diagnosi. L'os- Una classificazione delle malformazioni congenite del
servazione radioscopica potrà _dimostrare l'invarianza·del- cuore e dei grossi vasi, semplice e utile a fini descrittivi,
basata sulle alterazioni anatomiche e sulle conseguenti
la morfologia globale cardiaca nel passaggio dalla sta- modificazioni fisiopatologiche. Si distinguono:
zione eretta al decubito supino e la comparsa di un mo- malformazioni cardiache senza slwnt (acianotiche):
vimento paradosso di verticalizzazione e mediai:Jizzazio- stenosi polmonare, stenosi aortica, coartazione aortica,
ne del cuore durante l'espirazione. Tutti questi reperti so- ipertensione polmonare primitiva, persistcnza della
381
vena cava superiore sinistra, trasposizionc corretta dei l'arteria polmonare) e una ridotta vascolarizzazione
grossi vasi·, polmonare. Nelle forme più severe coesiste ingrandi·
_ malformazioni cardiache con shunt sinistrowdestm (ada- mento delle sezioni cardiache destre. Cecocardiogra-
natiche): comunicazione interventricolare, comunica- fia e la RM documentano l 'ìpertrofia ventricolare e,
zione interatriale, ritorno venosa anomalo parziale, dot- se presente, la dilatazione delle camere cardiache de·
to arterioso pervio, fmestra aortopolmonare, canale atrio- stre, l'eventuale presenza di stenosi infundibolare e la
ventri colare comune, fistola arterovenosa coronarica,
dilatazione dell'arteria polmonare o delle sue branche.
origine anomala della coronaria sinistra dal tronco della
L'ecocafdiografia evidenzia inoltre la ridotta apertura
polmonare;
malformazioni cardiache con shunt destro-sinistro (cia- sistolica delle semilunari e consente di valutare la se-
notiche): con flusso polmonare normale o ridotto (te- verità dell'ostruzione (gradiente pressorio transvalvo·
tralogia di Fallot, trilogia di Fallot. atresia della tricuspi- \are!). I:angiocardiografia (fig. XVlii.36B), pur con-
de, anomalia di Ebstein, sindrome di Eisenmenger), o sentendo una precisa ricostruzione della situazione
co11 flusso polmonare aumentato (trasposizione com- malformativa, viene utilizzata raramente, per lo più al
pleta dei grossi vasi, tronco arterioso comune, ritorno ve· fine di escludere o confermare altre ipotesi diagnosti-
noso anomalo polmonare totale, ventricolo unico); che.
malposizioni cardiache: destrocardia, situs viscerum in-
versus con destro· o levocardia. 13.2. Stenosi aortica
Nello studio delle malformazioni congenite l'esa- Può essere va/volare, meno comunemente o sopra·
me radiografico ha valore orientativo di riconosciuta valvolare (in tali casi è per lo più presente un diaframma
importanza, consente in molti casi il corretto ricono- fibroso) ..
Jre scimento del tipo di malformazione, ma nella pratica
le- non è mai sufficiente da solo per la sua caratterizza-
er- zione. L: ecocardiografia possiede elevata sensibilità
so, ed è particolarmente efficace in età neonatale (anche
m-
per la possibilità di utilizzare un maggior numero di
el-
finestre acustiche e sonde ad alta frequenza). La Rl\1
'.M
apporta un notevole contributo nello studio non inva-
ci·
sivo delle malformazioni congenite nell'adulto, nel
quale sussistono problemi di confmmazione toracica e
di anomalo orientamento del cuore che possono ren-
dere l'ecocardiografia di difficile esecuzione e inter-
pretazione. La diagnostica radioisotopica (angio-
scintigrafia!), il cateterismo cardiaco e le metodiche
angiografiche rivestono un ruolo importante nella
ia-
definizione delle situazioni più complesse.
)lli
ui·
età 13.1. Stenosi polmonare
di Può essere valvolare, infundibolare, sopravalvolare. La
za, stenosi va/volare trae origine dalla anomala fusione delle
la· cuspidi valvolari durante lo sviluppo intrauterino. La ste110·
.1i infundibolare trae origine dall 'ipertrofia setta] e che indu·
ce restringimento del tratto di efflusso del ventricolo destro
del epuò presentarsi isolata o, più frequentemente, associata a
i, è stenosi val volare. La stenosi sopravalvolare si estrinseca a
:nti carico dell'arteria polmonare o di uno dei suoi rami. Fig. XVIIL36. Stenosi val volare detl'arteria polmonarc. In A, esame
standard: è bene apprezzabile l'allungamento e la prominenza della
•e): componente polmonare dell'arco medio di sinistra. In B, angiocardio-
. Se la stenosi è importante l'esame radiografico grafia: A = atrio destro; V = ventricolo destro; i = infundibulo della
ca, (hg. XVIIIJ6A) evidenzia una spiccata prominenza polmonarc; le !ance indicano il punto della stenosi; P= tronco della
:!la dell'arco medio sinistro (dilatazione post-stenotica del- polmonare dilatato.
382
13.3. Coartazione aortica rapporti con l'origine dei rami aortici, eventuali circo-
È caratterizzata da restringimento distrettuale dell'aorta li collaterali. L'angio-RM è particolarmente utile nei
subito al di là dell'origine dell'arteria succlavia sinistra, casi di stenosi serrata nei quali lo studio angiografico
prossimalmente o distalmente al legamento arterioso di risulta di difficile esecuzione. La diffusione di queste
Botallo (coartazione pre- o postduttale). tecniche di studio non muta, tuttavia, il ruolo dell'aor-
tografia sopravalvolare che può ritenersi indispensabi-
L'esame radiografico mostra: la prominenza del- le per la caratterizzazione della stenosi e dei circoli
l 'arco superiore destro (dilatazione dell'aorta ascen- collaterali in fase di bilancio preterapeutico (firr.
dente); l'ipoplasia dell'arco superiore sinistro (ridu- XVIII.38). '
zione di calibro dell'arco aortico); lo slargamento del
fascio vasale"al di sopra dell'arco per la dilatazione 13.4. Trasposizione corretta dei grossi vasi
dell'arteria anonima a destra e dell'arteria succlavia a
sinistra (ipertensione nei distretti cefalico e degli arti La trasposizione dell'aorta e dell'arteria polmonare può
essere \(Corretta» da un punto di vista emodinamico per l'in-
superiori!); la presenza di una piccola incisura del pro- versione dei ventricoli (il sinistro funziona da destro e vice-
filo aortico subito al di sotto dell'arco in corrispon- versa). Trattasi di malformazione estremamente rara, il piU
denza del tratto stenotico; la dilatazione dell'aorta di- delle volte associata a comunicazione interventricolare o a
scen'dente_al di sotto di tale incisura (dilatazione post-. yentricolo unico.
stenotica); un certo allungamento e prominenza del-
l 'arco inferiore sinistro (ipertrofia del ventricolo sini- L'esame radiografico consente di sospettare la
stro). Rilievo importante ai fini della diagnosi (fig. posizione invertita dei grossi vasi in presenza di un
XVIII.37) è la presenza di incisure costali sul margine unico arco cardiaco a sinistra, lungo e convesso a
inferiore dell'arco posteriore delle coste (per lo più dal-
la IV all'VIII): trattasi di una vera e propria osteolisi
meccanica indotta dalle arterie intercostali dilatate e
tortuose, percorse controcòrrente verso l'aorta discen-
dente a cagione dei circoli collaterali instaurati a parti-
re dall'arteria succlavia sinistra. In proiezione laterale
sinistra lo spazio chiaro retrosternale è spesso occu-
pato da opacità racemose riferibili alla dilatazione del-
le arterie mammarie interne .
. L'ecocardiografia evidenzia per lo più soltanto
seglli indiretti (quali l'ipertrofia del ventricolo
stra), risultando difficoltosa per motivi tecnici la
dimostrazione della sede e dell'entità della stenosi. La Fig. XVIII.38. Stenosi istmica dell'aorta. Aortografia sopravalvolarc
RM (scansione sagittale obliquata secondo il decorso in fase precoce (A) e tardiva (B). aa "' aorta ascendente; ad "'
discendente. Le frecce curve indicano il tratto stenotico; le frecce dnt·
dell'arco aortico) visualizza il vaso in tutta la sua te e le !ance circoli collaterali di compenso e la direzione del flusso
estensione dimostrando sede ed entità della stenosi, nel loro conte>to.
383
Nei qillldri conclamati l 'esame radiografico mo- Fig. XVIII.39. Comunicazione interventricolare. Ventricolografia
sinistra. Il ventricolo destro (VD) e il ventricolo sinistro (VS) si opa-
stra: ingrandimento del ventricolo destro (punta car- cizzano simultaneamente per la presenza di un difetto prossimale
?UÒ
diaca sopradiaframmatica; ampio contatto sternale nel (lancia) del setto interventricolare (S). Nello stesso tempo si osserva
'in- radiogramma laterale); rimpiccolimento dell'arco su- il riempimento simultaneo del! 'arteria polmonare (P) c dell'aorta (A).
ice- periore sinistro (per la riduzione di calibro dell'aorta);
piU prominenza dell'arco inferiore sinistro (ingrandimen- stro («Compensatoria!> in quanto aumenta la pressione
oa to del ventricolo sinistro); dilatazione dei vasi ilari e endoventricolare, ostacolando lo shunt, e da ricercare
quadro dì iperafjlusso; dislocazione posteriore dell'e- attentamente con angioc_irdiografia).
sofago per impronta atriale sinistra.
la l: ecocardiografia spesso rende possibile rilevare 13.6. Comunicazione interatriale
un la sede, le dimensioni e il tipo di difetto, ma talvolta
oa È la malformazione congenita di gran lunga più fre-
evidenzia solo segni indiretti dello shunt. Tecnica fon- quente e ha netta predilezione per il sesso femminile. Può
damentale, in proposito, è il color-Doppler, il quale con- presentarsi isolata o associata ad altre anomalie cardiache.
sente di identificare la comunicazione anomala anche !;entità dello shunt dall'atrio sinistro al destro è funzione
quando non dimostrabile con l 'ecotomografia (l'inie- dell'ampiezza del difetto settale.
zione e.v. di soluzione fisiologica contenente mi
bolle gassose in sospensione rende più facile la dimo- L'esame radiografico evidenzia (fig. XVIII.40):
strazione dello shunt e la valutazione della sua entità). assenza di modificazioni delle cavità cardiache di
.l La discontinuità del setto può essere direttamente di- siniStra; prominenza dell'arco inferiore destro (per la
l
mostrata con RlVI; lo studio con cine-RM, a tale livel- dilatazione dell'atrio destro); ingrandimento del ven-
lo, mostra la presenza di un'area priva di segnale che tricolo destro; prominenza del! 'arco inferiore sinistro
dal ventri colo sinistro si proietta nel destro, la cui du- e sovrapposizione della marginale posteriore cardia-
rata in relazione al ciclo cardiaco varia a seconda del- ca alla colonna vertebra/e in proiezione OPD (appa-
l'entità del difetto. La ventricolografia sinistra, rente ingrandimento del ventricolo sinistro per dislo-
Jlarc todica elettiva di studio, definisce quantitativamente cazione da parte del cuore destro dilatato); prominen-
wrta
drit· l'entità dello shunt (fig. XVIIL39). Questa è diminui- za deli 'arco medio sinistro e quadro di iperafjlusso
usso ta in caso di ipertrofia muscolare dello sperone di Wolff polmonare (per dilatazione del tronco e dei rami del-
che genera una stenosi infundibolare del ventricolo de- l'arteria polmonare). Temibile complicazione è l'in-
384
colare o a pervieià del dotto di Botallo· (che ricOnducono il de, marcato ingrandimento dell'atrio destro e l'ev
sangue al ventricolo destro). Può essere presente trasposi- . c . en.
tuale presenza d1 un torame eva 1e pervw. Cangioc
zione dei grossi vasi. diografia consentirà di chiarire la situazione anato
ca e le modalità del deflusso. lnl-
All'esame radiografico l 'arco inferiore destro è
prominente e convesso (ingrandimento dell'atrio de- 13.13. Sindrome di Eisenmenger
stro) con caratteristica rientranza della sua parte di-
stale (ipoplasia del ventricolo destro); l 'arco medio si- Gli di sindrome, che com.·
nistro è normale; v'è ipovascolarizzazione polmonare. prende un ms1eme d1 malformaziOm congenite
L ecocardiografia evidenzia l'assenza dell'eco tricu- sono: la presenza di un'arteriolite polmonare '
spidale, la presenza di comunicazioni interatriale e in- aumenta le resistenze al flusso polmonare; una i
terventricolare e consente di valutare le dimensioni del zione anomala tra cuore destro e sinistro (interatriale inte..
ventricolare, del di Botallo) che lro
ventri colo destro (l'ipoplasia ha significato prognosti- shunt destro-sm1stro escluslVo.
co negativo!). L'angiocardiografia dimostra l'opaciz-
zazione simultanea dei due atri e del ventri colo sinistro All'esame radiografico (fig. XVIII.46) si osserva:
dilatato; il ventricolo destro è assente o ridotto alla por- ombra cardiaca marcatamente aumentata di
zione infundibolare riempita attraverso le comunica-
zioni anomale. sioni ma con suddivisionee
dilatazione dei vasi ilari; i1
i
!are in caratteristico contrasto con ..
13.12. Anomalia di Ebstein zio ne periferica. Il quadro e i rilievi pressori delle
I.: impianto abnormemente basso della tricuspide riduce vità destre e de Il' arteria polmonare sonn<o;
il volume della cavità ventricolare destra: la cavità atriale ficienti per una diagnosi attendibile. l'
viene a comprendere una porzione <<atrializzata)) del ventri- grafia presenta, in questa sindrome, rischi consistenti
colo che si contrae <<fuori tempo». Coesiste comunicazione e verrà pertanto evitata. La diagnosi differenziale piÒ ·'·:':
interatriale. importante è con l 'ipertensione polmonare primitiva·
(nella quale è assente la comunicazione tra cuore de-
All'esame radiografico (fig. XVIIL45) si osserva: stro e sinistro!).
ombra cardiaca aumentata in toto e caratteristicamen-
te arrotondata; arco inferiore destro marcatamente
allungato e prominente; ipovas_colarizzazione polmo-
nare. Cecocardiografia evidenzia i reperti tipici: chiu-
sura ritardata della tricuspide rispetto alla mitrale,
dislocazione in basso del lembo settale della tricuspi-
fig.XVII1.46. Sindrome di Eisenmengcr. Ombra cardiaca aumentata coffiune, un unico vaso arterioso ha origine dal cuore e rice-
di dimensioni soprattutto a carico delle sezioni destre; l'arteria pol-
monare comune e i suoi rami ilari e peri ilari (asterischi) sono vistosa-
ve sangue da ambedue i ventricoli (quasi sempre comuni-
mente dilatati, a fronte di una certa ipovascolarizzazione periferica. canti per difetto settale) attraverso un 'unica valvola semilu-
nare. Sangue venosa sistemico e polmonare si mescolano.
Le varianti anatomiche, e in particolare le modalità di origi-
13.14. Trasposizione completa dei grossi vasi ne delle arterie polmonari (che possono anche mancare: in
tal caso il circolo polmonare ha luogo attraverso le arterie
Èmalformazione molto frequente e grave. Per suddivi- bronchiali), sono molteplici.
sione anomala del tronco arterioso comune, l'aorta, dispo-
sla anteriormente, trae origine dal ventricolo destro; l'arte-
ria polmonare, disposta posteriormente, dal ventricolo sini- L'. esame radiografico mostra: morfologia genèr:a-
siro. La sopravvivenza è possibile in presenza di comunica- le dell'ombra cardiaca «a zoccolo olandese» per l'in-
zione tra cuore destro e sinistro (interatriale, interventrico- grandimento del ventricolo destro e la rientranza del-
lare, pervietà del dotto di Bo talio). Una stenosi associata l'arco medio sinistro (a differenza della tetralogia di
della polmonare esercita un certo «effetto protettivo». Fallot v'è, però, ipervascolarizzazione polmonare!);
arco superiore destro prominente; caratteristicamente,
resame radiografico (fig. XVIII.47) evidenzia: arteria polmonare sinistra, morfologicamente altera-
cardiomegalia rapidamente evolutiva; ombra cardiaca ta, a sede alta e distanziata dal mediastino; arco aor-
conformata <<a uovo>>; peduncolo vasale ristretto nel tico talora situato a destra. La cardioangiografia
mdiogramma sagittale per la sovrapposizione proiet- selettiva ventricolare destra mostra l'opacizzazione
livadell'aorta e della polmonare, ((dispiegantesi» nel- simultanea attraverso il difetto settale dei due ventri-
le proiezioni oblique e laterale; ipervascolarizzazione coli con eiezione del MdC in singolo tronco arterioso.
polmonare (a ineno che non coesista stenosi dell'arte- Lo studio delle modalità di origine delle arterie pol-
ria polmonare). L' angiocardiografia consente di rile- monari richiede il cateterismo selettivo anterogrado
l'origine dell'aorta dal ventricolo destro, la posi- (in corso di cardioangiografia) o retrogrado (attraver-
Zione anomala dei grossi vasi, il tipo e l'entità della co- so l'arteria omerale) del tronco arterioso.
municazione tra le cavità cardiache dei du-e lati.
13.16.Altre malformazioni cardiache e valvo-
ll.IS. Tronco arterioso lari
Per mancata suddivisione del primitivo tronco arterioso Una semplice anomalia di rotazione del primitivo tubo
. ?l
388
Capitolo
14. Tumori
I tumori primitivi del cuore sono molto rari. N i
75% dei casi sono benigni (mixoma; rabdomioma del
bambino; eccezionalmente: lipoma, fibroelasto; ·
papillare, emangioma, mesotelioma del nodo
tricolare, fibroma); i tumori maligni sono per lo più
angiosarcomi e rabdomiosarcomi. Le metastasi, nella,.
metà dei casi originanti da melanomi, hanno
za non trascurabile.
Fig. XVIII.48. Destrocardia. Il ventrico!o sinistro (VS) è situato a dc-
stra; l'arco aortico (A o) ha normale posizione. FG"" fondo gastrico. Il mixoma, in genere peduncolato, origina dal foramC
ovale e si sviluppa all'interno dell'atrio sinistro;
cardiaco (che ruota verso destra anziché, come di norma, raramente l'atrio destro e le cavità ventricolari. Durante .la
verso sinistra) dà luogo alla destrocardia, nella quale il ven- diastole tende a prolassare nel ventricolo sottostante e
tricolo sinistro è disposto anteriormente al destro e la punta allorquando di cospicue dimensioni, può impegnarsi nell'o:
cardiaca è situata dal lato destro (fig. XVIII.48). Nel situs rifizio atrioventricolare, ostruirlo e detenninare sincope 0·
viscerum in.versus il cuore può avere normale posizione e morte improvvisa. Il rabdomioma, tipico dell'età pediatrica
rotazione o trovarsi in posizione invertita (con il ventricolo nel dei casi si associa a sclerosi tuberosa; si pre:
sinistro a destra e posteriore e il ventri colo destro a sinistra senta per lo più in forma di noduli multipli localizzati nel
e anteriore) destrocardica o Jevocardica. miocardio ventricolare.
Un certo interesse hanno alcune anomalie delle arterie I.: angiosarcoma, di norma localizzato ne !l 'atrio destro,
che originano dal tronco arterioso comune (in particolare, ha elevata malignità e induce precocemente insufficienza
dalle primitive gemme coronariche c dal lV arco aortico): cardiaca, interessamento pericardico e ostruzione cavale.
l'origine dell'arteria coronaria sinistra dall'arteria pol- Metastatizza alle strutture contigue e al fegato. Il
monare (per lo più causa di infarto mortale neonatale, ma sarcoma, spesso plurinodulare, determina frequentemente
compatibile con la soPravvivenza in caso di instaurazione-di ostruzione valvolare e coinvolge il pericardio, il mediastino"
una fistola aorto-polmonare che consente ricche anastomo- e la pleura.
si tra le due coronarie); l' agenesia della branca sinistra o Oltre che dal melanoma, le metastasi, sessili o pcdun·
destra dell'arteria polmonare (che traggono origine, in colate, sintomatiche o asintomatiche, possono originare da
realtà, dall'aorta o dal tronco brachiocefalico); il doppio linfomi, tumori polmonari, mammari, epatici, renali e sur·
renalici. !.:interessamento del cuore ha luogo per diffusione
diretta.o per disseminazione ematogena, in qualunque stra-
rietale ' sia a livello atriale che ventricolare. nisce adeguate informazioni sulla sede, le dimensioni
e la mobilità della lesione (fig. XVII1.49). !:approccio
' . r;esame radiografico può occasionalmente evi- transesofageo può rendersi vantaggioso nei tumori
ziare l'ingrandimento dell'ombra cardiaca o di sue localizzati nell'atrio destro. La TC e la RM, grazie al
sezi?ni, a.Iterazioni dei contorni più favorevole campo di vista, consentono di valutare
vascolanzzaz.tone. i rapporti della lesione con il pericardio e le strutture
. tracardiache. Tecmca d1 pnma Istanza nello studiO contigue, e talora forniscono importanti informazioni
dc! cuore è l'ecocardiografia, la quale far- sulla natura della massa (fig. XVIIl.50).
foramC
ante .la
mte e,
nell'o.
copc o·
iatrica:
si pre-
:ati nel
destro,
icienza
cavale.
!Ili
pcd un·
mre da
e SU!'·
CAPITOLO XIX
La problematica clinica e le modalità di studio «per ne semiquantitativa delle aree sede di disturbi circolaw
inunaginill peculiari rendono necessario considerare in tori (v. tab. X.2).
forma dedicata queste strutture sede frequente di pato·
logia. Lo studio e delle vene ha in 1.1. Ecografia
distretti corporei mdJcaziOm correlate al sospetto d1
(ljJatologia d'organo!>: conseguentemente, le relative Sono utilizzate, nella pratica, tutte le tecniche eco-
tecniche sono considerate nei corrispondenti capitoli. grafiche disponibili: ecotomografia, Doppler conti-
In questa sede la trattazione farà riferimento esclusivo nuo, eco· Doppler, color·Doppler, power·Doppler, eco·
alla <<patologia intrinseca vasalel>. Per quanto concerne grafia intravascolare, le quali consentono, accanto
j /infatici, il loro studio è strettamente connesso a quel·
all'acquisizione di importanti informazioni dinamico·
lo dei linfedemi, dei linfomi, delle linfoadenomegalie funzionali, una certa valutazione anatomica del vaso e
metastatiche e dei «linfonodi sentinella». di reperti patologici endoluminali, parietali ed estrin·
se ci.
1.2. Arteriografia
Le indagini arteriografiche (tab. XIX.!) sono rea-
lizzate di norma con tecnica radioscopica digitale c ·
sottrazione d'immagine, per via arteriosa (ADA) o
venosa (ADV).
ea·
c.
l o
'ate
ivo
il
dc·
mti
:le- Fig. XIX.S. Aortografia eseguita con tecnica ADV: Aneurisma del trat-
lei· Fig. XIX.4. ADA in un caso di ostmzione dell'arteria femorale. Si to sottorena\e dell'aorta addominale. L:elcvata qualità dell'indagine,
sti- osservi come la sottrazione del fondo c it conseguente incremento del realizzata con semplice iniezione del MdC in una vena dct gomito, con-
ori contrasto prospettino una ricchezza di dettagli che consente di valutare sente di ottenere risultati diagnostici soddisfacenti: precisazione dell'e-
con accumtczza, oltre allivello e all'estensione de!l'ostruzionc, l'entità stensione dell'aneurisma; rapporti con i vasi iliaci; dimostrazione del-
dci circoli collaterali. l'origine delle arterie renali.
diretta o con iniezione retrograda neli 'arteria ornerai e), del v
1.3. TC
La scansione diretta consente il riconoscimento
dei vasi di calibro maggiore; J•angio-TC (fig. XIX.6)
dimostra le arterie in modo spesso sufficiente per la
caratterizzazione di alterazioni intrinseche. Grande è
la sua importanza nello studio degli aneurismi e nel
riconoscimento di pseudoaneurismi. È molto accurata
nella valutazione degli innesti va sali (caratteristiche
dell'anastomosi!) e delle complicazioni postoperatorie
(emorragie, occlusioni vasali o dell'innesto, fistole
aorta-enteriche, infezioni protesiche).
Le moderne apparecchiature a scansione spiroidea Fig. XIX. 7. TRM in sezione coronale passante per il P'"" "''""·"•·
consentono di acquisire rapidamente i dati da grossi le. Sequenza SE Tl-pesata. Si osservi come l'assenza di eogo"eall'io-.
terno dc! lume dei grossi vasi addominali consenta, nel caso in censi·
volumi corporei durante l'iniezione del MdC: la suc- dcrazione (carcinoma rcnale), la dimostrazione di un neop\asti-
cessiva ricostruzione multiplanare e tridimensionale co (freccia curva) nella vena cava inferiore subito al di sopra del piano
permette di delineare i vasi lungo il loro decorso con dei vasi renali.
risoluzione similangiografica (v. fig. VI3).
trasto tra lume e parete vasale spesso sufficiente per la
1.4. RM dimostrazione di alterazioni intrinseche anche fini
(fig. XIX.?). Questi rilievi assumono importanza
Nelle sequenze classiche SE e IR il sangue in maggiore a livello toracico, ove l'approccio
movimento non dà segnale: si genera pertanto un con- co è difficoltoso, che non a livello addominale,
d'azione privilegiato dell'ecografia. Vige il
criterio: l'ecografia offre pari informazione in manie-
ra più semplice e meno costosa; la RM non può sem-
pre sostituire per il chirurgo l 'informazione di detta-
glio fornita dall'angiografia.
Le tecniche utilizzate in angiografia a RM rendo-
no possibile sopprimere il segnale di RM proveniente
dai tessuti stazionari (e quindi non quello del sangue
in movimento!) producendo un vero e proprio angio·
gramma «purm> (v. fig. XI.18). La dimostrazione <<di-
retta)) delle arterie, senza o con uso di MdC (ma l'uso
di MdC è spesso molto vantaggioso), è molto valida a
livello cerebrale, cervicale e periferico: gli sviluppi
tecnologici ne estendono continuamente le possibilità
applicative.
3. Vene
Lo studio «per immagini» delle vene è basato in
prima istanza sull'ecografia e sulla flebografia (alla
quale è valida alternativa, in talune situazioni, la fleH
bografia radioisotopica). La TC può considerarsi tecN
nica di prima istanza nello studio dell'occlusione della
vena cava superiore, della quale consente quasi semN
pre di individuare la causa eliminando la necessità di
ricorso alla flebografia; è molto sensibile nell'indiviN
duazione di occlusioni delle vene pelviche e della vena
cava inferiore, ma è di scarsa· utilità negli arti inferioN
ri. La RM, a tutt'oggi poco utili,zzata nello studio delle
vene, offre in prospettiva grandi potenzialità dimostra-
tive dei diversi tipi di patologia venosa (sequenze GE!
acquisizione 3D!). Cesame diretto radiografico può
consentire l'individuazione di fleboliti, piccoli trombi
rotondeggianti calcifici che si formano frequentemenN
Fig. XIX.! S. Dissezione aortica. Angio-TC spiroidea. Scansione tra- te nel contesto dei plessi venosi perineali e uteroovariN
sversale del mediastino sul piano dell'arco aortico. L'aorta, ben opa-
cizzata da! MdC iniettato per via e.v., è solcata da una sottile linea
ci, il cui riscontro non è significativamente correlato a
ipodcnsa di dissezi?ne intimale, che la sud- condizioni morbose definite.
divide in due lum1 d!slmtl (A); m una scanswne trasversale condotta
pochi cm caudalmente alla precedente (B) è possibile evidenziare !'e-
stensione della dissezione al! 'aorta toracica e dimostrare la normalità 3.1. Ecografia
ascendente (dissezione di tipo B), L'estensione !ongitudina-
ledel vero lume (tondino) e dc! falso lume (asterisco) sono efficace- Vigono per le vene le considerazioni tecniche e di
mente rappresentate nell'immagine ricostruita secondo il piano sagit- anatomia ecografica descritte nel paragrafo XIX.l.l.
tale(C)
3.2. Flebografia
strazione, in immagini successive della sequenza, del Questa metodica consente uno studio anatomico di
lume falso (nel quale può penetrare MdC), della brecN deti:aglio, ad alta risoluzione, di molti distretti venosi e
eia di ingresso e di uscita. V ecografia dell'aorta toraN della loro patologia. A seconda delle modalità dì
cica, eseguita con trasduttori dedicati per via transesoN accesso al sistema venoso, si possono distinguere fleN
fagea, dimostra con accuratezza la presenza di uno scolN bografie per puntura diretta, selettive per cateterismo
lamento parietale; minore accuratezza ha, invece, a li N retrogrado, di ritorno postarteriografico, transossee,
vello addominale. transparietoviscerali. Faremo qui riferimento alle più
importanti di queste.
2,6, Tumori primitivi vasali
3.2.1. Flebografie per puntura venosa diretta
Possono essere benigni o maligni. Tra i primi i più coN
muni sono: gli angiomi semplici (da tal uni autori consideN Le più frequenti sono:
rati vere e proprie malformazioni), angiograficamente ca-
ratterizzati da una ricca rete vasale con laghi sanguigni, shtmt - la flebografia dell'arto inferiore. Senz'altro la più
artero-venosi, ritorno venosa più o meno accelerato; i che- diffusa, viene eseguita per puntura di una vena del
modectomi (tumori dei tessuti perivascolari, tipici della biforN dorso del piede. Carto inferiore possiede un duplice
razione carotidea), il cui quadro angiografico è sovrappoN circolo venoso, superficiale e profondo, in connes-
nibile al precedente ma con maggiore abbondanza del cir-
colo arterioso neoformato e del ritorno venosa. Tra i secon- sione tramite vene comunicanti attraverso le quali il
di, estremamente rari, va ricordato Ì'angios.arcoma, che as- flusso è diretto dal primo al secondo. Il blocco del
al quadro di base dell'angioma cavernoso una mag- circolo superficiale al di sopra dei malleoli medianN
giOre anarchia di circolo con infiltrazioni arteriose e vena- te un laccio emostatico induce il convogliamento del
se multiple. MdC nel circolo profondo. Se le vene comunicanti
400
sono continenti, si visualizzerà solamente questo; si procede a una seconda iriiezione di MdC e all'assunzi
in caso di incontinenza il MdC passerà in senso con- di una seconda sequenza radiografica. one
trario alla norma nel circolo superficiale. Questo, Una valida variante è costituita. dalla jlebogmfia . .-'_--}
in ogni caso, si visualizzerà una volta rimosso il bloc- semiortostatismo con o senza lacci. Viene eseguita su appm_\--:;
recchio telecomandato sì da poter seguire radioscopicam a-.<,-'-':'
co meccanico indotto dal laccio. In genere effettua-
te le va_rie _del riempil_ne1_1to .venoso, ·
ta simultaneamente dai due lati, trova indicazione grmmm «mtratm nelle prmeztonl ortogonah. L'iniezione d
nello studio delle varici, delle trombojlebiti (con ri- 1
MdC è eseguita in una vena del dorso del piede (60-80
serva per quelle acute, nelle quali è più prUdente evi- con flusso di 1-2 ml/s): il riempimento completo del siste> -:,;
tarne l'uso), delle sindromi postjlebitiche, nella ri- ma vcnoso rende possibile in modo più fisiologico la va\u.'
cerca di sorgenti emboligene (il più delle volte ubi- tazione della continenza valvolare e migliora la possibili!' .'
cate nei laghi venosi del soleo e nel tratto iliaco), di individuazione di sorgenti emboli gene. · .. , _,
neli' inst!f!icienza venosa profonda primaria. Un'ulteriore variante, specificamente devoluta alla va.:.·,-·
lutazione della continenza val volare, si attua eseguendo Uli
Importante modalità tecnica di esecuzione, utilizzata cateterismo venosa iliacofemorale per via controlatera/e çori
la tecnica di Seldinger e iniettando il MdC prima in dino·:
nello studio delle sindromi varicose, è la flebografia a
statismo c poi in ortostatismo mentre il paziente esegue 1a ,;·,
paziente supino con e senza lacci, o flebografia
manovra di Valsava (flebografia discendente). ' ':i
te (fig. XIX.l6). Dopo incannulamcnto con appo'sito ago di
Per lo studio delle recidive postopcratorie delle varici f.·.
una vena del dorso del piede si procede, a paziente supino,
impiegata, in casi selezionati, la puntura diretta di unga-_-·.
a una prima iniezione nel senso della corrente ematica, con vocciolo varù:oso (varicografia), che consente di doç 11 _. .
laccio emostatico posizionato nella parte più distale della
mentare le principali vene di drenaggio. ·
gamba, di circa 30 mi per lato di MdC uroangiografico
iodato non ionico, meno lesivo per l'endotelio venosa (fle-
biti chimiche!). :È quindi assunta un'opportuna sequenza - La flebografia dell'arto superiore. E effettuata
radiografica su cassette di formato sufficiente alla rappre- per lo più con tecnica digitale mediante puntura di
sentazione di tutto l'arto e del bacino (arterioflebografo!). una vena del dorso della mano o della vena basì!i-
Completata la precedente, si rimuove il laccio emostatico e ca (non della cefalica!) alla piega del gomito. Tro-
'
-..J:
Arterie, vene e linjUtici 403
me,
eri-
{\ seca ed estrinseca çompressiva o infiltrativa, ma la
recente introduzione di nuovi radiofarmaci (peptidi
sintetici marcati con 99 mTc dotati di elevata affinità per
il ·recettore glicoproteico GPIIb/IIIa espresso alla
'l ''
superficie delle piastrine attivate) permette di identifi-
care la presenza di trombi di recente formazione.
ene
ldd. 4. Flebopatie
5. Angiografia interventistica
Per via angiografica è possibile realizzare, in con-
Fig. XIX.20. A sinistra, tromboflcbite cronica: si osservi la presenza dizioni d'elezione o d'urgenza, interventi terapeutici
di multipli difetti di riempimento all'interno del lume di alcuni rami altamente selettivi di grande importanza clinica. Siri-
venosi tortuosi del circolo superficiale poplitco, dovuti a tiombizza-
zione parziale. A destra, sindrome postflebitica: il circolo venosa
manda per la relativa trattazione al paragrafo XXXIX. l.
profondo è pressoché totalmente ostruito e il sangue è dreitato pros-
simalmcnte da rami superficiali afferenti al circolo della piccola vena
safena. 6. Vasi linfatici e linfonodi
l'alternarsi di tratti ostruiti (o parzialinente riCanaliz-
zati) e tratti apparentemente normali. Il drenaggio del Lo studio radiologi co del sistema linfatico (nella
sangue venosa ha luogo tramite le comunicanti dive- sua duplice componente: collettori e linfonodi) è pos-
nute incontinenti, attraverso il circolo superficiale sibile mediante la linfografia e la linfoscintigrafia. Ve-
ectasico e varicoso (varici postflcbitiche). Quadro ana- cografia, la re e la RM consentono in molte sedi l'in-
logo al precedente si ha nellajlebotrombosi, nella cui dividuazione dei linfonodi, soprattutto allorquando in-
patogenesi intervengono la stasi circolatoria, l'iper- granditi.
coagulabilità ematica e le alterazioni dell'endotelio La linfografia è una metodica moderatamente in-
venosa. vasiva, la quale consente, attraverso l'iniezione «diret·
Ecotmnografia e tecniche Doppler sono molto sen- ta>> di un opportuno mezzo di contrasto iodato in un col·
sibili nei riguardi di trombosi e sequele postflebitiche lettore linfatico periferico preparato chirurgicamente,
dimostrando: l'aumento di calibro e la non compressi- di opacizzare i collettori a valle (linfangiografia) e i
bilità del vaso, la presenza di circoli di compenso con linfonodi cui questi fanno capo (linfoadenografia). Nel-
eventuali inversioni di flusso, l'incompetenza del siste- la pratica clinica, le linfografie di maggiore interesse
ma valvolare con presenza di reflussi patologici. (e quindi più frequentemente realizzate) sono:
:><T
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··:·.(
··::.)J
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Fig. XIX.22. Li,fogmfio eimolm,oo
b1podale. In A fase lmfangiografi. .
·, l
1
bene evi.dcnti i collettori l
Il Cl che appa10no come sottili co ..
doni radiopachi di aspetto
!iforme per la presenza di numerose
valvole. l? B linfoadenografi.
ca: sono V!Stmhzzatc le stazioni linfa.
ghiandolari mguìnali, iliache ester.
ne e comuni, lomboartiche; i linfa.
nodi hanno forma ovalare o roton.
deggiante, con aspetto finemente
granulare. Qua e là sono apprezza-
bili stravasi perilinfoghiandolari di
MdC (punte di freccia).
moniliforme per la presenza di formazioni valvolari; nell'addome e nel torace, fino al suo sbocco nella vena
giunti a livello Jinfonodale, si aprono nel seno margiw giugulare o nella succlavia sinistra. Origina dalla con-
naie; da qui il MdC, o attraverso comunicazioni diretw
te con i collettori efferenti (cosiddetta «via rapida»), o
previo attraversamento dei seni interfollicolari e interw
midollari (cosiddetta «via lenta»), supera illinfonodo
e prosegue verso le stazioni prossimali fino a raggiun-
gere la cisterna dì Pecquet (quando presente) e il dotto
toracico.
Illinfonodo normale, in fase di riempimento com-
pleto, assume un a5,pe_tto microgranulare serrato fino a
livelli di assoluta omogeneità di opacizzazione: tale
aspetto è la risult.:inte della distensione da parte del MdC
dei seni interfollicolari e intermidollari. La forma è row
!ondeggiante o ovalare, talora francamente allungata.
Le dimensioni sono alquanto variabili, con un diamew
tro massimo orientativamente accettabile nell'adulto di
l cm (e ancor più a livello inguinale). I contorni sono
netti e regolari, con possibili eccezioni nell'età senile.
Con una certa frequenza sono osservabili, in condizio-
ni normali, difetti di riempimento sclerolipomatosi «a
bersaglio» o «ad anello» (fig. XIX.24). Una asimme-
tria nella distribuzione linfonodale tra i due lati cor-
porei, la presenza di «vuoti» o viceversa di «agglome-
rati» linfonodali, sono la regola nell'adulto data la frew
quenia di deviazioni contro laterali improvvise nel de-
corso dei collettori: tutto ciò particolarmente dif-
ficile l'analisi dei quadri linfografici. Fig. XIX.23. Microembolizzazione polmonare da MdC liposolubile
Il dotto toracico, non sempre visualizzato in corso linfografico. Si osservi il fine aspetto reti colare diffuso a maglie inten-
samente radiopache, meglio evidenziate nel dettaglio ingrandito (free·
di linfografia, andrà ricercato a partire dal corpo della ce), dovuto all'embolizzazione da parte del MdC di piccoli vasi del cir·
2' vertebra lombare e progressivamente verso l'alto, colo polmonare.
·e vene e linfàtici 407
Arterl '
- :
t ·avasi perilinfatici di MdC; dilatazione dei vasi a mo Nelle metastasi lin/onodali il difetto di riempi-
51
dell'ostacolo; opacizzazione di vie linfatiche mento è prodotto per sostituzione di una porzione più
te almente non visualizzate; persistente opacizzazione o meno estesa di tessuto linfonodale da parte di tessu-
vasi nei radiogrammi della 24' ora. La diagnosi di to tumorale (fig. XIX.27); per lo più ha forma roton-
e la differenziazione dalle molteplici affezioni deggiante, delimitazione irregolare, sede marginale o
11
. (Jrado d1 simularne il quadro linfografico (flogosi, almeno eccentrica (con conseguente aspetto «sboc-
reattive, collagenopatie, sarcoidosi, metasta- conccllato» dellinfùnodo ). Nelle forme più avanzate,
:fzzazione diffusa) non è facile: spesso il radiologo non illinfonodo è più o meno aumentato di dimcnsidlli e
otrà andare oltre l'affermazione di una «compatibilità . alterato architettonicamente, fino alla mancata opa-
quadro radiologi co con l'ipotesi linfomatosa». Siri- cizzazione. I tumori primitivi il più delle volte in gio-
cordi che, nella malattia di Hodgkin, in fase di bilancio co sono: i carcinomi dell'utero, della vulva, della pro-
preterapeutico, sono necessari: l'esame radiografico stata, del retto e del testicolo per i linfonodi sottadia-
de/torace, la TC del mediasti no, la scintigrafia schele- frammatici; il carcinoma mammario per i linfonodi
m·ca, la re dello spazio retroperitoneale.
lll
ascellari. ·
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IO
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a-
a:
CAPITOLO XX
TUBO DIGERENTE
GIORGIO CITTADINI E TOMMASO DE CATA
Lo studio di questo apparato ha costituito fin dai esofago, stomaco e duodeno, meno per quanto concer-
primordi uno dei punti forti della diagnostica radiolo- ne il crasso). Persiste attualmente come campo d'azio-
gica. Tutti i segmenti intestinali, dalla faringe al retto, ne privilegiato del radiologo l'intestino tenue, per il
possono con a.ccuratezz.a (spesso quale le tecniche endoscopiche a tutt'oggi disponibili
acquisendone mformazwm esclusive!) medmnte l'uso sono poco affidabili e troppo invasive. Nei centri più
di un MdC «aureml, il solfato di bario, privo di intera- qualificati di radiologia gastrointestinale, peraltro, il
zioni significative con le mucose digestive e capace di rapporto di collaborazione tra endoscopista e radiolo-
transitare inalterato lungo il tubo digerente. go fa sì che la loro azione sia, più che alternativa,
Sono state utilizzate inizialmente tecniche a con- complementare, se non addirittura sinergica: paradig-
trasto singolo opaco, nelle quali il lume viscerale è matico in proposito, il caso dei polipi del colon e del
1 riempito M calcm1 dalla sospensione baritata. In que- retto «individuati" per via radiologica e <<asportati"
sto calco si stagliano, sotto forma di immagini di plus per via endoscopica.
edi minus (v. paragrafo XXJ.l), le lesioni escavanti e Le precedenti sono caratteristicamente tecniche
aggettm1ti della superficie mucosa. La sensibilità della «di superficie>>, cioè tecniche che forniscono informa-
tecnica a contrasto singolo è, però, piuttosto bassa nei zioni su ciò che è presente sulla superficie mucosa.
riguardi delle lesioni aggettanti di piccole dimensioni, L'esigenza di informazioni sullo stato delle tonache
e ciò non è accettabile soprattutto in quelle sedi, come sottostanti rende necessario il ricorso a tecniche «di
il colon e il retto, nelle quali vere e proprie lesioni pre- parete», cioè a tecniche. in grado di visualizzare la
cancerose come i polipi si presentano appunto con tale parete intestinale consenténdo la misurazio_ne del suo
aspetto. Sono stati ideati, conseguentemente, moltepli- speSSore e la valutazione dell'estensione 'in profondità
ci accorgimenti tendenti a migliorare la sensibilità di lesioni patologiche. Sono tali l'ecografia, la TC e
della tecnica di studio. Fondamentale, in proposito, la la RM. Cecografia, eseguita con tecnica endocavitaria
messa a punto, a seguito di studi pionieristici di A. W. o eCoendoscopica, consente distrettualmente di «risol-
Fischer (1923) sul colon e A. Vallebona (1925) sullo vere» i diversi strati parietali (v. fig. XX.l02). La TC
stomaco, di tecniche a doppio contrasto (DC), nelle fornisce immagini panoramiche di elevato contenuto
quali la superficie mucosa è verniciata a strato sottile anatomico con il semplice accorgimento di creare un
dalla sospensione baritata resa opportunamente capa- contrasto tra parete (nella quale è indotto un aumento
ce di aderirvi e il lume è disteso con MdC radiotra- del valore di attenuazione mediante iniezione e. v. di
sparente. La tecnica a DC ha sensibilità molto elevata MdC iodato) e lume (riempito con acqua o soluzioni
nei riguardi delle più piccole lesioni della superficie diluite di metilidrossietilce\lulosa introdotte per os,
mucosa (erosioni, ulcere, polipi millimetri ci) e moder- mediante intubazione digiunale o per clisma). Rende
namente si impone in forma pressoché esclusiva per il inoltre possibile, con opportuni accorgimenti tecnici,
radiologo, ma il semplificarsi e il perfezionarsi del- la realizzazione di impressive immagini similendosco-
l'endoscopia (endoscopi flessibili a fibre ottiche; piche «virtuali" (v. fig. Vl4). La RM, grazie all'uso di
videoendoscopia), che rende possibile fra l'altro la bobine endocavitarie «dedicatM, offre la possibilità di
biopsia e importanti procedme terapeutiche, induce una risoluzione anatomica pressoché ottimale dei
spesso a darle preferenza nello studio del tubo dige- diversi strati parietali del retto.
rente riducendo notevolmente la richiesta di indagini Il successo delle tecniche di parete ha drastica-
radiologiche (più marcatamente per quanto cOncerne mente ridotto il ricorso ali' angiografia, la quale trova
412
modernamente indicazione limitata ·ano studio della pertinenza specialistica otorinolaringoiatrica, è co1 •
patologia vascolare (angiodisplasie!). Le procedure derata insieme a quella delle cavità nasali e de1·
. em
interventistiche, vascolari e non, hanno importanti paranasal1 nel paragrafo XXXIV3.
indicazioni (v. paiagrafo XXXIX.2.4). I:esanle diret- Me so- e ipofaringe sono agevolmente accessib T
1
to dell'addome assume importanza in alcune situa- alla semeiotica classica e all'endoscopia: lo
zioni acute (perforazioni, occlusioni, ileo paralitico). radiologico non è quindi molto frequente. Vi si
La diagnostica radioisotopica assume specifico soprattutto per la ricerca di corpi estranei, per l' analise'
rilievo nello studio del reflusso gastroesofageo e duo- di furbe della deglutizione, per la delimitazione
denogastrico, delle sindromi da mal assorbimento, del stensione di tumori.
diverticolo di Meckel, delle emorragie intestinali,
delle coliti, delle recidive di tmnori del crasso. Le fasi buccale e faringea della deglutizione sono rap-
La problematica clinica specifica dei singoli seg- presentate in XX. l. La lingua spinge
menti intestinali e l'uso di tecniche di studio per t! bolo solido o sem1solldo nell'tstmo delle fauci. Il velo-
immagini differenziate ne rendono opportuno uno pendulo si innalza e si flette dorsalmente sì da impedirne la
progressione verso l' epifaringe. Mes o- e ipofaringe si con-
studio. in forma individuale.
traggono, mentre simultaneamente si rilascia la bocca di
Killian (che è chiusa in condizioni di riposo). Il solleva-
mento dei dorso della lingua permette la parziale chiusura
l. Faringe della glottide. Il sollevamento della laringe completa la
chiusura delle vie aeree superimi. Successivamente al pas-
Delle tre porzioni faringee (epi-, meso- e ipofarin- saggio del bolo alimentare la pervietà delle vie aeree viene
ge) in questa sede verranno considerate le ultime due, ripristinata.
la cui funzione è strettamente connessa alla: degluti-
zione .e alla propulsione del bolo nell'esofago:attraver- A seconda dei quesiti proposti la faringe è studia-
so la bocca di Killian. La patologia di ta con esame diretto, bolo baritato, TC o RM.
'
ad aumentare la pressione endoaddominale!). Ceven-
\ tuale acquisizione a 2-4 ore di distanza potrà eviden-
ziare la presenza di radioattività in sede polmonare
;,; (polmonite ab ingestis!). ,.
Fig.XX.lO.
Fig. XX.ll. Mcgaesofago aca!a.
Esofago «a
cavaturac- sico. Ccsofago, dilatato, ha nel
cioli» (v. te- complesso aspetto similsigmoi·
deo. Il tratto terminale è ristrcuo
sto).
(m coda di topml (frecce). Si noti
l'aspetto megolare del calco
luminalepcr la presenza di residui
(«esofago a cavaturaccioli»- fig. XX. lO). L esofago è di ingestJ.
nel complesso accorciato; la sua parete è ispessita.
L'esofagogramma baritato documenta in maniera fede- riconoscimento radiologico, è presente solo restringi.
le l'aspetto descritto; dimostra l'aumento di spessore mento del tratto terminale esofageo; la peristalsi
della banda di densità delle parti molli interposta tra secondaria può essere addirittura aumentata. Nella
bario endoluminale e strutture mediastiniche circo- fase di scompenso iniziale (2° stadio), v; è dilatazione
stanti; evidenzia il ritardo nel transito esofageo del del corpo esofageo (diametro tra i 3,5 e 6 cm), ma non
bolo opaco. allungamento. Complicanza frequente dell'acalasia è
Nell'acalasia v'è incapacità dello sfinteFe esofa- l'e;sofagite da stasi; più frequente della media l'insor·
geo inferiore a rilasciarsi coordinatamente all'atto genza di un carcinoma esofageo.
deglutitorio. La disfagia che ne consegue, spesso para- L esempio più comune di discinesie ipotoniche dif·
dossa (o provocata da cibo e bevande particolari), si fuse, frequenti in corso di malattie del sistema nervo·
associa, nelle fasi avanzate, a ristagno e rigurgito di so centrale o del collageno, è costituito dall'esofago
materiale non ancora pervenuto nella cavità gastrica, e sclerodermico. L esofago è slargato e atonico, ha rilie-
a dolore improvviso, insidioso, difficilmente control- vo mucosa appiattito, peristalsi povera o assente. Ca-
labile. Nella fase di scompenso funzionale conclamato ratteristicamente lo svuotamento esofageo, assente al·
(3' stadio), all'indagine con bolo baritato (fig. XX. l l) lorquando il paziente è in decubito, è normale in sta·
il corpo esofageo appare dilatato (diametro maggiore zione eretta (per effetto gravitazionale}. Spesso sono ,
dì 6 cm), allungato e alquanto tortuoso, con aspetto apprezzabili bollicine d'aria a lungo immobili nel lu·
similsigmoideo (megaesofago). Il tratto terminale è me esofageo. Nelle fasi più avanzate possono compa·
ristretto a «coda di topo». Radioscopicamente è possi- rire stenosi fibrotiche rigide.
bile dimostrare come il tratto terminale si apra, a
solo allorquando la colonna baritata, racco- Disfagie esofagee prossimali. La contrazione incoordi·
nata e persistente del muscolo cricofaringeo può stenosare
gliendosi neli' esofago, raggiunge un livello definito
distrettualmente e dislocare in avanti il tratto
(al quale evidentemente con·isponde, per motivi gravi- dell'esofago cervicale ed essere quindi causa di
tazionali, una pressione superiore a quella di tenuta agevolata la formazione di diverticoli faringoesofagel _dt
dello sfintere). Questo fenomeno si riproduce iterati- Zenker. Il faringoesofagogramma baritato nelle due pr01c:
vamente (segno «del livello costante»). In fase inizia- zioni ortogonali consente con facilità di dimostrare stenost
le con compenso funzionale (l o stadio), di difficile e dislocazione. Nella sindrome di Plummer·Vinson (esofa·
419
convessità inferiore, riempita parzialmente di bario, sce il suo movente soprattutto nel meccanismo di produzio-
;on livello orizzontale costituito da ingesti: e aria, a ne dell'ernia, ìna nel contempo rende conto, attraverso l'in-
maggior asse Jongitudinale, con colletto più o men_o dicazione implicita della posizione del giunto esofagoga-
. lungo (e in genere molto sottile). Durante la deglutl- strico ·della tendenza o meno ad associarsi a reflusso
zìone la sacca diverticolare si disloca bruscamente innescando la sequenza descritta nel para- ,
grafo XX.2.5.
verso l'alto vuotandosi parzialmente del suo contenu-
to. Il progressivo sfiancamento del diverticolo, _legato
Le ernie da scivolamento o di tipo I (circa il75%
al ristagno alimentare, fa sì che esso di tutte le ernie iatali) consistono nella risalita assiale
re dimensioni anche giganti. Complicazwm possibili
del cardias e di parte dello stomaco nel mediastino
sono l'infiammazione e la perforazione.
posteriore attraverso lo iato diaframmatico slargato.
I diverticoli dell'esofago toracico, inizialmente
La scomparsa dell'angolo di His costituisce causa
formati con meccanismo da trazione (di solito per ade-
inducente reflusso (al quale, per lo più, è legata tutta la
renza ali' esofago di un linfonodo mediastinico) si
sintomatologia). Lo studio radiologi co,- effettuato a ,.
sviluppano succesSiVamente per pulsione (a.m?-ento
paziente in decubito prono con compr.esso
della pressione intraesofagea durante la deglutlZlone e
un cuscino (ma, in presenza di p1Ccola erma, sar.a
atrofia degli elementi elastici in
opportuno controll11-rne la persistenza anche in
zona aderente). Il più delle volte sono locahzzatJ m
to supino!), in inspirazione profonda, :<
sede epibronchiale. Radiologicamente si presen:ano
saggio del bolo baritato nello stomaco (prehmmar:
sotto forma di piccola taschetta rotondeggiante mente disteso con la tecnica descritta nel paragrafo_· ·'i
pita di bario collegata all'esofago da un colletto ampiO
XX.3), potrà evidenziare (fig. XX.I4A): ·
e corto (fig. XX.l3B).
- lo slargamento dello iato esofageo de(
I diverticoli epifrenici, da pulsione {per incoordi-
la presenza della tasca erniaria dt. ·,-
nazione motoria tra il corpo esofageo e il vestibolo), a
variabili, anche minime, di fferenztabtle dall am:
rapida crescita (per mancanza di ostacoli alla loro espan- polla epifrenica per la presenza nel suo contesto dJ
sione nel mediastino posteroinferiore), hanno aspetto
pliche in continuità con lo stomaco); .
simile a quello dell'ernia iatale, dalla quale si differen- la giunzione esofagogastrica al di sopra del dw-
ziano per i contorni molto regolari e per l'assenza di ri-
framma;
lìevo mucosa nel loro contesto (fig. XX. 13C).
!'esofago terminale flessuoso; ,
talora l'anello B in sede
2.4. Ernie iatali (segno, questo, che dà certezza della presenza di
Secondo la classificazione di Akerlund, ancor oggi lar- ernia); .
gamente accettata, si distinguono: ernie la riducibilità (ma non costantemente) dell'erma
paraesofagee, da esofago corto. Questa distmzwne ncono- in stazione eretta.
421
Le emie paraesofagee o di tipo II (fig. XX.14B) si frequenza: la distensione gastrica, stimoli faringei sublimi-
differenzmno dalle precedentt : nali, l'inspirazione profonda, lo stress.
per la dell'angolo di His (il che Il reflusso è da considerare patologico quando è conti-
spiega l'assenza dJ reflusso); nuato e di cospicua entità: ln tal caso induce danno mucosa
esofageo e rappresenta il punto di partenza della malattia da
la tasca erniaria, costituita dal fondo gastrico, è
reflusso gastroesofageo. La presenza di reflusso gastroeso-
i.ln
situata a lato dell'esofago (peraltro normale); fageo è spesso associata (ma non obbligatoriamente legata!)
l cui /'ernia per lo più non è riducibile in stazione eret- all'esistenza di un'ernia iatale. È piuttosto in rapporto con
ginc
ta; un'insufficienza dei meccanismi antireflusso: l'entità e la
!'esame diretto può spesso dimostmre l'assenza nella patogenicità del reflusso non sono, tuttavia, proporzionali al
sede normale della bolla gassosa gastrica e la pre- deficit anatomico e funzionale dei sistemi di contenzione
senza di opacità, in genere livellata, in sede retrocar- cardialc.
diaca.
Le ernie da esofago corto sono le meno frequenti. Nella malattia da rejlusso gastroesofageo - affe-
Possono essere congellite (ma questa entità nosografi- zione a eziologia multi fattoriale in grado di coinvolge-
ca è alquanto discussa) o acquisite (quale esito di una re progressivamente l'orofaringe, la laringe c l'appa-
pregressa esofagite). Retlusso ed esofagite sono rato respiratorio - lo studio strumentale si impone
costantemente presenti. Nelle forme congenite i sinto- quando la diagnosi è dubbia, il trattamento medico
mi spesso datano dall'età giovanile. L'esofago è nel suo non dà risultati favorevoli, o è indispensabile esclude-
complesso accorciato, ristretto nel tratto distale; la re affezioni gastroduodenali o complicazioni. L'endo-
tasca erniaria è bene apprezzabile. L'ernia, evidente- scopia è necessaria in molti pazienti, ma lo studio per
mente, non è riducibile. immagini, condotto con tecniche diverse a seconda del
Accanto a queste fanne «pure» si osservano talora quesito proposto, può fornire rilievi di grande impor-
fonne «miste»: in genere trattasi della complicazione di tanza:
un'ernia paraesofagea con un'ernia da scivolruTiento escludere o evidenziare la presenza di un'ernia
(ernia di tipo III). iatale;
caratterizzare la fase evolutiva dell'affezione;
2.5. Malattia da reflusso gastroesofageo fornire un riscontro anatomico, motorio e funzio-
nale dall'alto «impatto visivo» (particolarmente
I meccanismi principali che si oppongono al reflusso
importante per il chirurgo in previsione di una fun-
del contenuto gastrico nell'esofago sono·: la chiusura del
LES dojJo il pGSsaggio del bolo; la conservazione dell'an- doplicatio Japaroscopica).
golo di His. Reflusso può osservarsi occasionalmente- in
!Oggetti normali a seguito del fisiologico rilasciamento Rejlusso gastroesofageo. Procedura elettiva per
transitorio del LES dopo la deglutizione. Ne aumentano la l'individuazione e la caratterizzazione è la pH-metria
; aÙa quaie è valida sco pia' nella dimostrazione dell'ernia iatale (ma il
in. età pediatrica, la scintìgrafia (99mTc solfuro colloi- dialogo sa bene di dover diffidare delle piccole er
dale). Lo studio baritato è poco sensibile: oltre la a meno che non siano presenti a riposo a paziente llle
metà dei soggetti con reflusso risultano falsi negativi; pino!). su-
i test di provocazione aumentano la sensibilità al 90%, Esofagite da rejlusso. L'endoscopia è la proced _
ma annullano la specificità. In linea di principio, tut- ra d'elezione nella diagnosi di esofagite da reflusu
tavia, se è osservato reflusso dopo compressione addo- lieve, nei riguardi della quale lo studio baritato
minale a paziente prono, e se il calibro dell'esofago a fagografia a DC!) è poco sensibile. Il quadro
livello del cardias è superiore a 2,5 cm, la natura pato- gico delle esofagiti medie e severe è invece ricco d'1
logica dell'evento può essere affermata con una accu- segni indicativi (fig. XX.l6):
ratezza diagnostica dell'80% (fig. XX.l5). Specifica ridotta distensibilità dell'esofago (alterazione
attenzione sarà rivolta alla valutazione diretta della puramente funzionale!);
velocità di detersione dell'esofago dal liquido re fluito, ispessimento delle pliche longitudinali (flogosi
che deve essere completa in 2-3 atti deglutitoti mucosa'. edema sottomucosot), talora limitato a una
Alterazioni della motilità. La videoregistrazione singola plica nel tratto distale della quale può apprez-
radioscopica è preziosa nella documentazione delle zarsi una protuberanza polipoide (il cosiddetto «po]i.
alterazioni della motilità (alterazioni della peristalsi po infiammatorio»);
terziaria con aspetto zigrinato dei contorni dell'esofa- scomparsa dell'aspetto liscio della superficie
go distale; comparsa di pliche trasversali; contrazione mucosa, che appare «sporca» (iperemia!);
precoce del muscolo cricofaringeo durante la deglutì- aspetto granulare della mucosa sollevata a mo' di
. zione). Lo svuotamento gastrico e duodenale può esse- pomfo (edema! flogosi!), talora di non agevole dif-
re documentato radiograficamente dopo somministra- ferenziazione dalla esofagite da Candida (v. para-
zione di pasti fisiologici o di indicatori solidi radio- grafo XX.2.6);
pachi (v. paragrafo XXJ), ma è in genere preferen- presenza di essudato infiammatorio che tende a
ziahnente oggetto di studio mirato mediante scintigra- rapprendersi in vere e proprie pseudomembrane,
fia. talora di grandi dimensioni e con aspetto similneo-
Ernie iatali. Molto importante è la ricerca di ernie plastico;
iatali, la cui presenza facilita il re flusso. Molte ernie erosioni e ulcere piatte multiple, a chiazza o a strie
iatali esistono senza coesistente reflusso, ma poche serpiginose, talora circondate da un alone edema-
esofagiti da reflusso esistono senza concomitante er- toso e da pliche fibrotiche radiate «a ruota di
nia. Nei pazienti con ernia non riducibile, la compe- carro>!;
tenza della giunzione esofagogastrica è severamente ulcere vere e proprie (cratere ulceroso profondo\):
alterata. Lo studio baritato è più sensibile dell'endo- il processo ulcerativo si diffonde in maniera conti-
Alternativa all'esame radiologico di superficie è Lo studio fimzionale dello stomaco ha per oggetto
costituita dall'esame tradizionale con pasto baritato, la valutazione delle attività di rimescolamento, di trì- .l[
il quale consente una riproduzione «a calcO>> del lume turazione e di svuotamento. È spesso condotto per via
gastrico con dimostrazione della morfologia cavitaria radiologica con assunzione di radiogrammi a inter-
in condizioni più fisiologiche di tono e di cinesi (fig. valli di tempo predefiniti dopo somministrazione di ··-1
XX.25). pasti fisiologici o parafisiologici ai quali sono aggiun- , .
te piccole quantità di solfato di bario o dischetti di
Il paziente, in stazione eretta prima e in decubito' prono polietilene contenenti nellùro contesto solfato di bario !'
poi, berrà a grossi sorsi una sospensione di solfato di bario (v. paragrafo XX.8.8). L'ecografia consente di seguire
al 60% p/v (il «pasto baritatm>) sotto osservazione radio- «in tempo reale», senza rischio biologico, le attività di
scopica. Una tecnica corretta prevede ]'.esplorazione tan-
rimescolamento e di triturazione, e di determinare con
genziale di tutta la superficie gastrica mediante progressiva
obliquazione «mirata» del paziente. La compressione semplicità il tempo di svuotamento gastrico. Tuttavia,
«dosata» distrettuale mediante apposito accessorio consen- per uno studio analitico è necessario il ricorso alla
tirà di verificare la sofficità della parete nel con- scintigrafia.
tempo di meglio dissociarne le immagini dci vari tratti.
L esame è proseguito fino a documentazione del bulbo e Arjalogamente a quanto avviene per lo studio del transi-
della C duodenale. to esofageo, il bolo alimentare è preparato mescolando aun
pasto s'oli do o liquido, di composizione variabile a seconda · -l
L'uso del solfato di bario può presentare rischi in del tipo di valutazione che si intende effettuare, un piccolo
caso di sospetta perforazione (l'eventuale spandimen- quantitativo di radiofarmaco non diffusibile attraverso la j'
to in cavità peritoneale è causa di gravi peritoniti spes- parete gastrica (in genere, 99mTc solfuro colloidale). Il pasto ,!
so e di sospetta occlusione (la quale può essere solido più comune è costituito da un toast contenente un
uovo sodo nel quale la soluzione radioattiva è introdotta,
peggiorata dalla formazione di bari tomi). In questi ca-
mediante siringa, prima della cottura. Utilizzando radioiso·
si, come pure nel controllo precoce dello stomaco ope- topi con diverse energie di emissione (ad esempio, 99mTc e
rato, si utilizzano MdC iodati idrosolubili disponibili 111
In) è possibile valutare con unico studio sia lo svuota·
in apposite preparazioni addizionate di agenti mento dei liquidi che quello dei solidi (fig. XX.26).
sizzanti, edulcoranti e aromatizzanti (Gastrografin, l: acquisizione ha luogo o con scintigrafia statica (le imma·
stromiro). gini sono assunte inizialmente ogni 5 minuti, facendo deam-
l
·'
.. J
-----
tto
trì- l
via
er-
di
l fig. XX.25. n «calco» gastrico a grande riempimento baritato. A
m- ..
di l' in stazione eretta, il contenuto gassoso delinea il fondo
gastrico ipcrtrasparcntc; tra questo e il corpo (C) intensamente
mdioopaco si interpone il cosidctto <<strato mucoso di Schlesinger))
(.1sterisco). A"' antro; pc= piccola curvatura; gc"" grande curvatura;
l
rio 35000
a"' angulus; cp = canale pilorlco. 30000
ire
di
:on
·i a,
Ila
bulare il paziente ne !l 'intervallo, poi' ogni l 0-15 minuti fino
a svuotamento gastrico completato), o meglio con scfnti-
gmfia sequenziale per 30-45 minuti e poi con scintigrafia
- ..
statica. La valutazione è basata sull'osservazione delle ""'
immagini scintigrafiche e sulla elaborazione di curve atti-
o ..........,_ _ _,__,_.
vità/tempo per una regione di interesse definita sull'area
tsi- gastrica. indagine è particolarmente efficace per eviden-
Q $ ! ! n
un ziare l'effetto di particolari farmaci sullo svuotamerito
>la gastrico, l'efficacia della terapia instaurata, eventuali effetti Fig. XX.26. Fotoscintigrafia sequenziale del! o stomaco.l! paziente ha
olo l gastrici indesiderati di farmaci somministrati per una pato-
ingerito un uovo sodo all'interno del quale è stato preliminarmente
' iniettato, in adeguata quantità, solfuro colloidale di 99mrc. Successi-
l!
la logia primitiva extragastrica. vamente, con intervallo di 4 minuti l'una dall'altra, sono state acqui-
sto site immagini scintigrafichc dell'area gastroduodenale per un tempo
un Nclnormotipo, in stazione eretta, lo stomaco ha forma <ia totale di 4 ore. Le immagini riportate in figura (0, 2, 4, ... 14) mostra-
tta, Uncino» (v. fig. XX.25): ha quindi un'asse «spezzatO>) no come l 'attività di rimcscolamento gastrico «fonde)) progressiva-
so· luito da una componente prossimalc verticale (situata a sinistra mente i singoli boli radioattivi deglutiti in un unico bolo, mentre nel
ce della linea mediana) e una componente distale obliqua verso contempo ha luogo il rienipimento del duodeno c la diminuzione del-
l'attività radioattiva totale 'presente nello stomaco. La rappresentazio-
•ta· destra e verso l'alto. Il punto nel quale l'asse cambia direzione ne grafica del vuotamcnto gastrico durante il post-prandium (per un
6). &definito «angulusJJ ed è sempre visibile a metà circa della tempo totale di 220 minuti) è ottenuta riportando in ordinata l'attività
Ja·
m· l marginale gastrica rivolta verso il fegato (la <<piccola cun'atu-
l"a>i, alla quale decorre parallela suli 'altro versante gastrico la
radioattiva presente nel! 'intera arca gastrica (conteggihnin) in funzio-
ne del tempo in ascissa
l
430
to supino il bario tenderà a raccogliersi nel fondo; in decu- Le «areole» gastriche sono riscontrabili, con l'e
bito prono nel corpo e nell'antro. me radiologico di superficie, in circa il 50-75% ·.·'f
Nellongitipo lo stomaco è allungato (il tratto più basso casi, per lo più nella metà distale del corpo e nell'aut et
del corpo può trovarsi anche al di sotto della cresta iliaca), ma raramente su tutta la superficie gastrica; con l' esamero,
nel complesso è mantenuta la disposizione sopra descritta. l meno frequente (20%)«ae i
ca.l co» 1.'ll oro nsco.ntro
· e' m?.to
Nel brachitipo, viceversa, lo stomaco è quasi irasversoposto,
continuativamente curvilineo con concavità prossimale pnvo d1 prospethve anahtlche. Nel suo insieme 1 - ·!
(aspetto <<a corno di torello rovesciato») senza netta apprez- superficie gastrica ricoperta da areole ha un aspetto <a
zabilità dei due semiassi. rete di pescatore>\ nella quale le maglie, radiopache
la deposizione di bario, sono costituite dal solco che eh·:
Sulla superficie gastrica sono apprezzabili le pii- conda ogni singola sali enza papulosa areolare; la parte
che mucose e le areole (fig. XX.27). Le <pliche» sono centrale, radiotrasparente, rotondeggiante ovalare 0
salienze della mucosa create dallo stato di contrazione poligonale, di circa 2-3 mm di diametro, corrisponde
della muscularis mucosae: sono pertanto entità funzio- all'areola propriamente detta.
nali cangianti nel loro aspetto. Si presentano come
immagini nastriformi radiotrasparenti, di larghezza Il progressivo attenuarsi dell'ipotonia farmacologica
variabile tra 2 e lO mm, in numero di 8-9, disposte si riduce _più_per il Busco?an che per
Il glucagone, dopo c1rca lO mmutl) rende possibile con lo
parallelamente, delineate dal bario che si insinua nei studio a calco, la valutazione della <<cinesi gastricw>. L: onda
solchi interplicari (che appaiono quindi radiopachi). peristaltica origina dalla parte alta del corpo gastrico ed è
Sono ben visibili nel corpo, soprattutto lungo la gran- apprezzabile sotto forma di duplice incisura contrapposta
. de curvatura, alla quale decorrono parallele; general- sulla piccola e sulla grande curvatura. Questo «anello d(
mente assenti nell'antro. Una lieve sinuosità e tenden- contrazionett si sposta progressivamente in senso longitudi-
za alla fusione possono rientrare nei limiti della nale verso l'antro ove si arresta e si approfondisce marcata-
norma. La loro visibilità diminuisce progressivamente mente fino a biloculare lo stomaco («pseudosfintere antra.
con l'aumento dell'ipotonia farmacologica e della le>>). L'antro entra quindi in fase di contrazione concentrica
distensione gassosa dello stomaco. L'analisi delle pii- e vuota il suo contenuto in duodeno se il piloro si apre, lo
rinvia verso il corpo se il piloro rimane chiuso. L'apertura
che è possibile con l'esame «a calco» a piccolo riem-
del piloro è prodotta dalla trazione che fasci di fibre longi- .
pimento e compressione dosata: la loro rappresenta-
tudinali antrali esercitano sulle fibre circolari dell'anello . !1
zione, tuttavia, è molto parziale e ben lontana da quel- pilorico. La sequenza ((Onda peristaltica, contrazione antra-
la ottenibile con l'esame «di superficie». Je, apertura pilorica» ha inizialmente cadenza alquanto irre- '
gelare: periodi di attività e di sosta si·susseguono; successi" 11
vamente si regolarizza a un ritmo di circa 3 replicazioni al .1
l
testo). mente radiotrasparente, la ((bolla gassosa)), apprezzabile gw
.J
rubo digerente 431
\]'esame diretto radioscopico. Man mano che il paziente talora per lo studio dello svuotamento gastrico.
a ,,risce bario, tra la bolla gassosa e la sospensione barita- LecOgrafia perendoscopica, eseguita con modalità
• intensamente ra d'wpaca, srmterpone
.. uno strato d'1 secre- analoghe a quelle descritte per l'esofago, consente una
w, galleggiante («strato mucosa di Schlesingem ). L'altezza accurata valutazione delle tonache parietali (utile
strato aumenta in caso di ipersecrezione a digiuno soprattutto nello studio della giunzione esofagogastri-
(\a questa osservazione ha, in pratica solo valore orientati-
ca) e del pancreas (evidenziazione di piccoli tumori
Se il tono dello stomaco è normale, le pareti del corpo
una certa resistenza alla distensione neuroendocrini!- v. paragrafo XXIII.14).
della sospensione baritata: radioscopicamente. sr
il costituirsi di un'immagine triangolare a vertrce 3.1. Semeiotica radiologica generale
distale; l'ul1eriore.ingestione di la
gastrica lungo la p1ccola curvatura fmo a raggrungere rl trat- (rilievi semeiologici radiologici sono quanto mai
to antropilorico e quindi distenderà a ritroso lo stomaco vari: possono riguardare la forma, la grandezza, la
lungo la grande curvatura fino a conferirgli l'usuale sede, il tono, la cinesi, la secrezione, la superficie
logia@ uncino». Se lo stomaco è ipotonico, la mucosa, la parete. Alcuni hanno interesse sufficiente-
haritata vincerà immediatamente la resistenza parietale e s1 mente generale per dover essere qui ricordati.
:a depositerà nella parte più bassa del corpo.
:r
Lo stomaco, in presenza di processi patologici di diver-
lo La compressione dosata della parete addominale ante- sa natura, può conformarsi in due concamerazioni distinte
la riore mette in evidenza il rilievo plicare. 11 suo aspetto è (biloculazioue- fig. XX.28). Nell'ipotonia il bario si rac-
è alquanto diverso da quello evidenziato con l'esame di
la coglie nella parte più declive del corpo gastrico e la sfianca;
superficie. Le pliche sono apprezzabili lungo tutto lo sto- la piccola e la grande curvatura, stirate, si addossano l'una
dt
maco, antro compreso. Hanno disposizione reticolata .nel all'altra costituendo il collo di una sorta di 11clessidra» la cui
i-
fondo, longitudinale nel corpo, nell'antro e nel canale pllo- fiasca superiore è formata dal fondo gastrico. Biloculazione
a-
rico. A grande riempimento sono apprezzabili solo lungo la può essere indotta dalla formazione di anelli di contrazione
0·
grande curvatura, alla quale, nel portarsi dalla faccia ante- profonda della muscolatura circolare, per lo più quale rispo-
"lo riore a quella posteriore gastrica, conferiscono un aspetto sta funzionale dello stomaco alla presenza di una spina irri-
fittamente ondulato: il rilievo di un ingrandimento plicare, tativa gastrica (ulcera della piccola curvatura) o extragastri-
ra
valutato attraverso l'aumento del «passo» delle ondulazioni, ca (colecistite, pancreatite, appendicite). Carcinomi infil-
:i-
lo i non ha oggi più l'importanza che in passato gli si conferiva tranti la parete del corpo gastrico possono dar luogo a \\cles-
,_ ritenendolo (erroneamente!) correlato al rilievo clinico di sidre maligne»: la stenosi è rigida e ha contorni più o meno
e-
;i- l
l
l
gastrite. irregolari. La retrazione del piccolo epiploon secondaria alla
penetrazione di un'ulcera fa assumere allo un tipi-
al l La TC - condotta in forma ottimale con prelimi- co aspetto «a borsa di tabacco» con dilatazione della regio-
nare ipotonizzazione della parete gastrica (glucagone ne antrale. La risalita del corpo gastrico a un livello più e/e-
10
a- l o Buscopan e.v.), somministrazione per os di MdC a
basso valore di attenuazione (acqua o polveri efferve-
scenti), iniezione e.v. a bolo di MdC iodato, scansione
:0 a strati sottili (5 mm) con acquisizione volumetrica
il spiroidea in unica apnea- rende possibile evidenziare
o- ispessimenti focali parietali flogistici e neoplastici
Il anche modesti (>5 mm), perforazioni (raccolte aeree o
:i liquide perigastriche o sottodiaframmatiche!) e talora Fig. XX.28. Le biloculaziOni
di varici sottomucose. gastriche. n = stomaco norma-
tonico «a uncinOl>; a= stomaco
r ecografia transaddominale è in grado di eviden- ipotonico «a clessidra)); b =
ziare le singole porzioni gastriche in base alla sede e ai biloculazione gastrica funzio-
111-
rapporti con gli organi contigui, le pliche in forma di nale in presenza di ulcera della
!C· piccola curvatura per spasmo
ilà multiple linee parallele alternativamente ipo- e ipere- profondo contrapposto («segno
et- cogenc. La bolla gassosa gastrica può essere fonte di dell'indice»); c = «clessidra»
rte artefatti. La sensibilità dell'indagine è inferiore a quel- maligna; d= stomaco «a borsa
3)) la della TC nei riguardi sia degli ispessimenti parieta- di tabacco>> per retrazione epi-
ploica in presenza di ulcera
;a- li, sia delle perforazioni. È largamente utilizzata in età della piccola curvatura; e= sto·
1ià
l
pediatrica per la diagnosi di ipertrofia del piloro e maco <m cascata>>.
j
432
o
prima tasca, scende «di colpo)) nella sottostante («stomaco
a cascata»). Una situazione particolare di biloculazionc con
ostruzione è costituita dal volvolo (v. paragrafo XXJ.5). o
La forma dello stomaco può essere alterata per !'im-
pronta su di esso esercitata da organi adiacenti aumentati A B
di dimensione (la flessura sinistra meteorica e la milza
ingrandita danno impronta sulla parte alta delhi grande Fig. XX.30. Aspetti semciologici delle lesioni protrudenti c aggetta _
ti. Raffigurazione schematica di un'ipotetica sezione trasversale
curvatura; il fegato su tutta la piccola curvatura; il pancreas stomaco. La lesione protrudente (A), se colta di profilo (A), assumo
solleva la regione antrale e il polo inferiore gastricO). L'im- l'aspetto di «plus» marginale; se situata parete declive
pronta è in genere regolare, si modifica con il variare del aspetto <m ccrchiellm> quando non riempita di bario (B), di <<raccolt
decubito, non altera la peristalsi. radioopaca>l a contorno netto verso l'esterno quando riempita di
La gastrectasia è il piU delle volte la risultante di un'o- (C); se situata sulla parete proclive (D) assume costantemente aspetto
struzione pilorica o duodenale organica (ulcera, carcinoma «a ccrchiellm>. La lesione aggettante (B), se colta di profilo (A), assu.
me l'aspetto di masscrella solida Impiantata sulla mucosa; se situata
-fig. XX.29); spesso è semplicemente in rapporto a una sulla parete declive assume aspetto M cerchiella>l quando non verni.
situazione di atonia gastrica; piU raramente ha origine fun- ciata da MdC (B), di «anello)) a contorni netti verso l'interno e sfu.
zionale acuta (dilatazione gastrica acuta non ostruttiva). mati verso l'esterno quando circondata da bario (C); se situata sulla
Le alterazioni di sede dello stomaco, eccezion fatta per parete proclivc (D) assume costantemente aspetto «a cerchiello)). La
il situs viscerum inversus e per lo stomaco mediano della compressione dosata agevola la differenziazione di tutti questi reper-
ti. Le immagini 8 e C si trasfonnano l'una nell'altra se si induce lo,
microgastria, sono di origine acquisita (ernie, relaxatio spostamento della raccolta di bario: ciò non può ovviamente accade-
diaframmatica, ptosi, spostamenti estrinseci). La ptosi vera J"e per le immagini D situate sn!la parete proclive.
dello stomaco con distanziamento del fondo dalla cupola
diaframmatica e abbassamento del piloro, è rara; più
comunemente si riscontra la ptosi isolata del piloro (in milza, pancreas e stomaco sono considerati nei relativi
condizioni normali situato all'altezza di L2) per sposta- capitoli. L'ingrandimento dello bo sinistro del fegato dà
mento da parte del fegato ingrandito o in conseguenza di impronta sull'antro e sul ginocchio superiore duodenale.
una ptosi vera del fegato. In linea generale, qualunque processo che occupi spazio
I rapporti del fondo gastrico con la flessura sinistra del nella cavità addominale solleva il mesocolon trasverso e lo
colon (che gli è situata posteriormente e lateralmente); del stomaco (che si orizzontalizza su un piano prossimale
corpo gastrico con il colon traverso, dell'antro con la fles- rispetto a quello bulbare). La spostabilità gastrica è climi·
sura destra, rendono conto degli spostamenti che lo stoma- nuita in presenza di periviscerite o di infiltrazioni neopla-
co subisce allorquando il colon è dilatato. I rapporti tra stiche.
Lo stomaco può andare incontro a fenomeni di gastro-
spasmo totale (riducendosi a una fettuccia nastriforme cur-
vilinea), ma in genere risposte ipertoniche riflesse a flogosi
di organi addominali o a situazioni tossiche interessano più
selettivamente l'antro o il piloro. La differenziazione da le-
sioni organiche è difficile anche perché spesso la sommini-
strazione di antispastici non modifica il quadro funzionale.
lpo-, iperperistalsi, discinesie possono manifestarsi in .,
'
affezioni organiche dello stomaco e in via riflessa in pre-
senza di affezioni di altri organi. Nelle lesioni ulcerative
peptiche l'onda peristaltica caratteristicamente ((Salta» la
nicchia e riprende a valle. Il tempo di svuotamento gastrico
può essere ritardato o accelerato.
3.8; Gastriti
Lo studio radiologico delle gastriti poggia sull'ana-
lisi del rilievo plicare e delle areole, e ha neli' esame a
DC la metodica ideale. Nella pratica, però, molti rilievi
radiologici sono espressione di atteggiamenti funziona-
li transitori e sono quindi insoddisfacentemente correla-
ti con i rilievi anatomopatologici. Conseguentemente, la
diagnosi di gastrite si giova in forma limitata dell' inda-
gine radiologica.
Fig. XX.37. Gastrite erosiva vario!iforme. Il velo baritato ein più punti Fig. XX.38. Gastropatia ipertrofica gigante. Il rilievo plicare assum.e
interrotto da lacune vacuo lari rotondeggianti pomfoidi (punte di frec- il caratteristico aspetto «cerebroide)>, in maniera particolarmente CVI-
cia) al centro delle quali è apprezzabile la raccolta di bario nel contesto dente nella metà prossimalc dello stomaco e lungo la grande curvato-
dell'erosione. m.
rabo digerente 437
copico e bioptico. Talora si osservano difetti di riem- spesso la guarigione del! 'ulcera. L:u!cera può andare incontro
multipli da tumori carcinoidi (ipergastrine- a complicazioni quali la perforazione, l'ostruzione, l'emorra-
gia e la cancerizzazione (la quale ultima incide in ragione
mia!). dell'l% circa dei casi). L: ulcera gastrica e l'ulcera duodenale
Trattasi di malattia autoimmune con anticorpi anti-cel- sono modernamente considerate in fanna congiunta sotto la
Jule parietali e anti-fattore intrinseco associata ad anemia dizione di <itilcera peptica».
perniciosa, la quale può presentarsi in una forma di tipo A
(atrofia mucosa confinata al fondo e al corpo; anticorpi L'endoscopia è la metodica di prima istanza nel
anti-cellule parietali) e una forma di tipo B (atrofia dell'an- sospetto di ulcera gastrica, sia per la maggiore sensi-
tro con limitato coinvolgimento del resto dello stomaco; bilità nell'individuazione di lesioni millimetriche, sia
danno da agenti endogeni ed esogeni come acidi biliari, l'al- per la possibilità di biopsia mirata. I.; esame baritato
cool, l'Helicobacter pylori). Il rischio di carcinoma gastrico ha sensibilità di poco inferiore all'endoscopia, della
in presenza di anemia perniciosa è aumentato di 3 volte quale può ritenersi in molti casi valida alternativa.
rispetto alla popolazione normale. La tecnica radio logica utilizzata ha grande impor-
tanza: l'esame a DC, oltre al rilevamento di ulcere di
Gli aspetti radiologici d'esordio ed evolutivi della piccole dimensioni (5o più mm di diametro), permet-
gastrite che accompagna la malattia di Crohn (20% te una buona visualizzazione del rilievo mucosa circo-
dei casi) non sono in nulla dissimili da quanto descrit- stante, molto importante per differenziare ulcere beni-
to dettagliatamente per l'intestino tenue e crasso (v. gne e maligne (l 'accuratezza della diagnosi radiologi-
paragrafi XX.6.6 e XX.8.'!8). ca di benignità, quando posta con rispetto dei relativi
Il quadro radio logico della gastrite da Helicobacter criteri, raggiunge valori vicini allOO%!). Il controllo
) pylori è aspecificamente costituito da slargamento pii- evolutivO dell'ulcera gastrica in corso di terapia può
care, talora con erosioni e nodularità dell'antro e del essere effettuato, con ragionevole tranquillità, radio lo-
corpo gastrico. I.; antro può essere circonferenzialmen- gicamente. La comparsa di complicazioni obbliga a
te o focalmente ispessito (TC!) simulando la presenza uno studio attento con uso di volta in volta delle meto-
di un carcinoma. I.;Helicobacter pylori, batterio gram- diche e tecniche radio logiche più idonee (esame diret-
negativo 1icco di ureasi (la liberazione di gruppi to, re, angiografia).
ammonici ne agevola la sopravvivenza nell'ambiente
acido gastrico), è presente in 3 pazienti su 4 affetti da La qualità dell'esame a DC è del tutto determinante. Un
gastrite cronica. I.;eradicazione del microorgariismo verniciamento insufficiente può comportare la mancata
induce guarigione della flogosi. visualizzazione di ulcere anche di grandi dimensioni. Una
La gastrite enfisematosa, affezione ad alta morta- distensione gastrica insufficiente (pliche gastriche troppo
lità causata da microorganismi che sviluppano gas e rilevate!) può nascondere ulcere di piccole dimensioni. Uno
conseguente a una necrosi parietale ischemica, è carat- studio con documentazione completa (essendo, come in
terizzata dalla presenza di gas nel contesto delle pare- precedenza detto, le singole immagini additive e non com-
ti gastriche. L'esame diretto dell'addome è di per sé plementari\) è essenziale per dimostrare la presenza di ulce-
re piatte situate sulla parete anteriore e sulla piccola curva-
sufficiente alla diagnosi.
tura. L: uso della compressione dosata e mirata è importante
I.;ingestione di caustici (soprattutto acidi forti) e i per la dimostrazione delle ulcere della parete anteriore.
trattamenti radioterapici a dosi elevate sull'addome
superiore p0SSQno.prod.urre antri ti più o meno pronun- easpetto dell'ulcera gastrica varia in funzione del-
ciate. Forme più rare di gastrite sono osservate nella l'angolo secondo il quale è vista dal fascio di radia-
tubercolosi, nella sifilide, nella sarcoidosi e in alcune zione e della sua ubicazione sulla parete sotto- o
affezioni fungine, protozoarie evirali. soprastante in riferimentO ·a.r deCul:ìitò..del pa:iierite.
Nella visualizzazione di faccia, l'ulcera situata
3.9. Ulcera gastrica sulla parete sottostante, nel cui cratere la sospensione
L'ulcera è una perdita di sostanza della parete gastrica che baritata può penetrare agevolmente, assmne l'aspetto
raggiunge la tonaca muscolare (nelle erosioni, come abbiamo di una «raccolta radiopaca)), rotondeggiante o ovalare,
visto, la perdita di sostanza è limitata alla mucosa e alla sot- talora lineare o serpiginosa, eventualmente circondata
tomucosa). Nel 70% delle ulcere gastriche è associata una da un alone edematoso (fig. XX.39A). Vulcera situata
gastrite da Helicobacter pylori, la cui eradicazione comporta sulla parete soprastante assume un aspetto «a cerchie!-
438
lo», poiché il bario ne delinea solamente i margini lutivi della lesione ulcerativa. L'ulcera recente florida
(fig. XX.39B); invertendo il decubito, però, la pene- ha margini netti «a stampo)); il cratere talora è occupa-
trazione della sospensione baritata nel cratere riprodu- to da stratificazioni di fibrina (difetti di riempimento!).
ce l'aspetto di raccolta radiopaca. L'ulcera acuta ha aspetto simile alla pi-ecedente, ma per
Nella visualizzazione di profilo, la nicchia assume lo più i suoi margini sono sfumati per l'edema della mu-
il classico aspetto di immagine di plus «a cupola», «a cosa circostante; talora il cratere è occupato da coagu-
bottone di camicia», «a semiluna» (fig. XX.39C). Se li ematici. Culcera callosa è tm'ulcera di vecchia data
l'ulcera è piatta, o ha margini sopraelevati, o nella quale i margini del cratere sono irregolari e sfran-
coaguli, la penetrazione della sospensione baritata nel giati, talora ispessiti per rimaneggiamenti fibrocicatri"
cratere può essere scarsa: nelle ulcere situate sulla ziali; frequente è la deformazione della parete gastrica
parete sottostante può osservarsi, conseguentemente, circostante la lesione.
un inatteso aspetto «a cerchiello».
Le dimensioni dell'ulcera sono variabili: nella Con l'esame baritato «a calcm> a piccolo e grande riem-
maggior parte dei casi sono inferiori a l cm all'atto pimento, metodica di prima istanza in passato, la diagnosi
di ulcera gastrica è posta in base al rilievo di segni diretti c
della prima diagnosi. Non esiste relazione fra dimen-
indiretti. Il segno diretto, unico, è la dimostrazione della nic-
sione dell'ulcera e natura maligna. Sede frequente di chia ulcerosa (fig. XX.40): di profilo, come salienza im-
localizzazione sono la piccola curvatura, la parete provvisa del contorno gastrico nella quale penetra il MdC
posteriore dell'antro e del corpo, meno frequentemen- («immagine di plus>l); di faccia, come una zona circoscritta
te la parete anteriore e la grande curvatura. La molte- ripiena di bario alquanto più opaca, alla compressione do-
plicità delle ulcere (20% dei casi) non è necessaria- sata, rispetto al calco circostante («immagine di raccolta))).
mente segno di benignità. I segni indiretti, morfofunzionali, sono molteplici: la rien-
L'esame a DC, come sopra detto, è in grado di for- tranza del profilo gastrico a monte e a valle della nicchia per
nire iqJormazioni particolarmente analitiche sul rilievo l'edema periulceroso (o la presenza di alone radiotrasparente
attorno alla raccolta baritata, che ne è l 'equivalente nella
mucose circostante la lesione (deformazione, amputa-
proiezione di faccia); la convergenza delle pliche mucose «a
zione o fusione delle pliche mucose convergenti sul- stella» verso i margini dell'ulcera; lo spasmo sulla curvatu·
l'ulcera; assenza o deformazione delle areole; presen- ra contrapposta a quella sede della lesione (segno «dell'in-
za di piccole nodulazioni infiammatorie) e sulla rego- dice»); la deformazione cicatriziale dello stomaco «a cles-
larità dei margini del cratere ulceroso. Ciò rende possi- sidra>,, «a chioccio lal> o «a borsa di tabacco>l; J'ipersecre·
bile, in linea di massima, individuare alcuni aspetti evo- zione gastrica a digiuno; l'altemarsi di fasi ipercinetiche e
439
Nell'ulcera maligna:
il cratere ulceroso è irregolare;
le pliche tendono ad assumere aspetto nodulare
irregolare con brusca interruzione nelle vicinanze
del cratere;
le areole gastriche in sede periulcerosa sono distor-
te o assenti;
la nicchia vista di profilo si proietta all'interno del
lume gastrico nel contesto di una massa parietale.
<l
:t. l
di l
lO
la
,;,
n-
Ile
le
1e
Fig XX.43. I diversi aspelli radiologici del
ni carcinoma gastrico. In A: carcinoma vegetan-
:r- te (frecce curve); in B: carcinoma infiltrante
he (punte di freccia); in C: carcinoma ulccrativo
(punte di freccia) con grossa nicchia centrale
(frecce curve).
la
zione tra T l e T2 e l'individuazione di piccole linfoa- I linfomi gastrici primitivi (il più frequente è il
iù denopatie perigastriche. linfoma non"Hodgkin) hanno aspetto notevolmente
:r- polimorfo e soggetto a variazioni in tempi molto brevi.
Carcinoma gastrico iniziale e superficiale. Il diffon- Le forme vegetanti e ulcerative non sono differenzia-
o, dersi dell'esame baritato a DC ha reso più frequente l'os- bili dal carcinoma. La forma più comune, quella infil-
lo di piccoli carcinomi gastrici non sconfinanti in trante superficiale, simula una gastrite ipertrofica
profondità oltre la sottomucosa (per la distinzione tra carci-
grossolana (il reperto di gigantismo plicare non è però
noma Iniziale e superficiale v. paragrafo XX.2.11).
U·
L'approccio combinato radiologico ed endoscopico consen- modificato dalla compressione dosata!); la comparsa
la
te nella pralica l'individuazione costante di questo tipo di di ulcerazioni multiple agevola la diagnosi (fig.
tumore la cui prognosi è piuttosto favorevole. Le varianti XX.45). TC ed ecografia possono indirizzare la dia-
O·
morfologiche protrudenti, superficiali ed escavate hanno gnosi dimostrando il marcato e diffuso ispessimcnto
a- aspetti radio logici simili a quelli già descritti per il cafcino- della parete e contribuiscono alla stadiazione (fre-
lO ma esofageo iniziale. quente interessamento delle stazioni linfonodali addo-
te minali!). Le forme a sviluppo esOparietale sono il più
>), nleiomiosarcoma gastrico è raro e diviene distin- delle volte secondarie e traggono origine dallo spazio
guibile dalleiomioma di grosse dimensioni solo allor- retroperitoneale (l'invasione dello stomaco è comun-
la quando si ulcera e necrotizza vistosamente. La TC e que precoce).
e, talora l'ecografia ne evidenziano la componente extra-
a- gastrica (in genere cospicua).
4. Duodeno
n-
Lo studio del bulbo e della C duodenale, come
li-
;a
abbiamo visto, costituisce la fase terminale dell'esa"
me radiologico delle vie digerenti prossimali e ha
:),
luogo di norma a DC mentre è ancora in atto l'effetto
·i-
del farmaco ipotonizzante somministrato (nei riguardi
lC
del quale sia il bulbo sia la C duodenale si rivelano
li-
particolarmente sensibili).
O·
n· Fig. XX.44. Carcinoma gastrico. TC con scansionc contrastografica Tecnicamente è sempre necessario il ricorso alla serio-
:l· distensione dello stomaco con adeguato volume di acqua fatta grafia mirata sotto controllo radioscopico, sia in stazione
a· al paziente. Sulla parete posteriore della piccola curvatura si
CI'Idcnzia una neoformazione aggettante (punte di freccia) ulcerata in eretta, sia in decubito prono, con compressione dosata. Per
e. superficie (freccia). La lesione coinvolge la parete gastrica a tutto la dissociazione della seconda e terza porzione duodenale
n· >)lessare ma rispetta gli spazi connettivoadiposi pcriviscerali. dal bulbo e dall'antro gastrico e per una visione tangenzia-
442
pC è variabile a seconda della proiezione secondo la trica :pròpellendo il suo contenuto verso il digiuno.
uale è vista dal fascio radiante, ma nel complesso tut- Talor.a non è incontrata alcuna resistenza nella C duo-
le sue componenti plicari, il tubercolo e il cappuccio, denale; con una certa frequenza, però, si assiste alla
bene individuabili (fig. XX.47). I: ampolla di Va- formazione di una contrazione anulare pseudosfinte-
quando e :iempita da MdC, simula una pic- riale in corrispondenza del ginocchio inferiore che
cola immagme diverticolare. arresta la propulsione; successivamente la contrazione
La terza porzione duodenale (fig. XX.46D), sepa- anulare si sposta verso il Treitz consentendo il passag-
rata dalla precedente dal ginocchio inferiore (il più gio del pasto baritato nel digiuno.
delle volte non delineabile radiologicamente), è diret-
ta dal basso in alto e da destra a sinistra, attraversa la La buona dimostrazione di questi rilievi con l'esame
linea mediana e si continua a livello dell'angolo di radiologico a DC dello stomaco e del duodeno ha reso pres-
Treitz con il digiuno. Non ha, peraltro, caratteristiche soché obsoleta la duodenografia ipotonica, metodica di
differenziali rispetto alla precedente. grande importanza in passato, richiedente l'intubazione del
tratto immediatamente postbulbare del duodeno previa ipo-
nbulbo e una parte della seconda porzione duode- tonia farmacologica.
nale sono situati al di sopra della radice del mesocolon
trasverso; il tratto restante è sottomesocolico; l'angolo Tutte le porzioni duodenali possono essere dimo-
di Treitz, retrogastrico, è ancorato alla parete addomi- strate dalla re allorquando il lume è preliminannente
nale posteriore mediante l'omonimo legamento. II opacizzato con somministrazione per os di MdC ioda-
tratto di passaggio tra seconda e terza porzione duode- to o baritato diluito. Lo studio analitico del bulbo e
nale è abbracciato «a compasso» dall'aorta addomina- della II porzione, peraltro, è reso più accurato dalla
le (situata posteriormente) e dall'arteria mesenterica distensione con acqua o gas (polveri effervescenti!)
superiore (che origina dalla precedente e si dirige in previa ipotonizzazione farmacologica e dall'assunzio-
avanti e in basso). Se la radice del mesentere è dislo- ne successiva da parte del paziente di opportuni decu-
cata verso il basso, l'arteria mesenterica può «strango- biti.
lare» l'ansa duodenale fino a indurne ostruzione com- L'ecografia transaddominale consente di eviden-
pleta. ziare le prime tre porzioni duodenali, ma solo rara-
Il bulbo duodenale si contrae in maniera concen- mente l'angolo di Treitz. L'ecografia perendoscopica
ha ruolo limitato alla valutazione della regione cefalo-
pancreatica (litiasi coledocica, neoplasie).
Complesse anomalie di sviluppo possono creare sede sottopapillare). I: elemento più significativo del quadro
situazioni, interne o esterne al lume duodenale, in radio logico è costituito dalla cospicua dilatazione dello sto-
grado di interrompere o limitare la canalizzazione del maco e del duodeno, nel cui lume ristagnano le secrezioni:
duodeno. Frequentemente si associano malformazioni sul radiogramma diretto in stazione eretta si forma un dupli-
in altre sedi. Si distinguono ostruzioni di tipo intrinse- ce livello idroaereo. Quando questo segno 11della
co (atresia e stenosi), di tipo estrinseco (briglie, bolla gassosa» si accompagna ad assenza di gas nei settori
volo malformativo, pancreas anulare, pinze vascolari), a valle del tubo digerente, la diagnosi di atresia duodenale è
praticamente certa c non è quindi necessario ricorrere ad
di tipo misto. altre indagini radiologi che (fig. XX.50).
Nella stenosi la canalizzazione duodenale è più o meno
Nell'atresia la pervietà duodenale è totalmente intcr'rot- ostacolata dalla presenza di un diaframma mucosa incom-
ta o per la presenza di un diaframma completo, o per la pleto (fornito cioè di un'apertura), di cui possono variare in
sostituzione di un tratto più o meno lungo di duodeno con modo estremamente ampio sia le dimensioni che la localiz-
un segmento cordoniforme (che risulta così interposto tra zazione. La sintomatologia clinica consiste anche in questo
due segmenti duodenali terminanti a fondo cieco). Il tratto caso nel vomito, la cui entità e precocità di comparsa sono
atresico è per lo più situato distalmente alla papilla di Vater. strettamente condizionate dall'entità della stenosi. Il radio-
La sintomatologia clinica consiste essenzialmente nel vomi- gramma diretto offre un quadro radiologico non specifico
to (molto precoce e a contenuto biliare quando l'atresia è a con reperti che oscillano dalla normalità al reperto concla-
mato di occlusione duodenale con distensione dello stoma-
co e del duodeno. È sempre presente aria nei settori a valle
del tubo digerente. Il proseguimento delle indagini con
pasto baritato evidenzia una terminazione duodenale ar'ro-
tondata 11a manica a vento» con transito a valle più o meno
marcatamente rallentato.
Le ostruzioni di tipo estrinseco sono secondarie alla
presenza di una briglia o a un volvolo costituitosi su un
Fig. XX,48. Anomalie conge- difetto primario di fissazione. Le briglie rappresentano tal-
nite di lunghezza e decorso del volta un fenomeno isolato, ma per lo più si accompagnano
duodeno. N"' normale morfo- a una malrotazione intestinale. Il quadro radiologi co è quel-
logia; a== duodeno libero; b = lo di uno stato occlusivo più o meno Completo.
duodeno invertito; c == duode-
no sopramesocolico; d"' doli- Ilpai1creas anulare (v. paragrafo XXIII. lO) può rima-
coduodcno; c == duodeno «a nere insospettato fmo all'età adulta oppure manifestarsi già
zendadm>. in età pediatrica. È comunque sempre difficile riuscire a
[ubo digm·ente 445
spetto di lesioni millimetriche polipo idi o «a placca», tutto. nel frequenza decrescente di
localizzate o diffuse, ma comunque preferenzialmente locahzzazJOne nella facc1a antenore, nella faccia posteriore·
situate alla base del bulbo (fig. XX.53A). nella base bulbare, nelle curvature; le ulcere postbulb
L'iperplasia dei follicoli linftttici, la quale si mani- (8%) interessano per lo più il ginocchio superiore 111 an
. . ' eno
frequentemente 11 tratto sopravatenano della seconda p
festa spesso in concomitanza di allergie alimentari,
zione.lll5% dei pazienti ha ulcere duodenali multiple.
malassorbimento, flogosi, ipogammaglobulinemie,
90% delle ulcere duodenali è associata una duodenite
tumori gastrointestinali, si presenta in forma di multi- Helicobacter pylori. La cancerizzazione dell'ulcera
ple formazioni similpolipoidi millimetriche regolar- naie è un evento assolutamente raro. Sono più frequenr1
mente rotondeggianti che conferiscono alla superficie viceversa, le altre complicazioni, in particolare la '
mucosa un caratteristico aspetto cribrato più o meno zione negli organi adiacenti.
fitto (fig. XX.53B).
L'iperplasia delle ghiandole di Brunner, la cui Nell'ulcera bulbare, la semeiotica generale della
eziologia è oggetto di discussione (amartomatosa? nicchia rispetta le regole generali relative alla visione
reattiva?), può presentarsi in forma di iperplasia fran- di faccia o di profilo e alla ubicazione nella parete sot-
camente nodulare, circoscritta o diffusa ad ampi tratti to- o soprastante in riferimento al decubito del pazien-
del bulbo e della seconda porzione duodenale (con te (v. paragrafo XX.3.9). Nelle ulcere recenti e floride
risultante aspetto radiologico «a formaggio svizzero>> la nicchia, vista di faccia, è circondata da un alone ra-
- fig. XX.53C), o di veri e propri adenomi solitari o diotrasparente, determinato dalla mucosa edematosa
multipli, sessili o peduncolati. sollevata a guisa di vallo attorno al cratere ulceroso per
Le erosioni non si differenziano da quelle della la contrazione della muscularis mucosae (fig. XX.54).
duodenite cronica aspecifica, più oltre descritte, se Nelle ulcere callose l'alone è assente, la sclerosi cica-
non per la loro caducità temporale. triziale determina una convergenza plicare verso la nic-
chia (inizialmente periulcerosa e successivamente este-
4.5. Ulcera duodenale sa fino ai margini bulbari); la retrazione e l'ispessi-
mento della parete inducono deformazioni variabili ma
Vigano per l'ulcera duodenale tutte le considerazio- entro certi limiti correlate alla sede della nicchia (fig.
ni fatte per l'ulcera gastrica relativamente al ruolo dello XX.55).
studio endoscopico e radiologico. Metodica radiologica
d'elezione è l'esame a DC, il quale consente l'indjvi- Nell'esame «a calco>> i segni dell'ulcera bulbare sono
duazione della quasi totalità delle nicchie (ipotonja! compendiati nella classica sindrome di Akerlund {fig.
distensione gassosa!). XX.56): presenza di nicchia; retrazione della curvatura più
vicina; spasmo <<a dito indice>> sulla curvatllra contrapposta;
Il 92% delle ulcere duodenali ha sede bulbare, soprat- dilatazione pseudodiverticolare del recesso sottostante lo
fii g. XX. 53, Lesioni alteranti il verniciamento mucose. In A, nel versante basale del bulbo duodenale sono apprezzabili multiple piccole for-
mazioni anulari a contorno radiopaco (il bario si raccoglie nel! 'angolo diedro formato dalla lesione aggettante con la superficie mucosaa):
Cl'aspetto più comune con il quale si presentano gli isolotti di mucosa gastrica cterotopa. In B, in forma diffusa a tutto il bulbo duodenale
sono apprezzabili piccole multiple formazioni rotondeggianli prive di contorno radiopaco risultanti dalla salienza della sottomucosa sede
di follicoli Enfatici ipcrplastici. In C tutta la superficie mucosa del bulbo duodenale è sede di grossolani difetti di verniciamento indotti dal
protrudere delle ghiandole di Brunner iperplasiche: si genera, nel complesso, un caratteristico aspetto <m formaggio svizzero».
447
Fig.XX.56. La sindrome di
Àkerlund. Nel seriogram-
ma del bulbo duodenale in
proiezione OAS, ottenuto
con tecnica ((a calco)), sono
presenti tutti i segni diretti
e indiretti di ulcera duode-
nale: la nicchia; la retrazio·
ne della curvatura adiacen·
te; lo spasmo «a dito indi·
ce>> sulla curvatura con-
Fig. XX,54. Ulcera duode- trapposta; la dilatazione
nale florida. I; esame radio- pseudodiverticolare del re·
logico di superficie mette in cesso sottostante; l'imboc·
buona evidenza la nicchia e co eccentrico del piloro. V
l'alone edematoso che la cir- anche fig.ll.20B.
conda (frecce).
bra indicare la sede precedentemente occupata dalla
nicchia (fig. XX.57). La persistenza dell'alone edema-
toso è spia di incompleta guarigione dell'ulcera e del
residuare di fenomeni infiammatori. In caso di recidi-
va (che di solito interessa la pregressa lesione), il
Fig. XX.SS. Ulcera bulbo va di norma incontro a vistosa deformazione
duodenale cal1osa. che può rendere difficile il reperimento della nicchia
I.Jesame «a calco» e il controllo della evoluzione dopo terapia. Le defor-
con compressione
dosata consente la mazioni più vistose si hanno, tuttavia, nelle ulcere
dimostrazione della postbulbari.
nicchia (freccia)
verso la quale con- Complicazioni dell'ulcera duodenale sono: l'emon·a-
vergono «a mggie-
fU)) le pliche bulba-
gia (per la quale vige quanto detto a proposito del! 'ulcera
ri. gastrica), la peiforazione libera in cavità peritoneale (falda
aerea sottodiaframmatica in stazione eretta!), la perforazio-
spasmo; imbocco eccentrico del pil01·o. Generalmente lo spa- ne coperta (intramurale nelle forme meno spinte; extramu-
smo ha sede sulla grande curvatura nelle ulcere della parete rale con reazione fibroconnettivale che crea aderenza ai
anteriore, sulla piccola curvatura nelle ulcere della parete visceri limitrofi; penetrazione «confinata>> nei visceri limi-
posteriore (regola di Fanardjian). trofi: pancreas nel 50% dei casi, coledoco e colecisti nel
20%, piccolo amento, fegato), la stenosi duodenale (piut-
Occasionalmente la TC e l'ecografia possono evi- tosto rara nelle ulcere bulbari, più frequente netle ulcere
denziare ispessimenti della parete del bulbo di sospet- postbulbari). La comparsa di complicazioni obbliga a uno
ta natura infiammatoria o ulcerativa (che andrà studio attento con uso di volta in volta delle metodiche e
tecniche radiologiche più idonee (esame diretto, TC,
comunque confermata con esame endoscopico!). angiografia).
L'ulcera postbulbare è di norma accompagnata da
spasmo intenso che circonda la nicchia e sembra iso-
larla «a perla infilata)) nel contesto di un tratto di duo-
deno più o meno lungo, a monte e a valle, ristretto «a
manicottm>. Il manicotto talora è forgiato ad angolo
ottuso, al vertice del quale sporge la nicchia.
, Ja mucosa con conseguente aspetto ipertrofico individuabiti con il semplice esame diretto. Anastomosi
1 3 possono essere confezionate anche in assenza di resezione,
e no.dulare. Non aspetti di
infiltratJvo sono secondan a mvaswne duodenale con la finalità di aggirare, in caso di stenosi serrata o di
1 0 occlusione, l'ostacolo alla canalizzazione (bypass). Nella
( parte di tumori primitivi dello stomaco, del pan-
descrizione dell'anastomosi (ad esempio, anastomosi
del colon, della colecisti e del rene.
0 gastro-digiunale termino-laterale), per convenzione il primo
Un cenno a sé meritano i tumori della papilla e termine è riferito al segmento prossimale. Fra gli interventi
0]] arapapillari benigni .e malignr), più fre- dedicati particolare rilievo assumono quelli praticati per la
Ili, puenti dei precedenti, m grado eh creare ostacolo al terapia della malattia da reflusso gastroesofageo e della
·a- biliare e yai_1creatico. o con grande obesità.
lli, spetto di formaziOni aggettanti d1 tipo bemgno o
.n- o con aspetto infiltrante. localizzato Lo studio radiologico postoperatorio può essere
lf- oine interno della C duodenale (frg. XX.59). La drfle- eseguito precocemente o a distanza di tempo dall'in-
za ;enziazione da tumori extrapapillari, da edemi della tervento con la finalità di:
papìlla I.itiasi t:umori pan- individuare complicanze a carico delle suture e del-
Ito creatici, e la defmlZlone dell eventuale mteressamen- le anastomosi (deiscenze, stenosi- fig. XX.60);
Ile to della via biliare e pancreatica principale, richiedono riconoscere il tipo di intervento eseguito (con parti-
ro un approccio combinato endoscopico (duodeno- colare riferimento all'estensione dell'eventuale de-
·o- scopia!) e radiologico (esame a DC! TC! CPRE!). molizione, al tipo di ricostruzione, alla sede della su M
Interventi demolitivi
Esofagectomia. Trova indicazione nelle neoplasie mali-
gne dell'esofago. La continuità viscerale viene ristabilita,
preferibilmente, utilizzando lo stomaco «tubulizzato», cioè
ridotto di dimensioni con una linea di resezione che interes-
sa la 'piccola curvatura, trasposto in cavità toracica e anasto-
mizzato con l'esofago residuo (esofagogastroplastica- fig.
XX67). Nei pazienti sottoposti a esofagectomia per stenosi
da caustici e nei casi in cui anche lo stomaco sia affetto da
patologia, è utilizzato un tratto del colon (esofagocolonpla- Fig. XX.62. Resezione gastrica con anastomosi termino-terminale
stica) o meno comunemente del digiuno (esofagodigiuno- gastro-duodenale (Billroth I). MG == monconc gastrico; B '"bulbo; k
plastica). frecce indicano la sede dell'anastomosi.
451
a
i-
"l·
Fig. XX.63. Resezione ga-
i- strica con anastomosi ter-
l- mino-laterale antiperistal-
tica con ansa digiunak se-
1i condo Polya. MG = mon-
l-
cone gastrico; BA= bocca
anastomotica (il cui orien-
,._
tamento è indicato dalle
frecce); AA =ansa affe-
"iU rente; AE =ansa efferente.
hna, nonché la sindrome dell'ansa afferente, frequenti nelle Fig. XX.65. Dumping syndromc precoce associata a sindrome dell'an-
l·
ricostruzioni tipo Billroth II. sa afferente non ostrultiva. Gastroresezione parziale con anastomosi ter-
le Nella dumping syndrome precoce (legata al rapido arri- mino-laterale gastro-digiunale isoperistaltica. Si osservi la marcata di-
g. l'O di chimo iperosmolare in digiuno) l'esame baritato <m stensione dell'ansa afferente (asterisco), verso la quale sono veicolati
calco)) potrà dimostrare il transito estremamente rapido preferenzialmente gli ingesti, e la rapida opacizzazionc delle anse di-
le giunali, le cui pliche sono ispessite ed edematose (rilievo, questo, espres-
lungo il tenue, la diluizione del MdC, una certa dilatazione
sivo della dumping syndrome).
delle anse digiunali con aspetto M pila di piatti>> edemato-
di
so. Nella forma tardiva (in rapporto a crisi ipoglicemiche) (in tal caso se ne potrà dimostrare la sede). In tal uni casi,
Il·
11 on si hanno rilievi radiologici significativi: la diagnosi è
lO tuttavia, non v'è ostruzione, ma solo veicolazione preferen-
lo puramente clinicolaboratoristica. ziale degli ingesti verso l'ansa afferente (la quale si riempie
La sindrome dell'ansa afferente (nausea, vomito bilio-
la rapidamente e prolungatamente di bario nella sua intera lun-
pancreatico e alimentare, dolore ipocondriaco destro, diar-
;a ghezza ed è palesemente dilatata). Talora potrà dimostrarsi
rea) è causata dall'ostruzione dell'ansa afferente in corri- radiologicamente l'eccessiva angolazione dell'anastomosi
z. spondenza della bocca. anastomotica (non è pertanto dimo- gastro-digiunale o comunque la mancata progressione del
Strabile con l'esame baritato per il mancato riempimento
O·
dell'ansa, ma lo è con ecografia eTC!) o al di sotto di essa
MdC.
l ti Nei pazienti operati di resezione secondo Billroth Il si
!ti manifestano a distanza di anni con frequenza significativa-
lll mente superiore a quella abituale, carcinomi del moncone
a- gastrico, verosimilmente originanti dalla degenerazione
maligna della mucosa gastrica atrofica. 11 controllo radiolo-
gico a distanza di tempo (5-10 anni nei pazienti anziani; 20-
30 anni nei pazienti più giovani) considererà in maniera par-
ticolare questa possibilità (v. fig. XX.66}.
Resezione gustrica totale. Comporta l'asportazione di
tutto lo stomaco, la ricostruzione della via alimentare con
anastOmosi esofago-digiunale, la canalizzazione del duode-
no eseguita con varianti tecniche numerose (ansa aro, ansa
a Y secondo Roux, ansa digiunale interposta). È l'interven-
to preferito da molti chirurghi nelle neoplasie gastriche.
I.:ansa intestinale anastomizzata all'esofago va incontro a
Fig. XX.64. Gastrectomia parziale con ricostruzione mediante ansa processi di adattamento morfologico (dilatazione) e funzio-
ad Y secondo Roux e anastomosi termino-laterale gastro-digiunale nale (ipersegmentazione), aventi come obiettivo il rallenta-
(ochema a sinistra). Nel controllo baritato a distanza (a destro) è mento della progressione del cibo. Zona elettiva di recidiva
awezzabile solo la branca sinistra della Y; in genere, la visualizza-
<lone della branca destra (che assume rilievo soprattutto nei controlli risulta l'anastomosi tra l'esofago e il segmento intestinale
richiede l'iniezione diretta del MdC mediante un catetere utilizzato per la ricostruzione: pertanto su di essa sarà foca-
Cndolmn\m:Je. lizzata l'attenzione radiologica.
452
uc
la- Fig. XX.70. Diversione bilio-pancreatica secondo Scopinaro. La ripro-
m- duzione schcmatìca dell'intervento (a sinistra) ne mostra le caratteristi-
di che salienti: gastrectomia parziale inferiore, affondamento del bulbo
duodenale, anastomosi termino-laterale gastro-ileale, diversione nel-
mi l'ultima porzione ilcalc di una lunga ansa duodcnodigiunale dcfunzio-
uo nalizzata esclusa dal transito. La capacità gastrica c la superficie inte-
ico stinale assorbente sono qUindi drasticamente ridotte. Lo studio baritato
(a destra) evidenzia la gastroresezione c il transito regolare lungo le
anse ileali fino al colon destro.
6. Tenue
La posizione nel contesto del tubo digerente (a cir-
Jft· ca 85 cm dalla rima orale e a 150 cm dall'orifizio ana-
co le), la conformazione tubulare (3 cm di diametro nel di-
la- giuno, 2 cm nell'ileo) con flessi ad angoli estremamente
tu-
:ce acuti, la lunghezza (mediamente 650 cm nel vivente),
;u- XX.69, Gastroplastica con sutura verticale secondo Mason. La rendono l 'intestino tenue accessibile con grande dif-
Si nproduzìone schematica dell'intervento (A) rende conto dci rilievi al ficoltà ali 'esplorazione endoscopica. Fondamental-
controllo baritato. In B è visualizzata is'olatamente, in diretta conti- mente, a tutt'oggi, lo studio della patologia del tenue
nuità con l'esofago, la tasca funzionale, la quale, in C e D (punta di
.,.
111·
riversa progressivamente il suo contenuto nella restante poggia in maniera determinante sul! 'indagine radio-
tal'l!a gastrica attraverso lo pseudopiloro (freccia). logica.
454
Esame diretto e baritato sono le due metodiche di dell'ultima ansa ileale e della regione ueocecaJ,, 1;
prima istanza. Cesame diretto (in ortostasi e in decu- cui riempimento richiede in genere ore)
bito supino!) mira a individuare, attraverso l'analisi del- elude l-'indagine;
la distribuzione spontanea di gas e feci, alcune situa- con tecnica «dedica ta». Il pdaziente è premedicato
zioni definite, in primis l'occlusione intestinale e la pre- per os con metoc 1oprmm e, antagonista de!]·
senza di «anse sentinella» (v. paragrafo XX.6.9). L e- dopamina in grado di incrementare la
same baritato (per os con tecnica dedicata o previa in- gastroenterica, 30 minuti prima della somminist:
tubazione digiunale, il cosiddetto «clisma del tenue») zione di 400 mi di pasto baritato (al quale a.
ha ruolo del tutto fondamentale e offre importanti pro- aggiunta un_'ul!eriore dose di me!oclopramide).
spettive di individuazione dei vari tipi di patologia. re- procede qumd1 alla documentazwne radiografie
cografia e la TC (praticata previa intubazione digiu- sia_ in for:na panoramica, _sia con
nale, il cosiddetto «clisma-Te del tenue») intervengo- d1 detta?;l_w dell ultima ansa e d1 eventuali reperti
no nella definizione di «masse» addominali in senso la- patologici.
to, nella determinazione di sede e natura dell'ostacolo
nelle occlusioni meccaniche, nella valutazione della Con queste due modalità tecniche, vantaggiose per la
componente intra- ed esoluminale di tumori, processi semplicità e l'ottima tollerabilità da parte del paziente, l'ac-
infiammatori e ischemici. La RM ha ruolo secondario, curatezza diagnostica è risultata non proporzionata alle esi-
complementare, ma talora importante dopo interventi genze della problematica clinica. Principali fattori
sono: la velocità di opacizzazione e il grado di distensione ;)]
operatori sull'addome. La diagnostica radioisotopica insufficienti delle anse assoggettate al ritmo di svuotamen.
ha spesso successo nella individuazione dei divertico- to gastrico; l'eccessivo «affollamento)} delle valvole conni·
li di Meckel nel contesto dei quali sia presente mucosa venti; la comparsa di falsi aspetti nodulari; talora la floccu-
gastrica in grado di captare.il 99'"Tc-pertecnetato, assu- lazione e la precipitazione della sospensione
me un ruolo molto importante nell'individuazione di tatto prolungato con i secreti presenti nel tenue.
emorragie intestinali, di processi infiammatori attivi e
talora nello studio delle sindromi da malassorbimento.
L'angiografia interviene, per lo più in seconda istan-
za, nello studio delle sindromi da insufficienza acuta e
cronica mesenterica, nella patologia turnorale (in par-
ticolare del mesentere), nella definizione del punto di
origine di emorragie digestive.
Nel complesso la patologia del tenue, nonostante la
grande supeificie mucosa da questo dispiegata (4500
m1 contro i 2m2 di superficie cutanea!) e l'importante
ruolo rivestito nei processi immunitari cellulari e umo-
rali, è poco frequente. I rilievi semeiologici radiologi-
ci restano spesso inverificati anche per le indic.azioni.
poco frequenti a interventi operatori (limitati alla pa-
tologia acuta e tumorale).
L'esame baritato dell'intestino tenue può essere
effettuato:
come prosecuzione del!' esame dello stomaco e del
duodeno (fig. XX.7l). È il sistema più semplice
ma di minore affidabilità. Il riempimento progres-
«a calco» del tenue (ottenuto con la sommini-
strazione di un quantitativo supplementare di
MdC) viene documentato a l e 2 ore dal momento Fig. XX.71. Lo studio radìologico per os dell'intestino tenue.
di assunzione del pas(o baritato, in decubito prono, gramma panoramico a 2 ore dalla prima assunzione del pasto ba_n!a:
con coi:npressione mirata dei diversi segmenti del to; una seconda assunzione è avvenuta circa l ora prima (si ossefV!, m:
fatti, il riempimento dello stomaco). Tutto il tenue digiunale e ilealc .c
viscere al fine di dipanare la matassa intestinale e visualizzato, ma in maniera alquanto frammentaria e senza un suffl·
dissociare le singole anse. Una seriografia mirata ciente riempimento delle singole anse.
455
con clisma a DC del tenue. È la metodica più sen- distendere il lume rendendolo radiotrasparente, sì da creare
sibile. Richiede una preparazione intestinale accu- un «doppio contrastO>) (fig. XX.73). Ciò rende possibile
rata identica a quella utilizzata per l'esame a DC l'individuazione di reperti patologici fini, per trasparenza,
del crasso (v. paragrafo XX.8.2): il tenue ne risul- anche in anse sovrapposte e non dissociabili (evenienza fre-
quente nello studio del tenue, soprattutto per le ultime anse
terà libero da ogni residuo alimentare, il che elimi- ileali disposte profondamente nella fossa iliaca destra).
na artefatti spesso fonte di difficoltà interpretativa; I: assunzione di radiogrammi panoramici e di dettaglio avvie-
la pulizia del colon rende più agevole e veloce la ne in modo sequenziale durante la progressione della colon-
progressione lungo le anse del tenue dei MdC na di metilidrossietilcellulosa. I: indagine ha durata di 30-40
introdotti ed evita l'eventuale reflusso di materiale minuti.
fecale dal cieco nell'ultima ansa. La propulsione della sospensione baritata e la distensio-
ne del lume intestinale possono essere realizzate anche
lÌ
A paziente digiuno (ed eventualmente premedicato con mediante semplice insufilazione di aria: in tal caso, però,
ti metoclopramide, la quale agevola l'intubazione e ostacola il l'integrità del verniciamento mucosa è meno duratura nel
reflusso entero-gastrico), previa anestesia di superficie del tempo, rendendo meno agevole lo studio analitico di even-
cavo orale e della faringe, si procede all'intubazione duode- tuali reperti patologici. L'esperienza pratica dimostra, del
la nale per via orofaringea o nasofaringea, atto estremamente resto, che l'indagine effettuata con le modalità sopradescrit-
semplificato dall'uso di appositi sondini (particolarmente te è in genere ben tollerata, anche perché il blando effetto
i- idonei quelli di Maglinte e di Rollandi) il cui apice è posi- purgativo della metilidrossietilcellulosa accelera l'evacua-
iionato in prossimità dell'angolo di Treitz (fig. XX.72). Si zione intestinale.
procede quindi all'introduzione attraverso il sondino del
MdC radiopaco (solfato di bario all'85% "p/v) in quantità con clisma opaco del tenue. In questa metodica si
sufficiente per riempire «a calco)> le prime anse digiunali fa ricorso esclusivamente a lUla sospensione bari-
(circa200 mi); si procede quindi all'introduzione (per cadu-
tata al 40% p/v fatta scendere, a caduta gravitazio-
ta gravitazionale o mediante sistemi iniettivi a pressione) di
nale, da apposita sacca, in maniera continuativa e
éirca 1500 mi di una soluzione di rnetilidrossietilcellulosa
allo 0,5%, la quale ha la finalità di «propellere» il MdC senza alcuna interruzione (onde evitare la fram-
radiopaco lungo tutto il tenue lasciando adeso alla mucosa mentazione della colonna baritata), con flusso di
intestinale un velo di particelle baritate e nel contempo di circa 100 ml!min, sotto controllo radioscopico,
Fig. XX.72. L'intubazione digiunale. L'apice del sondino è posto su bi- Fig,XX.73. Il clisma a DC del tenue. I..: adesione alla mucosa amo' di
tu al di là dell'angolo di Trcitz; successivamente il sondino è collega- velo della sospensione baritata «propulsa» in avanti da una soluzione
to alla sacca contenente la sospensione baritata; si procede quindi al di metilidrossietilcellulosà (mdiotrasparente!), che nel contempo
riempimento del digiuno con flusso di circa 100 ml al minuto e suc- distende il lume del tenue, consente di indurre una suggestiva dimo-
cessivamente all'introduzione della metilidrossietilcellulosa strazione a DC di questo in tutta la sua estensione.
456
fino a volume totale di circa 450 ml. Il tempo profilo essa si dilata alquanto subito prima di affila ,
51
necessario per la visualizzazione completa del bruscamente nella valvola ileocecale: ne risulta ur ·.
tenue è di 3R4 minuti. Lo studio, in caso di neces- «a d'uccello» !I cui becco è
sità, può essere completato a DC dopo introduzio- verso rl creco (frg. XX.75). Al dr sopra e al di sotto dei
ne di metilidrossietilcellulosa. bec_co il mediai e del cieco presenta una dupli-
ce Impronta arctfonne dovuta al protrudere rispettiva.
All'esame a DC il tenue presenta un aspetto di mente del labbro superiore e inferiore del «muso di
nastro ampiamente flessuoso, più o meno intensamen- tinca ileale». Quest'ultimo, visto di faccia, si presenta
te verniciato dal bario e disteso dalla soluzione di come un difetto di riempimento endocecale, rotondeg.
metilidrossietilcellulosa, di calibro lentamente decre- giante, nel cui contesto si apre l'orifizio valvolare. Un
scente dal digiuno verso l'ileo, a contorni più o meno buono studio dell'ultima ansa ileale è spesso possibile
regolarni..t::nte lisci (fig. XX.74A). Le valvole conni- con il clisma a DC del crasso (al quale si rimanda per
venti, di norma ben apprezzabili, lo solcano trasver- ulteriori dettagli anatomici).
salmente, più o meno ravvicinate l'una ali' altra, sepa- La TC dell'intestino tenue è modernamente realiz.
rando i recessi interplicari. Queste formazioni anato- zata, come sopra detto, in forma di clisma- re.
miche cambiano aspetto continuamente in funzione
dello stato di contrazione della muscularis mucosae e n paziente è assoggettato a preparazione intestinale e
dei movimenti peristaltici. Lo spessore della· parete premedicazione identiche a quelle del clisma a DC, intuba.
può essere valutato indirettamente attraverso la misu- zione digiunale e successiva introduzione di una soluzione
ra della distanza intercorrente tra i cordoni delle anse di mctilidrossietilcellulosa allo 0,5% (2 o più litri in circa20
minuti). Si procede quindi all'iniezione e. v. a bolo di JOOml
adiacenti. I.:aspetto è entro certi limiti simile nell'esa- di MdC iodato sì da indurre un adeguato c.e. della parete
me a calco (fig. XX.74B). intestinale e alla scansione spiroidea volumctrica su tutto
Le differenze anatomofunzionali tra la pa,rte più l'addome. Le immagini sono ricostruite per piani trasversa-
prossimale del digiuno e la parte più distale dell'ileo li distanziati di 2-3 mm sì da consentire ricostruzioni multi-
sono marcate, ma il passaggio dall'«aspetto digiuna- planari ad alta risoluzione (fig. XX.76). I.: indagine ha dura-
le» ali' «aspetto ileale» è graduale e avviene quindi ta di 30-40 minuti. La fase di preparazione è
inavvertitamente. Il digiuno occupa, all'interno della mente effettuata su un lettino a sé; il paziente è introdotto
cornice colica, la parte superiore sinistra dell'addome nel tomografo computerizzato al momento della scansionc
e costituisce in lunghezza circa i 2/5 del tenue; l'ileo spiroidea (che richiede pochi secondi).
la parte inferiore destra e costituisce i 3/5 rimanenti.
Un cenno a sé merita l'ultima ansa ileale. Vista di
;j
opaco dei crasso (decorso e morfologia del colon normali
fino alla flessura sinistra; cieco in sede anomala ombelica-
a le, epigastrica, ipocondriaca sinistra o destra).
o
'l 6.2. Diverticoli
l-
l- l diverticoli del digiuno sono poco frequenti, quelli
li l'ileo rari. Trattasi in genere di erniazioni acquisite della
mucosa e della sottomucosa attraverso i punti di ingresso
:- dei vasi nella tonaca muscolare (come i diverticoli del
Il colon), e quindi di norma emergenti dal versante mesenteri-
co dell'ansa interessata. Possono essere responsabili di sin-
fio. XX.76. Clisma-TC del tenue. Le anse intestinali sono ben diste- dromi pseudoostruttive acute e di sindromi da malassorbi-
se MdC radiotrasparente introdotto mediante sondino naso-digiu-
nale. Si noli la valida rappresentazione delle pareti, sottili, con c.e. mento da iperprolifcrazione batterica. La loro morfologia,
regolare, c de1le valvole conniventi digiunali. peraltro, non si discosta da quanto più sopra descritto per i
diverticoli duodenali. Caratteristiche peculiari presenta il
tori ad alta frequenza (7,5 MHz), permette di valutare diverticolo di Meckel.
la parete (in condizioni normali di spessore inferiore a
3mm}, i movimenti peristaltici ·e, in presenza di con- Il diverticolo di Meckel trae origine dalla mancata
liquido, visualizza le valvole conniventi. obliterazione del dotto onfalomesenterico. È un diverM
ticolo'Congenito, vero, con riempimento e svuotamen-
6.1. Malrotazione intestinale to attivo, impiantato sul versante antimesenterico, re-
peribile per lo più a 30-90 cm dalla valvola ileocecale
Sotto questa dizione si raccolgono le diverse forme (il più delle volte del tutto occasionalmente). L'esame
derivate da un disturbo del processo di rotazione e fis- baritato e il clisma del tenue possono evidenziarlo sot-
sazione dell'intestino medio (onfalocele; non rotazio- to forma di estroflessione piriforme riempita agevol-
ne; rotazione inversa; rotazione incompleta). In gene- mente dal bario date le ampie dimensioni del colletto,
rale, la sintomatologia è quella di una ostruzione inte- nel cui contesto è dimostrabile, in circa 1/3 dei casi, la
stinale di varia gravità e può esordire a ogni età; esi- presenza di plicatura di tipo gastrico (da ricercare at-
stono, però, forme totalmente asintomatiche. tentamente perché patognomonica!); contiene spesso
aria, talora entero liti. Nella pratica radio logica, però, il
Nel!'onfalocele tutte le porzioni dell'intestino medio
restano, anche dopo la nascita, nel sacco ombdicale (quin-
di fuori della cavità addominale). Nella non rotazione,
quasi sempre asintomatica, il tenue è situato nella metà
destra della cavità addominale, il colon nella metà sinistra:
!'esame baritato riproduce fedelmente la situazione anato-
mica (fig. XX. 77). Nella rotazione inversa, piuttosto rara, il
colon è situato posteriormente, il tenue anteriormente a esso
call'arteria mesenterica superiore, nella cavità addominale:
la dimostrazione radiologica, come nel caso precedente, è
agevole. La rotazione incompleta è una rotazione qualitati-
vamente normale ma arrestatasi prima del suo completa-
mento. Radiologicamente, l'esame diretto del! 'addome (da
eseguirsi sia in decubito prono che supino) non è in genere
sufficiente a consentire una diagnosi precisa: il reperto più
frequente è quello di una distensione dello stomaco e del
duodeno che può arrivare al quadro della «doppia bolla»
(vedi paragrafo XX.4.2); il gas intestinale non ha distribu-
zione specifica. I..:incompleta rotazione può essere facil-
mente riconosciuta con l'esame bari/alo (Io stomaco e il Fig. XX.77; Mesenterium commune. In questa forma di non rotazio-
sono normali; la C duodenale è accorciata e alquanto ne intestinale, il tenue (T) è situato nella metà destra della cavità
trregolare; l'angolo di Treitz è situato vicino alla linea addominale mentre il colon (C) è situato nella metà sinistra. Si osser-
lllediana o addirittura alla destra di essa) e con il clisma vi la posizione normale dello stomaco (S).
_ - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - ' = " ' i " ' '"'"-l ''jl\.--:
>:->:t'
'jj'
più delle volte la sua presenza passa inavvertita venen- il cui nosologico ha. ·-1
do confuso con una sovrapposizione di anse. Alla scin- luog_o, dt bas_e Lo
tigrafia il riconoscimento può essere facile quando in studw radJO!ogtco, 1l cm uso e hm1tato a1 casi eone! _ t
esso è presente mucosa gastrica eterotopa che concen- mati, mira a evidenziare le alterazioni .i
tra attivamente il (10-30% dei casi; coesistenti e le eventuali complicazionL Il clisma e l
60% dei casi sintomatici; 98% di quelli con sanguina- DC del tenue talora prospetta rilievi significativi Ina l
mento), per lo più offre un quadro solo genericamente '
tivo. La TC è importante complemento in grado d·
La valutazione radioisotopica del diverticolo di Meckel dimostrare lo stato della parete, del mesentere, la
(come pure di altre forme di eterotopia della mucosa gastri-
ca, come nell'esofago di Barrett, nel duodeno, nelle dupli-
senza di linfoadenopatie, di lesioni del fegato e della
milza. La diagnostica radioisotopica consente valu-
ì
l
cazioni del tenue, nel colon-retto) è basata sulla proprietà
tazioni mirate e di alta specificità: la misurazione del
della mucosa gastrica di trasferire attivamente anioni dal 1
sangue cìrcolante all'ambiente gastrico. Questa proprietà, 'C nell'aria espirata dopo ingestione di trigliceridi 0
ben dimostrata per lo ione ioduro, è esercitata anche per lo di D-xilosio; la quantificazione dei fenomeni di iper-
ione pertecnetato, il che consente di identificare e localiz- proliferazione batterica (1 4C-glicocolato ), della defi- ·{
zare il diverticolo di Meckel in quei casi nei quali è sede dì cienza di lattasi (1 4C-lattosio) e dir sucrasi-isomaltasi l'
mucosa gastrica eterotopa. La ricerca è eseguita mediante
iniezione e.v. di seguita da acquisizione
(lH-sucrosio), del tempo di transito digiunoileale (l'C·
lattulosio). Cuso di opportuni radiofarmaci (99'"Tc-
l
dinamica per circa 60 minuti con gammacamera posiziona- albumina, 111 ln-transferrina) rende possibile la misura-
ta sull'addome e da successive acquisizioni statiche tardive zione della radioattività eliminata con le feci e la l
l
fino a 4 e più ore dopo la somministrazione del tracciante. simultanea localizzazione «visiva» scintigrafica dei
segmenti intestinali coinvolti nei fenomeni di disper-
La presenza del diverticolo è dimostrata dalla sione proteica.
\
l
comparsa di un'area di marcato accumulo della
radioattività situata di norma nel quadrante addomina- Malattia celiaca dell'atlulto. Classicamente l'esame ba-
le inferiore destro (fig. XX.78). La sensibilità dell'in- ritato <<a calco» (fig. XX.79) ha consentito di individuare ri-
dagine scintigrafica è elevata (85%) se la superficie lievi generici: la dilatazione più o meno evidente delle anse
ricoperta da mucosa gastrica ectopica raggiunge i 2 del digiuno, l'alternarsi di segmenti dilatati <m salsicciotlm>
cm"; la specificità lo è ancor più (95%). La ricerca di
sanguinamento con eritrociti marcatì' integra utilmen-
te la scintigrafia con pertecnetato-.
J
459
bO dig""'"
i/
'jj'
-. ·l ontesto delle anse fosse stata colata della cera (segno del Sindrome dell'intestino corto. Si manifesta dopo im-
1 11
'.) "c]alle) occasionalmente un aspetto a spirale.metallica le- portanti resezioni segmentarie dell'intestino tenue (frequen-
_l aj ;aginazioni transitorie ileoileali. Questi rilievi pos-
0 11
ti soprattutto nella malattia di Crohn). Il mancato assorbi-
ga 0 persistere a regressione clinica avvenuta, indicando con mento di sostanze biologicamente significative induce com-
.i son
,. . una scarsa corre1az w · ne tra qua dro ra d'10log1CO
· e cl'1m·co. plessi sintomatologici variabili. La terapia è chirurgica e mi-
ll a DC del tenue (fig. XX.80), viceversa, è in grado ra a compensare la riduzione della superficie di assorbimento
' di ri!ie:i più il delle val- residua, giungendo talora fino al trapianto di intestino tenue.
10
. feconniventz d1gwnall (che da 2 per cm SI nducono a l o Lo studio radio logico è importante per valutare la lunghez-
eno); !'aumento numerico e di spessore delle valvole con- za del! 'intestino residuo, l'entità di digiunalizzazione del! 'i-
1111
•enti ileali con un quadro risultante di «digiunalizzazione leo, la presenza di complicanze ischemiche.
ì dell'ileo», espresswne
un aspetto a
.
del
d'1 un adattamento 1UI1Z!Ona
mu?oso
' . le; ta lora
l'inter-
Malttttia di Whipple (lipodistrofia intestinale). Interessa
prevalentemente individui di mezza età. Trattasi di affezio-
l
sczione di solchi net quah st depos1ta bano, espressiVO del- ne rara, sistemica, nella quale alla sintomatologia intestina-
]'atrofia dei villi.Alterazioni simili a quelle del digiuno pos- le si associano manifestazioni extraintestinali polimorfe
sono essere dimostrate nel duodeno. Complicanze importanti (artralgie, versamenti pleurici, endocardite, linfoadenome-
·{ della malattia celiaca sono la digiunoileite ulcerativa, spes- galie). Il clisma a DC del tenue evidenzia la presenza nel
so mortale, il linfoma non-Hodgkin secondario, carcinomi
l' del digiuno e del duodeno (meno frequentemente degli altri
digiuno, in forma diffusa o a chiazze, di noduli di 1-2 mm
di diametro, e·l'ispessimento delle valvole conniventi per
·:{
l segmenti del tubo digerente). L'esclusione terapeutica del
alutine dalla dieta può condurre a rapida regressione del qua-
l'edema della S.ottomucosa (ipoalbtm1inemia!). La TC evi-
denzia masse linfonodali mesentel'iche e retroperitoneali
l dro nei pazienti responsivi, a una certa accentuazi<me in quel- nel cui contesto è dimostrabile la presenza di grassi a basso
! li nonresponsivi. In linea generale, il clisma a DC del tenue valore di attenuazione. Questi rilievi regrediscono presso-
1 assume rilievo nella diagnosi differenziale con affezioni di ché totalmente dopo terapia antibiotica. La diagnosi è,
.l altra natui"a che producomi a"trofia dei villi, iperplasia delle comunque, bioptica e istologica.
cripte e infiammazione delia lamina propria (enteriti virali, Enteroplltia 'ipoproteinizzante di Gordon. Affezione
1
1 iPerproduzione di batteri, linfomi). verosimilmente congenita·, alla cui base è una linfangectasia
primaria del tenue (aècompagnat[ il più delle volte da anoma-
lie sistemiche linfatiche), interessa soggetti in età giovane. Il
quadro radiologico può evidenziare tm impressivo aspetto .«a
pila di piatti>) dell'ilievo mucosa (reso rilevato dalle ectasie
l
Enfatiche della sottomucosa), al quale qua e là si sovrappon-
gono nodulazioni millimetriche. La diagnosi è anche in questo
caso·bioptìca e istolo"gica.
ll
l
:i
t
ìco,
"'do]'
dnl-
6.7. Sclerodermia
Fra le mesenchimopatie è quella che più frequen-
temente dà interessamento intestinale con progressiva
Fig. XX.84C-E. Malattia di Crohn. In C ulcere longitudinali e tra-
sversali profonde (frecce) suddividono (md acciottolatm) la superficie sostituzione di fibre muscolari parietali con· fibre col-
mucosa dell'ultima ansa. In D, nelle ultime anse del tenue si alterna- lagene. Nelle fasi iniziali si ha dilatazione atonica
no caratteristicamente segmenti stenotici (punte di Feccia) e segmen- delle anse del tenue con marcato allungamento del
ti dilatati; UA "'ultima ansa; C"" cieco. In E il quadro suddetto è più
marcato cd esteso c conferiscè al! 'ileo aspetto similcolico. tempo di transito intestinale. Nelle fasi conclamate il
quadro radiologico riproduce da vicino quello delle
vascolari (segnali Doppler intraparietali! diminuzione sindromi da malassorbimento: il rilievo pli care è qua e
delle resistenze dell'arteria mesenterica superiore!). là molto accentuato con aspetto «a pila di monete»; le
La TC dimostra, oltre all'ispessimento parietale, quel- anse adiacenti sono apparentemente distanziate per l'i·
lo del tessuto adiposo periintestinale, nonché l'even- spessimcnto parietale; nel tenue distale sono apprez-
tuale presenza di ascessi e flemmoni. Qualora si svi- zabili sacculazioni esternantisi sul versante antimesen-
luppino tragitti fistolosi, comunicanti o non con gli terico (il rilievo plicare è conservato nel loro conte-
organi circostanti, questi sono talora individuabili con sto!) alternate a restringimenti segmentari. Talora si
l'esame baritato, ma l'indagine elettiva è sempre la TC associa una pneumatosi di tipo cistoide.
(MdC radiopaco!).
La diagnosi differenziale si impone principalmen- 6.8. Enterite da radiazioni
te con la tubercolosi ileocecale: è possibile nelle fasi
iniziali ma diviene sempre più difficile dopo evoluzio- C intestino tenue è particolarmente sensibile alle
ne stenotica. radiazioni ionizzanti. La radiotcrapia transaddomina·
Un'aumentata incidenza di carcinomi del tenue è le, anche se effettuata a regola d'arte, può provocare
stata osservata nei pazienti con malattia di Crohn di danni gravi della mucosa e della parete del tenue.
vecchia data: l'età giovanile del paziente, la sede e la Nelle fasi iniziali del trattamento sono pressoché la
coesistenza di. gravi lesioni parietali circostanti rendo- norma manifestazioni dolorose addominali con diar·
no particolarmente grave la prognosi di queste lesioni. rea, che regrediscono progressivamente dopo terapia
La terapia medica può indurre una stabilizzazione medica. Radiologicamente sono dimostrabili manife-
del quadro anatomopatologico o addirittura una éerta stazioni edematose mucose accompagnate da dilata-
rcgressione, che andranno documentate con controlli zione atonica delle anse del tenue. Se la dose di radia-
463
' ne è particolarmente elevata possono manifestarsi Nell'ileo meccanico (fig. XX.86) le anse a monte
tardive alla cui base è una vasculite dell'ostruzione sono dilatate, iperperistaltiche, incur-
se la cui comparsa ha luogo talora anche dopo anni dal vate «a U rovesciata», presentano vistosi livelli idroae-
di questa. I.: esame baritato (fig. XX.85) potrà rei caratteristicamente disposti ad altezza diversa nelle
l'ispessimento del rilievo plicare, della sot- anse adiacenti, come in una «scala a pioli>). Se ht
(talora in di difetti di :iempimento te intestinale è infiammata, si ispessisce la stria di
odulari), della parete m toto, con evoluzwne verso la tenue densità che separa le anse distese dal gas. Nelle
la stenosi, e nei casi più gravi l'ostruzione. Il diverse anse le valvole conniventi ispessite spiccano
quadro può essere complicato da aderenze come strisce trasversali tenuemente radiopache ravvi-
li che stirano irregolarmente le anse, e meno comune- cinate. La distensione gassosa è caratteristicamente
mente da ulcerazioni e fistolizzazioni. La TC consen- centroaddominale. Gas è assente dal crasso (questa
te di evidenziare direttamente l'ispessimento parietale «scomparsa della cornice colica» può mancare se
eplicare, nonché la fibrosi circostante. l'occlusione è recente, incompleta o se si associa ileo
paralitico da ischemia). Se si associano ischemia e
6.9. Ileo meccanico e paralitico gangrena, l'ansa interessata è intensamente dilatata,
immobile, a margini sfumati; essudato peritoneale si
In caso di sospetto clinico di ileo l'esame diretto interpone tra le anse adiacenti. .
dell'addome in ortostasi e in decubito (talora comple- I.: ileo paralitico (fig. XX.87) è in genere differen-
tato da somministrazione di MdC iodato per os o da ziabile dall'ileo meccanico (ma con difficoltà nelle fasi
clisma opaco) si propone di: iniziali postostmttive!). La distensione gassosa interes-
riconoscere la natura meccanica o paralitica; sa simultaneamente il tenue e il crasso, è uniforme, mai
localizzare la sede del!' eventuale ostruzione; vistosa; la peristalsi è assente. Livelli idroaerei posso-
individuare possibili complicazioni; no essere presenti, ma mai il segno della «scala a
offrire deduzioni relativamente alla possibiletausa pioli». La parete può essere ispessita se v'è peritoùite.
di ostruzione (ma ciò solo raramente risulta possi- Le valvole cmmiventi non sono visibili. Cileo paraliti-
bile!). co costituisce talora complicanza di un ileo meccanico:
l'associazione dei segni radiologici relativi costituisce
elemento prognostico sfavorevole. In caso di flogosi
Fig. XX.85. Enterite postirradiatoria. Le anse digiunali ccntroaddo- Fig. XX.86.llco meccanico. Numerose anse del tenue, incurvate «a U
minali, marcatamcntc distanziate l'una dal! 'altra a causa del!'ispessi- rovesciata>> e con valvole conniventi ispessite, sono sede di vistosi
mento fibrotico parietale, hanno rilievo plicare accentuato sì da assu- livelli idroarei disposti caratteristicamente a diversa altezza. La corni-
mere un aspetto <<a pila di pialli>>. In taluni segmenti sono apprezza- cc colica è assente. Reperto operatorio di ileo meccanico basso per
l· bili difetti di riempimento nodu!ari. strangolamento da briglia adcrcnziale.
464
acuta distrettuale (colecistite, pancreatite, appendicite) La TC (scansione spiroidea dopo iniezione e.v. d.
1
i segni dell'ileo paralitico possono essere limitati a una MdC iodato!) aggiunge poco ai rilievi dell'esam
sola ansa vicina alla sede della flogosi («ansa diretto radiografico (trombosi dei vasi mesentericil)e
la>> -v. fig. XXIII. l 0). r.; angiografia (aortografia e cateterismo selettivo
La re (scansione diretta spiroidea!) assume granM l'arteria mesenterica superiore) consente il più delle
de importanza nei casi di ileo meccanico e paralitico. volte una diagnosi precisa attraverso la dimostrazione
Nei primi, in particolare, può dare dimostrazione della dell'ostruzione arteriosa o venosa o comunque della
sede e della causa dell'ostruzione. La dilatazione delle riduzione marcata del flusso. L'ecoMDoppler
anse e le alterazioni della peristalsi possono essere ben ria e della vena mesenterica superiore fornisce, tutta-
documentate dali' ecografia. via, risultati equivalenti dal punto di vista clinico in
Nell'insufficienza vasco/are acuta mesenterica forma assolutamente ininvasiva (il gas
(occlusiva o non) si manifesta un quadro di ileo paraM peraltro, impedisce molto spesso la realizzazione
liti co con aspetti semeiologici particolari rilevabili con l'indagine in fase acuta; è invece per lo più possibile
il semplice esame diretto. Le pareti delle anse inteM la valutazione della claudicatio abdominis).
ressate sono marcatamente ispessite; sui loro contorni
possono essere apprezzabili impronte multiple ogivali, 6.10. Pneumatosi intestinale
come da «pressione con il pollice», dovute alla pre-
senza di raccolte emorragiche nella sottomucosa che Consiste nella presenza di gas nella parete intesti-
sollevano la mucosa e restringono il lume. Alcune nale sotto forma di raccolte cistiche multiple sottosie-
anse intensamente dilatate e ripiene di liquido posso- rose (meno comunemente di raccolte lineari). Il gas
no simulare una formazione tumorale. Gas può essere può provenire da lacerazioni alveolari (malattia ostrut-
presente nel contesto della parete intestinale (pneuma- tiva delle vie aeree!) con migrazione attraverso il
tosi lineare) e nel sistema venosa portale. La dilata- mediastino, lo spazio retroperitoneale e il mesenterc,
zione intestinale si arresta caratteristicamente a metà ma può anche penetrare dal lume intestinale in pre-
del colon trasverso (essendo i segmenti colici restanti senza di ulcere o lacerazioni mucose. Si riscontra per
irrorati dall'arteria mesenterica inferiore). Ccsame lo più nella sclerodermia, nell'infarto intestinale, nella
baritato non è usualmente praticato nelle fasi acute. necrosi infiammatoria, nell'ileo meccanico; talvolta,
però, è idiopatica. Può essere causa di pneumoperito-
neo asintomatico ricorrente. L'esame baritato mostra
caratteristici difetti di riempimento rotondcggianti,
intensamente radiotrasparenti, che sembrano comple-
tarsi morfologicamente al di fuori del lume intestinale.
6.11. Tumori
I tumori benigni del tenue (leiomioma; polipi adc-
nomatosi; lipomi; emangiorni) sono rari. La loro reale
incidenza è però probabilmente sottostimata a causa
della frequente asintomaticità. I leiomiomi hanno
aspetto di difetto di riempimento a margini sfumati
(per l'origine extramucosa); talora hanno sviluppo
prevalentemente extraparietale. Gli adenomi, sessili o
peduncolati, danno luogo a difetti di riempimento di
piccole dimensioni che sfuggono spesso a una indagi-
ne non attenta (compressione dosata!). I lipomi sono
per lo più localizzati nella valvola ileocecale;
no l'aspetto di difetti di riempimento ovalari, a margi-
Fig. XX.87. lleo paralitico. Sia il tenue che il colon sono distesi da ni assolutamente regolari, improntanti il versante inte!'-
contenuto gassoso; sono presenti livelli idroacrci disposti prevalente-
mente alla stessa altezza; non si ha evidenza di ispessimcnto delle val- no del cieco; con il clisma a DC rivelano una densità
vole conniventi né delle plichc scmicircolari. Una piccola falda gas- opalescente e uniforme (v. fig. XX.I31). La TC con-
sosa intraascessualc è presente in sede epatica. sente la diagnosi di certezza attraverso la determina-
· e del valore di attenuazione caratteristico. Gli individuare la presenza di linfoadenomegalie seconda-
21 011
11
angiomi capillari e cavernosi, singoli o multipli, rie all'ilo epatico, alla confluenza mesenterico-portale
tanno per lo più dimensioni di pochi millimetri, ma e all'origine dell'arteria mesenterica superiore, di di-
talora raggiungere dimensioni idonee alla loro mostrare la presenza di lesioni metastatiche epatiche e
mediante esame baritat_o .. Assumono peritoneali.
aspetto polipmde, meno comunemente dJ dtfetto nodu- lleiomiosarcomi assumono di norma l'aspetto di
Jare Possono presentare contes!? masse estrinseche che deformano il contorno delle
fleboliti. Il sangumamento, talora masstvo, e la loro pm anse dalle quali originano.
l- comune complicazione. I carcinoidi si localizzano elettivamente nell'ulti-
Alcuni disordini poliposici coinvolgenti il tenue ma ansa ileale e nell'appendice (segmenti
sono considerati nel paragrafo XX.8.23. mente ricchi di cellule cromaffini); hanno malignità
l- 1tumori maligni più comuni (ma l'intestino tetiue potenziale (con frequente metastatizzazione, prevalen-
le 11011 ospita più del 2% di tutti i tumori primitivi del temente epatica); possono produrre la classica sindro-
tubo digerente!) sono i carcinomi, i leiomiosarcomi, i me da carcinoide {iperserotoninemia!). Producono
carcinoidi e i linfomi. difetti di riempimento di piccole dimensioni assai
Anche se tutti gli aspetti morfologici sono raramente individuati radiologicamente, ma possono
li usualmente i carcinomi assumono all'esame presentare una componente extraparietale
i- aspetto anulare stenosante (fig. XX.88). Talora te il tessuto adiposo mesenterico ben documentabile
,_
cografia, effettuata per la valutazione di una massa con TC. La disponibilità di radiofarmaci che permet-
IS pabile, può indirizzare verso la diagnosi di tumore tono di rilevare mediante scintigrafia la presenza di
t- tenue (ansa o aperistaltica marcatamente ispess1ta tessuto carcinoide (metaiodo-bcnzilguanidina, MIBG,
il con perdita della normale individualità delle sue marcata con 11lJ o lllJ; 111 ln-pentetreotide) assume rilie-
., che parietali, che assume caratteristico aspetto «a vo sia per l'elevata sensibilità in fase diagnostica, sia
dorene»). Costituiscono condizioni precancerose la per i riflessi di ordine terapeutico.
lattia celiaca, la malattia di Crohn, la sindrome di
Jeghers. La stadiazione dei carcinomi impone, di nor- La MIBG è un analogo della guanctidina che si accu-
l, ma, il ricorso alla TC, la quale consente di evidenziare mula in elevata quantità nelle tenninazioni adrenergiche,
l-
l'estensione transparietale e agli organi circostanti, di strutture di cui sono ricchi, in ambito addominale, il carci-
a noide, il feocromocitoma e il neuroblastoma. Nella pratica
i, clinica, tuttavia, se da un lato la bassa sensibilità della scin-
,_ tigrafm con 11 lJ-MIBG (60-70%) rende spesso necessaria
l'associazione con altre tecniche diagnostiche per immagi-
ni, d'altro lato la positività dell'indagine costituisce il pre-
supposto indispensabile per indirizzare il paziente verso la
radioterapia metabolica con 1l 1J-MIBG (l'effetto cancericida
è dovuto alla emissione 'l I).
1
7. Appendice
La diagnosi di appendicopatia è posta di norma su
base clinica. Alcuni quesiti, tuttavia, vengono propoSti
al radiologo con una certa frequenza:
conferma della diagnosi (il che equivale a diagno-
si differenziali talora non facili!); Fig. XX.90. Anomalie di decorso dell'appendice. In A l'appendice,
impiantata sul versante inferomediale del cieco, ha normale decorso
localizzazione del! 'appendice (importante soprattutto flessuoso verso il basso e medialmente. In B appendice sottoepatica;
quando il dolore spontaneo o proVocato è in sede ati- F"' fegato. In C appendice lunga a decorso media!e ascendente.
pica);
esclusione di complicazioni (ileiti, tifliti, ascessi Le metodiche di studio per immagini sono critica-
paracolici, etc.). mente condizionate dalla situazione clinica. Nelle
appendicopatie acute e subacute trovano valida indi-
cazione l'esame diretto dell'addome (in stazione eret-
ta, i-n decubito supino e sul fianco destro) e l'ecogru-
fia. Gli esami contrastografici (per os e per clisma)
possono essere causa di aggravamento della flogosi,
dell'ileo paralitico spesso sovrapposto, e creano un
certo rischio di perforazione con conseguente perito-
nite baritata (la mancata visualizzazione
ce, impervia in caso di flogosi, è del resto la norma).
Nelle appendicopatie croniche trovano valida indica-
zione l'esame per os del tubo digerente e (con risulta-
ti forse migliori) il clisma a DC
7.2.Appendicite cronica
Fig. XX.91. Appen-
dice fetale. È impian- La diagnosi radiologica (fig. XX.93) è basata sul
tata sull'apice cecale
rilieVo dì segni diretti e indiretti, nessuno dei quali, in
c ha aspetto di estro-
flessione imbutifor- realtà, considerato isolatamente, assume valore di cer-
me a base larga. tezza:
.'
lll!·:·\·'.·.'.·.·.·,,·'·i·:··
·:-·_::
Fig. XX.92. Appendicite acuta.
L'ccotomografia consente di
dimostrare l'appendice (normal-
mente non visualizzabile!) e di
riconoscere, nel contesto della
parete ispessita, le .tonache
mLlcosa (ipoecogena!), sottmnu-
cosa (iperecogcna!) c muscolare
esterna (ipoecogcna!). si ha
evidenza di raccolte paraappen-
dicolari.
J
471
11
acuare, e si procede alla assunzione di un radiogramma
el noramico che documenta i residui baritati e mette in luce
c incostantemente il rilievo mucosa.
Risultati di un certo interesse si ottengonO nella Previa instillazione, nella donna, di un gel vaginale reso
caratterizzazione delle stipsi, nelle quali può essere radiopaco con aggiunta di MdC iodato, vengono introdot:e
messo in risalto ora il rallentato transito nel colon nel retto una piccola quantità di MdC baritato ad alta adesl-
477
l'orifizio anale consente la misurazione della sua distanza gressione pressoché nulla. Nella variante pancolica .
dall'esterno. I: eventuale presenza di fistole retto-vescicali e 1
colon è in genere accorciato ma di calibro normale:'.
retto-vaginali andrà ricercata con attenzione. h.a abbondante baritat? dilatato,
s1stente anche ne1 rad10gramm1 d1 controllo a distanza
8.12. Malattia di Hirschsprung Dopo correzione chirurgica (colostomia;
. . resezione·
È la risultante del mancato sviluppo di cellule gangliari o bypass del segmento aganghare; mtervento d'
nel plesso mientcrico del colon distale: la peristalsi propulsi- Soave), l'aspetto del colon è nel complesso normale'
va viene meno nel segmento agangliare, diviene iperattiva nei eccezion fatta per la persistenza di un certo grado di
segmenti normali a monte (che si ipertrofizzano e si dilatano dilatazione.
per il ristagno fecale). Nei casi più gravi, spesso letali, si
instaura un'enterocolite ischemica secondaria o una flogosi 8.13. Ostruzioni acquisite del colon
transparietale. La sintomatologia evolve progressivamente
dalla semplice costipazione al vomito, dolore addominale, Sono causate in genere da una stenosi tumora\e 0
crampi, fino alla morte per inanizione o per sovrapJXlsta infiammatoria, da un volvolo (fig. XX. l l l), meno co-
zione. Tre varianti morfologiche possono essere individuate a munemente da fecalomi, ernie incarcerate, compres-
seconda della lunghezza e della ubicazione del segmento sioni estrinseche (per lo più pelviche- fig. XX.ll2). 11
agangliare: a segmento breve sigmoidorettale; a segmento
colon a monte è dilatato e presenta vistosi livelli idroae-
lungo colico sinistro soprarettale; pancolica.
rei (esame diretto in ortostasi!); se la valvola ileoceca-
L'esame diretto deli' addome mostra, nelle vari le è incontinente si distende massivamente anche il te-
ti segmentarie, le anse del colon prossimale dilatate e nue. Il clisma opaco con MdC iodato a caduta gravita-
contenenti aria e materiale fecale malformato; il retto zionale consente di dimostrare l'ostruzione e la sua se-
è sempre vuoto. Nella variante pancolica, il quadro è de. La TC è spesso determinante per l'individuazione
quello di un ileo meccanico basso del tenue. della causa.
Il clisma opaco (effettuato senza alcuna
La dilatazione paretica del colon (megacolon tossico) è
zione fig. XX. IlO), è in genere in grado
una complicanza grave della colite ulcerosa idiopatica,
di dimostrare la zona di transizione tra il segmento meno frequentemente della malattia di Crohn, della colite
agangliare (non dilatato e aperistaltico) e il segmento ischemica, della colite pseudornembranosa. Clinicamente,
a monte normale (dilatato e iperperistaltico). Il bario gli episodi diarroici si accentuano (fino a 10-20 scariche al
disperde nel contesto del materiale fecale ristagnante dì), la paralisi motoria del colon ne induce una progressiva
creando un vistosci aspetto «marezzato»; i radiogram- diStensione gassosa, compare disidrataZione, alterazione
mi di controllo a 24 e 48 ore ne la pro- degli elettroliti serici, alcalosi metabolica. La dilatazione
'"!'""
479
:l
ose ed estese (fig. XX.l24); i restringimenti e le sa soggetti in età più avanzata; ha esordio acuto seguito da
{tstole gli ((pseudopolipi» (termi.ne con decorso breve e generalmente mite; regredisce per lo più
uale si fa nfenmento all'apparente protrusJone degl1 senza sequele (la stenosi scgmcntaria, che è la sequela più
di mucosa normale rispetto alla mucosa circo- comune, non compare in più del 5% dei casi ed è sempre
1tante distrutta) spesso grossolani e irregolari; solo
precoce); è segmentaria e risparmia il retto (a differenza
srammente evo lve verso 1'l megaco lan toss1co;
. puo' peg- della colite ulcerosa idiopatica); interessa esclusivamente la
mucosa e la sottomucosa (a differenza della malattia di
oiorare dopo terapia medica; si giova di resezioni coli- Crohn).
segmentarie (in caso di complicazioni), a differen-
za della colite ulcerosa idiopatica per la quale solo la L'esame diretto dell'addome mostra un definito
colectomia totale ha valore terapeutico; recidiva con aumento del contenuto gassoso intestinale, senza
frequenza sull'ansa ileale dopo ileo-trasversostomia comunque quadro di ileo; nei casi gravi, tuttavia, può
(fig. XX.125). L'insorgenza di carcinomi del crasso è comparire il quadro del megacolon tossico. I margini
circa 20 volte più frequente rispetto alla media nei colici possono presentare una frastagliatura a largo
pazienti con malattia di Crohn. La dimostrazione ana- passo; il lume può essere distrettualmente ristretto,
litica di stenosi, fistole e ascessi paracolici (complica- privo di pliche e rigido; raramente è presente pneu-
zioni richiedenti terapia chirurgica) richiede il ricorso matosi parietale di tipo lineare.
TC (o alla RM in caso di fistole pararettali). Il clisma opaco (ma, salvo nei casi più gravi, non
v'è controindicazione al clisma a DC) consente di in-
8.19. Colite ischemica dividuare le conseguenze dell'essudazione, del sangui-
È alTezione discussa dal punto di vista eziopatogeneti-
co. La normalità dci rami arteriosi maggiori e delle vene in-
duce a distinguerla dalla ischemia occlusiva del colon e la-
scia pl.'!nsare a una ischemia non occlusiva legata ad altera-
zioni regionali dei vasa recta. Esordisce clinicamente con
dolore in fossa iliaca sinistra (lieve ma improvviso), diarrea
ematica, reperto palpatorio similperidiverticolitico. UsUal-
mente i sintomi regrediscono in pochi giorni; in casi più ra-
ri si accentuano fino a simulare un infarto transmurale del
colon.
Su base puramente clinica o radiologica o anatomopa-
tologica può essere indistinguibile dalla colite ulccrosa idio-
patica c dalla malattia di Crohn, rispetto alle quali: interes-
si differenziali principali contemplano, come abbiamo l -2 anni dal termine del trattamento, inizia in ,j
detto, la colite ulcerosa idiopatica e la malattia di Crohn. c?n la comparsa di manifestazioni ·. ·"·j ·
L'ecografia dimostra le raccolte ematiche sotto· gtche sottomucose (che generano un aspetto pseudo-
mucose sotto forma di ispessimento parietale più o mammellonato della mucosa), e si stabilizza
meno diffuso nel segmento interessato (ecotomogra· vamente in quadri di segmen_tari_a, fusata, rego-
fia!) e consente di esaminare il flusso nei grossi vasi lare, senza apprezzab11Ita dt vegetaz10111 nel suo conte- · · l
afferenti ed (eco-Doppler). sto. La TC è preziosa per dimostrare l'ispessimento . j
La TC dimostra agevolmente l'ispessimento parie· parietale. L'edema della parete, la proliferazione adi-
tale, spesso disomogeneo e lobulato, l'emorragia posa circostante, l'ispessimento e la fibrosi della
mesenterica, il fluido intraperitoneale, la presenza di fascia perirettale inducono in questo segmento la com-
gas nella parete colica, nelle vene mesenteriche e nella parsa di una caratteristica immagine «a bersaglioì>.
vena porta.
8.21. Coliti non comuni
Sono divenute tali la colite tubercolare (un breve cenno
le è stato fatto a proposito della tubercolosi del tenue), I' 11c--
tinomicosi, l'amebiasi e la schistosomiasi. Le coliti batte.
riche da salmonella (da shigella, campylobacter, yersinia,
escherichia) e le coliti fungine non giungono in genere
all'osservazione radiologica data la rapidità della risoluzio-
ne clinica.
La colite pseudomembranosa è una temibile compli-
canza di trattamenti prolungati con antibiotici a largo spet-
tro (soprattutto lincomicina e clindamicina). Lo studio ra·
dio logico (esame diretto seguito da clisma opaco) può di-
mostrare l'aumento del contenuto gassoso intestinale (nelle
rare forme fulminanti si ha il quadro tipico del megacolon
tossico), l'associazione di lesioni ulcerative anche profonde
e di difetti di riempimento multipli macronodulari dovuti al-
la formazione di pseudomcmbrane (fig. XX.127). La dia·
gnosi è comunque spesso posta su base clinica ed ecografi-
ca (marcato ispessimento parieta\e!). In genere la risoluzio-
ne clinica e radiologi ca principia già all'atto ddla sospen·
sione del trattamento antibiotico.
La colite evanescente segmenMria ha quadro mdiologi-
co del tutto sovrapponibile a quello della colite ischemica,
della quale forse rappresenta una varietà a insorgenza in età
giovanile e regressione rapida e completa.
Fig. XX.l26, Colite ischemica. L'indagine, effettuata in stretto rap" La colite profonda, a eziologia ignota, è caratte-
porto cronologico con l'episodio acuto di diarrea ematica, evidenzia rizzata dalla comparsa di cisti a contenuto mucosa, singole
la diminuzione di calibro di tutto il trasverso nel contesto del quale
sono presenti difetti di riempimento multipli M impronta di pollice» o multiple, di 1·2 cm di diametro, nel contesto della
(frecce). mucosa, per lo più nel retto. l difetti di riempimento multi·
487
:i.
la
.::_-;
questo fosse «costretto da un anello o da un nel loro contesto, elemento importante ai fini del!
glia IO>). Il passaggio dai tratti normali al tratto interes- scelta chirurgica (escissione sottomucosa transanal
sato dal tumore avviene bruscamente, «a scalino». amputazione addomino-pe1ineale?). e.
Poiché assialmente può interessare segmenti piuttosto
corti, talora, per svantaggiose condizioni proiettive, Nella ricerca di recidive tumorali, il clisma a ne
può sfuggire a una osservazione non attenta. Raramen- è la metodica d'elezione per quanto concerne le reci-
te si ulcera. Evolve progressivamente verso l'ostruzio- dive locali e anastomotiche (20% dei casi), come pure
ne meccanica. Il carcinoma polipoide (fig. XX.l33C) l'individuazione di lesioni metacrone; la TC (soprat-
è la variante a minore virulenza (ma purtroppo anche tutto in forma di clisma-TC!) per quanto concerne le
la meno frequerite!). Ha l'aspetto di una formazione recidive lontane dall'anastomosi e quelle prevalente.
aggettante, sessile, con base più o meno vistosamente mente esoparietali. Entrambe le indagini sono, in
retratta, con superficie alquanto irregolare. Si osserva effetti, utilizzate nei diversi protocolli proposti per il
soprattutto nella metà destra del colon. Secondo gli f?llow-up. La RM. non offre .sostanziali vantaggi
attuali orientamenti trattasi di un pregresso adenoma nspetto alla TC; susststono dubbi sulla sua capacità di
oggetto di trasformazione adenocarcinomatosa totale. distinguere fibrosi postoperatoria e post-radioterapica
Il carcinoma scirroso (fig. XX.l33D) è una variante da recidive e da aree infiammatorie. Ruolo significati-
rara di carcinoma anulare, nella quale l'intensa reazio- vo, come in precedenza ricordato, assumono l'immu-
ne desmoplastica suscitata induce stenosi estese noscintigrafia con anticorpi monoclonali anti-CEA
assialmente a lunghi tratti del colon, con aspetto di (o loro frammenti), soprattutto allorquando utilizzata
«lini te plasticaìì. Il relativo rispetto della mucosa ren- in associazione alla TC, e ancor più (nonostante il
de difficile la demarcazione fra tratti normali e tratto costo elevato dell'indagine!) la PET con la
interessato. La virulenza è elevata. In taluni casi può quale ha grande accuratezza nella distinzione tra
trattarsi di lesione secondaria a una linite plastica pri- fibrosi e recidiva (captazione del 18F-FDG molto alta
mitiva dello stomaco (il segmento più comunemente nel tessuto tumorale!). Quest'ultima metodica si pro-
interessato è allora il trasverso ). La degenerazione del- pone, nella pratica, alternativa alla stessa biopsia.
la colite ulcerosa idiopatica di vecchia data assume
spesso l'aspetto linitico. 8.26. Linfomi
Una localizzazione neoplastica colica multipla di
osservazione simultanea (tumori sincroni) ha La localizzazione colica dei linfomi è molto più
lità di riscontro pari all'l% nei casi di tumore colico; rara di quella gastrica e -digiunoileale. L'aspetto più
l'osservazione in tempi successivi (tumori metacroni) comune è quello polipoide; meno frequente è l'aspet-
ha probabilità del 3%. La coesistenza di un carcinoma to multinodulare senza restringimento del lume (dovu-
del colon con uno o più polipi adiacenti è osservabile to all'infiltrazione della mucosa e della sottomucosa)
in circa il 20% dei casi (il polipo può essere, a ragio- che simula una poliposi postinfiammatoria. La stadia-
ne, definito «spimì o «Sentinella>ì). zione dei !infami del crasso è effettuata con la TC este-
sa al torace e all'addome, in maniera identica a quan-
Stadiazione dei carcinomi del colon e del retto. to detto per i linfomi del tenue (v. paragrafo XX.6.11).
Assume importanza la TC, soprattutto se eseguita in
forma di clisma-TC (v. fig. XX.l04), la quale consen- 8.27. Metastasi coliche
te di individuare lo sconfinamento del tumore oltre la
sierosa (distinzione tra stadio A e B di Dukes!), Meno rare di quanto usualmente si pensi, possono risul-
tare da invasione diretta parietale da parte di tumori primi-
linfoadenomegalie locoregionali secondarie (distin- tivi di organi contigui (prestata, ovaio, rene) o non contigui
zione tra stadio Be C di Dukesl.), l'invasione di orga- (pancreas, stomaco); da disseminazione peritoneale (ovaio,
ni adiacenti, metastasi epatiche e peritoneali. La Rl\11 stomaco, pancreas, linfonodi mesenterici e retroperitoneali,
non offre sostanziali vantaggi rispetto alla TC; la pos- il colon stesso); da metastasi ematogene (melanoma, mam-
sibilità di uso di bobine endorettali la rende però, in mella, polmone).
piospettiva, molto promettente nella stadiazione dei
carcinomi del retto. L'ecografia endorettale (v. fig. Le disseminazioni metastatiche peritoneali coin·
XX.l 02) consente di distinguere le tonache parietali e volgono il mesocolon trasverso, il mesosigma e talora
conseguentemente di valutare l'estensione del tumore direttamente la parete colica; la retrazione irregolare
rubo digeren/e 493
del meso e l dei vasi con com- lamentano sanguinamcnto rettale, dolore durante la defeca-
onente ischemtca sono responsabili dell aspetto zione ed emissione di muco. Ne Il 'ulcera solitaria del retto lo
padiologico «zigrinato» dei contorni e dell'ispessi- studio baritato può dimostrare un'immagine di plus piccola
r ento e appuntimento «a bande trasversali» del rilie- c piatta sulla parete anteriore del tratto distale del retto.
1 Nella colite cistica profonda localizzata, nella quale le
1:0 mucoso (fig. XX.l34). Meno comunemente si ghiandole mucipare della sottomucosa si dilatano in forma
lesioni mucose distrofiche, anche ulcerati- cistica, si osservano masse multiple sottomucose, a contor-
e riduzione di calibro del lume. L'invasione diretta ni netti e regolari, talora accompagnate da ingrandimento
deÌia parete colica dà origine a masse vegetanti endo- infiammatorio delle pliche di Houston.
]uminali o più comunemente a impronte estrinseche La pmctite postradioterapica (per lo più conseguente al
solitarie o multiple corrispondenti a noduli metastatici trattamento di un carcinoma del collo uterino) ha aspetti del
peritoneal.i. la morfologica dei tutto sovrapponibili a quelli della colite postradioterapica (v.
vari tipi d1 lesiOne assume grande Importanza la TC. paragrafo XX.8.20).
:r.; endometriosi esterna si localizza con una certa predi-
lezione nel giunto rettosigmoideo. Lo studio baritato mostra
8.28. Il retto il classico aspetto di massa estrinseca che interessa caratte-
Questo segmento del tubo digerente, per motivi di risticamente la parete anteriore del giunto. La spiculazione
dei contorni e la severa ipertrofia di accompagnamento
ubicazione e di funzione, è spesso sede di alcuni tipi di della muscolatura circolare spesso inducono quadri simil-
patologia più o meno specifici. Nonostante la sempli- ncoplastici.
cità dell'approccio rettoscopico, lo studio per immagi- I polipi /infoidi, occasionale riscontro all'esplorazione
ni si impone in molti casi: il clisma a DC è la metodi- digitale, sono lesioni sottomucose costituite da tessuto
ca di base; l'ecografia endorettale, la TC e la RM linfoide e ricoperte da mucosa. Lo studio radiologico non è
(quest'ultima, come in precedenza detto, con l'uso di discriminante.
bobine endorettali) sono complementi spesso del tutto I polipi infiammatori cloacogenici hanno sede nell;J.
determinanti. La defecografia assume rilievo nella giunzione anorettale, sono sessili e possono raggiungere
valutazione dei disturbi della defecazione, Là scinti- cospicue dimensioni. Sono verosimilmente infiammatori o
post-traumatici e associati a.prolasso mucose o ulcera soli-
grafia assume grande importanza nello studio posto- taria rettale.
peratorio soprattutto con la finalità di discriminare le Il retto, insieme al sigma, è la sede di più comune loca-
recidive dalla fibrosi. lizzazione deipoUpi adenomatosi, il cui aspetto è del tutto
identico a quanto già descritto per il colon. Nel retto, tuttavia,
Le emorroidi interne, affezione di per sé rilevabile con v'è maggiore tendenza all'accrescimento in superficie con
l'esplorazione digitale e la rettoscopia, sono dimostrate con scarsa protrusione verso il lume, in forma multipla agglome-
accuratezza dallo studio radio logico. Le colonne di Morga-
gni appaiono lobulate (questo reperto, tuttavia, non si esten-
de di nonna oltre i 3 cm al di sopra della giunzione anoret-
tale); formazioni similpolipoidi a superficie liscia si affac-
ciano sulla giunzione anorettale (fig. XX.135). Nonostante
gli aspetti nelle forme franche siano del tutto peculiari, le
forme poli poi di singole, lobulate, talora estese verso l'alto,
non sono facilmente distinguibili da proctiti e tumori infil-
tranti.
Le varici assumono il classico aspetto di cordoni serpi-
ginosi qua e là deformati da rigonfiamenti nodulari, che
cambiano di forma e dimensioni con la distensione del
lume.
Con la dizione di sindromi da pro/asso della mucosa si
fa riferimento ad alcune lesioni a localizzazione rettale
quali l'ulcera solitaria, la colite cistica profonda, l'ipertrofia
della papilla anale e il polipo infiammatorio cloacogenico, Fig. XX. 134. Metastasi mesocolichc da carcinoma ovarico. Lungo il
caratterizzate evolutivamente dalla sequenza «pro lasso cro- versante mesocolico del trasvcrso (a sinistra proiezione AP, a destra
proiezione LL) sono presenti impronte estrinseche a medio e piccolo
nico di mucosa rettalc, infiammazione, ulcerazione, iper- raggio dovule a masse mctastatiche peritoneali (frecce)·, la rctrazionc
plasia rlparativa». Le prime due lesioni, croniche e benigne, secondaria del meso induce un caratteristico aspetto di <<zigrinatura
sono di norma osservate in soggetti adulti giovani che marginale)),
494
rata fino a costituire vere e proprie lesioni «a tappeto».l.:a- trasverso comprendente una o entrambe le flessure; emic0 _
sportazione sistematica endoscopica dei polipi rettali com- lectomia sinistra; colectomia totale). La continuità viscer _
porta una drastica riduzione dello sviluppo successivo di car- le è ristabilita con gli usuali tipi di anastomosi (v. paragra:.
cinomi. XX.S). Gli interventi conservativi più comuni sono la
Gli emangiomi hanno aspetto e comportamento simile pectomia, la stenoplastica, la derivazione interna
a quello descritto per il colon (v. paragrafo XX.8.24). Nel una lesione ostruente con ristabilimento della
retto si presentano per lo più in forma di masse polipoidi ne mediante anastomosi latero-laterale tra le porzioni pros-
spesso sanguinanti massivamente, nel cui contesto sono simale e d1stale del colon), la colostomia e la colorrafia.
apprezzabili agglomerati di fleboliti.
I tumori carcinoidi si localizzano elettivamente nel Lo studio radiologico postoperatorio può essere
retto. In tale localizzazione non producono serotonina e non eseguito precocemente o a distanza di tempo dall'in-
inducono quindi la classica sindrome da carcinoide. Il loro tervento con la finalità di:
aspetto di lesione polipoide solitaria di 1-2 cm di diametro,
a superficie liscia, meno comunemente di masse con individuare complicanze a carico delle suture e
ti infiltrativi, non è differenziabile da quello dei polipi ade- delle anastomosi (deiscenze, stenosi, granulomi
nomatosi. La mctastatizzaionc linfonodale e al fegato è recidive); '
molto frequente nelle lesioni di maggiori dimensioni. riconoscere il tipo di intervento eseguito (estensio-
Tumori rettali rari sono i tumori strornali, il carcinoma ne della demolizione, tipo di ricostruzione, sede
squamocellulare e il carcinoma cloacogenico. della sutura, funzionalità dell'anastomosi);
Nel retto le metastasi non hanno aspetti dissimili da evidenziare situazioni patologiche dipendenti 0
quelli sopra descritti per il colon e originano in genere per meno dal pregresso intervento.
invasione diretta da parte di tumori primitivi della prestata,
della vescica urinaria, del perineo, del collo uterino e della
vagina, o per impianto intraperitoneale di tumori dell'ovaio. Il controllo radiologi co P':f:coce può essere esegui-
to già in 4'-10' giornata. E d'obbligo l'uso di MdC
iodato idrosolubile. Nel controllo radiologico a
8.29. Studio radiologico postopùatorio del distanza l'impiego del clisma a DC deve considerarsi
colon e del retto obbligatorio, soprattutto perché l'aumento della super-
Gli interventi operatori sul colon e sul retto possono ficie esplorabile indotto dalla distensione gassosa
essere demolitivi o conservativi. I primi, eseguiti non solo in offre la possibilità di una ottimale visualizzazione
caso di patologia neoplastica ma anche nei processi infiarn-. della bocca anastomotica e dell'area circostante (sede
matori più evoluti, possono comportare l'asportazione di un elettiva di recidive!- fig. XX.l36).
tratto limitato (resezione segmentaria) o di porLioni estese L'ecografia, la TC e la RM trovri.no indicazione
del colon (emicolectomia destra o sinistra; resezione del nella valutazione dello scavo pelvico. Indicazioni
peculiari, come ricordato nel paragrafo XX.8.25, ha la
PET.
FEGATO
GIORGIO CITTADINI E GIUSEPPE CITTADINI
Nello studio della patologia epatica assumono dono dalla conformazione dell'addome superiore. È fre-
ruolo fondamentale l'ecografia con le sue diverse quente il riscontro di varianti anatomiche che modificano la
niche, la TC e la RM, corredate quando necessario morfologia esterna costituendo possibile fonte di diagnosi
dalla biopsia percutanea «guidata». La diagnostica erronea di massa epatica: processo lingulare (lobo sinistro),
processo papillare (lobo caudato), lobi accessori (come quel-
radioisotopica e le metodiche angiografiche assumono
lo di Riedel, che origina dalla faccia inferiore del settore la-
rilievo in situazioni definite. Peraltro, nessuna di que- terale dello bo destro e si porta verso il basso con aspetto
ste tecniche, considerata singolarmente, è in grado di riforme).
risolvere tutti i problemi diagnostici e al momento Secondo il modello segmentario più seguito (fig. XXI. l),
attuale sono tutt'altro che univoci i criteri di scelta di il fegato è suddiviso in 8 segmenti:
un'indagine o di un'altra dinanzi a uno specifico pro- il segmento I corrisponde allo bo caudato (è paramedia·
blema clinico. no e posteriore);
Costituiscono oggetto di precipuo interesse dia- - il segmento II e III appartengono al lobo sinistro (sono
gnostico «per immagini»: laterali rispettivamente superiore e inferiore);
- l'individuazione di lesioni focali e diffuse; il segmento IV corrisponde allo bo quadrato (è parame-
la diagnosi di natura delle lesioni focali; diano anteriore);
la loro localizzazione «segmentarim>; - i segmenti V, VI, VII e VIII appartengono al lobo destro
e possono essere distinti in: inferiori anteriore (V} e po-
- lo studio della patologia.vascolare; steriore (VI), e superiori anteriore (VIII) e posteriore
- l'ipertensione portale; (VII).
- lo studio delle complicanze del trapianto di fegato. I! lobo quadrato è suddiviso da taluni autori in un sotto-
segmento superiore (IVa) e uno inferiore (IVb). Alcuni mo-
delli ipotizzano l'esistenza di un ulteriore segmento (IX).
Anatomia segmentaria. La conoscenza della
vascolarizzazione del fegato e della distribuzione del
sistema portale e sovraepatico (secondo modelli elabo-
rati inizialmente da Couinaud) permette di suddividere
il parenchima epatico in segmenti vascolarizzati da un
pedw1Colo glissoniano terminale contenente un ramo
dell'arteria epatica, della vena porta e della via biliare.
La suddivisione segmentaria è alla base della moder-
na chirurgia epatica che mira a realizzare resezioni
parziali «regolate», con preservazione dell'integrità
morfologica efimzionale del parenchima residuo. Ogni
patologia focale di interesse chirurgico dovrà sempre
essere localizzata in uno o più di questi segmenti. Fig. XXI.l. La dislribuzione dei rami portali e delle vene sovraepa-
tiche nel fegato rende possibile individuare 8 segmenti (v. testo). Si
osservi la divisione del tronco portale in due diramazioni principali
L'osservazione macroscopica superficiale del fegato per- destinate al lobo destro e sinistro, le quali danno origine successiva-
mette, attraverso il riconoscimento delle scissure, dei lega- mente a rami destinati ai singoli territori parenchimali segmentari.
menti e della colecisti, l'individuazione dei lobi destro, sini- Contrariamente ai peduncoli portali, il decorso delle tre vene sovrae-
stro, quadrato e caudato. Forma e voh1me del fegato dipen- patiche risulta essere intersegmentario.
__________________________________________________________
Nella pratica clinica la suddivisione ,del meno che non siano presenti calcificazioni o trasp
ma epatico in segmenti può avvenire sulla base di renze patologiche. a-
sezioni tomografiche (ecotomografia, TC, RM), o di
metodiche contrastografiche atte a delineare i vasi In caso di epatomegalia si potrà osservare:
(arteriografia selettiva del tronco celiaco o superselet- innalzamento della cupola epatica (l'emidìaframm
tiva dell'arteria epatica) o i dotti biliari decorrenti nei sinistro, di norma un po' più basso del destro, può
vi re per confronto);
peduncoli portali (CPRE, CPT).
- abbassamento della flessura colica destra (evidenzia!
dal meteorismo fisiologico); a
- dislocazione verso sinistra e in avanti della bolla gas-
l. Esame diretto sosa gastrica (radiogranuna ìn proiezione LL\);
deformazione distrettuale del contorno epatico prossi-
Può evidenziare alterazioni di volume del fegato, male (può essere semplicemente espressione di una
calcificazioni e trasparenze patologiche nel suo conte- relaxatio diaframmatica) o del contorno epatico distale
sto. (può semplicemente trattarsi di un lobo accessorio di
Riedel).
È convenientemente effettuato su cassetta di grosso for-
mato disposta trasversalmente in modo da evidenziare tutto In tab. XXI. l sono riassunte le più comuni cause di
l'addome superiore e le basi polmonari. Il paziente è in calcificazioni e trasparenze patologiche.
decubito supino, ma in taluni casi si rendono necessari
radiogrammi in stazione eretta (livelli idroaerei!). TABELLA XXI. l. CALCIFICAZIONI E TRASPARENZE PATOLOGICHE
EPATICI-lE.
Il fegato è direttamente apprezzabile (fig. XXI.2)
Calcificazioni
in quanto la sua tenue opacità omogenea di tipo
chimatoso è contrastata lungo il contorno: in alto dalla litiasiche (a disposizione spesso <dmpilata» quando inte-
ressano dotti biliari intraepatici);
base polmonare destra, in basso dal meteorismo
logico colico e dal tessuto adiposo che circonda il rene cisti da echinococco (orletto opaco più o meno completo e
opacità a chiazze);
destro. Nessun rilievo è possibile nel suo contesto, a
posi-traumatiche;
- postascessuali (irregolari e disomogenee, a placche);
vasali (a chiazze negli aneurismi, a binario nelle pileflebi-
ti e nelle-arteriopatie degenerative, a bersaglio negli angio-
mi);
twnorali;
cisticercosi e pentastomiasi (nodulari, talora anche spleni·
che);
tubercolosi miliarica (piccole opacità nodulari, talora
anche spleniche).
Trasparenze:
interposi rio colica destra o malattia di Chilaiditi (ricono-
scibile la morfologia colica - v. fig. III. l);
aerobilia (disegna le ramificazioni biliari - v. fig. XXII. l);
ascesso sottodiaframmatico e intraepatico (livello idroae-
reo);
suppurazione di cisti da echinococco_
Fig. XXI.2. Esame diretto della regione epatica. Il fegato (F) ha opa- 2. Ecografia
cità tenue e omogenea, di tipo parenchimatoso; nel caso in oggetto,
quale conseguenza di un aumento dimensionale, il suo margine infe-
riore (punta di freccia) disloca in basso la flessura destra (CD) del È tecnica di prima istanza nello studio di molti tipi
colon. di patologia del fegato; la sua risoluzione spaziale è
, Jida e le possibilità di analisi della struttura paren- a distribuzione subsegmentaria. Sono sempre bene
3
\imale sono superiori a quelle offerte dalla TC e dalla riconoscibili le formazioni legamentose (legamento
queste ultime indagini si fa per lo più ricorso falciforme e rotondo, fessura del legamento venosa)
in seconda istanza quando sia necessario confermare o sotto forma di immagini lineari iperecogene, la coleci-
integrare il risultato dell'indagine ecografica e (dato sti e le strutture dell'ilo epatico.
uon meno importante!) per avere una presentazione
dell'informazione più fruibile per il chirurgo. Nel terzo superiore del fegato, il decorso delle vene
sovraepatiche (fig. XXIJA) rappresenta un utile punto di
Viene eseguita a paziente supino o in decubito obliquo repere permettendo di separare il segmento II dal IV (vena
laterale sinistro utilizzando sonde da 3,5-5 MHz preferibil- sovraepatica sinistra), il segmento IV dall'VIII (vena
mente con formato trapezoidale. L; accesso ha luogo per via sovraepatica media) e il segmento Vlii dal VII (vena sovrae-
sottocostale (scansioni oblique ascendenti, longitudinali e patica destra). Nel terzo medio e inferiore del fegato, il seg-
trasversali) e intercostale destra, fino a esplorazione accura- mento I è separato dal lobo sinistro dall'interposizione del
ta di tutto l'organo. L'approccio intercostale, se eseguito a legamento venosa (fig. XXI.3B); il segmento IV è bene
lìvello dell'ascellare media, può consentire una migliore delimitabile tra colecisti e legamenti falciforme e rotondo
valutazione dei segmenti VII e VIII, posti profondamente (fig. XXIJC). Non esistono piani di separazione definiti
sotto la cupola diaframmatica e non sempre visualizzabili per gli altri segmenti epatici: l'attribuzione di un campo
con approccio sottocostale. parenchimale a un segmento avviene il più delle volte attra-
Ostacoli all'esplorazione ecografica del fegato sono verso la posizione del relativo peduncolo glissoniano (fig.
principalmente il meteorismo (preliminare pulizia intestina- XXLJD).
le!), l'obesità e la steatosi marcata (difficoltosa visualizza-
zione dei segmenti profondi del lobo destro!). Limite della Grande importanza assume nel fegato, per la ricca
tecnica è l'analisi del parenchima sottocapsulare per pro-
blemi connessi alla zona focale del trasduttore e agli arte-
fatti da riverberazione presenti in corrispondenza de Il 'inter-
faccia tra sottocutaneo e parenchima epatico. In questa
sede, l'individuazione di lesioni focali può essere difficol-
tosa (sensibilità inferiore rispetto alla TC!).
e complessa vascolarizzazione, l'esplorazione flussi- I; apporto ematico al fegato proviene per il25% da!ì'
metrica con le diverse tecniche Doppler. Questa e- teria epatica e per il 75% dalla _vena porta. Eventuali
splorazione integra l'esame ecotomografico consen- ni tumorali, iper- _o hanno apporto
tendo di: lentemente artenoso: le Jeswm lpervascolarizzate so
meglio. nella fase \are_ e
ncl_la fase d1
determinare la presenza di flusso nei singoli vasi tpodense nspetto al parencluma normale m fase di massim
(trombosi recente non individuabile hell'hnmagi- c.e.). Entrambi i tipi di lesione sono spesso scarsamente
ne ecotomografica; ittero ostruttivo: ditferenzia- denziate nella fase di equilibrio. L'acquisizione nelle singo.
zione dei rami portali dai dotti biliari dilatati); le fasi sull'intero volume epatico (TC spiroidea!) è conse.
caratterizzare il flusso (spettro monofasico nei guentemente molto utile. La scansione differita in fase d'
rami portali, bifasico nelle diramazioni dell'arteria escrezione biliare assume rilievo per la caratterizzazione de:
epatica, trifasico nelle vene sovraepatiche); colangiocarcinomi.
L'individuazione di piccole lesioni (0,5-1 cm), impor-
effettuare misurazioni quantitative di velocità e tante nei pazienti destinati a resezione epatica per neoplasic
portata ematica (su rami portali, circoli paraombe- primitive o secondarie, richiede il ricorso a tecniche combi-
licali, vene sovraepatiche- v. fig. XIXJ); nate angiografiche e TC. Il MdC è iniettato attraverso un
caratterizzare le lesioni focali (flussi intranodulari catetere posizionato o nel! 'arteria epatica (arterio-TC), con
ad alta velocità rilevabili nell'epatocarcinoma per acquisizione immediata delle immagini TC, o preferenziaJ.
l'esistenza di shunt artero-venosi tumorali e nell'i- mente nell'arteria mesenterica superiore (porto-TC), con
perplasia nodulare focale, non rilevabili negli acquisizione durante la fase di ritorno venosa mesenterico-
portale.
angiomi).
3. TC
È tecnica di grande importanza e di uso frequente,
talora di prima istanza. L'informazione che apporta è
complementare a quella acquisita per via ecogtafica.
Negli strati superiori (fig. XXI.4), lobo destro e sini- si complemento all'ecografia in alternativa alla TC.
uo sono addossati l'uno all'altro senza soluzione di conti-
5uità. I margini epatici sono convessi verso l'esterno e bene L'indagine è effettuata con sequenze SE TI- e
la e posteriormen- te (preferibilmente con acquisizione rapida turbo-SE), che
te degli angoh costofremcL Importanti repen sono le vene consentono di ottenere rispettivamente buona risoluzione
dirette a raggiungere l'immagine ovalare anatomica (forma, sede e rapporti delle lesioni focali) e
della vena cava inferiore, al davanti della quale è indJVìdua- buona risolu7.ione di contrasto (caratterizzazione di cisti,
bi!e jj{obo caudato (delimitato anteriormente dalla fessura angiomi e lesioni tumorali -fig. XXL5). Le sequenze STIR
del legamento venosa). e le sequenze con soppressione del segnale del grasso
Negli strati medi sono meglio apprezzabili il lobo cau- sono essere utilizzate con finalità specifiche. La sommini-
dato e anteriormente a questo !'ilo epatico, bene evidente strazione e. v. di MdC paramagnetico trova indicazione nella
per la presenza di tessuto adiposo, nel quale possono essere caratterizzazione delle lesioni focali (scansione dinamica
riconoscibili dall'esterno all'interno: il coledoco, la vena con sequenze veloci!). L'uso di MdC epatotropi permette di
porta e l'arteria epatica. Il lobo sinistro è nettamente evidenziare lesioni focali di dimensioni anche molto picco-
rato dal segmento IV dalla fessura del legamento falciforme le (v. fig. Xl.20).
e rotondo. Si acquisiscono 12-15 strati trasversali di Smm di spes-
Negli strati inferiori si ricercherà innanzitutto la sore distanziati di 2 mm l'uno dall'altro. L'acquisizione di
colecistica (diretta obliquamente dall'avanti sezioni coronali (e talora anche sagittali) è utile per defini-
tro e dall'estemo all'interno). Una linea ideale che la re i rapporti spaziali tra masse epatiche e diaframma e per
giunge alla vena cava inferiore segna illimlte di meglio valutare lesioni infiltranti la vena cava inferiore.
ne reale tra lobo destro e sinistro (quest'ultimo non più Limite della tecnica è la presenza di artefatti respiratori
apprezzabile negli strati distali). La testa del pancreas e il e da pulsazione cardiaca, correggibili (con allungamento
duodeno sono individuabili nella posizione della durata dell'indagine!) mediante la sincronizzazione
te occupata dal lobo caudato. Bene apprezzabili sono il
rene destro e il polo renale superiore che impronta il
ne epatico posteromedialmente.
ll
lari ipodense adiacenti ai rami portali; sono sempre
visibili in caso di aerobilia o quando dilatati (soprat-
tutto dopo iniezione e.v. di MdC che incrementando la
densità del parenchima li rende relativamente
si). La colecisti ha valore di attenuazione variabile tra
Oe 40 UH a seconda della concentrazione della bile; il
suo fondo è situato inferolateralmente, il collo supero-
l medialmente; la parete non è direttamente individua-
bile (lo diviene dopo iniezione e.v. di MdC). Nelle
sezioni più caudali la colecisti si sposta Fig. XXI.S. RM del fegato. Scansioni trasversali in sequenza SE T1-
mente verso l'avanti fino a raggiungere la parete (iH alto) eT2-pcsata (in basso). Le immagini Il-pesate consentono d'1
mina! e anteriore. ottenere una buona risoluzione anatomica delle strutture epatiche; il
segnale parcnchimale è omogeneo c di media intensità (più elevato, in
condizioni normali, di quello splcnico che ne costituisce oggetto di
confronto!). Le immagini T2-pesate, nelle quali il segnale parenchi-
4.RM male.ha intensità minore, appaiono meno risolute anatomicamente,
ma offrono una risoluzione di contrasto più favorevole all'individua-
zione di reperti patologici: nel caso in considerazione, un angioma
Può essere utile per la caratterizzazione delle lesio- (freccia) dal comportamento tipico (v. paragrafo XXL8.3). Si osservi
ni focali e di alcuni tipi di epatopatia. Può la vistosa splenomegalia.
502 Capitolo XX!
della sequenza al ciclo respiratorio ed elettrocardiografico. osseo). La scintigrafia epatica con radiocolloidi è quind'.
· · r·1a epatosp1enom1·cto11 are, nella qual
rea lta• una scmt1gra 'm
In condizioni normali, il parenchùna epatico for- però la visualizzazione del fegato e della milza è domina
nisce segnale omogeneo, di media intensità nelle te nell'immagine. n
sequenze SE T l-pesate, di bassa intensità in quelle T2- La valutazione diretta del sistema epatocitario è passi.
bile con i derivati de !l 'acido imminodiacetico marcati co
pesate. Vasi portali e vene sovraepatiche sono bene 9
''"Tc, a elettiva captazione epatocitaria, coniugati ed
apprezzabili come strutture tubulari prive di segnale (e nella bile, per i quali si rinvia al paragrafo XXII.6, e la 9v"'Tc:
meglio differenziabili che con la TC) nelle sequenze galattosil-neoglicoalbumina, glicoproteina sintetica ricono-
Ti-pesate. La visualizzazione dell'arteria epatica e sciuta da recettori per le asialoglicoproteine presenti sulla
delle vie biliari intraepatiche, quando di calibro nor- superficie degli epatociti.
male, è incostante. La colecisti, sempre ben apprezza-
bile, presenta segnale di tipo liquido; nelle sequenze Nello scintigramma epatico normale la distribu.
Ti-pesate l'intensità è minore nella fase postprandia- zione del radiocolloide è omogenea (fig. XXL6}, ma
le, maggiore dopo digiuno prolungato per la concen- possono delinearsi aree focali o lineari di minore atti-
trazione della bile. Il grasso degli spazi portali e i vità dovute a tronchi vascolari di grosse dimensioni.
legamenti presentano segnale di elevata intensità nelle La bassa risoluzione spaziale della gammacamera
immagini T l limita le possibilità diagnostiche della scintigrafia
epatica nei riguardi delle lesioni focali e, anche se la
SPECT ha nei loro riguardi sensibilità maggiore, eco-
5. Diagnostica radioisotopica grafia, TC e R11 sono le tecniche d'elezione per il
riconoscimento delle lesioni di diametro inferiore a
Di grande importanza in passato, dopo l'avvento 1,5 cm.
dell'ecografia e della TC trova indicaziOne soprattutto
nello studio della funzione epatocitaria, nella caratte- In linea generale, le lesioni focali assumono l'aspetto di
rizzazione de!l 'iperplasia nodulare focale e nella iden- arce «fredde>• (fig. XXI.?). Fa eccezione l'iperplasia nodu-
tificazione degli angiomi. Il tracciante utilizzato varia lare la quale contiene cellule reticoloendoteliali e quindi
capta il radiocolloide: l'integrazione dei rilievi dell'ecogra-
a seconda del sistema cellulare che si intende esplora- fia e della TC con la relativa negatività della scintigrafia è
re: i radiocolloidi sono fagocitati dai macrofagi epati- elemento determinante ai fini della diagnosi.
ci perisinusoidali; alcuni radiofarmaci sono captati L'uso di globuli rossi autologhi marcati con per-
elettivamente dagli epatociti ed escreti nella bile; altri, mette di differenziare l'angioma (elevata attività-a causa
infine, si concentrano più o meno aspecificamente nel della ricca vascolarizzazione!) da altre lesioni focali (fig.
contesto di lesioni tumorali. XXLS).
6. Angiografia
Le metodiche angiografiche sono utilizzate di
norma in seconda istanza, per lo più con la finalità di
fornire al chirurgo la mappa vascolare necessaria per
pianificare l'intervento di resezione epatica o di defi-
nire l 'operabilità di una lesione focale. Assumono una
certa importanza nello studio emodinamico del circo-
lo portale, ma solo raramente si rendono necessarie
nella diagnostica differenziale delle lesioni focali. Per
via angiografica sono possibili interventi terapeutici
altamente selettivi (v. paragrafo XXXIX. l): posizio-
namento di cateteri temporanei o totalmente impianta-
Fig. XXI.8. Scintigrafia epatica con globuli rossi autologhi marcati bili per l'infusione selettiva di farmaci antiblastici;
ton ""'Tq1ertecnetato. Scansione anteriore. Subito dopo la reiniezio- chemioembolizzazione; embolizzazione di fistole
ne e. v. dci globuli rossi marcati è bene apprezzabile, lungo il margine artero-venose, aneurismi e pseudoaneurismi; sclero-
inferolalemle del fegato (F), l'accumulo di attività radioattiva nel con- tizzazione o embolizzazione di varici; creazione di
testo di un'area focale rotondeggiante (freccia). Il tipo di «tracciante»
utilizzato rende possibile formulare, con accuratezza, la diagnosi di shunt porto-sistemici intraepatici per via tt·ansgiugula-
lesione angiomatosa. Si osservi l'elevata attività radioattiva in sede re.
cardiaca.
Arteriografia epatica. È realizzata con tecnica digitale
Interessanti' possibilità prospetta l'uso di radiofarmaci mediante cateterismo selettivo del tripode celiaco e dell 'ar-
con tropismo aspecifico per i tessuti neoplastici, come il teria mesenterica superiore (e in caso di dubbio diagnosti-
''Ga-citrato (epatocarcinomi!), dì anticorpi monoclonali co àlfeterismo superseleltivo dell'arteria epatica). Dopo
anti-CEA marcati con 9'JmTc o con 111 In (metastasi da neo- iniezione del MdC (15-35 mi), il tempo di indagine verrà
plasie del tratto gastroenterico!), o del tracciante recettoria- prolungato fino a 15-20 secondi onde cogliere pienamente
le 111 In-pentetreotide (neoplasie dì derivazione neuroendo- anche la fase di ritorno venosa portale.
crina! -fig. XXI.9). I: arteriografia epatica fornisce informazioni dettagliate
La PET C'F-FDG!) rende possibile l'identificazione di sull'anatomia vasco/are del fegato (fig. XXI.! 0). Le varian-
lesioni neoplastìche a metabolismo elevato: il suo uso assu- ti anatomiche sono molteplici e frequenti: hanno interesse so-
me rilievo non solo in fase di stadiazione (alta sensibilità e prattutto per il chirurgo nella programmazione di interventi
specificità!), ma anche nella valutazione dei risultati della che comportino la legatura di vasi (che possono essere l'uni-
chemioterapia e nel follow-up. La PET rende inoltre passi- ca fonte dì circoli di supplenza!). Il tripode celiaco e l'arteria
504 Capitolo Xxt
8.1. Epatocarcinoma
È un tumore maligno primitivo di origine epatocitaria
più comune in Africa e in Asia che in Europa, ove si riscon-
tra generalmente in pazienti cirrotici. Suoi sintomi di esor-
dio, generalmente tardivi, sono: dolore, presenza di massa
palpabile addominale c perdita di peso; può associarsi un
aumento dell'a-fetoproteina plasmatica. I..:epatocarcinoma
talora multifocale già in fase d'esordio, tende a
Fig. XXI.lO. L'arteriografia supcrselcttiva dell'arteria epatica propria
interessando spesso la vena porta (trombosi parziale o com.
eseguita con tecnica digitale e sottrazione d'immagine rende di norma pleta), la capsula epatica, la parete addominale, il diafram-
possibile la documentazione dettagliata dci rami arteriosi degli 8 seg- ma e i linfonodi ilari epatici. Raramente metastatizza a
menti epatici. distanza. Al momento della diagnosi spesso non è resecabi-
le: molti Aa. ritengono indispensabile, per aumentare la
mesenterica superiore costituiscono, insieme all'arteria me- sopravvivenza, una diagnosi precoce mediante screening
sentcrica inferiore, un vero e proprio <<sistema vascolare di- ecografico semcstrale nei cirrotici. Ha notevole tendenza a
gestivo>> intimamente interconnesso. Ciascuno di questi vasi recidivare.
è in grado, in caso di stenosi a monte, di supplire tramite ana-
stomosi dirette (in particolare: le arcate pancireaticoduodena- Alla TC ha aspetto spesso caratteristico: massa
li tra tripode celiaco e mesenterica superiore; l'arcata di Rio- primitiva, talora con una o più lesioni secondarie di
lane tra mesenterica superiore e inferiore). piccole dimensioni (noduli satelliti), ipo- o isodensa,
con alone periferico di densità più bassa. Il c.e. è rapi-
do, intenso e disomogeneo, ed è seguito da una fase di
7. Altre metodiche redistribuzione iso- o ipodensa (fig. XXI. l l). La diso-
mogeneità dipende dalle dimensioni della massa, dalla
In passato numerose metodiche radiologiche venivano presenza di trombosi vascolari (presenti in 1/3 dei
utilizzate, spesso con successo parziale, per lo studio delle casi) e di shunt artero-venosi intranodulari. Può
dimensioni e della struttura del fegato (pneumoperitoneo
re ben delimitato dal parenchima circostante (pseudo-
diagnostico e retropneumoperitoneo, modernamente pres-
soché obsoleti) o delle dislocazioni e infiltrazioni degli capsula iperdensa in fase contrastografica tardiva!) o
organi adiacenti (urografia, esame per os del tubo digeren- avere aspetto infiltrante. La variante fibrolamellare
te prossima/e, clisma a D. C.). I relativi quesiti sono risolti dell'epatocarcinoma, di riscontro più frequente in sog-
ottimamente dal!' ecotomografia e dalla TC. Le colangio- getti giovani; non associata a cirrosi e a decorso clini-
grafie strumentali (CPRE, CPT) assumono importanza
nello studio dell'albero biliare intra- ed extraepatico; con
particolare riferimento alle cause primitive epatiche di itte-
ro colostatico (v. paragrafo XXII.20).
8. Lesioni focali
L'individuazione e la caratterizzazione di natura
delle lesioni focali epatiche costituiscono un «tema»
Fig. XXI. l l. Epatocarcinoma in fegato cino ti co. TC con scansione con·
di frequente ricorso clinico, nel quale la diagnostica trastografica in fase vascolare (A) e di rcdistribuzione (B). I.:epatopa·
per immagini gioca un ruolo del tutto essenziale. tia diffusa di base conferisce al fegato contorni irregolari e bozzolu!i
Peraltro, nonostante l'elevata accuratezza diagnostica Nel segmento 8 è apprezzabile una massa (freccia) a c.c. irregolare, più
dell'ecografia, della TC e della RM, l'agobiopsia si intenso rispetto al parenchima circostante nella fase contrastografica
vascolare. Nella fase più tardiva la massa si presenta incgolarmcnlc
impone per alcune lesioni in via di principio (epato- ipodensa, ma in questo particolare caso è ben delineata dal parenchima
carcinoma), per altre con fmalità risolutive diagriosti- adiacente da!la sottile iperdensità dc!la pscudocapsula (punte di frec-
che nei casi di dubbio (metastasi singole). Le lesioni cia).
l.
fegato 505
0
meno aggressivo (più agevole resecabilità!), si dif- 8.2. Metastasi
d.al.la tipica tx:r la pr_esen-
Dopo gli angiomi e le cisti, sono le lesioni focali epati-
a di calcJficaztom (50%), d1 rnargrm lobulatJ, d1 aree che di più frequente riscontro. Per lo più multiple, non pon-
zfibrotichc central.1.
gono problemi diagnostici allorquando è nota la lesione pri-
All'ecografia l'aspetto dell'epatocarcinoma è mitiva; non è quasi mai possibile, invece, risalire con certez-
meno specifico: lesione solida a ec?struttur:a za dall'oro aspetto morfostrutturale alla neoplasia primitiva.
rrenea, ipoecogena allorquando ha prccole dimenstom,
iso- o iperecogena (fig. XXI.l2). La visua- Le metastasi epatiche presentano ali' ecografia
lizzazione è spesso ostacolata dalle disomogeneità aspetti molto variabili (fig. XXI.l3): noduli solidi
del fe?ato cirr?tico coesistenza di anecogeni (spesso di origine ovarica o mammaria),
noduli d1 ngenerazwne o displasJcJ che possono pre- ipoecogeni, isoecogeni (talora di difficile individua-
sentare identiche caratteristiche ecostrutturali. Il zione: falsi negativi ecotomografici!), iperecogeni
color-Doppler consente di rilevare nella maggior (caratteristicamente di origiile colorettale), «a bersa-
parte dei casi segnali di flusso ad alta velocità all'in- glio>> (centro iperecogeno e orletto ipoecogeno per la
terno delle lesioni e di individuare con grande accura- presenza di edema perinodulare). Talora è riscontrabi-
tezza la trombosi di rami portali intraepatici e delle le un'ecostruttura mista con componenti solide e
vene sovraepatiche. Alla RM, l'epatocarcinoma pre- liquide commiste in varia proporzione (cistoadenocar-
senta segnale variabile nelle sequenze TI-pesate in cinomi). Spesso nelle metastasi di grosse dimensioni
rapporto al contenuto di tessuto fibroso e all'involu- sono apprezzabili lacune cistiche centronodulari a
zione steatosica, e segnale lievemente iperintenso margini marcatamente irregolari riferibili ad aree di
nelle sequenze T2-pesate. Le forme ben differenziate necrosi colliquativa. La coesistenza di lesioni metasta-
possono, inoltre, captare il MdC epatotropo in man!c- tiche a ecostrt.!Uura differente è reperto piuttosto
ra simile al tessuto sano. La RM ha accuratezza cita- comune. L'accuratezza diagnostica dell'ecotomogra-
gnostica paragonabile a quella della TC: è a questa
superiore nell'identificazione della pseudocapsula e
nella definizione della struttura interna della lesione.
Buoni risultati terapeutici offrono la chemioembo-
/izzazione, effettuata sotto «guida>! deU' arteriografia
cpatic<1 (la lesione è individuata per la presenza di
anarchie vasali focali .e shunt epato-portali) e le proce-
dure percutanee ablative (v. paragrafo XXXIX.4.2).
Fig. XXI.I9. Cisti da echinococco epatiche (casi diversi). Iit A, !o sviluppo di molteplici cisti figlie ne! contesto di una voluminosa lesione
(punte di freccia) induce la comparsa di spesse sepimentazioni bene evidenziate dall'indagine ecotomografica. La calcificazione della parete
della cisti può essere sospettata all' ecotomografia per la presenza di un orletto ipcrccogcno pii1 o meno cont'muo (B) ed è sempre agevolmente
riconoscibile con la TC (C).
509
9.2. Steatosi
Associata a numerose condizioni patologiche (obesità,
iperalimentazione, a\coolismo, diabete, fegato posi-epatiti-
co, sindrome di Cushing, chemioterapia), è determinata da
fig. XXL20. Ascesso epatico. TC con scansione contrastografica. La iperaccumulo di trigliceridi negli epatociti.
lesione ascessuale (freccia) assume un carattenstico aspetto «a bersa-
gliM nel quale il cerchio centrale marcatamente ipodenso è costitui-
to dalla componente colliquata, l'alone periferico dalla capsula. Nel
L'ecografia evidenzia caratteristicamente una tes-
caso presentato non sono apprezzabili bollicine gassose nel contesto situra omogenea di echi parenchimali di piccole di-
della lesione. mensioni e alta intensità («fegato brillante»), che de-
terminano cospicua attenuazione del fascio ultrasono-
tiche è complemento utile (ma non sempre ro in profondità rendendo male esplorabili i segmenti
bile!) alla diagnostica clinica ed ematochimica. La ca- profondi del lobo destro (fig. XXI.22). Questa atte-
ratterizzazione delle singole epatopatie richiede pres- nuazione, dovuta all'aumento di interfacce acustiche
soché costantemente il ricorso all'agobiopsia. all'interno dell'epatocita (vacuolizzazione citoplasma-
tica), induce una drastica riduzione dell'ecogenicità del
9.1. Epatopatie acute rene destro (importante riferimento per la diagnosi!),
Rientrano in questo contesto l'epatite virale, la colangi- rende meno evidente il diaframma e tende a «cancella-
te, la sindrome da shock tossico, la brucellosL. re>> l'iperecogenicità degli spazi portali. La steatosi è
quasi sempre accompagnata da aumento di volume del
All'ecografia il fegato ha dimensioni normali o è fegato e può presentarsi anche in forma «focale>! (stea-
lievemente aumentato di volume e nella maggior parte tosi ((Q zolle»), con localizzazione parenchimale assai
variabile e spesso bizzarra (fegato «a carta geografi-
ca>J). La steatosi può essere causa di mascheramento di
lesioni focali all'indagine ecografica (ma anche alla
TC!). Aumento diffuso dell'ecogenicità parenchimale
del fegato può riscontrarsi anche nelle epatopatie cro-
niche (fibrosteatosi: attenuazione posteriore del fascio
più marcata per la componente fibrosclerotica!) e nel
fegato da stasi (attenuazione posteriore del fascio as-
l
d!agnostica della RM, specie con l'uso di sequenze GE. alloro ruolo, in tab. XXI.2.
512
TABELlA XXI.2. TECNICHE «PER ll\-IMAOJND> D1 STUDIO DELL'I- L'angiografia assume ruolo importante nel trattam .
PERTENSIONE PORTALE. dell'emorragia da J:ottura. di. varici (la sed.e p
quella esofagogastnca). S1 dimostrano eff1cac!, in propo ._
Ecotomografia e tecniche Doppler: l' e1.nbolizzazi?ne o la sclerotizzazione dir.etta delle
Consentono: c1 mggmnte per v1a percutanea attraverso la vra portale cat _
l 'analisi dimensionale e strutturale del fegato e della milza; terizzando selettivamente la vena gastrica sinistra, e la ere e_
lo studio dell'asse venosa spleno-mesenterico-portale; zione di uno shunt porto-sistemico intraepatico per via tra::_
la ricerca di eventuali ostruzioni; sgiugulare (v. paragrafo XXXIX.2.2). Trattasi per lo più d'1
la dimostrazione di circoli collaterali e varici; interventi di assoluta emergenza.
l'individuazione di ascite anche di minima entità (100 mi);
l'analisi quantitativa del flusso portale;
il controllo delle anastomosi porto-sistemiche.
12. La radiologia del fegato trapiantato
TC:
Consente di ottenere i rilievi di cui sopra in forma panoramica La valutazione di eventuali complicanze insorte dopo il
(ricostruzioni multiplanari e tridimensionali!), ma non l'anali- trapianto ha luogo in prima istanza mediante TC ed eco-
si direzionale e quantitativa del flusso portale. Doppler. Alla TC il fegato trapiantato presenta un caratteri-
stico alone ipodenso attorno alla vena cava inferiore e ai
RM: peduncoli portali intraepatici dovuto all'accumulo /infatico
Con sequenze sofisticate consente di ottenere, oltre a informa- perivascolare che consegue alla mancata anastomizzazione
zioni morfologiche, anche informazioni flussimetriche. dei vasi linfatici. L'ischemia parenchimale conseguente
all'ostruzione dell'arteria epatica si manifesta con aree ipo-
Angiografia:
dense, disomogenee, a distribuzione lobare o segmentaria.
L'arteliografia del tripode celiaco, dell'arteria mesenterica
Bilomi, ascessi ed ematomi possono essere agevolmente
superiore ed eventualmente dell'arteria mesentcriea inferiore
dimostrano in maniera panoramica e completa il sistema por- individuati. L'eco-Doppler consente di rilevare con mag-
tale (fase di ritorno venosa!) individuando con precisione la giore precisione l'ostruzione dell'arteria epatica e delle
sede dell'ostacolo e l'entità dei circoli collaterali porto-siste- vene sovraepatiche (per questa indicazione può rendersi
mici; non consentono, peraltro, valuta7ioni flussimetriche. La necessaria, in seconda istanza, l'angiografia).
flebografia delle vene sovraepatichc e della vena cava inferio-
re può essere importante in casi selezionati (rilievi pressori!).
Nello studio della colecisti l'approccio mediante l'area colecistica dalla colonna vertebrale. Un preliminare
ecografia è «vincente» per l'elevata accuratezza dia- clistere di pulizia potrà consentire di eliminare dalla flessu-
gnostica raggiunta_ in molti di patologia, c?n pre- ra destra del colon gas e feci (che costituiscono sempre
causa di difficoltà analitiche).
parazione del uso ct: MdC,
con rapida e ubrqmtana drsponibJhta. La coleczstogra-
TABELLA XXII. l. POSSIBILI RILIEVI ALL'ESAME DIRETTO DELLA
(Ia per os, metodica fondamentale in passato, è utiliz- REGIONE EPATOCOLECISTICA.
·zafa hi seconda istanza soprattutto nella valutazione
preterapeutica di alcuni tipi di litiasi. l. Bile calcica;'
Nello studio delle vie biliari l'ecografia è molto 2. Idrope ed empiema della colecisti;
importante, ma presenta limiti nella valutazione del 3. Colecisti «a porcellanm>;h
tratto terminale del coledoco e della papilla di Vater 4. Calcoli totalmente o parzialmente radiopachi;
(gas duodenale e colico!). La colangiografia endove- 5. Calcificazioni linfonodali (tipica quella dellinfonodo cisti-
nosa, metodica di largo uso in passato, è divenuta del co di Mascagni);
tutto obsoleta (i MdC esaiodati colangiograf1ci non 6. Calcificazioni epatiche (v. paragrafo XXI. l);
sono più prodotti dal 1997): suo prezioso sostituto 7. Calcificazioni vasali (aneurismi dell'arteria epatica);
sono la colangio-RM «diretta», senza cioè uso di 8. Aerobilia (incontinenza dello sfintcrc di Oddi; pregressa
MdC, realizzata con sequenze <<dedicate>> che esaltano papillosfinterotomia; pregressa anastomosi chirurgica o
il segnale proveniente dai fluidi stazionari, e la co/an- fistola biliocnterica; colangiti da anaerobi);
9. Gas all'interno di un calcolo (segno della Mercedes-Benz:
giografia a RM con MdC paramagnetico a escrezione il gas ha disposizione a Y invertita nel contesto di
biliare. Il ricorso alle co/angiografie strumentali (per ma gine di calcolo non direttamente apprezzabile);
via retrograda endoscopica o percutanea transepatica), 10. Pneumatosi colecistica.
metodiclle invasive ma di grande accuratezza diagno-
L'occumulo di carbonato di calcio nella bile, di una oslruzionc ero·
stica e «permissive» dal punto di vista terapeutico, è nica del cislico, la rende più o meno inlcnsamcnle radiopaco (aspcllo simile a
quasi sempre finalizzato alla realizzazione di procedu- una colecislografia!)
La parete colccislica è più o meno complclamcnlc «a guscim> o <ia
re interventistiche. Ruolo importante, soprattutto per chiazze» csilo di una cokcistilc cronica o in di una
le valutazioni di ordine funzionale, assume la cole- colecistosi ipcrplaslica (ialocalcinosi).
Viene eseguito con paziente in decubito prono e fianco È necessaria !a preparazione del paziente con carbone ve-
destro lievemente sollevato per dissociare proiettivamentc getale onde ridurre il metcorismo intestinale e digiuno pro-
Fig. XXII.2. Ecotomografia del fegato in paziente con ittero ostrutti.
vo (ostruzione litiasica del coledoco terminale). Alcuni rami biliari
intraepatici dilatati convergono con decorso tortuoso verso l'ilo epa:
tico nella via biliare principale {asterisco); si genera nel complesso il
caratteristico quadro del «caput medusae)).
3. Colecistografia orale
Èuna metodica radiologica contrastografica utiliz-
zata in seconda istanza nello studio «per immagini»
della colecisti, con poche ma specifiche indicazioni
a volte a integrare i dati ottenuti con l'ecotomografia. 11
MdC è somministrato per via orale 12-16 ore prima
dell'inizio dell'indagine. I casi di mancata opacizza-
zione della colecisti o di opacizzazione troppo tenue ai
fini diagnostici (cosiddette «colecistografie adiagno-
stiche») sono frequenti e costituiscono il hmite princi-
pale della metodica.
I MdC più usati per la colecistografia per os sono
l'acido iopanoico (Cistobil) e l'acido iocetamico
(Coiebrin). Vengono somministrati al termine del
pasto serale (lievemente arricchito in grassi in caso di
,_ uso dell'acido iopanoico, o viceversa privo di grassi in
caso di uso dell'acido iocetamico), alla dose rispetti-
Fig. XXII.4.ll tono d'ombra colecistografico. È usualmente indicato
l· vamente di 3 g e di 4,5 g (6 compresse da 0,5 go da con valori crescenti da l a 4 a seconda che sia: inferiore, uguale o
li o.,75 g frazionate in circa mezz'ora}. Il paziente superiore a quello della costa più vicina, o addirittura superiore a
. nmarrà quindi digiuno fino al momento dell'indagine. quello del peduncolo del corpo vertebrale più vicino.
516
eretta; si assumerà quindi un radiogramma panoramico con - l'analisi «fine» della parete colecistica nelle co{_
paziente prono in proiezione obliqua posteriore destra. I cistosi (v. paragrafo XXII.l6); e
risultati ottenuti saranno valutati immediatamente sì da - la valutazione della natura colesterinica dei ca/.
poter eventualmente completare l'indagine con ulteriori
proiezioni o con le prove di contrazione colecistica (v. para-
coli e del contenuto calcico (radiopacità!) com
grafo XXII.l8). fase preliminare all'effettuazione di una terapi:
Le cause che possono essere alla base della mancata litolitica con sali biliari;
opacizzazione tolecistica sono riportate in tab. XXII.2. - lo studio funzionale della colecisti mediante prove·
di contrazione (v. paragrafo XXII.l8).
TABELLA XXII.2. POSSIBILI CAUSE DI MANCATA OPACIZZAZIONE
DELLA COLECISTI.
denale e intrapancreatico, sono visualizzati nella mag- una significativa iperintensità della bile nelle sequenze TI-
uior parte dei soggetti. In caso di dilatazione i dotti pesate, quindi una vera e propria colangiografia a RM,
biliari possono essere sempre evidenziati, almeno fino utile per la valutazione morfologica dell'albero biliare (fig.
allivello dell'ostruzione (fig. XXII.5). La colecisti è XX!l.6.)
apprezzabile come struttura ovalare di densità liquida Sequenze tUrbo-SE o «ibride» marcatamente T2-pesate,
acquisite in 2D o 3D in apnea o con sincronizzazione respi-
con pareti sottili (l-3 mm), ma la giunzione tra il dotto ratoria, consentono di annullare il segnale dei tessuti paren-
cistico, spesso tortuoso, e la via biliare principale non chimatosi e di porre quindi in risalto il segnale iperintenso
è sempre definibile. dei fluidi (bile, liquor, urina}: acquisendo le immagini con
spessore di strato di 2-4 mm secondo un piano coronale-
obliquo che comprenda l'intero albero biliare si ·possono
5. RM e colangiografie a RM ottenere ricostruzioni di immagini «sintetiche}> delle vie
biliari (colangio-RM diretta) in tempi variabili da pochi
La messa a punto di sequenze a RM: rapide marca- secondi a qualche minuto a seconda delle apparecchiature e
tamente T2-pesate e la disponibilità di MdC parama- della risoluzione desiderata (fig. XXII.7}.
gnetici a escrezione biliare hanno permesso di svilup-
pare protocolli di studio specifici per l'albero biliare. In condizioni normali i dotti biliari segmentari
Questo studio trova indicazione, in maniera sinergica sono dimostrabili incostantemente, i dotti epatici pro-
allaTC, come complemento dell'ecografia negli itteri pri nell0-15% dei casi (nel 50% con sequenze colan-
ostruttivi (soprattutto nel sospetto di litiasi coledocica) giografiche), la via biliare principale sèmpre. La som-
e per la migliore definizione dell'estensione locale di ministrazione di acqua o di MdC superparamagnetico
masse in tra- ed extraepatiche. Offre inoltre valide pro- per os, previa ipotonizzazione farmacologica gastroin-
spettive nelle malformazioni delle vie biliari e in altri testinale, agevolano l'identificazione del duodeno
campi a tutt'oggi oggetto di valutazione concreta. (punto di repere fondamentale per lo studio del tratto
terminale del coledoco e della papilla). In caso di dila·
Le ridotte dimensioni delle strutture da analizzare ren- tazione tutto l'albero biliare è di norma evidenziato,
dono necessario l'uso di sequenze e parametri tecnici che almeno fino a livello dell'ostruzione. La colecisti è
permettano di ottenere una elevata risoluzione spaziale e di
contrasto. Immagini T l-pesate di 5 mm di spessore, distan-
ziate di 7 mm, ottenibili sia con sequenze SE che GE (que-
ste ultime eseguibili in apnea), sono utili per la valutazione
di piccole masse pi'oducenti ittero; le sequenze GE dopo
iniezione e. v. di MdC paramagnetico, orientate su più piani,
consentono lo studio analitico delle neoplasie dell'ilo epati-
co.
L'introduzione e.v. di MdC a escrezione biliare (Mn-
t- DPDP, Gd-BOPTA, Gd-EOB) produce, dopo una fase di
@nhancement» epatico utilizzabile a scopo diagnostico,
1-
i-
sempre ben dimostrabile, con caratteristico segnale di La valida documentazione di eventuali alterazioni
tipo liquido (fig. XXII.8): costantemente elevato nelle del parenchima epatico, di ritardi o alterazioni del
sequenze T2-pesate, variabile in rapporto alla satura- flusso biliare, dei tempi di riempimento e svuotamen-
zione in quelle Tl-pesate (basso nella fase postpran- to della colecisti, del grado di dilatazione della via
diale nella quale il contenuto acquoso della bile è di" biliare principale, dei tempi di comparsa del! 'attivi/d
oltre il95%, in progressivo aumento con l'allontanar- a valle di eventuali stenosi e dell'eventuale rejlusso
si da questa per la progressiva concentrazione della duodeno-gastrico, rende particolarmente utile la cole-
bile). scintigrafia (e in pratica sostitutiva della colangiogra-
fia endovenosa) nello studio della malattia del dotto
cistico, della colestasi ostruttiva, nella valutazione
6. Diagnostica radioisotopica postoperatoria dopo papillosfinterotomia, papillosfin-
teroplastica, anastomosi bilia-digestive, e nell'identi-
Si utilizzano derivati de Il' acido imminodiacetico ficazione del reflusso duodeno-gastrico.
marcati con 99'"Tc, elettivamente captati dagli epatociti
ed escreti con la bile (colescintigrafia). Questa meto-
dica fornisce informazioni importanti sullo stato 7. Colangiopancreatografia retrograda
morfofunzionale del parenchima epatico, sulle vie
biliari e sulla colecisti.
endoscopica
Dopo somministrazione c.v. del tracciante, si provvede È una metodica di accesso diretto retrogrado al-
a segulrne il transito epatico e biliare mediante gammaca- l 'albero biliare (e al sistema duttale pancreatico), mo-
mera. La registrazione su disco magnetico e l'assunzione di deratamente invasiva, caratterizzata da lunghi tempi di
scintifotogrammi a opportuni inlervalli di tempo a partire esecuzione e dalla necessità di una stretta collabora-
dal momento dell'iniezione fino al 90° minuto, consentono zione tra endoscopista e radiologo.
di documentare tutta la cinetica dell'escrezione biliare (v.
fig. VIII.4}. Dopo l'iniziale fase ematicovasale, l'attività si A paziente premcdicato con sedativi e anticolinergici
localizza a livello epatiCo a partire dal3° minuto; tra il 5° e (onde inibire reazioni vagali e ridurre tono e cinesi gastro-
l
Colecisti e Vie Biliari 519
duodenale), si introduce per via orofaringea un apposito conserva validità diagnostica nei casi di ittero la cui
ndoscopJO a visione laterale, la cui estremità viene posi- natura, dopo studio con ecografia e colangio·RM, sia
eionata nella seconda porzione duodenale al davanti della ancora da determinare (v. paragrafo XXII.20). La
zapilla di Vater. Quest'ultima è incannulata ortogonalmente CPRE consente in proposito di dimostrare la sede del-
pnediante apposita cannula inserita nei canali di servizio
l'osiruzione biliare (100% di accuratezza), la sua
e orientabile dall'esterno. Si inietta quindi
a bassa pressione, sotto controllo radioscopico, un MdC estensione (specie nelle forme extraepatiche) e la
uroangiografico diluito, prima nel dotto pancreatico princi- natura (oltre il 95% di accuratezza in caso di calcolo-
pale e stlccessivamente (ma la scelta sequenziale è influen- si o di papillite con o senza calcoli; per altre affezioni ·
zata dal quesito clinico!), previo cateterismo, nel coledoco. con l'eventuale aiuto di prelievi di bile per esami col-
Si assumono infine radiogrammi mirati, a paziente supino e turali, del brushing, di biopsie mirate).
prono, nelle proiezioni più idonee per documentare il siste-
ma duttale pancreatico e i dotti biliari. TABELLA XXII.3. POSSIBJLI CAUSE DI DIFETTO DI RIEMPIMENTO
La percentuale di successo nell'incannulazione della DELLA VIA BILIARE PRINCIPALE.
via biliare principale, in mani esperte, è superiore al 90%.
Le complicanze, costituite da emorragie, pancreatiti acute, l. Calcoli
colangiti, lesioni strumentali, reazioni da farmaci, incidono 2. Bolle d'aria
in ragione di circa il 3% dei casi. Una tecnica adeguata 3. Coaguli
(bassa pressione di iniezione,·accurato controllo radioscopi- 4. Residui alimentari
co onde evitare l'iniezione eccessiva di MdC al di là di ste- 5. Edema ampollare da pregresso passaggio di un calcolo
nosi dut!ali, un trattamento antibiotico adeguato dopo l'in· 6. Fango biliare
dagine) e il rispetto delle controindicazioni (pancreatite 7. Impronte vascolari
acuta criptogenetica, pseudocisti pancreatiche) hanno effet- 8. Impronte linfonodali
to preventivo. 9. Polipi
IO. Carcinoma del coledoco, dell'ampolla, del duodeno, del
La documentazione anatomica dell'albero biliare è pancreas.
perfettamente corrispondente alle esigenze di analisi
fine della patologia associata (fig. XXII.9). La papilla
di Vater è valutata per via endoscopica: è possibile 8. Colangiografia percutanea transepa-
definirne forma, dimensioni, anomalie di sbocco dei tica
dotti escretori biliare e pancreatico, eventuali lesioni
mucose e neoformazioni. La via biliareprincipale si È una metodica di accesso diretto anterogrado
dirige verso il dUodeno descrivendo un flesso a conca- al! 'albero biliare, rapida e di facile esecuzione quan-
vità sinistra. Lo sbocco nella papi Ila di Vater ha luogo do vi è dilatazione delle vie biliari, laboriosa e spesso
in genere dopo fusione con il dotto di Wirsung in una senza successo quando questa è assente. Nel contesto
formazione ampollare (ampolla di Vater). Nel colan- degli iter diagnostici, la posizione della CPT è spesso
giogramma normale la colecisti non viene opacizzata, alternativa alla CPRE (v. paragrafo XXII.20).
mentre il dotto cistico è quasi sempre bene apprezza·
bile. Se l'iniezione di MdC nell'albero biliare viene Il paziente è premedicato con sedativi. In anestesia
prolungata per visualizzare i dotti epatici propri e i locale si pratica una piccola incisione cutanea sull'ascellare
dotti biliari intraepatici, si può ottenere una mappa media nello spazio intercostale subito al di sotto dell'ango-
precisa eli tutto l'albero biliare sino alla dimostrazione lo costofrenico esterno destro (accesso alle vie biliari
dei singoli rami segmentari. L'analisi colangiografica intraepatiche di destra) o in regione epigastrica previa !oca·
dei dotti biliari intraepatici è comunque condotta pre- lizzazione ecotomografica del dotto biliare del III segmen-
ferenzialmente con la colangiografia transepatica. to (accesso alle vie biliari intraepatiche di sinistra).
Si introduce un ago di Chiba nel parenchima epatico e,
La colangiopancreatografia retrograda endoscopi-
previa rimozione del mandrino, lo si estrae lentamente iniet-
ca (CPRE) evidenzia con precisione dislocazioni dei tando piccole quantità di MdC uroangiografico fino a otte-
dotti biliari, compressioni estrinseche, difetti di riem- nere l'opacizzazione di un dotto biliare. Si inietta quindi il
pimento (tab. XXIIJ), stenosi e occlusioni. Per quan- MdC in quantitativo sufficiente a visualizzare l'albero bilia-
to le sue indicazioni attuali nello studio delle vie re intra- ed extraepatico. Si assumono, infine, radiograrnmi
ri ne configurino un'utilizzazione volta in modo pres- mirati a paziente supino.
soché esclusivo a problematiche interventistiche, essa Le complicanze maggiori (coleperitoneo, emobilia,
9. Colangiografia intraoperatoria
Lo studio radiologico intraoperatorio delle vi
biliari trova indicazione elettiva nella chirurgia
tomica e laparoscopica della litiasi (la sua omissione
con necessità di reintervento per asportazione di
coli coledocici, in paziente sottoposto a colecistecto-
mia per colelitiasi, può costituire evento «colposo>>). È
indagine diagnostica utile, ma non indispensabile in
corso di intervento per altre forme di patologia
biliopancreatica (tumori, pancreatiti), richiedente una
stretta collaborazione tra chirurgo, radiologo e aneste-
sista per garantire la necessaria accuratezza diagnosti- "1!'
ca. Recentemente alcuni centri ne hanno proposto la
sostituzione (per motivi di rapidità e maggiore facilità
di esecuzione) con l'ecografia intraoperatoria.
11. Angi0grafia
Lo studio angiografico delle vie biliari e della colecisti
si identifica ln gran parte nello studio angiografico del fega-
to (v. paragrafo XXI.6). In linea generale richiede; il
rismo selettivo del tripode celiaco e dell'arteria mesenteriéa
superiore; il cateterismo superse\ettivo dell'arteria cpatiça
(da cui origina l'arteria cistica) e dell'arteria gastroduode-
nale (dalla quale si dipartono rami che irrorano l'epatico
comune e il coledoco). La sua indicazione principale è la
valutazione prechirurgica del!' estensione vas colare di neo-
plasie biliari (colangiocarcinoma dell'ilo epatico!).
l
l
l
Fig. XXII. I S. Malattia di Caroli. Colangio-RM diretta. Nel contesto
del fegato' sono presenti diffusamente arce rotondcggianti a segnale
Fig. XXII. B. Colecisti septa. La colecisti opacizzata appare suddivi- iperintenso di tipo cistico. Tale rilievo è espressivo della di!atazion_e
sa in tre pseudoconcamerazioni da setti che la solcano trasversalmen-
te.
cistica dci dotti biliari intraepatici. La colecisti e i dotti biliari princl·
pali hanno, peraltro, calibro normale. l
J
Colecisti e Vie Biliari 523
.J
rooo.zione batterica o secondaria a diminuzione del pH) . ecogenicità. Raramente, zolle isolate di fango biliare
>'11'1
524 Capitolo XXw :'-;:;\t:r.;
,,_
,,,"" i Fig. XXII.20. Calcolosi delle vie biliari. CPRE. Nel contesto della
oli via biliare principale ectasica si evidenziano difetti di riempimento di
oli forma grossolanamente rotondcggiantc apportati da calcoli multipli
>O· ivi incuneati (C).
lo-
io-
)0· Fig. XXJI.I9. Calcolosi intracpatica (A) c della via biliare principale biliari: i calcoli radiotrasparenti si presentano come
bi· (B). Le immagini classiche del calcolo fortemente riflettente (frCcce) lacune endoluminali rotondeggianti, mobili con le
c del cono d'ombra posteriore (asterischi), appaiono localizzate, nei variazioni di decubito (v. fig. XXII.l6A e B); i calco-
due diversi casi, nel contesto del parcnehima epatico e nel trattò ter-
li più piccoli sono meglio apprezzabili nei radiogram-
il- minale del coledoco (C) cctasico per l'ostruzione secondaria che ne
risllita. D"" duodeno; F =fegato. mi in stazione eretta poiché, galleggiando nella bile, si
e-
stratificano a un livello dipendente dalla loro densità
a-
(menisco di Akerlund - fig. XXII.22).
O· ferenziare con elevata accuratezza l'ostruzione biliare
Jj. litiasica da quella neoplastica.
a- Per precisare la composizione chimica dei calcoli è
"'as necessario ricorrere ad altre indagini. L'esame diretto
consente di dimostrare la radiopacità o la radiotraspa-
li- renza con eventuale orletto calcifico (calcoli colesteri-
re nici!). La TC (fig. XXI!.21) può talora evidenziare
ri· l'architettonica del calcolo e consente, attraverso le
U· misurazioni densitometriche, l'individuazione di
quantitativi di calcio che di per sé non creano radiopa-
ao cità; i calcoli colesterinici puri hanno valore di atte-
n- nuazione inferiore a quello dell'acqua. In linea di prin-
Ila cipio, il successo della TC nella individuazione dei
Ji· calcoli biliari (ovunque localizzati) è insoddisfacente- Fig. XXII.21. Calcolosi della colecisti. La TC, indagine del tutto com·
:c· mente incostante. La colccistografia orale assume plementare nel suddetto quesito clinico, permette di determinare la di"
di importanza per la dimostrazione della normalità fun- sposizione e l'entità della componente calcifica del calcolo (freccia),
:t o rilievo utile in previsione del l'instaurazione di una terapia litolitica. Si
zionale della colecisti, elemento indispensabile per noti la presenza di una piccola formazione litiasica radiopaca nel rene
if· l'instaurazione di un trattamento litolitico con acidi sinistro.
526 Capitolo XXI!
14. Terapia non chirurgica della litiasi TABELLA XX11.4. REPERTI RADIOLOGJCI CHE CONTROINDICANo
LA TERAPIA LJTOLITJCA CON ACIDI BILIARI.
biliare
l. Aerobilia
La possibilità di indurre la lisi dei calcoli colesterinici 2. Visibilità diretta della colecisti (bile opaca; colecisti <<·
mediante trattamento orale prolungato con acidi biliari porcellamm; ispessimento parietale; idrope) a
(acidi chenodesossicolico e ursodesossicolico) ha creato la 3. Calcoli radiopachi
necessità di riconoscimento, su base radiologica, delle con- 4. Calcoli radiotrasparenti con orletto calcifico interessante
dizioni che rendono probabile (o viceversa improbabile!) più di 2/3 della superficie del calcolo
tale lisi entro i limiti di tempo durante i quali la terapia è t(')l- 5. Opacizzazione assente o troppo tenue della colecisti
lerata dal paziente. La prima condizione, del tutto essenzia- 6. Calcoli radiotrasparenti della colecisti di diametro mag-
le, è che la colecisti si opacizzi validamente in corso di giore di 2 cm
colecistografia orale: sarebbe infatti illogico modificare 7. Calcoli radiotrasparenti occupanti più di 2/3 del volume
terapeuticamente la composizione della bile sottosaturando- della colecisti
la in colesterolo allorquando questa non è in grado di pene- 8. Colecisti discinetiche
trare nella colecisti e quindi di assumere rapporti con le for- 9. Colecisti dismorfiche
mazioni calcolotiche. La natura colesterinica del ·calcolo è l O. Colecisti con patologia parietale (colecistiti croniche;
colecistosi-iperplastiche; etc.)
ipotizzata allorquando questo è radiotrasparente e ha forma
Il. Coesistenza- di calcoli nel coledoco
più o meno rotondeggiante. In una bile con migliorata capa-
cità di sospendere il colesterolo, la velocità di dissoluzione
Il mctilwbutil-etere, derivato de !l'etere dietilico, è un
di un calcolo colesterinico è (ifimzione di supe1jicie)> e
potente solvente del colesterolo. L:utilizzazione per latera-
quindi inversamente correlata alla dimensione del calcolo:
pia litolitica dei calcoli colesterinici della colecisti in
l'esperienza pratica dimostra che a parità di volume totale
pazienti a rischio chirurgico è tecnicamente semplice, rapi-
della massa calcolotica è condizione più favorevole la pre-
da, di basso costo, priva di significativi effetti collaterali e
senza di dieci piccoli calcoli che non di un grosso calcolo
di complicanze. Previa colecistostomia percutanea (v. para-
unico. La presenza di materiali amorfi (calcoli non mobili
grafo XXXIX.2.2), si infonde continuamente nella colecisti
con il cambiamento di decubito perché ancorati alla inuco-
MTBE mediante una pompa automatica «a recupero».
sa!) o di rivestimento calcifico (orletto radiopaco all'esame
Allorquando il controllo ecotomografico documenta la
diretto radiografico) può costituire una «barriera!) alla dif-
scomparsa dei calcoli, si continua l'infusione per 2-3 ore e
fusione del colesterolo dal calcolo verso. la bile.
quindi si rimuove il catetere.
Il trattamento con acidi biliari della· litiasi. c0leciStica ·è.· ·
- L.a percentuale di successi è alta, purché il trattamento
considerato d'elezione in pazienti con
sia_eseguit'O su.pazienti rigorosamente selezionati (vedi, in
e calcoli radiotrasparenti singoli-o multipli èi cliaffietrQ_-infe-
prppoS-it0; qu'<itit<'> detto pei' gli acidi biliari). Come per altre
riore a 1,5 cm. È efficace ne140-50% dei casi (ilel70o/o dei
terapie n01i Chirurgiche' della litiasi biliare, anche il tratta-
casi se i calcoli hanno diametro inferiore a l cm). Il ternp0
. merito.ConMTBE èornpDrta_recidive (la percentuale è simi-
di dissoluzione varia da 6 mesi a 2 anni. Si ha recidiva nel
le a quella riscontrata dopo terapia con acidi biliari).
30-50% dei casi.
Per la litotripsia extracorporea (che si prospetta, in
In tab. XX1I.4 sono sintetizzati i reperti colecistografici
associazione al trattamento litolitico con acidi biliari e con
che controindicano la terapia litolitica con acidi biliari. L'e-
MTBE, come valida alternativa alla colecistectomia), ven-
cotomografia offre la possibilità di valutare evolutivamente
gono utilizzate macchine derivate dai litotritori renali. Le
durante il periodo di terapia la dissoluzione dei calcoli.
onde d'urto sono prodotte da elementi piezoelettrici e sono
modulabili in potenza e frequenza. La sorgente d'energia è
contenuta in una calotta emisferica la quale viene posta
direttamente a contatto della parete addominale. Il sistema
di centratura può essere radioscopico (previa opacizzazione
della colecisti con MdC orale) o ecografico (che offre inol-
tre possibilità di valutazione, durante e dopo il trattamento,
dei risultati ottenuti e delle eventuali complicanze - fig.
XXIL23). È richiesto il monitoraggio elettrocardiografico
ed eventualmente una blanda sedazione o una terapia anti-
dolorifica.
Fig. XXII.22. Il menisco di Akerlund. Nel colecistogramma in decu- Il trattamento è eseguito di nonna in pazienti con cal-
bito prono (A) non si osservano sicure immagini litiasiche; in orto- colo unico di diametro non superiore a 2 cm o in alternati-
stasi (B) la calcolosi diviene palese (punte di freccia) per la stratifi- va con 2-3 calcoli che non superino il volume complessivo
cazione regolare dei piccoli calcoli colesterinici presenti. di 15 cm).
Colecisti e Vie Biliari 527
;.--
1 risultati immediati su pazienti selezionati sono pro- Nelle colecistiti croniche l'ecografia potrà
nettenti (80% di litolisi completa). Sussiste un certo rischio strare (fig. XXII.25): la diminuzione del volmne cole-
migrazione di frammenti litiasici nel coledoco con ostru- cistico, fino al quadro conclamato della colecisti atro-
zione secondaria (la papillosfinterotomia endoscopica è in fica; l'aumento di spessore della parete (sclerosi!); la
questi casi Talora può rendersi .la
colecistectomla d urgenza per la comparsa d1 colecistite
presenza di calcoli. La colescintigrafia dimostrerà un
acuta. Un certo successo sembra prospettare anche la lito- tempo di transito bilie-intestinale prolungato con
tripsia extracorporea di calcoli della via biliare principale. visualizzazione tardiva della colecisti. L'esame diretto
potrà dimostrare l'eventuale presenza di calcificazioni
parietali (colecisti «a porcellana») e di bile opaca.
JS. Colecistiti e colangiti Le colangiti infettive sono generalmente sostenute
da batteri gastrointestinali. Spesso conseguono
r.; ecografia e la colescintigrafia consentono un stmiione della via biliare, meno comunemente a
preciso inquadramento nosografico delle colecistiti venti chirurgici sulle vie biliari o a colangiografie
Jitiasiche e alitiasiche (rare!). La diagnosi di colangite strumentali (forme iatrogene). L ecografia potrà dimo-
è clinicolaboratoristica: alla diagnostica per immagini strare: aerobilia; ispessimento della parete della via
(ecografia, TC, colangio-RM, colangiografie stmmen-
tali) si chiede la precisazione della causa e la valuta-
zione di eventuali complicanze.
Nelle colecistiti acute, l'ecotomografia potrà
dimostrare (fig. XXII.24A): l'aumento uniforme di
spessore e la diminuzione dell'ecogenicità della pare-
te colecistica (edema!); la presenza di calcoli; l'ispes-
simento del tessuto pericolecistico (flogosi!); eventua-
li raccolte fluide (perforazione!) nella loggia colecisti-
a b
ca (fig. XXII.24B), in sede sottocpatica o lungo la Fig. XXII.24. Colecistite acuta perforata. In A sono presenti i segni
doccia parietocolica. Caumento di volume della cole- ecotomografici tipici della flogo>i acuta della colecisti: iperdistensio-
ne del viscere; calcolo incuneato in sede infundibolare (freccia); con-
cisti e la presenza di bile corpuscolata {pus e fibrina!) teJuto endoluminale costituito prevalentemente da fango biliare;.
indirizzano verso la diagnosi di empiema colecistico. pareti diffusamente ispessitc e ipoecogene (punte di freccia). C ""
La colescintigrafia dimostrerà un tempo ·di transito colecisti. In B, la scansione trasversale passante per il fondo coleci-
bilia-intestinale normale con mancata visualizzazione stico (C) evidenzia una raccolta liquida sottocpatica (punta di frec-
cia), segno indiretto di perforazione del viscere.
della colecisti anche dopo osservazione prolungata.
L'esame diretto dell'addome evidenzierà la presenza
di ileo paralitico secondario. biliare principale; dilatazioni irregolari dei dotti bilia-
ri; diminuita ecogenicità del parenchima epatico adia-
cente agli spazi portali; ascessi epatici; calcoli intrae-
patici. Il prelievo di bile (spesso purulenta) per l'arm-
lisi microbiologica e la decompressione della via
biliare (che agevola la risoluzione del quadro settico)
ginano da dotti biliari segmentari (si manifestano allo- Fig. XXII.32. Colangiocarcinoma. La co!angiografia percutanea tran·
ra tardivamente in forma di vera e propria massa epati- sepatica (A) evidenzia la dilatazione delle vie biliari intraepatichc con·
ca quando raggiungono dimensioni cospicue). La co- seguenti alla stenosi breve a margini irregolari, neoplastica, situata in
langio-RM diretta (fig. XXIL31) e le colangiografie corrispondenza della confluenza dei dotti epatici. La presenza di una
massa neoplastica è confermata dalla TC (B) che dimostra, all'interno
strumentali consentono in genere di porre una corret- dci dotti biliari dilatati (asterischi), una neoformazione solida (frec-
ta diagnosi attraverso la dimostrazione di un difetto di cia), a c.e. irregolare, localizzata nel dotto epatico principale anterior-
riempimento irregolare nel contesto di un dotto di cali- mente alla vena porta (p).
Colecisti e Vie Biliari 531
::--
o!ecistochinina non è utilizzata dato il costo elevato, la mente complicata da ipertrofia muscolare e colangite
ccarsa disponibilità di preparazioni sufficientemente pure e sclerosante, la colescintigrafia dimostra la persistenza
fa frequenza di effetti collaterali. del tracciante nelle vie biliari («scintigramma troppo
' La contrazione colecistica può essere _seguita: per via bello»), il coledoco terminale è affilato «a punta di
co!ecistografica orale, con seriogrammi opportunamente
distanziati nel tempo (fig. XXII.33); per via ecotomografi- sigarm> e allungato. Nell'ipotonia dello sjintere di
ca con misurazioni successive dei diametri colecistici e Oddi, secondaria all'espulsione di un calcolo o conse-
deÌerminazione del volume mediante formule di conversio- guenza di una pregressa papillosfinterotomia o di una
ne; per via colescintigrafica. semplice colecistectomia, i segni di comune riscontro
In condizioni fisiologiche, la colecisti raggiunge la sono: aerobilia; colescintigrafia normale ma con rapi-
massima distensione al mattino, a digiuno, dato il riempi- do deflusso del tracciante in duodeno.
mento progressivo nelle ore notturne. Dopo il pasto si ha La presenza di calcoli nel cistico può indurre
contrazione bifasica: una prima fase rapida (20') induce secondariamente la compressione del dotto epatico
svuotamento di circa il 50%; una seconda fase più lenta, in comune e l'ipertonia dello sfintere di Mirizzi. La
rapporto allo svuotamento gastrico, si prolunga per 3-4 ore. sin,drome dolorosa (e possibile causa di ittero) che ne
Nell'intervallo tra i pasti il riempimento della colecisti è
parziale (70-80%). consegue recede dopo asportazione dei calcoli.
Lo studio funzionale del coledoco è condotto con L' ectasia duttale a monte potrà essere dimostrata con
manometria endoscopica, eseguita tramite un sistema di ecografia, TC o colangio-RM.
cateteri a perfusione multipla o con un microtrasduttore
inserito nella zona dello sfintere papillare mediante un
fibroduodcnoscopio. 19. Patologia residua postcolecistecto-
mia
Nell'atonia della colecisti (malattia di Chiray e
Pavel) l' opacizzazione colecistografica è tenue, la : La persistenza di sintomatologia dolorosa dopo
risposta contrattile scarsa o assente. Nel!'ipertonia la colecistectomia per litiasi è il più delle volte sostenuta
colecisti è piccola, rotondeggiante, ben opacizzata; la da una calcolosi coledocica residua. Numerosi altri
risposta contrattile è valida ma ritardata; è prolungata- eventi, però, possono esserne responsabili: discinesie;
mente visualizzato il cistico che ricopre la colecisti ectasia del moncone del cistico; stenosi coledocica;
«come un cimiero l'elmo». Nell'ipercinesia l'opaciz- papillo-oddite; pancreatite cronica.
zazione della colecisti è normale; lo svuotamento
dopo prova contrattile è rapido e -pressoché .completo Calcolosi coledocica. Può trattarsi di: calcoli non indi-
in 15-30 minuti; ben opacizzati il _cistico e il coledoco. viduati al tavolo operatorio (o per mancata esplorazione del
Nell'ipertonia dello sfintere di Oddi, frequente- coledoco o per falsa negatività della colangiografia intrao-
peratoria); calcoli residui (coledoco esplorato ma non com-
pletamente liberato da tutte le concrezioni litiasiche); cal-
coli recidivi (non esistenti all'atto dell'intervento, ma rifor-
matisi per la presenza di condizioni favorevoli quali la stasi
e la flogosi).
Discinesie. Trattasi, nel caso in considerazione, di iper-
tonie della via biliare principale e iper- o ipotonie dello
tere di Oddi, secondarie a un'alterata regolazione neurove-
geiativa della muscolatura liscia.
Sindrome del moncone del cistico. L'insorgenza di
ipertensione biliare conseguente a una papillite o alla pre-
senza di calcoli residui può indurre l'ectasia del moncone
del cistiéo, talora abnormemente lungo tanto da simulare la
presenza di una vera c propria <<neocolecisti>>.
Stenosi del coledoco. E per lo più secondaria a errori di
Fig. XX11.33. La contrazione colecistica. In A colecisti bene opaciz- tecnica chirurgica (legatura del coledoco; legatura del cisti-
zata, alquanto ipotonica; in B, 15 minuti dopo somministrazione co troppo vicina alla via biliare principale con conseguente
intramuscolare di ceruletidc, la colecisti è ridotta di volume in manie- processo di cicatrizzazione coinvolgente la parete del cole-
ra sensibile; sono bene visualizzati la regione collettocistica, il dotto doco; coledocotomia praticata su un coledoco di piccolo
cistico, il coledoco; MdC è apprezzabile in sede duodenale. calibro con vascolarizzazione compromessa).
532 Capitolo XX!!
PANCREAS
GIORGIO CITTADI:'III E CARLO EMANUELE NEUMAIER
Il pancreas, organo dotato di duplice funzione co in duodeno (papilla minor); il dotto della gemma ventra-
esocrina ed endocrina, situato profondamente nell'ad- le si unisce al dotto biliare principale con il quale ha sbocco
dome superiore nello spazio pararenale anteriore a comune nella papilla maior. All'atto della fusione delle
cavaliere della linea mediana (v. fig. XXVI.l), è dif- gemme pancrcatiche si sviluppa un segmento di connessio-
ficilmente accessibile alla semeiotica clinica. ne tra i loro dotti e si costituisce in tal modo il dotto pan-
creatico principale di Wirsung (fig. XXIII.! C). Il tratto
Ecografia, TC e RM ne consentono un valido studio
destro del dotto della gemma dorsale (dotto di Santorini)
morfologico. La pancreaticografia retrograda perde la connessione duodenale in poco meno deila metà
scopica ne mette in luce, analiticamente, il sistema dei casi. NellO% dei casi, per il mancato sviluppo del seg-
duttalc. La diagnostica radioisotopica (immunoscin- mento di connessione, il dotto della gemma dorsale non
tigrafia, PET, scintigrafia recettoriale) ha grande assume alcun rapporto con il dotto della gemma ventrale:
importanza nello studio dei tumori del pancreas eso- ciò dà origine all'anomalia detta pancreas divisum (v. para-
crino e endocrino. L'angiografia e il prelievo mirato grafo XXIII. lO) nella quale persiste una situazione corri-
di sangue venosa lungo l'asse splenoportale assumo- spondente a quella di fig. XXIII.lB.
no rilievo particolare nello studio dei tumori endocri- Anatomia macroscopica c rapporti del pancreas sono
ni secernenti. bene dimostrati dalla TC e dalla RM (v. figg. XXIIIJ e 4):
significativi sono i rapporti con la vena splenica, la C
Embrio logicamente il pancreas origina, fra la 3' e la 4' denale, il coledoco, l'ilo della milza, la retrocavità degli epi-
settimana di Vita intrauterina, da una gemma dorsale, pros- ploon, l'arteria e la vena mesenterica superiore.
simale e più grande, dalla quale si sviluppano la parte supe- Particolarmente importante, per la-possibilità di studio
riore della testa, il corpo e la coda, e da una gemma ventra- diretto mediante paricreaticografia retrògrada endoscopica,
le, dislale e più piccola, dalla quale si sviluppano la parte è l'anatomia duttale (v. fig. XXIII.5).
inferiore della testa, il processo uncinato, la colecisti e la Il pancreas è irrorato da arterie che provengono dal tri-
via biliare principale (fig. XXIII.lA). La gemma ventrale pode celiaco (in particolare: l'a. gastroduodenale, ramo del-
segue la rotazione della seconda porzione del duodeno por- l'a. epatica comune, dalla quale originano le arcate pan-
tandosi inferiormente e posteriormente alla gemma dorsale, creaticoduodenali superiori; l'a. splenica, dalla quale origi-
con la quale si fonde nella 6' settimana (fig. XXIII.lB). Il nano l'a. pancreatica magna e le aa. dorsali del pancreas) e
dotto della gemma dorsale è originariamente dotato di sboc- dell'a. mesenterica superiore (dalla quale originano le arca-
te pancreaticoduodenali inferiori e l'a. inferiore del pan-
creas). Il. sangue venosa è convogliato da piccole confluen-
ti nella v. splenica, nella v. mesenterica superiore e nella v.
"fd) porta. La vena splenica, importante struttura di riferimento
nello sttidio per immagini del pancreas, decorre lungo il
margine ·superiore della coda e del corpo fino a confluire
A 8
nella vena mesenterica superiore dando origine al tronco
portale Principale.
p c
l. Esame diretto dell'addome
Non dà dimostrazione diretta del pancreas, ma i
Fig. XXIII. l. Sviluppo embriologico del pancreas (v. testo). rilievi possibili (distensione gassosa di anse
534 Capitolo XXiii
111
Le principali indicazioni cliniche della RM Sono: ln c.on ? 9"'Tc, i quali ric01_1oscono gli antigeni tumore-
l'esclusione o la conferma della presenza di reper- B72.3, CA19-9 o 1! CEA (marcatori biologici
ti patologici in pazienti con ingrandimento focale comum anche ad altre neoplas1e del tratto gastrointestinal
o diffuso della ghiandola all'ecografia o alla TC; il cui livello ematico può guidare la scelta del radiofarmace,
ottimale per il singolo paziente), o antigeni più specifici peo
la valutazione di pancreatiti ricorrenti di cui non l'adenocarcinoma pancreatico. r
sia identificata la causa; La PET, dotata di alta sensibilità e specificità, utilizza
la stadiazione del carcinoma pancreatico; comunemente il radiofarmaco positivo che con-
l'individuazione di tumori sente di visualizzare come area calda il tessuto neoplastico
il riconoscimento dell'accumulo di ferro nell'eme- a esaltato atteggiamento glicometabolico. L: indagine rende
possibile individuare la natura neoplastica della lesione
cromatosi (rischio di diabete secondario!).
definirne i limiti, identificare eventuali metastasi a
intra- o extraaddominali, valutare in tempi brevi la risposta
della neoplasia alla terapia antiblastica, monitorare il
5. Diagnostica radioisotopica paziente per il rilievo precoce di recidive locali o a distanza.
Validi risultati offrono anche la metionina e la timi dina mar.
La scintigrafia dopo somministrazione e. v. di 75 Se- cate con 11 C.
metionina, aminoacido incorporato attivamente nel La scintigrafia recettoriale utilizza per lo più un ana-
pancreas esocrino normofunzionante (quindi, indica- logo della somatostatina, il pentetreotide, marcato con utln
tore «negativO>l aspecifico di lesioni occupanti spa- o il VIP marcato con mi. Assume rilievo non solo a fine dia:
zio!), ha ruolo puramente storico. Notevole gnostico, ma anche come elemento di guida per la scelta
terapeutica ottimale (v. paragrafo XXIII.14).
za assumono, modernamente, l' immunoscintigrafia e
la PET nella stadiazione e nel monitoraggio
nocarcinoma del pancreas (presenza di tumore residuo
o recidivante? esiti fibrocicatriziali?), la scintigrafia 6. Pancreaticocolangiografia retrograda
recettoriale nello studio dei tumori neuroendocrini. endoscopica
L:immunoscintigrafia utilizza anticorpi monoclonali Questa metodica invasiva endoscopicoradiologica,
(o loro frammenti F[ab']2 o Fab monovalente) marcati con le cui modalità di realizzazione sono state descritte nel
paragrafo XXII. 7, consente la dimostrazione diretta
dei dotti pancreatici, dei rami, dei duttuli e dei canali-
coli a essi afferenti, riempiti in senso retrogrado con
MdC iodato iniettato attraverso la papilla di Vater.
ranatomia radiologica ricalca fedelmente quanto
dimostrato dai classici preparati anatomici (fig.
XXIII.5). La PCRE assume grande importanza dia-
gnostica nelle papilliti stenosanti e nei tumori del!a
papilla, ma soprattutto nella valutazione delle pan-
creatiti croniche iniziali e nell'individuazione di pic-
coli carcinomi clinicamente sospetti in presenza di
ecografia e TC non risolutive. V accesso retrogrado
endoscopico ai dotti pancreatici e al coledoco consen-
Fig. XXIII.S. PCRE. Il dotto pancreatico principale di Wirsung (W) te importanti procedure tcrapeutiche, particolarmente
percorre con andamento sinuoso e direzione obliqua dal! 'alto in basso, sulle vie biliari.
la coda e il corpo del pancreas aumentando progressivamente di cali-
bro da 2' a 4 mm; assume poi decorso discendente nella testa. Presenta
lungo il suo decorso fini diramazioni «a spina di pesce)) corrispondenti
ai rami secondari afferenti. Nella porzione cefalica è possibile apprez- 7. Angiografia
zare un dotto secondario di grosso calibro (PU) che convoglia nel dotto
di Wirsung il secreto della parte postcroinfcriore e del proces'so unci-
Si ricorre modernamente all'angiografia in secon-
nato. Nella porzione anterosuperiorc, con decorso sinuoso in senso
superoinferiorc, è apprezzabile il dotto accessorio di Santorini (S). E"' da istanza: nello studio dei tumori secernenti del pan-
endoscopio; freccia == apice del catetere. creas endocrino, nel quale assumono rilievo sia l'in·
537
precoce della sovrainfezione delle pseudocisti e delle aumentata dalla presenza di calcificazioni e calcoli (fig.
raccolte fluide. XXIII.l5).
Prognosticamente, le pancreatiti acute La TC (fig. XXIll.l6) dà conferma delle variazio-
zate da manifestazioni edematose semplici hanno ni voluinetriche del pancreas, che talora è completa-
decorso clinico favorevole e solo raramente vanno mente sostituito da tessuto adiposo, e della dilatazione
incontro a complicazioni; le pancreatiti con raccolte duttale; dimostra calcificazioni e calcoli con frequen-
nuide multiple e flemmone vanno incontro a za e numero maggiore di quanto non avvenga con l'e-
cazioni in circa 114 dei casi. Importante criterio pro- same diretto dell'addome; evidenzia pseudocisti anche
gnostico è dimostrazio?e eventuale d! di piccole dimensioni, la dilatazione duttale biliare, le
aree ischem1chc e necrotrche pancreahche nelle quah alterazioni delle strutture peripancreatichc. Notevole
non si ha alcun c.e. impegnO diagnostico è richiesto dai casi di pancreatite
cronica :evolventi in forma di ingrandimento focale,
per i quali spesso è dirimente solo la biopsia eco- o
12. Pancreatite cronica
La RM e la pancreatico-RM (scansione dinamica
Affezione verosimilmente del tutto indipendente dopo somministrazione di secretina!) possono eviden-
dalla precedente, si presenta con due diversi aspetti ziare alterazioni morfostrutturali della ghiandola e del
morfologici: pancreatite cronica calcifica, la più sistema duttale.
quente, che riconosce varie cause tra cui l'abuso di La PCRE è del tutto fondamentale per l'indivi-
alcool; pancreatite cronica ostruttiva causata da lesi duazione delle forme iniziali di pancreatite cronica,
a nelle quali il dotto di Wirsung può presentare solo
ni ostruenti il dotto pancreatico.
lì
Lesame diretto dell'addome consente di dimo-
strare nel 30% dei casi la presenza di calcificazioni o
1-
calcoli multipli proiettantisi nella presunta sede del
l-
pancreas al davanti della colonna vertebrale
Ì-
za dì Ll-L2.
e I: ecografia dimostra talora la diminuzione di volu-
l-
me del pancreas per atrofia parenchimale (soprattutto
l-
in concomitanza con l'ostruzione e l' ectasia del dotto
1-
di Wirsung), meno comunemente l'aumento di volume. Fig. XXIII.16. Pancreatite cronica. In questa affezione la TC assume
,_ I:ecogenicità è aumentata in rapporto alla presenza di particolare· rllievo per la valutazione delle d'nnensioni del pancreas c
,_ fibrosi; la disomogeneità strutturale della ghiandola è dcll'ectasia del dotto di Wirsung (a sinistra) e per la dimostrazione di
minute calçificazioni parcnchimali c di calcoli duttali (a destra).
o
tì
l-
le
··'·i
deste variazioni di calibro e le principali alterazioni si L'ecografia lo evidenzia (peraltro con sensibilità
apprezzano a carico dei dotti secondari, solitamente bassa quando nella
dilatati, tortuosi e in filtrati (fig. XXIII.l7). Nelle for- coda!) come formazione nodulare .sohda ipoecogena
me conclamate, invece, si evidenziano grossolane al- (fig. XXII1.18) accompagnata frequentemente da ecta-
terazioni del dotto principale che appare aumentato di sia del dotto di Wirsung a monte. l: indagine può
calibro e presenta difetti di riempimento multipli le- dimostrare l 'infiltrazione del coledoco, pressoché la
gati alia presenza di concrezioni calcaree endocanali- nonna nelle localizzazioni cefaliche, e dei vasi peri-
colari, sino a quadri di ostruzione completa di tipo sì- pancreatici (color-Doppler!). Andranno attentamente
milneoplastico; la dilatazione cistica dei dotti secon- ricercate metastasi linfonodali ed epatiche. La biopsia
dari si traduce nella formazione di raccolte multiple di ecoguidata della lesione assume importanza ai fini di
MdC. una corretta strategia terapeutica.
La TC assume ruolo determinante nella diagnosi,
nella stadiazione e nella valutazione della resecabilità
13. Tumori del pancreas esocrino dell'adenocarcinoma pancreatico (fig" XXIII.l9). Que-
sto ha valore di attenuazione pressoché uguale a quel-
Trattasi in più del 90% dei casi di adenocarcinomi lo del parenchima normale e presenta calcificazioni so-
originanti dall'epitelio dei dotti; di gran lunga meno lo raran1ente (2%): conseguentemente, la scansione di-
frequenti l'adenoma microcistico e l'adenoma macra- retta consente l'individuazione solo delle lesioni che
cistico; estremamente rari i carcinomi solidi e papilla- causano deformazione dei contorni del pancreas o di-
ri, il carcinoma pleiommfo «fulminante» (il quale dà latazione del dotto di Wirsung e del coledoco, La scan-
precocemente metastasi linfonodali retroperitoneali e sione contrastografica, la quale induce pressoché co-
viscerali diffuse), il tumore mucinoproducente endo- stantemente un c.e. tumorale inferiore a quello del pa-
duttale, i linfomi primitivi, le metastasi, renchima normale, è sempre necessaria non solo per
l: adenocarcinoma è un tumore di tipo scirroso, l'individuazione delle lesioni di piccole dimensioni, ma
con struttura omogenea, ad accrescimento infiltrante.
Nel60% dei casi è localizzato nella testa: il primo sin-
tomo osservato è quindi l'ittero ostruttivo. Nel 20%
dei casi interessa il pancreas in forma diffusa. All'atto
della prima diagnosi è strettamente confinato al pan- ·
creas nel 15% dei casi, sono presenti metastasi linfo-
nodali nel 20% dei casi, diffusione locale avanzata o
metastasi a distanza ne165% rimanente. È studiato in
prima istanza con ecografia e TC.
Fig. XXIII. l S. Carcinoma del pancreas. I; aspetto ecotomografico più Fig. XXIII.19-. Carcinoma del pancreas. TC. Casi diversi. In A la lesio-
comune è quello di una lesione focale"8. ecostruttura solida ipoecoge- ne cefalopancreatica (asterisco), individuabile in fase contrastografica
na (T) e margini mal definiti, spesso·sconfinantc oltre il profilo pan" per il suo c.e. inferiore rispetto al parcnchima circostante, contrae
crealico negli spazi rctroperitoneali. Cindagine consente di definire stretti rapporti con la vena mescntcrica superiore che ne risulta par-
con buona accuratezza i rapporti della massa con le struttnre vascola- zialmente infiltrata (punta di fh::ccia). In B la neoplasia della coda del
ri splancnichc, in particolare la vena splcnica (punte di freccia) e l'ar- pancreas (asterisco) sconfina posteriormente infiltrando l'arteria sple-
teria mescnterica superiore (!feccia). nica e la loggia surrenalica sinistra (s).
anche per la migliore caratterizzazione evolutiva delle fuori della via biliare. La diagnosi differenziale tra la
lesioni più grandi. Sono segni indiretti della presenza stenosi del coledoco terminale, lapapillite stenosante e
di tumore la dilatazione duttale a monte di una lesione la papillite sclerosante è posta mediante PCRE: nelle
focale, la comparsa di cisti ostruttive, di due ultime affezioni il canale papillare è allungato,
ni pancreatiche focali, di atrofia parenchimale. stretto in maniera alquanto irregolare, rigido; la dilata-
La RIVI ha elevata sensibilità nell 'individuazione di zione a monte è però modesta. Il dotto pancreatico
piccole lesioni, ipointense nelle sequenze (so- cipale dilatato a monte dell'ostruzione tumorale ha
prattutto dopo soppressione del segnale del grasso) e torni lisci o «a corona di rosario» (nelle pancreatiti
lievemente iperintense nelle sequenze Il si- niche i contorni sono caratteristicamente irregolari).
multaneo studio delle vie biliari, dei dotti pancreatici e La resecabilità del tumore è ritenuta non possibile
dei vasi pancreatico-RM! angio-RM!) se sono presenti metastasi, infiltrazioni di strutture
conferisce alla RM un ruolo di grande importanza. Il vascolari importanti, invasione degli organi contigui,
ruolo della diagnostica radioisotopica ascite. La TC è per lo più sufficiente per un giudizio
tigrafia, PET!) è stato ricordato nel paragrafo XXIII.S, attendibile, ma talora si rende necessaria la valutazio-
al quale si rimanda. ne analitica mediante angiografia (fig. XXIII.21).
La differenziazione tra adenocarcinoma e pancrea- In presenza di lesioni del tutto iniziali, la diagnosi
tite non è sempre agevole (pancreatite cronica indotta può essere resa possibile dalla PCRE. Sono segni
dalla presenza di tumore! masse focali puramente pan- temente indicativi di neÒplasia: la stenosi solitaria,
creatitiche!). Assume rilievo, in proposito, la dimostra- irregolare, con o senza dilatazione a monte, del dotto
zione di metastasi linfonodali ed epatiche, di Wirsung; l'occlusione brusca e completa; la stenosi
ne delle strutture contigue, di incarceramenti vasali (v. irregolare o l'occlusione brusca del coledoco (fig.
fig. V. l 3). Nel carcinoma pancreatico (fig. XXIII.20A) XXIIJ.22). Sono segni meno specifici: lo
l'interruzione del coledoco è brusca, il profilo to, rarefazione, frammentazione, distruzione cistica
naie irregolare, gli stiramenti e le distorsioni marcate; dei rami confluenti e dei duttuli pancreatici, la raccol-
la dilalazione a monte è vistosa e spesso si estende ta di MdC in lacune multiple irregolari postnecrotiche.
che alla colecisti (segno di Courvoisier). La PCRE possibili prelievi citologici «mirati» a
creati te cronica (fig. XXIII.20B) il coledoco è livello della papilla e ali 'interno del dotto pancreatico
mente ristretto in tutto il suo tratto retrocefalico, talora principale.
in maniera regolarmente ondulata; il tratto distale è sti-
rato e distorto; sono presenti immagini calcifiche al di l:tulenoma microcistico, benigno, è per lo più costitui-
to da numerose piccole cisti stipate o da una massa cistica
multiloculata a pareti e setti sottili. Talora presenta calcifi-
cazioni irregolari, stellate o «a sole radiante». Ecografica-
mente assume l'aspetto di una massa solida ipoecogena
J. ande rilievo per la diagnosi e la stadiazione, soprat- li vasi arteriosi pancreatici, seguita da prelievi ematici
,. grtto nello studio dell'insulinoma e del gastrinoma nella vena sovraepatica destra.
I tumori fimzionalmente quiescenti di maggiori
di ){XIII.25). Nei casi non operabili, come è noto, il
ia ontrollo dei sintomi sistemici legati alla iperprodu- dimensioni potranno spesso èssere differenziati dall;aA
cione di ormoni e sostanze similormonali, ed entro denocarcinoma per la presenza di calcificazioni (20%
'· zerti limiti anche il controllo della progressione neo- dei casi), per l'assenza nel loro contesto di aree dege·
"
SÌ .. clastica, può essere ottenuto mediante terapia con
pomatostatina o suoi analoghi con lunga emivita pla-
nerativonecrotiche data la ricca vascolarizzazione, per
il rispetto delle strutture arteriose (ma non venose!).
l·
S· :matica (octreotide; lanreotide). La scintigrafia con
;o IIIJn-pentetreotide, dimostrando la presenza o l'assen-
,. za di receuori per la somatostatina, può guidare nella
IO · strategia terapeutica più opportuna per il singolo
·'paziente.
l"· : L'angiografia, utilizzata nei casi di dubbio persi-
li· . stente, potrà evidenziare la lesione per il marcato effetA
to parenchimografico e la caratteristica dislocazione
"e- dell'arteria afferente «a coppa di n cate-
a- -: terismo sclettivo venoso dell'asse spienoportaie con
O· ematici «mirati» raggiunge accuratezza dia-
Fig. XXIII.25. Gastrinoma. Scintigrafia con lll In-pentetrcotide.'Jn
le _gnostica vicina al 100%, soprattutto negli insulinomi, corrispondenza del corpo del pancreas 1: apprezzabile un
O· :consentendo di localizzare la sede dell'iperincrezione lo focale del radiofarmaco indicativo della presenza di lesione neu-
ormonale. Per la localizzazione dei gastrinomi si riveA roendocrina ad alta densità recettoriale specifica. Un accumulo fisio-
di la efficace l'iniezione diretta di secretina nei principaA logico del radio farmaco è osservabilc nei reni e nella milza (m).
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CAPITOLO XXIV
MILZA
GIORGIO CITTADINI E LORENZO DERCHI
Lo studio «per immagini» ha quali indicazioni una certa libertà di movimento alla milza che, quando que-
principali: sta è eccessiva (milza migrante), può essere confusa con
_ Ja determinazione del volume splenico; una massa tumorale addominale o con una cisti ovarica. Nel
contempo crea il rischio di torsione con necessità di sple-
la definizione nosografica delle splenomegalie, nectomia d'urgenza.
associate o meno a ipersplenismo; La milza si forma per coalescenza di gemme multiple,
J'individuazione di lesioni a focolaio; alcune delle quali, in casi non rari, persistono indipendenti
il riconoscimento della rottura della milza. nelle sedi più disparate (l'ilo splenico, il legamento spleno-
Sono tecniche fondamentali, in proposito, l'eco- colico, il grande amento, il mesentere, la regione presacra-
grafia e la TC (la RMha molo a tutt'oggi limitato), ma le, gli annessi uterini, la cavità scrotale), costituendo le
cosiddette milze ttccessorie. Incisure residue più o meno
in situazioni definite recano importanti informazioni profonde sono presenti nel l 0% dei casi e si localizzano
l'esame diretto dell'addome e la scintigrafia. soprattutto in sede parailare (80%).
{;angiografia assume importanza in alcuni casi di La presenza di piccole milze multiple (polisplenia) e
infarto e rottura della milza. l'assenza della milza sono generalmente parte
integrante di malformazioni complesse (situs viscerum
La milza è situata all'interno della cavità peritoneale inversus, malformazioni cardiache e dei grossi vasi).
subito al di sotto dell' emidiaframma sinistro, in sede poste-
rolaterale, completamente al di sotto della gabbia costale. In
condizioni normali non è palpabile; lo diventa quando
almeno raddoppiata di volume. Il suo peso nell'adulto ascii-
latra 100 c 200 g.
I suoi rapporti di maggiore interesse sono:
superiormente e lateralmente con l'emidiaframma, al
quale è connessa dal legamento splenodiaframmatico, e
con la gabbia costale che la protegge da traumi diretti;
anteriormente e medialmente con lo stomaco, al fondo
e al corpo del quale è connessa lungo la grande curva-
tura dal legamento gastrosplenico;
posteriormente e mediahnente con il rene sinistro, al
quale è connessa dal legamento splenorenale;
inferiormente con la flessura sinistra del colon, alla
quale è connessa dal legamento splenocolico.
L'ilo della milza, attraversato da arteria e vena splenica
c da linfatici, è situato medialmente ed è spesso in stretto
rapporto con la coda del pancreas. l legamenti, inseriti sal-
damente sulla capsula che avvolge strettamente la milza,
sono riflessioni peritoneali; a eccezione del legamento
gastrosplenico, sono relativamente avascolari, ma nel loro Fig. XXIV.I,Volumetria splenica secondo i! metodo di Whitley. W=
contesto si sviluppano importanti circoli collaterali in caso diametro trasversale; L= diametro longitudinale. Lungo il contorno
di interruzione del flusso arterioso o venosa splenico. sinistro dei corpi vertebrali sono visibili alcuni linfonodi opacizzati a
Callungamento del peduncolo vasale splenico consente seguito di pregressa linfografia.
548
5. Diagnostica radioisotopica
Nella scintigrafia cosiddetta «funzionale}) si iniet-
tano e. v. globuli rossi marcati con 9911\Tc e riscaldati per
fitl
llli
MI
,,
,re;
7. Dislocazioni splenogene
Il riconoscimento di un ingrandimento della milza
(fig. XXIV8) rende spesso necessario lo studio delle
dislocazioni indotte sugli organi adiacenti, anche per
PERITONEO E MESENTERE
GIORGIO CITTADINI E GIUSEPPE CITTADINI
l;
l·
Raccolte fluide, ascessi e tumori (per lo più Nella cavità peritoneale possono essere distinte tre
dari) costituiscono, con frequenza decrescente, i prin- sezioni comunicanti: lo scavo pelvico, l'addome superiore e
l· cipali tipi di patologia della cavità peritoneale; linfoa- la retrocavità degli epiploon. Lo scavo pelvico è la più decli-
l· denopatie (primitive o secondarie), flogosi propagate, ve e come tale punto di raccolta iniziale di fluidi ascitici o
emorragici. Posteriormente è costituito dal recesso di
ascessi e tumori quelli del mesentere. Queste patologie
Douglas, ai lati del quale sono disposte le fosse paravesci-
1· possono essere oggetto di dimostrazione diretta me- cali in diretta continuità con le docce parietocolìche.
si diante ecografia e re: quest'ultima offre il vantaggio r..: estensione verso l'alto delle raccolte fluide ha luogo pre-
le di una valida rappresentazione anatomica della cavità ferenzialmente lungo la doccia parietocolica destra (fig.
IO peritoneale e del mesentere (fig. XXV l), e rend&con- XXV.2).
te seguentemente possibile una precisa definizione dei r.: addome superiore è suddiviso dal mesocolon trasver-
ra rapporti topografici e dell'estensione del processo pa- so nei compartimenti sopra- e sottomesocolico. Nel suo ver·
tologico. L'esame diretto radiografico è riservato ad al- sante destro la riflessione del foglietto peritoncale anteriore
"m cune situazioni acute (peritonite, perforazione viscera- sull'emidiaframma e sul fegato genera lo spazio subfrenìco
el le, ascesso sottodiaframmatico ): il suo apporto è, co- destro c lo ,c,pazio subepatico. Le riflessioni del peritoneo
munque, limitato a rilievi di tipo indiretto. sulla faccia inferiore del fegato suddividono lo spazio sube-
n- patico in una parte anteriore e una posteriore, detta tasca di
Morison, separate tra di loro dali' origine del mesocolon tra"
a-
e- l. Peritoneo
'ia Alcuni richiami di anatomia radiologica «dinamica'>
della cavità peritonea]e (per questo termine si veda: Meyers
M.A., Dynamic Radiology of the Abdomen. Norma! and
Pathologic Anatomy, Springer-Verlag, New York, 1976)
sono necessari per comprendere le modalità di distribuzio-
ne delle raccolte fluide e di diffusione delle malattie intra-
peritoneali.
0· del torace quando sono apprezzabili (fig. XXV.5): nel complesso, sensibilità significativamente inferi o-
- livelli idroaerei sottodiaframmatici;
mi
- elevazione e ipomobilità dell'emidiaframma, che
ta,
appare ispessito, talora con movimenti respiratori
in
paradossi;
ni, Fig. XXV.6. La linea adi-
>et versamento pleurico infrapolmonare; posa properitonea!e.
IO· strie distelettasiche basali da compressione; Questa linea (punte di frec-
Le quando l'ascesso è a sinistra: aumento della cia) alquanto radiotraspa-
rentc, in condizioni norma-
ro, za tra il diaframma e la bolla gassosa gastrica (che li strettamente ravvicinata
la è spesso modicamente dislocata). alla parete del colon, ne è
;ti, più o meno vistosamente
Ecografia e TC si rendono comunque necessarie distanziata in presenza di
,.:u- per una precisa delimitazione topografica e per il con- liquido libero endoperito-
neale.
Ji- trollo evolutivo dopo terapia.
La peritonite acuta si presenta con un quadro
:o- radiologi co di ileo paralitico (v. fig. XX. 87). Possono
:a- osservarsi falde gassose in sede sottodiaframmatica
IO· se v'è perforazione intestinale. Più difficile il rilievo
de dell'eventuale versamento ascitico. In ogni caso è
:n· caratteristica l'obliterazione della linea adiposa pro-
:n- peritoncale (fig. XXV.6). La perito11ite tubercolare
et· non ha aspetti patognomonici che consentano di dif-
on ferenziarla da altre forme di peritonite cronica, ivi Fig. XXV.7. Mctastasi peritoncali. La scansione ecotomografica (A)
'a· compresa quella neoplastica: anse intestinali e consente di individuare, grazie alla presenza di versamento ascitico
lta mesentcre sono dislocati da raccolte ascitiche \ocula- associato, un nodulo metastatico di piccole dimensioni (freccia) sulla
na superficie di un peduncolo mesenterialc. La scansione TC (B) con
te e non liberamente mobili nell'addome. opacizzazionc simultanea delle anse intestinali (MdC baritato\) e
.e. I tumori del peritoneo, primitivi (mesotelioma) e della cavità peritoneale (MdC iodato!) conferma la presenza di masse
ll· secondari (carcinoma gastrico, del pancreas, del colon solide ((isolate)> metastatichc (frecce).
558 Capitolo XX!-'
l·
.,
i- Fig. XXV.lt. Cisti La massa (Q, omogenea, a contor-
l· ni netti e regolari, di densità similematica (elevato contenuto protei-
Fig. XXV.! O. Infiltrazione ncoplastica del grande omento. TC con
e. co!), assume contatto parietale anteriormente e disloca lateralmente le
scansione contrastogrufica. Anteriormente al colon trasverso (ben
i- anse intestinali visualizzate dal MdC somministrato per os.
riconoscibile per l'austratura e il contenuto aereo e fecale) si eviden-
e zia, sul versante sinistro, l'ispessimento irregolare dei foglietti perito-
la nea!i che costituiscono il grande omento (asterischi). Il reperto è con- sentere inducendone l'ispessimento su base infiamma-
seguente all'interessamento infi!trativo secondario da parte di una
le
ncoplasia ovarica. Si osservi la presenza di piccole linfoadenopatic tra
toria e secondariamente all'ostruzione dei Enfatici.
ri aorta c vena cava inferiore. Jspessimenti mesenterici possono osservarsi dopo
le traumi addominali, in alcune condizioni patologiche
capsulate con o senza gas nel loro contesto. Vanno fa- propriamente vascolari (in particolare
:i, cilmente incontro a perforazione nell'intestino o a fi- ne e nella trombosi portale), quale sequela di processi
di stolizzazione cutanea. infiammatori (pancreatici e intestinali) e in forma
a- Pancreatiti necrotizzanti,pseudocisti pancreati- idiopatica (pannicolite mesenterica). La diagnosi dif-
'" che e ascessi possono diffondere lungo il mesocolon
inducendo perforazioni del colon e peritoni te. La ma-
ferenziale dei diversi tipi di ispessimento mcsenteriale
è molto difficile e quasi mai consente un preciso
lattia tfi Crohn coinvolge, nelle fasi avanzate, il me- chettamento nosografico.
CAPITOLO XXVI
SPAZIO RETROPERITONEALE
CARLO BARTOLOZZI E GIORGIO CITTADINI
3. Raccolte
Possono essere urinose,jlogistiche, emorragiche o
fig. X:X\'1.3, RM dell'addome con scansione coronale in sequenza linfatiche, autoctone o secondarie a processi patologi-
TI-pesata. !l favorevole contrasto generato dal tessuto adiposo con- ci di organi vicini.
sente di ottenere una buona delineazione delle strutture vasali e degli
organi accolti nello spazio retroperitoneale.
Le raccolte urinose interessano lo spazio perirenale e si
originante dal pancreas, dal rene e dai grossi vasi osservano in caso di rottura delle cavità pieliche su base
addominali, nei riguardi della quale si rende spesso traumatica, iatrogena, postoperatoria o in corso di colica
renale.
conclusiva a fini diagnostici. Le raccolte flogistiche sono secondarie a flogosi degli
L'urografia, l'esame per os dell'apparato dige- organi contenuti nei vari compartimenti o delle strutture
rente e il clisma a DC sono talora logico complemen- ossee. Pancreatiti e ulcere duodenali perforate interessano
to della TC laddove si sospetti la presenza di una lo spazio pararenale anteriore; ascessi muscolari e spondi-
logia primitiva urinaria o intestinale che coinvolga lodisciti gli spazi pararenale posteriore e mediano perivasa-
secondariamente lo spazio retroperitoneale, o si le; ascessi renali e pionefrosi lo spazio perirenale; tifliti e
da studiare le ripercussioni su tali apparati della pato- diverticoliti lo spazio iliaco.
logia primitiva di quest'ultimo. Le raccolte emorragiche si osservano dopo traumi, per
L'esame diretto dell'addome, eseguito in stazione rottUra di aneurismi aortici o iliaci (spazio mediano periva-
eretta e in decubito supino con proiezioni sagittali e sale e spazio iliaco), o dopo prolungata terapia anticoagu-
i- lante,
e laterali, può fornire indicazioni valide sul coinvolgi- Le raccolte linfatiche (linfoceli e cisti linfatiche) sono
)) mento delle strutture ossee del rachide dorsolombare per lo più conseguenza di ampie linfoadenectomie addomi-
o da parte di affezioni retroperitoneali. Inoltre l'attenta nopclviche e si osservano negli spazi iliaco e mediano peri-
valutazione del piofilo renale e del muscolo psoas, vasale.
)· normalmente delineati da una relativa ipertrasparenza
te adiposa, può far sospettare la presenza di lesioni Poiché anatomicamente vi è continuità fra gli spazi
re espansive, raccolte fluide o gassose (perforazioni). pararenale anteriore, pararenale posteriore e iliaco,
!· Il ricorso all'aortografia e ai cateterismi selettivi una raccolta originata in uno di tali spazi può
le trova modernamente indicazione non tanto a fini dia- sare gli altri. Inoltre, le raccolte dello spazio mediano
la gnostici quanto per la realizzazione di procedure inter- perivasale, come quelle dello spazio perirenale (sia
e- ventistiche (embolizzazione!). pure con minore frequenza!), possono diffondere nello
:i- Una certa importanza riveste la cavografia infe- spazio pararenale posteriore.
riore nella valutazione preoperatoria del coinvolgi- La TC consente agevolmente l'identificazione e la
io mento neoplastico della vena cava inferiore o per il valutazione dell'estensione della raccolta, la quale
M posizionamento di stent in caso di stenosi o compreS- induce aumento di densità del tessuto cellulare lasso
lei sione sintomatica (sindrome della vena cava inferiore). retroperitoneale fino a valori similacquosi o più (fig.
Ile La linfoadenografia rende possibile valutare con XXV1.4A e B). Nelle raccolte di vecchia data le fasce,
le accuratezza le alterazioni stmtturali dei linfonodi i setti e il peritoneo parietale posteriore tendono a
O· retroperitoneali anche non ingranditi (e quindi spesso ispessirsi generando «pseudopareti», sì da rendere
non dimostrabili con la TC); tuttavia, nella pratica, TC, talora difficile la differenziazione da tumori ascessua-
RM ed ecotomografia ne hanno reso sempre meno fre- lizzati. La dimostrazione dell'ispessimento delle fasce
__________________________
4. Fibrosi retroperitoneale
È un processo patologico caratterizzato dalla for-
mazione di tessuto connettivo fibroso che sostituisce il
tessuto adiposo retroperitoneale e avvolge a manicotto
le strutture anatomiche presenti. Se ne distinguono
forme primitive e secondarie.
consente una più agevole differenziazione dai linfonodi. Il zioni dimensionali di uno o più linforiodi in indagini Sllcces.
problema della distinzione tra linfonodi normali e patologi- si ve), anche se non perseguito attivamente, andrà considera.
ci è assoggettato alle stesse considerazioni più volte formu- to nei casi in cui siano disponibili indagini multiple.
late: è impossibile identificare colonizzazioni microscopiche
(vale a dire linfonodi neoplastici non aumentati di volume); Nonostante le sue limitazioni, la TC, sia essa posi-
può essere difficile differenziare tra loro linfoadenomegalie tiva o negativa, è considerata generalmente indagine di
infiammatorie e neop!astiche. Convenzionalmente sono con- per sé sufficiente nel contesto dell'iter diagnostico. In
siderati <monnali» lìnfonodi lomboaortici di diametro infe-
caso di persistenza di dubbio l'esame bioptico è prefe.
riore a l cm, «patologici»linfonodi di diametro superiore
a 2 cm (fig. XVI.13A); i linfonodi <<dubbi», cioè di diametro ribile alla linfoadenografia (la quale è modernamente
fra l e 2 cm, sono considerati patologici se in numero supe- riservata, nella maggior parte dei centri, ai pazienti
riore a 5 nel singolo strato (fig. XXVI.13B). Criteri morfo- con sospetto interessamento delle catene lomboaortj.
logici importanti sono l'eventuale fusione di linfonodi (fig. che da linfoma di Hodgkin).
XVI.13C), la presenza di ipodensità centrale, la presenza di
calcificazioni pulveru!ente, reperti peraltro scarsamente cor-
relati con specifiche patologie. Il criterio evolutivo (varia- 6. Tumori
Sono considerate tali le neoplasie che si sviluppano
nello spazio retroperitoneale ma che non originano né dagli
organi in esso localizzati né da linfonodi. Trattasi di lesioni
rare e quasi sempre maligne. La sintomatologia è scarsa 0
assente e la diagnosi spesso tardiva ed effettuata quando il
tumore ha raggiunto dimensioni notevoli o quando compri-
me o infiltra gli organi circostanti. Talvolta il riscontro è
occasionale nel corso di indagini eseguite con varie indica-
zioni: in tal caso le dimensioni della neoplasia possono
essere anche limitate.
Istologicamcnte derivano da elementi connettivali (lipo-
ma, fibroma, mixoma, liposarcoma, fibrosarcoma, mixosar-
coma), muscolari (mioma, miosarcoma), nervosi (ganglio-
ncuroma, neurofibroma, feocromocitoma, neuroblastoma),
vascolari (linfangioma, emangioma, linfangiosarcoma,
emangiosarcoma, emangiopericitoma benigno e maligno) e
da eventuali residui embrionari (teratoma, tcratocarcino-
ma). In ordine di frequenza prevalgono nettamente i tumori
connettivali, molto più rari quelli neurogeni e ancora di più
quelli da residui embrionali. Nel complesso, nel\'85% dei
casi trattasi di tumori maligni.
S·
•·
;j,
di
In
e.
te
lti
ti- f\g, XXVI.l4. Fibrosarcoma retroperito.neale. TC
La volummosa neoformazwne (astcnsco), localrzzata m Fig. XXVI.IS. Liposareoma rctropcritoncalc. La TC con scansione
sede mediana e pararenalc anteriore destra, disloca lateralmente il rene contrastografica evidenzia nna massa di grosse dimensioni (L) con
destro (r) e presenta margini irregolari e densità disomogenea, caratte- valori di attenuazione negativi di tipo adiposo e vistose sepimentazio-
ristiche indicative di malignità. ni stromali nel suo contesto, che origina a destra dalla parte più ester-
na dello spazio pararcnalc anteriore, solleva il foglietto posteriore del
peritoneo e si sviluppa anteriormente c mcdialmente occupando gran
zione di contrasto la rendono preferibile sia per valu-
parte della cavità addominale. Si osservi la vistosa dislocazione del
no tare estensione e rapporti della lesione sia per eviden- colon ascendente (freccia), della vena cava inferiore (punta di freccia),
sH ziare eventuali coinvolgimenti delle strutture limitrofe. del mesentere e delle anse dell'intestino tenue.
itl\ Come nel caso delle linfoadenopatie, TC e RM
hanno il compito di individuare la presenza della ·J liposarcomi possono presentare differenti aspetti: den-
sità prevalentemente adiposa (liposarcoma ben differenzia"
lesione, dt!finirne l'origine, caratterizzarne la natura,
ri- to); aspetto pseudocistico (dovuto a un effetto di volume
tracciarne un bilancio evolutivo spaziale. parziale con assunzione di valori intermedi tra le densità del
·è Entrambe le tecniche sono in grado di individuare
:a- tessuto adiposo c del connettivo denso); aspetto solido diso-
lesioni di diametro intorno a l ·cm. In linea generale, mogeneo (tipico di tutti i tumori retroperitoneali scarsamen-
no
quanto maggiore è il diametro tanto più difficile risul- te differenziati o pleomorfi).
'0·
ta la definizione di origine (spazio retroperitoneale? Il feocromocitoma extrasurrenalico può essere sospCtta-
lt· organo retroperitoneale? cavità peritoneale?). Lesioni to per la sede paraaortica e gli elevati valori ematici di catc-
;()· molto voluminose possono spingersi in cavità colamine.
a). neale, comprimere gli organi ivi contenuti fino a giun" Il neurofibroma generalmente ha densità molto bassa e
la, gere a contatto con la parete addominale anteriore. omogenea. La variante plessiforme è tipicamente bilaterale
)e e simmetrica, localizzata in corrispondenza dei muscoli psoas
Lesioni polilobate a margini irregolari e limiti mal
<0· o in sede presacrale. La necrosi e la degenerazione cistica,
definiti, disomogenee, con alternanza di aree solide e comuni a tutte le forme malìgne scarsamente differenziate,
Jfi
di aree liquide necrotiche, emorragiche o degenerative sono particolarmente frequenti nelleiomiosarcoma, nell'i-
liù
(fig. XXVI.l4), sono per lo più maligne. Lesioni ro- stiocitoma fibroso maligno e nel fibrosarcoma. Emàngioma
lei
tondeggianti, a margini regolari, omogenee, separate e cmangiopericìtoma presentano tipicamente una elevata va-
dalle strutture contigue, hanno buone probabilità di ri"
za sultare benigne. :Vindividuazione dell'istotipo è spes-
ne so impossibile (ma anche all'esame istologico è tal-
on volta difficile, nelle neoplasie indifferenziate, indivi"
:a- duare elementi cellulari che riconducano al tessuto di
la- origine!).
ta·
'C Alcune neoplasie possono, peraltro, avere caratteri
peculiari: densità adiposa (lesioni lipomatose - fig.
Ji- XXVI.15); densità tra acquosa e parenchimatosa (lesioni
po mixoidi- fig. XXVI.16); contenuto acquoso con associata
on componente adiposa e ossea (lesioni embrionarie - fig. Fig. XXVI.16. Tumore mixoidc retropcritoneale. TC. La voluminosa
ta· XXVL17). neoformazionc (asterisco), localizzata in sede pararenalc anteriore sini-
da In età pediatrica, una massa retropcritoneale extfarena- stra, disloca lateralmente la milza (m) e comprime il colon discendente
Ji· le contenente calcifiCazioni pulverulente, @ spruzzo)), è (punta di freccia). La lesione, di densità acquosa, ha parete iperdcnsa c
lu· generalmente un neuroblastoma (fig. XXVI. 18). presenta nel suo contesto aree mucinose c di nccrosi colliquativa.
570
APPARATO URINARIO
GIORGIO CITTADINI E GIACOMO GARLASCHI
Questo apparato, il cui studio è di pertinenza spe- k ombre renali (meglio apprezzabili quando è
cialistica dell'urologo e del nefrologo, prospetta pro- abbondantemente rappresentato il tessuto adiposo
blematiche cliniche molteplici (ematuria, dolore lom- Perirenale). La forma del rene ricorda quella di un
bare, colica renale, massa renale palpabile, ostruito fagiolo con asse longitudinale diretto obliquamen-
deflusso urinario, insufficienza renale acuta e cronica, te dall'alto in basso e dall'interno all'esterno;
ipertensione nefrovascolare, alterazioni della minzio- spesso è apprezzabile medialmente l'insenatura
ne e altre ancora) nella valutazione delle quali la dia- dell'ilo. Le dimensioni del rene destro sono di
gnostica per immagini interviene in maniera del tutto norma lievemente inferiori a quelle del rene
fondamentale con iter di approccio opportunamente
differenziati. Costituiscono di volta in volta indagini di
prima istanza - sia pure con divergenze di vedute tra le
diverse Scuole -l'esame diretto, l'urografia, !'ecogra-
fia, la TC, la RM, la diagnostica radioisotopica, le
,_ quali consentono uno studio morfologico (e per alcuw
ne di esse anche funzionale) fine e analitico. Si rendo-
no talora necessarie indagini complementari quali la
li pie/ografia e la cistografia. L angiografia ha indica-
l- zioni «mirate», modernamente assai più limitate di
te quanto avveniva in passato. La nefrostomia percutanea
!- è il punto di partenza di procedure interventistiche di
m una certa importanza realizzate sotto guida radioscopi-
'i· ca (v. paragrafo XXXIX.2.3).
"'e.
l. Esame diretto
Costituisce spesso, per gli importanti rilievi che
può consentire, il primo atto nello studio radiologico
dell'apparato urinario.
Nel contesto dell'indagine urografica si distinguo- Fase ca/icopielograflca (fig. XXV!I.5). La filtra·
Apparato urinario 575
5. Ecografia
Fig. XXVII.6. Pielografia È indagine di prima istanza nello studio morfolo-
anterograda transnefrosto-· gico e flussimetrico del rene, consentendo di riservare
mia. Il MdC, iniettato attra-
verso il tubo nefrostomico a situazioni «mirate» il ricorso a indagini più
(punte di freccia) inserito plesse o invasive. Lo studio ecografico degli ureteri,
per via pctcutanca nella viceversa, è ostacolato dal decorso profondo e dalla
,,.
·ata cavità piclica del rene
destro, consente l'opaciz-
mancanza di un'adeguata finestra acustica: fanno
eccezione i segmenti prossimale e retrovescicale, ben
La zazione (<diretta» della vie
escretrici documentando la apprezzabili quando ectasici. La vescica è accurata-
stenos'1 serrata dell'urelcrc mente esplorabile con-ecografia purché il suo lume sia
nel tratto prevcscicale disteso (il contatto con la parete addominale anteriore
(freccia). Nel caso in consi-
derazione l'urografia per evita l'interposizione di anse intestinali meteoriche!).
infusione non aveva con-
ca- sentito Io studio ·delle vie l: esame ecografico del rene viene eseguito con piani di
lar- escretrici per la mancata scansione longitudinali e trasversali con trasduttori da 3,5
eliminazione del MdC da MHz. Per lo studio del rene destro, il paziente, in apnea
parte del rene destro. inspiratoria profonda, è posto in decubito supino o con il
tia,
ma
La vescica, oltre che nella fase tenninale dell'oro-
grafia, può essere assoggettata a studio contrastografi-
co <<mirato>} mediante introduzione diretta di MdC
opaco nel suo contesto previo cateterismo transuretra-
t!e, lc (in caso di lesione traumatica uretrale, mediante
'ig. puntura diretta sovrapubica).
tlla La cistografia ascendente opaca è eseguita iniettando
ala nella cavità vescicale, dopo evacuazione del contenuto uri-
fo· nario, circa 250 ml di MdC iodato urografico opportuna-
iet- mente diluito. La documentazione radiografica è fatta nelle
:lo· proiezioni AP, oblique a 45° ed eventualmente LL. La fase
:ro- minzionalc può, al bisogno, essere seguita direttamente sul
tavolo radiologi co con radiogrammi sequenziali o videore-
an·
gistrazione (cistouretrografia minzionalc), sì da documen-
tol- tare in modo analitico gli aspetti dinamici (fig. XXVIL7).
lel·
:io- Modernamente, il ricorso alla cistografia è poco
eè frequente (almeno al di fuori dell'età pediatrica), sia
ico per il perfezionarsi delle tecniche cistoscopiche sia per
110, le grandi possibilità dimostrative dell'ecografia (per la Fig. XXVII.?. La Cistouretrografia minzionale. La sequenza radiogra-
:di cui realizzazione è sufficiente la presenza di urina in fica documenta gli aspetti dinamici dello svuotamcnto vescica!e c del
Vescica!). La cistografia conserva una certa importan- riempimento urctrale.
578 Capitolo XXvu
!--'
di da ut1hz:are inierlobari e arciformi). Còstituiscono ostacoìo 1
come finestra acustica. Per .lo stUdio del rene sillistrQ, il difficoltosa individuazione dell'arteria renale sinistra
paziente è posto in decubito laterale destro con il braècio (manc.anza u.n acustica!) e le
sollevato al di sopra del capo; il pcilo superiore del re1w è cole dimenswm de1 vas1 penfenct. Nello studio dei va.
visualizzato attraverso la finestra acustica splenica. Lo 'Stu-
pe1iferici, il cui riconoscimento avviene esclusiva.
dio potrà eventualmente essere cbmpletatù con scansi.o11i
coronali per via intercostale o sottQcostalllaterale. In Caso r.nente sulla base del segnale Doppler, assumono gran-
di mancata visualizzazione di nn rene iièlla relativa loggia è de importaqza le tecniche color- e power-Dof;pler
importante valutare il rene controlaterale, le regioni del L ecografia assume ruolo di particolare
fianco, l'area lomboaortica e la pelvi nel sospetto di even- za nello studio morfologico del rene (displasie!), ne].
tuali ptosi, ectopie o displasie. l'individuazione di masse renali, di calcoli e di idro.
nefrosi, nello studio del rene «escluso» in corso di uro-
Nelle scansiani longitudinah (fig. XXVII.8A) il grafia, nella valutazione dell'inndficienza rena/e
rene presenta aspetto ovalare. con una zona centrale acuta e cronica, dell'ipertensione nefrovascolare, ne!
fortemente ecogena corrispondente al seno controllo dei trapianti renali. Può costituire «guida>>
nella quale sono accolte le vie escretrici (peraltro non alla biopsia renale, al posizionamento di cateteri da
visualizzabili in condizioni normali!),·'e una zona cir- nefrostomia, allo svuotamento di ascessi renali e
conferenziale ipoecogena corrispondente alla porzio- all'alcoolizzazione di cisti.
ne parenchirnale, nel contesto della quale si potranno
evidenziare il profilo delle piramidi midollari e talora L'esame ecografico della vescica è dì norma eseguito
echi piccoli e speculari riferibili ai vasi arciformi. per via transaddominale con piani di scansione trasversali e
Nelle scansioni trasversali (fig. XXVII.8B) il rene ha sagittali.
aspetto rotondeggiante in corrispondenza del terzo
superiore e inferiore, a «feiro di cavallo» aperto Nelle scansiani trasversali (fig. XXV1!.9A) la
medialmente e anteriormente a livello ilare. Le carat- vescica presenta aspetto quadrangolare, simmetrico
teristiche strutturali sono simili a quelle sopra descrit- rispetto alla linea mediana; nelle scansioni sagitta/i
te. Nelle scansioni a livello ilare è possibile evidenzia- (fig. XXVII.9B) assume aspetto triangolare con apice
re il peduncolo vascolare. in corrispondenza del trigono e base costituita da!!a
Lo studio analitico del flusso ematico renale è con- parete anteriore. In condizioni di replezione, la parete,
venientemente effettuato con-tecnica eco-Dopplà in iperecogena, è sottile, continua e regolare, il lume ha
corrispondenza dei vc:).si maggiori (arteria e vena rena- ecbstruttura di tipo liquidOiimpido; a vescica vuota, la
le), del seno renale (vasi segmèntari) e del parenchima parete aumenta di diventa apprezzabile ne!
suo contesto uno strato ipoecogeno (muscolo detruso-
re non disteso!). La valutazione del residuo urinario
vescicale postminzionale è possibile con una certa
A 8
Fig. XXVII.S. Aspetto ecotomografico normale del rene. In A sçansio-
ne longitudinale del rene destro; in B scansione trasversale. Nei due di-
versi piani di scansi one il rene (punte di freccia) assume rispettivamen- Fig. XXVI1.9. Aspetto ccotomografico normale della vescica. In A
te aspetto ovalare allungato c rotondeggiante. Nel suo contesto è possi- scansione trasversale sovrapubica. In B scansionc longitndinak
bile distinguere una zona periferica ipoecogena an!llare, espressiva del mediana. Nei due diversi piani di scansione la vescica (V), distesa dal·
parcnchima corticale e midollare, delimitata sul versante esterno da una l'urina (accorgimento metodologico indispensabile per il suo studio!),
sottile bardatura iperecogena (interfaccia tra capsula renale e grasso assume rispettivamente aspetto quadrangolare simmetrico c triangola·
perirenalc!), e una zona centrale iperecogena, rappresentativa del seno re con apice rivolto verso l'alto. Le pareti vescicali, ecogenc, sono con·
renale. Nella scansione trasversale è apprezzabile la vena renale (frec- tinuc e regolari; il lume è ecoprivo. Posteriormente alla vescica sono
cia) nel suo decorso dal! 'ilo verso la vena cava inferiore. apprezzabili l'utero (u) e la vagina (freccia cu1·va).
Apparato urinario 579
'
accuratezza. L'uso della via endocavitaria con trasdut- e.v. «a. bofmt del MdC si susseguono nei tempo (fig.
;ore a scansione rotante introdotto per via- cistoscopica XXVIl.lO): la fase vascolare, nella quale si ·opacizzano i
permette lo studio analitico dei meati ureterali e della vasi renali e la corticale (nefrogramma precoce); la fase
'ic- nefrografica, nella quale l'incremento del valore di attenua-
va. parete vescicale.
Nello studio della vescica, l'ecotomografia assu- zione interessa progressivamente la midollare (1-3 min); la
va. fase pielografica, nella quale si ha progressiva attenuazione
an- me ruolo di particolare importanza nell'individuazio-
dell'effetto nefrografico e opacizzazione intensa delle vie
'er. 11e di tumori vescica/i (fino a 2 mm di diametro con escretrici. ·
an- trasduttol'i endocavitari!), di materiale endoluminale Lo studio della vescica ha luogo direttamente con scan-
le]. (calcoli!), nella determinazione del volume vescica!e e sione contrastografica, assumendo le immagini subito dopo
'ro- del residuo postminzionale. la fine dell'iniezione del MdC (c.e. della parete vescicale!)
!ro- e, se necessario, dopo 10-15 minuti (opacizzazione dell'uri-
afe na!).
nel 6.TC
da>> La TC dimostra in maniera precisa il contorno dei
da È tecnica di grande importanza nello studio del- reni (tessuto adiposo perirenale!) e la loro struttura (tes-
'i e l'apparato minario. Consente di documentare con effi- suto adiposo intrarenale! differenziazione corticale/mi-
cacia l'anatomia e i rapporti topografici dei reni (spazi dollare dopo MdC!). Il rene, in corrispondenza del po-
peri- e pararenali!), degli ureteri e della vescica, non- lo superiore, ha'forma ovalare ed è delimitato mediai-
uito che eventuali reperti patologici. mente dal pilastro diaframmatico, lateralmente dal fe-
ali e gato a destra e dalla milza a sinistra; a livello degli ili
Nello studio dei reni la scansione diretta assume impor- ha forma «a ferro di cavallo» con apertura anterome-
Janza nella ricerca di calcificazioni e aree emorragiche, e diale (seno renale!); a livello degli ili e del polo
l la llclla valutazione densitometrica delle masse renali. Si riore è delimitato medialmente dal muscolo grande
rico acquisiscono strati contigui di 5-7 mm di spessore o, con psoas. L'arteria renale sinistra, a decorso trasversale, è
tta/i tecnica spiroidea, l'intero volume renale. Dopo iniezione sempre bene individuabile ed è parallela alla vena
naie che le decorre anteriormente; l'arteria e la vena
la Ila renale destra sono meno facilmente individuabili. La
·ete, fascia di Gerota è osservabile pressoché
te, soprattutto se per processi flogistici o neo-
a, la plastici; non è la capsula renale. Gli
·nel ureteri sono individti'àbìli con facilità anteriormente ai
liSO· muscoli psoas, soprattutto nella fase pielografica. La
ario vescica ha forma tipicamente quadrangolare, ad asse
:erta maggiore trasversale (fig. XXVII. l l): la sua parete, ben
contrastata sul versarìte esterno dal tessuto adiposo pcl- (uro-RM). L'angio-RM estende il campo d'azior.e ali'
vico, è sufficientemente delineata anche sUI versante in- valutazi-one diretta dei vasi renali.
tei"no dal contenuto luminale ipodenso nelle scansi ani
immediate, iperdenso in quelle tardive. La RM è eseguita con. sequenze T[. c T2-pcsate (SE! GÉ['
Costitui'Scono indiCazioni fondamenttili della TC: turbo-SE! con soppress10ne del segnale del grasso!) t· ·_
lo studio diù.traumi renali (n6'1 quak;è indagine di piani trasversali e coronali,
tah e obhqm (ftg. XXVII.12). La scanswne contrastogra(
prima istanza!); ca (Gd-DTPA c.v.!) è preziosa per la yalutazione del c"" ;·
1
- del rene escluso (sede, causa cd estensione dell'o- L'uro-RM è realizzata con sequenze
stacolo al deflusso urinario!); simili a quelle _descritte la colang!o-_RM (v. paragrar:
delle «masse renali» (individuazione e caratteriz- XXII.S). Le v1e escretnct sono prehmmarmct1te distes ·
zazione di lesioni di piccole dimensioni; definizio- facendo in,gerire al paziente un a.deguato volume di
ne dell'invasione degli spazi peri- e pararenali; (al quale e opportunamente aggmnto MdC superparmna-
dimostrazione di linfoadenomegalie paracavali, gnetico sì da cancellare il segnale proveniente dalle ruÌsè
trombosi della vena renale c della vena cava infe- intestinali). Si acquisiscono preferenzialmente strati cdro.
nali di alcuni centimetri di spessore si da poter rappresenta.
riore, lesioni nel rene controlaterale, metastasi re nelle diverse immagini l'intera via ·(fig.
epatiche; follow-up post-operatorio); XXVII.lJ). .
delle infezioni renali (pielonefriti, ascessi); I.:angio-RM, tecnica di rilievo nello studio dèlle stenosi
della litiasi, quando le altre indagini non siano arteriose renali, è realizzata con le modalità tecniche
risultate dirimenti; descritte nel paragrafo XI.5.
delle dislocazioni delle vie urinarie (linfoadenopa-
tie paraaortiche, pseudocisti pancreatiche, tumori Nel rene (v. fig. XXVII.12), nelle immagini
retroperitoneali, ematomi intracapsulari; per la pesate la corticale dà segnale più intenso della middf·
vescica: cisti dell 'uraco, tumori uterini e ovarici, !are ed è da questa ben differenziabile; l'ilo rena/é, .
lipomatosi pelvica, linfoceli); ricco di tessuto adiposo, dà segnale elevato: nel suO
la stadiazione locoregionale del carcinoma vesci- contesto sono apprezzabili, privi di segnale, i ·
ca/e.
7.RM Fig. XXVII.12. RM del rene. Nelle scansimti TI-pesate (A) il reneè
bene differenziabile dal tessuto adiposo dello spazio perirenalc
La RM è indagine alternativa alla TC nello studio presenta elevato segnale. Nel contesto del parenchima la corticale >1
&molti tipi di patologia renale e vescicale, in ciò age- diffcrcm:ia dalla midollare per il segnale più elevato. Jl seno retihle
risulta patticolarmcnte iperintcnso per il contenuto adiposo; al suo
volata dalla favorevole risoluzione di contrasto, dalla interno sono identificabili, prive di segnale, le strutture vasco]ari_c"l_e
multiplanarietà, dalla disponibilità di MdC a basso cavità calicopielichc che, nel caso in considemzione, risultano ccta>l·
impegno funzionale del rene. La possibilità di eviden- che a sinistra; le vie escretrici sono peraltro meglio identificabili ndlc
ziare selettivamente, con opportune sequenze, i fluidi sequenze T2-pesate per l'elevata intensità di segnale del!· urina (B_J, Le
strttttuw vascolari c calicopieliche dell'ilo renale sono meglio cvtrlcn·
stazionari, consente di ottenere valide immagini d'in· ziabili, nel singolo rene, nelle scansioni oblique coronali TI-pesate
sieme delle vie escretrici di aspetto similurografico dirette (q, in fase contrastogmfica vascolare (D) e ne fra grafica (E).
581
8. Diagnostica radioisotopica
Consente, con tecniche e radiofarmaci dive_rsi,
splorazione morfofunzionalc del rene, lo della
dinamica di svuotamento della pelvi renale,
cazione del retlusso vcscico-ureterale.. Assqme parti-
colare rilievo nella valutazione dell'ipè,itenSiòne
masi vascolare, della necrosi tubulare acùta:,'. del rigetto
Fig.XXVII.13. Uro-RM in paziente sottoposto a cistectomia radicale
1iche immunologico del rene trapiantato.
10nricostruzionc di neovescica ilealc. Immagine coronale ottenuta me-
diante sequenza turbo-SE marcatamcntc T2-pcsata elaborata con algo-
ritmo M!P. L'ipcrintensità dell'urina consente di ottenere un'immagi-
Ti, <<sinteticUJ> delle vie escretrici dilatate e dell'anastomosi urctcrale
idol- in corrispondenza della fossa iliaca destra. Si noti l'elevata intensità di
segnale dellìquor cndorachideo (effetto similmielografico).
7a/é,
suo mnali e, quando ectasiche, le cavità calicopieliche (le
vasi quali divengono iperintensc nelle immagini T2-pesa-
tc!). Tra gli spazi peri- e pararenale, ricchi di tessuto
adiposo (segnale elevato nelle immagini TI-pesate!), è
riconoscibile !a.fascia di Gerota come sottile banda
curvilinea a segnale di bassa intensità. Gli ureteri, se
distesi da urina, sono ben distinguibìH (segnale di Fig. XXVII.14. RM della vescica. Nella scansione , i con
bassa intensità nelle sequenze T I.-pesate, di alta inten- sequenza T l-pesata (A) la parete vescicale è delineata aJl'cstcrno dal
sità in quelle T2-pesate). Nella vescica (fig. grasso perivesciealc (alto segnale!), all'interno dal conti:nUto urinario
(basso segnale!); nella sequenza T2-pcsata (B) è beT!:dclimitabile solo
XXVII.l4) il lume, per il contenuto urinario, dà segna- sul versante interno (segnale ipcrintcnso dell'urina!): r=
le di bassa intensità nelle immagini TI-pesate, di alta retto; asterischi =utero.
intensità nelle immagini T2-pesate; la parete dà segna-
le di media intensità ed è ben differenziabile sul ver-
sante interno dal contenuto urinario (soprattutto nelle
sequenze T2-pesate!) e sul versante esterno dal grasso
perivescicale (soprattutto nelle sequenze Tl-pcsate!).
La RM trova indicazione:
rene è
1lc èhc
nella caratterizzazione di natura delle <anasseJJ
icale si renali per le quali la TC non abbia fornito risultati
retèle dirimenti;
al suo nell'identifìcazione del contenuto emorragico di
ari c·k
cciasi·
cisti semplici di piccole dimensioni (ipcrdense alla Fig. XXVII.lS. Rene polieistico di tipo adulto. RM. Scansione coro-
ili ndlc TCI) (fig. XXVII.15); nale dell'addome con sequenza GETI-pesata. Entrambi i reni sono
(Bl. Le nel riconoscimento delle complicanze postopera- aumentati di volume (ma particolarmente il sinistro!) per la presenza
cvidcn· nel loro contesto di numerose cisti di varia dimensione, alcUne delle
torie e del rigetto acuto del trapianto renale; quali protrudono nello spazio pcrircnalc. Vintcnsità del 'segnale è
-pesate
;a (E).
nella stadiazione del carcinoma renale (estensione media, ma alcune cisti (asterisco) hanno segnale di elevata intensità
della trombosi venosa neoplastica!); quale conseguenza del pregresso sanguinamcnto.
-.5:082,______________________________ --------=·
CapitoloXX/IJj ·
La scintigraf'ia renate' con radiofarmaci a preva- mediante diuresi forzata indotta con somministrazio
lente fissazione corticale consente di acquisire infor- di furosemide. ne
mazioni morfofunzionali (distribuzione intrarenale del La scintigrafia renate sequenziale con radiofar.
radiofarmaco! valutazione comparativa della captazio- maci a rapida eliminazione utilizza i1 99mTc-dietilen.
ne dei due reni!), ma è scarsamente attendibile nello triamino-pentaacetato (99mrc-DTPA)) la 99mrc-m
studio delle lesioni occupanti spazio. captoacetilglicina (99mTc-MAG3)) l'acido
minoippurico marcato con 123J (123J-OIH). Questi ra.
È utilizzato il99mTc-dimercaptosuccinato (99mTc-DM- diofarmaci vanno incontro a rimozione renale con mec.
SA), meno frequentemente il 99mTc-glucoeptonato e la canismi -diversi e consentono quindi di esplorare aspet.
99mTc-aprotinina. Questi radio farmaci, dopo iniziale filtra- ti definiti della funzione renale.
zione glomerulare (con parziale escrezione urinaria), sono
assoggettati a prolungata ritenzione nel tubulo prossimale. Il 99mTc-DTPA è eliminato mediante filtrazione glome-
È quindi possibile, a distanza di 1-2 ore dalla somministra- rulare senza riassorbimento o escrezione attiva tubulare: la
zione e. v., la visualizzazione del parenchima corticale fun- misura della sua clearance equivale quindi alla misura del
zionante. filtrato glomerulare. 111231-0IH è eliminato mediante filtra.
zione glomerulare ed escrezione attiva tubulare totale: la
Sue indicazioni principali sono: la valutazione del misura della sua clearance equivale quindi alla misura della
parenchima funzionante residuo nelle nefropatie; la portata renale p/asmatica effettiva. Il rapporto fra la clea.
dimostrazione della presenza di parenchima alterato rance del 99mTc-DTPA e del 1231-0IH fornisce quindi una
in nefropatie di non agevole caratterizzazione ecograM stima della frazione di filtrazione glomerulare (normalmen.
fica e urografica; la individuazione di alterazioni foca- te intorno al20% della portata renale plasmatica effettiva).ll
li della corticale (aree infarhmli - fig. XXVII.16; 99mTc-MAG3 è eliminato mediante escrezione tubulare par-
nefriti lobari pmcella1i); lo studio delle malformazioni ziale, con una clearance intermedia fra quelle del 99mrc.
renali nei casi di dubbia interpretazione ecografica e DTPA e dell23I-OIH.
urografica.
La scelta del radio farmaco è influenzata, oltre che
:Vimmtmoscintigrafia con anticorpi monoclonali
dal fenomeno fisiopatologico che si intende esplorare,
anti-antigene tumore-associato offre validi risultati dal grado di funzione renale residua e dal costo (mini-
nello studio dei tumori del rene (ma la fisiologica mo per j]9 9mrc-DTPA, massimo per j]l23J.O]H).
escrezione urinaria del radiofarmaco o di suoi prodot-
ti di degradazione interferisce spesso nella qualità
della visualizzazione scintigrafica della neoplasia pri-
mitiva). Risultati migliori consegue la PET (18p.
FDG!): la componente del tracciante assoggettata a
escrezione renale (10-15% in 60 minuti) è allontanata
a b
Si acquisisce in maniera dinamica una serie continua di ne. La vasocostrizione indotta dall'angiotensina II si estrin-
'"' . magini per 20-30 minuti. La valutazione visiva (con
1111
,entuale ((compresswne
• temporal e)) deIl'.mtera sequenza
seca tuttavia anche a livello sistemico, costituendo una delle
possibili cause di ipertensione arteriosa sistemica, la cosid-
zo-30 secondi) è seguita dall'elaborazione di curve atti- detta «ipertensione renovascolare)). La somministrazionc
'"dtàltempo «ra d._wne1 r·._,ch 1mente · · da del captopril interrompe questo meccanismo di compenso
1 e fasi ben dlfferenzlah!h (f1g. XXVIL17). Nella pnma intrarenale: la diminuzione delle resistenze post-glomerula-
di breve durata, la radioattività parenchimale aumenta ri che ne consegue induce una caduta della pressione di fil-
apidamente per effetto della perji1sione ematica. Nella trazione glomerulare e quindi una drastica riduzione del fil-
:cconda fase prevalgono i fenomeni di accumulo e traspor- trato. Il test farmacologico rende pertanto più evidente l'i-
to del radiofilrmaco attraverso il parenchima renale (tempi poafflusso arterioso al glomerulo renale (riducendo la clea-
di transito!): l'elaborazione dei dati rende possibile deter- rance del rene affetto rispetto al rene non affetto) che può
minare, in ciascun rene, i parametri temporali di escrezione sfUggire alla scintigrafia eseguita in condizioni basali.
ne- ela clearance renale del radiofarmaco. Nella terza fase ha Lafurosemide è un farmaco a intensa azione diuretica.
: la luogo l'allontanamento del radiofarmaco attraverso le vie La sua somministrazione e.v. durante l'esecuzione della
del escretrici: è così possibile valutare l'eventuale presenza di scintigrafia renale sequenziale (fase di escrezione'.) può
tra- patologia organica o funziOnale del giunto pieloureterale e consentire di distinguere pseudoostruzioni (ad esempio, un
t, la ftmzione urodinamica della vescica (ritmo e frazione di ralleritato transito del radiofarmaco per ipotonia della pelvi
ella -eiezione; tempo di emisvuotamento; residuo vescicale). renale) da ostruzioni vere dovute a patologia organica del
lea. Quest'ultimo studio è utile nei pazienti con turbe della rego- giunto pieloureterale. ·
una lazione neurovegetativa (vescica neurogena in corso di para-
IC!l·
plegia! neuropatia periferica in corso di diabete mel!ito!). Le tecniche radioisotopiche di misurazione del-
).Il Le curve attività/tempo detenninate in fase minzionale le clearancc rcnali (iniezione «a bolo» del radiofar-
Jar- JÙngo il presunto decorso degli urcteri possono consentire
J'individuazione di eventuali reflussi vescico-ureterali (per macO! non necessità di raccolta diretta delle urine me-
Tc- diante cateterismo vescicale!) sono di esecuzione più
lo studio dei quali, peraltro, tecnica di elezione è la cisto-
scintigrafia minzionale eseguita introducendo direttamente semplice e più accurata rispetto alle tecniche laborato-
che in vescica mediante cateterismo una certa quantità di indi- ristiche basate sull'impiego dell'inulina. Radiofarma-
catore radioattivo). co di riferimento per la misura del filtrato glomerulare
m,
ini- è iJ51Cr-etilendiaminotetraacetato (51Cr-EDTA).
La scintigrafia renale sequenziale, eventualmente
integrata da prove farmacologiche, assume particolare
importanza: nella valutazione comparativa della fun- 9:Angiografia
zione dei due reni; nello screening dell'ipertensione
renovascolare (test al captopril!); nello studio de!l'in- Assume grande importanza per la diagnosi di iper-
slifficienza renale acuta da necrosi tubulare e del tensione renovascolare (in questa affezione assume
rigetto immunologico del trapianto renate; nella indiM anche significativo ruolo terapeutico: angioplastica
viduazione delle uropatie ostruttive da cause pura- transluminalei posizionamento di stenti). Trova indi-
mente dinamiche (test alla furosemide!). cazione nella valutazione dell'anatomia vascolare
(arterie polari!) in previsione di interventi chirurgici
Il caplopril è un farmaco inibitore dell'enzima conver-
complessi, e nello studio preoperatorio dei donatori di
titore dell'angiotensina (ACE). Questo enzima, come è
noto, agisce sull':mgiotensina I (inattiva, prodotta per azio- rene (angiografia digitale venosa!). Può essere prezio-
ne della renina su un'<Xt_"globulina plasmatica, l'angiotensi- sa nell'identificazione dell'origine di grosse lesioni
convertendola in angiotensina II, che induce una soprarenali (apporto arterioso!). Con tecniche di deri-
mtensa vasocostrizione dell'arteriola glomerulare efferente. vazione angiografica è possibile I'embolizzazione di
Una stenosi dell'arteria renale induce diminuzione della tumori e di lesioni traumatiche renali (v. paragrafo
nell'arteriola glomerulare afferente, quindi dimi- XXXIX.l.l ).
nuztone della pressione di filtrazione e del filtrato glomeru-
. lare. A scopo compensatorio l'apparato iuxtaglomerulare Lo studio angiografico del rene inizia di nonna con
aumenta la produzione di renina, la quale innesca una cate- l'aortografia addominale (numero, origine, calibro delle
rizzata na eventi che, mediante l'aumento della produzione di arterie renali, loro distribuzione intraparenchimale) e
onte lo II, inducono una costrizione dell'arteriola gue con il cateterismo selettivo delle arterie rcnali
eltl'il· e quindi un aumento delle resistenze post-glome- (migliore definizione delle fasi arteriosa, arteriolare, paren-
tulan con conseguente aumento della pressione di ftltrazio- chimograftca e di ritorno venosa! possibilità di procedure
584 Capito/o XXV[]
interventisti che! - fig. XXVII.18). La flebografia selettiva La fusione dei due reni è la conseguenza della man.
renale è effettuata pressoché esclusivamente a fini di pre- cata separazione della primitiva massa nefrogenica 0
lievo ematico per il dosaggio della renina. La cavografia più probabilmente, della coalescenza dei due blastemi
inferiore, utilizzata in passato per la valutazione dell'inva- durante la loro ascesa dalla pelvi ali 'addome. Le vie
sione venosa da parte di tumori renali e pararenali, è moder-
namente sostituita dall'ecografia (color-Doppler!), dall'an-
escretrici mantengono la loro indipendenza. Il rene, co.
gio- TC, dalla RM. me è noto, origina nella pelvi e risale poi gradualmente
fino all'altezza della 2' vertebra lombare; va incontro
successivamente a una rotazione di 90°. Un anormale
10. Malformazioni dell'apparato urina- svolgimento di questo processo può produrre deviazio-
ni per difetto (le più comuni), per eccesso, per inversio-
rio ne, alle quali si fa riferimento con il termine generico di
distopie ed ectopie. La forma estrema per difetto è lato-
Costituiscono un insieme vario e numeroso di alte- tale mancanza di risalita: il rene rimane sede pelvica;
razioni delle vie urinarie aventi alla loro base:un even- l'uretere è estremamente breve; si associa malrotazio-
to displasico. Il loro inquadramento è controverso, sia ne; talora manca il rene contro laterale (fig. XXVII.l9).
per quanto riguarda il concetto stesso di .«displasia» Nella forma estrema per eccesso, impropriamente det-
(termine istologico con il quale si indica, secondo ta «rene toraci cm> (fig. XXVII.20), un rene, più fre-
Williams, la presenza nel rene di elementi renali pri- quentemente il sinistro, è alloggiato neli' addome supe-
mitivi e di tessuti normalmente estranei al rene), sia riore, in un'ernia o in un'eventratio diaframmatica(ve-
per quanto si riferisce alla patogenesi e di conseguen- rosimilmente secondaria alla posizione alta del rene).
za alla classificazione. Illustreremo le più frequenti e L'inversione, la cui forma completa è detta distopia o
importanti nella pratica medica. ectopia crociata, è una alterazione della migrazione re-
naie non solo quantitativa, come le precedenti, ma an-
JO.l.Dismorfie che qualitativa, con deviazione verso il lato opposto del
Sono le forme più semplici di displasia e consistono in
combinazioni variabili di fusioni, distopie ed ectopie dei
reni, che producono alterazioni morfologiche di diversa
espressività. La loro osservazione è più comune nella pra!i-
ca urologica pediatrica data la frequente associazione con
anomalie congenite· di maggior clinico (cardiovascola-
ri, gastrointestinali, genitali, .del sistema nervoso), che
richiamano precocemente l'attenzione e inducono a ricer-
che sistematiche.
rene e dcll'urctere durante il processo di risalita (fig. Fig.XXVIJ.22. Rene a ferro dl cavallo. Casi diversi./n alto sezioni cco-
tomogmfiche trasversale (a sinistra) c Jongitudinalc (a destra); in basso
XXVII.21 ); il rene distopico si situa al di sotto del TC con scansionc contrastografica (a sinistra) e aortografia transfemo-
!rolatera!c, con il quale di solito si fonde; per la rale (a destra). Cecografia c la TC consentono di individuare l'istmo che
mitante malrotazione le pelvi sono dirette verso la linea collega i due reni c valutare i suoi rapporti topografici con l'aorta (al-
mediana; l 'uretere è frequentemente dilatato ma con quanto spostata verso dcstnt c con pareti parzialmente calcifiche nel-
l'immagine TC) e con la colonna vertebra! c. La funzionalità dell'istmo
sbocco in vescica normale. può essere dimostrata sia con la TC (c.c.!), sia con (effet-
Il rene a ferro di cavallo è il risultato di un difetto to parenchimograficol), Si osservi la distopia di orientamento delle pel-
di risalita associato a fusione e rappresenta il tipo più vi rena!i
586 Capitolo XXVI!
rene distopìco ); maggiore incidenza di neoplasie maligne nesi. La valutazione combinata mediante ecografi
(nel rene «a ferro di cavallmt soprattutto il tumore di (dimensioni del rene, regolarità dei margini,
Wilms); associazione con altre malformazioni urinarie pri- ed ecostruttura parenchimale), scintigrafia renate e
mitive; ostacolo al drenaggio urinario; predisposizione all'i- urografia (capacità escretoria) hanno pertanto grande
pertensione e all'insufficienza renale. In queste due ultime utilità data anche la persistente difficoltà, in età pedia-
situazioni assume importanza l'alterata irrorazione. La
vascolarizzazione del rene durante l'evoluzione del suo
trica, dì valutare singolarmente la funzione dei due
abbozzo è inizialmente fornita da rami pelvici e successiva- reni con altri metodi. I.:ipoplasia (fig. XXVII.2J) e
mente da raìni originati a livelli progressivamente più alti detta armonica se sia il rene che il suo sistema escre-
man mano che il rene migra verso la sua sede definitiva. A torio sono piccoli ma normali («rene in miniatura>l); il
un arresto della risalita corrisponde, quindi, un'anomala contro laterale può essere più o meno ipertrofico.
origine dei suoi vasi (arteria iliaca comune, ipogastrica, E detta disarmonica se l'architettura della via escretri-
sacrale media, aorta, mesenterica inferiore) e frequente- ce è alterata. L'ipoplasia bilaterale è caratterizzata da
mente la presenza di arterie multiple. L'irrorazione anoma- una diminuzione del numero totale dei nefroni con
la potrà determinare ipoplasia renale (e quindi insufficienza loro marcata ipertrofia: la morfologia generale è di
funzionale e ipertensione), restringimenti o ostruzioni da tipo armonico; la concentrazione urografica del MdC
vasi aberranti (e quindi pielectasie di varia gravità e talora è scarsa. L'ipoplasia segmentaria è lesione distrettuale
idroureteronefrosi).
Il rene dismorfico può possedere una normale architet- per lo più secondaria a una primitiva anomalia di
tura istologica oppure può essere strutturalmente displasico vascolarizzazione. In tutte queste forme può associar-
(secondo la definizione di Williams più sopra ricordata). si la presenza di cisti displasiche o secondarie a ostru-
zione distale.
10.2. Malformazioni parenchimali
10.3. Displasie renali cistiche
Si estrinsecano isolatamente o inserite in sindromi
più complesse, in una articolata e poliedrica varietà di Come più sopra ricordato, la displasia renale è un'alte-
forme la cui classificazione è ardua per l'imprecisa razione istologica caratterizzata dalla presenza di elementi
primitivi renali e di tessuti normalmente estranei al rene
distinzione anatomopatologica tra i diversi quadri.
(cartilagine, tubuli retti primitivi tappezzati da epitelio cubi-
L'aplasia renate unilaterale (quella bilaterale è co, cisti di dimensioni da minuscole a enormi fino all'e-
incompatibile con la vita) è associata ad aplasia sempio estremo del rene multicistico). Lo studio «per
rale. Il rene controlaterale, ipertrofico, spesso ectopi- immagini» ha un ruolo molto importante nel riconoscimen-
ca, malformato, con alterazioni della via escretrice, to delle tre varietà principali:
richiama inizialmente l'attenzione per l'erroneo - con w·etere atresico (il rene interessato può essere
sospetto di «massa». In circa due terzi dei casi si asso- ingrandito e multicistico o piccolo e fibroso);
ciano malformazioni genitali. L'ecografia, la scinti- con uretere pervio ma anomalo a impianto ectopica,
grafia renale, l'urografia e nei casi di dubbio persi- stenotico o refluente, e con rene piccolo a pelvi ampia e
stente anche la TC, consentono di accertare l'assenza atonica (frequentemente vi è reflusso con conseguenti
del rene aplasico in sede normale e nelle più comuni complicazioni infettive). Si osserveranno le ridotte
sedi di ectopia. dimensioni renali, la massa di calici arrotondati posti al
di sopra della pelvi ectasica e verticalizzata: un q1mdro,
Numerose cause, congenite e acquisite, possono quindi, di ipoplasia disarmonica;
essere responsabili di una ipoplasia renate, ma è sem-
con ostruzione congenita dell'uretra: in questa varietà
pre difficile stabilire il reale meccanismo patogenetico la diplasia cistica renale interessa soprattutto la cortica·
dell'ipoplasia, sia per la frequenza con la quale le ano- le. Il quadro anatomopatologico è ben ricostruito con
malie di sviluppo sono complicate da infezioni o da l'associazione ecotomografia-urografia.
fatti ischemici, sia perché una malattia acquisita che
colpisce anche altri sistemi può evolvere subdolamenH Il rene multicistico è una forma estrema di displa-
te nell'ambito urinario e passare inosservata nella sua sia nella quale il parenchima renale è pressoché total-
fase evolutiva, manifestandosi solo a processo conclu- mente sostituito da un ammasso di formazioni cisti-
so. D'altra parte, la funzione residua di un rene picco- che; l'uretere è costantemente atrcsico.
lo e il suo ruolo nel determinismo dell'ipertensione e
di infezioni renali sono fattori che rivestono per il cli- La patogencsi è legata verosimilmente a una
nico un'importanza maggiore che non la loro patoge- connessione tra l'abbozzo ureterale e il blastema metanefn-
,narato urinario 587
'li 4
)!:_--
tutte le sue componenti data la funzionalità renale genita displasica. Dal punto di vista diagnostico non è
neralmente buona. L.a R!Y! di in possibile la sua differenziazione dalle cisti che
concomitanza con ep1sodJ d1 ematuna, fenomem gono per ritenziom: urinaria da ostruzione intraparen-
ragici intracistici (v. fig. XXVII.15), rilevabili peraltro chimale da parte di tessuto connettivo. Il riscontro di
anche ecograficamentc dalla corpuscolatura e dalla pre- cisti renali, quasi sempre asintomatiche, è comunque
di livelli solido/liquido all'interno delle cisti. I.:ar- estremamente frequente (sopra i 50 anni di età si
teriogrc({Ìa renale potrà consentire ÌQ- caso di ematuria riscontrano cisti renali in circa il 50% dei soggetti!). In
persistente l'cmbolizzazione del ramo vasai e che ne è linea generale, le cisti renali tendono ad aumentare di
Oto-
causa. numero più che di dimensioni. Il riconoscimento di
nen-
1UU-
Cisti pielogeniche e diverticoli del calice costitui- natura è facile con l'ecotomografia (fig. XXVII.28):
Uido scono verosimilmente un 'unica affezione caratterizza- mancanza di echi all'interno della lesione; regolarità,
ena- ta dalla presenza di una o più formazioni cistiche, per continuità e sottighezza delle pareti; rinforzo di parete
lerto lo più piccole, comunicanti mediante un sottile collet- posteriore. Talora si possono riscontrare sottili sepi-
dd to con un calice normale (fig. XXVII.27). Corigine è mentazioni all'interno della cisti. Nella diagnosi diffe-
Imi-
probabilmente congenita. Il più delle volte trattasi di renziale con i tumori necrotici si terrà conto del fatto
reperto occasiona! e. Le cisti pielogeniche sono diffcil- che questi hanno solitamente pareti spesse, irregolari e
ma. mente differenziabili all'ecografia, per la mancata vi- non presentano rinforzo di parete posteriore. Se il dub-
CO· sualizzazione della comunicazione con le vie escretri- bio persiste, la TC (fig. XXVIL29) e la RM potranno
dci ci, dal megacalice congenito e dalle cisti parapieliche dimostrare i margini netti e regolari della cisti, il valo-
isti, (di riscontro frequente, natura acquisita e origine pro- re di attenuazione e i tempi di rilassamento simili a
ella babilmente linfatica; localizzate nel seno renale, sin- quelli dell'urina (la densità della cisti e l'intensità del
ldi- gole, più spesso multiple, talora multiloculate e rami- segnale nelle immagini Tl"pesate possono aumentare
lio- ficate); all'urografia, quando si ha mancata visualiz- in caso di emorragia intracistica), la compressione del
:nte zazione del colletto, dalle cisti parapieliche e dalla li- parenchima circostante e soprattutto il valore di atte-
.tte: pomatosi del seno renale, affezione clinicamente asin- nuazione del contenuto e delle pareti della cisti non
.ga- tomatica che consiste in un accumulo di tessuto modificato dalla somministrazione di MdC, a diffe-
:nto poso in eccesso rispetto ai valori usuali attorno ai renza di quanto avviene per il parenchima circostante.
ma- pi calicini e all'ampolla negli individui di grossa mole Al!'urogrqfia la cisti comprime, disloca in maniera
ella corporea. La TC generalmente ne dimostra l'opaciz- arciforme e stira i gruppi calicini ,con i quali assume
e in zazione in fase pielografica. - rapporti; quando di grandi dimensioni deforma il con-
La cisti sierosa renate è considerata affezione con- torno renale (flg. XXVII.JO). Questo aspetto di
«massm> può lasciare, tuttavia, dubbi di natura (asces-
quello urografico.
Le dilatazioni tubulari hanno origine displasica
disembriogenetica: la non rara presenza di calcoli
all'interno dei tubuli dilatati va intesa come complica-
zione secondaria. L'esame diretto radiografico non
fornisce elementi significativi nelle forme pure; in
quelle complicate, viceversa, la presenza di minute
calcificazioni intraparenchimali, isolate o riunite in
gruppi regolari attorno al seno renale, costituisce un
forte segno di sospetto in favore di questo tipo di
Fig. XXVII.29. Cisti renale complessa. TC. La scansione contrasto- displasia.
grafica evidenzia una voluminosa cisti intrarenale destra con margini La dilatazione monotubulare produce ali' urogra-
regolari e contenuto liguido di densità urinosa. Nel suo interno sono
apprezzabili una sottile sepimentazionc e una vegetazione solida di fia una immagine «a fiamma di candela» emergente
maggiori dimensioni: l'assenza, per entrambe, di c.e. può essere con- dalla coppa di un calice poco o nulla modificato {fig.
siderata indicativa di benignità. XXVI1.31 }. Nella dilatazione pluritubulare l'immagi-
ne urografica assume aspetto «a getto d'innaffiatoiO>>
so? tumore?). C angiografia, di per sé non necessaria a o «a corona ducale» se lungo tutto il bordo della coppa
fini diagnostici, dimostrerà l'assenza di circoli neofor- caliciale sono presenti immagini puntiformi contenen-
mati e lo stiramento e la dislocazione dei vasi senza ti MdC (in quest'ultimo caso le dilatazioni interessano
segni di infiltrazione. le estremità terminali dei tubuli di Bellini).
Nel rene a spugna la dilatazione tubulare precali-
10.4. Displasie tubulomidollari ciale è diffusa e macroscopicamente rilevante, sì da
Costituiscono un gruppo di alterazioni della piramide conferire alla piramide un aspetto microcistico <<spu-
renale aventi come lesione fondamentale una più o meno gnoso» caratteristico.
estesa e grave ectasia tubulare primitiva di natura
ca. I.;eziopatogenesi è controversa (ostacolo meccanico Il rene a spugna è relativamente raro e si osserva per lo
della via escretrice? papillite fetale? reflusso più neli' età adulta con prevalenza nel sesso maschile. Èin
re?}. Puigvert sostiene la possibilità di un'ipoplasia genere bilaterale, ma sono noti casi in cui risulta colpita
nita piramidale con conseguente ampliamento degli spazi solo una parte di un rene. Le dimensioni renali sono nor-
calìciali. Tra le displasie tubulomidollari si includono da un mali; la corticale è integra. Da un punto di vista clinico l'a-
lato le dilatazioni tubulari (la cui espressione più nota è il spetto maggiormente significativo del rene a spugna con-
rene «a spugna>l), dall'altro !'ipoplasia pframidale (con i siste nello sviluppo di calcoli nelle cisti, il che comporta
quadri del megacalice e della megacalicosi). talora l'insorgenza di coliche renali e di ematuria.
n
n
li
'P'""
del tessuto midollare e conseguente aumento di
dimensioni (e talora di numero) dei calici.
Id
.,. La riduzione del tessuto midollare (dovuta, secondo
aumentati di numero e per reciproca compressione as- matura suddivisione della gemma ureterale o allo svì.
sumono forma poligonale o sfaccettata. La diagnostica luppo anomalo di due gemme ureterali da uno stesso
radioisotopica può fornire dati importanti: se esiste una dotto di Wolff.
perdita di nefroni (sindromi postostruttive, pie.lonefriti Nella duplicazione completa, il rene, drenato da due
croniche, re:flusso ), la fase di accumulo risulterà co- ureteri, è di regola più grande del contro laterale: ne de.
stantemente alterata, mentre nella megacalicosi sarà del riva come elemento pratico che quando le sue dimen-
tutto normale e solo la fase di eliminazione apparirà pro- sioni _sono _è in _realtà pa-
lungata. tologiCamente prccolo. I due d1strett1 cahcop1elici, be-
ne dimostrabili con l' urografia data la costante norma-
10.5. Malformazioni delle vie escretrici lità funzionale renale, sono posti l 'uno sopra l'altro; il
superiore è più piccolo e ha un numero minore di cali-
Le anomalie di più comune riscontro sono gli sdop- ci. Se uno dei due m·eteri del sistema duplice (più fre-
piamenti, i quali si estrinsecano in un'ampia varietà di quentemente il superiore) presenta altre malformazio-
forme (fig. XXVII.35) che vanno dalla pelvi bifida al- ni in grado di indurre la mancata eliminazione del MdC
la duplicazione completa della via escretrice con sboc- da parte dell'emirene corrispondente (ad esempio: una
co indipendente degli ureteri in vescica. Tra i due estre- stenosi o un ureterocele), la presenza della duplicazio-
mi si situa la bifidità ureterale, condizione nella quale ne può essere rivelata dalla forma e dalla posizione del-
i due ureteri del lato affetto si fondono a un certo l'altro distretto calicopielico (numero di calici minore
to del loro decorso per formare distalmente un canale della norma; aspetto «a fiore appassito» della pelvi in-
unico; lo sbocco in vescica, in questo caso, è evidente- feriore sospinta verso il basso dall'idronefrosi di quel-
mente unico. r.; anomalia può essere riferita o a una la superiore).
La bifidità ureterale è frequentemente associata a
reflusso da incoordinazione motoria.
Forme molto rare di displasia ureterale sono l' ure-
tere triplice, lo sdoppiamento segmentario dell'urete-
re, la bifidità ureterale «a Y ,,
In linea generale, nessuna duplicazione pieloure- C
terale costituisce, di per sé, condizione patologica; r:-
tutte, però, predispongono a complicazioni quali le
infezioni urinarie e la calcolosi.
L'm·etere a fondo cieco può essere il risultato del-
lo sviluppo abortivo di una gemma accessoria forma-
tasi per gemmazione multipla del dotto di Wolff o per
prematura suddivisione di una gemma singola. Nel pri-
mo caso l 'abbozzo ureterale, di varia lunghezza, è fre-
quentemente ipoplasico e presenta restringimenti e ir-
regolarità; l'ostia uretero-vescicale è più piccolo della
norma (questo quadro si riscontra caratteristicamente
neli' aplasia re naie). Se invece la gemma ureterale è ini-
zialmente duplice, l'uretere a fondo cieco si trova soli-
tamente associato a uno normale che affianca per un
tratto più o meno lungo prima di terminare con l'estre-
mità cieca. Se, invece, la duplicità deriva dalla precoce
suddivisione di una gemma singola, la biforcazione che
ne deriva può essere situata a qualsiasi altezza (più co-
munemente si osserva nel tratto lombare o presacrale
Fig. XXVII.JS. Gli sdoppiamenti delle vie urinarie. Dettagli di oro- dell'uretere). La branca cieca si arresta a varia distan·
grafie. In A pelvi bifida; in B bifidìtà uretcralc con fusione all'altezza za dal suo punto di impianto e può essere sormontata
di L4; in C bifiditil ureterale con fusione in sede prevescicalc; in D
duplicazione completa della via escretrice con sbocco indipendente da un rene rudimentale oppure si prolunga sotto forma
degli ureteri in vescica. di cordone fibroso fino allo spazio renale.
Apparato urinario 593
vi. Nella stenosi congenita del giunto pielo-ureterale mente accompagnata da modificazioni più modeste a
:so (il quadro ecotomografico e urografico si identifica in carico dell'ampolla e dei calici (fig. XXVII.37). Nei
quello di una vistosa fig. XXVII.36), casi di maggiore gravità e durata, la dilatazione inte·
ue lemento patogenetico di base è rappresentato da una ressa diffusamente e uniformemente tutta la via urina-
le. displasia giuntale primitiva. Fattore causale meno ria. Dopo svuotamento vescicale, spontaneo o ·provo-
quente è la compressione estrinseca da vaso anomalo cato, l'estremità distale deli 'uretere stenotico assume
la- 0
da banda fibrosa. Per quanto congenita, la malfor- un tipico aspètto «a coda di topo» di natura funziona-
le- mazio:ric può essere diagnosticata più o meno tardiva- le. Nei casi di minore gravità, talora si ha risoluzione
ta- mente e non di rado in modo casuale (palpazione di spontanea dell'idroureteronefrosi.
;il una «massa>> renale!). Per consentire una corretta pro- Vureterocele è un dilatazione del tratto distale del-
li- grammazione del trattamento chirurgico, lo studio l'uretere dovuta a una stenosi del meato uretero-vesci-
·e- radiologico non sarà limitato al riconoscimento della cale. Quando questo è situato in posizione normale, si
o- stenosi giuntale, ma cercherà anche di valutare lo stato parla di ureterocele ortotopico; quando è in sede ano-
!C del rene controlaterale (non di rado anch'esso sede di mala (collo vescicale, uretra), si parla di ureterocele
na eventi malformativi). Se la compressione è di grado eterotopico. La prima forma è più frequente nell'età
0- elevato e la diagnosi tardiva, si andrà in contro a ipo- o adulta, la seconda nell'infanzia. L'ureterocele è per lo
el- atrofia del parenchima renale su base ostruttiva (spes- più associato a uno sdoppiamento delle vie escretrici
sore parenchimale ridotto all'ecotomografia!). ed è allora quasi costantemente a carico deil'uretere
"'n- L'ostruzione congenita del giunto uretero-vesci- che fa capo al distretto superiore, il quale ha sbocco
el- cale, organica o funzionale, è generalmente più distale.
bile di una marcata dilatazione uni- o bilaterale dell'u- Caspetto che l'ureterocele assume in corso di uro-
1a retere (megauretcre ostruttivo primario) grafia è diverso a seconda delle dimensioni raggiunte
ia. (estremamente variabili) e della capacità funzionale
·e- residua del parenchima renale. Se, infatti, l'elimina-
te- zione del MdC è insufficiente, nella via escretrice
distale sarà presente, almeno nella fase "iniziale del-
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·e- ',, l'indagine, urina non opacizzata la quale conferirà
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le Fig. XXVII.36. Stenosi congenita del giunto pielo-ureterale sinistro.
n- la displasia giuntale primitiva ha indotto un vistoso quadro urogmfi·
ta co di calicopielonefrosi (<ft impronta di piede>>, con mancata visualiz- Fig. XX\'11.37. Mcgmu·etcrc ostruttivo primario. Urografia. I.:ureterc
zazione della via escretrice a valle (A). I..:ecotomografia (B) consente sinistro è marcatamcnte dilatato in ltltto il suo decorso a monte della
"
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di escludere in sede giuntale (freccia) la presenza di calcoli e di masse stenosi ((a coda di topm> (frecce). Coesiste una certa cali-
che giustifichino il rilievo. copiclonefrosì.
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594 Capitolo XXVII
Fig. XXVII.46. Calcolosi urinaria. Casi diversi. Scansioni ecotomografiche passanti per il rene destro (a sinistra), l'urctere prossimale (in celi·
tro) e la vescica (a destra). l calcoli (punte di freccia), assumenti il caratteristico aspetto iperecogeno associato a cono d'ombra posteriore, sono
localizzati rispettivamente: nel seno renale, causando dilatazione ostruttiva del calice a monte; ne!l'uretere, che presenta pareti diffusamente ispcs·
sitc per la flogosi associata; nel meato ureterale sinistro, causandone la sporgenza nel lume vescicale.
Appara/o unnario 599
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l\lto urinoso. Con il progredire del processo ostruttivo è più complesso, anche perché possono coesistere af-
:a distensione dei calici induce la comparsa nel conte- fezioni di natura diversa dall' uropatia ostruttiva. La va-
sto del rene di aree ecoprive di forma allungata carat- lutazione della morfologia delle vie escretrici è possi-
teristicamente confluenti nella cavità p ielica (impor- bile in questo caso con la piclografia o conl'uroRRM.
tante elemento di differenziazione dalle cisti parapieli- La TC, con scansione diretta, consente di evidenziare
che!). Se l'ostruzione al deflusso di urina persiste, si tutti i tipi di litiasi, anche radio trasparente; la scansi
manifesta iperecogenicità e diminuzione di spessore del ne contrastografica è comunque necessaria per l'indi-
parenchima re.nale fino a gradi di In viduazione di eventuali processi espansivi retroperito-
caso di ostruzwne acuta al deflusso d1 unna st deter- neali e vescicali.
mina aumento «riflesso» delle resistenze arteriose re- Nefrostomia e procedure interventistiche utili per
nali dimostrabile con eco-Doppler. Non sempre l 'eco- il trattamento non chirurgico dell'uropatia ostruttiva,
grafia consente l'individuazione della causa e del li- di rilevante importanza soprattutto in pazienti neopla-
vello dell'ostruzione data la difficoltosa esplorabilità stici con lesioni non resecabili, sono considerate nel
degli ureteri e degli spazi retroperitoneali. In questi ca- paragrafo XXXIX.2.3.
si è opportuno il ricorso all'urografia la quale, se la
funzionalità renale consente ancora una sufficiente
escrezione di MdC, può fornire informazioni diagno- 13. Nefropatie mediche
stiche importanti. I rilievi variano al variare della sede,
dell'entità e della durata dell'ostruzione. Se la dilata- Con tale termine si fa riferimento a un insieme di
zione interessa un singolo calice di 3° ordine affezioni renali a eziopatonegesi, manifestazioni clini-
tasia isolata o idrocalice), questo assume aspetto ova- che, terapia e prognosi diverse, qui accomunate in
lare e risulta differenziabile da una cisti pielogenica so- quanto tradizionalmente oggetto di interesse speciali-
lo in base ali 'individuazione dell'ostacolo sottostante; stico nefrologico. È usuale la loro distinzione in glo-
se la dilatazione interessa tutta la pelvi (idronefrosi), la merulari, tubulointerstiziali, vascolari e cistiche.
fase nefrografica è più intensa e prolungata e il paren- Lo studio «per immagini» assume rilievo nelle
chima assume l 'aspetto di un orletto denso nefropatie mediche per la possibilità di recare infor-
te le cavità calicopieliche aumentate di volume e rela- mazioni sulle dimensioni e sulla morfologia dei reni,
tivamente radiotrasparenti (cosiddetto «pielogramma sullo spessore e sulla struttura del parenchima, sulla
negativm>); in fase calicopielografica si ha afflusso del giunzione cortico-midollare, sulle cavità calicopieli-
MdC in quantità generalmente sufficiente a opacizza- che, sull'albero arterioso e venosa del rene. Ecotomo-
re le cavità dilatate (il decubito prono può facilitare que- grafia, tecniche Dopple1; diagnostica radioisotopica,
sto rilievo). La dilatazione della pelvi è spesso vera- urografia, TC, RM e angiografia assumono di volta in
mente cospicua (soprattutto nei casi di stenosi conge- volta un ruolo preponderante.
nita del giunto pielo-ureterale) e associata alla tenden-
za ad assumere una forma rotondeggiante «a palla»; i 13.1. Nefropatie glomerulari
calici appaiono come raggruppati lungo il profilo ester-
no della pelvi e sono aneh' essi rotondeggianti; nel com- Possono essere primitive o secondarie. Il coinvolgimen-
plesso si genera un aspetto «a impronta di piede>> .(v. to renale secondario è frequente in corso di malattie siste-
fig. XXVIL36). Se l'ostacolo è in sede ureterale, la di- mi che (LES, morbo di SchOnlein-Henoch, vasculiti),
disprotidemie e paraproteinemie (mieloma, amiloidosi,
latazione della pelvi è meno pronunciata; l'uretere è più gammapatie monoclonali, malattia di WaldenstrOm, crio-
omeno dilatato, allungato, tortuoso. Responsabile globulinemie), malattie epatiche, malattie infettive (endo-
la dilatazione diffusa e simmetrica delle vie escretrici cardite batterica, sepsi), malattie dismetaboliche (diabete),
dei due lati è spesso, nell'adulto, una grave ipertrofia neoplasie. Il ruolo della diagnostica per immagini è piutto-
prostatica: saranno di conseguenza rilevabili i segni se- sto limitato nelle forme secondarie data la scarsità di rilievi
condari di sofferenza vescicale e di stenosi uretrale. Se significativi.
la stenosi è di lunga durata il rene può risultare funzio-
nahnente «escluso»: perché questo giudizio sia atten- Nelle glometulonefriti acute l'ecografia e l'uro-
dibile è sempre necessaria l 'osservazione prolungata grafia non mostrano per lo più rilievi significativi;
con assunzione di radiogrammi anche a distanza di 12 contributo diagnostico risolutivo è apportato dalla bio-
ore e più. In caso di rene «escluso», l'iter diagnostico psia renale. Cesame radiografico del torace evidenzia,
602 Capitolo XXV!!
Fig. XXVII.55. Tubercolosi renale in forma scleroabortiva. In A qua- Fig. XXVII. 56. Tubercolosi rcnalc nlccrocascosa. In A l'esame diret-
dro urografico. Il calice superiore di 1° ordine è amputato (punta di to evidenzia calcificazioni amorfe in sede mcsorenalc (frecce). In B
freccia); nel polo renale inferiore si evidenziano caverne di varia esten- (stesso caso) la nefrotomografia dimostra la presenza di caverne tu-
sione (frecce). In B (stesso caso) la ncfrotomografia dimostra la pre- bercolari multiple (asterischi), particolarmente estese a livello polare
senza di una cavità pscudocistica a monte del calice amputato (punte inferiore.
di freccia).
quali non sono presenti manifestazioni specifiche polmona- porzioni più o meno rilevanti del rene (figg. XXVIL55
ri (50%). Il quadro di esordio è ben definito dal punto di e 56). La fibrosi che ne consegue può creare ectasie
vista anatomopatologico: comparsa di uno o più focolai gra- dei calici e della pelvi eventualmente complicate da
nulomatosi nodulari in sede corticale, passibili di. trasfor- pionefrosi. Quando predomina l'evoluzione sclerotica,
mazione fibrosa o caseosa (in quest'ultimo caso l'affezione
la cicatrizzazione del processo dà luogo a retrazioni
si propaga verso la midol\are con conseguente ulcerazione
papillare). Le modalità evolutive, influenzate criticamente del parenchima, deformazioni dei calici, calcificazio-
anche dall'instaurazione di una terapia adeguata, sono mol- ni. Le formazioni cavitarie chiuse si presentano alla
teplici: nella forma estensiva si assiste alla progressiva dif- nefrotomografia come lacune similcistiche, con pare-
fusione alla corticale, alle strutture calicopieliche, ali 'urete- te spessa, obliteranti i calici. Progressivamente si giWl-
re e alla vescica; nella forma qbortiva il tessuto parenchi- ge a quadri francamente ostruttivi (fig. XXVII.57),
male e calicino, più o meno estesamente distr1,1tto, · non differenziabili da quelli QLal_trg. natura, a meno che.
cato da tessuto fibroso: l'obliterazione del colletto ca\icino non si abbia la tipica massiva del «rene
induce la formazione di caverne isolate. Nella forma croni- mastice}}. La pielografia trova indicazione in presen-
ca polimorfa si alternano succesSivi cicli estensivi e aborti- za di «rene escluSO)) di sospetta natura tubercolare: il
vi in tratti diversi del parenchima che finisce per essere inte-
ressato in maniera diffusa.
riconoscimento del quadro tipico dell'ureterite speci- a margini irregolari e contenuto liquido corpuscolato,
fica è elemento di grande importanza per la diagnosi. talora con sepimentazioni interne e livelli liquido-
L'ecografia non consente rilievi specifici: può indivi- solido (sedimento!), non sempre facilmente differen-
duare calcificazioni parenchimali nodulari o arciformi ziabile da cisti e tumori a prevalente componente
(delineanti la parete di formazioni cavitarie) e fornire liquida o escavati per fenomeni di necrosì colliquati-
informazioni sulla forma e sulle dimensioni del rene va. La TC consente una migliore definizione dell'e-
(ifigrandito nella pionefrosi, ridotto di volume nelle stensione della lesione, la quale appare ipodensa, a
forme atrofiche ostruttive, bozzuto nelle forme di tipo contorni irregol(lri e ispessiti, i quali talora vanno
.·--ilboliivo) e sull'eventuale presenza di idronefrosi. incontro a marcato c.e.: il frequente riscontro di gas
Lo studio «per immagini» ha grande importanza all'interno della lesione consente una immediata dia-
nel controllo evolutivo post-terapeutico, anche per gnosi di natura. L'estensione della flogosi ai calici può
J'individuazione precoce di quelle situazioni nelle indurre in essi lesioni distruttive: l'urografia dimo-
quali è necessario il ricorso alla terapia chirurgica. stra la penetrazione di urina iodata nel contesto della
lesione ascessuale.
,_B ]3.2.2. Ascesso Nell'ascesso peri- e paraJ'enale (il più delle volte
" L'ascesso renate può costituire progressione di estensione di un ascesso renale, ma talora complican-
za di ematomi renali, uropatia ostruttiva, anomalie
una pielonefrite acuta (la quale, peraltro, di norma va
incontro a regressione con terapia antibiotica). Può congenite, rene policistico), il rene è spesso dislocato,
;s essere localizzato all'interno del rene o svilupparsi ipomobile con gli atti respiratori e con il cambiamen-
ie parzialmente nello spazio perirenale. All to di decubito. L'esame diretto radiografico può evi-
la grafia (fig. XXVJL58) assume l'aspetto di una massa denziare la scomparsa della linea di demarcazione del
a, muscolo psoas. Indagine di studio elettiva è la TC, la
ni quale consente di valutare con precisione l'estensione
o- della massa, di definirne l'origine (renale, appendico-
la lare, pancreatica, etc.) ed eventuali rapporti con gli
e- organi adiacenti (v. fig. XXVI.4). Talora, tuttavia, non
n- è semplice la diagnosi differenziale da ematomi, uri"
'), nomi o neoplasie a estesa componente necrotica.
1e. Vapposiziq_ne_di.'l!n_::9renaggio evacuativo all'in-
oe terno della cavità ha luogo conveniente-
n- mente sotto «guida» ecograftça o tomografica com-
il puterizzata.
Fig. XXVII.60. Stcnosi ateroma tosa bilaterale delle arterie renali. Caor-
tografia transfemorale evidenzia, in A, stcnosi paraostiale serrata di en- Fig. XXVII.61. Stenosi fibrodisplasica delle arterie rena!i.
trambe le arterie rem1li (frecce). Il controllo dopo angioplastica trans- Bilateralmente le arterie renali presentano multipli segmenti stenotici
Juminale e posizionamento di stent metallico, in B, mostra un valido e aneurismatici alternati che conferiscono loro il tipico aspetto angio·
«successo anatomico)) con ripristino de! normale calibro vasalc. grafico (<a corona di rosarim>.
.
'1,. Apparato urinurio 607
·•.·.·.·:.···.···
14. Insufficienza renale cronica radiogrammi assunti anche dopo 24-48 ore (soprattutto nei
pazienti con uropatia ostruttiva).
Non costituiscono controindica2ione assoluta all'ese-
È il punto di arrivo di numerose affezioni renali cuzione dell'urografìa né I'oliguria grave né l'insuf/ìcienza
acute e croniche, congenite e acquisite (rene policisti- epatica spesso associata; rappresenta, viceversa, motivo di
co, glomerulonefriti, pielonefriti, nefroangiosclerosi, rischio il diabete mellito con vasculopatia periferica, in
nefropatia ostruttiva, nefrocalcinosi). La diagnostica presenza del quale si rende necessaria una adeguata idra-
«per immagini>' assume grande importanza per le pre- tazione del paziente.
ziose informazioni che può arrecare su:
- la situqzionefunzionale e mO/fologica renale (con 14.2. Osteodistrofia renate
particolare riferimento a quelle cause di insuffi-
cienza renale o a quelle complicazioni passibili di Nel! 'insufficienza renale cronica le alterazioni
correzione chirurgica); strutturali dello scheletro sono precoci (talora antici-
pano il riconoscimento della stessa i'hsufficienza rena-
- le ripercussioni scheletriche;
te!), quasi costanti (soprattutto per la maggiore durata
- le ripercussioni cardiopolmonari; della sopravvivenza oggi consentita dalla dialisi), si
- le problematiche connesse alla dialisi peritoneale estrinsecano preferenzialmente in alcuni segmenti
e all'emodialisi periodica di mantenimento; ossei Le lamelle ossee mineralizzate dei siste-
- le problematiche connesse al trapianto renate. mi limitanti della compatta e dei sistemi trabecolari
della spongiosa sono protette dall'attacco degli osteo-
14.1. Situazione funzionale e morfotogica renate clasti da «bardatureì> di tessuto osteoide. Anatomica-
mente questa protezione è deficitaria nel ve'rsante
Le considerazioni più importanti sono di ordine me- radiale delle falangi intermedie del )O e 3° dito della
todo logico e tecnico. In linea generale, la funzionalità mano, negli estremi clavicolari, nella lamina dura
renale è valutata con la scintigrafia sequenziale; le di- dentaria, sul margine superiore del tratto posteriore
mensioni del rene, le caratteristiche morfostrutturali del delle coste. Nell'iperparatiroidismo secondario (v.
parenchima e l'eventuale presenza di idronefrosi con paragrafo XIL9.1.1.3), al quale consegue una marcata
l'ecografia e la TC; la flussimetria renale con le tecni- attività osteoclastica, le tipiche erosioni sottoperiostee
che Doppler; la via escretrice con l 'urografia o. l'uro- si ossetvano precocemente proprio in questi segmenti.
RM. L opportuna associazione di queste indagirii e dei· Lalterazione strutturale dominante è l'osteomalaciq,-,.-..
laboratoristici è l'elemento determinante.ai fini (in età pediatrica si ha il già descritto quadro del
di una corretta valutazione della situazione renate. «rachitismo renale»), ma nel complesso l'iperpmati-
roidismo secondario indotto dalla insufficienza renate
Alcune considerazioni a sé richiede l 'urografia. Una
scelta opportuna del momento di effettuazione dell'indagi- assume un ruolo dominante (osteolisi da riassorbi-
-..ne, delle modalità di preparazione del paziente, del MdC, e mento; osteosclerosi). Nella volta cranica predomina-
una corretta metodologia di esecuzione, sono del tutto no le alterazioni a carattere rarefacente; nella colonna
essenziali nello studio dell'insufficienza renale cronica. vertebra! e quelle a carattere addensante (l 'interessa-
I pareri sul rapporto cronologico tra dialisi e effettua- mento prevalente delle porzioni iuxtalimitanti induce
zione dell'urografia sono discordi. Secondo Dalla Palma è il tipico aspetto «a maglia da rugby11). Lesioni cistiche
preferibile eseguire l'urografia prima della seduta dialitica sono poco comuni (a differenza di quanto avviene nel-
per due motivi: dopo la dialisi il paziente è sempre prostrato l'iperparatiroidismo primario). Vistose calcificazioni
e mal si adatta a un atto diagnostico così delicato; facendo dei tessuti molli periarticolari e delle pareti vasali sono
seguire la dialisi all'urografia perfusionale (con la· quale, di frequente rilievo. Tutte queste manifestazioni pos-
nel caso specifico, si introducono dosi molto elevate di I, sono regredire con il miglioramento della funzione
fino a 70 g!), si facilita l'eliminazione del MdC. Nella pre-
parazione del paziente si eviterà la disidratazione e l'uso di renate, ma in situazioni più rare anche peggiorare (per
lassativi. Per quanto concerne il MdC, sono preferibili i pre- il probabile instaurarsi di una condizione di iperparati-
pat'ati salificati con Na o quelli non ionici; la dose minima roidismo terziario).
di I necessaria è di almeno 40 g; è utile la diluizione in solu-
zione glucosata; l'introduzione deve essere più lenta di 14.3. Il radiogramma toracico nell'uremico
quella usuale, Tecnicamente si ritiene indispensabile l'asso-
ciazione della tomografia e l'osservazione prolungata con L esperienza pratica dimostra la necessità di fre-
Appq_rato urinario 609
quenti con_tr?lli radiografici torace nel paziente immagini è volto all'individuazione di eventuali com-
con insuffiCienza renale cromca, soprattutto quando plicanze di tipo immunologico e postoperatorie.
sottoposto a dialisi di mantenimento. Il quadro di più Nello studio delle complicanze del trapianto rena-
comune osservazione è quello dcii 'edema alveolare le assume particolare rilievo la scintigrafia renaJe
associato a cardiomcgalia (edema da insufficienza sequenziale (\09'"Tc-MAG3!), la quale consente di dif-
cardiaca) o dissociato da questa (edema tossico da ferenziare l'insufficienza renale acuta da necrosi tubu-
urenda). La cardiomegalia può essere anche la conse- lare (insulto ischemicol) da quella da rigetto. Nella
auenza di uno stato ipertensivo o di un versamento necrosi tubulare, la curva radionefrografica evidenzia
Versamenti pleurici non sono frequenti. Il il prolungamento significativo della fase di accumulo
radiogramma toracico, come sopra detto, può essere la non seguita dall'allontanamento del radiofarmaco
prima spia della comparsa dell'osteodistrofia renale attraverso le vie escretrici (diffusione retrograda inter-
(riassorbimento degli estremi clavicolari! fratture stiziale peritubulare della preurina attraverso le pareti
costali!). dei tubuli divenuti ad essa permcabili!). Nel rigetto
acuto, la curva presenta una drastica riduzione di
!4.4. Il paziente dializzato ampiezza ed è spesso costituita esclusivamente dalla
fase di transito vascolare non seguita da quelle di
·Lo studio radio logico ha grande importanza non so- accumulo e di allontanamento. La differenziazione
lo per il controllo dell'efficacia del trattamento diali- delle due situazioni assume grande importanza tera-
tico (il radiogramma toracico dimostra la brusca re- peutica, rendendosi necessaria nel rigetto la sommini-
gressione dci reperti polmonari e cardiaci), ma anche strazione immediata di immunosoppressori a dosi ele-
per documentare possibili complicazioni (gastriti emor- vate. L'ecografia dimostra, di nonna, un lieve aumen-
ragiche, ulcere, coliti ischemiche). In corso di dialisi to di dimensioni del rene dopo il trapianto; in caso di
peritoneale è frequente il rilievo di atelettasie lamella- rigetto acuto, le dimensioni del rene aumentano rapi-
ri, tenui versamenti pleurici, polmoniti basali. In corso damente per l'edema parenchimale, con inversione del
di emodialisi può rendersi, inoltre, necessario il con- rapporto volumetrico tra parenchima e seno renale
trollo della fistola artero-venosa (flogosi? trombosi? (fig. XXVII.63); in caso di rigetto cronico, il rene è
stenosi?), il quale può essere effettuato con tecniche nella maggior parte dei casi di piccole dimensioni, ha
Doppler ed eventualmente, nel caso di 1ilievi dubbi, con margini mal definiti, irregolari, con retrazioni focali
metodiche angiografiche (fistolografial) che consen- da cicatrici infartuali, spessore parenchimale. ridotto.
tono anche adeguate procedure interventistiche (an- Le tecniche Doppler sono nioltò sensibili nell'indivi-
gioplastica, trombolisi, posizionamento di stent). duazione del rigetto acuto (aumento dell'indice di
resistenza dei vasi intraparenchimalil). La TC con
14.5.11 trapianto renale scansione contrastografica offre risultati equivalenti a
quelli dell'ecotomografia. La RM ha elevata accura- attenuazione variabile secondo la fase evolutiva di or-
tezza nella diagnosi di rigetto acuto (mancata differen- ganizzazione della raccolta ematica e.non va incontro a
ziazione cortico-midollare! alterata perfusione rena- c.e.; appare ipo- o anecogeno all 'ecotomografia. L'uro-
le!). Il ricorso all'angiografia trova indicazione esclu- grafla potrà evidenziare la riduzione e l'assenza focale
sivamente per confermare alterazioni vasco lari (steno- deli' effetto nefrografico e 1'eventuale compressione dei
ostruzione arteriosa, trombosi venosa) non compiuta- calici e della pelvi (emorragia del seno renale).
mente evidenziate dalle precedenti indagini. Nella pra- Nell'ematoma sottocapsulare la raccolta ematica
tica clinica, la diagnosi di rigetto è posta fondamental- delimitata esternamente dalla capsula e
mente sulla base dei parametri laboratoristici e della dal parenchima compresso, assume aspetto lenticolare
valutazione globale ecografica; in caso di dubbio per- Nell'ematoma sottocapsulare la re rende
sistente può trovare indicazione la biopsia ecoguidata. le la definizione dell'estensione della raccolta negli
Le possibili complicanze postoperatorie sono spazi retroperitoneali, soprattutto quando le strutture
molteplici e vanno distinte da una situazione sospetta fasciali risultano ispessite per l'infarcimento ematico
di rigetto: uropatia ostnlttiva (ecotomografia, urogra- (v. fig. XXVI.7). 'V esame diretto radiografico potrà
fia, pielografia); stenosi e fistole ureterali (urografia e evidenziare la sfumatura dei contorni renali e, nei
pielografia); ematomi, ascessi e linfoceli (ecotomogra- pazienti politraumatizzati, un quadro di ileo paralitic.o.
fia, TC, RM); stenosi e trombosi dell'arteria renale Nella frattura del rene la re dimostra aree ipo-
(eco-Doppler, TC, RM, angiografia). Importante è il dense anche di piccole dimensioni, prive di c.e., che
controllo toraci co frequente per l'individuazione pre- interrompono il profilo renale; il rene è aumentato di
coce di infezioni polmonari da funghi, virus e batteri dimensioni e ha margini sfumati; raccolte ematiche 0
(la cui incidenza è aumentata in caso di trattamenti di urina possono essere presenti nel seno renale.
immunosoppressivi prolungati). 'Vurografia e l'angiografia evidenziano una soluzione
di continuo del profilo renale dal quale si diparte
un'immagine lacunare a cuneo che si addentra nel
15. Traumi renali parenchima.
Nella rottura della via escretrice la TC evidenzia
Possono determinare: contusione o fissurazione della la presenza di raccolta liquida negli spazi retroperito"
capsula senza interessamento dei calici (85%); lesioni neali perri1ettendo di definirne, in base al valore di
parenchimali comunicanti con il sistema collettore (10%).; attenuazione, la natura (urinoma? ematoma? - v. fig.
fratture o lesioni del peduncolo vascolare (5%), per le quali XXVI.8). r.;urografia darà dimostrazione della sede
s'impone di nonna una terapia chirurgica d'urgenza. Sono della rottura (spandimento del MdC al di fuori del
condizioni predisponenti all'instaurarsi di lesioni post-trau-
matiche renali: l'idronefrosi, le malformazioni (in partico- sistema collettore).
lare, il «rene a ferro di cavallm> per la posizione preverte- Lesioni vasco/ari post-traumatiche possono essere
brale dell'istmo), le cisti di varia natura. l traumi renali. sospettate allorquando, dopo un trauma, non si osser-
«chiusi>> si associano a lesioni di altri organi nel 10-20%, vano segnali vasali parenchimali al color-Doppler. La
quelli «penetranti» nel 50%. re mostrerà l'assenza di c.e. totale o settoriale; il rene
è funzionalmente escluso. I quadri dell'occlusione del-
Indagine di particolare sensibilità, e conseguente- l'arteria renale e della trombosi della vena renale
mente di prima istanza, nello studio delle lesioni post- sono stati descritti nel paragrafo XXVII.l3.3
traumatiche renali è la re. 'V ecografia è utile indagi- Le fistole artero-venose renali, conseguenti a trau"
ne di controllo in caso di approccio terapeutico con- mi lombari e biopsie renali, possono essere del tutto
servativo. Il ricorso all'urografia può rendersi neces- asintomatiche se lo shunt è poco significativo òal
sario per la definizione della situazione calicopielou- punto di vista emodinamico o indurre ematuria macro"
reterale. r angiografia è talvolta utilizzata in fase scopica, dolore lombare e importanti alterazioni della
preoperatoria (vascolarizzazione renale!). funzionalità renale. Oggetto talora di diagnosi occa"
Nella contusione renale l'infarcimento emorragi- sionale con eco-Doppler (spettro flussimetrico caratte-
co assume l'aspetto di area parenchimale iperdensa ristico!), sono per lo più individuate e differenziate
con c.e. tardivo alla re, di area iperecogena all'ecoto- dalle cisti parapieliche mediante angio-rC (rapida
. mografia. La regressione è completa in 1-2 settimane. opacizzazione e drenaggio vasale con «saltm> della
r ematoma intrarenale presenta alla re valore di fa'se parenchimografica.l calcificazioni parietali!) e
Apparato urinario 61t
L'esame diretto radiografico può individuare defor- I sa reo mi renali sono rari e per lo più presentano
mazioni del contorno renale e calcificazioni talora alla TC e alla RM caratteristiche sintili al!' adenocarci-
multiple, granulari, nodulari, anulari e (più comune- noma, dal quale si distinguono talora per le grosse
mente) amorfe. Vurografia, la quale assume rilievo in dimensioni, la disomogeneità strutturale, la presenza
presenza di em·aturia, può evidenziare stiramenti, di tessuto adiposo (liposarcomi) e di grossolane calci-
dislocazioni, incarceramenti di singoli calici o di inte- ficazioni (osteosarcoma).
ri gruppi calicini, con difetti di riempimento nel loro I linfomi in fase avanzata possono interessare i reni
contesto, e talora addirittura la loro amputazione. Que- in forma locale o infiltrante. L'ecografia può fornire da-
sti rilievi possono interessare l'ampolla e l'estremo ti utili nel loro studio. Le lesioni nodulari presentano
superiore dell'uretere. Talora si osservano calicectasie ecostruttura ipoecogena omogenea; le lesioni infiltran-
e idronefrosi ostruttive. Se l'infiltrazione renale è ti inducono ingrandimento uniforme e omogeneo del re-
massiva o è presente trombosi della vena renale, il ne (il quale conserva margini regolari) e aumento dello
rene può risultare funzionalmente «esclusa>>. I: angio- spessore parenchimale. Alla TC il tessuto linfomatoso
grafia presenta accuratezza inferiore alla TC e alla presenta nelle scansioni dirette valori di attenuazione
RM nella valutazione dell'estensione della neoplasia pressoché uguali a quelli del parenchima renale norma-
negli spazi perirenali e fornisce risultati pressoché le; dopo somministrazione di MdC il c.e. è significati-
equivalenti nel riconoscimento dell'invasione delle vamente inferiore rispetto al parenchima sano.
vene renali c della vena cava inferiore. Modernamen- Il riscontro di metastasi renali, in passato alquan-
te, il ricorso alla cavografia inferiore e alla flebografia to raro, è divenuto più frequente dopo l'avvento delle
renale per lo studio di eventuali infiltrazioni o trom- moderne tecniche di formazione di immagini corpo-
bosi venose è riservato solo a quei casi in cui TC, RM ree. Le metastasi, provenienti soprattutto da tumori dei
ed ecografia non hanno fornito risultati conclusivi. Il polmone, meno comunemente della mammella, della
ricorso all'arteriografia renate è limitato allo studio prostata, dello stomaco, del rene controlaterale e da
dei pazienti con neoplasia in rene unico, in rene melanomi, assumono per lo più 1' aspetto di noduli
dismorfico, in presenza di localizzazioni neoplastiche multipli corticali bilaterali di piccole dimensioni e ben
bilaterali, per ottenere una mappa vascolare dettaglia- delimitati, con caratteristiche morfostrutturali analo-
ta della lesione in previsione di interventi chirurgici ghe alle lesioni linfomatose nodulari. Quando uniche
specifici (resezioni parziali, chirurgia di banco). L'aç- sono difficilmente differenziabili dai tumori primitivi
teriografia fornisce un quadro completo-della neo for- renali.
mazione (v. fig. VIIJ) e offre preziosa «guida» all' em-
bolizzazione del rene neoplastico a fini palliativi 16.2. Tumori benigni
(ematuria massiva, dolore ingravescente).
Per quanto concerne il tumore di Wilms si riman- Trattasi per lo più di adenomi, leiomiomi, lipomi, an·
giomiolipomi, fibromi midollari, feocromocitomi, plasmo·
da al paragrafo XXXVIII. 7.3.
citami, amartomi, istiocitomi. Sono tumori rari, silenti, di
piccole dimensioni, talora multipli e bilaterali. Presentano
caratteristiche peculiari l'adenoma e l'angiomiolipoma.
no
;se
za
ci-
mi
la-
no
tu- Fig. XXVII.66. Angiomiolipoma. Casi diversi. A sinistra, la massa
re- tumorak (asterisco), rotondeggiantc e a contorni regolari, assume
Ho aspcUo caratteristicamente iperecogeno all'ecografia in ragione della
duplice componente angiomatosa e adiposa. Allorquando la compo-
>SO nente adiposa è prevalente (a deslra), la TC (scansione diretta!) ne evi- Fig. XXVII.67. Carcinoma della pelvi renalc. Casi diversi. Il dettaglio
'TIC denzia il valore di attenuazione corrispondentemente negativo, con- nefrotomografico (a sinistra) evidenzia la neoplasia in forma <dndirct-
!a- sentendo di per sè la corretta diagnosi di natura. tm> come difetto di riempimento a margini irregolari (punta di freccia)
tti- nel contesto dell'ampolla opacizzata dal MdC. La TC con scansionc
riscontra per lo più nel sesso femminile o in pazienti contrastografica (a destra) la evidenzia simultaneamente in forma
affetti da sclerosi tuberosa. Quando la componente «indiretta>> c <<diretlal> come massa endoampollare di densità paren-
ln·
lle adiposa è ben rappresentata, il suo aspetto è patogno- chimatosa (asterisco).
lO·
monico (fig. XXVII.66) sia all'ecografia (lesione
lei nodulare solida iperecogena omogenea!) che alla TC tardiva, viceversa, tendono a infiltrare fino a sostituire
,u, (lesione francamente ipodensa!) e alla RM (lesione a estesamente il tessuto adiposo del seno renale e deter-
da elevato segnale nelle sequenze TI-pesate!). La preseQ- minano stenosi e ostruzione del lume della via escre-
uli za di aree emorragiche intranodulari o la prevalenza trice. Cecografia evidenzia solo tardivamente la lesio-
>en della componente tessutale vascolare e muscolare su ne espansiva ed extrapielica. In fase di stadia"
lo- quella adiposa (eventualità peraltro infrequente) può zione assume importanza la TC che ne consente il
:he rendere più difficile la diagnosi di natura. rilievo diretto (lesione espansiva di densità parenchi-
:ivi Nella pratica, tutte le lesioni solide renali, tramie matosa meglio delimitabile nella sua estensione cali-
quelle a contenuto adiposo, andranno copielica durante la fase pielografica), la valutazione
considerate di interesse chirurgico;_ salvo prova contra- dell'estensione alle strutture circostanti, l'individua-
ria (biopsia! follow-up!). zione delle linfoadenopatie secondarie.
an·
no· 17. Tumori della pelvi e dell'uretere 18. Tumori della vescica
, di
Derivano dall'epitelio di transizione che riveste le vie
'"
na. escretrici e sono indicati con il termine di uroteliomi. Sono Manifestazioni cistiti che ed ematuria sono i segni
tumori a diverso grado di malignità. Talora sono multicen- clinici usuali di esordio dei tumori vescicali (nella mag-
re- trici. Producono ematuria e sono pertanto individuati preco- gior parte dei casi di origine uroteliale). Indagine di pri-
di cemente. ma istanza nel loro studio è la cistoscopia, la quale con-
Jti- sente di individuare lesioni di piccole dimensioni e di
oo Curografia (fig. XXV!I.67) e in seconda istanza procedere estemporaneamente alla biopsia (spesso suf-
·al· la pielografia retrograda sono le indagini d'elezione ficiente a definirne l'estensione profonda parietale e la
di nel loro studio e consentono di individuare la lesione diffusione superftciale). La precisa valutazione dell'e-
)fii sotto forma di difetto di riempimento di dimensioni stensione della neoplasia è obiettivO diagnostico im-
ito· variabili, a contorni più o meno irregolari, che dovrà portante in quanto permette di definire la prognosi e in-
)di essere differenziato in prima istanza da calcoli radio- dirizzare verso il trattamento terapeutico più idoneo (cau-
ohc trasparenti (ecografia! TC!), da coaguli ematici, da terizzazione perendoscopica; resezione transuretrale; ci-
compressioni estrinseche vascolari (<<pinze vascolari>t: stectomia parziale; cistectomia radicale; radioterapia).
angiografia!). la dimostrazione del carattere di mali- Lo studio «per im1i1agini» può consentire, in proposito,
gnità non è per lo più possibile in fase precoce; in fase di dimostrare la profondità di invasione della parete ve-
614 Capitolo XXVI!
cazioni all'interno della neoplasia. La TC non rata della TC nel determinare l'infiltrazione precoce
te, di norma, uno studio attendibile della profondità di degli spazi perivescicali (sequenze della
invasione parietale. L'infiltrazione degli spazi prostata e delle vescichette semina!i (alterazioni del
scicali induce arnnento di densità dei piani segnale nel loro contesto!). È molto efficiente nello
voadiposi di clivaggio tra vescica e organi adiacenti: studio postchirurgico (recidive locali dopo
l'interessamento può essere focale, costituito mia? interessamento linfonodale? eventuale ostruzio-
mente da sottili tralci di infiltrazione sottostanti alla ne Qelle vene iliache?) e postradioterapico (situazione
neoplasia, o massivo, con obliterazione pressoché pelvica, con particolare riferimento alla natura di
totale degli spazi sottoperitoneali senza più soluzione un'eventuale idroureteronefrosi), anche per la
di continuità tra vescica e visceri pelvi ci (anse lità talora offerta di differenziare recidiva e fibrosi.
nali, vescichette seminali, retto, muscoli otturatori Ièurografia (fig. XXVII.71), effettuata per lo più
interni, ossa del bacino). Non essendo presente un nei pazienti nei quali l'affezione esordisce con
piano di clivaggio adiposo tra vescica e vagina o ria, può evidenziare la neoplasia sotto forma di difetti
stata, risulta difficile determinare con la TC di riempimento, spesso multipli, rotondeggianti, a
zione precoce di c}ueste strutture. Linfoadenomegalie margini non sempre ben analizzabili (neppure nelle
pelviche (otturatorie, iliache esterne, interne e proiezioni oblique e nei radiogrannni
ni) di dimensioni &uperiori a l cm sono considerate di li!). La parete vescicale può essere distrettualmente
natura secondaria. rigida (segno, questo, pressoché certo di malignità).
La RM (fig. XXVII.70) consente di evidenziare Nei casi più avanzati si può osservare l'amputazione
neoplasie anche di piccole dimensioni. Nelle di una grossa parte della vescica. Se è infiltrato il
"ni- ni Tl-pesate e in densità protonica la lesione presenta
intensità di segnale superiore a quella dell'urina e
gono, sede frequente di localizzazione primitiva, si ha
idroureteronefrosi, per lo più unilaterale. Poiché
lea
inferiore a quella del tessuto adiposo perivescicale; gnosi e scelte terapeutiche sono strettamente correlate
"'lfj. nelle immagini ha segnale di intensità
mente inferiore a quella dell'urina. La scansione
all'estensione dell'invasione tumorale, il ricorso
rografia ha luogo in forma complementare con la finaw
l
mica dopo iniezione e. v. di MdC paramagnetico lità di analizzare le vie escretrici urinarie (localizza-
me importanza per l'individuazione delle lesioni di zioni multifocali? coinvolgimento dell'uretere
piccole dimensioni. La RM consente di valutare la naie?) e valutare la possibilità di apporre un
profondità di invasione della parete vescicale (infiltraw tesi uretero-vescicale se coesiste idronefrosi marcata
zione della tonaca muscolare esterna!) ed è più in pazienti inoperabili.
l
difct·
:tto di
gidità
cica è
esclu·
rrn
CAPITOLO XXVIII
!'adenocarcinoma prostatico: è il tumore maligno più necessità di utilìzzare un trasduttore «dedicatO>) a cristallo
frequente nel maschio al di sopra dei 65 anni; il più rotante che comporta spesso meccaniche della
delle volte origina dalla regione sottocapsulare poste" parete uretrale: conseguentemente le indicazioni sono
riore e causa un ingrandimento asimmetrico della limitate a casi accuratamente selezionati.
ghiandola; ha caratteristiche del tutto peculiari di meta-
statizzazione: frequentemente interessa il sacro e la La prostata normale si presenta ecograficamente
colonna lombare producendovi lesioni osteosclerotiche, nelle scansioni sovrapubiche (fig. XXVIII.2A) come
poi le stazioni linfatiche pelviche intermedie e profon- una formazione ovalare situata al di sotto .della base
de (ipogastriche, otturatorie, presacrali e precoccigee),
vescicale, a ecostruttura solida omogeneamente ipoe.
infine il polmone, talora isolatamente l'encefalo e il
cranio attraverso dirette comunicazioni tra vene peri-
cogena. Per via transrettale è possibile valutare analiti.
prostatiche e sistema venosa spinale (p lesso di Batson). camente l'ecostruttura parenchimale (fig. XXVIII.28),
le proslatiti acute e croniche: provocano disorganizza- riconoscere il decorso del canale uretrale e valutarne la
zione dell'assetto morfostrutturale prostatico, determi- dinamica nel corso della minzione (fig. XXVIII.2C e
nando talora focolai di colliquazione parenchimale e D). È importante ricordare che, al termine dell'indagi.
veri e propri ascessi intraghiandolari che esitano spesso ne, comunque effettuata, è possibile valutare l'entità
in aree di involuzione fibroca!cifica. del residu-o urinario vescìcale postminzionale.
Nell'iperplasia nodulare benigna la prestata è
L'ecografia costituisce l'indagine d'esordio nello aumentata di volume (fig. XXVII1.3A), ha contorni
studio per immagini della prestata. regolari e simmetrici. E possibile precisare la presen-
za, la sede e le dimensioni degli adenomiomi (fig.
Può essere effettuata per via transaddominale con i co- XXVII1.3B). Talora ai margini dei noduli adenomatosi
muni trasduttori o per via /ransrettale con trasduttori <ldedi-
cati». Nel primo caso la vescica deve essere ben distesa (è
sufficiente che il paziente non uri ni da almeno 4 ore). Deve
considerarsi del tutto specialistico e relativo a casi presele-
zionati l'approccio per via transuretrale con opportuni tra-
sduttori. Vantaggi e svantaggi delle tre modalità di indagine
ecotomografica della prostata sono riassunti in tab. XXVIII.!.
1'ransadtfominale:
accesso ostacolato dall'interposizione di anse intestinali
(per ottenere un'adeguata finestra acustica si rende neces-
saria una notevole replezione vescicale spesso problemati-
ca nei pazienti affetti da patologia prostatical);
frequentemente non visualizzabili le porzioni più caudali
del!' organo;
bassa definizione strutturale (trasduttori a bassa frequen-
za!); Fig. XXVIII.2. Anatomia ecografica della prestata. A: scansionc tra-
valutazione delle dimensioni prostatiche limitata ai diame- sversale sovrapubica; 8: scansione trasversale transrettale; C: scan-
tri trasverso e antera-posteriore obliquo. sionc longitudinale transrettale in condizioni basali e in fase minzio·
nale (D). In A, la prostata (P), situata tra vescica (V) c retto (R), pre-
Transretta/e: senta forma ovalare ed ecostruttura solida omogeneamente ipoecogc-
studio completo di tutto l'organo; na; i suoi contorni sono ben delineati dal tessuto adiposo pelvico. In
ottima definizione strutturale (trasduttori ad alta frequen- B, la prestata assume un caratteristico aspetto «a ogiva>) tra il profilo
Zil); curvilineo del trasduttorc posizionato nel lume re!tale e la vescica; la
risoluzione anatomica del parcnchima ghiandolare è elevata sì da ren·
accurata valutazione dei diametri prostatici;
dere possibile individuare la sezione circolare del lume uretrale (free·
necessità di utilizzare un trasduttore i<dedieatml. eia). In C c D, la scansione longitudinale, come !a precedente a ele-
vata risoluzione anatomica, consente un'agevole localizzazione delle
1'ransuretrale: zone parenchimali (P"' zona periferica; C"' z011a centrale; S"' stro-
studio ad alta risoluzione della parete uretrale, dei dotti ma fibromuscolare anteriore), dei dotti eiaculatori (punte di freccia) c
eiaculatori e della struttura ghiandolare prostatica perime- dell'uretra prostatica, meglio dimostrabile in fase minzionale (D) per
trale (trasduttori a elevata frequenza!); la distensione del lume. V "' vescica.
Ap'Parato genitale maschile 619
=--·
o
a
,_
Fig. XXVIII.4. Carcinoma proslatico. Casi diversi. Ecotomografia
i- transrettale. A sinistra, il tumore colto in fase iniziale è evidenziato
), nel contesto della zona periferica in sede sottocapsularc posteriore in
t a forma di area ipoecogcna «a placca)); il contorno capsulare appare
integro e l'interspazio adiposo prostatorcttale è conservato. A destra,
un tumore prostatico di grosse dimensioni {t) sconfma ampiamente
i-
oltre la capsula invadendo lo spazio adiposo prostatorettalc (asterisco)
là fino a raggiungere e infiltrare (freccia) la linea ipoecogcna muscola-
Fig. XXVIIIJ. lperplasia nodu!are benigna. Casi diversi. re della parete del retto {punte di freccia).
Ecotomogmfia transrettale. La scansione trasversale (A) evidenzia
li l'anmento tli dimensioni della prostata e la protrusione verso il lume cutaneo. Le prostatiti croniche hanno aspetti polimor-
l- I'Cscicale tlclla zona centrale (C), ben distinguibile da!!a zona perife- fi, spesso assai simili a quelli del carcinoma, dal quale
rica {P) per l'ecostruttura maggiormente, ipoccogena. L'adenomioma la diagnosi differenziale per via ecotomograftca è
g. (A) è ben apprezzabile nelle scansioni longitudinali: in B presenta
si ccostmllura disomogenea ed è delineato da una sottile interlinea ipoe-
noteVolmente difficile (biopsia mirata!).
cogena (punte di freccia) dal parenchima periferico compresso contro La prestata è ben dimostrabile con la TC e la RM.
la capsula prostatica (freccia curva); in C è circondato «ad anello» da Il ricorso alla TC (fig. XXVIII.S) è utile soprattutto
una serie di calcificazioni distrofiche. per 1a valutazione dell'estensione locoregionale del
è possibile reperire piccole calcificazioni distrofiche carcinoma prostatico. Possono essere evidenziati:
(fig. XXVJII.3C). Nei quadri conclamati si riconosce l'aumento dimensionale, simmetrico o non, della pro-
alla periferia dell'organo una pse.udocapsula dovuta a! stata, ma non il tumore in essa presente (per lo più
tessuto ghiandolare indenne compresso dall'adeno- nemmeno dopo somministrazione e.v. di MdC ioda-
miorna sviluppatosi centralmente. L'ecotomografia è to!);Ia conservazione o l 'obliterazione degli spazi adi-
accurata nel dimostrare l'associazione di.ipertrofia posi p"eriprostatici e dell'angolo vescico-seminale; l'e-
detrusoriale («vescica da sforzm>), l'eventuale presen- ventuale presenza di linfoadenopatie delle stazioni
za di diverticoli vescicali e di idroureteronefrosi (per- pelviche e di metastasi ossee del bacino. La bassa
mettendo di evitare il ricorso all'urografia nel bilancio sibilità della TC nell'individuazione delle lesioni
dell'uropatia ostruttiva). puramente intracapsulari ne consiglia l 'utilizzazione
Nel carcinoma, situato nella maggior parte dei ca- soprattutto per la stadiazione locale dei casi più avan-
si in sede sottocapsulare periferica, la struttura paren-
chimale è alterata per la presenza di un'area nodulare
o<m placca» spesso mal delimitabile, solitamente ipoe-
cogena (fig. XXVIII.4, a sinistra). Nei casi avanzati, la
prostata è aumentata di dimensioni e ha margini irre-
go· golari ed ecostruttura disomogenea (fig. XXVII1.4, a
Io destra). L'ecotomografia transrettale consente di di-
mostrare l'infiltrazione extracapsulare (dato importan-
;la
eo· te per la stadiazione della neoplasia!) e offre una guida
OO· preferenziale per la biopsia del nodulo sospetto.
:!e- Nelle ftiterazioni injìammatorie acute la prostata Fig. XXVJILS. TC prostatica. In A sono ben visibili, tra la vescica
olie eaumentata di dimensione e ha ecostruttura disomo- (V) c il retto (r), le vescicole seminali con il caratteristico aspetto «a
tro· papillom1; in B, la prostatu {freccia), nel cui contesto sono apprezza-
a)c geneamente ipoccogena con possibile risconh·o di aree
bili alcune piccole calcificazioni, circondata in tntto il suo contorno
p<t anecogene ascessuali. L' ecotomografia può fornire da tessuto adiposo pclvico e posteriormente situata a ridosso della
una «guida» per l'agoaspirazione e/o il drenaggio per- parete rettale.
620 Capitolo XXVfii
zati (peraltro essa è parte integrante del prOtocollo mi risultati si ottengono nella stadi azione del carcino-
standard per la valutazione dei linfonodi). ma prostatico extracapsulare (accurarezza circa 90%)
Risultati di estrema importanza nell'individuazio- per la valida differenziazione delle strutture peripro-
ne (e talora anche nella caratterizzazione di natura) statiche e la multiplanarietà d'approccio. (fig. XXVIII.?)
delle lesioni prostatiche sono forniti dalla RM, anche Modernamente, l'impiego della RM a questo scopo e
per la possibilità di ottenere immagini multiplanari ad preferito a quello della TC e può costituire valida
alta risoluzione (fig. XXVIII.6; v. anche fig. Xl.13). ternativa a quello dell'ecografia transrettale.
L'uso di bobine endorettali o perineali specific·amente
«dedicate>> è del tutto determinante in proposito. ·Nessuna metodica radiologica convenzionale possiede
attualmente indicazioni di prima istanza nello studio della
Le sequenze T2-pesrite consentono un'accurata diffe- prostata. È importante però segnalare alcuni reperti indirei-
renziazione delle «zone>> anatomiche parenchimali e dell'u- ti che possono indurre al sospetto di patologia prostatica.
retra. In particolare, nelle sezioni trasverse si ha un'ottima AIl' esame diretto la presenza di minute calcificazioni, per
dimostrazione della zona periferica e di transizione; nelle lo più granulari (meno comunemente voluminose, omoge-
sezioni coronati di tutte le zone parenchimali, dell'uretra c nee ma irregolari), multiple, mediane, pro iettantisi caratte-
del veru montanum; nelle sezioni sagittali, infine,. dell'in- risticamente sul pube ma anche più prossimalmente e late-
terfaccia prostatovescicale, dell'uretra e dei rapporti con lo ralmente (fig. XXVIILS), può indicare una pregressa pro-
spazio di Rctzius e con il retto. Il rilevamento della zona stati te o uno stato di iperplasia ghiandolare.
periferica e di quella centrale è più preciso nelle sezioni L'iperplasia prostatica produce segni radio logici carat-
coronali oblique condotte lungo l'asse maggiore dell'uretra teristici all 'urografia (fig. XXVIII.9):
prostatica. - distanziamento del contorno inferiore della vescica dal
margine superiore del pube (normalmente la distanza è
di 3-4 mm);
- impronta sul fondo vescicale ((a doppia ogiva>} (iperpla-
sia bilobare), «arciforme» a grande raggio (ipcrplasia
trilobare), «arei forme» a piccolo raggio (iperplasia iso-
lata del lobo medio);
- aspetto dentellato del contorno superiore vescicale
(vescica «a colonne>>), prodotto dall'ipertrofia della
musco1atura circolare secondaria all'ostacolato deflus-
so urinario;
- diverticoli vescicali da pulsione pressoria;
- sollevamento bilaterale del tratto terminale degli urete-
ri con caratteristico aspetto «ad amo»;
Fig. XXVIII.6. RM della prostata con bobina cndorcttale. Seansioni - possibile idroureteronefrosi bilaterale;
trasversale (A) e coronale obliqua condotta lungo l'asse maggiore dcl-
l'urctra prostatica (B) con sequenza turbo-SE T2-pesata. In entrambe
le immagini è bene apprezzabile l'elevata risoluzione anatomica nel
contesto della ghiandola prostatica, nella quale sono bene e\,idenziate
differenze di segnale tra la porzione periferica (modicamente iperin-
tensa per la prevalenza di tessuto ghiandolare) c la centrale
(modicamente ipointensa per la prevalenza di tessuto muscolare). Si
osservi la buona corrispondenza tra le immagini presentate c le classi-
che sezioni anatomiche,
Fig. XXVIII.! l. Anatomia ecografica del sacco scrotale. In A, la Fig. XXVIII.12. Aspetto ecografico dell'idrocele (A) e del varicoce-
testa deli 'epid1dnno (E) presenta aspetto di nodulo rotondcggJantc cd le (B). In A, il testicolo (T), nel quale è visibile il mcdiastino (punte
1: delimitata dal testicolo sottostante (T) grazie ali' intcrposizionc di di freccia) in forma di sottile linea iperecogena intraparenchimale,
una sottile bande re \la adiposa iperecogena proveniente da \l 'albuginea appai-e come «sospeso» all'interno de!!a cavità scrotale distesa da
testicolarc e alla presenza di mia piccola falda di versamento ancco- versamento anecogeno. In B, la scansione passante per il funicolo
geno endoscrotale. In B è ben dimostrata l'ecostruttura normale del dimostra alcune voluminose strutture tubulari ipoecogene, a decorso
parenclmna testicolare, caratterizzata da echi piccoli, omogenei, di tortuoso, riferibili a ectasie varicose del plesso pampiniformc.
media intensità. T"' testicolo.
sterolaterale del testicolo come una formazione allun- Le alterazioni infiammatorie interessano più fre-
gata lievemente più ecogena del didimo, nella quale so- quentemente l'epididimo. L'ecografia ne dimostra
no meglio riconoscibili la porzione cefalica, di forma l'aumento di volume e la modificazione dell'ecostrut-
lievemente ovalare, e la porzione caudale. È possibile tura· (ipoecogena nelle fasi acute della flogosi; ipere-
differenziare le componenti dell'involucro serata/e e cogena con presenza di calcificazioni interne nelle fasi
analizzare compiutamente il canale inguinale e le strut- croniche per Ia- prevalenza di fenomeni fibroscleroti-
ture jimicolari. ci). L'interessamento flogistico del didimo (orchiepidi-
Nel criptorchidismo l'ecografia consente di loca- dimiti) induce disomogeneità diffuse dell'ecostruttura
lizzare il testicolo ritenuto (con buoni risultati quan- e in ultima istanza ipotrofia testicolare. Le tecniche
do la sede è inguinalel), di valutare dimensioni ed Doppler consentono di evidenziare l'aumento del flus-
ecostruttura, di escludere lesioni focali nel suo conte- so vascolare.
sto. Le torsioni de/funicolo hanno esordio clinico
l, V idrocele (più frequente nelle lesioni infiammato- lego a quello delle orchiepididimiti acute. Data la
rie ma talora associato anche a tumori testicolari) è necessità di intervenire chirurgicamente in caso di tor-
facilmente rilevabile ecograficamente per l' sione (entro un massimo di 6 ore!), è necessaria una
radi tipo liquido che contrasta con quella delle altre immediata diagnosi differenziale al fine di salvare il
)-
componenti del sacco scrotale (fig. XXVIII.l2A). testicolo ed evitare inutili interventi esplorativi. Il pro-
Cidrocele da orchiepididimite c l'ematocele possono blema può essere risolto determinando l'entità della
presentare sepimentazioni interne (organizzazione perfusione testicolare (aumentata nelle orchiti, dimi-
1- nuita o assente nelle torsioni!). Assumono rilievo, in
fibrinosa) e talora ecostruttura corpuscolata; nelle
forme croniche si osserva frequentemente ispessimen- proposito, la scintigrafia ), il
to delle tonache scrotali. Reperto non infrequente in Doppler continuo e il color-Doppler.
s- Le neoplasie assumono l'aspetto di lesioni focali
questi casi è la presenza di calcificazioni della vagina-
z)
lti
le e di scrotoliti calcifici liberi nel versamento liquido con ecostruttura generalmente ipoecogena disomoge-
el scrotale. nea e margini irregolari (fig. XXVIII.13). Non è pos-
li varicocele può essere dimostrato ecograficamen- sibile differenziare ecograficamente i diversi tipi isto-
te per la presenza di sottili immagini lineari anecogene logici di tumore testicolare. In pazienti con metastasi
,_ situate posteriormente e superiormente al testicolo, ri- polmonari o linfoghiandolari da tumore primitivo
feribili all' ectasia delle vene del plesso pampiniforme e ignoto, l'ecografia spesso evidenzia la presenza di
a- del funicolo (fig. XXVIII.12B). Le tecniche Doppler tumori testico lari di piccole dimensioni non apprezza-
e- evidenzieranno il rallentamento del flusso nei gavoc- bili all'esame obiettivo.
r- cio\i varicosi e la sua inversione in stazione eretta o con Gli ematomi e soprattutto gli ascessi testicolari
o- la manovra di Valsa! va, quantificandone durata e grado. possono avere talora aspetto ecografico simile a lesio-
624 Capilo/o XXVJu
4. Pene
Considereremo separatamente: l'uretra anteriore
(studiabile con uretrocistografia retrograda e permin-
zionale e con ecografia transperineale e transuretrale);
i empi erettili (shtdiabili con ecografia, TC e R1\1); la
tonaca albuginea (studiabile con ecografia e TC);
l'impotenza vasco/are (studiabile con angiografia dei
vasi iliaci, cavernosografia e tecniche Doppler).
A vescica vuota, si disinfetta il glande e si introduce nel- Alcune complicanze della terapia dell'impotema
j'uretra per circa l cm (fino alla fossetta navicolare) un ca- erettile si giovano della valutazione ecografica, come
tetere di Foley il cui palloncino gonfiabile impedirà il re- la fibrosi conseguente all'iniezione ripetuta nei corpi
're flusso del MdC. Si collega al catetere un flacone di MdC io- cavernosi di farmaci vasoattivi evidenziata in forma di
n- dato urografico da 250 mi posto a circa l m di altezza dal diffusa iperecogenicità dei corpi cavernosi, gli ascessi
o); piano di decubito del pazjentc. Verranno quindi assunti, du-
e gli ematomi che talora insorgono dopo l 'innesto di
la rante il passaggio retrogrado del MdC nell'uretra, radio-
grammi in proiezione obliqua a 45°. A vescica ben distesa protesi peniene.
lei dal MdC, si inviterà il paziente, sempre in decubito obliquo,
a urinare in una bacinella, assumendo radiogrammi durante 4.3. Tonaca albuginea
la minzione. Al termine di questa verrà documentato, in proie-
zione AP, il residuo vescicale. Il suo studio assume rilievo nell'induratio penis
plastica, o m. di La Peyronie, affezione nella quale l'i-
è L uretra anteriore, bene evidenziata nei radiogramrni spessimento dell'albuginea e la presenza nel suo
di retrogradi, distesa dal MdC, ha calibro di circa l cm, testo di calcificazioni «a placca» costituiscono indici
li; margini netti e regolari; si flette nel suo tratto prossi- di valutazione della progressione clinica. Ecografia e
ll- male verso l'alto assottigliandosi bruscamente. L'ure- TC consentono di precisare il grado di ispessimento
he tra posteriore, filiforme, è scarsamente riempita nei ra- dell'albuginea, la topografia e l'estensione dei noduli
o- diogrammi retrogradi e viene analizzata con migliore di fibrosi e la loro eventuale calcificazione (fig.
dettaglio nei radiogrammi perminzionali (o mediante XXVIII.l7). Una valutazione accurata dell'albuginea
ecotornografia transrettale). Descrive un 'inunagine ova- è possibile con Ri\1 eseguita in fase di erezione.
lare ad asse verticale in corrispondenza del veru mon-
tanum; raggiunge infine la vescica, sul fondo della qua- 4.4. Impotenza vascolare
le spesso si delinea la doppia ogiva prostatica. Può essere causata da un insufficiente apporto di
ti- Se una stenosi uretrale rende difficile o insuffi- sangue arterioso (per stenosi od ostruzione a livello
cienle il riempimento retrogrado, si potrà spesso otte- arterie iliache comuni o interne) delle arterie
ne nere un valido quadro uretrografico per via urografi- pudende interne, delle arterie centrali dei corpi
ca, invitando il paziente a urinare allorquando la vesci- nosi) o da una «fuga>) di sangue venosa dalle lacune
il ca è ben riempita dal MdC (cistouretrografia antero-
·o- cavernose per incontinenza delle strutture valvolari
grada o urografia perrninzionale). Alternativa vali- dei rami a monte (vene perforanti, vene circonflesse,
5), da, in questi casi, è offerta dali' ecografia eseguita in
:a- vena profonda e vene dorsali del pene, vene ipogastri-
fase dinamica. chc). È studiata mediante eco-, e
La qualità delle immagini uretrografiche e il buon pier, arteriograjìa retrograda transfemorale o
livello risolutivo ottenuto con il riempimento «a calco» te cavernosografia.
dell'uretra, rendono preziosa a fini diagnostici l'ure-
lrografia (fig. XXVIII.I6). l quadri semeiologicì an-
1.''4 dranno sempre discussi e valutati insieme ali 'urologo
trattandosi di problematica il più delle volte chirurgica.
Fig. XXVIII.l7. Jnduratio penis plastica. recotomografia (a sinistra) Fig. XXVIII.8. Ecografia del pene con tecnica power-Doppler (qui
e la TC (a destra) evidenziano nel contesto del pene calcificazioni «a riprodotta in bianco e nero). Ricostruzione 3D. Fase di tmnescenza che
placcml (punte dì freccia) localìzzate nel contesto dcll'albuginca dei precede l'erezione completa indotta mediante iniezione intracaverno-
corpi cavernosi. sa di lO ).tg di PGE!. È bene apprezzabile l'arteria cavernosa con le
diramazioni clicine di primo c secondo ordine {freccia). Asterischi,
Le tecniche Doppler opportunamente associate forni- vena dorsale del pene.
scono informazioni spesso esaustive. L; indagine, eseguita in
fase di erezione indotta mediante iniezione intracavernosa gradualmente si trasforma in flusso a elevata resistenza con
di lO microgrammi di prostaglandina El, mira a valutare il raggiungimento della rigidità e l'instaurarsi dei meccani-
aspetti morfologici e profili flussimetrici. 11 col01'-Doppler smi di blocco venosa. In caso di insufficienza arteriosa si
evidenzia il decorso delle arterie cavernose e dorsali, le loro evidenziano basse velocità di picco sistolico e flussi post-
anastomosi e le varianti anatomiche; il power-Doppler il stenotici; in caso di insufficienza venosa, riduzione delle
circolo arteriolare intracavernoso (le arteriole elicine, per- resistenze con flusso diastolico persistente.
vie solamente durante l'erezione, e i vasi di shunt, sempre L: arteriografia può confermare la presenza di eventua-
pervi, che collegano versante arterioso e venosa, deputati al li stenosi e ostruzioni dei rami arteriosi che convogliano
mantenimento del flusso nelle arterie cavernose - fig. sangue verso il pene (le alterazioni, per lo più di natura ate-
XXVIIL18). Entrambe le tecniche consentono di valutare i romatosa, sono situate abitualmente in sede prossimale) e
vasi venosi: le vene sottoalbuginee, le vene efferenti che offre la possibilità di intervento di rivascolarizzazione con
attraversano l'albuginea e rappresentano un'importante la tecnica dell'angioplastica transluminale.
sede di blocco venosa, le vene circonflesse, le vene dorsali. La cavernosografia, metodica radiologica contrasto·
I.: eco-Doppler definisce il profilo flussimetrico delle atterie grafica realizzata con iniezione diretta intracavernosa di
cavernose (volume campione posizionato nella porzione . MdC iodato uroangiografico, consente con facilità di indi-
prossimale dell'arteria!). Il profilo normale è costituito da viduare la <<fuga)) venosa: il MdC defluisce pressoché istan-
una fase iniziale a elevato picco sistolico e a bassa resisten- taneamente dai corpi cavernosi nelle vene a monte realiz-
za corrispondente all'apertura delle arteriole elicine, che zando una vera e propria «cavografim>.
CAPITOLO XXIX
La presenza di una finestra acustica pressoché atti- de per l'ecocardiografia fetale (fig. XXIX.2); eco-, co-
male (il liquido amniotico!), che offre la possibilità di lor- e power-Doppler) con limitazioni protezionistiche
acquisire immagini del prodotto del concepimento di dei valori massimi di intensità, per la valutazione dei
elevata risoluzione anatomica, e nel contempo l'esi- flussi nei vasi fetoplacentari, il cui studio è presidio
genza di evitare l'esposizione a radiazioni ionizzanti, indispensabile nella valutazione dei ritardi di crescita
hanno reso sempre più esclusivo l'uso dell'ecografia fetale e della sofferenza fetale cronica (fig. XXIXJ).
nel controllo per immagini della gravidanza normale e Sotto guida ecografica è possibile effettuare alcune pro-
nell'individuazione delle deviazioni patologiche. Mo- cedure interventistiche: amniocentesi; prelievo dei vii-
dernamente sono pressoché obsolete metodiche radio- li coriali; cordocentesi; riduzione di gravidanze multi-
logiche di uso frequente in passato, quali l'esame diret- ple; drenaggio di polidramnios; trasfusioni intrauteri-
to deli' addome, la pelvimetria, la placentografia e l' am- ne.
nios grafia. L'assenza di dati adeguati sugli effetti dei
campi magnetici e delle onde a RF sul prodotto del con- I.: esame ecografico può essere effettuato per via tran"
cepimento, genera a tutt'oggi, per motivi prudenziali, saddominale o con approccio endocavitario transvaginale.
controindicazione relativa ali 'uso della RM nella dmma La via transvaginale offre il vantaggio della precoce indivi-
gravida (soprattutto nel primo trimestre! -v. paragrafo duabilità del sacco gestazionale e di malformazioni fetali,
nonché detla maggiore accuratezza nel riconoscimento
XI.lO). della gravidanza extrauterina.
I..:ecotomografia è fondamentale per lo studio del- In caso di uso della via transaddominale è necessario
la morfologia fetale e delle strutture uteroplacentari procedere a vescica piena solo nei primi mesi di gravidanza
(fig. XXIX.!; v. anche fig. IX.l8C); la tecnica TM-mo- quando l'utero ha dimensioni ancora modeste e non ha rag-
giunto la parete addominale anteriore; in seguito l'esame
ecografico può essere effettuato senza alcuna preparazione.
I piani di scansione utilizzati sono molteplici e la loro scel-
ta è condizionata dalla posizione fetale. In caso di uso della
via'transvaginale l'indagine può essere effettuata a vescica
l. Gravidanza normale
Per via ecografica è possibile determinare:
lo stato di gravidanza;
l'età gestazionale del feto;
la sede di inserzione della placenta;
Fig. XXIX.4. Controllo evolutivo ecografico della gravidanza.
la vitalità e il corretto accrescimento del feto; Scansioni ecotomografiche transvaginali. A: gravidan7.a alla 4a setti-
la posizione del feto a termine. mana. Nel contesto dell'utero aumentato di dimensioni e con cndome·
trio ispcssito e iperecogcno è ben riconoscibile la tipica immagine del
1.1. Diagnosi di gravidanza sacco gestazionale con centro anccogeno e al suo interno il piccolo
anello del sacco vitellino (freccia). B: gravidanza alla 7a
Ecograficamente è possibile porre diagnosi di gra- Nel contesto del sacco gestazionale localizzato nel fondo uterino C
possibile osservare la presenza di echi fetali multipli (punta di freccia):
vidanza a partire dalla 4'-5' settimana di amenorrea ciò consente di datare con buotm accuratezza l'età gestazionalc e di
attraverso l'individuazione del sacco gestazionale, il monitorarc «in tempo reale)) l'evoluzione della gravidanza. Asterisco
quale assume l'aspetto di una piccola area ecopriva =corpo lutco gravidico. Archivio ATL
normale e patologica 629
x
'
li·
,.
d Fig. XXIX.6. Determinazione dell'età gestazionalc. Nella scansionc
lo ecotomografica trasversale della testa fetale (A) sono riconoscibili gli Fig. XXIX. 7. Localizzazione della placenta. Scansione ccotomogra-
o echi mediani della falce cerebrale (punte di freccia): in tale condizio- fica longitudinale mediana. La placenta (P), a morfologia semilunare
'
1):
ne la misurazione del diametro biparietalc consente di valutare con
notevole esattezza l'età del feto. In B è ben riconoscibile per l'inten-
ed ecoslruttura ipcrccogena, omogenea (ma con piccole lacune nel
suo contesto!), è impiantata sulla parete anteriore del!'utem relativa-
di sa ecogenicità il femore (freccia curva), la cui lunghezza è agevol- mente ipoecogcna (punte di freccia). Sul versante interno uterino è
mente misurabilc dal grande (in alto in figura) all'estremo apprezzabile una falda di liquido amniotico nella quale si prospettano
'" distale (in basso). alcune parti fetali
. 630 Capitolo XXIX
ne dell'incremento notevolmente rallentato dei due sud- compare infatti alla 32'-34' settimana; .quello pnissimale
detti parametri biometrici, è necessario ricorrere alla mi- della tibia alla 38' settimana.
surazione della circonferenza cranica e soprattutto ad-
dominale, la quale aumenta prevalentemente dalla 32'
i
settimana fino al termine parallelamente 2. Gravidanza patologica l
to del peso corporeo fetale. È possibile, inoltre, esami-
nare con precisione molti aspetti anatomici del feto in Per via ecografica è possibile individuare gran
accrescimento (fig. XXIXS). parte delle evoluzioni patologiche della gravidanza:
L: ecotomografia consente di effettuare una stima gravidanza extrauterino, sacco anembrionato, aborto
attendibile dello stato di benessere fetale attraverso la ritardo di crescita fetale, malformazioni jetali, mort;
valutazione dei movimenti ritmici respiratori, dei fetale, placenta previa, distacco della placenta, malat-
movimenti corporei, del tono muscolare, della quan- tia trofoblastica.
tità di liquido amniotico, del grado di maturazione pla-
centare (cosiddetto «profilo bio-fJsico»). Le alterazio- 2.1. Gravidanza extrauterina
ni di questi parametri possono costituire indicazione
Cimpianto ectopica dell'embrione si verifica nello
all'intervento ostetrico d'urgenza.
0,5-1% dei casi, quasi sempre in sede tubarica. Ceco-
tomografia evidenzia l'utero poco aumentato di volu-
1.5. Posizione del feto a termine me e l'assenza di strutture ovulari al suo interno; l'en-
Nel periodo immediatamente antecedente il parto, dometrio (decidua!) è ispessito e iperecogeno. Moder-
l'ecotomografia consente di valutare con precisione la namente, l'uso di sonde transvaginali rende possibile
presentazione e la situazione del feto attraverso il rico- il riconoscimento precoce del sacco gestazionale ecto-
noscimento della testa, del tronco e degli arti. pica in sede parauterina o paraovarica sotto forma di
massa a ecostruttura complessa (fig. XXIX.9). Nei
I.:esame diretto dell'addome, eseguito di norma in casi complicati da emoperitoneo la raccolta ematica
passato a tale scopo, è utilizzato attualmente solo a finì sarà apprezzabile nello scavo di Douglas o nei recessi
medicolegalì per l'accertamento dell'età presunta del feto: uterovescicali. In tale eventualità la diagnosi di
il nucleo epifisario inferiore del femore (nucleo di Bèclard) za è possibile solo mediante laparoscopia.
zJ,Aborto
In presenza di perdite ematiche, la dimostrazione
i ecografica di una decidua con aspetto regolare, di un
l sacco ovulare di .dimensioni corrispondenti a quelle
codificate e la presenza di attività cardiaca embriona-
le permettono di affe1mare la normale evoluzione
della gravidanza fino alla fine della 6' settimana di
gestazione. Dopo la 7' settimana è necessario valutare
anche l'aumento di volume dell'utero, l 'attività moto-
da embriofetale e il sacco vitellino.
Nei casi di metrorragia è possibile individuare la
zona di distacco amniocoriale (fig. XXIX. l l): si porrà
attenzione, prima della 12' settimana, a non ritenere
tale il fisiologico incompleto accollamento delle
membrane (triangolo di Kobayashi). Fig. XXIX.ll. Distacco amniocoriale. La membrana amniotica,
distaccata dall'inserzione sul corion (frecce curve), protrude all'inter-
In caso di aborto interno, l'utero appare di dimen- no della cavità amniotica per il costituirsi di una raccolta ematica
sioni inferiori a quanto atteso in base alla durata della ipoecogena con sepimentazioni interne. F = feto; P =placenta.
gestazione, non è evidenziabile alcuna attività cardiaca
embriofetale, la camera ovulare può assumere contorni
irregolari con zone di distacco amniocoriale. Se l'abor- zione globale dei parametri di accrescimento fetale) o
to non è recente, la camera ovulare appare estrema- asimmetrico, precoce (a insorgenza prima della
mente irregolare con trofoblasto disomogeneo. 32". settimana) o tardivo.
li
e Nella pratica ginecologica il ricorso alla diagnosti- L'esame diretto può consentire l'individuazione di
·- ca per immagini è frequente. Metodica fondamentale è calcificazioni, alcune delle quali hanno morfologia
l- l'ecografia con le sue diverse tecniche, la quale per- caratteristica: moriforme quelle fibromiomatose (fig.
e mette un accurato studio degli organi pelvici femmini- XXX.2); serpiginosa quelle tubariche postflogistiche;
t- li e nel contempo consente di soddisfare la necessità di rotondeggiante quelle ovariche; «a gusciO>J quelle rare
evitare ogni rischio di danno radioindotto nelle gona- delle cisti da echinococco.
di di donne in età fertile. Ruolo molto importante Il riconoscimento delle cisti dermoidi è possibile
assumono l' isterosalpingografia nello studio della ste- non solo per il reperto frequente di inclusi dentari o
rilità femminile, la TC, la RM e alcune metodiche ossei, ma anche per la maggiore radiotrasparenza
a
radiologiche, quali l'urografia e il clisma a DC, nello rispetto ai tessuti circostanti (fig. XXXJ).
e
studio delle masse pelviche e nella stadiazione dei Sono sempre ben apprezzabili all'esame diretto,
.e
tumori uteroovarici. Ruolo molto limitato ha !'angio- per la loro opacità di tipo metallico, i dispositivi con-
l·
)·
grafia. traccettivi intrauterini, talvolta dislocati in sede peri-
I toneale in seguito a perforazione uterina. Non ecce-
l· zionale è il reperto di corpi estranei radiopachi intro-
l. Esame diretto dotti a scopo abortivo.
d-
sibile dalla scansione ecotomografica transvaginale, mette in chiara evi-
denza la linea iperecogena endometriale (A). In B sono apprezzabili in L'ecografia è in grado di rilevare tutte le
Ilo
il forma meglio individualizzata l'accollamento delle superfici endomc- ni morfostrutturali macroscopiche dell'utero e degli
,," triali (punta di freccia), le linee di minor ecogenicità dello strato basa-
le (asterischi) e l'alone ipoecogeno della parte più interna del mio mc-
trio (frecce).
annessi: ciò giustifica il larghissimo ricorso che a essa
si fa nella pratica ginecologica. Nella valutazione delle
ol- cause di sterilità trova indicazione nel monitoraggio
')
della crescita follicolare e dell'ovulazione in cicli
.g- l'interlinea iperecogena centrale è più o meno marcatamen- spontanei e indotti, nello studio della policistosi avari-
te assottigliata; le ovaie non sono per lo più dimostrabili (ma ca e nella valutazione dell'incontinenza cervicoistmi-
talora sono aumentate di volume sì da richiedere, per il ri- ca. In taluni casi può essere utile distendere la cavità
ig. schio di tumore, controlli seriati semestrali). La possibilità uterina con soluzione fisiologica introdottavi con pic-
rle di dimostrare la cavità uterilla rende l'ecografia indagine di colO isteroiniettore (isterosonografia), sì da agevolare
ti- scelta per accertare il corretto posizionamento di dispositivi l'individuazione di aumenti di spessore focali dell'en-
contraccettivi intrauterini (fig. XXX.6). dometrio o di polipi endometriali. L'introduzione
ig.
te. endocavitaria di MdC ecografico può dimostrare la
Le tube sono talvolta apprezzabili all'esame tran- pervietà delle tube e eventuali irregolarità del loro
la- svaginiile. Le ovaie, con caratteristico aspetto «a man-
tro lume. Le tecniche translabiali, di uso recente, consen-
dorla», hanno ecostruttura solida, omogeneamente tono di valutare l'angolo cistouretrale, lo sfintere ure-
'"da
t
ipoecogena. Sono tipicamente individuabili" anterome- trale, neoformazioni vaginali) uretrali o della base
dialmente ai vasi iliaci interni (fossetta ovarica!), ma vescicale.
ali talora sono situate posteriormente o superiormente al
vi- Sotto guida ecografica possono essere effettuate
corpo uterino. Sono quasi sempre osservabili al loro procedure interventistiche quali l'aspirazione di cisti o
interno formazioni cistiche di 1-3 mm di diametro di raccolte fluide, il drenaggio di ascessi, l' agobiopsia
riferibili a follicoli oofori. di masse solide, il prelievo ovocitario.
ap-
nee A metà del ciclo è usuale il riscontro, in almeno una
sso delle ovaie, di un follicolo di dimensioni maggiori (fino a 2-
lÌ O-
2,5 cm) responsabile dell'ovulazione: la sua scomparsa 3. TC
;sO- attorno all4° giorno del ciclo indica l'avvenuta ovulazione
me- (fig. XXX.4B). :È in seguito possibile apprezzare, soprattut- Trova in alternativa alla RM, nella
:ci· to all'esame transvaginale, il corpo luteo (area ipo-anecoge- stadiazione dei tumori maligni uterini e nella valuta-
,th). na a contorni sfumati, circondata da un alone di media eco- zione di rilievi patologici non bene dimostrati dall'e-
ioni genicità di 2-4 mm di spessore, con una tipica «corona» cografia.
11ea, vascolare evidenziabile con il power-Doppler). Le scansioni diretta e contrastografica dimostrano
636 Capitolo XX)(
validamente l'anatomia uteroannessiale (fig. XXX.?). gici. Assume ruolo preferenziale rispetto alla TC nella
Il corpo e il collo dell'utero assumono l'aspetto di stadiazione dei tumori maligni uterini.
mazioni ovalari a maggior asse trasversale, di densità La RM consente la dimostrazione diretta dell'en-
parenchimatosa, situate in stretto rapporto con il con- dometrio nelle sequenze T2-pesate sotto forma di
torno posteriore della vescica; nel loro contesto sono immagine lineare centrale ad alta intensità di segnale
spesso apprezzabili rispettivamente la caVità endome- (fig. XXX.8). All'esterno della «linea endometriale>> è
triale e il canale cervicale sotto forma di aree centrali apprezzabile il miometrio, caratterizzato da intensità
a basso valore di attenuazione. Dopo somministrazio- di segnale più bassa di tipo muscolare: il suo strato più
ne e. v. di MdC il c.e. è intenso, ma non è comunque interno, ove le fibrocellule sono più numerose, è spic-
possibile differenziare il miometrio dall'endometrio. catamente ipointenso e configura una vera e propria
Le ovaie, rotondeggianti, apprezzabili lateralmente e «zona giunzionale,, la cui individuazione assume
posteriormente, hanno densità simile a quella dell'ute- rilievo nella stadi azione dei tumori uterini.
ro; alloro interno possono rendersi evidenti follicoli di
aspetto cistico. I legamenti larghi sono apprezzabili La linea endometriale va incontro a importanti variazio-
fino alla parete pelvica laterale. Meno frequentemente ni nelle diverse fasi del ciclo mestruale: appare atrofica
sono apprezzabili i legamenti uterosacrali. La dimo- nella fase prcmestruale e nelle donne che fanno uso di con-
strazione della vagina è agevolata dall'introduzione traccettivi orali; è sottile nell'immediato periodo postme-
struale; raggiunge il massimo spessore a metà del ciclo.
nel suo contesto di un tampone. Reperti analoghi si osservano anche a livello del collo ute-
rino.
rispetto al canale cervicale (anteflessione fisiologica), mediante TC, per la stadiazione dei tumori dell'utero
è conformata a triangolo isoscele con apice in basso, permettendo di escludere l'interessan,1ento
ha lunghezza di circa 5 cm, margini laterali e superio- per contiguità degli ureteri e del retto. La linfografia
re lievemente concavi. Nei radiogrammi in proiezione bipodale può evidenziare linfoadenopatie secondarie
laterale, utili per la determinazione degli angoli di non rilevate dalla TC (linfonodi non ingranditi ma con
flessione e di versione, la cavità uterina assume aspet- architettonica alterata!).
to pirifonne. La flebografia pelvica ha quale indicazione usua-
Gli angoli tubarici sono marcatamente acuti, con le la diagnosi e la terapia (scleroembolizzazione!) del
ostia ristretto e spesso separato dal resto della cavità varicocele pelvico. È realizzata mediante cateterismo
per lo spasmo dello sfintere uterotubarico di Reinberg selettivo transfemorale delle vene gonadiche.
e Arnstamm, di dipendenza miometriale. Le tube sono L'arteriografia pelvica è metodica di impiego
suddivise convenzionalmente in quattro segmenti: abbastanza raro. Trova indicazione nello studio delle
interstiztale (sottile, visualizzabile nella sua totalità malformazioni arterovenose pelviçhe, e per le sue pos-
solo quando delineato esteriormente da uno spasmo sibilità terapeutiche nell 'embolizzazione e nella che-
dello sfintere di Rossi e Dallera che lo separa dal seg- mioterapia locoregionale dei tumori ginecologici. È
mento successivo); istmico (filiforme e tortuoso, talora effettuata, come alternativa all'isterectomia,
lungo circa 5-6 cm, con calibro che aumenta progres- l' embolizzazione delle arterie uterine nei fibromiomi
sivamente verso l'ampolla); ampo!lare (largo e sinuo- sintomatici.
so, lungo circa 5-6 cm, solcato da caratteristiche pii-
che longitudinali); infundibolare (detto anche «padi- L'arteriografia pelvica si effettua mediante catete1ismo
glione», non facilmente apprezzabile se non quando il selettivo bilaterale (in seduta unica ma non simultaneo)
transfemorale delle arterie ipogastriche. Evidenzia l'arteria
MdC ne disegna le frange). Difficilmente localizzabi-
uterina con il tipico aspetto a U e l'arteria uteroovarica, le
le è l'astio addominale delle tube attraverso il quale il quali si anastomizzano ampiamente mediante branche
MdC passa in cavità peritoneale ove si diffonde rapi- annessiali.
damente per i movimenti delle anse intestinali. Il pas-
saggio può essere immediato e abbondante (pervietà
«incondizionata») o più tardivo e scarso, e ottenibile 7. Patologia uterina
solo a pressione di iniezione più elevata (pervietà.
«Condizionata»). La verifica della pervietà dell'ostia 7.1. Malformazioni
può richiedere talora 24 ore e più di osservazione della
paziente dal momento di iniezione del MdC o, più Gli organi genitali interni e i due terzi prossimali della
convenientemente, il ricorso alla salpingografia selet- vagina originano, come noto, dai dotti di Miiller, i quali si
tiva. formano nella quarta settimana di vita intrauterina e discen-
dono poi lungo il margine libero della cresta urogenitale
fino a fondersi sulla linea mediana costituendo in tal modo
Talora pazienti che effettuano per la definizione di una l'utero. Lo sviluppo delle ovaie e delle tube è indipendente
situazione di sterilità un'ISO (rivelatasi normale) rimango- da quello dell'utero: ciò spiega perché il reperto di una nor-
no gravide entro 6 mesi dall'indagine. È probabile che que- malità tubarica e ovarica è praticamente la regola nelle apla-
sto vero e proprio «effetto terapeutico dell 'ISG» abbia alla sie miilleriane. Anche il terzo inferiore della vagina origina -
base un miglioramento della situazione di transitabilità in maniera indipendente dalla cloaca: la vagina può essere
delle tube. presente nelle aplasie mi.illeriane. Quando alla aplasia mUl-
leriana si associa quella vaginale, si parla di sindrome di
Rokitansky-Kuster-Hauser. Le strette relazioni esistenti tra
6. Metodiche radiologiche complemen- abbozzi renali e genitali in seno alla cresta urogenitale ren·
tari dono conto della frequente associazione di malformazioni
urinarie e genitali: una malformazione genitale non può
considerarsi studiata a fondo fin tanto che non è stata ana·
Trovano indicazione nello studio di specifiche pro- lizzata la morfologia dell'apparato urinario.
blematiche I'urografia, il clisma a DC, la linfograjia, Nei difetti di fusione degli abbozzi miilleriani, che
la flebografia e l'arteriografia pelvica. caratterizzano l'ipoplasia, l'utero bicorne e !'utero setto, si
I..:urografia e il clisma a DC forniscono informa- associa un difetto delle strutture muscolari, nervose e vasco-
zioni importanti, complementari a quelle acquisite lari che ostacola la normale reazione deciduale e l'annida-
Apparato genitale jèmminile 639
tra i due corni la differenzia rispetto all'utero bicorne); zazione sottosierosa). I:esame diretto radiografico
nella forma subtotale, per la maggiore estensione lon- (v. fig. XXX.2) e la TC evidenziano, occasionalmen.
gitudinale del setto, il quadro è assai vicino a quello te, quadri impressivi di calcificazioni moriformi
dell'utero bicorne-unicolle; nella forma totale sono «giganti:->. L aspetto usuale del fibroma alla Rl\II è di
apprezzabili due compartimenti distinti all'interno lesione a basso segnale sia nelle sequenze Il-pesate
della cavità uterina, che talvolta si aprono separata- che in quelle T2-pesate; le lesioni a elevata cellularità
mente con due orifizi vicini in un unico collo·. o con involuzione colliquativa possono avere segnale
elevato nelle sequenze T2-pesate. Da un punto di vista
7.2. Beanza cervicale topografico si distinguono fibromiomi sottosierosi,
intramurali e sottomucosi. LISG e l'isteroscopia pos-
Può essere causa di aborto o di parto pretermine. sono rendersi necessarie per definire l'entità di svilup-
L: ecografia transvaginale dimostra lo slargamento po endocavitario dei fibromi sottomucosi e il loro rap-
dell'orifizio uterino interno. Il rilievo di una beanza porto con l'astio tubarico. In linea generale, nessuna
cervicale non ha significato patologico al di fuori del metodica diagnostica per immagini consente di diffe-
contesto ostetrico. renziare un fibroma di aspetto atipico da un leiomio-
sarcoma.
7.3. Sinechie
Le sinechie, aderenze intrauterine corporali, cervi- 7.5. lperplasia endometriale
coistmiche o totali, inducono all'ISO restringimento Il riscontro, in corso di ecografia, di un ispessi-
della cavità uterina e del canale cervicale associato mento deli' endometrio deve indurre al sospetto di
alla presenza di caratteristici difetti di riempimento di questa affezione, la quale può presentarsi in forma di
aspetto polimorfo. Le forme parziali si presentano iperplasia semplice o pseudopolipoide. La diagnosi
come lacune a margini netti, di aspetto ovalare o «a differenziale va posta con il polipo (isterosonografia!)
carta geografica>> (fig. XXX.lJ); le forme totali. osta- e con il carcinoma (isteroscopia!).
colando la progressione del MdC all'interno della
cavità uterina, consentono solo la visualizzazione dei
segmenti sottostanti all'obliterazione.
7.6.Adenomiosi o endometriosi interna
Consiste nella presenza di aree di endometrio nel
7.4. Fibromi contesto del miometrio; interessa soprattutto le pluri-
pare nella fascia di età tra 40 e 50 anni. Ali' ecografia
Sono la più frequente affezione twnorale benigna l'utero adenomiosico presenta ispessimento del mio-
dell'utero, con massima incidenza nel periodo preme- metrio, nel cui contesto possono essere riscontrate
nopausale. aree ipo-anecogene a contorni sfumati. La d.d. con il
Ali' ecografia, i fibromi assumono l'aspetto di
noduli solidi, di forma più o meno rotondeggiante e
margini regolari, a ecostruttura ipoecogena (fig.
XXX. 14), talvolta disomogenea, raramente iperecoge-
na (d.d. con i lipomi!). Sono talora delimitati da un
alone ipoecogeno periferico (pseudocapsula) che ne
agevola l'individuazione. Spesso deformano il contor-
no dell'utero, dislocano il canale centrale e talora
improntano la vescica (fibromi in sede sottosierosa
anteriore). Spesso multipli, possono interessare diffu-
samente l'organo in tutta la sua estensione causando-
ne un aumento di volume talora marcato e conferen-
dogli un aspetto tozzo e globoso. Allorquando rag-
giungono diametro superiore a 3 cm possono andare
incontro a fenomeni involutivi di tipo colliquativo Fig. XXX. B. Sincchie uterine. ISG. Le aderenze intrauterine, presso·
ché totali, inducono un vistoso difetto di riempimento «a carta geo·
(aspetto cistico) o a calcificazione (più frequente nei grafica» (asterisco) nel canale, nell'istmo e in gran parte della cavità
miomi a insorgenza postmenopausale e nella localiz- uteri na.
APE.arato genitale femminile 641
ico
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os-
ap-
ap- fi\!, XXX.14. Fibromioma uterino. ,Scansionc ecotomografica tran- Fig. XXX .l S. Carcinoma del corpo utcrino. Scansione ecotomografl-
ma s1;ginale longitudinalc mediana. E apprezzabile una formazione ca transvaginale. Nel contesto della cavità uterina, lievemente distesa
'fe- rotondcggiante intrauterina (punte di freccia), a ecostruttura solida da liquido (c), si osserva una neoformazione disomogeneamente ipe-
ti o- ipo·isoecogena, lievemente disomogenea, delimitata da un alone ipoe- rceogena. che presenta una componente polipoide di origine endome-
cogeno periferico che disloca la linea iperecogena dell'endometrio. triale (freccia) aggettante nella cavità c una componente infiltrativa
che peraltro non invade lo strato miometriale (punte di freccia).
fibroma è talora possibile con power-Doppler (alone intermedio tra quello dell'endometrio e del miometrio
periferico ipervascolare) o con RM (ispessimento nelle sequenze T2-pesate; c.e. inferiore a quello del
;si- della zona giunzionale, aree iperintense miometriali miometrio), dell'invasione del miometrio e della
di nelle sequenze T2-pesate). estensione alle strutture circostanti. Ali 'ISG il carci-
l di noma endometriale può presentarsi con difetti di riem-
.osi pimento della cavità uterina a margini sfumati e irre-
7.7. Tumori
ta!) golari (forme vegetanti), con stenosi segmentarie
I carcinomi del corpo e del collo dell'utero costi- de (forme infiltranti) o con immagini di plus (forme
tuiscono tradizionalmente tematica di grande impor- ulcerative).
tanza in radiologia soprattutto per le valide possibilità
di cura offerte nei loro riguardi dalla radioterapia (v. 7. 7.2. Carcinoma del collo uterino
nel paragrafo XLVI.9).
lfi- Questa lesione tumorale è passibile di efficaci
lfia 7.7.1. Carcinoma del corpo uterino cedure di screening, nel contesto delle quali, come
tio- noto, assume importanza lo striscio colpocitologico
·ate Per questa lesione tumorale le possibilità di scree- La diagnosi precoce, essenziale per la vali-
n il ning e di diagnosi precoce sono piuttosto limitate,
I.: ecografia transaddominale consente solo il sospetto
di carcinoma endometriale: elementi indicativi, in pro-
posito, sono l'aumento di volume dell'utero, l'ispessi-
mento dell'endometrio e le disomogeneità ecostruttu-
rali. Capproccio transvaginale offre la possibilità di
una valutazione del grado di invasione miometriale
(fig. XXX.l5); il color-Doppler può dimostrare flussi
intralcsionali di tipo neoplastico e resistenze diminui-
tenelle arterie uterine. La TC consente di evidenziare,
quando di dimensioni, la massa neoplastica,
la quale va incontro a c.e. significativamente inferiore
rispetto al miometrio, ma non è in grado di valutare
con buona accuratezza il grado di invasione miome- Fig. XXX.J6. Carcinoma del corpo uterino. TC con scansione contra-
triale (fig. XXX.16); rende spesso la stadiazione più stografica. Subito al di dietro della vescica, nella quale l'urina iodata
·sso· è parzialmente sedimentata, è apprezzabile il corpo utcrino aumentato
geo·
severa rispetto a quanto prospettato dall'esplorazione di dimensioni, nel cui contesto è bene individtmbile la lesione tumora-
\Vità ginecologica (mctastasi linfonodali!). La RM consen- te (punte di freccia) grazie al c.e. alquanto inferiore a quello del mio-
te una valida individuazione della lesione (segnale metrio. Si osservi la parziale «<ccupazionell di entrambi i parametri.
642 Capirolo X\)(
9.3. Tumori
La loro diagnosi mediante ecografia è facile (ma
non precoce!), la stadiazione difficile data la tendenza
a evolvere con diffusione peritoneale precoce e meta-
statizzazione linfatica lomboaortica e mediastinica.
[;indagine, quando di per sé non risolutiva, potrà
comunque indirizzare l'iter diagnostico verso il fol-
low-up (cisti semplici), l'agoaspirato (cisti comples-
se), la RM (sospetta endometriosi), la TC (stadiazione)
o l'intervento chirurgico.
Il cistoadenoma sieroso (fig. XXX.25) ha eco-
struttura mista, con aree ecoprive separate da fini se-
pimenti. La diagnosi differenziale dalla corrisponden-
te lesione maligna si basa sulla presenza di spesse se-
pimentazioni, vegetazioni solide endoluminali, volu-
minosi assi stromali. Il cistoadenoma mucinoso assu-
me per lo più l'aspetto di massa voluminosa concame-
rata con componenti liquide prevalenti talora corpu-
scolate. I cistoadenocarcinomi sieroso e mucinoso han-
no accrescimento rapido e presentano al momento del- Fig. XXX.26. Cistoadenocarcinoma mucinoso dell'ovaio. Ecotomo-
la diagnosi dimensioni notevoli; nel loro contesto le grafia transvaginale. Casi diversi. In A la lesione cistica, di grosse di-
strutture solide prevalgono nettamente su quelle liqui- mensioni, ha nel suo contesto una componente solida a contorni irre-
de e sono presenti setti irregolari e vegetazioni papil- golari (asterisco). lnB la lesione cistica ha dimensioni giganti (frecce),
è alquanto corpuscolata (tondino) e so lenta qua e là da ponti che la se-
lari (fig. XXX.26). L'adenocarcinoma ovarico ha eco- pimentano (punte di freccia); la componente solida, vistosa, risulta dal-
struttura solida disomogenea con frequenti aree invo- la coalescenza di grossolane subunitù (asterisco).
lutive emorragiche o necroticolliquative di aspetto ir-
regolare (fig. XXX.27). golari e rnaldefiniti; pareti e setti spessi, con vegeta-
Nel complesso, segni orientativi verso la natura ma- zioni; prevalenza della componente solida; disomoge-
ligna di una neo formazione ovarica, evidenziabili con neità; presenza di ascite, linfoadenopatie, e ovviamen--
ecografia transvaginale, TC e RM, sono: contorni irre- te metastasi peritoneali e omentali (v. figg. XXV7 e IO).
x CAPJTOLO XXXI
GHIANDOLE ENDOCRINE
GIORGIO CITTADINI E GIOVANNI SERAFINI
La djagnostica per immagilli assume lm tuolo raramente TSH (ipertiroidismo) e FSH-LH (ipogonadismo).
del tutto fondamentale nelle) studio della patologia. Alcuni adenomi secernono più di un ormone ipofisario
delle ghiandole endocrine ../poflsi ed epifisi, oggettO (adenomi misti), frequentemente GH e prolattina.V'è car-
di interesse specifico-della neuroradiologia, sono vali- relazione positiva tra dimensioni del prolattinoma e livelli
damente studiate cOn TC e .RM. Nello studio della : prolattinemici:· iperprolattinemia può manifestarsi
, tiroide assumono grande importanza 1,ecografia èon anche in altre affezioni ipofisarie ed extraipofisarie o in
relazione a terapie fafmacologiche. Oltre un terzo dei casi di
agoaspirato ecoguidato e la diagnoStica amenorrea-galilttorrea sono dovuti a prolattinomi. Gli ade-
cii, in seconda istanza la TC e la Rlvf. Nello studio nomi seçernenti giungono più frequentemente a diagnosi in
delle paratiroidi sono .impegnate di volta in volta tutte fase dimensionale di microadenomi.
;o. le tecniche di di. ma in modt:> Gli adeilomi iwn si manifestano più tardiva-
di· particolare l'ecografia e la diagnostica radioisotopica. . mente, p(;":r lo più già in fase dimensionale di macroadenomi
;o.
·e),
Nello studio dei surreni assumono grande importanza · · determinanti effettò compressivo snlle strutture adiacenti, ivi
;o. la diagnostica radioisotopica e la re, un certo filievo . 'compreso il parenchima ipofisario circostante (ipopituitari-
lal- la RM, ruolo secondario l'ecografia (c6n la · smo!), e spesso giungono all'osservazione diagnostica in fa-
vole eccezione dei soggetti in età pediatrica). -se di estensione extrasellare. I microadenomi n;n secernen-
Dal contesto della trattazione unitaria prospettata ti, rari, sono per lo più asintomatici e aggettò di risContro ca-
:a- suale.
nel presente capitolo verranno enUcleati i tùm"ori en-·
;e-
docrini del pancreas, già discussi nel paragrafo Capproccio diagnostico «per immagini!> ha luogo
:n-·
XXIIL 14, e le sindromi disarmOniche dell'ovaio, .con' tecniche in grado di arrecare un'informazione·
0).
siderate nel paragrafo XXX.92. adilitiva: esame diretto radiografico del cranio e tomo-
grafia della sella turcica; TC; RM; scintigrafia con
analoghi marcati della somatostatina.
l. Ipofisi e regione sellare
La normale morfologia sellare nel radiogramma in
L'ipofisi e più in generale la regione sellare sono proiCzione laterale del cranio è illustrata nello schema
sede di molteplici tipi di patologia, fra i quali i più fre- riportato in fig. XXXI.l. Si osservano, dall'avanti all'indie-
quenti sono gli adenomi ipofisari (i quali costituisco- tro: il giogo sfenoidale; il limbo; il solco chiasmatico, che
no circa i115% delle neoplasie endOcraniche). pnò presentarsi più o m"eno avvallato; le apofisi clinoidee
anteriori, perfettamente sovrapposte .se l'esecuzione del
1.1. Adenomi radiogramma è corretta (craniostato!); il tubercolo della
sella, sul quale si inserisce il diaframma sellare; il pavimen-
Gli adenomi ipofisari si distinguono con criterio fnnzio- to sellare, visibile come listerella di osso corticale sottile e
nale in secernenti (circa il75%) e non secernenti; con crite- regolare; "la lamina dura, nella cui parte anteriore può
rio dimensionale in macro- e microadenomi (limite arbitra- ra apprezzarsi, poco al di sotto del tubercolo, una salienza
rio di separazione è costituito dai l Omm di diametro). tuberositariiJ., l'apofisi "clinoidea media; il dorso sellare,
Gli adenomi secernenti determinano disfunzioni endo- concavo verso l'avanti, costituito da una triplice linea
crine in relazione all'iperincrezione di prolattina (amenor- riore, corrispondente ai margini laterali della lamina qua-
rea-galattorrea o sindrome di Forbes-Albright), GH (gigari- drilatera; media, costituita dal pavimento sellare; posteriore,
tismo ipofisario durante l'accrescimento, acromegalia negli costituita dal margine posteriore della lamina quadrilatera);
adulti), ACTH (malattia di Cushing, sindrome di Nelson); le apofisi clinoidee posteriori.
648
11i-
l formazioni anatomiche. Concluderà l'indagine l'eventuale Il peduncolo ipofisario ha sede mediana e decorso ret-
oJ. scansione pet: piani trasversali. tilineo dal recesso anteriore infundibolare del III ven-
da tricolo alla superficie superiore dell'ipofisi; il suo spes-
Nelle sezioni coronali dopo iniezione di MdC, I'i- sore non supera in condizioni normali 4-4,5 mm. La di-
ni- poftsi, la quale va incontro a valido c.e. (fig. XXXI.J), mostrazione dei seni cavernosi e delle strutture vasco-
in- è direttamente visibile al di sotto delle cisterne chia- lonervose in essi presenti è valida. Rapporto anatomi-
smatiche sotto fanna di masserella ovoidale a maggior co critico per le lesioni sellari a tendenza espansiva è
asse trasversale con margine superiore normalmente quello con il chiasma ottico, la cui compressione può
di- rettilineo o lievemente convesso, al di sopra della quale determinare alterazioni del campo visivo: questa strut-
nei è apprezzabile il peduncolo. Sono ben dimostrati il tura è sempre direttamente apprezzabile.
de- pavimento sellare e il seno sfonoidale sottostante, late- Nello studio degli adenomi ipofisari la RM è pre-
le- ralmente la carotide interna e la sua biforcazione nelle feribile alla TC per la migliore dimostrazione anato-
as- arterie cerebrali anteriore e media, il seno caverno- mica deli' ipofisi e delle strutture adiacenti, e per la più
le- so nel quale sono apprezzabili pressoché costantemen- precisa valutazione dell'eventuale estensione nel seno
ria te il nervo oculomotore e il nervo abducente. cavernoso. La TC è più efficiente nella valutazione
ur- delle strutture ossee e di calcificazioni intratumorali o
le- La RM è effettuata convenientemente (ma non obbliga- vascolari. Il riscontro di calcificazioni, per lo più di
:ri- toriamente!) a elevata intensità di campo (1-1 ,5 T), con stra- fini dimensioni e più frequenti nei prolattinomi, è
ra- ti di 2-3 mm di spessore, per piani sagittali e coronali con
mc sequenze SE TI-pesate (e, se necessario, 12-pesate). La
peraltro poco co.mune (2%).
somministrazione e. v. di MdC paramagnetico è indispensa-
bile anche a fini diagnostici differenziali. Alla TC i macroadenomi possono essere omogenei
ani o presentare aree focali ipodense (necrosi e cisti intra-
nte Nelle immagini SE Tl-pesate l'adenoipojìsi pre- tumorali) o iperdense (emorragie e calcificazioni); do-
la· senta segnale iso intenso rispetto al parenchima cere- po iniezione e. v. di MdC vanno incontro a valido c.e.,
ine brale, la neuroipofisi segnale iperintenso (fig. XXXI.4). talora «anulare» periferico. Alla RM sono per lo più
iz- isointensi nelle immagini SE T l-pesate, iperintensi in
me quelle T2-pesate (fig. XXXI. SA e B); le aree di necro-
ric
si, rispettivamente ipo- e iperintense, non vanno incon-
.ui,
m-
tro a c.e. (v. fig. XXX.SC eD). Necrosi e emoiTagiaen-
Je
dotumorali insorte acutamente determinano aumento
nti delle dimensioni ghiandolari (apoplessia pituitarica)
'"'mn
:ra·
"''poc
A),
,..P),
Jcl·
,,
OC·
tta-
D),
mn Fig. XXXI.4. Ipofisi normale. RM. Sca"nsione sagittalc del tronco
ala Fig. XXXI.3. lpofisi normale. TC. Scansionc dinamica dopo sommi- encefalico passante per il pcduncolo ipofisario. Sequenza SE Tl"pesa-
:on n\strazione c.v. ((a bolo)) di MdC iodato. Strato coronale passante per ta. r.:adenoipofisi (freccia) appare come ((Sospesm> dal peduncolo ipo-
il peduncolo ipofisario. Si ha progressiva opacizzazionc del letto fisario al di sopra del seno sfcnoidale ben pncumatizzato (asterisco); è
:\la vascolarc secondario situato immediatamente al di sotto dell'estremità isointcnsa rispetto al tessuto nervoso. La neuroipofisi (punta di frec-
rit- inferiore del peduncolo con comparsa del caratteristico segno ((del cia), pili piccola e situata )XlSteriormente, appare nettamente iperinten-
ciuffo)). Sono ben visibili i tratti distali delle carotidi interne c i tratti sa. Più in alto il peduncolo si continua con l'eminenza mediana e il
Prossima! i delle arterie cerebrali anteriore e media. tuber cincrcum.
650
In corso di trattamento farmacologico i prolattinomi, e il riferimento costante a un'indagine <<di base» (RM!) ese-
meno frequentemente gli adenomi GH-secernenti, possono guita dopo alcune settimane dall'intervento. e enucleazione
presentare riduzioni di volume e modificazioni della strut- trans-sfenoidale produce un difetto nel pavimento sellare e
tura ben dimostrabili con la RM. Dopo trattamento chirur- può trasportare nel seno sfenoidale liquidi, tessuto musco-
gico si pone il problema del monitoraggio onde cogliere lare e adiposo.
precocemente eventuali recidive: importante, in proposito,
La scintigrafia (SPECT!) con 111In-pentetreotide,
un analogo marcato della somatostatina (v. paragrafo
XXXL5.5.), trova utile indicazione anche nella valuta-
zione morfofunzionale degli adenomi ipofisari, spe-
cialmente di quelli secernenti GH e TSH (risultati delu-
denti si hanno, invece, negli adenomi secernenti prolat-
tina). 11. radiofarmaco consente di definire, con alta
sensibilità (intorno al 90% per adenomi di diametro
superiore a lO mJl!.) e specificità vicina aliOO%, !apre-
senza di recettori per la somatostatina alla superficie
delle cellule tumorali e di evidenziarne quindi la com-
ponente biologicamente attiva (fig. XXXI.7). Ciò for-
nisce anche un indice prognostico decisivo ai fini di
una eventuale terapia farmacologica con analoghi non
marcati della somatostatina a lunga emivita biologica
(come l' octreotide e illanreotide).
La diagnostica differenziale «per immagini>> degli
adenomi ipofisari è problema delicato di specifica
competenza neuroradiologica data l'ampia serie di
patologie alternative (tab. XXXI. l).
Fig. XXXI.S. Macroadenoma ipofisario non secernente. RM con
scansione coronale in sequenza turbo-SE T2-pesata (A) e SE T l-pesa-
ta prima (B) e dopo (C) iniezione c.v. di MdC paramagnetico. I..:ipofisi
Questo tumore a comportamento biolo·
è notevolmente aumentata di volume per la presenza di una lesione
gico benigno (grado l), per la cui descrizione si rimanda al para·
espansiva nel cui contesto sono apprezzabili multiple arce colliquativc grafo XXXII.8.1, raggiunge talora grandi dimensioni provocan·
(iperintense nella sequenza turbo-SE T2-pesata, ipoìntense nella do disfunzioni ipotalamoipofisarie e deficit visivi. Molto fre·
sequenza TI-pesata). La lesione va incontro a significativo c.e. Si quenti, soprattutto in giovane età, grossolane calcificazioni
osservi, nella scansione sagittalc (D) l'avvallamcrnto del pavimento amorfe (e-same radiografico!). TC e RM ne consentono una
sellare (frecce). diagnosi compiuta (fig. XXXI.8).
________________________________________________________________
anteriore del III ventricolo dilatato, le cisti colloidi. Alla Il riscontro di un 'ipofisi di piccole dimensioni non
RM nelle sequenze SE T2-pesate (liquor iperintenso: effet- configura di per sé un quadro di «se (la vuotw>, a meno
to cisternografico!), le cisti aracnoidee intrasellari non che non sia dimostrabile l 'erniazione sellare degli
comunicanti e gli adenomi cistici hanno in genere intensità spazi subaracnoidei.
di segnale ancora più elevata del liquor. La dimostrazione
dell'assenza di comunicazione tra cisti aracnoidee e spazi Nel n.anismo ipofisario, causato per lo più da lesione
Jiquorali impone il ricorso alla TC con MdC iodato intro- perinatale traumatica o ischemica peduncoloipofisaria, la
dotto in sede intradurale mediante puntura lombare (cister- RM può dimostrare, oltre alla diminuzione delle dimensio:
no-TC). ni ipofisarie, l'assenza della porzione distale del pedunco\o
con ispessimento della porzione craniale; alla cui estremità
1.3. !per· e ipopituitarismi è osservabile un nodulo iperintenso nelle sequenze SE TI-
pesate (ncuroipofisi ectopica funzionante!).
Nelle relative situazioni cliniche si pone il duplice
problema della verifica della situazione ipofisosellare Nelle sindromi da panipopituitarismo anteriore
e della ricerca di ripercussioni su altri organi e appa- insorto in età prepubere (craniofaringioma? adenoma
rati. L'apparato più frequentemente coinvolto (spesso non secernente? istiocitosi X?), l'esame radiografico
in maniera caratteristica) è lo scheletro. · sistematico dello scheletro consentirà di dimostrare il
quadro caratteristico del nanismo armonico con con-
I.;iperplasia ipofisaria, intesa come aumento delle servazione della morfologia generale del singolo osso
dimensioni ipofisarie in assenza di lesioni focali, può esse"
re primitiva (gravidanza!) o secondaria a deficit funzionale (a differenza di quanto avviene in altre forme di nani-
di una ghiandola endocrina periferica (più comunemente la il ritardo dell'epoca di comparsa dei nuclei epi-
tiroide). In quest'ultima situazione può svilupparsi anche un fisari, la scomparsa tardiva delle cartilagini di accre-
adenoma. I.;ipoplasia ipofisaria, nella quale le dimensioni scimento (evento questo indicativo dell'instaurarsi di
ipofisarie sono ridotte, può presentarsi isolatamente o in un ipogonadismo secondario). Il panipopituitarismo
associazione a ipoplasia della sella turcica, a encefalocele anteriore da apoplessia ghiandolare postpartum confi-
sfenoidale, ad altri disrafismi della linea mediana. gura la sindrome di Sheean, dovuta a infarto seconda-
rio a ischemia acuta. TC e RIVI consentono una age-
La RM consente accurate misurazioni delle vole dimostrazione dell'alterazione strutturale dell'i-
dimensioni ipofisarie: un diametro craniocaudale pofisi e della situazione anatomica.
e 7 mm nei maschi, tra 7 e 9 mm nelle femmine, può L'iperincrezione di ormone somatotropo (adenoma
ritenersi «limite»; un diametro superiore a questi secernente GH) induce, quando insorta in età adulta) ì1
ri può ritenersi positivo per -ingrandimento ipofisario. quadro clinico dell'acromegalia. Alterazioni ipofiso-
sellari, più sopra descritte, sono dimostrabili nella
quasi totalità dei casi. L'esame radiografico sistema-
tico dello scheletro consentirà di evidenziare presso-
ché ubiquitariamente le conseguenze del! 'iperaccre-
scimento osseo e cartilagineo. Nel cranio si potrà
osservare: megalia dei seni paranasali, in particolare
quelli frontali; prominenza delle bozze frontali; ispes-
simento del tavolato interno; sporgenza dell 'inion;
prognatismo mandibolare (fig. XXXI.lO). Nella
colonna vertebra/e: aumento del diametro AP dei cor-
pi vertebrali e slargamento degli spazi intervertebrali.
Nel bacino la sinfisi pubi ca assume una caratteristica
prominenza «a beccm> prossima] e, le rime articolari
coxofemorali sono slargate; aree cistoidi sono presenti
Fig. XXXL9. Sella <<vuotm). RM dell'encefalo con scansione sagitta- nei colli femorali. Nelle grandi articolazioni è presen·
lc mediana in SE TI-pesata. La sella tutcica è alquanto slar- te il caratteristico quadro di osteoartrite con conserva·
gata per l'erniazione nel suo contesto della cisterna otticochiasmatiea.
Cipofisi, <<schiacciata)) sul pavimento, assume l'aspetto di una sottile
zione (o slargamento!) della rima articolare per l'i-
semiluna a concavità superiore; il pedunco\o è dislocato posterior- spessimento delle cartilagini articolari. Nella mano e
mente . nel piede, globalmente ingranditi, i polpastrelli sono
Ghiandofe endocrine 653
c----
la valutazione del parenchima residuo dopo zionqnti, può superare i 150 cm/sin quelle iperfunzionanti
dectomia parziale. In corso di terapia medica della di Basedow j
riscontri velocimetrici prospettano una tendenza al decre-
Il color- e power-Doppler forniscono elementi dia- mento della velocità proporzionale al decremento del tasso
gnostici additivi permettendo di valutare, in particola- ematico di ormoni tiroidei.
re, la vascolarizzazione dei noduli tiroidei.
33. Diagnostica radioisotopica
Alcuni quadri assumono particolare significato: Assume rilievo:
le nodularità prive di segnali di flusso o con vascolariz-
zazionc esclusivamente periferica sono quasi tutte di nella caratterizzazione funzionale dei noduli tirai-
natura benigna, generalmente iperplasica o colloidoci- dei (noduli «caldi», «freddi», più raramente «iso-
stica; captanti»);
quelle che presentano evidenti componenti di vascola- nella ricerca di tiroidi ectopiche e accessorie fun.
rizzazione anche in sede centrale (fig. XXXI.l5) posso- zionanti;
no essere di natura iperplastica, ma si presentano con
nella ricerca di metastasi da carcinomi tiroidei dif-
questo aspetto anche lesioni adenomatose o carcinomi
(questo parametro può indicare la necessità di indirizza-
ferenziati originanti dall'epitelio follicolare;
re sul nodulo ipervascolare il prelievo bioptico!); deve in fase preliminare alla terapia con 1311 degli iperti-
essere inoltre tenuto presente che le nodularità scintigra- roidismi (adenoma di Plummer! malattia di
ficamente calde sono sempre caratterizzate da ipcrva- Basedowl.) e delle metastasi da carcinoma tiroideo
scolarizzazione: non esistono comunque correlazioni tra differenziato;
quadro ìpervascolare al color-Doppler e dati scintigrafi- nella valutazione postoperatoria, in particolare
ci e laboratoristici; della radicalità della tiroidectomia totale.
l'ipervascolarizzazione diffusa di tutta la tiroide (spesso
disordinata fino a generare un quadro di <<inferno tiroi-
deo>>, con diffusione «a tappeto» dei segnali color- La scintigrafia tiroidca è in genere effettuata con 99mtc-
Doppler su tutto l'ambito parenchimale) è elemento pertecnetato (2-4 mCi e. v.), ma il tracciante ideale è rappre-
otientativo in favore di una malattia di Basedow, di un sentato dallo radioiodio, specialmente lo mr. L'impiego
gozzo ipcrfunzionante o di una tiroidite cronica in fase dello l23J (0,5 mCi per os o e. v.) comporta, tuttavia, parti-
iniziale con elevati valori di TSH. colari problemi logistici e organizzativi a causa della sua
emivita fisica relativamente breve (13 ore) e del suo costo
Vintegrazione dello studio Doppler con i para- più elevato. Lo 13!J è preferibile per la ricerca di metastasi
metri velocimetrici (eco-Doppler) può fornire un ulte- (scintigrafia corporea totale dopo tiroidectomia e radiotera-
riore supporto nella caratterizzazione di natura della pia metabolica dell'eventuale residuo tiroideo!), per la
patologia tiroidea. quale il 99mTc-pertecnetato è del tutto inadeguato. L'uso di
«indicatori di cellularità» (75Se-mctionina, 131Cs, 2DlTJ)
La velocità di flusso nell'arteria tiroidea inferiore non nella caratterizzazione dei noduli tiroidei «freddi» ha perso
supera i 60 cmJs nelle tireopatie diffuse o nodulari non fun- modernamente importanza per la diffusione dell'esame
citologico su agoaspirato percutaneo.
Gli ioni 99mTc-pertecnetato (99mTco 4-) sono attivamen-
te captati dai tircociti mediante lo stesso meccanismo ope-
rante per lo I (<<pompa» metabolicamente attiva che lavora
Fig. XXXI.15. Nodulo tiroi- contro gradienti di concentrazione di 50-500:1); tuttavia, a
dco. Color-Doppler. La lesio- differenza di quanto avviene per lo I, gli ioni 99mTco4- non
ne intraghiandolare, solida c sono assoggettati a organicazione nel tessuto tiroideo (tappa
ipoecogena, presenta segnali
di flusso disposti prevalcnlc- essenziale nella sintesi degli ormoni til:oidei). Pertanto, in
mente in sede periferica alcune condizioni fisiopatologiche (ad esempio, nella fase
lungo il suo contomo ante- di recupero delle tiroiditi croniche) si può osservare una
riore; sono peraltro apprez- certa discrepanza fra i quadri scintigrafici ottenuti rispetti-
zabili alcune componenti vamente con radioiodio e con 99mTc-pertccnetato.
vascolari che si irradiano In caso di uso del 99mTc-pertecnctato, quadri scintigra-
verso il centro. Nel caso in
considerazione trattavasi di fici adeguati alle necessità diagnostiche sono ottenuti 15-30
nodulo ipcrplastico. minuti dopo la somministrazionc e. v. Si consideri che la
Ghiandole endocrine 657
nti, captazione del radiofarmaco (analogamente a quanto avvie- nella valutazione degli strumi con estensione retro-
ne per il radioiodio) è rido Ha in corso di terapia con fanna- sternale (struma «plongeantìì e cervicotoracico),
' i
re. ci tireostatici o tireosoppressivi, se l'indagine è effettuata a soprattutto quando sussistano sintomi di compres-
sso breve distanza di tempo da indagini radiologiche contrasto- sione delle vie aeree (rapporti con la trachea e con
grafiche (MdC iodati!) o dopo assunzione (anche percuta- il mediastino anteriore!- v. fig. XVII. l l);
nea!) di medicamenti contenenti iodio: in queste condizio- nella valutazione del volume tiroideo per la pro-
ni, la visualizzazione scintigrafica del parenchima tiroideo grammazione della terapia metabolica con radio
può essere agevolmente ottenuta con 201Tl o con il 99mTc-
dio (errore medio intorno allO%);
sestamibi.
nella valutazione dell'esoftalmo (spessore dei
ai-
I due lobi tiroidei principali assumono nello scinti- muscoli oculari!) nella malattia di Basedow.
lO-
gramma l'aspetto di ellissoidi lievemente angolati a
(N>> o a «U>ì e connessi da un sottile istmo (v. figg. A paziente supino con capo iperesteso si assumono stra-
m- ti contigui di 4-5 rum di spessore paralleli al piano delle
VIII.3 e 4). La radioattività è uniformemente distribui- corde vocali, dall'osso ioide al mediastino supetiore. La
lif- ta nel loro contesto, ma appare accentuata al terzo me- tiroide normale, contenente circa 0,65 mgiJg, ha valore di
dio (particolarmente lungo il profilo media! e) per ef- attenuazione di 60-80 UH ed è quindi ben differenziabile
ii- fetto di sommazione (maggiore spessore centrale del- dalle strutture circostanti. Per una più fine valutazione strut-
di l'ellissoide!). Talora è apprezzabile i! lobo piramidale, turale e per la precisazione dei rapporti di rilievi patologici
leo per lo più in rapporto di contiguità con il tratto prassi- con le strutture vascolari si rende necessario completare
male del lobo sinistro; può anche essere visibile (spe- l'indagine con l'iniezione a bolo di MdC iodato.
I quantitativi non trascurabili di I libero nel MdC pos-
1re cialmente in condizioni di iperfunzione diffusa) un trat-
sono alterare per settimane il profilo ormonale dd la timide
to residuo del dotto tireoglosso. Presenza di 99mTc-per- e l'esito di eventuali indagini scintigrafiche, e indurre in
tecnetato (come pure di radio iodio) è di solito pazienti ipertiroidci crisi tireotossiche. Qualora la TC non
le- trata anche nelle ghiandole salivari maggiori, nella mu- rappresenti l'ultimo nodo di un albero diagnostico decisio-
re- cosa buccale (ghiandole salivari minori!), nell'esofago nale in pazienti eutiroidei, è consigliabile un trattamento «di
:go e nel sangue circolante. copcrtura>ì con perclorato di potassio, prima dell'esecuzio-
rti- Nella valutazione dello scintigramma tiroideo si ne dell'indagine, per ostacolare la captazione di iodio da
ma considereranno con attenzione l'entità della captazione parte della tiroide.
sto
(in rapporto al «fonda>ì circostante), la sede, la morfo-
asi 3.5.RM
logia generale e le dimensioni dei singoli lobi, la distri-
ra-
la buzione omogenea o disomogenea, la presenza di aree Ha indicazioni sovrapponibili a quelle della TC,
di focali «caldeìì (associata o no a inibita captazione nel rispetto alla quale offre il duplice vantaggio della mul-
TI) restante parenchima tiroideo) o tiplanarietà (utile soprattutto nella valutazione dell'eM
rso stensione dei gozzi cervicotoracici e della diffusione
me 3.4.TC del carcinoma tiroideo negli spazi cervicali) e del non
È tecnica di seconda istanza nello studio della uso di MdC iodato. Il contributo alla diagnosi diffe-
tiroide. Il suo contributo alla diagnosi differenziale tra renziale tra lesioni benigne e maligne è occasionai-
Je· mente positivo (valutazione della capsula e del c.e.
Jta
lesioni benigne e maligne è limitato alla valutazione di
elementi indiretti (linfoadenopatie! invasione dei tes- dinamico\). Dopo tiroidectomia e trattamenti radiote-
., a rapici la RM può consentire la differenziazione tra tes-
<OD
suti peritiroidei!). Trova indicazione:
nella stadiazione dei tumori maligni, soprattutto di suto cicatriziale e recidiva.
rpa
in quelli a comportamento invasivo (carcinoma ana-
L indagine è eseguita con bobine di superficie «dedica-
!SC plastico!);
te», con piani di scansione trasversali e coronali a strato sot-
ma nella stadiazione dellinforna tiroideo (2,5% delle tile, utilizzando sequenze SE TI- e T2-pesate. Le prime
tti- localizzazioni extralinfonodali del linfoma non ottimizzano il contrasto tra parenchima tiroideo (segnale
Hodgkin) per identificare linfoadenopatie toraci- ipointenso) e tessuto adiposo cervicale (segnale iperintçn-
ra· che e addominopelviche; so); le seconde quello tra parenchima tiroideo (segnale ipe-
30 nella ricerca di recidive postoperatorie locali e rintenso) e muscoli (segnale ipointenso). La scansione con
la mediastiniche; sequenze TI-pesate dopo somministrazionc e.v. di MdC
658 01pito!o XXX!
attività (tessuto autonomo iperfunzionante) e aree a di- determina insufficiente produzione di ormoni tiroidei,
minuita attività (tessuto inibito). Cecografia evidenzia aumento dell'increzione di TSH e conseguente
l'ingrandimento della tiroide per la presenza di noduli aumento del volume ghiandolare).
multipli prevalentemente iso- e ipoecogeni; la scinti- r; iperplasia tiroidea diffusa non mostra caratteri
a grafia consentirà di individuare, tra questi, i noduli tos- semeiologici ecografici di rilievo: la trama parenchi-
o sici ipercaptanti. L'adenoma tossico di Plummer, qua- male tiroidea è tuttavia grossolana con ecogenicità
e si Sempre ipercaptante alla scintigrafia (v. fig. VIIL4B), simile a quella della tiroide normale o lieve ipoecoge-
t- assume l'aspetto ecografico di una formazione nodu- nicità.
Jare di varia ecogenicità, ipervascolarizzata, spesso con Nel gozzo cervicale l'esame diretto in proiezione
l· aree lacunari interne e con alone perinodulare; il lobo AP dimostra, se l'incremento del volume tiroideo è
i- controlaterale della tiroide, non visibile alla scintigra- asimmetrico (come pressoché costantemente avvie-
·a ne!), la deviazione della trachea e dell'esofago (preli-
.fia per l 'inibizione della captazione, ha ecostruttura
). minare bolo baritato! XXXI. l?). Cimpronta ha
normale. generalmente margini curvilinei netti, come «tracciati
j. Nell'ipotiroidismo primitivo, congenito (aplasia con il compasso». In proiezione LL è possibile
le della tiroide, aplasia o ipoplasia lobare, ectopia, difet- apprezzare un'opacità parenchimatosa situata al
le
to enzimatico, carenza di I) o acquisito (radioterapia
·metabolica, tiroidectomia, tiroidite pregressa), e
davanti della trachea dislocata posteriormente e
le
alquanto compressa, nel contesto della quale spesso
secondario (da causa ipofisaria), l'ecografia ha il sono presenti calcificazioni. Il sospetto di struma tro-
a- compito di determinare il volume ghiandolare, la scin-
i! va conferma all'osservazione radioscopica: degluti-
tigrafia quello di valutare lo stato funzionale e l'even- zione e colpi di tosse ne inducono un brusco sposta-
tuale sede ectopica della tiroide. mento «a scattm> verso l'alto. Caratteri simili hanno il
di casi l'identificazione di strutture vascolari all'inter- nelle sequenze Tl-pesate, iperintensì nelle sequenze
no della ghiandola e talvolta del peduncolo vascolare. T2-pesate e in quelle con soppressione del grasso
Assume rilievo per la valutazione delle loro modifica- L'alta cellularità e la presenza di fen'omeni emorragici
zioni dopo alcoolizzazione terapeutica. o di fibrosi possono rendere alcune lesioni neoplasti.
La biopsia ecoguidata con ago sottile consente che iperintense nelle sequenze TI-pesate, iso- o ipoin-
tma valida differenziazione tra neo formazioni 'parati- tense in quelle T2-pesate, con ciò rendendo impossibi-
roidee e lesioni con aspetti ecostrutturali simili tirai- le la distinzione_,dai noduli tiroidei.
dee o linfonodali. La scintigrafia delle paratiroidi può essere effet-
Nulla può dare l'esame diretto radiografico. Le tuata o con tecnica a doppio tracciante (20 1Tl e 99mTc)
occasionali impronte a piccolo raggio individuate con e doppia acquisizione in tempi successivi, o mediante
l'esofagografia non hanno alcunché di indicativo. valutazione dei di ritenzione del 9?mTc-sestamt-
La TC assume rilievo specificamente nella ricer- bi
ca di paratiroidi ectopiche mediastiniche. È eseguita
con scansioni a strato sottile (3-5 mm) prima e dopo Il tallio, analogo del potassio, è captato sia dal tessuto
somministrazione e.v. a bolo di MdC, con acquisizio- paratiroideo che da quello tiroideo; il tecnezio dal solo tes-
ne in tempi arteriosi precoci. Gli adenomi e le iper- suto tiroideo. Sottraendo dalla prima immagine scintigrafi-
plasie sono di norma ipodensi rispetto al parenchima ca la seconda, si ottiene la visualizzazione isolata del tessu-
tiroideo; gli adenomi presentano talora un buon c.e. to paratiroideo. La sensibilità della tecnica varia dal 50%
che li rende isodensi. La differenziazione dei noduli (lesioni di peso inferiore a 0,5 g) allOO% (lesioni di peso
superiore a l g).
paratiroidei da quelli tiroidei può risultare difficile,
La concentrazione del 99mTc-sestamibi, radiofarmaco
come pure la differenziazione dai linfonodi laterocer- cationico lipofilico, nel tessuto tiroideo e paratiroideo ha
vicali. luogo pressoché immediatamente dopo iniezione e.v. del
La RM ha fondamentalmente le stesse indicazioni radiofarmaco, ma questo è rilasciato dal parenchima tiroi-
della TC, alla quale è preferibile nella ricerca di para- deo più rapidamente del parenchima paratiroideo: il con-
tiroidi cervicali. È eseguita con scansioni trasversali e fronto fra l'immagine registrata a 20 minuti e quella regi-
coronali a strato sottile (4-5 mm) con sequenze SE T l- strata 2 ore dopo la somministrazione consente di «isolare))
pesate (ottimali per lo studio del mediastino) e con il tessuto patatiroideo patologico (fig. XXXL21). La meto-
tecniche di soppressione del segnale del grasso (atti- dica, molto sensibile e specifica (90-100%), permette di
mali per dissociare le paratiroidi ectopiche dal tessuto · identificare tessuto paratiroideo patologico di volume molto
adiposo mediastinico che le circonda), prima e dopo piccolo (0,5 g), di escludere la natura linfonodale di reperti
dubbi, e fornisce indicazioni topografiche di notevole
somministrazione di MdC paramagnetico. lperplasie e
importanza per il chirurgo.
adenomi sono isointensi con la tiroide e i muscoli
L'arteriografia (cateterismo superselettivo delle
arterie tiroidee superiori e inferiori; cateterismo delle
arterie toraciche interne nella ricerca di tiroidi ectopi-
che) può consentire l'individuazione di adenomi para·
tiroidei sfuggiti alle precedenti indagini (fig.
XXXI.22). Metodo molto sensibile (ma nella pratica
poco usato per la sua indaginosità!) per l'individua-
zione e la localizzazione dei tumori paratiroidei è il
dosaggio radioimmunologico del paratormone in carn·
piani seriati di sangue ottenuti con cateterismo veno-
so selettivo e superselettivo delle vene giugulari, ano·
nime, tiroidee inferiori e superiori.
Fig. XXXI.20. Adenoma paratiroideo. Il nodulo solido ipoecogeno, a l:alcoolizzazionc (3-5 inoculazioni intralesionali di
ubicazione prcvertebralc, 1: delimitato dal parcnchima tiroideo da alcool assoluto distanziate di l settimana l'una dall'altra) è
un 'interlinea eco gena (frecce) verosimilmente dovuta all'interposizio- metodo alternativo all'exeresi chirurgica nei pazienti con
nc di tessuto adiposo. Questo rilievo consente, di norma, la differen- iperparatiroidismo conseguente a iperplasia. L'embolizza·
ziazione del nodulo paratiroideo da quello tiroideo. zione angiografica, effettuata previo cateterismo su perse-
Ghiandole endocrine 665
),
lettivo. trova indicazione nel trattamento degli adenomi studiare, si pongono problemi «locali>> e «non locali»:
paratiroidei in sede ectopica mediastinica. distinguere le forme dovute a iperplasia semplice
da quelle dovute ad adenoma o carcinoma;
Ladenoma singolo o multiplo è responsabile di
individuare il lato interessato;
circa 1'85% dei quadri di iperparatiroidismo plimario,
l'iperplasia diffusa del 13%, i carcinomi del restante verificare la recuperabilità funzionale del surrenc
2%. L'iper-paratiroidismo piimario insorge in genere sano, spesso «inibito» da lungo tempo;
dopo i 50 anni con prevalenza nel sesso femminile; individuare complicanze, per lo più (ma non sola-
circa un terzo dei pazienti presentano caratteri di ere- mente!) scheletriche, più o meno passibili di
dità familiare, con possibile associazione con tumoJ·e regressione dopo terapia.
ipofisario e insulinoma pancreatico (MENI) o con fe!)- La via d'approccio «per immagini» è del tutto
cromocitoma e tumore midollare della tiroide (MEN fondamentale in proposito. Ruolo di grande impor-
Ila). La comparsa delle singole lesioni può essete tanza assumono la diagnostica radioisotopica, la re
metacrona (controllo seriato nel tempo!). ' e la RM, spesso in grado di dimostrare o escludere
Nei pazienti con iperparatiroidismo secondario, rilievi specifJCi quali la presenza di inclusi lipidici o
che insorge in genere come risposta a una condizione di fluido emorragico; secondario l'ecografia, con la
di ipocalcemia cronica, è più comune l'iperplasia di rilevante eccezione dei soggetti in età pediatrica nei
ghiandole soprannumerarie in sedi varie, conseguenza quali l'esiguità del tessuto adiposo e la relativa mag-
della stimolazione cronica derivante dali 'iperincrezio- giore dimensione del surrene ne rendono più agevole
ne del PTH. lo studio. Il ricorso all'angiografia, utilizzante meto-
diche arteria- e flebografiche invasive e complesse, è
modernamente poco frequente e molto mirato. Una
5. Sr1rrene sintesi di iter diagnostici suggeribili è riportata in tab.
XXXL2.
Può dare origine a Importanti sindromi endocrino- Oltre alle precedenti, costituiscono nella pratica
metaboliche coinvolgenti specificamente ciascuna indicazione allo studio «per immagini»:
delle sue zone funzionali. L'etichettamento nosografi- la ricerca di metastasi surrenaliche;
co della sindrome è di norma compiuto su base clini- la valutazione e caratterizzazione di natura di uha
colaboratoristica, ma sussiste il problema di indivi- massa surrenalica identificata «accidentalmente»,
duare la lesione organica che ne è alla base. Nelle sin- per lo più in pazienti sottoposti a ecografia addo-
dromi con iperincrezione surrenalica, le meno facili da minale con quesiti di altra natura.
7T
Capitolo XXxi
666
l
TABELLA XXX1.2. ITER D! STUDIO PER IMMAGINI DELLE SINDRO-
MI DISFUNZIONALI SURRENALICHE.
quali fornisce immagini molto espressive grazie al
contrasto naturale indotto dal tessuto adiposo
l
ritoneale che li circonda (fig. XXXI.24). Può dimo.
- Sindromi da insufficienza surrenalica primitiva (ACTH
strare diminuzioni o incrementi volumetrici del 8lU'fe.
elevato!):
TC ne anche di piccole dimensioni. È guida ottimale per
- Sindrome di Cushing: l'agobiopsia.
Scintigrafia con 131 I-metil-19-norcolesterolo
TC o RM (patologia organica di: ipofisi? surrene? altra I surreni sono localizzati in sede retroperitoneale, nello
sede?) spazio perirenale, circondati dalla fascia di Gerota. Il surre-
Flebografia surrenalica bilaterale (in caso di dubbio) ne destro (del quale si apprezza soprattutto il prolungamen-
- Sindrome di Conn: to laterale) è reperibile subito dietro la vena cava inferiore
Scintigrafia con 131 I-metil-19-norcolestcrolo (previa sop- tra il pilastro destro del diaframma (al quale decorre
pressione dell'ACTH ipofisario con dc::sametazone) lelo) e i contorni posteriore del fegato e anteriore del rene.
TCoRM È lungo sino a 4 cm, ha spessore massimo di l cm e pu6
Cateterismo venosa surrenalico assumere morfologia «a virgola», a «Y» rovesciata o <dinea-
- Sindrome adrenogenitale: re». Il surrene sinistro è situato lateralmente all'aorta,
Scintigrafia con 131J-metil-19-norcolesterolo (addome e davanti e medialmente al polo superiore del rene, dietro e
pelvi!) medialmente alla coda del pancreas. Ha forma triangolare 0
TC e cateterismo venosa surrcnalico a «V>J rovesciata, con corpo anteriore della lunghezza di
Ecografia c cateterismo venosa gonadico (iperandrogeni- circa l cm e prolungamenti mediale e laterale posteriori
smo ovarico?) della lunghezza di 0,5-1 cm. In condizioni di normalità i
- Sindromi da ipercatecolaminemitt: margini dei surreni sono concavi: la perdita di questa carat-
Scintigrafia con l31I-benzilguanidina (su tutto il corpo!) teristica può essere considerata espressiva della presenza di
TC o RM (ecografia se v'è patologia extrasurrenalica); patologia focale o diffusa.
arteriografia e cateterismo venosa cavale inferiore (se il
risultato è negativo). Si acquisiscono, preferibilmente con scansione spirai-
Tumori non funzionanti: dea in unica apnea, immagini trasversali a strato sottile (3
TC, RM ed ecografia mm), con scansione diretta (valori densitometrici di base!)
Arteriografia (modalità di irrorazione; organo di origine) e successivamente dopo somministrazione e. v. a bolo di
- Metastasi: MdC lodato (dinamica del c.e.!). La preliminare sonunini-
TC, RM ed ecografia. strazione orale di MdC iodato o baritato consente di opa-
cizzare le anse dell'intestino tenue sì da di_fferenziarle da
5.1. Esame diretto masse sufrenaliche.
Ha interesse limitato alla possibilità di dimostrare
la presenza di calcificazioni surrenaliche e meno
comunemente renali (nefmcalcinosi e calcoli nella
malattia di Cushing). Calcificazioni puntiformi multi-
ple rappresentano per lo più un esito di una pregressa
emorragia surrenalica in età infantile, sono frequenti
nella malattia di Addison, ma possono trovarsi anche
in soggetti asintomatici e senza precedenti anamnesti-
ci di surrenopatia (fig. XXXI.23). Calcificazioni «a
chiazza» possono osservarsi nei carcinomi e, con fre-
quenza significativa, nei neuroblastomi. n feocromo-
citoma può presentare una tipica calcificazione «a
guscio d'uovo», così come le cisti (soprattutto se di
natura emorragica).
Fig. XXXI.23. Calcificazioni surrenaliche. In A il surrenc destr:' è
5.2.TC slargato da una formazione cistica con tenue calcificazione «a gus710'1
parietale (punte di freccia). In B calcificazioni nodulari surrenahchc
È pressoché costantemente indagine di prima (punta di freccia) di radiopacità calcarea, verosimilmente postinfianJ·
istanza nello studio «per immagini» dei surreni, dei matorie.
7T
: :- 1 Ghiandole endocrine 667
5.4. Ecografia
Le piccole dimensioni dei surreni e la sede retrow
peritoneale ne rendono difficoltoso lo studio sopratw
tutto a sinistra ove non esiste una valida finestra
stica. Nel complesso, l'indagine ecografica fornisce
risultati diagnostici inferiori alla TC e alla RM sia per
a b quanto riguarda l'identificazione di lesioni surrenali-
fig. XXX1.24. Aspetto più comune dei surreni normali alla TC (v. che che per la loro tipizzazione.
testo). C= vena cava inferiore; r"' rene destro; punte di freccia= vena
splenica. Sia le lesioni benigne che quelle maligne primitive
V analisi dei valori densitometrici è specificaw e secondarie si caratterizzano per una prevalente ipoew
mente importante in presenza di noduli surrenaliw cogenicità o per una eterogeneità strutturale in relazio-
ci. Inclusi lipidici e tessuto adiposo sono dimow ne alla presenza di aree necrotiche; fanno eccezione i
strabili rispettivamente nel contesto di adenomi e neuroblastomi dell'età pediatrica, caratterizzati da mas-
se ecograficamente eterogenee ma con possibile prew
mielolipomi, eccezionali in lesioni di altra natura
senza di zone ipoecogene e con calcificazioni nel 50%
(metastasi!). In termini pratici, valori inferiori o
dei casi. L'ecografia è in grado di identificare il coinw
uguali a l OUH sono ragionevolmente indicativi volgimento delle strutture VJScolari (aorta e vena cava
di lesione benigna, valori superiori a 20 UH indu- inferiore) e l'eventuale presenza di metastasi epatiche.
cono al sospetto di lesione maligna, valori comw
presi tra i precedenti impongono un immediato 5.5. Diagnostica radioisotopica
approfondimento diagnostico (RM' scintigrafia!
biopsia!). Analogamente, la dinamica del c.e., per Lo studio scintigrafico del surrene tiene conto
la quale si rimanda ai paragrafi successivi, è spesw della intrinseca diversità delle sue due componenti
so espressiva di tipi definiti di patologia. strutturali, la e la midollare. Molti tumori
surrenalici, inoltre, esprimono recettori per la somatow
statina che possono essere oggetto di dimostrazione
5.3.RM «mirata>>.
Interviene per lo più in seconda istanza per la diaw Il radiofarmaco utilizzato nello studio dell'iperplaw
gnosi differenziale «adenoma/non adenoma» e per la sia surrenalica e degli adenomi originanti dalla corticaw
valutazione dei rapporti con gli organi circostanti di le è il6/3wiodometilwl9wnorcolesterolo marcato con 131I.
lesioni di notevoli dimensioni (multiplanarietà!).
Trattasi di un analogo del colesterolo che si lega a lipo-
Si acquisiscono scansioni a strato sottile secondo piani proteine plasmati che e mediante trasporto attivo mediato
trasversali e coronali in sequenza GE Tl-pesata in apnea e dal cAMP penetra nelle cellule corticosurrenaliche dove è
in sequenza SE o turbo SE T2wpesata. L: esame è talora con- esterificato ma llon convertito in progesterone. Poiché la
venientemente completato da sequenze TI-pesate con molecola esterificata è metabolicamente inerte e non assog-
acquisizione dinamica dopo somministrazione «a bolo» di gettata a riconversione in colesterolo e acidi grassi liberi, se
MdC paramagnctico. ne ha <dntrappolamento» all'interno delle cellule cortico-
Le tecniche di soppressione del segnale del grasso (jat- surrenaliche proporzionale alla stimolazione indotta dal-
saturation) assumono rilievo per l'identificazione della pre- l'ACTH (la quale è perduta dopo trasformazione neoplasti-
senza di tessuto adiposo all'interno di masse surrenaliche ca!). L: uso del 131I-613-iodornetil-19-norcolesterolo richiede
(mielolipoma! ). Le sequenze utilizzanti la tecnica del che- la presomministrazione ai pazienti di soluzione di Lugol
mica! shift imaging consentono, attraverso la variazione onde prevenire la captazione da parte della tiroide del
selettiva del tempo di eco, di ottenere immagini «in fase» e radioiodio che si libera dal tracciante nel corso del suo cata-
((in opposizione di fase» acqua/lipidi, fornendo rilievi spes- bolismo in vivo. Cintervallo fra sornministrazione e.v. del
668 Capitolo XXXI
radio farmaco e acquisizioni scintigrafiche è lungo (3, 5 e 7 surrenalica con l31I-6B,-iodometil-19-norcolestero\o riella
giorni): si rende quindi necessario l'uso dello 13 1I (emivita caratterizzazione della sindrome di Cushing è vicina al
fisica di 8 giorni) in vece dello 123J (la cui emivita fisica di 100%.
13 ore è troppo breve per quest'uso specifico). Il quadro scintigrafico è sostanzialmente diverso nell'i·
peraltlosteronismo. Poiché l'aldosterone non sopprime la
La scintigrafia surrenalica con 13 11-613-iodometil- secrezione di ACTH, gli aldosteronomi inducono captazio-
19-norcolesterolo trova indicazione nella sindrome di ne surrenalica asimmetrica, sì che l'indagine deve essere in
genere ripetuta dopo soppressione della secrezione di
Cushing, nell'iperaldosteronismo primitivo e nell'ipe- ACTH indotta mediante somministrazione di desamctazone
randrogenismo (fig. XXXL25). La valutazione scinti- (la captazione del tracciante risulta ridotta nel tessuto nor-
grafica, inoltre, facilita la caratterizzazione fisiopato- male, ma non nell'aldosteronoma). L: accuratezza diagnosti-
logica e l'inquadramento nosografico dei tumori sur- ca della scintigrafia con 13lf-6B-iodometil-19-norcolestero-
renalici che non si accompagnano a sintomatologia lo nella caratterizzazione degli aldosteronomi è superiore al
clinica, i cosiddetti «incidentalomÌìì, scoperti in gene- 75%. Aspetti scintigrafici e livelli di accuratezza diagnosti-
re del tutto occasionalmente nel corso di uri esame ca analoghi sono osservati anche nell'iperandrogenismo
ecografico o TC dell'addome. sostenuto da adenoma surrenalico.
Nella simlrome di Cushing propriamente detta (dovuta Lo studio scintigrafico della midollare è basato in
a ipersccrezione di cortisolo secondaria a iperstimolazione forma consolidata sull'uso di un analogo della guane-
da parte dell'ACTH), la scintigrafia con 131I-6f3-iodometil- tidina concentrato nei tessuti ricchi di terminazioni
19-norcolesterolo mostra aumentata captazione di entrambi adrenergiche, la meta-iodo-benzilguanidina (MIBG)
i surrcni, simmetrica o lievemente asimmetrica (asimmetrie, marcata con 1231 o DII (fig. XXXI.26).
del resto, sono riscontrabìli anche a carico di surreni perfet-
tamente normali!). In alcuni casi l'ipcrstimolazione prolun- Il radiofarmaco è attivamente captato con meccanismo
gata da parte dell'ACUI può favorire l'insorgenza di iper- Na-dipendentc ed energia-dipendente, penetra nel citopla-
plasia nodulare (fino al vero e proprio adenoma surrenali- sma dove si concentra nelle vescicole deputate al deposito
co) e quindi di nette asimmetrie fra i due lati. Se l'ipercor- delle catecolamine (midollare surrenale, miocardio, milza,
tisolismo è sostenuto da un adenoma (o anche da un carci- ghiandole salivari). La scintigrafia è effettuata 1-2 giorni
noma funzionante), la scintigrafia con 13lJ-6B-iodomctil- dopo la somministrazione del radiofarmaco.
19-norcolesterolo visualizza la massa funzionante, ma non
il surrene contro laterale completamente «inibitmt. · L'applicazione principale è nella ricerca difeocro-
Captazione del tracciante in sede extrasurrenalica può aver-
mocitomi surrenalici o extrasurrenalici, nei riguardi
si in presenza di metastasi funzionanti da carcinoma corti-
cosurrenale. !:accuratezza diagnostica della scintigrafia della quale la sensibilità (85-90% per le localizzazioni
surrenaliche, leggermente inferiore per quelle extra-
surrenaliche) è analoga a quella della TC e della RM,
ma la caratterizzazione di natura è del tutto peculiare.
La sdntigrafia con MIBG riveste inoltre ruolo fon-
darm:ntale nella individuazione dei neuroblastomi,
localizzati in circa il 70% dei casi nella midollare sur-
renale, nel nelle strutture simpatiche paraver-
tebrali toraciche. Oltre che a fini di stad.iazione, l'in-
dagine assume rilievo ai fini prognostici in quanto
consente di selezionare preliminarmente i pazienti che
possono essere convenientemente sottoposti a radiote-
rapia metabolica con 131I-MIBG.
Di non raro riscontro (3% dei rilievi autoptici), può 5.8.3. Cisti surrenaliche
essere funzionante o non funzionante. È responsabile del
20% dei casi di sindrome di Cushing e dell'SO% dei casi di Trattasi di lesioni rare, per lo più linfoangiomato·
sindrome di Conn. se o esiti di pregressa emorragia surrenalica (pseudo-
Ghiandole endocrine . 671
L-
L-
,_
i-
l-
)-
La TC, indagine di prima istanza nella ricerca di fegato c il pancreas, escluderne l'origine renale, indi-
feocromocitomi surrenalici (ma l'indagine sarà oppor- in fase più iniziale l'infiltrazione venosa
tunamente estesa a tutto l'addome, alla pelvi ed even- (angw-RM!).
tualmente al torace per escludere la presenza di lesio-
ni eXtrasurrenaliche!), evidenzia una massa di dimen- 5.9.2. Metastasi
sioni variabili, con densità relativamente disomogenea Sono frequenti e originanti da tumori del polmone
(lacune necrotiche!), la quale va incontro a marcato della mammella, della tiroide, melanomi. Si consider/
c.e. per l'ipervascolarizzazione che la caratterizza
peraltro, che in pazienti con tumore primitivo del
(fig. XXXI.32). La RM non aggiunge rilievi significa- mone solo il 50% delle masse surrenaliche è costituito
tivi, ma può essere utile nella valutazione del feocro- da metastasi. La differenziazione dagli adenomi poggia
mocitoma localizzato in sede interaortocavale (diffe- sulla valutazione densitometrica (almeno 20 UH!), sul"
renziazione da una massa linfonodale1). Cecografia l'iperintensità nelle sequenze T2"pesate, sulle disomo"
può evidenziare lesioni di adeguate dimensioni, ma i geneità strutturali, sulla mancanza di contenuto adipo"
rilievi forniti sono del tutto aspecifici. so, sulla dinamica del c.e. (rapido e prolungato). La
morfologia, la sede (meno- o bilateralità) e le dimen-
5.9. Lesioni surrenaliche maligne sioni sono elementi meno importanti (lesioni di diame-
tro superiore a 5 cm, tuttavia, orientano verso la·mall-
5.9.1. Carcinoma primitivo surrenalico gnità della lesione). Nella diagnosi differenziale
È lesione rara, funzionante nel 50% dei casi (con andranno, ovviamente, considerati anche il feocromoci"
induzione, per lo più, di una sindrome di Cushing). La torna e il carcinoma primitivo surrenalico. La validità
TC, indagine d'elezione, evidenzia una massa di gran- dell'approccio TC e RM limita significativamente la
di dimensioni, con disomogeneità strutturali (calcifi- necessità di ricorso all'agobiopsia (fig. XXXI.33).
cazioni; emorragia; necrosi), spesso segni di invasività
locale (infiltrazione della vena cava inferiore e della
vena renale omolaterale), locoregionale (linfoadeno-
patie retroperitoneali), a distanza (metastasi epatiche e
polmonari), la quale va incontro a c.e. disomogeneo.
L assenza nel suo contesto di tessuto adiposo è valido'
elemento diagnostico differenziale dagli adenomi di
grosse dimensioni. La RM non aggiunge rilievi morfo-
logici significativi, ma può consentire (multiplana-
rietà!) una migliore definizione dei rapporti con il
Fig. XXXI.32. Feocromocitoma con sindrome clinica da ipercatecola- Fig. XXXL33. Mctastasi surrenalica destra da tumore del polmone
minemia. La scansione contrastografica mediante TC evidenzia lo TC con scansionc diretta (A) e contrastografica (B). La lesione, dotala
slargamento del surrene sinistro a opera di una massa rotondeggiante, di valore di altenuazionc discretamente elevato (+31 UH), slarga c
di 4 cm di diametro, a margini netti, che va incontro a c.e. irregolare deforma il surrene deslro. Il c.c. è precoce, intenso (+95 U!-:l), prolun-
per la presenza di vaste arce necrotiche nel suo contesto. gato c alquanto disomogeneo.
Y! CAPITOLO XXXII
li- NEURORADIOLOGIA
sa MARCO L. ROSA
le,
ri)
li-
ilO
li- Il grande numero delle affezioni del Sistema pre essere conosciuti perché possono essere occasio-
O-
,,_ Nervoso Centrale (SNC) nelle quali si prospetta van- nalmente presenti in indagini effettuate per altro moti-
taggioso o indispensabile lo stUdio «per immagini», il vo!). C ecografia assume rilievo soprattutto nel perio-
La
contesto interdisciplinare neurologico-neurochirurgi- do neonatale.
n-
te-
co nel quale è attuato l'iter diagnostico, la difficoltà
nella realizzazione e nell'interpretazione delle indagi- La RlVI per l'elevata risoluzione intrinseca di contrasto
li- tra sostanza grigia e sostanza bianca, nonché per la possibi-
ile ni relative, la problematica decisionale peculiare, con-
feriscono, di fatto, alla Neuroradiologia, disciplina lità di importanti studi funzionali, rende possibile una sod-
:i- disfacente localizzazione in vivo di alcune strutture dei
ità che di questo studio si occupa, carattere «superspecia-
!isticO». Al momento attuale, nel còntesto della Scuola sistemi anatomici e delle aree cerebrali sede di neurofun-
la zioni definite, consentendo talora di correlare sintomi neu-
di specializzazione in Radiodiagnostica è, in effetti, rologici e neuroimmagini (f1g. XXXILl). Le conoscenze
inserito uno speciftco «indirizzm> di Neuroradiologia sono avanzate sia per lafimzione motoria, sia per il sistema
diagnostica e terapeutica.
Costituiscono tematiche di interesse specifico: le
malformazioni craniocerebrali e vertebromidollari; le
affezioni cerebrovascolari; la patologia infiammato-
rioinfettiva; la sclerosi multipla; le alterazioni dell'en-
cefalo dell'anziano; le lesioni occupanti spazio (in par-
ticolare: i tumori endocranici ed endorachidei); lari-
cerca di eventuali cause organiche in sindromi neuro-
logiche a eziologia variabile (demenze, epilessia, ce-
falee); alcuni tipi di patologia neuroendocrina (già trat-
tati nei paragrafi XXXI. l e 2); le lesioni delle diverse
componenti del rachide in grado di indurre sintomato-
logia neurologica (in particolare: le ernie discali); lo
studio del traumatizzato cranico e vertebrale (v. para-
gmfo XII.I2.1 ), Fig. XXXIIJ. I.: elevata risoluzione di contrasto delle immagini tomo-
In tutte queste situazioni, la TC e la RM costitui- grafiche aRMe la presenza di validi principi biofisici hanno reso pro-
gressivamente possibile, nell'encefalo, una precisa localizZazione
scono indagini di prima istanza, alternative o comple- delle aree cerebrali sedi di neurofunzioni. In figura è illustrato quanto
mentari tra loro, quasi sempre in grado di consentire avviene in un soggetto il quale esegue, con opportuna cronologia, un
una diagnosi precisa. Il ricorso all'angiografia (con- movimento di opposizione sequenziale delle dita al pollice della mano
ferma diagnostica! bilancio preoperatorio! procedure sinistra, allivimdo quindi la funzione relativa nell'area prcrolandica c
nclrarea supplementare motoria paramediana. Lutilizzazione di
interventistiche!) e alla diagnostica radioisotopica un'opportuna sequenza EPI pesata in T2* ha consentito di «vlsualiz·
(demenze! epilessia! affezioni cerebrovascolari!) ha zare)) le arce nelle quali, secondo il principio BOLO (v. paragrafo
conseguentemente luogo in seconda istanza con quesi- XI.9), l'aumentato apporto di sangue e di 02 induce una diminuzione
ti ((mirati». I: esame diretto radioJogico del cranio e relativa della desossiemog\obina (sostanza dotata di forti proprietà
paramagnetichc). r.:eiTetto contrastografico intrinseco che a ciò conse-
della colonna vertebrale mantiene importanza per la gue è ((inscritto)) topograficamente con nna scala di falsi colori su
sua semplicità e può fornire rilievi «indiretti» di pato- un'immagine trasversale sopmventricolare di base ottenuta con
logia encefalica e .midollare (i quali devono pur sem- sequenza SE Tl·pcsata.
674 Capitolo XXxii
sensoriale. Per la relativa problematica, la quale assume lo studio dei seni frontali e mascellari.
decisamente interesse superspecialistico, si rimanda agli Nella proiezione sagittale occipito-nasale il pazient
appositi trattati. poggia sul tavolo radiologico la fronte e il dorso
naso; il piano di Francoforte è verticale; il raggio cen-
trale, perpendicolare alla cassetta radiografica, entra
l. Encefalo dall'inion e fuoriesce dal nasion.
Nella proiezione laterale destra e sinistra il paziente
poggia rispettivamente il lato destro o sinistro; il piano
Le metodiche e le tecniche fondamentali di studio
sagittale mediano è orizzontale; il raggio centrale, per-
per immagini deli' encefalo sono riportate in tab.
pendicolare, entra circa 4 cm al di sopra del foro acusti-
XXXII.!. co esterno ed esce dal punto simmetrico controlaterale.
Nel paziente traumatizzato è buona regola effettuare
TABELLA XXXU.l. ME'JDDJCHE E TECNICHE DI STUDIO PER entrambe le proiezioni laterali.
lMMAGlN! DELL'ENCEFALO.
Nella proiezione assiale submentovertice il paziente
poggia il vertice mantenendo il capo il più possibile ipe-
Esame diretto radiografico
resteso; il piano di Francoforte è orizzontale; il raggio
(esame standard del cranio eventualmente completato da
centrale, perpendicolare, entra dal punto più alto della
proiezioni complementari e speciali per determinati seg"
menti ossei, forami e fessure). cartilagine tiroidea ed esce dal vertice. Modernamente
TC lo studio della base cranica è effettuato conia TC: con-
(scansione diretta e contrastografica; TC con rico- seguentemente, il radiogramma assiale submentovertìce
struzione 3D). è sempre meno utilizzato.
RM Nella proiezione semiassialeAP il paziente poggia l'oc-
(scansione diretta e contrastografica; angio-IThl; spettro- cipite; il piano di Francoforte è verticale; il raggio cen-
scopia localizzata; studi funzionali). trale, inclinato in senso cranio-caudale di 35' rispetto
Metodiche miranti a visualizzare i vasi cerebrali: angio- alla cassetta radiografica, fuoriesce dall'inion.
grafia carotidea e ''ertebrale; meno comunemente fie bo- Nella proiezione sagittale occipito-buccale il paziente
grafia orbitaria e dei seni cavernosi. poggia l'apice del naso e la bocca; il piano di Francoforte
Metodiche radioisotopiche: SPECT con traccianti della è obliquo; il raggio centrale, perpendicolare alla casset·
perfusione e dei sistemi mediatore/recettore; PET con t a radiografica, entra dalla parte alta del! 'occipite e fuo-
traccianti della perfusione, dei sistemi n).ediatore/recettore, riesce dagli incisivi superiori.
del consumo di glucosio e della sintesi di nuyleoproteine:
Ecog1·afia: ecotomografia (età neonatale e prima infan-
zia!) e tecniche Doppler. Alcune importanti proiezioni speciali sono rivolte a
mettere in particolare evidenza, con simmetria tra ì due lati
e comunque con perfetta riproducibilità in indagini succes-
1.1. Esame diretto sive: il canale ottico e l'apice orbitario; la sella tmcica (lo
studio radiografico fine è condotto con TC - v. paragrafo
Non fornisce alcuna immagine «diretta>} delle XXXI.J.l ); la rocca petrosa (già ben delineata nei radio-
strutture encefaliche, ma può rivelare in maniera grammi sagittale occipito-nasale, assiale submentovertice e
«indirettm} l'esistenza di patologia encefalica, in atto o semiassiale AP, può essere meglio studiata con proiezioni
pregressa, attraverso l 'individuazione di alterazioni «dedicate» (lo studio radiografico fine, con particolare rife-
della forma e della struttura delle ossa della volta e rimento alle strutture dell'orecchio medio e interno, è con-
della base cranica (le quali, peraltro, possono essere dotto con TC -v. paragrafo XXXlV4); il foro lacero poste-
primitive e dare luogo secondariamente alla comparsa riore.
di sintomatologia neurologica) o di calcificazioni La realizzazione delle proiezioni di base, complemen-
endocraniche. tari e speciali è notevolmente facilitata dall'uso di speciali
apparecchiature, i craniostati, i quali consentono un
rata regolazione del centraggio intracranico e degli angoh
l punti di repere e i piani principali di riferimento in
di inclinazione rispetto ai piani di riferimento fondamenta-
craniologia sono riportati in fig. XXXI1.2.
li del soggetto (che rimane immobile nelle diverse proic_-
L esame staudard del cranio è di norma effettuato in 3 zioni, in quanto l'apparecchio può girargli intorno), e 1l
proiezioni di base: sagittale occipito-nasale, laterale destra ricorso istantaneo alla tomografia.
o sinistra, assiale submentovertice. Proiezioni complemen-
tari pressoché indispensabili sono: la semiassiale AP per lo I 3 radiogrammi standard del cranio forniscono
studio dell'osso occipitale, la sagittale occipito-buccale per una valida rappresentazione d'insieme delle ossa della
I'/elltOI'itdiologia 675
r-
i-
e.
A B
te
fig. XXXII.2. Punti di repere (A), linee (B) e piani (C) di uso comune in craniologia. A: sulla linea mediana, nasion (l), glabella (2), bregma (3),
io wrtice (4), !ambda (5), imon (6); sulla superficie laterale, punto infraorbitano (7), punto orbitario esterno (8), foro acustico esterno (9). B: linea
la di Francoforte (l), la quale congiunge il punto infraorbitario al margine superiore del foro acustico esterno; linea auricolare (2), perpendicolare
te alla precedente e passante per il foro acustico esterno; linea orbito-meatale (3),.la quale Congiunge il punto orbitario esterno al centro del foro
n- acustico esterno. C: piano sagittale mediano (l), il quale passa per i punti di repere mediani e divide pertanto il cranio in due metà simmetriche;
piano orizzontale di Francoforte (2), il quale passa per le due linee infraorbitoacustiche di Francoforte; piano frontale biauricolare (3), il quale
ce
passa per i due fori acustici esterni perpendicolarmente al piano di Francoforte.
,,_ volta e della base con sufficienti dettagli sulla loro granulazioni di Pacchioni, a forma di piccole immagini «a
n- forma e struttura, sullo stato delle suture che le lenticchimt, paramediane, relativamente radiotrasparenti.
:to rano, sulle fessure e sui fori presenti nel loro contesto, Nel radiogramma laterale la base cranica è.«vista}t di
sui solchi arteriosi e venosi diploici, sulle impronte profilo perfetto, con sovrapposizione proiettiva, quindi,
1te delle sue componenti mediane e laterali. Il pavimento della
rtc
digitate, sulle granulazioni parasagittali. Questi rilievi
fossa cranica anteriore è costituito nella parte mediana (che
et- sono passibili di modificazioni più o meno drastiche
è più bassa delle parti laterali) dalla lamina cribrosa dell'et·
IO- in situazioni patologiche. moide e dal planum sfenoidale; nelle parti laterali dai tetti
delle orbite. Queste strutture si presentano sotto forma di
Nell'analisi d'insieme è sempre suggeribile procedere
due linee convergenti rispettivamente verso il tubercolo
con un certo ordine. Si esamineranno innanzi tutto la forma
della. sella e le apofisi clinoidee anteriori. Il pavimento delta
'"lati e la struttura ossea della volta, seguendone nel radiogram-
ma laterale (fig. XXXIIJA): il tavolato interno, poi il tavo-
fossa media è costituito nella parte mediana dalla cavità sel-
es- lare, al di sotto della quale è ben riconoscibile il seno sfe-
(lo
lato esterno, poi la diploe, principiando dal punto apparen-
noidale più o meno pneumatizzato; nelle parti laterali dalla
afo te d'incontro con il pavimento della fossa cranica anteriore
progressivamente verso l'alto e l'indietro seguendo la «cor- caratteristica immagine a doppio semicerchio generata dalla
li o- visione di profilo delle grandi ali dello sfenoide. Il pavi-
ce nice curvilinea» colta tangenzialmente dal fascio di radia-
zione. Successivamente si esaminerà tutto il resto della mento della fossa posteriore è costituito in avanti dalla linea
oni obliqua verso il basso e posteriormente corrispondente al
ife- teca, colto più o meno ortogonalmente dal fascio di radia-
zione. In esso sono apprezzabili: la sutura- coronarica e la clivus, la quale delimita distalrnente la parte più anteriore
an- della: apparente soluzione di continuo apportata nel contor-
ste- sutura lambdoidea, le quali hanno normalmente un aspetto
di linee intensamente frastagliate e a passo alquanto serra- no della base dalla sporgenza del foro occipitale. Al di die-
to, relativamente radiotrasparenti rispetto all'osso circo- tro di questo si apprezza la regolare concavità rivolta verso
leO-
stante; i drenaggi venosi diploici con il tipico aspetto tubu- l'altO dell'osso occipitale. Il foro occipitale si prosegue
:iali distalmente nelle linee anteriori e posteriori corrispondenti
:eu- lare con scarse diramazioni: caratteristica, anche se non
sempre bene apprezzabile, la vena sfenoparietale, che rical- ai margini del canale midollare.
goli Il radiograrnma sagittale prospetta una visione della
nta· ca parzialmente il decorso della sutura coronarica; le rami-
ficazioni spesso vistose dell'arteria meningea media; le volta inversa rispetto al radiogramma laterale. In esso sono
oic- ben delineati (fig. XXXIJJB): il piano etmoidale con l'a-
e il ((impronte digitate» a forma di chiazze relativamente radio-
trasparenti (in quanto l'osso in loro corrispondenza è più pofisi crista galli, le fessure sfenoidali, i fori grandi rotondi,
sottile), prodotte nel corso dello sviluppo correlato del!' en- le rocche petrose e le apofisi mastoidee dell'osso tempora-
cefalo e della scatola cranica per l'azione pressoria delle le_
ono circonvoluzioni cerebrali (le loro linee di demarcazione, le Il radiogramma assiale submentovertice consente una
Iella ((eminenze iugalitt, corrispondono ai solchi cerebrali); le visione quasi completa della base cranica vista ortogonal-
676 Capitolo XXxii
Fig. XXXII.3. Rappresentazione schematica dei 3 radiogrammi standard del cranio. In A (proiezione LL): 1 "'"tavolato interno; 2 =tavolato ester-
no; 3 "'diploe; 4 =sutura coronaria; 5"' sutura lambdoidea; 6"' solco della vena sfenoparietale; 7 "'solco dell'arteria meningca media; 8"'
impronte digitate; 9 "'granulazioni di Pacchioni; IO= lamina cribrosa dell'etmoide; Il= planum sfenoidale; 12"' apofisi zigomatica del fronta-
le; 13 = tubercolo della sella; 14 =apofisi clinoidee anteriori; 15 "'cavità sellare; 16 =pavimento del seno sfenoidale; 17 =grandi ali dello sfc-
noide; 18 = clivus di Blumenbach; 19 = foro occipitale; 20 =tavolato interno dell'osso occipitale. In B (proiezione PA occipito-nasalc): l "'piano
etmoidale c apofisi crista galli; 2 = fessura sfcnoidalc, 3 = foro grande rotondo, 4 = margine superiore della rocca petrosa; 5 = apofisi mastoi-
dca; 6 =setto nasale; 7 =seno frontale; 8 = labirinto etmoidale; 9 =sutura lambdoidea. In C (proiezione assiale submentoverticc): l =masse late-
rali delretmoidc; 2 = seno sfenoidalc; 3 = rinofaringe; 4 e 5 =sutura sagillale; 6 =condili occipitali; 7 = foro ovale; 8 = foro piccolo rotondo; 9
=foro lacero anteriore; IO= apice della rocca; li= canale acustico interno; \2 =cellule mastoidee; \3 =seno trasverso.
mente attraverso la volta. In esso sono facilmente riconosci- l'alto e l'esterno, la piccola ala dello sfenoide e la
bili (fig. XXXII.3C): lungo la linea mediana gli spazi aerei rocca petrosa (iperpneumatizzata) sono innalzate, il
corrispondenti alle masse laterali dell'etmoide, al seno tavolato cranico è ispessito e più liscio della norma.
noidale e al rinofaringe, il clivus, il foro occipitale con ai Vipertrofia di un emisfero cerebrale dà segni inversi ai
suoi lati i condili; lateralmente si ricercheranno il foro precedenti. Nelle forme di asimmetria cranica da
ovale, il foro piccolo rotondo o spinoso, il foro lacero
causa extracerebrale possono essere interessati seg-
riore, l'apice della rocca, il canale carotideo, il meato acu-
stico interno, le cellule mastoidee. L'osso occipitale è solca-
menti circoscritti della scatola cranica: le cisti arac-
to da ambedue i lati dal seno trasverso. noidee coinvolgono prevalentemente la fossa media
che è sproporzionatamente ingrandita.
1.1.1. Alterazioni della forma cranica secondarie a Le suture coronarica, sagittale, lambdoidea c
patologia encefalica si chiudono tra i 20 e i 30 anni; la
sutura metopica (che divide l'osso frontale in una metà
Dati gli stretti rapporti di interdipendenza tra svi- destra e in una sinistra) si chiude nel secondo anno di
luppo de1l'encefalo (che è particolarmente intenso nel vita; le suture della base cranica nei primi mesi. La
periodo fetale e nei primi due anni di vita extrauterina) chiusura precoce (craniostenosi) può interessare tutte
e della scatola cranica, la microencefalia e la le suture o solo alcune, da un lato solo o da ambedue,
cefalia danno luogo, di norma, rispettivamente a e induce tipiche deformazioni della volta e della base.
sviluppo della volta e della base cranica (microence- Il cranio, impossibilitato a svilupparsi nella direzione
falia) e ipersvìluppo (macroencefalia). Poiché il governata dalla sutura coinvolta, assume progressiva-
siccio facciale ha sviluppo indipendente, la spropor- mente morfologie caratteristiche. Nella dolicocefalia
ziòrie tra cranio e faccia, in un senso o ne1l'altro, si accresce prevalentemente in senso anteroposteriore
rabile con opportuni metodi di ricostruzione e poco in larghezza per la precoce chiusura della sutu-
trica, assume importanza obiettiva per l'individuazio- ra sagittale; nella brachicefalia si accresce prevalente-
ne dell'anomalia. mente in larghezza e poCo in senso anteroposteriore
Vipotrofia di un emisfero cerebrale induce una per la precoce chiusura delle suture coronarica e Iamb·
asimmetria cranica: dal lato interessato, il seno doidea. Nelle forme di sinostosi totali il cranio assume
tale è iperespanso, il piano etmoidale inclinato verso spesso un aspetto «a torre» (turricefalia) o «a punta»
Neuroradiologia 677
c---
(oxicejltlia). Le rime suturali non sono più apprezza- 1.1.2. Alterazioni della densità e della struttura ossea
bili; la base cranica è per lo più accorciata; talora l'as- cranica secondarie a patologia encefalica
sottigliamento del tavolato cranico e l'accentuazione
delle impronte digitate simulano una sindrome da Queste manifestazioni possono essere di tipo rare-
ipertensione endocranica. facente (osteolisi) o di tipo addensante (osteosclerosi),
Le malformazioni del tratto di passaggio occipito- circoscritte o diffuse.
cervicalc possono di per sé indurre sindromi neurolo- I tumori meningei possono erodere distrettual-
[liche. Il loro studio è difficile e richiede di nonna la mente le ossa della base e della volta cranica; i tumo-
dei rapporti tra contenente e contenuto ri ipofisari slargano ed erodono la sella turcica; i
(TC! RM!). Su una base puramente radiologica si tumori del nervo ottico slargano ed erodono il canale
rende utile la misurazione di appositi indici craniogra- ottico; i neurinomi dell'VIII nei'Vò cranico slargano
fici: in fig. XXXII.4A è schematicamente iflustrato il il meato acustico interno.
metodo di Wackenheim. La malformazione di maggio- !;ipertensione endocranz'ca, indipendentemente
re interesse (in grado di simulare sindromi neurologi- dalla causa che ne è responsabile, induce simultanea-
che tumorali e spesso associata a cavità siringomieli- mente alterazioni diffuse e circoscritte di tipo rarefa-
>tcr- cente (dorso sellare!) e alterazioni della forma della
8" che) è l'impressione basilare, la quale consiste nel-
nta- l'affossamento delle parti ossee che circondano il foro scatola cranica.
sfc- occipitale, dell'arco anteriore dell'atlante e del dente Alcuni tumori meningei, in particolare i menin-
iano giomi, possono determinare una stimolazione osteo-
;toi- dell'epistrofeo, verso la base encefalica. Una valuta-
.atc- zione quantitativa dell'entità della craniocifosi basila- blastica più o meno circoscritta del tavolato interno a
o; 9 re che ne consegue è possibile radiograficamente (ma livello della sede di localizzazione; la risposta è talora
anche in questo caso si impongono la TC e la RM!) puramente osteosclerotica, talaltra più o meno eviden-
mediante misurazione dell'angolo di Landzert (fig. temente iperostosica (fig. XXXII.5); in casi meno fre-
la XXXJI.4B), formato da una linea che passa per il quenti coinvolge anche la diploe e il tavolato esterno
'il piano etmoidosfenoidale e una linea tangente al clivus. con comparsa di manifestazioni spiculari «a denti di
na. Nella platibasia, che a differenza della precedente pettine». lspessimento del tavolato interno, con aspet-
i ai malformazione risparmia la fossa posteriore e coin- ti morfologici variabili, tipicamente localizzato all'os-
da volge quella media, l'angolo di Landzert è aumentato so frontale, si ha nella iperostosi frontale interna,
eg- (craniolordosi basilare). malattia disendocrinometabolica poco definita su base
nc- eziopatogenetica (fig. XXXIL6).
dia Tutte le affezioni in grado di indurre uno stato irri-
tativo cronico della dura madre possono causare la com-
l c parsa di osteoclerosi più o meno diffusa, il più delle vol-
; la te coinvolgente isolatamente il tavolato interno.
1età
) di
La
1tte
lue,
Jse.
one A
IV3-
J!ia Fig. XXXJ1.4. Indici craniografici utilizzati per la valutazione delle
ore malformazioni del tratto di passaggio occipito-ccrvicale. A) Metodo di
ltU- Wackenheim: in condizioni normali la perpendicolare tracciata dal
punto di mezzo della linea orizzontale che congiunge i labirinti dei due
1te- lati coincide con l'asse longitudinale del dente dell'epistrofeo; su di
ore essa, inoltre, si incontrano le rette tangenti ai piatti delle apofisi arti-
Fig. XXXII.S. Meningioma. resamc diretto radiografico dimostra
nb· colari superiori dell'atlante. B) L'angolo di Landzcrt: il suo valore, di
simultaneamente la massa tumoralc tcnucmente calcificata (punte di
rme circa 112° in condizioni normali, aumenta nella platibasia proporzio- freccia) e l'arca osteosclerotica reattiva <<di accompagnamento>> coin-
!la» nalmente all'entità di'alterazione dei rapporti reciproci tra fossa crani-
volgente il pavimento della fossa cranica anteriore e parte delle gran-
ca anteriore e media, diminuisce nell'impressione basilare. di ali dello sfenoide (asterisco).
678 Capitolo XXXII
Fig. XXXII.6. lperostosi frontale interna. lspessimento «a placca)> Fig. XXXII.7. Ipertensione endocranica da craniofaringioma. Accen-
localizzato originante dal tavolato interno dell'osso frontale (frecce). tuazione delle impronte digitate (che appaiono come grosse ((ChiazzcJJ
La sella turcica ha aspetto «chiusm> per la presenza di ponte intercli- di intensa radiotrasparenza) e delle eminenze iuguli tra di esse interpo.
noideo. ste: diastasi -delle suture coronarica e !ambdoidea (punte di freccia). Si
osservi la calcificazione soprase!lare endotumorale (freccia).
1.1.3. Esame diretto e sindrome da ipertensione en-
docranica 1.1.4. Calcificazioni endocraniche
In questa sindrome possono realizzarsi condizioni Bene individuabili con l'esame standard del cra-
favorevoli a una alterazione generalizzata della forma nio, hannù sede e morfologia spesso indicative di natu-
e della struttura ossea della scatola cranica. Queste ra. Vengono opportunamente suddivise: in parafisiolo-
alterazioni sono più marcate in età pediatrica che non giche (precipitazione di fosfato e carbonato di calcio
nell'adulto e allorquando alla base della sindrome in seno a strutture fisiologiche endocraniche seconda-
ipertensiva è un tumore della fossa cranica posteriore. riamente a turbe metaboliche) e patologiche (manife-
stantisi nel contesto di strutture di per sé patologiche).
l segni radiologici usuali (non tutti obbligatoriamente In tab. :XXXII.2 sono elencate, con gli opportuni com-
presenti) sono (fig. XXXII.?):
menti, le più frequenti e indicative.
la diastasi delle suture coronarica e lambdoidea (pre-
sente solo nei soggetti più giovani);
TAB. XXXJI.2. LE.CALC!FlCAZJONl ENDOCRANICHE.
l'aumento di volume della scatola cranica (nel bambi-
no, ma non nell'adulto!); A. Parafisiologiche:
l'accentuazione delle impronte digitate e delle eminen- - Calcificazione della pinea/e: risiforme, mediana (even-
ze iugali; tuali lateralizzazioni sono indicative di processi espansi-
l'accentuazione delle impronte vas ali apportate dai vasi vi c-ontrolaterali!), situata l cm dietro il piano biaurico-
nervosi diploici; lare e 5 cm al di sopra del foro acustico estemo (v. fig.
le modificazioni della sella turcica: l'aditus è slargato, XXXLll).
la lamina quadrilatera retroreclinata, le apofisi clinoi- Calcificazione dei plessi corioidei: agglomerato di cald_-
dee anteriori decalcificate, la cavità sellare globalmente ficazioni punti formi, per lo più simmetrico dai due latl,
proiettivamente localizzabile in sede parietotemporalc
svasata;
(fig. XXXIL8A e B).
le erosioni distrettuali di strutture ossee (meati acusti- Calcificazione delle granulazioni di Pacchioni: piccole
ci interni, margine superiore della rocca petrosa, fori opacità nodulari parasagittali (di raro riscontro).
della base, piccola ala dello sfenoìde, canale ottico). - Calcificazione della grande falce: ben visibile nella
proiezione sagittale, ha aspetto filiforme o fusiforn:e e
·l: esperienza pratica dimostra che il quadro radio- sede mediana frontale (fig. XXXII.8C); in proieztone
logico non è spesso correlato, nella sua espressione LL assume aspetto disomogeneo e contorni policiclici.
al quadro clinico: sede del processo pri- - Calcificazione del tentorio cerebellare: per lo più io-
completa, assume l'aspetto di una V rovesciata a sede me-
mitivo, rapidità evolutiva, entità della compromissione diana posteriore (fig. XXXII.8C). ,
delle vie di scarico liquorali, edema cerebrale, sono i - Calcificazione dei legamenti clinopetrosi e clinotent?rt.a·
fattori che maggiormente si ripercuotono su queste li: «a strial>, originanti dalle apofisi clinoidee postenon e
correlazioni. dirette verso il basso e posteriormente (fig. XXXII.8D).
tVeuroradiologia 679
Fig. XXXII.9. Calcificazioni toxoplasmosiche. A"' radìogramma PA; La RM fornisce immagini dell'encefalo sorpren-
B "' radiogramma LL. Assumono aspetto «a piccole scaglie multiple dentemente vicine a quelle dell'anatomia classica (fig;
diffuse>> di radiopacità media. XXXII.l2). La dimostrazione delle diverse strutture e
J}!_uron1diologia 681
·va-
' le
elle
one
ae-
con
llal-
one
adi
:rio
opo
Se-
per
ma-
niz·
pul-
J, le
Fig. XXXII.li. Piani di riferimento in TC dell'encefalo. In A sezione soprabasalc: sono visibili, in senso antera-posteriore, le cavità orbitaric, le
fosse cerebrali medie, il ponte, il IV vcntricolo (punta di freccia), gli emisferi cerebellari. In B sezione passante a livello del mesenccfalo: sono vi-
·en- sibili sulla linea mediana il III ventricolo (freccia) orientato longitudinalmente, ilmcsencefalo (asterisco), la cisterna ambiens che lo circonda po-
fig. stcrionncnte (punte di freccia), il verme cerebellare. In C e D sezioni transventricolari: sono visibili il III ventricolo, i corni frontali e i trigoni dei
l'entri coli laterali, l'epifisi e i plessi corioidei calcificati, i nuclei della base. In E e F sezioni sopmvcntricolari: sono visibili rispettivamente il cen-
re è tro scmiovalc c alcune circonvoluzioni cerebrali delimitate dagli spazi subaracnoidei corticali,
682 Capitolo XXxn
. Angiogramma carotideo (fig. XXXII.l3). Originando radiografico, non risulta apprezzabile, mentre il tratto
e-
livello cervicale dalla biforcazione della carotide comune, ascendente si presenta come una successione di tre piccoli
fa carotide interna presenta, in un archi ad ampio raggio di cui l'inferiore e il superiore sono
.ìa cervicale ascendente, un segmento mtrapetroso d1retto m convessi in avanti. Al termine dell'ultimo arco l'arteria
l))
senso latero-mediale, un segmento intracavernoso, contenu- assume un decorso anteroposteriore circoscrivendo il dorso
to nel canale del seno cavernoso e in continuità con la sella del corpo calloso.
turcica. Essa emette quindi due rami collaterali, l'arteria L'arteria cerebrale media si diparte in direzione oppo-
ta- oftalmica e l'arteria corimdea anteriore, e successivamente sta all'arteria cerebrale anteriore, decorre orizzontalmente e
da descrive una brusca inflessione su se stessa (sifone caroti- lateralmente nel tratto alare della cisterna silviana sotto il
ssi deo) e si ramifica (segmento sopraclinoideo) nei rami ter- lobo frontale e medialmente al polo temporale al quale for-
:r- minali, l'arteria cerebrale anteriore e l'arteria cerebrale nisce rami. Al termine della porzione orizzontale si inflette
media. Il complesso carotide-cerebrale anteriore-cerebrale in alto e indietro nel tratto insulare della cisterna silviana
media assume un aspetto «a forchetta» (forchetta carotidea). nel quale si ramifica superiormente, inferiormente e indie-
in ! rapporti intracranici importanti dell'arteria carotide inter- tro. I rami decorrono sulla superficie dell'insula fino alla
in na sono quelli con il seno cavernoso, la sella turcica e il giunzione con gli opercoli ove si riflettono su se stessi per
:n- chiasma ottico. emergere sulla superficie corticale. Nella usuale proiezione
'er L'arteria cerebrale anteriore decorre, dalla biforcazio- angiografica frontale semiassiale il tratto orizzontale ha
le ne carotidea, in senso media! e e orizzontale (segmento oriz- decorso medio-laterale parallelo alla base del cranio (fig.
aie zontale) fino alla confluenza con l'arteria comunicante XXXII.14 ). I rami insulari appaiono, in questa proiezione,
le. anteriore, sotto il lobo frontale e sopra la regione sellare. come una serie di archi di cerchio concavi verso la linea
Sulla linea mediana si riflette bruscamente verso l'alto mediana, localizzati alla giunzione tra i due terzi mediali e
mo (segmento ascendente) descrivendo un arco ad ampio rag- il terzo laterale dell'emisfero. Tali archi descrivono le varie
:Ile gio aperto all'interno, parallelo alla superficie esterna del sezioni dell'insula: i più bassi corrispondono alle sezioni
za- corpo calloso, in un piano coincidente con quello sagittale anteriori; i più alti alle sezioni posteriori. Ciascun ramo ter-
mediano. In proiezione AP (fig. XXXII.l4) l'arteria cere- mina in alto con una riflessione ad anello (passaggio al di
brale anteriore assume l'aspetto di un breve segmento oriz- sotto deli' opercolo). In proiezione laterale questi stessi rami
so- zontale parallelo alla base cranica, cui fa seguito un seg- insulari presentano un aspetto assai complesso che può
mento verticale più o meno ondulato che occupa per un essere semplificato tracciando il cosidetto triangolo silvia-
•ali largo tratto la linea mediana. In proiezione LL il tratto oriz- no, costituito dalla linea che segue il percorso del ramo
zontale, decorrente in un piano perpendicolare al piano principale e da una linea tracciata verticalmente lungo l'as-
:io- se dei primi rami frontali. Il triangolo silviano disegna la
10- proiezione laterale dell'insula ed è
:te- importante perchè ogni sua variazione
:io- di forma e posizione indica l'esistenza
ca- di masse emisferiche occupanti spazio.
Altre arterie di importanza angio-
re- grafica provenienti dal sistema caroti-
ssi-
deo sono: le arterie lenticolostriate, in
lie- numero di 4-6, originanti dai tratti oriz-
·ale zontali delle cerebrali anteriori e media,
lill- le quali irrorano i gangli della base,
di- hanno decorso arcuato con concavità
so- verso la !inca mediana; l'arteriti
Jjia mica, che irrora le strutture orbitarie;
;es- !'arteria corioidea anteriore che, origi-
tio- nando dalla carotide, percorre la cister-
del na ottico-chiasmatica, la fessura cariai-
en- dea e il corno temporale del ventricolo
Fig.XXXII.13. Rappresentazione schematica dell'arteriogramma della carotide interna in proiezione AP (A) c LL (B). [n A: l "'a. carotide inter-
lV a- M; 2 "'a. corioidca anteriore; 3 =a. cerebrale anteriore; 4 = aa. lentico-striate; 5 "'aa. insulari; 6 =a a. opercolari; 7 = aa. corticali; 8 = a. calloso-
nso marginale; 9 =a. pcricallosa; freccia= biforcazione dell'a. cerebrale media. In B: l =a. carotide interna; 2 =a. oftalmica; 3 =a. comunicante po-
Ji/1- steriore; 4 =a. cerebrale media; 5 =a. pcricallosa; 6 "=a. callosomarginale; 6a =a. frontoorbitaria; 6b =a. frontopolarc; 6c =a. frontale interna an-
;ra- teriore; 6d = a. frontale interna posteriore; 6e = a. dellobulo paracentrale; 7 =a. corioidca anteriore; 8ab = aa. temporali polare e anteriOre; 8c =
a. prefron!ale; 8d =a. precentrale; 8e =a. centrale; 8foo a. parietale superiore; 8g =a. parietale inferiore; 8h =a. angolare; Si= a. temporooccipi-
lale; 81 =a. temporale posteriore; 8111 =a. temporale media; freccia"' biforcazione della carotide interna. Freccia curva= seno sfenoidale.
684 Capitolo XXXII
laterale assumendo importanti rapporti con la faccia media- re e l'arteria cerebrale posteriore circondano il tronco ence-
le del lobo temporale. falico dall'avanti all'indietro per decorrere le prime sugli
La carotide esterna (fig. XXXII.l5) origina dalla emisferi cerebellari, l'ultima sulla superficie inferomediale
tide comune e decorre anteromedialmente alla carotide
interna. Le sue branche più importanti sono l'arteria tiroi-
de.:! superiore, l'arteria linguale, l'arteria facciale, l'arteria
faringea e l'arteria occipitalc. Suoi rami terminali sono l'ar-
teria temporale superficiale e l'arteria mascellare interna (la
quale ha come ti rami secondari l'arteria meningca
media, l'arteria infraorbitaria e l'arteria sfenopalatina).
nei seni sigmoidei che confluiscono nelle vene giugulari. Il 1.5. Diagnostica radioisotopica
torculare di Erofilo rappresenta, quindi, il punto di incontro
dei tre seni tributari (seno sagittale superiore, seno retto e Trova importanti applicazioni nello studio del
seno occipitale) con i seni traversi. Il sistema di drenaggio SNC grazie alla capacità di evidenziare precocemente
sinusale, che raccoglie il sangl!e dalla base cranica, è rap- alterazioni funzionali tessutali prima che si instaurino
presentato principalmente dai seni sfenoparietale e caver- alterazioni strutturali. Nelle forme di demenza, ad
noso (fosse anteriore e media) e dai seni petrosi superiore e esempio, sono dimostrabili alterazioni del flusso ema-
infàiore (fossa posteriore), ed è tributario in gran parte (ma tico regionale e del metabolismo del glucosio ben
non esclusivamente!) delle vene giugulari. prima che si manifesti l'atrofia della sostanza grigia
corticale o dei nuclei profondi; nelle sindromi parkin-
Dislocazione, alterazioni morfologiche (circoli
soniane, difetti dei sistemi mediatore/recettore; in
patologici, infiltrazioni, amputazioni) e alterazioni
alcuni focolai epilettogeni fatmacoresistenti non iden-
funzionali (variazioni distrettuali del tempo di circolo)
tificabili mediante TC e RM, alterazioni del flusso
dei vasi cerebrali hanno costituito, in era pre-TC e pre- ematico e del metabolismo distrettuale.
RM, importanti segni loca!izzatori di patologia.
La strumentazione mediconucleare disponibile
Attualmente la loro definizione assume rilievo: nello
assume grande rilievo: mentre, infatti, la PET rende
studio di alcuni tumori, in particolare l'astrocitoma
possibile esplorare, con risoluzione spaziale di 3-4
anaplastico, il glioblastoma, l'emangioblastoma, il
mm e precisa valutazione quantitativa, il flusso emati-
meningioma e i chemodectomi; in alcune affezioni
co, lo stato recettoriale, il consumo di glucosio e la
cerebrovascolari, in particolare l'attacco ischemico
sintesi di nucleoproteine, la SPECT consente solo l'e-
transitorio, la trombosi venosa, l'emorragia intrapa-
splorazione dei primi due parametri, con risoluzione
renchimale, gli aneurismi, le malformazioni arterove-
di 6-7 rnm e valutazione semiquantitativa.
nose.
La valutazione del flusso ematico regionale mediante
SPECT ha luogo comunemente mediante iniezione e.v. di
radiofarmaco che
A
Fig. XXXII.I7. Rappresentazione schematica del drenaggio venosa cerebrale superficiale e profondo. In A, nella visione frontale: l "'s. sagitta-
le superiore; 2 = s. trasvcrso; 3 =vene frontoparietali ascendenti, 4 =v. talamostriata; 5 =v. cerebrale interna e v. di Galeno; 6 = s. sfcnoparieta·
le; 7 =v. basilare; 8 =v. atriale laterale; 9 =v. del setto pellucido; IO= vv. striate inferiori; Il= v. di Silvio. In B, nella visione laterale: l='·
sagittalc superiore; 2 =s. retto; 3 = torcularc di Erofilo; 4 =s. laterale; 5 =s. sigmoideo; 6 =s. petroso superiore; 7 =s. pctroso inferiore; 8 =s.
cavernoso; 9 =v. giugulare interna; l O= v. di Galeno; Ila= v. cerebrale interna; \lb = v. basale; 12 =v. atriale laterale; 13 =v. uncale; 14 "'vene
striate inferiori; 15"" v. corioidea superiore; 16 =v. settale; 17 = vv. ependimali; 18 = vv. midollari profonde; 19 = vv. midollari superficiali; 20
"'vv. transcerebrali; 21 = vv. meningce; 22 =v. corticale frontale; 23 =v. centrale; 24 =vene parietali; 25 = vv. temporali; 26 =v. silviana super-
ficiale; 27 = vv. diploiche; 28 = vv. della galea capitis.
Neuromdiologiu 687
supera rapidamente la la membran_a cellula: ne. delle immagini PET con quelle TC
e in virtù della sua hpof!lta e Sl accumula net neurom e RM è importante per il neurochirurgo al fine di pia-
:eguendo un gradiente di La nificare con accuratezza l'intervento limitando l'e-
dall'ambiente cellulare, che prmctpta con la dtmmuzwne stensione della demolizione. Risultati analoghi offre la
della concentrazione ne Il 'ambiente extracellulare, è impedi-
ta dal fatto che all'interno dei neuroni il radiofarmaco è
SPECT dopo somministrazione di radiofarmaci di per-
enzimaticamente ridotto a una forma chimica non lipofili- fusione come lo llJXe o il 99"'Tc-HMPAO, o di traccian-
ca. Si realizza quindi un vero e proprio (dntrappolamentO>> ti recettoriali come la mi-anfetamina o
all'interno delle cellule in misura proporzionale alle loro
condizioni combinate di perfusione ematica e attività meta- Nella malattia di Alzheimer si osservano difetti
bolica. perfusoriometabolici che progressivamente si estendo-
Analogo accoppiamento perfusorio-metabolico è ope- no dalla sostanza grigia della corteccia parietale ai
rante nella PET per il 18F-fluoro-desossi-glucosio. Nei neu- nuclei dell'ippocampo, alla corteccia occipitale, ai
roni normali l'accumulo di 1iF-FDG riflette principalmente lobi temporali, e. infine ai lobi frontali, restando in
!'attività sinaptica eccitatoria e inibitoria, mentre nei focolai
genere risparmiati i nuclei profondi della base, la
e epilettogeni iperattivi e nei tessuti neoplastici riflette soprat-
tutto l'aumentata attività metabolica del soma cellulare vero teccia visiva, la corteccia motoriosensitiva e il cervel-
e letto. Nelle fasi avanzate della malattia i difetti perfu-
eproprio. Sono facilmente intuibili i meccanismi che regola-
4 no la caplazione dei vari traccianti recettoriali in determina- soriometabolici sono distribuiti in maniera abbastanza
i- ti nuclei e distretti cerebrali, in condizioni normali e patolo- simmetrica.
la giche, il cui studio è reso agevole dalla PET e dalla SPECT.
,_
Nella malattia di Pick i difetti perfusoriometaboli-
Nelle epilessie, come è noto, problema rilevante è ci sono localizzati caratteristicamente nei lobi frontali;
costituito dalle forme refrattarie alla terapia farmaco- nella demenza in corso di AIDS interessano pressoché
logica, per le quali trova efficace indicazione l'exeresi diffusamente la corteccia; nelle demenze multi-infar-
te
di
chirurgica del focolaio epilettogeno ove adeguatamen- tuali sono distribuiti con una certa irregolarità ai due
Je
te identificato. La PET con evidenzia in fase emisferi.
intercritìca una ridotta captazione del tracciante Nei tumori cerebrali la PET con assume
to alla corteccia cerebrale normale (fig. XXXII.l8); in importanza, a diagnosi effettuata, per il
questi casi, per lo più, durante o comunque in stretta vi- metabolico della neoplasia e, in maniera del tutto
cinanza alla crisi epilettica si ha spiccata ipercaptazio- determinante, in corso di follow-up per la
zione tra recidiva tumorale ed esiti del trattamento chi-
rurgico o radioterapico. In linea generale, l'intensità di
captazione del 18F-FDG in riferimento alla sostanza
bianca è direttamente proporzionale al grado di mali-
gnità. Informazioni prognostiche e diagnostiche diffe-
renziali simili possono talora essere fornite dalla
SPECT dopo somministrazione e.v. di 201 Tl, analogo
del potassio che si accumula nei tessuti in funzione
della loro densità cellulare e della attivazione metabo-
lica.
1.6. Ecografia
Nel periodo neonatale e nella prima infanzia, stan-
Fig. XXXII.18. Epilessia parziale farmacoresistente in bambino di 6
tta- anni. All'EEG era presente attività parossistica nelle regioni frontali di
te la sottigliezza della teca cranica e la presenza delle
ern· destra; la RM evidenziava rilievi riferibili a displasia corticale fronta- fontanelle, l'ecografia consente di ottenere imrnmagini
"''· le media le destra. La PET encefalica con 18F-FDG in fase intercritica dell'encefalo di valida risoluzione anatomica (fig.
"'s. evidenzia un'area focale a consumo di glucosio marcatamente ridottD XXXII. 19) e segnali Doppler dai vasi cerebrali. È per lo
'enc (frecce), ovoidale, a margini netti, di circa 7 mm di spessore, situata 35
; 20 nun al di sopra della linea orbito-mcatalc inferiore. La localizzazione
più utilizzata come finestra acustica la fontanella ante-
per- accurata dell'area «incriminata)) è indispensabile in previsione di una riore, con scansioni coronali, sagittali e oblique, con
J
688 Capitolo XXX!!
di individuare lesioni intracerebrali occupanti spazio, . significativi nello studio della patologia ateroscleroti-
ectasie del sistema ventricolare in fase presintomatica, ca e nella valutazione del vasospasmo conseguente a
emorragie cerebrali (assai frequenti nei prematuri), emorragia subaracnoidea.
ematomi periencefalici; nei bambini con idrocefalia
rende possibile «guidare» intraoperatoriamente il po- 1.7. Termografia
sizionamento di shunt ventri colari, evidenziarne pre-
cocemente eventuali malfunzionamenti, seguire evo- Può essere di tma certa utilità, in campo encefali.
lutivamente i risultati dell'intervento. L: accuratezza è co, per la facilità con la quale consente di dimostrare
tale da indurre spesso, in molti centri pediatrici, a uti- variazioni di temperatura nel triangolo sopraorbitario
lizzare la TC solo in seconda istanza per una migliore di Wood (nel quale, come è noto, l 'irrorazione provie-
definizione eziologica dell'affezione. Le tecniche Dop- ne dall'arteria oftalmica e non dell'arteria carotidea
pler permettono di valutare i vasi cerebrali e il flusso esterna). Ipotermie e ipertermie di questo triangolo
ematico alloro interno. Queste tecniche assumono im- sono, di norma, soprattutto quando unilaterali, indica-
portanza nell'ipertensione endocranica (programma- tive di stenosi o occlusioni del sistema carotideo inter-
zione dei tempi dell'intervento di derivazione liquora- no rispettivamente a monte o a valle del punto di ori-
le nell'idrocefalia!), nella patologia ischemicoemorra- gine dell'arteria oftalmica.
gica del neonato (l'aumento della velocità e della com-
ponente diastolica di flusso in relazione a fenomeni di
vasodilatazione è segno prognostico negativo!), nei pre- 2. Malformazioni craniocerebrali
maturi in ventilazione meccanica (fluttuazioni nel se-
gnale Doppler cerebrale sono prodotte da atti respira- Costituiscono un insieme disparato di anomalie
tori spontanei asincronici: la curarizzazione consente dell'organogenesi e dell'istogenesi le quali insorgono
di proteggere il piccolo paziente dal rischio di emorra- nel periodo embrionale in rapporto a fattori genetici o
gie cerebrali!). intrauterini (ipossia, infezioni) e inducono alterazioni
Nell'adulto, dato lo spessore della teca cranica, gli più o meno significative dell'anatomia encefalica. Il
ultrasuoni non offrono possibilità di studio ecotomo- riconoscimento di queste alterazioni equivale di per sé
grafico dell'encefalo. Le tecniche Doppler transcrani- a una diagnosi compiuta: la valutazione morfologica e
che, utilizzanti trasduttori da 2 MHz, consentono di spaziale analitica rende necessario il ricorso alla RM.
ottenere segnali dalla carotide interna, dalle
cerebrali anteriore, media e posteriore, dall'arteria 2.1. Anomalie dell'organogenesi
basilare e dalle arterie comunicanti, e offrono risultati
Si distinguono: anomalie di fusione, di divertico-
lazione, di girazione e migrazione, di forma e gran-
dezza, a carattere destruente.
livello del centro semiovale, più spesso noduli a livello fettive da cytomegalovirus, toxoplasmosi e rosolia congeni-
delle pareti ventricolari o delle aree poroencefaliche). ta (nelle prime due la TC evidenzia caratteristiche piccole
Fra le anomalie di forma e grandezza assumono impor- calcificazioni periventricolari- fig. XXXII.23), l'encefalo-
tanza la microcefalia (circonferenza cranica significativa- patia multicistica (aree multiple similcistiche di distruzio-
mente.più piccola della norma e associata microencefalia), ne corticosottocorticale non comunicanti con i ventricoli
la nwcrocej{dia (conseguente per lo più a idrocefalo, mega- associate a diffusa atrofia cerebrale, la cui comparsa è cau:
lencefalia familiare o metabolica, processi espansivi), le cra- sata da turbe circolatorie anossiche e/o infettive nell'ultimo
niosinostosi. Queste ultime sono dismorfismi cranioence- trimestre di gestazione).
falici e cnmiofacciali conseguenti alla precoce saldatura di
una o più suture della volta o della base cranica con arresto 2.2. Anomalie dell'istogenesi
della cresCita ossea in senso perpendicolare alla sutura inte-
ressata e sviluppo compensatorio a livello delle suture nor- Assumono una certa importanza le sindromi neu-
mali; si associano ritardo mentale e atrofia ottica (iperten- rocutanee ereditarie, dette «facomatosb>, nelle quali si
sione endocranica cronica!). Le più comuni craniosinostosi associano variamente lesioni tumorali multiple del
uniche sono: la scafocefalia (saldatura precoce della sutura SNC, della cute e degli occhi.
sagittale con accrescimento sproporzionato del cranio in sen-
so antera-posteriore); la plagiocefalia (saldatura precoce di Nella neurofibromatosi sono presenti fibromi, nevi
una sutura coronarica con ipoplasia della bozza frontale e cutanei, neurinomi periferici, neurinomi dei nervi cranici
dell'orbita omolaterali); la trigonocefalia anteriore e poste- (spesso multipli!), meningiomi e gliomi del nervo ottico e
riore (saldatura precoce rispettivamente della sutura meta- del chiasma, amartomi e gliosi; si associano frequentemen-
piea e della sutura lambdoidea). La più comune sinostosi te displasia della ala dello sfenoide, idrocefalo e
multipla è la brachicefalia (saldatura precoce delle suture macrocefalia. Nella sclerosi tuberosa di Bourneville sono
coronariche con riduzione del diametro antera-posteriore del presenti adenomi sebacei del volto, nevi depigmentati,
cranio). TC e RM sono indispensabili per lo studio delle amartomi subependimali; si associa epilessia. Alla TC si
strutture ossee ed encefaliche coinvolte: molto importante, osservano focolai multipli iso- o ipodcnsi corticali e peri-
per la programmazione chirurgica, è la rìcostruzione spa- ventricolari, spesso calcificati, senza apprezzabile c.e.; sono
ziale del loro sviluppo (programmi 3D!). frequenti gli astrocitomi subependimali a cellule giganti
Fra le lesioni distruttive assumono importanza la po- (isodensi e con intenso c.e.!), i quali possono determinare
roencefalia (area a contenuto liquorale, comunicante con i idrocefalo. Nella malattia di Sturge-Weber sono presenti
ventricoli, nel contesto del parenchima cerebrale, seconda- nevi facciali distribuiti lungo la branca oftalmica del trige-
ria a pregressa lesione ischemica o ad anomalia di sviluppo mino, angiomatosi leptomeningea omolaterale, calcifica-
del tessuto cerebrale), la idroanencefalia (nella quale gli zioni intracorticali (caratteristico aspetto «giriformell alla
emisferi cerebrali, separati dalla falce, sono sostituiti da va- TC! -fig. XXXII.24; v. anche XXXII. lO), atrofia degli
ste aree a contenuto liquorale,·i gangli della base sonori- emisferi cerebrali; si associano ritardo mentale, convulsio-
sparmiati, la fossa posteriore è normale), le embriopatie in- ni, glaucoma e talora emiparesi.
Nelle lesioni ischemiche l'uso di MdC iodato, più scolare? arterite?) o candidati a intervento chimrgico
o meno iperosmolare, e paramagnetico può aumentare. per patologia stenosante della biforcazione carotidea.
il danno cellulare c vascolare. La penetrazione ·di MdC L'angio-RM trova indicazione per la valutazione
nell'area ischemica consegue prevalentemente all'al- della stenosi dei vasi extracranici. Mediante sequenze
terazione della BEE per aumento della permeabilità di trasferimento di magnetizzazione rende possibile an-
capillare. che l'analisi dei principali vasi del poligono di Willis
A seconda della localizzazione topografica, la (v. fig. Xl.l8A).
lesione infartuale può assumere aspetti morfologici L' angio-TC consente un'analisi fine delle placche
peculiari e interessare territori di irrorazione definitivi ateromasiche (entità della stenosi indotta, calcificazio-
(fig. XXX!I.26). Le aree di alterata intensità (TC) o di ne, ulcerazioni), ma è generalmente limitata allo stu-
alterato segnale (RM) assumono completamente o dio della biforcazione carotidea.
parzialmente l'aspetto morfologico di questi territori a
seconda che l'occlusione riguardi il tronco arterioso 3.2. Trombosi venosa
principale o i suoi rami.
In funzione della causa (trombotica, embolica, Interessa prevalentemente i seni venosi maggiori e/o
emodinamica, anemicoipossica, emorragica, .lacuna- singole vene corticali. Ne sono causa la tromboflebite gra-
vidica e infettiva, e soprattutto l'assunzione di contraccetti-
re), può interessare, più o meno elettivamen-
vi. Gli infarti venosi tendono a provocare crisi epilettiche e
te, vasi diversi, generando la comparsa, alla TC e alla possono essere associati a emorragie pai·enchimali. Hanno
RM, di aspetti entro certi limiti caratteristici. topografia vmiabile in rapporto alla sede dell'occlusione
Nello studio della patologia ischemica l'angiogra- venosa e si estendono al territorio di drenaggio della vena o
fia è opportunamente limitata a pazienti selezionati del seno interessati.
nei quali sussistono dubbi di inquadramento diagno-
stico (arteriosclerosi? dissezione? displasia fibromu- Alla TC, i segni sono numerosi e diversamente
Neuroradiologia 693
l
c.·. · .}•...· ·.··
1 Neuroradiologia 695
l
l
ca media e/o elastica interna dell'arteria portante, o a cause
acquisite quali lo «stress emodinamico>> (possibile respon-
li
sabile della degenerazione locale) e la turbolenza del flusso
(in grado di indurre allargamento e rottura dell'aneurisma).
i
Loro sede preferenziale è il poligono di Willis, ove nel 90%
dei casi interessano il circolo anteriore. In ordine decre-
scente di frequenza sono coinvolte l'a. comunicante ante-
riore, l'a. carotide, l'a. comunicante posteriore, l'a. cerebra-
le media, il sifone carotideo, la biforcazione della carotide
interna, l'apice dell'a. basilare, l'a. vertebrale, l'a. cercbel-
posteroinferiore. Sono convenzionalmente distinti in
piccoli (diametro minore di l cm), grandi cm} e
giganti (diametro maggiore di 2,5 cm). Questi ultimi si rive-
lano più che per il sanguinamento per i sintomi di effetto
1- massa. Gli aneurismi fusiformi, generalmente originanti su
base arteriosclerotica, hanno sede preferenziale nell'a. basi-
lare, nell'a. vertebrale e nella carotide interna.
Fig. XXXII.29. Emorragia subaracnoidca da rottura di aneurisma del-
l'a. cerebrale media. La TC evidenzia direttamente l'area emorragica
Alla TC sono riconoscibili aneurismi di 3 mm o più
arciformc iperdensa interessante la cisterna silviana (freccia curva) ed
1-
estendentesi negli spazi subaracnoidei frontotemporali (punte di frec- di diametro. L'aspetto densitometrico è condizionato
":i cia). la presenza o meno di trombosi endoluminale, dalla
cificazione delle pareti, dalla presenza o meno di
ca topografia cisternale (interemisferica, silviana, etc.) si J)erianeurismatica. In genere l'aneurisma assume
le
ta o intraparenchimali in comunicazione con gli spazi su- spetto di una massa rotondeggiante od ovalare, tenue-
)- baracnoidei attraverso una breccia corticale. Può asso- mente iperdensa, la quale va incontro a c.e. precoce, in-
:a ciarsi spandimento ematico intraventricolare con ostm- tenso, omogeneo, fugace. Gli aneurismi giganti talora
li zione meccanica della circolazione liquorale e conse- assumono aspetto «a bersaglimt con c.e.
la guente idrocefalo a rapido sviluppo (idrope ventricola- mente intenso nella parte centrale non trombizzata;
IO re, peraltro, può svilupparsi anche tardivarnente in desto nella parte circostante trombizzata, intenso (e in
.i- guito al verificarsi di fenomeni aracnoiditici postemor parte irregolare!) nell'anello periferico che circonda la
ragici). Nel caso di sanguinamenti non massivi la re parete dell'aneurisma. Se la formazione è in gran parte
può suggerire la sede della malformazione vascolare re- trombizzata, va incontro a c.e. modesto (ma
sponsabile e indirizzare in forma mirata il successivo zazione fibrosa perianeurismatica può determinare un
studio angiografico. enhancement paradosso!). I contorni della lesione sono
.a, La RM non fornisce elementi diagnostici utili in serhpre netti e ben definiti; possono essere presenti cal-
a- fase acuta. Dopo alcuni giorni può evidenziare cificazioni parietali «a guscio». Non si osserva edema
di mento di intensità del segnale cisternale nelle sequen- perifocale (importante elemento di differenziazione dal-
la zeTl-pesate, la cui persistenza per un periodo le masse tumorali!). Le pulsazioni della massa aneuri-
il smatica possono determinare usura delle strutture
stanza lungo può rappresentare un dato di notevole
n- see adiacenti (ad esempio, delle apofisi clinoidee
interesse in occasione di pregresse emorragie misco-
nosciute o di incerta valutazione alla TC. Analoga- dori e del corpo dello sfenoide neli' aneurisma del
mente alla re, la RM evidenzia agevolmente l'idrope ne carotideo). La dimostrazione dell'aneurisma è par-
'el" ventri colare e, più precocemente rispe-tto alla TC, le ticolarmente difficile nel caso in cui si complichi con
sanguinamento che, inglobandolo, ne maschera la
IO lesioni ischemiche cerebrali conseguenti al
smo che può insorgere per l'effetto tossico sui vasi senza.
a-
cerebrali dei prodotti di degradazione del sangue. La RM consente la dimostrazione di aneurismi
l),
anche di piccole dimensioni (fig. XXXIIJO), ma assu-
ne me rilievo soprattutto nello studio degli aneurismi
!l- 3.5, Aneurismi
giganti parzialmente trombizzati, caratterizzati dalla
le
Sono dilatazioni localizzate, sacculari o fusiformi, della presenza di un'area eccentrica priva di segnale (il
IS-
parete di un vaso. La patogenesi degli aneurismi sacculari è lume residuo), e di aree adiacenti, spesso stratificate,
ti- Per lo più attribuita a difetti strutturali congeniti della tuni- con intensità di segnale variabile (successivi stadi di
696
trombosi). Gli aneurismi giganti totalmente il seno cavernoso; nel tìpo C shunt durali tra rami della
zati hanno elevato segnale sia nelle sequenze Tl- che carotide esterna e il seno cavernoso; nel tipo D shunt tra
in quelle T2-pesate .spesso rami durali sia della carotide interna che della carotide
circondati da un anello ipomtenso (emosJdenna!_) : esterna. La sintomatologia clinica, legata alla ostruzione del
non vengono dimostrati nel loro ambito. fenomem d,1 ritorno venosa, si manifesta con proptosi, chemosi congiun-
tivale, diplopia e riduzione dell'acuità visiva.
flusso. In presenza di aneurismi multip.h, la R1vf pu_o
fornire informazioni utili sul responsabile del sangm-
TC e RM mettono in evidenza un esoftalmo assi-
namento evidenziando, in fase subacuta, l'emorragia
le con marcata dilatazione della vena oftalmica supe-
ad esso adiacente. L'angio-lli"\i consente la dimostra-
riore e un aumento delle dimensioni del seno caverno-
zione di aneurismi con diametro superiore a 3 mm, ma
so. L'angiografia digitale evidenzia la visualizzazio-
presenta significative limitazioni nella ne precoce del seno cavernoso e, a seconda della pre-
della morfologia della lesione e nella sua Identifica-
valenza del drenaggio, della vena oftalmica superiore
zione in presenza di flusso turbolento ..
o del seno petroso superiore, consentendo una com-
L'angiografia digitale, indagine spesso
piuta definizione morfofunzionale della .lesione.
bile evidenzia direttamente aneurismi anche molto
L'instaurarsi di un'ipertensione cortrcale per
coli, ed è indispensabile al fine di individuare.il
reflusso in una vena silviana superficiale, evento
to e i rapporti con il vaso di origine, elementi
peraltro raro, può provocare emorragia intracranica.
stici fondamentali per il corretto trattamento endova-
scolare o per l'intervento chirurgico (v. fig. XXXII.83).
Le fistole arterovenose durali (FAVD) sono costi-
Data la eventualità di aneurismi multipli, dovranno es-
tuite da shunt anomali tra arterie meningee e seni o
sere sempre valutati tutti e quattro gli assi lari a
vene durali, e si riscontrano in genere a livello del seno
destino encefalico. L'irregolarità delle pareti della sac-
trasverso o di quello sigmoideo. Sono alimentate prin-
ca, l'aspetto plurilobato, la scarsa opac!zzazione.alla
cipalmente da rami meningei della carotide ed
periferia della lesione sono rilievi molto tmportantt per
esterna o del circolo vertebrale. Rappresentano Ill0-
individuare la lesione responsabile dell'eventuale san-
15% delle malformazioni vascolari intracraniche.
guinamento. Se, in presenza di emorragia subaracn?i- Trattasi, comunque, di lesioni acquisite, generalmente
dea, l'indagine risulta negativa tron:biz- secondarie a trombosi dei seni durali, che determina-
zazione temporanea!), la si ripeterà a distanza dt due no la dilatazione dei normali shunt arteroNvenosi pre-
settimane per escludere la presenza eventuale di aneu-
senti nella dura madre con formazione conseguente di
rismi.
vere e proprie fistole.
Si distinguono secondo Barrow quattro tipi di FCC: nel Fig. XXXIIJO. Aneurisma dell'a. cerebrale media sinistra. A: Rl\1 con
tipo A, in genere post-traumatico o conseguente a scansionc coronale in sequenza GE T2-pesata; B: angio-RM con
spontanea di un aneurisma intracavernoso ad alto flusso, v e nica «del tempo di volo)) e ricostruzione 3D con algoritmo :tvn:.
il lume pervio dell'aneurisma, situato nell'arca della cisterna S!]Vlnl:a
comunicazione diretta tra carotide interna e seno cavernoso; (freccia) assume l'aspetto di un'area priva di segnale (flusso emati-
nel tipo B, come i successivi apparentemente e co!); la ;ua parte trombizzata, a chiazza, dà segnale elevato
riscontrabile in donne in post menopausa avanzata, VI sono moglobina!). Si osservi, in B, la valida dimostrazione della inl"
shunt durali tra rami intracavernosi della carotide interna e pianto dell'aneurisma nel tratto Ol'izzontale dell'a. cerebrale mcdw.
697
0
1drena in un seno venosa con direzione ortograda del flus- Nella malattia di Rcndu-Osler-Weber concomitano localiz-
P0. il tipo Jla drena in un seno venosa con reflusso retrogra- zazioni cutanee e mucose. Sede d'elezione è il ponte, ma
in altri seni; il tipo Ifb dà luogo a reflusso in un seno ve- talora può interessare i gangli basali la corteccia encefalica
oso con secondario coinvolgimento di vene subaracnoidee; e la sostanza bianca. Possono associarsi altre malformazio-
dà lu?go a reflusso in ven?so con se- ni vascolari.
condario comvolgimento retrogrado d1 altn scm e vene su-
baracnoidee. Il tipo Jil drena direttamente in una vena suba- La diffusione e i progressi tecnologici della TC e
;j.
racnoidea; il tipo IV drena direttamente in vene subaracnoi- della RM hanno reso possibile un sempre più agevole
dee spiccatamente ectasiche. Ne è stato inoltre descritto un riscontro di questa malformazione vascolare, presente
•C· tipo Vnel quale il drenaggio avviene in vene perimidollari.
O· in forma asintomatica con frequenza ben superiore a
quanto in passato ritenuto e, anche se raramente, pos-
O· La sintomatologia clinica è strettamente legata al-
<· sibile responsabile di emorragia.
la sede della fistola (esoftalmo e chemosi congiunti-
·re La TC può consentire l'identificazione di fini cal-
vale, soffio vascolare nell'orecchio omolaterale alla fi-
11· cificazioni nel contesto della malformazione. La RM,
stola, mielopatia). La prognosi delle fistole non coin-
te. soprattutto nelle sequenze Il-pesate dopo iniezione
volgenti vene subaracnoidee è solitamente buona con
er e. v. di MdC paramagnetico, evidenzia un c.e. fine e
risoluzione spontanea o mediante trattamento conser-
to disomogeneo in relazione a un rallentamento di flusso
vativo. Le fistole coinvolgenti vene subaracnoidee so-
nei capillari dilatati. L'angiografia digitale dimostra
no caratterizzate da un'alta incidenza di complicanze
talora una fine <mubecola» nelle fasi arteriose tardive
legate spesso a emorragie subaracnoidee o intrapa-
ti- e capillari.
rcnchimali.
o TC e RM consentono di avanzare il sospetto di fi-
10 3.7.2.Angioma cavernoso
stola durale (strutture vasco lari dilatate!) e di dimostrare
n- eventuali alterazioni del parenchima cerebrale limitrofo Trattasi di una vera e propria angiodisplasia repeiibilc
ed (emorragie pregresse o in fase subacuta, gli osi, atro- ovunque nel SNC, sintomatica solo nel 5% circa dei casi
o. fia). L angiografia digitale è indagine d'elezione per (crisi comiziali, emorragia). La lesione, solitaria o multipla,
te.
il corretto inquadramento diagnostico e riveste un circoscritta e capsulata, è costituita da spazi vascolari vena-
tle si sinusoidali comunicanti fra loro, con circolo molto lento,
lo fondamentale per la programmazione dd trattamen-
a- separati da sottili setti fibrosi, senza interposizione di tessu-
toendovascolare e/o chirurgico. La complessità di que- to nervoso. Possono essere presenti fleboliti. Generalmente
e-
ste lesioni impone necessariamente lo studio selettivo un'arca di gliosi circonda la lesione. Vangioma è talora
di
osuperselettivo degli assi carotidei interni ed esterni e responsabile di sanguinamenti in sedi atipiche, di piccola
del circolo vertebra basilare. entità e contenuti dalla capsula o di dimensioni maggiori
:a- con coinvolgimento del parenchima cerebrale circostante.
3.7. Malformazioni vasco lari In questo caso nelle fasi acute è difficile la diagnosi diffe-
renziale con altre patologie (tumori'.).
Rientrano in questo gruppo la te!eangectasia capil-
lare, l'angioma cavernoso, la malformazione arterove- La TC evidenzia la lesione, per lo più in sede sot-
nosa (MAV), !'anomalia venosa di sviluppo (o angio- tocorticale emisferica, come area iperdensa, spesso
ma venosa). Queste affezioni ri:velano la loro presenza contenente calcificazioni, con c.e. dipendente dall'en-
per la comparsa di un'emorragia intraparenchimale a tità della trombosi endovasale. Sono caratteristica-
sede atipica (MAV, angioma cavernoso), associata o mente assenti l'edema perifocale e i segni. di effetto
meno a emorragia subaracnoidea (MAV); meno fre- massa. La RM (fig. XXXIIJI), nelle sequenze
quentemente per la presenza di cefalea, crisi comizia- evidenzia un'area a segnale molto basso
li) deficit di nervi cranici, attacco ischemico transito- alla periferia (calcificazioni'· emosiderina'.), talora di
rio. In alcuni casi il loro riscontro è del tutto occasio- morfologia anulare, con piccole chiazze nel suo conte-
nale (angioma venoso, teleangectasia capillare). sto iperintense anche nelle sequenze TI-pesate (san-
guinamenti recenti! spazi venosi dilatati!). I; assenza
3.7,], Teleangectasie capillari costante di edema è importante elemento di differen-
Questa malfonmzione, consistente nella presenza di ziazione dagli oligodendrogliomi e da altre neoplasie
capillari dilatati in un contesto di tessuto nervoso nonnale, neuroepite!iali in parte calcifiche. Negli angiomi
èper lo più asintomatica e raramente dà luogo a emorragia. cavernosi l'angiografia è spesso negativa a cau'sa del
698 Capitolo XXX!l
5. Patologia infiammatorioinfettiva
Le infezioni SNC hanno avuto negli ultimi anni
ufì grande incremento, in buona parte riferibile all'an·
mento quasi esponenziale del numero di pazienti affet·
ti da AIDS. La caduta delle difese immunitarie favori-
sce, infatti, sia !'instaurarsi di processi infettivi sis'te-
mici i quali diffondono per via ematogena al SNC, sia
jJ riacutizzarsi di forme encefaliche latenti. L'agente
patogeno può raggiungere il SNC anche per estensio-
.ne diretta di flogosi di strutture limitrofe (sinusiti, oti ti,
mastoiditi, infezioni orbitarie e dei tessuti molli super-
ficiali) o attraverso ferite penetranti. Tecniche elettive
di studio per immagini sono la TC e la RM. Fig. XXXII.37. Esiti di trauma cranico. TC. È ben apprezzabile la
cavità malacica residua parietale destra a densità simil-liquoralc. Si
associa dilatazione atrofica consensuale del ventricolo laterale omola-
S.!. infezioni batteriche tera!e.
Empiema subdurale. La raccolta purulenta è sequenze T l-pesate, iperintensa rispetto a entrambe le
secondaria molto spesso a infezioni otorinologiche; strutture nelle sequenze T2-pesate (nelle quali può
talora a una meningite batterica, a una pregressa cra- essere scarsamente distinguibile dal sottostante ence-
niotomia, a traumi. falo se è presente significativo edema).
La TC dimostra una raccolta ipodensa extracere-
brale, usualmente situata al di sopra della convessità o Meningite. Con questo termine si fa usualmente
della scissura interemisferica, la quale può determina- riferimento alle leptomeningiti) le quali coinvolgono
re compressione dei solchi cerebrali limitrofi e dislo- l'aracnoide e la pia madre.
cazione controlaterale delle strutture mediane. Il c.e.
periferico della lesione è espressivo della formazione Pneumococchi e meningococchi ne sono la causa più
di una membrana di granulazione che la delimita. Alla frequente nell'adulto e 'nell'adolescente, Haemophilus
RM la raccolta è ipointensa rispetto alla sostanza gri· influentiae ed Escherichia coli nel bambino {ne! quale la.
gia e ·lievemente iperiùtensa rispetto al liquor nelle meningite è per lo più suppurativa!). L'aracnoide e la pia
madre sono congeste e iperemiche, gli spazi subaracnoidei
distesi da essudato, i vasi possono essere interessati da un
processo vasculitico con conseguente obliterazione e trom-
bosi: il risultato globale sarà un infarto dei tessuti sottopia-
li con edema cerebrale ed effetto massa.
associate (stenosi dell'acquedotto; trasudazione suali: una zona centrale ipodensa (materiale necrotico
ependimale di liquor; natura emorragica dell'essudaM
to).
e pus); un anello isodenso di spessore uniforme che va
incontro a marcato c.e. (capsula fibrosa); una zona ipo- l
Cerebrite. Costituisce lo stadio iniziale della for-
mazione di un ascesso.
densa periferica (edema reattivo ). Frequente è il rico.
noscimento di bolle gassose nel contesto della cavità.
Sono presenti tutti i segni dell'effetto massa.
l
Alla RM gli ascessi da piogeni hanno aspetto
I: infezione batterica o fungina ha luogo per estensione caratteristico (fig. XXXII.39). Se l'ascesso è «matu-
di processi infiammatori meningei o per disseminazione ro», nelle immagini TI-pesate la zona centrale è iso-
ematogena di infezioni extracraniche. È costituita da un'a- ipo-intensa rispetto alla sostanza bianca; nelle imma-
rea di rammollimento a contorni mal definiti, con necrosi,
edema, congestione vascolare, petecchie emorragiche e
gini T2-pesate si ha per lo più un aumento del segnale
infiltrati infiammatori perivascolari. direttamente proporzionale al contenuto proteico e alla
fluidità del materiale necrotico. La capsula, iso-iperin-
La TC evidenzia un'area ipodensa a margini mal tensa nelle immagini TI-pesate, è ipointensa nelle
definiti, alla periferia della quale, nella scansione con- immagini T2-pesate (collagene! componenti emati-
trastografìca, l'iperemia e il danno di barriera possono che! radicali liberi fagocitati dai macrofagi!); il c.e.,
indurre la comparsa di un enhancement periferico <md intenso, caratteristicamente può persistere per mesi.
anellm> (fig. XXXIIJS). Alla RM l'area interessata,
ad alto segnale nelle sequenze T2-pesate, è indistin- Ependimite o ventricolite. Consegue a un'infezio-
guibile dall'edema circostante; sono ben dimostrati i ne retrograda che dalle cisterne della base raggiunge i!
segni di effetto massa. IV ventricolo o alla rottura intraventricolare di un
ascesso.
Ascesso. La sua formazione è il risultato dell'evo- La TC può evidenziare l'ispessimento delle pareti
luzione di una cerebrite. ventri co lari e la presenza di un'immagine di livello sul
fondo dei ventricoli (detriti cellulari!). La scansione
La cerebrite progredisce verso la formazione di un contrastografica evidenzia il marcato c.e. ependimale
ascesso quando la zona centrale di necrosi va incontro a e talvolta sepimenti intraventricolari (organizzazione
liquefazione e alla periferia si osservano fenomeni reattivi. dell'essudato!). Talora si osserva idrope ventricolare
con formazione di una capsula di delimitazione. Gli ascessi non comunicante per blocco dei forami da parte di
sono generalmente localizzati nei territori di distribuzione essudato purulento. La RM consente di meglio valuta-
delle arterie cerebrali anteriore e media, alla giunzione cor- re la presenza di livelli endoventricolari, l'eventuale
tico-midollare. Non è infrequente il rilievo di piccoli asces- componente ematica dell'essudato e la trasudazione
si satelliti.
transependimale di liquor conseguente all'idrocefalo.
Alla TC il quadro è quello usuale delle lesioni asces-
5.2. Infezioni granulomatose
Tubercolosi. La localizzazione encefalica, nel
60% dei casi multipla, ubiquitaria ma per lo più situa-
ta nella giunzione cortico-midollare, origina dalla dis-
seminazione ematogena di un focolaio primitivo pol-
monare.
l
l
fio. XXXII.39. Ascesso da piogeni. La RM consente di differenziare le tre componenti della lesione a contorni netti situata in sede occipitale
la parte centrale colliquata, ovalnrc, a segnale di intensità medio-bassa nella sequenza TI-pesata (a sinistm), diviene marcatamente ipe-
rintensa nel! 'immagine T2-pesata (in centro); la parete, a segnale lievemente superiore nella sequenza TI-pesata, decisamente inferiore in quella
T2-pesata, va incontro a marcato c.e. (a destra); l'edema perifocale ha comportamento simile a quello della parte colliquata ed è ben dimostrato
nella sequenza T2-pesata.
XXXIL40), nelle sequenze TI-pesate i noduli, ipo- o estesa necrosi cerebrale, talora eventi .emorragici,
isointensi rispetto alla corteccia cerebrale, vanno coma. L'interessamento cerebrale è asimmetrico con
il incontro a marcato enhancement dopo iniezione di predilezione per i lobi temporali, l 'insula e la regione
n Gd-DTPA; è ben dimostrato il precoce interessamento frontoorbitaria.
meningeo. In fase acuta nelle sedi interessate si osservano
aree ipodense assoggettate a c.e. «girifonne>> alla TC,
5.3. Infezioni virali le quali danno alto segnale alla RM nelle sequenze
T2-pesate (colliquazione! edema!). In fase cronica
Le lesioni indotte interessano vaste aree di paren- compaiono estese aree di atrofia cerebrale con forma-
chima cerebrale e spesso non rispettano la giunzione zioni cistiche ben apprezzabili in entrambe le indagi-
·e tra sostanza grigia e bianca. Talora, peraltro, con l'ec- ni. Nel bambino sono spesso presenti estese calcifica-
li cezione dell'encefalopatia erpetica, non inducono zioni corticali o ependimali.
,_
alterazioni visibili del parenchima interessato .
.e PanencejMite subacuta sclerosante. Questa affe-
" lle1pes. Sia la forma orale, sia la forma genitale
possono causare un'encefalite a evoluzione rapida con
zione, a decorso lento, colpisce solitamente bambini o
adolescenti ad alcuni anni di distanza dall'insorgenza
el
l-
s-
1-
o-
"li-
le
Ja Fig. XXX11.40. Tubercolosi. RM. La lesione focale pari etale sinistra (punta di freccia), situata in corrispondenza della giunzione eortico-midol-
e- lare, è appena apprezzabile nella sequenza TI-pesata (a sinistra) nel contesto della vasta area di edema perifocale, ma è da questo ben differen-
ziabile nella sequenza T2-pesata (in centro) nella quale la parte centrale ha segnale e la capsula segnale medio-alto. Si osservi l'enhance-
g. mentprcvalentemcnte periferico dopo iniezione e. v. di Gd-DTPA (a destra).
704
gnosi infausta.
La RM è più sensibile della TC nel rilevare sia le
lesioni recenti che quelle non recenti. Entrambe hanno
comportamento del segnale di tipo similcistico e sono
TABELLA XXXII.4. PATOLOGIA ENCEFAUCA DI PIÙ FREQUENTE
RISCONTRO ).IELL' AIDS.
Criptococcus neoformans
poco distinguibili dal circostante edema, ma talora pre- Candida a!bicans
sentano nella parte centrale, nelle sequenze T2-pesate, Aspcrgi!!us
un segnale iso- o ipointenso rispetto alla sostanza gri- Micobactcrium tubcrcolosis
gia che le rende meglio differenziabili dali' edema (fig. Treponema pallidum
.XXXIJ.42); dopo iniezione di MdC paramagnetico han- Escherichia coli
no comportamento simile a quello sopra descritto per Infezioni vira!i: Cytomegalovirus
laTC. Papovavirus
TC e RM assumono grande importanza nella valu- Herpes simplex
tazione della risposta al trattamento medico (diminu- Herpes zoster
zione del numero e delle dimensioni delle lesioni fino
a ripristino della situazione di normalità; talora aree Forme neoplastiche: Lil1foma primitivo del SNC
Sarcoma di Kaposi
residue di encefalomalacia con calcificazioni anche
estese).
o
n
l-
l-
,_
l-
Fig. XXXII.42. Toxoplasmosi. RM. La lesione focale, situata in sede
la frontale sinistra in corrispondenza della giun7.ionc corticomidollare,
e isointcnsa (e quindi non direttamente apprezzabile!) nella scquen7.a
.e T!-pe>ata (a sinistra), diviene ipcrintcnsa nella sequenza T2-pesata (in Fig. XXXII.43. Leucoencefalopatia mullitòcale progressiva. La RM
cemro) e va incontro a c.e. dopo iniezione e. v. di Gd-DPTA (a destra). con sequenza SE T2-pesata mette in chiara evidenza, in sede emisferi-
nt t edema pcrilesionalc è modesto c apprezzabile solo nell'immagine ca, l'aumento diffuso di intensità del segnale nel contesto della sostan-
J- T2-pcsata. za bianca, senza segni di effetto massa.
l .l
706 Capitolo XXXII ·1
Alla base della sclerosi multipla è la comparsa nel re, le placche attive inducenti effetto massa andranno
parenchima nervoso di «placche» infiammatorie perivenose sempre differenziate da lesioni tumorali primitive 0
che inducono distruzione della mielina con preservazione secondarie.
dell'assone. Nellafitse acuta, attiva, predomina l'infiltra-
zione di neutrofili polimorfonucleati e si associa edema
interstiziale; compaiono poi proliferazione microgliale e 6.2. Encefalomielite acuta disseminata
fagocitosi lipidica. Nella fase cronica, inattiva, la parte cen- È un processo infiammatorio del SNC determinato da
trale della lesione contiene gli assoni circondati da un'este- una risposta autoimmune alla sostanza bianca indotta da
sa area di gliosi. Le placche, per lo più multiple, possono una precedente vaccinazione o infezione virale. La lesione
localizzarsi in qualsiasi distretto della sost:tnza bianca ence- prototipale consiste in una demielinizzazione perivascolare
falica, in particolare in sede periventricolare, nella capsula di grado variabile che interessa gli emisferi cerebrali, il
interna, nel corpo calloso, nel tronco encefalico e nei tronco deli' encefalo e il midollo spinale, e può essere rever.
peduncoli cerebellari medi; nel midollo si localizzano in sibile (soprattutto allorquando la terapia steroidea è instau.
sede posterolaterale cervicale e meno comunemente a livel- rata precocemente).
lo dorsale. Ne\65% dei casi l'interessamento è simultanea-
mente encefalico e midollare, nel 35% esclusivamente
La RM evidenzia aree multiple con segnale ipe-
midollare.
rintenso nelle sequenze e in DP nelle sedi
Alla TC le placche di sclerosi multipla sono rico- indicate, talora con coinvolgimento anche del talamo e
noscibili solo raramente e prevalentemente nella fase dei gangli della base. Le lesioni, in particolare quelle
acuta come aree focali ipodense. La RM è la tecnica periventricolari, presentano c.e. positivo.
di studio d'elezione delle lesioni encefaliche ed è l'u-
nica tecnica in grado di dimostrare le lesioni midolla- 6.3. Lencoencefalopatia posteriore reversibile
ri. La placca assume aspetto di area con segnale alto
È una sindrome caratterizzata da disturbi neurologici
nelle sequenze T2-pesate e in densità protonica, segna- (cefalea, crisi epilettiche, alterazioni dello stato di coscien-
le basso nelle sequenze T l-pesate (nelle quali, per lo za e dell'acuità visiva) e associata ipertensione maligna,
più, solo le lesioni più estese possono essere indivi- manifestantesi in corso di eclampsia, di malattie autoimmu-
duate!); l'attività della placca può essere riconosciuta ni e di tossiemia conseguente a trattamenti immunosoppres-
nella scansione contrastografica per la presenza di un sivi. La leslone prototipale è costituita da aree di edema che
c.e. periferico, più di rado omogeneo, indicativo di, coinvolgono la sostanza bianca dei lobi occipitali e parieta-
alterazione della BEE (fig. XXXII.44A-C). Nella fase li, talora estendentisi ai nuclei della base, al tronco dell'en-
acuta la placca può comportarsi come una lesione cefalo e ag!i emisferi cerebellari.
occupante spazio simulando· una lesione neoplastica
(effetto massa sulle strutture mediane, sul sistema ven- La TC evidenzia aree ipodense multiple a contor-
tricolare, sugli spazi subaracnoidei a livello cerebrale! ni sfumati, la RM aree con segnale iperintenso nelle
rigonfiamento fusiforme del midollo!). sequenze T2-pesate e in DP, ipointenso nelle sequenze
Nei pazienti con sclerosi multipla di vecchia data TI-pesate, a carico della sostanza bianca sia sottocor-
la riduzione di volume della sostanza bianca in ticale che profonda nelle regioni encefaliche posterio-
guenza della sclerosi e della demielinizzazione deter- ri e nel tronco dell'encefalo. Talora sono interessati
mina la comparsa di atrofia del parenchima cerebrale anche il lobo frontale e gli emisferi cerebellari. Le
o midollare con secondaria dilatazione dei ventricoli lesioni determinano effetto massa sul sistema ventri-
laterali, dei solchi corticali, delle cisterne basali e colare e sugli spazi subaracnoidei. Il riconoscimento
degli spazi perimidollari (fig. XXX!l.44D). Nei easi di della sindrome ha estrema importanza in quanto il cor-
sclerosi multipla più severi la RM rende possibile retto e tempestivo trattamento conduce a risoluzione
vare l'aumento del deposito di ferro nei nuclei basali, della sintomatologia clinica e delle alterazioni paren-
in particolar modo nel talamo e nel putamen, con con- chimali cerebrali.
seguente ridotta intensità di segnale nelle sequenze
T2-pesate.
Le alterazioni descritte non presentano 7. L'encefalo dell'anziano
che di specificità e la diagnosi di sclerosi multipla
deve sempre esser posta sulla base dei dati Nei soggetti anziani lo studio dell'encefalo
coclinici, elettrofisiologici e bioumorali. In particola- mediante R1v1 (sequenze T2-pesate!) evidenzia spesso
l .l
·1 Nearumdiologia 707
Fig. XXXII.44. Sclerosi multipla. RM. Nel primo caso, osservato in fase acuta, le due placche di 1.kmiclinizzazione paraventricolare, male idcn-
tificabi!J nell'immagine TI-pesata (A), divengono marcatamcntc iperintense nell'immagine T2-pesata (B) e vanno incontro a c.e. positivo ma diso-
mogeneo espressivo di allemzione della BEE (C). Nel secondo caso, osservato in fase cronica (D), 1: ben apprezzabile l'atrofia cerebrale centra-
le conseguente ai processi di sclerosi e demielinizzazione (marcata dilatazione dei solchi corticali e dci vcntricoli laterali!).
aree a segnale aumentato localizzate nella sostanza Sanità e aggiornata nel 1993 (tab. XXXII.5). Essa è basata
bianca, le quali possono corrispondere ad aree di atro- su c1'iteri istogenetici e contempla nove categorie tumorali
fia con demielinizzazione e gliosi perivascolare, a suddivise in tipi e sottotipi, fornendo elementi prognostici
infarti lacunari (soprattutto nei soggetti con fattori di in relazione al comportamento biologico e al grado di mali-
gnità clinicobiologica del singolo tumore.
rischio cardiovascolare), a dilatazione degli spazi
subaracnoidei perivascolari di Virchow-Robin. Si Comportamento biologico e grado di malignità.
ritiene che queste aree a segnale aumentato divengano Vengono definiti in 4 gradi in base alle caratteristiche
responsabili di sintomatologia obiettiva (decadimento morfologiche del tessuto tumorale, ai suoi rapporti con le
delle funzioni intellettuali e cognitive!) solo allor- strutture circostanti e alla sopravvivenza postoperatoria.
quando piuttosto estese. Nei tumori di grado /l'accrescimento è espansivo, il com-
portamento biologico è benigno e la neoplasia recidiva solo
in caso di asportazione incompleta. Nei tumori di grado II
8. Tumori endocranici l'accrescimento è espansivo e/o infiltrante, il comporta-
l- mento biologico è semibenigno, la sopravvivenza postope-
ratoria per i tumori intraassiali varia da 3 a 5 anni. Nei
Nel loro studio è grande l'accuratezza diagnostica
tumori di grado Ili l'accrescimento è espansivo, infiltrante
della TC e della RM, non solo per la sensibilità vicina e talora destruente, il comportamento biologico è relativa-
r-
allOO% nell'individuare la presenza del tumore, ma mente maligno, la sopravvivenza postoperatoria è di 2-3
:e anche e soprattutto per la capacità di localizzare la
:e anni. Nei tumori di grado IV l'accrescimento è rapido,
lesione in rapporto alle strutture anatomiche circo- infiltrante e destruente, il comportamento biologico è alta-
r-
stanti, di evidenziare segni di «effetto massa» e di for- mente maligno, la sopravvivcn:.-:a postoperatoria è di 6-15
l-
nire elementi utili a fini di caratterizzazione dell'on- mesi .
.ti
cotipo. C angiografia, di importanza fondamentale in
.e Localizzazione. Si distinguono tumori intraassiali, ori-
passato, interviene modernamente in seconda istanza
·i- ginanti dal parenchima cerebrale, e tumori extraassiali, ori-
con la fmalità di contribuire alla diagnosi di natura
lo ginanti dagli involucri meningei, dalle guaine dei nervi e
della neoplasia, valutarne i rapporti con le strutture
r- dalle strutture osteomembranose (base cranica!); tumori
vascolari circostanti, agevolare la pianificazione della
sopra- e sottotentoriali (fossa posteriore!), situati rispettiva-
"n- via di accesso chirurgico (neoplasie della convessità mente al di sopra e al di sotto del tentorio cerebellare.
situate in aree funzionali! neoplasie profonde della I tumori intraassiali benigni (astrocitoma pilocitico,
linea mediana!). Importanti procedure interventistiche plessopapilloma) hanno accrescimento prevalentemente
sono possibili nei tumori endocranici primitivi e espansivo; quelli semibenigni (astrocitoma, oligodendro-
secondari (v. paragrafs XXXII.I7.1 e 7). glioma) inf1ltrante; quelli maligni (glioblastoma) possono
assumere accrescimento destruente. Nell'adulto questi
Classificazione. La classificazione dei tumori cerebrali tumori (di origine gliale nel 40-50% dei casi) sono per lo
,Io più diffusa è quella proposta nel 1979 dalla più sopratentoriali; in età pediatrica, con l'esclusione del-
so commissione istituita dall'Organizzazione Mondiale della l'età neonatale e dell'adolescenza, sottotentoriali.
708 Capitolo XXX[]
TABELLA XXXll.S. CATEGORIE E TIPI DI TUMORI CEREBRALI. VIII. Estensioni locali di tumori regionali
CLASSIFICAZIONE DELL'OMS (1993) SEMPLIFICATA. A. Craniofaringioma
B. Paraganglioma o chemodectoma
C. Cordoma
I. Tumori neurocpiteliali
D. Condroma
A. Astrocitari
E. Condrosareoma
B. 0\igodendrogliali
F. Carcinoma adenoidcocistico o cilindroma
C. Ependimali G. Altri
D. Gliomi misli
E. Tumori del plesso corioideo IX. Tumori metastatici
F. Discmbrioplastici
G. A origine incerta
H. Neuronali e neuronali-gliali I tumori extraassiali (meningioma, neurinoma) hanno
I. Pincali generalmente evoluzione lenta e accrescimento espansivo. 1
L Embrionali tumori della base cranica possono svilupparsi sia verso lo
splancnocranio, sia verso il neurocranio. Sono cxtraassiali
II. Tumori dei nervi cranici e spinali anche la maggior parte delle cisti e delle lesioni similtumo-
A. Schwannoma o ncurinoma o neuri\emmoma l'ali, che hanno comportamento biologico benigno e sono
B. Neurofibroma spesso associate a malformazioni di tipo disrafico.
C. Tumori maligni delle guaine dei nervi periferici Per gli importanti riflessi sulle modalità dell'approccio
chirurgico assumono particolare importanza i rapporti topo-
III. Tumori delle meningi grafici con le strutture nervose: le ricostruzioni tridimen-
A. Tumori delle cellule meningoendoteliali sionali multiplanari e di superficie, rese possibili in manie-
B. Tumori mescnchimali ra impressiva dalla RM, consentono la precisa localizzazio-
C. Lesioni mclanocitiche primitive ne. del processo neoplastico anche quando le struthm:: adia-
D. A origine incerta centi sono deformate dal tumore o alterate da processi pato-
logici intrinseci.
IV. Neoplasie ematopoietiche
A. Linfoma maligno Segni di effetto massa. Sono rappresentati, in prima
B. Piasmocitoma istanza, dalla variazione di sede, di forma e di volume del
C. Sarcoma granulociti co sistema ventricolare e degli spazi subaracnoidei (TC! RM!),
ma anche da deformazioni e dislocazioni delle diverse strut-
v. Tumori a cellule germinali ture encefaliche. La valutazione multiplanare tridimensio-
A. Germinoma naie rende molto agevole la loro individuazione.
B. Carcinoma embrionale l tumori sopratentoriali, in particolare quelli localizzati
C. Tumore dc! sacco vitellino negli emisferi cerebrali, inducono uno spostamento contro-
D. Coriocarcinoma laterale del III ventricolo, del corpo calloso e dei ventricoli
E. Teratoma laterali, sì che il setto pcllucido non coincide più con !alinea
F. Tumore misto a cellule germinali mediana (fig. XXXII.45). La forma dei ventricoli è alterata
pef la spinta esercitata dalla lesione sulle loro pareti, fino al-
VI. Cisti c lesioni similtumorali l'esclusione completa. Gli spazi subaracnoidei circostanti la
A. Cisti della tasca di Rathke lesione possono essere obliterati, settorialmente o più estesa·
B. Epidermoide mente, per effetto dell'edema («cancellazicineì> del diseino
C. Dermoide delle circonvoluzioni cerebrali!). Le lesioni che si sviluppa-
D. Cisti colloide del III ventricolo no all'interno del ventricolo possono determinare la dilata-
E. Cisti cntcrogena zione di una parte di questo o ostruire i forami di Monro pro-
F. Cisti neurogliale vocando idrope di uno o ambedue i ventricoli laterali.
G. Altre cisti I tumori sottotentoriali (cervcl1etto, ponte, angolo pon-
H. Lipoma tocerebellare, bulbo) spostano e deformano il lV ventricolo
J. Tumore a cellule granulari o coristoma c il sistema cisternale della fossa posteriore. Il IV vcntrico-
L. Amartoma neuronale ipotalamico lo è spinto all'indietro dai tumori del tronco encefalico, in
M. Eterotopia gliale nasale avanti dai tumori del verme cerebellare, lateralmente dai
tumori degli emisferi cerebellari e dell'angolo pontocerc-
VII. Tumori dell'ipofisi anteriore bellare. Questi ultimi possono dilatare la cisterna dell'ango-
A. Adenoma lo pontocerebellare omolaterale (questo «al1argamento
B. Carcinoma paradosso» consegue allo spostamento mediale del ponte e
Neuroradiologia 709
fossa posteriore!).
L'ernia cerebellare superiore è dovuta allo spostamento
verso l'alto attraverso l'incisura tentoriale del culmen ver-
che occupa la cisterna omonima, deforma la cister-
na quadrigemina e spinge in avanti il tronco. Si manifesta in
presenza di voluminosi processi espansivi della fossa poste-
riore che inducono squilibrio della pressione endocranica
tra le logge sopra- e sottotentoriali (con prevalenza dell'au-
mento pressorio in quest'ultima).
se a lento flusso (meningioma endoteliomatoso!) induce scolare. Poiché questo spazio è maggiore nella sostanza
aumento del segnale nelle sequenze T2-pesate, se a flusso bianca, l'edema vasogenico si mnnifesta con ipodensità alla
rapido induce assenza di segnale (glioblastoma!). TC e ipo-iperintensità alla RM «digitiformi>> dirette preva-
Il tessuto fibrocollagene contribuisce, unitamente all'i- lentemente lungo le fibre di quest'ultima (fig. XXXII.47).l
percellularità, al mancato incremento del segnale nelle fenomeni reattivi sono costituiti essenzialmente da gliosi
sequenze T2-pesate (meningioma fibroblastico! gliosarco- alla periferia della massa tumorale, difficilmente identifica-
ma!). bile alla TC e alla RM (anche con MdC!).
La presenza di tessuto adiposo (lipoma! teratoma!) La somministrazione per via e. v. di MdC paramagneti-
induce marcata ipodensità alla TC e alto segnale alla RM co può rendere più evidente un tumore già apprezzabile
nelle sequenze TI-pesate a causa del TI corto del grasso. nella scansione di base o individuare lesioni non diretta-
I fenomeni involutivi hanno particolare interesse per la mente apprezzabili, grazie alla presenza dci seguenti ele-
caratterizzazione del tumore. Le calcificazioni, più frequen- menti: vasi neoformati; alterazione della BEE; aumento
ti nei tumori benigni e a bassa malignità, si depositano nella dello spazio extravascolare. Rende, inoltre, più precisa la
matrice tumorale o nelle pçreti dei vasi: sono spiccatamen- delimitazione del tumore in rapporto all'edema perifocale e
te iperdense alla TC, non danno segnale alla IUvi per il basso al tessuto nervoso circostante (fig. XXXII.48). Alla TC, la
contenuto di protoni mobili (le sequenze GE, peraltro, le presenza di MdC iodato nel letto vascolare del tumore e il
rendono più agevolmente identificabili). 'C emorragia, nella passaggio di questo nello spazio extravascolare determina
fase acuta, è iperdensa alla TC, isointensa alla RM nelle un aumento del valore di attenuazione della lesione. Alla
sequenze TI-pesate. Nella fase subacuta, la riduzione di RM la rottura della BEE è fattore costantemente necessario
densità della componente emorragica ne rende difficile, alla per l'afflusso delle molecole paramagnetiche negli spazi
TC, la differenziazione dalle altre componenti tumorali; la extravascolari della lesione e il conseguente aumento del-
RM, viceversa, la dimostra agevolmente per l'alto segnale l'intensità del segnale da questa proveniente. L'aumento del
indotto dai prodotti di degradazione dell'emoglobina. segnale è condizionato anche dalla velocità del flusso intra-
'C emorragia neoplastica, a differenza di quella ipertensiva, vascolare.
ha segnale eterogeneo {sanguinamenti ripetuti e conseguen- La maggiore efficienza della RM: nell'indurre c.e. in
te presenza di prodotti di degradazione dell'emoglobina in presenza di modeste alterazioni della BEE induce ad asse-
diversi stadi evolutivi!). Le aree necrotiche, a contorni irre- gnarle preferenza rispetto alla TC nello studio di queste
golari, sono ipodense alla TC; alla RM hanno basso segna- neoplasie. È indispensabile, tuttavia, far sempre precedere
le nelle sequenze TI-pesate, alto segnale in quelle T2-pesa- alla scansione contrastografica la scansione diretta (calcifi-
te. Talora costituiscono una delle principali espressioni di cazioni! emorragia!).
malignità e assumono aspetto predominante nei confronti· In linea generale, nei tumori extraassiali, privi di BEE,
della parte attiva del h1more disposta alla periferia con si osserva uno spiccato c.e. alla TC e alla RM. Nei tumori
aspetto di <'corona tumorale» (gliob\astoma!). Le cisti neO- intraassìali benigni (astrocitoma pilocitico giovanile, epen-
plastiche degenerative, spesso a contenuto mucoidogelati- dimoma, plessopapilloma) si osserva costantemente c.e. per
noso, sono ipodense alla TC e hanno contorni regolari; alla la presenza di vasi fenestrati che consentono la diffusione
RM l'elevato contenuto proteico della cisti è ben definito del MdC nello spazio extravascolare; nei tumori maligni
dal comportamento del segnale, aumentato rispetto alliquor (astrocitoma anaplastico, glioblastoma) è determinante la
nelle sequenze TI- e T2-pesate. presenza di danno della BEE ai fini del c.e. Questo, quindi,
Cisti a diverso contenuto possono riscontrarsi in conti-
guità con la massa tumorale (cisti aracnoidee! cisti da tra-
sudazione plasmatica!): sono ipodense alla TC; alla RM
l'aumento del contenuto proteico induce accorciamento del
TI e del T2.
Le aree necrotiche e le cisti sono sempre difficilmente
differenziabili sulla base dei valori densitometrici e dell'in-
tensità del segnale: elementi talora sufficientemente diri-
menti possono essere ottenuti dalla sede dell'alterazione in
rapporto alla lesione e dalla morfologia della lesione stessa.
non è di per sé indicativo di malignità. Per la valutazione del Astrocitoma anaplustico. Caratterizzato da maggiore
grado di malignità è indispensabile prendere in considera- cellularità, ati pie cellulari, ricca vascolarizzazione e altera-
zione altri elementi associati, quali l'emorragia e soprattut- zione della BEE, ha sede generalmente negli emisferi cere-
to la necrosi. brali. Ha accrescimento infiltrante e destruente con com-
portamento biologico relativamente maligno (grado III).
8.1. Tumori primitivi Alla TC può presentarsi disomogeneamente ipodenso, lie-
vemente iperdenso o con densità alterata di tipo misto (cisti!
Sono qui di seguito descritti i rilievi diagnostici necfosil). Alla Rl'\1 appare ipo- o isointenso nelle sequenze
«per immagini» dei più importanti oncotipi apparte- Tl-pesate e iso-iperintenso in quelle T2-pesate. Alla TC e
nenti alle nove categorie della classificazione riporta- alla RM il c.e. è anulare, nodulare o misto. Langiografia
la in !ab. XXXII.5. talora dimostra la precoce e persistente opacizzazione di
vasi neofonnati con ritorno venosa precoce.
I- Tumori neuroepiteliali
Astrocitoma pilodtico giovanile. Frequente nel bambino,
ha tipicamente sede cerebellare c chiasmaticoipotalamica. Ha
Tumori astrodtari
l· accrescimento lento e comportamento biologico benigno (gra-
Astrodtoma. Ben differenziato, ha sede generalmente ne- do I). Alla TC presenta componenti iso- o ipodcnse, talora di-
gli emisferi cerebrali e nel tronco encefalico. Ha accresci- somogenee. Alla RM (fig. XXXII. 50) appare iso- o ipointen-
ri mento lento a carattere infiltrante e comportamento biologi- so nelle sequenzeTJ-pesate e iperintenso in quelleT2-pesate.
l· co semibenigno (grado Il). Alla TC appare alquanto ipoden- Il c.e. è presente nelle aree isodense o isointense (tessuto tu-
so e a contOrni mal definiti; alla RIVI (fig. XXXII.49), l'ele- morale!), assente in quelle ipodense o ipointense (cisti!).
"
1e vato contenuto acquoso lo rende ipointenso nelle sequenze
ni Tl-pesate e iperintenso in quelle T2-pesate (differenziazione Gliohlastoma. Costituito da cellule polimorfe altamen-
la impossibile dall'edema perilesionale!). Vastrocitoma gene-
li, ralmente non va incontro a c.e.
Fig. XXXII.49. Astrocitoma frontoinsulare sinistro. RM. La lesione Fig. XXXII.SO. Astrocitoma pilocitico cerebellare. RM. Nel contesto
tumorale (freccia), ipointensa nella scansione in sequenza SE T l-pesa- della lesione tumorale, omogeneamente iperintensa nella seqltenza T2-
ta (A), diviene marcatamente iperintensa nella scansione in sequenza pesata (a sinistra), si differenzia nella scansione eontrastografica dopo
turbo,SE T2-pesata (B). L'aspetto sfumato e irregolare dei margini è iniezione c.v. di Gd-DTPA (a destra) una duplice componente struttu-
espressivo dell'accrescimento infiltrativo. Si osservi la dislocazione rale, cistica (freccia vuota) e solida (asterisco), quest'ultima dotata di
controlaterale distrettuale delle strutture mediane (punte di freccia). spiccato c.e.
712 Capitolo XXX!J
te anaplastiche, presenta ricca neovascolarizzazione con re e frequenti calcificazioni (talora massive!). Ha per lo più
fistole artcro-venose, vaste aree di necrosi, cisti e. arce sede negli emisferi cerebrali e, in età infantile, nel talamo
emorragiche. Ha per lo più sede negli emisferi cerebrali e Ha accrescimento lento infiltrante e comportamento biolo:
ne! corpo calloso. Ha accrescimento rapido, infiltrante e gico semibenigno (grado Il). Alla TC presenta, in un conte-
dcstruente, e comportamento biologico altamente maligno sto iso· o ìpodenso, focolai iperdensi calcifici di varia
(grado IV). Alla TC e alla RM (fig. XXXII.51) ha aspetto dimensione, talora con aspetto coralli forme. L'edema peri.
alquanto disomogeneo (emorragie! nccrosi!) e va sPesso lesionale è scarso. Alla RM presenta aspetto poliformo
incontro a c.e. «ad anello» irregolare (necrosi centrotumo- nelle sequenze T l-pesate, per la presenza di componenti
rale!). I.; angiografia evidenzia un esteso circolo neofonna- ipo-isointense (matrice tumorale.t calcificazioni.l) e iperin-
to con fistole artero-wnose e ritorno venosa precoce. tense (emorragie!). Nelle sequenze T2-pesate acquisisce
iperintensità variabile, con aree focali a basso segnale (cal-
Xantoastrocitoma pleommfo. Osservabile prevalente- cificazioni!). Il c.e. è assente.
mente nei bambini e nei giovani adulti, si localizza a livello
corticale e può infiltrare la Jcptomeninge. Ha comporta- Tumol'i ependimali
mento biologico benigno. Alla TC appare ben delimitato,
frequentemente ipodenso e con componenti cistiche; alla Ependimoma. Origina dall'ependima, ha sede preva-
RM è isointenso nelle sequenze TI-pesate, iperintenso in lente nei ventricoli cerebrali, meno comunemente negli
quelle T2-pesate. La parte solida del tumore va incontro a emisferi cerebrali. Presenta spesso calcificazioni. Ha accre-
spiccato c.e. scimento espansivo: dal lV ventri colo, attraverso i forami di
Luschka, può raggiungere l'angolo pontocerebellare (svi-
Astrocitoma .mbependimale a cellule giganti. Osserva- luppo desmoplastico!). Ha comportamento biologico beni-
bile prevalentemente nei bambini (nella forma classica gno o semibenigno (grado l-Il). Alla TC appare isodenso,
associato a sclerosi tuberosa originando da amartomi sube- con aree ipodense più o meno estese nel suo contesto (for.
pendimali!), si localizza nei forami di Monro e nei ventrico- mazioni cistiche a elevato contenuto proteico!). Alla RM
li laterali. Ha comportamento biologico benigno. Alla TC appare ipo- o isointenso nelle sequenze TI-pesate e ipcrin.
appare costituito da masserelle multiple iso- o iperdensc tcnso in quelle 12-pesate. Va incontro a c.e. disomogeneo.
endoventricolari causanti talora idrocefalo. Alla RM appare
disomogeneamente isointenso nelle sequenze Tl-pcsate, Tumol"i dei vlessi corioidei
iperintenso in quelle T2-pesate. Il c.c. è spiccato e omoge-
Pupillo ma del p/esso corioùleo. Origina dall'epitelio
neo.
del plesso corioideo, ha struttura papillare e una ricca
vascolarizzazionc. Calcifica occasionalmente. Si localizza
Tumori oligodendrogliali
nel IV ventricolo nell'adulto e nei ventricoli laterali nei
Oligodendroglioma. Origina dalla oligodcndroglia, pre- bambini. Ha accrescimento ben delimitato e comportamen·
senta vario grado di cellularità, scarsa componente vasco la- to biologico benigno-semibenigno (grado I-II). Alla TC
appare isodcnso, con piccole chiazze di minore o maggiore
densità (emorragie! calcificazioni!). Alla RM appare ipo- o
isointenso nelle sequenze Ti-pesate, isointenso in quelle in
densità protonica, lievemente iperintenso in quelle T2-pesa·
te. Il c.e. è precoce, intenso e omogeneo.
è considerata da tal uni Aa. lo stadio più avanzato dell'astro- tenso nelle sequenze TI-pesate, con piccole aree interne a
citoma infiltrante diffuso. Interessa frequentemente entram- basso segnale; iperintenso nelle sequenze T2-pesate. Va
bi gli emisferi, soprattutto la sostanza bianca, il corpo cal- incontro a c.e. disomogeneo.
]oso c l nuclei della base. I: estensione della Iesione è dimo-
strata dalla TC e ancor meglio dalla RM (segnale iso-ipe- Pineoblastoma. Costituito da piccole cellule rotonde
rintenso nelle sequenze T2-pesate!). Il c.e. può assumere indifferenziate, si riscontra prevalentemente nei bambini.
talora aspetto nodulare, ma è per lo più assente. Può raggiungere volume cospicuo, ha accrescimento infil-
trante e comportamento biologico maligno (grado IV).
[JJJJJJl.ri neuronali Metastatizza per via liquorale. Alla TC presenta caratteri-
stiche simili al pineocitoma. Alla RM, nelle sequenze
Gangliocitoma. Origina da cellule ganglionali mature e pesate, ha segnale moderatamente ipcrintenso (ipercellula-
può presentarsi in forma nodulare o cistica. È ben vasco la- rità!). Il c.e. è spiccato.
rizzato e talora contiene calcificazioni. Ha per lo più sede
negli emisferi cerebrali, specie nelle parte mediale e basale
Tumori embrionali
del lobo temporale (forma cistica). Ha accrescimento lento
e comportamento biologico benigno (grado I). Alla TC Tumori neuroectodermici primitivi. La forma di più
appare isodenso, talora con aree ipodense ben delimitate frequente riscontro è il medulloblastoma, che origina dal
(cisti!) e calcificazioni lamellari periferiche. Il c.e. è inten- verme cerebellare e invade il IV ventricolo; più rara è
so. Alla RM, nella forma nodulare, è ipo- o isodenso nelle servazione di tumori neuroectodermici primitivi sopratento-
sequenze Il-pesate, iso-iperintenso in quelle T2-pesate, e riali. Alcune forme sono costituite da soli elementi indiffe-
presenta c.e. spiccato. renziati; altre contengono anche elementi appartenenti alla
linea di differenziazione neuroepiteliale (astrociti, oligoden-
Neurocitoma centrale. Rara neoplasia ventricolare drociti e altri). Talora si osserva ipercellularità con aumen-
benigna (grado I) che colpisce soggetti giovani adulti. tato rapporto nucleo/citoplasma (cellule «nude»!). I tumori
Circoscritta, appare disomogeneamente isointensa rispetto sopratentoriali presentano più frequentemente del medullo-
alla sostanza grigia. Il c.e. è in genere intenso. blastoma componenti cisticonecrotiche e calcificazioni.
Entrambi i tipi di tumore hanno accrescimento rapido, infil-
Neuroblastoma olfattorio. Questo tumore, al quale è trante e destruente, con comportamento biologico altamen-
fatto riferimento anche nel paragrafo XXXIV.2, origina dai te maligno (grado IV) c tendenza a metastatizzare per via
recettori neurosensoriali della mucosa olfattoria, ha consi- liquorale (intracranica e spinale!) ed ematica (polmoni!
stenza variabile, sanguina spesso abbondantemente nel fegato! scheletro!). Alla TC il mcdul!oblastoma appare
corso dei prelievi bioptici. Nello stadio A è confinato alla omogeneamente iperdenso; alla RM (fig. XXXII. 52), nel-
cavità nasale; nello stadio B si estende ai seni paranasali; le sequenze T2-pesatc assume spesso aspetto isodenso. Il
nello stadio C oltrepassa i seni stessi invadendo l'orbita, la c.e. è variabile e disomogeneo, talora @d anello» alla peri-
base e la cavità cranica (distruzione della lamina cribrosa feria delle componenti cisticonecrotiche (tumori
dell'etmoide!). toriali!).
Alla TC assume l'aspetto di una massa omogenea con
densità simile a quella dei tessuti molli; è per lo più dimo- II- Tumori dei nervi cranici e spinali
strabile l'osteolisi della lamina papiracea e della lamina cri-
brosa dell'etmoide. Alla RM la massa tumorale è ipodensa Neurinoma. Origina dalle cellule di Schwann, presenta
rispetto alla corteccia cerebrale nelle sequenze TI-pesate, ricca vascolari72azionc, aree emorragiche e necrotiche. Ha
spiccatamente iperintensa in quelle T2-pesate. comportamento biologico benigno, con accrescimento len-
j. La RM consente la precisa delimitazione della to di tipo espansivo (grado I). Le forme più comuni
sia in rapporto ai giri retti del lobo frontale. Il c.e. è no dall'VIII paio di nervi cranici nella regione dell'angolo
]• to. pontocerebellare, dal V paio alla base della fossa cerebrale
media, e più raramente dal IX, X, XI e XII paio. I neurino-
ra
Tumori pineali mi del! 'VIII paio (3-8% dei tumori endocranici) si riscon-
a·
trano.con maggiore frequenza nelle quinta decade e in sog-
2· Pineocitoma. Questo tumore di origine pineale, al getti di sesso femminile: rappresentano 1'80%-90% dei tu-
a quale è fatto riferimento anche nel paragrafo XXXI.2, è ben mori dell'angolo pontocerebellare e possono essere bilate-
vascolarizzato. Calcifica con una certa frequenza e presen- rali (malattia di Recklinghausen). Hanno origine dal nervo
ta talora nel suo contesto piccole cisti. Ha accrescimento vestibolare nel canale acustico interno (v. fig. XXXIV19).
ben delimitato e comportamento biologico benigno-semibe- Alla TC hanno aspetto isodenso (talora lievemente iperden-
nigno (grado l-II), più raramente maligno (grado III). Alla so) e quindi sono difficilmente dimostrabili nelle scansioni
O·
Te appare isodenso, talora con aree iperdense (calcifica- dirette. Segni indiretti di utilità diagnostica sono: l'allarga-
tà, zioni!) o ipodcnse (cisti!) nel suo contesto. Alla RM è isoin- mento del meato acustico interno, dovuto alla componente
714 Capilo/o XXXII
ed è prevalentemente solida con scarse componenti cistiche sacrococcigea. Ha accrescimento lento con periodi di lunga
e calcifiche. latenza e comportamento sostanzialmente benigno nono-
Alla TC sono riscontra bili, variamente combinate, aree stante l'invasività locale. Calcificazioni sono presenti nei
isodense (componenti solide), ipodense (componenti cisti- due terzi dei casi.
che, rotondeggianti od ovalari, a contorni netti, con valore Alla TC la massa ha densità aumentata e contiene cal-
di attenuazione per lo più superiore a quello delliquor) e cificazioni multiple; il c.e. è intenso. È per lo più dimostra-
spiccatamente iperdense (calcificazioni). Assente o scarso è bile un 'estesa distruzione della base cranica. Alla RM, nella
l'edema perifocale mentre frequente è l'idrope per com- variante tipica presenta aspetto disomogeneo nelle sequen.
pressione del III ventricolo e dei forami di Momo. 11 c.e. zeTl-pesate (travate cellulari solide iso- o ipointense rispet-
interessa spesso le aree isodense (presenza di vasi nel con- to al tronco encefalico; matrice tumorale iperintensa per la
nettivo stromale.l) e la periferia delle componenti cistiche presenza di metaemoglobina proveniente da pregresse
(capsula vascolarizzata! eventi reattivi pericapsulari! ). emorragie), spiccata iperintensìtà nelle sequenze T2-pesate
Alla RM (v. fig. XXXI.6) le componenti solide della (fig. XXXII. 58). La variante condroide ha aspetto più ome.
massa multilobulare hanno segnale iso- o ipointenso nelle geneo nelle sequenze Tl-pesate. La RM consente una sod-
sequenze T l-pesate e iso- o iperintenso in quelle T2-pesate; disfacente caratterizzazione di questo tumore e può aiutare
le componenti cistiche presentano per lo più elevata inten- nella valutazione della prognosi (rapporti con le carotidi!);
sità di segnale in tutte le sequenze (colesterolo liquido! la TC consente una più agevole valutazione delle alterazio-
metaemoglobina! contenuto proteico!), ma talora possono ni ossee.
presentare segnale ipointenso (predominanza di cheratina,
calcio e ferro!). Dopo somministrazione e.v. di Gd-DTPA si 8.2. Tumori secondari
ha enhancement evidente sia della componente solida, sia
della parete delle cisti. Queste ultime aderiscono stretta-
mente alle strutture adiacenti (gliosi indotta) processi infil- IX- Tumori metastatici
trativi!) e ciò assume importanza per la corretta program- Metastasi intraassiali (le più comuni, solitarie in
mazione chirurgica. circa il35% dei casi) ed extraassiali (ossee e menin-
gee) si osservano nel25% delle autopsie di soggetti
Tumore del glomo giugulare o timpanico. Questo
deceduti per tumore primitivo extracerebrale (carci-
tumore, detto anche chemodectoma, raro e con una certa
familiarità, origina dal giorno giugulare o dal giorno timpa- noma polmonare in primis, ma anche carcinoma mam-
nico. Si presenta spesso sotto forma di polipo sanguinante mario, renale, melanomal) e costituiscono i120% del-
dell'orecchio medio (v. paragrafo XXXIV.4). Ha accresci- le lesioni tumorali del SNC. La propagazione ha luo-
mento lento e localmente invasivo: distrugge la rocca petto- go per lo più direttamente per via ematogena, talora
sa e può invadere il processo mastoideo; può estendersi in con preliminare interessamento osseo e meningeo,
sede intracranica, nella fossa posteriore, vicino al forarne meno comunemente per contiguità. Sedi più frequen.
giugulare e quindi infiltrare i nervi cranici ivi contenuti, la ti di localizzazione sono i lobi frontali, parietali e la
dura mach'e circostante e i seni venosi. Nel complesso ha fossa cranica posteriore. I tumori primitivi cerebrali,
comportamento biologico di grado II-III.
Alla TC (v. fig. XXXIV20) la massa tumorale ha den-
sità aumentata per la spiccata cel!ularità e la ricca vascola-
rizzazione; il c.e. è intenso e omogeneo. Il forarne giugula-
re può essere slargato, la rocca petrosa erosa con seconda-
rio interessamento della base cranica limitrofa. Alla RM la
lesione presenta segnale isointenso nelle sequenze T l-pesa-
te, relativamente iperintenso in quelle T2-pesate. Dopo inie-
zione e. v. di Gd-DTPA l'enhancement particolarmente spie"
cato e omogeneo consente di rilevare tumori di dimensioni
inferiori ai 5 mm. L: angiografia evidenzia un ricco circolo
neoformato (nel quale, caratteristicamente, ciascun settore è
alimentato da un singolo vaso afferente!) con frequenti
fistole artero-venose con il seno laterale. In questo tumore Fig. XXXII.SS. Cordoma. RM". La scansione sagittale mediana del·
l
trova indicazione elettiva quale trattamento preoperatorio l'encefalo in sequenza SE Tl-pesata (a sinistra) evidenzia la grossa
massa neoplastica (asterisco), la quale erode la sella turcica e il clivus,
l'embolizzazione. disloca posteriormente il JII ventricolo e il tronco encefalico, impron·
ta la faccia anteriore del ponte. La scansione contrastografica corona- •
Cm·doma. Origina dai resid\li della notocorda nella base le (a destra) dimostra valido c.e. della lesione, la quale ingloba nel suo
del cranio (corpo dello sfenoide e clivus!) e nella regione
oonto"n '"'mmbo k "' "wtidi intomo. . ·.
Neworadiologia 719
come abbiamo visto, possono diffondere nel SNC lun- meningee. Il coinvolgimento me/astatico della volta e della
go l'ependima (linfoma!), i fasci della sostanza bian- base del cranio (tumore primitivo della mammella, presta-
ca (glioma del nervo ottico!), per via liquorale (medul- ta, polmone e rene!) si osserva in circa il 5% delle lesioni
Ioblastoma1). secondarie. Può assumere carattere osteolitico, osteosclero-
tico o misto e può giungere a interessare gli spazi epi- e, sot-
Le metastusi intraassiali (circa 1'85% delle lesioni todurali. Tecniche elettive di studio sono la TC e la RM; la
secondarie encefaliche) sono in genere rotondeggianti, ben scintigrafia ossea assume importanza come tecnica di
delimitate, talora con aree necrotiche, colliquative, emorra- screening. Il coinvolgimento metastatico delle meningi
giche nel loro contesto. Tendono a infiltrare le strutture cir- (tumore primitivo della mammella, melanoma, medullobla-
costanti e spesso sono circondate da gliosi reattiva e asso- stoma, propagazione per contiguità di lesioni della volta e
ciate a edema vasogenico. TC e RM sono le tecniche eletti- della base cranica!) si osserva in poco meno dellO% delle
ve di studio. lesioni secondarie. Le metastasi, epidurali e sottodurali,
Alla TC l'aspetto è proteiforme: la lesione può essere assumono l'aspetto di masse focali biconvesse, ben delìmi-
ipo-, iso- o iperdensa rispetto al parenchima cerebrale, in tate, che invadono la dura madre o le ossa craniche esten-
funzione della diversa cellularità, vascolarizzazione, necro- dendosi alla superficie dell'encefalo che è caratteristica-
si e dell'eventuale sanguinamento (metastasi da melanoma mente allontanata dal tavolato interno; occasionalmente
e coriocardnoma!). Le calcificazioni intrametastatiche possono essere diffuse. Importante è la distinzione delle
sono rare. L: edema coinvolge prevalentemente la sostanza lesioni extraassiali da piccole lesioni superficiali intraassia-
bianca estendendosi lungo le sue fibre con aspetto digitato; li.
di solito rispetta la corteccia, a differenza di quanto avviene I..:infiltrazione metastatica degli spazi subaracnoidei e
nei tumori primitivi. Le piccole metastasi della corteccia, delle strutture della base cranica (carcinomatosi leptome-
nelle quali è assente l'edema perifocale, possono rimanere ningea) è abbastanza rara e si manifesta con una sindrome
mìsconosciute alla scansione diretta. meningea accompagnata da paralisi dei nervi cranici. Può
Alla RM Jè caratteristiche del segnale non sono speci- essere sospettata nei casi in cui, in presenza di un tumore
fiche. Talora i tempi di'rilassamento sono prolungati; fre- primitivo noto, si manifesta un idrocefalo. TC e RM evi-
quentemente, n,elle sequenze il mancato incre· denziano, dopo somministrazione e. v. di MdC, lo spiccato
mento del segnale rende la lesione isointensa rispetto alla enhancement delle leptomeningi e della superficie ependi-
corteccia·. La RM individua facilmente il sangUinamento male. Sussistono, peraltro, notevoli difficoltà di differenzia-
intramètastatico. zione dalla meningite mcningococcica. La localizzazione
La scansione contrastografica aUmenta la sensibilità nel plesso corioideo assume aspetto nodulare.
della TC e della RM nell'individuazione delle lesioni meta-·
statiche, e ne consente una migliore delimitazione dall'ede-
ma e dal parenchìma cerebrale circostante (fig. XXXII.59). 9. Epilessia
!:entità del c.e. è funzione della vascolarizzazlone e del
danno indotto sulla BEE. Le sue caratteristiche (uniforme! Fra le epilessie 'tm tempo definite idiopatiche per
anulare!) non sono specifiche. In linea gener.ale la RM è più le quali è modernamente riconoscibile una causa orga-
accurata della TC ne Il' evidenziazione e nella localizzazione nica, particolare attenzione merita quella a migine dal
delle lesioni secondarie. lobo temporale, sia perché è la forma di gran lunga più
'
l
Le metastasi extraassiali possono essere ossee o cori:nme di «epilessia cronicm}, sia perché spesso è
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:{
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"·
,.'"' Fig. XXXII. 59. Metastasi encefaliche,. RM. Le due lesioni metastatiche parietotemporali, male apprezzabili nell'immagine TI-pesata (a sinistra)
l
per l'isointcnsità rispetto al parenchima cerebrale .circostante, mascherate nell'immagine T2-pesata (in centro) dall'intenso edema perifocale
"" estendentesi a gran parte dei lobi temporali, sono delimitate con accuratezza solo nella scansione contrastografica dopo iniezione di e.v. di Gd-
DTPA (a destra).
720 Capitolo XYXII
resistente alla terapia, sia infine (e soprattutto!) perché 10. Midollo spinale
il suo corretto inquadramento nosologico pone l'indi-
cazione chirurgica (la quale è risolutiva nell'80-90% Alcuni sintetici richiami anatomici, renderanno
dei casi). Le lesioni organiche che ne sono alla base più agevole la comprensione della problematica dì stu-
sono la sclerosi temporomesiale, cicatrici corticali dio per immagini del midollo spinale.
(traumi! lesioni vascolari!), neoplasie a basso grado
di malignità (gangliogliomi e gangliocitomi! tumori Il midollo spinale è contenuto nel canale vertebrale
neuroepiteliali disembrioplastici! neurocitoma centra- struttura osteolegamentosa costituita dalle vertebre, dai
le!), anomalie di sviluppo corticale e malformazioni legamenti che le uniscono (in particolare: legamento longi-
vasco!ari (angiomi cavernosi! MAV!). Nei soggetti tudinale posteriore; legamenti gialli) e dai dischi interverte-
adulti con recente insorgenza di crisi epilettiche le brali. La sezione trasversale del canale vertebrale, nella sua
lesioni più comunemente associate sono neoplasie e componente ossea, è costituita in avanti dal corpo vertebra-
flogosi. le, lateralmente dai posteriormente dalle lamine.
La struttura ossea del canale non è continua in senso longi-
tudinalc, essendo interposti tra le singole vertebre anterior-
9.1. Sclerosi temporomesiale mente i dischi intervertebi:ali, posteriormente i legamenti. Il
In questa affezione, caratterizzata da riduzione numeri- canale vcrtebrale è rivestito, dalla periferia verso il centro
ca dei neuroni nella circonvoluzione dell'ippocampo con da uno spazio connettivoadiposo di vario spessore
conseguente proliferazione astrocitaria, la RM è tecnica epidurale) nel quale è contenuto l'omonimo plesso venosa
fondamentale di studio. Rilievi pressoché costanti sono l'a- poi dalla dura madre, dall'aracnoide e dalla pia mad1·e
trofia dell'ippocampo (prevalente nella sua porzione ante- quale è posta a stretto contatto con il parenchima midolla-
riore), l'aumento di volume del como sfenoidale, la presen- re). Tra queste due ultime membrane è situato lo spazio
za di un'area a segnale iperintenso nelle sequenze SE T2- subaracnofdeo spinale (in continuità con quello cranico
pesate e FLAIR (soppressione del segnale del liquor!) in attraverso il foro occipitale). Due vertebre contigue delimi-
corrispondenza della testa e del corpo dell'ippocampo. tano, da ciascun lato, il forarne intervertebrale, o forame di
Fondamentale, da un punto di vista tecnico, è il corretto coniugazione, dal quale fuoriescono i nervi spinali. A cia-
orientamento dei piani di scansione trasversali e coronali scuna vertebra corrisponde un mielomero, ma i rapporti
(rispettivamente paralleli e perpendicolari al maggior asse spaziali reciproci non sono costanti e variano nel corso dello
dello bo temporale!). sviluppo: l'originaria corrispondenza tra mielomero e ver-
. tebra omologa, rigorosamente operante nell'embrione,
viene via via modificata nel corso dello sviluppo essendo la
9.2. Anomalie di sviluppo corticale crescita longitudina\e dell'involucro osseo maggiore di
Con tale termine si fa riferimento a un insieme di ano- quella del midollo. Neli 'adulto, i mielomeri cervicali sono
malie generalizzate o focali della corteccia cerebrale carat- più o meno in corrispondenza della vertebra omologa; i
terizzate da turbc della proliferazione neuronale e gliale, mielomeri dorsali hanno una collocazione più alta di 1-2
della migrazione neuronale, dell'organizzazione stessa vertebre rispetto a quella numericamente corrispondente; il
della corteccia. Le alterazioni focali sono spesso associate a cono midollare è in rapporto con le prime due vertebre lom-
epilessia parziale farmacoresistente (v. fig. XXXII.l8). Le bari. La parte rimanente del canale vertebrale è occupata
più importanti sono: la displasia corticale focale, nella dalle radici lombosacrali, che con decorso quasi verticale
quale v'è modesto ispessimento del mantello corticale con raggiungono il corrispondente forarne di coniugazione
alterazioni citologiche e architettoniche dei neuroni; la agi- (cauda equina).
ria-pachigiria focale, nella quale si associano scarso svi-
luppo dei giri e dei solchi corticali, ispessimento della cor- Le metodiche e le tecniche fondamentali di studio
teccia con alterazioni citologiche e architettoniche; !'etero- del midollo spinale sono riportate in tabella XXXI1.6.
topia della sostanza grigia, la quale si insinua in forma
nodulare nel contesto della sostanza bianca; la microdisge-
nesi, nella quale le alterazioni della corticale sono lievi, le 10.1. Esame diretto del rachide
cellule gliali normali, gli elementi neuronali presentano Date le strette dimensioni del canale vertebrale, al-
anomalie architettoniche e di sede; la polimicrogiria, carat- terazioni primitive dell'involucro osseo possono deter-
terizzata dalla fusione di numerosi piccoli giri in giri appa-
minare sofferenza secondaria delle strutture nervose in
rentemente normali o lievemente ingranditi.
La RM (sistematicamente negativa risultando la TC!) è esso comprese e per converso alterazioni primitive del-
l'indagine elettiva di studio in grado di individuare i rilievi le strutture nervose possono determinare modìficazio-
spesso fini caratterizzanti le suddette anomalie. ni dell'involucro osseo: conseguentemente, lo studio
Netti'Oradiologia 721
TABELLA XXXU.6. METODICHE E TECNICHE Dr STUDIO PER cessiva scansione contrastografica (MdC iodato e. v.!) per lo
!MMiiGINJ DEL MIDOLLO SPINALE. studio del c.e. di eventuali lesioni.
Se l'infonnazione acquisita non è sufficiente a fini dia-
Esame diretto radiografico gnostici, si procederà alla mielo-TC (puntura lombare! MdC
(esame standard del rachide eventualmente completato da iodato idrosolubile non ionico isoosmolare'.). Il midollo spi-
studio statico e dinamico). nale, circondato dal MdC, diverrà visibile sotto forma di
TC area di densità parenchimatosa, ovalare a maggiore asse tra-
(i·cansione diretta e contrasto grafica; MdC in sede suba- sversale o rotondeggiante; tasche radicolari e radici saranno
racnoidea: mielo-TC). spesso bene apprezzabili; le radici della cauda equina assu-
meranno il caratteristico aspetto di areole puntiformi iso-
(scansione diretta e contrastografica; talora: angio-RJ\!1). dense circondate dal MdC nel contesto del sacco durale.
Nletodiche radiologiche miranti a visualizzare gli spazi Talora si renderanno necessarie ricostruzioni sagittali per
subaracnoidei: mielografia opaca e saccoradicolografia; visualizzare il midollo e i suoi involucri secondo l'asse lon-
i vasi mìdollari e rachidei: angiografia spinale; il disco gitudinale.
intcrvertebrale: discografia.
Ecografia: ecotomografia e tecniche Doppler (età neona- La TC, attualmente, in associazione alla RM,
tale c prima infanzia l). me rilievo soprattutto nella definizione di lesioni coin-
volgenti la colonna vertebrale.
radiologico di una presunta patologia midollare ora-
dica/are non può mai prescindere da un preliminare ac- 10.3. RM
curato studio della colonna vertebra/e. La possibilità
che noxae morbose interessino in maniera concomi- È l'indagine d'elezione nello studio del midollo
tante i due sistemi nello sviluppo embrionale, spiega, spinale, del quale consente, in modo del tutto non
inoltre, la frequente associazione di malfonnazioni del invasivo, la dimostrazione «direttaì> multi planare.
rachide e del midollo spinale.
Nella scansione diretta con le usuali sequenze SE
Lesame diretto radiografico del rachide va effettuato, in TI-pesate, nelle sezioni sagittali e coronali, il midollo assu-
presenza di sintomatologia neurologica, nelle proiezioni AP, me l'aspetto di un cordone a segnale di media intensità, a
LL, oblique destra e sinistra; in assenza di carico (decubito margini lineari, compreso tra due cordoni più sottili a
supino) e sotto carico (stazione eretta); spesso con comple- segnale basso corrispondenti agli spazi Jiquorali (fig.
menti dinamici (ipcrflessione e iperestensione). XXXII.61A). La differenziazione tra sostanza grigia e bian-
Particolare attenzione sarà posta al segmento rachideo ca è possibile solo nel caso in cui vengano utilizzati campi
corrispondente alla sintomatologia clinica, cercando di evi- magnetici ad alta intensità (l ,5-2 T).
denziare e discriminare eventuali lesioni originate dallo Il rapporto di contrasto midollo/liquor può essere modi-
scheletro, dal disco intervertebrale, dalle strutture nervose. ficato mediante opportuna scelta dei parametri della
Lo studio dei tratti di passaggio occipitoatlantoideo e lom-
bosacrale richiede per lo più il ricorso alla TC.
10.2. TC
Il' suo avvento ha apportato un notevole progresso
nello sh1dio della patologia del canale vertebrale
sentendo di individuare alterazioni morfologiche pri-
mitive del canale stesso o secondarie a patologia
midollare. Tuttavia, la mancata dimostrazione diretta
del midollo e dell'involucro meningeo, anche con l'u-
so di tecniche ad alta risoluzione, rende il più delle
vohe necessaria l'introduzione di MdC iodato nello Fig. XXXII.60. Mielo-TC normale. Casi diversi. In A, nel piano di
sezione passante per il corpo di LI, il MdC iodato introdotto nello spa-
spazio subaracnoideo (mielo-TC -fig. XXXII.60). zio subaracnoideo delimita il cono midollarc sotto forma di immagine
centrale ipodcnsa ovalarc; in B, in un piano passante per il fi\um ter-
La scansione diretta viene praticata assumendo tomo- minale {freccia), è evidenziata la cauda equina i cui filamenti nervosi
grammi trasversi multipli estesi a tutto il distretto rachideo assumono l'aspetto di difetti di riempimento puntiformi nel contesto
clinicamente sospetto. Spesso si rende necessaria una sue- del sacco durale.
722 Capitolo XXXlJ
Mielocele e mielomeningocele. Sono evidenti alla na- llig. XXXII.64. Mie\omeningocelc lombare. RM del rachide con
scita (placodc neurale in sede dorsale mediana, situato a li- sequenza SE TI-pesate. Nella sezione sagittale (a s1!1istra) è apprez.
vello della superficie cutanea nel mielocele, sollevato per zabile la dilatazione saeeifonne del sacco durale (asterisco) c la pre.
l'espansione dello spazio subaracnoideo nel mielomenin- senza del placode neura!c (freccia) che determina fissazione posterio-
gocele!), più frequenti nel sesso femminile e localizzati in re del midollo (punte di freccia). Nella sezione trasversale (a destra) è
ordine decrescente di frequenza nella regione lombosacra- bene apprezzabile l'ampia schisi posteriore vertebralc con assenza dei
pcduncoli, de!!e lamine e delle apofisi spinose.
le, lombare, toracolombare e toracica.
Canomalia interviene durante lo stadio dell'organoge- diana e le meningi aderiscono ai margini laterali della fissu-
nesi midollare (neurolazione) impedendo la chiusura del razione. Il tessuto adiposo costi!Uisce l'elemento peculiare
solco neura\e; è associata alla malfonnazione di Chiari tipo della malformazione e si inserisce sulla superficie dorsale
Il, all'idrobulbia, all'idromielia. È presente un'ampia schisi della fissurazione midollare estendendosi fino in sede sot-
e il midollo spinale è fissurato posteriormente e aperto. Il tocutanea senza piano di clivaggio. Frequentemente si asso-
placode neuralc, costituito dalla parte interna del midollo ciano teleangectasie e ipertricosi.
spinale che avrebbe circondato il canale centrale ependima- La RM (sequenze TI-pesate!) evidenzia la presenza di
le se non fosse intervenuta la fissurazione, è ancorato alla tessuto adiposo estendentesi dalla massa dorsale al midollo
cute circostante da tessuto aracnoideo e fibroso. Il midollo e la posizione bassa di questo con assenza del cono midol-
spinale è situato in posizione bassa ed è ancorato alla faccia lare. La TC offre rilievi analoghi c consente una valida defi-
posteriore del canale spinale dal mie lo- o dal mielomenin- .nizione delle alterazioni ossee.
gocele. Sono presenti alterazioni dei corpi vertebralì (assen-
za delle apofisi spinose e delle lamine, rotazione dei pedun- Mielocistocele. La massa dorsale, più frequentemente
coli, ·emispondili, barre e frammenti ossei v. figg: XII.41 e localizzata a livello lombosacrale, è costituita dalla dilata-
43) e cifoscoliosi secondaria. zione cistica della parte caudale del canale centrale cpendi·
La RM è indagine d'elezione nel loro studio (fig. male, da liquore dalle mcningi, e protrude all'esterno attra-
XXXIL64). In caso di marcata cifoscoliosi può rendersi ne- verso una schisi degli archi posteriori vcrtebrali. L'anomalia
cessario il ricorso alla TC con MdC introdotto in sede intra- interviene durante lo stadio della neurolazione impedendo
tecale (differenziazione delle possibili componenti idro- la chiusura del neuroporo posteriore. Il midollo è fissurato
mielichc dalle cisti aracnoidee e dall'atrofia midollare con c localizzato in posizione bassa. Il tessuto adiposo sottocu·
dilatazione degli spazi subaracnoidei!). taneo circonda la parte posteriore del mielocistocele, dal
quale è peraltro separato da un piano di clivaggio. Spesso si
11.2. Disrafismi associati a masse dorsali associano idromielia, agenesia sacrale parziale o totale,
perle da cute estrot1essionc cloacale.
La RM consente una precisa identificazione delle com-
Sono rappresentati dal lipomtelomeningocele, dal ponenti del mielocistocele (la dilatazione cistica midol\are,
mielocistocele e dal meningocele semplice posteriore. per l'elevato contenuto proteico, ha TI e T2 accorciati con
segnale diverso da quello delliquor!); la mielo-TC può ren-
Lipomielomeningocele. Ècostituito da una dorsa- dersi, tuttavia, necessaria per la loro migliore diffCrenzia·
le ricoperta da cute contenente tessuto adiposo, tessuto neu- zione.
rale, liquore meningi. È più comune nei neonati di sesso fem-
minile e riscontrabile nella metà distale del rachide. L'ailoma- Meningocele semplice posteriore. Questa affezione,
lia interviene durante lo stadio della ncurolazione impedendo più frequente a livello lombosacrale, non contiene, per defi-
la chiusura del neuroporo posteriore. V'è ampia schisi degli nizione, tessuto nervoso c'd è costituita da un diverticolo
archi posteriori con assenza delle apofisi spinose c di parte dell'aracnoide c della dura madre che si estroflette nel tes-
delle lamine; il midollo è fissurato dorsalmente sulla linea mc- suto sottocutanco dorsale attraverso una schisi degli archi
Neumradiofogia 725
posleriori vertebrali. È sempre ricoperta da cute intatta. Diasfematomielia. Questo termine indica una fissura-
Alterazioni ossee e sacco erniario sono dimostrati dalla zione totale o parziale del midollo in senso sagittale. La for-
re e dalla RM. Quest'ultima tecnica consente l'identifica- ma totale è caratterizzata dalla formazione di due emimi-
zione del midollo e del cono (in posizione normale'.). dolli (non necessariamente simmetrici!) che nel90% dei
casi si uniscono distahnente; spesso è presente un setto di
Jl.3. Disrafismi senza masse dorsali divisione midollare fibroso, cartilagineo o osseo. Nella for-
ma parziale vi è invece fissurazione della metà vcntrale o
Jn queste anomalie «<cculte>ì il midollo può esse- dorsale del midollo con presenza di un ponte di tessuto ner-
re fissurato e/o ancorato in posizione bassa, la cute voso normale; possono associarsi alterazioni cutanee
non mostra deiscenze ma presenta spesso fossette, (emangioma, aree di ipcrtricosi) e anomalie dei corpi verte-
strie, nevi angiomatosi e aree di ipertricosi. Spesso si bra! i (schisi posteriore, emispondili, vertebre «a farfalla)),
fusione delle lamine). In entrambe le forme ciascun emimi-
riscontrano difetti di segmentazione a carico delle ver-
dollo può presentare un proprio sacco durale; il midollo può
tebre e le lamine possono essere bifide. essere f1ssato in posizioni anomale. La diastcmatomielia è
più frequente nel sesso femminile e spesso si associa a idro-
Lipoma. Questa lesione, a carattere tumorale benigno mielia e a lipoma del filum terminale o intradurale.
(v. paragrafo XXXII.l4.2), può essere intra- o extradurale e I: esame radiografico e la TC consentono un adeguato
si riscontra spesso come reperto occasionale. Nella localiz- inquadramento delle malformazioni ossee. La mielo-TC c la
zazioM intradurale ha caratteristica conformazione «a RM permettono di individuare i due emimidolli (fig.
fuso» con margini ben definiti ed è costituita da cellule adi- XXXII.66).
pose intramidollari che parzialmente si estroflettono al di
fuori del midollo spinale formando masse sotto la pia Seno dermico. È costituito da un tramite fistoloso rive-
madre; nella localizzazione extradurale i margini sono mal stito da epitelio che si estende dalla superficie del dorso
definiti per l'estensione della lesione nel grasso adiacente. verso l'alto e in profondità; l'orifizio mediano è spesso cir-
Le sedi più frequenti Sono quelle cervicale, dorsale e a livel- condato da un nevo angiomatoso o da radi e sottili peli; il tra-
lo del filum terminale (talora con fissazione del midollo in mite può terminare a fondo cieco o comunicare con gli spazi
sede bassa). La lesione è dimostrata direttamente dalla TC subaracnoidci o, più comunemente, con una cisti dermoepi-
(spiccata ipodensità di tipo adiposo) e dalla Rt"-1 (segnale dermoide. Si localizza in ordine decrescente di frequenza a
elevato nelle sequenze TI-pesate- fig. XXXII.65). La prima livello sacrococcigeo, lombosacrale, occìpitale, toracico e
tecnica evidenzia agevolmente eventuali alterazioni associa- cervicale.
te del canale vertebra! e; la seconda consente di individuare TC e RM dimostrano l'orifizio e il decorso del seno
la posizione del cono midollare e la sua eventuale fissazio- fino al sacco durale (fig. XXXII.67); la mielo-TC permette
ne in basso. di documentare il tratto intratecale (difetto di riempimen-
to!).
j
mazioni dei genitali esterni, aplasia o displasia renale, ipo- alla fusione di due o più corpi vertebrali (sindrome di
plasia polmonare), eventualmente associate a disrafismi Klippel-Feil). Tutti questi aspetti sono stati considerati nel
727
paragrafo XII.l0.2 e ne è pertanto qui sufficiente il sempli- tiche (a livello dorsale e sacrale). Il loro accentuarsi e anco"
ce ncordo. ra la comparsa di curvature scoliotiche può essere conse-
guenza sia di alterazioni primitive vertebrali, sia di altera-
Le anomalie diforma.derivano da arresto del processo zioni primitive dell'apparato neuromuscolare (scoliosi
di ossificazione interessante uno o più nuclei. I nuclei di riflesse; abolizione antalgica della lordosi cervicale e lom-
ossificazione della vertebra sono di norma sei: due anterio- bare). Di maggiore significato neurologico sono le altera-
ri per il corpo; due laterali per i peduncoli vertebrali e le zioni dell'allineamento dei margini posteriori dei corpi di
apofisi trasverse; due posteriori per le lamine e l'apofisi due vertebre contigue con aspetto «a scalino» (antera- e
spinosa. Le anomalie più tipiche, come abbiamo visto nel retrolistesi): esse sono generalmente in rapporto ad altera-
paragrafo XIL10.2, sono: la spina bifida, la somatoschisi, la zioni locali deU' apparato legamentoso, ma talora, come
spondilolisi. Esse sono associate frequentemente a malfor- abbiamo visto nel paragrafo Xll.l0.2, conseguono alla lisi
mazioni multiple del nevrasse (malformazioni vertebromi- dell'istmo vertebrale (anterolistesi!). Lo studio dinamico,
dollari, malformazioni di Chiari) e talora condizionano alte- con· esecuzione di più radiogrammi nelle posizioni estreme
razioni stati che e dinamiche della colonna vertebrale. di movimento rachideo, permette di valutare l'entità delle
alterazioni di allineamento ed eventualmente di mettere in
Le dimensioni dei corpi vertebra/i variano da segmen- evidenza difetti di grado minore non direttamente apprezza-
to a segmento e da vertebra a vertebra: ciascun diametro va bili con lo studio statico del rachide.
opportunamente valutato in rapporto a quello della vertebra
sopra- e sottostante. Piccole diminuzioni del diametro lon-
gitudinale del corpo vertebrale possono essere dovute a 13. Malattie degenerative del rachide
semplice effetto da carico; variazioni più cospicue, specie se
asimmetriche (vertebra «a cuneo»), riflettono, in genere,
uno schiacciamento vertebrale secondario a traumi o ad Trattasi di affezioni in progressivo incremento di
alterazioni della struttura ossea. L'aumento del diametro incidenza (aumento dell'età media della popolazione!),
)ongitudinale, trasversale e anteroposteriore è sempre le quali assumono interesse neuroradiologico per le pos-
espressione di processi patologici coinvolgenti primitiva- sibili ripercussioni compressive sulle strutture nervose
mente l'osso (ad esempio: malattia di Paget, angiomi). endorachidee. Alcune di queste affezioni, peraltro,
no talora origine osteodisplasica o traumatica. TC e RM
Le alterazioni della struttura ossea possono interessa- ne consentono uno studio accurato.
re singole vertebre o più vertebre, nella loro totalità o limi"
tatamente al corpo o all'arco posteriore. Esse non si sot-
traggono alle caratteristiche generali e specifiche delle sin- 13.1. Degenerazione discale
gole affezioni, tumorali e non, descritte nel capitolo XII. Il Questa affezione presenile del disco intervertebrale
quadro comune finale di tutte le alterazioni strutturali ver- (all'età di 50 anni 1'80-85% dei soggetti presenta fenomeni
tebra] i evolutive è lo schiaccìamento della vertebra con involutivi discali), a eziologia ignota (modificazioni biochi-
eventuale compressione midollare secondaria. miche del nucleo polposo? fattori biomeccanici? genetici?
autoimmuni?), interessa inizialmente il nucleo polposo
La valutazione della t/istanza tra tlue empi vertebra/i (diminuzione dell'idratazione, frammentazione delle mole-
contigui offre indicazioni dirette sulle condizioni del disco cole dei proteoglicani, aumento del collagene di tipo li, per-
intervertebrale. Questo, per fenomeni di senescenza o allor- dita delle proprietà idrostatiche ed elastiche), poi l'anulus
quando sede di processi degenerativi patologici, tende ad fibroso (jìssurazioni radiali e concentriche laterali e poste-
assottigliarsi: lo spazio intersomatico è conseguentemente rolaterali). Evolutivamente, se la pressione intradiscale è
ridotto di altezza. Il restringimento dello spazio intersoma- elevata, il materiale nucleare attraversa l'anulus determi"
tico, talora asimmetrico frontalmente, è spesso accompa- nando la formazione di un'ernia discale; se è normale, si
gnato da sclerosi delle limitanti ossee dei corpi vertebrali e trasforma in tessuto fibroso con successiva formazione di
da osteofitosi. Non necessariamente un assottigliamento fibrocartilagine amorfa.
del disco è associato a erniazione del nucleo polposo; e
analogamente non tutte le ernie discali si accompagnano a I rilievi semeiologici dell' osteocondrosi conse-
restringimento dello spazio intersomatico. Lo studio anali- guente all'evoluzione della malattia degenerativa
tico delle degenerazioni e delle ernie discali richiede il
ricorso alla TC e alla RM (v. paragrafo XXXII.l3). discale sono stati descritti nel paragrafo XIII. l l. La
RM offre la possibilità di individuare, attraverso le
L' alliueamento vertebra/e in condizioni normali è tale variazioni del segnale emesso dal disco (fig.
che la colonna descrive lungo il piano sagittale curve rego- XXXII.69) e dal corpo vertebrale (v. fig. XXXIL79),
j lari e dolci lordotiche (a livello cervicale e lombare) e cifo- alcune fasi evolutive dell'affezione (diminuzione del-
728 Capitolo XXX![
Fig. XXXII.70.l diversi tipi di ernia discale (v. testo). A: rigonfiamento discale; B: protrusione discale centrale; C: protrnsionc discale laterale;
D: ernia E: ernia espulsa.
Meningioma. Origina dall'aracnoide e può assumere Fig. XXXII.79. Mcningioma. RM. La ncoformazione ovalare cndora-
aspetto endotcliomatoso, fibroblastico, psammomatoso e chidca, indntenlc compre>sionc midollare, ha segnale disomogenea-
angioblastico. È più frequente nella donna tra la 5' e la 6' mente iso-ipointenso nella sequenza SE TI-pesata (A) c va incontro a
marcato c.c. (Gd-DTPA.I- B). Si notino, quale reperto collaterale, le
decade. Si localizza più comunemente in sede toracica alterazioni del segnale proveniente dal midollo osseo nel contesto dci
posterolaterale. corpi vertebrali espressive di spondilosi.
734 Capitolo XXXII
La neuroradiologia terapeutica trova principali 17.2. Fistole artero-venose dirette e fistole arte-
applicazioni nelle seguenti patologie: tumori e angioM ro-venose durali
mi della testa e del collo; fistole arteroMvenose dirette
e fistole durali; angiomi arterovenosi cerebrali; aneuM Il trattamento delle fistole ·carotido-cavernose
rismi cerebrali; malformazioni vascolari spinali; ste- (FCC) dipende dalle caratteristiche della fistola. 11
nosi vasali; vasospasmo; ernia discale. tipo A (FCC diretta) viene trattato per via
lare: un palloncino staccabi\e di opportune dimensio-
ni, montato su un microcatetere, viene posizionato
17.1. Tumori e angiomi della testa e del collo gonfiato e, quindi, staccato nel punto di fistola con
:Cembolizzazione (in genere preoperatoria) dei finalità di escludere la fistola senza occludere la caro-
tumori ipervascolarizzati e degli angiomi della testa e tide interna.
del collo ha come obiettivo la devascolarizzazìone Le fistole durali di tipo B, C e D hanno solitamen-
della lesione attraverso l 'iniezione di particelle Che ne te un decorso clinico benigno e vanno incontro talora
raggiungono e occludono il letto capillare, conserVan- a risoluzione spontanea che può avvenire, a volte,
do la pervietà dei vasi normali. Ciò consente una ridu- anche dopo l'esecuzione di uno studio angiografico.
zione del sanguinamento intraoperatorio, del tempo L'indicazione al trattamento si pone essenzialmente in
chirurgico ed eventualmente una riduzione della presenza di riduzione dell'acuità visiva, aumento pro-
massa patologica. Una perfetta conoscenza dell'anato- gressivo della pressione endooculare, diplopia e prop-
mia vascolare della regione è indispensabile per la pre- tosi maligna.
senza di anastomosi tra circolo carotideo esterno ed
interno (anastomosi pericolose!). Tra le possibili com- Nei pazienti scarsamente sintomatici si può effettuare,
plicanze vanno ricordate l 'amaurosi, l 'ictus, la parali- in prima istanza, un trattamento conservativo mediante
si (spesso transitoria) dei nervi cranici e l'emorragia autocompressione manuale della carotide interna per 20
intratumorale. secondi 3-4 volte per ogni ora di veglia, secondo lo schema
di Abbadie, con la finalità di indurre una trombosi della
Emangioma intradiploico: determina un'usura del fistola. La presenza di placche ulcerate o di stenosi signifi.
tavolato interno della teca cranica e presenta spiccata vasco- cative della carotide costituisce peraltro una controindica-
Jat·izzazione dipendente dal circolo carotideo esterno (arte- zione. Il trattamento delle fistole di tipo C è solitamente
ria meningea media). L'embolizzazione permette una deva- · effettuato mediante embolizzazione con microparticelle di
scolarizzazione e favorisce l'appoccio chirurgico. alcool polivinilico dei rami arteriosi durali della carotide
Meningiomi: il trattamento dei mcningiomi sintomatici esterna afferenti alla malformazione. Anche le fistole di
è chirurgico. L'embolizzazione prcoperatorìa dei rami tipo D possono beneficiare di tale trattamento, nssociato
meningei mediante microparticelle consente una devascola- alla autocomprcssione della carotide interna. In caso di
rizzazione e una riduzione di massa particolarmente utile reflusso nelle vene subaracnoidee il trattamento endovasco-
nei meningiomi riccamente vascolarizzati (sotto tipo angio- lare viene effettuato attraverso la via venosa (vena giugula-
matoso). Particolare attenzione deve essere posta nella re interna, seno petroso inferiore) con posizionamento di
ricerca di eventuali anastomosi pericolose (meningo-oftal- spirali nel seno cavernoso; se il seno pctroso non è ricono-
miche nei mcningiomi della fossa temporale e della loggia scibile o è sostituito da una rete venosa, l'approccio endo-
cavernosa!). vascolare può essere costituito dalla vena oftalmica supe-
Granuloma riparativo a cellule giganti: è una lesione riore, previa esposizione chirurgica della stessa, o attraver-
cistica a localizzazione prevalente mascellare (ove determi- so la vena facciale o la vena temporale superficiale.
na alterazioni osteolitiche) caratterizzata da c.e. disomoge-
neo, con intensa vascolarizzazione alimentata dall'arteria Le fistole artero-venose durali intracranichc
alveolo-antrale (ramo della masccllare interna); la totale (FAVD) di tipo l presentano un decorso benigno e,
esclusione del circolo patologico che si ottiene me'diante talora, possono regredire spontaneamente o con la
embolizzazione consente una asportazione radicale della compressione manuale della carotide e della giugulare
neoformazionc in un campo operatorio praticamente esan- al collo; pertanto in questi casi è opportuno un tratta-
gue.
mento conservativo. Nelle FAVD di tipo 2a l'indica-
Angiofibroma nasofaringeo giovanile: la ricca vasco-
larizzazione di questa lesione (v. par. XXXIV3) attraverso zione al trattamento è posta in caso di peggioramento
rami della arteria masccllare interna (a. sfeno-palatina, aa. della vista che può portare alla cecità. L'obiettivo del-
palatine, a. faringea ascendente) pone indicazione presso- l'embolizzazione è quello di ridurre il flusso nella
ché assoluta al trattamento di cmbolizzazione preoperatoria. fistola in maniera tale da permettere la normalizzazio-
!'!!!!!'mndiologia 737
ne del drenaggio venosa cerebrale e della pressione peduncolo arterioso: sono pertanto indicate nelle emboliz-
endocranica. A tal fine può essere sufficiente la deaf- zazioni con scopi palliativi o prechirurgici. Gli embolizzan-
ferentazione dei peduncoli della carotide esterna. Le ti liquidi (comunemente detti «colle>>) consentono una chiu-
FAVD di tipo 2b, 3 e 4 drenano nelle vene Corticali con sura permanente del vaso afferente ma sono più difficili da
gestire; il loro impiego è indicato nelle fistole a drenaggio
rischio di emorragia e di deficit neurologici importan-
nelle vene corticali, in alternativa alla chirurgia.
ti che aumentano progressivamente in rapporto al Anche in questo tipo di fistola, specie nel caso di affe-
grado (fig. XXXIL82). In questi casi l'obiettivo è renzc multiple, è talora prcferibilc l'approccio venosa: le
quello della guarigione anatomica completa: un'occlu- spirali vengono staccate nel versante venosa della fistola al
sione subtotale, infatti, può condurre a risanguina- fine di chiudere il seno o la vena di drenaggio.
mento.
In linea generale il trattamento endovascolarc può 17.3. Angiomi arterovenosi cerebrali
avere i seguenti obiettivi: guarigione anatomica della
fistola; attenuazione della sintomatologia clinica; Gli angiomi arterovenosi cerebrali rappresentano,
riduzione prechirurgica. per la loro complessità, una patologia di difficile
approccio terapeutico, tuttora non ben codificato.
La scelta dell'agente embolizzante dipende dalle possi- Poiché la guarigione può essere ottenuta soltanto con
bilità di cateterismo più o meno iperselettivo, dal tipo di la totale esclusione del nido le possibilità terapeutiche
fistola e dall'obiettivo che si vuole raggiungere. Le micro- sono:
particelle di alcool polivinilico sono più agevoli da usare - asportazione chirurgica;
ma raramente permettono una chiusura permanente del - embolizzazione;
fig. XXXU.82. Fistola artero-venosa durale di tipo 3 tra arteria parietooeeipitalc (apo) c vena eakarina (ve). ab"' a. basilare; acp"' a. cerebrale
r.osteriorc. La sequenza di immagini descrive la cronistoria della .fase diagnostica (angiografia vertcbralc sinistra in proiezione LL in fase arte-
nosa iniziale, A, c tardiva, B), dellafiiSe terapelilica (cateterismo supersclcttivo dell'a. parietooccipitale fino alla fistola, C, preliminare alla sua
csclusioue con iniezione di IBCA; calco del cosiddetto «piede di vena)) nel radiogramma del cranio, D), e infine del contro!!o dopo Ira/lamento
(angiografia vertebralc in fase arteriosa iniziale, r;, e tardiva, F). Si osservi, per confronto tra le immagini in B c in f, l'esclusione completa della
ftstola.
738 Capitolo XXXII
radiochirurgia stereotassica (acceleratore lineare, colo posteriore!), modernamente estese anche agli aneu-
«gamma unit»); rismi del circolo anteriore -si propongono spesso
combinazione delle tre procedure. me sostitutive del trattamento chirurgico (fig.
XXXIL83). 11 metodo generalmente utilizzato, in pro-
Il trattamento di embolizzazione prevede il catete- posito, è l'embolizzazione dell'aneurisma con micro-
rismo superselettivo dei vasi afferenti (possibilmente spirali di platino a distacco elettrolitico.
fino al nido della MAV). Microparticel!e di alcool
polivinilico e fili di polilene consentono una emboliz- Fattori critici per il successo della terapia endovascola-
zazione preoperatoria. Per una occlusione definitiva è re sono il rapporto tra-sacco e colletto dell'aneurisma (etti-
male il valore di 3:1) e il suo volume: gli aneurismi giganti
necessario l'impiego delle «colle liquide)) (IBCA -v. (diametro > 2,5 cm) presentano infatti elevata probabilità di
tab. XXXIX. l), che comporta, peraltro, maggiori ricanalizzazione e di accrescimento. Negli aneurismi con
rischi. colletto largo, onde evitare che le spirali protrudano 0 si
dislochino nel vaso parente, si utilizza a protezione un
La sede della lesione, la posizione del microcatetere !oncino gonfiabile posizionato a livello del colletto aneuri-
rispetto al nido della MAV, la presenza di rami perforanti smatico.
che irrorano tessuto cerebrale sano, sono aspetti in grado di Controindicazioni al trattamento endovascolare sono le
condizionare la scelta del materiale e le indicazioni al trat- scadenti condizioni cliniche, i disordini della coagulazione,
tamento. In particolare l'embolizzazione di MAV localizza- l'impossibilità di cateterismo superselettivo (vasi tortuosi!
te in aree cerebrali eloquenti è molto problematica: sono arteriosclerosi!), gli aneurismi fusiformi, la mancata visua-
necessari test funzionali che contribuiscano a stabilire se la lizzazione del colletto aneurismatico, l'inglobamento dei
MAV loca\ìzzata in un'area anatomica critica coinvolge la vasi adiacenti, il vasospasmo severo indotto dall'emorragia
relativa funzione (iniezione di amo barbi tal in rami che irro- subaracnoidea o dal cateterismo stesso.
rano la MAV con soppressione della funzione; risonanza Le cause delle complicanze sono multifattoriali: l'espe-
magnetica funzionale). rienza e l'abilità del neuroradiologo, il tipo di materiali
Le complicanze possono essere emorragiche (rottura usati, la durata della procedura. Gli eventi tromboembolici
dei vasi afferenti, rapida modificazione e ridistribuzione del sono la complicanza più comune e la causa di gran lunga
flusso ematico cerebrale) o ischemiche (occlusione di vasi più importante di morbidità permanente, soprattutto nei
che irrorano tessuto cerebrale sano circostante). Una grave pazienti con aneurismi del circolo anteriore. I deficit neuro-
complicazione, a etiologia non completamente chiarita, è . logici permanenti incidono in ragione de14%.
l'emorragia parenchimale tardiva (da 24 a 48 ore dopo il Grave (ma fortunatamente rara!) complicanza è la
trattamento endovascolare), Si ritiene che nei vasi adiacenti perforazione del!' aneurisma (errata scelta della spirale\
alla MAV, in seguito alla sottrazione di sangue verso l'an- instabilità del microcatetere! eccessiva coritropressione in
gioma, vi sia una ipoperfusione cronica; in queste arterie, caso di uso di palloncino di protezione!). Conseguenze pos"
dotate di inadeguati meccanismi di autoregolazione, un'im- sibili sono la morte istantanea o comunque l'aggravamento
provviso aumento di pressione secondario alla chiusura del vasospasmo e dell'ischemia. Altre complicanze sono lo
della MAV può determinare una iperperfusione con edema, stiramento, la rottura o la migrazione delle spirali.
iperemia ed emorragia cerebrale. Un' altra possibile causa
di emorragia è rappresentata dalla trombosi delle vene di
drenaggio della MAV (facilitata da pregresse stenosi o
trombosi) in rapporto, verosimilmente, a improvvisa ridu-
zione del flusso ematico cerebrale. Nel complesso le com-
plicanze neurologiche hanno una frequenza che varia
da11'1,5% al20%, con mortalità compresa tra 0,5% e 4%.
Dopo trattamento endovascolare il paziente verrà ed eventualmente alla terapia dello spasmo arterioso.
assoggettato a periodici controlli clinici e angiografici L'impiego di sistemi di «protezione" del circolo
(angiografia digitale in prima istanza, in seguito cerebrale (filtri o palloncini inontati su microguide) a
angio·RM). monte e a valle della stenosi ha reso possibile mini-
mizzare l' embolizzazione dei vasi cerebrali per distac-
17.5. Malformazioni vascolari spinali e midol- co e migrazione di p'iccoli frammenti di placca: conse-
guentemente ne è stato sperimentato l'impiego anche
lari
nelle stenosi ateromasiche primitive.
Nelle fistole artcrovenose durali il trattamento
endovascolare mira a occludere la fistola nel punto di 17.7. Chemioterapia endoarteriosa dei gliomi
passaggio tra reticolo capillare durale e «piede» della
vena di drenaggio spinale. L'occlusione dei soli rami
maligni
afferenti arteriosi, infatti, è spesso seguita dalla rica- Il trattamento elettivo dei gliomi maligni cerebrali
nalizzazione della fistola. L'embolizzazione è realiz- è controverso e contempla numerose modalità tera-
zata con l'uso di agenti fluidi collanti. Il recupero del peutiche (chirurgia, radioterapia, chemioterapia, im-
deficit neurologico è legato soprattutto alla precocità munoterapia, brachiterapia). Il trattamento più conso-
del trattamento. lidato è la chirurgia radicale seguita da un complemento
Nelle MAV spinali il trattamento endovascolare radio- e chemioterapico. La chemioterapia intraarte-
mira a eliminare il rischio di emorragia e arrestare la riosa rende possibile somministrare farmaci antineo-
progressione del deficit neurologico. Le MAV localiz- plastici a dose localmente elevata, minimizzando gli
zate sulla superficie posteriore del midollo possono effetti collaterali spesso intensi in caso di sommini-
essere trattate chirurgicamente con buona prospettiva strazione sistemica. I farmaci più comunemente usati
di guarigione. Nelle MAV intramidollari, irrorate dal- sono il BCNU, l' ACNU (nitrosouree) e il carboplati-
l'asse arterioso spinale anteriore, l'intervento chirurgi- no. :C infusione avviene nel! 'arco di circa 15-30 minu-
co radicale è gravato da importanti complicanze, sì ti mediante un catetere introdotto nella carotide inter-
che il trattamento endovascolare rappresenta la proce- na o nel tratto pr6ssimale dell'arteria vertebrale domi-
dura terapeutica fondamentale. nante, a seconda che la neoplasia sia irrorata dal cir-
colo anteriore o dal circolo posteriore. Il trattamento
Finalità, tecnica e materiali sono analoghi a quelli de- prevede l'esecuzione di 4/5 sedute distanziate l 'una dal-
scritti per le MAV cerebrali. Gli agenti fluidi collanti con- l'altra da tre o quattro settimane. L'efficacia della te-
sentono di ottenere una chiusura stabile del nido angioma- rapia è monitorata mediante controlli con TC o R1v1 pri-
toso. Nelle MAV irrorate dall'arteria spinale anteriore i cri- ma di ogni seduta. La chemioterapia intraarteriosa può
o teri angiografici di utilizzo dell'agente fluido collante (ar-
o terieradicolomidollari anteriori normali! cateterismo super- fornire una buona risposta clinica in pazienti con glio-
selettivo diretto del nido angiomatoso!) sono molto rigidi per mi maligni di grosse dimensioni, specie in caso di re-
le complicanze para- o tetraplegiche che può comportare cidiva non operabile, e può essere associata alla radio-
l'occlusione dell'asse spinale anteriore. terapia.
al fine di confermare la patologia discale, ma frammenta e rimuove parte del nucleo polposo. La
tutto per guidare una precisa posizione dell'ago duran- nucleolisi enzimatica si ottiene con la dissoluzione
te la procedura (v. fig. XXXIL63). chimica del nucleo polposo mediante un enzima litico
Nel trattamento intradiscale percutaneo principale (la chimopapaina) introdotto per via percutanea nel
obiettivoè ridurre l'aumento di pressione che si svi- contesto del disco. La remissione dei sintomi in segui-
luppa in tuttO il disco e conseguentemente nella por- to al trattamento percutaneo è raggiunta in una buona
zione erniata che comprime la radice nervosa e il lega- percentuale di casi; tuttavia, anche se quantitativamen-
mento longitudinale posteriore. Nella nucleoaspira- te limitate, possono manifestarsi complicanze legate a
zione la decompressione del disco avviene tramite un reazioni allergiche alla chimopapaina o a disciti post-
dispositivo specifico che per via percutanea aspira, trattamento.
CAPITOLO XXXIII
RADIOLOGIA OCULISTICA
SERGIO SACCÀ E GIOVANNI SERAFINI
Lo studio per immagini del bulbo oculare ha luogo, nervo ottico c l'arteria oftalmica); la fessura sfenoidale
in linea di principio, mediante ecografia, Io studio del- (attraverso la quale passano il 3° e il 4o nervo cranico, la
l'orbita mediante TC per ciò che concerne il «conteni- branca oftalmica del 5°, il 6° nervo cranico, la venà oftal-
tore>> osseo, mediante RM per ciò che concerne il «con- mica superiore). Queste nozioni anatomiche hanno grande
tenuto» extrabulbare. L'esame diretto radiografico ha importanza per una corretta descrizione del decorso delle
rime di frattura orbitaric.
modernamente ruolo alquanto limitato. La dacriocisto- La strutturazione definitiva della cavità orbitaria, rag-
grafia, l'arteriografia e la flebografia sono riservate a giunta intorno al 12° anno di età, è la risultante di un equi-
casi specificamente selezionati. librato sviluppo del contenuto orbitario, dell'involucro
Nel complesso, l'ecografia ad alta risoluzione (bio- osseo, delle suture craniche, della pneumatizzazione dei
microscopia a US!), il color-Doppler (studio dei flussi seni paranasali. Ove ciò non avvenga, possono manifestarsi
nei vasi orbitari!), la TC spiroidea e l'angio-RM hanno malformazioni più o meno complesse di interesse oculisti-
modificato significativamente gli approcci diignosti- · co c neurochirurgico.
ci, fornendo informazioni difficilmente ottenibili in pas-
sato e, in una elevata percentuale di casi, risposte pre- L'esame diretto trova indicazione nel riconosci-
cise ai quesiti determinanti per una corretta imposta- mento di lesioni traumatiche dell'orbita, di calcifica-
zione terapeutica. zioni intraoculari, di corpi estranei radi opachi intra- ed
extrabulbari.
,,_
;a
4.RM
Fornisce immagini del globo oculare, del nervo
ottico (ivi compresa la sua porzione intracanalicolare!)
e delle strutture endoorbitarie di elevata qualità grazie
anche all'uso di apposite sequenze (fig. XXXIII.6).
Fig. XXXIII.6. RM delle cavità orbitarie secondo il piano ncuroocularc eseguita con sofisticata sequenza 3D a TR c TE molto lunghi. In A l'in-
dagine mette in chiara evidenza le camere oculari anteriore c posteriore, il cristallino, i corpi ciliari; sì osservi la buona dimostrazione del nervo
ottico con il suo duplice strato di rivestimento (meningeo, a basso segnale, e liquoralc, ad alto segnale- frccce).ln B sono evidenziati in
ra completa il tratto intracanalicolarc dci nervi ottici (freccia), il chiasma (c) e i tratti ottici (astcrioco). Si osservi la buona dimostrazione del
muscoli retto esterno (r) e retto interno (r') che appaiono di normali dimensioni (nella oftalmopatia tiroidea, cmi1e è noto, si ha talora ispcssi-
mento anche cospicuo dei muscoli oculomotori- v. fig. XXXIII.J4).
Radiologia oculistica 745
6. Arteriografia
Il suo utilizzo è sempre più limitato allo studio
della patologia vascolare orbitaria in previsione di
procedure interventistiche endovascolari (embolizza"
zione di fistole AVe aneurismi).
Fig. XXXIli.S. Tumore del Un tipico esempio di frattura con erniazione dei tessuti
seno masce!lare destro che molli è rappresentato dalla frattura «da scoppio», nella
invade !a fossa nasale. Da- quale l'aumento 9ella pressione endoorbitaria induce la rot-
criocistografla con Liplodol. tura della lamina papiracea (enfisema orbitario!) e del cana-
A sinistra, il sacco lacrima- le infraorbitario (anestesia della regione zigomatica corri-
le (asterisco) c il canale la-
spondente!) con opacizzazione erniaria ed emorragica del
crimalc (tondino), separati
dal fisiologico restringi- seno masccllare corrispondente.
mento, appaiono normali. A
destra, la lesione ncoplasti- La sensibilità dell'esame diretto nella dimostrazio-
:-
ca inv<idc e stcniJtizza il sac- ne delle lesioni traumatiche è modesta (15% per le
co (frecce) il cui tratto ini-
ziale (s) appare alquanto di- lesioni del canale ottico!). Pertanto, il semplice dubbio
latato. di lesione traumatica dell'orbita o la constatazione di
746 Capitolo XXXIii
fratture complesse devono indurre all'esecuzione della di individuare raccolte emorragiche del canale ottico e dello
TC, tecnica di studio d'elezione, in grado di valutare spazio extradurale (con qualche difficoltà nella fase acuta
simultaneamente la componente ossea e i tessuti molli nella quale è presente deossiemoglobina, la quale ha segna-
endoorbitari. le non diverso da quello dei liquidi non emorragici).
Tecnicamente, alla scansione iniziale trasversale si farà La patologia traumatica del bulbo oculare è studia*
seguire la scansione coronale diretta, utile per evidenziare ta elettivamente con ecografia. TC e RM possono ren-
l'eventuale prolasso dei tessuti molli nella rima di frattura. dersi necessarie in seconda istanza. Allorquando l'e-
Le ricostruzioni tridimensionali assumono rilievo nei trau- morragia indotta nella camera oculare anteriore «col-
mi complessi e nella pianificazione di interventi ricostrutti- lassa» riducendo quest'ultima a una cavità pressochè
vi plastici. virtuale (ipoema), l'indagine evidenzierà il contatto
diretto della cornea con il piano irideo.
La RM evidenzia in modo molto favorevole i tes- Le più comuni patologie posHraumatiche del cri-
suti molli e le raccolte ematiche organizzate (sequen- stallino sono la cataratta, conseguente a ferite pene-
ze con soppressione del segnale del grasso!), ma non tranti (iperecogenicità del cristallino!) e la lussazione
consente una valida identificazione delle fratture cor- posteriore (assenza del cristallino nella sua sede fisio-
ticali (assenza di segnale osseo per la mancanza di logica e relativo reperimento all'interno della camera
protoni mobili.!). vitreale.l). L'ecotomografia identifica con facilità la
presenza di emorragia vitreale (fig. XXXIIL9) e con-
Fratti/re del pavimento OJ'bitario. Dette anche fratture
sente, anche in caso di opacizzazione dei mezzi diot-
«blow*oub>, o da espulsione, sono caratterizzate dal prolas-
so delle struthire orbitarie nel seno mascellare, conseguente trici, una buona valutazione dell'eventuale associato
all'aumento della pressione intraorbitaria che supera la resi- distacco totale o parziale della retina e/o della coroide.
stenza intrinsecamente bassa del pavimento deli' orbita. I
tessuti erniati, in particolare i muscoli, vanno incontro a
rapida fibrosi irreversibile. Cintervento chirurgico precoce 9. Corpi estranei
ha grande importanza. La TC consente di norma di identifi-
care la frattura del pavimento e il prolasso del contenuto I corpi estranei intra* ed extrabulbari sono visibili
orbitario. · ali 'esame diretto se costituiti da materiale radi opaco e
Fratture del tetto orbitario. Dette anche fratture <<blow-
di dimensioni superiori a l mm (in caso contrario, per-
im>, o da penetrazione, sono di più raro riscontro e in gene*
re caratterizzate dalla presenza di frammenti ossei dislocati sistendone il sospetto, sarà necessario il ricorso all'e-
in sede intraorbitaria. La TC consente di identificare i fram- cografia e alla TC).
menti intraorbitari e di definire l'interessamento dei musco-
li estrinseci. La RM è complemento indispensabile nelle Cesecuzione della radiografia su piccole pellicole
lesioni accompagnate da erniazione endoorbitaria delle infossate il più possibile lungo la parete mediale o la parete
strutture cerebrali (encefalocele intraorbitario) o da rinoli* inferiore dell'orbita, rispettivamente in proiezione laterale o
quorrea e/o pneumoencefalo.
Fratture tlella parete mediale. Non sono i11 genere
dimostrabili all'esame diretto. La TC assume rilievo anche
per la dimostrazione di complicanze quali lesioni della via
lacrimale o trasmissione di flogosi sinusali al connettivo
orbitario attraverso la rima di frattura.
Fratture !Iella parete laterale. Interessano in particola-
re il processo articolare zigomatico-temporale. La TC con*
sente di definire la complessità della frattura (coinvolgi-
mento del seno mascel!are!) e dì fornire al chirurgo maxil-
lofacciale le informazioni utili per il trattamento precoce.
Fratture dell'apice orbitario. Sono molto gravi per il
rischio dt compromissione del nervo ottico. Cesame diretto Fig. XXXllL9. Emovilreo post-traumatico localizzato. I.:ccotomogra-
fia, effettuata con procedura d'urgenza, evidenzia la raccolta ematica
può consentire, sia pure con difficoltà e con opportune sotto f01ma di ecbi intensi punti formi nel contesto di una vasta strut:
proiezioni (raggio incidente inclinato di 25° rispetto alla tura liquida organizzata del corpo vitreo. Subito al davanti di questa c
linea canto-meatale!), l'identificazione della lesione, ma il
ricorso alla TC è sempre indispensabile. La RM è in grado
sottesa un'immagine lineare trasversale riferibile a organizzazione J'
membca""" del oocpo ''""(P""'" di fceccio). .
Radiologia oculistica 747
assiale, consente di eliminare ogni sovrapposizione di for- cui il corpo estraneo è localizzato in sede retro bulbare,
mazioni ossee («radiografia senza scheletro» di Vogt) e age- mascherato all'ecografia dall'intensa ecogenicità del
vola J'individuazione di corpi estranei. I..:ubicazioneeX:tra- comiettivo. Le dimensioni minime dei corpi estranei
bulbare ·o viceversa intrabulbare anteriore o posteriore di un identificabili dipendono dal materiale che li costitui-
corpo estraneo può essere determinata mediante doppia sce: frazioni di mm per i metalli, mm per il
esposizione («Sguardo in alto» e <<Sguardo- in basso») su
unico radiogramma in proiezione sagittale: i corpi estranei vetro, 2 mm per il legno. La RM ha sensibilità superio-
extrabulbari non seguono il movimento del! 'occhio; ·quelli re alla TC nell'identificazione dei corpi estranei di
intrabulbari si spostano caratteristicamente in rapporto alla cole· dimensioni costituiti da legno o plastica: è
posizione anteriore o posteriore (fig. XXXIII. IO). que d'obbligo che l'indagine sia preceduta dall'esame
diretto e dalla TC sì da poter escludere la natura metal-
Lecografia individua agevolmente i corpi estranei lica del corpo estraneo (la possibile mobilizzazione dei
(immagini iperecogene localizzate nei vari segmenti corpi estranei ferromagnetici prospetta il rischio di
oculari, all'interno del cristallino, libere nel vitreo, in danno oculare secondario, ad esempio il distacco di
prossimità o nel contesto delle pareti bulbari! - fig. retina conseguente all'infissione nel suo contesto!).
XXXIH.ll). Aspetto particolare presentano i corpi
estranei rotondi, come i pallini da caccia, posterior-
mente ai quali si manifesta un aspetto anulare (effetto 10. Distacco delle membrane oculari
cometa). Il ricorso alla re è indispensabile nei casi in
Il distacco di retina consiste nella separazione
retina neurosensoriale dall'epitelio pigmentato.
Può essere idiopatico o secondario (traumi! tumori!),
totale o parziale. Il distacco totale è in genere agevol-
mente dimostrato dall'ecotomografia: la retina, mobi-
le e fluttuante, rimane fissata al nervo ottico posterior-
mente e all'ora serrata anteriormente generando nel
complesso un tipico aspetto a V (fig. XXX1!1.12A).
Nel distacco parziale può essere non agevole la diffe-
renziazione dalle membrane vitreali risultanti
ganizzazione fibrinosa di emorragie, che presentano
Fig. XXXIII.! O. Esame diretto della cavità orbitaria destra con occhio
ri1·olto rispettivamente verso l'alto e verso il basso (frecce). Il caratte- iperecogenicità e mobilità simili: il color-Doppler può
ristico spostamento del corpo estraneo metallico ne consente la loca-
li7.Zazionc in sede intrabulbare posteriore.
,
cola immagine (m chicco di riso» intensamente iperecogena situata sco): è questo, con !e ovvie varianti topografiche, l'aspetto tipico del
subito a! davanti della retina nel segmento nasale posteriore (frecce). distacco parziale di retina. In B 1: evidenziata una doppia immagine
In di corpi estranei magnetizzabili situati a ridosso delle iperecogena a emicerchio che si apre c chiude nei settori laterali del
j
membrane posteriori l'estrazione mediante magnete può creare rischio globo oculare non raggiungendo il polo oculare posteriore: è questo
. ''di""'" 'otlolco. t" l"to tompomle; o" loto """lo. l'aspetto tipico del distacco totale della coroide.
748 Capitolo XXXfiJ
Alla RM (v. fig. XXXf11.7) il melanoma può essere for- sedow è causa di circa i120% degli esoftalmi. È carat-
temente lperintenso rispetto al vitreo nelle sequenze TI- terizzata da infiltrazione linfoplasmacellulare e da de-
pesate (elevato contenuto di melanina! ), modicamente ipe- posizione di mucopolisaccaridi (edema osmotico!) nel
rintenso (modesto contenuto di melanina!), pressoché iso- connettivo orbitario e nei muscoli oculomotori, cui con-
tenso o ipointcnso (tumori amelanotici!). Nelle sequenze seguono esoftalmo, oftalmoplegia e disturbi vasco lari.
T2-pcsate ha ipolntensità direttamente correlata al contenu-
Sono per lo più interessati il retto inferiore (80%
to in mclanina. La somministrazione e.v. di MdC parama-
gnetico induce un rapido incremento dell'intensità del dei casi) e il retto mediale (75% dei casi), ma possono
segnale (utile soprattutto nel caso dci tumori amclanotici) e essere simultaneamente coinvolti tutti i muscoli (30%
consente di identificare le componenti ((Carnose)) della dei casi), soprattutto a livello del ventre (il tendine è
lesione differenziandole dalle lesioni liquide emorragiche. costantemente rispettato!).
La diffusione extraoeulare del melanorna non è comune
(3-5% dei casi): suo primo rilievo semeiologico è rappre- La re rende possibile una accurata valutazione dell'or-
sentato dall'infiltrazione della sclera che si riscontra nel bita e consente di rilevare l'aumento di volume del grasso
20% dci casi esaminati anatomopatologicamente. La RM è rctrobulbare. La RM (fig. XXXIII.l4) permette la valutazio-
Ja metodica ottimalc per lo studio della diffusione ai tessuti ne dei muscoli secondo il loro asse maggiore (scansioni
connettivali orbitari. sagittali!) consentendo di identificare le trasformazioni cui
Retinoblastoma. È il tumore oculare più frequente nel- vanno incontro nel tempo, dalla fase acuta infiltrativa a quel-
]'infanzia.lnsorge in genere tra l e 2 anni d'età, talora addi- la cronica atrofica; rende, inoltre, possibile la diagnosi diffe-
rittura in età fetale. L'eredità familiare geneticamente con- renziale dal rabdomiosarcoma.
dizionata e la bilateralità sono frequenti (30%). Sintomi ini- L' ecogra_fìa consente talora una buona valutazione del-
ziali sono la leucocoria e lo strabismo. l'aumento di spessorb dei muscoli oculomotori.
Indagine di prima istanza è !'ecografia che evidenzia la
presenza di una o più masse a sviluppo endo- o extra bulba- Fistole ct1rotido-cavernose. Spontanee, iatrogene
re, mono- o bilaterali, con ecostruttura solida disomogenea, o post-traumatiche, hanno flusso ampiamente variabi-
contenenti nel 75% dei casi calcificazioni grossolane, a le. La conferma del sospetto clinico (esoftalmo pul-
chiazze, più raramente pulverulente, e possibili arce di sante! soffio vascolare periorbitario! chemosi con-
degenerazione cistica. L' cmovitreo e il distacco delle mem- giuntivale!) richiede di nonna il ricorso alla diagnosti-
brane oculari sono costanti c ben identificabili. La TC è tec- ca per immagini.
nica di massima sensibilità nell'identificazione delle calci-
ficazioni tumorali, e assume quindi rilievo nella diagnosi L' ecotomogrC!fìa e il color-Doppler consentono il
differenziale con l'astrocitoma retinico e la retinopatia.dcl riscontro nella vena oftalmica superiore (più raramente in
prematuro che più raramente vanno incontro a calcificazio- quella inferiore) di flusso arterializzato, pulsante, a basse
ne. La RM ha ruolo fondamentale nell'identificazione del- resistenze (soprattutto nelle fistole recenti), invertito, del
l'invasione neoplastica della sclera, delle stmtture extraocu- quale l'eco-Doppler consente la quantificazionc prima e
lari, del nervo ottico (segnale iperintenso nelle sequenze TI- dopo embolizzazione terapeutica. La re consente di dimo-
pesate dopo iniezione e.v. di MdC!), delle strutture intracra- strare le alterazioni concomitanti a livello del seno caverno-
niche (possibile invasione del chiasma! associazione con so c di ottenere impressive ricostruzioni tridimensionali del-
tumori intracranici della linea mediana!). l'anatomia vascolare. Vangio-RM consente di ottenere
Metastasi della coroide. Costituiscono il più comune
tumore maligno intraoculare. Sono più frequenti a livello
e del polo posteriore, rare a livello dei corpi ciliari. In 3 casi
e su 4 Ot"iginano da un tumore mammario.
'l,_ L'ecografia evidenzia la presenza di una o più lesioni
piatte «a gocce di cera)) o modicamente rilevate,
la
solide iperecogene o disomogenee, talvolta associate a
-c
distacco di retina. La RM consente talora la differenziazio-
ne dal mclanoma (costante iperintensitit delle mctastasi
J-
nelle sequenze TJ- e T2-pesate1).
e-
.V.
12. Patologia dello spazio retro bulbare Fig. XXXIII.14. Oftalmopatia tiroidca. RM. La scansione SE TI-
pesata mette in chiara evidenza l'ispessimcnto dd muscoli oculomo-
a- tori visualizzati nello strato in considel'azione: retto superiore (asteri-
l). l: o.ftalmopatia tiroidea in corso di malattia di Ba- sco), retto inferiore (pallino). obliquo inferiore (freccia).
750 Capitolo XXXI!I
immagini dirette della patologia vascolare orbitaria senza fusata o eccentrico, del nervo. Alla TC e alla Rtvi, dopo
uso di MdC. L'angiografia digitale è tuttavia indispensabile somministrazlone di MdC il c.e. della lesione consente di
per differenziare le fistole dirette da quelle durali e per rea- dissociarla dal nervo indenne. La TC consente di individua-
lizzare l'embolizzazione terapeutica del seno cavernoso o re aspetti calcifici tipici, talvolta con configurazione anula-
delle sue branche. re.
Nelle lesioni a contenuto adiposo (dermoide, teratoma) r esame diretto radiografico non fornisce rilievi
la TC evidenzia una massa ipodensa, talvolta con livelli flui- sulle singole componenti dell'apparato lacrimale, ma
di lipidici; la RM ne documenta l'ipcrintensità nelle sequen-
può consentire l'individuazione di osteosclerosi e
ze TI-pesate e la scomparsa del segnale nelle sequenze con
osteolisi secondarie indotte da alcune lesioni espansi-
soppressione del grasso. eangioma è isodenso in riferi-
mento ai muscoli oculari ma va incontro a marcato c.e. in ve. Indagine di prima istanza nello studio 'della ghian-
fase tardiva per la lentezza del flusso intralesionale; alla RM dola lacrimai e è l'ecografia, la quale può individuarne
ha segnale di intensità media nelle sequenze Il-pesate, ele- slargamenti patologici e caratterizzarne gli aspetti
vata in quelle T2-pesatc. strutturali. La TC a strato sottile (2 mm), è talora
Il rabdomiosttrcoma interessa prevalentemente l'età importante complemento. La RM apporta preziosa
pediatrica e il sesso maschile ma può comparire, nella sua informazione diretta sulla ghiandola lacrimale e sul-
varietà pleomorfa, anche in età adulta. La TC evidenzia una l'estrinsecazione della sua patologia espansiva. Le
lesione espansiva con c.e. intenso. Nelle lesioni destruenti è sequenze T l-pesate offrono criteri diagnostici essen-
possibile l'invasione dei seni paranasali, dell'etmoide, del
ziahnente morfologici; le sequenze T2-pesate rendono
rinofaringc e l'estensione in sede intracranica. Alla RM il
tumore ha segnale basso nelle sequenze TI-pesate, elevato possibile una certa valutazione strutturale utile per dif-
in quelle T2-pesate. ferenziare le lesioni omogenee (sarcomi e linfomi) da
I linfomi si manifestano per lo più in età avanzata. qt1elle disomogenee (tumori epiteliali).
Hanno tendenza a infiltrare le strutture extra- e intraconiche
e il nervo ottico (TC! RM!).l caraùeri strutturali sono aspe- Le d"crioadeniti possono determinare l'insorgenza di
cifici. lmo «pseudotumore infiammatorio)) conseguente all 'infil-
I tumori primitivi del tratto intraorbitario del nervo otti- trazione flogistica (che talvolta può interessare anche lo
co sono costituiti principalmente dai gliomi benigni (astro- spazio retrobulbare). eecografia (tumefazione ipoecogena
citoma pilocitico) e maligni (glioblastoma). La RM è tecni- della ghiandola! raccolte fluide ascessuali!) e la TC
ca d'elezione nello studio del nervo ottico. Nelle sequenze (ingrandimento e ipodensità della ghiandola!) consentono
TI-pesate il glioma ha aspetto di lesione fusiforme o eccen- di nonna il riconoscimento dell'affezione. Coìnvolgimento
trica rispetto al nervo, pressoché isointensa rispetto alla flogistico della ghiandola lacrimale può essere osservato in
sostanza grigia; nelle sequenze T2-pcsate presenta una tipi- affezioni sistemiche quali la sindrome di Mikulicz e
ca iperintensità. Sji:igren, la granulomatosi di Wegener e la sarcoidosi.
Il meningioma del nervo ottico è un tumore raro che I tumoti primitivi della ghiandola lacrimale hanno
induce ispessimento diffuso tubularc, meno frequentemente generalmente origine epiteliale e aspetti istologici simili a
J1 111!iologia oculistica 751
quelli dei tumori delle ghiandole salivari. l più frequenti contenuto lipidico e sebaceo, sono in genere ben caratteriz-
sono l'adenoma pleomorfo, o tumore misto benigno, che zabili con la re (lesioni ipodense) e la RM (iperintensità
pemltro presenta una certa tendenza alla recidiva locale e nelle sequenze TI-pesate! soppressione del segnale con
alla trasformazione maligna, e il carcinoma adenoideo cisti- opportune sequenze!).
co, o cilindroma. Meno comuni l'iperplasia linfoide beni- Le Jacriocistiti, primitive o secondarie a diffusione di
gna c illinfoma non-Hodgkin. flogosi dei seni paranasalì, inducono dilatazione del sacco
In linea generale, il giudizio di malignità poggia più lacrima! e e talvolta del canale nasolacrimale, meno comu-
sulla dimostrazione di irregolarità dei contorni e dell'inva- nemente restringimcnti del lume, nella cui dimostrazione
sione delle strutture ossee adiacenti, che su valutazioni assume rilievo la dacriocistogrujla. La Te dimostra l'even-
struHurali. Rilievi significativi in proposito sono forniti dai- tuale osteosclerosi a livello del canto interno; la RM può
J'ecografta, dalla re e dalla Rlvl. La TC, in particolare, evidenziare la presenza di rnccolte fluide a segnale elevato
appare essenziale per la valutazione del -coinvolgimento (sequenze T2-pesate!).
·osseo, mentre la RM consente di identificare l'eventuale Nei tumori (ielle vie lacrima/i la dacriocistografia evi-
iniziale estensione intracranica e l'infiltrazione durale. denzia la sede di ostruzione; TC e RM intervengono in fase
Le cisti epidermoidi e dermoidi, disembriogenetiche, di stadiazione attraverso la valutazione del coinvolgimento
più frequenti nei soggetti di giovane età, caratterizzate dal dei tes;mti molli e delle strutture ossee adiacenti.
o
n
o
CAPITOLO XXXIV
RADIOLOGIA OTORINOLARINGOIATRICA
ANTONIO CHIESA E GIORGIO C!1TAIHNI
Le significative dimensioni assunte da questo bilità a respirare attraverso il naso. La diagnosi è clinica cd
capitolo che considera specific3mente le possibilità e è confermata con semplicità dal mancato passaggio in rino-
i limiti della diagnostica per immagini in faringe di un sondino introdotto attraverso le fosse nasali.
goiatria trovano ragione nei numerosi e complessi La dimostrazione radiologica dell'atresia è importante, in
quanto consente di valutare lo spessore della lamina atresi-
blemi clinici caratterizzanti quest'area specialistica
ca (setto sottile? ponte osseo spesso?). [;introduzione, attra-
della medicina. Tutte le strutture anatomiche di sua verso la narice, di poche gocce di MdC uroangiografico e
pertinenza- le cavità nasali, i seni paranasali, il rino- l'esecuzione di un radiogramma in proiezione LL con
faringe e gli spazi parafaringei, !'osso temporale paziente supino e testa iperestesa, consentono di conferma-
(inteso come sede dell'organo dell'udito e dell'equili- re l'atresia, non osservandosi il passaggio del MdC nel rino-
brio), la laringe, la trachea, le ghiandole salivari, la faringe; in caso di unilateralità, un radiogramma assiale del
cavità buccale e l'orofaringe, il collo- si giovano, in cranio dimostrerà quale delle due coane è impervia. Anche
effetti, di uno studio «per immagini» coinvolgente, la re (scansioni trasversali!) consente un'ottima valutazio-
ben più in là dell'esame diretto radiografico e dei ne dèll'atrcsia.
suoi complementi tecnici (del tutto fondamentali in
passato!), tutte le moderne tecniche tomografiche: la Deviazioni del setto nasale e ipertrofia dei turbi-
TC e la RM, capaci di fornire immagini a elevata nati sono il più delle volte associati (fig. XXXIV: l).
luzione anatomica delle suddette strutture, e l 'ecogra- Possono essere causa di flogosi secondarie dei seni
fia, 1ecnica di prima istanza nello studio delle ghian- paranasali (ristagno da ostruzione degli osti sinusali
dole salivari, dei vasi e dei linfonodi del collo. nel meato superiore e inferiore!). La deviazione del
Langiografia ha ruolo limitato, ma importante in
determinati tipi di patologia.
l. Cavità nasali
l problemi di più comune interesse radiologico
sono costituiti dall'atresia delle coane, dalla deviazio-
ne del setto nasale, dall'ipertrofla dei turbinati, dai
rinoliti e dalle fratture. I tumori (osteomi, fibromi,
carcinomi) sono estremamente rari e privi di caratteri-
stiche specificamente legate alla sede. Quasi sempre
non è facile la distinzione tra tumori che hanno origi-
ne nelle cavità nasali o che invece
estensione di tumori originanti nel labirinto etmoidale,
nel seno frontale o addirittura nel rinofaringe. Fig. XXXIV. L Deviazione del setto nasale e ipcrtrofia dci turbinati.
Questi due reperti, di comune riscontro radiografico, sono per lo più
associati. Nel in considerazione. il setto, deviato verso sinistra
Atresia delle coane. È una malformazione congenita (punte di freccia), è alquanto ispcssilo nella sua parte prossimale; ì tur-
uni- o bilaterale che produce difficoltà respiratoria impor- binati medio e inferiore di destra (asterischi), ipertrofici, occupano
tamc: il neonato non riesce a suggere il seno per l'impossi- grnn parte della fossa nasale rcndcndola radiograficamentc opaca.
754 Capitolo XXA1V
setto nasale è dì facile riscontro neli' esame standard bito prono o seduto, appoggia l'apice del naso e del mento
del cranio: può essere unica, a grande o a piccolo sul piano del craniostato; il raggio centrale, perpendicolare
gio, o multipla; il setto è più o meno vistosamente incide sul punto lambdoideo ed emerge dalla cavità
ispessito. Lipertrofia è più frequente nei turbinati le. Nel radiogramma vertice-submento il paziente, in decu-
bito prono, appoggia il profilo inferiore della mandibola sul
medi e inferiori: è ossea e mucosa nel contempo e dà
piano del craniostato; il raggio centrale, perpendicolare
luogo a una tumefazione che rende opaca una o ambe- incide sulla regione frontale ed emerge dal centro del
due le narici, spesso intensamente, talora disomoge- mento buccale.
neamente.
I rinoliti sono concrezioni calcaree endonasali for- I seni frontali hanno, nel complesso, morfologia «a
matesi attorno a nuclei di diversa composizione triangolo troncot> con base in alto, a contorni policiclici e
(muco, crosticine, coaguli, corpi estranei): sono per lo festonati, e apice smusso in basso. Un setto mediano com-
più ubicati nel meato inferiore e facilmente osservati- pleto separa il seno destro dal sinistro; piccoli setti incom-
li radiologicamente per l'intensa radiopacità e per le pleti sepimentano ciascuno dei seni. l seni frontali sono
dimensioni cospicue talora raggiunte. situati nella parte inferiore, mediana e paramediana, del-
l'osso frontale, separati dalla cavità cranica dal tavolato
Lefrutture delle ossa nasali sono descritte nel pa- interno; talora presentano estensioni sopraorbitarie. Hanno
ragrafo XII. 12.1: è importante qui ricordare l'esigenza trasparenza omogeneamente aerea e pareti sottili e regolari.
di radiogrammi <<molli» in proiezione LL e assiale (ra- I seni mascellari hanno forma più o meno regolannen-
diogranmla buccale). Solo quest'ultima proiezione con- te triangolare con apice in basso. Sono delimitati superior-
sente la valutazione degli spostamenti in senso latera- mente dal pavimento delle orbite, lateralmente dalle ossa
laterale nelle fratture di maggiore importanza. Le frat- zigomatiche, mcdialmente dalla parete laterale delle fosse
ture delle ossa nasali sono riconoscibili anche dopo mol- nasali. Hanno trasparenza omogeneamente aerea e pareti
ti mesi dali' evento traumatico non essendovi una com- sottili e regolari.
ponente periostale che dia origine a un callo osseo pre- Il labirinto etmoidll/e, costituito dalle cellule etmoidali
anteriori e posteriori, è situato nello spessore delle masse
coce.
laterali dell'etmoide. Radiologicamente, in proiezione PA, è
limitato superiormente dalla lamina trasversale (dal cui
punto mediano trae origine l'apofisi «crista galli>>); distai-
2. Seni paranasali mente giunge all'altezza dei turbinati medi; lateralmente è
'delimitato dal tratto inferiore del contorno mediale orbita-
l seni paranasali sono cavità aereate situate nel contesto rio; medialmente le strutture dei due lati sono separate dalla
dell'osso frontale, dei· mascellmi, dell'etmoide e dello sfe- lamina perpendicolare (che prosegue, senza soluzione di
noide. Comunicano con le cavità nasali attraverso osti situa- continuità, nel setto nasale). In proiezione LL le strutture
ti nel meato medio (seni frontali, mascellari e cellule etmoi- sinusali dei due lati, sovrapposte, sono apprezzabili subito
dali anteriori) e nel meato superiore (cellule etmoidali
posteriori, seno sfenoidale). Lo sviluppo dei seni frontali e
sfenoidali è apprezzabile solamente a partire dal2°-3° anno
di età. La pneumatizzazione dei seni aumenta progressiva-
mente fino al termine dell'accrescimento dello splancno-
cranio: è molto variabile quantitativamente (aplasia di uno
o più seni; ipop/asia; iperplasia) e qualitativamente (asim-
metrie più o meno marcate tra i due lati).
al di sotto della lamina cribosa, al contorno sariamente velato all'esame radiografico (alto conte-
orbiwrio, anteriormente al seno sfenoidale, al di sopra dei nu.to lipidico della raccolta endosinusale!), ma
seni mascellari. Il loro aspetto è di tenue trasparenza areo- ta perdita di definizione della linea mucoperiostea e
lare. In proiezione assiale sono facilmente individuabili dislocazione delle pareti. Ciò è evidente soprattutto
subito al davanti del seno sfenoidale.
]seni sjenoidali, costituiti in genere da due concamera- pef i mucoceli del seno frontale che giungono a inte-
zioni asimmetriche, hanno sviluppo quanto mai variabile. ressare l'orbita. La valutazione corretta dell'estensio-
Nella forma usuale occupano la parte dello sfenoide situata ne del mucocele si ottiene mediante TC. In questa
al di sotto e al davanti della cavità sellare; in caso di iper- indagine il mucocele non va incontro a c.e., salvo in
trofia tutto lo sfenoide è pneumatizzato, dalle apofisi cli- caso di sovrapposta flogosi (mucopiocelc). Il mucoce-
noidee anteriori al dorso sellare. La valutazione orientativa le può presentarsi quale complicazione tardiva, anche
dei seni sfenoidali è possibile già nei radiogrammi laterale a distanza di molti anni, di fratture maxillofacciali che
e assiale del cranio; uno stadio di dettaglio è possibile abbiano alterato lo scarico sinusale.
mediante TC.
A livello sinusale, soprattutto mascellare, possono
Sinusiti, poliposi, mucocele, cisti e tumori benigni osservarsi cisti dentarie (radicolari o follicolari), cisti
e maligni costituiscono la patologia sinusale di più da ritenzione vere (secondarie all'occlusione di un
comune osservazione. dotto ghiandolare), cisti da accumulo false (seconda-
Le sinusiti acute e croniche, spesso conseguenza di rie alla presenza di essudato infiammatorio negli
una difficoltosa ventilazione sinusale, possono in ti profondi parietali). Tutte queste forme danno origi-
ressare un singolo seno, più seni, oppure tutte le strut- ne a formazioni rotondeggianti (fig. XXXIV4), delle
ture sinusali (pansinusite). Nelle forme acute il quali in talune sezioni tomografiche è apprezzabile
nuto aereo sinusale è sostituito pressoché solo parte del contorno generando un tipico aspetto «a
mente da essudati: ne risulta una velatura diffusa e la sole calante>!.
comparsa di un li ve Ho idroaereo nel radiogramma in Lesioni di una certa frequenza sono le fistole buc-
stazione eretta (fig. XXXIV3). Le pareti sinusali co-sinusali, conseguenti a estrazioni dentarie compli-
no contorni normali; le strutture ossee sono inalterate. cate da formazione di comunicazione patologica tra
Nellejòrme croniche l'ipertrofia della mucosa e più ge- alveolo del dente estratto e pavimento del seno
nericamente l'ispessimento parietale inducono un mascellare. Questa evenienza è più frequente nei
camcnto e un restringimento «a diaframma:>! del seno pazienti con ipertrofia dei seni mascellari, i cui recessi
interessato. I contorni parietali sono irregolari; le caudali possono insinuarsi tra le radici dentarie. L'esa-
ture ossee possono essere alterate (rarefatte o me radiografico mostra un semplice quadro sinusitico
te a seconda del grado evolutivo del processo). con opacamenio del seno, ma il radiologo potrà
L'occlusione dello sbocco sinusale nei meati strare la perdita di continuità ossea nel pavimento
li, frequente soprattutto per i seni frontali ed sinusale con l'ortopantomografia e la TC. In queste
li, può indurre un ristagno progressivamente ingrave- situazioni l'utilità della re può peraltro risultare
scente di muco (mucocele). Il seno non risulta neces- insufficiente data la presenza nella quasi totalità dei
Fig. XXXIV.3. Sinusite acuta. In A il seno frontale destro ha normale l•'ig. XXXIV.4. Cisti da ritenzione. Scansione TC trasversale dci seni
traspatenza, ma le pareti e il setto che lo sepimenta (punta di freccia) mascellari. Una formazione rotondeggiantc similcistica (C), di densità
sono alquanto ispessitc; il seno frontale sinistro è diffusamente velato alquanto inferiore a quella delle strutture muscolari, ben delineabile in
(asterisco). Jn.B (altro caso) sono presenti evidenti livelli idroaerci nel tutto il suo contorno, è apprezzabile nel seno mascellare sinistro ave
Seno fì·ontale destro (freccia dritta) c nei seni mascellari (frecce curve). largo impianto sulla parete posterolaterale.
756 Capitolo X.XX.JV
di capsule dentarie metalliche che condizio- di definire, in maniera rapida e veloce, la situazione si-
nano con artefatti la qualità delle immagini. nusale e dei tessuti molli circostanti (fig. XXXIV6), e
I tumori benigni più comuni dei seni paranasali assume pertanto valore essenziale per la diagnosi e la
sono gli osteomi e i polipi. Gli osteomi si riscontrano stadiazione.
per lo più nei seni frontali e nel labirinto etmoidale:
hanno l'usuale aspetto di aree intensamente osteoscle- Forma rara di tumore di questa regione è il neumbla-
rotiche, raramente estendentisi «a colata» verso la stoma olfattorio, il quale origina dal piatto cribroso etmoi-
cavità nasale, la cavità orbitaria e i seni adiacenti (v. dale c si espande caratteristicamente verso le fosse nasali e
verso l'endocranio (v. paragrafo XXXI\.8.1).
fig. Xll.87). I polipi hanno aspetto difficilmente diffe-
renziabile da quello delle cisti, a meno che non sia
Le.fi·atture dei seni paranasali sono frequenti dopo
dimostrabile la presenza di un peduncolo. Talora assu-
traumi sul massiccio facciale. Costituiscono oggetto di
mono caratteri di poliposi multipla fino a opacare
interesse specialistico (v. paragrafo X11.12.1 ).
nella loro totalità quasi tutti i seni. La poliposi multi-
pltr sinusale, ·affezione relativamente frequente, inte-
ressa caratteristicamente pazienti giovani affetti da
forme respiratorie asmatiche. La valutazione globale
dell'interessamento poliposico è possibile con la TC,
la quale definisce l'estensione della neoproduzione
polipoide nelle cavità aeree e la reazione dei setti ossei
delimitanti (ispessiti nelle grandi cavità sinusali fron-
tali e mascellari, assottigliati o distrutti nelle cellule
etmoidali). Nelle forme a maggiore estensione l'inte-
ressamento è anche nasale (poliposi globale rinoSinu-
sale - fig. XXXIV5).
Fig. XXXIV.6. Adenocarcinoma del seno mascellare. TC. Nella scan-
I tumori maligni primitivi dei seni paranasali (la lo- sionc trasversale (A), il seno mascellare destro appat-e occupato total-
calizzazione più comune è nel seno mascel!are) sono mente da una massa solida disomogenea (asterisco), che determina
per lo più carcinomi. Hanno insorgenza subdola epos- distruzione delle pareti ossee c si estende ampiamente oltre i confini
sono raggiungere dimensioni considerevoli prima di da- ·sinusali (punte di freccia) ncll'cmicavità nasale (freccia curva) e negli
spazi parafaringci omolatcrali. La scansione coronale diretta (B) dimo-
re sintomatologia. Al primo riscontro molto spesso il stra il contemporaneo interessamento della porzione profonda della
seno interessato è già completamente opacato e pre- cavità orbitada (freccia curva).
senta usura delle pareti con diffusione della massa tu-
morale verso le strutture circostanti. La TC è in grado
3. Rinofaringe
Il rinofaringe, o epifaringe) è uno spazio aereo
interposto tra la cavità nasale e l'orofaringe, delimita-
to distalmente da un piano convenzionale orizzontale
passante per l'apice del velo palatino (il quale, innal-
zandosi durante la deglutizione, lo separa completa-
mente dall'orofaringe). Le sue pareti, il lume e le
strutture ossee che lo delimitano sono studiabili già
sulla base del semplice radiogramma LL del cranio
assunto in espirazione a naso e bocca chiusi (fig.
XXXIV?), indagine questa ricorrente sopratl1ltlO in
età pediatrica. Una perfetta analisi del rinofaringe e
degli spazi parafaringei contigui è però possibile solo
Fig. XXXI\:s. Poliposi globale rinosinusalc. Scansione TC coronale. coo la TC (fig. XXXIV8) e la RM, le quali sono indi-
L: «<ccupazione)) delle cavità aeree da parte di tessuto polipoide è pres-
soché totale c risparmia solo la parte irrferiore delle cavità nasali. Si
spensabili per la valutazione dell'estensione dei tumo-
osservi la distorsione e decalcificazione delle strutture ossee dell'et- ri maligni e dei risultati postradioterapici e postchirur-
moide c delle cavità nasali. gici.
Radiologia otorino!m-ingoiatrica 757
Possono essere interessate isolatamente o in maniera r:ig. XXXIV.l7. Atresia auris. La TC della rocca petmsa evidew:ia
l'assenza del condotto uditivo esterno (il cui decorso in condizioni
combinata tutte le strutture auricolari: l'orecchio esterno
normali è indicato dalle lì-ecce larghe), la continuità della parete 05Sea
(1H1omalie di calibro e di decorso della parete ossea del con- lungo ilmarglne esterno della cassa timpanica (punte di fi·cccia) con
dallo uditivo esterno fino a!la completa agcnesia: atresia presenza di orifizio timpanico rudimentale (freccia curva), la normale
fig. XXXTV.l?); l'orecchio medio (alterazioni di aercazionc dell'orecchio medio (asteri:;co) nel quale è un
forma e di volume della cassa timpanica; interruzione della ossicino malformato (freccia dritta) posto in sede più laterale che di
catena ossiculare o agenesia dì uno dei suoi componenti; norma.
762 Capitolo XXXIV
cassa timpani ca con erosione del muro della !aggetta e rio cocleare (cosiddetto «angolo otosclerotico») e interessa
della catena ossiculare. Nelle forme croniche predomi- progressivamente l'anulus e la platina della staffa bloccan-
nano i segni di interessamento osseo. Ncll'otite croni- do la trasmissione funzionale a livello del passaggio tra staf-
ca semplice non suppuratil•a si osserva una modesta fa e finestra ovale (otosclerosi fenestrale). Meno comune è
l'interessamento isolato o secondario di altre strutture del-
vela tura delle cellule mastoidce e della cassa timpani- l'orecchio interno come i canali semicircolari o la cllioccio-
ca, cui fa seguito, con il progredire dell'affezione, un la (otosclerosi labirintica).
opacamente completo della mastoide che appare o
priva di cellule (forme insorte nell'infanzia) o con setti La TC è l'indagine di elezione nello studio delle
ossei ispessiti e sclerotici (forme insorte a mastoide otosclerosi e consente una stadiazione ben correlata a
già sviluppata- v. fig. XXXIV 15). In questi casi è fre- quella anatomochirurgica.
quente l'evoluzione osteitica del processo con com-
parsa di aree di rarefazione ossea. Nell'otite cronica Nell'otosclerosifenestrale il quadro è inizialmente poco
semplice suppurativa si evidenziano lesioni di tipo ad- espressivo (modesto ispessimento della platina; addensa-
densante e rarefacente interessanti sia la mastoide mento del bordo fenestrale); nelle forme conclamate l'i-
(opacamento disomogeneo) che la cassa timpanica spessimento della platina è marcato, le finestre ovale e
(erosione del muro della !aggetta) e la catena ossicula- rotonda sono deformate e ristrette (fino all'obliterazione
re (lisi dell'apofisi lunga dell'incudine). Nell'otite completa). Nell'otosclerosi Iabirintica il quadro è caratte-
cronica colesteatomatosa, secondaria alla propaga- rizzato dalla progressiva sfumatura per assottigliamento
osteolitico della capsula otica con maldefinizione delle
zione di elementi epiteliali verso la regione atticoan- strutture cocleari, talora ristrette per ispessimento osteo-
trale attraverso una perforazione timpanica, con for- sclerotico. Sono frequenti le forme miste.
mazione di un pseudotumore (il colesteatoma), il qua-
dro radiologico è dominato dalla presenza di intensi Tumori. In linea generale i tumori benigni e mali-
fenomeni di distruzione ossea interessanti progressi- gni dell'orecchio sono molto rari. Assumono un certo
vamente la cassa del timpano, la catena ossiculare, interesse il neurinoma del nervo acustico (il più comu-
l'antro e l'aditus, la mastoide e talora il labirinto (fig. ne) e i chemodectomi o tumori glomici timpanogiugu-
XXXIV18). In quest'ultimo caso si ha formazione di lari.
una fistola Jabirintica con possibile passaggio di peri- Il neurinoma del nervo acustico (v. paragrafo
linfa ed endolinfa nella cavità delrorecchio medio: la · XXXII.8.1 ), istologicamente benigno ma a comporta-
lesione è prevalentemente situata nel tratto più esterno mento poco favorevole sia per la sede di estrinsecazio-
della parete del canale semicircolare laterale e il qua- ne sia per le dimensioni notevoli spesso raggiunte,
dro è dominato dalle vertigini. origina dalle cellule di Scbwann del neurilemma, per
Otosclerosi. È un'affezione ereditaria e idiopatica lo più all'interno del condotto uditivo interno che slar-
inducente una progressiva ipoacusia di trasmissione, ga e occupa progressivamente fino ad affiorare attra-
caratterizzata da alterazioni focali (osteosclerotiche o verso il foro acustico interno nell'angolo pontocere-
osteoliticbe) della capsula otica. bellare dove si sviluppa negli spazi liquorali spostan-
do e comprimendo le strutture nervose circostanti,
Origina in genere dall'angolo situato tra la parte ante- sino alla comparsa di ipertensione endocranica.
riore della platina, il processo coclcariforme e il promonto- Lesame radiografico e la TC forniscono risultati
positivi solo nei casi più avanzati. La RM deve consi-
derarsi l 'indagine di prima istanza.
Fig. XXXIV.22. TC della laringe (immagini in sequenza craniocaudale). In A, nella parte centrale del! 'orofaringc è visibile la por-
zione libera dell'epiglottide (freccia curva) con la salienza centrale determinata dalla plica glossocpiglottica mediana (freccia vuota). In B, nella
sezione passante per l'osso ioide (oi), l'epiglottide, connessa alla parete faringea anteriore dalle pliehe glossocpiglottiche mediana (lì·eccia vuota)
e laterali (frecce), sottendc in avanti le due vallecole: (asterischi) e dà origine posteriormente alle pliche ariepiglottiche (punte di freccia). In C, le
plichc ariepiglottichc (punte di freccia) delimitano l' aditus ad laringem (A) dai seni piriformi (P); tra lume laringco e cartilagine tiro idea (punte
di freccia) si interpone il tessuto adiposo prclaringeo (asterisco). In D, nella sezione acquisita su un piano soprag!ottico, nel contesto delle pliche
ariepiglottichc divenute più spesse, si evidenzinno le cartilagini aritenoidi, pari e simmetriche (frecce), situate tra seni pirifonni c lume laringeo
sezionato a livello vestibolare (V). In E, nella sezione acquisita a livello della rima glottica in corso di fonazione, il lume laringeo assume aspet-
to <m fessura» (freccia lunga) per l'adduzione delle corde vocali (asterischi) determinata dall'avvicinamento dei processi vocali (frecce corte) delle
cartilagini aritenoidi (triangoli). In F, nella sezione acquisita su un piano sottog!ottico, il lume tracheale (T) ha profilo elliuico e appare abbrac-
ciato posteriormente dalla cartilagine cricoide (punte di freccia).
La TC consente anche di evidenziare eventuali loca- gocelica con il suo contenuto aereo, ne dimostra le
lizzazioni linfonodali secondarie non reperite variazioni dimensionali con il respiro (marcata espan-
mente per oggettiva difficoltà (pazienti con collo sione nell'espirazione forzata,_ riduzione
molto grosso; stazioni profonde). La .RM non sembra zione) ed evidenzia le complicazioni flogistiche (livel-
offrire, nel caso specifico, più favorevoli possibilità di lo idroaereo!). Importante è l'esclusione di lesioni
valutazione dell'estensione tumoralc. patologiche laringee (stenosi, tumori) che possono
Nelle paralisi faringee unilaterali la .RM per piani costituire elemento favorente l'aumento della pressio-
frontali eseguita in atteggiamento fonatorio consente ne endolarlngea.
di evidenziare l'assottigliamento e la risalita della
corda vocale interessata con allargamento del
colo di Morgagni; le corde sane durante la fonazione 6.Trachea
sporgono oltre la linea mediana. Nelle paralisi farin-
gee bilaterali il giudizio radiologico è più difficile La trachea è raramente sede di processi patologici
(assenza di asimmetria!), ma le caratteristiche primitivi; è frequente, viceversa, il suo interessamento
logiche delle corde vocali c dei ventricoli sono ugual- secondario, dislocativo o infiltrativo, soprattutto da
mente indicative. parte di processi patologici tirai dei (v. figg. XVJI.ll e
Con il termine di laringocele si fa riferimento a XXXI.l3). Sono con successo oggetto di studio radio-
erniazioni della mucosa laringea verso i piani logico: la tracheomalacia, la tracheobroncomegalia, le
stanti, per lo più a livello del ventricolo di Morgagni, sequele da in tubazione e tracheostomia, i tutnori
con costituzione di «appendici» aereate a fondo cieco. gni.
Queste possono rimanere nel contesto della laringe Nel radiogramma toracico sagittale effettuato
{laringocele interno) o estendersi progressivamente al con tecnica ad alto chilovoltaggio e in quello.later.ale,
di fnori di essa (laringocele esterno) fino a costituire la trachea è direttamente visibile, grazie al suo
veri c propri «pseudotumori gassosi del collo». nuto aereo, sotto forma di striscia radiotrasparente
La TC mette facilmente in evidenza la sacca (l'assunzione dei radiogrammi in inspirazione massi-
\
aumenti di volume, ma soprattutto d,ei sospetti calcoli intra- La litiasi è una patologia d'organo, non legata cioè
O'hiandolari e delle neoformazioni. E in grado di individua- ad alterazioni umorali generali, più frequente nelle
noduli anche di piccole dimensioni e di differenziare ghiandole sottomandibolari. I calcoli salivari sono per
strutture cistiche, solide omogenee, solide disomogenee e lo più radiopachi e quindi rilevabili agevolmente all'e-
miste.
Scialografia. Si incannula con un sottile catetere atrau- same diretto (fig. XXXIV26A). Possono essere
matico il dotto di Stenone o di Wharton (il cui orifizio è re- reperti occasionali in radiogrammi del rachide cervi-
so meglio evidente stimolando la secrezione salivare con suc- cale, ma più frequentemente vengono ricercati in
co di limone). Si iniettano quindi 2-3 ml di MdC iodato li- seguito alla sintomatologia determinata dall'ostacolo
posolubile ultrafluido e si assumono radiogrammi in proie- al flusso salivare: colica, blocco momentaneo del flus-
zioni oblique a pieno riempimento alla fine dell'iniezione e so con rigonfiamento ghiandolare e più tardivamente
J0-30' dopo la rimozione del catetere per documentare l'e- infiammazione acuta o cronica con tendenza all'a-
vacuazione (anche più tardivamente se è presente una stasi scessualizzazione. L'ecografia visualizza agevolmente
importante).
i calcoli intraparenchimali (fig. XXXIV.26B) e
La scialografia (fig. :XXXIV.25) consente una buona
visualizzazione dei dotti principali e secondari fino allume sente l'individuazione di eventuali complicanze.
delle ghiandole tubuloacinose. Il dotto escretore appare Assume specifico rilievo allorquando l'esame diretto è
come una opacità tubolare a margini perfettamente paralle- negativo per la natura radiotrasparente del calcolo.
li, di 1-2 mm di larghezza nel dotto di Stenone, 3-4 mm in Limite dell'indagine è costituito dalla precaria apprez-
quello di Wharton. Nel segmento intraghiandolare sbocca- zabilità dei calcoli localizzati nel tratto
no, ad angolo retto, i canali di II ordine; le comunicazioni !are dei dotti principali per l'assenza di un'adeguata
fra questi e i piccoli dotti di III ordine e fra questi e quelli finestra acustica. Alla scialografia si fa ricorso in
di IV ordine formano invece angoli acuti. Il parenchima
seconda istanza quando l'ecografia ha fornito risultati
ghiandolare è tenuemente e diffusamente radiopaco e ha
limiti ben visibili ma sfumati. dubbi o negativi in presenza di un quadro clinico sug-
TC. Nella scansione diretta le ghiandole salivari gestivo. l calcoli radiotrasparenti risaltano come difet-
appaiono ipodense rispetto ai piani muscolari circostanti ti di riempimento a margini regolari intercalati a tratti
(specie le parotidi). L identificazione delle lesioni nodulari canalicolari dilatati. Nei radiogrammi tardivi si può
è più facile nella scansio11e contrastografica, poiché queste apprezzare la stasi del MdC. Se il calcolo è totalmen-
nella quasi totalità dei casi presentano c.e. elevato, omoge- te occludente non si avrà alcuna opacizzazione canali-
neo o disomogeneo a seconda della costituzione tessutale. colare a monte.
I:associazione tra scialografia e TC offre il
Nelle scialoadeniti acute v'è controindicazione
vantaggio della simultanea visualizzazione della ghiandola
e dei suoi dotti. alla scialografia: !'ecografia evidenzia l'aumento di
RM. È tecnica altamente affidabile, soprattutto nello volume della ghiandola la quale appare ipoecogena.
studio delle lesioni espansive parotidee, delle quali consen- Nelle scialoadeniti croniche della parotide l'ecografia
te in alcuni casi anche la caratterizzazione di natura. evidenzia l'aumento di volume e la disomogeneità
Fig. XXXIV.27. Sindrome di Sjiigren. I;ecografia (A) evidenzia la J1ig. XXXI\:29. Adenoma pleomorfo della parotide sinistra. R.t'vl. La
marcata disomogeneità strutturale del parenchima parotideo, nel con- lesione tumoralc (aMerisco), localizzata interamente nel contesto della
testo del quale si manifesta un aspetto similpolicistico diffuso. La scia- ghiandola (punte di freccia) c ben clivata dal parenchima circostante,
lografia (B) dimostra earatteristicbe raccolte globulari del MdC in è omogeneamente ipointcn>a nella sequenza SE Tl-pesata (t!). marca-
seno ad aree di distruzione parenchimale e l'aspetto (la corona di rosa- tamente iperintcma nella sequenza SE T2-pesata (B) e presenta valido
rio)) del dotto principale alquanto diminuito di calibro. c.e., soprattutto alla periferia, dopo iniezione e.v. di Gd-DTPA (C).
Radiologia otorino!aringoiatrica 769
9. Collo
Si può pensare a questa entità anatomica come a
un grande asse di scorrimento per i vasi, i nervi, le vie
aeree e digestive, conducente dal cranio al tronco (o
viceversa), ancorato a un robusto supporto muscolo-
scheletrico, il rachide cervicale. Trattasi di struttura
complessa, costituita essenzialmente da tessuti molli,
F'tg. XXX(\:30. Adcnolinfoma, o tumore di Whartin. Scialogr3fia. La agevolmente esplorabile mediante ecogrqfia, TC e
ghiandola sottomandibolare è alquanto Rumentata di volume per la
prescnn, nel suo contesto, di una tumefazione rotondeggiante caratte-
soprattutto RM. Quest'ultima tecnica, in particolare, è
risticamente «abbracciatm) dai canalicoli dislocati (punte di freccia) in grado di produrre sezioni ad alta risoluzione
come <<Una palla nella manO>J. mica secondo i tre piani fondamentali, consentendo di
770 Capitolo XXXIV
RADIOLOGIA ODONTOSTOMATOLOGICA
E MAXILLOFACCIALE
CARLO E PIERLUIGI GATTI
Per la natura dei problemi che affronta, strettamen- L'esistenza di intensi contrasti naturali legati alla
te connessi ad atti terapeutici di pertinenza dell'odon- relativa radiotrasparenza delle gengive, dei legamenti
tostomatologo o del chirurgo maxillofacciale, questa alveolo-dentari e della polpa dentaria, e alla radiopa-
branca della radiologia ha interesse eminentemente cità (differenziata in rapporto al diverso contenuto di
specialistico. Assume grande importanza (e dimensio- calcio e minerali) dell'osso compatto alveolare (40%),
ni di trattazione proporzionalmente maggiori) nel con- del cemento (68%), della dentina (72%) c dello smal-
testo del Corso di Laurea in Odontoiatria e Protesi to (95%), rende nella quasi totalità dei casi sufficiente
Dentaria. l'esame diretto radiografico. Si ricorre a metodiche
Le tematiche di base contemplate sono: contrastografiche in situazioni limitate: in endodonzia
e in parodontologia, per l'esplorazione del lume dei
la patologia dentaria del bambino;
canali radicolari o della profondità delle tasche osteo-
la patologia dentaria dell'adulto; mucose parodontali mediante sonde metalliche o coni
la patologia malformativa e traumatologica maxil- di guttaperca radiopachi; in presenza di tragitti fisto-
lofacciale; losi (fistolografia).
la patologia deli 'articolazione temporo-mandibolare.
l. Radiologia Dentaria
•"ig. XXXV. I. La numerazione dei denti permanenti. Si fa riferimento
Convenzionalmente, secondo prassi largamente conso" al singolo dente permanente, secondo una convenzione molto diffusa,
lidata, i denti permanenti sono indicati con una coppia di con una coppia di numeri che indicano rispettivamente: l'emiarcata di
appartenenza (l= superiore destra; 2 =superiore sinistra; 3 = inferio-
numeri, separati da una virgola, che indicano rispettivamen- re sinistra; 4"' inferiore destra) e il numero del!'elemenlo (da l, inci-
te l'emiarcata di appartenenza e il mm1ero dell'elemento. In sivo medialc, a 8, terzo molare). In maniera analoga, i denti decidui
maniera analoga sono indicati i denti decidui del bambino. sono contraddistinti da valori da 5 a 8 per l'emiarcata di appartenenza,
Vedasi in proposito quanto illustrato in f1g. XXXVI. da l a 5 per l'elemento.
172 Capitolo XXXV
ma tu posta sulla faccia esterna dc:i mascellarì e ivi mantenu- allungano progressivamente) calcificano e spostano la
ta dal paziente. Sarà necessario, naturalmente, eseguire un m- corona verso il piano occlusale. Simultaneamente si
diagramma per ogni emiarcata: ciò è reso possibile con la ro- riassorbono le radici dei denti decidui e la loro corona
tazione del tubo rispettivamente verso l'alto e verso il basso, viene spinta verso il cavo orale fino alla espulsione.
Utilinando questa tecnica si riducono gli artefatti proiettivi
L'apice radicolare del dente appena erotto è circonda-
e la sovrapposizione dello zigomo sui denti molari.
Determinati problemi ortognatodontici, ma anche più to da una piccola e regolare area radiotrasparente
genericamente di patologia dentaria, richiedono il ricorso remica (da non confondere con un granuloma).
;l]'cJ:lme standard del cranio o all'esame mirato dei
mas1:dlari, talora corredati da complemento tomografico. In ambito odontostomatologico il ricorso alla TC
(scansioni trasversale e coronale diretta!) ha assunto
Un buon radiogramma dentario consentirà un'ac- un ruolo via via crescente soprattutto in ùnp!antolo-
curata analisi della corona e delle radici, sia relativa- gia, sia per il corretto bilancio preoperatorio, che per
mente alla morfologia, sia relativamente alla struttura la valutazione postoperatoria. La TC rappresenta da
(fig. XXXV3). A quest'ultimo proposito si osserverà tempo tecnica di largo impiego in ambito
come la cavità pulpare epiù difficilmente apprezza ciale per gli eccellenti risultati forniti nello studio
le nella corona (per il notevole spessore di smalto e della patologia neoplastica e traumatologica.
dentina che la ricoprono), ma è per lo più bene apprez-
zabik nel contesto delle radici. Queste sono La TC rende molto facile l'individuazionc di varianti
te da una sottile linea radiotrasparente corrispondente morfologiche del mascellare e della mandibola, di rccessi
allegamento di spessore uniforme·in del seno mascellare, la valutazione della posizione del cana-
k nwndibolare, l'analisi delle strutture ossee, il riconosci-
condizioni normali. All'esterno di questa è apprezza-
mento del riassorbimento osseo, la determinazione dello
bile la linea intensamente radiopaca corrispondente spessore vestibolo-lingualc e degli spazi residui. La dispo-
alla !wnina dura alveolare; il resto dell'osso ha nibilità di apparecchiature ad acquisizione volumetrica e di
tere spugnoso. Nel contesto della corona è per lo più specifici programmi di ricostruzione consen-
differenziabile la calotta maggiormente radiopaca cor- tono più facilmente e rapidamente l'acquisizione della
rispondente allo smalto. necessaria informazione, la quale condiziona criticamente il
11 dente permanente non erotto è completamente giudizio sulla realizzabilità o meno dell'impianto e la scel-
circondato dalla capsula radiotrasparente; la corona è ta della sua posizione, nonc!Jé sull'eventuale necessità di
sempre ben visibile, mentre le radici sono corte e preappllcazione di un innesto osseo (fig. XXX\1.5).
apparentemente assenti anche perché nm1 calcificate Nella programmazione degli impianti protcsici, il
Denta-scan consente di ottenere immagini coronali e sagit-
(fig. XXXV.4). Con l'inizio dell'eruzione le radici .si
tali oblique dci processi alveolari della mandibola e dell'os-
so mascc!lare partendo da un pacchetto di 35-40 scansioni
estremamente collimate e parzialmente embricate tra loro.
Le singole immagini sono corredate di una scala millime-
trata che consente una corretta misurazione dei rapporti
spaziali tra cresta alveolare, cavità sinusali e nasali e canale
2. Patologia Dentaria
È frequente e proteiforme. Nel bambino contem- Fig. XXXV.6. Disodontiasi dell'ottavo dente. Secondo la situazione
pla soprattutto processi degenerativi (carie), infiam- pil1 frequente, esso è orientato in senso mcsiale con la corona a con-
matori (granulomi apicali), alterazioni della dentizio- tatto delle radici del settimo dente.
uduntuswnwtologico i! nunil!ufàcciale 775
Fig. XXXV.R. Carie dentaria. A, carie l'arca rmliotrasparcntc (frecce), interamente situata nel contesto dello smalto, ba caratteri-
stico aspetto triangolare a base esterna: !J, carìc del collclto: la perdita di soswnza coinvolge smalto c dentina generando un aspetto jm unghiata))
(frecce); C, carie radicolarc: la perdita di emisferica (frecce), coinvolge smalto c dentirm aprendosi nella cavità
nctra oltre lo smalto tende ad assumere l'aspetto di un'a- radiologici difficilmente differenziabili dalle parodon-
rea di radiotrasparcnza diffusa e irregolare (fig. XXXV.S). tosi (alle quali, del resto, spesso conseguono). La
Il processo cari oso viene usualmente classificato su ba- parodontite apicale granulomatosa, comunemente
se rad.iologica in quattro gradi di severità crescente: ca- detta l<granuloma apicale>t, è il processo infiammato-
rie localizzata nello smalto c penetrata per meno della rio cronico più frequente. !l tessuto di granulrtzione
metà del suo spessore (grado I); carie localizzata nello contiene anche residui epiteliali di Malassez, impor-
smalto e penetrata per più della metà del suo spessore tanti ai fini della possibile evoluzione cistica del gra-
(grado II); carie penetrata oltre lo smalto (grado III); ca- nuloma. Radiologicamente il granuloma è appreaabi-
rie profonda estesa in prossimità o all'inlerno della ca- Je come una piccola area osteolitica a margini alquan-
mera pulpare (grado IV). La tecnica endorale con ra- to c talora sclerotici in rapporto con l'apice di
diografia adesi al e o «bite-wing» ha alta sensibilìtà nel- una radice (frg. XXXIV.9).
l'identificazione dei processi anche in fase iniziale (lie-
vi riduzioni di radiopacitù dello smalto!). Cisti dentarie. Possono conseguire ad alterato svi-
luppo -di natura odontogenica (follicolari, laterale
Malattia parodontale. Trattasi di un processo pcriodontalc, primordiale, cheratocisti, cisti multiple,
degenerativotlogistico del parodonto (gengiva, osso eruttive, caJcificanti cidontogeniche) o non odontoge-
alveolare, legamento alveolo-dentale, cemento) che nica (da inclusione, cisti ossee semplici, cisti a.neuri-
induce retrazione dell'attacco gengivale al dente, smatiche) - o derivare da un processo infiammatorio
interruzione del «sigillcm gengivale, formazione di (cisli radicolari). Tipico esempio di cisti odontogenica
una 11tasca» al cui approfondimento consegue riassor- è la cheratocislf, che si forma nella posizione del den-
bimento dell'osso gengivale. Le parodontosi sono te del giudizio o a livello intraalveolare come un ger-
affezioni degenerative idiopatiche o secondarie ad
alterazioni metaboliche o ad alterato carico dentario.
Radiologicamente è presente la triade «allargamento
dello spazio parodontale, assottigliamento della lami-
na dura alveolare, riassorbimcnto dci setti ossei inte-
ralveolari>> (talora spinta fino all'atrofia dell'osso
alveolare che si retrac al di sotto della giurizione
amelo-cementizia), spesso associata ad alterazioni \1
carattere produttivo (ipercementosi, osteosclerosi peri-
radicolare). Le parodonlifi acute producono un quadro
di osteite rarefacente e liti ca periapicale che coinvolge
prima la lamina dura c poi la spongiosa circostante; Fig. XXX\-:9. Paradontitc apicale gram1lomatosa. Attorno all'apice
possono fistolizzarsi in superficie o complicarsi con radicolarc del dente LJ si sviluppa una piccola arca ostcolitica amar-
osteomicliti mascellari. Le parodontiti croniche, pos- gini sfumati (frecce): non è nel in consid<:razionc.
sibile serbatoio di foci batterici, producono quadri alcun orlctlo ostcosclcrotico.
1
l
Radiologia odontostomatologica e maxillqfacciale 777
In endodonzia, l'esame radiografico può accompa- difficilmente ne consente una diagnosi di natura. Ha
gnare le varie fasi del trattamento, fornendo informa- ruolo importante in fase di permuta dentaria, in pre-
zioni diagnostiche sia in fase preoperatoria (presenza senza di denti mancanti o rigonfiamenti indolori, e nel
di lesioni apicali, conformazione della camera pulpare follow-up postintervento data la frequente tendenza
e dei canali radi co lari, presenza di fratture radi co lari) alla recidiva di questi tumori. Per una migliore com-
che in sede intraoperatoria, dimostrando la posizione prensione della loro istogenesi è necessario qualche
degli strumenti rispetto al canale radicolare e consen- riferimento elementare alle complesse modalità del-
tendo di verificare la posizione del materiale da ottu- l' odontogencsi.
razione canalare. Dopo un trattamento endodontico,
l'esame radiografico può consentire di verificare i Nel corso dello sviluppo embrionario, l'ectoderma bue-
risultati del trattamento terapeutico (scomparsa della cale dà origine alle lamine dentarie (fine della 7a settima-
lesione litica, ricostruzione della lamina dura). Per il na). Da queste si dipartono (fine della 12a settimana) tante
radiologo è utile riconoscere l'aspetto dei principali gemme (destinate a dar vita all'organo dello smalto) quanti
tipi di trattamento canalare, sempre ben distinguibili sono i futuri denti decidui. Ogni gemma si conforma «a
nel radiogramma per la loro elevata radiopacità: in campana>> disponendosi intorno alla papilla, di origine
particolare, le otturazioni in composito e metalliche mesenchimale, dalla quale trarranno origine la polpa denta-
(intarsi), le capsule e gli strumenti endodontici. ria, la dentina e il cemento. Il primitivo organo dello smal-
to è costituito da tre strati cellulari, dal più interno dei quali
originano gli amcloblasti produttori di smalto. In una suc-
Tumori odontogeni. Lo studio «per immagini»
cessiva replicaziom: del fenomeno di gemmazione (fine
della 17a settimana) trarranno origine le gemme per i denti
permanenti. lsolotti ectodcrmici (i cosiddetti residui epite-
liali di Malassez) possono residuarc in corrispondenza del-
l'apice dentario e nei tessuti periodontali: la loro prolifera-
zionc dà vita a diversi tipi di tumori odontogeni, tra i quali
l'adamantinoma e gli odontomi.
Fig. XXXV.l2. Amelob!astoma. Gran parte delle branca orizzontale della mandibola è stmtturalmente sovvertita per la presenza di una vistosa
area osteolitica pseudocistica pluriconcamerata.
quente è l' ameloblastoma, o adamantinoma, il quale soprattutto dall'osso mandibolare e tende a espandersi
,interessa individui giovani adulti. In circa 1'80% dei nei tessuti molli, con sviluppo rapido e tendenza alla
casi si localizza nella mandibola, per lo più all'unione recidiva locale. Radiologicamente si presenta come
tra corpo e branca ascendente. Ha sviluppo lento e un'area di radiotrasparenza, ben delimitata ma irrego-
progressivo; rigonfia l'osso colpito senza indurre in lare, con s-ottili sepimentazioni che determinano un
esso fenomeni delimitativi periferici; non supera il tipico aspetto «a rete da pesca stracciata». La diagno-
periostio. Può recidivare localmente. si ditlerenziale da altre forme tumorali può essere dif-
te (fig. XXXIV12) si presenta come un'area osteoliti- ficoltosa.
ca più o meno ampia, di tipo pseudocistico, a limiti Il cementoblastoma è una lesione fibra-ossea con
definiti, con concamerazioni -a piccole bolle («a favo») larga componente di cemento nel suo contesto, loca-
o a grosse bolle. L'aspetto risultante, «a vetro soffia- lizzata preferenzialmente nella regione del l o molare e
to», ricorda quello del tumore a mieloplassi. Gli ele- del2° premolare della mandibola. Ha comportamento
menti dentari inglobati e contigui sono dislocati e pre- del tutto benigno con arresto spontaneo deli' accresci-
sentano lisi radicolare fino alla escissione dell'alveo- mento; le dimensioni raggiunte sono in genere quelle
lo. Alla TC, l'ameloblastoma presenta aspetto multi! o- di un pisello. Radiograficamente (fig. XXXIV.14) si
culato, con componenti cistiche solcate da setti curvi- presenta come una formazione rotondeggiante in stret-
linei e porzioni solide che presentano c.e. Durante il to rapporto con la radice dentaria, più radiopaca del-
suo accrescimento, la lesione determina rigonfiamen- l'osso circostante (dal quale è separata da una netta
to irregolare della corticale. linea radiotrasparente costituita da tessuto fibroso),
Il termine odontoma raggruppa una serie eteroge- talora con tipico aspetto di struttura radiata originante
nea di lesioni malformative a carattere amartomatoso, dall'apice radicolare.
costituite da smalto, dentina e cemento in rapporti I tumori maligni del mascellare e della mandibola
quantitativi variabili, con origine mista ectodermica e (carcinomi, sarcomi, mieloma, linfomi; metastasi da
mesenchimale (odontoma complesso, dentinoma,
odontoma composito, odontoma espanso, odontoma
evaginato o premolare orientale, invaginazione dello
smalto o dens in dente). L'accrescimento è lento e ha
luogo nella fase attiva di crescita della seconda denti-
zione. Radiologicamente, nella forma composita, la
più comune, l' odontoma ha aspetto di area intensa-
mente e irregolarmente radiopaca, a limiti netti, nel-
l'ambito della quale si evidenziano varie formazioni
dentali rudimentali contornate da una linea radiotra-
sparente espressiva della rarefazione flogistica peritu- Fig. XXXV.I3. Odontoma composito. La lesione tumorale (frecce),
sviluppantesi nel contesto dell'area incisiva dell'arcata superiore
morale (fig. XXXV.ll), o isolata nel contesto del destra, assume un caralleristico aspetto di <WOnglomeratm\ radiopaco
mascellare interessato {per lo più la mandibola). di piccoli multipli elementi dentari rudimentali, circondato da un alone
Il mixoma odontogeno origina nella li-III decade di osteorarefazionc che lo separa dal! 'orlctto di delimitazione ossea.
[!!!!}_iolagiu odontostonwtologica e maxil!ofacciale 779
3. Hadiologia maxillofacciale
Il massiccio facciale è costituito fondamentalmen-
te da uno scheletro osteocartilagineo complesso deli-
mitante numerose cavità (fosse nasali, seni parasana-
li), da muscoli in gran parte a funzione masticatoria,
da importanti strutture vascolari e nervose. La sua
patologia è pertanto varia e non si differenzia dalla Fig. XXXV. I S. TC spiroidea con scansione volumetrica trasversale ri-
patologia corrispondente degli altri distretti corporei cosh"l!ita in 3D per la superficie facciale (in alto) e per l'osso (in bas-
se non per la sede peculiare che crea rischio consi- so). Voluminosa massa neoplastica osteosarcomatosa (frecce) origi-
stente di compromissione diftmzioni importanti quali nante dal mascellarc destro ed estrinsecantesi in basso fino a raggiun-
gere e infiltrare l'emiarcata dentaria omolaterale. La massa si estende
la la masticazione e la deglutizione, in profondità fino a occupare nella sua totalità il seno mascellare, ne
delle strutture sinusali, dello stesso aspetto estetico. supera la parete superiore affiorando nell'orbita, quella posteriore emer-
In questa sede verranno considerate alcune delle gendo nella fossa temporale, quella media!e coinvolgendo la cavità na-
problcmatiche diagnostiche e terapeutiche di stretta sale omolateralc. La ricostruzione 3D è molto importante per il chirur-
go per l'aiuto che offre nella corretta programmazione dell'intervento
competenza specialistica del chirurgo maxillofacciale, operatorio demolitivo e della successiva ricostruzione protesica.
con specifico riferimento alla patologia malformativa
e, soprattutto, alla patologia traumatica, In entrambi i risultante turricefalia e ipoplasia mascellare) e la sindrome
casi, l'esame radiografico e la re con tecniche di di Alpcrt (acrocefalosindattilia). Le defOrmità acquisite
acquisizione volumetrica e algoritmi di ricostruzione conseguono a traumi, interventi chirurgici e alla malattia di
30 sono in grado di offrire una rappresentazione preci- Paget.
sa del processo patologico secondo i diversi piani dello
spazio, consentendo al chirurgo una migliore pianifi- In traumatologia maxillofacciale (vedi paragrafo
cazione dell'intervento correttivo {fig. XXXV15). XII.12.1 ), l'esame radiografico trova indicazioni
tate allo studio di lesioni isolate conseguenti a piccoli
L<l patologia malformativa maxillofacciale è polimorfa traumi, ma non è in genere in grado di delineare con
e può essere schematizzata in tre categorie principali: accuratezza lesioni ossee complesse in un contesto
dismorfosi dei mascellari; malformazioni congenite; defor- d'urgenza data l'eccessiva sovrapposizione delle strut-
mità acquisite. Le dismO/fosi dei mascellari comprendono ture ossee dello splancnocranio. Nei traumi della man-
deformità in eccesso, in difetto o con asimmetria dello sche- dibola (fratture del condilo e subcondiloidee), 1'orto-
letro dello splancnocranio insorte durante l'accrescimento,
spesso associate a disgnazie e anomalie dentali. Tra le paniomografia consente di documentare validamente
nw[fOrmazioni congenite, deve essere ricordata la schisi fratture difficilmente riconoscibili nei radiogrammi
labio-maxillo-palatina oltre ad alcune anomalie craniofac- standard. La TC ha importanza fondamentale sia in
ciali complesse, quali la disostosi cranio-facciale o malattia situazioni d'urgenza, consentendo la contestuale
di Crouzon (sinostosi precoce delle suture craniche con !azione delle strutture craniche e del rachide cervicale,
780 Capitolo XYXV
sia in fase preoperatoria, consentendo di rappresenta- tivi in tutte le affezioni in cui sono alterate la struttura
re con tecnica di ricostruzione di superficie 3D le frat- o la forma dei capi ossei articolari, o nelle quali lo stu-
ture presenti, quasi sempre multiple e coinvolgenti dio dinamico a bocca aperta e a bocca chiusa permet-
diverse ossa del massiccio facciale, i frammenti ossei te di evidenziare alterazioni delle escursioni condiloi-
dislocati e il coinvolgimento dei tessuti molli (orbita!). dee.
Le frà.tture del massiccio facciale possono interessare L'esame radiografico dell'articolazione temporo-marl-·
un singolo osso (fratture «isolateìì), o coinvolgere più ossa dibolare è realizzato in proiezione transcranica laterale obli-
con aspetti pluriframmentari (fratture «complesse»). qua (proiezione di Schiiller) sì da eliminare la sovrapposi-
Le fratture isolate interessano principalmente le ossa zione delle rocche petrose. Sono assunte coppie di radio-
nasali, l'orbita, l'osso mascellare e la mandibola. Nelle frat- grammi a bocca chiusa e a bocca aperta per .ciascuna arti-
ture orbitarie «da scoppimì, il contenuto dell'orbita (globo colazione, sì da documentare comparativamente le escur-
oculare e tessuto adiposo retro bulbare) è compresso poste- sioni dei condili mandibolari (in condizioni normali, a
riormente, con aumento della pressione endoorbitaria e bocca aperta il condilo si disloca in avanti disponendosi al
frattura della lamina papiracea e del pavimento orbitario, di sotto del punto più prominente del tubercolo articolare .
che costituiscono le strutture ossee più sottili. Nel mascel- fig. XXXV.16A). Lo studio radiografico può essere integra-
lare sono caratteristiche le fratture «trimalariì>, con distac- to dalla radioscopia, con la quale la valutazione degli even-
co del complesso orbito-mascellare a seguito di frattura del- ti dinamici dell'articolazione è più completa, con possibilità
l'arcata zigomatica associata a frath1ra della parete laterale di oggettivare le fasi intermedie dell'escursione articolare.
c inferiore dell'orbita e della parete laterale del seno L.:uso della tomografia convenzionale consente wm miglio-
mascellare. Le fratture della mandibola sono di difficile re rappresentazione delle strutture ossee deli 'articolazione e
diagnosi radiografica: in genere avvengono a livello del delle loro lesioni in corso di processi degenerativi (artrosi)
condilo o sottocondiloideo, e determinano deviazioni sul e flogistici (artrite reumatoide!).
piano frontale della mandibola con impossibilità di apertu-
ra della bocca. Nell'artrosi la rima articolare è ristretta e irregola-
Le fratture complesse sono classificate in tre tipi prin- re, la testa del condilo e la cavità glenoidea presenta-
cipali secondo Le Fort: la frattura tipo I interessa il margine no aree di addensamento e di rarefazione, l'escursione
alveolare superiore, il pavimento del seno mascellare fino del condilo con i movimenti di apertura e chiusura
alle apofisi pterigoidee determinando separazione del pro- della bocca è ridotta (fig. XXXV.l6B). Nelle artriti
cesso alveolare dal palato duro; la frattura tipo II decorre
· (reumatoide, tubercolare, settica otogenica) predomi-
attraverso la piramide nasale, le pareti orbitarie e la parete
laterale del seno mascellare fino alle apofisi pterigoidee, nano le alterazioni ossee erosive: da isolati focolai di
causando la fissurazione longitud\nale del masSiccio faccia- osteolisi subcondrale a un grado di rimaneggiamento
le; la frattura tipo III interessa la piramide nasale, 1e pareti più drastico fino all'anchilosi articolare.
orbitarie ed entrambe le pareti del seno mascellare fino alle
apofisi pterigoidee, portando a una disgiunzione cranio-fac- Lo studio radiotomografico non permette, in ge-
ciale ventrale. nere, una valutazione conclusiva dei pazienti con di-
sturbi funzionali o dolore all'articolazione temporo-
mandibolare. Per lo studio analitico dei capi ossei, del
4. Le articolazioni temporo-mandibolari menisco e delle strutture capsulari, è necessario il .
corso a indagini di seconda istanza, quali l'artrogra-
Sono articolazioni sinoviali fonnate dal condilo fia, la TC e la RM.
della mandibola, dalla porzione anteriore della cavità
glenoidea e dalla porzione posteriore (eminenza arti- Il menisco dell'articolazione temporo-mandibolare è un
colare) del condilo temporale. Svolgono ruOlo del disco fibroso conformato a S, situato all'apice del condilo e
tutto fondamentale nel meccanismo della masticazio- disposto a suddividere lo spazio articolare in una
superiore e una inferiore, tra loro non comunicanti. E
ne, sulla quale si ripercuote drasticamente ogni pro-
addossato alla «zona bilaminare», area di tessuto connetti-
cesso patologico che le coinvolge (il più comune è
vale lasso, intensamente vascolarizzata e innervata. In con-
l'artrosi). E viceversa, alterazioni primitive dentarie dizioni normali, il menisco mantiene un costante rapporto
comportanti turbe della .'masticazione si ripercuotono di contiguità tra condilo e tubercolo articolare anche duran-
prima o poi sulle articolazioni temporo-mandibolari. te la traslazione anteriore del condilo. La rottura e la lussa·
Lo- studio radiologico (esame radiografico; zione anteriore del menisco possono essere causa di impor·
tomografia·convenzionale) fornisce quadri significa- tanti disturbi funzionali de \l'occlusione.
, Radiologia odontostomatologica e maxillofacciale 781
TI-peSate, per piani coronali nella valutazione delle dislo- zione posteriore. Viperintensità, riferibile al normale.
cazioni del menisco. Le sequenze turbo-SE T2-pesate trova- stato di idratazione della cartilagine, scompare in
no impiego specifico nell'identificazione del versamento genere nelle lesioni di tipo degenerativO cronico. Nella
articolare. Le moderne sequenze 3D offrono vantaggi nello iussazione anteriore, il grado di severità della lesione
studio dei menischi. La tecnica di esecuzione dell'esame è
e la relativa indicazione chirurgica possono essere
complessa. e richiede la duplice scansione a bocca chiusa e
a bocca aperta. Le sequenze veloci, acquisite con posizione determinate in base alla conservat.a (grado I) o·
differenziale di apertura della bocca e visualizzate in suc- ta (grado Il} morfologia del menisco. L'esame presen.
cessione rapida similcinematografica (cine-RM), consento- ta limiti nella dimostrazione delle perforazioni mènj.
no l'analisi del movimento dei condili e della traslazionc scali, le quali sono meglio dimostrabili con artrogra.
meniscale che l'accompagna. fia. Nei pazienti operati di meniscoplastica, la RM
consente di valutare l'integrità degli impianti
Ali' esame RM, il menisco appare ipointenso nella ci, che appaiono come aree prive di segnale nelle
porzione anteriore e lievemente iperintenso nella sequenze T l
CAPITOLO XXXVI
PARTI MOLLI
CARLO MARTINOLI E GIORGIO CITTADINI
Con tale termine faremo riferimento, in senso lo più multiple, delle dimensioni di una nocciola, maggior-
restrittivo, all'insieme delle formazioni cutanee e sot- mente radiopache alla periferia, costituite da tessuto connet-
tocutanee, più o meno superficiali, non a struttura tivo prodotto reattivamente dopo iniezioni intramuscolari ri-
ghiandolare, non ossee, dotate di bassa radiopacità petute di farmaci oleosi (conseguentemente la sede usuale di
riscontro è nelle regioni glutee - fig. XXXVI. l).
(e quindi poco idonee allo studio radiografico con-
La dimostrazione di flebo liti (calcificazioni di piccole
venzionale). Sono esclusi da tale contesto i muscoli e dimensioni e forma rotondeggiante) può suggerire la pre-
i tendini, già ogg'etto di considerazione a sé nel capi- senza di una lesione angiomatosa nel contesto dei tessuti
tolo XIV. Nella valutazione della patologia delle parti molli.
molli la diagnostica per immagini ha assunto un ruolo Radiopacità più o meno vistose sono osservabili nei
di rilievo allorquando all'esame diretto radiografico tessuti molli periarticolari della mani e dei piedi nella
si sono affiancate l 'ecograjìa, la TC e la RM. artropatia gottosa (poiché l'acido uri co è radiotrasparente,
l'opacità è in rapporto solo con lo spessore del tofo e con
la calcificazione eventualmente sopravvenuta) e nella sin-
drome alcali-latte (nella quale alla nefrocalcinosi si asso-
1. Esame diretto ciano tumefazioni sottocutanee dolenti a intenso contenuto
calcareo). Quadri diffusi di deposizione calcica, granulare
Eseguito con tecnica digitale, modernamente o nodulare, si osservano nella calcinosi interstiziale gene-
sostitutiva della xeroradiografia, rende possibile la ralizzata (ftg. XXXV1.2).
differenziazione della cute, la quale, colta tangenzial- In base alla sede e alla morfologia, alcune calcificazio-
mente,· assume l'aspetto di una striscia sottile tenue- ni possòno talora suggerire una patologia del distretto arti-
mente e omogeneamente radiopaca, e del sottocuta- colare bu.rsali scapolo-omerali, calcifica-
neo, più radiotrasparente, con struttura trabecolata per zioni paraepitrocleari del gomito e p(lracondiloidee del
la presenza dei «retinacula cutis» (v. fig. 11.13). Altre ginocchio) e muscolare (miosite ossijicante). La localizza-
zione nelle parti molli (per lo più a livello muscolare) dei
strutture, come borse sierose, legamenti e vasi sono
cisticerchi (con aspetto di piccole radiopacità non omoge-
evidenziabili per lo più solo in condizioni patologi-
che.
Trova indicazione per l'individuazione di calcifi-
cazioni, delle quali si intenda documentare presenza,
sede e forma, e di aree di aumentata trasparenza
secondarie alla formazione o alla penetrazione di con-
tenuto gassoso. È per lo più indagine complementare
all'ecografia e alla RM, soprattutto allorquando si
intenda valutare la componente ossea sottostante (il
- coinvolgimento dei tessuti molli, in effetti, risulta
talora secondario a processi infiammatori piogenici o
granulomatosi, o a tumori a partenza ossea, ad esem-
pio, il sarcoma di Ewing). Fig.XXXVI.1. Oleoscleromi. Le formazioni nodulari ovoidali calcifi-
che, occupanti vasta parte delle masse muscolari glutee, traggono ori-
Reperto radiografico di comune osservazione è costi- gine da accumuli di tessuto connettivo reattivi all'iniezione intraglutea
. dagli oleoscleromi (o elaiomi), formazioni ovoidali, per ripetuta di farmaci oleosi,
Fig. XXXVI.2. Calcinosi generalizzata delle parti molli in paziente in Fig. XXXVJ.3. Enfisema interstiziale. Aria proveniente dal polmone
dialisi. La calcificazione periartieolarc, amorfa, si estrinseca verso la seguito della lacerazione posHraumatica della pleura si infiltra
superficie cutanea anteriore del gomito raggiungendo dimerisioni tali contesto delle masse muscolari parietotoracichc generando un
da indurre limitazione funzionale. Reperti di questo tipo, riscontrabili ristico aspetto «a raggi di solcl>.
in qualunque sede, sono presenti in circa il 5% dei pazienti sottoposti
a dialisi a lungo termine. Eeffettuata con trasduttori a scansione lineare elettro-'
·nica con banda di frequenza compresa tra 7,5 e 15 MHz,.-..
che consentono di ottenere un'elevata risoluzione spazialé --·-·
nee, multiple, fusiformi delle dimensioni di un chicco di dei tessuti superficiali. Lo studio analitico della cute è
riso, orientate secondo la direzione della fibre muscolari) e
effettuato con trasduttori anulari «dedicati» a1 J
delle filarie (radiopacità cordoniformi simulanti collettori . particolarmente elevata (20 MHz), con cristalli i:
Enfatici ripieni di mezzo di contrasto) è molto rara. in un bagno d'acqua sì da minimizzare gli
Il riscontro nei radiogrammi di aree di aumentata tra" berazione e ottenere un più ampio campo di vista
sparenza nel contesto delle parti molli può essere indicati" ficie. Quest'ultimo tipo di trasduttori non
vo di enfisema interstiziale (poSt"traumatico; postoperato"
l'uso delle tecniche color" e
rio; da drenaggio mal posizionato). In tali casi, l'aria, nel matologico è consuetudine utilizzare per
caso più comune proveniente da una lacerazione pleuro" mode una scala di colori a 64 livelli codificata
polmonare associata a fratture costali, diffonde nel sottocu" all'ampiezza degli echi in ricezione, sì da agevolare
taneo (ove genera un'ipcrtrasparenza «a nido d'ape») e cezione ottica dei reperti.
soprattutto tra i fasci muscolari (ove genera un caratteristi"
co aspetto «a raggi di sole>>- fig. XXXVIJ). L'evoluzione
L'ecografia consente di differenziare (fig.
è rapida verso il riassorbimento, a meno che non sussista"
no motivi di rifornimento persistente. VI.4): la cute (strato sottile comprendente un
Nella gangrena gassosa si producono, nel contesto di tenso superficiale «di entrata» del fascio, !'epiderrrth}{
tutte le parti molli, spesso anche per notevoli estensioni, de e il derma, talora distinguibili in base a
zone di ipertrasparenza areolare o fascicolata, renze di ecogenicità); il tessuto sottocutaneo
camente tendenti alla progressione. ipoecogeno relativamente disomogeneo di '"''·"'"eva-.
riabile); !a fascia superficiale
mente ecogena compresa tra sottocutaneo
2. Ecografia Rende inoltre possibile misurare con
spessore dei vari piani tessutali, dato di una c-erti! m.<:.
È l'indagine di prima istanza nello studio delle portanza nella valutazione di aree di lipoatrofia
parti molli e permetté molto spesso di concludere l'i" senza! entità! distribuzione!) e dci linfedemi.
ter diagnostico senza necessità di ricorso a indagini La disponibilità di trasduttori a elevata ,;",Ju:do"
complementari. ne consente lo studio analitico dei vasi e dei
ptirli molli 785
mia nelle lesioni infiammatorie e traumatiche, e del rotiche (segnale basso nelle inunagini Tl- e T2-pesate).
circolo neoformato nei tumori, rilievi questi agevol-
mente ottenibili (e con precisa correlazione anatomi- consente di ottenere risultati eccel-
ca!) con le color- e power-Doppler. lenti nella valutazione delle malformazioni arterove-
nose, nelle quali l'angiografia può trovare ostacolo
nella difficoltà del cateterismo superselettivo. La sua·
4.TC capacità di documentare, attraverso controlli seriati
la riduzione di ampiezza del circolo neoplastico
Consente di delineare (sia pure con minore effica- rende utile nella valutazione della risposta dei tumori
cia rispetto alla RM) l'estensione di lesioni spazio- alla chemioterapia.
occupanti e di definirne i rapporti con le strutture
compartimentali e il fascio neurovascolare. Trova pre-
cisa indicazione nei casi in cui sia necessario definire 6. Angiografia
il rapporto della lesione con le strutture ossee sotto-
stanti. Spesso di difficile esecuzione per l'impossibilità
di cateterizzare in maniera sufficientemente selettiva
il distretto vascolare sede della lesione, trova indica-
S.RM zione in se.conda istanza allorquando la valutazione
analitica della componente vasale della lesione può
È il complemento essenziale di un esame ecogra- essere determinante (shunt artero-venosi, angiomi,
fico non risolutivo. La favorevole risoluzione di con- tumori). Consente inoltre di realizzare procedure
trasto delle diverse componenti dei tessuti molli le interventistiche importanti in presenza di angiodi-
conferisce un ruolo importante nel riconoscimento splasie o neoplasie ipervascolarizzate (embolizzazio-
della presenza di lesione, nella valutazione della sua m;: palliativa o preoperatoria del circolo patologico!
struttura e nella definizione dell'estensione (multipla- infusione superselettiva di chemioterapici!).
narità!).
l
La ricerca-di corpi estranei penetrati nel contesto 9. Tumori delle parti molli '
delle parti molli a seguito di trauma, spesso per.moti-
vi professionali, e la loro localizzazione precisa-a fini I tumori benigni sono comuni e hanno frequenza
preoperatori è possibile con una certa facilità con l'e- circa cento volte maggiore di quelli maligni. Lo stu-
same diretto radiografico quando questi sono radio- dio per immagini si prefigge di definire:
pachi (sChegge di proiettili e pallini da caccia, per i
quali, peraltro, elemento di disturbo è il numero fre- - volume, sede, rapporto della lesione con i
quentemente elevato; frammenti di aghi). Per l'indivi- timenti adiacenti (la chirurgia di queste affezioni
duazione dei corpi estranei radiotrasparenti (fram- interviene per lo più sull'intero compartimento!);
menti di vetro a basso contenuto di piombo, schegge - l'eventuale invasione dell'osso e del fascio neuro-
di legno, punte di grafite) si rende indispensabile il vascolare;
ricorso ali' ecografia. - la natura benigna o maligna;
- la presenza di metastatizzazione;
L: ecografia (fig. XXXVI.lO) identifica i corpi estranei - la comparsa di recidiva.
come formazioni iperecogene con cono d'ombra L'iter diagnostico principia di norma con l'eco-
re (frammenti di legno e di plastica) o riverberazioni grafia; il ricorso alla TC e, ancor più, alla RM è tutta-
menti metallici e di vetro), talora con circostante alone
ipoecogeno sfumato di natura flogisticogranulomatosa. via indispensabile per meglio precisare l'estensione
Uno studio compiuto consente di precisarne il rappoito con locale della lesione e identificare eventuali segni di
le strutture adiacenti (vasi, nervi), di identificare eventuali malignità (aspetto disomogeneo! margini sfumati e
complicanze (tenosinovite settica da penetrazione del irregolari! edema perilesionale! coinvolgimento del-
corpo estraneo nelle guaine dei tendini flessori delle· dita!), l'osso e del fascio neurovascolare, parametri impor-
e di definire la via di accesso chirurgica più diretta e age- ·tanti nel giudizio di resecabilità!). La differenziazione
vole per la loro rimozione. della natura benigna o maligna è comunque difficile
per le lesioni di piccole dimensioni: in proposito, la
Per i corpi estranei profondi e per quelli indovati biopsia percutanea o può essere diri-
nel contesto viscerale, i tradizionali metodi radiosco- mente. L'angiografia e l possono rendersi
pici e radiografici di localizzazione sono necessarie per la definizione analitica del coinvolgi-
mente sostituiti dalla TC. mento vasale.
Nel dopo trattamento chirurgico o
radioterapico, la RM rende talora possibile la distin-
zione tra recidiva (segnale elevato nelle sequenze T2-
pesate!) e tessuto fibroso maturo (basso segnale!). Più
incerto è, invece, specialmente dopo radioterapia, il
riconoscimento del tessuto fibroso immaturo (segna-
le elevato nelle sequenze analogamente alla
neoplasia!).
In termini istopatologici, lo studio per immagini è
in grado di offrire una diagnosi «tessuto-specifica}) in
circa dei casi, poiché alcuni tipi di neopla-
sie della linea adiposa, fibrosa e vascolare presentano
caratteristiche peculiari. Il perfezionamento dei tra-
sduttori ad alta risoluzione e delle bobine di superfi-
cie apre comunque nuove e interessanti prospettive
Fig. XXXVI.IO. Corpo cstmneo. Ecotomografia della mano (in alto). nello studio dei tumori cutanei con ecografia e RM.
!.;esame radiografico eseguito in precedenza era risultato negativo, ma
la scansionc ccotomografica ha evidenziato con precisione una forma-
zione ipcrccogcna di aspetto lineare (punte di freccia), di 13 mm di TUMORI DEL TESSUTO ADIPOSO
lunghezza, situata nel contesto del tessuto sottocutanco. L'esatta loca-
lizzazione del corpo estraneo è risultata essenziale per poterlo rimuo-
I lipomi, superficiali (sottocutanei) e profondi (in
vere con il minimo danno tessutalc. Tmttavasi di una scheggia di legno genere e intramuscolari), sono tumori mesenchimali
(in basso). benigni costituiti da tessuto adiposo maturo con possibile
....L.
cellulare e collagene: nelle forme a prevalenza cellulare, la so lento, Io studio per immagini è essenziale in quanto la
RM evidenzia segnale disomogeneo, di intensità intenne- scelta terapeutica è condizionata dalla valutazione dell'e.
dia sia nelle sequenze TI- che in quelle T2-pesate, con c.e. modinamica e dell'estensione della malformazione. I: eco.
scarso. grafia evidenzia una lesione disomogeneamente ecogena
che pu'ò infiltrare cute e muscoli, talora con tleboliti (fig:
ANGIOMI E MALFORMAZIONI ARTEROVENOSE
XXXVI. l SA e B), nel contesto della quale il color-Doppler
dimostra vasi dilatati con flusso venosa a bassa velocità. La
Gli angiomi sono tumori benigni dell'infanzia caratte- lesione, a causa di fenomeni emorragici e trombotici, appa-
rizzati da fasi proliferative dell'endotelio con successiva in- re rispettivamente ipodensa alla TC e con segnale di inten-
voluzione lenta e spontanea. Possono esseresuperjìciali, li- sità variabile alla RM (fig. XXXVI.l5C). I.: angiografia tro-
mitati alla cute, o profondi, estendentisi nel sottocutaneo e va indicazione in previsione di intervento chirurgico. La fle.
nel muscolo sino a raggiungere dimensioni cospicue. Se ne bografia diretta è l'approccio migliore per la definizione ana-
distinguono forme tuberose, cavernomatose o miste. Ali' e- tomica della lesione prima dell'iniezione di sostanze scie-
cografia si manifestano in forma di lesioni di tipo misto, ipe- rasanti. Nelle malformazioni arterovenose a flusso rapido,
recogene con lacune ipoecogene (fig. XXXVI.l4), ma con nelle quali si ha anomala comunicazione tra arteria e vena
l'aumentare delle dimensioni tendono ad assumere aspetto senza interposizione di un letto capillare, l'ecografia e le tec-
ipoecogeno, pluriconcamerato, con sepimentazioni interne. niche Doppler evidenziano in genere una lesione espansiva
Il color-Doppler dimostra la presenza di vasi dilatati a de- disomogenea per la presenza di un groviglio di vasi all'in-
corso tortuoso con tracciato velocimetrico a bassa velocità, terno dei quali si rileva flusso a elevata velocità (fig. XXX-
di tipo arterioso (a bassa resistenza) o venosa. TC e RM de- VI.16). Alla RM, a causa delle velocità elevate e della tur-
limitano validamente la lesione, che spesso assume aspetto bolenza del sangue, l'intensità del segnale è bassa sia nelle
infiltrativo. Nella fase proliferativa, la TC evidenzia una sequenze Tl- che in quelle T2-pesate, ma non in quelle an-
massa omogenea con c.e. intenso e persistente, spesso con gio-RM. I.: angiografia selettiva e superselettiva, spesso ne-
struttura lobulare; nella fase involuti va, una massa disomo- cessaria per dimostrare la reale estensione della malforma-
genea con c.e. moderato. Alla RM, la massa ha segnale di zione, dimostra la dilatazione e l'allungamento delle arterie
intensità intermedia nelle sequenze TI-pesate, alta in quel- afferenti, con opacizzazione precoce delle vene di drenag-
le T2-pesate. In presenza di componenti emorragiche o di gio dilatate (fig. XXXVI.l6B e C).
depositi adip·osi il segnale può essere più alto nelle sequen-
ze TI-pesate. L: angiografia trova indicazione nei casi di in- TUMORI DELLA CUTE
sufficienza cardiaca secondaria ad angiomatosi multipla o
in fase preliminare all'embolizzazione. Un cenno a sé merita il melanoma, del quale l'ecogra-
Le malfOrmazioni arterovenose, costituite da vasi di- fia di superficie, eseguita con trasduttori di frequenza com-
splastici senza proliferazione endotèliale, possono presen- presa tra 15 .e 20 MHz (mai comunque inferiore IO
tare flusso lento o rapido. Nelle malformazioni venose ajlus-
j
aspetto infiltrante, con ecostruttura di tipo misto ma tendenzialmente za T2-pesata (C) dimostra la presenza di ectasie vascolari multiple a
iperecogena e con aree ipoecogene interne tendenti alla confluenza. segnale elevato (flusso lento di tipo venoso!).
Parti molli 791
Fig.XXXVI.I6. Malformazione arterovenosa della coscia a flusso assume importanza prognostica in quanto la sopravvivenza
rapido. L'ecografia con tecnica color-Doppler (A) evidenzia nel conte- a 5 anni è inversamente proporzionale alla profondità di
sto dei tessuti molli della coscia un gomitolo di vasi tortuosi (asteri- sviluppo della lesione: 99% se questa è inferiore a l mm,
schi) con segnali di flusso caratterizzati da velocità molto elevate e tur-
bolenze; nel piano di scansione sono apprezzabili l'arteria afferente 50% se è superiore a 3 mm. V'è inoltre correlazione tra
(punte di freccia) e le vene di drenaggio (frecce). L'angiografia selet- spessore del melanoma e grado di vascolarizzazione al
tiva dell'arteria femorale (B, C) consente una compiuta color-Doppler: la prima fase di sviluppo radiale della lesio-
zionc morfologica della lesione documentando l'origine dell'arteria ne è infatti avascolare, mentre la fase di crescita in profon-
afferente (punta di freccia), che appare alquanto dilatata, e lo scarico dità si associa a un'attiva neoangiogenesi ben rilevabile per
venoso in numerosi collettori a precoce opacizzazione (frecce). lesioni di spessore superiore a 0,9 mm. Il rilievo di segnali
di flusso può assumere significato prognostico in quanto la
MHz!), consente di valutare l'estensione con accuratezza crescita in profondità della lesione comporta una metasta-
molto elevata (fig. XXXVI.l7). L'aspetto usuale è quello di tizzazione precoce e una frequenza maggiore di recidive.
una lesione ipoecogena omogenea, ben contrastata e deli- Nel sarcoma di Kaposi, affezione a interessamento
mitata in profondità dal derma iperecogeno. Benchè la rea- cutaneo-mucosa e viscerale riscontrabile in soggetti immu-
zione flogistica spesso presente in sede peritumoràle possa nedepressi (trapianto d'organo!. terapia immunosoppressi-
causare una lieve sovrastima delle dimensioni della lesione, va! infezione da HIV!), l'ecotomografia di superficie e il
v'è ottima correlazione tra reperti ecografici e istologici color-Doppler assumono ruolo importante nella valutazio-
nella misurazione dell'estensione in profondità della lesio- ne della risposta alla terapia con farmaci antivirali (ridu-
ne tumorale (con accuratezza del 96%). Tale rilevazione zione della vascolarizzazione! diminuzione dello spessore
delle lesioni!).
J
CAPITOLO XXXVII
MAMMELLA
FRANCESCO SARDANELLI
V'è consenso pressoché unanime sulla triade ca ottimale e valutata da due differenti radiologi dedicati
«mammografia, ecografia, agobiopsia» (quest'ultima (doppia lettura!)- consente l'individuazione del carcinoma
eseguita sotto guida mammografica o ecografica) in fase infraclinica nel 95% dci casi. Nell'ultimo decennio
quale protocollo di riferimento nello studio della pato- sono emerse evidenze a favore della possibilità di ottenere
un utile anticipo diagnostico anche nelle donne di età com-
logia mammaria. In situazioni specifiche trovano pre- presa tra 40 e 50 anni mediante mammografia annuale.
cisa indicazione la galattografia (mammella secernen- Su tali basi, laddove non sono in atto programmi di scree-
te!) e la RM (sospetta recidiva! multifocalità tumorale! ning, va aumentando la richiesta «individuale>l di indagini
protesi mammarie!). Poco comune è il ricorso alla TC. mammograflche da parte di donne asintomatiche (screening
La diagnostica radioisotopica apporta informazioni spontaneo). Non vi sono sufficienti evidenze in favore del-
preziose per la stadiazione linfonodale dei tumori l'utilizzo sistematico dell'ecografia nella donna asintomati-
mammari (linfonodo sentinella!). Nessun ruolo è ca, neppure in età giovanile. L'autopalpazione mensile del
modernamente attribuito alla termografìa (soprattutto seno e la visita senologica annuale sono senz'altro racco-
per l'elevato numero di falsi negativi e positivi). mandabi!i ma, dopo i 40 anni di età, non possono sostituire
il controllo mammografico periodico.
La moderna senologia ha quale campo fondamentale
d'azione il carcinoma mammario, neoplasia di grande rile-
vanza epidemiologica, che colpisce nei paesi europei una l. Mammografia
donna su 10-14 (con incidenza, dopo i 45 anni, di l-1,5
nuovi casi ogni l 000 donne per anno) e si manifesta clini- È la tecnica cardine della diagnostica
camente solo 6-8 anni dopo l'insorgenza. Non essendo gica. È opportuno osservare, in proposito, che nessu-
attuabile alcuna prevenzione primaria, l'unica strategia per- na altra indagine ha reali possibilità di identificare
seguibile è la prevenzione secondaria, cioè la diagnosi pre- reperti quali le microcalcificazioni e le distorsioni del-
coce: arma fondamentale, in proposito, è la mammografìa. l 'architettonica mammaria che possono rappresentare
Due differenti situazioni si prospettano: la donna sinto- l'unica «spia>) di un tumore asintomatico. Dopo i 35
matica (nodulo palpabilcl) e la donna asintomatica. anni di età, come sopra detto, la mammografia è l'in-
Nella donna sintomatica:
dagine di prima istanza, sia nella donna sintomatica
l'approccio diagnostico di prima istanza ha luogo di (mammografia clinica), sia in quella asintomatica
norma mediante mammografia dopo i 35 anni di età,
(mammografia di screening, programmato o sponta-
mediante ecografia in età antecedente;
neo).
la negatività della prima indagine impone l'esecuzione
dell'indagine complementare (ecografia dopo i 35 anni, Negli ultimi decenni l'evoluzione tecnologica dell'ap-
mammografta in età antecedente); parecchiatura «dedicata» con la quale è obbligatoriamente
in caso di ulteriore negatività verrà considerata l'ago- realizzata l'indagine, il mammografo, ha progressivamente
biopsia del reperto palpabile. ridotto la dose di raggi X somministrata al tessuto ghiando-
Nella donna asintomatica l'effettuazione di controlli lare e migliorato h qualità dell'immagine, consentendo di
mammografici periodici (screening programmato) consentq valutare con attendibilità molti dei quadri in passato eti-
diagnosi e terapia precoci con probabilità di guarigioni chettati puramente come <<seno denso a scarso contrasto
significativamente più elevata. L'utilità dello screening è radiologico». Ciò ha praticamente annullato le indicazioni
dimostrata per le donne di età compresa tra 50 e 70 anni, della xeromammografia, con l'uso della quale, a fronte di
nelle quali la mammografia biennale- eseguita con tecni- una dose di raggi X significativamente superiore, non si ha
794 Capitolo XXXVII
più effettivo vantaggio diagnostico. Anche la valutazione craniale, sì da renderlo perpendicolare al maggior asse dei
dei rapporti tra neoplasia e parete toracica, un tempo campo corpo ghiandolare e minimizzare le sovrapposizioni. Il
di specifica applicazione della xeromammografia, è moder- «campo di vista» è esteso alla regione ascellare, ad ampia
namente realizzata mediante RM (o TC). parte del muscolo pettorale (il cui contorno anteriore
dovrebbe «Uscire» dal mammogramma a livello di una linea
orizzontale passante per il capezzolo) e al solco sottomam.
1.1. Tecnica mammografica
mario (fig. XXXVII. lA): ciò consente una valutazione etti-
L'esecuzione della mammografia richiede partico- male dei quadranti esterni e del prolungamento ascellare.
lare attenzione non solo tecnica ma anche psicologica, La proiezione cranio-caudale (CC) è realizzata «stirandol>
sì che possa stabilirsi una relazione di fiducia tra l'e- in avanti la mammella in modo da visualizzare, se possibi-
le, il contorno del muscolo pettorale (fig. XXXVII.lB) e
secutore e la paziente. Importante, in proposito, la pre-
l'intera porzione prepettorale dei quadranti interni.
liminare informazione della necessità di comprimere Nella donna sintomatica, o in caso di dubbio diagnosti-
la mammella <<per vedere meglio e con meno raggi». co, la mammografia biproiettiva bilaterale potrà essere
In età fertile l'osservanza della regola dei dieci giorni, completata con ulteriori proiezioni c tecniche complemen-
oltre ai vantaggi protezionistici (v. paragrafo 1.5.4), tari. La proiezione (LM) è spesso utile in
consentirà di evitare la congestione ghiandolare pre- presenza di piccoli reperti ai quadranti interni (che la mag-
mestruale che rende la compressione più dolorosa e giore vicinanza alla cassetta renderà più definiti). Può, inol-
meno efficace. tre, rivelarsi utile per il chirurgo o il radioterapista in fase di
programmazione del trattamento. Grande importanza assu-
Il mammografo è una apparecchiatura finalizzata a
ottimizzare il rapporto tra vantaggio diagnostico e costo
biologico nello studio radiografico della mammella. Spe-
ciali dispositivi permettono di distendere al massimo la
regione radiografata e comprimerla riducendone lo spesso-
re. 11 fascio radiante è opportunamente collimato. Le mac-
chie focali hanno piccole dimensioni: 0,3x0,3 mm quella
principale; O,lxO,l mm quella accessoria, un vero <<micro-
fuoco)} che permette di realizzare ingrandimenti diretti di
immagine 1,5-2x molto utili, ad esempio, nella valutazione
delle microcalcificazioni. Le caratteristiche spettrali del
fascio radiante (25-35 kVp) sono ottimizzate con opportune
combinaZioni tra anodo (in molibdeno, tungsteno o rodi o) e
filtro (in molibdeno, tungsteno, radio o palladio). Dispositi-
vi automatici selezionano i valori ottimali di kVp, mA e
tempo di esposizione (e in taluni casi anche la combinazio-
ne anodo/filtro più opportuna) in base allivello di compres-
sione della mammella e ai dati rilevati da una camera di
ionizzazione. Il sistema di registrazione è costituito da una
pellicola fotografica emulsionata su una sola faccia e uno
schermo di rinforzo singolo. La griglia antidiffusione, di
tipo mobile, riduce la radiazione diffusa.
Radiograficamente, nell'indicazione della sede di Fig. XXXVII.I. Mammografia biproiettiva: proiezione medio-laterale
obliqua (A) e cranio-caudale (B). La proiezione latero-mediale,
un reperto è utilizzato il classico schema «a quattro secondo i moderni canoni mammografici, è utilizzata come comple-
quadranti>> con riferimento alla regione retroareolare: mento in soggetto sintomatico o in caso di dubbio diagnostico. Il qua·
superoesterno (QSE), inferoesterno (QIE), inferointer- dro mammografico è di tipo misto parzialmente involuto (v. paragrafo
no (QII), superointerno (QSI). Dal QSE sì diparte il XXXV11.1.2). Si osservino in A: l'ampia porzione della regione ascel-
prolungamento ascellare della ghiandola mammaria. lare visualizzata al di sotto del muscolo pettorale (asterischi), corretta-
mente rappresentato (freccia lunga) fino a una linea orizzontale passante
per la regione areolare; la visuali nazione del solco sottomammado (free·
Nella tionna asintomatica l'indagine è eseguita con eia corta); la presenza, in sede ascellare profonda, di alcuni linfonodi
tecnica standardizzata (mammografia biproiettiva bilatera- privi di significato patologico (punta di freccia). In B è ben evidente il
le). La proiezione mediowlaterale obliqua (MLO) è realiz- contorno del muscolo pettorale (asterisco), che attesta la massima rap-
zata inclinando il fascio di raggi X di 45° in senso caudo- presentazione della porzione prepettorale dei quadranti interni.
Mammella 795
Fig. XXXVII.3. I tre aspetti principali dd quadro mammografico: A- radiotrasparenle, con minimi tralci fibrosi apprezzabili nel contesto adi-
poso largamente prevalente; B- misto, con commistione di arce radiotrasparenti adipose e di aree opache ghiandolari (con aspetlo prevalente-
mente micronodulare nel caso considerato); C- denso, con confluenza delle arce ghiandolari in quasi tutto l'ambito mammario. Nella pratica
mammografica si osservano frequentemente quadri intermedi di tipo (<prevalentemente radiotrasparente» o <<prevalentemente denso», come pure
varianti micro- o macronodulari. L: eclatante molteplicità dei quadri mammografici esprime la variabilità biologica dell'architetlura della ghian-
dola c nel contempo della sua velocità di involuzione.
risoluzione, accesso in tempo reale agli archivi elettronici, mammella, possono essere centrijì1ghe e centripete. Le
utilizzo di programmi dedicati ·(reti neurali artificiali!). prime sono di norma associate alla presenza di lesioni
espansive benigne (lipomi, cisti, fibroadenomi); le
1.3. Semeiotica mammografica seconde, che assumono aspetto di formazioni stellate
senza nucleo centrale radi opaco, possono correlarsi sia
Sul mammogramma verranno ricercati tre tipi fon-
a lesioni benigne (scleroadenosi e «radiai scam), sia a
damentali di anomalie isolate o variamente associate
lesioni maligne (carcinoma scirroso in fase iniziale).
tra loro, spesso riconoscibili come asimmetrie rispetto
Linterruzione delle strie al centro della distorsione
alla mammella contro laterale: lesioni nodulari, distor-
sioni architettoniche, calcificazioni.
Le lesioni nodulari radiotrasparellti e miste sono
di norma espressive di lesioni benigne: le prime per lo
più di lipoma (fig. XXXVII.5C), cisti lipoidea e galat-
tocele; le seconde di fibroadenolipoma, linfonodi
intramammari (più frequenti nel QSE!) ed ematoma.
Le lesioni nodulari radiopache possono essere
correlate sia a lesioni benigne che maligne. È oppor-
tuno sottolineare che, in una frazione significativa di
casi, la mammografia - da sola - non è in grado di
consentire la diagnosi di natura del reperto, obbligan-
do alla prosecuzione dell'iter, talvolta fino alla biopsia
escissionale.
orienta verso la malignità, la loro continuità depone a trascurabile di donne senza lesione maligna. In altri termi-
favore dell'ipotesi di benignità (fig. XXXVII.SE-F). ni, solo 2 su 3 casi sospetti o dubbi sono realmente positivi.
La diagnosi differenziale è compito impegnativo,
richiede l'effettuazione di mammogrammi comple- Impegnativa, in presenza di addensamento mam-
mentari con compressione mirata e spesso necessita mario diffuso associato a segni clinici di flogosi, è la
comunque di conferma con biopsia escissionale. diagnosi differenziale tra mastite acuta e mastite car-
Il riscontro mammografico di calcificazioni è even- cinomatosa. L'intenso ed esteso edema cutaneo, l'a-
to frequentissimo (fig. XXXVII.6). La maggior parte spetto di grossolana reticolazione del sottocutaneo
di esse (galattofori che, distrofiche, vascolari) sono be- (fig. XXXVI1.7), il possibile riscontro di microcalci-
nigne, connesse a mutamenti fisiologici del pH tessu- ficazioni o di linfoadenopatie ascellari indirizzano
tale. La presenza di microcalcificazioni nel contesto di verso la malignità.
un'opacità altrimenti considerata di tipo benigno, deve
TABELLA XXXVII. l. CRITERI ORIENTATIVI PER LA DIAGNOSI DI
indurre a sospetto. Come già detto, la valutazione ana- NATURA DELLE CALCIFICAZIONI MAMMARIE.
litica delle microcalcificazioni è possibile su mamma- BENIGNIT.4.
grammi ottenuti con compressione mirata e
mento diretto. In tabella XXXVII. l sono elencati alcu- Disposizione sparse; non disposte lungo un dotto; bilate-
rali; orientate verso il capezzolo (lineari)
ni criteri semeiologici orientativi per la diagnosi dina-
tura. Numero <5 per cm1
Dimensioni 0 > l mm; uniformi
Sussistono limiti oggettivi nella diagnosi di natura delle
calcificazioni. Lanyi e Neufgang (1984) hanno ottenuto, in Densità bassa (rispetto alle dimensioni)
una serie di 297 casi (42 carcinomi e 255 lesioni benigne),
una sensibilità nell'individuazione del carcinoma de198% e Forma regolare, ovalare, anulare
a binario (vascolan!)
un VPN del 99%, al prezzo di una specificità del 73% e di
MALIG:-!ITÀ
un VPP del 63%. Sulla base della sola mammografia, trat-
tare chirurgicamente tutte le donne con calcificazioni Disposizione raccolte in gruppo; disposte lungo un dotto;
sospette o dubbie comporta il trattamento di un numero non monolaterali; non orientate verso il capez-
zolo
·Numero >5 per cm'
Dimensioni 0 < l mm; variabili
Densità alta (rispetto alle dimensioni)
Forma irregolare, a piccole linee,con ramificazio-
ni o angolate, a forma di V, W, X, Y, Z, qua-
drate, triangolari, trapezoidali
S. Duttogalattografia
La presenza di secrezione dal capezzolo (ematica
colorata, sierosa, lattiginosa) può essere espressiva dÌ
molteplici tipi di patologia. La secrezione pluriorifi-
ziale o bilaterale è generalmente dovuta a cause extra-
mammarie (prolattinoma!); la secrezione monoorifi.
ziale è spesso sostenuta da lesioni endoduttali benigne
(galattoforite! papillomi!), ma può· essere l'unico
segno di un carcinoma (in particolare se ematica!).
Metodica elettiva di studio è la duttogalattografia.
Mammella 803
,.
c
7 Fig. XXXVJI.20. Recidiva di neoplasia mammaria. Scansione TC
dopo somministrazione c.v. di MdC iodato. I: ampia recidiva tmnora-
,.d,., le, con estensione ascellare (asterischi), coinvolge ed erode il margine
anterolaterale della scapola sinistra (freccia) e la parete toracica. In
Fig. XXXVII.2l. Linfoscintigrafia dopo iniezione intramammaria pc-
ritumorale di 99mTc solfuro colloidale. Il radio farmaco diffonde dalla
toracica anteriore destra sottocutanca è presente un dispositivo sede di iniezione (asterisco) lungo la via linfatica cd evidenzia il linfa-
per terapia farmacologica endovenosa (punta di freccia). nodo sentinella coinvolto in sede ascellare.
806 Capitolo XXV]]
nità medica vi è crescente tendenza ad assegnare al te riceverà relativamente al sospetto o alla diagnosi di
radiologo a indirizzo senologico il ruolo di punto di carcinoma mammario!).
riferimento per la «gestione» della donna (sintomatica I programmi di screening evidenziano che buoni
o asintomatica) lungo tutto l'iter diagnostico. A diaM livelli di sensibilità e specificità sono possibili solo
gnosi compiuta, il radiologo indirizzerà la paziente al dopo un'esperienza diretta di almeno 10.000 mamma-
chirurgo) al radioterapista o all' oncologo per la pro- grafie. L'esperienza quotidiana dimostra, a sua volta
grammazione del trattamento più opportuno. che le informazioni fornite dalle diverse indagini
Ciò implica per il radiologo che sceglie questa radiosenologiche devono essere tra di loro integrate e
«specialità nella specialità» una totale assunzione di necessitano di una sintesi unitaria che non può essere
responsabilità clinica non solo per quanto concerne le demandata ad altro specialista privo di specifiche
problematiche relative alla diagnosi e all'indirizzo competenze in diagnostica per immagini. II vantaggio
terapeutico, ma anche quelle di natura psicologica per la paziente sarà massimo solo quando lo stesso
(l'ansia correlata anche alla esecuzione della mamma- operatore o più operatori sinergicamente integrati
grafia in condizioni di asintomaticità! gli aspetti psi· saranno in grado di percorrere a fondo le varie tappe
cooncologici connessi ali' informazione che la pazien- dell'iter diagnostico.
CAPrroLo xxxvm
RADIOLOGIA PEDIATRICA
PAOLOTOMÀ
XXXV!ll.4).
hanno calibro proporzionatamente poco sviluppato, si che il consentire di evitare il ricorso all'angiografia.
812 Capitala XKXf/liJ "1
l
l
l
4. Mediastino migliore definizione del bilancio di estensione multi-
o planare (trattasi spesso di formazioni voluminose a
5 In età pediatrica problema di grande interesse è estrinsecazione cervicomediastinica o mediastinoad-
,_ i costituito dalle masse mediastiniche. 1130% di queste dominale), sia per la valutazione dell'eventuale com-
o
l
'l
si localizza nel compartimento anteriore. ponente endorachidea.
'(l
814 Capitolo X:Q:,V]lJ
il
il
Fig. XXXVIII. n. Invaginazione ileo-ceco·colica. Scansione 1
Fig. XXXVIII.lO, Fistola trachea-esofagea. Bambina di 7 giorni. Il
MdC baritato deglutito dalla piccola paziente riempie in toto l'esofa-
fica trasversale del fianco destro con tecnica color-Doppler. E ben
apprezzabile il tipico aspetto \m coccarda\) del complesso formato
esternamente dall'ansa invaginante (punte di freccia) e all'interno dal-
l
l
go (immagine a sinistra) e attraverso la fistola (freccia) si porta nel!a l'ansa invaginata (frecce) attorno alla quale si staglia l'iperecogenicità
trachea generando successivamente un vero e proprio quadro bronco- del tessuto adiposo mesenteriale (nel _cui contesto sono presenti un pic-
grafico (immagine a destra). colo linfonodo, L, c vas) congesti). :1
!
.J"
Radiologia pediatrica 815
ischemia-ipoperfusione (shock, asfissia, ipovolemia), infe- può osservarsi anche in fase di remissione). Si consideri
zione, alimentazione erronea (cibi iperosmolari, intolleran- comunque, che anse intestinali con pareti
za al latte). I sintomi (vomito, distensione addominale, diar- ispessite possono riscontrarsi anche in vasculiti (porpora di
rea ematica, shock) compaiono solitamente nel3°-4° gior- Sch5nlein-Henoch!) c in patologie ischemiche (invagina-
no di vita. zione! vo\volo! sindrome emoliticouremica!).
6.1.3. Tumori benigni più delle volte aspetto fusiforme ed è talora accompagnata
da ectasia delle vie biliari intraepatiche. Alla base della
Il più frequente nel bambino, così come nell'adulto, è malformazione è la presenza di un canale biliopancreatico
l'emangioma, manifestantesi spesso in forma di eman- comune; l'inserzione prossimale del coledoco con anomalo
gioendotelioma d(f!uso. Compare in età neonatale (con bre- sistema sfmteriale comporta in successione il reflusso di
ve intervallo libero dopo la nascita), si accresce rapidamen- succo pancreatico, l'aggressione enzimatica della parete
te (6-8 mesi), va incontro spontaneamente a lenta involuzio- biliare e la conseguente dilatazione globale del coledoco o
ne fibro\ipomatosa (18 mesi-lO anni). la stenosi del suo tratto terminale con dilatazione di quello
prossimale. L'ecotomografta consente agevolmente l'indivi-
Lecografia evidenzia l'aumento di volume del duazione del tratto dilatato in sede ilare epatica. Utili com-
fegato nel cui contesto sono dimostrabili formazioni plementi (anche al fine di evidenziare la presenza del cana-
nodulari multiple per lo più ipoecogene e aumento di le biliopancreatico comune!) sono la colecistografia percu-
calibro dei vasi epatici. Color- e power-Doppler indi- tanea, la colangio-RM ed eventualmente la colangiografia
viduano talora una vascolarizzazione centripeta intra- intraoperatoria.
nodulare. Nei casi dubbi è di norma risolutiva la re Dilatazione segmentaria dei dotti biliari intraepatici
(malattia di Caro/i). Consiste nella dilatazione sacculare
(v. paragrafo XXI.8.3). La RM (le lesioni hanno segna-
non ostruttiva delle vie biliari intraepatiche. È affezione a
le altamente iperintenso nelle sequenze T2-pesate!) è
carattere familiare, associantesi solitamente a fibrosi epati-
utile per memitorare la regressione delle masse dopo ca congenita e policistosi renale recessiva. Consegue vero-
l'eventuale terapia corticosteroidea, indicazione la similmente alla persistenza di segmenti dilatati della via
quale sorge in presenza di insufficienza cardiaca. La biliare primitiva posti attorno a una vena centrale. L'ectasia
persistenza di questa costituisce indicazione ali' embo- cistica con rami portali intraluminali rappresenta, di fatto, il
lizzazione in corso di angiografia. segno patognomonico ali' ecotomografta.
7.2. Malformazioni
Le displasie dell'apparato urinario sono considera-
te estesamente nel paragrafo XXVII. l O, al quale si Fig. XXXVIII.IS. PseudovalvolC ureterali. Urografia. Lungo il decor-
rimanda. so dell'uretere di destra sono apprezzabili numerosi difetti lineari tra-
sversali (frecce) dovuti alla presenza di pseudovalvole non ostruenti.
Normali i calici e la pelvi (P).
7.3. Masse renali e pararenali
7.3.1. Tumore di Wilms
Vecotomografia consente di identificare la massa
Costituisce di per sé il6% delle neoplasie infantili. Inte- e di definirne, nella maggior parte dei casi, aspetti
ressa soggetti al di sotto dei 6 anni, nell2% dei casi in for- importanti: l'origine renale, i limiti netti, la struttura
ma bilaterale. Ha tendenza a rimanere intrarenale e difficil-
spesso complessa (solida iperecogena, resa
mente supera la linea mediana. In linea generale è una lesio-
ne ben definita e «pulita)), contenente calcificazioni in non nea dalla presenza di aree pseudocistiche emorragiche
più del l 0% dei casi. o necrotiche- fig. XXXVJJI.l6A), la dislocazione
(ma non l'inglobamento!) dei grossi vasi, la presenza
eventuale di trombi neoplastici nelle vene renali e
la vena cava inferiore (tecniche Doppler!). La TC (fig.
è l'indagine d'elezione per la sua valu-
tazione compiuta (calcificazioni? tumore sincrono nel
rene controlaterale? isole macroscopiche potenzial-
mente maligne di tessuto embrionario? metastasi pol- \
monari ed epatiche?). La RM è indagine elettiva nel
controllo evolutivo e postoperatorio.
J scintigrafia con meta- 1111-benzilguanidina assume go tratto del midollo spinale e degli involucri meningei circostanti.
820 Capitolo XXXVI!J
ma di massa palpabile, sì che il suo riscontro è il più - disgenesia o agenesia gonadica (XO/XY; 46, XY): gonadi
delle volte occasiona! e in corso di ecotomografia. È palpabili o non, cervice uterina presente o non;
per lo più associato a ittero e spesso anemia. Nelle fasi -ermafroditismo vero (46, XX; 46, XY; mosaici): tessuto
iniziali assume l'aspetto di una massa solida ipereco- ovarico e testicolare simultaneamente presenti, gonadi paJ.
gena simulante un neuroblastoma, ma le tecniche pabili o non, cervice uterina presente.
Doppler dimostrano l'assenza di flussi nel suo conte-
sto. Assume poi gradualmente aspetto cistico colliqua- 8.2. Masse pelviche
tivo e nel contempo si riduce di volume. Questi rilievi, 8.2.1. Cisti ovariche neonata/i
insieme alla normalità dei cataboliti urinari delle cate-
colamine, sono elementi diagnostici differenziali Trattasi di norma di cisti follicolari da stimo lazio-
determinanti. Nelle fasi tardive l'esame diretto radio- ne (ormoni materni!), di solito rilevate coni' ecografia
grafico può mostrare calcificazioni «a zolla>> o «a prenatale. Il loro aspetto usuale di lesione cistica sem-
guscio». plice, a pareti sottili, molto mobile, può trasformarsi
in quello di una massa a struttura complessa in caso di
7.3.4. Trombosi delle vene renali del neonato torsione. Si porrà mente fil fatto che, a differenza di
quanto avviene nell'adulto, voluminosi follicoli (2-3
Si presenta in forma di massa palpabile accompagnata
da ematuria. È conseguenza di un flusso rallentato, di alte- cm di diametro) sono fisiologicamente presenti nelle
razioni della coagulazione del sangue (disidratazione, ovaie della neonata.
shock, diarrea, sepsi, madre diabetica) o di un trauma. Col-
pisce inizialmente le vene arciformi e interlobar:i, estenden- 8.2.2. Idro-emato-metrocolpo
dosi talora fino alla vena cava inferiore. Consegue all'accumulo nella vagina e nell'utero
di secrezioni (stimolate da ormoni materni!) o di san-
Cecotomografia evidenzia il cospicuo aumento di gue per la sussistenza di una ostruzione vaginale
volume del rene interessato, l'aspetto «marezzatO» del
(atresia, setto trasverso, imene imperforato, persisten-
parenchima, la scomparsa della differenziazione corti-
za della cloaca, seno urogenitale). L'esame diretto
co-midollare, strie iperecogene interlobari (vasi trom-
radiografico mostra una voluminosa opacità addomi-
bizzati!), l'estensione eventuale del trombo nella vena
popelvica che disloca in alto «a corona» le anse inte-
cava inferiore. Il color-Doppler dimostra l'assenza di
stinali; l'ecografia evidenzia una massa mediana
flussi venosi nella fase iperacuta, con progressiva
situata tra vescica e retto, con echi sospesi all'inter-
ricomparsa dopo istituzione di circoli collaterali ilari e
no. La vagina è dilatata e con pareti sottili. Le masse
capsulari.
di maggiori dimensoni determinano idroureteronefro-
si da compressione.
8. Apparato genitale femminile 8.2.3. Tumori pelvici
8.1. Malformazioni Sono rari in età pediatrica e per lo più costituiti da
rabdomiosarcomi, teratomi, neuroblastomi, /infami,
Le malformazioni uterovaginali e le disgenesie tumori ossei (sarcoma di Ewing! cisti aneurismatica!).
gonadiche sono considerate rispettivamente nei para- Tecniche d'elezione nel loro studio sono la TC e la
grafi XXX.7.1 e XXX.9.1, ai quali si rimanda. Per RM.
quanto concerne queste ultime, anche se l'individua-
zione della presenza o dell'assenza delle gonadi è pos-
sibile mediante ecografia, un bilancio accurato richie- 9. Neuroradiologia pediati'ica
de il ricorso alla RM.
Le molteplici affezioni oggetto di studio di questa
È utile ricordare che le forme di intersessualità sono
usualmente distinte in: disciplina (che per la sua importanza ha da tempo
- pseudoermafroditismofemminile (46, XX): gonadi non superspecialisti specificamente dedicati!) sono trattate
palpabili, cervice uterina presente; estesamente nel capitolo XXXII, al quale conseguen-
-pseudoermajroditismo maschile (46, XY) gonadi palpabili temente si rimanda. Verranno qui considerati alcuni
o non, cervice uterina assente; aspetti complementari.
Radiologia pediatrica 821
9.1. Varianti del normale e aspetti morfologici dei ventricoli (grado 2), provocare idrocefalia (grado 3),
particolari complicarsi con un infarto venosa emorragico periventrico-
iare (grado 4). Nella maggior parte dei casi l'affezione è ini-
Nel bambino la distanza tra arco anteriore dell'atlante e zialmente silente; è suggcribile quindi sottoporre tutti i pre-
dente dell'epistrofeo non infrequentemente raggiunge i 5 termine, nella prima e nella seconda settimana di vita, a
mm nel radiogramma LL del cranio e nella TC; se ne terrà ecografia (il sangue è iperecogeno nelle fasi acute!). L'eco-
debito conto onde evitare una erronea diagnosi di sublussa- grafia è inoltre di grande utilità nel monitoraggio dei casi
zione atlo-assiale. Analogamente, l'ipermobilità del tratto positivi perché, cogliendo l'instaurarsi di un'idrocefalia,
cervicale superiore, non infrequente nei primi 7-8 anni di permette di stabilire precocemente l'opportunità del tratta-
vita, può indurre alla erronea diagnosi di pseudolussazione mento. L'infarto venosa, inizialmente individuabile in for-
C2-C3. ma di iperecogenicità parenchimale, va incontro successiva-
mente a cavitazione con formazione di una cisti porocnce-
9.2. Ecografia cerebrale nel neonato e nel lat- falica comunicante con il ventricolo laterale.
tante 9.2.2. Lesioni ipossicoischemiche del pretermine
L'indagine è solitamente effettuata con approccio tran-
sfontanellare anteriore mediante trasduttori settoriali e Gli insulti ipossicoischemici determinano nel neonato
lineari ad alta risoluzione. L'impiego di frequenze ultraso- pretermine, come nell'adulto, nella fase cronica, necrosi
nore più basse è utile nella valutazione della fossa poste- coagulativa della sostanza bianca {leucomalacia periventri-
riore nei soggetti di alcuni mesi di vita e quando si renda colare). V ecografia ne consente l'individuazione solo nel
necessario un approccio transosseo. Principale indicazione 20-25% dei casi (un aspetto pluricistico sostituisce dopo 2-
è lo studio della patologia emorragica e ischemica del neo- 3 settimane l'iperecogenicità osservata in fase acuta). L'in-
nato. dagine ha scarsa sensibilità anche nella identificazione del-
le lesioni ischemiche e i11jartuali del neonato a termine
(iperecogenicità in fase acuta e subacuta). Le tecniche Dop-
9.2.1. Emorragia cerebrale del pretermine
pler possono evidenziare sia un aumento che una riduzione
Come detto nel paragrafo XXXII.3.3, si verifica gene- dei flussi, in relazione alle dimensioni, alla sede, alla fase e
ralmente nei primi quattro giorni di vita in neonati di peso alle reazioni vascolari perilesionali. La RM (sequenze SE
inferiore a 1500 g. Ne è causa principale la fluttuazione TI-pesate!) è la tecnica più sensibile nell'identificazione di
pressoria associata a immaturità dei meccanismi di autore- questo tipo di lesione e, quando eseguibile (in relazione alle
golazione del circolo cerebrale. L'emorragia origina nella condizioni del piccolo paziente!), mostra già in fase estre-
regione subependimale dei ventricoli laterali al davanti del mamente precoce un segnale elevato proveniente dalle aree
solco talamo-caudato (grado 1), può estendersi all'interno coinvolte.
CAPITOLO XXXIX
RADIOLOGIA INTERVENTISTICA
GIORGIO MALLARINI E GIUSEPPE CITTADINI
Alcune procedure diagnostiche, in particolare (ma poter far seguire un intervento chirurgico d'elezione e
non solo!) quelle angiografiche, rendono possibile non più d'urgenza), talvolta, infine, {ntegrative. Sia
realizzare estemporaneamente in forma programmata per la scelta della procedura più idonea che per la
atti terapeutici spesso sostitutivi di interventi più valutazione dei risultati è -necessaria una stretta col-
cruenti. Ad esempio, attraverso il catetere utilizzato laborazione interdisciplilrare con clinici e chirurghi
per l'angiografia epatica o renale è possibile iniettare (spesso restii ad affidare al radiologo i propri pazienti
farmaci vasoattivi, antiblastici o materiali embolizzan- per un «intervento»).
ti; sotto guida della colangiografia transepatica è pos-
sibile introdurre nei dotti biliari drenaggi ed endopro- l. Interventistica vascolare
tesi o realizzare una bilioplastica dilatativa; e ancora,
sotto guida radioscopica, deli' ecografia o della re, è Comprende procedure volte a ridurre o aumentare
possibile realizzare biopsie transcutanee in sedi anche il flusso arterioso distrettuale, alla rimozione di corpi
di difficile accesso chirurgico. Di queste procedure estranei endovasali, al campionamento selettivo, in
diagnosticoterapeutiche si interessa la Radiologia punti «mirati», di sangue venosa.
interventistica, disciplina richiedente grande manua-
lità e spirito similchirurgico, vera «Specialità nella 1.1. Riduzione del flusso arterioso distrettuale
specialità,, della quale il desiderio di innovazione e
l'immaginazione dei radiologi interventisti estendono Il flusso arterioso a un organo o a una lesione può
di giorno in giorno indicazioni e campi di applicaìio- essere ridotto con l'infusione nel vaso afferente di far-
ne. maci vasocostrittori o con l'occlusione meccanica
È opportuno qui sottolineare alcuni aspetti. Le pro- permanente o transitoria mediante emb'a!izzazione.
cedure interventistiche non possono essere disgiunte Come vasocostrittore nella pratica viene usata la vaso-
dall'atto diagnostico che le precede: la valutazione del- pressina; l'ocdusione meccanica può essere realizzata
le immagini, infatti, condiziona in maniera determi- con ampia scelta di materiali embolizzanti a seconda
nante la scelta della procedura più idonea. La molte- del risultato desiderato (tab. XXXIX.!).
plicità e la complessità delle procedure interventisti- L'infusione endoarteriosa di vasopressina trova
che rende necessaria l'istituzione di unità radiologi- indicazione ottimale nel controllo delle emorragie
che a esse specificamente dedicate che dispongano di digestive in quanto determina, simultaneamente alla
apparecchiature angiografiche, ecografiche e tomo- vasocostrizione, la contrazione della parete intestinale.
grafiche computerizzate di elevato livello, di sale ste- Viene instaurata preferibilmente in pazienti con nor-
rili, nonché di uno strumentario adatto a qualsiasi tipo mali valori di coagulazione, non nefropatici, senza
di impiego; in questo contesto è utile disporre di un gravi problemi coronaropatici e vasculopatici cerebra-
piccolo reparto di degenza nel quale il radiologo ab- li. La vasopressina è molto efficace nel controllo dei
bia il ruolo attivo che gli compete anche nel monito- sanguinamenti di origine distale sostenuti da piccole
raggio del paziente. arterie (fig. XXXIX.!); lo è assai meno in quelli da
Le procedure interventistiche sono spesso alter- ulcera piloroduodenale. Le complicanze dell'infusio-
llative a quelle chirurgiche (con risultati duraturi o ne sono abbastanza rare e correlate all'azione vasoco-
temporanei, ma con possibilità di replicare la procedu- strittrice generale, in particolare a livello cerebrale,
ra!), talora a esse preparatorie (con il vantaggio di cardiaco e viscerale: la sua sospensione è in genere
824 Capitolo XXX!
PARTICOLATI
Autologhi
coaguli addizionati di acido E-aminocaproico
frammenti di tessuto (grasso, muscolo, dura madre, fascia
lata)
Eterologhi riassorbibili
spugna di gelatina (Gelfoam, Spongostan)
cellulosa (Oxycel)
collagene (Avitane)
Fig. XXXIX.2. Emorragia bronchiale. L'arteriografia selettiva bron-
Eterologhi non riassorbibili
chiale sinistra (A) evidenzia un cospicuo spandimcnto di MdC nel con-
alcool polivinilico (Ivalon, Contour) testo del parenchima apicale. L'embolizzazione con alcool polivinilico
sfere di silicone (B), occludendo i rami arteriosi distali (aspetto «ad albero potato))), ha
sfere plastiche e metalliche consentito un completo controllo del sanguinamento.
LIQUIDI
isobutil-2-cianoacrilato {IBCA)
silicone
agenti sclerosanti:
alcool assoluto
MdC iodato bollente
soluzioni glucosate ipertoniche
atossisclerolo
trombovar
MECCANICI
spirali metalliche
spirali metalliche a distacco contro!lato meccanico o elettro-
meccanico
CATETERI A PALLONCINO
palloncino staccabile Fig. XXXIX.3. Proctorragia in rettocolite ulcerosa. Earteriografia
palloncino non staccabile superselettiva dell'arteria emorroidaria superiore (A) dimostra lo span-
dimento endorcttale di MdC originante da alcuni vasi parietali.
I..:embolizzazionc con alcool polivinilico (B) ha consentito un buon
meccanica può essere utilizzata anche nel controllo del sanguinamcnto senza peraltro determinare occlusione
distretto venosa. In passato era frequente l'embolizzazione totale dc! letto arterioso emorroidario.
Radiologia interventistica 825
'
0
{a sclerosi delle varici esofagee sanguinanti previo cate-
terismo retrogrado percutaneo transepatico: l'assai più age-
vole approccio e l'introduzione nella pratica
clinica della TIPS (v. paiagrafo XXXIX.2.2) ne hanno
modernamente limitato l'impiego.
I:embolizzazione della vena spermatica interna e delle
511 e collaterali mediante agenti sclerosanti (atossisclerolo al
3%, trombovar), spirali metalliche o palloncini staccabili,
costituisce da tempo un valido trattamento del varicoce!e
maschile. l',embolizzazione della vena ovarica è impiegata
nel trattamento del varicocele femminile, frequente causa di
dolore pelvico cronico. Il cateterismo superselettivo ha
luogo con approccio percutaneo transfemorale, attraverso le Fig. XXXIX.4. Angioplastica transluminale in osttuzione cronica
vene iliache, la vena cava inferiore e la vena renale. scgmentaria dell'arteria femorale superficiale. A: l'arteria femorale
Efficace prevenzione dell'embolia polmonare è possibi- superficiale, bruscamente interrotta al III medio della coscia (freccia
le mediante l'apposizione pcrcutanea di filtri cavali. Questi curva), è «riabitatml distahncntc (freccia) tramite un ricco circolo col-
laterale di compenso. B: l'ostruzione femorale, di breve estensione, è
sono introdotti chiusi, con l'aiuto di un catetere, attraverso superata da una guida sulla quale viene inserito un catetere a )Xlllon-
la vena femorale o la vena giugulare interna destra, e sono cino che viene poi gonfiato fino a ottenere adeguata dilatazione del
portati sotto lo sbocco delle vene renali (controllo radiosco- lume. C: il controllo successivo del risultato della procedura dimostra
pico!); vengono quindi aperti e ancorati alle pareti cavali un buon ripristino di calibro del lume arterioso con conseguente ridu-
l
costituendo una maglia che impedisce il passaggio degli zione de !l 'entità del circolo di compenso.
emboli provenienti dagli arti inferiori (che sono la causa più
frequente di embolia polmonare!). Vengono impiegati filtri
permanenti, più raramente temporanei. La tecnica dell'angioplastica è simile nelle fasi iniziali
! a quella del cateterismo arterioso secondo Scldinger. Dopo
l puntura percutanea vasale si valica la stenosi con l'aiuto di
l 1.2. Aumento del flusso arterioso distrettuale guide di piccolo calibro a elevata scorrevolezza; viene quin-
di introdotto il catetere il cui palloncino (diametro e lun-
l Il flusso arterioso a un organo o a un distretto cor-
poreo può essere aumentato con la dilatazione o la
ghezza sono prescelti in modo appropriato al calibro del
l, disostruzione meccanica percutanea del segmento
vaso e all'estensione della lesione) è posizionato in corri-
spondenza della lesione. Il palloncino è gonfiato più volte a
j arterioso afferente stenotico od ostruito, con la trom- brevi intervalli con MdC iodato diluito mediante siringa_.
bolisi locale o con l'aspirazione di !rombi. provvista di manometro fino a quando il vaso non riprende
La dilatazione percutanea di un'arteria (angiopla- il calibro primitivo. Il rimodel!amcnto del vaso ha alla sua
stica transluminale) è effettuata modernamente con base meccanismi molteplici c in parte oggetto di discussio-
cateteri a doppio lume all'estremità dei quali è presen- ne. Ematomi in sede di puntura e dissezioni sono le compli-
te un palloncino gonfiabile (cateteri di Griintzig). Una cazioni più comuni; rare l'embolizzazione distale dovuta a
buona dilatazione è in genere duratura e paragonabile frammenti di placca (2%) e la trombosi (che pùò essere
subito assoggettat1 a trombolisi locale); la rottura del vaso
nei risultati a distanza con le percentuali di successo
per sovradilatazione è evento eccezionale. La mobilizzazio-
dell'intervento chirurgico. Costituiscono indicazione a nc precoce (nelle angioplastiche periferiche) e la sommini-
questa procedura le stenosi arteriose uniche o multiple strazione di farmaci antiaggreganti piastrinici migliorano i
e le ostruzioni brevi, cioè estese a tratti inferiori a 5 Cm risultati a distanza.
(fig. XXXIX.4; v. anche fig. XXVII.60). Nella pratica, All'angioplastica transluminale si sono modernamente
nonostante l'esistenza di problemi clinici specifici dei affiancate procedure più sofisticate: l' aterotomia; l' angio-
diversi distretti che andranno attentamente prevalut3.ti, plastica laser-assistita; 1' apposizione di protesi metalliche,
tutte le arterie sono dilatabili, comprese quelle degli "Or- dette stent. Vaterotomia consiste nell'asportazione percu-
gani trapiantati, le fistole dei dializzati e le stenosi po- tanea totale o parziale della placca ostruente realizzata me-
diante strumenti a punta rotante o «a ghigliottina», gli ate-
stchirurgiche. L'angioplastica translurninale offre im-
rotomi, che la frammentano in piccoli corpuscoli i quali pos-
portanti vantaggi: basso costo, non necessità di aneste-
sono essere recupcrati mediante un sistema di aspirazione o
sia generale, degenza limitata a un massimo di 24 ore, stipati in un serbatoio che è parte integrante dello strumen-
ripetibilità. In caso di insuccesso è sempre possibile ri- to. 8angioplastica laser-assistita sfrutta la capacità del fa-
correre al posizionamento di uno stento a un scio laser, portato a contatto della lesione mediante apposi-
vo intervento chirurgico di disostruzione o di bypass. to catetere angiografico, di vaporizzare la placca senza re-
826 Capitolo XXXIX
tate in questa sede. Interesse superspecialistico rivestono necessaria non esistendo, soprattutto nel periodo postopera-
anche le procedure di interventistica neuroradiologica (v. torio, segni specifici di natura ascessuale della lesione: è
paragrafo XXXII. l?). eseguita inserendo lungo la via di accesso prestabilita un'a-
go da almeno 20 G (quelli di diametro inferiore rendono
J.3. Altre procedure vascolari difficoltoso aspirare il pus denso); vengono quindi aspirati
circa 5 ml di fluido sui quali si effettuano le necessarie inda-
Assumono una certa importanza la rimozione di gini di laboratorio. L'inserimento del catetere può avere
corpi estranei e il campionamento selettivo di sangue luogo con tecniche diverse, ciascuna delle quali presenta
venosa. vantaggi e svantaggi: la tecnica di Seldinger, con la quale
Per la rimozione di corpi estranei (frammenti di una guida metallica è inserita nell'ago usato per l'aspirazio-
guide, cateteri, endoprotesi, elettrodi di pacemaker) da ne che viene rimosso e infine sostituito con un catetere
curVo a fori multipli di 8 F di diametro; la tecnica trocar,
vasi sanguigni o da strutture canalicolari, si utilizzano
con la quale, dopo rimozione dell'agocannula, si introduce
per lo più lunghe guide angiografiche di piccolo un nuovo catetere di 8-16 F di ago e mandrino.
bro infilate «a cappio» in un catetere, cestelli Dopo l'apposizione del catetere di drenaggio la raccolta
li, cateteri con estremità a pinza manovrabi!e o a viene svuotata il più possibile (fig. XXXIX.?); si fissa quin-
!oncino. di il catetere alla cute per evitarne la rimozione accidentale
Le vene di drenaggio delle ghiandole endocrine e lo si connette a un sacchetto di raccolta. Il catetere è
sono essere cateterizzate con la tecnica di Seldinger se rimosso una volta normalizzato il quadro clinico.
.confluiscono nella circolazione sistemica o con
TABELLA XXXIX.2. l CAMPIONAMENTI VENOSJ PIÙ COMUNI.
dura analoga previa puntura percutanea transepatica
della vena porta se affluiscono al sistema portale. Il
Vene renali: determinazione selettiva della renincmia.
campionamento selettivo di sangue ve n oso può aver
Vene surrenali: individuazione di piccoli tumori corticali e
luogo in numerosi distretti (tab. XXXIX.2) e consente
midollari; dimostrazione della natura funzionante di un
di valutare direttamente l'increzione ormonale e, in tumore individuato con tecniche «per immagini,.
so di significativi gradienti, di dimostrare la presenza Seno petroso inferiore e seno cavernoso: individuazione di
e la sede di tumori ftmzionanti. La grande frequenza di microadcnomi secernenti de\l'ipofisi.
varianti anatomiche dello sbocco venoso e le influen- Vene tiroidee: individuazione e localizzazione di paratiroidi
ze sulla secrezione ormonale della premedicazione del ectopiche.
paziente, dell'iniezione di MdC iodato e dello stress in- Sistema portale: individuazione e localizzazione di tumori
dotto dalla procedura, costituiscono i principali limiti endocrini del pancreas (insulinomi, VIPomi, glucagonomi,
della metodica. gastrinomi).
ne nel loro contesto, dopo l'aspirazione, di una piccola ne di uno shunt porto-sistemico intraepatico transgiu-
quantità di alcool assoluto (che viene rimossa dopo al- gulare nei pazienti con ipertensione portale grave.
cuni minuti) induce la sclerosi della parete e riduce l'in- Capposizione di un drenaggio biliare esterno (fig.
cidenza delle recidive. Nel drenaggio delle pseudocisti XXXIX.9) è indicata negli ostruttivi, soprattutto
del pancreas i migliori risultati si ottengono con la pseu- se di origine neoplastica maligna: il drenaggio riduce
docistogastrostomia percutanea eseguita con accesso l'entità dell'ittero e migliora le condizioni generali del
anteriore transgastrico. paziente. È utile anche nelle fistole biliari, delle quali
agevola la guarigione. Costituisce, inoltre, il punto di
Attraverso un' agocannula posizionata nella pseudocisti partenza per le successive procedure interventistiche.
viene introdotta una guida metallica sulla quale viene fatta
poi scorrere una protesi munita di fori laterali in entrambe
le estremità ricurve che, dopo rimozione della guida, pesca-
no rispettivamente nella pseudocisti e nel corpo gastrico. La
protesi viene rimossa dopo circa due mesi per via endosco-
pica.
In alternativa alle procedure endoscopiche, la dila- fago o per cause neurologiche. In maniera analoga è
tazione delle stenosi esofagee (peptiche, da caustici, realizzata la ciecostomia percutanea, la quale ha la
acalasiche, neoplastiche, postchirurgiche) è possibile fmalità di detendere il viscere in caso di ostruzione o
mediante esofago plastica transluminale eseguita con pseudoostruzione acuta.
cateteri a palloncino e tecnica derivata dall'angiopla- Le fistole enterocutanee (infiammatorie, neopla-
stica (fig. XXXIX.l4). stiche, traumatiche, postoperatorie) possono essere
cateterizzate dall'orifizio esterno e drenate. L'incan-
Si introduce attraverso il cavo orale una guida angio- nulamento ha luogo, previa fistolografia, sotto guida
grafica che viene fatta avanzare sotto controllo radioscopi- radioscopica, con un catetere angiografico. Il
co oltre la stenosi. Llmgo di essa è quindi fatto progredire giova mantenuto fino a completa bonifica del tramite
un catetere a palloncino di diametro e lunghezza variabili a (il trattamento chirurgico diviene indispensabile qua-
seconda delle caratteristiche della stenosi, nel quale la pre-
senza di opportuni reperi radiopachi consente di valutare il lora non si abbia risoluzione del quadro entro 1-2
corretto posizionamento in corrispondenza della stenosi. Il mesi).
palloncino viene quindi gonfiato 3-5 volte con MdC iodato
per non più di 3-4 minuti onde evitare l'ischemia da com- 2.5. Trattamento della sterilità femminile di
pressione della parete esofagea. La dilatazione è ripetuta origine meccanica
ogni 3-4 giorni, fino a riduzione della disfagia, usando cate-
teri di diametro crescente. Il fattore tubarico (ostruzione mono- o bilaterale) è
una delle cause principali di sterilità femminile (30-
Con tecnica simile all'esofagoplastica translumi- 50%). Una buona parte delle occlusioni interessa il
nale è possibile dilatare le stenosi delle gastroenteroa- tratto istmico della tuba ed è causata da anomalie con-
·nastomosi, per via rettale le stenosi delle anastomosi genite, salpingiti, endometriosi, ma anche, spesso,
colo-sigmoidee. Nelle stenosi neoplastiche può essere dalla presenza di detriti amorfi. Mediante cateterismo
vantaggioso, onde eliminare la necessità di ripetere la selettivo delle salpingi è spesso possibile disostruire
dilatazione, il posizionamento di stent metallici autoe- occlusioni tubariche prossimali.
spansibili di grosso calibro che garantiscono una cana-
lizzazione duratura (fig. XXXIX.15). La procedura è effettuata convenientemente fra 1'8° e il
L'introduzione nello stomaco di un catetere da 12° giorno del ciclo. Si introduce nel canale cervicale un
naggio, realizzata mediante puntura diretta addomina- isteroiniettore, con il quale viene realizzata l'ISG (v. para-
le con la tecnica di Seldinger (gastrostomia percuta- grafo XXIX.5), documentando la morfologia dell'utero e la
sede della eventuale ostruzione. Attraverso l'isteroiniettore
nea), trova indicazione nei caSi in cui è impossibile viene poi introdotto nella cavità uterina un catetere precur-
l'alimentazione orale per ostruzione organica deli' es o- vato di piccolo calibro (5 F), il cui apice è posizionato in
corrispondenza dell'orifizio tubarico. All'interno del cate-
tere viene inserita una guida angiografica morbida che
viene fatta avanzare nella tuba ostruita fino a ripristinare la
Fig. XXIX.14. Esofagoplastica transluminale e apposizione di stent Fig. XXXIX.IS. Endoprotesi metallica rettale. La serrata stenosi neo-
La vistosa stcnosi neoplastica esofagea (frecce) è stata assoggettata a plastica (frecce) -dimostrata dal clisma con MdC iodato idrosolubile
dilatazione mediante catetere a palloncino (asterisco) di opportuna (A) è stata trattata mediante dilatazione transluminale con catetere a
lunghezza (punte di freccia) introdotto attraver>o il cavo orale. La suc- palloncino e posizionamcnto di stent metallico autoespansibile di
cessiva apposizione di uno stent «di protezione)) ha reso possibile una grosso calibro (B) onde garantire una canalizzazione prolungata nel
va!lda ricanali;,:zazione. tempo.
832 Capitolo XXXIX
pcrvietà (controllo salpingograf!Co! -fig. XXXIX.I6). Se nervo femorocutaneo; nella nevralgia del trigemino
entro 6 mesi non si è instaurata una gravidanza spontanea, l' alcoolizzazione del ganglio di Gasser.
la paziente è destinata ad altri programmi di terapia della
sterilità. Si procede di norma sotto guida della TC. Il plesso
celiaco e il plesso ipogastrico sono raggiunti con ago sotti-
2.6. Lisi percutanea dei dischi intervertebrali le per via addominale anteriore. Controllata la posizione
della punta dell'ago (agisce da reperc il tripode celiaco), si
Alcune forme di ernia discale (in particolare le pic- iniettano 30-40 ml di alcool assoluto, il quale, diffondendo
cole ernie semplici, ma anche quelle di dimensioni me- in tutta la regione del plesso, ne determina la lisi (fio.
die e grandi purché non complicate) sono passibili di XXXIX.l7). Le catene simpatiche toraciche
trattamento liti co percutaneo (chemonucleolisi; nu- giunte per via posteriore a livello di D3. Verificata median-
cleotomia pcrcutanea- v. paragrafo XXXII.17.8). Im- te iniezione di MdC iodato uroangiografico la non diffusio-
portante, in proposito, una attenta valutazione prelimi- ne nel mediastino e nel canale vertebrale, si iniettano fino a
nare eseguita mediante esame radiografico, TC, RM, 15 mi di una soluzione di fenolo all'85%. Le catene sim-
patiche lombari sono raggiunte per via posteriore a livello
discografia (quest'ultima indagine è ritenuta da taluni
di L3-L4. Dopo aver evidenziato gli ureieri (MdC iodato
Aa. importante per l'individuazione di controindica- uroangiografico c.v.!) sì da evitarne la puntura accidentale
zioni quali l 'incontinenza discale, la «fuga>ì vasale, le si inietta la soluzione di fenolo in sedute successive per
ernie intradurali o con possibile comunicazione suba- catena destra e sinistra.
racnoidale).
Fig. XXXIX.16. Disostruzione tubarica. La mancata visualizzazione istcrosalpingografica, su base ostruttiva, di entrambe le tube (JJ), ha indot-
to a procedere alla loro ricanalizzazione. Si è posizionato in corrispondenza dell'astio tubarico destro un catetere, ath·averso il quale si i; fatta pro·
gredire nella tuba (B) una guida morbida (frecce). Al termine della procedura, estesa in forma analoga alla tuba sinistra, si è o!!cnuto bllateral-
mentc un pieno ripristino della pcrvietà tubarica.
Radiologia interventistica 833
eventuali complicanze emorragiche. In caso di elevato onde rendere ancora più lungo il tempo di contatto. La.pro-
rischio di emorragia, la diagnosi differenziale delle cedura è ripetuta con cadenza trimestrale.
epatopatie croniche può essere perseguita mediante 8infusione, eventualmente effettuata come
biopsia epatica eseguita per via transgiugulare. preoperatoria (resezione epatica! trapianto!) o ìn combina-
La biopsia ossea percutanea, da tempo utilizzata a zione con procedure ablative, può aver luogo nel vaso arte-
rioso afferente alla neoplasia (chemioembolizzazione seg-
fini di prelievo midollare, trova modernamente indica-
mentaria o subsegmentaria) o nelle arterie epatiche propria,
zione nei tumori, nelle osteomieliti, nelle malattie destra o sinistra (chemioembolizzazione diffusa o lobare).
dismetaboliche. Presenta rispetto alla biopsia chirurgi- La prima tecnica è più indaginosa e costosa (microcateteri!
ca minori rischi di disseminazione neoplastica e di microguidet), ma permette di ottenere risultati migliori e di
fratture patologiche indotte. La biopsia della compo- minimizzare il daru10 tossico epatico; la seconda, necessaria
nente non calcificata può essere effettuata con i comu- in caso di localizzazioni plurisegmentarie, presenta compli-
ni aghi; l'attraversamento delle componenti calcifica- canze più frequent e importanti (dolore, nausea, vomito
te o ossee richiede, viceversa, aghi di grosso calibro o peggioramento della funzionalità epatica, colecistite,
introduttori a vite di una certa traumaticità. È in gene- creati te e gastrite). I risultati sono ottimi nelle lesioni di pic-
cole dimensioni (90-1 00%), meno buoni nelle lesioni volu-
re sufficiente la guida radioscopica, ma la re si rende
minose, multiple o diffuse. Controindicazioni sono costitui-
necessaria in alcuni distretti (ossa piatte, colonna ver-
te dall'insufficienza epatica grave, dalla trombosi portale e
tebrale) e per la biopsia della componente extraossea. dall'estesa sostituzione neoplastica epatica. Un giudizio
attendibile sui risultati è reso possibile dalla TC (valutazio-
ne della distribuzione e della concentrazione dellipiodol nei
4. Interventistica oncologica noduli tumorali a 15 giorni di distanza dalla procedura) e
dalla RM (valutazione del c.e. dopò iniezione e. v. di MdC
Comprende procedure angiografiche (ad esem- paramagnetico).
pio, l'infusione selettiva nel territorio bersaglio di far- Procedure di chemioembolizzazione sono state applica-
te con successo anche in altri distretti (rene, osso, tessuti
maci antiblastici), procedure percutanee ablative (ad
molli), a scopo palliativo (dolore, emorragia) o prechirurgi-
esempio, l'alcoolizzazione di epatocarcinomi) e, in co (riduzione dimensionale, devascolarizzazione).
distretti particolari, procedure brachiterapiche (ad La perfusione arteriosa mira a realizzare una chemio-
esempio, l'inserimento di fili di materiale radioattivo terapia locoregionale mediante posizionamento intraarterio-
nel contesto di tumori delle vie biliari). so di cateteri permanenti connessi a un piccolo serbatoio
sottocutaneo o di cateteri temporanei lasciati in sede da
4.1. Procedure angiografiche pochi minuti a qualche giorno. E cateterizzata selettivamen-
te l'arteria principale afferente alla neoplasia e, dopo embo-
Le principali sono: la chemioembolizzazione, la lizzazione di eventuali circoli minori, si procede all'infusio-
perfusione arteriosa, la perfusiqne ipossica e la perfil- ne. Le applicazioni più comuni sono il trattamento delle
sione distrettuale con blocco del flusso arterioso e metastasi epatiche (il più frequente!) e delle recidive di
venosa («stop-flow»). Trattasi di varianti tecniche di tumori mammari e pelvici. La metodica fornisce buoni
chemioterapia locoregionale che presentano il vantag- risultati nel controllo della malattia locale.
Procedure tuttora sperimentali sono la perfusione ipos-
gio, rispetto alla infusione sistemi ca, di realizzare una
sica e la perfusione distrettuale con blocco del flusso.
elevata concentrazione di farmaco antiblastico in sede Entrambe prevedono una prima fase in cui si induce ipossia
tumorale riducendo al minimo gli effetti di tossicità nel territorio bersaglio mediante occlusione arteriosa tem-
sistemica. poranea, c tma seconda fase in cui si infondono dosi eleva-
te di un antiblastico la cui attività citotossica è potenziata
La chcmioembolizzazione, principalmente impiegata dall'ipossia (ad esempio, la mitomicina C). La perfusione
per la terapia palliativa dell'epatocarcinoma e delle meta- ipossica epatica si effettua mediante posizionamento super-
stasi epatiche ipervascolari (tumori neuroendocrini!), consi- selettivo nell'arteria epatica di un catetere angiografico
ste nell'iniezione di una sospensione di antiblastico (adria- dotato di un palloncino da occlusione: gonfiando il pallon-
micina, mitoxantrone o cisplatino) in lipiodol ultrafluido cino si crea un blocco del flusso e la conseguente ipossia. La
(MdC iodato oleoso che induce una embolizzazione perife- perfusione distrettuale con blocco del flusso arterioso .e
rica del microcircolo tumorale prolungando conseguente- venosa è procedura più invasiva applicabile a livello toraci-
mente il tempo di contatto tra antiblastico e lesione). Alter- co, addominale e pelvico. In anestesia generale si posizio-
mine dell'infusione viene generalmente iniettato un embo- nano per via percutanea attraverso i vasi femorali arteriosi e
lizzante riassorbibile (frammenti di spugna di gelatina) venosi rispettivamente nell'aorta e nella vena cava due cate-
l
Radiologia interventistica 835
teri dotati di palloncino da occlusione. Dopo aver gonfiato sia generale in corso di laparotomia (ad esempio, in corso di
entrambi i palloncini, attraverso un circuito extracorporeo interventi di resezione epatica). I vantaggi, rispetto alla
collegato all'introduttore o al catetere stesso si introduce il alcoolizzazione, consistono nella precisa demarcazione del-
farmaco antiblastico. La perfusione è protratta per circa 20 l'area di necrosi e nei risultati più favorevoli ottenuti nel
minuti. Le principali applicazioni nelle quali la metodica trattamento delle metastasi. Controindicazioni relative sono
fornisce risultati incoraggianti (riduzione della ITiassa tumo- costituite dalle lesioni contigue a grossi vasi (dispersione di
rale e del dolore) sono il carcinoma del pancreas e le reci- calore!) e all'ilo epatico (danno duttale biliare!). Le compli-
dive pelviche di tumori colorettali o genitali. canze sono di modesta entità (dolore e febbre) o rare (emo-
peritoneo).
4.2. Procedure percutanee ablative La fotocoagulazione laser è realizzata sotto guida eco-
grafica introducendo sottili f1bre ottiche sterili collegate a
Fanno uso o dì liquidi necrotizzanti (alcool etilico, un generatore Nd:YAG all'interno di l o più aghi da 19 G
acido acetico, soluzione fisiologica bollente), o di agen- infissi nella lesione. I: energia luminosa, convertita in calo-
ti fisici ìpertermici (radiofrequenze, fasci laser, mi- re, è responsabile della necrosi coagulativa. I risultati sono
croonde, ultrasuoni), o di agenti fisici ipotermici (crio- buoni per lesioni di diametro inferiore a 3 cm, con compli-
canze simili a quelle dell'elettrocauterizzazione.
terapia).
I: ablazione con microonde (2450 MHz) è realizzata
mediante l'infissione diretta di un opportuno elettrodo nella
L'alcoolizzazione con etanolo al99%, utilizzata inizial-
lesione tumorale. Il cambiamento di polarizzazione delle
mente per la terapia degli epatocarcinomi di dimensioni in-
molecole di acqua induce la produzione di calore che è
feriori a 3 cm, si è progressivamente diffusa al trattamento di
responsabile della necrosi coagulativa. Il trattamento, le cui
lesioni di maggiori dimensioni e di lesioni secondarie. Il mec-
complicanze sono sovrapponibili a quelle dei precedenti, si
canismo d'azione è duplice: danno diretto dovuto alla dena-
è dimostrato eff1cace su lesioni epatiche di diametro infe-
turazione proteica e alla disidratazione cellulare con conse-
riore a 2 cm.
guente necrosi coagulativa; danno indiretto dovuto alla trom-
I: ablazione con US è realizzata mediante la loro foca-
bosi dei piccoli vasi intratumorali. Sotto guida ecografica è
lizzazione per via transcutanea sulla lesione. Responsabile
introdotto all'interno della lesione un apposito ago dotato di
della necrosi coagulati va è la produzione di calore conse-
fori laterali attraverso il quale si iniettano 3-10 mi di etanolo
guente all'assorbimento dell'energia ultrasonora (minore
per seduta. Il quantitativo totale di alcool necessario per in-
importanza hanno i fenomeni di cavitazione).
durre necrosi completa del nodulo dipende dal suo volume.
L'uso di agenti ipotermici (crioterapia) trova utile indi-
Lesioni voluminose o multiple possono essere trattate in
cazione nel! 'ablazione delle neoplasie prostatiche. La sonda
duta singola con grossi volumi di alcool (fino a 200 ml) in
è introdotta nella lesione mediante guida ecografica endo-
anestesia generale._ li trattamento di nodu!i di piccole dimen-
rettalC. Nel trattamento delle lesioni epatiche la necessità di
sioni non richiede, viceversa, né sedazione né ospedalizza-
sonde di grosse dimensioni ne rende necessaria l'introdu-
zione del paziente. Le percentuali di sopravvivenza a 3 e 5 an-
zione per via laparotomica o laparoscopica.
ni sono paragonabili a quelle ottenute con resezione chirur-
gica negli epatocarcinomi. Controindicazioni sono costituite
dalle forme infiltranti diffuse e dalla trombosi portale. Le 4.3. Procedure brachiterapiche
complicanze sono generalmente rappresentate da dolore in
sede di iniezione e, talvolta, febbre; più raramente da trom- In: linea generale, la guida ecografica o fluorosco-
bosi portale segmentaria, reazioni vasovagali, emoperitoneo, pica -rende maggiormente precisa la distribuzione
sanguinamento (talora fatale!) di varici esofagee. Un giudi- endotumorale dei materiali radioattivi sigillati. Si rin-
zio attendibile sui risultati è reso possibile dalla TC, dalla RM via ai relativi paragrafi per le indicazioni e i commen-
edal power-Doppler (assenza di c.e. dopo iniezione e. v. di ti tecnici su queste procedure di crescente interesse
MdC!). Nel trattamento delle metastasi la necrosi completa è radioterapico.
mggiunta in meno del 50% dei casi (la loro consistenza
cola la diffusione dell'etanolo!). I risultati ottenibili con aci- Le procedure interventistiche oncologiche hanno
do acetico e soluzione fisiologica bollente sono simili a quel- subito una decisa valorizzazione negli ultimi anni. In
li de!l 'alcoolizzazione.
alcuni centri la loro crescita è esponenziale e ha con-
L' elettrocauterizzazione a RF permette di ottenere una
necrosi coagulativa (conseguenza dell'ipertermia tessutale) dotto a superare quantitativamente le procedure da
in un diametro di 3-5 cm attorno alla punta dell'ago-elettro- tempo in uso per i vari tipi di patologia non neoplasti-
do (15-18 G) collegato al generatore. Il trattamento, della ca dei diversi organi e apparati. La formazione di
durata di 10-20 minuti, è eseguito per via percutanea sotto superspecialisti oncoradiologi è diventata una concre-
guida ecografica o TC con sedazione profonda o in aneste- ta realtà.
FONDAMENTI DI RADIOTERAPIA
DANIELE SCARPATI E VITO VITALE
CAPITOLO XL
La radioterapia è quella branca specialistica della radiobiologia, branca della radiologia in gran parte
medicina che s'interessa dell'uso delle radiazioni io- legata alla radioterapia e sempre più capace di spie-
nizzanti nel trattamento delle malattie neoplastiche e game, prevederne, programmarne i risultati, compren-
di alcune affezioni non neoplastiche che traggono da derne gli insuccessi e i danni eventuali. Noi ci occu-
essa vantaggi superiori o uguali a quelli ottenibili con peremo di quella parte della radiobiologia che più
altri mezzi. strettamente si collega alla radioterapia, la radiobiolo-
gia clinica.
Un tempo il concetto di radioterapia era più ampio e si La radioterapia è una specialità medica un po' par-
identificava genericamente con l'uso di mezzi terapeutici ticolare: essa usa un agente fisico per produrre effetti
«fisici»: radiazioni ultraviolette, luminose e infrarosse, chimici e biologici all'interno dell'organismo. È strut-
microonde, onde corte, onde lunghe, forme di energia
turalmente diversa dalla chirurgia, che agisce in modo
ca non radiante come ultrasuoni, correnti elettriche e campi
magnetici. Questi mezzi, ai quali modernamente si sono meccanico sull'organismo, e dalla terapia medica, che
aggiunti i fasci laser, hanno indicazioni terapeutiche molto vi agisce per via chimica: però, come la chirurgia,
diverse comprendenti malattie oggetto di interesse specifico richiede un bagaglio di nozioni tecniche che compren-
di discipline specialistiche (dermatologia, reumatologia, de capacità di localizzazione, scelta di vie di acg:sso,
fisiatria). È pertanto naturale che il bagaglio teorico e lo definizione di aree, volumi, rapporti anatomici; come
strumentario terapeutico relativo siano divenuti propri di la terapia medica, introduce nell'organismo un agente
queste specialità, a eccezione delle radiazioni ionizzanti il capace di effetti biologici, che quindi va dosato "nella
cui uso, per i rischi connessi, è consentito per legge solo allo quantità e nel tempo. Dedicheremo un capitOlo alle
specialista in Radioterapia. metodiche e iecniche radioterapiche: è forse il più
importante, perché quello più caratteristico di questa
Bersaglio fondamentale della radioterapia è la ma- disciplina.
lattia neoplastica: ciò obbliga in prima istanza a richia- Parleremo poi della radioterapia delle varie forme
mare alctmi concetti di base della moderna oncologia, tum'orali suddivise per organi e dei risultati ché in ge-
in parte riferentisi alla problematica biologica della cel- nere vi si ottengono. A questo proposito è opportuno
lula neoplastica, in parte a quella clinica del suo pro- fin da ora stabilire alcune regole generali.
dotto, il cancro. a ogni atto terapeutico, in oncologia, è la più comple-
Strumento della radioterapia sono le radiazioni ta documentazione della natura e dell'estensione del-
ionizzanti elettromagnetiche e corpuscolari: uno stru- la malattia. Questa deve essere diagnosticata (confer-
mentario, da tm punto di vista fisico, complesso quan- ma i'stologica!) e studiata: se ne deve, cioè, definire al
to quello della radiodiagnostica e richiedente alcune meglio la diffusione locale (volume e struttufe interes-
nozioni supplementari di fisica delle radiazioni. sate dal tumore primitivo), regionale (nietastatizzazio-
ne alle stazioni linfatiche) e a distanza (metastatizza-
È opportuno aggiungere che lo strumentario del radiote- zione a organi lontani: più comunemente scheletro, pol-
rapista comprende anche quegli agenti fisici e chimici che mone, fegato, encefalo).
possono modificare in modo utile l'effetto delle radiazioni
ionizzanti: per esempio, l'ipertermia e i radiosensibilizzanti. Su queste basi, e tenuto conto delle conoscenze di
storia naturale del tumore da trattare (tendenza alla dif-
Esistono dei presupposti teorici per l'impiego tera- fusione; organi e sedi coinvolti; responsività ai diversi
peutico delle radiazioni ionizzanti: di essi si occupa la agenti terapeutici), si programma razionalmente un in-
840 Capitolo XL
tervento terapeutico, il quale può essere orientato: essa è però mutilante e la radicalità (rimozione di
alla cura del paziente, cioè a liberarlo completa- tutto il volume corporeo a rischio di diffusione
mente dalla malattia, attenendone la guarigione; neoplastica microscopica) ha un prezzo biologico
alla palliazione, cioè a ridurre o eliminare sintomi spesso troppo elevato o non è tecnicamente realiz-
disturbanti o invalidanti, come pure a prevenirli zabile.
(fratture!), e quindi in sintesi a prolungare la vita B. La radioterapia ha grande efficacia sulle aree di
residua e a migliorarne la quantità. invasione microscopica (propaggini neoplastiche
periferiche della massa principale; micromctasta-
I caratteri più peculiari -e in particolare le possi- si a stazioni linfatiche o a organi vicini), ma la sua
bilità e i limiti- delle diverse metodiche terapeutiche, radicalità sulla massa principale è più incerta e
ne dettano l 'uso e l'eventuale associazione (fig. XL. l spesso richiede dosi di radiazione troppo elevate
e tab. XL. l). e per questo non tollerabili dalle strutture
Vigone, in prima istanza, le seguenti considerazio- contigue.
ni generali: C. La chemioterapia ha caratteri di sistematicità e
A. La terapia chirurgica è la più efficace per elimi- interessa quindi tutte le localizzazioni della neo-
nare una massa macroscopica «perché la asporta»: plasia; la sua insufficiente selettivìtà d'azione fa
sì che spesso le dosi di farmaci antiblastici som-
ministrabili senza danni eccessivi siano insuffi-
cienti a eradicare masse neoplastiche importanti.
....
· METASTASI
"
TABELLA
Chirurgia
XL, l, RUOLO DELLE DIVERSE MODALITÀ TERAPEUTICHE.
Tumore Diffusione mie roseo- Micrometastasi
primitivo piea locorcgionale
+++ +--
sistemiche
Il cancro è oggi la seconda causa di morte nel Sebbene il numero totale dei tumori sia in aumento,
mondo occidentale: i dati statistici mostrano che ogni almeno in parte per l'allungarsi della vita media, le inci-
cento persone nate, 42 si ammaleranno di cancro nel denze relative delle diverse forme di neoplasia sono in con-
tinua variazione; ad esempio, di fronte a un aumento del
corso della loro vita: di queste, 19 moriranno per que-
cancro del polmone, particolarmente evidente fra le donne,
sta causa. Malgrado la sua importanza come causa di vi è una diminuzione del cancro del cavo orale, dello sto-
morte, il cancro è una malattia relativamente poco maco e dell'utero. Nella fig. XLI.l sono rappresentate inci-
frequente: se ne osservano ogni anno 3 nuovi casi denze e mortalità delle più comuni forme di malattia tumo-
ogni l 000 abitanti; in un ospedale generale meno del rale. I carcinomi ne costituiscono il 70% circa.
5% dei ricoveri è per un cancro. Un medico che assi-
sta 2000 pazienti farà circa 25 certificati di morte
ogni anno, 5 dei quali per cancro. l. Patologia e storia naturale
INCIDENZA MORTALITA' La riproduzione è proprietà fondamentale della
matefia vivente: la sua modalità di base è la mitosi,
cute .......... .
che avviene fisiologicamente in tutti i tessuti, con
(m,lonomo)
tassi diversi nei diversi organi e nelle diverse situa-
testa-coHo .
zioni funzionali. Qualora i delicati meccanismi che
controllano la mitosi subiscano delle alterazioni, può
polmone .... originare una neoplasia, che viene definita maligna
quando acquista caratteristiche invasive, assenti nei
mammella.
tumori benigni. La velocità di crescita di un tumore
maligno può essere più o meno rapida, ma è spesso
e•ofago-stomaco---
pancreas . inferiore a quella dei tessuti normali: la crescita però
colon-retto ..
urinario. prosegue incontrollata fino alla morte del soggetto.
La cellula neoplastica in realtà è una cellula deficita-
····cr o Cf Q
......
prostata .. ria rispetto al suo corrispondente normale: fra le
capacità che ha perduto, vi è quella di essere recettiva
ai meccanismi di regolazione che governano i norma-
li equilibri fra tessuti.
leucemie
linfomi ... ..? Le conoscenze sulla ca11cerogenesi hanno avuto note-
vole irppulso dallo sviluppo della Biologia rnolecolare. As-
altri ..... ...... l§ ...... .. . .2..1. .. sume, nel contesto, grande importanza il concetto che la can"
cerogenesi è un processo complesso e progressivo che attra-
versa di norma una fase di iniziazione e una di promozione,
con !'attivazione di ((Oncogeni» (cioè geni che codificano
proteine regolatrici della proliferazione cellulare, come l'on-
Fig. XLI.l. Incidenza c mortalità relative per i principali tipi di can-
.Ji
cro. Valori «stimati>l riferiti alla situazione italiana (1994). Da: Zane t ti cogene ras, in grado di indurre perdita dell'inibizione da con-
R., Buiatti E.: Federico M. e Micheli A., Httti e cifre dei tumori in tatto, e l' oncogene rnyc, in grado di conferire immortalità al"
liolio, il P'""" Soi"'tifiw Edilcm, Remo 1998. la cellula) o !'inattivazione di ((geni soppressori». Ha poi
ì 1
luogo il superamento delle difese immunitarie dell'organi- Per quanto esistano comportamenti preferenziali
l
smo osPite, sì che il tumore può svilupparsi nonostante l'an- nella via di metastatizzazione, non vi sono comunque
tigenicità della è'ellula neoplastica. Meccanismi di difesa in regole assolute: in generale i carcinomi seguono la via
cel'ta misura efficaci sono invece invocati per giustificare il
linfatica e successivamente quella ematica (con ampie
fatto che l'incidenza di metastasi è in realtà enormemente
eccezioni), mentre i tumori di origine mesenchimale
inferiore alla frequenza con cui si possono rilevare cellule
neoplastiche nel torrente circolatorio di soggetti con tumo-
re localizzato. Un altro fenomeno ben noto è la presenza di
infiltrati linfoplasmocitari peritumorali riscontrabili in al-
metastatizzano più precocemente per via ematica. Le
particolari caratteristiche dei tumori degli- organi emo-
linfopoietici comportano una storia naturale peculiare
l
cune forme neoplastiche, la cui prognosi è migliore di quel- sulla quale torneremo. '
la di casi corrispondenti in cui manca questo aspetto istopa- Caratteristica particolare della crescita tumorale
tologico. sia nel tumore primitivo che nelle metastasi, è
gu3tezza dell'apporto ematico da parte della rete
Il cancro non è una malattia ereditaria, ma nella vascolare neofonnata, che rende ragione dei fenomeni
sua comparsa influiscono certamente fattori genetici, anOssici e necrobiotici in essi presenti.
come è dimostrato dalla sua particolare frequenza in L'aumento di volume del singolo focolaio neopla-
certi gruppi familiari, per esempio nel caso del cancro stico costituisce la risultante di due fenomeni: la mol-
mammario. Esistono almeno due sicuri esempi di tiplicazione celiare (che genera nuove cellule) e la mor-
tumori legati strettamente a fattori genetici: il retina- te di cellule invecchiate. Solo una parte più o meno pic-
blastoma e l'adenocarcinoma del colon insorgente su cola dell'intera popolazione cellulare, il compartimento
poliposi diffusa. pr91iferativo, è in fase moltiplicativa in un dato istan-
In linea generale è necessario parlare non di «cau- te . La dimensione di questo compartimento varia in
sa», ma di «cause» del cancro, determinanti le prime fuiizione della presenza o meno di elementi perturbanti.
modificazioni funzionali e morfologiche della cellula
Il tempo di raddoppiamento potenziale, in assenza di
normale. Per alcuni carcinomi (cervice uterina, prime
morti cellulari, del compartimento proliferativo è di 2-
vie aeree e digestive) è possibile individuare lo stadio
20 giorni, ma il tumore intero come «massa cellulare}>
in cui le cellule dell'epitelio mucosa sono morfologi-
raddoppia le sue dimensioni in tempo molto più lun-
camente anormali, ma non hanno ancora acquistato ca-
ghi. I carcinomi mammari, ad esempio, hanno un tem-
ratteri di invasività. Questo stadio, definito di carcinO-
. podi raddoppiamento volumetrico compreso tra 60 e
ma in situ, è spesso seguito, eventualmente a grande
400 giorni. Ciò significa che un tumore diagnosticato
distanza di tempo, dal carcinoma invasivo.
quando ha l cm di diametro, pesa un grammo e con-
Esistono numerose situazioni preneoplastiche,
tiene circa un miliardo di cellule, per giungere a que-
cioè situazioni seguite con grande probabilità dallo
sta dimensione è passato attraverso 30 raddoppiamen-
sviluppo di un tumore maligno: ad esempio l'iperche-
ratosi cutanea, la leucoplachia, la papillomatosi ti in un periodo di tempo fra 5 e lO anni (fig. XLI.2).
vescicale, la poliposi del colon, la malattia di Paget In tutto questo tempo ha potuto dare metastasi, capaci
dell'osso. a loro volta di manifestarsi clinicamente dopo un in-
Sebbene la cancerizzazione possa interessare una tervallo altrettanto lungo.
unica cellula, essa è per lo più un fenomeno multifo-
cale nell'ambito di un distretto anatomico o di un
organo. In un secondo tempo la crescita della neopla- 2. Classificazione e stadiazione
sia avviene con modalità diverse:
I tumori possono essere classificati in base al tes-
- crescita locale, espansiva o infiltr.ante, con pro-
suto di origine in:
gressiva distruzione delle strutture anatomiche
interessate; - carcinomi squamosi, insorgenti su superfici rico-
- diffusione a distanza secondo modalità differenti: perte da epiteli stratificati;
metastatizzazione per via linfatica e per via emati- - adenocarcinomi, originanti da mucose secernenti;
ca, sia nella direzione del flusso normale che con- - sarcomi, di origine mesenchimale;
trocorrente per quanto riguarda il circolo venosa e - tumori emolinfoproliferativi, comprendenti neo-
linfatico; metastatizzazione all'interno di cavità plasie del tessuto linfatico, emopoietico e retico-
sierose (pleura e peritoneo) o negli spazi meningei. lare;
·•jf
Il cancro e la sua problematico biologicoclinica 845
te toraci ca, lo stato dei linfonodi regionali, la finora applicati con successo solo nello studio della cervi-
za o meno di rnetastasi, la varietà istologica, lo stato ce uterina, de!la vescica, del polmone, dello stomaco e dei-
recettoriale ormonale, e altri (sempre più numerosi!) la prostata. Gli esami radiologici più fruttuosi sono la
parametri morfologici (componente intraduttale, mammografia, il clisma a DC del colon e del retto, l'esofa-
microcalcificazioni, invasione perilinfatica e perineu- gografia (specificatamente in Cina, ove, in alcune provin-
ce, il carcinoma esofageo può considerarsi endemico!), l'e-
t:ale, etc.) c funzionali (frazione di cellule in fase di same a DC dello stomaco (significativa in proposito, l'e-
sintesi del DNA, rnarcatori, etc.). Solo sulla base di sperienza giapponese!). I programmi di screening di questo
questi elementi e di quelli propri della paziente (età, tipo sono comunque soggetti a precisi limiti tecnici e bio-
stato mestruale, eventuali affezioni concomitanti) logici: scoprire un tumore di l cm di diametro significa
sarà possibile formulare una prognosi e programmare scoprire un tumore che ha avuto alcuni anni di tempo per
la sequenza di misure terapeutiche più adatte alla cir- disseminarsi, frustrando spesso il risultato finale della tera-
costanza. Nei capitoli relativi ai diversi organi e neo- pia; è comunque provato che la prognosi è migliore quando
plasie faremo cenno ai singoli criteri di stadiazione: si interviene su tumori piccoli. Nel caso del cancro della
per una analisi più approfondita rimandiamo alla cervice uterina, nei paesi dove da maggiore tempo e più
estensivamente sono state condotte campagne di screening,
pubblicazione deli 'UJCC «Atlante TNM>>, IV si è ridotta l'incidenza del cancro in fase sintomatica. Sono
Edizione, Minerva Medica, 1998. oggetto di attenta considerazione le possibilità offerte dalla
Ulteriore importante parametro per la definizione determinazione dell'antigene prostatico specifico (PSA) e
prognostica di una neoplasia è il «grading>>, cioè la di altri marcatori, nonché degli screening genetici.
definizione del grado di differenziazione della cellula
neoplastica rispetto al suo archetipo normale (indica- Le campagne di screening non possono comunque
to con valori crescenti da Gl, ben differenziato, a G4, aver successo di fronte a gravi carenze di educazione
indifferenziato), che dovrebbe rispecchiare una mag- sanitaria proprie della popolazione o anche del per-
giore o minore aggressività biologica. La difficoltà sonale medico e paramedico. Il concetto di cancro
principale consiste nella individuaZione di criteri come evento inevitabilmente fatale, diffuso a tutti i
classificativi obiettivi, sicuri e riproducibili. livelli culturali e professionali, non è l'ultima delle
cause che attraverso ritardi nel consultare il medico e
sottovalutazioni diagnostiche conduce agli attuali alti
3. Prevenzione e diagnosi precoce ·tassi di mortalità.
V'è una precisazione da fare sul concetto di <<gua- possibile solo dopo il raggiungimento di almeno 10-
rigione». A rigore di termini, questa parola signiftea 15 anni dal momento della prima diagnosi. Per con-
«restitutio ad integrum», cioè ristabilimento delle con- tro, vi sono forme neoplastiche in cui l'assenza di
dizioni precedenti la malattia. Questo vale per un raf- malattia per periodi più brevi, anche di l o 2 anni, può
freddore (che peraltro non viene guarito dalla terapia, costituire una indicazione più valida nella valutazione
ma guarisce solo in virtù dei sistemi di difesa dell'or- dei risultati.
ganismo), per una polmonite, per una frattura (di cui
comunqUe resta a lungo traccia sotto forma di callo os- Nell'ambito del concetto di sopravvivenza si usa distin-
seo, il che rende la guarigione funzionale e soggettiva guere: la sopravvivenza semplice, che indica solamente quan-
ma non anatomica). Ma per il diabete, o per l 'anemia ti dei pazienti trattati sono vivi dopo il numero di anni indi-
perniciosa, si può parlare di guarigione? Ecco che il cato; la sopravvivenza corretta, che tiene conto anche delle
cause di morte diverse che possono intervenire (non tenere
concetto si allarga a giustificare la «cura» di un pa- conto di questo elemento falserebbe le valutazioni sulla ef-
ziente, che non verrà guarito, ma potrà essere mante- ficacia del trattamento); la sopravvivenza libera da malattia,
nuto in vita, libero da disturbi fastidiosi, finché non che avvicina ulteriormente all'idea di guarigione perché spes-
muoia per cause naturali o diverse dalla malattia trat- so, per la lentezza della malattia o per i trattamenti praticati,
tata. Questo vale spesso anche per il cancro: invece che alcuni pazienti non muoiono entro il periodo scelto per la va-
di «guarigione)) in qUesti casi è più appropriato parla- lutazione, ma neppure sono guariti; la sopravvivenza attua-
re di della malattia. Nei paesi più progre- rial<Y, che è un metodo statistico di manipolazione della ca-
diti dal punto di vista sanitario circa i145% dei pazienti sistica per consentire, sulla base di certe ragionevoli ipotesi
affetti da cancro viene guarito. Secondo una indagine (per esempio che i pazienti trattati da meno di 5 anni avran-
condotta in Europa, su l 00 pazienti 22 sono guariti gra- no un decorso analogo a quello dei pazienti trattati da più di
5 anni), di fare valutazioni in un certo senso previsionali, cioè
zie alla terapia chirurgica, 18 grazie alla radioterapia o di «probabilità di controllol> a 5 anni.
ad una associazione radiochirurgica, 5 grazie alla che-
mioterapia (per lo più associata a terapia chirurgica e/o Per giudicare la bontà di un trattamento palliativo
radioterapia). si usano, volta per volta, altri parametri di giudizio,
come la mediana di sopravvivenza (numero di mesi
dopo i quali la metà dei pazienti è deceduta), o la
i S. Indici prognostici e valutazione dei ri- normalizzazione di certi test bioumorali, o il miglio-
l. sultati ramento delle condizioni generali di vita dei pazienti
(valutabili con indici standardizzati o a volte con cri-
l Il modo più usuale di esprimere i risultati dei trat- teri soggettivi, come per esempio l'attenuazione o la
!amenti in oncologia è di indicare la percentuale di scomparsa di sintomi, in primo luogo il dolore).
1.· pazienti sopravviventi per un certo numero di anni, in Quanto sopra esposto in forma volutamente sinte-
genere 5. Bisogna notare che sopravvivenza a 5 anni tica ed elementare potrà essere oggetto di approfondi-
non vuole sempre dire guarigione, perché vi sono mento attraverso la consultazione dei relativi capitoli
tumori a evoluzione anche molto lenta, come il can- di epidemiologia, patologia e storia naturale dei
j ero della mammella, in cui il giudizio di guarigione è tumori nei Trattati di Oncologia.
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CAPITOLO XLII
LE RADIAZIONI IONIZZANTI
E LE LORO PROPRIETÀ
DI INTERESSE RADIOTERAPICO
l. Tipi di radiazioni ionizzanti nanze del campo elettrico nucleare, in due particelle,
un elettrone negativo e uno positivo, alle quali viene
impressa una certa energia cinetica.
In radioterapia si fa uso di radiazioni ionizzanti
elettromagnetiche e corpuscolari: le prime sono rap- A seguito dei 3 eventi intcrattivi descritti vengono co-
presentate dai raggi X e dalla radiazione y; le seconde munque messi in moto elettroni secondari, i quali sono a lo-
da fasci di particelle cariche (elettroni; protoni; parti- ro volta in grado di dissipare energia nella produzione di io-
celle ex; mesoni n-; ioni leggeri, cioè nuclei di C, Ne, Si nizzazioni: poiché il numero di ionizzazioni prodotte diret-
eAr) e da fasci di neutroni (tab. XLII. l). tamente dai singoli fotoni è del tutto trascurabile rispetto a
Tutti questi tipi di radiazioni hanno in comune la quello prodotto dagli elettroni secondari, raggi X c
proprietà di «interagire» nel contesto dei materiali at- no essere considerati radiazioni «indirettamente» ionizzan-
traversati cedendo energia agli elettroni o ai nuclei ato- ti nel senso sopra precisato.
mici e inducendo di conseguenza, direttamente o indi-
rettamente, eccitazioni e ionizzazioni. Questo evento
fisico primario dà l'avvio a modificazioni molecolari
prima e cellulari poi fino alla produzione di effetti bio-
logici macroscopici. I vari tipi di radiazioni si diffe-
renZiano, tuttavia, tra di loro per due aspetti principa-
li: la necessità che si pone per alcuni di essi di com- A
mutare la loro energia in energia di particelle cariche
@)
capaci di eccitare e ionizzare (cosiddette «radiaziorii
M
indirettamente ionizzanti11); il modo secondo il quaJe
queste eccitazioni e ionizzazioni vengono distribuite
nello spazio a livello microscopico, condizionato dai
particolari meccanismi di interazione e di grande im-
portanza ai fini dell'entità degli effetti biologici indot- B ""•
'• ti a parità di energia totale ceduta.
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siste nella «materializzazionell del fotone, nelle vici- alla sua scomparsa
850 Capitolo XLii
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TABELLA XLII.l. LE RADIAZIONI IONIZZANTJ O! MAGGIORE INTE- di alta energia si può progressivamente «spostare»
RESSE RADIOTERAPICO. verso la profondità il massimo di dose, rendendo per-
tanto possibile erogare dosi profonde elevate con un
Raggi X (v. pamgrafi l.2 e l.3). Originano dal frenamento di elet-
troni accelerati da una differenza di potenziale nel contesto certo risparmio degli strati superficiali (fig. XLII.2).
dell'atmosfera elettronica di opportuni elementi pesanti che Per quanto concerne i meccanismi fisici alla base di
fungono da bersaglio. Sono prodotti con il tubo da raggi X questo fenomeno, detto «build up)) o «costruzione
(«raggi X convenzionali») o con macchine acceleratrici di della dose in profondità», si rinvia agli specifici trat-
elettroni, come J'acce\cratorc lineare («raggi X di alta ener-
gi:m). tati.
Radiazione y. È emessa dal nucleo di elementi spontaneamente
radioattivi (come ad esempio il radium) o resi artificialmen- I meccanismi di interazione degli elettroni presen-
te tali (isotopi radioattivi): questa emissione rappresenta una tano un interesse del tutto peculiare non solo perché gli
delle modalità attraverso le quali il nucleo «eccitato» si libe-
elettroni sono strettamente legati, come sopra visto, al
ra de!l 'energia in eccesso. Le sorgenti di radiazione "{ utiliz-
zate nella pratica radioterapica sono: il "'Ra, il cui uso, per fotoni nella produzione di eventi fisici primari nei ma-
motivi protezionistici, è diventato molto raro; il "Co e il "'Cs, teriali da questi attraversati, ma anche in quanto sono
utilizzati sia in radioterapia esterna (v. paragrafo XLIV l), sia la radiazione corpuscolare di più comune utilizzazione
in brachiradioterapia (v. paragrafo XLIV2); l'"'lr, lo"'! e il in radioterapia.
10
JPd, utilizzati in brachiradioterapia per infissione; numerosi
isotopi radioattivi utilizzati in radioisotopoterapia metaboli-
ca, immunologica e recettoriale, per i quali, peraltro, a fini Il meccanismo fondamentale di interazione è costituito
terapeutici si sfrutta la coesistente emissione p- (v. paragrafo dal cosiddetto @rto anelastica>>, da concepire come una in-
XLIV3). terazione a distanza tra il campo elettrico che accompagna
Fasci di elettroni. Sono prodotti con l'acceleratore lineare (il l'elettrone primario e il campo elettrico atomico, a seguito
quale è dunque una macchina «ambivalente» capace di forni- della quale sono indotte ionizzazioni. La perdita di energia
re sia fasci di elettroni come tali, sia fasci di raggi X - v. para- in ciascun urto è piccola: l'elettrone primario ne risulta de-
grafo XLIV l). viato e rallentato, sì che aumenterà progressivamente, con il
Fasci di protoni e di particelle a. Sono prodotti con il ciclotro- penetrare nel contesto del materiale irradiato, la probabilita
ne e macchine affini; le particelle a sono emesse nel decadi-
mento radioattivo di alcuili nuclei. di'ulteriori interazioni ionizzative; gli elettroni secondari,
Fasci di mcsoni TC-. Sono prodotti con macchine acceleratrici di espulsi dagli atomi, hanno in genere bassa energia cinetica
protoni a elevate energie a seguito dell'urto di questi su un ma sono sempre in grado di produrre mediante ulteriori io-
bersaglio di berillio. nizzazioni elettroni terziari. Il rapporto tra ionizzazioni pro·
Fasci di ioni leggeri. Sono prodotti con il ciclotrone e macchine dotte «direttamente>> dagli elettroni primari e ionizzazioni
affini. Sono stati utilizzati con successo ioni C, Ne, Si e Ar. prodotte dagli elettroni secondari e terziari è di circa l a 2.
Fasci di neutroni. Possono essere prodotti con il reattore nuclea- La densità media di ionizzazione è di 7-9 coppie di ioni per
re sfruttando la fissione dell'uranio; con il ciclotrone, o con micron.
il generatore deuteroni-tritio, accelerando deuteroni a diverse
energie e dirigendoli successivamente su bersagli di tritio o di
berillio. La caratteristica più saliente dei fasci di elettroni
è il mantenimento di un livello di dose uniforme al di
La densità media di ionizzazione nei tessuti biologici è sotto della superficie cutanea fino a profondità cre-
di circa 60 coppie di ioni per 11m di percorso per i raggi X scenti con il crescere dell'energia delle particelle e
convenzionali; scende a circa 6 coppie di ioni per 11m per i comunque dell'ordine di alcuni centimetri; la dose
raggi X di 25 MV prodotti con macchine acceleratrici; per diminuisce poi rapidamente (fig. XLII.2D). Ciò con-
la radiazione 'Y del @Co è di 7,5 coppie di ioni per 11m. sente di realizzare nella pratica radioterapica vantag-
Man ìnano che il fascio fotonico penetra nel materiale giose distribuzioni di dose al volume bersaglio con un
irradiato, un certo numero di fotoni scompare a seguito dei
risparmio scarso degli strati superficiali ma sensibile
fenomeni di interazione: l'assorbimento ha carattere
nenziale, il che significa che ogni strato di spessore unita- delle strutture situate al di sotto del volume bersaglio.
rio rimuove sempre la stessa percentuale di fotoni che su di
esso incide. Le modalità di interazione dei protoni (in maniera
simile si comportano le particelle a) sono praticamen·
Con i raggi X convenzionali il massimo di dose è te sovrapponibili a quelle sopra descritte per gli elet-
sempre posto alla superficie della «porta» di ingresso troni. I: energia ceduta nel singolo urto anelastico è
del fascio; con il MCo questo massimo si raggiunge a però più piccola e, data la grande massa del protone
5 mm di profondità: il sottocutaneo sarà quindi sem- rispetto a quella dell'elettrone, la de'flessione è minore
pre sovradosato rispetto alla cute; utilizzando raggi X e conseguentemente il cammino pressoché rettilineo.
Le radiazioni ionizzanti e le loro proprietà di interesse radioterapico 851
Fig. XLII.2, Curve di isodose per raggi X convenzionall (A), radiazione y de! 60Co (B), raggi X di 20 MV (C) ed elettroni veloci di 20 Me V (Dj.
Si definiscono tali delle linee che uniscono i punti nei quali si ha uguale valore della dose nella profondità della struttura irradiata. Si osservi
come il massimo di dose, che per i raggi X convenzionali è in corrispondenza della superficie d'ingresso del fascio di radiazione, si sposti pro-
gressivamente in profondità (a 5 mm per la radiazione y del 60Co e a 45 mm per i raggi X di alta energia) in virtù di un fenomeno di «costruzio-
ne di dose profonda>>. Per i fasci di elettroni veloci si ha una zona più o meno ampia al di sotto della cute nella quale la distribuzione della dose è
relativamente omogenea e una caduta brusca della dose alla profondità corrispondente al cammino medio nei tessuti biologici degli elettroni del-
l'energia utilizzata.
l
larghezza e in profondità, sia per il più brusco
to della densità di ionizzazione nel tratto terminale
del percorso. I fasci di protoni presentano pertanto
ll
prospettive assai favorevoli di uso in radioterapia per
il risparmio dei tessuti non solo al di sotto ma anche cm
al di sopra del volume bersaglio.
Fig. XLII.3. Densità di ionizzazione di un fascio di pro toni in funzio-
I neutroni, privi di carica elettrica, spendono tutta ne della profondità nel mezzo irradiato. Con l'aumentare della profon-
la loro energia in urti con i nuclei atomici. dità la velocità del protone, a seguito delle inlerazioni, si ridllce pro-
gressivamente c diviene sempre più probabile, per motivi temporali,
Nel range di energia tra 100 KeV e 20 Me V, l'evento l'interazione con gli elettroni atomici. Di conseguenza aumenta la den-
sità di ionizzazione, prima lentamente, poi bruscamente (picco di Bragg)
più probabile è la «collisione» con un nucleo di idrogeno: alla profondità corrispondente al cammino medio dei protoni nei tes-
il neutrone ne risulta deviato; il protone che costituisce il suti biologici (si noti come questo picco sia ben più spazialmente «con-
nucleo suddetto è messo in movimento e produce numero- centratO>) di quanto non si abbia per i fasci di elettroni).
_ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _c __ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ ,,
se ionizzazioni concentrate nel suo breve percorso. Alle più me sopra detto, a seguito dell'urto di protoni di
alte energie assume una certa probabilità di evento l'emis- 800 Me V, su un bersaglio di berillio. I piani possono
sione indotta da parte dd nucleO del carbonio e dell'ossi- essere estratti e focalizzati in un fascio adatto all'uso
gena di particelle a densamente ionizzanti. In ultima ana- radioterapico mediante campi magnetici.
lisi, il passaggio dei neutroni, radiazione «indirettamente>>
ionizzante, attraverso il materiale irradiato genera una serie
Lungo il loro percorso nei tessuti producono ionizza-
di particelle cariche le quali danno luogo a ionizzazioni
zioni come ogni particella carica; verso la fmc del percor-
densamente concentrate nello spazio determinando intensi
so libero, però, i piani vengono catturati dagli atomi circo.
fenomeni biologici locali. La densità media di ionizzazio-
stanti, attraversano i livelli energetici delle loro orbite indu-
ne dei neutroni veloci di 1-1 OMe V è di circa 600 coppie di
cendo l'emissione di raggi X, e infine raggiungono il
ioni per Jlm.
nucleo producendone la disintegrazione con secondaria
emissione di frammenti densamenti ionizzanti (fig.
Il pregio principale dei fasci di neutroni, le cui cur- XLIL4). Questo fenomeno determina una zona di elevata
ve di dose profonda sono peraltro simili a quelle dei densità di ionizzazione al termine del percorso del piane.
raggi X convenzionali, è l 'elevata densità di ionizza-
zione, alla quale corrispondono effetti biologici parti- I fasci di piani offrono caratteristiche forse ancor
colarmente intensi sulle cellule tumorali ipo- o anos- più favorevoli all'uso in radioterapia profonda rispet.
siche (v. paragrafi XLII.3 e XLII.4) poco sensibili al- to ai fasci di protoni: la necessità di macchine accele·
le radiazioni a bassa densità di ionizzazione e possibi- ratrici di grandi dimensioni e le incertezze dosimetri-
le causa di recidiva locale dopo trattamenti a carattere che ne hanno limitato tuttavia l'uso a pochi Centri
di apparente radicalità. radioterapici.
La produzione di mesoni n·, o piani, avviene, co-
L'utilizzo di ioni leggeri in radioterapia è oggetto
di sviluppo in due Centri pilota, uno in Giappone e
uno in Germania. Il primo di questi ha già in atto la
sperimentazione clinica di ioni C.
tuisce la molecola con la quale ha luogo, pressoché molecole ossidandole e di costituire con esse perossidi
costantemente, l' interazione della particella organici di elevata tossicità:
te. -) o,-
La molecola di acqua ionizzata va incontro a una se- -) R+H20
quenza di eventi, qui riportata in forma semplificata, defi- -) R0 1
nita «radiolisi ionizzativa»:
Ciò spiega come nella quasi totalità dci substrati biolo-
hv+ H20 -) H2Q+ +e- gici l'effetto indotto, a parità di dose di radiazione, è circa
H20 -) H,o- 2-3 volte maggiore in presenza di 0 2 (cosiddetto «effetto
H,o· -) W+OH ossigeno))). Lentità di questo effetto radiosensibilizzante
I-120- -) H+OH- dell'02 è comunque variabile in funzione della densità di
ionizzazione della radiazione utilizzata: è maggiore per
I radicali H e OH, possedendo elettroni «spaiati» (fig. quelle a bassa densità di ionizzazione, e viceversa.
XLIL5), sono altamente reattivi: il primo tenderà a cedere
]'elettrone in eccesso inducendo una riduzione; il secondo La relativa rarità di biomolecole fa sì che il nume-
tenderà a sottrarre un elettrone inducendo una ossidazione. ro di esse che viene danneggiato per «azione dircttaì>
La sottrazione di elettroni, comprensibilmente, è evento della radiazione ionizzante, cioè per induzione diretta
più lesivo per la molecola coinvolta di quanto non lo sia di ionizzazioni, è scarso; evento assai più probabile è
l'addizione. che la biomolecola sia danneggiata per «azione indi-
In assenza di 0 2 e di biomolecole, ad esempio in caso di retta» dai radicali formatisi a seguito della radiolisi
irradiazione di acqua pura, i radicali interagiranno tra di lo- dell'acqua (fig. XLIL6).
ro secondo tutte le possibili combinazioni producendo «pro- Nel progressivo accrescimento di un focolaio
dotti molecolari)): H20, H2 e H20 2. Il perossido di idrogeno, tumorale la produzione di una rete vasai e neo formata
HP 2, è un agente fortemente ossidante ed è ritenuto uno dei è sempre più o meno insufficiente rispetto all'entità di
principali mediatori chimici degli effetti biologici indotti dal-
le radiazioni a più elevata densità di ionizzazione (protoni,
nentroni e mesoni) per le quali la sua formazione è agevola-
ll
ta dalla vicinanza spaziale dei radicali OH.
Se nel mezzo madiato è presente, in sufficiente con-
centrazione, 0 2, questo, per l'elevata elettronoaffinità, cat-
l
turerà radicali H dando luogo alla formazione di una specie l
l
radicale dotata di elevato potere ossidante, I'H02: l
l
ll
0 2 +H -) H02
H0 2+e- -) H0 2-
H02-+ J-I• -) H202 l
azione
H202 + 2H -) 2H20 diretta!
(§p
l
l
l
neoproduzione di cellule tumorali. La distanza alla morte cellulare e il loro ruolo nella regolazione del-la
quale molte di queste cellule vengono a trovarsi dalla proliferazione nei tessuti normali e neoplastici sono
parete capillare fa sì che sia loro insufficiente oggetto di crescente interesse, anche al fine di valu.
porto di 0 2 per diffusione. Queste cellule ipossiche o tarne possibili utilizzazioni nella pratica oncologica.
anossiche, per lo più situate nel contesto di aree
necrotiche, variabili percentualmente dall'l% al 50% Nella individuazione della apoptosi valgono soprattut-
a seconda del tipo di tumore e del suo grado di to criteri morfologici: sono considerate morte con questo
luppo, sono poco radiosensibili e costituiscono una meccanismo le cellule in cui si osserva una condensazione
delle cause più importanti di insuccesso di radicalità della cromatina spesso accompagnata da frammentazione
di un trattamento radioterapico. L'assoggettamento del nucleo e da altri processi ultrastrutturali fino alla di-
sgregazione della cellula in «corpi apoptosici>l. Lesioni ci-
del paziente a una atmosfera di 0 2 puro a pressione di toplasmatiche e della membrana cellulare si manifestano so-
circa 3 atmosfere (<dperbarismo di 0 2))) consente di lo in un secondo tempo («necrosi secondaria») e sono per lo
forzare la diffusione dell'0 2 a distanze maggiori dalla più osservate solo in vitro, essendo in vivo le cellule apop-
parete capillare e diminuisce pertanto la percentuale tosiche rapidamente fagocitate prima che abbia luogo lane-
di cellule anossiche fino a valori di circa l'l%o. Sono erosi secondaria. La cellula partecipa all'apoptosi attraver-
disponibili farmaci in grado di indurre una so la sintesi di endonucleasi (che inducono frammentazione
zazione selettiva delle cellule anossiche. del DNA) e transglutaminasi (che legano le proteine cito-
È acquisizione ormai classica della radiobiologia plasmatiche in una matrice insolubile).
che l'inattivazione funzionale di una cellula, intesa Il ruolo dell'apoptosi nella regolazione del volume
nel sen,so di «perdita della capacità proliferativa}}, ha sutale è emerso in esperimenti di induzione di iperplasia
luogo quale conseguenza della deposizione di con promotori tumorali: quando l'iperplasia è massima si
gia, per azione diretta o indiretta, nel contesto di un osserva la comparsa di cellule apoptosiche. Fattori di ere·
volume critico, o bersaglio, costituito dal DNA scita possono prevenire l'apoptosi, alcuni oncogeni posso-
mosomico. Per alcune cellule, come ad esempio no stimolarla. La sua regolazione è comunque un fenome-
le batteriche, questa deposizione di energia può no .complesso in cui fattori multipli intervengono in forma
re limitata a tm solo «colpo»; per altre cellule, come «embricata>> al fine di mantenere un adeguato equilibrio
quelle dei mammiferi, viceversa, è necessaria la del volume tessutale.
La possibilità di una regolazione multifattoriale di que-
sizione di più colpi. Si definiscono «curve sta «morte attiva» ha stimolato a indagare sulla possibilità
to», o «curve di sopravvivenza cellulare», quelle di approcci terapeutici che ne comportino l'attivazione (rag-
curve sperimentali nelle quali in ascissa è posta la gi X, ultravioletti, shock termico; cisplatino, etoposide, te-
dose di radiazione in scala naturale, in ordinata la noposidi, agenti alchilanti). La cellula neoplastica, come è
zione di cellule sopravviventi in· scala logaritmica (v. stato osservato, può attivare meccanismi di resistenza che
paragrafo XLIII.!). La morte cellulare, in base a contrastano l'attivazione della apoptosi da parte di fattori
sto modello, è una vera e propria «morte mitotica» e esogeni, ad esempio può esprimere specifici fattori oncoge-
cOnsegue o direttamente all'impossibilità meccanica ni cui consegue l'insorgenza di chemio- e radioresistenza.
di completamento della divisione cellulare (ad In prospettiva futura potranno assumere rilievo terapie che
pio per la formazione di ponti cromosomici), o interferiscono con i meccanismi di inibizione dell'attiva-
rettamente alla anomala distribuzione fra le due zione di apoptosi anche a livello genico.
lule figlie del corredo genetico (delezioni,
zioni). Alla sua base sono in ogni caso le aberrazioni
cromosomiche radioindotte. 4. V efficacia biologica relativa
Accanto alla «morte mitotica>} le radiazioni
zanti sono in grado di indurre «morte apoptosica». A parità di dose fisica somministrata in un
Con tale termine si indica una morte cellulare me corporeo macroscopico, l'effetto biologico indot-
va», alla quale cioè le cellule partecipano producendo to può essere diverso per i vari tipi di radiazioni. Alla
molecole direttamente o indirettamente coinvolte nel base di questo evento è la diversa modalità di distri-
processo e fornendo l'energia necessaria alla sua rea- buzione a livello microscopico delle ionizzazioni (e di
lizzazione. I: apoptosi ha la finalità di conseguenza anche dei radicali liberi prodotti nella
re, in un certo numero di sistemi, l'iperplasia radiolisi dell'acqua).
le. Nei tessuti irradiati è responsabile di circa il lO% Le radiazioni a bassa densità di ionizzazione
delle morti cellulari. I meccanismi che regolano la gi X e y, distribuiscono le ionizzazioni in forma
Le radiazioni ionizzanti e le loro proprietà di interesse radioterapico 855
sparsa, spesso non riuscendo a totalizzarne il numero TABELLA XLJI.2. EFFICACIA B!OLOGICA RELATIVA DI ALCUNI TIPI D!
voluto nel contesto del bersaglio; sono però molto sen- RADIAZIONE USATI IN RADIOTERAPIA.
RADIOBIOLOGIA ONCOLOGICA
do&e
masslva
/ ma frazionato e diluito in tempi abbastanza lunghi. Ciò
mette in gioco alcuni fenomeni biologici importanti che
Withers, con felice espressione, ha denominato de quat-·
tro R della moderna radiobiologia>>: la riparazione del
danno subletale; la riossigenazione delle cellule ipos-
siche; la ridistribuzione delle cellule ciclanti; la ripo-
polazione tessutale.
Riparazi.one del danno subletale. Come si è visto, in-
Fig. XLIIJ.3. La curva di sopravvivenza cellulare nell'irradiazione fluenza la pendenza della curva di sopravvivenza diminuendo
continuata a bassa intensità. In caso di irradiazione continuata a bas-
sa intensità, come avviene tipicamente nei trattamenti brachiradiote-
l'efficienza nella mortalità cellulare radioindotta. Ciò com-
rapici (v. paragrafo XLIV.2), produzione e riparazione del danno han- porta che la dose totale di radiazione necessaria per ottene-
no luogo simultaneamente. La curva ha una pendenza tanto minore, ri- re uno stesso effetto (la dose <IÌsoefficace») deve essere tan·
spetto a quella a dose massi va, quanto minore è l'intensità dì irradia- to maggiore quanto maggiore è il numero delle frazioni.
zione (tratto 2). La linearizzazione è raggiunta a una intensità di irra- Il danno da radiazioni, in tennini molecolari, consiste
diazione tale che tutto il danno subletale è riparato e la morte cellula- fondamentalmente nella produzione di rotture singole o
re ha luogo solo «per bersaglio singolo e colpo singolo>>. Riducendo
ancora l'intensità di irradiazione (tratto 1), le curve divengono anco- doppie della spirale del DNA, dalle cui interazioni origina·
ra meno pendenti a cagione della proliferazione delle cellule soprav- no aberrazioni cromosomiche. «Riparazione» del
viventi. Da Hall (1978). subletale significa quindi, semplicemente, la riparazione d1
,Radiobiologia oncologica 859
,queste rotture attraverso meccanismi enzimatici di lule ipossiche, minore discrepanza tra apporto e fabbisogno:
ne dei segmenti lesionati. Questi meccanismi possono espli- in definitiva, il frazionamento migliora, da questo punto di
carsi se l'intervallo tra due successive frazioni di dose è di vista, il rapporto terapeutico (fig. XLIIL4).
qualche ora, e portano al «recupero», in ultima analisi a
minor danno per una certa dose, o a maggior dose necessa- Ridistribuzio11e delle cellule cicla11ti. Le cellule in atti-
ria per indurre lo stesso danno. va proliferazione, quali sono le cellule tumorali, passano,
tra una mitosi e l'altra, attraverso il cosiddetto «ciclo cellu-
Riossigenazione delle cellule ipossiche. È acquisizione lare>> (fig. XLIII.5). Le relative fasi hanno diversa radio-
ormai classica della radiobiologia che le cellule ipossiche so- sensibilità: le fasi 0 2 ed M sono le più sensibili insieme alla
no meno sensibili al danno da radiazioni rispetto alle cellu- parte iniziale di 0 1; la fase S, nella quale ha luogo la sinte-
le ossigenate e che in tumori anche di pochi millimetri di dia- si del DNA, è la più radioresistente, specie verso la fine. La
metro vi sono aree ipossiche per l'insufficienza della rete va- differenza di radiosensibilità raggiunge valori di 2,5:1 (fig.
sale neoformata e per fenomeni di compressione focale. Da- XLIJI.6). Le cellule a riposo, cioè in fase G0, hanno radio-
to che i tessuti sani sono praticamente tutti ben ossigenati, si sensibilità comparabile a quella della parte finale di 0 1 .
determina un rapporto terapeutico sfavorevole, perché una
Quanto sopra comporta una uccisione preferenziale delle
certa dose singola può produrre più danno sui tessuti sani
cellule in fase sensibile e una conseguente semisincroniz-
che non su quelli tumorali. Ma nell'intervallo tra le singole
frazioni di dose si ha una certa riossigenazione delle aree zazione della popolazione residua nelle fasi più radioresi-
ipossiche a seguito della morte ed eliminazione delle cellu- stenti. Ma negli intervalli tra le singole frazioni di dose le
le tumorali ben ossigenate con conseguente decompressio- cellule sopravvissute si desincronizzano, sicché le succes-
ne di piccoli vasi, riduzione della distanza tra capillari e ce!- sive frazioni hanno minore probabilità di trovarsi di fronte
a una popolazione resistente. In questo senso, il fraziona-
wo% mento comporta una complessiva radiosensibilizzazione.
Ripopolazio11e tessuta/e. In risposta allo spopolamento
detenninato dalla irradiazione, sia i tessuti sani che quelli
tumorali aumentano l'attività proliferativa, richiamando
w D nel ciclo divisionale cellule in riposo e abbreviando la
J: w% durata di quest'ultimo. Questo fenomeno si traduce nella
tl
iii F necessità di un aumento della dose totale di radiazione per
"'oz c J
ottenere uno stesso effetto, tanto maggiore quanto più
lungo è il trattamento.
"w
-' r% "•
:l
'H/ G
-'
-'
w
B
'..,' 3. La probabilità di controllo tumorale
tl
Non esiste in radioterapia alcuna dose di energia
A
radiante che dia certezza di effetto cancericida «totali-
"LIFE STORY" TUMORALE
tario)). La stessa natura semi esponenziale delle curve
Fig. XLIII.4. Variazione della percentuale di cellule vitali anossiche
durante lo sviluppo di un tumore e dopo irradiazione. Quando il
tumore è piccolo, la frazione anossica può essere nulla (A); essa com- MIMitooil
pare progressivamente con la crescita del tumore man mano che que-
sto supera le possibilità di normale rifornimento di 0 2 (B) e successi-
vamente si stabilizza a un valore di base caratteristico del singolo
tumore (C). Una dose di radiazione R1, inattivando in maniera predo-
minante le cellule ossigenate, fa sì che la popolazione sopravvivente
sia costituita per quasi illOO% da cellule anossiche (D). Dopo una
breve pennanenza in questa situazione (E), la proporzione di cellule
anossiche diminuisce rapidamente (F) essendo 1'02 disponibile in
maggiore quantità data la progressiva rimozione delle cellule inattiva-
te. Simultaneamente, però, riprendono i processi proliferativi delle
cellule sopravvissute (G). La proporzione di cellule anossiche rag-
giunge pertanto un minimo (H) a una distanza di tempo dalla R1 che
dipende dalle caratteristiche cinetiche della popolazione tumorale s 1<1•10!1 d<l DU)
considerata: questo istante sembra quello ottimale per una seconda Fig. XLIII.S. Il ciclo cellulm·e. M = milosi; G1 = fase di riposo
frazione di dose R2, perché successivamente viene ripristinato il livel- non sintetico postmitotico; S =fase di sintesi del DNA; Gz =
lo basale di cellule anossiche. Da Thomlison (1967), ridisegnata. fase di riposo non sintetico premitotico.
860 Capitolo XLIII
10" 100
UJ
N. 0:
No to"
1 li
75
-2 UJ
10 S tardiva
S precoce "o
3 :l 50
t0
() 25
o 4 6 12 i5
D(Gy)
o
A B C
morale sale rapidamente dal l 0% al 90%; al di là di esso ul- D(Gy)
teriori aumenti di questa probabilità richiedono aumenti im-
portanti di dose. Poiché la probabilità di complicazioni le- Fig. XLIII.S. Rapporto tra probabilità di controllo tumorale e indu-
gate al trattamento segue un andamento analogo, con una zione di danno ai tessuti normali. La situazione rappresentata in figu-
curva non di molto spostata verso destra nell'asse delle do- ra è la più favorevole: la dose A fornisce una PCT assai bassa ma non
induce alcun danno; la dose B fornisce una PCT del 50% e induce un
si, è sempre necessario valutare con attenzione se un mode- danno assai basso; la dose C fornisce il massimo di PCT ma compor-
sto aumento della probabilità di controllo tumorale non sia ta una probabilità di danno molto elevata. I.:ulteriore aumento di dose
«pagato» con un aumento troppo importante della probabi- comporterebbe solo un aumento del danno. Da Flctcher (1980).
lità di complicazioni (fig. XLUI.8).
certo valore di probabilità di controllo tumorale è pro-
Una conseguenza importante che discende dalla porzionale non al numero di cellule tumorali presen-
conformazione delle curve di sopravvivenza cellulare ti, ma al suo logaritmo. Così eventuali focolai tumo-
è che la dose di radiazione richiesta per ottenere un rali subclinici (il «letto tumorale» dopo un intervento
Radiobiologia oncologica 861
di exeresi chirurgica; una porzione più o meno lunga zione è -complessivamente vantaggioso al fine di
di intestino apparentemente normale a monte e a valle indurre un effetto differenziale tra tessuti sani e turno·
di una neoplasia; la mammella residua dopo tumorec· rali e quindi un «guadagno terapeuticOì>. Il fraziona·
tomia più o meno allargata; le stazioni linfatiche di mento aumenta la tolleranza da parte dei tessuti nor·
drenaggio apparentemente normali) sono controllati mali (per i fenomeni di riparazione e ripopolamento)
da una dose minore di quella richiesta da una massa e nello stesso tempo consente di eliminare gli effetti
palpabile. Questa, a sua volta, richiede dosi tanto più radioprotettivi dell'ipossia sul tumore (per il fenome·
alte quanto più è voluminosa. Numerosi dati clinici no della riossigenazione).
confermano questo assllllto teorico. Su basi fondamentalmente empiriche si è addive·
Su questa base è fondato il principio della tecnica nuti a uno schema di frazionamento standard com·
«a campi progressivamente ridotti» (fig. XLIII.9), prendente 5 frazioni alla settimana di 2 Gy ciascuna
che consiste nell'irradiare l'area di possibile (o nota) intervallate di 24 ore. Trattasi di un buon compro·
invasione circostante il focolaio primitivo con una messo tra problemi organizzativi (la settimana
dose ben tollerata ma efficace solo su microfocolai tiva di 5 giorni!) e problemi clinici di tolleranza da
tumorali (45·50 Gy in circa 5 settimane), e poi con parte del paziente.
progressiva riduzione del campo l'area tumorale pri·
mitiva (che in genere è anche la più resistente e la più È certo, tuttavia, che in sedi particolarmente sensibili
lenta a regredire). Si mira in tal modo a realizzare una (prime vie aeree e digestive, addome) e per campi di grosse
uniformità non di dose fisica, ma di probabilità di dimensioni, sono ben più tollerate dosi anche di poco più
controllo tumorale in tutto il volume trattato. basse (l ,5-1 ,8 Gy per frazione). Alcuni tumori, d'altra par·
te, richiedono frazionamenti particolari: ad esempio, il me·
Significato analogo hanno i trattamenti combinati
lanoma risponde meglio se irradiato con frazioni singole ele·
radioterapia esterna/brachiradioterapia per i tumori vate (dell'ordine di 4 Gy) e in tempi totali brevi (3·4 setti-
del cavo orale (v. paragrafo XLVI.1.2) e della cervice mane), verosimilmente perché la curva di sopravvivenza cel·
uterina (v. paragrafo XLVI.9.1). lulare ha per questo tumore una spalla molto ampia e le pic-
cole dosi singole ottengono quindi un effetto modesto. Al·
l'inverso, alcuni !infami non sembrano risentire molto del
frazionamento impiegato, sì che nel loro trattamento è pos-
sibile tenere in maggior conto i problemi di tolleranza (im·
portanti dato il grande volume corporeo irradiato!), senza
preoccuparsi troppo di una eventuale perdita di efficacia per
il prolungamento del frazionamento.
BED 10 60 [1+2110] 72 Gy
l
1
l
l
l
CAPITOLO XLIV
Una volta definiti, attraverso accertamenti mirati, dian te selettiva nelle cellule neoplastiche (radioi-
il volume corporeo sede del tumore primitivo e delle sotopoterapia immunologica), o da molecole mar-
sue eventuali estensioni locali o iocoregionali, gli cate con 90 Y o altri radioisotopi, capaci di legarsi
organi circostanti normali da risparmiare il più speficicamente arecettori presenti nelle cellule neo-
bile, la dose totale da somministrare e le modalità del plastiche (radioisotopoterapia recettoriale);_ in al-
frazionamento, sorge il problema della messa a punto tre situazioni, ancora, il radiofarmaco, più sempli-
del piano di trattamento. cemente, è direttamente immesso nel contesto di ca-
Esistono tre metodiche radioterapiche che è giusti M vità corporee in forma «non sigillata» (radioisoto-
ficato definire fondamentali: poterapia diretta).
- la radioterapia esterna o transcutanea, nella qua-
le il fascio di radiazione, «esterno» rispetto al pa- Ciascuna di queste metodiche fondamentali ha
ziente, viene indirizzato sul volume tumorale attra- strumentari propri e conseguentemente tecniche spe-
verso una o più porte di ingresso stati che, o me- cifiche di realizzazione, alle quali verrà qui fatto un
diante un movimento continuo di pendolazione o di breve cenno.
rotazione: è la metodica di uso più frequentej adat- La realizzazione pratica di un piano di trattamen-
tabile nella pratica a tutti i distretti corporei; to pone spesso complessi problemi fisici soprattutto
- la brachiradioterapia o curieterapia, nella qua- in riferimento alla migliore geometria di irradiazione:
le una o più sorgenti radioattive «sigillate» (cioè numero, dimensione, orientamento dei singoli campi;
contenute in involucri che ne garantiscono la com- qualità della radiazione; distribuzione spaziale delle
pleta recuperabilità) vengono poste a contatto sorgenti di brachiradioterapia. Un grande aiuto nel
diretto con il tessuto tumorale o per applicazione superamento di-questi problemi è fornito dalla dispo-
superficiale su di esso (brachiradioterapia di nibilità del simulatore (v. paragrafo XLIV!) e della
supeificie), o per infissione nel suo contesto (bra- TC corredata di programmi per l'analisi dei piani di
chiradioterapia per infissione), o per introduzione trattamento radioterapici: l'associazione di queste
in strutture cavitarie (brachiradioterapia endoca- apparecchiature consente di ridurre il margine di
vitaria): questo tipo di radioterapia è applicabile errore nel procedimento a valori del l 0%. Il calcola-
solo in casi selezionati, ad esempio i tumori cuta- tore eÌettronico consente di valutare rapidamente la
nei, del labbro e dell'utero; distribuzione tridimensionale della dose e di verifica-
- la radioisotopoterapia, campo di interesse della re le variazioni apportate dalle diverse combinazioni
Medicina Nucleare, nella quale opportuni radiofar- geometriehe (v. fig. XLV!).
maci sono convogliati da un favorevole destino me-
tabolico nel contesto di determinati organi o tessu-
ti, dei quali consentono pertanto una irradiazione l. Radioterapia esterna
«selettiva» (l'esempio più tipico è la radioterapia
metabolica con LllJ del carcinoma tiroideo differen- Modernamente sono utilizzati:
ziato); in altre situazioni il radio farmaco è costitui- i raggi X convenzionali (rOntgenterapia), prodot-
to da un anticorpo monoclonale marcato con 131 1 o ti con tubi di Coolidge sollecitati da differenze di
altri radioisotopi, capace di legarsi ad antigeni tu- potenziale di 40-60 KV per la rOntgenterapia der-
morali consentendo una deposizione di energia ra- matologica, 120"160 KV per la r6ntgenterapia
866 Capitolo XLIV
MeV
uCo6o 5.27 anni
l, 1.17
[f
lO,OI/.1 (99,99Ì.)
r. I.J3
' Fig. XLIV.S. Caratteristiche geometriche del fascio di radiazione. È
(IOOÌ.)
qui fatto riferimento esclusivo al fenomeno della penombra (che non
si differenzia, in ultima analisi, da quanto illustrato nella fig. II.S per
l'uso diagnostico). Questo fenomeno è particolarmente pressante per
o le sorgenti di telecobaltoterapia nelle quali le dimensioni sono del-
l'ordine del cm. S =sorgente; C= collimatore; Pe =regione periferi-
ca del campo nella quale la do"sè Sfuma-prògressivamente «a mo' di
penombral>. La penombra si riduce cOn l'aumentare della distanza
Fig. XLIVJ. Schema di decadimento del 60Co. focale.
868 Capitolo XLIV
..
5 6
t.;·····/
Fig. XLIV.7. Rappresentazione schcmatica di diverse geometrie di
combinazione dei campi in radioterapia statiea. l "' campo singolo; 2
Fig. XLIV.6. Rappresentazione schematica di un 'apparecchiatura iso- "'due campi contrapposti; 3 = lre campi convergenti a 120"; 4 =campi
centrica. In qualunque posizione si trovi la testata dell'apparecchiatu- multipli convergenti; 5 = campi tangenziali; 6 "' campi contrapposti
ra (in figura è riprodotto un acceleratore lineare), il raggio centrale del con isolamento e compressione «a sandwich» della struttura da irra-
fascio è sempre diretto su un asse fisso con il quale si fa coincidere, diare.
all'atto del posizionamento del paziente c del centraggio, il volume-
bersaglio (in ciò agevolati dai movimenti tclccomandati in altezza e
lateralità del lettino sul quale giace il paziente).
Quando non è possibile il ricorso al collimatore radiazione a e plasciando emergere solo la radiazione y, In
multilamellare è opportuno interporre tra il fascio di sua vece si utilizzano alcuni radioisotopi, opportunamente
radiazione e la superficie cutanea schermi sagomati definiti sostituti del radium:
di materiali pesanti per proteggere organi critici il m es (utilizzato, come abbiamo visto, anche in radio-
terapia esterna} viene impiegato nella radioterapia
(occhio, tiroide, reni, gonadi).
endocavitaria ginecologica al posto del radium, senza
sostanziali differenze nella distribuzione di dose ai
diversi tessuti, ma con grandi vantaggi dal punto di
2. Brachiradioterapia vista protezionistico e delle stesse schermaturc neces-
sarie;
Come più sopra detto, è utilizzabile solo in casi il MCo (il cui impiego principale è comunque quello in
selezionati di tumori direttamente accessibili. La sua radioterapia esterna) è utilizzato da taluni operatori
caratteristica principale, motivata dalla distanza foca- nella radiotcrapia endocavitaria ginecologica in sostitu-
Ie tendente al limite a O, è la rapida diminuzione della zione del Cs (rispetto al quale offre il vantaggio di
dose con l'allontanarsi dalla sorgente: è possibile abbreviare la durata della singola seduta e dell'intero
trattamento, effettuabile anche ambulatoriamente, con
quindi somministrare dosi assai elevate al volume
un conseguente risparmio sui costi di degenza e di
tumorale risparmiando nel contempo strutture a esso gestione; sussistono, tuttavia, incertezze sul risultato
anche molto vicine. Problemi protezionistici (esposi- biologico ottenuto);
zione del personale medico e paramedico; necessità 1' 192/r viene modellato in fili adatti all'infissi<me in
per talune sostanze radioattive di schermature impor- superfici e volumi complessi, con un sensibile vantag-
tanti e costose) avevano reso, in un tempo non lonta- gio rispetto agli aghi rigidi;
no, alquanto desueta questa metodica radioterapica; lo 125/ è impiegato sotto forma di semi per impianti a
in questi ultimi anni, però, la disponibilità di radioi- permanenza; emette radiazione di bassa energia c con
sotopi di adeguate caratteristiche e la possibilità di bassa intensità, sì da prestarsi in maniera quasi ottima-
introdurre la sostanza radioattiva all'interno dell'or- le al trattamento di tumori in alcune sedi difficilmente
aggredibili con altre tecniche (pancreas, prostata);
ganismo in un secondo tempo, una volta posizionati
il 103 Pd, recentemente proposto quale alternativa allo
, in esso la sonda o l'apposito contenitore, ha riportato m/;
in auge la metodica, la quale del resto in molte situa- il mcf, emettitore di neutroni.
zioni cliniche presenta vantaggi evidenti.
L'apposizione endocavitaria dei preparati radioat-
Il radium, che tanta importanza ha avuto nella brachi- tivi trova la sua più importante indicazione nei tumo-
radioterapia del passato (non per nulla definita
ri del collo dell'utero (v. paragrafo XLVI.9.1), nei
r"apia» o <<Curieterapia» dal nome degli scopritori del
radium, i coniugi Curie), è oggi sempre meno utilizzato: è quali, con opportuni «applicatori» (sonda uterina e
disponibile in forma di aghi o di tubi (fig. XLIV. lO) nei ovoidi vaginali di Manchester; applicatore metallico
quali il solfato di radium è contenuto ermeticamente in un
involucro di platino che ha anche la funzione di filtrarne la
di Fletcher; applicatore in plastica di Delouche; appli- infissi direttamente nei tessuti secondo lo schema-geo-
catori personalizzati), precaricati (come nelle tradi- metrico preordinato; non appena erogata la dose tota-
zionali applicazioni di radium) o postcaricati (come le richiesta, i preparati, il cui filo di mantenimento è
nelle attuali tecniche di «after-loading» e di «remote- ben visibile ali' esterno, verranno rimossi.
loading»), si porta il preparato radioattivo a contatto Come più sopra ricordato, un sensibile progresso
della mucosa uterina e dei fornici vaginali, sì da rea- (realizzazione più precisa! maggiore sicurezza prote-,
lizzare una elevata irradiazione non solo del tumore zionistica!) dei trattamenti brachiradioterapici è otte-
primitivo, ma anche dei tessuti parametrali, con ade- nuto con l'uso della tecnica di «postcaricamento» e di
guato risparmio delle strutture critiche costituite dalla «telecaricamento>> (cosiddetti e «re-
vescica e dal retto. Con la prima (fig. XLIV.13) è possi-
La radioterapia endocavitaria ha importanza anche bile introdurre nella sede prevista e posizionare con
nei tumori del corpo dell'utero (v. paragrafo XLVI.9.2). calm'a e precisione gli applicatori o le guide scarichi·
La tecnica apposita comporta lo «stipamentm> della dopo controlli radiografici e gli eventuali interventi
cavità uterina con i preparati radioattivi, con un certo correttivi, si provvede all'introduzione delle sorgenti
divaricamento delle pareti che sono' conseguentemente radioattive con grande rapidità e conseguentemente con
irradiate in maniera più efficace. notevole risparmio di esposizione dell'operatore. Con
Gli impianti interstiziali «a permanenza» di semi la seconda, più vantaggiosamente, la sorgente radioat-
radioattivi vengono realizzati con l'aiuto di aghi tiva è veicolata dentro la guida o l'applicatore, preli-
guida precedentemente infissi secondo rigide regole minarmente posizionati nel modo richiesto, mediante
geometriche, ai quali viene collegato l'applicatore «a un congegno meccanico o elettronico, dopo che l'ope-
pistola» o <<a siringa» (fig. XLIV.ll) mediante il ratore si è portato in altro ambiente (fig. XLIV.l4): l'e-
quale viene propulso il singolo seme; l'ago verrà poi sposizione è in tal caso del tutto nulla.
estratto. Gli impianti interstiziali «temporanei» sono
effettuati mediante aghi rigidi contenenti radium o più
modernamente mediante fili di 19llr (fig. XLIV.12) 3. Radioisotopoterapia
Per la complessa problematica fisiopatologica e
· farmacometabolica spesso proposta, questa forma di
radioterapia è oggetto di specifico interesse del medi-
co nucleare. Vi si farà riferimento nel contesto della
l
!
l
Fig. XLIV.13. La tecnica after-loading. In l e 2 è introdotto e
te posizionato il filo guida scarico (ciò consente, senza fretta alcuna, accll·
Fig. XLIV.12. Rappresentazione schematica della disposizione di fili rate verifiche, anche radiografiche, della corretta disposizione).ln 3, dopo }
di 192]r nel contesto di un tumore linguale. Si osservi l'omogenea caricamento, effettuato con la massima rapidita possibile, si procede a!l c- i
disposizione degli stessi resa possibile dalla flessibilità e la conse- liminazionc delle parti in eccesso e alla separazione del filo guida dalla cas·:
l:
:J
l
Metodiche e tecniche radioterapiche 871
·parte sistematica nei paragrafi relativi ai singoli modalità di accesso del personale assistenziale, sia
ni. I radiofarmaci di maggiore interesse in infine pèr lo smaltimento dei rifiuti biologici radioat-
poterapia sono riportati in tab. XLIV. l. tivi.
I quantitativi elevati di radioattività somministrati
(circa IOO volte superiori a quelli diagnostici) pongo- TABELLA XLJV.l. I RADIOFARMAC! DI MAGGIORE INTERESSE !N
no la necessità di isolare il paziente per tutta la dura- RAD!OISOTOPOTERAI'!A.
'm'"
aceti·
dopo
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oll'o-j
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l
CAPITOLO XLV
Le tecniche di formazione di immagini corporee dificazioni regressive della lesione tumorale prima an-
sumono grande importanza per l'oncologo impegnato cora che si traducano in riduzioni volumetriche.
nella diagnOsi e nella stadiazione della lesione Le considerazioni relative ai problemi di screening
rale, per il radioterapista impegnato nella formulazio- e di iter diagnosticostadiativi sono oggetto di studio
ne del piano di trattamento (fig. XLV.lj, per entrambi specifico nei capitoli di.semeiotica e diagnostica per
nel controllo dei risultati del trattamento e nelfollow- immagini dei diversi organi e apparati, ma ne sàrà qui
up. Progressi sostanziali, in proposito, sono resi possi- riproposta una formulazione sintetica con riferimento
bili soprattutto dalla re, dalla RM, dalla SPECr, dal- alle neoplasie di maggiore interesse radioterapico. È
la PET e dalla spettroscopia localizzata a RM. Vuso in- opportuno, tuttavia, osservare che nella realtà clinica
tegrato di queste tecniche consente di superare l'aspet- ogni istituzione attua in proposito sequenze diverse a
to puramente morfologico e di individuare, attraverso seconda delle competenze relative sulle diverse tecni-
lo studio di attività metaboliche e stati recettoriali, mo- che, dell'esperienza e della disponibilità di apparec-
chiature.
terapia): la diagnosi precoce di recidiva locale o di ungnosi preclinica sembra sortire un aumento dei -casi
nuovo tumore primitivo (mammella controlaterale!) operabili ma non della sopravvivenza a distanza, sono
rende, infatti, possibile, attraverso un'ampia resezioneritornati in auge dopo l'avvento della TC spiroidea
o una mastectomia di salvataggio, influenzare posi (molto più sensibile del radiogramma toracico nel
vamente la Sopravvivenza globale. Si procederà a esa- riconoscimento di piccoli noduli non calcifici). A ciò
me clinico ogni 3-4 mesi per i primi tre anni, ogni 6 me-
non è estraneo il fatto che le tecniche di chirurgia
si fino al quinto anno, annualmente dopo il sesto anno; mini-invasiva, possibili nella maggior parte dei cancri
a mammografia dopo il sesto mese dalla fine del tratta- del polmone individuabili in fase preclinica, sono ben
mento (edema postchirurgico e radioindotto!); a mam- più vantaggiose - comunque le si consideri - delle
mografia bilaterale ogni 6-12 mesi per i primi 2-3 anni tecniche toracotomiche.
e annualmente in seguito. È utile, in proposito, ricorda- Spesso la diagnosi è effettuata sulla base del sem-
re che le distorsioni architettoniche subite dalla mam- plice radiogramma standard del torace, ma per la sta-
mella a causa dell'atto chirurgico e della radioterapia diazione è indispensabile la TC, la quale è per di più
(fig. XLV.2) comportano per il radiologo tma diagnosi preziosa guida all'agobiopsia e a procedure interven-
differenziale non sempre agevole con una possibile re- tistiche quali l'ancoraggio della lesione alla parete
cidiva locale: il ricorso allaRMo a una biopsia stereo- (fig. XLV3). La TC consente di definire il T, di valu-
tassi ca è essenziale in questi casi. tare i linfonodi mediastinici orno- e controlaterali
Nelle pazienti sottoposte a mastectomia radicale, (l'invasione di questi ultimi è importante criterio di
l'effettuazione di una radiografia del torace ogni anno inoperabilità), l'eventuale interessamento della parete
e degli esami laboratoristici usuali è di per sé suffi- toracica, della pleura mediastinica, degli organi
ciente: l'ecografia epatica, la scintigrafia scheletricamediastinici, delle vertebre, del diaframma, degli
e la TC effettuate di routine non offrono un favorevo- organi sottodiaframmatici (fegato e surreni!). Le rico-
le rapporto beneficio/costo e non si ripercuotono struzioni 3D sono preziose per la stesura del piano di
significativamente sulla sopravvivenza globale. trattamento radioterapico. La RM assume rilievo in
Caso di sospetto di metastasi cerebrali. La scintigrafia
Polmone. I programmi di screening (citologia su ossea, non indispensabile negli stadi iniziali e nei
espettorato e radiografia toracica ogni 4 mesi), risul- pazienti asintomatici, lo diventa negli stadi avanzati,
tati insoddisfacenti in passato anche perché la dia- · soprattutto per il carcinoma a piccole cellule. La scin-
tigrafia polmonare è considerata indagine importante
nella valutazione della operabilità del paziente.
Il follow-up è condotto convenientemente a caden-
ze serrate: radiogramma del torace eTC ogni 3 mesi naie midollare). Per la definizione del coinvolgimento
per i primi due anni, ogni 6 mesi nel terzo anno, deil'apparato digerente, urogenitale e del SNC si ren-
annualmente dal quarto anno in poi. dono preziose le specifiche metodiche radiologiche con-
trastografiche, l'ecografia, la TC e la RM.
Tumori ossei. La loro diagnosi ha luogo per lo più
La strategia terapeutica dipende da una corretta sta-
mediante radiografia convenzionale. La TC, e ancor
diazione (sola radioterapial. radioterapia e chemiotera-
più la RM, sono necessarie per definire l'estensione
pia!). Problema importante è individuare quei pazienti
verso i piani muscolari e il canale midollare (v. fig.
che, con ragionevole probabilità, andranno incontro a
XII.99). La scintigrafia è utile per evidenziare lesioni
recidiva dopo trattamento radioterapico e poli chemio-
multifocali o metastasi adiacenti. Metastasi polmona-
terapico o che non sono ritenuti responsivi alla terapia,
ri saranno ricercate con radiogramma toracico eTC.
per i quali potrebbe essere indicato il trapianto di mi-
Linfomi. Nella malattia di Hodgkin (nella quale dollo autologo.
l'interessamento delle stazioni linfonodali superficiali Il più semplice protocollo di stadiazione nella ma-
contigue, che costituisce la modalità fondamentale di lattia di Hodgkin prevede il radiogramma del torace e
esordio, è di norma spazialmente «continuo») si ha coin- la TC, estesa all'addome e alla pelvi. La RM risulta van-
volgimento dei linfonodi toracici nell'85% dei casi; la taggiosa nello studio del mediastino e della parete to-
localizzazione nel parenchima polmonare quasi mai è racica, nonché nel follow-up per la diagnosi differen-
disgillllta da quella linfonodale. Nei !infami non-Hodgldn ziale tra persistenza di malattia e tessuto fibroscleroti-
(nei quali l'interessamento d'esordio dei linfonodi epi- co o necrotico. In alc1mi centri è utilizzata la scintigra-
trocleari, femorali, poplitei, degli organi addominali e fia con 67Ga nella valutazione della risposta alla terapia
del SNC è più frequente che non nella malattia di e nello studio delle recidive. Il particolare comporta-
Hodgkin) si ha coinvolgimento dei linfonodi toracici mento dei !infami non-Hodgkin (diffusione anche per
nel 50% dei casi e sono possibili localizzazioni paren- via ematogena!) suggerisce in prima istanza una sta-
chimali isolate. In entrambi il versamento pleurico non diazione clinica e radiologica mirante a escludere che
è frequente e può essere dovuto a interessamento linfo- ci si trovi di fronte a tma malattia localizzata. Il radio-
matoso della pleura o a compressione delle vie di dre- gramma del torace, la TC, la scintigrafia con 67Ga e la
naggio linfatiche e venose. Il versamento pericardico è RM (localizzazioni linfomatose nel midollo osseo!) so-
in genere dovuto a invasione del pericardio a opera di no le indagini di volta in volta indicate in proposito.
masse mediastiniche contigue. L'invasione delle coste Il follow-up nei primi 3 anni dopo il trattamento
e delle parti molli è poco frequente ma influenza in ma- deve essere accurato e condotto a cadenze serrate: il
niera importante la condotta terapeutica. La TC è l'in- ricorso nel suo contesto a indagini con un favorevole
dagine d'obbligo; la RM è molto accurata nello studio rapporto beneficio/costo (radiogramma del torace,
del mediastino e della parete toraci ca. ecografia addominale e pelvica, TC del torace e del-
Nella ricerca di linfoadenopatie addominali e pel- l' addome) è quindi particolarmente auspicabile.
viche la linfografia simultanea bipodale, per lungo tem-
po suggerita come indagine d'elezione (sensibilità e LinjOadenopatie secondarie retroperitoneali. La
specificità sono del90%), è nella realtà clinica sempre loro ricerca è problema comune a tutte le neoplasie
più sostituita dalla TC. Nei linfomi non-Hodgkin sono pelviche ed è condotta vantaggiosamente con ecogra-
frequentemente interessate le stazioni linfonodali del- fia, TC, RM, linfografia (v. paragrafo XXV1.5).
l'ilo splenico, della porta hepatis e dell'asse celiaco, Modernamente la TC e la RM sono le indagini d'ele-
ma ciò non influenza sensibilmente la condotta tera- zione per la programmazione terapeutica e la valuta-
peutica. La milza è interessata nel30-40% dei linfomi zione della risposta alla terapia.
J all'atto della diagnosi: le localizzazioni sono per lo più
piccole, non si accompagnano a splenomegalia e non Esofago. La diagnosi si basa essenzialmente sul-
sempre sono individuabili con la TC e la RM. La sen- l'esofagografia a DC, la quale consente la definizio-
del simulatore. Questa indagine, in mani esperte, for- di). La RM ha maggiore accuratezza nella
nisce validi risultati anche nell'individuazione del dell'invasione miometriale e locoregionale. TC e RM
carcinoma esofageo iniziale (v. paragrafo XX.2.11 ). contribuiscono in maniera determinante alla ottimiz-
La stadiazione richiede il ricorso alla TC e alla RM, zazione del trattamento radioterapico con fasci esterni
che consentono di valutare l'interessamento degli e della brachiradioterapia.
organi mediastinici, dei linfonodi (linfonodi celiaci!)
e l'eventuale presenza di metastasi polmonari ed epa- Corpo dell'utero. TC e RM consentono una sta-
tiche. L'ecografia perendoscopica è utile nella defini- diazione accurata (85-90%). Forniscono, inoltre
zione della profondità di invasione della parete. informazioni sul tipo di crescita (localizzata o
sa), sulla sede (fondo o parte distale), sulla profondità
Colon e retto. La diagnosi dei tumpri del colon- di invasione del miometrio e delle strutture vicine
retto è di nonna ottenuta con clisma a DC e/o colo- sulla presenza di linfoadenopatie. L'ecografia
scopia. Programmi di screening, nei riguardi dei quali rettale ed endovaginale è accurata nella differenzia-
vi è particolare attenzione negli USA, sono conve- zione delle forme limitate all'utero (stadio I e II) da
nientemente condotti con associazione dell'esplora- quelle con estensione extrauterina (stadio III e IV).
zione digitale rettale e della ricerca del sangue Occul-
to nelle feci (eseguite annualmente a partire dai 50 Ovaio. I tumori dell'ovaio Sclllo rari ma hanno pro-
anni di età) con la coloscopia o il clisma a DC (alter- gnosi sostanzialmente grave. All'atto della diagnosi il
nati con cadenza di 3-5 anni). In fase di stadiazione 75% delle pazienti ha già malattia diffusa al di là del-
l'ecografia (con sonda endorettale per le. neoplasie l'ovaio, i160% al di fuori della piccola pelvi. Rara è la
rettali!) e la re (prezioso MdC è l'acqua!) consento- metastatizzazione per via ematogena, molto più fre-
no una valutazione della componente intra- ed esopa- quente quella per via linfatica e transcelomatica. No-
rietale. La ricerca preoperatoria di linfonodi metasta- nostante ecografia, TC e RM offrano validi criteri dia-
tici mediante TC ha bassa accuratezza diagnostica (la gnostici differenziali fra tumori benigni e maligni, buo-
RM con bobina endorettale potrebbe aumentarla nella ne possibilità di individuare linfoadenopatie, versamenti
valutazione delle neoplasie rettali!). Metastasi epati- ascitici e noduli peritoneali di almeno 2 cm di diame-
che· sono ricercate validamente con ecografia e. TC; tro, la laparotomia esplorativa non è il più delle volte
metastasi polmonari con il radiogramma del torace. · sostituibile (anche per il ruolo terapeutico che riveste!).
Nelfollow-up dei pazienti operati, la TC, la RM e la
diagnostica radioisotopica (anticorpi anti-CEA marca- Prostata. Il dosaggio nel siero dell'antigene spe-
ti!) assumono importanza per-l'individuazione delle cifico prostatico (PSA) conse11.te di porre il sospetto
recidive locali. La RM (e ancor più la PET!) possono di carcinoma in fase preclinica e comunque di dia-
consentire di differenziare il tessuto fibrosclerotico da gnosticare la neoplasia in fasi precoci. Nei soggetti
quello neoplastico. sintomatici la diagnosi è in linea di massima ottenuta
con l'esplorazione digitale rettale (più difficilmente
Fegato. Problema frequente è la ricerca di meta- per le neoplasie originate dalla zona di transizione!).
stasi (importante la loro differenziazione dagli angio- L'ecografia transrettale è peraltro indispensabile per
mi riscontrabili in circa il 20% dei soggetti normali). la valutazione delle dimensioni tumorali, spesso utile
L'ecografia ha una percentuale non trascurabile di per la dimostrazione dello sconfinamento extracapsu-
falsi negativi e conseguentemente è utile solo in caso lare e dell'invasione delle vescicole seminali (questi
di positività, La TC (MdC!) ha sensibilità alquanto ultimi due rilievi, determinanti al fine della condotta
superiore (60-85%) e ancor più la RM (90%), terapeutica, come pure la situazione dell'apice prosta-
tico, sono peraltro meglio valutabili mediante RM
Collo dell"utero. La stadiazione clinica e strumen- con bobina endorettale); è inoltre fondamentale perla
tale condotta secondo le norme FIGO (esame clinico, guida alla biopsia transperineale e al radioterapista
colposcopia, raschiamento cervicale, isteroscopia, uro- oncologo per l'esecuzione della brachiradioterapia
grafia, radiografia toracica, clisma a D.C. nelle pazienti interstiziale. La TC trova indicazione nella ricerca di
sintomatiche Q comunque negli stadi avanzati) ha mar- metastasi linfonodali pelviche. Metastasi ossee, epati-
gini di errore ampi. La re ha accuratezza complessi- che e polmonari verranno ricercate rispettivamente
va del60-90% (70-80% nella valutazione dei linfono- con scintigrafia scheletrica, ecografia o TC e radio-
Problemi diagnostici per immagini in oncologia e radioterapia 877
RADIOTERAPIA SISTEMATICA
Il criterio di ordine con il quale i diversi tumori ma- sottovalutazioni dei suoi meriti reali nella cura della sin-
ligni sono considerati in questo capitolo è tendenzial- gola fonna tumorale (tab. XLVI. l). Giova, comunque,
mente topografico, ma nel contempo si è ritenuta op-
portuna un'integrazione per apparati e talora per tipo TAHELLA XLVI. l. RADIOTERAPIA O CHIRURGIA?
di malattie tumorali sì da rendere operante una mag-
giore efficacia didattica. Il criterio topo grafico è sem- Sedi tumorali nelle quali la radioterapia è trattamento d'elezio-
ne:
brato prefùibile soprattutto perché raggruppa tumori Cute (a eccezione del melanoma)
per i quali, proprio per l'origine in quella determinata Cavo orale
regione corporea, spesso la diffusione per continuità, Cavità nasali e seni paranasali
per contiguità e per via linfatica si sviluppa in manie- Laringe (soprattutto: corde vocali)
Rino-, oro- e ipofaringe
ra identica; per i quali gli schemi di trattamento radio- Orecchio medio
tempi co sono spesso simili per l'esigenza posta di ri- Collo del! 'utero
spetto di organi critici ben definiti; la preparazione del Testicolo (linfoadenopatie da seminoma)
paziente e l 'assistenza durante il trattamento stesso Prostata (?)
no il più delle volte aspetti comuni. Il termine Medulloblastoma
Linfomi
terapia sistematica}> va dunque inteso propriamente
me «problematica della radioterapia sistematicamente Sedi tumorali ne!Ic quali la chirurgia è trattamento d'elezione:
considerata organo per organo». Stomaco, tenue, colon e retto
Ciascun paragrafo reca alcuni richiami Pancreas
vi sulle caratteristiche dì frequenza, di aspetto Rene
Prostala (?)
gico, di storia naturale, di diffusione, e laddove Osso (quasi tutti i tumori primitivi)
sario sulla stadiazione del singolo tumore. Fanno se- Fibrosarcomi
guito alcuni cenni generali sul tipo di terapia più ade- Melanoma
guata anche in funzione dello stadio evolutivo. Quin- Testicolo (tumore primitivo)
di, i criteri specifici del trattamento radioterapico, sia
nelle quali la chirurgia è trattamento di prima scel-
esso radicale o palliativo, isolato, pre- o postoperato- taSedi(latumorali
radioterapia subentra in caso di inoperabilità ed è spesso
rio, esterno o meno. Infine, dei dati orientativi sulle so- utile sia in fase pre- che postoperatoria):
pravvivenze che è lecito attendersi. Esofago
È sempre difficile un giudizio obiettivo sull'annoso Polmone
problema: radioterapia? chirurgia? Problema, fra l'al- Mammella
Corpo del/ 'utero
tro, che risente troppo ampiamente di orientamenti più Ovaio
o meno interventistici delle diverse scuole chirurgiche Testicolo (linfoadenopatie da teratoma)
e di «momenti storici>} contingenti (vedasi, ad esempio, a
l'attuale revisione proradioterapica del trattamento dei Encefalo
tumori della prestata), per potere essere conveniente- Ghiandole salivari
Tiroide (carcinomi non ipercaptanti)
mente codificato. Si può dire che ogni sforzo è stato fat- Metastasi laterocervicali da carcinoma
to, sia pure nella elementarietà della trattazione, per «da-
re a Cesare quel che è di Cesare!>, senza ipervalutazio- sottolineare che le indicazioni in favore di un metodo
ni del ruolo della radioterapia, ma nel contempo senza o di un altro sono sistematicamente oggetto di
880 Capitolo XLVI
I danni acuti arrecati alle mucose del cavo orale e ,Fig. XLVI. l. Le stazioni linfonodali del collo. 1 "'preauricolari; 2"'
della faringe (causa di disgeusia, iposcialia e disfagia infraparotidea; 3 = sottomentoniera; 4 "'sottomandibolare; 5 =sotto-
ingravescenti) inducono l'insorgenza di problemi di ali- digastrica; 6 "' giugulocarotidea superiore; 7 = giugulocarotidea
mentazione. Per la prevenzione e il contenimento grande media; 8 "' giugulocarotidca inferiore; 9 "' sopraClaveare. Le frecce
importanza hanno la proibizione del fumo, di alimenti trop- indicano dall'alto in basso le stazioni spinali superiore, media e infe-
po caldi o freddi o irritanti, l'accurata igiene del cavo orale riore.
e una adeguata terapia di supporto nutritizio. Dosi elevate
di radiazione producono carie destruenti e parodontopatie
che possono complicarsi con osteomielite e radionecrosi
dei mascellari. Una scrupolosa preliminare bonifica denta-
ria, l'uso di soluzioni fluorurate e un piano di trattamento
radioterapico che eviti sovradosaggi locali; limitano l'inci-
denza di questi effetti indebiti.
1.1. Cute
I tumori cutanei sono molto frequenti. Colpiscono Fig. XLVI.3. Carcinoma a cellule squamose della guancia destra,
in genere soggetti anziani sulle parti scoperte, tipica- prima (in alto) e a venti mesi dal trattamento rontgentcmpico (in
basso). Le dimensioni della lesione (4x4xl ,5 cm) rendevano impossi-
mente il volto. La loro storia naturale è del tutto parti- bile l'exeresi chirurgica. L'irradiazione è slata condotta con raggi X di
colare. Hanno chiara relazione causale con l'esposi- 300 kV, distan7.a focale di 15 cm, 60 Gy in49 giorni. Sl osservlla gua-
zione alla luce e con gli stati distroficodegenerativi che rigione completa con residua piccola chiazza discromica c soffice di
l cm di diametro (in basso). Osservazione Prof. F Bistolfi.
essa comporta. I più comuni sono i carcinomi baso-
cellulari, a evoluzione per lo più puramente locale; poi more di elevata malignità e precocemente metastatiz-
i carcinomi spinocellulari, con maggiore tendenza a zante per via ematica, costituente circa il?% dei tumori
dare metastasi linfonodali. cutanei e l'l% di tutti i tumori corporei. Origina nella
rasportazione chirurgica e la radioterapia forni- maggioranza dci casi da un neva preesistente, soprat-
scono risultati molto soddisfacenti e sostanzialmente tutto se rilevato e intensamente pigmentato (neve di
uguali. La scelta relativa dipende da condizioni logi- transizione e composto). V'è larga incertezza sulla via
stiche e di opportunità (il trattamento radioterapico è terapeutica elettiva: negli ultimi anni, tuttavia, è anda-
più lungo e impegnativo per il paziente; il trattamento ta prevalendo l'opinione che, a causa della relativa ra-
chirurgico, non richiedendo apparecchiature particola- dioresistenza, questo tumore debba essere preferibil-
ri, è possibile ovunque) e da condizioni esteticofunzio- mente trattato chirurgicamente.
nali (sedi come il padiglione auricolare, l'ala del naso,
la palpebra, sono considerate più adatte alla radiotera-
1.2. Labbro, cavo orale c orofaringe
pia; così pure tumori molto estesi e recidive postchi-
rurgiche, nei quali un intervento chirurgico potrebbe Sono interessati per lo più da carcinomi platispi-
risultare troppo mutilante- fig. XLV1.3). nocellulari; i linfomi, più rari, verranno considerati
nello specifico paragrafo .. Compaiono tipicamente in
Si utilizzano, di norma, raggi X di 50-60 KV e distan- età avanzata; spesso sono associati a scarsa igiene del
ze focali di pochi cm, sì da ottenere una rapida caduta della cavo orale e a cattive condizioni di nutrizione.
dose profonda. Essendo piccoli i volumi di tessuto interes- Il tipo di trattamento terapeutico varia a seconda
sati e grande la capacità di riparazione della cute, il tratta- della sede, dell'estensione, dell'accessibilità e della va-
mento può essere molto concentrato nel tempo: usualmen- rietà clinica del tumore. La rOntgenterapia e i fasci di
te si somministrano frazioni singole di 5 Gy fino a un tota-
le di 50 Gy in 2 settimane. Meno frequente è l'uso di fasci elettroni (6-8 Me V) trovano indicazione nelle lesioni
di elettroni. La curi eterapia interstiz;iale con aghi di radium più piccole e facilmente accessibili; è sempre
o fili di m1r trova indicazione in situazioni particolari. È rio l'uso di coni !imitatori adatti all'introduzione eu-
attesa una guarigione completa in almeno il 90% dei casi. dorale. La curieterapia (infissione di aghi di radium· o
di fili di 192lr) trova indicazione nelle grosse lesioni ino-
Alcune considerazioni a sé merita il melanoma, tu- perabili: questo tipo di trattamento consente una mi-
882 Capitolo XLVI
..
biopsia La diagnosi è laringoscopica (per questa via viene
effettuata la biopsia) e tomografica computerizzata.
..
stadiazione
sede
palato molle
l
tonsilla b,,r,
l
RT
+l-
•
Tl-T3
l
+
T4
l RT l
svuotamento
laterocervic. Fig. XLVI.4. Le vie Enfatiche
[2]
di diffusione dei tumori della la-
+l-
RTI ringe. Si osservi l'ampia diffu-
svuotamento T
laterocervic.
sione dei tumori sopraglottici
lungo tutta la catena giuguloca-
+
recidiva
+
reddiva
rotidea. I tumori sottoglottici
diffondono soprattutto distai-
mente lungo le catene cervica-
+ l + l
li profonde paratracheali. I tu-
mori glottici diffondono tardi-
l chiruì-gia
l chemioterapia vamente ai linfonodi prelarin-
gei e ai linfonodi distali super-
ficiali e profondi del collo.
gliore distribuzione della dose e segue solitamente un
precedente trattamento transcutaneo (telecobaltotera-
pia o raggi X di 4-6 MV). Con queste modalità combi- LARINGE
nate è possibile somministrare al nucleo centrale del albero decisionale
tumore dosi superiori a 70-80 Gy con tolleranza·Joca- laringoscopia
le accettabile. indiretta
•
stadiaziom:
lizza la radioterapia esterna, i linfonodi più prossima-
li sono compresi nel volume di irradiazione con il tu-
more primitivo; quelli più distali andranno trattati se- Tl-T2
paratamente.
La sopravvivenza attesa a 5 anni è piuttosto eleva-
...
ta (70%). Q1::J
1.3. Laringe
Il cancro della laringe è abbastanza frequente; col-
l
reddiva recidiva
I tumori glottici sono i meno invasivi; I tumori moderatamente avanzati della laringe co-
zano tardivamente ai linfonodi laterocervicali. Vengo- stituiscono uno degli esempi di più fruttuosa applica-
no trattati chirurgicamente con successo elevato, a prez- zione del trattamento integrato chemioterapia/radiote-
zo, però, di danni funzionali molto gravi; il trattamen- rapia finalizzato alla conservazione d'organo.
to radioterapico dà risultati lievemente inferiori (80%
di sopravvivenza a 5 anni) ma il danno funzionale 1.4.Ipofaringe
recato è pressoché nullo (in particolare la voce è con-
servata) .. I tumori dell'ipofaringe (sono considerati tali
quelli originanti dalle pliche ariepiglottiche, dai seni
L'irradiazione è effettuata con campi laterali piriformi, dalla regione retrocricoidea e dalla parete
sti di dimensioni proporzionate ali' estensione della lesione posteriore faringea) sono poco frequenti. Nella quasi
(fig. XLVL5A) per lo più con filtri «a cuneo)) per evitare un totalità dei casi si tratta di carcinomi spinocellulari, a
eccesso di dose lungo il piano sagittale mediano, utilizzan- sviluppo vegetante se insorgono sulle superfici muco-
do la radiazione y del ' 6Co o raggi X di MV prodotti con se che rivestono le strutture cartilaginee, a sviluppo
acceleratore lineare; per lesioni monolaterali si possono im- infiltrante se insorgono sulla parete posteriore. La
piegare elettroni veloci con campo unico diretto sul focolaio.
La dose è di circa 60 Gy in 6 settimane per i tumori meno
IPOFARINGE
estesi; per quelli più avanzati sono necessarie dosi albero decisionale
ri, che implicano peraltro rischi precoci (edema laringeo) e
tardivi (necrosi cartilaginea) anche molto gravi.
-i
laringosçopia e biopsia
precocemente metastasi linfonodali. Richiedono
tanto un trattamento radioterapico su campi estesi
•
stadiazione
globanti anche i linfonodi laterocervicali inferiori (fig.
XLVI.SB). I tumori più avanzati sono meglio passibili
di trattamento combinato radiochirurgico. La soprav- ,---------,+e------,.
vivenza a 5 anni varia dal 70% per i tumori più limita- seno piriforme reg. rctrocricoidea parete post.
ti al 20% per quelli più avanzati.
I tumori sottoglottici sono i più insidiosi; la
l
t t
T!-T3 [Ri']
gnosi ha luogo quindi molto tardivamente
do il tumore è esteso e sono clinicamente apprezzabi-
t +
["i<i:J recidiva recidiva
li metastasi linfonodali in almeno la metà dei casi.
L'intervento chirurgico, quando possibile, è t t t
recidiva ["i<i:J l chirurgia l
mente invalidante; la radioterapia deve spesso essere
estesa a parte della trachea e ai linfonOdi t
li (fig. XLVI.SC). La prognosì è più grave che non
nelle altre localizzazioni laringee.
1.5. Rinofaringe
I tumori del rinofaringe sono quasi sempre carci-
nomi indifferenziati o spinocellulari, più raramente
(10%) linfomi (v. paragrafo XLVI.ll.2). Danno pre·
cocemente metastasi ai linfonodi retrofaringei e late-
rocervicali superoposteriori; la frequenza di
si a distanza è maggiore che nelle altre neoplasie della
testa e del collo. Hanno spiccata tendenza all'esten-
sione endocranica (per le relative modalità si rimanda
al paragrafo XXXIV.3). La diagnosi è per lo più tar-
diva e spesso consegue alla comparsa di paralisi dei
nervi cranici o di una tumefazione linfonodale sotto-
mastoidea. La terapia è esclusivamente radiante (l'in-
tervento chirurgico è limitato ali' asportazione di
metastasi linfonodali non regredite dopo radiotera-
pia). Fig. XLVI.6. Schema usuale di trattamento con radioterapia esterna di
un tumore del rinofaringe. Il tumore primitivo c la base cranica sono
irradiati mediante due campi laterali contrapposti e un campo ante-
Si utilizza la radiazione ydcl"°Co o raggi X di alta ener- riore (nei quali sono schermati gli occhi c parte dei padiglioni aurico-
gia, con campi multipli per evitare sovradosaggi delle strut- lari). Le stazioni Enfatiche di drenaggio sono irradiate con un grande
ture critiche (midollo spinale, orecchio medio, occhio), spes- campo anteriore (nel quale sono schermate la laringe e la tiroide; la
so di forma «personalizzata», con dose totale di almeno 60 bocca è mantenuta aperta da un tappo di sughero).
Gy in 6 settimane. È sempre necessario comprendere nel vo-
lume irradiato la base cranica e le stazioni linfonodali del
collo (fig. XLVI.6). 1.7. Fosse nasali e seni paranasali
Nei carcinomi la sopravvivenza a 5· anni varia dal Si tratta per lo più di carcinomi spinocellulari,
55% per le forme limitate con scarsa compromissione adenocarcinomi, più raramente linfomi. L'estensione
linfonodale, al20% per le forme più estese con inva- locale. può dar luogo ad ampie distruzioni ossee,
sione della base cranica. soprattutto nei tumori dei seni mascellari; la metasta-
tizzazione linfonodale non è frequente.
1.6. Orecchio La radioterapia, .spesso preferita al trattamento
chirurgico gravemente lesivo sul piano estetico e fun-
I tumori maligni dell'orecchio sono rari. Trattasi zionale, è praticata con fotoni di alta energia (teleco-
per lo più di carcinomi spinocellulari dell'orecchio baltoterapia o raggi X di 4-6 MV), con campi spesso
medio bene rispondenti ai trattamenti radioterapici irregolari- e frequente uso di filtri a cuneo (fig.
radicali. XLVI.?). La sopravvivenza a 5 anni varia dal 10 al
40% a seconda dell'estensione del tumore.
885
' \
t o alla realizzazione
di un 'apparecchiatura «dedicata» scia» fino a dose totale di almeno 35 Gy. La sopravviven-
consistente in 201 sorgenti di 6°Co distribuite su una za a 5 anni è di circa il 30%. Le metastasi cerebrali ven-
calotta emisferica, i cui fasci convergenti di radiazio- gono irradiate con criterio palliativo con due campi con-
ne y sono focalizzati in un punto preciso (fig. trapposti diretti su tutto l'encefalo fino a dose totale di 40
XLVI.8). Gy in 4 settimane (o con schemi più rapidi, utilizzando dosi
singole più elevate e dosi totali più basse). Il trattamento, in
genere ben tollerato, induce una scomparsa rapida ma effi-
Problemi particolari sono posti da alcuni specifici
mera della sintomatologia compressiva. Nelle sindromi da
tumori. Il glioblastoma, forse il più maligno dei tumori
compressione midollare (metastasi, linfomi paravertebra-
umani per le spiccate caratteristiche infiltrative, è molto
li), rapidamente inducenti paraplegia, la radioterapia ad
radioresistente: dosi superiori a 70 Gy possono non rag-
alto dosaggio (laminectomia decompressiva preliniinare!)
giungere livelli di radicalità. La sopravvivenza mediana è
può condurre a validi risultati palliativi.
di 8 mesi; quella a 5 anni del tutto nulla. Risultati promet-
tenti sono stati segnalati con la radioisotopoterapia immu-
nologica (anticorpi monoclonali anti-cellule tumorali). Gli
adenomi ipofisari assumono spesso il duplice comporta- 3. Orbita e occhio
mento di massa occupante spazio (con compressione delle
strutture adiacenti, soprattutto il chiasma ottico) e secer- La cavità orbitaria contiene strutture eterogenee e
nente (con le conseguenti manifestazioni disendocrine ). Il può essere sede di tumori di natura disparata. Partico-
trattamento radioterapico è difficile e mira alla irradiazio- lare importanza, per l'indicazione radioterapica spes-.
ne il più possibile selettiva della loggia ipofisaria con dosi so prioritaria, hanno il retinoblastoma e il rabdomio-
elevate; si rende per ciò necessario l'uso di raggi X di alta sarcoma orbitario (per il quale v. paragrafo XLVI.l0.2),
energia con tecniche di movimento o meglio ancora di fasci
propri dell'età pediatri ca, il me/anoma uveale e i lin-
di protoni. Il medulloblastoma ha per lo più sede cerebel-
lare; diffonde precocemente per via liquorale limitando fomi, insorgenti per lo più in età adulta.
l'efficacia dell'asportazione chirurgica del tumore primiti-
vo. La radioterapia con raggi X di alta energia deve essere Il retinoblastoma è un tumore maligno primitivo della
effettuata su tutto il nevrasse: l'encefalo è irradiato nella retina, bilaterale nel20-30% dei casi, di probabile deriva-
sua totalità mediante due campi contrapposti fino a dose zione neuroblastica, caratteristico dell'età infantile (l'età
totale di 40 Gy; la fossa posteriore, sede del tumore primi- media dei bambini affetti è di 18 mesi; eccezionalmente si
tivo, riceve un complemento di 10-20 Gy; il midollo spina- 111:anifesta oltre gli 8 anni). In alcuni casi è ben dimostrata
le è irradiato con un unico grande campo posteriore M stri- una trasmissione ereditaria con gene autosomico dominan-
te a penetranza variabile. La forma monolaterale ha gene-
ralmente occorrenza sporadica e viene ritenuta secondaria
a mutazione somatica. Il progressivo accrescimento del
tumore induce l'occupazione di tutto il corpo vitreo con
conseguente glaucoma e l'infiltrazione del nervo ottico con
estensione diretta alle meningi, agli spazi liquorali e all'en-
cefalo; talora la neoplasia supera il globo oculare e invade
i tessuti orbitari.
Il retinoblastoma è estremamente radiosensibile. Tutta-
via, trattamento di elezione delle forme monolaterali di pic-
cole dimensioni è la fotocoagulazione mediante laser; nei
casi più avanzati l'enucleazione dell'occhio colpito e di par-
te del nervo ottico, seguita da radioterapia transcutànea.
Nelle forme bilaterali si enuclea l'occhio !llaggiormente col-
pito e si irradia l 'altro in maniera conservativa (il trattamento
radioterapico è fatto con opportuni coni !imitatori che con-
sentono di escludere il cristallino dal fascio radiante). In al-
ternativa può essere utilizzata la brachiradioterapia di su-
Fig. XLVI.8. Apparecchiatura «dedicata>> per la radioterapia stereo- perficie con placche di .wco, 191lr, mr o 10'Ru. I residui tumo-
tassica con sorgénti mutiple (20 l!) di '°Co. Si osservi la convergenza rali e le recidive dopo trattamento vengono trattati con crio-
dei fasci di radiazione (5 dei quali sono rappresentati nella figura
schcmatica) sul punto di interesse costituito dall'ipofisi. La testa del chirurgia o fotocoagulazione. La sopravvivenza a 3 anni va-
paziente è .immobilizzata da un casco di alluminio opportunamente ria dal30% all' 80% nelle forme intrabulbari, è di circa il
forato. Cassenza di parti mobili rende possibile la focalizzazione con 20% nelle forme extrabulbari.
precisione pressoché assoluta. Nel melanoma uveale trova indicazione elettiva la ra-
R""ado'' o"c'"oPo'o""'c"c"c"c'"o1o''o"____________________________________ · ···- ._
dioterapia con protoni di alta energia. Controllo della ma- mi. I.: insorgenza nell'ambito della mammella colpita è tal-
lattia lo si ottiene in più dell'800/o dei casi, conservazione del volta pluiifocale, anche se macroscopicamente si apprezza
visus in percentuale un po' inferiore. Nelle localizzazioni un solo nodulo; la presenza di cancro in una mammella as-
più anteriori trova indicazione in alternativa la brachiradio- soggetta a maggiore rischio di comparsa di cancro primiti-
terapia con placche di 106Ru. vo la mammella controlaterale. La metastatizzazione è as-
sai precoce (a eccezione delle forme scirrose delle donne an-
ziane) e ha luogo per via linfatica (sono invasi prima i linfa-
4.Mammella nodi ascellari e le catene mammarie interne, successivamente
i linfonodi sopraclaveari) e per via ematica.
Nonostante la buona affidabilità dei criteri clinici, mam-
Il cancro della mammella è il tumore più frequen- mografici ed ecografici, soprattutto quando concordanti,
te nella donna, Incide in tutte le età, ma in realtà è del l'accertamento istologico su prelievi bioptici o agoaspirati
tutto eccezionale al di sotto dei 25 anni. V'è una certa è indispensabile, sia per la corretta tipizzazione e per la va-
predisposizione familiare alla sua insorgenza correla- lutazione del grado di differenziazione, sia per l'accerta-
ta alla presenza di due geni recentemente individuati. mento della presenza di recettori ormonali nelle cellule neo-
In una elevata percentuale di casi v'è correlazione con plastiche. La verifica istologica è spesso estesa anche ai linfa-
stimoli ormonali attraverso specifici recettori. Circa nodi ascellari, sia per una conferma diagnostica inequivo-
cabile (v'è almeno un 35% di errori nei due sensi), sia per
l'l% dei casi si verifica nel sesso maschile. La
valutare quantitativamente l'entità della metastatizzazione
pravvivenza media in assenza di terapia è valutabile per ima più precisa programmazione terapeutica.
torno ai 3 anni: sono segnalate, tuttavia, occasionai- La frequenza e la precocità della metastatizzazione a
mente, lunghe sopravvivenze senza terapia. distanza fanno sì che nella maggior parte dei casi il cancro
della mammella richieda fin dall'inizio un trattamento
Nella quasi totalità dei casi trattasi di carcinomi; assai «generale» chemioterapico e ormonoterapico a fianco di
raramente di sarcomi o di localizzazioni mammarie di linfa- quello «iocoregionale» chirurgico e radioterapico.
+
MAMMELLA
albero decisionale
stadiazionc
memmogmfi'
t
Stadio l c Il patologico
chemioterapia
"-
RT
l </-
ormonoterapia risposta
completa
risposta
parziale
t
N'! N·e
t t
t
si•temica adiul'ante l
{chcmiotempia e/o
ormonoter,.pia)
t
resccobile
"'"
RT sulle stazioni linfonodali
t
chemioterapia
•1-
0I'ffiOllNCrapia
888
l
'
Il trattamento ha luogo con fotoniX di 4"6 MV o con Fig. XLVI.9. Possibili schemi di trattamento con radiotcrapia esterna di
telecobaltoterapia utilizzando fasci con incidenza tangen" un tumore mammario. In A radio terapia esclusiva dopo biopsia per tumo-
ziale fino alla dose di 50 Gy. Il volume mammario sede del re T2NOMO: vengono irradiate la mammella mediante campi contrappo-
tumore escisso riceve un sovradosaggio <<miratO>> di l O" 15 sti «a sandwich» (vedi fig. XLIV7-6) e le stazioni mammruie interne,
ascellari e sopraclaveari mediante uno o due campi anteriori diretti. In B
Gy con tecniche variabili: rOntgenterapia, fasci di dettroni, radioterapia complementare dopo mastectomia per tumore T2N!MO:
curieterapia interstiziale. Tuttora discussa è l 'opportunità sono irradiate le stazioni sotto- e sopraclaveare, ma non la cicatrice ope- Ìi
di irradiare le stazioni linfonodali sopraclaveari e mam" ratoria. In C radioterapia complementare dopo mastectomia radiC<Jle per
marie interne (l'ascella non è comunque irradiata, perché tumore T4NIMO: è irradiata anche la cicatrice operatoria. In D radiotera- s
viene operata). pia limitata alla sola stazione sopraclavearc, sede di metastasi non aspor- l
tate, in tumore T3N3MO. d
La radioterapia ha un ruolo importante dopo la ma- c
stectomia radicale per carcinoma localmente avanza- In doi:me in premenopausa, in fase metastatica e con l
to: in questi casi esiste un rischio consistente di tumore ormonoresponsivo, trova precisa indicazione la n
va sulla parete toracica, conseguenza dell'invasione radiocastrazione, ottenuta con dosi di 15-20 Gy in l (i
neoplastica degli spazi linfatici del derma. settimane mediante campi contrapposti anteriori e po- !t
steriori diretti sulle regioni ovariche. La sua efficacia o
Utilizzando tecniche di irradiazione tangenziale, si som" non è inferiore a quella della ovariectomia, ma la p
ministrano 50 Gy alla parete toracica del lato interessato. La tezza con la quale induce la soppressione della funzio-
stessa tecnica, con dosi fino a 60 Gy e con eventuali sovra" ne ovarica fa spesso preferire quest'ultima. L
dosaggi con elettroni su aree limitate, viene adottata nel ca- 3
so di recidive postchirurgiche in pazienti che non hanno ri" La sopravvivenza a lO anni si è poco modificata in 12
cevuto il trattamento precauzionale. questi ultimi anni nonostante il perfezionamento degli
approcci terapeutici semplici e combinati: essa è di cir-
Esistono numerose alternative di strategia ca il 70% se i linfonodi ascellari sono indenni, di circa C(
tica e di tecnica nel trattamento radiante del carcinoma il30% se metastatizzati. Un certo miglioramento nr
mammario (fig. XLV19), conseguenza della grande va- gnostico è apportato, in questi ultimi casi, dalla che- pr
riabilità di evoluzione, del mutare delle conoscenze eli" mioterapia precauzionale, specialmente nelle pazienti cl
niche e delle possibilità terapeutiche, e in particolare in premenopausa. la
dell'affermazione dell'ormonoterapia e della in
st
terapia. Le scelte operative devono per questo essere
sempre basate su un accordo interdisciplinare tra ra- 5. Polmone e pleura pr
dioterapista, chirurgo e oncologo. m
In presenza di metastasi a distanza, soprattutto os- Il cancro del polmone è il tumore più frequente nel- fil
see, troVa indicazione la radioterapia con finalità l'uomo nella maggior parte dei paesi occidentali; da
liative, la quale spesso consente risultati immediati e la donna è al secondo posto come causa di morte dopo pr
lunghe sopravvivenze. il cancro della mammella. Incide soprattutto nel 5° e to
1
'
Radioterapia sistematica
POLMONE
(ca. a piccole cellule)
"'·
sradiaziorw
(torace, scheletro, addome, encefalo}
• •
malattia limitata malattia estesa
ch.emioterapia chemioterapia
<1-
RT
..
risposta non risposta
non risposta risposta
(\i0-70%)
l
TT
(-SO'M
l
recidiva mantenllta
> 3 anni
mantenuta recidiva (-!"lo)
> 3 anni (85-90%)
corso di un intervento operatorio «riduttivO>ì (limitato, cioè, zione clinica può essere così grave da indurre a intervenire
all'asportazione solo di una parte del tumore). Il fallimento con criterio d'urgenza: l'impossibilità di approfondimenti
di questi trattamenti rende spesso indicati interventi neuro- diagnostici non consente spesso di discriminare preliminar-
chirugici sulle vie del dolore. Nelle sindromi metliastiniche, mente possibili cause che non siano il cancro del polmone
nelle quali l'elemento dominante è l'ostruzione della vena (!infami, tumori del timo, più raramente altre neoplasie).
cava superiore (meno importanti sono il coinvolgimento de- Verrà irradiato il mediastino, con grossi campi, preferibil-
gli altri vasi mediastinici, dell'esofago e della trachea), la ra- mente con dosi singole di 3-4 Gy; la dose totale verrà stabi7
dioterapia associata all'impiego di corticosteroidi costitui- lita sulla base del decorso clinico, ma per'lo più oscillerà tra
sce il mezzo di più costante efficacia terapeutica. La situa- 20 e 40 Gy.
POLMONE
(ca. non a piccole cellule)
albero decisionale
es. clinico
RX
----1,j.
stadiazione
l
l l
t t chirurgia t t
• • • •
operabile non operabile sintomatico non sintomatko
chirurgia
RT
+/- 0
e/o chemioterapia
Radioterapia sistematica 891
Nel complesso, i risultati terapeutici ottenuti in cato «inguaribile», ma in realtà il 70-80% ha già metastasi
questa neoplasia a prognosi decisamente infausta subcliniché: un trattamento locoregionale anche radicale
sono scoraggianti. La sopravvivenza mediana è infe- non può dunque avere succes.so in più del20-30% dci casi,
riore a 12 mesi; la grande maggioranza dei pazienti è risultato peraltro a tutt'oggi difficilmente conseguibile. È
deceduta entro la fine del zo anno. dunque particolarmente sentita l'esigenza di nuovi chemio-
terapici o di nuovi schemi di utilizzazione per il controllo
delle metastasi a distanza.
Il mesotelioma pleurico ha accrescimento locore- Nella maggioranza dei casi trattasi di carcinoma spino-
gionale infiltrante ed è di norma accompagnato da cellulare il quale cresce in senso longitudinale e trasversale,
importante componente essudatizia endopleurica. Le in forma vegetante o stenosante, invade il tessuto cellulare
possibilità terapeutiche sono generalmente assai scar- mediastinico con facilità (anche per l'assenza di un rivesti-
se. La radio terapia palliativa è effettuata con fotoni X mento sieroso nel!' esofago), dà precocemente metastasi ai
di alta energia, a dosi sempre elevate, con campi tan- linfonodi mediastinici, sottodiaframmatici e sopraclaveari.
genziali per limitare l'irradiazione del polmone sotto-
stante. Utile complemento è la radioisotopoterapia Si ritiene sussistere precisa indicazione al tratta-
diretta intrapleurica con sospensioni colloidali. mento radioterapico per i tumori dell'esofago cervi-
cale, al trattamento chirurgico per quelli dell'esofago
toracico distale e addominale; per i tumori dei due
6. Tubo digerente terzi prossimali dell'esofago toracico, i più frequenti,
la scelta è funzione di diversi elementi, ma a essa non
è estranea la propensione all'interventismo delle varie
6.1. Esofago Scuole chirurgiche. In realtà la radioterapia, allor-
Il cancro dell'esofago è poco frequente in riferi- quando correttamente eseguita, dà risultati in termini
mento al cancro dello stomaco, del colon e del retto; la di sopravvivenza non inferiori alla chirurgia, per tutti
sua incidenza assoluta e relativa risente fortemente di gli stadi e tutte le sedi (a eccezione dei tumori dell'e-
fattori geografici, razziali e dietetici. Fattori locali pre- sofago distale); ha spesso buon effetto palliativo
disponenti alla sua insorgenza sono la sindrome di (ricanalizzazione rapida sì che il paziente può riali-
Plummer-Vinson, l'acalasia con megaesofago, l'ernia mentarsi per via fisiologica); non è accompagnata da
iatale con esofagite, le ustioni da caustici, i diverticoli. grossi fattori di rischio.
All'atto della prima diagnosi, effettuata il più delle Le dosi utilizzate sono di 55-60 Gy in 4-6 settimane;
volte in fase disfagica stabilizzata, il40% dei casi è giudi- per i tumori estesi longitudinalmente per più di 5 cm può
ESOFAGO
albero decisionale
es. clinico
RX ,j,
••
endoscopia e biopsia
sradiazio1w
Stadio l c Il
•
Stadio JII
chemioterapia + RT chemioterapia + RT
o
chirurgia+ l - chemioterapia
olo
RT pre-o posroperaroria
892 Capitolo XLVI
essere vantaggioso un trattamento più blando (30 Gy in l O della grande varietà di organi e strutture
frazioni), eventualmente seguito da fino a irradiati, ha ruolo puramente palliativo e fornisce ri-
dosi radicali in caso di risposta favorevole. sultati modesti. Complessivamente non più dellO% dei
casi diagnostici è passibile di risultati radicali e dura-
La sopravvivenza a 5 anni è di circa il lO%. Come turi. Prospettive migliori potrebbero derivare dalla ra-
per i carcinomi del capo e del collo, anche per il car- dio terapia intraoperatoria con elettroni veloci (acèe-
cinoma dell'esofago sono in via di sviluppo tratta- leratore lineare'.) sul letto tumorale esposto chirurgi.
menti integati chemioterapia/radioterapia che rendo- camente. Questa metodica è in corso di valutazione an-
no possibili consistenti progressi nell'efficacia della che per il cancro del retto, del colon, del pancreas e del-
terapia non chirurgica. le vie biliari.
RETTO
(TC, CEA)
\,'
'i'
1.:
lj t
chirurgia chirurgia + RT
Il
ll. _l t
rcsecabile •
non resecabilc
J!·
RT prc- o
pose operatoria
t t
Il chemioterapia
Radioterapìa sistematica 893
limitato alla mucosa; gli stadi B1 e B2, nei quali è rispetti- grati chemioterapia/radioterapia (in casi favorevoli,
vamente intraparietale e esoparietale lJla senza interessa- la sola radiotcrapia!), con risultati migliori per quanto
mento linfonodalc; gli stadi Ct e C2, come i precedenti ma concerne la sopravvivenza e con conservaziOne di or-
con interessamento linfonodale. gano e funzione in oltre il 70% dei casi.
Trattamento terapeutico d'elezione è !'intervento
chirurgico (resezione addomino-perineale secondo Mi- 6.5. Fegato
les, che comporta la perdita della funzione sfinteriale Il tumore primitivo più frequente è l'epatocarci-
e J'instaurazione di un ano preternaturale permanente; noma, che insorge in territorio cirrotico e costituisce
resezione anteriore con conservazione della funzione spesso l'evoluzione finale di una epatite di tipo C. La
sfinterica nei casi situati a distanza di sicurezza dal- terapia è chirurgica quando possibile, con decisa indi-
l'orifizio anale). cazione al trapianto di fegato.
La radioterapia da sola trova indicazione nei pa-
zienti inoperabili per cause locali o generali; offre scar- Nelle leSioni più piccole trovano indicazione procedure
se prospettive di radicalità ma buoni risultati palliativi interventistiche quali l 'alcoolizzazione percutanea e l'abla-
(scomparsa del dolore, del sanguinamento, di eventuali zione mediante RF o laser (v. paragrafo XXXIX.4.2). Più
fistole). La radioterapia preoperatoria può offrire ri- frequenti sono le mctastasi (i tumori gastrointestinali danno
sultati sensibili. La radio terapia postoperatoria, ese- metastasi epatiche nel30-60% dei casi, quelli della mam-
mella nel40%). Per le metastasi solitarie (ma questa è in
guita con le usuali modalità e dosi, riduce drasticamente realtà una situazione rara!) si può prospettare l' asportazio-
la frequenza delle recidive locali negli stadi B e C di ne chirurgica; per le metastasi multiple o diffuse il tratta-
Dukes da140% allO% e può migliorare la sopravvi- mento usuale è la chemioterapia per via generale o per in-
venza (la quale spesso è compromessa dalla sola reci- fusione diretta neli 'arteria epatica.
diva locale). Risultati di un certo interesse vengono for-
niti anche dal trattamento «a sandwich»: radioterapia La radioterapia può ottenere validi risultati pallia-
preoperatoria, intervento chirurgico, complemento tivi (scomparsa del dolore, normalizzazione dei test
dioterapico postoperatorio fino a dosi più radicali ematici, riduzione della massa primitiva, scomparsa
50 Gy). Utile complemento è la radioisotopoterapia dell'ittero colostatico, miglioramento dello stato
immunologica. con anticorpi anti-CEA .l n forme pre- generale), ma non può consentire risultati radicali
coci e beri selezionate buoni risultati locali e alte per- essendo la dose totale somministrabile molto limitata
centuali di sopravvivenza possono essere ottenute con dalla bassa tolleranza del parenchima epatico (il supe·
la curieterapia endocavitaria. ramento di una dose di 30 Gy in 15-20 frazioni su
La sopravvivenza a 5 anni dopo solo intervento chi- tutto il fegato comporta la comparsa di una radioepa-
rurgico è rispettivamente del 90%, 50% e 25% negli tite spesso mortale). Qualche vantaggio può attenersi
stadi A, Be C di Dukes; con radioterapia postoperato- con opportune associazioni terapeutiche: la sopravvi-
ria la sopravvivenza nello stadio C sale' a circa il40%. venza mediana, di 4-6 mesi con la sola radioterapia,
aumenta a circa IO mesi con il trattamento combina-
6.4.Ano ecanale anale to radiochemioterapico.
Trattasi per lo più di carcinomi spinocellulari
no comunemente di tumori originati da residui della 6.6. Pancreas
cloaca primitiva), rari (2% circa dei cancri del crasso), Il carcinoma del pancreas è uno dei tumori meno
a evoluzione e prognosi diversa a seconda deli' origine facilmente curabili: l'intervento chirurgico presenta
dalla cute'perianale o dal canale anale. I tumori grosse difficoltà tecniche ed elevata mortalità
rianali danno metastasi ai linfonodi inguinali e sono in peratoria; la radioterapia presenta forti limitazioni per
genere passibili di trattamento locale conservativo la presenza di numerosi organi circostanti che condi-
rurgico o radioterapico. I tumori del canale invadono zionano la dose totale somministrabile (reni, fegato,
il pavimento pelvi co e metastatizzano per via linfatica stomaco, intestino tenue, midollo spinale). V interven-
come il carcinoma del retto. La resezione chirurgica to chirurgico è ritenuto trattamento d'elezione, ma è
secondo Miles, intervento d'elezione in passato, è mo- realizzabile, per la tardività della diagnosi, in modo
dernamente abbandonata in favore di trattamenti in te- radicale in non più del lO% dei casi. Interessante
7 "':-·-
894 Capitolo XLVI l
l
alternativa è la brachiradioterapia interstiziale con È per lo più un carcinoma a cellule di transizione, colr
semi di 1151. I risultati migliori sembrano tuttavia atte- forme anaplastiche e miste (verosimilmente per metaplasia
nersi con trattamento combinato radiochemiochirur- squamosa); i carcinomi spinocellulari, gli adenocarcinomì
l
gico e con la radioterapia intraoperatoria. Attual- e i sarcomi sono più rari. Spesso le localizzazioni sono
mente la sopravvivenza mediana è di 18 mesi, la multiple, suggerendo con ciò una vera e propria patologia
di organo. Grande importanza a fini prognostici ha il llgra-
sopravvivenza a 5 anni è inferiore allO%. ding».
Secondo la classificazione di Jewett si distinguono:
uno stadio A, nel quale l'infiltrazione non supera la sotto-
7. Apparato urinario mucosa; gli stadi Bl e B2, nei quali sono interessate rispet-
tivamente la metà superficiale o tutta la tonaca muscolare·
7.1. Rene uno stadio C, nel quale è interessato anche il tessuto peri:
vescicale; gli stadi DI e D2, nei quali sono invasi rispetti-
I tumori del rene sono rari (2% dei tumori dell'a- vamente organi e linfonodi pelvici o extrapelvici.
dulto) e poco radioresponsivi, a eccezione del tumore
di Wilms dell'infanzia. La cistectomia totale con ricostruzione ortotopica
è il trattamento usuale del carcinoma vescicale; la
I tumori parenchimali dell'adUlto sono in genere ade- radioterapia postoperatoria non fornisce grandi van-
nocarcinomi; quelli originati dal sistema collettore carcino- taggi, ma è ugualmente un logico complemento di una
mi a cellule di transizione o più raramente carcinomi spi- chirurgia insufficiente; più vantaggiosa sembra la
nocellulari. Il tumore di Wilms origina da cellule primor- radioterapia preoperatoria (40-50 Gy). La radiotera-
diali in grado di differenziarsi in senso epiteliale e mesen-
chimale; ha una certa familiarità ed è spesso associato ad pia esterna da sola (60 Gy in 6 settimane) può forni-
anomalie congenite. Tutti questi tumori diffondono centri- re, in mani esperte, risultati non inferiori al tratta-
fugamente fino a superare la capsula, metastatizzano ai mento chirurgico. Efficace, in casi selezionati, è la
linfonodi lomboaortici alti, invadono la vena renale e la brachiradioterapia interstiziale, effettuata da sola o in
vena cava inferiore (evento questo sfavorevole dal punto di associazione alla radioterapia esterna e all'exeresi
vista prognostico). chirurgica limitata. Buone prospettive offre il tratta-
mento integrato chemioterapia/radioterapia con con-
Il tumore di Wilms, quando intracapsulare e aspor- servazione dell'organo. In una valutazione globale i
tabile radicalmente (stadio I), è trattato con exeresi chi- risultati non sono molto buoni: la sopravvivenza a 5
rurgica e chemioterapia. La radioterapia postoperato- anni è di circa il 50% allo stadio B, il25% allo stadio
ria, raccomandata se il tumore è asportabile radical- C, praticamente nulla allo stadio D.
mente ma ha già superato la capsula {stadio II), è d'ob-
bligo quando il tumore non è asportabile radicalmente
(stadio III) o dopo nefrectomie parziali nelle forme bi- 8. Apparato genitale maschile
laterali (stadio IV). Viene effettuata con dosi totali di
18-24 Gy nei pazienti di età inferiore a 18 mesi, fino a
8.1. Testicolo
35 Gy in queHi di età maggiore. È utilizzata con suc-
cesso anche nel trattamento delle metastasi (stadio IV). I tumori del testicolo interessano soprattutto il3° e
La sopravvivenza a 5 anni è buona nel primo anno d'età 4o decennio; nel bambino può trattarsi di un rabdo-
(85%), alquanto inferiore dopo (50%). miosarcoma paratesticolare non di origine germinale
Per gli adenocar'cinomi la radioterapia pre- o po- (vedi paragrafo XLVI.10.2). NellO% dei casi insor-
stoperatoria trova scarsa indicazione ed è in genere li- gono in testicoli ritenuti. È opportuno distinguere, an-
mitata al trattamento palliativo di metastasi sintomati- che per la diversa prognosi, il seminoma dai tumori em-
che. La sopravvivenza a 5 anni è dell'ordine del35-50%. brionari (carcinoma embrionario; teratocarcinoma, te-
ratoma; coriocarcinoma); spesso, però, trattasi di for-
7.2. Vescica me miste.
Il cancro della vescica è abbastanza frequente, Il corretto inquadramento diagnostico richiede l'or-
soprattutto nell'uomo. Spesso è preceduto da una sto- chiectomia e un attento esame istologico su tutta la massa
ria di papillomi recidivanti (veri e propri ·carcinomi di tumorale. Per la stadiazione, oltre ai dati clinici e radiogra·
grado 1). fici, è impattante la ricerca di markers tumorali che costi-
l Radioterapia sistematica 895
l
orchicctomia inguinale radicale
stadiazione
(T C)
non seminoma
+
Stadio I Stadio ll Stadio l Stad'to Il Stadio li[
_1:: t
• .j. .j.
l
_j_ linfa. chemioterapia
linfa- adenectmnia
adcnectontia
rctrope-
retrope-
ritoneale
t i •
•
ritoneale
non ricaduta ricaduta residuo di
n
N-
"'.j.
_.j. .j.
_j_
tuiscono indici prognostici di notevole interesse. Lo stadio XLVI.ll ). La dose totale è di 25 Gy; 30 Gy sulle sedi
I contempla le forme limitate al testicolo; lo stadio II quel- dimostratamente interessate.
le estese ai linfonodi sottodiaframmatici; lo stadio III quel- I tumori embrionari hanno radioresponsività mol-
le estese anche ai Jinfonodi sopradiaframmatici; lo stadio IV to minore e richiedono dosi totali di almeno 50 Gy, dif-
quelle con metastasi ematogene. Il programma terapeutico ficilmente somministrabili su campi così estesi. Per
è diverso in funzione dello stadio e soprattutto del tipo isto- questo motivo la chirurgia e la chemioterapia assu-
logico. mono per essi un rnolo più importante di quel che non
abbiano nel seminoma. La prognosi è decisamente peg-
Il seminoma diffonde di norma ai linfonodi situa- giore.
ti in prossimità dell'origine delle arterie spermatiche;
da questi invade per via retrograda i linfonodi iliaci e
per via anterograda i linfonodi sopraclavear:i, con o sen- 8.2. Pene
za interessamento di quelli mediastinici; quindi si dis- Trattasi di norma di carcinomi spinocellulari con
semina per via ematogena. Ciononostante la prognosi elevata tendenza alla metastatizzazione nei linfonodi
è molto favorevole (circa il90% di sopravvivenza a 5 inguinali. La terapia d'elezione è costituita dalla irra-
anni) soprattutto per la elevata radioresponsività. II trat- diazione del pene a dosi elevate e dalla linfoadenecto-
tamento prevede l'orchiectomia e l'asportazione del mia inguinale (con eventuale complemento radiotera-
funicolo spermatico, seguite dall'irradiazione confa- pico postoperatorio). Nelle forme più avanzate trova-
toni X di alta energia delle catene lomboaortiche (fig. no indicazione associazioni radioch'irurgiche.
- J
896 Capitolo XLVI
'l······
\
PROSTATA
'"''""' """'"'"\'
PSA serico
stadiazione
(RX torace, TC,RM, \lrografia, scintigrafia ossea)
'l'
Stadio Al Stadi A2 cB Stadio C StaJio D
_t_ t t t
l
prostatcctomia
radicale trattamento locale
ormonotcrapi" o RT t
]1adiolerapia sistematica 897
'l·······
\
]a radioterapia la minore incidenza di incontinenza e necrosi centrale puramente limitato al collo uterino (sta-
urinaria e la più frequente conservazione della potenza dio I) è in effetti meno curabile di un tumore più
sessuale (60% dei casi). piccolo che abbia dato parziale invasione parametriale (sta-
In caso di lesioni di piccole dimensioni (Tl-T2) dio II).
l
•
con grading secondo Gleason <6 e livello serico di
In linea generale possono fissarsi le seguenti linee
PSA <l O, trattamento efficace e rapido è la brachira-
direttrici terapeutiche: le forme displasiche, i carcino-
dioterapia per infissione transperineale permanente mi in situ e i carcinomi microinvasivi vengono eletti-
di semi di o tQJPd, eseguita sotto guida ecografica vamente trattati con interventi chirurgici molto con-
e con pianificazione computerizzata. servativi (ad esempio, la conizzazione). Le forme cli-
Allorquando è superata la capsula, la radio terapia nicamente invasivc, se limitate alla cervice o estese
fornisce risultati complessivamente migliori della te- poco oltre (stadi I e IlA) possono essere trattate con
rapia chirurgica, che, se effettuata, verrà conveniente- risultati analoghi con intervento chirurgico o radiote-
mente seguita da radioterapia postoperatoria. L'asso- rapia, fra le quali la scelta dipende spesso dalle infra-
ciazione di un trattamento ormonale (blocco androge- strutture e dalle competenze professionali disponibili;
ni co diretto o indiretto ipotalamoipofisario!) è ritenu- se più estese (stadio IIB e successivi), saranno tratta-
ta importante, con l'eccezione dei casi in fase iniziale. te preferenzialmene con radioterapia.
In presenza di metastasi ossee si ricorrerà alla Gli schemi radioterapici di base prevedono un ruo-
ormonoterapia, alla radioterapia esterna s.ui si ti critici lo esclusivo (o comunque predominante) della brachi-
per la stati ca o gravemente algici, e alla radioisotopo- radioterapia endocavitaria nello stadio I, e un com-
terapia con 89 Sr o plemento di radio terapia esterna progressivamente
maggiore con l'avanzare di stadio dell'affezione: ciò
perché la progressiva invasione parametriale rende sem-
9. Apparato genitale femminile pre più probabile la diffusione ai linfonodi regionali.
Molte Scuole radioterapiche, del resto, ritengono con-
9.1. Collo uterino sigliabile invertire l'ordine dei due trattamenti, irra-
diando dapprima tutta la pelvi con radioterapia ester-
Il cancro del collo uterino è il più frequente tumo- na (sì da ridurre la massa tumorale primitiva e mobi-
re maligno dell'apparato genitale femminile. La sua lizzare le strutture eventualmente invase) e facendo se-
prognosi è discretamente favorevole soprattutto per- guire poi la brachiradioterapia endocavitaria (resa in
ché il diffondersi di efficaci metodi di screening (Pap tal modo più efficace non solo per la più facile realiz-
test) permette di diagnosticarlo in fase preclinica zabilità tecnica, ma anche per il minore volume di tes-
consentendo ai trattamenti terapeutici di esplicare la suto neoplastico presente).
massima potenzialità di effetti.
La radioterapia esterna è effettuata mediante raggi X di
Nella quasi totalità dei casi trattasi di carcinomi spino- alta energia o telecobaltotcrapia con campi di estensione
cellulari insorgenti in corrispondenza della giunzione squa- ampia (fig. XLVI.12) fino a dose totale di circa 45-50 Gy
mocolonnare; meno comunemente di adenocarcinomì ori- in 5 settimane.
ginati dalla mucosa del canale cervicale. La diffusione ha La brachiradioterapia endocavitaria, modernamente ef-
luogo per continuità verso i parametri e la vagina (assai me- fettuata con sostituti del radium (mcs, '°Co, e con tec-
no comunemente verso il corpo uterino ); per via linfatica ai niche di postcaricamento o di caricamento a distanza, è og-
Iinfonodi iliaci esterni, otturatori e iliaci interni, quindi alle getto di modalità di esecuzione variabili nei diversi Centri
catene lomboaorticl1e; raramente per via ematica. La sta- radioterapici e spesso forzatamente personalizzate alle esi-
diazione FIGO, a tutt'oggi la più usata, distingue forme li- genze della singola paziente. Si distinguono apparecchiatu-
mitate al collo uterino (stadio I), diffuse ai due terzi prassi- re a bassa o ad alta intensità di dose. Queste ultime, di in-
mali della vagina e mediali dei parametri (stadio II), a tutta troduzione più recente, utilizzano sorgenti sigillate di o
la vagina e i parametri con conseguente raggiungimento del- 192 Ir, rendono possibili sedute di irradiazione brevi (di pochi
Ia parete pelvica (stadio III), alla vescica e al retto o con me- minuti\), senza necessità di ricovero, le quali sono ripetute
tastasi a distanza (stadio IV). Il criterio «volume di tessuto alcune volte a intervalli variabili tra l e 7 giorni. I risultati
neoplastico» e «tipo macroscopico di accrescimento» è co- sono analoghi a quelli ottenibili con la tradizionale curiete-
munque sempre dominante da un punto di vista radiotera- rapia endocavitaria e con le attuali apparecchiature a
peutico: un grosso tumore con accrescimento «a barilotto» bassa intensità di dose (n 7Cs).
898 Capitolo XLV]
Il trattamento brachiradioterapico, comunque venza corretta a 5 anni, con solo trattamento radiotera-
fettuato, richiede l'uso di appositi applicatori endovaM pico, è dell'85% per lo stadio I, 75% per lo stadio II,
ginali e endouterini. Problema molto importante, in proM 35% per lo stadio III, molto bassa per lo stadio IV.
e
posito, la preliminare valutazione dosimetrica nella
singola paziente, essendo in ogni caso la dose distri- 9.2. Corpo uterino
buita con grande eterogeneità su piccoli volumi (fig.
XLVI.lJ). Il cancro del corpo uterino è meno frequente di
quello del collo ma la sua incidenza è in costante
Utili punti di riferimento, secondo il classico metodo di aumento. Incide prevalentemente dopo la menopausa,
Manchester, sono (fig. XLVJ.14): il punto A, situato 2 cm al spesso in donne obese, diabetiche e ipertese (il che è
di sopra e 2 cm a lato dell'orifizio uterino esterno (questo fattore fortemente limitante sia dal punto di vista chi-
punto corrisponde, in condizioni standard, all'incrocio tra rurgico che radioterapico).
uretere e arteria uterina, e può essere considerato un indica-
tore di dose minima al tumore); il punto B, situato 3 cm a la- Trattasi frequentemente di adenocarcinomi (63%) o di
to del precedente, il quale corrisponde ai Jinfonodi otturato- fanne miste con componente squamosa benigna (20%) o
ri e può essere considerato un indicatore di dose ai linfono- maligna (15%), più raramente di sarcomi (2-5%). I carcino-
di regionali. In particolare considerazione viene tenuta la do- mi endometriali rimangono a lungo limitati al corpo uteri-
se alla vescica e al retto, che costituiscono le strutture con- no; più tardivamente diffondono per via transmurale e verso
tigue maggiormente passibili di danno da radiazione. il collo fino ad assumere comportamento simile a quello dei
tumori della cervice. La stadiazione FIGO distingue forme
Come sopra detto, la prognosi del carcinoma del limitate al corpo (stadio I), diffuse al collo (stadio II), alla
collo Uterino è relativamente favorevole: la sopravvi- pelvi (stadio Ili), oltre la pelvi (stadio IV).
l
espressa in cG)'/giorno) già a brevi distanze dall'asse uterino. del metodo di Manchester.
1..
COLLO UTERJNO
albero decisionale
.j.
PAP test
.j.
colposcopia
c biopsia
ca. invasivo
displasia
ca. in situ .j.
normali so spelli
.j.
negativo
RT
c/o chirurgia
l si fa·ricorso a trattamenti più complessi: radioterapia Trattasi per lo più di tumori originanti dall'epitelio di
l.
900 Capitolo XLV!
CORPO UTERINO
Quando la neoplasia non è strettamente limitata al-
albero decisionale l' ovaio le recidive endoaddominali e le metastasi sono
t molto frequenti. La radioterapia estesa all'intera ca-
vità addominale dal! e cupole diaframmatiche al pavi-
•
(mCirùl111gia pOSllllCnOpJUSale)
•
Sta<ho 1 o più
tune associazioni polichemioterapiche. La sopravvi-
venza a 5 anni è 80-90% per lo stadio I, 30-60% per Io
stadio II, 25% per lo stadio III (il più frequente), pres-
soché nulla per lo stadio IV: Prognosi alquanto più fa-
RT preopcrmoria l vorevole ha il disgerminoma ovarico, assai simile co-
l '"
brachiradiotcrapia me storia naturale al seminoma maschile: in esso, do-
po ovariectomia, si procede di norma a radio terapia
esterna diretta sulle catene linfonodali iliache, lom-
laparoisterectomia con annessicctomia l boaortiche e spesso mediastiniche e sopraclaveari.
l e linfoadcnceeomia
9.4. Vagina
Stadio maggiore Il cancro primitivo della vagina è tra i tumori più
t rari dell'apparato genitale femminile (la vagina è in-
vece i)lvasa con una certa frequenza secondariamente
basso rischio
(Gl,
superficiale)
alto rischio
(G3, infiltrazione
profonda)
l Progcstcrone \
e/o chemioterapia l da tumori del collo utcrino e della vulva).
mente operabili i tumori localmente più avanzati. La favorevolmente accessibili alla exeresi chirurgica, per
radioterapia postoperatoria riduce la frequenza delle la sua bumia radioresponsività. Si somministrano dosi
recidive perimetrali e inguinali (ma aumenta il rischio di 45"50 Gy con frazionamenti piuttosto prolungati.
di linfedema secondario degli arti inferiori). La La radioterapia trova indicazione anche nel granulo-
terapia sola trova scarse indicazioni per la bassa ma eosinofilo e nelle forme localizzate della malattia
ranza locale. La sopravvivenza a 5 anni è di circa il di Hand-Schiiller-Christian, nelle quali è possibile
50%. raggiungere successi radicali con dosi molto basse
(circa IO Gy).
10. Osso e parti molli parostali I..: osso è spesso inevitabilmente compreso nel volume ir-
radiato in trattamenti radioterapici di tumori profondi: se es"
so riceve dosi abnormi possono prodursi conseguenze non
10.1. Tumori ossei trascurabili. Nell'osso in accrescimento dosi superiori a 15"
20 Gy inducono danni alla cartilagine di accrescimento, con
Il tumore osseo di maggiore interesse conseguente ritardo o arresto distrettuale della crescita. Nel"
co è il sarcoma di Ewing) il quale incide soprattutto l'osso adulto dosi più elevate ledono gli osteoblasti e gli
nell'adolescenza, metastatizza precocemente nello osteoclasti inducendo alterazioni del rimaneggiamento os"
letro e nel polmone, con minore frequenza nei sco) accentuate dal risentimento del periostìo e dei vasi: la
nodi regionali. È assai responsivo alla terapia, che nel conseguenza ultima può essere la necrosi ossea. Questa com"
passato è stata impiegata in alternativa alla plicazione, assai temuta in passato, è oggi meno probabile
ne chirurgica a dosi di Gy: la frequenza di data la disponibilità di radiazioni di alta energia con le
dive locali è molto bassa, ma la sopravvivenza a 5 li vien meno l'assorbimento selettivo di energia radiante da
parte dei tessuti a elevato -Z. I: osso irradiato e il midollo
ni non supera ill5% a causa della presenza di
ematopoietico in esso contenuto possono essere punto di par"
stasi subcliniche. Il protocollo attualmente più tenza di tumori radioindotti (osteosarcomi, leucemie).
zato prevede l'uso combinato dell'exeresi chirurgica
(allorquando non comporta mutilazioni o deficit
zionali significativi, come ad esempio nel perone), del-
10.2. Sarcomi dei tessuti molli
la radioterapia (ampiamente estesa al di là della lesio- Sono tumori piuttosto rari e scarsamente
ne visibile fino a dose totale di 40 Gy e con sovraim- sponsivi. Nei jìbrosarcomi e nei sarcomi sinoviali, i
pressione di questa per altri l OGy) e della poliche- quali hanno elevata invasività locale e metastatizzano
mioterapia aggressiva precoce per il controllo delle in circa il20% dei casi, la terapia d'elezione è
tastasi subcliniche. Con questo schema di terapia (che gica; la radioterapia postoperatoria (40"50 Gy) mira a
costituisce uno dei più importanti progressi ridurre l'incidenza delle recidive, che è comunque
nati dall'approccio terapeutico integrato), la variabile tra il 45% e il 75% dei casi. Illiposarcoma
venza a 5 anni supera il40%. è ancora meno responsivo dei precedenti. Problemi
L' osteosarcoma, il più frequente e maligno dei del tutto peculiari presenta il rabdomios,arcoma.
mori ossei, interessa tipicamente le ossa lunghe degli
arti, metastatizza precocemente per via ematica. La ra" Ne sono note tre varianti istologiche: embrioliaria (che
dioterapia è di per sé poco efficace, per la scarsa interessa l'età infantile con localizzazioni soprattutto nel-
l'orbita e nella regione genitourinaria); alveolare (che
dioresponsività, sia in senso radicale che palliativo. I ressa l'adolescente con localizzazioni soprattutto negli
migliori risultati si ottengono con l'associazione ti);pleomorfa (che interessa l'adulto con localizzazione
l'intervento chirurgico (spesso molto mutilante) alla valente negli arti). La metastatizzazione è precoce e
chemioterapia precauzionale con methotrexate a dosi taria, con predilezione per le ossa e i tessuti epischeletrici.
elevate. Un'alternativa, ma di efficacia sicuramente
nore, è l'irradiazione con fotoni X di alta energia a L'approccio terapeutico (efficace soprattutto nelle
si superiori a 60 Gy. La sopravvivenza a 5 anni è di forme embrionarie) è del tutto simile a quello del sar-
ca ill5%. Il fibrosarcoma e il condrosarcoma, coma di Ewing: le conseguenze tardive, talora anche
ti in maniera analoga, hanno prognosi lievemente più gravi, sono ben tollerabili di fronte al concreto traguardo
favorevole. della guarigione, che è più probabile nelle
Il tumore a cellule giganti nella variante aggres" zioni cervicocefaliche (e in particolare orbitarie) a
siva può essere irradiato con successo, nelle sedi non sa del minore volume tessuta\ e da irradiare.
902 Capitolo XLVI
segno indiretto di aggressività della malattia e di probabile con basse dosi a scopo precauzionale.
estensione oltre il sistema linfatico.
La sopravvivenza globàle a 5 anni è attualmente di
In passato, metodica terapeutica fondamentale oltre il 60%. Negli stadi più precoci, trattati con sola
le forme d'esordio era la radio terapia estesa ad ampi radio terapia, supera il 90%; nel3° stadio (nel quale la
volumi corporei con lo scopo di comprendere in malattia ha localizzazioni sia al di sopra sia al di sotto
sti, precauzionalmente, eventuali estensioni del diaframma ma è limitata al sistema linfatico)
che della malattia. Nei casi meno avanzati si so raggiunge il 70%. Una malattia che colpisce
no, in tal modo, percentuali di guarigione di oltre il getti giovani e consente percentuali così elevate di
70%. il trattamento precauzionale è cessi terapeutici deve essere trattata solo in quei Cen-
seguito mediante chemioterapia; la radioterapia a tri presso i quali sia possibile ogni scelta terapeutica.
si moderate (30-40 Gy; fotoni X di 4-10 MV) è limita- Ciò non solo per ottenere i risultati migliori, ma anche
ta alle sedi clinicamente interessate dalla malattia. Il per minimizzare il rischio di sequele tardive. Fra que-
trattamento radioterapico delle forme più avanzate ste ultime è importante considerare la sterilità
tempia, invece, come in passato, l'irradiazione di guente all'irradiazione di sedi assai vicine alle gonadi:
pi volumi corporei con campi di forma irregolare e con opportuni artifici, quali ad esempio lo spostamen-
sonalizzata (fig. XLVI.l5). to chirurgico delle ovaie e schermature mirate, è talo-
ra possibile prevenire questa sequela. Importante è l'au-
Ne Il' area supradiaframmatica i campi hanno forma «a mentato rischio per il paziente curato di andare
mantello)) e comprendono le stazioni linfonodali latero-
cervicali, sopra- e sottoclaveari, ascellari e mediastiniche; tro ali' insorgenza di un secondo tumore. C
in particolari circostanze si irradia separatamente l'anello ne che questo evento è più frequente in caso di
di Waldeyer, o si estende il campo fino a comprendervi cìazione tra radioterapia e farmaci alchilanti ha
parte del parenchima polmonare. Nell'area sottodiafram- to non solo all'utilizzazione di chemioterapici di altra
matica i campi hanno forma <<a Y rovesciata)) e compren- natura, ma anche, laddove possibile, alla limitazione
dono le stazioni linfonodali paraaortiche, iliache, inguina- delle associazioni radiochemioterapiche.
li, oltre a quelle celiache e alla milza quando presente.
L'insieme «campo a mantello e a Y rovesciata)) consente di Linfomi <mon-Hodgkin». Con questa «non
realizzare una vera e propria «irradiazione linfonodale zione» si raggruppano tutte quelle forme neoplastiche
totale». Esistono, infine, alcune varianti tecniche «a strato del sistema linfatìco (con caratteristiche
sottile» che consentono di irradiare il polmone e il fegato
che.e prognostiche molto diversificate) che non
sentano la storia evolutiva tipica della malattia di
Hodgkin, in particolare non hanno l'importante
teristica di una diffusione ordinata e quindi
le. In esse, nelle situazioni cliniche non strettamente
calizzate la radioterapia non consente quasi mai di
tenere risultati paragonabili a quelli della m. di Hodgkin,
neppure con l'accorgimento di estendere il volume ir-
radiato a tutto il sistema linfatico (quindi: irradiazione
totale linfonodale «a mantello» e «a Y rovesciata>! as-
sociata a irradiazione dell'addome e dei linfonodi me-
senterici): la radioterapia non ha quindi un ruolo do-
minante, ma piuttosto di supporto locale alla chemio-
terapia. Nelle situazioni cliniche strettamente
zate a una o al massimo a due stazioni linfonodali
ig. XLVLlS. Rappresentazione schematica della tecnica di «irradia, tigue, viceversa, la radioterapia locoregionale può
zio ne linfonodale totale)). In A tecnica a due campi: uno prossimale@ sentire un controllo definitivo: queste forme sono
mantellm) e uno distale "a Y rovesciata)) (la milza si presume aspor- quenti soprattutto nel distretto cervicocefalico ove
tata e conseguentemente è irradiato solo l'ilo splenico). In B tecnica a
tre campi: uno prossimale «a mantello)), uno a <m) inglobante le cate-
sono avere comportamento simile a quello dei
ne paraaortiche e la milza, e uno distale <m V rovesciata)) per le sta- nomi, a differenza dei quali, però, rispondono a dosi
zioni pelviche. nettamente più basse Gy). Considerazioni
904 Capitolo XLVi
leghe valgono anche per i !in forni originati dal tessuto come quelli ossei, sono con ogni evidenza radioindotti. Il
linfatico proprio del tubo digerente c per il plasmoci- timore di queste complicanze non deve però indurre a
toma solitario. Risultati promettenti sono offerti dalla dimenticare che solo un soggetto guarito da un tumore può
radioisotopoterapia immunologica con anticorpi anti- ad esse andare incontro, e che nella cura del cancro la peg-
giore di tutte le complicazioni possibili è evidentemente ]a
cellule linfomatose. Le scelte terapeutiche sono co-
morte di cancro per una cura insufficiente.
munque molto articolate e complesse, ed è opportuno
siano effettuate in forma multi disciplinare. La maggior parte delle neoplasie infantili mostra
una buona responsività alla radioterapia e alla che-
Nei !infami in fase generalizzata, la chemioterapia ha
quale alternativa terapcutica l'irradiazione corporea totale mioterapia. Questo fatto è molto importante perché
con raggi X di alta energia a dosi singole di 0,10-0,15 Gy trattasi di forme neoplastiche a elevato potenziale
ripetute 2-3 volte alla settimana fino a dosi totali di 1,50 metastatizzante. In effetti l 'opportuna combinazione
Gy (ed eventuale ripetizione del ciclo dopo intervallo di della radioterapia, della terapia chirurgica e della che-
tempo sufficiente a consentire il recupero della tromboci- mioterapia ha migliorato in maniera significativa la
topenia radioindotta). I risultati dell'irradiazione corporea prognosi delle neoplasie infantili, anche in
totale sono sovrapponibili a quelli della chemioterapia, ma to alla diminuzione delle sequele tardive.
gli effetti tossici secondari sono decisamente inferiori. Non Qualche cenno a sé merita ilneurohlastoma per la
è a tutt'oggi chiaro il motivo per il quale un !infama che storia naturale peculiare.
richiede dosi di 30 Gy per essere validamente «curato>>
quando irradiato localmente, offra una risposta equivalente Esso origina dalle cellule midollari surrenalichc o gan-
a dosi 20 volte più basse somministrate su tutto il corpo. La gliari simpatiche c può manifestarsi in una qualunque delle
spiegazione più probabile è la promozione dell'apoptosi sedi corrispondenti. La forma differenziata, il ganglioneu-
dimostrata con particolare evidenza nei linfomi a bassa roma, colpisce i soggetti più grandi, ha accrescimento
malignità (v. paragrafo XLIIJ). sivo che ne rende possibile l'asportazione chirurgica, non dà
metastasi, è poco radioresponsiva. La forma indiffcrenzia-
ta, il neuroblastoma propriamente detto, è viceversa alta-
12. La radioterapia in oncologia pedia- mente maligna, ha accrescimento infiltrante che ne rende
trica quasi sempre impossibile l'asportazione chirurgica, invade
precocemente il midollo emopoietico, è metastatizzante. Le
complicanze neurologiche sono spesso la conseguenza del-
Le forme neoplastiche più frequenti in età pedia- l'invasione, attraverso i forami di coniugazione, dello spa-
trica, dopo la leucemia linfatica acuta, sono: i tuniori zio endorachideo. È molto discussa la possibilità che un neu-
dell'encefalo (21 %), il neuroblastoma (15%), il tumo- roblastoma si differenzi in un ganglioneuroma con il conse-
re di Wilms (15%), i linfomi (12%), i tumori delle guente miglioramento della prognosi.
parti molli parostali (5%). La velocità di accreSci-
mento in genere elevata e il preconcetto erroneo che i La terapia del neuroblastoma è di norma combi-
tumori siano assolutamente eccezionali nel bambino, nata radiochemiochirurgica. In essa la radioterapia
sono causa di ritardo abituale diagnostico, con la con- trova indicazioni a scopo palliativo, a dosi di 15-30
seguenza di scarse possibilità di trattamenti radiotera- Gy, per ridurre le dimensioni di un tumore primitivo
pici radicali su piccoli volumi. voluminoso o per eliminare metastasi inducenti sinto-
matologia. Il tropismo della guanidina per i tumori
Alcuni problemi radioterapici specifici dell'età pedia- producenti catecolamine, come il neuroblastoma e il
trica meritano di essere qui ricordati. Innanzitutto il fatto feocromocitoma, suggerisce, per essi, il ricorso alla
che la particolare radiosensibilità dei tessuti in accresci- radioterapia metabolica: risultati di un certo interesse
mento limita fOrtemente le dosi totali somminislrabili e i offre, in effetti, la radioisotopoterapia con meta.1 31 l-
volumi irradiabili: in assenza di opportuni accorgimenti se benzilguanidina. La sopravvivenza a 5 anni è comun-
ne avranno conseguenze a lungo termine quali l'arresto o il que assai bassa.
ritardo dell'accrescimento per il danno indotto sulle carti-
lagini metafisoepifisarie, gravi deformità muscoloschele-
triche' per fibrosi connettivale, e altre. La lunga attesa di
vita di un bambino curato con successo con radioterapia 13. La radioterapia palliativa
consente di osservare, con frequenza ben maggiore rispet-
to all'adulto, la comparsa di nuovi tumori, alcuni dei qual!, Nei precedenti paragrafi è stato fatto riferimento,
Radioterapia sistematica 905
di quando in quando, a specifiche indicazioni della ra- Tipici schemi di trattamento radioterapico transcutaneo
dio terapia palliativa o sintomatica. Verranno qui ri- sono: l sola frazione di dose di IO Gy; 2-3 frazioni di dose
considerati i criteri generali metodo logici e tecnici di di 5-8 Gy ciascuna; l Ofrazioni di dose di 3 Gy ciascuna; fra-
questo tipo di trattamento e alcune utilizzazioni pecu- zionamenti convenzionali fmo a dose totale di 40-50 Gy. In
genere si tende a frazionare maggiormente e ad erogare do-
liari. si totali maggiori quando l'attesa di vita residua è più lunga
Il trattamento radioterapico palliativo non ha lo sco- o quando l'unicità della localizzazione metastatica rende ipo-
po di eradicare il tumore, bensì quello più limitato, ma tizzabile la radicalità del trattamento.
spesso di grande importanza per il paziente, di elimi-
nare o ridurre sintomi non tollerabili indotti dal tumo- I risultati più significativi si ottengono nei tumori
re o dalle sue metastasi. Entra dunque in gioco allor- della mammella e nei linfomi. In caso di interessamento
quando la malattia è in fase di dichiarata inguaribilità. osseo più diffuso sorge indicazione alla radioisotote-
In questo caso non ha più importanza l' ottimizzazione
e
rapia 9Sr per le lesioni di origine prostatica, 1s3Sm C
18
?Re per le lesioni di origine polmonare, mammaria,
del piano terapeutico, sia perché le dosi da erogare non
colorettale).
sono mai elevate, sia perché sequele gravi non hanno
in genere il tempo di manifestarsi data la breve attesa
Le metastasi polmonari non sono trattate frequen-
di vita residua del paziente. Importa, invece, ottenere
temente con radioterapia. Esistono, tuttavia,
rapidamente l'effetto perseguito, sì da occupare con il
ze interessanti di brachiradioterapia interstiziale in ca-
trattamento il minor tempo possibile della vita residua si di localizzazioni uniche o limitate non resecabili in
del paziente. I criteri metodologicotecnici generali di forma radicale. Inoltre, la radioterapia esterna su tutto
questo tipo di trattamento possono, quindi, così defi- il torace con 2 grandi campi contrapposti, frazioni sin-
nirsi: tecnica di irradiazione semplice con uno o pochi gole di 1,5 Gy, dose totale di 20-25 Gy in 3-4 settima-
campi alquanto sovradimensionati; poche frazioni di ne, è abbastanza tollerata, non comporta complicazio-
dose in breve tempo; dose totale il più possibile limi- ni significative e fornisce risultati importanti in alcu-
tata. ne forme particolarmente radioresponsive (sarcoma di
Ewing, tumore di Wilms, tumori testico lari).
Le metastasi ossee costituiscono molto spesso in-
dicazione alla radioterapia palliativa, alla quale si chie- Delle metastasi epatiche e cerebrali si è già par-
de l'eliminazione del dolore, la prevenzione di frattu- lato nei paragrafi XLVI.2 e XLVI.6.5.
re patologiche, il ripristino funzionale (posturanon
bligata, tolleranza del carico, deambulazione), even- Un possibile approccio tecnico alla irradiazione
tualmente anche il ripristino anatomico (alla riduzione contemporanea di metastasi multiple è costituito dalla
della massa tumorale si accompagna talvolta, in tempi «irradiazione emicorporea>>, con la quale si espone a
di qualche settimana o mese, la ricostruzione di osso unica dose di 6-1 OGy la metà corporea sopra o sotto-
pressoché normale- fig. XLVI.16). diaframmatica, o entrambe.
Fig. XLVI.16. Mctastasi osteolitica della scapola destra da adenocarcinoma mammario in paziente di 52 anni. Prima dell'irradiazione (a sini-
stra), la TC evidenzia la pressoché completa distruzione delle strutture ossee primarie: il valore densitomctrico nell'area indicata dal cerchio è
+36 UH, equivalente quindi a quello dei tessuti paren-chimatosi. AI termine del trattamento (tclccobaltoterapia palliativa; 30 Gy in 2 settimane),
l'indagine di contmllo (in centro) mostra una iniziale ricostruzione delle stru!!ure ossee con valore di +130 UH. A 60 giorni di
distanza (a destra), la ricostruzione è pressoché completa con valore di attenuazione di +373 UH, equivalente a quello del! 'osso normale.
i
CAPITOLO XLVII
E'
POSSIBILE MIGLIORARE
L'EFFICACIA DELLA RADIOTERAPIA?
Questo quesito merita fin dall'inizio una risposta frazionamento standard e delle sue alternative di mag-
affermativa, a prova della quale è l'appassionato lavo- giore interesse radiobiologico è stata affrontata sinteti-
ro di ricerca in atto nelle istituzioni radiobiologiche e camente nel paragrafo XLIII.4, al quale si rimanda.
radioterapiche più qualificate. Il termine «efficacia»
L'esperienza clinica permette di affermare che:
è da intendere rigorosamente in senso topico in riferi-
i trattamenti «a ciclo spezzato» peggiorano i risul-
mento al volume oggetto di trattamento, ed è questo il
tati, perché ripopolamento delle mucose sensibili
limite fondamentale della radioterapia di fronte a una
e del tessuto tumorale vanno di pari passo, crean-
malattia che spesso e volentieri assume caratteri siste-
do le premesse per la recidiva;
mici. i trattamenti ipofrazionati peggiorano i risultati,
Faremo qui riferimento: ai frazionamenti alterna- perché comportano dosi totali più basse e quindi ri-
tivi; ai fasci di particelle pesanti; ai radiosensibiliz- duzione della probabilità di controllo della malat-
zanti delle cellule ipossiche; ai radioprotettori dei tes-
tia (sono invece utili e rapidamente efficaci a fini
suti sani; all'ipertermia; alle sostanze fotodinamiche;
palliativi);
agli anticorpi marcati e alle molecole capaci di legar-
iperfrazionamento efrazionamento accelerato pro-
si a recettori tumorali.
ducono, invece, risultati spesso migliorativi rispet-
to al frazionamento standard: il primo è più indi-
cato per tumori con bassa radiosensibilità cellula-
l. Frazionamenti alternativi re, il secondo per tumori con proliferazione cellu-
lare rapida e abbondante.
La ricerca di più efficienti schemi di frazionamen-
to della dose di radiazione poggia sulla constatazione Nessuna «formula magica» può sostituire la veri-
dell'esistenza di differenze sistematiche di comporta- fica clinica di ogni innovazione radioterapeutica: ciò
mento tra i tessuti a rapido rinnovamento cellulare (tu- giustifica l'entusiasmo e il fervore persistenti nella
mori e epiteli mucosi responsabili della tolleranza acu- ricerca clinica in materia di frazionamento.
ta) e i tessuti responsabili del danno tardivo. I primi so-
no poco sensibili all'entità della singola frazione di do-
se e viceversa più sensibili al tempo totale di trattamento 2. Fasci di particelle pesanti
(che determina il numero di cicli cellulari compiuti e
quindi il ripopolamento tessutale); i secondi sono po- Secondo quanto visto nel paragrafo XLII.2, pre-
co sensibili al tempo totale di trattamento e viceversa sentano interesse radiobiologico particolare i fasci di
molto sensibili all'entità della singola frazione di do- neutroni, protoni e ioni leggeri.
se. Queste differenze di comportamento sono bene di- npotenziamento degli effetti dei neutroni in pre-
mostrate dalle curve di sopravvivenza cellulare: in un senza di 0 2 ( «Oxygen Enhancement Ratio») è di circa
trattamento frazionato la curva dei tessuti responsabi- il 60% a fronte del300% dei raggi X e della radiazio-
li del danno tardivo tende a appiattirsi di più man ma- ne "'{: conseguentemente i neutroni sono relativamente
no che si riduce l'entità della singola frazione di dose. più efficaci sulle cellule tumorali ipo- o anossiche. Il
Da ciò discende che entità della dose per frazione loro effetto, inoltre, è poco variabile nelle diyerse fasi
e durata totale del trattamento sono elementi critici nel del ciclo cellulare e minore è la riparazione del danno
determinare risultati e complicazioni. La tematica del subletale. L'EBR dei neutroni nei tessuti tumorali è tan-
908 Capitolo XLVII
to maggiore quanto più lungo è il tempo di raddoppio 4. Radioprotettori dei tessuti sani
volumetrico: essi sono quindi particolarmente adatti al
trattamento di tumori a lenta crescita quali quelli del- Sono per lo più costituiti da sostanze sulfidriliche
le ghiandole salivari e della prostata. Con i fasci di pro- le:quali agiscono catturando radicali liberi ossidanti.
toni è possibile somministrare dosi di radiazione ele-
vate a focolai profondi con rapida caduta (e conseguente Nella sperimentazione animale (ma non ancora ne il
riSparmio tessutale!) al di sopra e al di sotto di questi. so clinico) ha suscitato un certo interesse il il qua-
Da questo punto di vista il loro uso è particolarmente le,· iniettato subito prima dell'irradiazione, arricchisce di
vantaggioso nel trattamento del melanoma della co- gruppi sulfid1ilLci i tessuti normali in maniera significativa-
roide. I fasci di ioni leggeri assommano in parte i van- mente superiore a quelli neoplastici.
taggi dei neutroni (scarsa sensibilità all'effetto ossige-
no) e dei protoni (distribuzione della dose profonda).
Sono stati utilizzati sperimentalmente con successo 5. Ipertermia
ni carbonio, neon, silicio e argon.
Vuso delle particelle pesanti è ostacolato, nella Ha interessanti riscontri empirici nella storia della
pratica clinica, dalle dimensioni e dai costi delle medicina, ma solo del tutto recentemente si è
apparecchiature. pata in campo oncologico sulla base di un razionale
biologico solido e di importanti risultati clinici. La sua
associazione con la radioterapia è suggestiva, perchC il
3. Radiosensibilizzanti delle cellule ipos- calore è capace di uccidere cellule ipossiche, in
sicbe za nutrizionale, con basso pH, nella fase S del ciclo
liferativo, ovviando così ad alcuni limiti delle
Presentano un certo interesse: zioni ionizzanti.
- il misonidazolo, il quale, somministrato prima di Le curve di sopravvivenza al calore hanno forma
ciascuna frazione di dose, produce un aumento di le a quelle ottenute con i raggi X (fig. XLVII. l). L'energia
efficacia del trattamento radioterapico di 1,8 volte; necessaria per l'inattivazione cellulare è, però, diversa al di
una certa neurotossicità ne limita, però, la dose sopra c al di sotto del valore critico di 42,5°C. Al di sopra,
sima utilizzabile; il tempo di esposizione necessario per produrre un certo
- l'etanidazolo, tollerato a dosi circa 3 volte maggiori effetto si dimezza con l'aumento unitario della tempera
del precedente, ha più favorevole tfopismo ra; al di sotto, diminuisce più lentamente. Ciò sembra
rale e produce globalmente un aumento di care l'esistenza di meccanismi diversi di inattivazione
eia del trattamento radioterapico di 5 volte; lulare o di bersagli diversi o l'induzione differenziale di
termotolleranza (cioè di resistenza indotta a una seconda
- i perjluoroderivati, sostituti artificiali del plasma, esposizione al calore da parte di una prima esposizione non
i quali aumentano la radiosensibilità di tumori letale, verosimilmente in rapporto alla sintesi di proteine da
rimentali del topo e del ratto allorquando shock termico).
le è forzato a respirare una miscela di 0 2 (95%) e I meccanismi in gioco neli' <<Uccisione» cellulare
di co, (5%); dotta dal calore coinvolgono probabilmente la membrana ci-
- alcuni farmaci che agiscono sulla curva di toplasmatica e l'inattivazione di proteine; la morte ha luogo
ciazione de !l 'emoglobina, i quali sono in grado di in interfase e quindi la risposta clinica è rapida. Il calore
indurre un sensibile aumento di ossigenazione (e teragisce in forma più che additiva con le radiazioni ioniz-
zanti inibendo la riparazione del danno subletale e poten-
quindi di radiosensibilità!) tumorale;
zialmente letale. Interagisce, inoltre, con alcuni farmaci
- alcuni farmaci citotossici bioriduttivi, come il tiblastici, ai quali tra l'altro l'ipertermia conferisce una cer-
troimidazolo e la benzotriazina, i quali sono ta selettività di concentrazione spaziale. Di per sé le cellule
tivamente tossici per le cellule ipossiche: il loro uso tumorali non sono più termosensibili di quelle sane; vanno
in associazione alla radioterapia è vantaggioso se però incontro a un riscaldamento maggiore in quanto i
si ha l'accorgimento di indurre preliminarmente mori hanno circolo ematico povero e conseguentemente
diversione del circolo verso i tessuti sani sperdono meno facilmente il calore.
te presomministrazione di farmaci vasodilatatori e
antiipertensivi inefficaci sui vasi tumorali. Nella pratica clinica l'ipertermia può essere indot·
È posSibile migliorare l 'efficacia della radioterapia? 909
6, Sostanze fotodinamiche
Alcune sostanze fotodinamiche, come
firina e l'etere di diematoporfirina, hanno una certa ca-
pacità di concentrarsi nei tessuti tumorali. C
zione a luce rossa o a fasci laser (eventualmente con
.!:!! uso di sonde a fibre ottiche per penetrare in organi ac-
No cessibili) induce nei tessuti ove la sostanza si è accu-
JQ-3 ',
435°C mulata un marcato effetto di fluorescenza (di interes-
se diagnostico) e citocida (di interesse terapeutico).
Risultati di qualche interesse sono stati ottenuti su
tumori cutanei, dell'esofago, dei bronchi, della vesci-
ca. Una migliore comprensione dei meccanismi biolo-
gici in gioco e l'individuazione di sostanze fotosensi-
T(mln) bilizzantì più efficienti e a maggiore tropismo tumora-
le potranno, forse, in futuro, indurre sostanziali pro-
Fig. XLVII. l. Curve di sopravvivenza al calore di cellule di mammi-
fero in cultura. In ascissa, tempo di esposizione in minuti; in ordina- gressi.
ta, frazione sopravvivente. Si osservi come la temperatura di 42,5°C
costituisca una sorta di tcmpemtura soglia, al di sotto della quale le
curve si appiattiscono rendendo quindi necessari tempi di esposizio-
ne intollerabilmente lunghi; alle temperature più alte, viceversa, la fra- 7. Ligandi marcati
zione sopravvivente diminuisce rapidamente con l'aumentare dell'e-
sposizione. Da Dewey, Hopwood, Sapareto e Gerwcck (1977), modi- Cuso di opportuni anticorpi monoclonali rende pos-
ficata.
sibile veicolare isotopi radioattivi nelle cellule tumo-
ta in forma pancorporea, ed è allora realizzata in rali. Molto efficaci si sono rivelati, in proposito, gli an-
ambiente isolato con radiazione infrarossa, o in forma ticorpi antiferritina marcati con JllJ o 90 Y. La ferritina è
distrettuale, ed è allora realizzata con onde a RF, una proteina di deposito del fen:o, nei tessuti
microonde e ultrasuoni. La distribuzione del calore normali ma più abbondante nelle cellule di alcuni tu-
nelle strutture profonde difficilmente raggiunge ele- mori (epatocarcinoma, neuroblastoma, linfoma di
vata omogeneità. Hodgkin). Gli anticorpi, prodotti in animali da
V ipertermia da sola ha scarsa efficacia <<curativm>: torio e quindi legati al radioisotopo (più vantaggiosa-
le risposte complete tumorali non superano il lO% e mente all' 90 Y che emette radiazioni beta di maggiore
sono di breve durata; maggiore è, invece, l'efficacia energia), sono somministrati al in dosi di 7,4
«palliativa>>, in particolare nella riduzione del dolore. GBq e consentono di erogare al tumore dosi di
Le potenzialità maggiori de li 'ipertermia, come sopra Gy (0,16 Gy/h),
detto, si hanno in associazione alla radioterapia, atte- Oggetto di particolare interesse è la ricerca di
nendosi un raddoppio della percentuale di risposte com- molecole capaci di legarsi a recettori specifici presen-
plete. Ceffetto dell'associazione è massimo in caso di ti nelle cellule tumorali, in particolare nei tumori
contemporaneità, ma il massimo effetto differenziale roendocrini, e di molecole a spiccato tropismo
tra tumori e tessuti sani lo si ha allorquando l'iperter- rale. La marcatura della molecola, per lo più con 90 Y,
mia è indotta qualche ora dopo la seduta radioterapica. rende possibile una irradiazione selettiva, configuran-
Uno schema efficace e collaudato prevede due sedute do una promettente branca della radioisotopoterapia
radioterapiche alla settimana di 4 Gy ciascuna fino a aperta a grandi sviluppi e assommante in sé i principi
totale di 32 Gy, seguite da ipertermia di 1 ora a 42,5°C della radioisotopoterapia metabolica, immunologica e
(o anche di mezz'ora a 45°C). recettoriale (v. capitolo XLIV).
CAPITOLO XLVIII
La quasi totalità dei trattamenti radioterapici «non - in 14.554 pazienti inglesi trattati .con radioterapia per
oncologici>> è effettuata per processi infiammatori spondilite anchilosante con dosi totali comprese tra
strettuali (con l'ovvia finalità di accelerare la rcgres- 3,75 e 27 Gy, si è riscontrato un aumento di leucemie
sione della flogosi) e per processi artrosici (con la fi- dai 5,4 casi attesi a 60 casi (quindi dellOll%);
nalità di eliminare il dolore e la conseguente limita- - in 606 donne della provincia di New York sottoposte a
radioterapia antiinfiammatoria per mastite puerperale
zione funzionale nelle fasi di riacutizzazione della ma-
con dosi di circa 2 Gy, si è riscontrato un aumento di
lattia, meno freqUentemente per processi proliferativi cancri della mammella dai 5,9 casi attesi a 13 casi
benigni (tab. XLVIII.!). (quindi dell20%);
- in 10.902 bambini trattati con dose epilatoria sul cuoio
TABELLA XLVJII.l. INDICAZIONI DELLA RADIOTERAPJA «NON ONCO-
LOGICA>l,
capelluto per linea capitis (la dose di radiazione che
raggiunge la tiroide oscilla da 6 a 30 Gy), si è riscon-
l. Perionichia (?) trato un aumento di cancri della tiroide dai 2 casi atte-
2. Psoriasi (?) si a 12 casi (quindi del500%).
3. Herpes zoster (?)
4. Angiomi cavernosi In linea generale, può ritenersi valido il principio
5. Ipertrofia linfatica tubarica (?) che il ricorso a un trattamento radioterapico va preso
6. Cheratite ulcérosa e parenchimatosa, iriti, iridocicliti, uveiti, in considerazione, nonostante lo specifico valore che
epitelizzazione della camera anteriore, degenerazione macu- esso ha in molte affezioni, solo allorquando gli usua-
lare della retina
7. Peri artrite scapolo-omerale li tipi di terapia non hanno avuto successo o hanno
8. Artrosi palesi e importanti controindicazioni. Grande atten-
9. Spondilite anchilopoletica zione verrà posta nella protezione degli organi mag-
10. Artrite reumatoide (?) giormente esposti al rischio di danno da radiazione
l t. Cheloidi (mammella, tiroide, midollo osseo, gonadi, occhio).
12. Induratio penis plastica Particolare attenzione verrà posta alla limitazione del
13. Siringomielia (?) volume corporeo irradiato (campi il più possibile pic-
coli e radiazioni il meno penetranti possibile).
Le indicazioni della radioterapia di malattie benigne
sono modernamente molto ridotte rispetto a quanto avveni-
va in passato. Alla base di tutto ciò è da un lato la disponi- Trattamento antiinfiammatorio. Nonostante sia-
bilità di nuovi ed efficienti farmaci (antiinfiammatori non no spesso necessarie variazioni tecniche in funzione
steroidei, cortisonici e antibiotici), dall'altro la più concre- della sede, dell'organo interessato, delle caratteristiche
ta conoscenza dei rischi insiti neli 'uso delle radiazioni pecuJiari di alcune affezioni, un tipico trattamento an-
ionizzanti. Si può dire in proposito che «la malattia curata tiinfiammatorio risponde a regole generali precise:
non comporta rischio di morte, la cura SÌ)) (anche se di raggi X di energia commisurata alla profondità del
fatto questo rischio è molto basso e comunque dello stesso focolaio, il più possibile poco penetranti;
ordine di grandezza di quello prodotto da fattori quali il
dose singola tanto più bassa (0,30-0,50 Gy) quan-
consumo di alcool- che raddoppia l'incidenza del cancro
della mammella - e il fumo di due pacchetti di sigarette al to più acuta è l'affezione, tanto più alta (1-1,5 Gy)
giorno- che aumenta di 20 volte l'incidenza del cancro del quanto più essa è cronica;
polmone). È utile richiamare, in proposito, alcuni risultati intervallo tra le singole sedute di circa 3 giorni;
di ricerche retrospettive: una seconda seduta (a dose identica alla prima) è
912 Capitolo XLVIII
praticamente sempre d'obbligo, ma la possibilità pressiva, con volumi e campi analoghi a quelli utiliz-
di ulteriori sedute verrà viceversa sempre vagliata zati peri linfomi (v. fig. XLVI.l5) e dosi frazionate fi-
attentamente sulla base dell'evoluzione clinica e no a totale di circa 20 Gy, nell'artrite reumatoide, nel-
dei risultati conseguiti; la nefropatia lupica, nella sclerosi multipla e nella mia-
sarà in ogni caso opportuno preavvertire il pazien- stenia grave. Una dose unica di 6 Gy viene corrente-
te della possibilità che nelle prime ore dopo la sin- mente utiliZzata per consentire il trapianto allogenico
gola seduta possa manifestarsi una accentuazione di midollo nell'anemia aplastica grave.
transitoria della sintomatologia.
Problemi a sé pongono alcune affezioni.
Il meccanismo del! 'azione antiinfiammatoria delle ra- Nella psoriasi e nell'Herpes zoster, all'irradiazione
diazioni ionizzanti poggia riconosciutamente sulla citolisi diretta della lesione con criterio antiinfiammatorio è talora
indotta di cellule endoteliali e di cellule della flogosi (neu- preferita la cosiddetta <<radioterapia indiretta>> consistente
trofili, linfociti, mastcellule) con conseguente liberazione di nell'irradiazione paravertebrale delle radici posteriori dei
istamina e sostanze vasoattive: I'iperemia e l'essudazione nervi spinali corrispondenti.
che ne risultano consentono un più agevole allontanamento Nell'irradiazione della cornea e dell'iride si farà estre-
di cataboliti, una normalizzazione del p H e un'accentua- ma attenzione a limitare la dose erogata al cristallino per il
zione dell'inattivazione batterica. rischio sensibile di indurre la comparsa di una cataratta. In
linea di massima, però, anche per le basse dosi necessarie,
Trattamento antiartrosico. Comporta di norma l'ir- la radioterapia antiinfiammatoria oculare può essere pra-
radiazione del tratto interessato con raggi X di media ticata senza eccessive remare.
penetrazione, a dosi singole di 1-1,5 Gy, ritmo a gior- Nella spondilite anchilopoietica la colonna vertcbrale
ni alterni, fino a dose totale di 6-9 Gy.ll miglioramen- verrà suddivisa in 3 o 4 campi e si provvederà a irradiame
uno al giorno. I risultati sono tanto più favorevoli quanto
to sintomatologico, quando operante, principierà in ge- più precocemente è effettuato il trattamento in fase prean-
nere subito dopo la fine del trattamento. Un secondo chilosante. La dose totale è di l O Gy su ciascun campo e
ciclo potrà essere preso in considerazione dopo inter- verrà raggiunta in circa 2 mesi.
vallo di almeno 3 mesi; ulteriori cicli verranno effet- Nella siringomielia, nella quale nel contesto di una
tuati solo in caso di conclamata necessità e con estre- proliferazione gliale si formano piccole e multiple cavità
ma cautela. Particolare attenzione verrà posta nell'ir- endomi dollari, il trattamento sui tratti interessati (in gene-
radiazione della colonna lombare (la cui richiesta è mol- re il midollo cervicale c dorsale prossimale) è effettuato
to frequente, forse troppo, nella pratica medica!), so- con criterio antiproliferativo fino a dose totale di 50-60 Gy
prattutto nelle donne in età fertile, per la difficoltà di suddivisa in 3-4 cicli distanziati l'uno dall'altro di circa 2
realizzare una adeguata protezione delle gonadi. mesi. !.:elevata frequenza di complicazioni, spesso più
gravi della malattia principale, ha portato a un abbandono
. Le radiazioni ionizzanti agiscono soprattutto sulla com- pressoché completo della radioterapia in questa affezione .
pOnente injìammatoria, sulle alterazioni vascolari e con- Per quanto concerne la problematica radioterapeutica
nettivali non stabilizzate provocando favorevoli modifica- dell'ipertiroidismo, nella variante diffusa (malattia di
ziOni circolatorie locali, nonché sulle terminazioni nervose. Basedow) e nodulare (adenoma tossico), vedasi quando
Pressoché nulla è l'azione sulle alterazioni connettivali fi- detto nel paragrafo XXXI.3.9. In linea generale, le dosi
br'ose, sulle calcificazioni paraarticolari e sulla neoprodu- somministrate equivalgono a circa 1/10 di quelle utilizzate
zione ossea. nella radioisotopoterapia del carcinoma tiroideo differen-
ziato.
Trattamento immunosoppressivo. L'osservazione L'irradiazione locale immediata dopo chirurgia
pedica trova utile indicazione con la finalità di impedire
di variazioni nella composizione delle sottopopolazio- processi di ossificazione patologica extraossea.
ni linfocitarie nei pazienti sottoposti a irradiazione linfo- Modernamente vanno diffondendosi procedure di bra-
nodale per m. di Hodgkin ha creato le premesse per una chiradiotel'apia emlovasale con la finalità di prevenire la
serie di studi che sono sfociati nell'adozione della «ir- recidiva della stenosi arteriosa (ivi compresa quella coro-
radiazioÌle linfatica totale)) con finalità immunosop- narica!) dopo disostruzione chirurgica o interventistica.
CAPITOLO XLIX
RADIOPATOLOGIA CLINICA
radiazioni è progressivamente crescente tra tessuti perenni, ni di continuo saranno trattate con pomate eutrofiche
stabili e !abili. In tab. XLIX.! è riportata, a titolo di riferi- e con vitamine A e D.
mento, la scala di radiosensibilità cellulare proposta da El-
linger ( 1957). Sistema emolinfopoietico. È tra i più sensibili alle
radiazioni ionizzanti, le quali danneggiano in maniera
TABELLA XLIX. SCALA DI RADIOSENS!BIUTÀ CELLULARE DI ELLIN-
GER.
selettiva le cellule staminali (ma sensibilità spiccatis-
sima hanno anche i linfociti, nei riguardi dei quali so-
l. linfociti no forse operanti fenomeni di citolisi diretta). Ne con-
2. eritroblasti e granulociti segue, a distanza variabile di tempo (ma sempre del-
3. mieloblasti
4. cellule basali testicolari, delle cripte intestinali, ovariche, l'ordine di giorni), la riduzione del numero di cellule
cutanee, delle ghiandole secretoric, alveolari polmonari e dei mature circolanti, più precoce e intensa per i leucociti
dotti biliari e le piastrine, più tardiva e meno significativa per gli
5. cellule endoteliali eritrociti. Leucopenia, pìastrinopenia ed eritrocitope-
6. cellule connettivali nia, nei riguardi delle quali v'è un'ampia variabilità di
7. cellule tubulari renali
8. cellule ossee risposta in funzione dell'età e individuale, sono feno-
9. cellule nervose meni transitori e regrediscono per lo più completamente
l O. cellule muscolari entro qualche settimana dalla fine del trattamento ra-
diante. Effetti più intensi si hanno ovviam·ente quando
il volume corporeo irradiato è grande e comprende il
3. Radiopatologia sistematica bacino e la colonna dorsolombare che nell'adulto con-
tengono rispettivamente il40% e il25% del midollo
Cute. Il danno arrecato alla cute costituisce pro- osseo proliferante. Un trattamento di supporto con po-
blema di grande importanza in r6ntgenterapia conven- livitaminici, antianemici ed estratti di timo, da instau-
zionale; l'uso di radiazioni di alta energia lo limita for- rare già ali' inizio del trattamento radiante, è in genere
temente. Alcune aree cutanee sono maggiormente sen- in grado di limitare notevolmente gli effetti descritti sul
sibili perché umide e calde o esposte a frizioni e mi- sangue perifericò.
crotraurni: il perineo, il solco intergluteo, il solco sot-
tomammario. Una gradazione crescente di danno con- Apparato genitale. Pene, vagina e utero sono mol-
templa l'eritema, la desquamazione secca, la desqua- to radioresistenti. In questi due ultimi organi, tuttavia,
mazione umida (analoga a una ustione di 3° grado con le elevate dosi erogate alla mucosa nei trattamenti bra-
distruzione di epidermide e derma),.la necrosi chiradioterapici endocavitari possono comportare fi-
st'ultima compare dopo somministrazione di dosi di brosi e formazione di aderenze, assai meno frequente-
radiazione molto elevate, precocemente o a distanza di mente indurre necrosi (soprattutto a carico della cupo-
tempo, come conseguenza di gravi lesioni endoarteri- la vaginale).
tiche; le escare haru10 lenta eliminazione e la perdita di Gli epiteli germinali del testicolo e dell'ovaio, vi-
sostanza è difficilmente riparabile; le complicazioni ceversa, sono molto radiosensibili: il rischio di indur-
infettive sono frequenti; v'è tendenza a recidivare eri- re una sterilità permanente è di almeno il 50% allor-
schio di cancerizzazione secondaria; la rimozione chi- quando entrambi i testicoli ricevono dosi superiori a 20
rurgica con successivo intervento plastico ricostrutti- Gy e le ovaie ancor meno; una sterilità temporanea (con
vo è il più delle volte d'obbligo. L'eritema non richie- azoospermia o amenorrea) può manifestarsi dopo do-
de di norma alcun trattamento; ha tendenza a regres- si di 1-3 Gy. La radiazione danneggia soprattutto gli
sione spontanea e lascia talora, per le dosi maggiori, . spermatogoni nel testicolo e i follicoli più superficiali
un residuo di pigmentazione brunastra. Le epidermiti nell'ovaio; le cellule interstiziali sono poco radiosen-
e le epidermodermiti saranno trattate come vere e pro- sibili e non si ha abitualmente alcuna concomitante di-
prie ustioni: la cute sarà tenuta ben asciutta e aereata; minuzione della libido o impotenza. In ogni caso, la
si farà uso di antiflogistici topici steroidei e non; il pru- schermatura protettiva delle gonadi è d'obbligo sia per
rito verrà trattato con talco mento lato o con farina di minimizzare il rischio di danni genetici, sia per la pre-
grano. Le infezioni saranno prevenute con !.'uso di blan- servazione della fertilità, in tutti i soggetti giovani nei
di antisettici (violetto di genziana, acqua ossigenata) o quali si ritiene possibile, a seguito del trattamento ra-
curate con antibiotici e antimicotici topici. Le soluzio- diante, un';:ìttesa di vita residua lunga.
Radiopatologia clinica 915
Osso. Nell'adulto i segmenti scheletrici più Il rischio di radiolesione del midollo spinale è
sti al rischio di radiolesione sono la mandibola, le tanto più elevato quanto più esteso il segmento
vicole, le coste, il bacino e le estremità superiori dei diate: 50 Gy in 5 settimane costituiscono il limite di
femori. Le lesioni, consistenti in fenomeni di osteo- tolleranza su segmenti brevi, 40-45 Gy il limite su
porosi da inibizione osteoblastica su base trofovasco- segmenti lunghi. Segno precoce di demielinizzazione
lare eventualmente evolventi in osteonecrosi, hanno transitoria del midollo spinale è la sindrome di
una precisa corrispondenza topografica con il volume Lhermitte.
irradiato e si manifestano tardivamente a distanza di
1-2 anni dalla fine del trattamento. Occhio. La struttura più sensibile del globo
In età pediatrica, e in maniera più sensibile al di re è il cristallino; la retina, viceversa, ha radio sensibi-
sotto dei 6 anni, il danno da radiazione si esplica lità simile a quella del tessuto nervoso. La radiazione
cificamente sui processi di condrogenesi, di ossifica- danneggia l'epitelio germinativo del cristallino indu-
zione encondrale e periostale. Le alterazioni sono più cendo progressivamente la comparsa di cataratta. Se
evidenti se la cartilagine di accrescimento è il cristallino è irradiato in toto, la cataratta può
sa nel volume irradiato e consistono in alterato festarsi già dopo una dose singola di 2 Gy, o dopo 4 Gy
scimento dei relativi segmenti corporei con distribuiti in tempi da 3 settimane a 3 mesi, 5,5 Gy se
guente ipotrofia o distrofia delle parti molli in tempi superiori. Il cristallino andrà quindi sempre
stanti, asimmetrie, vizi di posizione. La loro opportunamente protetto. In realtà, la variabilità di
sa è tardiva e in genere segue di alcuni anni la fine del sposta è molto ampia, e spesso dosi più elevate di quel-
trattamento: le riportate non risultano catarattogene (fig. XLIX.2).
Si discute se la cataratta radioindotta abbia aspetti
Sistema nervoso centrale. Il tessuto nervoso è morfologici diversi da quella spontanea. Il
co radiosensibile: le alterazioni postirradiatorie to è quello usuale chirurgico e dà risultati
stono prevalentemente in fenomeni di te favorevoli.
zione e necrosi, più evidenti nella sostanza bianca che
non nella grigia. Una rappresentazione grafica del Polmone. Le caratteristiche usuali, cliniche e
porto dose/tempo è riportata in fig. XLIX. l. Dosi radiologiche, della pneumopatia postirradiatoria
gole di 18 Gy, dosi frazionate in 17 giorni di 35 Gy su sono descritte nel paragrafo XV:22, al quale si riman-
· grandi campi, di 45 Gy su campi piccoli, costituisco- da. la forma acuta compare dopo circa 3 settimane
no il limite di tolleranza dell'encefalo, a carico del dal termine di trattamenti con frazionamento standard
le la manifestazione più frequente in fase precoce è nei quali il polmone abbia ricevuto dosi superiori a 40
dema transitorio (che può aggravare una preesistente Gy, e raggiunge la massima espressione in 1-3
sindrome ipertensiva). Si può spesso impedirne la mane. L'esito in fibrosi più o meno circoscritta (ma
parsa instaurando preliminarmente un adeguato
mento cortisonico e iniziando l'irradiazione con dosi 10o
singole ridotte (0,5-1 Gy).
5o
PROBABIL JTA' "'1
100
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NECROSI ENCEFALICA •-•••"-• .-• CON ESNZA CATARA T Al
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TOLLERANZA ENCEFALICA
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1
L PROBABI ITA' "o
0.1 0.5 l 5 IO 50 100
TEMPO (giorni)
La vescica costituisce organo critico nei trattamen- della mucosa, teleangectasie, fibrosi della tonaca mu-
ti combinati brachi- e radioterapici esterni dei tumori scolare, fistolizzazione. Vuso di antispastici e di disin-
uterini. Dosi di 30 Gy in 3-4 settimane producono ipe- fettanti urinari è spesso sufficiente per il controllo del-
remia ed edema della mucosa; dosi di 60 Gy in 5-7 set- le forme più blande; nelle forme più evolute si rende
timane producono cistite grave ma passibile di regres- necessario il ricorso ad antiemorragici e antibiotici; nei
sione in 2-3 settimane; spesso si sovrappone infezione casi più gravi può rendersi indispensabile la diversio-
batterica. Tardivamente possono manifestarsi atrofia ne urinaria e il trattamento chirurgico delle fistole.
l
PARTE/V
PRINCIPI DI RADIOPROTEZIONE
APPENDICE III
Lo sviluppo degli obiettivi e dei principi della radioprotezione richiede non sola-
mente conoscenze biologiche e tecniche, ma anche il riferimento a una tavola di
valori nei quali la società si riconosca: in altre parole, la prevenzione dei rischi
presup-pone scelte di carattere sociale e politico, e queste, di contro, sono riconosci-
bili nei fondamenti della prevenzione, ai suoi vari stadi di sviluppo.
CARLO POLVANI (1980)
Il 12 febbraio 1896, appena venti giorni dopo la addette a dipingere i quadranti di orologi luminescenti èon
comunicazione della scoperta di Wilhelm Conrad vernici contenenti sali di radium: le vernici erano inavver-
ROntgen di «un nuovo tipo di raggi» (v. paragrafo 1.1), titamente ingerite allorquando il pennello veniva portato
fu ricoverato nel Cook County Hospital di Chicago un alle labbra per affilarne la punta.
paziente che presentava alopecia e lesioni cutanee Nel1927 H.J. Miiller dimostrò sperimentalmente che i
raggi X e y producono nella Drosophila melanogaster, il
attribuibili con certezza ai raggi X emessi in forma
moscerino dell'aceto, mutazioni genetiche e aberrazioni
misconosciuta dai tubi a raggi catodici con i quali da cromosomiche trasmesse ai discendenti secondo le leggi
tempo lavorava. Questo caso- del quale è fatta men- dell'eredità biologica. Nell955, in una conferenza inter-
zione da P. Brown in American Martyrs to Science nazionale sugli usi pacifici dell'energia atomica tenutasi a
Through the Roentgen Rays, Thomas, Springfield, 1936 Ginevra, fu data notizia che nei 90000 sopravvissuti ai bom-
- rappresenta il primo esempio riconosciuto di danno bardamenti di Hiroshima e Nagasaki (6 e 9 agosto 1945) si
prodotto dalle radiazioni ionizzanti. era manifestato un numero di leucemie significativamente
Alla precedente seguirono ben presto numerose più alto di quanto atteso sulla base dell'incidenza naturale
segnalazioni di dermatiti subacute conseguenti all'e- della malattia. Nell957 W.M. Court Brown e R. Doli di-
mostrarono un aumento di frequenza delle leucemie quale
sposizione ai raggi X. In meno di un decennio dalle
causa di morte in 14554 pazienti inglesi trattati con raggi
scoperte dei raggi X e della radioattività naturale l'e-
X per spondilite anchilosante (v. capitolo XLVIII). I suc-
videnza dei fatti indusse a riconoscere e descrivere cessivi eventi legati all'aumento del fallout radioattivo con-
nei loro aspetti essenziali gli effetti dannosi indotti da seguente alle esplosioni sperimentali nell'atmosfera di bom-
dosi più o meno elevate di radiazioni ionizzanti. La be nucleari (particolarmente frequenti tra il1957 e il 1958)
sequenza dei dati storici mostra come dalla casualità e agli incidenti verificatisi in centrali elettronucleari (fra i
si sia progressivamente passati alla produzione consa- quali di vaste proporzioni quello di Chernobyl del26 apri-
pevole e controllata di tali effetti, acquisendo impor- le 1986), hanno dato ampia conferma delle acquisizioni pre-
tanti dati sui rapporti tra dose, tempo e entità dell'ef- cedenti.
fetto.
L'esistenza di un rischio concreto nell'uso delle ra-
Nel 190 l H. Becquerel osservò la presenza di un erite- diazioni ionizzanti è dunque da tempo sufjragata da os-
ma della cute nell'area sottostante la tasca del vestito nella servazioni estemporanee, retrospettive e sperimentali.
quale aveva tenuto per qualche tempo una fiala di vetro Nessun rischio è accettabile di per sé, ma può di-
contenente sali di radium. Poco dopo, P. Curie provocò venirlo nella prospettiva del beneficio che si ricava dal-
intenzionalmente su di sé un eritema da radium sulla cute l 'uso di tecnologie che ad esso espongono. Rientra in
del braccio. Nell902 fu osservata la comparsa di un carci- tale contesto l'uso delle radiazioni ionizzanti in cam-
noma cutaneo nella sede di una pregressa dermatite da po sanitario e industriale, nel quale- al fine di mante-
raggi X. Nell903 fu dimostrato che l'esposizione ai raggi nere favorevole il rapporto beneficio/rischio- è ne-
X poteva indurre sterilità negli animali da laboratorio. Nel
cessario mettere in atto drastiche iniziative volte a mi-
1904 furono segnalati casi di anemie e leucopcnie da raggi
X. Nel 1905 fu dimostrato che uova di rospo fertilizzate nimizzare il danno radiogeno. A tali situazioni di uso
con sperma irradiato con raggi X davano vita a embrioni volontariamente perseguito si contrappone l'emissione
presentanti anormalità. All'inizio degli anni '20 furono indesiderata di radiazioni ionizzanti da parte di appa-
osservati alcuni casi di necrosi e tumori dell'osso mascel- recchiature utilizzate nella vita di tutti i giorni (televi-
lare in operaie che durante la prima guerra mondiale erano sione!), l'emissione massiva di radioisotopi in eventi
922 Appendice liJ
accidentali (centrali elettronucleari!) e nelle esplosio- verso gli stadi più aggressivi. Le radiazioni ionizzanti han-
ni sperimentali di ordigni atomici e nucleari. no sia capacità iniziatrice che promotrice.
Del controllo del rischio di danno radiogeno si oc- Attraverso quale meccanismo ciò avviene? Senza dub-
cupa, appunto, la Radioprotezione, disciplina a forte bio, le mutazioni genetiche indotte in una cellula somatica,
e in particolare più mutazioni sincrone o metacrone interes-
contenuto biologico, fisico, tecnico e naturalistico, va-
santi geni regolatori soppressori e protooncogeni. A fronte
sta e complessa, della quale recenti decreti legislativi di queste l'organismo pone in azione i sistemi di riparazio-
impongono l'inserimento negli studi prelaurea per gli ne del danno e di eliminazione su base immunologica delle
studenti della Facoltà di Medicina e Chirurgia, oltre- cellule trasformate. In conseguenza di ciò la comparsa di un
ché (ovviamente!) negli studi di specìalizzazione in Ra- tumore è un processo «contrastato», che può manifestarsi
diodiagnostica, Medicina Nucleare e Radioterapia, non- non solo perché le modificazioni del DNA sono molteplici,
ché in quelle discipline mediche e chirurgiche nelle ma anche perché vengono gradatamente a mancare i mec-
quali si fa uso di radiazioni ionizzanti nelle cosiddette canismi naturali di difesa.
«attività complementari>> (v. paragrafo AIII.5). In linea di principio, nonostante la frequenza temporale
molto elevata delle mutazioni che avvengono nel DNA an-
che per cause naturali, l'evento oncogeno è sempre e co-
munque un evento a probabilità relativamente bassa.
l. Effetti deterministici ed effetti stoca-
stici Le «leggi probabilistiche» (del tutto peculiari!)
che sono alla base dell'induzione di tumori e leuce-
Agli effetti dannosi indotti da dosi più o meno mie da parte delle radiazioni ionizzanti sono conside-
vate di radiazioni ionizzanti, manifestantisi con cer- rate in tab. AIII.l. Non è inopportuno sottolineare,
tezza nei soggetti esposti allorquando è superata una ancora una volta, che, per tutti gli effetti stocastici-
definita dose-soglia, si fa riferimento con il termine di tumori letali, tumori non letali, effetti ereditari gravi-
effetti deterministici. Rientrano in tale contesto, ad solo la «probabilità di accadimento» della lesione (e
esempio, le radiodermiti, l'infertilità, la cataratta, la non la «gravità»!) è funzione crescente della dose.
sindrome acuta da panirradiazione. La loro gravità è
proporzionale alla dose ricevuta (si pensi, per le prime,
TABELLA Alli. l. TUMORI LETALI RADlOINDOTfl E LORO PROPRIETÀ
al crescendo «eritema, epidermite secca, epidermite es-
STOCASTICHE.
sudativa, ulcerazione, necrosi»), è criticamente in-
fluenzata dalle modalità della sua distribuzione nel tem- perché si manifestino non è richiesto il superamento di una
po e risente in maniera sostanziale della variabilità in- dose-soglia (ciò costituisce, in effetti, ipotesi cautelativa di
dividuale. base accettata per gli scopi preventivi della radioprotezìonc);
Agli effetti dannosi indotti da dosi anche modeste sono ben dimostrati sia dalla ricerca radiobiologica, sia dall'e-
di radiazioni ionizzanti, manifestantisi con una certa videnza epidemiologica: mancano, comunque, dati specifici al
disotto della dose di 0,2 Sv, la cosiddetta zona muta, essendo
probabilità in una frazione dei soggetti esposti, con in- in questa verosimilmente mascherati nel contesto delle fluttua-
cidenza casuale, «del tutto o del nulla» (cioè manife- zioni statistiche della loro incidenza naturale;
stanti si con piena espressione clinica o non manife- sono distribuiti casualmente nella popolazione esposta;
stantisi affatto), non distinguibili da quelli insorgenti hanno carattere probabilistico, cioè espongono il soggetto a una
in maniera apparentemente spontanea, si dà il nome di probabilità di sviluppare l'evento quantitativamente definibile;
effetti stocastici, o probabilisticamente ipotizzabili (fat- la probabilità di accadimcnto aumenta con l'aumentare della
to, questo, su cui richiama l 'attenzione la radice greca dose;
stochàzomai, «far congetture»). Trattasi di effetti--,- in- si manifestano dopo anni o decenni dall'irradiazione;
duzione di mutazioni genetiche, aberrazioni cromoso- sono «del tutto o del nulla», in altri termini non sussiste alcu-
miche, leucemie e tumori solidi- per i quali è lecito na correlazione tra dose ricevuta e gravità del danno;
(e prudenzialmente opportuno!) supporre l'assenza di sono indistinguibili dai tumori insorti in maniera apparente-
una dose-soglia o, comunque, una dose-soglia molto mente spontanea o indotti da altri agenti cancerogeni.
piccola.
La probabilità di comparsa degli effetti stocastici
In linea di principio, l'insorgenza di un tumore è il ri- dipende oltre che dalla dose assorbila, dal tipo di radiazio-
sultato di un processo a più stadi nel quale si distinguono una ne in gioco e dalla diversa tendenza dei tessuti coinvoltij a'
iniziazione, una promozione e una successiva progressione «sviluppare» il danna subito. AI fine di attribuire un «peso ·
Radioprotezione 923
biologico>> alla dose assoÌ"bita, D, è quindi necessario l 'uso «coefficiente nominale di probabilità di morte», il
di opportuni coefficienti di ponderazione: uno per la radia- quale indica la probabilità di contrarre tm tumore leta-
zione in gioco, uno per i tessuti coinvolti. le in tutta la durata della vita per una dose efficace
Il primo coefficiente, WR, esprime l'efficacia biologica unitaria ricevuta. Tale coefficiente è del 5% per Sv
relativa di quella radiazione nell'indurre effetti stocasticì nella popolazione generale, del4% per Sv nei lavora-
(la quale EBR- v. paragrafo XLII.4- è criticamente dipen- tori di età compresa tra 18 e 65 anni.
dente dal trasferimento lineare di energia, il LET). WR è
uguale a l per i raggi X, la radiazione y e gli elettroni, varia TABELLA All1.2. ORGANI DI RIFERIMENTO E LORO COEFFICIENTE DI
tra 5 e 20 per i neutroni. PESO NELL'INDUZIONE DI TUMORI LETALI (ICRP 60).
Il secondo coeffiCiente, Wr, richiede alcune considera-
zioni preliminari. Ogni organo o tessuto, come sopra detto, Tessuto o organo Wr
ha diversa suscettibilità a sviluppare effetti stocastici once-
geni che provocano un detrimento sanitario nel soggetto Colon 0,12
Cute 0,01
irradiato e nella popolazione nel suo insieme. Questo detri-
Esofago 0,05
mento, termine non eufonico ma impostasi neli 'uso tecno" Fegato 0,05
cratico1, esprime la «sofferenza globale dell'individuo e Gonadi (effetti genetici) 0,20
della collettività connessa con il danno dovuto all'esposizio- Mammella 0,05
ne alle radiazioni ionizzanti», cioè tumori letali, tumori non Midollo osseo 0,12
letali, accorciamento dell'attesa di vita, effetti genetici este- Polmone 0,12
si alle generazioni successive. Wr indica, in concreto, i con- Stomaco 0,12
tributi frazionari dei vari organi al danno stocastico com- Osso 0,01
plessivo equiparato a l (tab. AIII.2). Tiroide 0,05
Vescica 0,05
La ponderazione apportala dai suddetti coefficienti conduce Restanti organi e tessuti 0,05
alle due importanti fonnulazioni di dose equivalente e dose effi-
cace.
Con il termine di dose equivalente, HT, espressa in Sv, In altri termini, un soggetto che abbia ricevuto una
si fa riferimento alla dose media assorbita in un organo o tes- dose efficace di l Sv su tutto il corpo corre un rischio del
suto, T, moltiplicata per il coefficiente di peso della radia- 5% di contrarre un tumore letale nel corso della sua vita. O,
zione in gioco: il che è un modo equivalente di considerare il problema, su
l 00 persone che abbiano ricevuto una dose efficace di l Sv,
5 si ammaleranno di un tumore letale nel corso della loro
vita. Il riSchio oncogeno, in concreto, varia significativa-
In radiodiagnostica- essendo, come sopra detto, il WR mente con l'età del soggetto e con il sesso: tra la nascita e
dei raggi X, della radiazione y e degli elettroni uguale a l - i IO anni è del 16% per Sv nella femmina, dell2,5% per
la dose assorbita in Gy e la dose equivalente in Sv sono Sv nel maschio; tra i lO e i 20 anni, è de19,5% per Sv nella
numericamente uguali. femmina, del 7,5% per Sv nel maschio. Scende poi al di
Con il termine di dose efficace, E, espressa in Sv, si fa sotto del 5% per Sv dopo \30 anni.
riferimento alla sommatoria delle dosi equivalenti assorbi- La distribuzione dei tumori letali tra i vari organi è
te da alcuni organi e tessuti di riferimento, moltiplicate per definita dal coefficiente Wr. A titolo di esempio, se in l
milione di soggetti irradiati su tutto il corpo con l Sv ven-
i corrispondenti coefficienti di peso Wr:
gono indotti 50000 tumori letali, il 12% di questi, cioè
6000, origineranno dal colon, l'l%, cioè 500, dalla cute, il
5%, cioè 2500, dall'esofago, e cosi via.
l
per la stima del rischio stocastico si può calcolare un duale e lento incremento dell'incidenza per circa lO anni,
'l
.r+
zione dello stadio di sviluppo (prima dell'impianto, nel
popoluzionc
periodo deli' organogenesi, nella fase fetale), si rimanda al
paragrafo 1.5.4. Il danno principale è costituito dal ritardo RADIOPROTEZIONE fo.. ndamentali
mentale; la soglia per la comparsa di malformazioni è sti- . . . d . . l .
L tmttazJOne e1 nsc Il
• Gmsttlìcaztone
• Ouimizzazionc
mata intorno a O, l Sv. Per quanto concerne l'incidenza di "-- • delle dosi
neoplasie in epoca postnatale, prudenzialmente si ritiene
che la probabilità di comparsa di leucemie in bambini nati Fig. AIU.l. La Radioprotezione: un fondamentale strumento di limi-
da madri esposte in gravidanza sia del 15% per ogni Sv tazione dci rischi per gli operatori, i pazienti e la popolazione nell'u"
ricevuto sull'addome. so sanitario delle radiazioni ionizzanti.
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Radioprolezione 925
nella realtà concreta si potrà solo perseguire un esclusivo riferimento nel prosieguo, contempla le norma-
do di prevenzione parziale, il più elevato compati- tive, i regolamenti e gli accorgimenti miranti a
bilmente con il raggiungimento degli scopi per i qua- re il più possibile dal danno indotto da indagini radiodia-
li sono impiegati i raggi X e le sostanze radioattive; gnostiche e trattamenti radioterapeutici non solo il singo"
è necessario preliminarmente definire i livelli cui lo paziente e l'operatore sanitario (che ne sono i prota-
deve spingersi una prevenzione accettabile da par- gonisti di prima istanza), ma anche e soprattutto l'intera
te della società e dei singoli individui. popolazione (che è in ultima istanza la depositaria del
danno radiogeno). Si occupa quindi di tutto l'insieme di
La Commissione Internazionale per la Radioprote- conoscenze, atti e controlli, miranti rispettivamente:
zione (ICRP), facendo luogo a considerazioni econo-
a rendere edotti gli operatori sanitari dei «rischi bio-
miche e sociali, tra ill955 e i11965 ha indicato la via
logici'l insiti nell'uso di radiazioni ionizzanti, per
pragmatica raccomandando che:
le quali, come si può efficacemente dire, «non
qualsiasi esposizione non necessaria sia evitata; stono livelli fisiologici di dose»;
tutte le dosi siano tenute tanto basse quanto è con- a minimizzarne gli effetti dannosi;
cretamente ottenibile (l 'acronimo dell'espressione a verificare l'attuazione dei provvedimenti sugge-
inglese «as low as reasonably achievable» rende
riti o imposti allo scopo.
gione della dizione usuale in radioprotezione di
cipioALARA). I relativi adempimenti coinvolgono non solo lo spe-
cialista radiologo o medico nucleare e i! tecnico sani-
Ma quale metodo adoperare per stabilire il livello ra- tario di radiologia medica che realizzano le indagini e
gionevole di rischio collettivo? Ciò solleva problemi com- i trattamenti, ma anche il medico che li propone.
plessi: ad esempio, quanto, in moneta corrente, la società è chiesta della prestazione presuppone, per il medico pro-
disposta a pagare per risparmiare una dose collettiva uni- ponente, non solo una aggiornata informazione sulle
taria? indicazioni, possibilità e limiti delle singole metodiche
La metodologia applicativa attualmente privilegiata pog- e tecniche, ma anche adeguate conoscenze radioprote-
gia sul procedimento di analisi dei costi e dei benefici: sta- zionistiche, finalizzate alla riduzione della dose al pa-
bilire quando l'attività comportante l'uso di radiazioni io-
nizzanti è realizzata a un livello di esposizione (e quindi di ziente, onde contenere al più basso livello ottenibile la
rischio!) sufficientemente basso da far sì che un 'ulteriore ri- dose geneticamente significativa alla popolazione. Si
duzione dell'esposizione non giustifichi il costo aggiuntivo chiede, in ultima analisi, al medico curante di colla-
necessario per realizzarla. Si può in proposito dimostrare che borare a stabilire garanzie metodologiche affinché ogni
la somma del costo sanitario (la dose collettiva, appunto, al- esposizione a radiazioni ionizzanti sia giustificata in
la quale possono conseguire sofferenze, malattie, morti) e rapporto al beneficio di efficacia diagnostica o tera-
del costo di uomini e mezzi per la radioprotezione (progres- peutica non altrimenti conseguibile. Nel complesso,
sivamente crescente a mano a mano che si cerca di ridurre nell'intera procedura operativa sono necessari un ap·
la dose collettiva), presenta, al variare dell'uno o dell'altro, porto congiunto e una collaborazione stretta tra medi-
un tratto intermedio in cui raggiunge valore minimo. In cor-
co curante e specialista, che esuli da atteggiamenti di
rispondenza di questo tratto si realizzano le condizioni di
minimo costo complessivo per la società. preminenza non tollerabili e nocivi alla realizzazione
Questa metodologia consente una sistemazione soddi- della prevenzione.
sfacente dei due principi storici della radioprotezione:
individuazione e rispetto dei limiti di dose per i lavora- In Italia una chiara e completa definizione della «filo-
tori e per gli individui della popolazione; sofia della radioprotezione» è obiettivo perseguito dalla So-
ricerca e rispetto della dose collettiva cui corrisponde cietà Italiana di Radiologia e Medicina Nucleare fin dal lon-
il minimo costo totale sanitario e di protezione. tano 1934, epoca di pubblicazione dl una sua «carta delle
protezionh>. Ncl1966 è apparsa la fondamentale monogra-
fia di L Oliva e C. Polvani La protezione dei pazienti sotto-
3. La radioprotezione in ambito sanita- posti a indagini e terapie radio logiche (Edizioni Minerva
Medica, Torino, 1966). Negli ultimi anni si sono susseguiti
rio importanti contributi formativi di F. Bistolfi, recentemente
compendiati nella monografia Pagine di Radioprotezione
Questo settore della radioprotezione, al quale si farà 1998-2000 (Omicron Editrice, Genova, 2000).
l
J
926 Appendice Ili
La maggior parte dei paesi industrializzati ha da tempo medica e biomedica; attività di screelling; tecniche che
sviluppato specifici dispositivi di legge riguardanti la implicano l'impiego di alte dosi.
radioprotezione. La Comunità Europea ha emanato nel (v) Gestione del paziente e sua radioprotezione: giustifica-
tempo direttive per gli Stati membri con lo scopo di far sor- zione ed esposizione individuale; consenso informato; uti-
lizzo appropriato di precedenti informazioni cliniche e tec-
gere legislazioni uniformi. Loro elemento cardine è il siste- niche; procedure alternative; definizione e utilizzo dei livel-
ma di doppio controllo sulla radioprotezione: a livello li diagnostici di riferimento.
aziendale (sorveglianza) e a livello di autorità competenti (vi) Radiodiagnostica: elementi di tecnica radiologica; natura e
(vigilanza). produzione dei raggi X; scelte e uso di apparecchiature per
radiodiagnostica; fattori che influenzano la dose di radiazioni;
Tutto quanto concerne la radioprotezione sanitaria dosimetria; assicurazione e controllo di qualità; fluoroscopia;
fluoroscopia digitale; TC; procedure interventistiche; angio-
è rigidamente regolamentato, nel nostro paese, dal de- grafia; qualità dell'immagine in rapporto alla dose; utilizzo
creto legislativo del26 maggio 2000, n. 187. Questo dei MdC.
decreto attua la direttiva n. 43 emessa nel1997 dal- (vii) Radiotcrapia: produzione di radiazioni ionizzanti; radiobio-
l'EURATOM «in materia di protezione sanitaria delle logia; indicazioni della radiotcrapia; procedure e apparecchia-
persone contro i pericoli delle radiazioni ionizzanti ture di radioterapia; dosimchia; radiosensibilizzazione; volumi
bersaglio; radioprotezione e nonnative specifiche per la radio-
nessi ad esposizioni mediche». Nel suo contesto una terapia; effetti collaterali precoci e tardivi.
parte delle formulazioni hanno interesse generale e (viii) Medicina Nucleare: struttura atomica e radioattività; decadi-
vono essere ben conosciute dal medico di base. In mento radioattivo; indicazioni delle indagini mediconucleari;
posito, l'articolo 7 sancisce che negli ordinamenti procedure, strumentazioni e apparecchiature; assicurazione di
qualità e controlli di qualità; radiofarmaci; preparazione di dosi
dattici dei corsi di laurea ìn medicina e chirurgia e in individuali; calibrazione delle dosi; radioprotezione e nonnati-
odontoiatria- come pure, ovviamente, in quelli dei va specifica in Medicina Nucleare; protezione di organi a
plomi di specializzazione in radiodiagnostica, in rischio; gravidanza e allattamento; disposizioni particolari
dioterapia, in medicina nucleare, in fisica sanitaria, in per i pazienti portatori di radioattività; procedure per i rifiu-
altre discipline che possono comportare attività ti radioattivi.
diodiagnostiche complementari al!'esercizio clinico, e
ancora nei corsi di diploma universitario delle facoltà
di medicina e chirurgia- sia inserita una speclfica a 4. Giustificazione e ottimizzazione
tività didattica in materia di radioprotezione (tab.
Alll.3). La vigente normativa radioprotezionistica fa
Ciò conferisce alla presente Appendice un signifi- stinzione concettuale tra radioprotezione del paziente
cato che trascende il «complemento culturale'> per at- e radioprotezione della popolazione e dei lavoratori.
testarsi su un vero e proprio «obbligo di leggm>. Tutti i Mentre i pazienti esposti a fini diagnostici o terapeuti-
contenuti della tab. AIII.3 sono considerati negli spe- ci traggono, infatti, un beneficio medico dall'esposi-
cifici capitoli di questo libro e danno di per sé dimo- zione, i membri della popolazione e i lavoratori non
strazione della stretta integrazione tra cultura radiolo- traggono da questa alcun beneficio ma soltanto un pos-
gicoclinica e cultura radioprotezionistica. sibile danno. Nella pratica, quindi, per il paziente non
si consideraiw limiti di esposizione, ma si richiede la
«giustificazione» dell'atto e la sua «<ttimizzazione»
TAHF.LLA AIIIJ, CONTENUTI DelLA fORMAZIONE IN RADlOPROTE-
ZIONE.
esecutiva; per la popolazione e i lavoratori, viceversa,
è definito un «limite di dose individuale>> che non de-
(i) Fondamenti fisici della radiazione: proprietà delle radia- ve mai essere superato in un certo arco di tempo. Ciò
zioni ionizzanti; interazione delle radiazioni direttamente e sia al fine di prevenire effetti deterministici, sia alfi-
indirettamente ionizzanti. ne di minimizzare gli effetti stocastici.
(ii) Rischi da radiazione e dosimetria: effetti biologici delle
radiazioni; analisi rischi/benefici; ottimizzazione della dose; La giustificazione ha alla sua base il principio che
dose assorbita, dose equivalente, dose efficace e loro unità di «nessuna attività umana deve essere accolta a meno che
misura. la sua introduzione produca un beneficio netto e di-
(iii) Radioprotezione: normativa; dispositivi di protezione indi- mostrabile>}. Il beneficio nettO, nell'esposizione ara-
viduale; esposizioni potenziali; incidenti che implicano
sovraesposizioni alle radiazioni ionizzanti.
diazioni ionizzanti, è la risultante della differenza tra
{iv) Pratiche radiologichc che richiedono speciale attenzione: benefici attesi e danno temuto: questa differenza è ge-
gravidanza potenziale o in atto; neonati e infanzia; ricerca neralmente positiva allorquando la prestazione richie-
Radioprolezione 927
sta è motivata da un problema clinico concreto e si- co nucleare, i quali potranno per di più proporre alter-
gnificativo. Nel contempo, tuttavia, è importante valu- native altrettanto efficaci non utilizzanti radiazioni io-
tare se i risultati sperati non siano conseguibili con pre- nizzanti.
stazioni alternative non comportanti l'uso di radiazio- In caso di conclusione affermativa, l'esame verrà
ni ionizzanti: con questa valutazione, il medico propo- condotto nel rispetto del principio di ottimizzazione,
nente e lo specialista contribuiscono a soddisfare la ne- cioè con tutti gli accorgimenti metodo logici e tecnici
cessità, trascendente rispetto al problema.dello speci- utili per ottenere l'informazione desiderata con la mi-
fico paziente in osservazione, di contenere ai livelli più nor dose possibile al paziente. Sono stati definiti, in
bassi possibili la dose geneticamente significativa al- proposito, «livelli diagnostici di riferimento» per le in-
la popolazione. dagini standard e per gruppi di pazienti standard, indi-
cativi dei valori di dose suggeriti per conseguirne un
Quando la prestazione richiesta non ha luogo in riferi- valido i:isultato iconografico.
mento diretto o mediato a una possibile condizione morbo-
sa in atto, ma ha finalità di controllo dello stato di salute Recentemente F. Bistolfi ha prop.osto quale aiuto mne-
del singolo individuo o di un insieme di individui (esami di monico per la radioprotezione del paziente una formulazio-
massa!), la sua giustificazione dipende dal «grado di pro- ne ad uso dei medici non specialisti in discipline radiologi-
babilità di ottenere informazioni utili e dall'importanza di che dei principi di giustificazione e ottimizzazione, le tre C
queste informazioni per la salute dell'individuo» o, nel per la radioprotezione del paziente:
caso specifico di gruppi di popolazione, «dal beneficio per
la comunità». (i) Conoscenze radiobiologiche, logica premessa di qual-
Se la prestazione è richiesta per scopi medicolegali, siasi discorso radioprotezionistico;
assicurativi o di valutazione del! 'idoneità lavorativa, la sua (ii) Consapevolezza del rischio di effetti stocastici tardivi sia
giustificazione spetta, in caso di obbligatorietà, all'autorità nel soggetto stesso (tumori letali e non letali) che nella
istituzionale competente; in caso di libera scelta, al sogget- sua discendenza (effetti ereditari gravi);
to stesso che se ne assume il rischio in cambio del possibi- (iii) Comportamento professionale adeguato;. cioè tale da
le vantaggio. In ogni caso sarà opportuno adoperarsi a che minimizzare la probabilità di comparsa dei suddetti
sia preliminarmente nota una stima del rischio. effetti.
I.:ottimizzuzione ha alla sua base il principio che Mentre le tecniche della radioprotezione sono spe-
«ogni esposizione alle radiazioni deve essere tenuta tan- cifiche, i principi di giustificazione e di ottimizzazio-
to bassa quanto ragionevolmente ottenibile». Si tratta, ne hanno validità molto generale e possono essere
in proposito, di mettere in atto tutti i possibili accorgi- considerati tra le costruzioni concettuali di rilievo, in
menti per la riduzione della dose al paziente. L'artico- questo secolo, della medicina del lavoro, dell'igiene
lo 7 del decreto legislativo n. 187/00 prevede l'obbli- pubblica e della prevenzione generale. Devono quindi
gatorietà del diploma di specializzazione in radi odia- essere oggetto di attenzione, di riflessione e di studio.
gnostica, o in medicina nucleare, o in radioterapia, per
l'esercizio professionale delle relative attività. La com-
petenza e responsabilità nella conduzione ottimale di 5. Radioprotezione del paziente
un'indagine radiologica, sotto il profilo della radio-
protezione, è pertanto dello specialista, e ciò anche in Anche se, di fatto, ha sempre costituito obiettivo
quei casi nei quali, per l'esistenza di uno stretto rap- perseguito da specialisti e tecnici di radiologia, è di-
porto fiduciario tra paziente e medico curante, que- ventato recentemente un obbligo di legge (decreti legi-
st'ultimo può essere portato alla presenza diretta in se- slativi 230/95 e 187/2000) che individua un insieme di
de di indagine. situazioni concrete pragmatiche e decisionali per le qua-
Nella pratica clinica, quindi, ove il medico curan- li definisce le precise esigenze di comportamento per
te, edotto delle considerazioni di rischio e delle neces- lo specialista e per il medico proponente indagini o te-
sità di radioprotezione, progetti la richiesta di rapie con radiazioni ionizzantì. Alcune di queste, di
gine mdiodiagnostica, è suo obbligo porsi la domanda grande rilevanza e interesse generale, sono di seguito
se ciò sia giustificato sulla base del beneficio netto che riportate.
ne potrà Della giustificazione risponde-
ranno, tuttavia, anche lo specialista radiologo o medi- L'esposizione medica può coinvolgere: pazienti nel-
928 Appendice lJ[
l'ambito della rispettiva diagnosi o trattamento medico; per- valori massimi di dose di radiazione in gioco nella singola
sone nell'ambito della sorveglianza sanitaria professionale; indagine, che non dovrebbero essere superati per procedi-
persone nell'ambito di programmi di screening sanitario; Per- menti standard. Alcuni utili accorgimenti per la riduzione
sone sane o pazienti che partecipano volontariamente a pro- della dose al paziente sono riportati in tab: AIII.4.
grammi di ricerca medica o biomedica in campo diagnosti-
co o tcrapeutico; persone nell'ambito di procedure medico- TABELLA AIIJ.4. ACCORGIMENTI UTI!l PER LA RIDUZIONE DELLA
l'eventuale sostegno del paziente verrà espletato da persona Il dosimetro verrà consegnato mensilmente (in
munita di grembiule e di guanti piombiferi (in tal modo pro- so eccezìonale ogni due mesi) al Servizio di Fisica Sa-
tetta dalla radiazione diffusa!). Nelle corsie, i pazienti deam- nitaria per la valutazione dosimetrica del periodo espo-
bulanti verranno preventivamente allontanati e i letti di de-
sitivo. Durante assenze prolungate per ferie, malattie o
genza che potrebbero essere interessati dal fascio primario
opportunamente spostati. Nelle sale operatorie, il personale altro, verrà conservato in luogo ove non sussista la pos-
non strettamente necessario dovrà essere momentaneamen- sibilità di esposizione accidentale. È di per sé ovvio che
te allontanato durante l'impiego dell'apparecchiatura radio- il dosimetro non può essere utilizzato a] di fuori del po-
gena. sto istituzionale di lavoro e non può essere ceduto o
stato ad altre persone.
La valutazione della dose assorbita nell'intero
arco dell'attività lavorativa mensile è determinata con Il medico curante, che spesso e volentieri presen-
l'uso di opportuni strumenti di rilevazione (dosimetri zia e collabora alla realizzazione di indagini sui suoi
personali). pazienti, metterà in atto tutti gli accorgimenti (che lo
specialista radiologo ben conosce!) miranti a proteg-
Il più comune è costituito da cristalli termoluminescen- gersi dall'assorbimento di una dose inutile di radia-
ti posti all'interno di un contenitore di materiale plastico (i zione:
cristalli intrappolano l'energia della radiazione ionizzante e durante l'esecuzione delle indagini radiografiche
la rilasciano sotto forma di luce quando vengono sottoposti
rimarrà al di dietro della barriera anti-X posta in
a un impulso termico). Opportuni filtri disposti alla super-
ficie di accesso della radiazione consentono una certa selet- prossimità del tavolo di comando; allorquando si
tività energetica della misura. La dose assorbita è valutata renderà necessaria la sua presenza vicino al paziente
comparando la risposta dei singoli dosimetri con curve di per collaborare alle manovre su di esso, indosserà
riferimento. il grembiule e i guanti anti-X;
eviterà di impegnarsi durante l'esecuzione deli 'in-
Il dosimetro per il corpo intero verrà posizionato al- dagine nel sostegno del paziente non autonomo (at-
l' altezza della parte superiore deli' emitorace sinistro to questo convenientemente devoluto a un parente
(in pratica, sul taschino del camice); il dosimetro ad dello stesso, preferibilmente di età avanzata e con-
anello o a bracciale verrà portato sull'arto più esposto. venientemente protetto da grembiule anti-X).
Durante l'uso dei grembiuli piombiferi il dosimetro per-
sonale verrà posto al di sotto dell'indumento protetti- Specifiche norme contemplano l'attività nel con-
vo. testo dei Centri di Medicina Nucleare. Apposite rac-
comandazioni radioprotezionistiche, opportunamente
differenziate in funzione del radioisotopo considerato,
riguardano la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti ra-
dioattivi.
le operazioni di assistenza al paziente; si eviteranno con Il problema è più complesso allorquando si consi-
questi contatti prolungati inutili; si porrà attenzione ai derano le indagini a RiVI, nelle quali il paziente è pre-
rifiuti biologici; si raccoglieranno le urine e il materia- liminarmente esposto a un campo magnetico statico di
le biologico potenzialmente contaminato (siringhe, ca- intensità più o meno alta e successivamente ali 'azione
teteri, pannolini) in specifici contenitori che, prima del- di campi magnetici a gradiente variabili nel tempo e di
lo smaltimento, saranno controllati dal Servizio di Fi- onde a RF. Come osserva F. Bistolfi, l'affermazione che
sica Sanitaria (i contenitori saranno conservati in luo- le tecniche diagnostiche a RM sono prive di rischi in
ghi poco frequentati, come ripostigli, bagni o altri). quanto basate su energie non ionizzanti è del tutto sem-
Ogni qual volta venga rilevata una contaminazione plicistica e fuorviante, perché le energie in gioco
radioattiva su persone o su indumenti, il Servizio di Fi- vonv pur sempre interagire con la materia vivente per
sica Sanitaria e l'esperto qualificato.controlleranno l'e- evocarne i segnali di risposta. Su tale base sono attesi
secuzione delle opportune operazioni di decontamina- effetti biologici, sia pure subclinici e transitori, e si
zione e decideranno l'eventuale ricorso al medico au" dono necessarie ricerche approfondite sui possibili
torizzato o competente. fetti avversi precoci e tardivi. Riferimenti specifici al
rischio biologico insito nell'uso di tali entità fisiche so-
Si provvederà comunque in sede, con la massima sol- no riportati nel paragrafo Xl. l O, al quale si rimanda.
lecitudine, a una prima decontaminazione. Verrà rimosso il
vestito contaminato. Si procederà al lavaggio esterno con La normativa vigente (D.M. 2/8/91, allegati 1-7; D.M.
acqua tiepida a getto abbondante, sapone o detersivi neutri 3/8/93, allegati A e B; D.P.R. 542/94), oltre a defmire le
privi di abrasivi, spazzola morbida. La doccia sarà effet- condizioni controindicanti o potenzialmente limitanti l'e-
tuata solo dopo il controllo fisico-sanitario. secuzione d'indagini a RM (v. tabella XI.2), prescrive
importanti misure di sicurezza per l'installazione degli
impianti, per gli operatori e per i pazienti, il cui controllo è
9. Radiazioni non ionizzanti ed energie devoluto a esperti designati dal datore di lavoro.
non radiative
La protezione degli operatori si esercita sia in fase
Considerazioni a sé, esulanti dal corpo di dottrina progettuale de !l 'impianto valutando i possibili rischi
della radioprotezione propriamente detta (ma derivan" connessi con le caratteristiche dell'apparecchiatura,
ti anch'esse dalla convinzione del diritto dell'uomo sia esercitando un accurato programma di prevenzio-
alla salvaguardia della salute), sono necessarie per ne che verifichi il perdurare delle condizioni di sicu-
quanto concerne le energie non radiative (US!) e le rezza.
radiazioni non ionizzanti utilizzate in diagnostica per
In fase progettuale particolare attenzione è posta alla
immagini (RM:!).
limitazione del campo magnetico disperso e del campo
Riferimenti specifici al rischio biologico insito nel- elettromagnetico a RF, allo studio di idonee linee di eva-
l'uso di fasci pulsati di US sono riportati nel paragrafo cuazione· dei gas criogeni e alla climatizzazione degli
IX.ll, al quale si rimanda. Al momento attuale, e con ambienti.
le tecniche anche più impegnative dal punto di vista Gli attuali magneti sono dotati di sistemi autoscher-
del! 'energia in gioco, gli esami ecografici possono tran- manti (attivi o passivi) che limitano il campo magnetico
quillamente ritenersi innocui, e ciò anche nel control- disperso, ma per specifiche esigenze si possono apportare
lo evolutivo della gravidanza. Va data loro preferenza schermature aggiuntive in ferro alla sala magnete, sia al
ogni qual volta sia razionale l'ipotesi di potere acqui- fine di minimizzare l'impatto ambientale del campo magne-
sire, con il loro uso, informazione pari a quella fornita tico che potrebbe interferire in modo dannoso con altre
da indagini utilizzanti radiazioni ionizzanti. attrezzature sanitarie, sia al fine di ridurre l'esposizione dei
rienza clinica, peraltro, è ricca di esempi nei quali lavoratori e della popolazione a livelli ritenuti accettabili. Il
campo elettromagnetico a RF viene limitato «inscatolan-
l 'informazione arrecata dali' ecotomografìa o dalle
do» la sala magnete in una gabbia di rame (gabbia di
niche Doppler è del tutto esclusiva o comunque Faraday).
riore a quella acquisibile con indagini utilizzanti X: impianto di evacuazione dei. gas criogeni, necessario
diazioni ionizzanti. Non sussistono, al momento at- in tutti i magneti superconduttivi, consente sia il recupero
tuale, dispositivi di legge o nonnative precauzionali ri- de !l 'elio gassoso tramite sistemi di liquefazione, sia la pos-
guardanti l'uso degli ultrasuoni. sibilità, per motivi di sicurezza o malfunzionamento, di
Radiopmtezione 933
A
«spegnere» il magnete tramite una repentina evaporazione
dell'elio liquido contenuto al suo interno (quench). A tale
proposito si rammenta che a 20°C un litro di clio produce
700 litri di elio gassoso, per cui è necessario installare
all'interno della sala magnete dei n;isuratori di concentra-
zione di ossigeno che in caso di necessità attivino un velo- ATTENZIONE ATTENZIONE
ce ricambio d'aria. CAMPO MAGNHICO MR DI AlTA FflEQUEHlA
le indicazioni all'indagine, tener conto della necessità Le richieste di indagine verranno quindi vagliate
che il radiologo che la eseguirà (con piena responsa- personalmente dal radiologo che, sulle basi delle
bilità!) abbia gli essenziali riferimenti sulle condizio- mazioni ricevute, potrà razionalmente decidere
ni del paziente, su eventuali precedenti indagini re e/o l'opportunità di accoglimento della richiesta e sulle
RM, e sul fatto che questi sia stato edotto, sia pure in modalità di esecuzione dell'esame stesso. Potranno, ad
termini generali, dell'indicazione clinica. Nella indi- esempio, essere privilegiate, in presenza di
viduazione delle controindicazioni (che assommano a nate situazioni, sequenze di impulsi che riducano gli
più di frenta!) gli saranno di particolare aiuto specifi- effetti da suscettività magnetica o che limitino il tasso
ci questionari messi a disposizione dal centro di RM. di assorbimento energetico specifico, il SAR. Prima di
Non sussistono controindicazioni all'effettuazione di essere sottoposto ali 'indagine il paziente sarà,
indagini in donne gravide, almeno a partire dal terzo munque, adeguatamente informato sugli ipotetici
mese. schi e sui possibili effetti di claustrofobia.
INDICE ANALITICO
a cÙra di FRANCESCO SARDANELLI
A Anca: 241
Ablazione con microonde/ RF/ ultrasuoni: 835 lussazione congenita: 185-7
Aborto: 631 sinovite acuta transitoria: 810
Abt-Lettercr-Siwe, m. di: 175 tab, 206 Anchilosi, fibrosa/ ossea: 227
Acalasia: 418 Anemia aplastica grave, RT, trapianto allogenico di midollo: 912
Acantosi glicogenica, esofago: 424 • Anencefalia: 688
Acceleratore lineare: 866 Aneurismi
Accuratezza diagnostica: 147 aorta: 396-9
Acino polmonare: 256 tab, 257, 257 fig intracranici: 695-6
Acondroplasia: 179-80 pseudoaneurismi, aneurismi "falsi": 396
Acroasfissia sinunetrica degli arti: v. Raynaud Angiocardiogmfia: 366-7
AcrocC"fàlosindattilia: 177 tab Angiocardioscintigrafia
Acrocianosi: 395 all'equilibrio: 368
Acromegalia: 652-3 di primo transito: 369
artropatia: 226 fig Angiofibroma nasofaringeo giovanile, interventistica: 736
Acrosteosclerosi: 171 tab Angiografia: 87-93
Adamantinoma: 219,778 aRM: 132
Addison, m. di: 666 convenzionale: 87-9
Adenoide: 757 digitale: 89-93
ipertrofia: 757 arteriosa/ venosa: 91-3, 91 tab
Adenolinfoma: 768 rotazionale: 91
Adenoma bronchiale, cosiddetto: 325-6 encefalo: 682-6
Adenomatoide-cistica, malformazione polmonare: 289 1
midollo, arteriografia: 723
Adrenogenitale, sindrome: 666 tab ·Angioma
After-loading, RT: 870 arterovenoso cerebrale, interventistica: 737-8
Agammaglobulinemia congenita: 757 osseo: 213
Agiria, epilessia: 720 parti molli: 790
AIDS, sindrome da immunodeficienza acquisita varie localizzazioni: v. organi interessati
encefalo: 704-5 Angiomatosi del SNC, m. di Lindau: 715
polmone: 291-2 Angiomiolipoma renale: 612-3
Akerlund Angioplastica transluminale: 825
classificazione ernie iatali: 420-1 Angiosarcoma osseo: 218
s. di, ulcera duodenale: 446-7, 447 fig Angio-RM: 132
Albers-SchOnberg, m. di, osteopetrosi: 178, 179 fig arterie: 394
Albright, m. di: 175 tab Angio-TC: 73,76 fig, 77 fig
Alcali-latte, sindrome: 783 arterie: 394
Alcaptonuria: 232 Angiopneumogmfìa: 269
Alcoolizzazione: 835 Ano
Alfa, particelle: 850 tab imperforato: 477-8
Algodistrofia simpatica riflessa posi-traumatica di Sudeck: 191, RH93
192 fig Antracosilicosi: 310
Alport, s. di: 602 Armessi uterini: v. tube uteri ne
Alveolari, opacità polmonari: 276-7 Aorta
Alveoliti a!! ergi che estrinseche: 311 aneurismi: 396-8; 350 fig
Alveolopolmonare: 258 aterosclerosi: 396
Alzheimer, m. di: 687 coartazione: 382
Amartocondroma polmonare: 326-7 dissezioni: 398-9
Ameloblastoma o adamantinoma: 219,778 pscudoaneurismi, aneurismi "falsi": 396
Ampullomi: 449 Aortica, valvola
Analisi decisionale: 145-52 stenosi/ insufficienza: 375-6
Anatomia mdio1ogica: 21, 23 stenosi congenita: 381-2
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