Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Armando Bellini
Indice
I Argomenti preliminari 3
1 Introduzione agli Azionamenti Elettri-
ci 5
1.1 Caratterizzazione del carico meccanico 8
1.2 Classificazione sulla base del comportamento
dinamico 11
i
ii Indice
4 Motori in c.a. 81
4.1 Impiego dei motori in c.a. negli azionamenti
industriali 82
4.2 Motore asincrono 85
4.3 Motore sincrono 86
II Motore Asincrono 89
5 Modelli del Motore Asincrono Trifase 91
5.1 Schematizzazione con assi α e β fissi con lo
statore 92
5.2 Schematizzazione con assi d e q rotanti 98
5.3 Schematizzazione con variabili complesse 101
Indice iii
ix
x Elenco delle figure
xvii
Introduzione
1
2 Introduzione
Argomenti preliminari
Capitolo 1
Classificazione degli
Azionamenti Elettrici
5
6 Capitolo 1. Classificazione degli Azionamenti Elettrici
Azionamento elettrico
• un termine J dω
dt
, proporzionale alla derivata della velocità di
rotazione del motore secondo un momento di inerzia J, pari
alla somma del momento di inerzia del motore e di quello del
carico, riportato all’asse del motore.
dω
c = cc + F ω + J . (1.1)
dt
∫
cc
-
c + 1 ω
+ J
-
• dinamica lenta;
• dinamica rapida;
Schematizzazione bifase
equivalente
15
16 Capitolo 2. Schematizzazione bifase equivalente
i1
v1
Rt
M Lt
M
v2 Rt Rt
Lt Lt
i3
i2 M v3
dϕ1
v1 = Rt i1 +
dt
dϕ2
v2 = Rt i2 + (2.1)
dt
dϕ3
v3 = Rt i3 + ,
dt
2.1. Schematizzazione bifase di un avvolgimento trifase 17
ϕ1 = Lt i1 + M (i2 + i3 )
ϕ2 = Lt i2 + M (i1 + i3 ) (2.2)
ϕ3 = Lt i3 + M (i1 + i2 ) ,
†
I flussi ϕ1 , ϕ2 e ϕ3 , che compaiono nelle equazioni (2.1), rappresentano i
flussi complessivi concatenati con i tre avvolgimenti, ognuno dei quali è, quindi,
rappresentato come costituito da un’unica spira. Per tale motivo, alcuni Autori
utilizzano per il flusso il simbolo ψ, altri il simbolo λ.
18 Capitolo 2. Schematizzazione bifase equivalente
1 √
x1 = √ 2xα + 2 x0
6
1 √ √
x2 = √ − xα + 3 xβ + 2 x0 (2.4)
6
1 √ √
x3 = √ − xα − 3 xβ + 2 x0 .
6
√ √ dϕα √ dϕ0
2vα + 2 v0 = Rt 2iα + 2 i0 + 2 + 2
dt dt
√ √ √ √
− vα + 3 vβ + 2 v0 = Rt − iα + 3 iβ + 2 i0 +
dϕα √ dϕβ √ dϕ0
− + 3 + 2 (2.5)
dt dt dt
√ √ √ √
− vα − 3 vβ + 2 v0 = Rt − iα − 3 iβ + 2 i0 +
dϕα √ dϕβ √ dϕ0
− − 3 + 2 .
dt dt dt
dϕα
vα = Rt i α +
dt
dϕβ
vβ = Rt i β + (2.6)
dt
dϕ0
v0 = Rt i 0 + .
dt
ϕα = (Lt − M )iα
ϕβ = (Lt − M )iβ (2.7)
ϕ0 = (Lt + 2M )i0 .
α
0
L
R0
R
0
β
R L
dϕα
vα = R i α +
dt (2.8)
dϕβ
vβ = R i β + ,
dt
2π/3 2π/3
2 3
2π/3
x00 = x1 + x2 + x3 . (2.11)
1
x0α = x1 − (x2 + x3 )
√ 2 (2.12)
3
x0β = (x2 − x3 ) .
2
†
In realtà, per mantenere inalterata la potenza nel passaggio dal sistema
trifase a quello bifase equivalente, si prenderà in considerazione un vettore
rappresentativo x avente la direzione di x 0 ma un diverso valore del modulo.
24 Capitolo 2. Schematizzazione bifase equivalente
si ricava:
r
2 0
xα = x
3 α
r
2 0 (2.13)
xβ = x
3 β
1
x0 = √ x00 .
3
1
α
xα
x
β
xβ
2 3
α
d ϑ
R
L
β
R L
xd = xα cos ϑ + xβ sin ϑ
(2.15)
xq = −xα sin ϑ + xβ cos ϑ,
o, equivalentemente:
xα = xd cos ϑ − xq sin ϑ
(2.16)
xβ = xd sin ϑ + xq cos ϑ.
dϕα
vd cos ϑ − vq sinϑ = R (id cos ϑ − iq sinϑ) +
dt (2.17)
dϕβ
vd sin ϑ + vq cos ϑ = R (id sin ϑ + iq cos ϑ) + .
dt
dϑ
= ω, (2.18)
dt
si ricava:
dϕd
vd = R i d + − ωϕq
dt (2.20)
dϕq
vq = R iq + + ωϕd .
dt
ϕd = Lid ϕq = Liq ,
(Lt + M ) ϕ1 − M (ϕ2 + ϕ3 )
i1 =
(Lt − M ) (Lt + 2M )
(Lt + M ) ϕ2 − M (ϕ1 + ϕ3 )
i2 = (2.21)
(Lt − M ) (Lt + 2M )
(Lt + M ) ϕ3 − M (ϕ1 + ϕ2 )
i3 = .
(Lt − M ) (Lt + 2M )
dϕt
= At ϕt + v t , (2.22)
dt
essendo
ϕ1 v1
ϕt = ϕ 2 v t = v2
ϕ3 v
3
− (Lt + M ) M M
Rt
At = (Lt −M )(Lt +2M ) M − (Lt + M ) M .
M M − (Lt + M )
ϕb = Cϕt , (2.23)
di k1 e k2 :
r
2 1
k1 = k2 = √ ,
3 3
Pt = v Tt i t Pb = v Tb i b ,
Pb = v Tb i b = (Cv t )T Ci t = v Tt CT Ci t . (2.24)
Pb = v Tt CT Ci t = v Tt i t = Pt . (2.25)
dϕb
= Ab ϕb + v b , (2.26)
dt
in cui:
ϕb = Cϕt
v b = Cv t
Ab = CAt C−1 .
ha:
dϕr
= Ar ϕr + v r , (2.28)
dt
in cui:
ϕr = Cϕt
v r = Cv t
dC−1 dϑ
Ar = CAt C−1 − C .
dϑ dt
−1 dC−1
Ar = CAt C − C ω=
dϑ
− LtR−M
t
ω 0
Rt
= −ω − Lt −M 0 .
Rt
0 0 − Lt +2M
v1 = V cos(Ωa t + Ψ0 )
2π
v2 = V cos(Ωa t + Ψ0 − ) (2.29)
3
4π
v3 = V cos(Ωa t + Ψ0 − ),
3
in cui:
• Ωa è la relativa pulsazione;
cioè:
r
3
vd = V cos (Ψo − ϑ0 )
2
r (2.32)
3
vq = V sin (Ψo − ϑ0 ) .
2
Alimentazione di un
avvolgimento trifase
• cicloconvertitore;
• convertitore a matrice;
37
38 Capitolo 3. Alimentazione di un avvolgimento trifase
RC1 RC 2 RC3
v1 v2 v3
v1
π 2π
ϕa ωt
v2
ωt
v3
ωt
di tre hanno ampiezza nulla. La Fig. 3.3(a) mostra una diversa so-
luzione, che permette di utilizzare tre raddrizzatori controllati e tre
diodi; con tale circuito, però, le forme d’onda delle tensioni e delle
correnti applicate al carico risultano asimmetriche e presentano un
contenuto armonico più sfavorevole.
RC1 RC 2 RC3
D1 D2 D3
RC1 RC 2 RC3
a) b)
+E a
v1 v2 v3
vc vf 1 vf 2 v f3
v1
Ea
0 t
0 T
v2
t
v3
t
vc
2/3 Ea
1/3 Ea
t
v12
Ea
-Ea
v23
v31
v1f
2/3 Ea
1/3 Ea
t
v 2f
v3f
0 T t
sione vc del centro stella, delle tre tensioni concatenate (v12 , v23 e
v31 ) e di quelle di fase, riferite al centro stella (vf 1 , vf 2 e vf 3 ).
Analizzando gli andamenti delle varie tensioni, si può osservare
che le tensioni v1 , v2 e v3 , fornite dalle tre fasi dell’inverter, hanno
un valore medio pari ad E2a ; tali tensioni possono, quindi, essere
considerate come tensioni alternative attorno al valore E2a . La som-
ma dei valori istantanei delle tensioni v1 , v2 e v3 è sempre diversa
da zero; é quindi presente anche una componente sull’avvolgimento
0, che viene, in genere, individuata col nome di componente di se-
quenza zero. Viceversa le tensioni concatenate e stellate presentano
andamenti alternativi con valore medio nullo; inoltre sono carat-
terizzate da una somma dei valori istantanei sempre pari a zero
(assenza di componente di sequenza zero).
Si può, infine, constatare che le varie forme d’onda di tensione
sono caratterizzate da sei diverse situazioni, ognuna delle quali per-
siste per un sesto del periodo; pertanto l’inverter fornisce sei diversi
vettori di tensione che, q
come mostrato nella Fig. 3.6, presentano lo
stesso modulo (pari a 23 Ea ) e sono sfasati tra loro di un angolo
multiplo di π3 .
Per quanto concerne il contenuto armonico, si può rilevare che le
armoniche fondamentali delle tensioni di fase e di quelle concatenate
hanno ampiezza Vf 1 e Vc1 rispettivamente uguali a:
2
Vf 1 = Ea
π√
(3.1)
2 3
Vc1 = Ea .
π
vα
T/6<t ≤T/3
vβ
T/2<t≤2T/3 5T/6<t ≤T
2T/3<t≤5T/6
V1
Vn = , (3.2)
n
icc
L
RC1 vc1 RC3 vc3 RC5
C1 C5 C3
D1 vc5 D3 D5 i1
i2
D4 vc6 D6 vc2 D2 i3
C6 C4 C2
i1
Iccm
-Iccm
i2
Iccm
-I ccm
i
Iccm3
0 T/2 T t
-Iccm
iα
T/6<t≤T/3 0<t ≤T/6
T/2<t≤2T/3 2T/3<t≤5T/6
I1
In = , (3.4)
n
3.4 Cicloconvertitore
Un’ulteriore soluzione, che consente di alimentare un carico trifase
con tensioni di ampiezza e frequenza variabili, consiste nell’impiego
di un cicloconvertitore. Tale convertitore, il cui schema di principio
è riportato nella Fig. 3.10, esegue una conversione diretta dell’ener-
gia da una sorgente in corrente alternata ad un carico trifase senza
uno stadio intermedio in corrente continua.
Nello schema illustrato nella Fig. 3.10, ogni fase del carico è
50 Capitolo 3. Alimentazione di un avvolgimento trifase
S11
S 12 vu1
e1 S 13
S 21
e2
S 22 vu2
S 23
e3
S 31
S 32 vu3
S 33
l’altra del convertitore avviene con l’ausilio della tensione della rete
in c.a.
Affinché un inverter commutato da rete possa funzionare corret-
tamente, è necessario che siano rispettate alcune condizioni, oltre
a quella, ovvia, che il circuito in c.c. possa fornire energia. La
prima condizione è che i circuiti in c.a. siano in grado di imporre
l’ampiezza e la frequenza della tensione alternata. La seconda è che
il loro comportamento sia di tipo capacitivo, cioè che la corrente
assorbita dal circuito in c.a. sia in anticipo rispetto alla tensione.
Queste due condizioni non sono soddisfatte quando il convertitore
alimenta il circuito statorico di un motore asincrono mentre posso-
no essere soddisfatte, adottando opportune modalità di controllo,
quando il motore è di tipo sincrono. Pertanto, gli inverter com-
mutati da rete, che presentano un costo decisamente più contenuto
rispetto agli usuali inverter a tensione impressa, sono impiegati solo
in azionamenti con motore sincrono di elevata potenza, superiore a
qualche MW.
3.14.
i1rif +
CONVERTITORE
-
DISPOSITIVO
CONTROLLO
i2rif +
DI
-
i3rif +
- i1
i2
i3
iαrif +
CONVERTITORE
DISPOSITIVO
CONTROLLO
-
iα
DI
+
iβrif
-
iβ
i1
i1 i2
3/2
i3
• dispositivi a microprocessori.
vm1
+ v1
vp1
-
vm2
+ v2
vp2
-
vm3
+ v3
vp3
-
vm vp
v
Vp
ϕ t
ωm
v
Ea
Ea
vu (t) = [1 + m sin (ωm t + ϕ)] +
2 ( ∞ )
∞
2Ea X 1 X
+ [Z (q, r, m) sin ((rωp + qωm ) t + qϕ)] ,
π r=1 r q=−∞
(3.5)
in cui:
Z (r, q, m) è una funzione che vale:
0 se r + q è pari
Z (r, q, m) =
J rπm
se r + q è dispari,
q 2
Ea
[1 + m sin (ωm t + ϕ)] ,
2
Ea
modulante e di ampiezza proporzionale, secondo il coefficiente 2V p
,
a quella della modulante). La sommatoria doppia, che costituisce
l’altro termine del secondo membro della (3.5), rappresenta, invece,
la distorsione introdotta dall’inverter. Considerando separatamente
i gruppi di armoniche corrispondenti ai vari valori dell’indice r e te-
nendo presente le proprietà delle funzioni di Bessel, si può osservare
che:
(3.7)
essendo:
πmd
ε= .
2
64 Capitolo 3. Alimentazione di un avvolgimento trifase
Ai
0 ωm ωp 2ωp ω
ωp−4ωm ωp +4ωm
πmd
J2n−1 (πmd) , (3.9)
2
se n − d è dispari.
Le condizioni (3.8) e (3.9) sono entrambe soddisfatte, per ogni
3.8. Tecniche di modulazione 65
in cui:
ε è pari a mπ/2.
in cui:
m Ea per n = 1
2
An0 =
0 per n > 1.
2Ea πm
Ak+4 ∼
= Ak−4 ∼
= J4
π 2
2E πm
Ak+2 ∼
= Ak−2 ∼
a
= J2 (3.14)
π 2
E
A2k+1 ∼
= A2k−1 ∼
a
= J1 (πm) .
π
An
2Ea / n=k
Ea /2
n=1
n=k
0 n=k-4
0 0.5 1 m
An
E a /2
n=1
n=2k±1
n=k ±2 n=k± 4
0
0 0.5 1 m
• tre forme d’onda sfasate tra loro di un terzo del periodo della
modulante;
• tre forme d’onda sfasate tra loro di un terzo del periodo della
portante;
v1
0.8
0.6
0.4
0.2
0
t
-0.2
-0.4
-0.6
-0.8
-1
0 0.2 0.4 0.6 0.8 1 1.2 1.4 1.6 1.8 2
v
vp
vm
vu
Ea
v
vp
vm
vu
Ea
An
Ea /2
n=1
n=2k-1
n=2k+1
n=k+2 n=k-2 n=k±4
0
0 0.5 1 m
Tm
vm1 (t) = vm3 ( − t)
6
Tm
vm2 (t) = vm2 ( − t) (3.15)
6
Tm
vm3 (t) = vm1 ( − t),
6
Tm
vm1 (t) = −vm2 (t − )
6
Tm
vm2 (t) = −vm3 (t − ) (3.16)
6
Tm
vm3 (t) = −vm1 (t − ).
6
Nella stessa figura, sono riportati gli andamenti delle tre tensioni
modulate v1 , v2 e v3 . Il primo fronte di salita della portante, la cui
durata tp è uguale a un quarto del periodo della portante, cioè:
Tp Tm
tp = = , (3.17)
4 4k
3.8. Tecniche di modulazione 75
v
vp
vm3
vm1
vm2
v1
v2 t
v3 t
in cui ϑj = j(π/k).
PI THPWM
USPWM SYPWM
1 m
Motori in c.a.
81
82 Capitolo 4. Motori in c.a.
Motore Asincrono
Capitolo 5
91
92 Capitolo 5. Modelli del Motore Asincrono Trifase
stesso asse.
i1s i1r
v1s
1s 1r
Statore Rotore
v2s
2s 3s 2r 3r
i3s i3r
sα rα
r0
s0
Statore Rotore
sβ rβ
α
i sα
irα
ω
vsα
Rs Rr
Ls Lr
Statore Rotore
isβ i rβ
β
Rs Ls Rr Lr
vsβ
dϕsα
vsα = Rs isα +
dt
dϕsβ
vsβ = Rs isβ +
dt (5.1)
dϕrα
0 = Rr irα + + ωϕrβ
dt
dϕrβ
0 = Rr irβ + − ωϕrα ,
dt
†
Nel seguito la velocità di rotazione verrà sempre espressa in radianti elet-
trici al secondo, tranne quando interessi l’effettiva velocità meccanica, ad esem-
pio per effettuarne il confronto con un riferimento; in quest’ultimo caso, per
evidenziare la velocità meccanica, si utilizzerà il pedice m
96 Capitolo 5. Modelli del Motore Asincrono Trifase
eguaglianza:
vsα isα + vsβ isβ = Rs i2sα + i2sβ + Rr i2rα + i2rβ +
dϕsα dϕsβ dϕrα dϕrβ
+ isα + isβ + irα + irβ + (5.3)
dt dt dt dt
+ ω (irα ϕrβ − irβ ϕrα ) .
ω
c= (irα ϕrβ − irβ ϕrα ) . (5.4)
ωm
in cui :
LM LM
Ks = Kr = σ = 1 − Ks Kr .
Ls Lr
pKr
c= (ϕrα ϕsβ − ϕsα ϕrβ ) . (5.8)
σLs
si modifica in:
dϕsd
vsd = Rs isd + − ωa ϕsq
dt
dϕsq
vsq = Rs isq + + ωa ϕsd
dt (5.11)
dϕrd
0 = Rr ird + − (ωa − ω)ϕrq
dt
dϕrq
0 = Rr irq + + (ωa − ω)ϕrd .
dt
isd
ird
d ω
vsd
ωa
Rs Rr
Ls Lr
Statore Rotore
isq irq
Rs Ls Rr Lr
q
vsq
pKr
c= (ϕrd ϕsq − ϕsd ϕrq ) , (5.16)
σLs
dϕsd
vsd = Rs isd + − ωϕsq
dt
dϕsq
vsq = Rs isq + + ωϕsd
dt (5.19)
dϕrd
0 = Rr ird +
dt
dϕrq
0 = Rr irq + .
dt
ϕs = Ls i s + LM i r ϕr = LM i s + Lr i r , (5.21)
102 Capitolo 5. Modelli del Motore Asincrono Trifase
ϕs − Kr ϕr ϕr − Ks ϕs
is = ir = . (5.22)
σLs σLr
dϕs
v s = Rs i s + + ωa Jϕs
dt (5.23)
dϕr
0 = Rr i r + + (ωa − ω)Jϕr .
dt
dϕ̂s
v̂s = Rs îs + + jωa ϕ̂s
dt (5.24)
dϕ̂r
0 = Rr îr + + j(ωa − ω)ϕ̂r ,
dt
5.3. Schematizzazione con variabili complesse 103
dîs dîr
v̂s = Rs îs + Ls + LM + jωa ϕ̂s
dt dt (5.27)
dîs dîr
0 = Rr îr + LM + Lr + j(ωa − ω)ϕ̂r .
dt dt
+ Lσ s Lσ r +
Rs i^s ^ir
Rr
v^ s LΜ ^i + ^i
s r
ωa ϕsq (ωa - ω) ϕ rq
+ Lσ s +
Rs isd ird Lσ r
Rr
vsd LΜ isd + ird
+ Lσ s Lσ r +
Rs isq i rq
Rr
vsq LΜ isq + irq
dϕ̂s 1 Kr
= −( + jωa )ϕ̂s + ϕ̂r + v̂s
dt σTs σTs
(5.29)
dϕ̂r Ks 1
= ϕ̂s − + j(ωa − ω) ϕ̂r ,
dt σTr σTr
Ls Lr
Ts = Tr = .
Rs Rr
1
ϕ̂s = σLs îs + Kr ϕ̂r îr = −Kr îs + ϕ̂r ,
Lr
si ottiene:
dîs 1 1−σ
=− + + jωa îs +
dt σTs σTr
Kr 1 1
+ − jω ϕ̂r + v̂s (5.30)
σLs Tr σLs
dϕ̂r LM 1
= îs − + j(ωa − ω) ϕ̂r .
dt Tr Tr
rispettivamente:
dϕsd 1 Kr
=− ϕsd + ωa ϕsq + ϕrd + vsd
dt σTs σTs
dϕsq 1 Kr
= −ωa ϕsd − ϕsq + ϕrq + vsq
dt σTs σTs
(5.31)
dϕrd Ks 1
= ϕsd − ϕrd + (ωa − ω)ϕrq
dt σTr σTr
dϕrq Ks 1
= ϕsq − (ωa − ω)ϕrd − ϕrq ,
dt σTr σTr
disd 1 1−σ Kr
=− + isd + ωa isq + ϕrd +
dt σTs σTr σLs Tr
Kr 1
+ ωϕrq + vsd
σLs σLs
disq 1 1−σ Kr
= − ωa isd − + isq − ωϕrd +
dt σTs σTr σLs (5.32)
Kr 1
+ ϕrq + vsq
σLs Tr σLs
dϕrd LM 1
= isd − ϕrd + (ωa − ω)ϕrq
dt Tr Tr
dϕrq LM 1
= isq − (ωa − ω)ϕrd − ϕrq .
dt Tr Tr
Capitolo 6
109
110 Capitolo 6. Comportamento statico del motore asincrono
Ωa − Ω
s= .
Ωa
Lσ s Lσ r
Rs i^s ^ir
Rr /s
v^ s LΜ ^is + i^r
Lσ s Lσ r
Rs i^s ^ir Rr
Rr (1-s)/s
v^ s LΜ ^is + i^r
essendo:
∆ = LM 1 + Ts2 Ωa2 + 2Ts Tr (1 − σ) Ωa2 s+
+ Tr2 Ωa2 1 + σ 2 Ts2 Ωa2 s2 .
p Ks (1 − σ) Ts2 Tr Ωa s 2
C= Vs , (6.6)
∆
114 Capitolo 6. Comportamento statico del motore asincrono
k1 s
C= V 2, (6.7)
1 + a s + b s2 s
in cui:
p Ks Ts2 Tr (1 − σ) Ωa
k1 =
LM (1 + Ts2 Ωa2 )
2Ts Tr (1 − σ) Ωa2
a=
1 + Ts2 Ωa2
Tr2 (1 + Ts2 σ 2 Ωa2 ) Ωa2
b= .
1 + Ts2 Ωa2
k1 Vs2
Cmax = √ =
a+2 b
(6.9)
p Ks (1 − σ) Ts2 Vs2
= p .
2LM Ts Ωa + (1 + Ts2 σ 2 Ωa2 ) (1 + Ts2 Ωa2 )
Rs = 0.2Ω Rr = 0.123Ω
(6.10)
LM = 0.037H Ls = Lr = 0.04H,
Cmax
s 1 s* 0
Ts2
k2 = k3 = k2 Tr2 Ωa2 .
Ls2 (1 + Ts2 Ωa2 )
Is
Ωa Ω
s 1 s* 0
seguenti espressioni:
1 1 k1 Ωa
Pt = C Ωa = V 2 = Pa − Rs Is2
p p 1 + a s + b s2 s
1 1
Pm = C Ω = C Ωa (1 − s) = Pt (1 − s) ;
p p
il rendimento del motore risulta, quindi, uguale a
Pt (1 − s) Ts Tr (1 − σ) Ωa2 (1 − s) s
η= = . (6.13)
Pt + Rs Is2 1 + Ts Tr (1 − σ) Ωa2 s + Tr2 Ωa2 s2
Pm
η0 ∼
= = 1 − s;
Pt
s 1 s* 0
Cmax
Ωa Ω
s 1 -1
0
LM Ks Ts (1 − σ Ts Tr Ωa2 s)
Φrd = Vs
∆ (6.14)
− LM Ks Ts Ωa (Ts + Tr s)
Φrq = Vs ,
∆
q r
2 2 = K T V
LM
Φr = Φrd + Φrq s s s . (6.15)
∆
LM
Φr = p Is . (6.16)
1 + Tr2 Ωa2 s 2
Θ = tg − 1 (Tr Ωa s) . (6.17)
Ωa Ω
k−1
s∼
= ,
k
k+1
s∼
= ,
k
1
Isk = Vs (6.18)
σ Ls k Ωa k
p (1 − σ) 2
Ck = 3 Vsk , (6.19)
σ2 Ls Tr (k Ωa )
in cui Vsk rappresenta l’ampiezza del vettore rappresentativo della
tensione relativo all’armonica considerata. L’equazione (6.18), che
può anche essere ottenuta partendo dal circuito equivalente di Fig.
6.1, trascurando gli effetti delle resistenze, mostra che l’intensità
della corrente assorbita dipende dall’ampiezza dell’armonica di ten-
sione, secondo un coefficiente inversamente proporzionale all’ordine
dell’armonica.
C1∗k = p Kr Φr 1 Isk
(6.21)
C2∗k = p Kr Is1 Φrk ,
in cui Φr1 , Φrk , Is1 e Isk , rappresentano i moduli dei vettori rappre-
sentativi del flusso di rotore e quelli della corrente di statore dovuti
alla prima e alla k-esima armonica della tensione di alimentazione.
LM
Φr 1 = p Is1
1 + Tr2 Ωs21
(6.22)
LM
Φr k =p Is
1 + Tr2 Ωs2k k,
p Kr LM
C1∗k = p Is1 Isk
1 + Tr2 Ωs21
(6.23)
p Kr LM
C2∗k = p Is1 Isk .
1 + Tr2 Ωs2k
in cui:
s
p Ks2 Vs1 1
Kc = .
σ Rr Ωa (1 + Ts2 Ωa2 ) (1 + a s + b s2 )
√
C6n ∼
= Kc an , (6.26)
essendo:
Vs26n−1 Vs26n+1
an = + −
(6n − 1) 2 (6n + 1) 2 (6.27)
2
− V V cos (Θ6n−1 + Θ6n+1 ) .
(6n − 1) (6n + 1) s6n−1 s6n+1
in caso contrario.
Le espressioni delle armoniche di coppia sono state ricavate con-
siderando una macchina ideale; in realtà, nella macchina si pro-
ducono ulteriori coppie alternative dovute alla distribuzione non
sinusoidale degli avvolgimenti (armoniche di spazio).
in cui Iccm è il valore medio della corrente continua con cui si alimen-
ta l’inverter; il vettore rappresentativo dell’armonica fondamentale
della corrente statorica ha, quindi, un modulo Is1 uguale a:
√
3 2
Is1 = Iccm . (6.29)
π
6.2. Effetti dovuti alla alimentazione non sinusoidale 129
Is1
Isn = ,
n
π
Θ0 = + tg − 1 (Tr Ωa s) . (6.31)
6
6p Kr LM hπ i
−1 2
c(t) = p sin + tg (Tr Ωa s) − Ωa t Iccm , (6.33)
2 2
π 1 + Tr Ω a s2 6
6p Kr LM
c(t) = ·
π (1 + Tr2 Ωa2 s 2 ) (6.34)
h π π i 2
· s Tr Ωa cos Ωa t − − sin Ωa t − Iccm .
6 6
Z T
6 6 18p Kr LM Tr Ωa s
C̄ = c(t) dt = I2 . (6.35)
T 0 π2 1 + Tr2 Ωa2 s2 ccm
133
134 Capitolo 7. Modelli linearizzati del motore asincrono
dϕ
= A (ω , ωa ) ϕ + b vs , (7.1)
dt
in cui:
ϕsd 1
ϕsq 0
ϕ=
b=
ϕrd 0
ϕrq 0
(7.2)
− 1 ωa Kr
0
σ Ts σ Ts
− ωa − σ T
1
0 K r
A (ω , ωa ) =
Ks
s σ Ts .
σ Tr 0 − σ 1Tr ωa − ω
Ks
0 σ Tr
− (ωa − ω) − σ 1Tr
7.1. Alimentazione a tensione impressa 135
d∆ϕ
= Ao ∆ϕ + b ∆vs + c ∆ωa + d ∆ω, (7.4)
dt
essendo:
Φsqo
∂ A (ω ,ωa ) −Φsdo
c=
Φo = ,
∂ ωa
Φrqo
−Φrdo
0
∂ A (ω ,ωa ) 0
d= Φo =
.
∂ω −Φrqo
Φrdo
∆c = c − Co ,
si ottiene;
∆c = e T ∆Φ, (7.7)
7.1. Alimentazione a tensione impressa 137
in cui
p Kr
eT = [−Φrqo Φrdo Φsqo − Φsdo ] .
σ Ls
∆C (s) = e T (s I − Ao ) − 1 ·
(7.8)
· [b ∆Vs (s) + c ∆Ωa (s) + d ∆Ω (s)] ,
che può essere scritta nella seguente forma:
∆C (s) = G1 (s) ∆Vs (s)+G2 (s) ∆Ωa (s)+G3 (s) ∆Ω (s) , (7.9)
essendo:
G1 (s) = e T (s I − Ao ) − 1 b
G2 (s) = e T (s I − Ao ) − 1 c (7.10)
G3 (s) = e T (s I − Ao ) − 1 d.
∆ Vs (s)
G1 (s)
∆ Cc(s)
- ∆ Ω m (s)
+ ∆ C(s) 1
+ + + F+Js
+
∆ Ω a (s)
G 2(s)
G3 (s) p
∆ Ω (s)
N1 (s)
G01 (s) = KG Ωao
D 0 (s)
N2 (s)
G02 (s) = KG σTs Vso 0 (7.11)
D (s)
N3 (s)
G03 (s) = −KG Vso 0
D (s)
7.1. Alimentazione a tensione impressa 139
in cui:
N1 (s) = 2σ Ts Ωao Ωso 1 + σ 2 Tr2 Ωso
2
+
+ 1 + 2σ 2 Ts Tr Ωao Ωso s+
+ σ Ts + Tr + σ 2 Ts Tr2 Ωso (Ωao − Ωso ) s2 +
+ σ 2 Ts Tr s3
N2 (s) = Ωao (Ωao − 2Ωso ) +
2
− σ 2 Tr2 Ωso Ωao (Ωao + 2Ωso ) +
+ σ Tr Ωao (Ωao − 2Ωso ) s+
− σ 2 Tr2 Ωso Ωao s2
2
N3 (s) = σ Ts Ωao 2
1 − σ 2 Tr2 Ωso +
+ 1 + σ 2 Ts Tr Ωao
2
s+
2
+ σ Ts + Tr − σ 2 Ts Tr2 Ωso 2
s+
+ σ 2 Ts Tr s3
p σ (1 − σ) Ts2 Tr Vso
KG =
Ls Ωao [Ts Ωao (1 + σ 2 Ts2 Ωso2 ) + 2T Ω ]
r so
0 2 2 2 2 2 2
D (s) = 1 + σ Tr Ωso + 2σ Tr s + σ Tr s ·
· 1 + σ 2 Ts2 Ωao
2
+ 2σ Ts s + σ 2 Ts2 s2 ,
Ωso = Ωao − Ωo .
non dipende dal punto di lavoro, quella delle due parti immaginarie:
1 1
R∆ ∼
= − J∆ ∼
= Ωao − Ωso .
σ Ts σ Tr
ax1 ∼
= − σT1 r ax2 ∼
= − σT1 s
bx1 ∼
= −Ωso bx2 ∼
= −Ωao .
7.1. Alimentazione a tensione impressa 143
1
D (s) ∼
= 1 + σ 2
T r
2 2
Ωso + 2σ T r s + σ 2
T r
2 2
s ·
σ 4 Ts2 Tr2 (7.15)
2 2 2 2 2 2
· 1 + σ Ts Ωao + 2σ Ts s + σ Ts s .
Φsdo ∼
=0
Vso
Φsqo ∼
=−
Ωao
Ks σ Ts Tr Ωso (7.16)
Φrdo ∼
=− Vso
Dφ
Ks Ts
Φrqo ∼
=− Vso ,
Dφ
in cui:
Dφ = Ts Ωao 1 + σ 2 Tr2 Ωso
2
+ 2Tr Ωso .
N1 (s)
G01 (s) = KG Ωao
D 0 (s)
N2 (s)
G02 (s) = KG σTs Vso 0 (7.17)
D (s)
N3 (s)
G03 (s) = −KG Vso 0 ,
D (s)
essendo:
7.1. Alimentazione a tensione impressa 145
N1 (s) = 2σ Ts Ωao Ωso 1 + σ 2 Tr2 Ωso
2
+
+ 1 + 2σ 2 Ts Tr Ωao Ωso s+
+ σ Ts + Tr + σ 2 Ts Tr2 Ωso (Ωao − Ωso ) s2 +
+ σ 2 Ts Tr s3
N2 (s) = Ωao (Ωao − 2Ωso ) +
2
− σ 2 Tr2 Ωso Ωao (Ωao + 2Ωso ) +
+ σ Tr Ωao (Ωao − 2Ωso ) s+
− σ 2 Tr2 Ωso Ωao s2
2
N3 (s) = σ Ts Ωao 2
1 − σ 2 Tr2 Ωso +
+ 1 + σ 2 Ts Tr Ωao
2
s+
2
+ σ Ts + Tr − σ 2 Ts Tr2 Ωso 2
s+
+ σ 2 Ts Tr s3
p σ (1 − σ) Ts2 Tr Vso
KG =
Ls Ωao [Ts Ωao (1 + σ 2 Ts2 Ωso2 ) + 2T Ω ]
r so
0 2 2 2 2 2 2
D (s) = 1 + σ Tr Ωso + 2σ Tr s + σ Tr s ·
· 1 + σ 2 Ts2 Ωao
2
+ 2σ Ts s + σ 2 Ts2 s2 .
Vso 0
G (s) + G02 (s) = − G03 (s) , (7.18)
Ωao 1
Vso
b + c = − d.
Ωao
G1
2
−2
−4
0 0.05 0.1 0.15 0.2 0.25 0.3
tempo(s)
20
18
16
14
12
G2
10
0
0 0.05 0.1 0.15 0.2 0.25 0.3
tempo(s)
−5
−10
G3
−15
−20
−25
0 0.05 0.1 0.15 0.2 0.25 0.3
tempo(s)
G1 4
−1
0 0.05 0.1 0.15 0.2 0.25 0.3
tempo(s)
14
12
10
8
G2
0
0 0.05 0.1 0.15 0.2 0.25 0.3
tempo(s)
−2
−4
−6
−8
G3
−10
−12
−14
−16
−18
−20
0 0.05 0.1 0.15 0.2 0.25 0.3
tempo(s)
G1
4
−1
0 0.05 0.1 0.15 0.2 0.25 0.3
tempo(s)
14
12
10
8
G2
0
0 0.05 0.1 0.15 0.2 0.25 0.3
tempo(s)
−2
−4
−6
−8
G3
−10
−12
−14
−16
−18
−20
0 0.05 0.1 0.15 0.2 0.25 0.3
tempo(s)
in cui:
2
σTs Vso Ωao
KG00 = KG
1 + σ 2 Ts2 Ωao
2
−2
−4
−6
−8
G3
−10
−12
−14
−16
−18
0 0.05 0.1 0.15 0.2 0.25 0.3 0.35 0.4
tempo(s)
Figura 7.5: Risposte indiciali di G03 (s) e G003 (s) per Ωs = Ω∗s .
−10
−20
−30
G3
−40
−50
−60
−70
−80
0 0.05 0.1 0.15 0.2 0.25 0.3 0.35 0.4
tempo(s)
un solo polo:
1
G000 000
3 (s) = −KG , (7.20)
1 + σ Tr s
in cui:
1 − σ 2 Tr2 Ωso
2
KG000 = KG00 .
1 + σ 2 Tr2 Ωso
2
7.1.3 Stabilità
Quando un motore asincrono è alimentato a tensione impressa, si
possono verificare fenomeni di instabilità nella macchina anche per
valori della pulsazione di scorrimento Ωs minori di quello corrispon-
dente alla coppia di rovesciamento. Ad esempio, la Fig. 7.7 mostra
una tipica zona di instabilità, nel piano delle caratteristiche statiche
coppia-velocità. Per un assegnato motore, la presenza o meno di
una zona di instabilità dipende dai valori dei parametri del carico
e dalla legge tensione/frequenza prescelta.
Il fenomeno della instabilità è dovuto alla reazione intrinseca di
velocità evidenziata nello schema a blocchi di Fig. 7.1. Osservan-
do l’espressione di G3 (s) fornita dalle (7.9) e considerando che gli
7.1. Alimentazione a tensione impressa 153
C
Zona di instabilità
1 ∆ Ω m(s)
+ F+Js
+
Vso2 G3* ( s ) p
∆ Ω (s)
Root Locus
400
300
200
Imaginary Axis
100
−100
−200
−300
−400
−50 −40 −30 −20 −10 0 10
Real Axis
Ts
Φsdo = Vso
1 + Ts2 Ω2ao
Ts2 Ωao
Φsqo =− V
2 so
1 + Ts2 Ωao
K s Ts
Φrdo = V = Ks Φsdo
2 so
1 + Ts2 Ωao
Ks Ts2 Ωao
Φrqo =− Vso = Ks Φsqo .
1 + Ts2 Ω2ao
Pertanto, i vettori d e e diventano:
0
K s Ts 0
d= V
2 so
1 + Ts2 Ωao T Ω
s ao
1
Ks Ts Ωao
p K r Ts K s
e= V .
2 ) so
σ Ls (1 + Ts2 Ωao −T Ω
s ao
−1
NG (s)
G3o (s) = G3 (s)| Ωso =0 = ,
DG (s)
156 Capitolo 7. Modelli linearizzati del motore asincrono
essendo:
2 2 2 4
DG (s) = Ls 1 + Ts2 Ωao2
σ Ts Tr s + 2σ Ts Tr (Ts + Tr ) s3 +
+ Ts2 + Tr2 + σ 2 Ts2 Tr2 Ωao2
+ 2Ts Tr (1 + σ) s2 +
+ 2 Ts + Tr + σ Ts2 Tr Ωao 2 2
s + 1 + Ts2 Ωao .
in cui:
2 (Ts + Tr )
a1 =
σ T s Tr
1 2 2 2 2
a2 = 2 2 2
σ Ts Tr Ωao + Ts2 + Tr2 + 2Ts Tr (1 + σ) + k
σ Ts Tr
2 2 2
1
a3 = 2 2 2
σT s T r Ωao + T s + T r + [Ts + Tr (1 + σ)] k
σ Ts Tr σTs Tr
1 2 2
1 2 2
a4 = 1 + T s Ω ao + 2T s + T r + σT s T r Ωao k
σ 2 Ts2 Tr2 σTs2 Tr
1 + Ts2 Ωao 2
a5 = k,
σ Ts2 Tr
e il parametro k è pari a:
p2 (1 − σ) Ts2 Vso2
k= .
σ Ls Jt (1 + Ts2 Ωao
2 )
D3 (a1 a4 − a5 ) − a5 (a1 a2 − a3 ) 2
D4 = .
a1
dϕrd 1 LM
= − ϕrd + (ωa − ω)ϕrq + isd
dt Tr Tr
(7.22)
dϕrq 1 LM
= −(ωa − ω)ϕrd − ϕrq + isq ,
dt Tr Tr
ωa − ω, si ottiene:
dϕrd 1 LM
= − ϕrd + ωs ϕrq + is
dt Tr Tr
(7.23)
dϕrq 1
= −ωs ϕrd − ϕrq .
dt Tr
d∆ϕrd 1 LM
= − ∆ϕrd + Ωso ∆ϕrq + Φrqo ∆ωs + ∆is
dt Tr Tr
(7.24)
d∆ϕrq 1
= −Ωso ∆ϕrd − ∆ϕrq − Φrdo ∆ωs .
dt Tr
1
Φrdo = Φro cos(Θ) = Φro p
1 + Tr2 Ωso
2
(7.26)
Tr Ωso
Φrqo = −Φro sin(Θ) = −Φro p ,
1 + Tr2 Ωs2
LM
Φro = p Iso . (7.27)
1 + Tr2 Ωso
2
1
s∆Φrd (s) = − ∆Φrd (s) + Ωso ∆Φrq (s) + Φrqo ∆Ωs (s) +
Tr
LM
+ ∆Is (s) (7.29)
Tr
1
s∆Φrq (s) = −Ωso ∆Φrd (s) − ∆Φrq (s) − Φrdo ∆Ωs (s) ,
Tr
162 Capitolo 7. Modelli linearizzati del motore asincrono
e, conseguentemente:
in cui:
LM
∆Φrd (s) = − ·
D (s)
2
Tr (2 + Tr s)
· Ωso Iso ∆Ωs (s) − (1 + Tr s) ∆Is (s)
1 + Tr2 Ωso
2
(7.31)
LM
∆Φrq (s) = − ·
D (s)
Tr (1 − Tr2 Ωso
2
+ Tr s)
· Iso ∆Ωs (s) + Tr Ωso ∆Is (s) .
1 + Tr2 Ωso
2
la sua variazione:
∆c = c − Co ,
essendo:
2
pKr LM Tr Iso (1 − Tr2 Ω2so + Tr s)
G1c (s) =
(1 + Tr2 Ω2so ) D(s)
pKr LM Tr Iso Ωso (2 + 2Tr2 Ω2so + 2Tr s + Tr2 s2 )
G2c (s) = .
(1 + Tr2 Ω2so ) D(s)
si ricava:
essendo:
165
166 Capitolo 8. Modalità di controllo del motore asincrono trifase
• controllo in tensione;
• controllo in frequenza;
C
Kv=1
0.8
0.6
0.4
Ωa Ω
C Kv=1
Cr
0.8
0.6
0.4
Ωa Ω
Re
Re
Re
†
L’inserzione di resistenze variabili sul circuito rotorico è stata effettuata,
inizialmente, non allo scopo di controllare la velocità della macchia, ma per
aumentare la coppia motrice e ridurre le correnti assorbite durante la fase di
avviamento.
8.2. Controllo sul rotore 173
Lr
Tr = .
Rr + Re
k1 Vs2
Cmax = √ =
a+2 b
p Ks (1 − σ) Ts2 Vs2
= p
2LM Ts Ωa + (1 + Ts2 σ 2 Ωa2 ) (1 + Ts2 Ωa2 )
s
1 1 1 + Ts2 Ωa2
s∗ = √ = ,
b Tr Ω a 1 + Ts2 σ 2 Ωa2
è facile verificare che, mentre il valore massimo della coppia elettro-
magnetica risulta indipendente dal valore della resistenza esterna, lo
scorrimento di rovesciamento è direttamente proporzionale al valo-
re della somma della resistenza rotorica e di quella esterna. Quindi,
le caratteristiche statiche coppia-velocità assumono, al variare della
resistenza esterna Re , l’andamento illustrato nella Fig. 8.4.
Se si trascurano le perdite negli avvolgimenti di statore, l’e-
spressione approssimata del rendimento risulta, come visto, uguale
a:
Ω
η0 = 1 − s = .
Ωa
C Re>0
Re=0
Ωa Ω
CONVERTITORE
STATICO
rotore R
L
M.A.
α=90°
α=105°
α=120°
α=140°
Ωa Ω
Controllo in frequenza
181
182 Capitolo 9. Controllo in frequenza
p (1 − σ) Ts2 Vs2
Cmax = p . (9.1)
2Ls Ts Ωa + (1 + Ts2 σ 2 Ωa2 ) (1 + Ts2 Ωa2 )
p (1 − σ) Vs2
Cmax ∼
= (9.3)
2σ Ls Ωa2
1
Ωs∗ ∼
= . (9.4)
σTr
Le espressioni (9.3) e (9.4) mostrano che, quando il valore di
Ωa è sufficientemente elevato, lo scorrimento di coppia massima è
indipendente da Ωa , mentre il massimo valore della coppia risulta
proporzionale al quadrato del rapporto tra l’ampiezza e la frequenza
della tensione di alimentazione.
Pertanto, se si assume un legame di proporzionalità tra ampiez-
9.1. Introduzione al controllo in frequenza 183
za e frequenza:
Vs = KΩa , (9.5)
p (1 − σ) K 2
Cmax ∼
= , (9.6)
2σ Ls
Vs = KΩa .
p (1 − σ) Ts2 K 2 Ωa2
Cmax = p . (9.7)
2Ls Ts Ωa + (1 + σ 2 Ts2 Ωa2 ) (1 + Ts2 Ωa2 )
p (1 − σ) K 2
Cmax ∼
= , (9.8)
2σ Ls
Ω
Φs
1
Ω
Φs
essendo ∆ 0 pari a:
∆ 0 = 1 + Ts2 Ωa2 + 2Ts Tr (1 − σ) Ωa2 s + Tr2 Ωa2 1 + σ 2 Ts2 Ωa2 s2 .
Vs Ωs=Ωs*
Ωs=0
Ωa
legge:
Vs = KΩa + Ks Ωs , (9.11)
Ω
Φs
1
dalla seguente:
p (1 − σ) Ts2 Vs2max ∼
Cmax = p =
2Ls 2 2 2 2 2
Ts Ωa + (1 + σ Ts Ωa ) (1 + Ts Ωa )
(9.13)
∼ p (1 − σ) Vs2max 1
= ,
2σ Ls Ωa2
C a)
Cn 1 b)
3
2
Ωo Ωax Ω
Ω sn Ωsn
C Cmax
Cn
Ωo Ω1 Ω
INVERTER
Vs v1
MOTORE
CA RICO
Ψ v2 ωm
ω rif ωa
e
Regolatore v3
+
-
ωm
∆ Vs (s)
G1(s)
∆ Cc (s)
- ∆ Ω m (s)
Kv
+ ∆ C(s) 1
+ + + F+Js
+
∆ Ω rif (s) ∆ Ω a(s)
+
R(s) G 2(s)
-
∆ Ω m(s ) G 3(s) p
∆ Ω (s)
G4 = G2 + Kv G1 . (9.14)
∆ C c(s)
∆ Ω rif (s) - ∆ Ω m(s)
∆ Ω a(s) ∆ C(s) 1
R(s) G4 (s) + +
+
- + F+Js
∆ Ω m(s )
G3(s) p
∆ Ω (s)
Vso
Kv = .
Ωao
9.3. Struttura del sistema di controllo 195
Vso
G4 (s) = G2 (s) + G1 (s). (9.15)
Ωao
Vso 0
G04 (s) = G02 (s) + G (s) = −G03 (s). (9.16)
Ωao 1
Vs v1
MOTORE
Ψ
CARICO
v2 ωm
ω rif ωs ωa
e
Regolatore v3
+ +
- + ω
ωm p
∆ Cc(s)
∆ Ω rif (s) ∆ Ω s (s) - ∆ Ω m (s)
∆ Ω a(s) ∆ C(s) 1
R(s) G 4 (s) + +
+
-
+
+ + F+Js
∆ Ω m(s ) ∆ Ω (s)
G 3(s ) p
∆ Ω (s)
Controllo di scorrimento a
corrente impressa
199
200 Capitolo 10. Controllo di scorrimento a corrente impressa
LM
Φr = p Is . (10.1)
1 + Tr2 Ω2s
Φ∗r p
Is = 1 + Tr2 Ω2s . (10.2)
LM
Isd = Is Isq = 0;
1
Φrd = Φr p
1 + Tr2 Ωs2
(10.3)
Tr Ωs
Φrq = −Φr p .
1 + Tr2 Ωs2
La coppia motrice, pari a pKr (Φrd Isq −Φrq Isd ), può, infine, venire
espressa come:
Tr Ωs
C = pKr Φr p Is . (10.4)
1 + Tr2 Ωs2
202 Capitolo 10. Controllo di scorrimento a corrente impressa
Tr Ωs Φ∗r p
C = pKr Φ∗r p 1 + Tr2 Ω2s =
1 + Tr2 Ωs2 LM (10.5)
p ∗2
= Φ Ωs .
Rr r
C Is
Is
Ωs
Φ∗r p
is = 1 + Tr2 ωs2 , (10.6)
LM
la variazione del modulo della corrente ∆Is (s) è legata a quella della
pulsazione di scorrimento ∆Ωs (s) dalla seguente relazione:
Φ∗r T 2Ω
∆Is (s) = p r so ∆Ωs (s). (10.7)
LM 1 + Tr2 Ω2so
essendo:
2
pKr LM Tr Iso (1 − Tr2 Ω2so + Tr s)
G1c (s) =
(1 + Tr2 Ω2so ) D(s)
pKr LM Tr Iso Ωso (2 + 2Tr2 Ω2so + 2Tr s + Tr2 s2 )
G2c (s) =
(1 + Tr2 Ω2so ) D(s)
D (s) = (1 + Tr s) 2 + Tr2 Ωso
2
.
in cui:
pKr Tr N (s) ∗2
∆C(s) = Φ ∆Ωs (s), (10.10)
LM (1 + Tr Ωso ) D(s) r
2 2
essendo:
essendo:
Tr2 Ω2so ∗
G1f (s) = − Φ
D(s) r (10.12)
G2f (s)∆Is (s) = G3f (s)∆Ωs (s),
in cui:
Tr3 Ωso s
∆Φr (s) = 2 2
Φ∗r ∆Ωs (s). (10.14)
(1 + Tr Ωso ) D(s)
r c
r
*
r
Cn
c
0 2 t(s)
1 + Tr2 Ω2so 1
G1f = −G3f 2 2
= −G3f ,
1 + Tr Ωso + Tr s 1 + τs
con:
Tr
τ= . (10.15)
1 + Tr2 Ω2so
Φ∗r T 2Ω 1
∆Is (s) = p r so ∆Ωs (s), (10.16)
LM 1 + Tr2 Ω2so 1 + τ s
10.3. Struttura del sistema di controllo 207
si ottiene:
1
∆Φr (s) = G1f (s) + G3f (s) ∆Ωs (s) = 0; (10.17)
1 + τs
Rr
ωs = cdes ,
p Φ∗2
r
1
∆C(s) = ∆Cdes (s). (10.19)
1 + τs
in cui Iccm è il valore medio della corrente continua con cui si ali-
menta l’inverter. Inoltre, trascurando i contributi delle armoniche
di ordine superiore, che rappresentano solo dei disturbi introdotti
dall’inverter, il modulo della corrente statorica risulta:
r √
3 3 2
Is = I1 = Iccm . (10.21)
2 π
10.3. Struttura del sistema di controllo 209
Φ∗r p
isdes = 1 + Tr2 ωs2 ;
LM
icc
ωm
INVERTER MOTORE
-
C +
isdes π iccdes
B
3 2
∫
ωrif ωs + ωa θd
A D
+ - +ω
ω m
p
ωm
1 isdes
1+τ s
B
∫
ωs + ωa θd
+ ω
dωs
ωs 0 = ωs + τ .
dt
Tr dωs d −1
ωs 0 = ωs + = ω s + tg (T r ω s ) ;
1 + Tr2 ωs2 dt dt
1 isdes
1+τ s
B
ωs ωs’
∫
a)
1+τ s ωa θd
+
+ ω
isdes
B
b)
∫
ωs ωs’ + ωa θd
1+τ s
+ ω
cioè:
θd = θd1 + θd2 ,
essendo:
Z t
θd1 = [ω (ε) + ωs (ε)] dε
0
−1
θd2 = tg (Tr ωs ) .
isdes
B
tg −1 (Trωs )
θd2
∫
ωs + ωa θd1 + θd
+ ω +
∆Icc (s)
G (s) = ,
∆Vcc (s)
π π
θ= +n n = 0, 1, . . ., 5,
6 3
ε
π/6
0
t
−π/6
π t − to
ε=− + 2π , (10.23)
6 T
LM
Φrdo = I¯
2 sd
1 + Tr2 Ωso
LM Tr Ωso ¯
Φrqo =− I ,
2 sd
1 + Tr2 Ωso
p LM K r π
c= (Tr Ωso cos ε − sin ε) I¯sd
2
. (10.26)
1 + Tr2 Ωso
2 3
2p Kr Ks Φr2 p
C6n = 2 .
36n2 + Tr2 Ωso (10.27)
(6n − 1) (6n + 1) LM
10.3. Struttura del sistema di controllo 217
Come già accennato nel capitolo 6, per bassi valori della velo-
cità di rotazione e, in particolare, durante l’inversione del senso di
rotazione, è conveniente procedere ad una riduzione delle coppie al-
ternative impiegando una opportuna tecnica di modulazione della
corrente statorica.
Una tecnica di modulazione particolarmente semplice si basa
sull’impiego del dispositivo di controllo a catena chiusa riportato
nella Fig. 10.8.
∫
θd + z θ
-θ
θd θ z
π/6+(n+2)π/3
θ θd
π/6+(n+1)π/3
a)
z
π/6+nπ/3
t
θd θ z
π/6+(n+1)π/3
θ
θd
b)
z
π/6+nπ/3
t
Controllo ad orientamento di
campo
221
222 Capitolo 11. Controllo ad orientamento di campo
dϕrα 1 LM
= − ϕrα − ωϕrβ + isα
dt Tr Tr
(11.1)
dϕrβ 1 LM
= ωϕrα − ϕrβ + isβ .
dt Tr Tr
q
ϕr = ϕ2rα + ϕ2rβ ,
si ha che:
dϕrβ
dϕr 1 2ϕrα dϕdtrα + 2ϕrβ dt
= q =
dt 2 ϕ2 + ϕ2 rα rβ
(11.2)
dϕ
ϕrα dϕdtrα + ϕrβ dtrβ
= .
ϕr
11.1. Principio del controllo ad orientamento di campo 223
essendo:
c = pKr uc ,
essendo:
ϕrd = ϕr , ϕrq = 0,
dϕrd 1 LM
= − ϕrd + (ωa − ω)ϕrq + isd , (11.5)
dt Tr Tr
si semplifica in:
dϕr 1 LM
= − ϕr + isd . (11.6)
dt Tr Tr
11.1. Principio del controllo ad orientamento di campo 225
ωdes + -
cdes isqdes ω
A2 A3
MOTORE
CARICO
e
ϕrd = ϕr , ϕrq = 0.
in:
dϕrq LM
= −(ωa − ω)ϕr + isq . (11.8)
dt Tr
LM isq
ωs = ωa − ω = . (11.9)
Tr ϕ r
ωdes + -
c des cdes isqdes
A2 pK rϕˆr
CONVERTITORE
ω +
∫
MOTORE
CARICO
LM isqdes ω s + ωa γ ω
e
Tr ϕˆr
ϕrdes + -
A1
isddes
∫
ωs ρs + γ
+
ρ
1
isddes = ϕdes . (11.10)
LM
1
ϕ̃r = kϕr ĩr = ir L̃M = kLM R̃r = k 2 Rr L̃r = k 2 Lr .
k
L2M L2M
L̃M = L̃r = Lr = L̃M . (11.11)
Lr L2r
dϕr Rr
=− ϕr + Rr isd
dt LM (11.12)
c = p ϕr isq .
Θ = tg − 1 (Tr Ωs ) . (11.13)
Rr − R̂r LM − L̂M
∆rr = ∆lM = ,
R̂r L̂M
si ricava che una variazione ∆rr produce un errore sui valori delle
componenti della corrente di statore e su quelli del flusso di rotore
11.3. Controllo ad orientamento di campo di tipo indiretto 237
" s #
1 + χ2
∆Isd = (1 + ∆rr ) − 1 Iˆsd
(1 + ∆rr )2 + χ2
"s #
1 + χ2
∆Isq = − 1 Iˆsq
(1 + ∆rr )2 + χ2
" s # (11.18)
1 + χ2
∆Φr = (1 + ∆rr ) − 1 Φrdes
(1 + ∆rr )2 + χ2
∆rr (χ2 − ∆rr − 1)
∆C = Cdes .
(1 + ∆rr )2 + χ2
∆Isd ∼
= Iˆsd ∆rr
∆Isq ∼
=0
(11.19)
∆Φr ∼
= Φrdes ∆rr
∆C ∼= Cdes ∆rr ;
coppia.
1.3 1.3
∆rr = 0.3 ∆rr = 0.3
1.2 1.2
∆rr = 0.2 ∆rr = 0.2
1.1 1.1
∆rr = 0.1 ∆rr = 0.1
∆Φr /Φrdes
∆C /Cdes
1 1
"s #
1 + χ2
∆Isd = − 1 Iˆsd
1 + χ2 (1 + ∆lM )2
" s #
1 + χ2
∆Isq = (1 + ∆lM ) − 1 Iˆsq
1 + χ2 (1 + ∆lM )2
" s # (11.20)
1 + χ2
∆Φr = (1 + ∆lM ) − 1 Φrdes
1 + χ2 (1 + ∆lM )2
1 + χ2
∆C = (1 + ∆lM )2 Cdes .
1 + χ2 (1 + ∆lM )2
∆lM ˆ
∆Isd ∼
=− Isd
1 + ∆lM
∆Isq ∼
=0 (11.21)
∆Φr ∼
=0
∆C ∼= 0;
1.3 1.3
∆lM = 0.3
∆lM = 0.3 ∆lM = 0.2
1.2 1.2
1.1 1.1
∆lM = 0.1
∆Φr /Φrdes
∆lM = 0.1
∆C /Cdes
1 1
∆lM = -0.1
0.9
∆lM = -0.1
0.9
V̂s = Rs Iˆs + jΩa Φ̂s = (Rs + jΩa Lσ )Iˆs + jΩa Φ̂r . (11.22)
1.2 1.2
∆lM = 0.3
∆rr = 0.3
1.15 1.15
∆lM = 0.2
∆rr = 0.2
1.1 1.1
∆rr = 0.1
1.05 1.05
∆lM = 0.1
∆Vs /Vso
∆Vs /Vso
1 1
∆rr = -0.1 ∆lM = -0.1
0.95 0.95
0.9 0.9
∆rr = -0.2
∆lM = -0.2
0.85 0.85
∆rr = -0.3 ∆lM = -0.3
χ
0.8 0.8
0 1 2 χ 3 4 5 6 0 1 2 3 4 5 6
2 2
Q = Vsq Isd −Vsd Isq = Lσ Ωa (Isd +Isq )+Ωa (Isd Φrd +Isq Φrq ), (11.24)
2 2
Vsd Isq − Vsq Isd + Lσ Ωa (Isd + Isq ) = −Ωa (Isd Φrd + Isq Φrq ). (11.25)
(11.25), cioè:
2 2
Fn = Vsd Isq − Vsq Isd + Lσ Ωa (Isd + Isq )
(11.26)
Fi = −Ωa (Isd Φrd + Isq Φrq ),
i1des v1 i1
isddes iα des +
- - ∆ +∆
MOTORE
Sin γ i2des v2 i2
2/3
+ - ∆ +∆
isqdes Cosγ iβ des -
i3des v3 i3
+ - ∆ +∆
- i1
i2
i3
maggiore di ∆.
La modulazione ∆ viene utilizzata principalmente negli azio-
namenti di piccola potenza; infatti, per garantire un buon inse-
guimento dei valori desiderati delle componenti della corrente (e,
quindi, una ondulazione di coppia sufficientemente modesta), è ne-
cessario che la frequenza media di commutazione di ciascun ramo
dell’inverter sia dell’ordine di almeno una decina di kHz.
Negli azionamenti di potenza più elevata, non è in genere pos-
sibile realizzare frequenze di commutazione così elevate; si può, al-
lora, ricorrere a tecniche ad isteresi più complesse della modulazio-
ne ∆ oppure, molto più di frequente, a tecniche di controllo che
impiegano modulatori a campionamento uniforme.
i1des v1 i1
isddes iα des + PI1 M1
-
MOTORE
Sin γ i2des v2 i2
2/3 PI2 M2
+
isqdes Cosγ iβ des -
i3des v3 i3
PI3 M3
+
- i1
i2
i3
i1
isddes iα des +
MODULATORE
v1
MOTORE
PIα
Sin γ - v2 i2
iα
isqdes Cosγ iβ des v3
PIβ
+ i3
-
iβ
i1
i1 i2
3/2
i3
i1
isddes vddes v α des
MODULATORE
+ v1
MOTORE
PId
Sin γ v2 i2
-
isqdes + vqdes Cosγ vβ des v3
PIq
γ i3
-
isd
isq iα i1
Sin γ i2
i1
3/2
iβ i3
Cosγ
di s
= A (ωa ) i s + Bϕ (ω) ϕr + Bv v s , (11.32)
dt
11.5. Inseguimento delle componenti della corrente statorica 253
in cui:
" # " # " #
isd ϕrd vsd
is = ϕr = vs =
isq ϕrq vsq
− σ1 1
Ts
+ 1−σ
Tr
ωa
A (ωa ) =
− ωa − σ1 1
Ts
+ 1−σ
Tr
" # " #
Kr
1 Tr
ω K r 1 1 0
Bϕ (ω) = Bv = .
σ Ls − ω K r T
K r σ Ls 0 1
r
in cui:
Kr Kr
δd = − ϕrd − ω Kr ϕrq δq = ω Kr ϕrd − ϕrq ,
Tr Tr
di s
= A (ωa ) i s + Bv u s . (11.33)
dt
di s
= (A − Bv Kp2 ) i s + Bv Kp1 i sdes +
dt Z t (11.35)
+ Bv KI (i sdes − i s ) dτ.
0
δd − σ Ls ωa isq ,
δq + σ Ls ωa isd .
Kr
δd ∼
= − Φ∗r δq ∼
= ωKr Φ∗r .
Tr
LM
Φrd = Is
1 + Tr2 Ωs2
LM Tr Ωs
Φrq = − Is ;
1 + Tr2 Ωs2
i segnali δd e δq possono, quindi, essere approssimati come:
LM Kr
δd ∼
=− 2 2
1 − Tr2 Ω Ωs isdes
Tr (1 + Tr Ωs )
LM Kr
δq ∼
= (Ω + Ωs ) isdes .
1 + Tr2 Ωs2
essendo:
k + k1 s
Gi (s) = h 3 i .
1 1−σ 2
k3 + k1 + Ls Ts + Tr s + σ Ls s
si ottiene:
1
Gi (s) = , (11.37)
1 + τi s
σLs
in cui la costante di tempo τi è pari a k1
.
Il disaccoppiamento così ottenuto tra gli andamenti delle due
componenti della corrente statorica e il legame dinamico espresso
dall’equazione (11.37) risultano esatti solo se i parametri del mo-
dello della macchina sono noti con precisione; la presenza di un
termine integrale, comunque, riduce gli effetti delle variazioni pa-
rametriche. E’ da notare, infine, che il circuito di controllo deve
effettuare un numero consistente di operazioni non lineari, qua-
li operazioni trigonometriche e operazioni di moltiplicazione. La
loro esecuzione risulta alquanto complessa se si impiegano realiz-
258 Capitolo 11. Controllo ad orientamento di campo
v 1des
+ v1
-
v 2des
+ v2
-
v 3des
vp + v3
t
-
6 110 Ea Ea 0 − 23 Ea 0
7 111 Ea Ea Ea 0 0
vα 1
1
3 5
3 5
0
2 4
0,7
vβ
6
2 4
6 a) 7 b)
vα
v1
v1 t1/Tc vdes
v3
v3 t3/Tc
0,7
vβ
3, si ha:
r r
1 1
vsα = Ea vsβ = Ea . (11.39)
6 2
t1 = hα − hβ t3 = 2hβ , (11.41)
in cui:
hα = a vαdes hβ = b vβdes ,
essendo:
r
3 Tc 1 Tc
a= b= √
2 Ea 2 Ea
verificata, si ha:
√
vβdes > 0 3vαdes > vβdes .
hβ > 0 h α > hβ .
Determinazione delle
componenti del flusso
269
270 Capitolo 12. Determinazione delle componenti del flusso
dϕrα
= −γϕrα − ωϕrβ + Rr isα
dt (12.1)
dϕrβ
= ωϕrα − γϕrβ + Rr isβ ,
dt
dϕsα
vsα = Rs isα +
dt (12.2)
dϕsβ
vsβ = Rs isβ + .
dt
†
Questa scelta consente di semplificare alcune espressioni, in particolare mo-
do i coefficienti di sensibilità alle variazioni parametriche; gli approcci utilizzati
possono, comunque, prescindere da tali semplificazioni.
12.1. Modelli utilizzati 271
dϕrα disα
vsα = Rs isα + + Lσ
dt dt (12.4)
dϕrβ disβ
vsβ = Rs isβ + + Lσ .
dt dt
disα Rs + Rr γ ω vsα
=− isα + ϕrα + ϕrβ +
dt Lσ Lσ Lσ Lσ
(12.5)
disβ Rs + Rr ω γ vsβ
=− isβ − ϕrα + ϕrβ + .
dt Lσ Lσ Lσ Lσ
disα Rs + Rr γ ω vsα
=− isα + ϕrα + ϕrβ +
dt Lσ Lσ Lσ Lσ
disβ Rs + Rr ω γ vsβ
=− isβ − ϕrα + ϕrβ +
dt Lσ Lσ Lσ Lσ (12.6)
dϕrα
= Rr isα − γϕrα − ωϕrβ
dt
dϕrβ
= Rr isβ + ωϕrα − γϕrβ ,
dt
dx
= Ax + Bv s , (12.7)
dt
essendo:
γ
− RsL+R r
0 Lσ
ω
Lσ
1
Lσ
0
σ
γ
0 − RsL+R r
− Lωσ 0 1
A=
R
σ Lσ
B=
0
Lσ
r 0 −γ −ω 0
0 Rr ω −γ 0 0
isα " #
isβ vsα
x =
ϕ
vs = .
rα vsβ
ϕrβ
dϕsα
= vsα − Rs isα
dt (12.8)
dϕsβ
= vsβ − Rs isβ .
dt
• Osservatori adattativi.
vs M otore is
asincrono
is
z ei -
H
+
iˆs
z
M odello dei
vs circuiti ϕ
ϕ̂ r
elettromagnetici
dx̂
= A x̂ + B v s + H e i .
dt
de
= A e + H e i,
dt
de
= Γ e,
dt
essendo:
Γ = A + [H 0] .
Rs + Rr
h1 = − γ − |ω|
Lσ
1
h2 = Lσ |ω| − Rr .
2
essendo:
[L1 L2 ] = C−1
2 .
in cui
T1 = C1 AL2 T2 = C1 AL1 T3 = C1 B.
˙
p̂(t) = T1 p̂(t) + T2 y (t) + T3 u(t). (12.14)
essendo:
" # " #
isα ϕrα
is = ϕr = ,
isβ ϕrβ
e le matrici L1 e L2 diventano:
" # " #
I 0
L1 = L2 = .
−H I
ṗ = T1 p + T2 i s + T3 v s , (12.20)
in cui:
" # " # " #
t11 −t12 t21 −t22 t31 −t32
T1 = T2 = T3 = ,
t12 t11 t22 t21 t32 t31
essendo:
p̂˙ = T1 p̂ + T2 i s + T3 v s . (12.21)
ϕ̂r = p̂ − Hi s . (12.22)
12.3. Osservatori deterministici 285
e = ϕ̂r − ϕr = p̂ − p, (12.23)
de
= T1 e. (12.24)
dt
h1 = 0.5 · Lσ
(12.25)
h2 = 0.5 · Lσ · sign (ω) .
risultano pari a:
in cui:
k rappresenta l’indice dell’istante iniziale dell’intervallo di campio-
namento,
12.3. Osservatori deterministici 287
in cui:
Ψ k = I Tc . (12.29)
288 Capitolo 12. Determinazione delle componenti del flusso
dϕ̂r di s
v̂ s = Rs i s + + Lσ . (12.30)
dt dt
dϕ̂r
= Γϕ̂r + Rr i s + K (v̂ s − v s ) =
dt (12.31)
dϕ̂r di s
= Γϕ̂r + Rr i s + K Rs i s + + Lσ − vs ,
dt dt
in cui:
" #
−γ −ω
Γ= .
ω −γ
dϕ̂r di s
(I − K) = Γϕ̂r + (Rr I + Rs K) i s + Lσ K − Kv s . (12.32)
dt dt
z = (I − K) ϕr − Lσ Ki s . (12.33)
K = H (H − Lσ I)−1 , (12.34)
lineare:
dϕ̂r
= (I − K)−1 Γϕ̂r + (I − K)−1 (Rr I + Rs K) i s +
dt
di s
+ Lσ K (I − K)−1 − K (I − K)−1 v s ,
dt
12.3. Osservatori deterministici 291
dϕ̂r di s
= T1 ϕ̂r + T̃2 i s + T3 v s − H , (12.37)
dt dt
Rs + Rr
T̃2 = T1 H + T2 = Rr I − H.
Lσ
si ricava:
" #
Rr − Rs − (Rr + Rs ) sign (ω)
T̃2 = 0.5 .
(Rr + Rs ) sign (ω) Rr − Rs
in cui:
dx̂
= Âx̂ + Bv s . (12.40)
dt
differenziale dell’errore:
de
= Ae + ∆Ax̂ , (12.41)
dt
essendo:
−1 0 0 0 0 0 1
0
Lσ Lσ
0 − L1σ 0 0 0 0 0 1
∆A =
1
∆Rr +
∆γ,
Lσ
0 0 0 0 0 −1 0
0 1 0 0 0 0 0 −1
in cui:
Rr
∆Rr = R̂r − Rr ∆γ = γ̂ − γ γ= .
Lr
essendo:
eα = îsα − isα , eβ = îsβ − isβ
dϕ̃sα
= vsα − Rs isα
dt
dϕ̃sβ
= vsβ − Rs isβ
dt (12.43)
ϕ̃rα = ϕ̃sα − Lσ isα
ϕ̃rβ = ϕ̃sβ − Lσ isβ .
dϕ̂rα
= −γ̂ ϕ̂rα − ω ϕ̂rβ + R̂r isα
dt (12.44)
dϕ̂rβ
= ω ϕ̂rα − γ̂ ϕ̂rβ + R̂r isβ .
dt
vs Motore is
asincrono
Mˆ r
Modello dei
is K iRr Rˆ r
circuiti Mˆ r K pRr
rotorici eRr s
calcolo
is errori
Modello dei M r eJ K iJ Jˆ
circuiti K pJ
vs s
statorici
in cui:
θ k+1 = θ k .
in cui:
essendo:
x = [ϕrα ϕrβ Rs Lσ γ Rr ]T ,
dove:
e1k x1k − e2k x2k f1k −f2k
e2k x1k + e1k x2k f2k f1k
x3k 0 0
g(x k , ωk ) = H(x k , ωk ) = .
x4k 0 0
x5k 0 0
x6k 0 0
x k+1 = Φ k x k + ξk ,
ha la seguente struttura:
φ1k −φ2k 0 0 φ3k Tc isα,k
φ2k φ1k 0 0 φ4k Tc isβ,k
0 0 1 0 0 0
Φk = , (12.53)
0 0 0 1 0 0
0 0 0 0 1 0
0 0 0 0 0 1
essendo:
y k = Ck x k+1 + Mk x k + η k , (12.54)
in cui:
" #
1
Tc
0 0 0 0 0
Ck = 1
0 Tc
0 0 0 0
" isα,k+1 −isα,k
#
− T1c 0 isα,k Tc
0 0
Mk = isβ,k+1 −isβ,k .
0 − T1c isβ,k Tc
0 0
per k =1,2,3,...
• predizione:
• correzione:
x̂ k = x̃ k + Gk (y k − Ck x̃ k − Mk x̂ k−1 ) .
Lσk
Qk = (isβ,k+1 isα,k − isα,k+1 isβ,k )
Tc
1
+ [isα,k (ϕrβ,k+1 − ϕrβ,k ) − isβ,k (ϕrα,k+1 − ϕrα,k )] .
Tc
Φ̂ r = Ao I s + Bo V s , (12.57)
12.5. Sensibilità alle variazioni parametriche 309
Φ r = CI s , (12.58)
essendo:
" #−1 " #
1 −Tr Ωs LM 1 Tr Ωs
C = LM = .
Tr Ωs 1 1 + Tr2 Ωs2 −Tr Ωs 1
V s = DI s + EΦ r , (12.59)
V s = F I s, (12.60)
310 Capitolo 12. Determinazione delle componenti del flusso
F = D + EC. (12.61)
Φ̂ r = (Ao + Bo F) I s , (12.62)
o, dualmente:
I s = (Ao + Bo F)−1 Φ̂ r .
Ao + Bo Fo = Co . (12.64)
si ricava:
∆x
∆Φ r = Sx Φ̂ r . (12.67)
xo
Sx = sxr I + sxi J.
∆x ∆x
∆φrd = sxr φ̂r ∆φrq = sxi φ̂r . (12.69)
xo xo
∆x
|∆φr | = Sx φ̂ r ,
xo
Φ̂ r = Φ r + Ao ∆I s + Bo ∆V s . (12.70)
∆Φ r = Sv ∆V s + Si ∆I s , (12.71)
in cui:
Sv = −Bo Si = −Ao .
12.5. Sensibilità alle variazioni parametriche 313
essendo:
q q
Sv = sv2r + sv2i Si = si2r + si2i .
∆Vs ∆Is
|∆φr |v = Svx φ̂ r |∆φr |i = Six φ̂ r ,
|Vs | |Is |
|Vs | |Is |
Svx = Sv Six = Si .
φ̂r φ̂r
A o = Co Bo = 0;
∂C
Sx = xo Co− 1 .
∂x
Ωs2 LM
2
Rr Ωs LM
sRrr = sRri =
Der Der
Ωs2 LM
2
Rr Ωs LM
sLMr = 1 − sLMi = − ,
Der Der
in cui:
LM Rr2 2
Rr LM Ωs
sir = − sii = .
Der Der
Lσ Lσ Ωs
sLσr = − sLσi = −
LM Rr
316 Capitolo 12. Determinazione delle componenti del flusso
Rs Ω s Rs
sRsr = − sRsi = .
Rr Ωa LM Ωa
Osservando tali espressioni, si può notare che le variazioni di Rr
e di LM non hanno alcuna influenza sulla stima del flusso rotorico.
Gli errori introdotti dalle variazioni di Lσ risultano indipendenti
dalla velocità di rotazione, mentre quelli introdotti dalle variazioni
di Rs dipendono anche dalla pulsazione di alimentazione. Quando
la velocità di rotazione Ω è pari a zero, si ha:
Rs Rs
sRsr = − sRsi = ;
Rr LM Ωs
Rs
sir = Lσ sii = −
Ωa
1
svr = 0 svi = .
Ωa
Bo = Rr Lr (Rr +LM Ωa )
r
Rr L2M Ω2s ,
Dr
− Dr
essendo:
Dr = Rr (Rr + LM Ωa )2 + L2M Ω2s .
Ω2s Ωs
sRrr = sRri =
Ω2a Ωa
Rr Rr Ωs
sLMr = sLMi = −
LM Ωa LM Ω2a
Lσ Lσ Ωs
sLσr = − sLσi = −
LM Rr
Rs Ω s Rs
sRsr = − sRsi = .
Rr Ωa LM Ωa
Infine, per quanto concerne gli effetti degli errori di misura, si
ha:
Rr L2M Ωs Rr LM (LM Ωa + Rr )
svr = svi =
Dr Dr
essendo:
Rr LM
N= .
Dr
12.5. Sensibilità alle variazioni parametriche 319
L2M Ω2s Rr LM Ωs
sRrr = sRri =
Rr2 + L2M Ω2s Rr2 + L2M Ω2s
Rr2 Rr LM Ωs
sLMr = 2 sLMi = −
Rr + L2M Ω2s Rr2 + L2M Ω2s
sLσr = 0 sLσi = 0
sRsr = 0 sRsi = 0.
Ωs 2Ωs
sRrr = sRri =
Ωa Ωa
2Rr Rr
sLMr = sLMi = −
LM Ωa LM Ωa
Lσ Lσ Ωs
sLσr = − sLσi = −
LM Rr
Rs Ωs Rs
sRsr = − sRsi = .
Rr Ωa LM Ωa
320 Capitolo 12. Determinazione delle componenti del flusso
Lσ Lσ Ωs
sLσr = − sLσi = −
LM Rr
Rs Ω s Rs
sRsr = − sRsi = .
Rr Ωa LM Ωa
12.5.4 Confronti
Per effetture un confronto tra i risultati ottenibili con i diversi ap-
procci, è stato preso in considerazione il motore i cui parametri
sono riportati nel capitolo 6 e sono stati ricavati gli andamenti dei
moduli dei coefficienti di sensibilità.
I confronti sono stati effettuati per due diversi valori della ve-
locità di rotazione (0 e 100 radianti elettrici al secondo), facendo
variare la pulsazione di scorrimento tra 0 e il doppio del suo valore
nominale (Ωsn ).
Un primo confronto è effettuato tra l’osservatore di ordine pieno
e quello di ordine ridotto. Le Figure 12.5, 12.6, 12.7 e 12.8 ripor-
tano gli andamenti dei moduli SRr , SRs , SLM , SLσ dei coefficienti
di sensibilità alle variazioni parametriche. In particolare le Figure
12.5(a), 12.6(a), 12.7(a) e 12.8(a) sono state ottenute nel caso di ve-
12.5. Sensibilità alle variazioni parametriche 321
0.8
0.15
0.6 Ω=100
S Rr
SR r
Ω=0 0.1
0.4
0.05
0.2
0 0
0 0.5 1 1.5 2 0 0.5 1 1.5 2
Ωs/Ω sn a) Ωs /Ωsn b)
2 0.15
1.5
Ω=100
0.1
SRs
SRs
1
Ω=0
0.05
0.5
0 0
0 0.5 1 1.5 2 0 0.5 1 1.5 2
Ωs/Ω sn a) Ω s/Ωsn b)
1 0.08
0.8
0.06
Ω=100
SLM
0.6
SLM
Ω=0 0.04
0.4
0.02
0.2
0 0
0 0.5 1 1.5 2 0 0.5 1 1.5 2
Ωs/Ω sn a) Ω s/Ωsn b)
0.3 0.5
0.4
Ω=0
0.2
0.3
SLσ
SLσ
Ω=100
0.2
0.1
0.1
0 0
0 0.5 1 1.5 2 0 0.5 1 1.5 2
Ω s/Ω sn a) Ω s/Ω sn b)
1 1
0.8 0.8
0.6 0.6
S Rr
S Rr
Ω=0 Ω=100
0.4 0.4
0.2 0.2
0 0
0 0.5 1 1.5 2 0 0.5 1 1.5 2
Ω s/Ωsn a) Ωs/Ω sn b)
5 0.15
0.1
3
SRs
SRs
Ω=0 Ω=100
2
0.05
0 0
0 0.5 1 1.5 2 0 0.5 1 1.5 2
Ω s/Ωsn a) Ω s/Ω sn b)
Figure 12.9, 12.10, 12.11 e 12.12 riportano gli andamenti dei moduli
SRr , SRs , SLM , SLσ dei coefficienti di sensibilità alle variazioni pa-
rametriche. Le linee continue sono relative all’osservatore di ordine
ridotto, le linee tratteggiate si riferiscono all’impiego delle equazioni
rotoriche, quelle punteggiate all’impiego delle equazioni statoriche.
Come si può constatare, l’osservatore presenta coefficienti di sensibi-
lità sempre contenuti, specialmente quando la frequenza è sufficien-
temente elevata mentre le altre soluzioni presentano situazioni in
324 Capitolo 12. Determinazione delle componenti del flusso
0.8 0.8
0.6 0.6
SLM
SLM
Ω=0 Ω=100
0.4 0.4
0.2 0.2
0 0
0 0.5 1 1.5 2 0 0.5 1 1.5 2
Ω s/Ωsn a) Ωs/Ωsn b)
0.5 0.5
0.4 0.4
0.3 0.3
SLσ
SLσ
Ω=100
Ω=0
0.2 0.2
0.1 0.1
0 0
0 0.5 1 1.5 2 0 0.5 1 1.5 2
Ω s/Ωsn a) Ωs /Ω sn b)
10 1.5
1
6
Svx
Svx
Ω=0 Ω=100
4
0.5
0 0
0 0.5 1 1.5 2 0 0.5 1 1.5 2
Ω s/Ωsn a) Ω s/Ωsn b)
10 1.2
0.8
6
S ix
S ix
Ω=0 Ω=100
4
0.4
0 0
0 0.5 1 1.5 2 0 0.5 1 1.5 2
Ω s/Ωsn a) Ω s/Ωsn b)
327
328 Capitolo 13. Altre tecniche di controllo
13.1 DSC
La tecnica di controllo DSC è utilizzata in azionamenti di potenza
molto elevata, in particolare modo negli azionamenti per trazio-
ne ferroviaria pesante, quando le potenze in gioco richiedono, per
la realizzazione dell’inverter, l’impiego di GTO o di Raddrizzatori
Controllati.
Per comprendere il funzionamento della tecnica DSC è opportu-
no considerare, dapprima, l’andamento dei flussi negli avvolgimenti
statorici della macchina quando l’inverter funziona ad onda quadra.
A tale scopo, contrariamente a quanto si è effettuato per illustrare
le altre tecniche di controllo, è conveniente schematizzare l’avvol-
gimento di statore con una connessione a triangolo, individuando
con i pedici r, s e t le tre fasi; in particolare si ha:
vr = v1 − v2 vs = v2 − v3 vt = v3 − v1 .
vr = Ea vs = −Ea vt = 0.
330 Capitolo 13. Altre tecniche di controllo
vr
Ea
-Ea
vs
Ea
-Ea
vt
Ea
-Ea
ϕr
Φm
t
−Φm
ϕs
Φm
t
−Φm
ϕt
Φm
0 T/2 T t
−Φm
ϕsα
ϕs
ϕsβ
Φm
T =6 , (13.1)
Ea
v1
T t
v2
T t
v3
T t
vr
ϕr
cdes
+ Regolatore δ
di coppia
-
ϕsdes
−∆ +∆
−∆ +∆
Modulatore Inverter M
−∆ +∆
ϕr ϕ s ϕt
Calcolo dei
flussi
c concatenati
ϕs v1
Stimatore Stimatore
della v2
is del
coppia v3
flusso
i1
i2
i3
13.2 DTC
Il controllo diretto di coppia è stato, inizialmente, introdotto con
lo scopo di consentire l’impiego di un dispositivo di controllo con
minori potenzialità di calcolo rispetto a quello necessario per il con-
trollo ad orientamento di campo. Infatti, il DTC non necessita di
trasformazioni trigonometriche, in quanto non prevede l’impiego di
una schematizzazione ad assi rotanti, e il suo regolatore determina
direttamente le tensioni da applicare al motore, senza passare attra-
verso il calcolo dei valori desiderati delle componenti delle correnti;
inoltre il controllo del flusso viene effettuato prendendo in consi-
derazione il modulo del flusso statorico, la cui stima può essere
effettuata mediante una semplice integrazione delle equazioni sta-
toriche. Successivamente, al fine di migliorarne le prestazioni, sono
state, però, avanzate proposte di DTC che prevedono una comples-
sità di calcolo crescente fino a diventare paragonabile a quelle del
controllo ad orientamento di campo.
Nei più semplici azionamenti con DTC, lo stato di conduzione
dell’inverter viene mantenuto costante durante ciascun intervallo di
campionamento. Nella Fig. 13.5 sono riportati i vettori di tensio-
ne corrispondenti ai diversi stati di conduzione dell’inverter; per
semplificare la realizzazione della tecnica DTC, è conveniente mo-
13.2. DTC 335
vα
n=1
n=6
n=2
n=0
n=7
vβ
n=5
n=3
n=4
v
n=1
k=1
n=2 n=6
k=2
k=6
v
k=5
k=3
n=5
n=3
k=4
n=4
dϕsα
= vsα − Rs isα
dt (13.2)
dϕsβ
= vsβ − Rs isβ .
dt
13.2. DTC 337
LM
Kc = .
Ls Lr − L2M
affermazioni:
dc
= k1 ϕr × vs + cx , (13.5)
dt
in cui:
• k1 è un coefficiente dipendente dai parametri del motore;
essendo:
Azionamenti sensorless
343
344 Capitolo 14. Azionamenti sensorless
ϕsβ
θs = tan−1 . (14.1)
ϕsα
346 Capitolo 14. Azionamenti sensorless
dϕ dϕsβ
dθs ϕsα dtsβ − ϕsβ dϕdtsα ϕsα dt
− ϕsβ dϕdtsα
ωa = = 2 2
= . (14.2)
dt ϕsα + ϕsβ ϕ2s
dϕsα
= vsα − Rs isα
dt (14.3)
dϕsβ
= vsβ − Rs isβ .
dt
ϕrβ
θr = tan−1 , (14.5)
ϕrα
14.1. Determinazione della velocità di rotazione 347
dϕrβ
dθr ϕrα dt
− ϕrβ dϕdtrα
ωa = = . (14.6)
dt ϕ2r
LM isq
ωs = , (14.7)
Tr ϕr
c
isq = . (14.8)
pKr ϕr
Si ricava, quindi:
LM c
ωs = . (14.9)
Tr pKr ϕ2r
oppure come:
guenti espressioni:
dϕrd LM 1
= isd − ϕrd + ωs ϕrq
dt Tr Tr
(14.12)
dϕrq LM 1
= isq − ωs ϕrd − ϕrq .
dt Tr Tr
dϕsd disd
Tr − σLs Tr = Ls isd − ϕsd + ωs Tr ϕsq − ωs σLs Tr isq
dt dt
dϕsq disq
Tr − σLs Tr = Ls isq − ϕsq − ωs Tr ϕsd + ωs σLs Tr isd .
dt dt
(14.13)
14.1. Determinazione della velocità di rotazione 349
ϕsd = ϕs ϕsq = 0.
disq
−σLs Tr = Ls isq − ωs Tr ϕs + ωs σLs Tr isd ; (14.14)
dt
di
Ls isq + σTr dtsq
ωs = . (14.15)
Tr ϕs − σLs isd
essendo:
eα = îsα − isα , eβ = îsβ − isβ .
355
356 Capitolo 15. Determinazione dei parametri
dϕrα 1 LM
= − ϕrα + irα . (15.2)
dt Tr Tr
15.1. Procedure fuori linea 359
isα = I isβ = 0,
LM
Φrα (s) = Isα (s). (15.4)
1 + sTr
Sostituendo l’espressione (15.4) di Φrα (s) nella (15.3), si ottiene
360 Capitolo 15. Determinazione dei parametri
la seguente relazione:
(α2 s + α1 ) Vsα (s) = s2 + β2 s + β1 Isα (s), (15.5)
essendo:
1 1
α1 = α2 =
Tr Lσ Lσ
(15.6)
Rs Tr Rs + LM + Lσ
β1 = β2 = .
Tr Lσ Tr Lσ
M (s) N (s)
Isα (s) = Vsα (s) + Isα (s), (15.8)
D(s) D(s)
15.1. Procedure fuori linea 361
in cui:
M (s) = α2 s + α1
N (s) = (δ2 − β2 ) s + δ1 − β1
D(s) = s2 + δ2 s + δ1 .
in cui:
M (s) N (s)
Y1 (s) = Vsα (s) Y2 (s) = Isα (s).
D(s) D(s)
dw 1
= Aw 1 + b vsα
dt (15.10)
y1 = c1 w 1
dw 2
= Aw 2 + b isα
dt (15.11)
y2 = c2 w 2 ,
in cui i due vettori di stato w 1 e w 2 hanno dimensione 2 e la matrice
A e i vettori b, c1 e c2 hanno le seguenti strutture:
" # " #
0 1 0
A= b=
−δ1 −δ2 1
h i
c1 = [α̂1 α̂2 ] c2 = δ1 − β̂1 δ2 − β̂2 ,
îsα = p̂ T w , (15.12)
in cui:
h i
T
p̂ = α̂1 α̂2 δ1 − β̂1 δ2 − β̂2 .
15.1. Procedure fuori linea 363
vsα pˆ T
w&1 = Aw1 + bvsα w iˆsα
x
isα w& 2 = Aw2 + bisα
dϕrα 1
= − ϕrα .
dt Tr
isa
Io
0
0 t1 t
Dalla relazione:
tan(θ) = Ωi Tr ,
si ricava:
Ω i Tr 1
sin(θ) = p cos(θ) = p ;
1 + Ω2i Tr2 1 + Ω2i Tr2
LM A
ϕrα (t) = [sin (Ωi t) − Ωi Tr cos (Ωi t)] . (15.16)
1 + Ω2i Tr2
Nell’istante t = t1 , si ha:
A sin (Ωi t1 ) = Io
p (15.17)
A cos (Ωi t1 ) = − A2 − Io2 = −χIo ,
368 Capitolo 15. Determinazione dei parametri
essendo:
p
A2 − Io2
χ= .
Io
LM Io
ϕrα (t1 ) = (1 + χΩi Tr ) . (15.18)
1 + Ω2i Tr2
χ
Se il valore di Ωi è pari a Tr
, nell’istante t = t1 il flusso assume
il valore:
χ
Tr = . (15.20)
Ωi
disα
vm = vsα − Rs isα − Lσ .
dt
flusso rotorico:
Z
ϕr = vm (t) d t,
vm
im = isα − .
Rr
Motore Sincrono
Capitolo 16
377
378 Capitolo 16. Modelli della macchina sincrona
dϕsd
vsd = Rs isd + − ω ϕsq
dt
dϕsq
vsq = Rs isq + + ω ϕsd
dt
dϕr
vr = Rr ir + (16.1)
dt
dϕgd
0 = Rgd igd +
dt
dϕgq
0 = Rgq igq + ,
dt
in cui:
2 2
vsd isd + vsq isq + vr ir = Rs isd + isq + Rr ir2 + Rgd igd
2 2
+ Rgq igq +
dϕsd dϕsq dϕr dϕgd
+ isd + isq + ir + igd +
dt dt dt dt
dϕgq
+ igq + ω (isq ϕsd − isd ϕsq ) .
dt
2 2
Rs isd + isq + Rr ir2 + Rgd igd
2 2
+ Rgq igq ,
• un termine p (Lsgd isq igd − Lsgq isd igq ), dovuto alla presenza
della gabbia smorzatrice.
dϕsd
vsd = Rs isd + − ω ϕsq
dt (16.7)
dϕsq
vsq = Rs isq + + ω ϕsd ,
dt
in cui:
dϕsd
vsd = Rs isd + − ω ϕsq
dt
dϕsq
vsq = Rs isq + + ω ϕsd
dt (16.9)
dϕgd
0 = Rgd igd +
dt
dϕgq
0 = Rgq igq + ,
dt
in cui:
c = p[(Lsd − Lsq ) isd isq + (Lsgd isq igd − Lsgq isd igq )]. (16.11)
o, equivalentemente:
Lr Φsd − LM Φr
Isd = 2
Lsd Lr − LM
Φsq
Isq = (16.14)
Lsq
− LM Φsd + Lsd Φr
Ir = 2
.
Lsd Lr − LM
in cui:
p
Zs = Rs2 + Ω 2 Lsd Lsq .
p
C = 2 (− Ω Lsd Vsd + Rs Vsq − Ω LM Rs Ir ) ·
Z
s
Lsd − Lsq 2
· LM Ir + Rs Vsd + Ω Lsq Vsq − Ω LM Isq Ir =
Zs2
p
= 4 (− Ω Lsd Vsd + Rs Vsq − Ω LM Rs Ir ) ·
Zs
· LM Rs2 + Ω 2 Lsq
2
Ir + (Lsd − Lsq ) (Rs Vsd + Ω Lsq Vsq ) .
(16.16)
q Vsq
Vs
Vsd
10
5
Coppia
-5
-10
in cui:
Ω LM Lsq Ir
h= .
(Lsd − Lsq ) Vs
Ωa Ω
393
394 Capitolo 17. Azionamenti con motore sincrono
Vs = KΩa + Vs0 ,
• maggiore rendimento;
Φsd = Ls Is cos θ + Φm
(17.3)
Φsq = Ls Is sin θ,
p
Vs = Ω 2 Φs2 + Rs2 Is2 + 2Ω Φm Rs Is sin θ, (17.6)
C = p Φm Is sin θ. (17.7)
Nella Fig. 17.1 sono riportati, a parità di valore del modulo del-
la corrente statorica, gli andamenti della coppia e del modulo della
tensione di statore, in funzione dell’angolo θ. Come si può consta-
tare, la coppia assume i valori massimi, positivo e negativo, quando
θ è rispettivamente uguale a π/2 e a 3π/2, cioè quando il vettore
rappresentativo della corrente di statore è in quadratura rispetto
alla direzione del flusso prodotto dai magneti rotorici; viceversa, il
17.2. Controllo vettoriale del motore sincrono 401
10
C (Nm)
5 Vs /50 (V)
C Vs
-5
-10
θ
0 60 120 180 240 300 360
C = p Φm Is ,
402 Capitolo 17. Azionamenti con motore sincrono
quando θ = π/2 e
C = −p Φm Is ,
quando θ = 3π/2.
La Fig. 17.2 mostra i diagrammi polari delle grandezze elettro-
magnetiche nel caso di funzionamento da motore Fig. 17.2(a) e da
generatore Fig. 17.2(b).
d d
RsIs
m
s m Vs s
(a s
(b
q LsIs q Is
Is LsIs
Vs
s
RsIs
Vs ∼
= Rs Is + Ω Φs .
Per garantire che, per qualsiasi valore del modulo della corrente
di statore, più piccolo del suo valore massimo (Is max ), il valore
della tensione di statore non superi quello massimo (Vmax ) fornibile
dal convertitore, è quindi sufficiente che il termine che dipende dal
flusso di statore non diventi maggiore di un opportuno valore V ∗
pari a:
V ∗ = Vmax − Rs Is max ,
404 Capitolo 17. Azionamenti con motore sincrono
V∗
Φs max = . (17.8)
Ω
V∗
Ω1 = p .
2 + L2 I 2
Φm s s max
d d
m
m
s
s
s RsIs Vs
(a (b
q q
Is LsIs LsIs
Vs s Is
RsIs
V∗
Ω1 = p ,
2 + L2 I 2
Φm s s max
Ω2 = 1.09 Ω1 Ω3 = 1.49 Ω1 .
17.2. Controllo vettoriale del motore sincrono 409
Ω2 = 1.29 Ω1 Ω3 = 2.23 Ω1 .
Φsd = Ls Is cos θ + Φm
(17.9)
Φsq = Ls Is sin θ,
17.2. Controllo vettoriale del motore sincrono 411
essendo:
∆ = Rs2 Is2 +Ω2 φ2s +2ΩRs Φm Is sin θ −2Rs ΩLs ( − 1) Is2 sin θ cos θ.
10
5
Coppia
-5
-10
10
C (Nm)
5
Vs /50 (V)
C Vs
-5
-10
θ
0 60 120 180 240 300 360
V∗
Φs max = ,
Ω
elettromagnetica:
V∗
Cmax = pLM Ir Isq = p Is max . (17.16)
Ω
Vs
Cmax Pmax Vs
P max
C max
0
Ω Ω2
Ω
0 1
p
Φ2s max + L2s Is2max
Ir = ,
LM
q Rotore
Statore 3r
v2s
2s 3s
i3s 2r
i2s v3s
ir
Azionamenti sensorless
421
422 Capitolo 18. Azionamenti sensorless
tro diversi approcci; due sono analoghi a quelli già illustrati a pro-
posito degli azionamenti con motore asincrono, mentre i più pro-
mettenti sono basati o sul diverso livello di saturazione del circui-
to magnetico della macchina, a seconda della direzione del flusso
prodotto dal rotore, o sull’anisotropia del circuito magnetico.
dϕsα
= vsα − Rs isα
dt (18.1)
dϕsβ
= vsβ − Rs isβ .
dt
dϕsβ
dθs ϕsα dt
− ϕsβ dϕdtsα
ωa = = . (18.2)
dt ϕ2s
Per quanto concerne la posizione, si può osservare che sottraen-
do rispettivamente a ϕsα e ϕsβ i flussi Ls isα e Ls isβ , dovuti alle
correnti statoriche, si ottengono le componenti sugli assi α e β del
flusso prodotto dall’avvolgimento di eccitazione (o dai magneti); la
direzione dell’asse del circuito rotorico può, quindi, essere ottenuta
effettuando il calcolo dell’arcotangente.
18.2. Impiego di un filtro di Kalman esteso 423
dϕsα
= vsα − Rs isα
dt (18.4)
dϕsβ
= vsβ − Rs isβ ,
dt
possono venire scritte come:
disα
Ls = −Rs isα + ω Φm sin(θm ) + vsα
dt (18.5)
disβ
Ls = −Rs isβ − ω Φm cos(θm ) + vsβ .
dt
dω
=0
dt (18.6)
dθm
= ω,
dt
424 Capitolo 18. Azionamenti sensorless
essendo:
†
La determinazione delle espressioni di L1 , L2 e L3 è alquanto laboriosa;
per ulteriori approfondimenti si può fare riferimento al seguente testo: Bimal
K. Bose, Modern Power Electronics and AC Drives, Prentice Hall PTR, ISBN
0-13-016743-6
18.4. Approcci basati sull’anisotropia del circuito magnetico 427
ϕdˆ = 0
(18.9)
ϕq̂ = Φi sin(ωi t),
in cui:
Lo ∆L
Io = Φi I1 = Φi .
L2o − ∆L2 L2o − ∆L2