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Età Anziana: Chinesiologia Speciale
Ogni anno circa un terzo delle persone oltre i 65 anni, è vittima di cadute accidentali, nella metà
dei casi diventano ricorrenti, e provocano una volta su dieci lesioni importanti, quali: fratture
dell’anca, ematomi cerebrali e ferite dei tessuti molli o della testa. In Italia fra i 3 e i 4 milioni di
incidenti domestici, colpiscono gli anziani, con conseguenze rilevanti in termini di disabilità,
ricoveri e mortalità. Tra gli incidenti domestici, le cadute rappresentano la voce più
importante. Diversi studi hanno permesso di dimostrare che nel 40% dei casi la maggior causa di
ricovero all’interno di case di cura è rappresentata proprio dalla caduta. Ogni anno circa il 30% di
soggetti di età superiore ai 65 anni che vivono in comunità, cade. Tale numero sale al 40% se i
soggetti presi in considerazione sono over 80. I programmi di esercizio fisico adattato, sono efficaci
nel prevenire le cadute negli anziani. Non solo riducono le cadute ma prevengono le lesioni
derivanti dalle stesse cadute. L’effetto protettivo sembra più pronunciato per le lesioni più gravi: la
riduzione stimata è del 37% per tutte le cadute nocive, del 43% per grave cadute nocivi e 61% per
funzionale del cammino, sulla forza, resistenza e flessibilità articolare. Ad esempio un altro fattore
di rischio nell’evento di caduta, è la bassa massa ossea. I protocolli chinesiologici, hanno mostrato
un significativo effetto positivo sulla massa ossea in soggetti anziani con età media di 75 anni.
L’esercizio fisico si colloca sempre più in un intervento terapeutico integrato necessario. Una
disciplina come il Tai Chi ha mostrato una riduzione dell’incidenza di cadute dal 22% al 58%. In
variava dal 5% al 80%. L’aumento medio della forza variava dal 6% al 60%. I soggetti sono stati
anche sottoposti ad un protocollo di esercizio fisico, che consisteva in una media di 3 serie da 8
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ripetizioni all 80% del 1RM, 3 volte al settimana per 10 settimane. I risultati hanno rivelato che
IL CIRCUIT TRAINING
Un programma di esercizio di Circuit Training, ha dato il 40% in meno cadute. Altri hanno
dimostrato una riduzione del tasso di cadute del 31% e maggiore resistenza ed equilibrio, dopo il
equilibrio, è la migliore strategia. Nella scelta tra pesi liberi e macchine per il potenziamento si
•La più ampia trasferibilità alle attività quotidiane che le esercitazioni con pesi liberi, spesso
permettono.
•30% del massimale per le esercitazioni iniziali di apprendimento, con un numero di ripetizioni che
•70 % (8 -10 RM) per soggetti allenati. Per questi ultimi si può prevedere che le ripetizioni portino
Un protocollo di esercizio fisico tipo, dovrebbe includere: da 1 a 3 serie, di 8-14 ripetizioni e 6-12
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MODIFICAZIONE DELLA DEAMBULAZIONE NEGLI ANZIANI
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Principali Test di Valutazione Funzionale
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Il Back Scratch Test, o semplicemente "Scratch Test", misura quanto le mani, possono unirsi
dietro la schiena. Questo test è progettato per testare l'idoneità funzionale degli anziani e non solo.
Il Test misura l'ampiezza del movimento delle spalle in generale e viene eseguito in posizione
eretta. Consiste nel mettere una mano dietro la testa e spalla, spingendo il più possibile verso il
centro della schiena. L'altro braccio dietro la schiena, ha il palmo rivolto verso l'esterno e le dita
È necessario misurare la distanza tra le punte del dito medio (con righello o metro). Se le due dita
arrivano al contatto, il punteggio è zero. Se le punte non toccano, occorre misurare la distanza che
punteggio positivo, in quanto si riesce addirittura a superare il contatto delle dita, mostrando una
buona mobilità). Occorre ripetere il test 2 volte per essere valido. Il test è molto utile in quei
soggetti, spesso anziani, che potrebbero non essere in grado di eseguire i test di fitness
tradizionali.
Si riportano le tabelle che mostrano gli intervalli consigliati (in pollici) in base all'ètà (da Jones &
Rikli, 2002).
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Il "2 Minute Step in Place Test", consente di valutare la resistenza aerobica nei soggetti anziani e
viene eseguito in alternativa al test del cammino di 6 minuti, per persone che usano dispositivi
segnare i dati vicino ad un muro e un cronometro. Il livello di altezza da raggiungere, è a metà tra
Il soggetto quindi marcia sul posto per 2 minuti, all'altezza impostata. È permesso riposare,
poggiarsi al muro o ad una sedia stabile. Occorre registrare il numero di volte in cui il ginocchio
Di seguito è riportata una tabella che mostra gli intervalli consigliati per questo test in base all'età
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"L'Arm Curl (Biceps) Test" è un test che permette di misurare la forza e la resistenza della parte
superiore del corpo. Occorre un peso di circa 2 / 2,5 kg per le donne, mentre per gli uomini circa
Lo scopo del Test è quello di eseguire il maggior numero di contrazioni del braccio in 30 secondi,
dalla parte del braccio dominante. Il soggetto è sulla sedia, con un peso in mano, il braccio in
posizione verticale e bloccato, in modo che solo l'avanbraccio si muova attraverso la flessione (il
tester può aiutare a tenere fermo il braccio del soggetto). Quindi si flette completamente
Il protocollo prevede che la mano libera del soggetto sia posizionata sul bicipite, mentre la mano
del braccio che esegue il test, deve arrivare a toccare la mano del tester, per dimostrare la
completa contrazione. E' importante che la parte superiore del braccio sia stabile e non oscilli.
Di seguito è riportata tabella che mostra i parametri consigliati in base all'età (da Jones & Rikli,
2002).
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Nel TEST DI LASèGUE, la comparsa del dolore è attribuita alla compressione del nervo sciatico,
da parte della muscolatura dei flessori della coscia. Si attribuisce una diversa positività del segno
di Lasègue a seconda dell’evocazione del dolore, rispetto ai gradi di estensione dell ginocchio.
Partendo da coscia flessa a 90° sull’anca, si comincia con l'estensione del ginocchio. Potremmo
- Quando, iniziando l'estensione del ginocchio, si avverte dolore prima dei 45°, si riporta Lasègue
+++
- Quando si avverte dolore oltre i 90° fino all’estensione totale del ginocchio, si riporta Lasègue +
Spesso si fa confusione con un altro test, lo “straight leg raising test”, dove l'esecuzione prevede il
sollevamento dell’arto inferiore, sempre a ginocchio teso, sino alla comparsa del dolore.
Per differenziare l'irritazione dello sciatico, dallo stiramento dei flessori del ginocchio, si abbassa
tutto l’arto, chiedendo la dorsi-flessione del piede al soggetto: se c’è dolore vuol dire che c'è
interessamento dello sciatico, mentre se non c’è, il dolore avvertito in precedenza, si può attribuire
appunto allo stiramento dei flessori del ginocchio. Infatti questo ci fa capire la differenza tra il vero
Importante eseguire il test di Laségue in maniera corretta, ed è importante anche ricordare che
Bisogna ricordare che il Lasègue non prevede il sollevare un arto inferiore teso, ma prevede di
valutare l'anca nelle diverse fasi di estensione del ginocchio, misurando così i gradi in cui si evoca
(nella prima immagine il VERO Lasègue, mentre nella seconda, il test “straight leg raising test”)
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Il TEST DI JOBE, valuta una possibile infiammazione / lesione del tendine, nel muscolo
sovraspinato.
Il soggetto deve mantenere il braccio abdotto a 90°, sul piano scapolare (30-45°) e in
intrarotazione. Da questa posizione, il soggetto effettua una spinta verso l’alto, contrastata
- Il peso del braccio come fattore resistivo, in quanto in posizione eretta il sovraspinato interviene
già per eseguire l’elevazione del braccio contro la gravità. Il peso del braccio e spinta
dell’operatore sono due stimoli importanti per un tendine infiammato. Quindi si può valutare prima
dell'esaminatore.
- La posizione in decubito supino, in quanto permette una valutazione più fine del sovraspinato,
perché lo sgrava dal carico gravitario. In decubito supino, la posizione specifica per l’esecuzione
del test viene raggiunta con un minore impegno del deltoide, consentendo una migliore
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Il TEST DI PATTE, permette di valutare l'integrità dei muscoli: Sottospinato e Piccolo Rotondo.
Il soggetto deve mantenere il braccio abdotto a 90°, extraruotato, con il gomito flesso a 90°. Da
questa posizione, l’operatore chiede alla persona una spinta posteriore, che viene contrastata
Il LIFT-OFF TEST o “TEST DI GERBER” viene eseguito in caso di sospetta lesione / sofferenza
del tendine del muscolo sottoscapolare e consiste nel sollevare attivamente il dorso della mano
Il soggetto viene esaminato in piedi con la mano dietro la schiena e il dorso della mano appoggiato
completo e la rotazione interna attiva non comporta dolore, ma il lift-off test è positivo,
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probabilmente si ha disfunzione del muscolo sottoscapolare, indicando una probabile instabilità o
sofferenza.
L’impossibilità di allontanare il dorso della mano dalla colonna, con presenza di dolore, indica una
positività del test, fornendo informazioni su una possibile lesione / disfunzione del muscolo
sottoscapolare.
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Il PALM-UP TEST o "TEST DI SPEED" valuta l'integrità / efficienza del tendine del capo lungo del
l'avanbraccio supinato. Da questa posizione, si richiede una spinta verso l’alto, contrastata
manualmente dall’operatore.
L’extrarotazione del braccio è fondamentale per il contatto del capo lungo del bicipite, contro il
margine mediale del solco bicipitale. La spinta verso l’alto produce la contrazione
del ventre muscolare con conseguente scivolamento del tendine nel solco.
Il Test è positivo, quando la persona riferisce dolore e impotenza. La positività si riscontra anche in
tutti i casi di rottura in una delle componenti tendinee della cuffia dei rotatori, che interessano il
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Il Test di Patrick o "FABERE TEST", viene eseguito per valutare una sofferenza dell’articolazione
Il Test si esegue con il soggetto in posizione supina e chiedendo allo stesso, di portare l'anca in
L’esaminatore stabilizza il lato opposto con la mano sulla SIAS e successivamente applica una
ROM completo.
- Se il dolore è suscitato sul lato omolaterale, indica un disturbo all’anca, nello stesso lato.
dell’articolazione sacro-iliaca.
Il test risulta positivo anche se è presente una limitazione del range articolare.
In generale:
muscolare.
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Il Recupero Funzionale
– Fattori intrinseci: collegati alla struttura muscolare e tendinea (riduzione funzionale e di elasticità)
terreno…)
LESIONI MUSCOLARI
– Diretti: vi è un qualcosa che comporta un evento sul ventre muscolare (contatto), come una
contusione.
Nella fase acuta il trattamento prevede l’utilizzo del protocollo RICE (riposo, ghiaccio,
– Esercitazione di mantenimento.
CONTUSIONE
È un trauma da contatto, in genere non particolarmente grave, e si risolve in 2-4 giorni. Necessario
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CONTRATTURA
È un’alterazione strutturale in cui il muscolo rimane ipertonico in seguito ad uno sforzo intenso,
solitamente insorge a riposo (anche dopo un giorno), non si individua un momento preciso e il
dolore aumenta se si accorcia il muscolo. Si interviene dopo qualche giorno con allungamento,
mobilità e stretching.
STIRAMENTO
elongazione in cui si individua un momento preciso. Si interviene con esercizi isometrici. Il tempo
STRAPPO
È una lesione che causa la rottura di alcune fibre muscolari in seguito ad una contrazione violenta.
Si ha dolore sia nella contrazione concentrica sia in quella eccentrica. Lo strappo si classifica in:
Più è grave lo strappo, maggiore sarà il dolore durante la contrazione eccentrica. Sia a monte che
a valle dello strappo è possibile avere una contrattura. L’evento dello strappo prevede delle fasi:
3 Cicatrizzazione (7 giorni)
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Sia in caso di stiramento severo che in caso di strappo, bisogna intervenire dopo 1-2 settimane a
seconda del grado di lesione. La progressione nelle lesioni muscolari prevede: isometrico,
concentrico, eccentrico.
LESIONI TENDINEE
– Avulsioni tendinee: distacchi delle giunzioni mio-tendinee con distacco di parte dell’osso.
IL RECUPERO FUNZIONALE
interventi chirurgici. Molto spesso gli infortuni vengono trascurati e non viene attuata una pratica
riabilitativa/rieducativa corretta.
Il protocollo può essere suddiviso in tre punti chiave che devono essere raggiunti:
Prima fase di inibizione: per scaricare la tensione o diminuire l’iperattività dei tessuti neuro-mio-
fasciali nel corpo. Può essere realizzato attraverso l’utilizzo di tecniche di rilascio mio-fasciale.
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Terza fase di attivazione muscolare: Può essere realizzata attraverso l’uso di esercizi di
collettivo”, ovvero una fase del recupero funzionale con movimenti funzionali e progressivi,
1.Alleviare gli effetti collaterali di punti trigger (dove si accumulano le tensioni) attivi o latenti.
Anche una compressione ischemica (attraverso rulli, palle, handheld rollers) ad alta intensità
(massima tolleranza al dolore) per una durata minima (circa 30 secondi) o ad una bassa intensità
(soglia minima del dolore) per una durata più lunga (circa 90 secondi), riduce significativamente il
dolore e la sensibilità del trigger point. E’ stato dimostrato che la combinazione delle due tecniche,
2 Fase: Il lavoro sarà mirato nel recuperare la lunghezza muscolare e R.O.M. articolare.
nonostante non ci siano specifiche prove scientifiche, clinicamente ha prodotto risultati favorevoli.
L’idea è quella di posizionare il soggetto, nella migliore linea di azione per un’attivazione ottimale di
ciascun muscolo. Questi esercizi possono essere eseguiti con resistenza manuale (facilitazione
macchine isotoniche.
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4 Fase: fase del movimento dinamico integrato. L‘ultima componente dell’esercizio continuum
correttivo, implica l’uso globale del corpo con esercizi dinamici e globali, migliorando la capacità
esercizi che si concentrano sulla funzione sinergica della stabilizzazione e la mobilitazione dei
muscoli del corpo. L’effetto indotto sarà quello di aumentare la coordinazione neuromuscolare e
quindi la sua efficienza in modo progressivo. Tale risultato aiuterà a stabilire un migliore controllo
posturale e diminuire il rischio di lesioni. Il modello di Dinamica Integrata non è solo limitato al
esercizio di base potrebbe essere composto da un esercizio con gli arti inferiori, con il minimo
controllo per la stabilità, per poi progredire alternando l’uso degli arti inferiori e poi evolversi con
esercizi simili, aumentando l’instabilità. Tale progressione potrebbe essere eseguita sui diversi assi
e piani possibili.
ISOMETRIA
Questa modalità di contrazione sarebbe più appropriata per un soggetto con una adeguata forza di
base e controllo neuromuscolare, in quanto comporta contrazioni con intensità elevata. Nella fase
dei muscoli, necessari per aumentare i livelli di attivazione, prima di integrarli nelle loro sinergie
funzionali.
importante nel recupero delle lesioni muscolari e tendinopatie. La sequenza ai fini del recupero
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muscolare deve essere in progressione: Isometria – Contrazione Concentrica – Contrazione
Eccentrica.
SUPERFICI INSTABILI
Negli ultimi anni, alcuni studi, hanno evidenziato i benefici che si possono acquisire, integrando
•La diminuzione della forza di gravità facilita una ripresa molto rapida dei movimenti attivi, la
•La riduzione dello stress articolare, del gonfiore e quindi del dolore favorisce movimenti più ampi
rispetto a quelli che vengono eseguiti fuori dall’acqua. Questo aspetto consente al soggetto di
migliorare la propria fluidità articolare, cioè avere una maggiore elasticità nei movimenti e quindi
minor rigidità.
•La resistenza offerta dall’acqua favorisce un precoce recupero muscolare, tale resistenza può
L’ambiente acquatico modifica la percezione del nostro corpo, questo costringe la ricerca di un
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Legamento Crociato Anteriore: Recupero E Prevenzione
Negli ultimi anni, il numero delle donne che giocano negli sport è aumentato in modo significativo.
concomitante aumento delle lesioni al legamento crociato anteriore (senza contatto). Sport di
squadra competitivi tra cui calcio, basket, pallavolo, richiedono stabilità dinamica agli arti inferiori
crociato anteriore, in particolare nelle giovani atlete donne, sono diventate un problema di salute
pubblica in America. Circa $ 100.000.000 ogni anno vengono spesi per la ricerca di strategie di
prevenzione, purtroppo con scarsi risultati. Nonostante la significativa ricerca in questo campo,
I fattori di rischio ambientali comprendono tutti i fattori estrinseci all’atleta. Questi includono il clima,
tipo di calzatura, superficie di gioco, e lo sport in questione. La maggior parte degli studi prendono
asciutto aumenta il coefficiente di attrito e torsionale. Sulla base di questi studi, il clima ottimale per
contribuire a ridurre le lesioni, sembra essere di tipo umido e freddo. Poi l’interazione scarpa-
superficie è molto importante per evitare lesioni. Superfici di gioco con alta copertura in erba,
tappeto erboso artificiale, sono associati con un coefficiente di attrito elevato ed anche una
maggiore reazione al suolo. L’alto attrito è associato ad un aumento delle prestazioni per effetto di
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una migliore trazione, ma anche ad un aumento di infortuni. In uno studio confrontando il calcio al
coperto e all’aperto, è stata trovata maggiore incidenza di lesioni quando lo sport è stato giocato al
Ci sono stati molti fattori di rischio anatomici che sono stati associati ad un aumento lesione del
legamento crociato anteriore. L’indice di massa corporea (BMI) è forse l’unico fattore di rischio
anatomico modificabile. Studiosi hanno dimostrato che nelle donne il legamento crociato anteriore
era più piccolo in lunghezza, sezione trasversa, volume e massa se confrontato con quello degli
uomini. Inoltre hanno trovato più bassa la concentrazione di fibrille collagene rispetto ai maschi.
Questo probabilmente indica che le donne hanno una minore rigidità lineare di trazione con meno
pronazione del piede eccessiva. Un’inclinazione pelvica anteriore stringe i flessori dell’anca,
della coscia di questi atleti sono in genere deboli. Anche la pronazione del piede e la rotazione
interna della tibia, che si verificano normalmente durante la fase di contatto del ciclo del passo,
sono compromessi. La pronazione prolungata del piede produce eccessiva rotazione interna
tibiale, che estende il LCA sopra il condilo femorale laterale, e può produrre un effetto di pre-
caricamento. Studiosi hanno mostrato una relazione diretta tra la pronazione del piede e
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FATTORI DI RISCHIO ORMONALI
I fattori di rischio ormonali per le lesioni di LCA sono un campo di corrente della ricerca. Ricercatori
hanno dimostrato che le cellule del legamento, hanno sia recettori degli estrogeni che del
progesterone. Gli ormoni sessuali hanno un’influenza sulla coordinazione motoria ed avrebbero
anche effetti sulla forza, capacità aerobica, anaerobica e resistenza ad alta intensità nelle atlete.
C’è stata molta disparità di studi riguardanti il ciclo mestruale, quando avvengono gli infortuni. Il
consenso sembra essere ora verso la fase pre-ovulatoria come periodo di rischio, in quanto
L’attuale ricerca si è concentrata molto sul controllo neuromuscolare nella prevenzione di certi
movimenti che sono associati con lesione del LCA. L’attivazione muscolare inconscia è cruciale
durante le molte azioni di sport, in cui un atleta cambia rapidamente direzione, durante la
decelerazione, accelerazione, movimenti di taglio. Questo potrebbe spiegare perché alcuni atleti
sono più suscettibili al danno rispetto ad altri, e in questo caso, ci può essere un ruolo importante
PROGRAMMI DI PREVENZIONE
Questi programmi di solito sono rivolti in particolare a giovani atleti di sesso femminile. Attualmente
si ritiene che gli atleti delle scuole superiori debbano ricevere la massima educazione e screening.
Però, alcuni studiosi hanno suggerito di iniziare questi programmi preventivi già nelle scuole, per
essere in grado di educare i bambini prima di iniziare lo sport specifico, nel tentativo di modificare
la loro attivazione muscolare inconscia e integrare la biomeccanica corretta. La maggior parte dei
programmi in letteratura sono dalle 6 alle 8 settimane. Ad oggi, non vi è alcun programma di
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intervento standardizzato per prevenire gli infortuni del legamento crociato anteriore (senza
– Equilibrio dinamico
– Esercizi di forza
– Stretching
– Agilità
Aumentando l’attivazione degli adduttori dell’anca con 6 settimane di pliometria, è possibile ridurre
multifattoriale, è buon senso che un programma di prevenzione dovrebbe includere una varietà di
interventi. Ad esempio in alcuni studi, esercizi integrati con video educativi aggiunti, ha portato una
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ESEMPI DI ESERCIZI
per il salto e mantenere nel frattempo l’equilibrio. Bisogna cercare una profonda flessione del
ginocchio.
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Si indica all’atleta di mantenere la maggior parte del peso sulla gamba in affondo, evitando
l’iperestensione del tronco. Una leggera inclinazione in avanti è accettabile. Il ginocchio dell’atleta
Il salto verticale inizia con l’oscillazione delle braccia in avanti, portando le ginocchia più in alto
possibile. L’obiettivo è quello di raggiungere una posizione parallela di entrambe le cosce rispetto
al pavimento.
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Evitare l’iperestensione lombare durante il ponte. Con l’avanzare delle fasi, l’obiettivo è quello di
restringere la base di supporto e il numero di punti di contatto per aumentare la difficoltà. Poi
ridurre al minimo il movimento della palla sotto i piedi durante flessione ed estensione dell’anca.
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Pubalgia: L’Intervento Chinesiologico
Anche il termine pubalgia viene definito da alcuni autori “ambiguo” o riduttivo in virtù della sua
complessità (vidalin e coll., 2004). Patologia divenuta da tipica dei solo atleti di alto profilo
agonistico a problema sempre più diffuso ad ogni livello sportivo, in atleti di livello
intermedio/amatoriale, dove le condizioni di pratica sportiva non sono idonee alla prevenzione. Le
attività sportive a maggior rischio in misura maggiore sono il football poi hockey, rugby e corsa di
origine:
1) Patologia parieto-addominale ( parte inferiore dei muscoli larghi dell’addome, grande e piccolo
2) Patologia dei muscoli adduttori (che riguarda principalmente la loggia superficiale: adduttore
lungo e pettineo
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CLASSIFICAZIONE (teoria di bouvard 2004: rivisitazione di brunet e coll.)
Unica patologia caratterizzata da sintomatologia dolorosa della zona pubica derivante dalla pratica
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TEST PER IL MUSCOLO RETTO
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TEST PER ADDUTTORI (1): La contrazione isometrica degli adduttori può causare, nelle forme
TEST PER ADDUTTORI (2): Generalmente questo tipo di manovra risulta dolorosa quando
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TEST PER ADDUTTORI (3): Anche questo tipo di manovra, come la precedente, suscita dolore in
Esisterebbero dei fattori intrinseci ed estrinseci, che potrebbero predisporre l’atleta all’insorgenza
della pubalgia.
Tra i fattori intrinseci, quelli che raccolgono il maggior consenso tra i vari Autori, (Durey, 1987;
3 – IPERLORDOSI LOMBARE
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Tra i fattori estrinseci ritroviamo invece (Brunet, 1983; Brunet e coll., 1984; Volpi, 1992):
1) Inadeguatezza dei materiali utilizzati: un esempio tipico nell’ambito del calcio è costituito
dall’utilizzo di tacchetti troppo lunghi su terreni secchi, oppure troppo corti in caso di terreni morbidi
IL TRATTAMENTO CHINESIOLOGICO
– Rinforzo della muscolatura addominale in toto ed in particolar modo dei muscoli obliqui e del
terzo inferiore del retto addominale. Inizialmente, il lavoro sarà isometrico, nella fase centrale sarà
muscolatura adduttoria, deve essere impostato, oltre che sugli esercizi classici di stretching e sulle
posture globali, anche e soprattutto applicando i principi dello Stretch & Spray enunciati e descritti
della muscolatura addominale. Dopo una prima fase di rinforzo essenzialmente a carico della
adduttoria, soprattutto nei casi in cui la situazione tendineo-inserzionale di quest’ultima sia carente
dall’operatore o con resistenza elastica deve prevedere l’utilizzo delle tre posizioni sotto-riportate.
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L’ultima tappa del piano di lavoro conservativo, consiste nell’allenamento contestuale e sinergico
sinergismo muscolare di questi tre gruppi muscolari. Gli esercizi di core stability coinvolgono la
muscolatura addominale in toto (retto, traverso, obliqui e piramidale) associando a ciò una
richiesta di stabilità segmentale, soprattutto a carico del tratto lombare, che coinvolge attivamente
la muscolatura della loggia lombare (quadrato dei lombi) i muscoli paravertebrali, il multifido e
l’erettore della colonna (Behm e coll, 2002; Hodges e Richardson, 1996; McGill, 2001)
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Cuffia Dei Rotatori: Il Trattamento Rieducativo
Dal punto di vista chinesiologico la spalla costituisce un segmento complesso per l’elevato numero
come singole unità, ma come più elementi ciascuno in grado di esercitare trazioni in direzioni
diverse. La scapola rappresenta all’interno del sistema spalla l’anello di congiunzione più
importante della catena cinetica arto superiore, tronco, resto del corpo. Il passaggio delle forze è
possibile se la scapola è stabilizzata sulla gabbia toracica. Se c’è una discinesia della scapola, si
contribuisce il limitato controllo visivo data la sua posizione posteriore: ne deriva un rallentamento
del ri-apprendimento e della automatizzazione dello schema motorio. Non esiste un progetto di
• Tipo di lesione
Nel complesso la cuffia è composta da due muscoli extrarotatori (sottospinato e piccolo rotondo),
– Mobilizzazione attiva della scapolo-omerale dopo 30 giorni per gli stabilizzatori della scapola,
rotatori e deltoide
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L’elaborazione del progetto riabilitativo va fatta precedere da una valutazione obiettiva che
considera il paziente siaanaliticamente (articolarità attiva e passiva, trofismo dei muscoli, elasticità
cutanea nella zona cicatriziale), cheglobalmente (postura nelle varie posizioni, articolazioni
Il cammino avviene secondo uno schema crociato. Il cingolo scapolo-omerale compensa i 40° di
rappresenta, all’interno del sistema spalla, il centro di relazione tra capo, tronco e arto superiore.
La scapola, dal lato malato, tende ad essere in posizione asimmetrica rispetto alla controlaterale
sia nella statica che durante il movimento. Il trattamento della discinesia Scapolo-Toracica,
prevede:
– Esercizi propriocettivi
– Co-contrazioni stabilizzanti
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Gli obiettivi generali principali del trattamento rieducativo sono:
L’obiettivo primario del soggetto riguarda il raggiungimento della “zero posizione” ovvero
l’elevazione anteriore della spalla a 150° nel piano scapolare. Sul piano scapolare perché:
– I tendini dei muscoli della cuffia dei rotatori sono detesi, il tendine del capo lungo del bicipite è
– La grande tuberosita’ dell’omero passa al di sotto della volta acromion-coracoidea, senza creare
conflitto
La tecnica che si basa sul “Earlier Passive Motion”, metodica Lionese: ovvero il recupero prioritario
dell’elevazione passiva anteriore sul piano scapolare sia in ambiente secco che umido.
IDROCHINESITERAPIA
• Rotazione esterna tipo preghiera (gomiti angolo retto mai attacati al corpo, si passa da mani
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• Rotazione esterna tipo siesta
anteriore a soggetto supino, ed seguire movimenti in extrarotazione re1, stretching dei muscoli
dolenti.
2 Fase (Chinesiologia): Stabilità della testa omerale, con potenziamento degli abbassatori lunghi
dell’omero: gran pettorale, gran dorsale, piccolo e grande rotondo (lavoro isometrico a vari gradi di
3 Fase (Chinesiologia): Ripristino dell’equilibrio muscolare della scapolo toracica, con lavoro attivo
4 Fase (Chinesiologia): Centratura attiva dinamica testa omerale rotazione int/est con elastici, ed
toracica, preferibilmente a paziente supino, ove è il terapista che opera l’elevazione del braccio sul
piano scapolare (EAP), effettuando anche delle leggere trazioni lungo l’asse dell’omero per lo
stretching della capsula antero-inferiore con effetto pompage dell’articolazione. Può essere
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ABBASSATORI LUNGHI OMERALI
Soggetto in posizione eretta abbassa il braccio, tenuto a gomito esteso, dalla posizione di
agganciato più in alto del livello della spalla. L’esercizio eseguito principalmente sul piano
Sul piano scapolare dalla posizione di 150° a scendere fino ai 45° circa, contro resistenza variabile
fornita da elastici tubolari o a bende. Si inizia con resistenze blande e si continua con resistenze
progressivamente maggiori, sempre nel rispetto del dolore e della forza individuale.
In questo programma riabilitativo, il lavoro finalizzato alla scapola riveste notevole importanza, per
il ruolo che svolge l’oscillazione scapolare nella meccanica dell’elevazione dell’arto superiore,
pertanto per il lavoro del gran dentato anteriore, vengono eseguiti esercizi di antepulsione della
spalla contro resistenza elastica, con l’arto a gomito esteso, poggiato su un piano orizzontale per
l’incapacità muscolare del soggetto a mantenere attivamente i 90°. La medesima posizione viene
adottata per il lavoro della muscolatura antagonista spinoscapolare, piccolo e grande romboide,
trapezio medio ed inferiore, operando spinte di retroposizione della spalla contro la resistenza di
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Effetti Dell’Esercizio Eccentrico: Forza, Ipertofia E Recupero
Cambiamenti neuromuscolari e funzionali indotti dall’esercizio sono specifici per il tipo di lavoro
svolto. Le contrazioni eccentriche sono caratterizzate dal fatto che il carico sul muscolo è maggiore
della forza sviluppata dal muscolo stesso, producendo così una contrazione allungante. L’esercizio
muscolari.Studi hanno riportato che l’esercizio eccentrico ad alta intensità è più efficace
La tensione meccanica prodotta dalla forza in allungamento, è un fattore essenziale per stimolare
le vie di segnalazione coinvolte nella crescita muscolare. Gli stimoli meccanici possono regolare il
tasso di sintesi proteica per delle proteine che sono centrali per il processo di crescita. Gli stimoli
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permeabilità della membrana delle fibre muscolari agli ioni calcio. Le maggiori concentrazioni di
calcio all’interno del citosol della cellula, aumenta il volume e il tasso di sintesi proteica. Durante
cellulare con una risposta adattiva nei miociti, modificando la crescita e la differenziazione.
Gli adattamenti neurali possono verificarsi sia a livello della corteccia motoria, che nel midollo
nervoso centrale impiega strategie neurali differenti, per controllare il muscolo scheletrico durante
dimostrato che le attività corticali per la preparazione del movimento eccentrico, erano maggiori,
eccentrici. Inoltre gli studi hanno dimostrato che le attività corticali associate all’elaborazione dei
segnali di retroazione, sono maggiori durante l’esercizio eccentrico, a causa del più alto grado di
complessità del movimento per controllare il muscolo stirato. Inoltre, si registra l’insorgenza più
precoce dell’attivazione corticale, data dalla pianificazione per una maggiore complessità del
50
movimento, modulazione dell’eccitabilità del riflesso monosinaptico o per la diversa strategia di
controllo (ad es. reclutamento di unità motorie), che comporta questa contrazione.
Durante una contrazione muscolare, il sistema nervoso centrale aumenta i tassi di accensione
responsabile è dato dalle vie regolatorie neurali coinvolte nel processo di eccitazione e inibizione.
fibre del Golgi, inducono un’inibizione pre-sinaptica più elevata e l’allenamento porta ad una
velocità.
L’esercizio eccentrico può preferibilmente reclutare muscoli con fibre a contrazione rapida. Ciò
ancora maggiore. Farthing e Chilibeck hanno riferito che 8 settimane l’allenamento di resistenza
all’allenamento concentrico. Kaminski et al. hanno anche osservato maggiori miglioramenti nella
contrazione di picco dopo il lavoro eccentrico (29%) rispetto al concentrico (19%). È stato anche
mostrato che il movimento che parte dall’allungamento verso l’accorciamento (quindi da una
posizione eccentrica), ha l’effetto maggiore sull’aumento della velocità, sviluppo della forza
51
ESERCIZIO ECCENTRICO E RECUPERO
L’esercizio eccentrico viene anche utilizzato nel recupero di svariate condizioni, come
tendinopatie, stiramenti muscolari e lesioni del legamento crociato anteriore. Però se non gestito al
meglio, l’effetto non uniforme di un lavoro eccentrico, porta a cambiamenti non uniformi
forza. L’esercizio eccentrico non svolto bene o non accuratamente dosato, è anche associato a
lesioni, dolore, ridotta eccitabilità della fibra, debolezza e può portare a una compromissione della
opera del loro potenziale nel produrre una grande forza a basso costo metabolico. Dati riportati da
diversi studi suggeriscono che il lavoro eccentrico, è lo stimolo più efficace per promuovere la
52
Che Ruolo Ha Il Training Neuromuscolare Nella Protezione Del
L.C.A.?
Tra le tipologie di lesioni debilitanti, le atlete dimostrano suscettibilità alla lesione del legamento
crociato anteriore (LCA). Il rischio di lesioni è più elevato nelle donne, data la loro differenza dal
punto di vista anatomico, ormonale e biomeccanico. Diversi studi biomeccanici hanno riscontrato
nelle donne: un’elevata abduzione del ginocchio, flessione limitata del ginocchio, schemi di
atterraggio asimmetrici e minore controllo del tronco. Di conseguenza, alcuni studi hanno
La meta-analisi ha generato un OR 0,54 (IC 95%: 0,35, 0,83, p = 0,05;), che garantisce l’efficacia
dell’allenamento neuromuscolare come intervento importante nel ridurre del 46% il rischio di
danno al legamento crociato anteriore. Dal punto di vista del dosaggio, occorre impostare: durata,
frequenza e volume. Rispetto al dosaggio, si sono avuti effeti migliori lavortando molto sulla durata
Confrontando sessioni lunghe e corte, si è visto che più lunghe sessioni hanno mostrato una
riduzione del 26% del rischio di infortunio. Allo stesso modo, chi si è allenato con una frequenza
L’allenamento neuromuscolare durante la stagione, senza però frequenti allenamenti nel periodo
pre-stagionale, fornisce meno protezione nella prevenzione degli infortuni. Un’altra meta-analisi ha
riferito che l’intervento combinato, sia prima che durante la stagione, fornisce il massimo effetto
53
Fisiologicamente, il miglioramento nell’attivazione muscolare non era osservabile dopo 3
prestazioni, sempre diverse, durante le situazioni di gioco, possono richiedere anche un periodo
più lungo per l’adattamento. Quindi, considerando il tempo necessario, è logico lavorare su questa
La dose-risposta inversa osservata indica che: maggiore è il volume del training neuromuscolare,
maggiore è l’effetto profilattico. Gli effetti di profilassi maggiore, sono stati trovati nei gruppi che
praticavano un volume maggiore di allenamento, portando ad una riduzione del rischio di lesioni,
del 68%. Quindi più si va a ridurre il volume e minore è la protezione dal rischio infortuni. L’analisi
attuale suggerisce che il 68% delle lesioni al legamento crociato anteriore, può essere evitato, se
un programma neuromuscolare preventivo, ha una durata superiore a 20 minuti, con più sessioni
settimanali. Si suggerisce che la durata dovrebbe maggiore di 20 minuti per sessione. Quindi, i
risultati, devono incoraggiare i preparatori ad applicare questo tipo di training preventivo, per
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Parkinson: Esercizio Fisico Adattato
malattia sono ancora oggetto di indagine, la sua incidenza aumenta, tra le persone di età superiore
ai 50 anni. Negli ultimi anni, l’esercizio fisico di tipo aerobico è stato molto studiato e utilizzato
come valido supporto alla terapia farmacologica. Studi hanno dimostrato che l’esercizio aerobico,
può essere utile nel migliorare l’equilibrio, l’andatura, l’efficienza fisica e la qualità della vita. Le
meta-analisi hanno suggerito che l’esercizio aerobico migliora in modo significativo anche la
velocità del cammino, lunghezza del passo. Il Tremore di riposo è inizialmente unilaterale, più
suscettibilità alle cadute sono molto gravi e comuni in questa malattia. La compromissione
dell’equilibrio in stazione eretta è identificata come il principale fattore di scarsa qualità della vita.
Circa il 70% dei soggetti riferisce delle cadute, spesso con gravi conseguenze, come le fratture. La
paura di cadere può impedire ai soggetti di partecipare alle più svariate attività fisiche. Migliorare
l’equilibrio è uno dei principali obiettivi da dover raggiungere. Più frequente si riscontrano difficoltà
di umore sono la depressione, l’ansia e apatia. I sintomi depressivi sono presenti nel 30-50% dei
casi. L’ansia solo di recente ha attirato l’attenzione scientifica, nonostante la sua alta prevalenza.
Circa il 45% dei soggetti con Parkinson ha sintomi di ansia. L’apatia è un disturbo molto frequente
che può manifestarsi anche prima dei principali sintomi. Sintomi psicotici, come allucinazioni e
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deliri, si verificano nel 4% dei pazienti e sono spesso associati all’eccesso della terapia con
dopamina. Una crescente evidenza suggerisce che anche l’esercizio fisico vigoroso, può
BDNF, migliorando la plasticità neuronale e le funzioni cognitive. Tra gli anziani, l’esercizio non
decadimento cognitivo lieve. Infine, numerosi studi su soggetti anziani con e senza demenza
hanno riportato un aumento dei volumi cerebrali di materia grigia, associati specificatamente
all’aver svolto esercizio fisico. L’esercizio fisico vigoroso dovrebbe essere fortemente incoraggiato,
in quanto può avere un effetto neuro-protettivo, al di là della sua importanza per la salute generale.
Una recente meta-analisi di studi prospettici ha confermato l’associazione positiva fra comparsa di
malattia di Parkinson e diminuzione del livello di intensità dell’esercizio fisico. Si riscontra che la
fitness cardiovascolare (misurata dal picco di VO2) è stata associata con una migliore funzionalità
cognitiva e motoria. Questa tipologia di esercizio potrebbe non essere applicata, in quanto in
generale l’esercizio aerobico, a seconda delle condizioni potrebbe già essere sufficiente
muscolare globale. Queste attività sono spesso trascurate. Anche se il trattamento fisioterapico è
abitualmente utilizzato nel Parkinson, non è utile nel migliorare l’efficienza fisica. I soggetti
fisicamente in forma con Parkinson, negli studi, dimostrano migliori punteggi cognitivi a breve
56
AUMENTO DEL VOLUME CORTICALE E DELL’IPPOCAMPO
L’invecchiamento è associato ad una progressiva riduzione del volume della materia grigia, dovuta
principalmente alla progressiva perdita di sinapsi e neuroni. Studi suggeriscono che l’esercizio
fisico può contrastare questa tendenza, ritardandola. Quindi, l’esercizio fisico di tipo aerobico negli
anziani è importante per evitare la perdita di volume nella corteccia o nell’ippocampo. Nei vari studi
EQUILIBRIO
Test hanno dimostrato che l’esercizio migliora la stabilità posturale. Il Tai Chi, lo Yoga, hanno
mostrato moltissimi benefici, tra i quali: relax, basso stato di ansia e di depressione. L’equilibrio e il
farmacologica ha i suoi limiti, portando anche numerosi effetti collaterali, bisogna tendere a
strategie terapeutiche integrate. A conti fatti, i vantaggi dell’esercizio fisico, sono chiari. L’Esercizio
Parkinson. L’evidenza scientifica suggerisce che anche l’esercizio fisico vigoroso dovrebbe essere
adattato. Le istruzioni di una efficace chinesiterapia spiegano che occorre lavorare in maniera
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Chinesiologia E Malattia Di Parkinson: Su Cosa Lavorare?
La ricerca della letteratura ha prodotto pochi studi che analizzano l’efficacia dell’esercizio fisico nel
migliorare le attività della vita quotidiana. E’ stato osservato che i pazienti malati di Parkinson che
fanno esercizio per 150 minuti alla settimana hanno un declino più lento in termini di mobilità e
qualità di vita, nell’arco di due anni, rispetto a chi fa meno esercizio o non lo fa.Con mezz’ora di
•I sintomi motori, se non trattati, progrediscono in modo aggressivo nelle fasi iniziali della malattia
•Se non trattati, si può prevedere che i pazienti vadano incontro ad una perdita della
deambulazione indipendente in media dopo otto anni e siano costretti a letto dopo dieci anni.
• I farmaci hanno migliorato la prognosi dei sintomi motori, mentre allo stesso tempo , vi è una
nuova fonte di disabilità a causa degli effetti indesiderati della terapia farmacologica (assunzione
•L’età è il miglior predittivo della progressione della malattia. Il deficit cognitivo è più frequente in
Non esistono allo stato attuale terapie in grado di rallentare o interferire con il decorso della
malattia. La terapia farmacologica dopaminergica appare efficace nel migliorare solo alcuni dei
scarsamente utile nel modificare i sintomi rappresentati da disturbo del linguaggio, alterazione
58
Appare evidente che l’approccio alla evoluzione del malato Parkinsoniano, necessita di un
In riferimento alla Scala di Hoehn e Yahr l’intervento chinesiologico sarebbe importante fino al
•Rieducare i soggetti alla corretta deambulazione tramite una rielaborazione sistematica degli
•Correggere la camminata ponendo l’accento sul corretto appoggio del piede e sul movimento
oscillatorio del braccio opposto alla gamba, ma anche allenare i soggetti a compiere diverse
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•Aumentare la forza, la resistenza e la coordinazione tramite esercizi a corpo libero;
•Combattere le rigidità dei muscoli flessori e delle articolazioni coinvolte, con esercizi di
Diversi tipi di esercizi sono state proposti da studi controllati randomizzati per minimizzare gli effetti
negativi del PD sul motorio . Questi studi si sono concentrati su diversi approcci di terapia fisica,
come ad esempio esercizi specifici per migliorare la mobilità (Schenkman et al. 1998), la forza
muscolare (Dibble et al., 2006, Dibble et al. 2009), l’equilibrio (Hirsch et al.
2003), condizionamento aerobico (Herman et al. 2007) e l’andatura (Nieuwboer et al., 2007). I
risultati di questi studi hanno aperto una strada per lo sviluppo di una pratica basata sulle evidenze
Gli esercizi respiratori sono di fondamentale importanza A tal proposito, è importante sottolineare
che le persone affette dal morbo di Parkinson possono presentare una mimica facciale scarsa e
un’espressione del volto costantemente triste o accigliata, ma ciò non significa che non stiano
Da un punto di vista psicologico, i soggetti traggono giovamento nel riunirsi a persone che hanno
le loro stesse problematiche perché si sentono compresi, accettati e meno soli nell’affrontare la
Da un punto di vista di performance, sono stati ottenuti risultati migliori in sedute di attività fisica
individuali.
Negli ultimi anni, si è evidenziato che programmi di allenamento / forza sono efficaci (Scandalis et
al., 2003, Hass et al. 2007). Clinicamente si riscontra l’incapacità dei muscoli di generare potenza
adeguata, in particolare gli estensori del tronco e dell’anca. Questi programmi si sono svolti in un
60
periodo relativamente breve di tempo, con una frequenza di allenamento di 2-3 volte a settimana,
una serie di esercizi per ogni gruppo muscolare con solo contrazione concentrica. Studi più recenti
hanno suggerito che guadagni funzionali maggiori ,si hanno quando i protocolli ad alta intensità
sono utilizzati ,coinvolgendo principalmente la contrazione eccentrica (Dibble et al., 2006, Dibble et
relazione alla quantità di lavoro prodotto (Lastayo et al. 1999). Inoltre l’alta intensità, può ridurre al
capacità metabolica e la plasticità strutturale ,del sistema muscolo-scheletrico (Pang & Mak 2009
Recentemente, Muhlack et al. hanno suggerito che l’esercizio aerobico, può migliorare l’efficacia
61
Scoliosi: Che Ruolo Ha Il Chinesiologo?
La scoliosi è una deformità tridimensionale del rachide. Nella sua forma più comune, scoliosi
idiopatica (70%-80% dei casi), le cause sono sconosciute. La scoliosi idiopatica giovanile in
genere viene diagnosticata dai 10 anni in su. Mentre la prevalenza di adolescenti con scoliosi è di
problemi di salute durante la crescita (tranne in casi gravi). Tuttavia la deformità risultante ha
soglia critica (di solito considerata 30° Cobb) alla fine della crescita, il rischio di problemi in età
adulta aumenta: riduzione della qualità della vita, disabilità, aumento della deformità, limitazioni
esercizi specifici adattati, raccomandati come primo passo nel trattamento, per evitare la
progressione della curva. Gli esercizi in fase iniziale di lieve scoliosi consentono di raggiungere
validi obiettivi:
62
– Prevenire o trattare la disfunzione respiratoria
– Migliorare la postura
La ragione del loro poco utilizzo nella pratica è che non vi è molta conoscenza sui potenziali
dell’esercizio fisico. La maggior parte dei medici non conosce o prescrive tali esercizi specifici
adattati. I principi di questi esercizi sono basati su una specifica forma di auto-correzione, ovvero si
neuromotorio, propriocettività ed equilibrio, a seconda dei casi. Solo la fisioterapia classica, d’altra
parte, essendo più generica, ha un basso impatto sullo sviluppo di queste componenti, come
possibili effetti dell’esercizio adattato sulla scoliosi soprattutto in termini di angolo di Cobb, sulla
base di studi controllati che sono stati principalmente di osservazione e in parte pro-prospettiva. Se
la scoliosi progredisce oltre una certa soglia critica, il tutore è generalmente raccomandato come
trattamento successivo. Tuttavia, è stato dimostrato che in seguito a tale trattamento vi sono
compromettendo l’autostima e l’immagine di sé. Quindi, c’è un ruolo promettente per gli esercizi
modo significativo. La prima tende a trattare il corpo passivamente, quindi con basso impatto sul
scopo di ridurre la deformità e stabilizzare i miglioramenti al fine di limitare la necessità del tutore o
63
L’AUTOCORREZIONE
La più importante caratteristica dei protocolli di esercizio fisico adattato è l’autocorrezione, che
metodica è stata riconosciuta dagli esperti come la componente più importante del protocollo. È
– L’uso esclusivo dell’esercizio fisico è necessario nel trattamento primario di scoliosi idiopatiche
giovanili per le curve lievi per limitare e/o ridurre la progressione della curva e cercare di evitare
l’uso di un tutore
– L’esercizio fisico collabora anche quando si ricorre all’utilizzo del tutore. In questo caso l’obiettivo
dell’esercizio adattato è di ridurre gli effetti collaterali dell’utilizzo del tutore (debolezza muscolare,
– E’ importante protocollare l’esercizio fisico sia prima che dopo la correzione chirurgica. Prima
dell’intervento l’obiettivo sarebbe quello di mantenere la mobilità della curva per contribuire a
È necessario quindi un team multidisciplinare specializzato che lavori insieme, così da ottenere un
maggiore successo a tutto beneficio del soggetto in cura. Il trattamento conservativo della scoliosi
con l’uso dell’esercizio fisico purtroppo, non è molto comune. Ma i principali risultati degli studi,
64
– Diminuire l’angolo di Cobb
– Diminuire l’asimmetria
– Diminuire lo stress
– Migliorare la postura
Sebbene la qualità degli studi inclusi è ancora agli esordi, molti risultati registrati sono a favore
potenziale per le professioni di lavorare in team nella gestione della scoliosi: fisioterapisti,
chinesiologi, ecc. Sono necessari più ricercatori specializzati nel campo degli esercizi specifici per
la scoliosi e nel rinforzo spinale, in quanto la maggior parte delle società di ricerca di scoliosi sono
state fondate per lo più da medici chirurghi e, conseguentemente, tendono a concentrarsi solo
sulle pratiche mediche. Quindi è di fondamentale importanza ricercare e promuovere nella pratica,
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Sindrome Femoro-Rotulea: Il Trattamento Chinesiologico
prime armi, in genere di età compresa tra 15 a 30 anni. La prevalenza varia da 21% al 45% negli
adolescenti attivi e dal 15% al 33% negli adulti, più nelle donne rispetto agli uomini. Il dolore viene
avvertito durante attività come la corsa, o lo scendere le scale, nell’accovacciata, e nella seduta
con flessione delle ginocchia protratta nel tempo. L’eziologia sembra essere multifattoriale. Diversi
i fattori causali: cinematica degli arti inferiori alterata, eccessiva pronazione del piede, che può
provocare una rotazione interna maggiore della tibia e un maggiore stress, deficit nella
muscolatura del muscolo quadricipite, che stabilizza lo scorrimento della rotula attraverso la
scanalatura femorale. Un squilibrio tra la forza del muscolo vasto mediale obliquo e altri gruppi
dell’anca durante le attività vita di tutti i giorni. È stato ipotizzato che questo può influenzare le
forze laterali che agiscono sulla rotula. Inoltre, l’eccessiva rotazione interna del femore, porta allo
spostamento laterale della rotula e quindi potrebbe anch’esso essere un fattore che aggrava
questa sindrome. Attualmente, la teoria più accettata, spiega che questa situazione, disturba
dolore. Questo dolore è stato collegato anche al contatto tra le due strutture (femore e rotula)
dovuto a una ridotta area di contatto, provocando così un maggiore stress nella parte più laterale
dell’articolazione. La causa del dolore quindi è data da fattori: locali, distali e prossimali
66
all’articolazione del ginocchio, con una buona prova che l’asse di rotazione del femore in relazione
alla rotula è un fattore chiave. In linea con la natura multifattoriale di questa sindrome, la sua
gestione è concentrata su una varietà di interventi, tra cui: riposo, analgesici e recupero funzionale
generale del quadricipite (vasto mediale e obliquo), esercizi della muscolatura prossimale (anca),
taping rotuleo e rieducazione del cammino. L’evidenza suggerisce che una ridotta forza e funzione
IL RECUPERO MUSCOLARE
Una forte evidenza indica che il recupero dei muscoli prossimali, insieme al recupero del
quadricipite è l’approccio migliore rispetto al solo recupero del quadricipite. Questi risultati in
gestione del dolore femoro-rotuleo. Quindi un intervento di recupero prossimale dei muscoli
dell’anca, combinato ad esercizi per il quadricipite a catena cinetica aperta e chiusa, si traduce in
risultati superiori rispetto alla sola cinetica chiusa. Però su questo ultimo risultato non vi è ancora
una definitiva posizione. Quando si effettuano esercizi per il quadricipite a catena chiusa, si
faciliterebbe anche l’attivazione dei muscoli prossimali dell’anca. L’intervento di recupero non
modifiche più globali degli arti inferiori, ovvero bisogna portare un cambiamento nella
biomeccanica. L’avere una muscolatura adduttoria e intra-rotatoria dell’anca più forte, viene
67
TRATTAMENTO CHINESITERAPICO
Gli interventi che mirano a migliorare la resistenza, la forza e l’attività neuromuscolare della
esercizi per il quadricipite a catena cinetica aperta e chiusa, sono superiori rispetto all’intervento
isolato al quadricipite. Gli esercizi di recupero dovrebbero essere svolti dai 3 fino 7 giorni
settimanali, quindi preferibilmente richiamare ogni giorno gli esercizi, con un’intensità dei
programmi che varia nel tempo. Le linee guida indicano che esercitare la componente
neuromuscolare ha un maggiore effetto se eseguita ogni giorno, mentre l’allenamento della forza
dovrebbe essere eseguito 2-3 volte a settimana. Essendo comunque l’argomento ancora in fase di
studio e di ricerca, per protocollare una definitiva linea guida di esercizi, richiede ancora tempo.
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Artrosi Del Ginocchio: L’intervento Chinesiologico
cartilagine. I fattori causali di questa condizione sono molteplici e possono essere presenti nelle
varie articolazioni, dove cambia il profilo biochimico, metabolico e morfologico. Si riscontra una
perdita di normalità del movimento, deformazioni ossee, con formazione di speroni ossei, presenza
di processi infiammatori, accumulo di liquido sinoviale, debolezza del quadricipite. Colpisce oltre
l’80% della popolazione adulta/anziana e le donne sono più colpite rispetto agli uomini, con una
prevalenza del 35-45% a 65 anni di età. In una meta-analisi si è visto che le donne hanno un
rischio significativamente più elevato di sviluppare artrosi del ginocchio e alla mano, rispetto agli
uomini. Anche se le ragioni di questa maggiore prevalenza nelle donne non sono chiari, diversi
(che avviene a circa 50 anni a seguito della diminuzione dei livelli di estrogeni, che forniscono
nelle donne rispetto agli uomini. L’osteoartrite colpisce soprattutto le articolazioni che supportano il
osteoartrite al ginocchio,
propriocettivo, fattori che possono alterare l’equilibrio e il controllo posturale. L’infiammazione delle
per quanto riguarda il movimento e il senso di posizione. Tali deficit propriocettivi causano un
69
cambiamento nella stabilità dinamica, generando una instabilità funzionale che limita la capacità
dell’individuo di eseguire le attività quotidiane. Uno studio di questa revisione ha utilizzato una
piattaforma di forza per misurare la pressione di ciascuna porzione del piede al fine di valutare
l’equilibrio statico e dinamico di soggetti con artrosi del ginocchio da 1 al 4 grado e ha dimostrato
oscillazione, ovvero, aumentando la gravità dell’artrosi, vi era una difficoltà maggiore del soggetto
trattamento conservativo, che aiuta a ridurre e alleviare i sintomi, migliorare le prestazioni delle
attività funzionali, prevenire la perdita di forza muscolare e rallentare la progressione della malattia.
Tra i vari trattamenti conservativi, l’esercizio fisico adattato ha dimostrato di avere un ruolo
importante nel ridurre il dolore e migliorare le prestazioni funzionali. C’è già un buon livello di
evidenze cliniche che mostrano l’efficacia di esercizio fisico aerobico e l’allenamento della forza
per il trattamento dell’osteoartrite al ginocchio. Invece, pochi studi riguardanti gli effetti
dell’esercizio fisico sulla stabilità posturale e l’equilibrio, sono stati conclusi. Un miglioramento
significativo dell’equilibrio è stato trovato in una serie di studi che coinvolgono esercizio a breve
termine (6-16 settimane). Così, dal momento che la compromissione dell’equilibrio è uno dei primi
cambiamenti nei soggetti con artrosi del ginocchio, traducendosi in un controllo posturale
compromesso, lo stesso equilibrio è un parametro per monitorare questi soggetti, in maniera tale
L’APPROCCIO CHINESIOLOGICO
Vi è una varietà di esercizi terapeutici che vengono utilizzati nella pratica clinica con soggetti con
artrosi del ginocchio. Almeno 8 studi di questa revisione sono stati considerati di alta qualità
metodologica. Le proposte di trattamento degli studi inclusi in questa revisione sistematica sono
70
stati soddisfacenti, non solo per quanto riguarda gli esercizi terapeutici utilizzati (esercizio
aerobico, di forza, idrokinesiterapia ed esercizi propriocettivi), ma anche con per quanto riguarda la
qualità metodologica. Le linee guida metodologiche dei vari studi valutati sono state
aerobico spiccava nell’efficacia del trattamento, in particolare per rafforzare il quadricipite, dal
momento che la sua debolezza può essere responsabile dei fenomeni di squilibrio e dolore. Il
rafforzamento del quadricipite è il punto chiave per il controllo del dolore, efficienza fisica e la
qualità della vita. Inoltre, questo approccio terapeutico contribuisce al miglioramento del controllo
delle oscillazioni posturali, migliorando così l’equilibrio. Tuttavia, il tempo di trattamento appropriato
e la frequenza della sessione devono essere meglio approfonditi. In un’altra revisione sistematica,
il cui obiettivo era quello di determinare se l’esercizio terapeutico sarebbe stato vantaggioso in
termini di riduzione del dolore articolare e miglioramento del funzionamento fisico, i risultati, di
protocolli di esercizio fisico aerobico e di forza, hanno dimostrato effetti positivi. I Ricercatori hanno
di esercizio di equilibrio con una frequenza di 5 volte alla settimana per quattro settimane. Le
conclusioni per quanto riguarda il tempo e la frequenza di intervento ottimale, non sono ancora
stati stabiliti, ma la direzione è senza dubbio in favore dell’utilizzo dell’esercizio fisico come
IDROCHINESITERAPIA
L’idrokinesiterapia ha fornito effetti benefici, come il rilassamento, l’analgesia. Gli studiosi hanno
osservato che l’esercizio in acqua fornirebbe più benefici per i soggetti con artrosi del ginocchio
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È stata validata anche la pedana vibrante stabile come trattamento integrativo, ovvero esercizio
fisico su una piattaforma con vibrazioni. Per 2 volte alla settimana per 8 settimane, ed è stato
dimostrato che l’esercizio su una piattaforma stabile migliora la forza muscolare, mentre l’esercizio
sulla piattaforma vibrante migliora la propriocezione. Sulla base dei risultati, in cui gli studi
presentati sono ad alta qualità metodologica, si può concludere che gli esercizi terapeutici coinvolti
migliorano l’equilibrio in soggetti con artrosi del ginocchio, suggerendo che possono essere
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Programmazione Di Lavoro Nella Cardiopatia Ischemica: Cosa
Considerare? (Parte 1)
•ETA’
•SESSO
•CLASSE DI RISCHIO
•PATOLOGIE ASSOCIATE
•SITUAZIONE MUSCOLOSCHELETRICA
•TERAPIA FARMACOLOGICA
Per rendere l’intervento dell’ esercizio fisico sicuro ed efficace, ma anche per favorirne
alcuni parametri:
Sulla base di questi parametri è possibile stratificare i pazienti in tre categorie di rischio:
73
1. Basso (pazienti con decorso clinico ospedaliero non complicato; senza di ischemia
miocardia; con capacità funzionale maggiore di 7 MET, con funzione ventricolare sinistra normale
2. Intermedio (con sottoslivellamento del tratto ST ≥2 mm, con difetto reversibile della captazione
del cloruro di tallio (radiofarmaco) alla scintigrafia miocardia perfusoria; con funzione ventricolare
sinistra moderata-buona (frazione di eiezione 35-49%); con angina di recente insorgenza o che ha
3. Alto (pazienti con pregresso infarto che ha coinvolto il 35% o più del ventricolo sinistro; con
funzione ventricolare sinistra < 35%; con decremento della pressione sistolica o addirittura con il
suo mancato incremento durante un test da sforzo; con angina persistente o ricorrente; con
capacità funzionale <5 MET e con risposta pressoria ipotensiva o sottoslivellamento del tratto S-T
>1 mm, al test da sforzo; con episodio di scompenso cardiaco durante il ricovero ospedaliero; con
sottoslivellamento del tratto S-T di 2 mm a carico medio basso; con aritmie extrasistoliche
ventricolari minacciose).
• Condizionamento osteo-articolare
• Adattamento all’ambiente
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• Motivazione all’adesione e alla prosecuzione dell’attività
per valutare il soggetto e le sue reazioni psicofisiche all’ambiente e all’esercizio. Nei Microcicli
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Ripetere lo schema utilizzato nel III Microciclo, adattando il lavoro alle nuove capacità del soggetto,
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Programmazione Di Lavoro Nella Cardiopatia Ischemica (Parte 2)
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Programmazione Di Lavoro Nella Cardiopatia Ischemica (Parte 3)
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Training Nel Soggetto Obeso: Spunti Pratici
I test di valutazione
Il soggetto obeso ha spesso significative limitazioni del range articolare, in gran parte secondarie
all’impedimento meccanico legato all’aumento della massa. Sono spesso presenti fenomeni
• Counseling- capire quali sono le necessità e le priorità della persona e cosa si aspetta dalla
• Utilizzare queste informazioni per definire gli obiettivi e per aumentare la compliance;
• Eseguire test di rivalutazione periodici per adeguare i carichi di lavoro e motivare la persona
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OBIETTIVI
•CONDIZIONAMENTO OSTEO-ARTICOLARE
Il lavoro cardiovascolare deve essere adeguato alle capacita’ funzionali del soggetto e puo’ essere
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Nel programmare le fasi iniziali dell’attività a carico naturale,bisogna considerare che,in questi
individui,il peso del corpo rappresenta un sovraccarico sufficiente a indurre stimoli allenanti.
Per evitare eccessivi stress fisici l’uso di sovraccarichi andrà quindi valutato con attenzione e
inserito gradualmente.
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Training Clinico Nell’Iperteso: Come Lavorare?
• Ai pazienti ipertesi andrebbe consigliato di eseguire attività fisca aerobica di moderata intensità
(camminata, jogging, ciclismo, nuoto) per almeno 30 minuti dai 5 ai 7 giorni a settimana. Tali
• L’impatto dell’esercizio fisico di tipo isometrico e quello degli esercizi di resistenza dinamica
rivalutato.
• L’esercizio di resistenza dinamica ha comportato sia una riduzione dei valori pressori che il
miglioramento di altri parametri metabolici, pertanto andrebbe consigliata tale attività per almeno 2-
3 volte la settimana.
• L’esercizio di tipo isometrico invece non va raccomandato come primario trattamento (dal
Attività cardiovascolare
Si consiglia un’intensità che inizi al 40%-50% del VO 2max, raggiungendo infine il 50%-85% la
RPE (Rating of Perceived Exertion Scales) inizialmente dovrebbe essere 8-10 (sulla scala 6-20)
La durata dell’attività aerobica non deve essere inferiore di massima ai 20 minuti, con l’obiettivo di
La frequenza deve andare da tre a sette giorni la settimana. Il consumo calorico settimanale sarà
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Dovrebbe essere buona abitudine effettuare camminate di 2-3 km al giorno .
Condizionamento muscolare
Sono consigliati esercizi con pesi leggeri e a circuito al 50% del proprio massimale, eseguendo un
numero alto di ripetizioni (dalle 16 alle 20 per serie) con velocità di esecuzione bassa. Le serie
L’intervallo di riposo inizialmente dovrebbe essere di 2-3 min per consentire al soggetto di
Esercizi di flessibilità
Da svolgere quotidianamente, devono coinvolgere tutti i principali distretti muscolari con maggiore
Questi esercizi possono essere collocati all’inizio o al termine dell’allenamento o dopo ogni
ESEMPIO DI TRAINING
Il protocollo d’esercizi potrà prevedere tre fasi consequenziali con volume allenante crescente
tenendo sempre monitorate frequenza cardiaca e pressione arteriosa. Nelle varie sedute si
costante), training con attrezzi isotonici (evitare esercizi per polpacci e addominali).
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Esempio di Training clinico
•Educazione sanitaria
•Riscaldamento muscolare (10 min circa), 5 min di esercizi a corpo libero e di stretching passivo
•Parte centrale: training aerobico (30 min con pause e registrazione della pressione arteriosa e
frequenza cardiaca al 3° min di recupero), 10-15 min al treadmill (camminata in pendenza), 10-15
NELL’ANZIANO IPERTESO
•durata del programma d’allenamento. A maggior parte dei miglioramenti dei valori pressori si
hanno all’incirca dopo 10 settimane; naturalmente se non si segue con costanza gli effetti sono
reversibili
I soggetti ipertesi che seguono una terapia farmacologica, dovrebbero associarla ad esercizi di
endurance, per diminuire le dosi dei medicinali antipertensivi, riducendo inoltre il rischio di mortalità
prematura. Essi sono un’utile strategia per limitare l’incidenza d’ipertensione nei soggetto non
ipertesi ma predisposti.
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Rischio Di Caduta: Importante Migliorare La Velocità Di Andatura
La velocità dell’andatura ha dimostrato di essere un forte predittore per eventi avversi/cadute negli
ospedalizzazione e aumento mortalità in anziani sani fragili. Una velocità di andatura inferiore a 1,0
m/s, espone le persone ad un rischio più elevato di problemi di salute. La velocità dell’andatura è
I criteri raccomandati per un cambiamento clinicamente significativo della velocità degli anziani
oltre i 4 o 10 m, è 0.05 m/s per piccoli cambiamenti significativi e 0.1 m/s per cambiamenti
sostanziali significativi.
L’esercizio fisico svolge un ruolo importante nel migliorare la velocità dell’andatura e in una meta-
analisi gli autori hanno concluso che un esercizio ad alta intensità, può migliorare la velocità
dell’andatura preferita, con allenamento della forza, abbinato all’allenamento aerobico. Si ipotizza
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che l’allenamento progressivo di forza in combinazione con equilibrio migliora l’effetto
dell’esercizio, anche se non tutti sono daccordo che la componente equilibrio sia fondamentale.
Ad esempio, una riduzione della forza e velocità nella flessione plantare, limita la progressione in
avanti del corpo e diminuisce la quantità di moto dell’oscillazione della gamba, riducendo così
lunghezza del passo. Questo può portare a una ridistribuzione del momento muscolare e di
potenza nelle ginocchia e nelle anche. Un intervento tramite l’esercizio fisico molto promettente per
migliorare la velocità dell’andatura, integra una componente ritmica o di ballo. Negli ultimi anni,
l’andatura viene considerata una funzione cognitiva superiore, anziché un semplice schema
aggiornamento delle informazioni visive, vestibolari e propriocettive, per questo forse allenare il
L’allenamento progressivo di forza sembra influenzare velocità di andatura con una media di base
di 0,51 m/s, con un picco raggiunto da alcuni con una velocità media dell’andatura di base di 1,46
m/s. Si ipotizza che piccoli guadagni di forza, potrebbero comportare un maggiore miglioramento
Questi risultati sono promettenti, in quanto il guadagno della velocità nell’andatura è stato
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96
Neuropatia Diabetica: Importante Lavorare Anche Sulla Postura
soggetti con Diabete mellito di tipo 2 (T2DM). Questa condizione influenza la funzionalità sensitiva
e motoria periferica, sia a livello prossimale che distale. Colpisce anche il sistema nervoso
improvvisa. I sintomi più comuni della neuropatia periferica diabetica sono: intorpidimento,
formicolio e dolore che potrebbe peggiorare a fine giornata (inizia nelle dita dei piedi, per poi
intaccare la zona plantare, caviglie, fino alla parte inferiore della tibia, con l’associazione dei
il contributo principale dell’instabilità posturale, che può aumentare la probabilità di caduta. Gli
individui con DPN hanno 15 volte più probabilità di sperimentare caduta rispetto ai soggetti sani.
Le cadute sono un problema di salute molto sentito nella popolazione anziana. Pertanto, un deficit
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Il controllo posturale è definito come il bilanciamento della posizione del corpo nello spazio. Il
controllo posturale è ottenuto dai feedback sensoriali come: sistema vestibolare, visivo e somato-
(DPN), causata da un deficit nei sistemi che lavorano per controllare l’equilibrio. L’interruzione
della funzione neuronale afferente ed efferente, portano a una diminuzione della funzionalità
Negli studi l’oscillazione del corpo nel gruppo DPN, era significativamente più alta del 74%. Si è
notato quindi che il gruppo con neuropatia periferica diabetica, ha mostrato un migliore equilibrio e
compenso nella postura, dopo una sessione di esercizio fisico personalizzato. L’adulto normale
mantiene la propria postura con un ondeggiamento antero-anteriore che è noto come strategia
della caviglia, simile a un pendolo invertito: il fulcro è la caviglia e la testa è l’estremità opposta del
pendolo. Il gruppo DPN mostrava una ridotta capacità in questo meccanismo di controllo. La
riduzione di forza muscolare in questi distretti può contribuire a ridurre la capacità di controllo.
Menomazioni dei percorsi afferenti e efferenti può causare notevoli cambiamenti nel controllo
posturale.
registrano passi più piccoli, durata ridotta nel singolo appoggio, maggiore durata nella fase di
doppio appoggio, diminuzione della velocità di andatura, aumento del tempo di passo e maggiore
variabilità dell’andatura.
Inoltre, il ridotto movimento dei fianchi (piano frontale, del 25%), delle ginocchia (piano
trasversale, 31% e 32%), nelle caviglie (piano sagittale, 22%) e nelle prime articolazioni
metatarso-falangee (piano sagittale, 32%), con una minore rotazione del piede (24%), sono state
correlate a possibile storia di ulcera plantare. Autori hanno suggerito che la forza ridotta del
ginocchio e della caviglia possono causare un disturbo nella risposta di controllo dell’equilibrio,
98
aumentando il rischio di caduta. Minore mobilità in dorsi-flessione e maggiore mobilità plantare,
sono stati associati ad una diminuzione della forza muscolare dei dorsi-flessori e flessori plantari
che possono influenzare la velocità del ciclo dell’andatura. Inoltre, la mancanza di sensibilità del
l’ulcerazione. Quindi il diminuito feedback sensoriale con un ulteriore contributo di deficit visivi,
La gestione olistica del soggetto e l’intervento multidisciplinare, sono necessari per far fronte e
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L’equilibrio Nell’Ictus In Fase Stabile: Principi Di Rieducazione E
Test Di Valutazione
Dopo l’ictus, l’obiettivo principale della riabilitazione è quello di promuovere l’indipendenza nelle
attività della vita quotidiana e l’equilibrio è un forte predittore di recupero funzionale, in quanto
influisce sulla capacità di camminare e sul rischio di cadute. Anche se la stragrande maggioranza
delle persone dopo la fase acuta, riguadagna la capacità di equilibrio, l’asimmetria nella
stabilizzata, così come una diminuita capacità di resistere alle perturbazioni esterne. Quindi, un
equilibrio. Diversi studi che sono stati pubblicati, suggeriscono che la terapia dell’esercizio fisico,
può produrre miglioramenti significativi nell’equilibrio nei soggetti nella fase cronica dell’ictus. Gli
interventi tramite l’esercizio riguardavano: equilibrio e/o allenamento funzionale, allenamento della
Balance Scale, Functional Reach Test e Sensory Organization Test) grazie all’esercizio fisico.
Questo suggerisce che i miglioramenti osservati nella capacità di equilibrio, sono dovuti molto
caviglia, dell’anca, al miglioramento nel controllo del tronco e in una migliore regolazione delle
risposte motorie agli input esterni. I benefici dell’esercizio fisico sono stati riscontrati soprattutto
andatura. L’allenamento dell’andatura per essere efficace nel migliorare la capacità di equilibrio,
deve includere esercizi di camminata impegnativi, con ostacoli, preferibilmente senza riduzione
dei gradi di libertà. È importante introdurre, se possibile, tipi di allenamenti, sia secco che in acqua
100
(es. allenamento dell’equilibrio con lievi perturbazioni, esercizi con compiti complessi e di
adattabilità dell’andatura), così da sfruttare i residui potenziali recuperabili. Infatti gli studi con
questo tipo di allenamento mostrano in media un miglioramento da 1,6 a 3,3 punti nel punteggio
del B.B.S. Il recupero della capacità di equilibrio e andatura possono essere influenzate però dalla
gravità ed esito dell’ictus. Un test alternativo di valutazione potrebbe essere il mini-BESTest, che è
MINI-BESTest
La revisione sistematica mostra che la capacità di equilibrio può essere migliorata anche nella fase
l’esercizio fisico come terapia per le persone nella fase cronica dopo l’ictus per migliorare la loro
capacità di equilibrio.
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102
103
104
TEST UTILIZZATI NELLO STUDIO
S.O.T.
Il protocollo del SOT (Sensory Organization Test) valuta 6 condizioni che identificano anomalie nei
vengono riportati dalla vista, piedi e articolazioni in seguito all’oscillazione. Poiché i risultati
vengono visualizzati in tempo reale, l’operatore può facilmente identificare il potenziale problema,
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EQUILIBRIO
Il punteggio di equilibrio quantifica la stabilità posturale durante ciascuna delle tre prove di sei
condizioni sensoriali. Il punteggio di equilibrio è dato dall’oscillazione anteriore / posteriore (AP) del
soggetto. Il limite di stabilità è di 12,5 gradi. Chi ondeggia ai limiti della stabilità riceverà un
punteggio molto basso. Un punteggio vicino a 100 indica una buona stabilità e un’oscillazione
interrotte. Le barre verdi indicano prestazioni entro il range normale; mentre le barre rosse
106
ANALISI SENSORIALE
Il grafico dell’analisi sensoriale riflette i rapporti sensoriali calcolati dai punteggi di equilibrio medi,
L’analisi strategica quantifica il movimento sulle caviglie (strategia della caviglia) e sui fianchi
(strategia dell’anca), usata dal soggetto per mantenere l’equilibrio durante ogni prova.
superficie è stabile, passando ai movimenti dell’anca man mano che diventano meno stabili.
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ALLINEAMENTO COG
Soggetti con prestazioni normali mantengono il loro COG vicino al centro della base di appoggio.
IMPLICAZIONI FUNZIONALI
negli ambienti in cui ci possono essere situazioni che mettono alla prova il nostro sistema
del COG.
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BERG BALANCE SCALE
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FUNCTIONAL REACH TEST
Il soggetto è di fianco un muro e posiziona il braccio che è più vicino al muro a 90 gradi di flessione
della spalla con un pugno chiuso. Il Chinesiologo chiede al soggetto di coprire pi distanza possibile
senza fare un passo. Viene registrata la posizione del terzo metacarpo. I punteggi sono
estensione, di solito misurata in pollici. È necessario effettuare 3 prove per avere l’affidabilità del
test.
110
Osteoporosi E Fratture Vertebrali: Su Cosa Deve Lavorare Il
Chinesiologo?
mortalità. Una donna su cinque che ha una frattura vertebrale, soffrirà di un’altra frattura
vertebrale entro un anno, e il rischio di morte è 2,7 volte superiore rispetto a chi è senza frattura.
fisico per la prevenzione della perdita ossea, delle cadute e delle fratture associate alla malattia . Ci
sono state diverse recenti meta-analisi che affrontano l’impatto dell’esercizio sugli esiti correlati al
Evaluation (GRADE), è un approccio strutturato e trasparente per valutare la qualità delle prove
111
Il gruppo di esperti spiega che non è possibile formulare raccomandazioni per un esercizio fisico
l’allenamento dell’equilibrio.
2 Si raccomanda che le persone con osteoporosi non svolgano l’allenamento aerobico a scapito
Per le persone con osteoporosi che sono sedentarie, ci sono comorbidità che influenzano la
partecipazione all’attività e hanno un rischio di fratture elevato, quindi è importante essere seguiti
112
ALLENAMENTO DELLA FORZA
progressiva (forza), per tutti i principali gruppi muscolari, almeno 2 volte a settimana. L’intensità e
il tipo di esercizio fisico, devono essere adattati alla tolleranza e abilità del soggetto, specialmente
in presenza di dolore. Devono essere eseguite 2 serie di almeno un esercizio per ciascun gruppo
muscolare principale, con un’intensità di 8-12 ripetizioni al massimo per chi può tollerarlo,
riconoscendo che alcune persone, come quelle che sono sedentarie, dovrebbero iniziare da
un’intensità più bassa. Esercizi di allenamento di resistenza possono includere elastici, pesi liberi o
il proprio peso. Le macchine dovrebbero essere evitate in individui ad alto rischio di frattura
vertebrale a meno che non ci sia certezza che possano essere usate e regolate in maniera
esercizi mirati ai muscoli posturali e che individui con osteoporosi e frattura vertebrale, siano
educati alla corretta postura anche durante le attività quotidiane. Vi è una crescente evidenza che
anche suggeriti esercizi per aumentare la forza nei movimenti funzionali e squat.
ALLENAMENTO DELL’EQUILIBRIO
15-20 minuti al giorno), dove è possibile eseguire l’allenamento quotidiano tutto in una volta, in
brevi periodi durante il giorno, o incorporato nelle attività quotidiane. In effetti, uno studio recente
ha dimostrato che l’insegnamento di esercizi integrati nello stile di vita, può funzionare come un
113
programma di esercizi strutturati. Gli esercizi dovrebbero essere scelti in modo da fornire uno
stimolo sufficiente da poter essere controllato, riducendo la base d’appoggio, perturbando il loro
essere quella di incorporare esercizi che sfidano sia la forza che l’equilibrio, come squat, affondi.
Ci deve essere un aumento progressivo della difficoltà o dell’intensità dell’esercizio nel tempo. Le
precauzioni ambientali devono essere sempre la priorità per evitare eventi avversi.
ALLENAMENTO AEROBICO
Per le persone con osteoporosi o fratture vertebrali osteoporotiche, l’esercizio aerobico da solo
potrebbe non essere sufficiente per la prevenzione delle cadute o delle fratture- Anche se
importante per altre funzionalità, non è la priorità in questo tipo di patologia. Per ottenere benefici
per la salute in più domini della salute, oltre alla salute delle ossa, l’esercizio aerobico deve
comunque essere abbinato con allenamento di forza ed equilibrio. Individui con osteoporosi o
l’esercizio aerobico (150-300 minuti a settimana di attività fisica aerobica di intensità moderata o
75-150 minuti a settimana di intensa attività fisica aerobica), in periodi di 10 minuti o più.
esercizio fisico multi-componente possono anche avere il maggior potenziale per migliorare la
densità minerale ossea. Un programma di esercizi domiciliari può essere molto utile in individui ad
114
Post-Ictus: I Benefici Della Ginnastica Respiratoria
L’ictus è la seconda causa globale di morte e la prima causa di disabilità. Studi precedenti hanno
già dimostrato che la debolezza generale nel post-ictus, influenza non solo la muscolatura in
generale, ma anche i muscoli respiratori. Queste persone in genere dimostrano un ridotta forza e
resistenza in questo distretto, in seguito all’alterazione della fisiologia respiratoria. La forza della
muscolatura respiratoria dopo l’ictus è la metà rispetto a quella di soggetti sani. La ridotta funzione
principali cause di morte non vascolare. La ginnastica respiratoria consiste nell’eseguire esercizi di
respirazione ripetitivi contro una resistenza, la quale può essere fornita dalle labbra (bocca
permetterà adattamenti nella loro struttura come in qualsiasi muscolo, fornendo benefici sulla
Secondo l’American Thoracic Society / European Respiratory Society, in riferimento ai test della
debolezza muscolare inspiratoria. Nelle prove che esaminano l’effetto dell’allenamento dei muscoli
respiratori in soggetti sia con malattia neuromuscolare che con malattia ostruttiva polmonare, è
stata utilizzata una soglia di 60 cm H2O, per differenziare i soggetti deboli dai sani. La massima
115
pressione inspiratoria media dei partecipanti nello studio era 46 cm H2O e un aumento di 7
cmH2O, rappresenta un aumento del 16%, che è sufficiente per essere considerato clinicamente
significativo. Sebbene non ci siano valori di riferimento indica quanta forza espiratoria è necessaria
aumento di 13 cmH2O, nei partecipanti con una media nella massima pressione espiratoria di 58
cm H2O, rappresenta comunque un aumento del 22%, che è anche sufficiente per essere
efficace dopo l’ictus. I risultati delle meta-analisi basati su cinque prove, hanno indicato che 30
minuti di allenamento della muscolatura respiratoria, 5 volte a settimana, per 5 settimane, può
aumentare la forza respiratoria muscolare negli individui dopo l’ictus. Inoltre, l’allenamento dei
muscoli respiratori può ridurre il rischio di complicanze respiratorie (ad es., polmonite e infezioni
polmonari).
116
Sindrome Da Conflitto Sub-Acromiale: Guida Per Il Chinesiologo
Il trattamento della “Sindrome da Conflitto Sub-acromiale” della spalla, è cambiato negli ultimi dieci
anni. La sola spiegazione anatomica non è sufficiente per spiegare la patologia. Oggi si parla di
“Sindrome del Dolore Sub-acromiale” (SAPS) e i consigli terapeutici forniti dallo studio, sono:
– La diagnosi può essere fatta solo utilizzando una combinazione di più test di valutazione.
– L’esame ecografico è raccomandato per escludere la rottura di componenti della cuffia dei
rotatori.
– L’esercizio fisico dovrebbe essere di bassa intensità e alta frequenza, combinando esercizio
eccentrico, attenzione alla postura e, in ausilio, trattamento dei punti trigger mio-fasciali.
– Non ci sono prove convincenti che il trattamento chirurgico sia più efficace di quello
conservativo.
117
Neer sviluppò il concetto di sindrome da “conflitto”. Questa condizione può essere causata o
aggravata dal contatto tra l’acromion e la cuffia dei rotatori, mentre si solleva il braccio. Oggi
invece, l’attenzione viene posta sul ruolo della degenerazione dei tendini nei muscoli della
cuffia. Questa sindrome, oggi detta “Sindrome del dolore sub-acromiale”, viene descritta come un
evento non traumatico, di solito unilaterale, che causa dolore attorno all’acromion e che peggiora
C’è una associazione tra il verificarsi di questo dolore e movimenti ripetitivi della spalla o
mano/polso, durante il lavoro. Infatti il lavoro che richiede l’utilizzo prolungato della mano, braccio e
parte superiore dell’arto, oppure il lavorare con una cattiva posizione della spalla, sono tutti fattori
importanti. Ci sono anche prove importanti che l’esercizio fisico (più di 3 ore a settimana per
almeno 10 mesi all’anno), ha un effetto preventivo sul rischio di disturbi al collo, spalle e per il
modificare e variare i movimenti della spalla o della mano durante il lavoro, così da lavorare in
118
QUALI ANALISI STRUMENTALI SONO UTILI?
della cuffia dei rotatori. L’artrografia MR è un metodo accurato per escludere le lesioni parziali della
cuffia dei rotatori. È probabile che l’ecografia sia un metodo accurato per la rilevazione della
tendinopatia della cuffia dei rotatori, borsite sub-acromiale, rottura del tendine del bicipite e
tendinosi calcarea. L’ecografia della spalla è un metodo sensibile e specifico. Gli Ultrasuoni sono
consigliati, se un primo periodo di trattamento non operatorio, non porta a miglioramenti. Gli
ultrasuoni possono essere combinati con la radiografia convenzionale della spalla per determinare
artrosi, anomalie ossee, e presenza / assenza di depositi di calcio. La risonanza magnetica della
spalla è indicata quando gli ultrasuoni sono inconcludenti e dovrebbe essere usata di più, solo in
Esercizi focalizzati sul polsino di rotatore e stabilizzatori scapolari, sembrano essere efficaci. Le
mobilizzazioni manuali articolari NON hanno alcun beneficio aggiuntivo nel ridurre il dolore e
migliorare la funzione della spalla (Brudvig et al., 2011). L’esercizio fisico dovrebbe preferibilmente
essere eseguito a bassa intensità e alta frequenza, entro la soglia del dolore e concentrandosi sul
119
Le raccomandazioni elencate di seguito, forniscono un consiglio basato sulla migliore evidenza
scientifica disponibile:
1. Una buona diagnosi, fatta dopo una combinazione di prove: Test Hawkins-Kennedy, Test
postura corretta.
5. Trattamento dei punti trigger mio-fasciali (incluso lo stretching dei muscoli), può aiutare.
6. Se i sintomi persistono per più di 6 settimane, l’ecografia e radiografia possono essere utili.
condizione dei muscoli quando si considera una riparazione della cuffia dei rotatori.
120
Reflusso Gastroesofageo: Perché Praticare Ginnastica
Respiratoria?
La malattia da reflusso gastroesofageo (GERD) è una condizione che si sviluppa quando il riflusso
gastrico, provoca sintomi fastidiosi e diverse complicanze (si parla di almeno due episodi di
bruciore di stomaco a settimana). Rappresenta uno dei più comuni disturbi gastrointestinali e in
concomitanza si registra un rilassamento inappropriato dello sfintere esofageo inferiore (LES). Ciò
fa sì che l’acido gastrico entri nella componente distale dell’esofago, stimolando i chemocettori e
causando irritazione con insorgenza della sintomatologia. Questi sintomi sia esofagei che extra-
esofagei, sono innescati da lesioni della mucosa, dovuti alla frequenza e alla durata di questi
eventi di reflusso. I soggetti in questa condizione avvertono altri sintomi, come: gola secca, mal di
gola, raucedine, tosse cronica, disfagia o bruciore alla bocca. Spesso queste persone hanno
diagnosi errate, ad esempio vengono trattate per rinite (non allergica), rinofaringite o sinusite. Il
sfintere esofageo inferiore. Questo sfintere è un fascio di fibre muscolari lisce circolari nella parte
distale dell’esofago che genera una pressione positiva più alta rispetto alla pressione intra-
stomaco.
121
Il diaframma toracico è costituito da una componente costale e una parte crurale, inserita nelle
coste e nel rachide. La parte crurale lega l’esofago verso l’alto, creando un canale dove l’esofago
entra nell’addome. Il diaframma crurale esercita un’azione a pinza sullo sfintere esofageo
inferiore, e il legamento freno esofageo si collega anatomicamente ai muscoli crurali. Tra gli
stimata intorno al 4% per anno. I possibili fattori che contribuiscono a questo riguarda l’aumento
È noto che la contrazione del diaframma crurale, ha un ruolo fondamentale nella regolazione
fisiologica della barriera anti-reflusso, ed essendo un muscolo striato, può essere contratto
Data la sua sicurezza e mancanza di effetti collaterali, questo tipo di lavoro potrebbe svolgere un
ruolo cruciale ed essere una promettente opzione integrativa per il trattamento della malattia da
122
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