Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
1
5.2 DESCRIZIONE DELL’OPERA
La Terminal Frigo Caserta S.R.L., azienda esperta nel settore della logistica e
l’immagazzinamento di materiale surgelato alimentare, ha commissionato la
realizzazione di un capannone industriale nella zona dell’area A.S.I. di Gricignano
di Aversa.
In pianta, l’opera occupa un’area di forma regolare che può essere ricondotta ad un
rettangolo di dimensioni 30x90 metri circa, con un’area totale di circa 2700mq.
Quest’opera, essendo un capannone industriale, è costituita da una struttura portante
intelaiata in acciaio, da una serie di telai che si ripetono identicamente lungo tutta
la dimensione dell’opera.
I setti orizzontali, facente parte del telaio, sono prevalentemente tralicci di copertura
che consentono la ripartizione dei carichi ai pilasti a cui si poggiano.
Avendo una copertura a falda, le altezze saranno variabili, infatti si riscontra
un’altezza massima dell’opera è di 32,20 metri con un minimo di 27,00 metri alle
due estremità.
La struttura poggia su una fondazione mista, costituita da una platea (platea calda e
platea fredda) che ha uno spessore complessivo di circa 1,50 metri, e un gruppo di
390 pali, trivellati gettati in opera, di 60 centimetri di diametro con una profondità
di 26 metri e un interesse pari a 3,00 metri.
Dalla geometria appena descritta, si può desumere la presenza di un palo per ogni
setto verticale che poggia sulla platea.
2
5.3 CAMPAGNA D’INDAGINE
Per poter accertare il dato stratigrafico e geotecnico utile alla determinazione del
modello che, in relazione alle opere da realizzare, fosse il più attendibile, si è fatto
ricorso alle precedenti conoscenze acquisite per indagini dirette ed indirette che
hanno interessato i precedenti lavori eseguiti nello stabilimento della Frigo Caserta
adiacente al sito in analisi.
Inoltre, sono state eseguite le seguenti indagini geognostiche:
- N.°1 sondaggio a carotaggio continuo spinto fino alla profondità di 35 m
con prelievo su n.°2 campioni indisturbati e n.°6 prove SPT;
- Analisi di laboratorio su n.°2 campioni indisturbati;
- N.°17 prove penetrometrica dinamica DPSH;
- N.°1 Prova sismica in foro di tipo Down-Hole.
4
Indagine Penetrometrica dinamica DPSH
5
Prova sismica in foro Down Hole
La metodica prevede l’acquisizione del segnale sismico direttamente nel foro di
sondaggio opportunamente attrezzato con tubo in pvc da 80 mm e cementato
nell’intercapedine.
Attraverso l’utilizzo di sensori da foro è possibile misurare il tempo
intercorso dall’energizzazione all’arrivo dell’onda sismica ai geofoni.
Ciò permette, dopo opportune correzioni geometriche, di conoscere le velocità delle
onde P e S in funzione della profondità con la possibilità di discriminare zone di
inversione di velocità difficilmente riconoscibili con altre metodologie.
L’ esecuzione delle indagini è avvenuta utilizzando un sismografo a trasmissione
digitale del segnale, fabbricato dalla SARA electronic instruments modello
DOREMI, con trattamento del segnale a 24 bit.
8
Figura 5.61 - Stratigrafia terreno con relativi parametri geotecnici.
9
5.5 VERIFICHE SLU E SLE DEL CASO REALE
A valle dell’elaborazione geotecnica effettuata sul sottosuolo oggetto d’esame,
vengono effettuate le verifiche nei confronti della normativa per le fondazioni
miste.
Dai seguenti dati di input, che rispecchiano le caratteristiche geometriche del
manufatto, è stato calcolato il contributo, in termini di capacità portante, della platea
e dei pali, ricordando gli aspetti teorici esposti nel paragrafo 4.4 di questa tesi:
- Numero pali = 390
- Lunghezza Pali = 26 metri
- Diametro 60cm
- Interasse 3,00 metri
Di conseguenza, il carico assorbito dal palo singolo della palificata sarà pari a:
10
181,470 (𝑀𝑁) ∙ 40%
𝑄𝑃,𝑠𝑖𝑛𝑔𝑜𝑙𝑜 = ≅ 0,28 MN/Palo
𝑁
Questo valore deve risultare minore della capacità portante del singolo palo
calcolata con le formule penetrometriche statiche, rettificato dai fattori correttivi
imposte dalla normativa, come già esposto nei paragrafi precedenti:
11
5.6 PROCESSI DI OTTIMIZZAZZIONE
L’impossibilità di pervenire al ragionamento a monte della progettazione della
fondazione su pali, eseguita dal progettista del nostro caso studio, può far sorgere
delle perplessità relative all’utilizzo della finalità della palificata o, perlomeno,
comprendere il rendimento generale dell’opera in funzione dei costi di
realizzazione.
Immaginando di ritenere opportuna ed adeguata la fase preliminare della
progettazione di una fondazione su pali, intesa come caratterizzazione geotecnica,
e soddisfacenti tutte le verifiche della normativa di carattere prettamente strutturale,
si illustra di seguito uno dei possibili procedimenti metodologici, basato su studi
teorici e sperimentali, finalizzato ad ottimizzare la prestazione dall'opera da
realizzarsi.
Tale processo, verrà illustrato attraverso due fasi, la cui seconda sarà direttamente
conseguenza dell’esito della prima.
Si denota che la sola platea garantiva il soddisfacimento delle verifiche allo SLU,
quindi l’aggiunta dei pali deve garantire un incremento di rigidezza del sistema
necessario al soddisfacimento delle verifiche allo SLE (punto 5 della figura 5.4).
13
Di conseguenza avremo che il palo singolo, con lunghezza di 26 metri, ha una
capacità portante di progetto (già depurata dei fattori correttivi secondo le
NTC2018) sarà pari:
𝑄𝑃,𝑑 ≥ 𝑄𝑃,𝑠𝑖𝑛𝑔𝑜𝑙𝑜 Verifica SLU Soddisfatta
1,58 MN/Palo ≥ 0,46MN/Palo
I cedimenti attesi in fondazione stimati sono:
𝑤𝑔 = 13,43mm cedimento medio
14
Approccio II - DSBD - DIFFERENTIAL SETTLEMENT BASED DESIGN
Il secondo approccio è finalizzato alla riduzione dei cedimenti differenziali attesi in
fondazione, ottenibile diminuendo l’area occupata dai pali e/o aumentando il valore
dell’interasse.
Si riportano di seguito le due possibilità di scelte che si possono derivare da questo
approccio.
Approccio IIa - Si effettua una variazione del numero dei pali da 390 a 180,
mantenendo costante il valore dell’interasse (s) pari a 3 metri.
Da tale ipotesi ne deriva che i pali saranno posizionati in modo strategico sotto la
platea, per cui l’area occupata dai pali sarà minore dell’area della platea.
Nella seguente figura si evince coma variano i cedimenti attesi al variare della
lunghezza del palo, a parità delle altre condizioni.
15
Figura 2.65 - Cedimenti attesi al variare della Lunghezza del palo.
Nella seguente figura si evince coma variano i cedimenti attesi al variare della
lunghezza del palo, a parità delle altre condizioni.
16
Figura 3.66 - Cedimenti attesi al variare della Lunghezza del palo.
17
𝑤𝑔,𝑚𝑎𝑥 = 52,09 cedimento massimo
Nella seguente figura si evince coma variano i cedimenti attesi al variare della
lunghezza del palo, a parità delle altre condizioni.
18
Figura 4.68 - Variazione del calcestruzzo in relazione alla lunghezza della palificata partendo
delle ipotesi descritte.
Verificato che tutte le soluzioni abbino un esito positivo nei confronti delle
normative vigenti, si evince dal confronto col caso studio di riferimento, come si
sarebbe potuto ridurre notevolmente il volume di calcestruzzo utilizzato.
Di conseguenza, volendo considerare il volume di calcestruzzo proporzionale al
costo della messa in opera, si riscontra un notevole dispendio in denaro del caso
reale.
Si riportano i volumi di calcestruzzo riferiti alle diverse scelte progettuali:
19
Pertanto, risulta evidente che le scelte progettuali effettuate nei confronti del
progetto della fondazione mista possono ritenersi molto “conservative” o per lo
meno, poco “coraggiose” nel caso in esame.
20
5.7 CONCLUSIONI
Costatato che la pianificazione di un’adeguata campagna d’indagini prima e una
caratterizzazione geotecnica dopo, consente di avere una conoscenza più accurata
del sottosuolo, tale da assegnare parametri meglio rappresentativi della realtà
utilizzati nei calcoli delle verifiche SLU e SLE.
Il lavoro svolto nell’elaborato di tesi ha condotto ad una più ampia e approfondita
conoscenza del comportamento delle fondazioni su pali, che nasce
dall’applicazione delle sollecitazioni che giungono dalla sovrastruttura.
Dalle analisi parametriche effettuate, si deducono le seguenti considerazioni:
- Con una progettazione di una fondazione su pali finalizzata a ridurre il
cedimento medio (SBD – settlement based design), si ottiene lo stesso
rendimento decrementando il numero dei pali, poiché gli effetti
d’interazione tra pali cresce in modo più che proporzionale col numero degli
stessi;
- Con una progettazione di una fondazione su pali finalizzata a ridurre il
cedimento differenziale (DSBD – differential settlement based design) si
ottiene un rendimento analogo seguendo diversi approcci progettuali, quali
ad esempio aumentare l’interasse a parità di area occupata dai pali, oppure
diminuire l’area occupata dai pali a parità d’interasse;
- Con una progettazione di una fondazione su pali finalizzata a ridurre le
sollecitazioni (momento flettente e taglio) all’interno della platea (Raft
Based Design approach, RBD), si ottiene un analogo rendimento riducendo
il diametro dei pali e/o la lunghezza degli stessi.
A valle delle suddette considerazioni, volgere l’attenzione nel concepire e
comprendere preliminarmente la finalità della fondazione mista, comporta risultati
più soddisfacenti. D’altronde, qualsivoglia sia la problematica da affrontare
nell’ottica ingegneristica, si può assentire che esistono innumerevoli soluzioni ad
essa connesse. Pertanto si afferma che il criterio di scelta sarà quindi basato su
procedimenti di natura teorica ed empirica, rivolto a soddisfare le normative vigenti,
21
ma anche dando importanza al costo in denaro annesso alla realizzazione della
stessa.
In conclusione, lo scopo della tesi è stato quello di illustrare come i processi di
ottimizzazione di fondazione su pali, possano garantire un maggiore rendimento
generale dell’opera.
22
BIBLIOGRAFIA
Poulos, H.G., Davis, E.H., 1980. Pile foundation analysis and design. John Wiley
& Sons,New York.
Caputo, V., Viggiani, C., 1984. Pile foundation analysis: a simple approach to
non linearity effects. Rivista Italiana di Geotecnica,
Russo, G., Viggiani, C., 1998. Factors controlling soil-structure interaction for
piled rafts. Int. Conf. on Soil-Structure Interact. in Urban Civil Engineering.
Katzenbach R. & Arslan U. eds., Darmstadt
De Sanctis, L., Mandolini, A., Russo, G., Viggiani, C., 2002. Some remarks on the
optimum design of piled rafts. ASCE Geotechnical Spec. Publication 116, O’Neill
& Townsend editors., Orlando
Mandolini A., 2003. Design of piled rafts foundations: practice and development.
Proc. Geotech. Int. Seminar on Deep Foundations on Bored and Auger Piles,
Ghent, Van Impe & Haegeman eds
Mandolini A., Russo G., Viggiani C., 2005. Pile foundations: experimental
investigations, analysis and design. Proc. XVI ICSMFE, vol. 1, 177-213, Osaka,
Japan.
23
APPENDICE A
Figura 1.1 - Indicazioni sul volume significativo del sottosuolo a seconda del tipo
e delle dimensioni del manufatto, nel caso di terreno omogeneo ...... Errore. Il
segnalibro non è definito.
Figura 1.2 - Scelta del livello di approfondimento dell’indagine geotecnica su base
economica .............................................. Errore. Il segnalibro non è definito.
Figura 1.3 - Schema dell’attrezzatura utilizzata per la prova S.P.T. ......... Errore. Il
segnalibro non è definito.
Figura 1.4 - Penetrometro statico installato su camion Errore. Il segnalibro non è
definito.
Figura 1.5 - Esempio di rappresentazione dei risultati di una prova CPT. Errore. Il
segnalibro non è definito.
Figura 1.6 - Effetto della deviazione dalla verticale sul profilo della resistenza di
punta di un penetrometro meccanico. .... Errore. Il segnalibro non è definito.
Figura 1.7 - Schema della prova Cross-Hole e Down-Hole... Errore. Il segnalibro
non è definito.
Figura 1.8 - Schema cella Edometrica .......... Errore. Il segnalibro non è definito.
Figura 1.9 - Schema di una cella triassiale.... Errore. Il segnalibro non è definito.
Figura 1.10 - Prova UU ................................. Errore. Il segnalibro non è definito.
Figura 1.11 - Prova CID ................................ Errore. Il segnalibro non è definito.
Figura 1.12 - Schema di riferimento ............. Errore. Il segnalibro non è definito.
Figura 1.13 - Prova di taglio diretto .............. Errore. Il segnalibro non è definito.
Figura 2.14 - Meccanismi di Rottura ............ Errore. Il segnalibro non è definito.
Figura 2.15 - Meccanismi di rottura di fondazioni ...... Errore. Il segnalibro non è
definito.
Figura 2.16 - Schema Prandalt ...................... Errore. Il segnalibro non è definito.
Figura 2.17 - Schema Terzaghi ..................... Errore. Il segnalibro non è definito.
Figura 2.18 - Fattori capacità portante fondazioni superficiali ................. Errore. Il
segnalibro non è definito.
24
Figura 2.19 - Fattori di Forma (Vesic 1975) . Errore. Il segnalibro non è definito.
Figura 2.20 - Schema per il calcolo della capacità portante di fondazioni
nastriforme con carico eccentrico .......... Errore. Il segnalibro non è definito.
Figura 2.21 - Schema per il calcolo della capacità portante di fondazione
rettangolare con carico doppiamente eccentrico. .. Errore. Il segnalibro non è
definito.
Figura 2.22 - Esempio di dominio di rottura di una fondazione superficialeErrore.
Il segnalibro non è definito.
Figura 2.23 - Piano di posa e/o di campagna inclinato. Errore. Il segnalibro non è
definito.
Figura 2.24- Influenza della posizione della falda sul calcolo della capacità
portante .................................................. Errore. Il segnalibro non è definito.
Figura 3.25 - Schema per il calcolo della capacità portante di un palo isolato.
............................................................... Errore. Il segnalibro non è definito.
Figura 3.26 - Meccanismi di rottura ipotizzati per un palo : a) Caquot,Buisman e
Terzaghi; b)Meyerhof; c) Beretzanzev; d) Skempton, Gibson e Vesic; Errore.
Il segnalibro non è definito.
Figura 3.27 - a) Pali infissi in argille tenere; b) Pali infissi in argille consistenti; c)
Pali trivellati in argille consistenti (Burland 1973).. Errore. Il segnalibro non
è definito.
Figura 3.28 - Valori di K e di tan per pali di medio diametro in terreni incoerenti.
............................................................... Errore. Il segnalibro non è definito.
Figura 3.29 - stato di sforzo relativo a un elemento di terreno intorno al palo.
............................................................... Errore. Il segnalibro non è definito.
Figura 3.30 - cedimento con modulo di Poisson 0.40 .. Errore. Il segnalibro non è
definito.
Figura 3.31 - cedimento con modulo di Poisson 0.50 .. Errore. Il segnalibro non è
definito.
25
Figura 3.32 - Compressibilità del palo effetto sotto sforzo di taglio ........ Errore. Il
segnalibro non è definito.
Figura 3.33 - fattore d’influenza per i cedimenti in testa palo e alla base Errore. Il
segnalibro non è definito.
Figura 3.34 - meccanismo resistente palo con sollecitazioni ortogonali all'asse.
............................................................... Errore. Il segnalibro non è definito.
Figura 3.35 - relazione carico cedimento laterale. ....... Errore. Il segnalibro non è
definito.
Figura 3.36 - relazione momento e rotazio ... Errore. Il segnalibro non è definito.
Figura 3.37 -a) relazione carico laterale-rotazione; b) relazione momento-
cedimento ............................................... Errore. Il segnalibro non è definito.
Figura 3.38 - nomenclatura utilizzata............ Errore. Il segnalibro non è definito.
Figura 3.39 - Schema di riferimento ............. Errore. Il segnalibro non è definito.
Figura 3.40 - Andamento del rapporto tra il cedimento del palo scarico e il
cedimento del generico palo sollecitato . Errore. Il segnalibro non è definito.
Figura 3.41 - Andamento del rapporto tra il cedimento del palo scarico e la
componente elastica del cedimento del generico palo
sollecitato………………………………100
Figura 3.42 - Interazione tra due pali identici caricati ortogonalmente all’asse . 105
Figura 3.43 - a) Fattori d'interazione α_pH (Kr= 10^-3) .................................... 107
Figura 3.44 - b) Fattori d'interazione α_pM (Kr= 10^-3) Errore. Il segnalibro non
è definito.
Figura 3.45 - a) Fattori d'interazione α_pF (Kr= 10^-3) . Errore. Il segnalibro non
è definito.
Figura 3.46 - b) Fattori d'interazione α_θF (Kr= 10^-3) . Errore. Il segnalibro non
è definito.
Figura 4.47 - Abaco per la scelta di un approccio di progetto Errore. Il segnalibro
non è definito.
Figura 4.48 - Sistemi di fondazione .............. Errore. Il segnalibro non è definito.
26
Figura 4.49 - curva carico-cedimento secondo il metodo PDR ................ Errore. Il
segnalibro non è definito.
Figura 4.50 - Geometria di base del problema e nomenclatura adottata. .. Errore. Il
segnalibro non è definito.
Figura 4.51 - Effetto della rigidezza della fondazione sui cedimenti al centro..
............................................................... Errore. Il segnalibro non è definito.
Figura 4.52 - Fattore d'influenza per fondazioni circolari di spessore infinito…128
Figura 4.53 - Fattore d'influenza per fondazioni circolari di spessore finito…...128
Figura 4.54 - Fattore di correzione dei cedimenti per maggiore profondità del
piano posa .................................................................................................. 1229
Figura 4.55 - Relazione tra α_p e [(Ag/A)/(s/d)]. .............................................. 132
Figura 4.56 - Efficacia di un gruppo di pali al variare di B/L (da
Randolph,2003b).. ..................................................................................... 1234
Figura 4.57 - Interazione tra platea e pali al variare del rapporto B/L.. ............ 1235
Figura 4.58 - Relazione tra Δw/w e Krs (da Randolph, 2003c). ....................... 1237
Figura 4.59 - pali come riduttori di cedimento differenziale (Horikoshi &
Randolph, 1997).. ...................................................................................... 1239
Figura 5.60 - Pianta strutturale del manufatto................................................... 1242
Figura 4.61 - Stratigrafia terreno con relativi parametri geotecnici.. ................ 1249
Figura 4.62 - Relazione tra αp e [(Ag/A)/(s/d)]. ................................................ 120
Figura 4.63 - Abaco per la scelta di un approccio di progetto. ............................. 12
Figura 4.64 - Cedimenti attesi al variare della Lunghezza del palo. ..................... 14
Figura 4.65 - Cedimenti attesi al variare della Lunghezza del palo. ..................... 16
Figura 5.66 - Cedimenti attesi al variare della Lunghezza del palo. ..................... 17
Figura 5.67 - Cedimenti attesi al variare della Lunghezza del palo. ..................... 18
Figura 5.68 - Variazione del calcestruzzo in relazione alla lunghezza della
palificata partendo delle ipotesi descritte....................................................... 19
Figura 5.69 - Grafico di confronto in termini di cedimenti dei vari approcci. ...... 20
APPENDICE B
27
Tabella 1.1 - Categorie geotecniche secondo l’Eurocodice EC7Errore. Il
segnalibro non è definito.
Tabella 1.2 - Ampiezza orientativa dell’indagine geotecnica.Errore. Il segnalibro
non è definito.
Tabella 1.3 - Classi di qualità dei campioni .. Errore. Il segnalibro non è definito.
Tabella 2.4 - Fattori di profondità (Vesic 1975).Errore. Il segnalibro non è
definito.
Tabella 2.5 - Fattori di inclinazione del carico (Vesic).Errore. Il segnalibro non è
definito.
Tabella 2.6 - Fattori di inclinazione del piano di posa ( ε<𝜋4) (Hansen, 1970).
............................................................... Errore. Il segnalibro non è definito.
Tabella 2.7 - Coefficienti Parziale per le azioni o per l'effetto delle azioni. . Errore.
Il segnalibro non è definito.
Tabella 2.8 - Coefficienti parziali per i parametri geotecnici del terrenoErrore. Il
segnalibro non è definito.
Tabella 2.9 - Coefficienti parziali 𝛾𝑟 per le verifiche agli stati imiti ultimi di
fondazioni superficiali. .......................... Errore. Il segnalibro non è definito.
Tabella 3.10 - Confronto tra pali battuti e pali trivellatiErrore. Il segnalibro non è
definito.
Tabella 3.11 - Coefficienti parziali per le azioni o per effetto della azioni. Errore.
Il segnalibro non è definito.
Tabella 3.12 - Coefficienti parziali per i parametri geotecnici del terreno. .. Errore.
Il segnalibro non è definito.
Tabella 3.13 - Coefficienti parziali 𝛾𝑅 per le verifiche agli stati limiti ultimi di
fondazioni superficiali. .......................... Errore. Il segnalibro non è definito.
Tabella 3.14 - Coefficienti parziali 𝛾𝑅 da applicare alla resistenze caratteristiche.
............................................................... Errore. Il segnalibro non è definito.
28
Tabella 3.15 - Fattori di correlazione ξ per la determinazione della resistenza
caratteristica a partire dai risultati di prove di carico statico su pali pilota.
............................................................... Errore. Il segnalibro non è definito.
Tabella 3.16 - Fattori di correlazione ξ per la determinazione della resistenza
caratteristica in funzione del numero di verticali indagate.Errore. Il
segnalibro non è definito.
Tabella 3.17 - - Fattori di correlazione ξ per la determinazione della resistenza
caratteristica a partire dai risultati di prove di carico dinamico su pali pilota.
............................................................... Errore. Il segnalibro non è definito.
Tabella 3.18 - Coefficienti parziali 𝛾𝑇 per le verifiche agli stati limite ultimi di pali
soggetti a carichi trasversali................... Errore. Il segnalibro non è definito.
Tabella 5.19- Risultati SPT ..................................................................................... 4
29