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Figura 1
teflon -
La regola empirica è che un materiale strofinato con un altro più vicino di esso alla
estremità negativa della serie si caricherà positivamente, la rilevanza dell'effetto è
maggiore se i due materiali sono più distanti nella serie, a parità di condizioni
dell'esperimento. Si può spiegare questa regola con il fatto che materiali più vicino
all'estremità positiva cedono più facilmente carica negativa (si dice che il loro lavoro
di estrazione è più basso). Da notare che anche nei metalli (conduttori solidi) è
presente l'effetto triboelettrico, ma non è osservabile se essi non sono accuratamente
isolati elettricamente dall'ambiente esterno. Inoltre, se tutti e due i materiali sono
conduttori, la loro separazione, dopo il trasferimento di carica, deve avvenire molto
rapidamente, per contrastare la tendenza della carica stessa a fluire verso gli ultimi
punti di contatto dei due corpi e neutralizzarsi.
La serie triboelettrica è determinata con una incertezza dovuta alla dipendenza del
processo dalle condizioni sperimentali e fornisce solo una indicazione qualitativa. La
posizione di un materiale nella serie può cambiare sulla base di fattori come la
purezza, la rugosità superficiale, l'umidità dell'ambiente, il lavoro di attrito compiuto,
la pressione di contatto etc..., per questo motivo elementi vicini si trovano scambiati in
ordine nei vari testi.
- --- --- -
- --- -
d + +++
c + +
+ +
-- - - -
-
Figura 2. Elettroforo di Volta
La distinzione tra conduttori e isolanti non è netta. Vedremo che tutti i materiali
hanno un grado seppur minimo di conducibilità elettrica.
Un corpo elettrizzato perde con il tempo il suo stato di carica anche attraverso l'aria,
che presenta una certa conducibilità elettrica, dovuta alla ionizzazione delle molecole
presenti, principalmente a causa di raggi cosmici e radioattività naturale (inoltre la
conducibilità aumenta con l'aumentare dell'umidità). Un corpo carico, ad esempio
positivamente, attirerà ioni (negativi) o elettroni che si depositeranno sulla superficie
riducendo lo stato di carica del corpo stesso.
È da notare che l'operazione può essere ripetuta senza bisogno di ricaricare la resina
(in teoria infinite volte se non ci fossero le perdite inevitabili di carica verso l'ambiente
a cui abbiamo accennato prima).
Una macchina ancora più efficiente e usata nei laboratori di ricerca per almeno un
secolo (prima dell'invenzione della pila) è la macchina di Ramsden. Un disco
isolante (ad esempio di vetro) viene fatto ruotare velocemente ed elettrizzato tramite
attrito con cuscinetti (di cuoio o feltro, rossi nella figura). Il disco si carica
positivamente e per induzione carica negativamente la punta metallica del conduttore
(in giallo) vicino al disco stesso.
Si verifica sperimentalmente che le cariche sulla superficie di un conduttore si
addensano nei punti in cui il raggio di curvatura è minimo (altro importantissimo
fenomeno chiamato effetto punta). A causa di questo addensamento in prossimità
della punta, l'aria tra punta e disco diventa conduttiva e si ha una ricombinazione per
passaggio di carica tra punta e disco (per il fenomeno di rottura dielettrica che
studieremo), tramite una scarica elettrica. Il conduttore in figura dunque rimane
carico positivamente e continua ad accumulare carica positiva fino a che il disco ruota.
Una macchina elettrostatica molto più efficiente, che si può utilizzare per separare
una elevata quantità di carica è il generatore di van de Graaff, utilizzato anche oggi
per ottenere grandi differenze di potenziale.
Esso è schematizzato in Figura 4. Una cinghia isolante scorre tra due pulegge e passa
molto vicino a due schiere di conduttori metallici a punta (pettini), in prossimità delle
pulegge. La punta inferiore è connessa a terra e quella superiore a una cupola
metallica.
Per effetto triboelettrico le superfici a contatto di cinghia (isolante) e puleggia inferiore
(isolante di materiale diverso) si caricano di segno opposto: supponiamo che la
puleggia si carichi negativamente e la superficie interna della cinghia positivamente.
La carica sulla puleggia ha una densità superficiale maggiore che quella sulla cinghia
interna (che non consideriamo più) e ha l'effetto predominante sul pettine inferiore:
quello di indurre carica positiva sul pettine stesso. L'effetto della presenza delle
cariche negative sulla puleggia e positive sul pettine (effetto punta) è quello di
provocare una scarica attraverso l'aria, in cui le cariche positive si spostano verso la
-
Figura 4. Schema del generatore
di van de Graaff
Nei dispositivi moderni, non a scopo didattico, la cinghia viene caricata connettendo la
punta inferiore a un generatore di alta tensione. In ogni caso, a parte i diversi
parametri costruttivi, la cosa più importante è notare che il generatore di van de
Graaff effettua una separazione di carica elettrica ottenuta tramite lavoro meccanico
eseguito contro la forza elettrica. Riprenderemo questo argomento come esempio di
possibile generatore di forza elettromotrice.
q q q/2 q/2
Figura 5
-q ' +q
+q '
Figura 6
In questi e in ogni esempio che faremo, come abbiamo già accennato, applicheremo il
Principio di conservazione della carica: in qualsiasi fenomeno fisico, riguardante
un sistema chiuso, la somma algebrica totale delle cariche rimane costante
∑ qi= costante (1)
r
Dati allora due punti materiali dotati di carica elettrica, come in Figura 8, prendiamo
come dato di partenza che essi interagiscano con una forza data in modulo
dall'espressione (legge di Coulomb):
|q q |
F=k 1 2 2 (3)
r
la forza è attrattiva se le cariche sono di segno opposto e repulsiva se hanno lo stesso
segno, e ha la direzione della congiungente i punti materiali, in accordo con il terzo
principio della dinamica.
m1
m1 m1 F21
F21 F21
q1 <0
q >0 F12
q1 >0 F12 1 F12 m2
m2 m2
q2 <0
q2 <0 q2 >0
Ricordiamo che due punti materiali si attirano con una interazione che è inversamente
proporzionale al quadrato della distanza r e direttamente proporzionale alle loro
masse gravitazionali:
g g
m1 m2
Fg∝ 2 (6)
r
Sappiamo inoltre che il rapporto tra massa inerziale m e massa gravitazionale mg è
anch'essa una costante universale, identica per tutti i corpi, una volta scelte le unità di
mg
misura: = costante (7)
m
È conveniente scegliere le unità di misura (chilogrammo sia per la massa inerziale che
per la massa gravitazionale) in modo che questa costante sia uguale all'unità:
m=mg (8)
Quindi:
m 1 m2
F g =G 2 (6')
r
Per questo motivo tutti i gravi hanno la stessa accelerazione in uno stesso punto della
Terra.
È importante osservare che ciò non accade per l'interazione elettrica, in
questo caso l'accelerazione non è indipendente dalla massa perché il rapporto tra
carica e massa inerziale di una particella non è una costante.
Gli esperimenti danno per la costante G il valore (nel Sistema Internazionale):
G=6.674⋅10
−11 2 −2
N m kg =6.674⋅10
−11 3 −1 −2
m kg s (9)
3 In realtà la ridefinizione di ampere cambia k solo dalla nona cifra decimale in poi, a noi non interessa affatto questa
precisione. La ridefinizione di SI è però importantissima dal punto di vista concettuale.
La distanza media tra elettrone e protone nell'idrogeno è circa a0= 0.5 Å = 0.5 10-10 m
(stato fondamentale). Dunque l'attrazione gravitazionale è:
mm
FG =G 2 p ≈4.1⋅10−47 N
a0
quella elettrica:
e2
F e=k 2 ≈9.2⋅10−8 N
a0
Fe k e 2
Il rapporto è dell'ordine: = ∼1039
F G G mm p
q Fi
Pi =(xi ,yi ,zi ) ri
z P=(x ,y ,z )
q2 qi
q3
qN
y
O q1
x
Figura 9
CAMPO ELETTRICO
Consideriamo ora alcuni esercizi utili per capire come si effettua il calcolo del campo
E dovuto a sistemi di cariche dati.
r
dE'
dE x
dq'
Figura 10
1 dq 1 x dq
dE x = cos θ= (25)
4 πε 0 x +r
2 2
4 π ε0 ( x + r 2)3 /2
2
Osserviamo che la (26) è una funzione dispari, quindi vale anche per x negativo.
Infatti per simmetria Ex(-x) = -Ex(x), cioè il campo cambia verso quando la coordinata x
è a sinistra della carica.
0.5
2
4 πε0 r E x 0.4
q 0.3
0.2
0.1
0
-10 -8 -6 -4 -2 0 2 4 6 8 10
-0.1
x
-0.2 r
-0.3
-0.4
-0.5
Figura 11
dE x
Figura 12
Il risultato (26) dell'anello carico permette il calcolo del campo di un disco carico di
raggio R. Data la carica totale è Q introduciamo il concetto di densità di carica per
unità di superficie:
Q
σ= (27)
A
Abbiamo supposto per semplicità che la carica sia distribuita uniformemente.
A è l'area della distribuzione di carica, nel caso del disco A=R2. Consideriamo il disco
come somma infinita di anelli di area:
dA= 2 r dr (28)
e carica
q = dA= 2 r dr (28')
Il campo totale sull'asse del disco è la somma dei contributi di ogni singolo anello:
[ ]
R
1 R x σ 2 π r dr x σ R r dr xσ 1
Ex =
4 π ε0
∫ 0 2 2 3 /2
=
2ε0
∫ 0 2 2 3 /2
= − 2 2 1/ 2
2ε0 ( x +r ) 0
(x +r ) (x +r )
=
xσ
[ 1
2 ε0 (x )
2 1/2
1
− 2 2 1 /2 = σ
(x +R ) ] [ x x
] [
− 2 2 1 /2 =± σ 1− 2 2 1 /2
2 ε0 |x| ( x + R ) 2ε0
|x|
(x +R ) ]
Il campo è una funzione dispari di x,
Per x>0:
[
E x = σ 1− 2 2 1/ 2
2 ε0
x
(x +R ) ] (29)
Per x<0:
[
E x = σ −1− 2 2 1/ 2
2 ε0
x
(x +R ) ] (30)
Ora consideriamo l'espressione (29) al limite per x molto grande. Per x >>R :
[ ] [ ] [ ( )]
2 2
x
E x = σ 1− 2 2 1/ 2 = σ 1−
1
≈ σ 1− 1− 1 R = σ R = Q
2 ε0 (x +R ) 2 ε0 (1+ R2 / x 2)1/ 2 2ε0 2 x2 4 ε0 x 2 4 π ε 0 x 2
dove Q=σ π R2 secondo la (28)
A grande distanza il campo è quello di una carica puntiforme, come per ogni
distribuzione di carica non neutra.
Invece consideriamo il limite per x<<R. In questo caso il campo è approssimativamente
costante:
E x≈ σ (32)
2ε0
Il campo della (32) è quello di un piano infinito uniformemente carico4, come
dimostreremo in seguito, questo perché avvicinandosi al centro del disco diminusice la
dipendenza del campo da come è distribuita la carica nelle zone periferiche del disco
stesso.
0.8
2 ε0 E x 0.6
σ 0.4
0.2
0
-10 -8 -6 -4 -2 0 2 4 6 8 10
-0.2
-0.4
x
-0.6 R
-0.8
-1
Figura 13
Scriveremo nel seguito due leggi che saranno del tutto equivalenti alla legge di