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MATTEO ZUCCALA’
CFP GALDUS
III OPERATORE ELETTRICO
Relatore: Prof. Revelli Franco
Anno scolastico 2017-2018
SOMMARIO
1. Perché ho scelto questo argomento per la mia tesina pag. 3
2. Definizione di motore elettrico pag. 3
3. Cenni storici pag. 3
4. Cenni sull’elettromagnetismo pag. 11
4.1 Forza di Lorenz pag. 11
4.2 Magneti permanenti ed Elettromagneti pag. 12
5. Tipi di motore elettrico pag. 13
6. Parti principali di un motore elettrico pag. 14
6.1 Lo statore pag. 14
6.2 Il rotore pag. 16
7. La tensione continua pag. 18
8. Motori a corrente continua pag. 18
8.1 Motore DC a spazzole pag. 19
8.1.1 Principio di funzionamento pag. 20
8.1.2 Come è fatto un motore in DC pag. 21
8.1.3 Applicazioni pag. 26
8.1.4 Vantaggi pag. 26
8.1.5 Svantaggi dei motori DC pag. 27
8.2 Motore DC senza spazzole (Brushless) pag. 28
8.2.1 Principio di funzionamento pag. 28
8.2.2 Come è fatto un motore DC Brushless pag. 31
8.2.3 Applicazioni pag. 33
8.2.4 Vantaggi pag. 34
8.2.5 Svantaggi pag. 34
9. La tensione alternata sinusoidale pag. 35
10. Motori in corrente alternata (AC) pag. 39
10.1 Motore AC a spazzole (motore Universale) pag. 39
10.1.1 Principio di funzionamento pag. 39
1
10.1.2 Come è fatto un motore Universale pag. 40
10.1.3 Applicazioni pag. 41
10.1.4 Vantaggi e svantaggi pag. 41
10.2 Il motore Sincrono e Asincrono pag. 41
10.2.1 Principio di funzionamento pag. 42
10.2.2 Come sono fatti i motori Sincrono ed Asincrono pag. 45
10.2.3 Il rotore del motore Asincrono pag. 46
10.2.4 Il rotore del motore Sincrono pag. 48
10.2.5 Collegamenti elettrici (sistema trifase) pag. 49
10.2.6 Motori asincroni monofase pag. 52
10.2.7 Applicazioni pag. 53
10.2.8 Vantaggi e svantaggi pag. 53
11. Motori passo-passo (Stepper Motor) pag. 54
11.1 Costituzione e principio di funzionamento pag. 55
11.1.1 Motori bipolari e unipolari pag. 59
11.2 Motore passo-passo Ibrido pag. 61
11.2.1 Principio di funzionamento pag. 64
11.3 Applicazioni pag. 67
11.4 Vantaggi pag. 67
11.5 Svantaggi pag. 68
12. Bibliografia pag. 69
Fotografia di copertina IME – Industria Motori Elettrici – Motore Brushless PMSM 106,5
2
1. Perché ho scelto questo argomento per la mia tesi
Parecchi oggetti che fanno parte della nostra vita quotidiana, contengono al
proprio interno motori elettrici, basti pensare ad un semplice asciugacapelli ad un
ventilatore o ad una lavatrice, per poi passare a macchine più complesse come un
treno una nave o, alla stessa automobile, che oggi più che mai, sta subendo una
vera trasformazione che probabilmente porterà alla sostituzione dei motori a
scoppio (che producono scarichi tossici per l’ambiente e che inevitabilmente
porteranno all’esaurimento delle risorse combustibili come il petrolio).
È quindi nata in me la curiosità di ricercare informazioni più dettagliate sul
mondo dei motori elettrici, per cercare di capire come funzionano e perché li
utilizziamo.
3. Cenni storici
3
Un magnete permanente circolare era sistemato al centro del piatto.
Quando una corrente elettrica veniva fatta scorrere nel filo, questo ruotava attorno
al magnete mostrando che la corrente generava un campo magnetico attorno al
filo (a destra della figura). Lo stesso accadeva al magnete mobile attorno al filo
fisso (a sinistra della figura).
L'origine del concetto di elettricità prodotta mediante moto, si fa risalire al 1831,
quando Michael Faraday e Joseph Henry notarono che un conduttore, spostandosi
all'interno di un campo magnetico, produceva corrente elettrica.
La figura mostra una spira di forma rettangolare che ruota con velocità costante in
un campo magnetico di intensità uniforme. La spira costituisce il circuito
immerso nel campo magnetico.
A causa del movimento della spira, cambia continuamente l’intensità del campo
magnetico che attraversa il circuito elettrico: l’intensità è massima quando il
piano della spira è perpendicolare alla direzione del campo e diminuisce durante
4
la rotazione fino ad annullarsi quando il piano della spira è parallelo alla
direzione del campo; poi riprende a crescere fino a raggiungere nuovamente il
valore massimo.
Per effetto della continua variazione dell’intensità del campo magnetico che
attraversa la spira si ha la formazione di una f.e.m. indotta di intensità variabile.
Ogni mezzo giro il verso della corrente che circola nella spira si inverte (vedi
fig.).
Ai poli di una spira che ruota in un campo magnetico con moto circolare uniforme, si ottiene una
tensione alternata; ciò significa che le polarità della forza elettromotrice, cambiano con la stessa
frequenza del moto circolare della spira ed il suo valore cambia nel tempo con l’andamento
caratteristico di una curva detta sinusoide.
Ai capi della
spira ci sono
due anelli interi
dal quale si
preleva la
tensione
alternata.
Tra il 1860 ed i 1864 uno scienziato italiano Antonio Pacinotti costruisce il primo
prototipo di un motore elettrico efficiente partendo dall’idea di costruire un
5
generatore di corrente continua: era costituita da un anello di ferro dolce su cui
erano avvolte delle bobine di filo elettrico collegate in serie tra loro in modo da
formare una spirale continua avvolgente l'anello, che veniva fatto ruotare con una
manovella tra i poli di un elettromagnete.
Le estremità delle bobine erano collegate a due a due, ad uno dei segmenti
metallici in cui era suddiviso il collettore (un cilindro di materiale isolante
calettato sull'albero di rotazione dell'anello, recante tanti segmenti conduttori
quante sono le bobine dell'anello) su cui strisciava una coppia di spazzole
diametralmente opposte.
6
In questo modo Pacinotti fu capace di generare una corrente quasi continua
realizzando di fatto un raddrizzatore meccanico. L'apparato fu chiamato dal suo
inventore macchina magneto-elettrica.
Ai capi della spira c’era un
anello diviso in due semi-anelli.
Questo sistema permetteva di
generare una tensione continua
poiché ai capi delle spazzole
veniva prelevata solo la parte
positiva della sinusoide.
Più spire concatenate davano
un andamento come da figura.
La macchina era reversibile, ossia era in grado di funzionare sia come generatore
che come motore.
7
Quando veniva usata da generatore, dai morsetti usciva la corrente prodotta per
induzione dalla rotazione dell’anello; viceversa se si poneva una differenza di
potenziale ai capi dei morsetti, la macchina funzionava da motore.
Pacinotti però, non brevettò mai la sua invenzione e così fu il belga Z.T. Gramme
a sfruttare industrialmente l'idea e a costruire negli anni 1870-71 numerose
dinamo di dimensioni commerciali.
Tuttavia le macchine così costruite erano ancora caratterizzate da bassi
rendimenti. Di importanza decisiva fu la scoperta del campo magnetico rotante
che portò all’invenzione del motore asincrono.
Nell'autunno del 1885 Galileo Ferraris, fisico e ingegnere piemontese (1847-
1897), tra i fondatori e primo presidente dell'Associazione Elettrotecnica Italiana,
dimostrò pubblicamente che, disponendo due bobine perpendicolarmente tra loro
e facendole percorrere da due correnti fortemente sfasate (quasi di 90°), si
generava, nello spazio compreso tra esse, un campo magnetico rotante, che
poteva essere rivelato ad esempio con il dispositivo illustrato nella fig. a.
8
Quando le bobine sono percorse da correnti in quadratura di fase (sfasate cioè di
90°) si osserva che il cilindretto di rame sospeso tra O e O' tende a ruotare
torcendo il filo di sospensione. Se il sistema di sospensione è realizzato con perni
e cuscinetti si osserverà la rotazione continua del cilindretto.
Ferraris sperimentava con correnti alternate a circa 40 Hz (le inversioni della
corrente erano circa 80 al secondo) cui doveva corrispondere un campo rotante a
2400 giri al minuto. Nelle sue esperienze lo scienziato ottenne velocità fino a
circa 900 giri al minuto oltre le quali, a causa della primitività del sistema, non
era possibile andare.
Lo sfasamento delle correnti era ottenuto inserendo una resistenza da 15 a 18 Ω
sulla bobina 2BBB2', compensando la riduzione della corrente con un maggior
numero di spire.
Nello stesso periodo Nicola Tesla (1856-1943), fisico e ingegnere serbo-
statunitense, otteneva analoghi risultati.
Gli studi di Galileo Ferraris, contenenti anche la descrizione di un piccolo motore
asincrono furono pubblicati nell'aprile del 1888 sulla rivista "Il Nuovo Cimento".
Il 1° maggio dello stesso anno Tesla otteneva il brevetto del motore asincrono.
9
A seguito dell'introduzione del sistema trifase di distribuzione dell'energia
elettrica e grazie appunto alla scoperta del campo magnetico rotante, si diffuse
rapidamente l'uso del motore asincrono o motore a induzione.
Nel 1892 un industriale americano George Westinghouse comprò i brevetti di
Tesla è costruì il primo motore su scala commerciale.
Tuttora si tratta della macchina elettrica rotante maggiormente diffusa nel mondo.
Il campo magnetico rotante è anche alla base del funzionamento della macchina
sincrona, la quale oggi è prevalentemente usata come generatore (alternatore).
10
4. Cenni sull’elettromagnetismo
Prima di cominciare il nostro viaggio nel mondo dei motori, è bene fare qualche
richiamo su alcuni principi dell’elettromagnetismo.
F=B•I•l
11
4.2 Magneti permanenti ed Elettromagneti
Nei magneti naturali come la magnetite, con la quale sono costruite le calamite,
ed nei magneti permanenti, la disposizione ordinata degli atomi magnetici,
conferisce all’intero corpo le proprietà magnetiche, mentre nei materiali
ferromagnetici come ferro e acciaio, la disposizione degli atomi magnetici può
diventare ordinata soltanto con un intervento esterno (contatto con materiale
magnetico, o al passaggio di corrente elettrica).
12
5. Tipi di motore elettrico
13
6. Parti principali di un motore elettrico
Il motore elettrico, indipendentemente da come viene alimentato, è composto da
una parte fissa chiamata Statore e da una parte in movimento chiamata Rotore.
In questi due componenti si generano due flussi magnetici rispettivamente il
flusso statorico ed il flusso rotorico, che interagendo fra di loro, danno origine ad
una coppia di forze (detto anche momento torcente in meccanica), che provoca il
movimento rotatorio dell’albero motore che solitamente è solidale al Rotore.
Si ha quindi la trasformazione dall’energia elettrica in energia meccanica
attraverso la rotazione dell’albero del motore.
6.1 Lo statore
14
A seconda del tipo di motore e della sua costruzione, può alloggiare anche
magneti permanenti a superficie liscia (solitamente nei piccoli motori DC) al
posto degli avvolgimenti.
Nel caso di statore a magneti permanenti per generare tale flusso abbiamo
bisogno almeno di una coppia di magneti con polarità inversa (coppia polare N-S)
disposti uno di fronte all’altro. Fra i due magneti si genera in natura, un flusso
magnetico che va da Nord a Sud senza avere la necessità di essere alimentato da
corrente.
Nel caso di statore costruito con avvolgimenti, il concetto non cambia molto.
L’obbiettivo è sempre avere almeno una coppia polare in grado di generare il
flusso magnetico statorico. In questo caso è richiesta l’alimentazione degli
avvolgimenti che, attraversati da corrente, produrranno tale flusso creando in tal
modo un elettromagnete.
Statore avvolto con una coppia polare Statore avvolto con più coppie polari
15
6.2 Il rotore
Il rotore nei motori elettrici definito anche indotto, è l'insieme delle parti rotanti.
Il tipo di rotore cambia a seconda del tipo di motore elettrico.
Il movimento avrà luogo in funzione della velocità angolare, della coppia motrice
e della coppia resistiva data dal carico, ed il tutto sarà influenzato anche dagli
attriti.
L'indotto dei motori DC può essere:
A magneti permanenti:
Sistema utilizzato dal motore senza spazzole (brushless) e dal motore passo-
passo.
Avvolto:
Sistema utilizzato dalla quasi totalità dei motori in corrente continua e dai
motori universali, dove le varie matasse vengono eccitate in un determinato
ordine tramite un collettore a spazzole.
Avvolgimenti
Albero
Rotore avvolto Particolare del Collettore
collettore
16
L'indotto dei motori AC monofase, bifase e trifase, a seconda del loro tipo di
funzionamento, può essere:
17
7. La tensione continua
Si definisce tensione continua quella differenza di potenziale derivata
da un generatore o da un accumulatore (pila) che non subisce variazioni
nel tempo. In questo caso, infatti, la tensione elettrica assume un valore
indipendente dal tempo e sempre costante.
Un circuito elettrico sottoposto ad una tensione continua è attraversato
da una corrente continua, anch'essa indipendente dal tempo.
18
Piccolo motore DC
Alcuni motori DC
19
Schema di base di un motore DC
a spazzole.
20
Nella terza fase avviene
l’allineamento della spira con il
campo magnetico, quindi
teoricamente il motore si dovrebbe
fermare, però l’alimentazione è
collegata, tramite delle spazzole, ad
un commutatore (semianello) che in
questa fase, come in quella opposta,
inverte il senso della corrente nelle
spire, quindi per la regola delle tre
dita, le spire dovranno allinearsi al
campo e il moto continua.
21
Motori di piccola potenza producono il flusso magnetico mediante magneti
permanenti posizionati in corrispondenza delle espansioni polari.
Per macchine di potenza superiore invece il flusso magnetico viene generato
mediante una corrente di eccitazione che percorre appositi avvolgimenti detti
appunto avvolgimenti di eccitazione, posizionati intorno alle espansioni polari.
22
Montato sullo stesso albero del rotore si ha il collettore che ha lo scopo di fornire
agli avvolgimenti la tensione di alimentazione e fare si che la coppia generata
dalla corrente che li attraversa, sia costante o quantomeno unidirezionale.
23
Una coppia di spazzole in grafite
La parte in aria tra statore e rotore viene definita traferro, in questa zona il
campo magnetico ha la maggiore intensità.
24
L’asse neutro individua il piano che taglia longitudinalmente la macchina e in cui
si ha induzione magnetica nulla.
Viene detta passo polare τ(tao), la distanza angolare tra i poli della macchina.
25
Collegamento in serie (series)
Gli avvolgimenti di statore e di rotore sono collegati in serie. Si avrà una coppia
inferiore ma maggiore velocità.
8.1.3 Applicazioni
I motori a corrente continua, anche se la tendenza attuale è passare a quelli in
corrente alternata, sono ancora molto diffusi nelle applicazioni in cui è richiesta la
regolazione della velocità come nei robot industriali, nelle apparecchiature di
processo e nelle macchine utensili; vengono anche usati in campo automobilistico
(per il comando di vari accessori come tergicristalli, finestrini, ventilatori,
impianto di climatizzazione, ecc.), nella trazione a filo (funivie seggiovie, skilift)
e nella trazione ferroviaria.
8.1.4 Vantaggi
La velocità di rotazione dipende dalla tensione applicata, dalla corrente assorbita
dal rotore e naturalmente dal carico applicato all’albero.
26
La coppia generata è proporzionale alla corrente ed il controllo di velocità più
semplice agisce sulla tensione d’alimentazione: aumentando o diminuendo la
tensione il motore va più piano o più veloce. L’inversione della rotazione si
ottiene semplicemente invertendo le polarità dell’alimentazione.
La coppia è inversamente proporzionale alla frequenza meccanica; ciò è molto
utile per la trazione in quanto il massimo spunto si ha con veicolo fermo, inoltre il
sistema tende da solo alla autoregolazione sulla velocità.
Riassumendo si può affermare che il motore DC ha tutte le funzioni necessarie
per un mezzo mobile: oltre alla funzione di motore, nelle macchine ibride, può
recuperare l'energia funzionando da dinamo quando serve l'azione frenante o
agire semplicemente da freno.
27
8.2 Motore DC senza spazzole (Brushless)
Gli avvolgimenti vengono alimentati ad uno ad uno con una certa sequenza,
tramite un dispositivo chiamato inverter.
28
Fig.1 Fig.2 Fig.3
29
In pratica il rotore, segue il movimento del campo magnetico rotante, generato
dallo statore, ma anche lo statore deve conoscere sempre la posizione del rotore
per poter eccitare correttamente gli avvolgimenti, in modo da dare al motore
velocità e coppia costante. Vengono così inseriti nel motore degli appositi sensori
in grado di rilevare la posizione del rotore. Questi sensori possono essere interni
(sensori ad effetto Hall), oppure esterni (encoder) montati direttamente sull’albero
del motore e successivamente letti tramite dei sensori ottici.
schema
funzionale di
pilotaggio di un
motore
brushless.
30
8.2.2 Come è fatto un motore DC Brushless
Il motore è composto da uno statore e da un rotore.
Nei motori di piccola potenza il rotore può essere esterno allo statore montato
come una coppetta rovesciata intorno allo statore.
È il caso di motorini per Floppy Driver, CD ma soprattutto delle ventoline di
raffreddamento di piccola e media potenza.
Avvolgimenti statorici
31
Il rotore è costruito con magneti permanenti e può avere più coppie polari.
Per la sua costruzione, oltre alla magnetite, si usano materiali più performanti ma
anche più costosi come le leghe di Samario-Cobalto o Neodimio/Ferro/Boro.
A seconda del tipo di rotore che si vuole costruire e del materiale che si vuole
impiegare, i magneti possono essere disposti in diversi modi:
In periferia (fig. a) solitamente Magnetite
Incorporati (fig. b) Neodimio (il Neodimio tende ad ossidarsi)
Inseriti (fig. c) terre rare Samario-Cobalto
32
Qui di seguito possiamo vedere una possibile configurazione schematizzata.
8.2.3 Applicazioni
Il campo di applicazione dei motori brushless è importante e in notevole crescita
anche se essenzialmente circoscritto a potenze medio-piccole (≤ 50 KW) in
quanto le macchine di grossa taglia richiedono magneti di dimensioni e costo
attualmente assai elevati. Ci sono tuttavia impieghi in applicazioni navali di tali
motori con tecnologie a superconduzione, che hanno potenze dell'ordine di MW.
Sono utilizzati per macchine utensili a controllo numerico, automazione
industriale, robotica, trazione leggera, macchine da ufficio, apparecchiature
trasportabili, attrezzature mediche e trovano impiego anche nel campo
aerospaziale. Questa tipologia di motore viene utilizzata anche nelle automobili
di Formula E con potenze di circa 200KW.
33
8.2.4 Vantaggi
Il primo sostanziale vantaggio riguarda la durata di vita del motore.
Rispetto ai tradizionali motori in corrente continua con le spazzole, presentano
vari vantaggi, dovuti essenzialmente all'assenza delle spazzole e del
commutatore, quali ad esempio:
- ridotta manutenzione (non ci sono le spazzole)
- maggiore affidabilità nel tempo
- campo di variazione della velocità più ampio (grazie all’inverter)
- assenza di limitazioni ambientali (non c’è lo scintillio provocato dal
sistema spazzole-collettore)
- maggiore rendimento (solitamente 0,98)
- più agevole dissipazione del calore, in quanto gli avvolgimenti disposti
sullo statore danno minore resistenza termica al calore da essi generati
- più elevato rapporto potenza/dimensioni grazie all’uso di magneti
permanenti in leghe di samario-cobalto o meglio, Neodimio/Ferro/Boro.
- ridotta inerzia e più elevate prestazioni dinamiche per la presenza sul rotore
di magneti permanenti e quindi di minor peso rispetto al rotore con
avvolgimenti.
- minore rumore acustico ed elettrico irradiato
8.2.5 Svantaggi
34
Inoltre i magneti permanenti con il quale viene costruito il rotore, presentano
costi più elevati rispetto ai normali avvolgimenti di un rotore per motore a
spazzole.
Prima di affrontare lo studio dei motori alimentati in corrente alternata, dobbiamo
fare qualche considerazione su cosa sia la corrente alternata e quali vantaggi
offra.
La porzione che si ripete uguale nel tempo prende il nome di periodo, e viene
misurato in secondi.
La frequenza f, misurata in hertz (Hz), indica quante volte il periodo si ripete in
un secondo. Ad esempio in Italia il periodo della tensione di alimentazione
alternata si ripete 50 volte in un secondo, per cui la frequenza è pari a 50 Hz. In
una presa di corrente il neutro è costantemente a tensione zero. La variazione
della tensione sinusoidale risulta totalmente a carico della fase, che per metà
periodo è positiva e per l'altra metà è negativa.
35
Quando applichiamo una tensione alternata a un circuito, anche la corrente che ne
consegue ha un andamento alternato sinusoidale con la stessa frequenza, ovvero
per metà periodo scorre in un senso e per l'altra metà scorre nell'altro.
Si tenga presente che un periodo ha durata estremamente breve: 1/50 di secondo
pari a 0,02 secondi.
Sistema Trifase
36
In bassa tensione con potenze medie e alte si utilizza il sistema trifase, mentre
con potenze basse si usa il sistema monofase.
In media e alta tensione si ha esclusivamente il sistema trifase.
Fig. a Fig. b
37
Nel sistema trifase possiamo prelevare la tensione tra fase e neutro (230 V) e tra
fase e fase (400 V vedi Fig. b). Infatti in ogni istante le tre fasi, grazie allo
sfasamento di 120°, non hanno lo stesso potenziale.
I valori di tensione sono verificabili anche geometricamente: se, ad esempio,
consideriamo il segmento 1-N come lungo 230 unità, quello 1-2 risulterà lungo
400 unità.
Matematicamente: tensione tra fase e fase = √3 * tensione tra fase e neutro
A Stella: Si collegano i tre ingressi dell'utilizzatore tra fase e neutro (1-N, 2-N,
3-N), applicando così ad ognuno una tensione di 230 volt (figura a sinistra). Se le
tre fasi sono interessate dalla stessa corrente (I1 = I2 = I3), non si ha circolazione
di corrente sul neutro (IN = 0).Infatti sul neutro circola la somma delle tre
correnti, ma tre correnti uguali sfasate tra loro di 120° danno come somma un
valore nullo.
A Triangolo: Si collegano i tre ingressi dell'utilizzatore tra fase e fase (1-2, 2-3,
3-1) applicando così una tensione di 400 volt (figura a destra). Non si ha bisogno
del neutro.
38
10. Motori in corrente alternata (AC)
La scoperta del campo magnetico rotante e la successiva diffusione dell’utilizzo
della corrente alternata trifase alla fine dell’800, diede inizio allo sviluppo di
motori alimentati in corrente alternata.
I motori in corrente alternata si dividono in motori a spazzole, motori asincroni e
motori sincroni. Questi tre tipi di motori si differenziano principalmente per
principio di funzionamento, costruzione e tipo di alimentazione (monofase,
trifase).
39
L’unico possibile collegamento elettrico
fra gli avvolgimenti statorici e quelli
rotorici è di tipo serie, poiché
alimentando il motore in AC, l’inversione
di corrente e di campo magnetico fra
statore e rotore avviene in maniera
automatica garantendo così la continua
rotazione del rotore.
Nelle figure si può notare l’inversione contemporanea del campo magnetico statorico e del
campo magnetico rotorico.
40
Rotore
Motore universale Statore
10.1.3 Applicazioni
Questi motori vengono usati principalmente per utensili elettrici come trapani,
smerigliatrici, seghetti, piccoli elettrodomestici come frullatori, aspirapolvere e
per macchine che presentano un collegamento a cavo che utilizzano la classica
tensione di rete domestica raggiungendo potenze contenute nell’ordine di 2/3
KW.
Questi due tipi di motore sono molto simili anche se presentano alcune differenze
costruttive che ne determinano la diversa classificazione.
41
Entrambe i motori sfruttano il principio del campo magnetico rotante generato
normalmente da un sistema di alimentazione Trifase.
Il motore sincrono deve il suo nome al fatto che la frequenza di rotazione del
rotore è sincronizzata con la frequenza del campo magnetico rotante e della
tensione di alimentazione.
Il motore asincrono, inventato da Galileo Ferraris nel 1887, invece è un tipo di
motore in cui la frequenza di rotazione non è uguale alla frequenza del campo
rotante e di rete. Il motore asincrono è detto anche motore ad induzione in virtù
del suo principio di funzionamento.
Fase 1
Fase 2
Fase 3
Fase 1
Fase 2
Fase 3
42
La rotazione del campo magnetico avviene ad una velocità fissa legata alla
frequenza di alimentazione, detta velocità di sincronismo NS.
Se in questo campo rotante poniamo una spira chiusa su se stessa, per la legge di
Faraday, sulla spira verrà prodotta una corrente indotta che darà luogo a sua volta
ad un campo magnetico che cercherà di opporsi al campo magnetico rotante.
43
In conclusione il rotore girerà sempre ad una velocità leggermente inferiore della
velocità del campo rotante.
Questo appena descritto è il principio di funzionamento di un motore asincrono.
44
10.2.2 Come sono fatti i motori Sincrono ed Asincrono
Come tutti i motori sono costituiti da uno statore che è la parte fissa del motore e
da un rotore che è la parte mobile o rotante.
Lo statore, per entrambi i motori, sarà costruito con lamierini impaccati in
acciaio e sarà sede degli avvolgimenti statorici deputati a produrre il campo
magnetico rotante.
Lamierini impaccati
Avvolgimenti statorici
Statore con espansioni polari (anisotropo) Statore con cave interne (isotropo)
45
In entrambe le figure i poli con gli avvolgimenti rappresentati dalle tre
colorazioni (rosso, azzurro e verde) risultano sfasati di 120° tra loro e sono il
numero minimo per il sistema trifase ovvero una coppia polare per fase.
Per aumentare la coppia motrice si possono avere più coppie polari per fase, ma
all’aumentare del numero di coppie polari, corrisponde una diminuzione della
velocità del motore secondo la seguente formula:
In blu la
rappresentazione
delle correnti
indotte e la
relativa coppia
prodotta.
46
Poiché sono costituiti da un insieme di spire chiuse in corto circuito, e al
momento dell’avvio del motore, devono sopportare una corrente elevata (circa 7
volte la corrente di normale esercizio), vengono realizzati con barre di alluminio
chiuse alle due estremità da due anelli in rame o acciaio.
Lo spazio tra le barre viene riempito con lamierini impaccati di materiale
ferromagnetico.
Nei motori di elevate potenze, per ridurre la corrente di spunto all’avvio, si usano
rotori di tipo avvolto. In questo tipo di macchine, nelle cave rotoriche vi è un
normale avvolgimento, simile a quello statorico, di tipo trifase e collegato a stella,
come mostrato in Figura.
47
I capi di queste fasi vengono collegati a degli anelli conduttori, calettati
sull’albero del motore ma, isolati da questo; sui questi anelli poggiano delle
spazzole collegate ad un reostato esterno di avviamento, completamente inserito
all’atto di chiusura dell’interruttore sulla linea, ma che va disinserito,
gradualmente, all’aumento della velocità di rotazione e completamente escluso
(cortocircuitato) in condizioni di normale funzionamento.
Vale la pena di precisare che il numero delle fasi del rotore può essere diverso da
quello di statore, ma è indispensabile che il numero di poli sia uguale per i due
avvolgimenti.
Qui sotto sono rappresentati due motori asincroni con rotore a gabbia (a) e con
rotore avvolto con i tre anelli dell’avvolgimento rotorico (b).
48
usato un trucco: Sul rotore di tipo avvolto, ad esempio, veniva posta una gabbia di
scoiattolo.
49
Collegamento stella Collegamento triangolo Tipica morsettiera sul motore
(1,2)
Fig. b
Fig. a
Un’ altro modo è quello di inserire dei reostati in serie alle fasi del motore, per
ridurre la tensione di alimentazione in avvio (Fig. b) che progressivamente vanno
esclusi man mano che il motore raggiunge la velocità di regime.
50
L’inversione della
rotazione avviene
invertendo due fasi
dell’avvolgimento.
Di solito questa
operazione si fa a motore
fermo.
51
I motori trifase possono essere adattati anche per funzionare in monofase. Si usa
un condensatore (C) per creare un campo magnetico rotante con una sola fase. In
questo modo in L3 avremo la corrente in anticipo mentre L1 e L2 si possono
collegare in serie o in parallelo (Fig. a). Qui sotto una tabella riassuntiva dei
possibili collegamenti a stella e a triangolo, nelle due varianti di senso di marcia
(Fig. b).
Fig. a
Fig. b
52
10.2.7 Applicazioni
Per quanto riguarda i motori sincroni monofase, si può dire che il migliore
impiego lo trovano come generatori. Tuttavia esistono alcune applicazioni
particolari come ad esempio nell’industria cartaria, dove grazie alla perfetta
sincronia e alla velocità costante che caratterizzano questi motori, si possono
trascinare i grossi rotoli di carta, senza che questi subiscano dei danni.
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Motore asincrono.
Il primo grande vantaggio è il basso costo, ma è importante anche la resistenza
alle alte temperature. Per contro, si genera forte calore sul rotore e l’elevata
inerzia di quest’ultimo rende più difficile l’accelerazione.
Il movimento del rotore legato allo scorrimento, crea delle ondulazioni alla
coppia motrice in relazione al carico pertanto a parità di carico spesso bisogna
dimensionare il motore alla taglia superiore rispetto ad un motore sincrono che
resta più compatto.
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11.1 Costituzione e principio di funzionamento
La tipica costituzione di un motore passo-passo prevede l’impiego di un rotore a
magnete permanente (e quindi privo di avvolgimenti) dotato di un certo numero
di “denti”, con lo statore costituito da numerose espansioni polari anch’esse
provviste di denti e alimentate da altrettanti avvolgimenti.
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Per facilitare la comprensione del
modo di funzionamento (e quindi di
pilotaggio) di questo tipo di motore,
immaginiamo di schematizzare il
motore considerando uno statore con
solo 4 espansioni polari ed un rotore
costituito da un magnete permanente
avente il solito polo Nord e Sud, come
in figura.
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Se successivamente si toglie
tensione alla fase A e la si commuta
alla fase C in modo da alimentare il
percorso di corrente da C a D, il
rotore ruoterà in senso orario di un
quarto di giro allineandosi lungo la
direzione C-D. Per provocare un
ulteriore avanzamento si fornirà
tensione alla fase B, poi alla D e così
via, provocando una continua
rotazione dell’asse del motore.
Fig.1
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Con questa tecnica, per fare
avanzare il motore in senso
orario è necessario fornire
sequenze di impulsi del tipo A-C,
poi C-B, in seguito B-D e infine
D-A, in modo da provocare la
completa rotazione dell’asse, ma
sempre con il polo Nord del
rotore allineato in una posizione
intermedia fra due fasi. In figura
2 è mostrata la sequenza degli
impulsi richiesti con le rispettive
posizioni assunte dal rotore.
Fig.2
Il rotore si allinea
dapprima verso A,
poi in posizione
intermedia fra A e
C, poi verso C,
poi in posizione
intermedia fra C e
B, poi verso B, e
così via.
Fig.3
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Lo scopo è quello di far compiere al rotore movimenti “a mezzo passo”, e quindi
attuare posizionamenti più precisi, anche se con una complicazione della
sequenza degli impulsi (vedi figura 3).
Il pilotaggio a mezzo passo alterna le due sequenze tipiche del pilotaggio a
onda e a due fasi ed è detta half-step.
Abbiamo visto che per un motore ideale a 4 espansioni polari è possibile
compiere passi di un quarto di giro (90 gradi) oppure, attuando un controllo a
mezzo passo, di un ottavo di giro, ovvero 45 gradi. In un motore reale il numero
di espansioni polari è maggiore, ma sempre multiplo di quattro, in modo da
utilizzare esternamente solo 4 fili.
Per tale motivo gli avvolgimenti sono connessi in parallelo quattro a quattro (il
primo con il quinto, il secondo con il sesto, e così via).
Grazie a questo accorgimento le sequenze di impulsi evidenziati nelle figure 1, 2
e 3 rimangono invariate anche per motori da decine o centinaia di passi. È ovvio
che all’aumentare del numero di passi si ridurrà progressivamente l’angolo di
rotazione per ogni passo, che solitamente va da 1.8 ai 9 gradi.
Per questi motori, quindi, per poter compiere un giro completo sarà necessario
ripetere più volte le combinazioni sopra descritte.
Per invertire il senso di marcia del motore basterà invertire la sequenza degli
impulsi in tutte e tre le configurazioni descritte.
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un lato, C e D dall’altro) in modo da disporre di un totale di 6 fili, di cui quattro
sono le normali fasi, e due “prese centrali”.
Fig.4
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È possibile sfruttare un generatore di clock basato ad esempio su di un oscillatore
astabile seguito da un divisore e da una rete logica che ricavi i segnali necessari.
Questi segnali non potranno però essere utilizzati direttamente per il pilotaggio
del motore, ma richiederanno un’amplificazione della corrente ed un’eventuale
innalzamento della tensione, a seconda del tipo di motore utilizzato.
Per questo motivo vengono utilizzati come finali di potenza, transistors o mosfet.
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migliori ed ormai i più usati e rappresentano il meglio delle due precedenti
tecniche costruttive, pertanto in questo documento saranno i soli ad essere trattati.
Come tutti i motori, sono costituiti da una parte fissa (statore) e da una parte
rotante (rotore).
Il rotore appare come una coppia di ruote dentate affiancate e solidali all'albero (i
"denti" sono chiamati coppette) costituite da un nucleo magnetico polarizzato
assialmente (le due ruote sono permanentemente magnetizzate, una presenta la
polarità Nord e l'altra la polarità Sud) e le coppette sono in materiale
ferromagnetico.
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Nel rotore non sono presenti fili elettrici e quindi manca completamente ogni
connessione elettrica tra la parte in movimento e quella fissa. In genere il rotore è
montato su cuscinetti a sfera, anche nei modelli economici.
All'interno dello statore sono presenti piccoli denti che si affacciano esattamente a
quelli del rotore o meglio, sono esattamente affacciati al rotore solo il gruppo di
denti appartenenti ad una espansione polare e a quella opposta; le altre coppie
sono sfalsate rispettivamente di 1/4, 1/2 e 3/4 del passo dei denti. Avvolti intorno
ai poli magnetici dello statore ci sono i fili che, opportunamente percorsi da
corrente, generano il campo magnetico.
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11.2.1 Principio di funzionamento
Supponiamo che le bobine superiore e inferiore costituiscano la fase A, mentre le
bobine destra e sinistra costituiscono la fase B.
Supponiamo che il rotore bianco si trovi nella parte anteriore e magnetizzato sul
polo N dal magnete permanente mentre i denti del rotore colorato in blu, si
trovino nella parte posteriore e siano magnetizzati sul polo S.
Il rotore è fermo
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Nella sequenza che verrà mostrata nelle prossime figure, eccitando
opportunamente le fasi dello statore, si avrà il movimento del rotore (nel nostro
caso in senso antiorario).
Possiamo seguire il movimento verificando le posizioni del marker rappresentato
dal pallino nero (●) in alto al centro del rotore.
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Eccitiamo la fase B invertendo
il senso della corrente in modo
che il polo a destra nella figura
3 diventi il polo N ed il polo a
sinistra diventi il polo S, il
dente sul rotore bianco con
polarità N, verrà attratto dal
polo S della fase B, e il dente
sul rotore blu con polarità S,
verrà attratto dal polo N nella
Il rotore compie ¼ di passo
fase B.
Per far ruotare il rotore in senso orario, basta eseguire i passaggi nell'ordine
inverso (ovvero, da 4 a 1).
Questo tipo di motore offre rapporti di coppia elevata con velocità medie.
Come abbiamo visto, ad ogni spostamento del rotore abbiamo due punti precisi di
vincolo; la parte superiore del rotore è vincolata ad un polo mentre la parte
inferiore è vincolata al polo opposto.
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In un motore avente rotore con 50 denti, i passi necessari per compiere un giro
intero sono 200, quindi bisognerà ripetere i quattro step precedentemente descritti
per ben 50 volte.
Un parametro importante per qualificare un motore passo-passo ibrido è la
risoluzione ovvero lo spostamento angolare per ogni passo; più questo parametro
è piccolo più precisi risultano essere gli spostamenti del motore.
11.3 Applicazioni
I motori passo-passo costituiscono la scelta ideale per tutte quelle applicazioni di
piccola potenza che richiedono posizionamenti rapidi e precisi, quali ad esempio:
stampanti a getto di inchiostro, plotter, macchine fotografiche, orologi, sistemi di
posizionamento dei telescopi, macchine utensili a controllo numerico, robotica,
valvole a farfalla delle autovetture, analizzatori del sangue, dispositivi per la
fabbricazione di chip integrati, apparecchiature di prova e di collaudo,
automazione industriale, controllori programmabili, controlli aerospaziali,
servomeccanismi in generale, robotica, ecc.
11.4 Vantaggi
I vantaggi fondamentali dei motori passo-passo sono:
- possibilità di controllare il moto in modo digitale senza la necessità di sensori di
posizione;
- eccellente dinamica;
- elevata robustezza e affidabilità;
- semplicità costruttiva e di controllo e costo non elevato;
- limitazioni ambientali e manutenzione praticamente nulle, in quanto brushless;
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- elevate coppie a bassa velocità, quindi assenza della necessità di riduttori
meccanici.
11.5 Svantaggi
- necessità di circuiti elettronici;
- problemi di risonanza;
- tempi di stabilizzazione relativamente lunghi;
- funzionamento a scatti, con vibrazioni ai bassi regimi;
- velocità massime limitate (in genere ≈1000÷1500 g/1').
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12. Bibliografia
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