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1. Lord De La Warr
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2. Pocahontas
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3. Powhatan
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4. Handsome Lake
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5. John Rolfe
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6. Lord Baltimore
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7. Walter Raleigh
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8. James Oglethorpe
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15. Elizabeth I
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16. Philip II
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17. James I
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18. Charles II
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20. George II
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21. nation-state
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23. slavery
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24. enclosure
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profondità del pensiero. E pure era diventato uno di quei professori ufficiali
di letteratura, che l’Impero pagava e onorava perchè conservassero viva la
tradizione della letteratura antica. Una volta tanto, l’insegnamento ufficiale
aveva messo la mano sopra un vero genio... Ma l’Uomo di genio ci ha
lasciato un’indimenticata descrizione della misera esistenza, che egli
condusse facendo il professore a Cartagine, a Roma, a Milano; l’inquieto
scontento che lo rodeva in quegli anni, il furioso agitarsi del suo
grand’ingegno nel vuoto di quella cultura ormai esaurita e schematizzata
nel quadro convenzionale di un insegnamento ufficiale. Quando un giorno,
in un villaggio vicino a Milano, si fece la luce in quella grande anima,
disgustata dal vile mestiere, a cui voleva condannarlo una civiltà
moribonda. Il professore di letteratura abbandonò la cattedra, gettò i vecchi
libri morti e come un ardito palombaro si cala nel mare, scese negli abissi
teologici della grazia, della predestinazione, del libero arbitrio, per gettare
laggiù i piloni del gran ponte sul quale l’Europa doveva fare il lungo e
difficile passaggio dalla civiltà antica a quella moderna.
Costantino insomma non fallì, ma riuscì solo a mezzo; e contribuì a evitare
per il momento la catastrofe, prolungando l’agonia. Dopo di lui, l’Impero
visse ancora, ma tra scosse continue, e indebolendosi ogni giorno di più.
Aumenta la povertà; lo Stato si disorganizza e si fa insieme più violento,
oppressivo e rapace, il fiscalismo imperiale imperversa, si rinnovano le
atroci tragedie dinastiche; l’esercito si decompone; vacilla la difesa delle
frontiere, le campagne si spopolano affollando le città; le piccole città, a
vantaggio delle grandi, rovinano; i barbari s’infiltrano dappertutto; la
cultura, dalle arti alla filosofia, si deteriora; s’inaspriscono le lotte religiose;
si spezza l’unità dell’Impero; si separano l’Oriente e l’Occidente. L’Oriente
si difende meglio che l’Occidente, contro la decadenza, perchè la
monarchia assoluta, ritornando come nel suo paese di origine, vi si
stabilisce con maggior facilità e solidità, e può arginare la dissoluzione
generale con più forza e più lungamente che in Occidente. Così che la forza
dell’Impero si ritira, a poco a poco, verso l’Asia, fino al giorno in cui
l’Occidente cade sotto i colpi rinnovati dei barbari. La civiltà antica è
allora, in Occidente, distrutta quasi del tutto. Per secoli, non ne resteranno
più, in quelle immense regioni ridiventate barbare e deserte, molte delle
quali son colonizzate dagli invasori germanici, che dei vaghi ricordi e poche
vestigia frammentarie, tra cui, unico elemento vitale, la teologia creata negli
ultimi secoli dell’Impero per unificare la dottrina della nuova religione. La
teologia è stata, per lunghi secoli, in Occidente, l’ultima forma di alta
cultura sopravissuta in mezzo alla rovina di tutte l’altre, quella che ha
salvato l’Impero dalla barbarie piena e definitiva. Da questa ultima forma
sopravissuta infatti, sono a poco a poco uscite, per svilupparsi di nuovo, la
filosofia, la letteratura, il diritto, tutto il grande movimento intellettuale, che
culminò nella Rinascenza. Nella disciplina intellettuale, conservata dal
dogma attraverso il gran caos del medioevo, l’Europa a poco a poco ha
ritrovato e sviluppato i principii d’autorità, che l’Impero aveva cercati
invano, e che gli hanno permesso di ricostituire dei governi solidi e forti.
Ma a mano a mano che ricostituiva l’autorità dei governi e si sottometteva a
una vigorosa disciplina politica, l’Europa è diventata più intollerante di
quella unità e disciplina intellettuale che, dall’epoca di Costantino alla
Riforma, gli erano parse necessità vitali, più dell’organizzazione degli Stati
e degli eserciti. Incominciano nello stesso tempo a formarsi i grandi Stati e
il pensiero umano si rivolta contro tutte le autorità, alle quali s’era
sottomesso nel medioevo; doppio movimento parallelo e inverso che
doveva svilupparsi per tre secoli e sbocciare nella situazione attuale: Stati di
una potenza formidabile, come non se n’erano mai visti, che s’appoggiano
sopra una delle più grandi anarchie intellettuali e morali della storia, ossia
sul vuoto. Schizzeremo rapidamente, nell’ultimo capitolo, l’ultima fase,
quella più importante, di questa straordinaria trasformazione del mondo.
CAPITOLO QUINTO
DAL TERZO AL VENTESIMO SECOLO
Prefazione Pag. 5
I. Le cause profonde 7
II. La crisi del terzo secolo 41
III. Diocleziano e la riforma dell’Impero 75
IV. Costantino e il trionfo del Cristianesimo 111
V. Dal terzo al ventesimo secolo 163
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