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Lezione I 6/10/2022

Le relazioni tra oggetti sono delle relazioni legate semplicemente dalla stringa che si mette e sono
relazioni tra pagine, e le relazioni tra documenti non sono realizzate.
Il caso studio dei del prof tra McLuhan e l’Orlando furioso invece utilizzava il web semantico per
connettere un’immagine ad un brano di testo, quindi in ogni momento chi vedeva la collezione
poteva risalire sia alla collezione di immagine che di testo. La prima applicazione del digitale è stata
nella Linguistica Computazionale: inserire i testi e nei testi si ricercava una determinata parola per
comprenderne le differenze (Distant reading)
Nel web c’è una quantità di testi immaginabile, rappresenta una biblioteca infinita. E Moretti ha
messo insieme un gruppo di testi.
Caso studio: Furiose Interazioni: un’introduzione all’Orlando furioso attraverso la focalizzazione su
determinati elementi di interesse “giovanile”. Tutto attraverso una sorta di palazzo della memoria,
il quale è ed era, associare quello che apprendiamo ad un luogo e un immagine.

13/10/22
Come nasce un archivio digitale? Dai materiali originali e dalla volontà di trasformarli in digitali,
quindi oggi vedremo il perché della nascita di questi archivi/progetti. Tutto nasce nel laboratorio
CLT (centro di elaborazione informatica di testi e immagini nella tradizione letteraria).
L’iconologia è fondamentale e rappresenta l’arte di conoscere quali particolari e/o attributi
attribuire ed associare alle immagini (scienza delle immagini), quindi il rapporto tra parole-
immagini.

L’Orlando Furioso e la sua rappresentazione nel tempo:


 Le prime tre edizioni variano linguisticamente e in parte telematicamente ma non sono
illustrate (sono diverse linguisticamente perché dal dialetto romagnolo si passa al
fiorentino).
 Assomigliavano ai libri di battaglia (ciclo carolingio è quello rappresentato nell’Orlando
Furioso, mentre esiste un altro ciclo Adriano).
 Una prima illustrazione c’è, viene rappresentata la follia di Orlando, poiché c’è una novità
rispetto alle altre edizioni come L’innamoramento di Orlando o l’Orlando Innamorato di
Boiardo.

Le edizioni con illustrazioni:


 La prima edizione è di Zoppino (1536), Venezia, che rappresentava il luogo di produzione e
pubblicazione librario più importante d’Europa. Zoppino capisce che con l’illustrazione i libri
si vendono di più, egli non solo era editore, ma anche cantimbanco, ovvero colui ce con
l’ausilio di un cartellone colmo di figure, girovagava raccontando storie. In questa edizione
venne rappresentata l’xilografia (tecnica di incisione in rilievo in cui si appostano dalla parte
superiore di una tavoletta di legno le parti non costituenti il disegno). L’idea era quella di
accompagnare ad ogni Canto una vignetta. L’esempio del Canto I, ove vengono raffigurati
Rinaldo e Ferraù che litigano per Angelica, che nel frattempo fugge con Baiardo, il cavallo di
Rinaldo. Nella vignetta ci sono delle didascalie che indicano i vari personaggi.
 II Edizione Giolito (1542): Vi sono molte più illustrazioni di scene rispetto all’edizione di
Zoppino. La novità riguarda le allegorie. Vengono inserite per leggere in chiave morale gli
avvenimenti principali del romanzo. Rispetto alla precedente edizione illustrata, qui vi è più
eleganza nelle vari illustrazioni. Ma vi è una rivoluzione poiché nascono le cosiddette soglie.
Le soglie manipolano il modo in cui il lettore legge un canto/un libro e rappresentano le
copertine, l’indice, e l’introduzione. Sono passaggi “obbligati” che il lettore deve attuare
prima di arrivare alla lettura del canto/capitolo.
Nel 500 non esistevano immagini artificiali, rispetto ad oggi. Quindi l’impatto di un’immagine
doveva essere fortissimo per essere ricordato; perciò le allegorie deformavano l’interpretazione di
una lettura in modo ortodosso, cioè tuti leggendo quell’allegria poi l’avrebbero creduta.
 Edizione Valvassori (1553): Vi è la presenza di una complessità pluriscenica, l’editore
comprende l’importanza commerciale dell’immagine (si vendono più copie se ci sono più
immagini), ma più illustrazioni equivale a più allegorie.
 Edizione Valgrisi (1556): Rappresenta una delle edizioni più importanti ed è
straordinariamente ricca dal punto di vista illustrativo. Compare per la prima volta
un’illustrazione in tutta la pagina, mentre in quella accanto vi è un frammento di immagine,
un frammento di testo, un’allegoria ed inoltre una novità assoluta: l’inserimento di
un’ottava di argomento, ovvero veniva sintetizzato l’argomento del canto. Dopo
l’illustrazione a pagina completa, l’ottava di argomento e l’allegria compariva il canto e il
lettore poteva iniziare la lettura (molte soglie da superare). Inoltre vi furono altre
innovazioni nell’edizione di Valgrisi, come: l’importanza alle coperte geografiche, vennero
illustrate carte geografiche ed inoltre la volontà di apportare della prospettiva alle
immagini, quindi attraverso un tentativo nelle vignette di creare prospettiva.
Gli incisori delle vignette non erano conosciuti, ma con delle ricerche moderne, vengono
riconosciuti dei tratti comuni. Il misterioso incisore delle vignette di Valgrisi venne ricondotto alla
Scuola di Fontainbleau e aveva l’intenzione di rappresentare tutte le scene, ma non in ordine
cronologico. Le vignette assunsero il carattere manierista, con l’intento di far combaciare le
immagini con il testo, diventando così un gioco da tavolo.
20/10/22
L’edizione Valgrisi rappresenta il nuovo format del testo: a sinistra tutta l’immagine, a destra in alto
l’ottava di argomento, poi sotto l’allegria morale (para testi). Da questa edizione verranno
influenzate tutte quelle seguenti, che seguiranno il format del Valgrisi. L’Orlando Furioso diventa il
best seller del 500, tutti hanno una copia ed era molto diffuso. In realtà si pensava che questa
proliferazione di episodi in questo nuovo format creasse soltanto confusione e caos e quindi si
optò per una semplificazione. Gli incisori Franco e Porro misero a punto una edizione raffinata ed
elegante, nell’edizione de Franceschi, Venezia, 1584. I due artisti prendono il set illustrativo di
Valgrisi e ne danno un senso cronologico.
 Edizione de Franceschini: Con questa edizione il format raggiunge l’apice della raffinatezza,
le scene sono compatte e più ordinate, e la prospettiva è anche migliorata è plausibile, ma
sempre accomunata dalla Narratio continua (più scene che convivono nella stessa
narrazione, senza ordine cronologico, ma l’importante era narrare tutta la storia).
La Gerusalemme di Bernardo Castello (1557-1629) Castello traduce in figure il poema di Tasso,
diventando un classico. Il format del Furioso è completamente applicato, a sinistra illustrazione
tutta pagina, a destra l’ottava dell’argomento. Si tende alla scena unica, non vengono poste in una
illustrazione più scene, ma solo una.
L’Ovidio “parallelo” “Volgarizzazioni” che in realtà erano delle vere riscritture della Metamorfosi di
Ovidio di L.Dolce, o di Anguillana che si rifecero all’Ariosto, difatti molte scene sono affini, fatte da
Giovanni Antonio Rusconi. Parallelismi tra le illustrazioni delle edizioni di Ariosto e di Ovidio,
similarità tra l’impianto illustrativo. Giacomo Franco, che lavora all’edizione de Franceschini
contribuisce all’edizione dell’Angiullara delle Metamorfosi di Ovidio. Tutte queste illustrazioni
sarebbero diventate delle realizzazioni pittoriche di boiseries e affreschi. La collezione delle
edizioni di Ariosto e Tasso è molta di più, soprattutto quelle minori, caratterizzate dalla stessa
tecnica applicata alle altre. Progetto ERC: Realizzate due mostre, congressi e istallazioni
multimediali, attualmente fruibili sul sito Furioso 16.
27/11/2022
Il gioco dell'educazione cultura del grande studioso canadese che scrive questo articolo nel 1957 è
veramente direzionabile visionaria e tutta l'opera dentro lui ha previsto diciamo un cambiamento
della società del villaggio del progetto villaggio urbano; insomma, è uno che attraverso la
globalizzazione dei media ha previsto la globalizzazione in generale del mondo. Altri personaggi
filosofi, scrittori, artisti e comunque conseguenzialità didattiche del cinema erano utilizzate per le
possibilità educative che la radio, il cinema, una scelta televisiva poteva portare alla didattica.
Queste applicazioni sconfinavano propaganda in qualche modo per sperimentazioni; i mezzi
considerati fonti di trattenimento della didattica erano qualcosa di etico negli anni ‘50.
I nuovi media non sono solo i residenti meccanici per la creazione di medicinema ma molti
linguaggi con un potere discussione immaginarie. L'importanza del medesimo significante diventa
qualche cosa che produce segni e produce significazione nel contenuto del medico; cioè noi
eravamo abituati a ragionare in maniera diciamo tomistica gli studenti a pensare che fosse un
contenente un contenuto ma poi il contenuto è qualche cosa di per sé significativo qualcosa che
cambia le nostre abitudini di lettura addirittura di percezione. Si intende la digitalizzazione come
vero riversamento come quando si riversava appunto il disco o un cd con nastro sopra; gli aspetti
didattici tecnologici danno eccessiva importanza soprattutto all’interfaccia estetica del prodotto a
scapito della metodologia che sta alle spalle di quel prodotto finale.
Le funzioni di un’immagine o più immagini introducono la narrazione per suggerire una
visualizzazione; se sulla copertina c’è un’istruzione io poi tenderò a tener conto di quelle
illustrazioni durante la lettura. Il paratesto sta creando il testo iconico, c’è anche un paratesto
verbale scritto dai curatori; però la funzione di riassumere riprende la forma metrica fondamentale
della loro struttura. L’importanza della ricezione dei testi è dovuta sia per la loro presunta
maggiore tensione sia per il contesto storico. Necessari sono tre elementi al testo visivo come le
illustrazioni che fanno il testo verbale e il testo nel momento della produzione tra queste entità
esistono non serve semplici.
Le allegorie erano un modo per accrescere in qualche modo la serietà per un discorso della
normalizzazione ma anche per dire che queste favole vogliono dire qualcosa. Infatti, appunto le
favole degli antichi e nel Medioevo vennero interpretate allegoricamente proprio per dar loro un
peso quindi abbiamo nella fase di produzione i lettori di generazione che vanno dal testo ai singoli
paratesti perché sopra il testo si crea l’immagine, l’argomento e il computer. Frammenti come il
paratesto e le allegorie vengono collegati a un unico testo permettono di progettare una pratica
monografico apposita che chiedeva tempi, mezzi e competenze che spesso le tipografie del tempo
potevano offrire di affrontare.
Così si ricorreva alla pratica in cui cercare matrici e immagini già incise, concepite per corredare un
testo per illustrarne L’Orlando furioso e la sua estrema diffusione in termini del proprio di tiratura
non rappresentava un bestseller assoluto al pari della Bibbia e delle proprie traduzioni. Si tratta di
un discorso critico sul testo allora dobbiamo anche accettare il fatto che questo discorso sia
discutibile. Se noi vogliamo fare un discorso critico sull’oggetto non vogliamo fare una meccanica
riproduzione dell’oggetto allora andiamo a essere scontro delle critiche. In primo luogo, si è
riscontrata con casuale analogia forse non casuale analogia ma per decomporre frammenti iconici
e visivi. Il dispositivo ipermediale e digitale è instaurato con le tecnologie informatiche e gli
sviluppatori che lavoravano fianco a fianco con gli umanisti che hanno prodotto conoscenze perché
loro stessi ci spingevano a un lavoro di scomposizione di ricomposizione e facendolo, abbiamo
riconosciuto un lavoro di composizione e ricomposizione che gli antichi curatori dei testi avevano
fatto nei confronti della macchina libro.
Un dizionario provvisto di definizione, motivo per cui ogni risorsa, in questo modo, crea un
collegamento qualificato dato dalla tripla formazione di soggetto, predicato, oggetto di memoria
aristotelica. Il testo originale genera l’immagine che a propria volta rimanda al testo che genera
l’argomento a livello di web semantico con tutti gli altri oggetti della rete. Lo scrittore intendeva il
rapporto di prospettiva come il scrittore intendeva il rapporto di organizzazione tra le parti come
lui eventualmente il rapporto totale. Le stesse tecnologie nuove sono state un’esperienza di mutuo
aiuto tra i progettatori e gli informatici e chiaramente hanno attraversato dei momenti di
compressione perché si parlava effettivamente di due linguaggi molto diversi.

03/11/2022
Il poema si divide chiaramente in una parte tragica in cui ci sono dei momenti di tragicità dove si ha
pietà per un grande impazzito e poi ci sono dei momenti di comicità. La parola “Bibbia” era una
parola molto quotidiana, anche nelle opere, e infatti i commentatori dicevano che questa è una
parola un po’ troppo bassa da mettere in un in un poema in cui vengono a contrapporsi termini e
concetti legati al modo di fare del protagonista e al momento storico narrato. Le immagini
chiaramente danno una mano perché le immagini hanno un loro fascino per la conversione e di
supporto dal libro al web implica dunque una frazione di status dei componenti del libro nel
sistema ipertestuale cioè quello di tutto l’archivio più pieno. Il protesto della Divina Commedia
significa qualcosa che sta sullo sfondo in fondo e ha una costruzione testuale che ha chiaramente
delle interferenze continue le immagini in primo piano e i versi in secondo piano però non nel
senso soltanto fisico anche proprio dal punto di vista dell’attenzione. All’interno del Furioso
recedono sullo sfondo divenendo pregiudicate visibili solo quando si incastrano all’interno delle
figure delle allegorie.
L’antologia comincia con una polemica sul realismo tra Pierpaolo Pasolini e Eduardo Sanguineti in
cui il realismo inteso è morto e non si può più scrivere in quel modo lì. Entrambi sono d’accordo
che il realismo in qualche modo va sperato non voluto; il realismo ottocentesco nella sua versione
fascista va superato, attraversato dal tema della questione dell’uso dei dialetti. Pasolini vuole
seguire una via diciamo mezzana, non in cui si rinunci alle forme della tradizione per dire nel
cinema, ma quello viene dopo, però nel 1950 ritiene che abbandonare il dialetto non ha fatto male
solo alla tradizione rompendo una forza del passato. E dall’altra parte Sanguinetti invece si pone
già subito come quello che vuole rompere gli schemi che vuole fare una poesia più aggiornata in
base alle avanguardie europee e quindi litigano su sul concetto del realismo.
09/11/2022
Il digitale rappresenta la soglia tecnologica che rappresenta l’elemento che ha innovato il modo
stesso in cui le cose si apprendono, proprio a livello neuro-cognitivo. Nelle nuove generazioni è ben
evidente questo tipo di evoluzione, che ha portato ad avere una maggiore familiarità con i nuovi
strumenti. Ormai è cosa comune delegare ad intelligenze artificiale alcune azioni che prima
venivano fatti manualmente. Ad oggi, il mondo del digitale è riuscito a fondersi con altri mondi tra
cui anche quello del patrimonio culturale, permettendone una maggiore diffusione.
Oggi viviamo in un tempo in cui si parla di una nuova dimensione, quella digitale. Ed essere umani
nell’era dell’iper-connessione è qualcosa che sta portando forti cambiamenti nel modo di essere
delle persone. A mutare è anche il tempo dato che ormai si vive in un mondo in cui è possibile
poter comunicare da diverse parti del mondo in tempo reale, aprendo le porte a quella che viene
definita l’infosfera che ha portato al mutamento del tempo e della realtà. Ad essere legata
all’infosfera – che a tutti gli effetti sottolinea questo nuovo mondo in cui viviamo e che porta
l’uomo ad essere sempre al centro dell’informazione – vi anche quello che la verità è divenuta un
concetto negoziabile, dove chiunque può raccontare la propria versione dei fatti facendola passare
per una verità assoluta. Da qui è nato il concetto della post-verità, il concetto che ha a che vedere
con un momento in cui la verità diviene estremamente malleabile e soggetta a cambiamenti. Un
grande esempio è stato dato durante il periodo della pandemia quando si è cominciato a parlare
dei vaccini e nei vari talk-show sono comparsi diversi virologi che a modo hanno cercato di
inculcare alcune verità in maniera quasi distorta.
Il fatto di avere oramai una così forte connessione con il telefono ha portato anche a sviluppare
paure nuove come la no-mobile fobia, ovvero la paura di rimanere senza telefono e quindi, di
conseguenza, essere isolato dal mondo. Questo tipo di fobia ha portato a sviluppare un altro tipo
di fenomeno a sua volta che è quello degli smombie, ovvero quelle persone che sono così prese dal
telefono che anche quando camminano per la strada non si accorgono di quello che accade
attorno a loro e per questo diventano un problema per gli automobilisti per esempio – in Germania
addirittura non è raro trovare cartelli stradali con su scritto “pericolo smombie”. Sono queste tutte
parole che al meglio possono definire i nuovi esseri umani.
La no-mo fobia, rappresenta una di quelle sensazioni che ben dipinge la nuova realtà che ci
accomuna, di pura dipendenza da un oggetto, e che si manifesta fortemente soprattutto nel
momento in cui ci si priva di tale elemento.
La vera questione pedagogica è posto il fatto che oramai le linee educative sono differenti rispetto
a quelle di una volta proprio perché si hanno le informazioni a portata di mano, e che sta portando
ai nuovi metodi della digital school, è doveroso dover parlare di una doppia educazione (culturale e
digitale).
Al mondo dell’infosfera è legato il problema della profilazione e cioè al fatto che qualsiasi utente
nel momento della navigazione sta letteralmente vendendo i propri dati, per cui a tutti gli effetti si
crea un algoritmo per il quale non è più l’utente a trovare l’informazione ma il contrario. La gran
parte della selezione si basa sull’algoritmo, vedi il caso di TikTok che in base a particolari movimenti
fatti nell’app ci presenta determinati video piuttosto che altri. Da qui i criteri di indicizzazione,
ovvero i motivi che portano determinati siti a trovarsi più in altro degli altri nelle pagine di ricerca.
Di base il posizionamento e la visibilità di alcuni siti dovrebbero essere dati da alcuni criteri di
scrittura: ciò dovrebbe portare a far vedere per primi quelle pagine che utilizzano un particolare
tipo di linguaggio piuttosto che altri.
Ma alle informazioni a cui ci si sottopone, non sempre possono essere considerati attendibili
esponendo quindi gli utenti ad alcuni casi di fishing – truffe online.
L’infosfera sta deontologizzando il mondo, e cioè sta dando a tutti gli effetti un nuovo ordine a tutte
queste informazioni a cui veniamo sottoposti.
Uno degli aspetti entusiasmanti della rete è la sua declinazione meta archiviale, ovvero la
questione della visione della rete come archivio degli archivi. Prima della digitalizzazione vi erano
gli istituti come l biblioteche, che erano estremamente parcellizzati. Il fenomeno di digitalizzazione
1.0 ha consentito alla rete di effettuare una sorta di upgrade facendola diventare un archivio per
questi archivi fisici, permettendo un primo travaso almeno in parte del nostro patrimonio
culturale. Questo ha permesso di realizzare quello che era il sogno degli umanisti della biblioteca
universalis, ovvero un luogo in cui potessero essere contenuti alcuni dei testi più importanti per la
storia dell’umanità.
Adesso siamo in un mondo in cui il sapere può essere semanticamente organizzato.
Differenza tra testo e paratesto
 TESTO  quello che è possibile leggere e che è di per sé immutabile, per cui una volta
fissato è quello.
 PARATESTO  tutto il contorno ed il contorno materiale che accompagna il testo ma che
soprattutto influenza la lettura e orienta l’orizzonte di attesa dell’opera. Esso è anche
l’insieme di tutte le informazioni attorno, come per esempio il titolo.

Stiamo assistendo alla cosiddetta quarta rivoluzione che sta colpendo fortemente tutti gli elementi
del paratesto:
- 1° rivoluzione: invenzione della scrittura
- 2° rivoluzione: passaggio dalla pietra alla pergamenta
- 3° rivoluzione: passaggio dal volumen al codex, con la stampa
- 4° rivoluzione: il mondo materiale
In tutti e quattro i casi il contenuto delle opere è sempre lo stesso – un testo può essere sempre
letto – ma a cambiare sono gli elementi materiali.
09/11/2022
Durante il fascismo si tende a sviluppare l’ermetismo, ispirandosi al tardo simbolismo francese di
Mallarmé e i suoi movimenti astratti. “Il porto sepolto” di Giuseppe Ungaretti venne dedicato
all’amico Benito Mussolini. Nel dopoguerra si cercò di cambiare l’arte della scrittura e della poesia,
venendosi a creare quella neorealista con Vittorio Sereni e Franco Fortini cercando di recuperare
l’impegno sulla realtà, distaccandosi dalla poesia caratterizzata gli scontri bellici. “Non sa più nulla”,
“L’ultimo caduto” sono alcuni degli esempi della Resistenza oppure dell’ermetico Quasimodo nel
“Appenderemo le fronde dei salici”.
C’è un dibattito sull’essenza del realismo; nel 1946 esce in Italia l’opera “La rappresentazione della
realtà nella letteratura occidentale” di Erich Auerbach che si distacca da quello ottocentesco che
voleva ampliare le questioni sociali del XIX secolo come avviene con Zola e Verga. Quello del XX
secolo prende spunto dal neorealismo americano. Pierpaolo Pasolini, comunista romano poco
attrezzato per l’omosessualità, ha un legame poetico con Eduardo Sanguinetti i quali discutono
sull’essenza del realismo e come possa essere cambiato. Il primo riprende il Pascolismo mentre il
secondo vuole scardinare la tradizione. Anche il tema dell’italiano, che doveva essere diverso da
quello utilizzato dai fascisti, tende a creare una doppia via per la ricerca poetica.
Nell’antologia di Alfredo Giuliani “I novissimi” del 1961 si parla di poesia d’avanguardia. Luciano
Anceschi fonda la rivista “il Verri” diventando il braccio intellettuale della nuova avanguardia.
“Officina” invece era diretta da Pasolini con Loversi e Leonetti tra i principali scrittori. L’antologia
poetica è militante come nel caso dei campi semantici della guerra. Nel registro dell’antologia “” si
riportano i livelli didattici che si caratterizzano per essere immersivi in cui il fruitore dell’antologia
viene portato per mano creando delle suggestioni. Le aspirazioni rivoluzionarie vengono spente
dalla morte di Gramsci a cui Pasolini dedica una raccolta di poesie, “Le ceneri di Gramsci”. La
polemica tra Sanguinetti e Pasolini venne portata avanti a versi. I Novissimi anni dopo si
incontrarono in un bar sulla costa meridionale di Marsiglia. Anche Pagliarani faceva parte del
gruppo ed era una dattilografa.
24/11/2022
Navigare = metafora
“pazienza cognitiva”: letteratura profonda
Intelligenza collettiva = capacità che la rete ha di strutturare un sistema informativo a cui
collaborano innumerevoli persone.
Umanesimo digitale -> cambiamento di paradigma
Come trasmettere efficacemente il sapere? Conservazione + valorizzazione
03/12/22
I saperi tra loro complementari sono fondamentali all’interno dell’ambito umanistico. L’uomo,
attraverso la figura del mago in epoca greca, cerca di mutare la realtà. Le STEM sono le discipline
considerate nell’Ottocento come “dure”. La scienza è tutto ciò di cui l’uomo può disporre del
sapere. Una frattura che nasce nel XIX secolo; dopo l’importanza della retorica, prende il
sopravvento l’importanza della scienza, oggi alla base delle scienze digitali. La seconda rivoluzione
è il passaggio dal volume al codex; la cultura della scrittura capace di essere diffusa, gli scribi erano
culturalmente formati e servivano le tecnologie, le penne e i calamai erano considerati come
utensili tecnici.
Le università assumono una dimensione sacrale oltre che artigianale e produttiva come una catena
di montaggio; esistevano le botteghe scrittorie per i copisti, che portavano a lievitare il costo dei
libri. L’affermazione del volgare portò a una dignità pari rispetto al latino, rendendo più agevole la
trasmissione del sapere e permettendo la nascita dell’italiano nel 1525, risalendo al modello di
Boccaccio e Petrarca. Nasce la stampa a caratteri mobili che permette l’allargamento del pubblico,
dei lettori e la formazione di una figura nuova, ovvero l’intellettuale o poligrafo che inizia a vivere
del proprio lavoro senza piegarsi alla corte o alla Chiesa, assumendo autonomia.
Un momento di emancipazione dove l’epigrafo si guadagna da vivere attraverso i lavori
intellettuali, collegati al mondo della stampa e alla diffusione del libro, riuscendo a scrivere i lavori
propri velocemente, curando la stampa dei lavori altrui, traducendo e volgarizzando. In questo
modo riusciva a dotare i libri di indici e apparati esplicativi e plagiava lavori altrui. Volgarizzare un
libro significa passare da una lingua classica come greco e latino al volgare. Tradurre un libro invece
significa effettuare una traduzione tra lingua sincrone (dall’inglese al francese), volgarizzare invece
indica un passaggio da una lingua morta ad una viva.
16/03/2023
Ricapitolazione
◦ Caso Orlando: rovesciare ruolo testo/paratesto;
◦ Caso Antologia: impostazione critica/avanguardia come punto di vista da cui leggere l’intera
vicenda poetica del Novecento italiano.
Luigi Pasotelli, poeta, performer, artista multimediale che si occupa di traduzione, quale atto
culturale e critico, in cui viene restituita la patina per la traduzione digitale. Nel caso dell'antologia
avevamo un'impostazione critica già pronta e definita, l'avanguardia diventa il punto di partenza da
cui guardare tutta la scrittura del ‘900. Pasolini andava contro l'avanguardia. Il gruppo di lavoro ha
tentato di mettere in scena l'apparato critico di un’antologia per prendere un pubblico più vasto.
Un terzo caso studio del prof Bondi riguarda il come esprimere un poeta o un pittore come
Pasotelli attraverso il digitale. Cosa vuol dire tradurre un poeta che viene prima del digitale? Il
titolo Galassia Ariosto viene da Galassia Gutenberg di Marshall MacLuhan, inventore di formule
come il villaggio globale. In Gutenberg - Galaxy si racconta l'invenzione della stampa. In realtà in
Galassia Ariosto non si parla di lui e delle sue opere in generale. Abbiamo tre tipi di ricerca
dell'archivio il quale naviga per personaggio oggetti luoghi e temi.
L'antologia aperte "sembrano mosche chiuse" Sanguineti, Pagliarini e Alfredo Giuliani è un gruppo
del ’63. C'è un Congresso a Palermo in cui si discute su diversi argomenti, gli intervalli del tempo
trovarono voce nella rivista interna verso il nuovo. Guardano la poesia precedente come una
poesia iconoclasta. I letterati iniziano a parlare con i pittori che sono i primi ad essere più avanti
nella percezione con l'ambiente.
L'idea per secondo caso di rappresentare la cultura italiana degli anni 50 e 60 nasce da un incontro
tra Ballerini e Bolzani. L'idea della Bolzoni è quella di avere un palazzo della memoria (tecnica
memoria). L’idea del palazzo della memoria ha come faccia una Wunderkammer, ovvero una
stanza delle meraviglie. L’utente si trovava di fronte ad un primo livello discover in cui si trovava
una sorta di muro. La seconda sezione di Discovery si chiamava at Mollanti's bar. Le sezioni erano
Discover chapters others Time line.
13/04/2023
Premessa: la stampa a caratteri mobili è un nuovo “ecosistema” culturale. Fa nascere nuove
professionalità tecnico-artigianali (torcoliere, battitore, riqualificando anche le professioni come
l’orefice che diventa punzonista).
L’intellettuale moderno si emancipa da alcuni contesti (ad es: corte e chiesa) e comincia a vivere
del proprio lavoro, a scrivere velocemente con il libro che da adesso diventa merce.

FURIOSE INTERAZIONI: Risorse e progetti su Ariosto per la didattica digitale integrata.


Il testo di Ariosto ha tre edizioni (1516 – 1521 – 1532) e viene ritenuto un classico. Ma cos’è un
classico? Etimologicamente significa “testo che si legge nelle classi”. È un testo che diventa canone
(etimologicamente diventa da canna, come misura di paragone). Ma come fa un testo a diventare
classico? Lo fa a posteriori.

20/04/23
“Furiose Interazioni” come atelier interattivo per bambini basato sull’universo fantastico del
Furioso. Questo atelier ha un ambiente preciso: il Mauriziano di Reggio Emilia.
Il primo obiettivo (la prima stanza che accoglie i visitatori) era quello di creare un modello
combinatorio: ad ogni combinazione di 4 oggetti simbolo (spada, cavallo, anello, corno) del
racconto ariostesco, corrispondono 6 storie del poema vivacemente animate. Da questi oggetti
prendono vita le storie del poema.
Data la scelta di mantenere la voce narrante di Ariosto come guida per i bimbi, ricorsero 2
difficoltà:
- Non essere childish, non usare quindi un linguaggio troppo infantile.
- Mostrare, nella lingua e nelle scelte stilistiche, una fedeltà possibile al “dettato” di Ariosto.
Si è trovato però un compromesso: non si è riscritto il testo ma si è optato per un misto di prosa e
versi seguendo:
- Utilizzare il maggior numero possibile di parole che si trovano nel furioso
- Nelle parti in versi, usare quanto possibile il ritmo dell’endecasillabo
- Citare sempre qualcosa dell’originale, scegliendo i versi tra le parti più comprensibili a un
orecchio contemporaneo (e infantile).

2° Stanza: dopo aver sentito la presentazione del libro e aver scelto un eroe/eroina, il fruitore vede
il proprio volto nello specchio magico (tramite tecnologia del riconoscimento facciale) nei panni di
quel personaggio di cui ha sentito la storia e visto i momenti principali di quel personaggio.
Nel caso del libro magico si perde la metrica ariostesca (endecasillabi) per imitare le cantilene e le
formule magiche (attraverso quartine di settenari).
Anche nelle ottave-ritratto il prof si è ispirato a una tradizione saldamente ancorata a modi storici
di ricezione del poema. Qui il “ritratto del paladino” con un’ottava che ne definiva il carattere e le
prerogative (fogli sciolti). Anche il tono scherzoso corrisponde a un approccio spesso caricaturale
che avevano tali ritratti.

Lo storytelling può essere fatto con la letteratura poiché essa stessa è già storytelling.

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