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CAPITOLO V – CASO STUDIO

5.1 QUADRO GENERALE


Per comprendere ed utilizzare nel miglior modo una fondazione, introduciamo uno
studio di un caso concreto, che nello specifico riguardano i processi di
ottimizzazione della progettazione di una fondazione su pali su di un terreno a
stratigrafia reale.
In primo luogo, recepiremo e rielaboreremo i risultati pervenuti dalla campagna di
indagini, schematizzando in modo più adeguato un modello di sottosuolo
geotecnico rappresentativo della realtà.
Successivamente, valuteremo i coefficienti di sicurezza con la verifica di resistenza
della fondazione riguardo le sollecitazioni ultime (SLU), e verranno stimati i
cedimenti nei confronti delle sollecitazioni di esercizio (SLE), seguendo la
normativa vigente (NTC-2018).
Considereremo i risultati ottenibili da una progettazione mista con diverse esigenze
progettuali:
- ridurre i cedimenti medi (Settlement Based Design approach, SBD);
- ridurre i cedimenti differenziali (Differential Settlement Based Design
approach, DSBD);
- ridurre le sollecitazioni (momento flettente e taglio) all’interno della platea
(Raft Based Design approach, RBD).
A valle di tali considerazioni, possiamo concludere confrontando i risultati
pervenuti dalle possibili scelte progettuali con l’economicità e il rendimento
generale dell’opera da realizzare.

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5.2 DESCRIZIONE DELL’OPERA
La Terminal Frigo Caserta S.R.L., azienda esperta nel settore della logistica e
l’immagazzinamento di materiale surgelato alimentare, ha commissionato la
realizzazione di un capannone industriale nella zona dell’area A.S.I. di Gricignano
di Aversa.
In pianta, l’opera occupa un’area di forma regolare che può essere ricondotta ad un
rettangolo di dimensioni 30x90 metri circa, con un’area totale di circa 2700mq.
Quest’opera, essendo un capannone industriale, è costituita da una struttura portante
intelaiata in acciaio, da una serie di telai che si ripetono identicamente lungo tutta
la dimensione dell’opera.
I setti orizzontali, facente parte del telaio, sono prevalentemente tralicci di copertura
che consentono la ripartizione dei carichi ai pilasti a cui si poggiano.
Avendo una copertura a falda, le altezze saranno variabili, infatti si riscontra
un’altezza massima dell’opera è di 32,20 metri con un minimo di 27,00 metri alle
due estremità.

Figura 5.60 - Pianta strutturale del manufatto.

La struttura poggia su una fondazione mista, costituita da una platea (platea calda e
platea fredda) che ha uno spessore complessivo di circa 1,50 metri, e un gruppo di
390 pali, trivellati gettati in opera, di 60 centimetri di diametro con una profondità
di 26 metri e un interesse pari a 3,00 metri.
Dalla geometria appena descritta, si può desumere la presenza di un palo per ogni
setto verticale che poggia sulla platea.
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5.3 CAMPAGNA D’INDAGINE
Per poter accertare il dato stratigrafico e geotecnico utile alla determinazione del
modello che, in relazione alle opere da realizzare, fosse il più attendibile, si è fatto
ricorso alle precedenti conoscenze acquisite per indagini dirette ed indirette che
hanno interessato i precedenti lavori eseguiti nello stabilimento della Frigo Caserta
adiacente al sito in analisi.
Inoltre, sono state eseguite le seguenti indagini geognostiche:
- N.°1 sondaggio a carotaggio continuo spinto fino alla profondità di 35 m
con prelievo su n.°2 campioni indisturbati e n.°6 prove SPT;
- Analisi di laboratorio su n.°2 campioni indisturbati;
- N.°17 prove penetrometrica dinamica DPSH;
- N.°1 Prova sismica in foro di tipo Down-Hole.

Sondaggio a carotaggio continuo


La ditta “Sottosuolo S.r.l.” ha eseguito il sondaggio a carotaggio continuo con
una attrezzatura di perforazione costituita da una sonda a rotazione del tipo
Macchina operatrice CMV aventi le seguenti caratteristiche:
- Attrezzatura a testa di rotazione idraulica;
- Velocità di rotazione da 0 a 480 giri/min.:
- Coppia max 420 kgm;
- Motore di lavoro diesel;
- Spinta sulla testa di rotazione kg 3000;
- Avanzamento idraulico a testa di rotazione;
- Carro cingolato;
- Argano idraulico;
- Freno blocca aste;
- Tubazione metallica di rivestimento provvisorio con diametro Ø 140 mm;
- Carotieri semplici azionati a secco mediante batteria di aste di diametro,
Ø101mm, e di lunghezza pari a 3.0 m;
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Il sondaggio denominato “S1” ha raggiunto la profondità di 35,00 m. Tale
profondità, oltre ad essere necessaria per l’effettuazione della sismica in foro, è più
che sufficiente ad investigare il volume significativo per le opere a farsi.
Durante le fasi di perforazione è stata rilevata la presenza della falda ad una
quota di 7,00 metri di profondità rispetto al piano campagna utilizzando un
freatimetro della PASI s.r.l. modello BFK T100.

Prova SPT e procedura d’esecuzione


Nel corso della perforazione sono state eseguite nel foro di sondaggio, 6 prove
penetrometriche dinamiche di tipo Standard Penetration Test “SPT”.
La prova penetrometrica dinamica SPT (dall'inglese Standard Penetration Test)
consiste nel far penetrare nel terreno, sotto i colpi di un maglio con peso di 63,5 kg
e da un'altezza di 76 cm, un campionatore standardizzato a campionatore di tipo
Raymond apribile longitudinalmente avente:
 diametro esterno = 51 mm; diametro interno = 35 mm
 lunghezza L = 457 mm; lunghezza scarpa l = 76 mm
 angolo scarpa a = 16° – 23 °
I test delle SPT che sono stati effettuati nei fori di sondaggio, vengono riportati
nella successiva tabella con le relative quote dal piano campagna:

Tabella 5.1- Risultati SPT

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Indagine Penetrometrica dinamica DPSH

Per la definizione del comportamento a rottura e di deformabilità associabile al


substrato esaminato, sulla constatazione dell’incoerenza del mezzo da indagare,
sono utilizzati i dati di 17 prove penetrometriche super pesante di tipo DPSH
denominate P1, P2…Pn.
La ditta “Igem Srl” ha così eseguito le prove Penetrometriche Dinamiche
Superpesante (Stefanoff 1988), eseguite con penetrometro del tipo Pagani TG
63/200 kN, approfondite tra i 15 e 20 m tranne nel caso della
penetrometrica P13 che ha ottenuto un rifiuto strumentale a 6.2 m.
In cantiere si sono registrati, per lettura diretta, i valori di N, numero
di colpi di maglio resi necessari ad affondare di 20 cm progressivi la punta
penetrometrica, infissa nel terreno alla testa di una batteria di aste, della lunghezza,
ciascuna di m 1.0.
La sequenza dei valori di N, così ottenuta, ha permesso di ricostruire per la verticale
di prova:
- il profilo penetrometrico;
- la correlazione fra questo e le condizioni stratigrafiche del sito;
- i valori dei parametri a rottura come media per strato;
- i valori dei parametri di deformabilità.
Tali determinazioni, per quanto attiene i parametri a rottura (caso del mezzo
incoerente), hanno riguardato in particolare:
- lo stato di addensamento;
- la densità relativa (Dr);
- l’angolo d’attrito interno ϕ';
- modulo di Poisson.
Per quanto riguarda la deformabilità, si è desunto, sempre per correlazione, il
parametro Eed, modulo di compressibilità edometrico (Kg/cm2) comparandolo con
quello ricavato da prove da laboratorio.

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Prova sismica in foro Down Hole
La metodica prevede l’acquisizione del segnale sismico direttamente nel foro di
sondaggio opportunamente attrezzato con tubo in pvc da 80 mm e cementato
nell’intercapedine.
Attraverso l’utilizzo di sensori da foro è possibile misurare il tempo
intercorso dall’energizzazione all’arrivo dell’onda sismica ai geofoni.
Ciò permette, dopo opportune correzioni geometriche, di conoscere le velocità delle
onde P e S in funzione della profondità con la possibilità di discriminare zone di
inversione di velocità difficilmente riconoscibili con altre metodologie.
L’ esecuzione delle indagini è avvenuta utilizzando un sismografo a trasmissione
digitale del segnale, fabbricato dalla SARA electronic instruments modello
DOREMI, con trattamento del segnale a 24 bit.

Analisi di laboratorio su campioni indisturbato


Per meglio comprendere la natura dei terreni interessati ad accogliere i carichi delle
opere da realizzarsi, sono stati prelevati n°2 campioni di tipo indisturbato, con un
campionatore a pressione a pareti sottili aperto di tipo Shelby, rispettivamente a
profondità a 3,00 m per il campione C1 e 12,00 m per il C2.
Lo scopo delle analisi geotecniche di laboratorio è quello di conoscere in dettaglio
i valori delle proprietà indice, le proprietà fisico-volumetriche del terreno e quelle
granulometriche. Solo i terreni con granulometrie più fini consentono di ricavare
campioni indisturbati idonei a misurare tutti i parametri geotecnici, infatti nel nostro
caso i terreni vulcanici attraversati, essendo essenzialmente di granulometria
grossolana e con inclusi ghiaiosi, hanno permesso di ricavare un numero non
elevato di campioni e inferiore a quello preventivamente stabilito.
Ne è conseguito che, durante le operazioni di carotaggio, è stato possibile ottenere
un unico campione indisturbato Q4/Q5, in corrispondenza del livello limoso-
sabbioso, e un secondo campione prelevato in un livello piroclastico più grossolano
è stimabile in Q2/Q3 permettendo di stimare solo le proprietà indici.
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Quindi il laboratorio “AGC srl” ha effettuato le seguenti analisi:
- peso specifico dei grani (g/cm3);
- peso dell’unità di volume (g/cm3);
- peso secco (g/cm3);
- contenuto in acqua (%);
- indice dei vuoti;
- porosità e grado di saturazione (%);
- Granulometria;
- angolo di attrito e coesione (solo su Campione C1);
- Modulo edometrico (solo su Campione C1).
Infine, si è proceduto, per le analisi delle caratteristiche meccaniche del campione,
ad una prova di taglio diretto e ad una prova edometrica.
Nella prova di taglio diretto il campione interessato è stato sottoposto a sforzi
normali e tangenziali e viene portato a rottura sottoponendolo a sforzi sempre
maggiori; dalla retta ottenuta diagrammando gli sforzi normali e tangenziali si
ottiene l’angolo di attrito (ϕ), individuato dal coefficiente angolare della retta e la
coesione drenata (c’) data dal valore di intersezione della retta ottenuta sull’asse
degli sforzi tangenziali.
Per quanto riguarda la prova edometrica, eseguita per valutare le caratteristiche di
compressibilità dei terreni, il campione di forma cilindrica viene confinato
all’interno di un anello rigido di metallo che ne impedisce la dilatazione laterale
mentre alla base e in superficie vengono inserite due piastre porose che consentono
il drenaggio dell’acqua.
Successivamente al campione vengono applicati dei carichi con peso
conosciuto, la deformazione che subisce il campione viene misurata poi
attraverso opportuni trasduttori di movimento, il tutto viene poi riportato
su di un grafico pressione s(kPa) – deformazione assiale e(%) da cui si ricava
graficamente il valore del modulo edometrico, attraverso la seguente relazione:
𝐸𝑒𝑑 = 𝛥𝑠⁄𝛥𝑒
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5.4 CARATTERIZZAZIONE GEOTECNICA
L’elaborazione dei dati di campagna, ha permesso di individuare la situazione
stratigrafica locale, e di delinearne un modello matematico, per il quale è possibile
ricavare i parametri fisico-meccanici dei terreni investigati.
La caratterizzazione geotecnica è riferita all’insieme delle indagini di campagna,
creando un modello medio in non sono incluse anomalie stratigrafiche.
Pertanto, da note correlazioni esistenti in letteratura scientifica, con riferimento ai
valori di resistenza penetrometrica più cautelativi delle prove eseguite, si presenta
di seguito un modello in cui compaiono, per le caratteristiche a rottura e per la
deformabilità i parametri determinati nel caso del mezzo incoerente:
- Dr = Densità relativa (%) (mezzo granulare);
- A.G.I. = Classificazione A.G.I. 1977;
- ϕ' = Angolo d’attrito (c = 0; ϕ’ ≠ 0), espresso in termini di tensioni effettive
(𝜎′𝑣 );
- Eed = Modulo di compressibilità edometrico (MPa);
- v = modulo di Poisson;
- Qc = Resistenza punta Penetrometro Statico.
I valori del peso di volume” γ” sono approssimati dalle prove di laboratorio eseguite
sui campioni prelevati oltre che dai dati reperibili dal PRG comunale e ad analisi di
laboratorio realizzate su materiali piroclastici simili a quelli presenti nell’area in
studio ed in analoghe condizioni geologiche.
Schematicamente, in termini di media per strati omogenei, la situazione, può essere
rappresentata nel modo presentato nella successiva tabella riepilogativa.

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Figura 5.61 - Stratigrafia terreno con relativi parametri geotecnici.
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5.5 VERIFICHE SLU E SLE DEL CASO REALE
A valle dell’elaborazione geotecnica effettuata sul sottosuolo oggetto d’esame,
vengono effettuate le verifiche nei confronti della normativa per le fondazioni
miste.
Dai seguenti dati di input, che rispecchiano le caratteristiche geometriche del
manufatto, è stato calcolato il contributo, in termini di capacità portante, della platea
e dei pali, ricordando gli aspetti teorici esposti nel paragrafo 4.4 di questa tesi:
- Numero pali = 390
- Lunghezza Pali = 26 metri
- Diametro 60cm
- Interasse 3,00 metri

Figura 5.62 - Relazione tra αp e [(Ag/A)/(s/d)]

Dall’analisi condotta, perviene un valore di 𝛼𝑝 = 0,40.


Ciò dimostra che il contributo offerto dalla platea è pari al 40% del carico totale
gravante sulla fondazione.

Di conseguenza, il carico assorbito dal palo singolo della palificata sarà pari a:
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181,470 (𝑀𝑁) ∙ 40%
𝑄𝑃,𝑠𝑖𝑛𝑔𝑜𝑙𝑜 = ≅ 0,28 MN/Palo
𝑁

Questo valore deve risultare minore della capacità portante del singolo palo
calcolata con le formule penetrometriche statiche, rettificato dai fattori correttivi
imposte dalla normativa, come già esposto nei paragrafi precedenti:

0,28 MN/Palo 𝑄𝑃,𝑠𝑖𝑛𝑔𝑜𝑙𝑜 ≤ 𝑄𝑃,𝑑 1,58 MN/Palo

Secondo la norma vigente, tale disequazione risulta soddisfatta e quindi si può


affermare che è verificata rispetto allo Stato Limite Ultimo.
Avvalendosi dei metodi teorici di Randolph&Clancy (1993) e Mandolini (1994),
è stato calcolato il cedimento atteso della palificata.
R = (𝑁 ∙ 𝑠⁄𝐿 )0.5 “modified aspect ratio”.

𝑤𝑔 = 14,57mm cedimento medio

𝑤𝑔,𝑚𝑎𝑥 = 48,86 cedimento massimo

𝛥𝑤𝑔,𝑚𝑎𝑥 = 9,65 cedimento differenziale

Le norme tecniche vigenti non impongono un valore limite di cedimento


ammissibile, delegando al progettista la possibilità di valutarli in base al problema
ingegneristico in oggetto.
Tali cedimenti stimati possono essere ritenuti ammissibili e quindi risultano
verificati anche gli Stati Limiti d’Esercizio.

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5.6 PROCESSI DI OTTIMIZZAZZIONE
L’impossibilità di pervenire al ragionamento a monte della progettazione della
fondazione su pali, eseguita dal progettista del nostro caso studio, può far sorgere
delle perplessità relative all’utilizzo della finalità della palificata o, perlomeno,
comprendere il rendimento generale dell’opera in funzione dei costi di
realizzazione.
Immaginando di ritenere opportuna ed adeguata la fase preliminare della
progettazione di una fondazione su pali, intesa come caratterizzazione geotecnica,
e soddisfacenti tutte le verifiche della normativa di carattere prettamente strutturale,
si illustra di seguito uno dei possibili procedimenti metodologici, basato su studi
teorici e sperimentali, finalizzato ad ottimizzare la prestazione dall'opera da
realizzarsi.
Tale processo, verrà illustrato attraverso due fasi, la cui seconda sarà direttamente
conseguenza dell’esito della prima.

5.6.1 Capacità Portante della Platea – Prima Fase


Facendo riferimento al capitolo IV dell’elaborato di tesi, un approccio più
razionale alla progettazione delle fondazioni su pali è sintetizzato dalla seguente
figura proposta da Mandolini (2005).

Figura 5.63 - Abaco per la scelta di un approccio di progetto.


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Prendendo di riferimento il caso reale, il primo step da eseguire è quello di stimare
la capacità portante della platea, la quale risulta essere abbondantemente soddisfatta
come di seguito riportato:

Si denota che la sola platea garantiva il soddisfacimento delle verifiche allo SLU,
quindi l’aggiunta dei pali deve garantire un incremento di rigidezza del sistema
necessario al soddisfacimento delle verifiche allo SLE (punto 5 della figura 5.4).

5.6.2 Stima dei Cedimenti - Seconda fase


Le NTC2018 consentono l’applicazione di approcci innovativi alla progettazione
in quei casi dove la verifica di capacità portante è soddisfatta dalla sola platea.
Si valuta in questa seconda fase come ottenere un buon rendimento della palificata,
in termini di cedimento, seguendo diversi approcci progettuali di seguito illustrati.

Approccio I - SBD - SETTLEMENT BASED DESIGN


Questo primo approccio ha come obiettivo di ridurre i cedimenti medi della
fondazione mista, ottenibile aumentando il valore dell’interasse e/o aumentando la
lunghezza dei pali.
Dai dati empirici e teorici elencati nei capitoli precedenti (rapporto B/L con
comportamento a fiocina o a pettine) ed in visione di economicità, si tende ad
ottenere un valore di rigidezza normalizzata del gruppo adottando una variazione
d’interasse da 3 a 6 metri.
Da tale ipotesi ne deriva che anche il numero dei pali sarà minore, infatti vengono
presi in considerazione 120 pali anziché 390.

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Di conseguenza avremo che il palo singolo, con lunghezza di 26 metri, ha una
capacità portante di progetto (già depurata dei fattori correttivi secondo le
NTC2018) sarà pari:
𝑄𝑃,𝑑 ≥ 𝑄𝑃,𝑠𝑖𝑛𝑔𝑜𝑙𝑜 Verifica SLU Soddisfatta
1,58 MN/Palo ≥ 0,46MN/Palo
I cedimenti attesi in fondazione stimati sono:
𝑤𝑔 = 13,43mm cedimento medio

𝑤𝑔,𝑚𝑎𝑥 = 43,01mm cedimento massimo

𝛥𝑤𝑔,𝑚𝑎𝑥 = 8,22mm cedimento differenziale

La riduzione dei fenomeni di interazione tra i pali, conseguente al loro


allontanamento, fa sì che il cedimento medio del gruppo di pali, anche se
singolarmente più caricati, è minore in confronto al caso reale.
Inoltre, nella seguente figura si vuole illustrare la variazione dei cedimenti attesi al
variare della lunghezza del palo, a parità delle altre condizioni.

Figura 1.64 - Cedimenti attesi al variare della Lunghezza del palo.

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Approccio II - DSBD - DIFFERENTIAL SETTLEMENT BASED DESIGN
Il secondo approccio è finalizzato alla riduzione dei cedimenti differenziali attesi in
fondazione, ottenibile diminuendo l’area occupata dai pali e/o aumentando il valore
dell’interasse.
Si riportano di seguito le due possibilità di scelte che si possono derivare da questo
approccio.
Approccio IIa - Si effettua una variazione del numero dei pali da 390 a 180,
mantenendo costante il valore dell’interasse (s) pari a 3 metri.
Da tale ipotesi ne deriva che i pali saranno posizionati in modo strategico sotto la
platea, per cui l’area occupata dai pali sarà minore dell’area della platea.

𝐴𝑃𝑙𝑎𝑡𝑒𝑎 = 2700 𝑚𝑞 ≥ 𝐴𝑃𝑎𝑙𝑖 =1080 mq

Di conseguenza avremo che il palo singolo ha una capacità portante di progetto


(già depurata dei fattori correttivi secondo le NTC2018) pari a:

𝑄𝑃,𝑑 ≥ 𝑄𝑃,𝑠𝑖𝑛𝑔𝑜𝑙𝑜 Verifica SLU Soddisfatta


1,48 MN/Palo ≥ 0,23 MN/Palo

I cedimenti attesi in fondazione stimati sono:

𝑤𝑔 = 14,19mm cedimento medio

𝑤𝑔,𝑚𝑎𝑥 = 44,31mm cedimento massimo

𝛥𝑤𝑔,𝑚𝑎𝑥 = 8,30mm cedimento differenziale

Nella seguente figura si evince coma variano i cedimenti attesi al variare della
lunghezza del palo, a parità delle altre condizioni.

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Figura 2.65 - Cedimenti attesi al variare della Lunghezza del palo.

Approccio IIb - Si effettua una variazione dell’interasse portandolo da 3 a 6 metri,


consentendo di posizionare in modo strategico i pali sotto la platea, e di
conseguenza diminuire il numero dei pali da 390 a 60.
Pertanto, l’area occupata dai pali sarà minore dell’area della platea.
𝐴𝑃𝑙𝑎𝑡𝑒𝑎 2700 𝑚𝑞 ≥ 𝐴𝑃𝑎𝑙𝑖 1080 mq
Si avrà una capacità portante di progetto del palo singolo (già depurata dei fattori
correttivi secondo le NTC2018) pari a:
𝑄𝑃,𝑑 ≥ 𝑄𝑃,𝑠𝑖𝑛𝑔𝑜𝑙𝑜 Verifica SLU Soddisfatta
1,58 MN/Palo ≥ 0,42 MN/Palo
I cedimenti attesi in fondazione stimati sono:
𝑤𝑔 = 9,98𝑚𝑚 cedimento medio

𝑤𝑔,𝑚𝑎𝑥 = 30,47mm cedimento massimo

𝛥𝑤𝑔,𝑚𝑎𝑥 = 5,61𝑚𝑚 cedimento differenziale

Nella seguente figura si evince coma variano i cedimenti attesi al variare della
lunghezza del palo, a parità delle altre condizioni.

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Figura 3.66 - Cedimenti attesi al variare della Lunghezza del palo.

Approccio III – RBD - Raft Based Design approach


Quest’ultimo approccio è di carattere più strutturale che geotecnico. Esso, infatti,
ha come obiettivo quello di ridurre lo stato tensionale della platea costituente la
fondazione mista. Limitandoci esclusivamente a soddisfare le verifiche agli SLE
imposte dalla normativa vigente, si è scelto di eseguire un procedimento volto
quantomeno alla riduzione dei costi iniziali dell’opera.
Pertanto, a parità delle altre condizioni a contorno, si prenda di riferimento un
diametro del palo pari a ϕ40cm, una lunghezza pari a 14,00 metri ed interasse pari
a 3,00 metri.
Di conseguenza si avrà che il palo singolo ha una capacità portante di progetto (già
depurata dei fattori correttivi secondo le NTC2018) pari a:
𝑄𝑃,𝑑 ≥ 𝑄𝑃,𝑠𝑖𝑛𝑔𝑜𝑙𝑜 Verifica SLU Soddisfatta
0,91 MN/Palo ≥ 0,28 MN/Palo
I cedimenti attesi in fondazione stimati sono:
𝑤𝑔 = 15,54𝑚𝑚 cedimento medio

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𝑤𝑔,𝑚𝑎𝑥 = 52,09 cedimento massimo

𝛥𝑤𝑔,𝑚𝑎𝑥 = 10,28 cedimento differenziale

Nella seguente figura si evince coma variano i cedimenti attesi al variare della
lunghezza del palo, a parità delle altre condizioni.

Figura 5.67 - Cedimenti attesi al variare della Lunghezza del palo.

5.6.3 Confronto delle scelte progettuali


Dai precedenti approcci progettuali, è stato diagrammato la variazione di volume di
calcestruzzo utilizzato in funzione della lunghezza dei pali, in relazione al caso
reale, evidenziando i valori relativi ai tre approcci esposti in precedenza a parità
di lunghezza del palo (26 metri).

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Figura 4.68 - Variazione del calcestruzzo in relazione alla lunghezza della palificata partendo
delle ipotesi descritte.

Verificato che tutte le soluzioni abbino un esito positivo nei confronti delle
normative vigenti, si evince dal confronto col caso studio di riferimento, come si
sarebbe potuto ridurre notevolmente il volume di calcestruzzo utilizzato.
Di conseguenza, volendo considerare il volume di calcestruzzo proporzionale al
costo della messa in opera, si riscontra un notevole dispendio in denaro del caso
reale.
Si riportano i volumi di calcestruzzo riferiti alle diverse scelte progettuali:

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Pertanto, risulta evidente che le scelte progettuali effettuate nei confronti del
progetto della fondazione mista possono ritenersi molto “conservative” o per lo
meno, poco “coraggiose” nel caso in esame.

Figura 5.69 - Grafico di confronto in termini di cedimenti dei vari approcci.

Infatti, se si considerano le ultime scoperte e innovazioni in questo campo, non è


auspicabile eseguire un numero così elevato di pali per ottenere tale cedimento.
D’altronde, come esposto nei paragrafi precedenti, all’aumentare del numero dei
pali si ottiene una riduzione meno che proporzionale del cedimento.
Tale fenomeno si amplifica allorquando la lunghezza caratteristica della fondazione
è minore della lunghezza dei pali utilizzati (comportamento a fiocina o a pettine).

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5.7 CONCLUSIONI
Costatato che la pianificazione di un’adeguata campagna d’indagini prima e una
caratterizzazione geotecnica dopo, consente di avere una conoscenza più accurata
del sottosuolo, tale da assegnare parametri meglio rappresentativi della realtà
utilizzati nei calcoli delle verifiche SLU e SLE.
Il lavoro svolto nell’elaborato di tesi ha condotto ad una più ampia e approfondita
conoscenza del comportamento delle fondazioni su pali, che nasce
dall’applicazione delle sollecitazioni che giungono dalla sovrastruttura.
Dalle analisi parametriche effettuate, si deducono le seguenti considerazioni:
- Con una progettazione di una fondazione su pali finalizzata a ridurre il
cedimento medio (SBD – settlement based design), si ottiene lo stesso
rendimento decrementando il numero dei pali, poiché gli effetti
d’interazione tra pali cresce in modo più che proporzionale col numero degli
stessi;
- Con una progettazione di una fondazione su pali finalizzata a ridurre il
cedimento differenziale (DSBD – differential settlement based design) si
ottiene un rendimento analogo seguendo diversi approcci progettuali, quali
ad esempio aumentare l’interasse a parità di area occupata dai pali, oppure
diminuire l’area occupata dai pali a parità d’interasse;
- Con una progettazione di una fondazione su pali finalizzata a ridurre le
sollecitazioni (momento flettente e taglio) all’interno della platea (Raft
Based Design approach, RBD), si ottiene un analogo rendimento riducendo
il diametro dei pali e/o la lunghezza degli stessi.
A valle delle suddette considerazioni, volgere l’attenzione nel concepire e
comprendere preliminarmente la finalità della fondazione mista, comporta risultati
più soddisfacenti. D’altronde, qualsivoglia sia la problematica da affrontare
nell’ottica ingegneristica, si può assentire che esistono innumerevoli soluzioni ad
essa connesse. Pertanto si afferma che il criterio di scelta sarà quindi basato su
procedimenti di natura teorica ed empirica, rivolto a soddisfare le normative vigenti,
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ma anche dando importanza al costo in denaro annesso alla realizzazione della
stessa.
In conclusione, lo scopo della tesi è stato quello di illustrare come i processi di
ottimizzazione di fondazione su pali, possano garantire un maggiore rendimento
generale dell’opera.

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BIBLIOGRAFIA

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Japan.

J. Facciorusso, C. Madiai, G. Vannucchi – Dispense di Geotecnica (Rev.


Settembre 2011)

23
APPENDICE A
Figura 1.1 - Indicazioni sul volume significativo del sottosuolo a seconda del tipo
e delle dimensioni del manufatto, nel caso di terreno omogeneo ...... Errore. Il
segnalibro non è definito.
Figura 1.2 - Scelta del livello di approfondimento dell’indagine geotecnica su base
economica .............................................. Errore. Il segnalibro non è definito.
Figura 1.3 - Schema dell’attrezzatura utilizzata per la prova S.P.T. ......... Errore. Il
segnalibro non è definito.
Figura 1.4 - Penetrometro statico installato su camion Errore. Il segnalibro non è
definito.
Figura 1.5 - Esempio di rappresentazione dei risultati di una prova CPT. Errore. Il
segnalibro non è definito.
Figura 1.6 - Effetto della deviazione dalla verticale sul profilo della resistenza di
punta di un penetrometro meccanico. .... Errore. Il segnalibro non è definito.
Figura 1.7 - Schema della prova Cross-Hole e Down-Hole... Errore. Il segnalibro
non è definito.
Figura 1.8 - Schema cella Edometrica .......... Errore. Il segnalibro non è definito.
Figura 1.9 - Schema di una cella triassiale.... Errore. Il segnalibro non è definito.
Figura 1.10 - Prova UU ................................. Errore. Il segnalibro non è definito.
Figura 1.11 - Prova CID ................................ Errore. Il segnalibro non è definito.
Figura 1.12 - Schema di riferimento ............. Errore. Il segnalibro non è definito.
Figura 1.13 - Prova di taglio diretto .............. Errore. Il segnalibro non è definito.
Figura 2.14 - Meccanismi di Rottura ............ Errore. Il segnalibro non è definito.
Figura 2.15 - Meccanismi di rottura di fondazioni ...... Errore. Il segnalibro non è
definito.
Figura 2.16 - Schema Prandalt ...................... Errore. Il segnalibro non è definito.
Figura 2.17 - Schema Terzaghi ..................... Errore. Il segnalibro non è definito.
Figura 2.18 - Fattori capacità portante fondazioni superficiali ................. Errore. Il
segnalibro non è definito.
24
Figura 2.19 - Fattori di Forma (Vesic 1975) . Errore. Il segnalibro non è definito.
Figura 2.20 - Schema per il calcolo della capacità portante di fondazioni
nastriforme con carico eccentrico .......... Errore. Il segnalibro non è definito.
Figura 2.21 - Schema per il calcolo della capacità portante di fondazione
rettangolare con carico doppiamente eccentrico. .. Errore. Il segnalibro non è
definito.
Figura 2.22 - Esempio di dominio di rottura di una fondazione superficialeErrore.
Il segnalibro non è definito.
Figura 2.23 - Piano di posa e/o di campagna inclinato. Errore. Il segnalibro non è
definito.
Figura 2.24- Influenza della posizione della falda sul calcolo della capacità
portante .................................................. Errore. Il segnalibro non è definito.
Figura 3.25 - Schema per il calcolo della capacità portante di un palo isolato.
............................................................... Errore. Il segnalibro non è definito.
Figura 3.26 - Meccanismi di rottura ipotizzati per un palo : a) Caquot,Buisman e
Terzaghi; b)Meyerhof; c) Beretzanzev; d) Skempton, Gibson e Vesic; Errore.
Il segnalibro non è definito.
Figura 3.27 - a) Pali infissi in argille tenere; b) Pali infissi in argille consistenti; c)
Pali trivellati in argille consistenti (Burland 1973).. Errore. Il segnalibro non
è definito.
Figura 3.28 - Valori di K e di tan per pali di medio diametro in terreni incoerenti.
............................................................... Errore. Il segnalibro non è definito.
Figura 3.29 - stato di sforzo relativo a un elemento di terreno intorno al palo.
............................................................... Errore. Il segnalibro non è definito.
Figura 3.30 - cedimento con modulo di Poisson 0.40 .. Errore. Il segnalibro non è
definito.
Figura 3.31 - cedimento con modulo di Poisson 0.50 .. Errore. Il segnalibro non è
definito.

25
Figura 3.32 - Compressibilità del palo effetto sotto sforzo di taglio ........ Errore. Il
segnalibro non è definito.
Figura 3.33 - fattore d’influenza per i cedimenti in testa palo e alla base Errore. Il
segnalibro non è definito.
Figura 3.34 - meccanismo resistente palo con sollecitazioni ortogonali all'asse.
............................................................... Errore. Il segnalibro non è definito.
Figura 3.35 - relazione carico cedimento laterale. ....... Errore. Il segnalibro non è
definito.
Figura 3.36 - relazione momento e rotazio ... Errore. Il segnalibro non è definito.
Figura 3.37 -a) relazione carico laterale-rotazione; b) relazione momento-
cedimento ............................................... Errore. Il segnalibro non è definito.
Figura 3.38 - nomenclatura utilizzata............ Errore. Il segnalibro non è definito.
Figura 3.39 - Schema di riferimento ............. Errore. Il segnalibro non è definito.
Figura 3.40 - Andamento del rapporto tra il cedimento del palo scarico e il
cedimento del generico palo sollecitato . Errore. Il segnalibro non è definito.
Figura 3.41 - Andamento del rapporto tra il cedimento del palo scarico e la
componente elastica del cedimento del generico palo
sollecitato………………………………100
Figura 3.42 - Interazione tra due pali identici caricati ortogonalmente all’asse . 105
Figura 3.43 - a) Fattori d'interazione α_pH (Kr= 10^-3) .................................... 107
Figura 3.44 - b) Fattori d'interazione α_pM (Kr= 10^-3) Errore. Il segnalibro non
è definito.
Figura 3.45 - a) Fattori d'interazione α_pF (Kr= 10^-3) . Errore. Il segnalibro non
è definito.
Figura 3.46 - b) Fattori d'interazione α_θF (Kr= 10^-3) . Errore. Il segnalibro non
è definito.
Figura 4.47 - Abaco per la scelta di un approccio di progetto Errore. Il segnalibro
non è definito.
Figura 4.48 - Sistemi di fondazione .............. Errore. Il segnalibro non è definito.
26
Figura 4.49 - curva carico-cedimento secondo il metodo PDR ................ Errore. Il
segnalibro non è definito.
Figura 4.50 - Geometria di base del problema e nomenclatura adottata. .. Errore. Il
segnalibro non è definito.
Figura 4.51 - Effetto della rigidezza della fondazione sui cedimenti al centro..
............................................................... Errore. Il segnalibro non è definito.
Figura 4.52 - Fattore d'influenza per fondazioni circolari di spessore infinito…128
Figura 4.53 - Fattore d'influenza per fondazioni circolari di spessore finito…...128
Figura 4.54 - Fattore di correzione dei cedimenti per maggiore profondità del
piano posa .................................................................................................. 1229
Figura 4.55 - Relazione tra α_p e [(Ag/A)/(s/d)]. .............................................. 132
Figura 4.56 - Efficacia di un gruppo di pali al variare di B/L (da
Randolph,2003b).. ..................................................................................... 1234
Figura 4.57 - Interazione tra platea e pali al variare del rapporto B/L.. ............ 1235
Figura 4.58 - Relazione tra Δw/w e Krs (da Randolph, 2003c). ....................... 1237
Figura 4.59 - pali come riduttori di cedimento differenziale (Horikoshi &
Randolph, 1997).. ...................................................................................... 1239
Figura 5.60 - Pianta strutturale del manufatto................................................... 1242
Figura 4.61 - Stratigrafia terreno con relativi parametri geotecnici.. ................ 1249
Figura 4.62 - Relazione tra αp e [(Ag/A)/(s/d)]. ................................................ 120
Figura 4.63 - Abaco per la scelta di un approccio di progetto. ............................. 12
Figura 4.64 - Cedimenti attesi al variare della Lunghezza del palo. ..................... 14
Figura 4.65 - Cedimenti attesi al variare della Lunghezza del palo. ..................... 16
Figura 5.66 - Cedimenti attesi al variare della Lunghezza del palo. ..................... 17
Figura 5.67 - Cedimenti attesi al variare della Lunghezza del palo. ..................... 18
Figura 5.68 - Variazione del calcestruzzo in relazione alla lunghezza della
palificata partendo delle ipotesi descritte....................................................... 19
Figura 5.69 - Grafico di confronto in termini di cedimenti dei vari approcci. ...... 20

APPENDICE B
27
Tabella 1.1 - Categorie geotecniche secondo l’Eurocodice EC7Errore. Il
segnalibro non è definito.
Tabella 1.2 - Ampiezza orientativa dell’indagine geotecnica.Errore. Il segnalibro
non è definito.
Tabella 1.3 - Classi di qualità dei campioni .. Errore. Il segnalibro non è definito.
Tabella 2.4 - Fattori di profondità (Vesic 1975).Errore. Il segnalibro non è
definito.
Tabella 2.5 - Fattori di inclinazione del carico (Vesic).Errore. Il segnalibro non è
definito.
Tabella 2.6 - Fattori di inclinazione del piano di posa ( ε<𝜋4) (Hansen, 1970).
............................................................... Errore. Il segnalibro non è definito.
Tabella 2.7 - Coefficienti Parziale per le azioni o per l'effetto delle azioni. . Errore.
Il segnalibro non è definito.
Tabella 2.8 - Coefficienti parziali per i parametri geotecnici del terrenoErrore. Il
segnalibro non è definito.
Tabella 2.9 - Coefficienti parziali 𝛾𝑟 per le verifiche agli stati imiti ultimi di
fondazioni superficiali. .......................... Errore. Il segnalibro non è definito.
Tabella 3.10 - Confronto tra pali battuti e pali trivellatiErrore. Il segnalibro non è
definito.
Tabella 3.11 - Coefficienti parziali per le azioni o per effetto della azioni. Errore.
Il segnalibro non è definito.
Tabella 3.12 - Coefficienti parziali per i parametri geotecnici del terreno. .. Errore.
Il segnalibro non è definito.
Tabella 3.13 - Coefficienti parziali 𝛾𝑅 per le verifiche agli stati limiti ultimi di
fondazioni superficiali. .......................... Errore. Il segnalibro non è definito.
Tabella 3.14 - Coefficienti parziali 𝛾𝑅 da applicare alla resistenze caratteristiche.
............................................................... Errore. Il segnalibro non è definito.

28
Tabella 3.15 - Fattori di correlazione ξ per la determinazione della resistenza
caratteristica a partire dai risultati di prove di carico statico su pali pilota.
............................................................... Errore. Il segnalibro non è definito.
Tabella 3.16 - Fattori di correlazione ξ per la determinazione della resistenza
caratteristica in funzione del numero di verticali indagate.Errore. Il
segnalibro non è definito.
Tabella 3.17 - - Fattori di correlazione ξ per la determinazione della resistenza
caratteristica a partire dai risultati di prove di carico dinamico su pali pilota.
............................................................... Errore. Il segnalibro non è definito.
Tabella 3.18 - Coefficienti parziali 𝛾𝑇 per le verifiche agli stati limite ultimi di pali
soggetti a carichi trasversali................... Errore. Il segnalibro non è definito.
Tabella 5.19- Risultati SPT ..................................................................................... 4

29

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