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Laboratorio di Tecnologia Meccanica

Prova di Temprabilità Jominy


UNI 3150

Alunno: Motolese Alessio


Classe: 5Bmecc
Torino, 31-01-2022

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Obiettivo:
Stabilire la temprabilità di un materiale, cioè misurare la capacità di un acciaio,
mediante un trattamento di tempra, ad assumere in profondità una struttura
martensitica (più dura).

Descrizione fasi della prova Jominy:


1) Riscaldamento di una provetta normalizzata ed unificata nel forno elettrico a
muffola inserita nella camicia con al fondo una pastiglia di grafite che consente un
riscaldamento omogeneo del pezzo.
2) Austenitizzazione della provetta ad una temperatura di 900°C e mantenimento di
essa per 30 minuti a temperatura costante. Successiva estrazione del pezzo con le
apposite pinze.
3) Posizionamento del provino sull’apposito supporto e, dopo l’apertura immediata
del rubinetto dell’acqua del lapidello, raffreddamento da un estremo della provetta.
La temperatura dell’acqua deve essere compresa nell’intervallo 5÷30 °C. Con questo
metodo si realizzano, sul provino, diverse velocità di raffreddamento, da quella
relativa all’acqua agitata, sulla faccia colpita direttamente dal getto, a quella relativa
all’aria calma sulla superficie opposta.
4) Sulla provetta trattata si ricavano due spianature, lungo due generatrici opposte,
con profondità di 0,5 mm, per evitare che il pezzo si riscaldi durante la lavorazione.
5) Sulle due spianature vengono effettuate prove di durezza HRC.
6) Le medie dei valori della durezza (ottenuti sui punti corrispondenti delle due
generatrici) sono riportati su un diagramma (grafico) che ha in ascisse le distanze
dall’estremità raffreddata e in ordinate i valori della durezza. Poiché la qualità degli
acciai può variare in funzione della fornitura, la normativa è in grado di assegnare,
ad ogni acciaio, una banda di temprabilità, ovvero due curve limite inferiore e
superiore entro le quali si trovano tutti i punti relativi alle durezze del materiale.

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Provino:
La prova Jominy consiste nel raffreddare, mediante un getto d’acqua, un’estremità
di un provino cilindrico, nel nostro caso di materiale 34NiCrMo6.
Il provino deve avere una lunghezza di 100mm e diametro Ø25mm, per poter essere
montato sul forno il provino ad una estremità ha un diametro maggiore di
Ø32mmx3mm. L’apparecchiatura di raffreddamento è formata da un supporto
forato di diametro Ø26,5mm dove poter inserire il provino. Il getto libero dell’ugello
deve arrivare a 65 mm di altezza e quando entra in contatto con la superficie del
provino deve formare una campana di diametro Ø210mm.

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Forno elettrico a muffola:
È in grado di raggiungere temperature dai 1000 ai 1800 gradi Celsius, a seconda
della potenza e dell'efficienza del materiale refrattario con cui è costruita. I campioni
sono solitamente depositati al suo interno mediante pinze, e contenuti in crogioli di
materiale ceramico.
Il provino viene riscaldato nel forno fino ad arrivare ad una temperatura esterna di
850°C e lasciato permanere per 30 minuti in modo tale che la temperatura sia
omogenea tra l’esterno e il cuore del pezzo. A riscaldo ultimato, il provino deve
essere estratto dal forno e inserito nel supporto forato, questa operazione deve
essere effettuata in meno di 5 secondi, dove un getto d’acqua lo colpisce
sull’estremità inferiore. Il pezzo viene lasciato raffreddare per almeno 10 minuti e
l’acqua deve avere una temperatura tra i 5°C e i 30°C.

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Prova di durezza:
Per la prova di durezza Rockwell (HRC) del provino Jominy, due superfici di prova
vengono ruotate di 180° e rettificate in senso longitudinale a una profondità di circa
0,4-0,5 mm.

In seguito sulle due spianature eseguo le prove di durezza HRC a distanze


prestabilite, rispetto all’estremità venuta a contatto con il getto d’acqua: 1,5-3-5-7-
9-11-13-15 mm, da 15mm a 40mm ogni 5mm e da 40mm a 70mm ogni 10mm. Le
misurazioni si effettuano collocando il penetratore sul provino e applicando un pre-
carico di 10Kg, successivamente viene applicato il carico addizionale, che in questo
caso è di 140Kg, per circa 20 secondi (tempo necessario al macchinario per arrivare
alla profondità massima di penetrazione). La somma delle due forze mi determina la
forza di prova totale.
Nel nostro caso le prove di durezza sono state eseguite ad una distanza di 2-4-6-8-10
mm, da 10mm a 55mm ogni 5mm.

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Distanza (mm) HRC 1° HRC 2°
2 56,0 56,3
4 55,6 55,5
6 55,3 54,3
8 54,9 53,9
10 54,1 52,0
15 51,0 48,8
20 47,8 42,7
25 42,6 42,3
30 37,4 37,4
35 36,7 34,3
40 34,7 33,9
45 33,8 33,8
50 34,9 33,2

Curve Jominy 34NiCrMo6


60

50

40

30
HRC

20

10

0
0 10 20 30 40 50 60
Distanza (mm)

Conclusioni:
Osservando le misurazioni effettuate sul provino notiamo che la durezza massima si
registra dove il provino si è raffreddato in minor tempo, quindi dove è entrato a
contatto con il getto d’acqua. Nell’estremità più dura troveremo una struttura
martensitica, invece nell’altra estremità abbiamo una struttura più tenera per il fatto
che il raffreddamento è avvenuto con tempi molto ampi.

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