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Che cosa incontrerai

UNITà
Sezione 1 9 Dal secondo Ottocento al primo Novecento
•La vita
maestri Luigi Pirandello •Le opere
•Il pensiero e la poetica
•Il fu Mattia Pascal

La nascita
1867 La morte
1936

Nacque il 28 Morì il 10 dicembre


Luigi Pirandello 1936 per un attacco
giugno 1867 ad
la vita di polmonite.
Agrigento.

Gli studi
I successi e il premio Nobel

Frequentò il liceo classico di


Palermo. Si iscrisse in seguito alla Nel 1903 e 1904, Pirandello
facoltà di Lettere a Palermo, poi a compose il suo romanzo più famoso,
Roma e infine a Bonn, dove si laureò. Il fu Mattia Pascal, e il saggio
L’umorismo. Nel frattempo scrisse
Roma e la carriera letteraria molte novelle e ne trasformò
alcune in opere teatrali. Nel 1919
Pirandello fece ricoverare la moglie
Si trasferì a Roma e nel 1894 sposò
in una clinica per malattie mentali,
Maria Antonietta Portulano. Nel 1893
dove rimase fino alla morte, nel
scrisse il suo primo romanzo, L’esclusa,
1959.
e dal 1897 iniziò a comporre drammi e
Nel 1921 scrisse Sei personaggi
atti unici per il teatro, mentre iniziò a
in cerca d’autore che ottenne un
insegnare lingua italiana.
clamoroso successo. Pirandello
lasciò l’insegnamento e cominciò a
La malattia della moglie
viaggiare all’estero per seguire le
compagnie che mettevano in scena i
Nel 1903 una frana distrusse la miniera di suoi drammi. Nel 1924 si iscrisse al
zolfo in cui il padre aveva investito tutto. Partito fascista e fondò, con altri, la
Ciò provocò nella moglie una gravissima Compagnia Teatro d’Arte di Roma.
crisi che si manifestò come una vera e Nel 1934 ricevette il premio Nobel
propria malattia mentale. per la letteratura.

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Linea del tempo
Il fu Mattia Sei Novelle per Uno, nessuno
Pascal personaggi… maestrie centomila
un anno Luigi Pirandello Muore
Unità 9
Nasce

1867 1904 1921 1922 1926 1936

La vita
Le origini Luigi Pirandello nacque il 28 giugno 1867 ad Agrigento. Frequentò il liceo
e gli studi classico di Palermo. Si iscrisse in seguito alla facoltà di Lettere a Palermo,
poi a Roma e infine a Bonn, in Germania, dove si laureò.

Roma e Nel 1892 si trasferì a Roma e nel 1894 sposò Maria Antonietta Portulano,
l’inizio della donna bellissima ma psicologicamente fragile; dalla loro unione nacquero
carriera tre figli.
letteraria Nel 1893 scrisse il suo primo romanzo, L’esclusa, e dal 1897 iniziò a
comporre drammi e atti unici per il teatro. Nello stesso anno iniziò a
insegnare lingua italiana all’Istituto Superiore di Magistero di Roma.

La malattia Nel 1903 una frana distrusse la miniera di zolfo in cui il padre aveva
della moglie investito tutto, compresa la dote di Maria Antonietta. Ciò provocò nella
moglie una gravissima crisi che si manifestò come una vera e propria
malattia mentale, che la tormentò per tutta la vita.

I successi In quel periodo, Pirandello compose il suo romanzo più famoso, Il fu


e il premio Mattia Pascal e il saggio L’umorismo. Nel frattempo scrisse molte novelle,
Nobel il suo genere preferito, e ne trasformò alcune in opere teatrali, che furono
rappresentate per la prima volta nel 1910.
Nel 1919 Pirandello fece ricoverare la moglie in una clinica per malattie
mentali, dove rimase fino alla morte, nel 1959.
Nel 1921 scrisse Sei personaggi in cerca d’autore, che ottenne un
clamoroso successo. Il testo fu subito tradotto in varie lingue e
rappresentato in tutta Europa e ben presto anche a New York e a Tokyo.
Pirandello lasciò l’insegnamento e cominciò a viaggiare all’estero per
seguire le compagnie che mettevano in scena i suoi drammi. Nel 1924 si
iscrisse al Partito fascista e fondò, con altri, la Compagnia Teatro d’Arte
di Roma; come direttore scritturò l’attrice Marta Abba, alla quale si legò
poi sentimentalmente.
Nel 1934 ricevette il premio Nobel per la letteratura.
Morì il 10 dicembre 1936 per un attacco di polmonite.

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Sezione 1 Dal secondo Ottocento al primo Novecento

Luigi Pirandello
le opere

TEATRO

Poesie, novelle, saggi


Maschere nude

Pubblicò sette raccolte di versi. Pirandello ha scritto più


Compose 225 novelle e dal 1922 cominciò di 40 drammi, riordinati
a raccoglierle e le pubblicò con il titolo di nella raccolta Maschere
Novelle per un anno. nude. La sua rivoluzione fu
Nel saggio L’umorismo si distingue tra: rappresentare personaggi
•  comicità, che provoca il riso, quando ci si sia comici sia tragici.
accorge che una situazione è presentata
al contrario;
•  umorismo, che porta alla riflessione,
quando di fronte a un fatto comico
emergono sentimenti contrastanti, come
ridere e piangere insieme.

Principali romanzi

• I primi romanzi, L’esclusa e Il turno mostrano un’attenta analisi psicologica e le situazioni
paradossali o comiche della concezione borghese del matrimonio e della famiglia.
•  Il fu Mattia Pascal, pubblicato nel 1904, è considerato il romanzo più importante.
•  Quaderni di Serafino Gubbio operatore è un’analisi della civiltà delle macchine.
•  Uno, nessuno e centomila, il romanzo più filosofico di Pirandello, è un viaggio di
liberazione dalle forme in cui il protagonista viene chiuso dagli altri.

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maestri Luigi Pirandello Unità 9

•  Pensaci, Giacomino!
Opere del •  Liolà
teatro in •  La giara
dialetto •  Il berretto a sonagli
•  La patente.

Opere che rappresentano aspetti paradossali e assurdi


dell’esistenza:
Teatro del •  Il piacere dell’onestà
grottesco •  Il giuoco delle parti
•   Così è (se vi pare), che mostra tante verità quanti sono i punti
di vista.

Il metateatro, o “teatro nel teatro”, non parla della vita ma del


teatro stesso:
•  Sei personaggi in cerca d’autore, che rappresenta il contrasto
tra attori e personaggi e l’impossibilità dell’arte di riprodurre
la vita. Con quest’opera Pirandello introduce la novità di
Metateatro
coinvolgere il pubblico nella rappresentazione
•  Ciascuno a suo modo, che rappresenta il contrasto tra attori e
spettatori
•  Questa sera si recita a soggetto, che rappresenta il contrasto
tra attori e regista
•  Enrico IV, che esplora il tema della follia, in cui l’uomo si
libera da ogni maschera e da ogni condizionamento.

Nel “teatro dei miti” sono presenti vicende ai confini della realtà,
con elementi surreali, magici e simbolici, ambientate in luoghi
“Teatro naturali:
dei miti” •  La nuova colonia, sul mito sociale
•  Lazzaro, sul mito religioso
•  I giganti della montagna, sul mito dell’arte.

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Sezione 1 Dal secondo Ottocento al primo Novecento

Le opere
Le poesie, Pirandello pubblicò sette raccolte di versi: la prima, Mal giocondo, nel
le novelle 1889 e l’ultima, Fuori di chiave, nel 1912. Negli anni compose 225
e i saggi novelle e dal 1922 cominciò a raccoglierle e le pubblicò con il titolo di
Novelle per un anno. La raccolta fu materiale prezioso per romanzi e
testi teatrali successivi. Alcune sono ambientate in Sicilia e raccontano
il mondo contadino, altre a Roma, e narrano le frustrazioni di impiegati
o di professionisti. Le novelle degli anni Trenta sono ambientate in
un’atmosfera surreale e fantastica.
Fra il 1904 e il 1905 Pirandello scrisse il saggio L’umorismo, dove distingue:
• comicità, che provoca il riso, quando ci si accorge che una situazione è
presentata al contrario;
• umorismo, che porta alla riflessione, quando di fronte a un fatto comico
emergono sentimenti contrastanti, come ridere e piangere insieme.

I principali Il primo romanzo aveva come titolo Marta Ajala, ma fu pubblicato nel 1901
romanzi con il titolo L’esclusa. Il secondo, Il turno, fu pubblicato l’anno dopo.
Entrambi mostrano un’attenta analisi psicologica e le situazioni paradossali o
comiche della concezione borghese del matrimonio e della famiglia.
Il fu Mattia Pascal (vedi pag. 68), pubblicato nel 1904, è considerato il
romanzo più importante.
Nel 1925 uscì Quaderni di Serafino Gubbio operatore, nel quale viene
narrata in prima persona un’analisi spietata della civiltà delle macchine.
Uno, nessuno e centomila è il romanzo più filosofico di Pirandello,
pubblicato nel 1926. Narrato sempre in prima persona, il romanzo presenza
un viaggio di liberazione dalle forme in cui il protagonista viene chiuso
dagli altri e nelle quali non si riconosce.

Il teatro
Maschere Pirandello ha scritto più di quaranta drammi, riordinati nella raccolta
nude Maschere nude. La sua fu una vera rivoluzione, soprattutto la
rappresentazione di personaggi allo stesso tempo comici e tragici.

Il teatro Per la produzione teatrale in dialetto, ricordiamo opere che spesso sono
dialettale adattamenti di novelle:
• Pensaci, Giacomino!

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maestri Luigi Pirandello Unità 9

• Liolà
• La giara
• Il berretto a sonagli
• La patente.

Il teatro Per il teatro del grottesco, che intendeva mostrare aspetti paradossali e
del grottesco assurdi dell’esistenza, ricordiamo Il piacere dell’onestà e Il giuoco delle
parti. In Così è (se vi pare) viene rappresentato nello stesso tempo in
chiave umoristica e tragica il fatto che esistono tante verità quanti sono i
punti di vista.

Il metateatro Tra gli anni 1921 e 1930 Pirandello mise in scena il metateatro o “teatro
nel teatro”, in cui non si parla della vita, ma del teatro stesso.
I drammi del metateatro sono:
•  Sei personaggi in cerca d’autore, che rappresenta il contrasto tra
attori e personaggi e l’impossibilità dell’arte di riprodurre la vita. Con
quest’opera Pirandello introduce una novità: coinvolgendo il pubblico
nella rappresentazione;
•  Ciascuno a suo modo, che rappresenta il contrasto tra attori e
spettatori;
•  Questa sera si recita a soggetto1, che rappresenta il contrasto tra attori
e regista;
•  Enrico IV, che esplora il tema della follia, in cui l’uomo si libera da
ogni maschera e da ogni condizionamento.

Il “teatro Tra gli anni 1928 e 1930 Pirandello mise in scena il “teatro dei miti”, con
dei miti” vicende ai confini della realtà, con elementi surreali, magici e simbolici,
ambientate in luoghi naturali. In questa ultima fase della sua produzione
teatrale, Pirandello intendeva dimostrare che i valori universali non si
possono trovare nella realtà ma solo nel mito. La trilogia del “teatro dei
miti” è composta da:
• La nuova colonia, sul mito sociale;
• Lazzaro, sul mito religioso;
• I giganti della montagna, sul mito dell’arte.

1. Sei personaggi… a soggetto = questi primi tre drammi costituiscono la “trilogia del metateatro”,
in cui avviene la riforma del teatro naturalista nelle figure di attori, spettatori, personaggi e
regista.

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Sezione 1 Dal secondo Ottocento al primo Novecento

Luigi Pirandello
La formazione L’interpretazione
IL PENSIERO
e gli studi della realtà
E LA POETICA

•  Verismo: Capuana e Verga. Per Pirandello la realtà è


•  Psicologia: Binet (“io debole”, difficile da interpretare per due
personalità complesse e motivi:
instabili). •  relativismo conoscitivo:
•  Filosofia: Bergson (universo in ciascun individuo si crea
continuo cambiamento) e Simmel un’immagine del mondo
(relativismo: non esiste una esterno in base al proprio
verità assoluta). punto di vista, probabilmente
non condiviso dagli altri
•  incomunicabilità: il
La maschera e la crisi dei valori
linguaggio è fonte di
incomprensioni, perché non

La visione della vita di Pirandello è sempre le parole di chi parla

pessimistica: ogni individuo interpreta una hanno lo stesso significato

parte (“maschera”) instaurando rapporti per gli altri.

umani non autentici. Solo il distacco e


la follia possono strappare la maschera
all’uomo e liberarlo. Stile
I personaggi di Pirandello sono quindi privi
di certezze, in contrasto con la società e in Pirandello scelse una lingua media,
preda a gravi crisi d’identità che permette facilmente comprensibile e traducibile
loro di osservare dall’esterno le assurdità in altre lingue. Inseriva anche termini
della vita (filosofia del lontano). dialettali, stranieri o tecnici. Usò
Ultimi anni: novelle surreali e testi teatrali anche il discorso indiretto libero
che parlano di un “oltre” magico e mitico. come Verga.

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maestri Luigi Pirandello Unità 9

Il pensiero e la poetica
La La formazione culturale di Pirandello fu influenzata dai due grandi veristi
formazione siciliani Luigi Capuana e Giovanni Verga, ma, rispetto a loro, Pirandello
verista e “scava” nella vita psichica dei personaggi per scoprirne la fragilità e
gli studi l’incoerenza.
Egli studiò sui testi di tre autori, che sentiva vicini al suo modo di pensare:
• lo psicologo Alfred Binet, che analizzò il concetto di “io debole”, cioè
la mente di una personalità complessa e instabile;
• il filosofo Henri Bergson (vedi pag. 3), che teorizzò una concezione
dell’universo in continuo cambiamento, in perenne “movimento vitale”;
• il filosofo tedesco Georg Simmel, uno dei padri del relativismo, cioè
l’affermazione che non esiste una verità assoluta.

La maschera La visione della vita di Pirandello è pessimistica: l’uomo indossa infinite


e la crisi “maschere” ed è imprigionato nella trappola delle convenzioni sociali
dei valori (per es. il lavoro o la famiglia). Se ciascun individuo interpreta una parte
e indossa una maschera, i rapporti umani non sono autentici. Chiunque
tenti di vivere una vita meno falsa, viene emarginato. Solo il distacco e
la follia possono strappare la maschera all’uomo e liberarlo. I personaggi
di Pirandello sono quindi privi di certezze, in contrasto con la società e
spesso in preda a crisi d’identità, che li fanno diventare spettatori della
propria vita e di quella degli altri. È, questa, la filosofia del lontano, cioè
il distacco che permette di osservare dal di fuori le assurdità della vita.
Negli ultimi anni, Pirandello compose novelle surreali e testi teatrali in cui
troviamo la fuga dalla società in un “oltre” magico e mitico che unisce
sogno e realtà.

La difficile Pirandello sosteneva il concetto di relativismo conoscitivo, secondo il


interpretazione quale la realtà non può essere conosciuta: ciascun individuo si crea
della realtà un’immagine del mondo esterno in base al proprio punto di vista,
probabilmente non condiviso dagli altri. Da questo concetto deriva quello
dell’incomunicabilità: anche il linguaggio è fonte di incomprensioni, perché
non sempre le parole di chi parla hanno lo stesso significato per gli altri.

Lo stile Pirandello scelse una lingua media, facilmente comprensibile e traducibile


in altre lingue. Inseriva anche termini dialettali, stranieri o tecnici e
usava il discorso indiretto libero (vedi pag. 21) come Verga.
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Sezione 1 Dal secondo Ottocento al primo Novecento

il fu mattia
pascal
di Luigi Pirandello

La trama

Mattia Pascal vive in un piccolo paese della Liguria. Dopo una giovinezza agiata, cade
in rovina ed è costretto a lavorare. La sua vita è fatta di continui litigi con la moglie
e la suocera. Allora fugge e, a Montecarlo, gioca al casinò e vince tantissimo denaro.
Mentre sta tornando a casa in treno, legge sul giornale che è stato ritrovato il
cadavere di un suicida, identificato proprio con lui. Si dà per morto e comincia una
nuova vita, col nome Alessandro Meis. Inizia a viaggiare, ma poi si stabilisce a Roma
e si innamora, ricambiato, di Adriana. Subisce un furto, ma lui non può denunciare il
ladro e nemmeno sposarsi, perché la sua identità non è reale.
Inscena allora il suicidio di Adriano Meis e torna al suo paese di origine, dove però
trova che la moglie si è risposata e il suo lavoro è stato dato a un altro.
Mattia resta “fuori dalla vita” e comincia a scrivere le sue memorie, diventando
“il fu Mattia Pascal”.

La struttura

Il romanzo è composto di 18 capitoli:


•  capitoli 1 e 2: trasformazione di Mattia nel “fu Mattia”
•  capitoli dal 3 al 6: dalla felicità della giovinezza alla rovina finanziaria e matrimoniale
•  capitolo 7: fuga e falsa notizia del suicidio
•  capitoli dall’8 al 16: cambio del nome, tentativo di rifarsi una vita e ritorno al paese
•  capitoli 17 e 18: trasformazione di Mattia nel “fu Mattia Pascal”. Così la storia torna
al punto di partenza in modo circolare.

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maestri Luigi Pirandello Unità 9

La vicenda è narrata in prima persona dal protagonista. Il punto di vista cambia con l’identità
del narratore, che prima è Mattia, poi Adriano Meis e infine il “fu Mattia”. La narrazione è
sempre soggettiva, lontana da quella impersonale e oggettiva del Naturalismo.
Oltre alla narrazione in prima persona, altre tecniche narrative sono:
•  il flashback
•  la differenza fra l’io narrante e il personaggio.
Il linguaggio assume caratteri teatrali per la presenza del monologo interiore, di
interrogazioni, esclamazioni, riflessioni ed espressioni colloquiali.

Tecniche narrative e stile

Temi

•  La famiglia, vista come nido o come prigione.


•  L’inettitudine, sia di Mattia Pascal, che non aveva saputo imporsi
né fare delle scelte, sia di Adriano Meis, che rimane passivo di
fronte alle circostanze.
•  Il doppio e la crisi d’identità: Mattia Pascal è un anti - eroe
emarginato dalla vita, incapace di trovare se stesso.
•  La trappola di una forma (un nome, un ruolo, un lavoro) che
imprigiona e dalla quale non si può evadere. Mattia prova a
sfuggire alla sua triste vita, crede di riuscire a trovare la libertà,
ma è infelice anche quando assume l’identità di Adriano Meis.
•  La polemica contro il progresso: vivendo nelle grandi città di
Milano e Roma, Adriano Meis esprime la sua critica contro la Visione
scienza e contro le macchine. del mondo

Nel Fu Mattia Pascal ritroviamo alcuni elementi del pensiero di Pirandello,


presenti anche in altre opere, ma che in questo romanzo compaiono in maniera
chiara per la prima volta:
•  il relativismo conoscitivo
•  la filosofia del lontano
•  la lanterninosofia, cioè “filosofia del lanternino”, secondo la quale il
sentimento di vivere che provano gli esseri viventi è come un lanternino
colorato, con una luce troppo debole come punto di riferimento.

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Sezione 1 Dal secondo Ottocento al primo Novecento

Il fu Mattia Pascal
La trama Mattia Pascal vive in un piccolo paese della Liguria. Dopo una giovinezza
agiata, cade in rovina ed è costretto a lavorare. La sua vita è fatta di
continui litigi con la moglie e la suocera. Decide di fuggire; a Montecarlo
gioca al casinò e vince tantissimo denaro. Mentre sta tornando a casa in
treno, legge sul giornale che è stato ritrovato il cadavere di un suicida,
identificato proprio con lui. Allora si dà per morto e comincia una nuova
vita, col nome Alessandro Meis; inizia a viaggiare, ma poi capisce di
essere rimasto solo e senza radici. Si stabilisce così a Roma e si innamora,
ricambiato, di Adriana, attirandosi l’odio di Terenzio, che avrebbe
voluto sposarla. Terenzio lo deruba, ma lui non può denunciare il ladro
e nemmeno sposarsi, perché la sua identità non è reale. Decide allora di
inscenare il suicidio di Adriano Meis e torna al suo paese di origine, dove
però trova che la moglie si è risposata con il suo migliore amico e il suo
lavoro è stato dato a un altro. A quel punto Mattia resta “fuori dalla vita”
e comincia a scrivere le sue memorie1, diventando “il fu Mattia Pascal”.

La struttura Il romanzo è composto di 18 capitoli:


• capitoli 1 e 2: trasformazione di Mattia nel “fu Mattia”;
• capitoli dal 3 al 6: dalla felicità della giovinezza alla rovina finanziaria
e matrimoniale, cioè la consapevolezza delle “trappole” della vita;
• capitolo 7: fuga e falsa notizia del suicidio;
• capitoli dall’8 al 16: cambiamento del proprio nome (Adriano Meis),
tentativo di rifarsi una vita e ritorno al paese;
• capitoli 17 e 18: trasformazione di Mattia nel “fu Mattia Pascal”. Così
la storia torna al punto di partenza in modo circolare.

I temi I temi principali sono:


• la famiglia, vista come nido o come prigione;
• l’inettitudine, sia di Mattia Pascal, che non aveva saputo imporsi né
fare delle scelte, sia di Adriano Meis, che rimane passivo di fronte alle
circostanze;
• il doppio e la crisi d’identità: Mattia Pascal è un anti - eroe emarginato
dalla vita, incapace di trovare se stesso;

1. le sue memorie = proprio queste costituiscono il contenuto del romanzo.

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maestri Luigi Pirandello Unità 9

• la trappola di una forma (un nome, un ruolo, un lavoro) che imprigiona


e dalla quale non si può evadere. Mattia prova a sfuggire alla sua triste
vita, crede di riuscire a trovare la libertà, ma è infelice anche quando
assume l’identità di Adriano Meis;
• la polemica contro il progresso: vivendo nelle grandi città di Milano e
Roma, Adriano Meis esprime la sua critica contro la scienza e contro le
macchine.

La visione Nel Fu Mattia Pascal ritroviamo alcuni elementi del pensiero di Pirandello,
del mondo presenti anche in altre opere, ma che in questo romanzo compaiono in
maniera chiara per la prima volta:
• il relativismo conoscitivo (vedi pag. 65);
• la filosofia del lontano (vedi pag. 65);
• la lanterninosofia esposta dal padre di Adriana, Anselmo Paleari, che
si interessa di spiritismo e filosofia. La parola deriva da “lanternino” e
“filosofia” e vuol dire “filosofia del lanternino”. Secondo questa teoria,
gli esseri umani, rispetto agli animali, si accorgono di essere viventi:
questo sentimento è come un lanternino colorato, con una luce troppo
debole. Per questo molti alimentano la propria luce ai “lanternoni” delle
fedi e delle ideologie, per avere maggiori punti di riferimento.

Le tecniche La vicenda è narrata in prima persona dal protagonista. Il punto di vista


narrative cambia con l’identità del narratore, che prima è Mattia, poi Adriano Meis e
e lo stile infine il “fu Mattia”. La narrazione è sempre soggettiva, lontana da quella
impersonale e oggettiva del Naturalismo.
Oltre alla narrazione in prima persona, altre tecniche narrative sono il
flashback e la differenza fra l’io narrante e il personaggio.
Il linguaggio assume caratteri teatrali per la presenza del monologo
interiore2, di interrogazioni, esclamazioni, riflessioni ed espressioni
colloquiali.

2. monologo interiore = procedimento con cui l’autore riporta i pensieri e le riflessioni del
personaggio senza introdurli con le virgolette o i verbi dichiarativi, esponendoli in un discorso logico
(il flusso di coscienza, invece, riporta i pensieri così come si presentano e si accavallano nella
mente, senza un filo logico).

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