Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Laserterapia
PROF. Paolucci
DATA 07/12/2022
La prof.ssa riprende la trattazione della vibrazione dalla differenza tra Whole Body Vibration (WBV) e Focal
Muscle Vibration (fMV) e passando ai protocolli terapeutici.
[n. d. s. La professoressa non ha toccato l’aspetto della modifica delle ampiezze presenti nello studio per
completezza riporto quanto detto nella sbobina del 13/10/2021: Lo studio prevedeva l’utilizzo di frequenze
di 35 Hz, 2 mm di ampiezza con 10 sequenze al minuto il primo mese, 4 mm con 15 sequenze al minuto nel
secondo mese, 4 mm di ampiezza con 20 sequenze al minuto il terzo mese. Si nota che la frequenza rimane
fissa ma varia l’ampiezza, in modo da evitare l’accomodazione dell’imput recettoriale che arriva al SNC. Si
dà così il tempo al sistema nervoso centrale di variare la memoria cellulare e di conseguenza strutturale,
che porta a modifiche macroscopiche di natura neuroplastica relativamente alla struttura delle sinapsi;
Pessoa dunque ha apportato la modifica dando un tempo reputato utile e necessario al sistema per
strutturare la modifica, e poi ha apportato una piccola variazione: in questo modo, una volta che la modifica
si è strutturata e il paziente risultava leggermente migliorato, faceva in modo che quest’ultimo non si
abituasse e aggiungeva qualcosa di differente, uno stimolo ulteriore; in questo modo otteneva di volta in
volta una risposta in più e complessivamente un miglioramento. È un approccio che dovremmo considerare
quasi sempre e più frequentemente nei nostri protocolli, in maniera particolare nella riabilitazione. Questa
progressione, che nella riabilitazione neuromotoria o neurocognitiva è obbligatoria, dovrebbe essere
sempre presente, sia che si tratti di esercizio riabilitativo sia che si tratti di terapia strumentale.]
- Paralisi cerebrali infantili (Saquetto et al., 2015). Anche in questo caso è stata utilizzata la WBV per
una questione legata all’equilibrio e l’autore ha riportato un aumento della velocità del passo.
Rimane comunque l’indicazione di avere cautela e fare una valutazione attenta nell’impiego di
queste terapie in pazienti minorenni.
La tecnica non è raccomandata per le patologie come la fibromialgia. Per le caratteristiche della fMV era
stata pensata come possibile impiego nelle patologie croniche e complesse ad eziopatogenesi non ancora
del tutto chiarita che si estrinsecano in dolori sul sistema muscoloscheletrico localizzati in punti dolenti,
che, nel caso della fibromialgia, sono rappresentati dai tender points. Per questo, la diagnosi si effettua
attraverso la clinica con la ricerca di almeno 11 dei 18 punti codificati nella tabella di Wolfe. Non esistono
studi che permettano l’impiego di questa tecnica in questa patologia. Questo è associato anche al fatto che
non è raccomandata la massoterapia che invece è impiegata nel caso di contrattura artralgica. Il massaggio
determina sollievo in molte patologie associate a dolore muscolo scheletrico ma non nella fibromialgia.
Controindicazioni
Le controindicazioni della tecnica Whole Body Vibration sono rappresentate da:
- Gravidanza (anche sospetta);
- Epilessia;
- Patologie vascolari (sindrome di Raynaud, teleangectasia);
- Spirali anticoncezionali e patologie dell’apparato riproduttivo (il paziente spesso si dimentica);
- Presenza di mezzi di sintesi o pacemaker;
- Algie in fase acuta (lombalgia) o ernie;
- Post-intervento chirurgico;
- Neoplasie (sia in trattamento che sopravvissuto. Se si volesse ottenere lo stesso obiettivo che
raggiunge la vibrazione si dovrebbero seguire altre strade come l’esercizio propriocettivo, terapia
farmacologica, somministrazione di vitamina D).
LASERTERAPIA
La laserterapia rispetto alle altre terapie è quella che in letteratura ha più evidente scientifiche a supporto.
La WALT (World Association for Laser Therapy) ha standardizzato i protocolli di trattamento con dei
parametri di riferimento molto stretti e che vengono aggiornati quasi annualmente.
La professoressa scorre le slide dove sono riportate le tabelle con le caratteristiche del trattamento in
associazione alla patologia da trattare con indicazione di potenza e area di trattamento:
I laser che vengono utilizzati risultano essere sicuri, classificati come Laser 3B, che si differenziano dai laser
chirurgici per lunghezza (d’onda) ed intensità. Rispetto alle altre tecniche viene introdotto il parametro
lunghezza d’onda che risulta in questo ambito fondamentale poiché le diverse lunghezze d’onda vanno a
stimolare diversi cromofori, cioè particelle intracellulari o extracellulari che interagiscono con i raggi laser.
Altro aspetto interessante della tecnica è associato alla rapidità della sessione (anche di pochi minuti)
perché riguarda un trattamento specifico del “punto” per poi passare al successivo: la durata del
trattamento è data dalla somma dei tempi di trattamento dei singoli punti (normalmente mai oltre la
mezz’ora). Questa considerazione risulta vera per il trattamento puntuale. Infatti, esistono due modalità
per eseguire la laserterapia, quella con il puntale e quella a scanner.
Nel trattamento a scanner, il raggio laser “viene spennellato” nella regione dolente e si associano tempi più
dilatati della sessione di trattamento (qualche ora).
Perché non si può utilizzare il laser a scanner? Per una serie di motivi. Il principale è che c’è tessuto
cerebrale e, non conoscendone gli effetti, si cerca di evitare l’esposizione di questo tessuto; inoltre, in
letteratura non vengono riportati, ma sono ampiamente riscontrati sul campo, alcuni sintomi che il paziente
può manifestare a seguito del trattamento come cefalea, prurito, agitazione. La professoressa spiega anche
che ha riscontrato molti pazienti che, a seguito del trattamento, hanno riportato ustioni; questo dovuto dal
fatto che sebbene in linea teorica l’operatore dovrebbe rimanere dentro il box per tutta la durata del
trattamento, nella realtà l’operatore è spesso assente e il ritardo nel rientrare (anche se di pochi minuti
magari per controllare il referto di un altro paziente) porta a una maggiore stimolazione di tessuti.
Ricordiamo che comunque il dispositivo è posto a una distanza di sicurezza di 20 cm dal paziente ma questo
potrebbe riscontrare situazioni molto spiacevoli soprattutto per la possibile presenza di comorbidità. In
ogni caso, il punto cardine di attenzione è rivolto al ragionamento in termini di sicurezza (primo punto).
SECONDA PARTE SBOBINA ORTOPEDIA
07/12
RIZOARTROSI
Per questa patologia bastano poche sedute,
nel protocollo in questione sono state
valutate un minimo di 5 sedute fino ad un
massimo di 20 sedute, per un trattamento
di durata variabile tra le 2 e le 4 settimane.
PATOLOGIE DI SPALLA
In forme patologiche come ad esempio la
tendinopatia del sovraspinoso (patologie
della cuffia dei rotatori) o forme più
complesse come una iniziale capsulite
adesiva è consigliato associare alla
laserterapia un’altra tecnica di terapia fisica strumentale, ovvero l’ipertermia.
Quest’ultima infatti permette di “lavorare” in maniera più generale sull’articolazione, con la laserterapia
(con il puntale) invece che viene applicata direttamente sui punti dolorosi sede della lesione.
I protocolli sono riportati in figura, con particolare attenzione nella sindrome da impingement per
l’esercizio terapeutico di “allungamento” e aumento dell’elasticità dell’articolazione gleno-omerale.
I trattamenti, come frequenza, comunque non superano le 3 sedute settimanali.
<<Domanda dello studente che chiede chiarimenti sul perchè sarebbe preferibile non eseguira la
laserterapia a livello cervicale.
Risposta della professoressa: A causa della vicinanza con il tessuto cerebrale. Non conoscendo ancora gli
effetti della laserterapia diretta su questo tessuto sarebbe preferibile evitare questa applicazione.
Purtroppo un problema anche della letteratura a riguardo è che viene dato molto peso all’aspetto clinico e
macroscopico e posta poca attenzione verso l’aspetto microscopico e gli effetti molecolari.>>
Un piccolo inciso sulla magnetoterapia e sull’utilizzo dei carpet magnetici in riferimento alla stimolazione
della regione cervicale.
In questi tappetini ci sono 3 fonti di stimolo di solito posizionati : sotto l’angolo popliteo, a livello lombare e
del cingolo scapolare.
Spesso il paziente non si posiziona in maniera corretta, per esempio troppo in basso, permettendo allo
stimolatore del cingolo scapolare di agire invece a livello cervicale, comportando frequentemente
l’impossibilità di terminare la seduta a causa di cefalea, agitazione, prurito, calore nucale, spesso
peggiorando la situazione a discapito della salute.
La CEFALEA CERVICOGENICA
Le forme MIOFASCIALI di CERVICALGIA
CONTROINDICAZIONI E MISURE DI SICUREZZA DELLA LASERTERAPIA
Durante la procedura è obbligatorio (per legge) per l’operatore e per il paziente indossare occhiali
protettivi.
Questo vale anche se il paziente sta eseguendo un trattamento in posizione prona (fondamentale la
sicurezza!).
Andrebbe evitata nei pazienti con pregressa neoplasia, anche lontana dal sito di trattamento.
N.D.S questo vale specificatamente per la professoressa, l’evidenza reale è la controindicazione sull’uso
diretto su una neoplasia, però per questione di prevenzione e sicurezza ci tiene ad indicare la sua posizione
più drastica.
Riguardo l’epilessia, se il
paziente manifesta una forma stabile, ben controllata con la terapia farmacologica, non ci sono evidenze di
controindicazioni tali da sconsigliare la laserterapia (o anche una elettroterapia stimolatoria), mantenendo
nel caso un controllo più rigido.
CROMOFORO : gruppo di atomi e molecole in grado di assorbire la radiazione elettromagnetica.
La capacità con cui sono in grado di assorbire la radiazione elettromagnetica varia in funzione della
lunghezza d’onda (λ).
Questa caratteristica permette di scegliere il tipo di laserterpia che vogliamo utilizzare, in funzione di quale
cromoforo vogliamo stimolare, e quindi di quale effetto vogliamo ottenere (es. più antiedemigeno, più
rigenerativo, antinfiammatorio ecc. )
Il concetto precedente è ben spiegato da questa diapositiva, dopo possiamo vedere 2 esempi:
- λ = 1064 nm
(laserterapia
ad alta
intensità)
Effetto su
acqua e
melanina
(cromofori).
Ottimo effetto
analgesico ma
scarsa utilità
in caso di
processi
infiammatori
poichè le
molecole di
H2O causano alta resistenza.
- λ = 808 nm
Effetto biostimolatorio autorigenerativo buono e molto indicata nel caso delle
infiammazioni in quanto le molecole d’acqua causano una bassa resistenza.
Permette anche un trattamento temporalmente più prolungato.
La lezione si conclude con una discussione sull’eccessivo utilizzo di tecniche riabilitative fisiche
(tecarterapia, laserterapia, magnetoterapia, ultrasuoni ecc.) in soggetti giovani, adolescenti in fase di
sviluppo, spesso sportivi, molte volte senza addirittura effettuare prima una radiografia.
La professoressa ci tiene a consigliare di evitare categoricamente la terapia fisica strumentale in questi
soggetti, su epifisi “fertili”, prediligendo riposo o cerotti medicali, oppure farmaci antinfiammatori.
Non ci sono evidenze di guadagno terapeutico, mentre sono molteplici le controindicazioni.
L’attenzione andrebbe posta bensì sul potenziamento della componente muscolare e soprattutto sul
mantenimento di un’ottima elasticità e mobilità.