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La carica elettrica

Le cose da sapere prima di iniziare!


Ciao e benvenuto o benvenuta in questo capitolo.
Oggi andiamo a vedere insieme uno degli argomenti più chiesti al test per la Fisica.

Se dovessi scommettere su quale argomento potrebbe uscire di Fisica, direi proprio i


circuiti.
Essendo un argomento molto vasto, ho deciso di dedicare questo capitolo alle cariche
elettriche, in modo tale da gettare le basi per affrontare i circuiti in futuro, senza
lacune! :D

Quindi non far bene questo argomento significa voler rinunciare ai famosi ‘’punti
facili’’ del Metodo StrategaTest.
E noi non vogliamo farlo, vero?

In questo pdf non troverai la teoria spiegata fine a sé stessa, per


questo ci sono già i manuali di preparazione.
In questo pdf troverai tutte le nozioni che fanno la differenza.

Hai presente l’effetto ‘’ho studiato l’argomento ma non so


rispondere ai quesiti?’’.
Questo è dovuto proprio a una mancanza di Strategia nelle
informazioni teoriche.

Siamo qui per risolvere queste lacune, partendo dal primissimo


argomento senza dare nulla per scontato.

Partiamo subito!

Le cariche elettriche e le loro caratteristiche


Le cariche elettriche si differenziano in cariche elettriche positive e negative. Vale la
regola degli opposti che si attraggono: se prendiamo due calamite e cerchiamo di
avvicinarle il risultato è che si respingono. La spiegazione è proprio perché hanno la
stessa carica, quindi si respingeranno.
Un altro esempio si può osservare quando strofiniamo con i nostri capelli un
palloncino gonfiato: se la giornata è secca notiamo che il palloncino strofinato aderirà
ai nostri capelli.
Quindi ripetiamo il concetto: cariche dello stesso segno si respingono mentre cariche
di segno opposto si attraggono.
Vediamo ora un principio di conservazione della carica elettrica per un sistema
isolato, cioè non disturbato da nessuna altra forza esterna.
Dalla chimica sappiamo che gli elettroni sono particelle cariche negativamente.
Quando due oggetti inizialmente neutri vengono caricati strofinandoli insieme, nel
processo non vengono create cariche elettriche (ovvero elettroni). Gli oggetti
diventano carichi in quanto gli elettroni vengono trasferiti da un corpo all’altro: un
oggetto perde una certa quantità di carica negativa dagli elettroni trasferiti su di esso,
mentre l’altro perde la stessa quantità di carica negativa e quindi rimane con una
carica positiva.

Quindi introduciamo il concetto di oggetto neutro o scarico: esso contiene un


numero immenso di elettroni (dell’ordine di 10!" ), è neutro perché per ogni elettrone
negativo è comunque presente un protone carica positivamente; quindi, un oggetto
neutro non possiede carica netta di alcun segno.
Un’altra proprietà della carica elettrica è che la carica totale di un oggetto è
quantizzata come multiplo intero della carica elementare dell’elettrone. Cioè è come
se una carica fosse formata dall’insieme di altre cariche più piccole.

Quindi in questo primo paragrafo abbiamo visto le proprietà delle cariche elettriche.
La prima è che ci sono cariche elettriche positive (+) e negative (-).
Quelle di segno opposto si attraggono, quelle dello stesso segno si respingono.
Se un oggetto è neutro significa che possiede un numero uguale di cariche positive e
negative.
Quando un oggetto diventa carico, invece, secondo il principio di conservazione della
carica elettrica, le cariche elettriche non si creano e non si distruggono ma si
trasferiscono.
Infatti, strofinando due oggetti tra di loro (come nell’esempio dei capelli e del
palloncino), questi diventano carichi perché gli elettroni vengono trasferiti da un
oggetto all’altro rendendone uno negativo (quello a cui vengono dati gli elettroni) e
uno positivo (quello che dà gli elettroni).

Isolanti e conduttori
Abbiamo appena parlato del trasferimento di carica da un oggetto all’altro, ma è
anche possibile per una carica elettrica muoversi da un posto all’altro all’interno di
un oggetto: questo movimento prende il nome di conduzione elettrica.
In base a questo principio possiamo classificare i materiali secondo la capacità delle
cariche di muoversi al loro interno:
- Conduttori elettrici, ovvero materiali in cui alcuni degli elettroni sono
elettroni liberi che non sono legati agli atomi e possono muoversi
relativamente liberi attraverso il materiale.
- Isolanti elettrici, ovvero materiali in cui gli elettroni sono legati agli atomi e
non possono muoversi liberamente attraverso il materiale.
Ma che cosa sono questi elettroni liberi?
Un atomo di un metallo contiene uno o più elettroni esterni, che sono debolmente
legati al nucleo. Quando molti atomi si combinano per formare un metallo, gli
elettroni liberi sono questi elettroni esterni che non sono legati ad alcun atomo, con il
risultato che questi elettroni si muovono nel metallo in modo simile alle molecole del
gas in un contenitore.

Ritornando al concetto di conduttori e isolanti, materiali come il vetro e il legno


secco rientrano nella categoria degli isolanti. Quando li carichiamo per strofinio,
soltanto l’area strofinata si carica; la carica non si muove verso altre zone del
materiale. Invece, materiali come il rame, l’alluminio o l’argento sono buoni
conduttori: quando li carichiamo per strofinio in una piccola zona, la carica si
distribuisce rapidamente sull’intera superficie del materiale.

I semiconduttori sono una terza classe di materiali e le loro proprietà elettriche sono
a metà strada tra quelle degli isolanti e dei conduttori. Le cariche si muovono
abbastanza liberamente ma ci sono molte meno cariche libere di muoversi in un
semiconduttore che in un conduttore.

Carica per induzione e


polarizzazione
La carica per induzione si verifica quando la
carica elettrica all’interno di un oggetto viene
ri-distribuita a causa della presenza di un
altro oggetto carico nelle vicinanze.
La carica di un oggetto per induzione non
richiede alcun contatto con l’oggetto che
induce la carica.
Infatti, questo processo è diverso da quello di
carica di un oggetto per strofinio, che richiede il contatto fisico tra due oggetti.

Un processo simile al fenomeno dell’induzione (che avviene nei conduttori) avviene


negli isolanti.
Quando un oggetto o un atomo è neutro, significa che le cariche positive e negative
sono distribuite in modo omogeneo all’interno di esso. Tuttavia, in presenza di un
oggetto carico, queste posizioni possono spostarsi leggermente a causa delle forze
attrattive e repulsive dovute all’oggetto carico, determinando così una maggiore
carica positiva da un lato delle molecole che dall’altro. Questo fenomeno prende il
nome di polarizzazione: si formano due poli, uno con carica positiva e uno con carica
negativa. L’oggetto polarizzato prende il nome di dipolo (proprio come nel caso
dell’acqua) in cui il centro delle cariche negative non corrisponde al centro delle
cariche positive.
Proviamo a risolvere insieme un quesito sulla base di quanto detto fino ad ora. Prova
prima a risolverlo da solo e poi confrontati con la soluzione

Tre oggetti vengono avvicinati l’uno all’altro, due alla volta. Se si avvicinano gli
oggetti A e B, essi si attraggono. Invece gli oggetti B e C, se avvicinati, si
respingono. Quale di queste affermazioni è necessariamente vera?
A) Gli oggetti A e C possiedono cariche dello stesso segno
B) Gli oggetti A e C possiedono cariche di segno opposto
C) Tutti e tre gli oggetti possiedono cariche dello stesso segno
D) Uno dei tre oggetti è neutro
E) È necessario compiere ulteriori esperimenti per determinare il segno delle
cariche

Soluzione: abbiamo visto che cariche dello stesso segno si respingono, mentre
cariche di segno opposto di attraggono. In base a quanto scritto nel testo, supponiamo
che A abbia una carica positiva e B negativa (potrebbe anche essere al contrario, però
usiamo queste condizioni). Mentre C, per respingersi con B deve avere la sua stessa
carica, ovvero negativa. Ne risulta che A ha una carica positiva e C negativa, ovvero
cariche di segno opposto. Risposta B.

La legge di Coulomb - Teoria


Fino ad ora abbiamo parlato del comportamento delle cariche elettriche. Ma
l’intensità di una carica si può misurare?

Le forze elettriche fra oggetti carichi furono misurate quantitativamente da Coulomb,


usando uno strumento da lui inventato chiamato bilancia di torsione. Egli formulò
così la legge di Coulomb:
|𝒒𝟏 ||𝒒𝟐 |
𝑭𝒆 = 𝑲𝒆
𝒓𝟐
Vediamo insieme che cosa significa quanto scritto.

Secondo questa legge, la forza F che si esercita tra due cariche elettriche puntiformi
q1 e q2, poste nel vuoto a distanza d l’una dall’altra, è direttamente proporzionale al
prodotto delle due cariche e inversamente proporzionale al quadrato della loro
distanza.

In altre parole?
Se abbiamo due cariche elettriche poste nel vuoto, la loro forza di attrazione è
maggiore quando l’intensità delle due cariche è più grande, mentre è piccola
quando sono più distanti.
La legge di Coulomb indica anche se la forza esercitata tra i due corpi carichi è
attrattiva o repulsiva: se le due cariche hanno lo stesso segno allora il prodotto tra le
due cariche e la forza sono positivi, quindi sarà repulsiva. Viceversa è attrattiva.

L’unità di misura della Forza elettrica è il Coulomb e si indica con C.

𝐍𝐱𝐦𝟐
𝐤 𝐞 è la costante di Coulomb che vale 8.987x𝟏𝟎𝟗 .
𝐂𝟐

1
𝐾% 𝑠𝑖 𝑝𝑢ò 𝑎𝑛𝑐ℎ𝑒 𝑠𝑐𝑟𝑖𝑣𝑒𝑟𝑒 𝑐𝑜𝑚𝑒: 𝐾% =
4𝜋 ∈&

Cosa è ∈& ? E’ la costante dielettrica del vuoto.

Ci tengo anche a precisare che la legge di Coulomb ha la medesima struttura della


legge di gravitazione universale: entrambe le forze sono direttamente proporzionali
al prodotto delle proprietà dei due corpi (la massa nel caso della forza gravitazionale,
la carica elettrica nel caso della forza elettrostatica) e inversamente proporzionali al
quadrato della loro distanza. Va comunque detto che la forza di gravità, a differenza
di quella elettrica, è sempre e solo attrattiva.
Inoltre, la forza elettrica è molto più intensa di quella gravitazionale: per la
precisione, la forza elettrica di attrazione fra un protone e un elettrone all’interno
dell’atomo di idrogeno è di ben 10"' volte superiore rispetto alla forza gravitazionale
tra le due particelle. Non dimentichiamo che le particelle piccolissime che formano
un atomo sono tenute insieme dalla forza nucleare forte, una delle forze più grandi
presenti in natura.

Legge di Coulomb - pratica


Nel trattare la Legge di Coulomb bisogna ricordarsi che si tratta di una grandezza
vettoriale e non scalare: non basta fare i calcoli con i numeri ma è importante anche
la direzione delle cariche elettriche.
Ricorda che questa legge è valida solo per cariche puntiformi o particelle oppure per
oggetti più grandi per cui si possa applicare il modello della particella.

Vediamo ora insieme un paio di possibili quesiti, per chiarirci meglio le idee.

1) Determinare la forza elettrica tra due cariche puntiformi di 1 C ciascuna,


poste alla distanza di 1,0 cm.
Svolgimento: Applichiamo tranquillamente la legge di Coulomb, ricordandoci
di fare la conversione da cm a metri perché stiamo usando le unità di misura
del Sistema Internazionale:
1𝑥1
𝐹 = 9𝑥10' 𝑥 = 100 𝑁
(0,01)!

2) L’elettrone e il protone di un atomo di idrogeno sono separati (in media) da


una distanza di circa 𝟓. 𝟑𝒙𝟏𝟎(𝟏𝟏 𝒎. Calcolare l’intensità della forza
elettrostatica.

Svolgimento: Anche qui possiamo usare la legge di Coulomb, però prima


dobbiamo sapere quanto vale la carica di un protone, quindi ho fatto questo
schema per te:

Particella Carica (C) Massa (kg)


Elettrone (e) -1.6x10^-19 9.1x10^-31
Elettrone (p) +1.6x10^-19 1.6x10^-27
Neutrone (p) 0 1.6x10^-27

Ora applichiamo la legge di Coulomb al nostro quesito:

(1.6𝑥10(*' 𝐶)!
𝐹= 9𝑥10' 𝑥 = 8.2𝑥10(+ 𝑁
(5.3𝑥10(** 𝑚)!

Campi elettrici
Un campo elettrico esiste nella regione di spazio attorno ad un oggetto carico, che
prende il nome di carica sorgente. Quando un altro oggetto carico, ovvero la carica
di prova, entra in questo campo elettrico, una forza elettrica agisce su di esso.

Questa è la teoria, ora vediamo un esempio.


Abbiamo una piccola carica elettrica di prova q0 che viene posizionata vicino ad un
secondo oggetto che ha una carica positiva Q molto maggiore. In questa situazione
definiamo il campo elettrico dovuto alla carica sorgente Q nel punto in cui si trova la
carica di prova come la forza elettrica sulla carica di prova.

Il campo elettrico è una grandezza vettoriale, in quanto si dirige in una direzione


piuttosto che in un’altra in base ai segni del campo elettrico. Per esattezza lo
definiamo in questo modo:

NNN⃗
𝐹%
𝐸N⃗ =
𝑞&
Secondo questa equazione, il campo elettrico è tanto più grande quanto la forza
elettrica, mentre è tanto più piccolo quanto è grande la carica q0 di prova.

Quindi, diamo qualche definizione: il vettore campo elettrico 𝐸N⃗ in un punto dello
spazio è definito come la forza elettrica NNN⃗
𝐹% che agisce sulla carica di prova positiva 𝑞&
posizionata in quel punto divisa per la carica elettrica di prova.

Il vettore 𝐸N⃗ ha le unità SI di newton su coulomb (N/C). La direzione di questo vettore


è la stessa della forza di cui una carica di prova positiva risente quando viene
posizionata nel campo. E’ da notare che 𝐸N⃗ è il campo prodotto da una carica o una
distribuzione di cariche separate dalla carica di prova, quindi non è il campo prodotto
dalla carica di prova.

Un’altra osservazione importante è che l’esistenza di un campo elettrico è una


proprietà della sua sorgente: l’esistenza della carica di prova non è necessaria per
l’esistenza del campo. La carica di prova serve come ‘’rilevatore’’ del campo
elettrico: un campo elettrico esiste in un punto dello spazio se una carica di prova in
quel punto risente di una forza elettrica.

Linee di campo elettrico


Un modo per aiutarci a capire la configurazione del campo elettrico è quello di
rappresentarlo graficamente.

Per farlo, dobbiamo introdurre il concetto di linee di campo.


Le linee di campo sono le linee che hanno origine dalla carica e che formano,
nell’insieme, tutto il campo elettrico.

Le regole per disegnare le linee di campo per una distribuzione di carica qualsiasi
sono le seguenti:
- Le linee di campo devono avere origine dalle cariche positive e terminare sulle
cariche negative. Nel caso si un eccesso di carica di un tipo, alcune linee
inizieranno o termineranno all’infinito
- Il numero di linee di campo disegnate che escono da una carica positiva o che
entrano in una carica negativa è proporzionale alla carica
- Due linee si campo non si possono intersecare

Adesso vediamo insieme qualche situazione per mettere in pratica quanto appena
detto.
Cerchiamo di comprendere quello che ho appena disegnato.
Si tratta di un campo elettrico per due cariche puntiformi di segno opposto.
Quando abbiamo una carica puntiforme positiva, le linee di campo sono dirette
radialmente verso l’esterno. Quando abbiamo una carica puntiforme negativa, le linee
di campo sono dirette radialmente verso l’interno.

Se avviciniamo due campi elettrici nati da due cariche dello stesso segno, come in
figura, succede che ad un certo punto le linee di campo si respingono.
In questo caso invece, ovvero quando avviciniamo due campi elettrici nati da due
cariche di segno opposto, come in figura, succede non si respingono, anzi sono uno
‘’la continuazione’’ dell’altro. In particolare, il numero di linee di campo che partono
dalla carica positiva è uguale a quelle delle linee che entrano nella carica negativa.

Se invece abbiamo le linee di campo elettrico attraverso due superfici, come la


situazione in figura, allora:
- Il vettore campo elettrico è tangente alle linee di campo in ogni punto
- Il numero di linee di campo per unità di area che attraversano una superficie
perpendicolare alle stesse linee è maggiore quanto è maggiore l’intensità del
campo elettrico in quella regione. In altre parole, il campo elettrico è intenso
dove le linee di campo sono fitte ed è debole dove esse si diradano.

Moto di particelle cariche in un campo elettrico uniforme


Quando una particella di carica q e massa m è posta in un campo elettrico, la forza
elettrica che agisce sulla carica è data da: 𝐹% = 𝑞𝐸N⃗ . Se questa è l’unica forza che
agisce sulla particella allora è la forza risultante. Se invece ci sono anche altre forze
che agiscono sulla particella, la forza elettrica viene semplicemente sommata
vettorialmente per determinare la risultante.

In base alla seconda legge di Newton, la forza risultante causa l’accelerazione della
particella. Se la forza elettrica è l’unica forza agente sulla particella, applichiamo a
questa la seconda legge di Newton:
𝐹% = 𝑚𝑎⃑

L’accelerazione della particella è quindi data da:


NN⃑
𝒒𝑬
N𝒂⃑ =
𝒎

Se E è uniforme (ovvero costante in modulo, direzione e verso), l’accelerazione è


costante e possiamo applicare il modello del moto uniformemente accelerato per
descrivere il modo della particella. Se la particella ha una carica positiva, la sua
accelerazione sarà nel verso del campo elettrico. Se la particella ha una carica
negativa l’accelerazione sarà nel verso opposto a quello del campo elettrico.

Il flusso elettrico e il teorema di Gauss


Cercherò di affrontare questo argomento in estrema sintesi, ovvero per le nozioni
richieste al test.

Il flusso elettrico non è altro che la quantità di linee di campo che fanno parte di un
campo elettrico. Più il flusso è intenso, più sono le linee di campo da cui è costituito
il campo elettrico.

In termini tecnici possiamo dire che il flusso elettrico è proporzionale al numero di


linee di campo elettrico totali.

Il teorema di Gauss dice che il flusso totale del campo elettrico attraverso una
qualunque superficie chiusa (detta gaussiana per questo motivo) è uguale alla carica
totale contenuta all’interno della superficie divisa per la costante dielettrica del vuoto.
Usando il teorema di Gauss si può calcolare il campo elettrico dovuto a varie
distribuzioni simmetriche di carica.

Un conduttore si definisce in equilibrio elettrostatico quando ha le seguenti


proprietà:
- Il campo elettrico all’interno del conduttore è nullo dovunque,
indipendentemente dal fatto che il conduttore sia pieno o che sia cavo.
- Se il conduttore è isolato e porta una carica elettrica, la carica sta sulla sua
superficie esterna
- Il campo elettrico in un punto appena al di fuori di un conduttore carica è
perpendicolare alla superficie del conduttore
- Su un conduttore di forma irregolare, la carica tende ad accumularsi in punti
in cui il raggio di curvatura della superficie è minimo

Grazie per aver letto fino a qui e spero di esserti stata utile.

Se questa iniziativa ti è piaciuta e vorresti continuare,


fammelo sapere e supportami sui social!

Alla prossima! :D

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