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Fisica e paranormale – U.F.O.

IL LIFTER: UN CONDENSATORE CHE HA LA CAPACITA’ DI VOLARE


(PHILADELPHIA EXPERIMENT)

Materiale

 LIFTER: dettagli costruttivi reperibili all’indirizzo web


http://jlnlabs.imars.com/lifters/lift2exp/index.htm
 Rampa di decollo: imballaggio in polistirolo di una lavatrice
 Alimentatore in alta tensione 20 kV: vecchio monitor per PC (si ringrazia l’ECOCENTRO AMIAT di c.so
Moncalieri 260, Torino, per la gentile concessione del rottame elettronico)

Come funziona
Ecco a voi un’esperienza elettrizzante: un
condensatore asimmetrico che ha la
capacità1 di sollevarsi grazie al “vento
elettrico” che si produce tra le sue armature.
Fra le armature del condensatore – il filo
sottile e il foglio di alluminio – viene
applicata una differenza di potenziale
costante di 20 kV circa; il filo è a potenziale
maggiore (+) rispetto al foglio di alluminio
(-).
Questa differenza di potenziale è fornita dal
circuito di alimentazione del monitor di un
PC che viene utilizzato come generatore di
A. T. (alta tensione). Allo scopo può servire anche un dispositivo in disuso per il tele-trasporto (televisione), anzi può
essere un ottimo pretesto per eliminare il televisore di casa2. Nel tubo catodico di un monitor gli elettroni, prodotti
mediante effetto termoionico, vengono accelerati da un “cannone elettronico” e in seguito deflessi mediante campi
magnetici in modo che vadano a colpire lo schermo fluorescente nel punto desiderato.
Quando un elettrone cade attraverso una differenza di potenziale di 1 Volt esso acquista una quantità di energia cinetica
pari, per definizione, a 1 eV (elettronVolt). Il cannone elettronico del tubo catodico quindi non è altro che un
acceleratore lineare (LINAC) da 20 KeV.
In questa esperienza siamo interessati a prelevare l’alta tensione ai capi di anodo (+) e catodo (-).

Schema del montaggio (http://jlnlabs.imars.com/lifters/lift2exp/index.htm):

1
La capacità C di un condensatore è data da C = Q/V dove Q è la carica presente sull’armatura positiva e V la differenza di potenziale tra le armature.
2
Jerry Mander, Quattro argomenti per eliminare il televisore, Edizioni Dedalo (1982): più uno!
Fisica e paranormale – U.F.O.

Perché vola? Effetto Biefeld-Brown!

Il lifter, quando è in tensione, dà luogo ad una corrente (non solo elettrica!) di aria ionizzata, dal filo alla fascia
sottostante di alluminio.

L’effetto si realizza quando una differenza di potenziale di circa 20 kV (o a anche maggiore, fino ad alcuni megaVolt)
viene applicata tra due elettrodi, uno piccolo o sottile e l’altro largo e senza punte.
Se l’elettrodo fine è positivo, gli elettroni liberi presenti nelle sue vicinanze, vengono accelerati verso di esso e per urto
ionizzano molecole di aria circostanti, formando quindi una nuvola di ioni positivi pesanti attorno ad esso (effetto
corona). La nuvola di ioni positivi viene accelerata verso l’elettrodo negativo e durante la sua corsa urta altre molecole
di aria neutra; queste esercitano quindi una forza di attrito sul flusso di aria ionizzata che si muove perciò ad una
velocità di deriva Vd pressoché costante, proporzionale al campo elettrico: Vd = kE (k è detta mobilità ionica). La
distanza media percorsa da una molecola di aria ionizzata prima di urtare una molecola neutra di aria (il cammino libero
medio) è pari a (5 ×10 −3 / p) cm dove p è la pressione misurata in Torr (p = 760 Torr a livello del mare). Maggiore è
quindi la distanza percorsa dagli ioni, maggiore è la probabilità che essi hanno di urtare molecole neutre perdendo parte
del loro impulso iniziale. Durante queste collisioni, la carica degli ioni non viene trasferita alle molecole neutre; quando
gli ioni urtano l’elettrodo negativo diventano neutri. L’elettrodo invece non esercita alcuna forza sulle molecole neutre
di aria che danno luogo a un flusso di aria sui lati dell’elettrodo di alluminio. In definitiva il flusso di aria ionizzata
impartisce all’elettrodo negativo un impulso verso il basso minore di quello impartito verso l’alto all’elettrodo positivo:
durante la sua corsa l’aria ionizzata perde parte del suo impulso iniziale acquisito “uscendo” dal filo sottile in alto.

Nota
Lo scrittore Charles Berlitz ha dedicato un intero capitolo del suo libro The Philadelphia Experiment alla discussione di
questo effetto in relazione a una ipotetica azione elettro-gravitazionale che sarebbe usata come mezzo di propulsione
dagli UFO. Secondo la leggenda, il 28 ottobre 1943 la nave della marina militare americana USS Eldridge (DE-173)
venne usata per sperimentare sotto la guida di un non meglio precisato "Dott. Franklin Reno" (a volte indicato come
"Rinehart") un innovativo sistema in grado di creare un campo di invisibilità attorno alla nave.
La teoria sarebbe stata basata sulla teoria del campo unificato di Albert Einstein, che presuppone una relazione reciproca
delle forze che comprendono radiazione elettromagnetica e gravità.
L'esperimento avrebbe tentato, secondo il racconto, di rendere la nave invisibile tramite la generazione di un campo
magnetico che avrebbe curvato la luce riflessa dall'oggetto, facendola passare oltre lo stesso e rendendolo di fatto
invisibile. (http://it.wikipedia.org/wiki/Esperimento_di_Philadelphia).

Internet è piena di siti dall’aria vagamente pseudoscientifica dedicati a questo tipo di effetto, per esempio:
American Antigravity: http://www.americanantigravity.com/technology.html
Electric Propolsion: http://www.imagineanything.com/energy/lp1.htm
Capacitor Array Gravity Drive: http://www.amasci.com/caps/capwarp.html
Sono stati eseguiti esperimenti per verificare se la propulsione possa essere dovuta ad altri effetti indipendenti dal vento
di ioni, in particolare se nel vuoto si possa produrre una spinta; non si è osservato alcun effetto di questo tipo. Il lifter
non funziona nel vuoto (http://en.wikipedia.org/wiki/Biefeld-Brown_effect).

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