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I.S.I.S.

Prova n°: 1
“Leonardo Da Vinci”
LABORATORIO DI TECNOLOGIA
PORTOGRUARO (VE) MECCANICA Data: 9/12/2022

Insegnanti:
Classe: 5° Sezione: A Allievo: Battistutta Mattia Prof. Seminara Giuseppo
Prof. Tosato Giangiacomo

Oggetto della prova : Rilevare la temprabilità di un provino attraverso la prova jominy

Apparecchiature e/o Strumenti : Forno a muffola con sistema di raffreddamento ad acqua, rettificatrice,
durometro per la prova Jominy di durezza Rockwell.

SCHEMI :

Forno a muffola attraverso il quale i tre tipi di acciai sono stati portati ad una
temperatura prescelta con un determinato tempo T di mantenimento. Nella fase di
raffreddamento un getto d'acqua a temperatura ambiente raffredda il provino dalla
sua estremità.

Disegno del provino, contenente alcune delle dimensioni secondo la normativa


europea, sul quale andremo ad effettuare la prova Jominy
Questo è il durometro,
attraverso il quale
andremo a ricavare la
durezza del provino nei
vari punti, nel nostro
caso si tratta di durezza
rockwell. Prima
inseriamo il provino
nell'apposita sede, poi
andiamo ad applicare
un precarico di 3
secondi e
successivamente il
carico vero e proprio
per 8 secondi.
La tabella sovrastante riporta tutti i dati di durezza rilevati attraverso il durometro
in tutti e tre i provini.

Questo è il grafico della banda di


temprabilità del primo provino.

Questo è il grafico della banda di


temprabilità del secondo provino.

Questo è il grafico della banda di


temprabilità del terzo provino.
RELAZIONE

SCOPO DELL’ ESERCITAZIONE: individuare il tipo di materiale che compone i tre


diversi provini andando a comparare il grafico della durezza rilevata nei vari punti del provino
con i grafici a noi già noti e così capire se i materiali sono temprabili o meno (almeno 50% di
martensite).

CONTROLLI PRELIMINARI: I pezzi da temprare non devono presentare cricche o


deformazioni evidenti che potrebbero alterare i risultati della prova.
Controllare la temperatura del forno (all’incirca di 850°) e del corretto funzionamento
dell’apparecchiatura di raffreddamento.
Controllare infine che la strumentazione per la misurazione della durezza sia tarata
correttamente.
Controllare che si utilizzi un acciaio da costruzione poiché la norma dice che questo tipo di
prova deve essere svolta solamente con acciai da costruzione appunto (quindi acciai da
bonifica,costruzione, c40, 18NiCr ecc) ovvero acciai con bassa-media temprabilità.
Gli acciai ad alta temprabilità non vengono trattati perché sono degli acciai con tanti elementi
leganti e di conseguenza la tempra gli arriva fino al cuore.

CONDOTTA DI PROVA: Il provino prima di tutto viene sottoposto ad un trattamento


termico di normalizzazione al fine di eliminare le tensioni interne per evitare la formazione di
cricche, poi viene realizzato rispettando le misure indicate dalla normativa (immagine sopra),
esso può essere di due tipi: o flangiato (quello che utilizziamo noi) o sottosquadro.
Il provino viene quindi introdotto in un forno e riscaldato alla temperatura di tempra, quindi a
C3, ovvero la temperatura di equilibrio tra ferrite e austenite. 50/70 gradi sopra alle
temperatura di austenizzazione, quindi circa 870 gradi, successivamente il provino viene
mantenuto a questa temperatura per un tempo complessivo che va da 30 a 35 minuti.
Il forno ha due scale, la prima è quella dove andiamo a vedere la temperatura da noi
impostata, la seconda quella che indica la temperatura reale presente all'interno della muffola
(composta da materiale refrattario).
Durante il riscaldo la provetta non deve essere soggetta né a decarburazione né a formazione
di scaglie di ossido, per cui è opportuno far uso di un contenitore.
A riscaldo ultimato, il provino deve essere soggetto ad un raffreddamento brusco con lo scopo
di ottenere martensite (a questo punto il materiale sarà più duro e più resistente a trazione, di
conseguenza avremmo una scarsa tenacità e resilienza), viene quindi estratto dal forno e
posizionato sull'apparecchiatura di raffreddamento.
L'apparecchiatura di raffreddamento è costituita da un supporto avente al centro un foro
circolare, nel quale viene introdotta la provetta, la normativa dice che il provino deve essere
tolto dal forno attraverso le apposite pinze ed inserito nel supporto per il raffreddamento in 5
secondi di tempo.
Un getto d'acqua, di altezza pari a 65 ± 10 mm, colpisce l'estremità inferiore del provino e si
attendono 15 minuti per il completamento del raffreddamento.
La temperatura dell'acqua deve (secondo normativa) essere pari a 20 ± 5°C; inoltre l'acqua
deve avere una pressione costante. Nel retro del forno c'è la vasca dell'acqua che utilizza il
concetto dei vasi comunicanti, quindi l'acqua scorre sempre alla stessa pressione.
Da un estremità del provino inizia ad esserci un raffreddamento brusco, quindi ci sarà un
aumento di durezza (struttura martensitica), man mano che la velocità di raffreddamento
diminuisce, diminuisce anche la durezza.
L'uggello deve avere un diametro di 12,5 ± 0,5 mm, e la distanda dell'uggello dal provino,
deve essere anch'essa di 12,5 ± 0,5mm.
Dopo il completo raffreddamento del provino, sulla provetta temprata si esegue una rettifica
che asporti uno strato di spessore 0,4-0,5 mm lungo due generatrici diametralmente opposte.
Su ciascuna generatrice si andranno ad effettuare dei rilievi di durezza Rockwell C a
determinate distanze dall'estremità temprata a partire da 60 mm ogni 5 mm fino a 15 mm, da
qui in poi le prove verranno effettuate ogni 2 mm fino a 3 mm e l’ultima a 1.5 mm.
I valori medi ottenuti nella misura delle durezze sulle due generatrici verranno riportati su un
diagramma che ha per ordinate i valori della durezza e per ascisse la distanza dall'estremità
raffreddata, espressa in millimetri.

OSSERVAZIONI : Osservando le misurazioni vediamo che la durezza massima è all'estremità dove


abbiamo la velocità più alta di raffreddamento e diminuisce gradatamente all'aumentare della distanza in cui
diminuisce anche la velocità di raffreddamento.
Notiamo inoltre che le misurazione ricavate dal primo provino forniscono dei valori piuttosto bassi,
questo va a significare che la scala utilizzata non è quella corretta.

CONCLUSIONI : La prova è andata a buon fine,non abbiamo riscontrato grossi problemi se


non qualche piccolo errore durante il rilevamento delle durezze, questo può essere dato dalla
macchina oppure dall'operatore che ha commesso un errore nella lettura dello strumento
oppure nell'azionare e disazionare la leva rispettando correttamente i tempi.
I tre provini, come già sapevamo, sono formati da materiali differenti tra loro, questo lo
possiamo notare dalle curve di temprabilità tra loro diverse.
Comparando le curve ottenute con altre già note riusciamo a ricavare i materiali dei tre
provini:

Il primo grafico può essere comparato con quello del 16NiCrMo2.


Il grafico del secondo provino può essere comparato al grafico di un provino in 32CrMo12.

Possiamo identificare il materiale del terzo provino come 16NiCrMo12 .

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