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SISTEMI DI BASSA TENSIONE

ITALIANO

02

MANUALI DIDATTICI

2004

INDICE

LIMPIANTO LEGGI

ELETTRICO

PAG. PAG. PAG. PAG. PAG. PAG. PAG. PAG. PAG.

43 46 49 49 49 52 54 54 55 58 61 65 70 70 73 74 77 79 81 85 90 90 91 91 92 94 96 110 110 114

E NORME DI DISTRIBUZIONE DORSALE RADIALE DEI SISTEMI DI DISTRIBUZIONE

SISTEMI

DISTRIBUZIONE DISTRIBUZIONE

CLASSIFICAZIONE IMPIANTO
DI TERRA

SCOPI PARTI

DELLA MESSA A TERRA

COSTITUTIVE DELLIMPIANTO DI TERRA DELLA RESISTENZA DI TERRA DEI CONDUTTORI

DETERMINAZIONE

RT

PAG. PAG. PAG. PAG. PAG. PAG. PAG. PAG. PAG. PAG.

DIMENSIONAMENTO IL
DISPERSORE

PROTEZIONE GLI I

CONTRO I CONTATTI ACCIDENTALI

EFFETTI DELLA CORRENTE ELETTRICA SUL CORPO UMANO

CONTATTI ACCIDENTALI CONTRO I CONTATTI DIRETTI CONTRO I CONTATTI INDIRETTI MASSIMA PROTETTA PER LA PROTEZIONE DELLE PERSONE

PROTEZIONE PROTEZIONE LUNGHEZZA DISPOSITIVI

CONTRO I GUASTI VERSO TERRA MEDIANTE BASSISSIMA TENSIONE DI SICUREZZA

PROTEZIONE CONDUTTURE

(SELV

PELV)

PAG. PAG.

E CAVI DEGLI IMPIANTI

DIMENSIONAMENTO DEFINIZIONE

PAG. PAG. PAG. PAG. PAG. PAG. PAG. PAG. PAG.

DI CONDUTTURE CAVI

CARATTERIZZAZIONE SISTEMA PORTATA METODO REQUISITI SEZIONI CADUTA

DI DESIGNAZIONE DEI CAVI DEI CAVI DI INSTALLAZIONE PARTICOLARI

MINIME AMMESSE E CADUTA DI TENSIONE NEI CAVI DI TENSIONE NEI CAVI

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PROTEZIONE LA IL

CONTRO IL SOVRACCARICO E IL CORTOCIRCUITO

PAG. PAG. PAG.

120 120 122 124 126 128 130 133 140 141 144 146 152 154 154 164 168 175 179 184 184 226 230 242

PROTEZIONE CONTRO LE SOVRACORRENTI

SOVRACCARICO DI PROTEZIONE SECONDO LA NORMA CEI

CRITERI IL

64-8

PAG. PAG. PAG. PAG. PAG. PAG. PAG. PAG. PAG. PAG. PAG. PAG. PAG. PAG. PAG. PAG. PAG. PAG. PAG. PAG. PAG.

CORTOCIRCUITO DEI CAVI AL CORTOCIRCUITO

RESISTENZA SCELTA SCELTA IL

DELLINTERRUTTORE GENERALE A VALLE DEI TRASFORMATORI DEGLI INTERRUTTORI NEI QUADRI DI DISTRIBUZIONE

POTERE DINTERRUZIONE E CARATTERISTICHE DI LIMITAZIONE PER LA SCELTA DELLE PROTEZIONI CONTRO IL CORTOCIRCUITO MASSIMA PROTETTA DELLE PROTEZIONI

CRITERI

LUNGHEZZA

COORDINAMENTO PROTEZIONE PROTEZIONE

DI SOSTEGNO (O BACK-UP)

E COMANDO CIRCUITI UTILIZZATORI

RIFASAMENTO PROTEZIONE PROTEZIONE PROTEZIONE GRUPPI SCELTA


CONTRO LE SOVRATENSIONI DEI CIRCUITI DILLUMINAZIONE DEI MOTORI ELETTRICI

DI CONTINUIT STATICI

UPS

DEI DISPOSITIVI DI MANOVRA E PROTEZIONE MAGNETOTERMICI DI MANOVRA SEZIONATORI DIFFERENZIALI DELLE PROTEZIONI

INTERRUTTORI INTERRUTTORI INTERRUTTORI

COORDINAMENTO

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IL SISTEMA

DI

PROTEZIONE

I PRODOTTI

Il Sistema di Protezione GEWISS nasce dalla sinergia e perfetta integrazione di apparecchi modulari e scatolati con quadri e armadi di distribuzione, centralini e quadri combinati con prese industriali, per soddisfare ogni esigenza applicativa dal residenziale al terziario avanzato, fino allindustriale. Il Sistema consente di ottenere molteplici soluzioni applicative, garantite da una gamma di prodotti con corrente nominale fino a 1.600 A e potere dinterruzione fino a 100 kA. La progettazione semplificata dallaccurata verifica dei coordinamenti elettrici, mentre la rapidit dinstallazione e la manutenzione sono garantite dalla standardizzazione dei componenti. Infine, la forte compatibilit funzionale tra i prodotti dellofferta, porta la sicurezza e laffidabilit dellimpianto a livelli molto elevati. Tutto in un design moderno ed esteticamente gradevole.

IL KNOW-HOW

La realizzazione del Sistema di Protezione GEWISS stata possibile grazie alla comprovata capacit progettuale dellazienda, unita al know-how sempre rinnovato nellutilizzo dei materiali, nellindustrializzazione e nellautomazione dei processi produttivi. Ne una chiara testimonianza il Laboratorio Prove GEWISS, tra i pochi autorizzati a certificare IMQ la propria offerta secondo la procedura SMT (Supervised Manufacturers Testing): il Laboratorio esegue prove che in precedenza venivano effettuate presso i laboratori IMQ ed emette direttamente i rapporti di prova, necessari per l'ottenimento del marchio stesso, con una semplice supervisione da parte IMQ che ne avalla la conformit. Inoltre, GEWISS ha ottenuto laccreditamento ACAE, che le permette di certificare LOVAG i prodotti di bassa tensione a prevalente uso industriale e terziario, non coperti dalla certificazione IMQ. La certificazione LOVAG riconosciuta a livello internazionale. In particolare, GEWISS pu fornire quadri di distribuzione cablati e montati gi certificati, eseguendo prove di laboratorio per conto terzi e fornendo un ulteriore servizio ai propri clienti. Tutto questo dimostra ancora una volta la capacit e la qualit tecnica di GEWISS, unite ad unelevata qualit morale, comprovata dai continui feed-back positivi rilevati dagli enti certificatori tramite azioni di follow-up sul prodotto e sul mercato. Infine, GEWISS oggi vanta l'impianto tecnologicamente pi avanzato nella produzione degli interruttori automatici compatti Serie 90 MTC: una linea produttiva di 110 m x 60 m in grado di produrre un polo ogni 2 secondi in pi di quaranta varianti. Limpianto interamente gestito da un sistema di supervisione informatico che permette di monitorare costantemente lintero apparato, garantendo un elevato standard qualitativo, grazie ad accurati test sia meccanici che elettrici effettuati su ogni singolo prodotto.

Nuova linea automatizzata

I SERVIZI

A supporto del Sistema di Protezione, GEWISS offre servizi ad alto valore aggiunto quali software di progettazione e configurazione dimpianto, caratterizzati da uninterfaccia grafica semplice ed intuitiva, manuali tecnici dedicati ai diversi sistemi proposti, disponibili online, ed un servizio di assistenza tecnica qualificato (SAT), accessibile anche via Internet.

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LIMPIANTO

ELETTRICO

Limpianto elettrico linsieme delle macchine, delle apparecchiature, dei componenti e degli accessori destinati alla produzione, trasformazione, trasporto, distribuzione e utilizzazione dellenergia elettrica. La presente guida considera solo la parte di impianto utilizzatore in bassa tensione, costituito da tutti i componenti elettrici tra loro interconnessi, con caratteristiche coordinate, non alimentati tramite prese a spina e dagli apparecchi utilizzatori fissi alimentati tramite prese a spina destinate unicamente alla loro alimentazione. Di fatto limpianto elettrico sopra definito limpianto utilizzatore che, generalmente, comprende: - i circuiti di distribuzione; - i circuiti terminali; - gli apparecchi di sezionamento, di protezione e di comando; - i quadri di ogni tipo contenenti gli apparecchi; - le prese a spina per lallacciamento degli utilizzatori mobili. Dal punto di vista delle competenze progettuali e installative, limpianto utilizzatore va considerato come una unit a s stante, in grado di garantire funzionalit e sicurezza di funzionamento. Limpianto utilizzatore deve altres essere coordinato: - verso monte con limpianto dellEnte distributore che tenuto a fornire i necessari dati riguardanti le correnti di cortocircuito, il sistema di distribuzione, i limiti di tensione e frequenza; - verso valle con gli utilizzatori di cui si devono almeno poter presumere le funzioni, i dati elettrici e la classe di protezione contro il pericolo di elettrocuzione.

LA PROGETTAZIONE DELLIMPIANTO

Con lentrata in vigore della Legge 46/90 le competenze dei soggetti coinvolti (committente, progettista, installatore), sono state chiaramente definite. In particolare il committente tenuto a rivolgersi a una impresa abilitata e a un progettista regolarmente iscritto al rispettivo Albo. Il progetto deve essere chiaramente definito in tutte le sue parti, sicch il progettista risulta inequivocabilmente coinvolto per la parte di sua responsabilit. Una corretta progettazione deve avvenire nel rispetto della Guida CEI 0-2 che indica in funzione del tipo di impianto elettrico, la documentazione di progetto necessaria (Tab. 1.1).

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LIMPIANTO

ELETTRICO

Tab. 1.1 - Consistenza

della documentazione di progetto in relazione alla destinazione duso degli edifici, delle costruzioni e dei luoghi

DOCUMENTAIZONE

DI PROGETTO DEL

DESTINAZIONE DUSO CIV AB O O CIV BT O O CIV CB O O O

DEGLI EDIFICI, DELLE COSTRUZIONI E DEI LUOGHI

DOCUMENTAZIONE

PROGETTO DI MASSIMA

TER BT O O O

TER CB O O O

IND BT O O O

IND CB O O O

AGR BT O O O

AGR CB O O O

Relazione tecnica Schema elettrico generale Schemi e piani dinstallazione, tabelle delle dotazioni impiantistiche, disegni planimetrici Preventivo sommario delle spese DOCUMENTAZIONE
DEL PROGETTO DEFINITIVO

F CIV AB O

F CIV BT O F O F F O O O O O F F O O F

F CIV CB O O O O O O O O O O F O O O F F F

F TER BT O O F O F O O O O O O O O O F F F

F TER CB O O F O O O O O O O O O O O F F F

F IND BT O O F O O O O O O O O O O O F F F

F IND CB O O F O O O O O O O O O O O F F F

F AGR BT O O F O F O O O O O O O O O F F F

F AGR CB O O F O O O O O O O O O O O F F F

Relazione tecnica sulla consistenza e tipologia dellimpianto elettrico Schema elettrico generale Schemi e piani dinstallazione Potenze installate, potenze assorbite e relativi dimensionamenti Tabelle e diagrammi di coordinamento delle protezioni Elenco dei componenti elettrici Elenco delle condutture elettriche Specifiche tecniche dei componenti elettrici Documenti di disposizione funzionale Schemi delle apparecchiature assiemate di protezione e di manovra (quadri) Disegni planimetrici Dettagli dinstallazione Documentazione specifica relativa agli ambienti e applicazioni particolari Documentazione relativa alla protezione contro i fulmini (quando prevista) Capitolato speciale dappalto prestazionale e descrittivo Computi metrici, stime e prezzi unitari Disposizione di sicurezza, operative e di manutenzione, conseguenti alle scelte progettuali
Legenda:

F O

F F

CIVAB: Unit immobiliari o loro parti destinate ad uso abitativo, facenti parte di un edificio con pi unit immobiliari (es. appartamento), al di sotto dei limiti dimensionali ai fini della progettazione, indicati nella Legge 46/90 e nel DPR 447/91. CIVBT: Unit immobiliari diverse da quelle di CIVAB adibite ad uso civile, cio: abitativo, studio professionale, sede di persone giuridiche private, associazioni, circoli, conventi e simili, alimentati direttamente a tensione non superiore a 1000 V c.a. CIVCB: Unit immobiliari come sopra, alimentate con cabina propria. TERBT: Edifici, costruzioni e luoghi, adibiti ad attivit commerciali, di intermediazione di beni e servizi, sedi di societ, uffici, destinati a ricevere il pubblico (culto, intrattenimento, pubblico spettacolo), scuole, edifici adibiti a pubbliche finalit dello Stato o di Enti pubblici territoriali istituzionali od economici, alimentati direttamente a tensione non superire a 1000 V c.a. TERCB: Edifici, costruzioni e luoghi come sopra, alimentati con cabina propria. INDBT: Edifici, costruzioni e luoghi adibiti ad attivit produttive (artigiane, industriali, magazzini e depositi, cantieri ecc.), alimentati direttamente a tensione non superiore a 1000 V c.a. INDCB: Edifici, costruzioni e luoghi come sopra, alimentati con cabina propria. AGRBT: Edifici, costruzioni e luoghi adibiti ad attivit agricole, alimentati direttamente a tensione non superiore a 1000 V c.a. AGRCB: Edifici, costruzioni e luoghi come sopra, alimentati con cabina propria. O: Documento previsto nella generalit dei casi. F: Documento da prevedere quando le caratteristiche del progetto lo richiedono (facoltativo).

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Si ricorda infine che la Norma CEI di riferimento per gli impianti elettrici (la CEI 64-8) individua i criteri fondamentali di progettazione che hanno per scopo: - il corretto funzionamento per luso previsto; - la protezione delle persone e dei beni in accordo con le prescrizioni contenute nelle norme CEI. Le informazioni basilari per poter progettare correttamente limpianto sia nella parte riguardante dimensionamento sia in quella, non meno importante, concernente la scelta dei componenti sono le seguenti: - natura della corrente (alternata o continua); - natura e numero dei conduttori costituenti il sistema; - valori caratteristici (tensione, frequenza, corrente presunta di cortocircuito allorigine ecc.); - natura, numero, ubicazione e caratteristiche dei carichi; - esigenza di prevedere alimentazione di sicurezza o di riserve; - condizioni ambientali e utilizzazione (accessibilit, presenza di acqua, di polvere, pericolo dincendio ecc.).

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LEGGI

NORME

In qualsiasi ambito e in particolare nel settore elettrico si impone, per realizzare gli impianti a regola darte, il rispetto di tutte le norme giuridiche e tecniche di pertinenza. La conoscenza delle norme tecniche, in particolare, il presupposto fondamentale per un approccio corretto alle problematiche degli impianti elettrici che devono essere realizzati conseguendo quel livello di sicurezza accettabile che non mai assoluto, ma , al progredire della tecnologia, determinato e regolato dal normatore.

LE LEGGI

La legge di riferimento per il rispetto della regola darte la 186 dello 01/03/68 Disposizioni concernenti materiali e impianti elettrici che si compone di due articoli:
Art. 1 - Tutti i materiali, le apparecchiature, i macchinari, le installazioni e gli impianti elettrici ed elettronici devono essere realizzati e costituiti a regola darte. Art. 2 - I materiali, le apparecchiature, i macchinari, le installazioni ed impianti elettrici ed elettronici realizzati secondo le norme del Comitato Elettrotecnico Italiano si considerano costruiti a regola darte. Grazie a questa legge venne offerto per la prima volta in Italia, a tutti gli operatori del settore elettrico, un preciso riferimento (le norme CEI) per poter realizzare e gestire in modo corretto gli impianti, le macchine e le apparecchiature elettriche ed elettroniche.

Negli anni poi sono state emanate numerose leggi concernenti gli impianti elettrici utilizzatori. Disposizioni legislative riguardanti il settore elettrico. Nel seguito vengono richiamate quelle pi significative: D.P.R. n. 547 del 27/4/1955 Norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro Supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale 12/7/1955 n. 158 D.P.R. n. 302 del 19/3/1956 Norme generali per ligiene del lavoro Supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale 30/4/1956 n. 105 Legge n. 1341 del 13/12/1964 Linee elettriche aeree esterne Legge n. 791 del 18/10/1977 Attuazione della direttiva del Consiglio delle Comunit Europee (n. 72/23/CEE) relativa alle garanzie di sicurezza che deve possedere il materiale elettrico destinato ad essere utilizzato entro alcuni limiti di tensione Gazzetta Ufficiale 2/11/1977 n. 298 D.M. del 15/12/1978 Designazione del Comitato Elettrotecnico Italiano di Normalizzazione Elettrotecnica ed Elettronica Gazzetta Ufficiale 28/6/1979 n. 176 D.M. del 5/10/1984 Attuazione della direttiva (CEE) n. 47 del 16/1/1984 che adegua al progresso tecnico la precedente direttiva (CEE) n. 196 del 6/2/1979 concernente il materiale elettrico destinato ad essere impiegato in atmosfera esplosiva gi recepito con il Decreto del Presidente della Repubblica 21/7/1982 n. 675 Gazzetta Ufficiale 18/10/1984 n. 338

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Legge n. 818 del 7/12/1984 Nulla osta provvisorio per le attivit soggette ai controlli di prevenzione incendi, modifica agli Articoli 2 e 3 della Legge 4/3/1982 n. 66 e norme integrative allordinamento del corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco Gazzetta Ufficiale 10/12/1984 n. 338 D.M. dell8/3/1985 Direttive sulle misure pi urgenti ed essenziali di prevenzione incendio ai fini del rilascio del Nulla osta provvisorio di cui alla Legge 7/12/1984 n. 818 Supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale 22/4/1985 n. 95 D.M. del 27/3/1985 Modificazioni al decreto Ministeriale 16/2/1982, contenente lelenco dei depositi e industrie pericolosi, soggetti alle visite e controlli di prevenzione incendi Gazzetta Ufficiale 26/4/1985 n. 98 Per quanto concerne i luoghi con pericolo desplosione o dincendio le numerose leggi vigenti verranno ricordate nel fascicolo 18 Classificazione dei luoghi con pericolo desplosione e dincendio. Legge n. 46 del 5/3/1990 Norme per la sicurezza degli impianti D.P.R. 447 del 6/12/1991 Regolamento dattuazione della legge 46/1990 D.M. del 20/2/1992 Modello di dichiarazione di conformit dellimpianto alla regola darte Direttiva 93/68 CEE del 22-7-93 Riguardante la marcatura CE del materiale elettrico DPR 392 del 18-4-94 Emendamenti alla legge 46/90 e al DPR 447 DPR n. 459 24/07/1996 Regolamento per lattuazione delle direttive 89/392/CEE, 91/368/CEE, 93/44/CEE e 93/68/CEE concernenti di riavvicinamento delle legislazioni degli Stati membri relativi alle macchine D.LGS n. 615 12/11/1996 Attuazione della direttiva 89/336/CEE del Consiglio del 3 maggio 1989 in materia di riavvicinamento delle legislazioni degli Stati membri relative alla compatibilit elettromagnetica, modificata e integrata dalle direttive 92/ 31/ CEE, 93/ 68/ CEE, 93/ 97/ CEE D.LGS n626 25/11/1996 Attuazione della direttiva 93/68/CEE (che notifica la direttiva 73/23/CEE) in materia di marcatura CE del materiale elettrico destinato allessere utilizzato entro taluni limiti di tensione

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LEGGI

NORME

NORME TECNICHE

Sono linsieme delle prescrizioni sulla base delle quali devono essere progettate, costruite e collaudate, le macchine, le apparecchiature, i materiali e gli impianti, affinch sia garantita lefficienza e la sicurezza di funzionamento. Le norme tecniche in generale, sono emanate da organismi nazionali e internazionali; in particolare, in ambiente elettrico, gli enti normatori preposti alla redazione delle norme sono quelli riportati nella Tab. 2.1.

Tab. 2.1

Enti normativi nazionali e internazionali

INTERNAZIONALE ELETTROTECNICA
ELETTRONICA ED

EUROPEO

ITALIANO

IEC ITU ISO

CENELEC ETSI CEN

CEI CONCIT UNI

TELECOMUNICAZIONI ALTRI
SETTORI

IL CEI

Il primo Ente a occuparsi del settore elettrico stato il CEI (Comitato Elettrotecnico Italiano) fondato nel 1907 dallAEI (Associazione Elettrotecnica Italiana) con lo scopo di emanare normative elettriche atte a stabilire i requisiti che devono avere i componenti elettrici. Nel 1964 il CEI stato riconosciuto e oggi ne fanno parte: il CNR, lAEI, lENEL e lANIE. Il CEI, tramite unapposita convenzione con il CNR, lEnte incaricato dellemanazione di norme nel settore elettrotecnico ed elettronico. Nel 1967 con il DPR dell11/7 viene riconosciuta personalit giuridica al CEI e con il DPR n. 837 del 9/9/72 viene approvato il nuovo statuto. Nel 1968, con la Legge dell1/3/68 n. 186, viene riconosciuta alle norme emanate del CEI la presunzione assoluta di adeguatezza alla regola dellarte dei materiali, delle apparecchiature, degli impianti ecc. costituiti conformemente alle norme del Comitato Elettrotecnico Italiano. Nel 1978 con il DM del 15 dicembre il CEI viene riconosciuto come unico organismo italiano a rappresentare lItalia in sede internazionale nei comitati CENELEC (European Committee for Electrotechnical Standardization) e IEC (International Electrotechnical Commission). Anche la Legge 46/90 ribadisce la validit delle norme CEI ai fini dellesecuzione a regola darte degli impianti elettrici e della rispondenza dei componenti ai requisiti di sicurezza. A tuttoggi il CEI ha emanato una serie numerosa di norme raccolte in oltre 3000 fascicoli. Naturalmente le norme coprono tutto il settore dellelettrotecnica e dellelettronica, mentre quelle di maggior pertinenza nel settore degli impianti elettrici di BT sono state raccolte in un apposito CD (ELETTRA OMNIA) di cui viene nel seguito riportato lindice.

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TAB. 2.2 - NORME CONSIGLIATE PER LA REALIZZAZIONE DEGLI IMPIANTI FASCICOLI 3157 2910 5026 5025 3825C 3407 3703 2908 2911 4152 4565 3444 3445 N. NORMA CEI 0-2 CEI 0-3 CEI 0-3; V1 CEI 11-1 CEI 11-8 CEI 11-17 CEI 11-18 CEI 11-35 CEI 11-37 CEI EN 60439-1 CEI EN 60439-1/A2 CEI EN 60439-2 CEI EN 60439-3 ANNO 1997 1996 1999 1998 1997 1997 1996 1996 2000 2000 2000 1997 COM. TECN. 0 0 0 11 11 11 11 11 11 17 17 17 17 TITOLO Guida per la definizione della documentazione di progetto degli impianti elettrici. (1a ediz.) Legge 46/90 Guida per la compilazione della dichiarazione di conformit e relativi allegati. (1a ediz.) Legge 46/90 Guida per la compilazione della dichiarazione di conformit e relativi allegati. Impianti elettrici con tensione superiore a 1 kV in corrente alternata. (9a ediz.) Impianti di produzione, trasmissione e distribuzione di energia elettrica. Impianti di terra. (3a ediz.) Impianti di produzione, trasmissione e distribuzione di energia elettrica. Linee in cavo. (2a ediz.) Impianti di produzione, trasporto e distribuzione di energia elettrica. Dimensionamento degli impianti in relazione alle tensioni. (1a ediz.) Guida allesecuzione delle cabine elettriche dutente. (1a ediz.) Guida per lesecuzione degli impianti di terra di stabilimenti industriali per sistemi di I, II e III categoria. (1a ediz.) Apparecchiature assiemate di protezione e manovra per bassa tensione (quadri BT) Parte 1: Apparecchiature di serie soggette a prove di tipo (AS) e apparecchiature non di serie parzialmente soggette a prove di tipo (ANS). (4a ediz.) Apparecchiature assiemate di protezione e manovra per bassa tensione (quadri elettrici per bassa tensione) Parte 2: Prescrizioni particolari per i condotti sbarre. (2a ediz.) Apparecchiature assiemate di protezione e manovra per bassa tensione (quadri BT) Parte 3: Prescrizioni particolari per apparecchiature assiemate di protezione e di manovra destinate a essere installate in luoghi dove personale non addestrato ha accesso al loro uso. Quadri di distribuzione (ASD). Apparecchiature assiemate di protezione e manovra per bassa tensione (quadri BT) Parte 4: Prescrizioni particolari per apparecchiature assiemate per cantiere (ASC). (1a ediz.) Apparecchiatura a bassa tensione. Parte 1: regole generali. (3a ediz.) Apparecchiatura a bassa tensione. Parte 2: interruttori automatici. (6a ediz.). Variante 1 (1999) Apparecchiatura a bassa tensione. Parte 3: interruttori di manovra, sezionatori, interruttori di manovra-sezionatori e unit combinate con fusibili. (4a ediz.) Apparecchiatura a bassa tensione. Parte 4: contattori e avviatori. Sez. 1 - contattori e avviatori elettromeccanici. (2a ediz.) Metodo per la determinazione delle sovratemperature, mediante estrapolazione per apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per bassa tensione (quadri BT) non di serie (ANS). (2a ediz.) Metodo per la determinazione della tenuta al cortocircuito delle apparecchiature assiemate non di serie (ANS). (1a ediz.) Guida allapplicazione delle norme dei quadri di bassa tensione. (1a ediz.) Cavi elettrici isolati con materiale elastomerico o termoplastico per tensioni nominali non superiori a 1000 V in corrente alternata e 1500 V in corrente continua. Portate di corrente in regime permanente per posa in aria. Cavi elettrici ad isolamento minerale per tensioni nominali non superiori a 1000 V in corrente alternata e a 1500 V in corrente continua. Portate di corrente in regime permanente per posa in aria. Interruttori automatici per la protezione dalle sovracorrenti per impianti domestici e similari. (4a ediz.) Interruttori differenziali senza sganciatori di sovracorrente incorporati per installazioni domestiche e similari. Parte 1: prescrizioni generali. (2a ediz.) Interruttori differenziali senza sganciatori di sovracorrente incorporati per installazioni domestiche e similari. Parte 2-1: applicabilit delle prescrizioni generali agli interruttori differenziali con funzionamento indipendente dalla tensione di rete. (1a ediz.) Variante 1 (1999) Interruttori differenziali con sganciatori di sovracorrente incorporati per installazioni domestiche e similari. Parte 1: prescrizioni generali. (2a ediz.) Interruttori differenziali con sganciatori di sovracorrente incorporati per installazioni domestiche e similari. Parte 2-1: applicabilit delle prescrizioni generali agli interruttori differenziali con funzionamento indipendente dalla tensione di rete. (1a ediz.) Variante 1 (1998) Involucri per apparecchi per installazioni elettriche fisse per usi domestici e similari. Parte 1: prescrizioni generali. Parte 2: prescrizioni particolari per involucri destinati a contenere dispositivi di protezione ed apparecchi che nelluso ordinario dissipano una potenza non trascurabile. (1a ediz.) Prescrizione per la realizzazione, le verifiche e le prove dei quadri di distribuzione per installazioni fisse per uso domestico e similare. (1a ediz.)
(segue)

4153 5696 6363 1838 5066 5755 6381 6358 5756 3449R 5120 3518 4610 3517 5076C 5397 3482R 5006 5398 3483R 4802 2730 6331 2731 4308 6237

CEI EN 60439-4 CEI EN 60947-1 (17-44) CEI EN 60947-1/A1 CEI EN 60947-2 (17-5) CEI EN 60947-2/A1 CEI EN 60947-3 (17-11) CEI EN 60947-3/A1 CEI EN 60947-4-1 (17-50) CEI 17-43 CEI 17-52 CEI 17-70 CEI UNEL 35024-1 CEI UNEL 35024-1/EC CEI UNEL 35024-2 CEI EN 60898 CEI 61008-1 CEI 61008-2-1 CEI 61008-2-1/A2 EN 61009-1 CEI EN 61009-2-1 CEI EN 61009-2-1/A2 CEI 23-49 CEI 23-49; V1 CEI 23-51 CEI 23-51; V1 CEI 23-51; V3

1998 2000 2002 1998 1999 2000 2002 2002 2000 1997 1999 1997 1997 1997 1999 1999 1997 1999 1999 1997 1998 1996 2001 1996 1998 2001

17 17 17 17 17 17 17 17 17 17 17 20 20 20 23 23 23 23 23 23 23 23 23 23 23

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LEGGI

NORME

(SEGUE) TAB. 2.2 - NORME INDISPENSABILI PER GLI IMPIANTI FASCICOLI 5026 2789 2895 2895 4139 4591 3666 2930 5779 4830 5492 5901 5063 5110 6273 6365 6367 4618 4131 4132 4133 4134 4135 4136 4137 5902 5903 3681 2924 4814 5180 6364 N. NORMA CEI 31-35/A CEI 31-27 CEI 31-30 CEI EN 60079-10 CEI EN 60079-14 CEI EN 60079-17 CEI 64-12 CEI 64-14 CEI 64-14; V1 CEI 64-15 CEI 64-17 CEI 64-50 CEI 64-51 CEI 64-52 CEI 64-53 CEI 64-54 CEI 64-55 CEI 64-7 CEI 64-8/1 CEI 64-8/2 CEI 64-8/3 CEI 64-8/4 CEI 64-8/5 CEI 64-8/6 CEI 64-8/7 CEI 64-8; V1 CEI 64-8; V2 CEI 81-1 CEI 81-4 CEI 81-4/1 CEI 81/3 CEI 81-8 ANNO 2001 1996 1996 1996 1998 1998 1998 1996 2000 1998 2000 2001 1999 2000 2002 2002 2002 1998 1998 1998 1998 1998 1998 1998 1998 2001 2002 1998 1996 1998 1999 2002 COM. TECN. 31 31 31 31 31 31 64 64 64 64 64 64 64 64 64 64 64 64 64 64 64 64 64 64 64 64 64 81 81 81 81 81 TITOLO Costruzioni elettriche per atmosfere esplosive per la presenza di gas. Guida allapplicazione della Norma CEI EN 60079-10 (CEI 31-30). Classificazione dei luoghi pericolosi. Esempi di applicazioni. Guida per lesecuzione degli impianti elettrici nelle centrali termiche non inserite in un ciclo di produzione industriale. (Abrogata il 9/2001) Costruzioni elettriche per atmosfere esplosive per la presenza di gas Parte 10: Classificazione dei luoghi pericolosi. Costruzioni elettriche per atmosfere esplosive per la presenza di gas Parte 10: Classificazione dei luoghi pericolosi. (1a ediz.) Costruzioni elettriche per atmosfere esplosive per la presenza di gas Parte 14: Impianti elettrici nei luoghi con pericolo di esplosione per la presenza di gas (diversi dalle miniere). (1a ediz.) Costruzioni elettriche per atmosfere esplosive per la presenza di gas Parte 17: Verifica e manutenzione degli impianti elettrici nei luoghi con pericolo di esplosione per la presenza di gas (diversi dalle miniere). (1a ediz.) Guida per lesecuzione dellimpianto di terra negli edifici per uso residenziale e terziario. (1a ediz.) Guida alle verifiche degli impianti elettrici utilizzatori. (1a ediz.) Guida alle verifiche degli impianti elettrici utilizzatori. Impianti elettrici negli edifici pregevoli per rilevanza storica e/o artistica. (1a ediz.) Guida allesecuzione degli impianti elettrici nei cantieri. Edilizia residenziale. Guida per lintegrazione nelledificio degli impianti elettrici utilizzatori, e per la predisposizione per impianti ausiliari, telefonici e di trasmissione dati o criteri generali. Guida allesecuzione degli impianti elettrici nei centri commerciali. Guida allesecuzione degli impianti elettrici negli edifici scolastici. Criteri particolari per edifici ad uso prevalentemente residenziale. (1a ediz.) Criteri particolari per locali di pubblico spettacolo. (1a ediz.) Criteri particolari per le strutture alberghiere. (1a ediz.) Impianti elettrici di illuminazione pubblica. (3a ediz.) Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in corrente alternata e a 1500 V in corrente continua Parte 1: Oggetto, scopo e principi fondamenti. (4a ediz.) Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in corrente alternata e a 1500 V in corrente continua Parte 2: Definizioni. (4a ediz.) Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in corrente alternata e a 1500 V in corrente continua Parte 3: Caratteristiche generali. (4a ediz.) Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in corrente alternata e a 1500 V in corrente continua Parte 4: Prescrizioni per la sicurezza. (4a ediz.) Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in corrente alternata e 1500 V in corrente continua Parte 5: Scelta ed installazione dei componenti elettrici. (4a ediz.) Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in corrente alternata e a 1500 V in corrente continua Parte 6: Verifiche. (4a ediz.) Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in corrente alternata e a 1500 V in corrente continua Parte 7: Ambienti ed applicazioni particolari. (4a ediz.) Guida alle verifiche degli impianti elettrici utilizzatori. Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in c.a. e a 1500 V in c.c. Ambienti particolari Sez. 710 - Locali ad uso medico. Protezione delle strutture contro i fulmini. (3a ediz.) Protezione delle strutture contro i fulmini. Valutazione del rischio dovuto al fulmine. (1a ediz.) Protezione delle strutture contro i fulmini. Valutazione del rischio dovuto al fulmine. Valori medi del numero di fulmini a terra per anno e per chilometro dei Comuni dItalia, in ordine alfabetico. (3a ediz.) Guida di applicazione allutilizzo di limitatori di sovratensione sugli impianti elettrici utilizzatori di bassa tensione.

48

SISTEMI

DI DISTRIBUZIONE

I circuiti di distribuzione svolgono la funzione di convogliare lenergia nei punti o lungo direttrici prestabilite al fine di elettrificare lambiente nel modo pi conveniente. Si ottiene con essi una rete di distribuzione che deve assumere caratteristiche atte a privilegiare una o pi delle seguenti prerogative: - economia di materiale e di apparecchi; - facilit di ampliamento; - facilit di riparazione dei guasti; - minimo disservizio in caso di guasti; - selettivit, ove possibile, dintervento delle protezioni da sovracorrente. In ogni caso i circuiti di distribuzione devono consentire la corretta attuazione delle funzioni di sezionamento per manutenzione elettrica, comando di emergenza, protezione dei conduttori da sovraccarico e dal cortocircuito, interruzioni delle correnti di guasto a terra. Generalmente i circuiti di distribuzione impiegati sono di due tipi: dorsale e radiale.

DISTRIBUZIONE
DORSALE

La distribuzione dorsale prevede ununica linea destinata ad alimentare pi utilizzatori. Si possono avere dorsali a sezione unica, con linee sezionate e protette allorigine da un unico apparecchio, quando si alimentano tanti utilizzatori di piccola potenza e con basso fattore di contemporaneit ( il caso tipico delle officine con tante piccole macchine). Si possono altres avere dorsali con pi tronchi a sezione decrescente, sezionate e protette contro il cortocircuito allorigine; ci avviene quando si alimentano pochi utilizzatori di notevole potenza singolarmente protetti dal sovraccarico. Questo sistema di distribuzione richiede in genere una progettazione abbastanza complessa. La distribuzione dorsale in genere privilegia leconomia di materiali e di apparecchi e la facilit di ampliamento in ambienti densamente elettrificati con bassi fattori di contemporaneit. La distribuzione radiale prevede una singola linea per ogni gruppo di utilizzatori allacciati al punto terminale. Non avendo derivazioni intermedie pu considerarsi come una vera e propria linea di solo trasporto di energia. La linea radiale richiede un apparecchio di protezione e di sezionamento allorigine e in genere si usa per collegare un quadro a un sottoquadro o per connettere al sottoquadro utilizzatori di notevole potenza o che richiedono un distinto sezionamento per manutenzione elettrica o per emergenza: in questultimo caso il circuito di distribuzione e il circuito terminale si identificano essendo unico lutilizzatore alimentato. La distribuzione radiale privilegia la facilit di riparazione, il minimo disservizio in caso di guasti e la selettivit di intervento delle protezioni. Con la distribuzione radiale altres possibile realizzare buone economie per utilizzatori di notevole potenza e con elevato fattore di contemporaneit. Da ultimo si osserva che nella realt i due sistemi convivono nello stesso impianto utilizzatore che in genere ha circuiti di distribuzione di tipo misto e cio radiale sino ai sottoquadri o per utilizzatori di notevole potenza e dorsale per limpianto di illuminazione e per i piccoli utilizzatori. In questi casi si ha sovente una distribuzione a dorsale ramificata, realizzata con conduttori della medesima sezione e perci proteggibili con un unico apparecchio posto allorigine; il caso, per esempio, del circuito che alimenta le prese a spina o i centri luce negli edifici a uso residenziale o similare (Fig. 3.1).

DISTRIBUZIONE
RADIALE

49

SISTEMI

DI DISTRIBUZIONE

Fig. 3.1

Tipi di distribuzione dorsale

Dorsale a sezione unica 10 mm2 10 mm2 10 mm2 10 mm2

4 mm2

4 mm2

2,5 mm

2,5 mm

usata per utilizzatori singolarmente protetti e sezionati

Dorsale a pi tronchi 10 mm
2

6 mm

4 mm

usata per apparecchi singolarmente protetti che assicurano anche la protezione dorsale

Dorsale ramificata a sezione unica con unica protezione 2,5 mm 2 2,5 mm 2 2,5 mm 2 2,5 mm 2 2,5 mm 2 2,5 mm 2 2,5 mm 2 2,5 mm
2

2,5 mm 2

2,5 mm 2

usata per utilizzatori di piccolissima potenza protetti a monte con un unico apparecchio

50

La Norma CEI 64-8 definisce sistema elettrico la parte di un impianto elettrico costituito dal complesso dei componenti elettrici aventi una determinata tensione nominale; inoltre, secondo la Norma CEI 11-1 la suddivisione dei sistemi elettrici avviene in quattro categorie, come riportato dalla Tab. 3.1.

Tab 3.1 - Classificazione

dei sistemi elettrici in relazione alla tensione nominale Un

SISTEMI

DI

CATEGORIA

TENSIONE

NOMINALE

Un [ V ]

0 (zero) I II III

! 50 c.a. ! 120 c.c. 50 < Un ! 1.000 c.a. 120 < Un ! 1.500 c.c. 1000 < Un ! 30.000 c.a. 1500 < Un ! 30.000 c.c. Un > 30.000

La distribuzione dellenergia elettrica alle utenze alimentate in bassa tensione, avviene invece in funzione del sistema di conduttori attivi (vedere Tab. 3.2) e del loro modo di collegamento a terra.

Tab 3.2 - Distribuzione

dellenergia elettrica in funzione del sistema di conduttori attivi

SISTEMA Monofase Trifase

CONDUTTORI ATTIVI

2 (fase-fase) 2 (fase-neutro) 3 (L1-L2-L3) 4 (L1-L2-L3-N)

51

SISTEMI

DI DISTRIBUZIONE

CLASSIFICAZIONE
DEI SISTEMI DI DISTRIBUZIONE

Delle 2 lettere TN-TT-IT, la prima indica lo stato del neutro del secondario del trasformatore di distribuzione; la seconda il modo con cui le masse sono collegate a terra presso lutente. La lettera S significa conduttore di neutro N e di protezione PE separati; la lettera C conduttore di neutro e di protezione riuniti in un solo conduttore (PEN). Un punto del sistema collegato direttamente a terra e le masse dellimpianto sono collegate a quel punto per mezzo del conduttore di protezione (PE o PEN). Il sistema TN si suddivide in: - TN-S dove il conduttore di neutro e di protezione sono separati; - TN-C dove la funzione di neutro e di protezione sono combinate in un unico conduttore; - TN-C-S dove le funzioni di neutro e di protezione sono combinate in un unico conduttore solo in una parte del sistema. Il sistema TN da impiegare solo in impianti con cabina propria di trasformazione.

Sistema TN

Fig. 3.2

Sistema TN

Nel sistema TN-C-S la continuit del conduttore di protezione non deve mai venir meno; la stessa prioritaria anche rispetto alla continuit del conduttore neutro. Pertanto, nelleffettuare la separazione del conduttore PEN nei due conduttori PE ed N si deve aver cura di collegare il PEN ed un adeguato giunto (o morsetto di separazione) realizzando poi un collegamento stabile con un secondo giunto in corrispondenza del morsetto a cui verr collegato il PE e viceversa omettendo il collegamento con il morsetto da cui partir il neutro N.

52

Sistema TT
Fig. 3.3

Neutro collegato direttamente a terra, masse dellimpianto collegate a un impianto di terra elettricamente indipendente da quello del sistema.

Sistema TT

Sistema IT

Nessuna parte attiva collegata a terra (se non tramite unimpedenza Z), mentre le masse sono collegate a terra.
Fig. 3.4

Sistema IT

53

IMPIANTO

DI TERRA

SCOPI DELLA MESSA


A TERRA

Un impianto di terra costituito da tutti gli elementi necessari a collegare un circuito, una massa, una massa estranea al terreno per ottenere uno o pi dei seguenti scopi: a) offrire una via di chiusura a bassa resistenza alle correnti di dispersione verso terra negli impianti TT per facilitare lintervento degli apparecchi di interruzione del guasto; b) vincolare al potenziale di terra un punto di un circuito che pu essere il centro stella del trasformatore di cabina (sistemi TT e TN), il secondario di un trasformatore ecc., allo scopo di determinare in modo univoco la tensione nominale verso terra per esigenze ai fini funzionali;

Fig. 4.1

Impianti di terra per: a) garantire un percorso a bassa resistetivit alle correnti di dispersione verso terra; b) vincolare al potenziale di terra il nucleo di un trasformatore

c) limitare la tensione totale verso terra di una massa in avaria in un sistema IT in caso di primo guasto; d) vincolare al potenziale di terra una massa o una massa estranea al fine di controllare lo stato di isolamento rispetto a un sistema elettrico isolato da terra (sistema IT o protezione mediante separazione elettrica). Si hanno inoltre impianti di terra per: - leliminazione di cariche elettrostatiche; - il funzionamento di speciali circuiti monofilo con ritorno a terra (ferrovie, tramvie); - la protezione contro le scariche atmosferiche. Limpianto di terra trattato in questo fascicolo adatto alla funzione di protezione contro i contatti indiretti negli impianti utilizzatori in bassa tensione (cat. 0 e I). Detto impianto, nel rispetto della Norma CEI 64-8/4, deve essere unico per masse simultaneamente accessibili.

54

Fig. 4.2

Ulteriori applicazioni dellimpianto di terra; ad esempio per leliminazione delle cariche elettrostatiche e/o per la protezione contro le scariche atmosferiche

UT = ~U

Rt Ri

Ri

RT

Ri = resistenza di isolamento della rete Rt = resistenza di terra locale

PARTI COSTITUTIVE LIMPIANTO DI TERRA


Il dispersore

Per la corretta applicazione delle norme CEI, necessario definire limpianto di terra distinguendo le seguenti parti, ognuna delle quali soggetta a specifiche prescrizioni dimensionali. costituito dai corpi metallici in intimo contatto con il terreno ed la parte destinata a disperdere o a captare le correnti di terra. Il dispersore pu essere intenzionale quando installato unicamente per scopi inerenti alla messa a terra dellimpianto elettrico oppure di fatto quando si utilizza una struttura avente altri scopi primari. Sono ad esempio dispersori di fatto le armature metalliche interrate delle fondazioni in calcestruzzo, le camicie metalliche di pozzi, le tubazioni metalliche interrate ecc. In ogni caso un elemento metallico fa parte del dispersore se contribuisce in misura significativa alla dispersione delle correnti oppure se, essendo necessario al funzionamento, soggetto allazione corrosiva del terreno: ad esempio una corda nuda direttamente interrata, destinata a collegare fra loro due parti disperdenti, fa parte del dispersore; la stessa corda se isolata dal terreno e protetta dallazione corrosiva non pi facente parte del dispersore, bens del conduttore di terra (CT). un elemento destinato a collegare il dispersore al collettore di terra oppure i diversi elementi del dispersore fra loro, ma che non in intimo contatto con il terreno (ci non significa che debba essere isolato elettricamente da terra). Il conduttore di terra pu essere costituito da cavo isolato, corda metallica nuda, piattina metallica, tubi metallici o altri elementi strutturali metallici inamovibili con le seguenti caratteristiche di affidabilit, di continuit elettrica e resistenza alla corrosione: - percorso breve; - giunzioni con saldatura a forte o con appositi robusti morsetti o manicotti protetti contro la corrosione; - assenza di sollecitazioni meccaniche; - opportuno dimensionamento.

Il conduttore di terra

55

IMPIANTO

DI TERRA

Il collettore (o nodo) principale di terra

lelemento al quale confluiscono i conduttori di terra, i conduttori di protezione principali, i conduttori equipotenziali principali. Esso pu essere costituito da un morsetto o da una sbarra meccanicamente robusti e atti ad assicurare, nel tempo, la continuit elettrica. Deve essere possibile il sezionamento, solo mediante luso di un attrezzo, almeno del conduttore di terra per poter effettuare le verifiche. Uno stesso impianto pu comprendere uno o pi collettori di terra (per esempio uno per ogni montante). Non invece lecito realizzare impianti di terra senza collettori o con una o pi giunzioni inaccessibili tra dispersore e conduttori di protezione. Sono gli elementi destinati a collegare le masse al collettore principale di terra. In genere sono costituiti da cavi unipolari isolati o da anime di cavi multipolari isolate contraddistinte dal colore giallo-verde. Si possono impiegare anche conduttori nudi a percorso indipendente dalla conduttura principale o altre strutture metalliche inamovibili con opportune caratteristiche di continuit elettrica e di affidabilit meccanica. Nei sistemi TN, quando linterruzione del guasto a terra affidata a dispositivi a massima corrente, opportuno, per ridurre la reattanza induttiva dellanello di guasto, che i conduttori di protezione siano incorporati nella stessa conduttura comprendente i conduttori di fase o, quanto meno, che corrano paralleli nelle immediate vicinanze. Si deve comunque evitare la concatenazione magnetica su lunghi tratti tra conduttore di protezione ed estese strutture in ferro che potrebbero diventare sede di correnti indotte, trasformando lanello di guasto in un circuito con comportamento simile a quello del primario di un trasformatore di corrente (con evidente enorme aumento dellimpedenza).

I conduttori di protezione (PE)

Fig. 4.3

Esempi costruttivi di un impianto di terra


conduttore di protezione PE

conduttore equipotenziale supplementare EQS

conduttore equipotenziale principale EQP

collettore di terra CT conduttore di terra

dispersore di fatto

dispersore intenzionale

56

Conduttori equipotenziali

Sono tutti gli elementi destinati a collegare le masse alle masse estranee e le masse estranee tra loro, allo scopo di assicurare lequipotenzialit. Si distinguono dai conduttori di protezione per la loro funzione elettrica. Infatti i conduttori di protezione sono dimensionati per convogliare a terra, attraverso il dispersore, le correnti che si verificano per contatto franco fra una massa e un conduttore di fase facente parte dellimpianto stesso; si tratta quindi di correnti di intensit prevedibile in genere notevole (che nei sistemi TN possono essere anche di diversi kA). I conduttori equipotenziali sono invece destinati solo a rendere equipotenziali (e quindi allo stesso valore di tensione) tutte le masse estranee. In teoria quindi non dovrebbero, sia in condizioni ordinarie che di guasto, essere attraversati da corrente (tanto che la sezione di questi conduttori dettata da ragioni di resistenza meccanica e non elettrica). Si distinguono in conduttori equipotenziali principali (EQP) e supplementari (EQS). I conduttori equipotenziali principali collegano le strutture metalliche principali delledificio (impianto termo-idraulico, armature del calcestruzzo, grondaie ecc.) al collettore di terra con connessioni in genere realizzate alla base delledificio. Si ricorda che i collegamenti equipotenziali principali devono sempre essere realizzati nei sistemi TT e TN con protezione contro i contatti indiretti mediante interruzione automatica del circuito guasto. I conduttori equipotenziali supplementari collegano in loco le masse estranee (in genere gi collegate al collettore di terra) al morsetto di terra locale per costituire unulteriore sicurezza. Si ricorda che questi collegamenti non sono indispensabili negli ambienti ordinari e sono obbligatori in taluni ambienti particolari (bagni, docce, piscine, luoghi conduttori ristretti).
Tab. 4.1

Caratteristiche dei conduttori di terra

1
DI ELETTRODO

2 DIMENSIONI Spess. (mm) Spess. (mm) Sez. (mm2) Sez. (mm2) ciascun filo (mm) Sez. corda (mm ) est. (mm) Spess. (mm) (mm) Spess. (mm) Dimensione trasversale (mm)
2

TIPO

3 ACCIAIO
ZINCATO A CALDO (NORMA

4 ACCIAIO RIVESTITO DI RAME

5 RAME 3 50 35 1,8 35 30 3

CEI 7-6) (1) 3 3 100 50 1,8 50 40 2 20 5 50

Piastra Nastro Per posa nel terreno Tondino o conduttore massiccio Conduttore cordato Picchetto a tubo Per infissione nel terreno Picchetto massiccio Picchetto in profilato

15 (3)

(2)

15 5 50

(1) Anche acciaio senza rivestimento protettivo, purch con spessore aumentato del 50% (sezione minima 100 mm2) (2) Rivestimento per deposito elettrolitico: 100 m (3) Rivestimento per trafilatura: spessore 500 m Tipo/Dimensioni non considerati nella Norma Le novit sono cerchiate

57

IMPIANTO

DI TERRA

DETERMINAZIONE
DELLE RESISTENZE DI TERRA

RT

Per ricavare il valore della resistenza di terra si possono seguire le indicazioni riportate al capitolo 2 della Guida CEI 64-12; Guida per lesecuzione dellimpianto di terra negli edifici per uso residenziale e terziario, in funzione del sistema di distribuzione (TT o TN). Il metodo che pu essere eseguito per la determinazione della resistenza di terra indicato nel seguente diagramma di Fig. 4.4, nel quale il valore della resistenza del dispersore viene preso in considerazione al posto del valore che nella Norma CEI 64-8 indicato con Ra (resistenza del dispersore - resistenza del conduttore di protezione). Questa semplificazione giustificata dal fatto che la resistenza del conduttore di protezione trascurabile rispetto a quella del dispersore.

I sistemi TT

Fig. 4.4

Determinazione delle resistenze di terra nei sistemi TT

SISTEMA TT

DETERMINAZIONE

DELLA Ia

SI

PREVISTA

NO

PROTEZIONE DIFFERENZIALE

Ia = In =

CORRENTE

Ia =

CORRENTE DI INTERVENTO LE SOVRACORRENTI

DIFFERENZIALE NOMINALE

DELLA PROTEZIONE CONTRO

(in 5 sec. o a scatto istantaneo)

SI

AMBIENTI PARTICOLARI ad esempio: - CANTIERI - LOCALI AD USO MEDICO

NO

Rt ! 25 / Ia

Rt ! 50 / Ia

58

Luso generalizzato di protezioni differenziali rende agevole lottenimento del valore richiesto per la resistenza di terra. Infatti con un interruttore differenziale avente corrente differenziale nominale In = 0,3 A

RT !

50

I#n 0,3

50

= 166,67 "

Se invece limpianto fosse protetto, per esempio, da un interruttore automatico avente corrente nominale di 16 A, con corrente di funzionamento entro 5 sec. di 90 A, la resistenza di terra dovrebbe essere

RT !

50 Ia

50 90

= 0,556 "

Si rende praticamente necessario per il sistema TT luso di interruttori differenziali come dispositivi di protezione, dal momento che il valore da tenere alla resistenza di terra risulta molto basso. I sistemi TN La resistenza di terra viene determinata sulla base dei seguenti dati che devono essere forniti, su richiesta del progettista, dallEnte distributore: - valore della corrente di guasto a terra (IG); - tempo di eliminazione del guasto (t). Noti questi dati, si pu calcolare il valore della tensione totale di terra, che non deve superare il valore, aumentato del 20%, corrispondente al tempo t, riportato nella seguente tabella.

Tab. 4.2

TEMPO

DI

TENSIONE
AMMISSIBILE

DI

ELIMINAZIONE DEL GUASTO (S)

CONTATTO

UTP (V)

10 2 1 0,8 0,7 0,6 0,5 0,39 0,2 0,14 0,08 0,04

80 85 103 120 130 155 220 300 500 600 700 800

Ad esempio si assume: - IG = 150 A - t = 0,7 s si deve avere:

RT !

1,2 130 150

= 1,04 "

59

IMPIANTO

DI TERRA

Qualora sia disponibile (o calcolabile) il valore della corrente IT che limpianto di terra disperde nel terreno, il valore della resistenza di terra pu venire calcolato sulla base di tale corrente IT, anzich sulla base della corrente IG. Dallesempio si nota che il valore di RT deve poter risultare piuttosto basso; ci implica particolare attenzione nella fase di studio del dispersore. Un esempio di metodo, che pu essere seguito per la determinazione della resistenza di terra, indicato nel seguente diagramma.

Fig. 4.5

Determinazione delle resistenze di terra nei sistemi TN

SISTEMA TN

DIMENSIONAMENTO -

PER GUASTO A TERRA SUL LATO MT

RICHIESTE A ENTE DISTRIBUTORE DI: CORRENTE CONVENZIONALE DI GUASTO VERSO TERRA TEMPO DI ELIMINAZIONE GUASTO IN MT

(I )
G

CALCOLO
TEMPO

DELLA RESISTENZA DI TERRA

DI ELIMINAZIONE

RESISTENZA

DI TERRA

RT

DEL GUASTO (S)

10 2 1 0,8 0,7 0,6 0,5 0,39 0,2 0,14 0,08 0,04

1,2 80 / IG 1,2 85 / IG 1,2 103 / IG 1,2 120 / IG 1,2 130 / IG 1,2 155 / IG 1,2 220 / IG 1,2 300 / IG 1,2 500 / IG 1,2 600 / IG 1,2 700 / IG 1,2 800 / IG

Nota Nel caso che il valore RT richiesto non possa essere ottenuto perch si viene a determinare un valore di tensione totale di terra UT superiore al limite ammesso, necessario riconsiderare la configurazione del dispersore. Si precisa tuttavia che possibile progettare limpianto di terra limitando le dimensioni di passo e di contatto.

60

DIMENSIONAMENTO
DEI CONDUTTORI

Dimensionamento dei conduttori di protezione

La sezione dei conduttori di protezione pu essere determinata in due modi. Il primo basato sulla considerazione che lanello di guasto interessa sempre il conduttore di fase e che tale conduttore protetto dalle sovracorrenti se limpianto eseguito a regola darte. Si ricorda inoltre che nei sistemi TT si deve avere in genere:

IA !

50 RA

dove IA la corrente di scatto dellinterruttore automatico, oppure la corrente nominale differenziale dellinterruttore differenziale. Questa corrente certamente sopportabile per 5 sec. da conduttori con sezione non inferiore a quella dei conduttori di fase, anche per resistenze di terra dellordine di qualche decimo di ohm. Nei sistemi TN deve essere:

IA !

U0 ZS

dove: ZS = limpedenza dellanello di guasto che comprende la sorgente, il conduttore attivo fino al punto di guasto e il conduttore di protezione tra il punto di guasto e la sorgente. IA = la corrente che provoca linterruzione automatica del dispositivo di protezione entro un tempo definito dalla norma in funzione della tensione nominale verso terra Uo come da tabella.
Tab. 4.3

Tempi massimi di interruzione per i sistemi TN

U0 (V) 120 230 400 > 400

TEMPO 0,8 0,4 0,2 0,1

DI

INTERRUZIONE

(S)

U0 = la tensione nominale in c.a., tra fase e terra.

Se la protezione dal corto circuito correttamente dimensionata (K2 S2 $ I2 t) certamente assicurata anche la protezione contro le correnti di guasto a terra per conduttori di pari sezione. quindi sufficiente che i conduttori di protezione non abbiano sezione inferiore ai rispettivi conduttori di fase per risultare protetti. Per conduttori di fase con sezione superiore a 16 mm2 sufficiente un conduttore di protezione con sezione non inferiore alla met di quella del conduttore di fase, poich certamente gli apparecchi di protezione intervengono per correnti di guasto di notevole entit. La Tab. 4.4 riporta le sezioni del conduttore di protezione correttamente correlati con il conduttore di fase.

61

IMPIANTO

DI TERRA

Tab. 4.4

SEZIONE SEZIONE

DEL CONDUTTORE DI FASE IN

mm2

1,5 2,5 1,5 2,5

4 4

6 6

10 16 25 35 50 70 95 120 150 185 240 10 16 16 16 25 35 50 70 70 95 120

MINIMA DEL CORRISPONDENTE

CONDUTTORE DI PROTEZIONE IN

mm2

Si nota che quando, oltre i 16 mm2, non esiste una sezione unificata pari alla met esatta di quella del conduttore di fase si deve scegliere la sezione unificata pi prossima anche se leggermente minore di 1/2 SF. La correlazione di Tab. 4.4 vale per conduttori di protezione in rame; per altri materiali si deve scegliere una sezione di resistenza unitaria equivalente a quella del rame (vedi Tab. 4.5).

Tab. 4.5

MATERIALE rame alluminio piombo acciaio

RESISTIVIT r (mW mm) 17,214 28,264 214 138

RAPPORTO CON IL RAME

ESEMPIO Se il conduttore di protezione in rame deve avere sezione non inferiore a 16 mm2 si pu utilizzare la guaina di piombo purch di sezione non inferiore a 200 mm2 (16 x 12,44)

1 1,65 12,44 8

Quando un unico conduttore di protezione collega masse di elementi alimentati da pi circuiti la correlazione deve essere fatta con il circuito di sezione pi elevata (e non con la somma delle sezioni perch non si deve considerare levento di pi guasti contemporanei). Il metodo di dimensionamento per correlazione con la sezione del conduttore di fase semplice ma talvolta esageratamente abbondante specialmente per conduttori di grande sezione quando linterruzione del guasto affidata a interruttori differenziali. In questi casi conveniente utilizzare la relazione:

S$

I2t K2

dove: I2t lenergia lasciata passare dal dispositivo (detto anche integrale di Joule) K una costante data dalla relazione:

K=

' & '0 Q C (B+ 20) ln 1 + F %20 B + '0

dove: QC = calore specifico del conduttore in J/C mm2 B = inverso del coefficiente di temperatura della resistivit 20 = resistivit del conduttore a 20 C 0 = temperatura iniziale del conduttore in C f = temperatura finale del conduttore massima ammessa

62

Tab. 4.6

Valori caratteristici dei metalli pi usati

RAME B QC 235 0,0034 17,2 x 10


-6

PIOMBO 230 0,0014 214 x 10


-6

ACCIAIO 202 0,0038 138 x 10-6

20

Per i casi pi ricorrenti K assume i valori indicati nelle seguenti tabelle. In ogni caso i conduttori di protezione non compresi in cavo e non facenti parte di una conduttura in tubo protettivo o in canale, comprendente anche i conduttori di fase, devono avere sezione non inferiore a 2,5 mm2 (4 mm2 se non protetti meccanicamente).
Tab. 4.7
Note (1) Vale anche per conduttori nudi a contatto con lisolante dei cavi (2) Questi valori sono inferiori a quelli dei cavi unipolari perch si deve considerare la temperatura interna al cavo che vale rispettivamente 70C, 80C e 85C (3) Non ammesso in ambienti accessibili

Tab. 4.8
DI

VALORI CONDUTTORE Rame Alluminio Ferro

PER CAVI UNIPOLARI ISOLATI (1)

VALORI

DI

PER CONDUTTORE DI PROTEZIONE

COMPRESO IN UN CAVO MULTIPOLARE (2)

PVC 143 95 52

ISOLANTE EPR 176 116 64

G2 166 110 60

CONDUTTORE Rame Alluminio

PVC 115 76

ISOLANTE EPR 143 94

G2 135 89

Tab. 4.9

Tab. 4.10
DI

VALORI

PER RIVESTIMENTI METALLICI

VALORI

DI

PER CONDUTTORI NUDI POSATI IN


(3)

DEI CAVI (ARMATURA)

MODO TERMICAMENTE NON PERICOLOSO

CONDUTTORE Rame Alluminio Ferro Piombo

PVC 122 79 42 22

ISOLANTE EPR 149 96 51 19

G2 140 90 48 19

CONDUTTORE Rame Alluminio Ferro

TEMPERATURA LIMITE 500 C (3) 200 C 150 C 228 125 82 159 105 58 138 91 50

Dimensionamento del conduttore di terra

Anche per il dimensionamento del conduttore di terra ammesso il metodo per correlazione con la sezione del conduttore di fase facendo riferimento alla linea di maggior sezione che alimenta limpianto per conduttore di rame protetto meccanicamente e contro la corrosione. Per conduttore di rame non protetto meccanicamente la sezione minima di 16 mm2.

Tab. 4.11

SEZIONE SEZIONE

DEL CONDUTTORE DI FASE IN MINIMA DEL CONDUTTORE DI

mm2

! 35 16 (1)

50 25

70 35

95 50

120 70

150 70

185 95

240 120

Nota: (1) 25 mm2 se non protetto contro la corrosione

TERRA IN RAME IN MECCANICAMENTE

mm2

NON PROTETTO

63

IMPIANTO

DI TERRA

Per materiali diversi dal rame si deve scegliere una sezione di resistenza unitaria equivalente a quella del rame con lo stesso criterio visto per i conduttori di protezione. Quando il metodo per correlazione con la sezione del conduttore di fase d risultati esagerati si pu utilizzare la formula:

S$

I2t K2

gi vista per i conduttori di protezione. Uso di elementi strutturali metallici come conduttori di protezione o di terra Possono costituire conduttori di protezione gli involucri metallici di quadri, i rivestimenti metallici o le armature dei cavi, i tubi protettivi metallici purch presentino: - conduttanza equivalente alla sezione minima in rame ammessa; - siano inamovibili; - abbiano sufficiente robustezza meccanica e resistenza alla corrosione; - siano appositamente previsti o successivamente adattati per la funzione di conduttori di protezione. Possono essere utilizzati come conduttori di terra anche elementi strutturali metallici purch inamovibili, di conduttanza idonea, con percorso breve, non soggetti a sforzi meccanici n al pericolo di logoramento o corrosione. Le connessioni fra le varie parti devono essere eseguite con saldatura forte o autogena o con appositi robusti morsetti (bulloni con $ 10 mm e sezione di contatto $ 200 mm2). Possono quindi costituire un tronco del conduttore di terra pali, tralicci, travi in ferro e simili.
Fig. 4.6

Sezioni minime dei conduttori equipotenziali (EQP)

64

Dimensionamento dei conduttori equipotenziali

Le sezioni minime da adottarsi per i collegamenti equipotenziali sono state fissate empiricamente dalla Norma CEI non essendo possibile prevedere lintensit delle correnti transitanti. I conduttori equipotenziali principali, cio che fanno capo al collettore di terra, devono avere sezione non inferiore alla met del conduttore di protezione di maggior sezione che fa capo allo stesso collettore con minimo di 6 mm2 e massimo di 25 mm2. La sezione minima dei conduttori equipotenziali supplementari (EQS) dipende dal tipo di collegamento e dalla sezione del conduttore di protezione secondo lo schema sotto indicato.

Fig. 4.7

Sezioni minime per i collegamenti equipotenziali

IL DISPERSORE
Criteri generali di progettazione

Gli elementi che costituiscono il dispersore intenzionale possono assumere diverse conformazioni ed essere di rame, acciaio ramato, ferro zincato; sono utilizzabili anche altri materiali purch siano chimicamente compatibili con il terreno e non siano soggetti ad incrostazioni superficiali che possano compromettere il contatto metallo-terra. La profondit dinterro deve essere sufficiente a evitare aumenti di resistenza del terreno per essiccamento o per congelamento, danneggiamento meccanico e tensioni di passo pericolose. In genere la posa dei dispersori tale che le parti pi alte si trovano a non meno di 0,5 m sotto il piano di campagna. Per motivi di consistenza meccanica e di resistenza alla corrosione le dimensioni trasversali di ciascun elemento non devono essere inferiori ai valori indicati in Tab. 4.12.

65

IMPIANTO

DI TERRA

Tab. 4.12

Dimensioni trasversali minime


Legenda Z = spessore in mm S = Sezione in mm
2

MATERIALE ACCIAIO
ZINCATO

ACCIAIO
RAMATO

RAME 3 3 50 35 35 1,8 30 3 15 5 50

PIASTRA NASTRO
POSA NEL

Z Z S S S C E Z E Z L

3 3 100 50 50 1,8 40 2 20 5 50

15

L = Dimensione trasversale (mm) E = Diametro esterno (mm) C = Diametro singolo filo (mm)

PER

TERRENO

TONDINO

O CONDUTTORE

MASSICCIO

TIPO

DI

ELETTRODO

CONDUTTORE PICCHETTO PER


INFISSIONE

CORDATO

TUBOLARE

NEL TERRENO

PICCHETTO PICCHETTO

MASSICCIO

TUBOLARE

Dispersori ad anello e a maglia

Si possono realizzare dispersori complessi derivati dai due tipi fondamentali a picchetti e a corda combinati tra loro. In particolare sono molto usati i dispersori ad anello e a maglia direttamente ricavati dai tipi a corda. I dispersori ad anello, se i lati paralleli sono sufficientemente distanti, possono essere dimensionati in base alla lunghezza della corda interrata aumentando la resistenza del 1020% per tener conto delle interferenze. I dispersori a maglia sono da adottare esclusivamente per ridurre le tensioni di passo sulle aree circostanti le cabine MT/BT poich il costo per sterri e reinterri notevole e non ripaga il basso valore di RT. Talvolta, per migliorare il funzionamento ai vertici del dispersore ad anello o lungo il perimetro dei dispersori a maglia, si infiggono picchetti; ci serve anche a diminuire le tensioni di passo alla periferia della maglia. Altri tipi di dispersori intenzionali (a piastra, a sfera, a rete) servono in casi speciali per officine elettriche ma sono totalmente desueti negli impianti di messa a terra di protezione nei sistemi di categoria I. Per il dimensionamento di massima del dispersore si possono utilizzare le formule semplificate indicate in Tab. 4.13.

66

Tab. 4.13

PICCHETTI
D

CORDE

MAGLIA
L2 L1 r

I principali tipi di dispersori

TIPO

D L

FORMULA
APPROSSIMATA PER ECCESSO

RE = 0,8

% L

RE ( 2

% L

RE ( 0,8

% L1 +L2

vale per L / D compreso tra 30 + 40 terreni di ridotte dimensioni con bassa resistivit negli strati profondi

vale per L / D compreso tra 5 + 30 terreni estesi in lunghezza con bassa resistivit negli strati superficiali terreni di ridotte dimensioni (specialmente per cabine MT / BT)

USO

TIPICO

Ferri darmatura del calcestruzzo e palificazioni di fondazione Gli acquedotti

I ferri darmatura del calcestruzzo sono proficuamente utilizzabili solo se fanno parte delle fondamenta, parzialmente o totalmente a contatto con il terreno. Le palificazioni metalliche di fondazione in terreni acquitrinosi costituiscono eccellenti dispersori di fatto a bassissima resistenza. Le tubazioni metalliche degli acquedotti molto estesi sono eccellenti dispersori a condizione che il metallo nudo sia a contatto con il terreno. Le tubazioni con rivestimento protettivo non sono impiegabili perch trasmettono a distanza i potenziali di guasto e possono costituire grave pericolo per gli addetti alla manutenzione idraulica. La Norma CEI 64-8/5, Art. 542.2.5 ammette luso degli acquedotti pubblici come dispersori, previo consenso dellesercente, alle seguenti condizioni: - la resistenza di terra, rilevata con opportune misure, sia adeguata; - lesercente si impegni a comunicare allutente ogni variazione alla rete idrica che possa alterare le caratteristiche di dispersione (esempio: posa di tratte in plastica o in tubo rivestito). In ogni caso un dispersore di fatto utilizzato come unico elemento disperdente o come parte integrante di un dispersore intenzionale, dovrebbe avere i seguenti requisiti: - inamovibilit; - inalterabilit; - dotazione di punti di connessione che assicurino la possibilit di misura. Inoltre, se trattasi di armatura del calcestruzzo, occorre che: - siano collegati al conduttore di terra almeno 1/4 dei ferri contenuti nelle fondazioni (con un minimo di 2); - le giunzioni siano eseguite con saldatura a forte con robusti morsetti a compressione in punti non sollecitati meccanicamente (ad esempio sulle estremit libere); - la presa di terra, per prova, sia installata in posizione accessibile a edificio finito.

67

IMPIANTO

DI TERRA

In ogni caso e senza alcuna misura, un dispersore di fatto pu essere utilizzato come elemento aggiuntivo del dispersore intenzionale (che per da solo deve assicurare la corretta dispersione delle correnti di guasto a terra).
Fig. 4.8

Collegamento del conduttore di terra allacquedotto

A A Collare per il collegamento diretto alla tubazione interrata di un acquedotto con tubi metallici a contatto con il terreno

Problemi di corrosione dei dispersori

Per mantenere nel tempo lefficienza del dispersore necessario limitare al minimo i fenomeni di corrosione del metallo in intimo contatto con il terreno. La corrosione pu essere dovuta: 1) allaggressivit chimica del terreno per acidit o basicit; 2) alla formazione di coppie galvaniche tra metalli vicini con potenziale elettrochimico diverso; 3) a processi elettrochimici dovuti a correnti continue vaganti presenti nel terreno; 4) a processi elettrochimici dovuti a protezione catodica di strutture metalliche vicine al dispersore. Aggressivit chimica del terreno Nel primo caso, che si verifica quando il terreno fortemente aggressivo, si devono usare elementi in rame o in acciaio rivestito di rame evitando luso dellacciaio zincato. Si deve comunque evitare la posa di dispersori in terreni che, per la presenza di scarichi di fognature, contengano ammoniaca o sali ammoniacali che attaccano anche il rame. In genere un terreno tanto pi aggressivo quanto pi bassa la sua resistivit. In terreni mediamente aggressivi (r = 20 50 m) o poco aggressivi (r = 50 100 m) pu essere usato anche lacciaio purch zincato a caldo. Sono sconsigliabili tutti gli altri materiali a meno che non si sia certi della loro specifica resistenza chimica agli acidi e alle basi presenti nel terreno. Lalluminio puro non adatto perch la pellicola di ossido che riveste immediatamente la sua superficie fortemente isolante e ostacola il buon contatto elettrico con il terreno (a questo proposito si tenga presente che la resistenza di contatto si somma sempre alla resistenza di dispersione riducendo drasticamente lefficienza).

68

Le coppie galvaniche Si possono formare coppie galvaniche tra metalli chimicamente affini purch a potenziale elettrochimico diverso. Si devono evitare soprattutto le seguenti coppie: - rame (o acciaio ramato) subisce corrosione; - rame (o acciaio ramato) zinco (o acciaio zincato): in questo caso lo zinco reattivo e ferro (il ferro si corrode);

- rame (o acciaio ramato) piombo (tubazioni di scarico o guaine di vecchi cavi): anche in questo caso il piombo ad avere la peggio. Come si vede, anche contro le coppie galvaniche il rame rappresenta la miglior soluzione. Le correnti vaganti In prossimit di ferrovie o tramvie il cui circuito in corrente continua si chiude attraverso la terra vi possono essere correnti vaganti che interessano il dispersore e lo possono rendere reattivo rispetto al terreno; in queste condizioni il metallo pu diventare lanodo di un sistema elettrochimico e subire corrosione. Ci si pu proteggere dalle correnti vaganti mediante linstallazione di dispersori di drenaggio cio di elementi antistanti (rispetto alla direzione della corrente) che schermano il dispersore. La protezione catodica Molto pi complessa la situazione in presenza di strutture metalliche interrate in prossimit del dispersore e protette catodicamente: - se le strutture protette non sono collegate al dispersore, si deve evitare che le correnti galvaniche impresse vadano ad interessare gli elementi del dispersore che diventerebbe in questo caso un anodo sacrificale corrodendosi rapidamente; solitamente ci si protegge da questo inconveniente mediante allontanamento. - se le strutture protette catodicamente sono collegate al dispersore, esso diventa ricevitore di corrente e perci non si corrode ma, in situazioni particolari, pu ricoprirsi (specialmente se di rame) di sostanze isolanti che riducono lefficienza. In presenza di elementi catodicamente protetti indispensabile rivolgersi a specialisti per risolvere nel migliore dei modi lo specifico caso. Infondato invece il timore che effetti di corrosione elettrochimica possano essere prodotti in strutture collegate in equipotenzialit dal funzionamento del dispersore: infatti il dispersore scarica a terra correnti di guasto alternate di durata e intensit limitata che non possono produrre alcun effetto elettrochimico; inoltre PER METALLI PURI IN SOLUZIONE NORMALE eventuali fenomeni galvanici indotti nel NEI PROPRI SALI dispersore non producono alcun danno in elementi metallici che non siano in intimo METALLO E (V) COMPORTAMENTO contatto con terreno contenente acqua e aria.
Alluminio Zinco Ferro Stagno Piombo Rame + 1,7 + 0,76 + 0,44 + 0,14 + 0,13 0,35 Corroso Protetto Anodo Catodo

Tab. 4.14

Potenziale elettro-chimico dei metalli a 25C

69

PROTEZIONI

CONTRO I CONTATTI ACCIDENTALI

GLI EFFETTI DELLA


CORRENTE ELETTRICA SUL CORPO UMANO

Fig. 5.1

Gli effetti della corrente sul corpo umano

Fig. 5.2

Percentuale delle persone, in funzione della corrente, che riescono a staccarsi in seguito ad un contatto della mano con parti in tensione

Il sistema nervoso di tutti gli esseri viventi percorso da segnali di natura elettrica che comandano le diverse funzioni, fra le quali la pi comune lo stimolo dei movimenti muscolari. Non si tratta di correnti elettroniche paragonabili a quelle che percorrono i circuiti metallici, ma di correnti neuroniche consistenti in cariche elettriche trasmesse da una cellula attigua dei tessuti nervosi, le cui manifestazioni fisiche e fisiologiche sono del tutto equivalenti: noto, infatti, che con stimolatori elettrici esterni si possono sostenere gli impulsi cardiaci e i movimenti muscolari. Quando alle correnti neuroniche interne si sovrappongono o si sostituiscono correnti impresse da generatori esterni, si hanno alterazioni pi o meno gravi in funzione dellorgano attraversato, dellintensit, del tipo di corrente, del tempo di permanenza. In Fig. 5.1 sono sintetizzati gli effetti prodotti dalla corrente alternata sinusoidale a 50 Hz in seguito a un contatto mano-piedi, che costituiscono lo standard fondamentale di studio condotto da oltre quarantanni dal comitato IEC 479. Si distinguono tre tipi di danni macroscopici: la tetanizzazione muscolare, la fibrillazione cardiaca e le ustioni nel punto di contatto. Questultimo fenomeno grave quando lintensit di corrente assume valori dellordine degli ampere e perci non si verifica in termini rilevanti nei circuiti a bassa tensione che, nella peggiore delle ipotesi, comportano intensit dellordine di qualche decimo di ampere. La tetanizzazione si produce quando la corrente attraversa muscoli volontari e pu manifestarsi in forme pi o meno acute che vanno dalla sensazione di formicolio, Contatto mano-piedi alla scossa dolorosa, alle contrazioni fino alla paralisi temporanea. 3 2 4 La tetanizzazione pu avere effetti mortali per 1 eventi che sono conseguenti alle contrazioni o alla paralisi (ad esempio lasfissia derivante dallimpossibilit di funzionamento dei muscoli pettorali che presiedono alla respirazione). Sotto laspetto quantitativo si distinguono per i vari tipi di corrente e di danno diverse soglie di percezione e di rilascio. La soglia di percezione Parti attraversate Effetto il minimo valore della corrente (o dellimpulso 1 Punto di contatto Scossa 2 Muscoli degli arti Paralisi reversibile di corrente) percepibile dallorganismo umano Arresto temporaneo della respirazione 3 Torace (ad esempio il formicolio, la scossa ecc.). Fibrillazione ventricolare 4 Cuore Molto importante la soglia di rilascio perch corrisponde al massimo valore di corrente che non provoca paralisi delle mani e degli arti, consentendo allinfortunato di sottrarsi immediatamente e istintivamente al contatto; superata tale soglia linfortunato rimane attaccato al contatto a causa della paralisi muscolare e pu subentrare lasfissia (vedesi a tal proposito il diagramma di Fig. 5.2).

70

Tab. 5.1

Fattori di percorso per alcuni percorsi tipici della corrente allinterno del corpo umano: quanto maggiore il valore del fattore F tanto pi pericoloso il percorso.

Enormemente pi gravi sono i danni causati della corrente che attraversa il cuore che possono condurre alla fibrillazione ventricolare. Il nostro cuore costituito da fibre muscolari che si contraggono ritmicamente parecchie decine di volte al minuto grazie ad impulsi elettrici provenienti da un organo, il nodo senoatriale, che di fatto costituisce il generatore elettrico biologico del cuore. Gli impulsi generati dal nodo senaotriale vengono trasmessi, tramite specifici tessuti di conduzione, alle fibrille (fibre muscolari dei ventricoli) che contraendosi ciclicamente generano la sistole ventricolare che spinge il sangue nel sistema arterioso. evidente che unelevata corrente, di provenienza esterna al corpo a causa di un contatto elettrico, stimola in modo disordinato i ventricoli, i quali, contraendosi in modo caotico, impediscono al cuore di svolgere la sua ordinaria funzione: questo il fenomeno della fibrillazione ventricolare. La determinazione del valore minimo di FATTORE DI PERCORSO corrente in grado di innescare la fibrillazione PERCORSO (F) ventricolare non uniformemente accettato Percorso di riferimento: dagli studiosi del settore, a causa di 1 mano sinistra - piedi molteplici fattori tra i quali riveste particolare Altri percorsi: rilevanza il percorso della corrente allinterno mano sinistra - piede sinistro 1 dellorganismo umano. In corrente alternata, mano sinistra - piede destro 1 preso come riferimento il percorso mano mano sinistra - mano destra 0,4 sinistra-piedi, stato definito un fattore di mano sinistra - dorso 0,7 percorso F indicante, a parit di corrente che mano sinistra - torace 1,5 viene introdotta nel corpo umano, quale sia il mano destra - piede sinistro 0,8 percorso pi pericoloso. mano destra - piede destro 0,8 La tabella 5.1 riporta i fattori di percorso pi mano destra - piedi 0,8 comuni, definiti dallIEC (International mano destra - dorso 0,3 Electrotechnical Commission).
mano destra - torace regione glutea verso mano destra o sinistra 1,3 0,7

Sulla base di quanto detto, lIEC, allo scopo di porre le basi per lindividuazione di efficaci mezzi di prevenzione e protezione contro lelettrocuzione, ha predisposto una serie di curve indicanti la pericolosit della corrente in funzione del tempo in cui essa circola allinterno del corpo umano. Nelle figure 5.3 e 5.4 sono riportati i diagrammi IEC validi rispettivamente per correnti continue e alternate (nella gamma di frequenza 15100 Hz). Ciascun diagramma concettualmente diviso in quattro zone indicanti: zona 1: assenza di reazione sino alla soglia di percezione e comunque nessun danno permanente allorganismo; zona 2: in genere nessun effetto fisiologico pericoloso, fino alla soglia di tetanizzazione; zona 3: possono verificarsi effetti patofisiologici, in genere reversibili, che aumentano con lintensit della corrente e con il tempo; in particolare: contrazione muscolari, difficolt di respirazione, aumento della pressione sanguigna, disturbi nella formazione e trasmissione degli impulsi elettrici cardiaci, ma senza fibrillazione ventricolare; zona 4: elevata probabilit di fibrillazione ventricolare, arresto del cuore, arresto della respirazione, gravi bruciature. Anche in questo caso le curve C2 e C3, indicano una probabilit di fibrillazione ventricolare via via crescente (rispettivamente: C2 = 5%, C3 = 50%).

71

PROTEZIONI

CONTRO I CONTATTI ACCIDENTALI

Fig. 5.3

Zone di pericolosit della corrente continua

(ms) 10000 5000

c1

c2 c3

2000 1000 500

1
200 100 50 20 10 0,1 0,5 1 5 10

50 100

500 1000

5000

I (mA)

Fig. 5.4

Zone di pericolosit della corrente elettrica alternata (15 100 Hz)

(ms) 10000 5000

c1 c2 c3

2000 1000 500

1
200 100 50 20 10 0,1 0,5 1

10

50 100

500 1000

5000

I (mA)

72

I CONTATTI
ACCIDENTALI

I contatti che una persona pu avere con le parti in tensione sono concettualmente divisi in due categorie: - contatti diretti; - contatti indiretti. Si ha un contatto diretto quando una parte del corpo umano viene a contatto con una parte dellimpianto elettrico normalmente in tensione (conduttori, morsetti ecc.). Un contatto si dice invece indiretto quando una parte del corpo umano viene a contatto con una massa o con altra parte conduttrice, normalmente non in tensione (ad esempio la carcassa di un motore o la scocca di un elettrodomestico), ma che accidentalmente si trova in tensione in seguito ad un guasto o allusura dellisolamento. Ne consegue che tutti gli impianti e le installazioni elettriche devono essere realizzati ponendo in atto adeguati metodi di protezione contro i contatti accidentali. Tali metodi, imposti dalla Norma CEI 64-8, sono quelli riassunti nello schema a blocchi di Fig. 5.5.
Fig. 5.5

Metodi di protezione contro i contatti accidentali

PROTEZIONE TOTALE isolamento involucri barriere DIRETTI PROTEZIONE PARZIALE ostacoli allontanamento CONTATTI ACCIDENTALI PROTEZIONE ATTIVA messa a terra + protezione differenziale INDIRETTI PROTEZIONE PASSIVA doppio isolamento trasformatori di isolamento circuiti SELV locali isolanti

73

PROTEZIONI

CONTRO I CONTATTI ACCIDENTALI

PROTEZIONE CONTRO
I CONTATTI DIRETTI

La protezione contro i contatti diretti si effettua per tutti i componenti dellimpianto adottando opportune misure aventi lo scopo di impedire che una persona possa entrare in contatto con una parte attiva del circuito elettrico. Come evidenziato in Fig. 5.5, la protezione pu essere parziale o totale. La scelta tra la protezione parziale o totale dipende dalle condizioni duso e desercizio dellimpianto (ad esempio potr essere parziale laddove laccessibilit ai locali riservata solo a persone addestrate). Lisolamento, destinato a impedire il contatto con parti in tensione, deve realizzare una copertura totale delle parti attive; inoltre relativamente alle caratteristiche fisico-chimiche e allo spessore, deve essere tale da resistere alle sollecitazioni meccaniche, chimiche, elettriche e termiche alle quali pu essere sottoposto durante, tenendo conto della sua specifica funzione protettiva. Involucri e barriere sono cos definiti dalle norme CEI: Involucro - Elemento che assicura un grado di protezione appropriato contro determinati agenti esterni e un determinato grado di protezione contro i contatti diretti in ogni direzione. Barriera - Elemento che assicura un determinato grado di protezione contro i contatti diretti nelle direzioni abituali di accesso. La Norma CEI EN 60529 identifica il grado di protezione di un involucro o di una barriera mediante la sigla IP seguita da due cifre pi eventuali lettere opzionali; la prima cifra indica il grado di protezione contro i contatti diretti e contro lingresso di corpi estranei, la seconda cifra indica il grado di protezione contro la penetrazione dei liquidi. La struttura del codice IP rappresentata nella Fig. 5.6, mentre il significato da attribuire alle singole cifre o lettere del codice IP pu essere dedotto dalla Tab. 5.2.

Protezione mediante isolamento delle parti attive

Protezione mediante involucri e barriere

Fig. 5.6

Struttura del codice IP

IP

Lettere caratteristiche (Protezione Internazionale) Prima cifra caratteristica (cifra da 0 a 6, o lettera X) Seconda cifra caratteristica (cifra da 0 a 8, o lettera X) Lettera addizionale (opzionale) (lettere A, B, C, D) Lettera supplementare (opzionale) (lettere H, M, S, W)

Note:
1) quando non sia richiesta una cifra caratteristica, questultima deve essere sostituita dalla lettera X (XX se sono omesse entrambe le cifre). 2) le lettere addizionali e/o supplementari possono essere omesse senza essere sostituite. Nel caso di pi lettere supplementari, si deve applicare lordine alfabetico. 3) se un involucro fornisce diversi gradi di protezione per differenti sistemi di montaggio, il costruttore deve indicare nelle istruzioni i gradi di protezione corrispondenti ai differenti sistemi di montaggio.

74

Tab. 5.2

Elementi della struttura del codice IP

ELEMENTO Lettere caratteristiche Prima cifra caratteristica

CIFRE
O LETTERE

SIGNIFICATO PER LA PROTEZIONE DELLAPPARECCHIATURA Contro la penetrazione di corpi solidi estranei: (non protetto) ! 50 mm di diametro ! 12,5 mm di diametro ! 2,5 mm di diametro ! 1,0 mm di diametro protetto contro la polvere stagno contro la polvere Contro la penetrazione di acqua con effetti dannosi: (non protetto) caduta verticale caduta di gocce dacqua (inclinazione 15 ) pioggia spruzzi dacqua getti dacqua getti potenti immersione temporanea immersione continua

SIGNIFICATO

PER LA PROTEZIONE

DELLE PERSONE

IP

Contro laccesso a parti pericolose con: (non protetto) dorso della mano dito attrezzo filo filo filo

0 1 2 3 4 5 6 Seconda cifra caratteristica 0 1 2 3 4 5 6 7 8

Lettera addizionale (opzionale) A B C D Lettera supplementare (opzionale) H M S W

Contro laccesso a parti pericolose con: dorso della mano dito attrezzo filo

Informazioni supplementari relative a: Apparecchiatura ad alta tensione Prova con acqua con apparecchiatura in moto Prova con acqua con apparecchiatura non in moto Condizioni atmosferiche

75

PROTEZIONI

CONTRO I CONTATTI ACCIDENTALI

Protezione parziale mediante ostacoli o allontanamento

La protezione parziale ritenuta sufficiente solo in luoghi dove operano persone addestrate allo svolgimento di una specifica e particolare attivit in relazione al tipo di impianto, al tipo di operazione e alle condizioni ambientali. Si attua mediante ostacoli o allontanamento. La protezione mediante ostacoli si ottiene utilizzando opportune strutture che hanno lo scopo di impedire lavvicinamento non intenzionale a parti di circuito in tensione e di evitare il contatto involontario delloperatore durante interventi sul circuito elettrico in tensione per lavori di riparazione, manutenzione, modifiche e simili che per particolari ragioni di funzionalit, non possono essere effettuate a circuito aperto; il grado di protezione offerto dagli ostacoli realizzati impiegando birilli, parapetti ecc., pu essere inferiore a IPXXB. Non necessario che gli ostacoli siano fissati in modo da richiedere luso di un attrezzo per la rimozione; invece indispensabile che sia evitata la rimozione accidentale. La protezione mediante allontanamento consiste nelladottare opportuni criteri installativi al fine di evitare che elementi di circuito elettrico in tensione possano trovarsi a portata di mano. Si considerano simultaneamente accessibili parti conduttrici che distano fra di loro meno di 2,5 metri in verticale o di 2 metri in orizzontale (Fig. 5.7).

Fig. 5.7

Allontanamento oltre il volume di accessibilit

m 2,50

m 1,25 m 0,75

Si intendono per parti conduttrici simultaneamente accessibili non solo le parti attive del circuito elettrico ma anche le masse, le masse estranee, i conduttori di protezione, i dispersori, i pavimenti e le pareti non isolanti. Si ricorda che per massa estranea si intende una parte conduttrice non facente parte dellimpianto elettrico, ma in grado di introdurre in un ambiente il potenziale di terra o altri potenziali. Si considerano masse estranee, per esempio, le tubazioni dellacqua, del gas, del riscaldamento e gli elementi metallici facenti parte di strutture di edifici.

76

PROTEZIONE CONTRO
I CONTATTI INDIRETTI

Messa a terra e interruttore differenziale

Secondo larticolo 271 del D.P.R. 547/55 tutte le parti metalliche degli impianti ad alta tensione soggette a contatto delle persone e che per difetto di isolamento o per altre cause potrebbero trovarsi sotto tensione devono essere collegate a terra. Un impianto di messa a terra serve pertanto a stabilire un contatto elettrico efficiente con il terreno, allo scopo di condurre a terra le correnti elettriche. Una corrente inviata nel terreno trova unopposizione alla circolazione dovuta alla resistenza elettrica del terreno, il quale si comporta come un conduttore elettrico avente un proprio valore di resistenza. Sia la normativa italiana che quella internazionale prevedono diversi tipi di sistemi elettrici, messi a terra sia direttamente che indirettamente. In particolare, limitando lanalisi alla situazione italiana, i sistemi di messa a terra sono: TT, TN, IT le cui configurazioni e varianti sono state esaminate nel capitolo precedente. Tali configurazioni vengono riprese nella Tab. 5.3 dove, per ciascuna di esse, vengono precisate le prescrizioni normative che devono essere soddisfatte ai fini della sicurezza.

TAB. 5.3 - PRESCRIZIONI

NORMATIVE PER I DIVERSI SISTEMI DI MESSA A TERRA

SISTEMA TN Prescrizioni normative Lart. 413.1.3.3 della Norma CEI 64-8 prescrive che le caratteristiche dei dispositivi di protezione e le impedenze dei circuiti devono essere tali che, se si presenta un guasto di impedenza trascurabile in qualsiasi parte dellimpianto tra un conduttore di fase e un conduttore di protezione o una massa, linterruzione automatica dellalimentazione avvenga entro il tempo specificato, soddisfacendo la seguente condizione: Zs Ia " Uo dove: Zs limpedenza dellanello di guasto che comprende la sorgente, il conduttore attivo fino al punto di guasto ed il conduttore di protezione tra il punto di guasto e la sorgente; Ia la corrente che provoca linterruzione automatica del dispositivo di protezione entro il tempo definito nella Tab. 41A in funzione della tensione nominale verso terra Uo oppure nelle condizioni specificate al successivo Art. 413.1.3.5 che prevede un tempo di intervento delle protezioni di 5 s nei circuiti di distribuzione ed un analogo tempo, ma solo se si in presenza di un collegamento equipotenziale supplementare, nei circuiti terminali che alimentano solo componenti elettrici fissi; Uo la tensione nominale in c.a., valore efficace tra fase e terra. Tab. 41A - Tempi massimi di interruzione per i sistemi TN UO 120 V 230 V 400 V > 400 V TEMPO
DI INTERRUZIONE

Protezione differenziale La protezione differenziale, purch il sistema non sia TNC, diventa consigliata quando: - limpedenza dellanello di guasto a valle del punto in questione non nota o difficilmente calcolabile; - vi un rischio di rottura del conduttore di terra o protezione; - cavi di notevole lunghezza; - masse lontane non interconnesse; - si cambia il sistema del neutro. Con i dispositivi differenziali si ottiene una maggiore sicurezza, perch le elevate correnti di guasto, tipiche dei sistemi TN, provocano lintervento in un tempo di 3040 ms, rendendo tollerabili tensioni fino 280 V.

0,8 s 0,4 s 0,2 s 0,1 s

(segue)

77

PROTEZIONI

CONTRO I CONTATTI ACCIDENTALI

(SEGUE) - TAB. 5.3 - PRESCRIZIONI

NORMATIVE PER I DIVERSI SISTEMI DI MESSA A TERRA

SISTEMA TT Prescrizioni normative LArt. 413.1.4.2 richiede che sia soddisfatta la seguente condizione: RA . Ia " 50 dove: RA la somma delle resistenze del dispersore e dei conduttori di protezione delle masse, in ohm; Ia la corrente che provoca il funzionamento automatico del dispositivo di protezione, in ampere. Quando il dispositivo di protezione un dispositivo di protezione a corrente differenziale, Ia la corrente nominale differenziale Idn. Per ragioni di selettivit, si possono utilizzare dispositivi di protezione a corrente differenziale del tipo S (vedere Norma CEI EN 61008-1, 61009-1 e 60947-2) in serie con dispositivi di protezione a corrente differenziale di tipo generale. Per ottenere selettivit con i dispositivi di protezione a corrente differenziale nei circuiti di distribuzione ammesso un tempo di interruzione non superiore a 1 s. Quando il dispositivo di protezione un dispositivo di protezione contro le sovracorrenti, esso deve essere: un dispositivo avente una caratteristica di funzionamento a tempo inverso, ed in questo caso Ia deve essere la corrente che ne provoca il funzionamento automatico entro 5 s, oppure un dispositivo con una caratteristica di funzionamento a scatto istantaneo ed in questo caso Ia deve essere la corrente che ne provoca lo scatto istantaneo. SISTEMA IT Prescrizioni normative In questi sistemi la Norma prevede: art. 413.1.5.1 - nei sistemi IT le parti attive devono essere isolate da terra oppure collegate a terra mediante unimpedenza di valore sufficientemente elevato. Questo collegamento pu essere effettuato al punto neutro del sistema oppure ad un punto neutro artificiale, che pu venire collegato direttamente a terra quando limpedenza di sequenza zero risultante sia sufficientemente elevata. Se non esiste alcun punto neutro, si pu collegare a terra attraverso unimpedenza un conduttore di fase. Nel caso di un singolo guasto a terra la corrente di guasto quindi debole e non necessario interrompere il circuito se le prescrizioni di cui in 413.1.5.3 sono soddisfatte. Si devono tuttavia prendere precauzioni per evitare il rischio di effetti fisiologici dannosi su persone in contatto con parti conduttrici simultaneamente accessibili nel caso di doppio guasto a terra. Art. 413.1.5.2 Nota: per ridurre le sovratensioni o per smorzare le oscillazioni di tensione, pu essere necessario realizzare messe a terra attraverso impedenze o punti neutri artificiali, le cui caratteristiche devono essere appropriate a quanto descritto per limpianto. Art. 413.1.5.3 Le masse devono essere messe a terra individualmente, per gruppi o collettivamente. Deve essere soddisfatta la seguente condizione: RT . Id " 50 dove: RT la resistenza del dispersore al quale sono collegate le masse, in ohm; Id la corrente di guasto nel caso di primo guasto di impedenza trascurabile tra un conduttore di fase ed una massa, in ampere. Il valore di Id tiene conto delle correnti di dispersione verso terra e dellimpedenza totale di messa a terra dellimpianto elettrico. Art. 413.1.5.4 Si deve prevedere un dispositivo di controllo dellisolamento per indicare il manifestarsi di un primo guasto tra una parte attiva e masse o terra; questo dispositivo deve azionare un segnale sonoro e/o visivo. Note: - si raccomanda di eliminare il primo guasto con il pi breve ritardo possibile; - un dispositivo di controllo dellisolamento pu essere utile anche per ragioni diverse dalla protezione contro i contatti indiretti. Protezione differenziale In presenza di doppio guasto a massa, risulta complesso stabilire limpedenza dellanello di guasto, che comprende i due avvolgimenti di fase del trasformatore di alimentazione, i conduttori delle due fasi a massa ed una porzione dei conduttori di terra. In questi sistemi la protezione differenziale di utenza efficace nel caso di una fase a terra. Protezione differenziale Considerato che per gli ordinari dispositivi di protezione a tempo inverso il valore della corrente a cui corrisponde il tempo di intervento di 5 s orientativamente compreso tra 3 e 6 volte la In, ne deriva che sono molto rare le situazioni in cui la protezione contro i contatti indiretti pu essere assicurata con i dispositivi di protezione contro le sovracorrenti. La protezione differenziale diviene in questi casi praticamente necessaria; la stessa Norma CEI 64-8 nella parte dedicata al commento dellart. 413.1.4.2 precisa che i dispositivi a corrente differenziale sono adatti per assicurare la protezione contro i contatti indiretti nei sistemi TT.

78

LUNGHEZZA MASSIMA
PROTETTA PER LA PROTEZIONE DELLE PERSONE

La Norma CEI 64-8 suggerisce un metodo convenzionale che nella maggioranza dei casi sufficiente per determinare, con una buona approssimazione, la lunghezza massima delle condutture per la quale si verificata la protezione delle persone. Il metodo basato sulla legge di Ohm con un adattamento opportuno. Nella valutazione della corrente di guasto a terra sono considerate solamente le impedenze della fase e del PE relative alla utenza in esame. Il sistema di calcolo efficace per effettuare una rapida valutazione della lunghezza massima protetta quando non si conoscono le caratteristiche della rete a monte e pu essere applicato a condizione che il PE sia ubicato nelle immediate vicinanze dei conduttori attivi che compongono il circuito. In caso contrario , la verifica della protezione delle persone pu essere eseguita solo dopo il completamento dellimpianto con lesecuzione di misure.

Sistema di neutro TN
B A PE

La lunghezza massima protetta espressa dalla seguente formula: 0,8 Uo SF Lmax = Kx Kpar.
L

1,5 (1+m) km Im

S PE

SF

Sistema di neutro IT

Nel sistema IT possiamo avere due casi: 1) senza distribuzione del neutro (1) la formula da adottare la seguente 0,8 U SF Lmax = Kx Kpar. 2 1,5 (1+m) km Im
S PE VAB = 0,8 U 2 SF PE C D A B

2) con il neutro distribuito

(2)

N PE

D C A 0,8 UO VAB = 2

Caso A - Circuiti senza neutro inseriti in un sistema con il neutro distribuito. In questo caso la formula diventer:
B

0,8 Uo SF Lmax = Kx Kpar. 2 1,5 (1+m) km Im

S PE

SF

SN

Caso B - Linea con neutro, la formula sar: 0,8 Uo SN


caso B

caso A

Lmax = Kx Kpar.

2 1,5 (1+m) km Im

Note (1) Non essendo possibile praticamente effettuare la verifica per ogni configurazione di doppio guasto, il calcolo viene effettuato supponendo una eguale ripartizione della tensione fra i due circuiti di guasto (lipotesi corrisponde alla condizione pi sfavorevole per uno dei due circuiti interessati dal doppio guasto). (2) Le norme raccomandano di non distribuire il neutro nei sistemi IT.

79

PROTEZIONI

CONTRO I CONTATTI ACCIDENTALI

Simboli utilizzati: Lmax massima lunghezza in metri della conduttura per la quale possibile lintervento della protezione. Kx un fattore di riduzione che considera la reattanza dei cavi con sezione maggiore di 95 mm2.
Tab. 5.4

SEZIONE KX

FASE MM

120 0,90

150 0,85

185 0,80

240 0,75

300 0,72

Kpar un fattore correttivo da utilizzare nel caso di pi cavi posti in parallelo.


Tab. 5.5

N.

CAVI IN PARALLELO

1 1

2 2

3 2,65

4 3

5 3,2

KPAR

Km un coefficiente che tiene conto della tolleranza della soglia di intervento magnetico. Il suo valore di: 1,2 1,5 per gli sganciatori del tipo magnetotermico; un fattore di correzione della resistenza del circuito in quanto si ritiene che in occasione del guasto, il valore della resistenza aumenti del 50 % rispetto a quello a 20C; considera la riduzione all80 % della tensione di alimentazione in occasione di un guasto, sulla parte di impianto a monte della conduttura in esame; la tensione nominale fra fase e terra in V; la tensione nominale fra fase e fase in V; la sezione del conduttore di fase in mm2; la sezione del conduttore di neutro in mm2; indica la resistivit a 20C del materiale conduttore. Il suo valore 0,018 per il rame e 0,027 per lalluminio; il rapporto tra la sezione del conduttore di fase e quella del conduttore di protezione, (in presenza di conduttori in parallelo occorre considerare la sezione complessiva); il rapporto fra la sezione del conduttore di neutro e quella del conduttore di protezione; il valore della taratura della protezione contro i cortocircuiti in A. 1,15 per gli sganciatori elettronici;

0,8 Uo U SF SN m

m Im

80

DISPOSITIVI CONTRO
I GUASTI VERSO TERRA

Il differenziale

Di fatto la protezione offerta dai sistemi di messa a terra (soprattutto dal sistema TT) pu rivelarsi insufficiente e/o inadeguata, sicch necessario migliorarla mediante limpiego di adeguati dispositivi contro i guasti verso terra. Il principale di questi dispositivi l interruttore differenziale. Un interruttore differenziale, come risulta dalla Fig. 5.8 costituito da alcuni elementi fondamentali: a) i contatti; b) il rilevatore differenziale; c) il rel polarizzato; d) il tasto di prova. I contatti hanno lo scopo di consentire lapertura e la chiusura del circuito e sono dimensionati in funzione della corrente che sono chiamati a interrompere (interruttori differenziali puri o interruttori differenziali magnetotermici).

Fig. 5.8

Elementi fondamentali di un interruttore differenziale

Il rilevatore differenziale costituito da un trasformatore con nucleo magnetico toroidale (a bassa riluttanza magnetica) sul quale sono disposti due avvolgimenti principali e un avvolgimento secondario che alimenta un rel polarizzato a smagnetizzazione in grado di comandare il dispositivo di sgancio per lapertura dei contatti. In condizioni di funzionamento normale dellimpianto, le correnti che percorrono gli avvolgimenti principali sono uguali e pertanto in tale situazione non si genera nellavvolgimento secondario nessuna forza elettromotrice. Se invece si verifica una dispersione di corrente a valle del rilevatore differenziale, per difetto di isolamento o per contatto diretto, si determina una corrente risultante tale da permettere un flusso magnetico nel toroide che genera una forza elettromotrice nellavvolgimento secondario, tale da consentire la smagnetizzazione del rel polarizzato e quindi lapertura dei contatti.

81

PROTEZIONI

CONTRO I CONTATTI ACCIDENTALI

Classificazione dei differenziali

Gli interruttori differenziali sono classificati in due grandi famiglie: - interruttori differenziali senza sganciatori di sovracorrente incorporati (chiamati anche puri) - interruttori differenziali con sganciatori di sovracorrente incorporati. I primi sono idonei alla sola protezione contro le correnti di dispersione verso terra e nellinstallazione richiedono limpiego di dispositivi (fusibili o interruttori automatici) in grado di interrompere le sovracorrenti (sovraccarico e cortocircuito) per proteggere non solo il circuito interessato dal guasto ma anche il differenziale. I secondi costituiscono un complesso unico in grado di aprire il circuito in caso di guasto sia che si tratti di correnti di dispersione sia di sovracorrenti. Riguardo la destinazione duso i differenziali si distinguono in: - interruttori differenziali per uso domestico e similare; - interruttori differenziali per uso generale. Appartengono ai primi gli interruttori con soglia di intervento differenziale fino a 1 A di tipo G (generale) o S (selettivo) entrambi caratterizzati dal tempo di intervento massimo entro 1sec.; ai secondi, quelli con soglia di intervento differenziale fino a 3 A (sia istantanei che regolabili con ritardo fino a 3 sec.). Non di rado, specie nei grossi quadri generali e di distribuzione, soprattutto nei sistemi di distribuzione TN, vengono utilizzati rel differenziali, separati dagli interruttori automatici magnetotermici, con soglia di intervento differenziale fino a 25 A (e oltre) e con tempi di ritardo fino a 5 sec. Molti interruttori differenziali del primo tipo sono muniti di elementi di commutazione destinati alla regolazione della corrente differenziale di intervento e per alcuni tipi prevista anche la possibilit di regolazione del tempo di intervento. Con i differenziali regolabili possibile realizzare unefficace protezione selettiva nel campo delle correnti di guasto.

Interruttore differenziale a sgancio diretto Interruttore differenziale a sgancio indiretto o dipendente dalla rete

Nel tipo di funzionamento sgancio diretto, lenergia necessaria allo sgancio viene fornita dalla corrente differenziale, basta il debole segnale dovuto ai pochi mA della corrente diffusa per innescare il circuito di sgancio dei contatti di potenza. Nel funzionamento con sgancio indiretto, il segnale che proviene dal toroide viene sottoposto ad una elaborazione elettronica per migliorare le prestazioni dellinterruttore differenziale. Per ottenere questo risultato per necessario ricorrere ad una sorgente di energia ausiliaria, generalmente costituita dalla stessa rete che alimenta il circuito protetto. Gli interruttori differenziali modulari per uso domestico e similare non richiedono la sorgente di alimentazione ausiliaria, mentre quando si passa ai differenziali scatolati con prestazioni elevate (correnti nominali dellordine di centinaia di A e correnti differenziali fino a qualche A) lenergia necessaria alla rilevazione del guasto, elaborazione del segnale e sgancio finale di potenza, viene di norma derivata dalla stessa linea di alimentazione. Questi interruttori sono usualmente installati in grossi impianti che ricadono nella condizione suddetta. Gli interruttori a tempo dipendente possono aprire o non aprire automaticamente il circuito al mancare della tensione. Nel secondo caso per se sono rispondenti alla Norma IEC 947/2 pur mancando la tensione di una fase, se si verificasse un guasto a terra con pericolo di elettrocuzione, il circuito di alimentazione del rel di sgancio deve innescare comunque lintervento della protezione.

82

Componenti di classe II, isolamento doppio o rinforzato, isolamento supplementare

La protezione effettuata con componenti a doppio isolamento o con isolamento rinforzato si effettua impiegando materiale elettrico (apparecchi, involucri, scatole, conduttori ecc.) che risponde a specifiche norme e che riporta il segno grafico indicato in Fig. 5.9. Per ottenere le necessarie garanzie di sicurezza si richiedono particolari attenzioni durante linstallazione dei vari componenti; in particolare: - un componente a doppio isolamento pu essere utilizzato in un punto dellimpianto privo di dispositivi idonei a interrompere le correnti di guasto a terra e perci leventuale PE passante deve essere isolato come se fosse un conduttore attivo; - nessuna parte conduttrice, n accessibile n intermedia, deve essere collegata al conduttore di protezione; - tutte le parti conduttrici suscettibili di entrare in contatto accidentale con parti attive in caso di guasto (masse) devono essere rese inaccessibili dal doppio isolamento; se linvolucro che le racchiude provvisto di porte o di coperchi che possono essere rimossi senza luso di una chiave o di un attrezzo, necessario prevedere barriere isolanti con grado di protezione con inferiore a IP2X o a IPXXB.

Fig. 5.9

Principali segni grafici riguardanti le protezioni passive

Trasformatore disolamento

Mediante il trasformatore disolamento si realizza la protezione per separazione elettrica. Detta protezione consiste nel separare il circuito primario dal secondario cos da impedire la richiusura del circuito di guasto a terra (Fig. 5.10). La tensione nominale del circuito separato non deve superare i 500 V e la sua lunghezza deve essere limitata; la Norma CEI 64-8/4 raccomanda che la lunghezza L non sia superiore al valore dato dalla relazione:

L=

100.000 VN

con un massimo di 500 m.

Tutte le parti attive del circuito separato non devono avere nessun punto in comune con altri circuiti o con il conduttore di protezione. La separazione elettrica dai circuiti TT, TN, IT, in genere ottenuta con elementi isolanti (scatole, tubi protettivi ecc.) e non necessariamente totale. Quando non si pu evitare di utilizzare uno

83

PROTEZIONI

CONTRO I CONTATTI ACCIDENTALI

stesso tubo protettivo o uno stesso condotto per contenere i circuiti ordinari e quelli separati, si devono utilizzare cavi multipolari con guaina adatti per la tensione pi elevata. Periodicamente si richiede un controllo al fine di accertare il perfetto isolamento (tutto il circuito con gli apparecchi utilizzatori inseriti non deve presentare verso terra una corrente superiore a 2 mA).
Fig. 5.10

Alimentazione di un solo utilizzatore

Circuito primario

Circuito secondari o
V max = 500V

Vn L " 100 000 Vn in Volt L in metri

NO Alimentazione di un solo utilizzatore: non si deve collegare la massa n a terra, n al conduttore di protezione.

Le masse del circuito separato devono risultare completamente isolate da altre masse, masse estranee o conduttori di protezione. Una stessa sorgente pu alimentare pi utilizzatori (Fig. 5.11) purch vengano rispettate le seguenti indicazioni: - tutte le masse del circuito separato devono essere collegate fra loro con conduttore di equipotenzialit, ma non connesso a quello di protezione;
Fig. 5.11

Collegamento delle masse a un impianto di terra separato da quello ordinario

84

- il polo di terra delle eventuali prese a spina deve essere collegato al conduttore equipotenziale; - i dispositivi di protezione contro le sovracorrenti devono essere opportunamente dimensionati in modo tale che, in caso di doppio guasto a massa, lalimentazione sia interrotta entro i tempi indicati nella Tab. 5.6; - i cavi flessibili, se soggetti a danneggiamento, devono essere visibili per tutta la lunghezza;
Tab. 5.6

NOMINALE

TENSIONE (V) 120 230 400 > 400

TEMPO

MASSIMO DI

INTERRUZIONE

(S)

0,8 0,4 0,2 0,1

- i cavi flessibili di classe I devono incorporare un conduttore di protezione da utilizzare come collegamento equipotenziale; - sono ammesse solo le seguenti sorgenti di alimentazione: a) trasformatore di isolamento rispondente alla Norma CEI 96-4 e 96-8; b) altre sorgenti con caratteristiche di sicurezza equivalenti.

PROTEZIONE
MEDIANTE BASSISSIMA TENSIONE DI SICUREZZA

(SELV E PELV)

Il sistema SELV, indicato dalla Norma CEI 64-8, si realizza alimentando il circuito da proteggere a non pi di 50 V mediante trasformatore di isolamento o altra sorgente di sicurezza (Fig. 5.12). Limpianto SELV deve essere totalmente separato dai circuiti a 230/400 V e nessuna parte metallica deve essere collegata intenzionalmente a terra. La separazione tra i conduttori appartenenti al sistema a bassissima tensione e ogni altro circuito, non alimentato dal trasformatore di sicurezza, pu essere realizzata unicamente in uno dei quattro modi seguenti: - mediante la separazione materiale delle condutture, cio con percorsi totalmente separati in tubi o in canali esclusivi; - utilizzando per la realizzazione dei circuiti SELV cavi con guaina isolante;

Fig. 5.12

Sistema SELV

F 230 V N 1 PE max. 50 V 2

1) Protezione assicurata contro i contatti indiretti senza messa a terra 2) Protezione assicurata contro i contatti diretti anche su grandi superfici

85

PROTEZIONI

CONTRO I CONTATTI ACCIDENTALI

- utilizzando per gli altri circuiti contenuti nello stesso canale cavi con una guaina o schermo metallico messo a terra; - prevedendo per i circuiti SELV cavi aventi isolamento idoneo al sistema a tensione maggiore contenuto nello stesso canale o nello stesso tubo. In ogni caso quando i circuiti SELV fanno capo a una cassetta di derivazione o a un apparecchio che prevede anche circuiti a 230 V, bisogna attuare provvedimenti di separazione molto accurati simili a quelli prescritti per il trasformatore di isolamento. I sistemi PELV si differenziano da quelli SELV per la messa a terra del circuito secondario (Fig. 5.13). I circuiti PELV sono, in generale, meno sicuri dei sistemi SELV: infatti la protezione contro i contatti diretti assicurata solo negli ambienti asciutti e per parti in tensione di piccole dimensioni (per esempio le viti di serraggio dei morsetti). Se la tensione secondaria superiore a 25 V sia nei sistemi SELV che PELV necessario proteggere tutte le parti nude in tensione mediante gli ordinari involucri con grado di protezione, contro i contatti diretti, non inferiore a IPXXB (cio con le stesse caratteristiche richieste per i circuiti a 230/400 V); per i sistemi SELV rimane il vantaggio di poter evitare la messa a terra delle masse mentre quelli PELV trovano giustificazione per lalimentazione dei circuiti di comando delle macchine.
Fig. 5.13

Sistema PELV

F 230 V N 1 PE max. 25 V 2

1) Protezione assicurata contro i contatti indiretti con collegamento equipotenziale al PE 2) Protezione assicurata contro i contatti diretti su piccole superfici solo in ambienti asciutti

I sistemi FELV

I sistemi SELV e PELV possono essere alimentati con bassissime tensioni ottenute da generatori autonomi, quali ad esempio le pile e gli accumulatori, con i quali non esiste pericolo di interferenze accidentali con la tensione di rete a 230/400 V. La situazione non invece sicura quando la bassissima tensione ottenuta mediante un trasformatore collegato alla rete a 230/400 V, perch in questo caso un guasto allisolamento fra lavvolgimento primario e quello secondario pu determinare un grave pericolo; negli ordinari trasformatori, infatti, gli avvolgimenti sono isolati tra loro mediante materiali organici che, in seguito a riscaldamento o a scarica, possono bruciare diventando conduttori e mettendo in contatto il primario a 230 V con il secondario a bassissima tensione. Se il guasto parziale, come spesso avviene in seguito a sovracorrenti non interrotte tempestivamente o a sovratensioni impulsive prodotte da scariche atmosferiche, limpianto pu continuare a funzionare senza manifestare la situazione di pericolo. Per queste ragioni la Norma CEI 64-8/4 considera gli impianti a bassissima tensione, alimentati da ordinari trasformatori, pericolosi quanto le usuali installazioni a 230/400 V e impone gli stessi mezzi di protezione contro i contatti diretti e indiretti previsti per queste ultime.

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Qualora tuttavia si realizzi un impianto con queste caratteristiche lo stesso viene denominato FELV. ad esempio un impianto FELV, limpianto citofonico di un condominio, alimentato a 12 V mediante trasformatore ordinario. Tale impianto richiede apparecchi e condutture in grado di garantire un livello di protezione contro i contatti diretti e indiretti adatto alla tensione di 230 V, nonch la messa a terra di tutte le masse, compreso il cancello o il portone dingresso (se metallici), su cui installata lelettroserratura. In ogni caso la stessa Norma CEI 64-8 sconsiglia ladozione di sistemi FELV. Locali isolanti Questo tipo di protezione, utilizzabile solo in situazioni eccezionali e comunque mai negli edifici civili e similari, consiste nellutilizzare un ambiente completamente isolante nel quale sia le pareti che il pavimento presentino verso terra una resistenza minima permanente di: - 50 k per tensioni nominali " 500 V; - 100 k per tensioni nominali > 500 V. In questi particolari ambienti (Fig. 5.14) la protezione contro i contatti indiretti pu essere considerata come un doppio isolamento costituito dallisolamento principale degli apparecchi utilizzatori e dallisolamento verso terra del locale.
Fig. 5.14

Locali isolanti

giunto isolante

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PROTEZIONI

CONTRO I CONTATTI ACCIDENTALI

Per mantenere efficiente il sistema si devono attuare le seguenti condizioni: - non introdurre il conduttore di protezione; - qualsiasi apparecchio a installazione fissa di classe I deve essere opportunamente distanziato da altri apparecchi similari, al fine di impedire il contatto simultaneo fra due masse che potrebbero presentare differente potenziale di guasto; tale distanziamento deve essere superiore a 2 m per le parti a portata di mano e 1,25 m se fuori dalla portata di mano. Eventuali ostacoli utilizzati per impedire il contatto fra le masse o le masse estranee devono essere di materiale isolante e la distanza minima per sormontarli non deve risultare inferiore ai valori sopra espressi. Queste barriere isolanti devono avere una sufficiente resistenza meccanica ed essere in grado di superare la prova di tensione applicata di 2000 V per 1 minuto; inoltre, in condizioni duso ordinarie, la resistenza deve avere valore tale da limitare a non pi di 1 mA le correnti di dispersione verso terra. Negli ambienti isolanti vietato luso di prese a spina e tutto limpianto deve essere sotto il controllo di personale addestrato per: - evitare lintroduzione nel locale di apparecchi collegati a terra o di masse estranee; - impedire che durante laccesso al locale le persone siano sottoposte a differenze di potenziale pericolose; - le masse estranee uscenti dal locale (tubi metallici o simili) devono essere opportunamente interrotte, con uno o pi elementi di giunzione isolanti, per impedire la propagazione di potenziali pericolosi allesterno del locale.

88

CONDUTTURE

CAVI

DIMENSIONAMENTO
DEGLI IMPIANTI

Le conduttore elettriche adempiono il loro servizio in modo ottimale solo se sono state dimensionate correttamente ed equipaggiate con adeguati dispositivi di manovra e protezione. Il progetto del dimensionamento elettrico coinvolge la completa conoscenza delle caratteristiche delle condutture stesse, dellandamento delle correnti e dei fenomeni elettrici che si possono manifestare. La corrente che viene considerata per il ridimensionamento di un conduttore e la corrente di impiego IB; partendo da questo il progettista svolge una serie di considerazioni e calcoli per determinare le altre grandezze della rete elettrica: portata dei cavi IZ, caduta di tensione della linea V, energia specifica passante I2t, ecc. La Fig. 6.1 riassume lo schema logico che deve essere seguito per un corretto dimensionamento del cavo e la corretta scelta delle protezioni.

Fig. 6.1

Dimensionamento di un cavo e scelta delle protezioni

CALCOLO

DELLA CORRENTE DIMPIEGO IB

PAG. 58 SCELTA
DEI CAVI IN BASE ALLA PORTATA

PAG. 78 VERIFICA
CADUTA TENSIONE

NO

AUMENTO

DELLA SEZIONE

PAG. 92 CALCOLO
DELLE CORRENTI DI CORTOCIRCUITO

PAG. 149-214 SCELTA


DELLE PROTEZIONI

VERIFICHE

CAVO/INTERRUTTORE

PAG. 107
K
2 2

PAG. 107 Im ! ICCMIN

PAG. 43 LCAVO ! LMAX

S >I

A OK NO DUE

ALTERNATIVE

SI FINE

90

DEFINIZIONE DI
CONDUTTURA

Si definisce conduttura linsieme costituito da uno o pi conduttori elettrici e dagli elementi che assicurano lisolamento, il fissaggio e la protezione necessaria. La conduttura completata dagli elementi di giunzione e derivazione atti a realizzare linsieme dei circuiti di distribuzione o terminali costituenti la rete di distribuzione nellambito dellimpianto utilizzatore. Le condutture si distinguono principalmente per il sistema di protezione meccanica e di fissaggio nei tipi indicati nelle figure riportate nel paragrafo metodi di installazione. In una conduttura si distinguono: i cavi, i tubi protettivi, le cassette di giunzione e derivazione, i morsetti di giunzione e derivazione e i canali. Si definisce cavo linsieme dei conduttori, degli isolanti, delle guaine e delle armature di protezione o di schermatura specificamente costruito per convogliare la corrente sia ai fini del trasporto dellenergia che di trasmissione di segnali. Si chiama cavo anche il semplice conduttore ricoperto dallisolamento funzionale (cavo unipolare senza guaina) talvolta definito nel gergo degli installatori con i termini di: filo, cordina, conduttore isolato. I cavi in uso negli impianti elettrici utilizzatori in BT sono caratterizzati fondamentalmente dalla tensione nominale, dal materiale isolante, dalla guaina protettiva, dalla flessibilit, dal numero delle anime e dalla sezione del conduttore di ciascuna anima (Fig. 6.2). La tensione nominale adeguata a tensioni di esercizio di 230/400 V U o /U = 300/500 V per cavi a posa fissa. Per sistemi di posa meno impegnativi (monofase 230 V) pu essere sufficiente la tensione nominale U o /U = 300/300 V (U o valore efficace della tensione tra uno qualsiasi dei conduttori e la terra; U valore efficace della tensione tra due conduttori di un cavo multipolare o di un sistema con cavi unipolari. Per posa fissa in ambienti speciali o per posa interrata occorrono tensioni nominali pi elevate (U o /U = 450/750 V oppure 0,6/1 kV).

CARATTERIZZAZIONE
CAVI

Fig. 6.2

Tensione nominale U0/U in volt

300/300

H03-A03 Collegamenti mobili

450/750

H07-A07-FROR Posa fissa anche esterna

300/500

H05-A05-N05 Posa fissa interna

600/1000

FG07-NIVV-K Posa fissa anche interrata (*)


(*) se autorizzata dal costruttore

I materiali pi usati per lisolamento sono: il PVC, la gomma naturale, la gomma sintetica, il polietilene. La guaina protettiva (Fig. 6.3), indispensabile per la posa a vista o interrata, pu essere in PVC, in policloroprene o materiale equivalente; raramente si usano cavi con armatura metallica costituita da treccia di fili dacciaio zincati o da nastri dacciaio avvolti a spirale (cavi interrati senza protezione o posati in ambienti con pericolo durto).
Fig. 6.3

Protezione meccanica SENZA GUAINA

Posa entro tubi protettivi, canali in resina o metallici purch di tipo idoneo (IP"20) In ogni situazione

CON GUAINA

ARMATI

Posa a giorno se non esiste pericolo durto. Se esiste pericolo durto, entro tubi, canali, ripari di tipo pesante (75 kg/5 cm)

91

CONDUTTURE

CAVI

Per la posa fissa si usano cavi rigidi con conduttore rigido rotondo a corda o con conduttore flessibile; per piccole sezioni (fino a 4-6 mm 2) si usano anche conduttori rigidi a filo unico (sconsigliabili per la difficolt di collegamento).
Fig. 6.4

Flessibilit di alcuni tipi di cavi unipolari


Cavo unipolare rigido a filo unico

Tipo di cavo H07V-U

Flessibilit U rigido a filo unico

Cavo unipolare rigido cordato

N07V-R

R-K rigido cordato

solo per posa fissa

Cavo unipolare flessibile

N07V-K

F-H flessibile

anche per collegament mobili i

Per collegamenti mobili indispensabile usare conduttori flessibili (Fig. 6.4 e Fig. 6.5). Il numero delle anime di ciascun cavo varia da 1a 5 in funzione del sistema di distribuzione e del tipo di conduttura. Le sezioni usate variano, indicativamente, da 1,5 a 35 mm2 in ambienti di tipo civile e similare fino a 240 mm2 in ambienti industriali; raramente si utilizzano cavi con sezioni superiori essendo pi convenienti per grandissime portate le condutture in sbarre o la posa di pi cavi di media sezione in parallelo.
Fig. 6.5

Alcuni tipi di cavi tripolari

Cavo tripolare sotto guaina A) guaina protettiva B) eventuale riempitivo C) isolante D) conduttore

A B

D
Cavo tripolare con armatura metallica A) guaina protettiva C) isolante D) conduttore E) guaina esterna F) armatura metallica

SISTEMA DI
DESIGNAZIONE DEI CAVI

La Norma CEI 20-27 in accordo con il documento CENELEC HD 361, ha fissato un sistema sintetico per descrivere, mediante sigle convenzionali, la configurazione di un cavo dal punto di vista dei materiali che lo costituiscono, dei limiti di impiego, dei tipi di armonizzazione normativa, della flessibilit, della forma e del numero dei conduttori. Le lettere che compaiono nelle sigle hanno il significato indicato nella Tab. 6.1.

92

Tab. 6.1

Sistema internazionale di designazione dei cavi

ORDINE

DI

CARATTERISTICHE
CONSIDERATE

SIGLE
DISTINTIVE

LETTURA

SIGNIFICATO Cavo di tipo armonizzato (valido nei Paesi CEE) Cavo di tipo nazionale (autorizzato) Altro tipo di cavo nazionale Uo /U Minore di 300/300 Uguale a 300/300 Uguale a 300/500 Uguale a 450/750 Uguale a 0,6/1 kV Gomma etilenpropilenica Gomma butilica Treccia di fibra di vetro Minerale Policloroprene (o materiale equivalente) Gomma naturale o gomma stirene-butadiene Gomma siliconica Polivinilcloruro (PVC) di uso comune Polietilene reticolato Conduttore concentrico di alluminio Guaina in alluminio a nastro Schermo di alluminio Conduttore concentrico di rame Guaina di rame Schermo a treccia di rame sullinsieme delle anime Schermo di rame a fili, piattine o nastri Guaina di acciaio Guaina di zinco Armatura a fili rotondi di acciaio Armatura a piattine di acciaio Armatura a nastri di acciaio Armatura a fili rotondi di alluminio Armatura a piattine di alluminio Gomma etilenpropilenica Gomma butilica Treccia di fibra di vetro Minerale Policloroprene (o materiale equivalente) Gomma naturale o gomma stirene-butadiene Gomma siliconica Polivinilcloruro (PVC) di uso comune Polietilene reticolato Cavo rotondo Organo portante posto al centro del cavo Cavo autoportante Cavi piatti divisibili con o senza guaina Cavi piatti non divisibili Cavi piatti con anime distanziate da un listello Rame Alluminio Conduttore di materiale e/o forma speciali Conduttore flessibile di un cavo flessibile per un servizio mobile Conduttore flessibilissimo di un cavo flessibile per servizio mobile Conduttore flessibile di un cavo per installazione fissa Conduttore rigido, rotondo, a corda Conduttore rigido, settoriale, a corda Conduttore rigido, rotondo, a filo unico (4 anime con sezione di 6 mm2 di cui una per PE)

Stato di armonizzazione

H A N 01 03 05 07 1 B B3 J M N R S V X A A5 A7 C C2 C4 C7 F K Z2 Z3 Z4 Y2 Y3 B B3 J M N R S V X nessuna D3 D4 H H2 H3 nessuna A Z F H K R S U Esempio 4G6

Tensione nominale Uo /U

Tipo di isolante

Rivestimenti metallici

Armatura

Guaina

Costruzione speciale

Materiale del conduttore

Forma del conduttore

10

Numero delle anime per sezione

93

CONDUTTURE

CAVI

Esempi

1) H05SJ - K 1x 2,5 significa: cavo di tipo ARMONIZZATO CENELEC (H )- tensione nominale 300/500 V (0,5) - isolamento in gomma siliconica (S) - guaina in fibra di vetro (J) - privo di armatura (manca il simbolo Z e Y della cifra 5) - di forma rotonda(manca il simbolo H riguardante la forma speciale della cifra 7) - conduttori in rame (manca il simbolo A dellalluminio) - conduttore flessibile di un cavo per posa fissa (K) - unipolare - sezione 2,5 mm2 (x 2,5). 2) H07RN - R 3 x 50 + 1 x 25 +1G25 significa: cavo di tipo armonizzato CENELEC - tensione nominale 450/750 V - isolamento in gomma naturale - sottoguaina di policloroprene -privo di armatura e riempitivi, di forma rotonda - in rame - conduttore rigido cordato di un cavo rigido - 5 anime di cui 3 da 50 mm2, 2 da 25 mm2, di cui uno giallo-verde per conduttore di protezione (G 25) . 3) H07V - U 1 x 2,5 significa: cavo di tipo armonizzato CENELEC - tensione nominale 450/750 V isolato in PVC - senza guaina - conduttore in rame a filo rigido unico - unipolare - sezione 2,5 mm2.

PORTATA DEI CAVI

La portata di un cavo dipende dalla sezione, dal tipo di conduttore e dallisolante, ma anche dalla temperatura ambientale e dalle condizioni di posa. Secondo la Norma CEI-UNEL 35024/1 (fascicolo 3516), per determinare la portata di un cavo si deve tener conto di due fattori di correzione k1 e k2 che dipendono dalla temperatura ambiente se diversa da 30 C e dalla modalit di installazione (1). Nella Norma vengono riportate tabelle che specificano le portate dei cavi con conduttori di rame unipolari e multipolari. Per facilitare il compito di determinare la portata dei cavi, sono state predisposte le seguenti tabelle, nelle quali si pu leggere direttamente la portata Iz dei cavi a 30 C, nelle condizioni di posa pi usuali. Ci evita di individuare prima la portata I0 del singolo circuito o cavo multipolare, poi di andare alla ricerca del fattore k2 adatto al caso e di eseguire la moltiplicazione.
Nota: (1) Per quanto riguarda le modalit di installazione i fattori correttivi sono quelli espressi nelle tabelle associate alle Fig. 6.6 e 6.7 valide rispettivamente per cavi raggruppati in fascio e per cavi raggruppati in singolo strato, mentre per quanto riguarda la temperatura ambiente a e di esercizio dellisolante z il fattore correttivo k2 ricavabile dalla relazione:

K2 =

#Z $ # A #Z $ 30%

valendo per z la seguente tabella:

Tab. 6.2

ISOLANTE Cloruro di polivinile (PVC) Gomma ordinaria Gomme siliconiche (G9) Etilene propilene

Z [C] 70 60 90 90

Si ricorda infine che per condutture posate longitudinalmente in cunicoli o gallerie con aria stagnante e sezione trasversale non superire a pochi m2, la Norma CEI 20-20 suggerisce per il calcolo del fattore di correzione la seguente formula:

K=
dove:

Wtot 120 p

- Wtot = potenza specifica dissipata in calore da un metro di conduttore; - p = perimetro (in metri) della sezione verticale dellambiente.

94

Fig. 6.6

Fattori di correzione per cavi raggruppati a fascio

Condizioni di raggruppamento a fascio In tubi In canali

FATTORI

CORRETTIVI (VALIDI PER SEZIONI DIFFERENZIALE DI NON PI DI

GRANDEZZE)

Numero di circuiti raggruppati Fattore di correzione

12

16

20

0,80 0,70 0,65 0,60 0,57 0,54 0,52 0,50 0,45 0,41 0,38

Fig. 6.7

Fattori di correzione per cavi raggruppati su singolo strato

Modalit di installazione

Fattori correttivi n circuiti fattore raggruppati


1 2 3 4 5 6 7 8 "9 2 3 4 5 6-7 8 "9 2 3 4 5 6-7 "8 0,95 0,81 0,72 0,68 0,66 0,64 0,63 0,62 0,61 0,85 0,79 0,75 0,73 0,72 0,71 0,70 0,88 0,82 0,77 0,75 0,73 0,72

Su soffitto

Su muro o su pavimento Su passerelle

Su passerelle perforate orizzontali o verticali


2 3 4 5 6 7 8 "9 0,87 0,81 0,72 0,68 0,66 0,63 0,62 0,61

Su passerelle a scala o su mensole

Qualsiasi

Cavi distanziati

95

CONDUTTURE

CAVI

METODI DI
INSTALLAZIONE

Le tabelle CEI UNEL 35024 distinguono 5 metodi di installazione fondamentali, ciascuno a sua volta suddiviso in pi situazioni dipendenti dal tipo di isolante, dal numero di conduttori attivi e dalla presenza o meno della guaina. In particolare: Ai fini della portata massima in regime permanente devono considerarsi isolanti tutte le pareti o le strutture che hanno un coefficiente di trasmissione termica di almeno 10 W/m2K; rientrano in questo caso le pareti in plastica, gli stipiti in legno di porte o finestre, i blocchi portacavi scanalati. Non rientrano le pareti in muratura, anche se perimetrali e perci coibentate verso lesterno, i canali e i tubi anche se in resina con spessore dellordine di qualche millimetro purch siano installati in aria libera o incassati nei muri.
METODO FONDAMENTALE a) Cavi unipolari con o senza guaina METODI EQUIVALENTI

Cavi incassati entro pareti isolanti

Fig. 6.8

Cavi incassati entro pareti isolanti

Entro tubi incassati in pareti coibenti a1) Cavi multipolari

Entro elementi scanalati isolanti

Entro stipiti di porte o finestre

Entro tubi incassati in pareti coibenti

Posti direttamente entro pareti coibenti

Entro stipiti di porte o finestre

96

TAB. 6.3 - PORTATA DEI CAVI CON O SENZA GUAINA POSATI IN PARETI ISOLANTI SEZIONE [mm2 ] NUMERO
COND.

PORTATA (A) UNIPOLARI PVC EPR 19 17 26 23 36 31 45 40 61 54 81 73 106 95 131 117 158 141 200 179 241 216 278 249 318 285 362 324 424 380 PVC 14 13 18,5 17,5 25 23 32 29 43 39 57 52 75 68 92 83 110 99 139 125 167 150 192 172 219 196 248 223 291 261 MULTIPOLARI EPR 18,5 16,5 25 22 33 30 42 38 57 51 76 68 99 89 121 109 145 130 183 164 220 197 253 227 290 259 329 295 386 346

CARICATI

1,5 2,5 4 6 10 16 25 35 50 70 95 120 150 185 240

2 3 2 3 2 3 2 3 2 3 2 3 2 3 2 3 2 3 2 3 2 3 2 3 2 3 2 3 2 3

14,5 13,5 19,5 18 26 24 34 31 46 42 61 56 80 73 99 89 119 108 151 136 182 164 210 188 240 216 273 245 320 296

97

CONDUTTURE

CAVI

Cavi contenuti entro tubi o canali protettivi

Cavi contenuti entro tubi o canali protettivi posti in opera in aria libera o incassati entro muratura. questo il caso pi comune di condutture in uso nel settore residenziale e terziario sia per i circuiti principali che per quelli terminali. Nel settore industriale questa tecnica installativa molto usata per circuiti dorsali e terminali. Non vi alcuna distinzione fra tubi o canali in plastica o in metallo e fra la posa in aria libera o incassata entro ordinaria muratura. In genere i cavi si considerano raggruppati in pi strati, se posati nel canale, oppure disposti a fascio se installati in tubi.
METODO FONDAMENTALE b) Cavi unipolari con o senza guaina METODI EQUIVALENTI

Fig. 6.9

Cavi unipolari incassati entro tubi o canali in aria libera o in pareti non isolanti

Entro tubi a parete incassati sotto intonaco

Entro canali a parete o a battiscopa

Entro canali sospesi

Entro tubi a parete

Entro tubi posti in cunicoli o in cavit di strutture

Entro canali incassati nel pavimento

98

TAB. 6.4 - PORTATA DEI CAVI UNIPOLARI SENZA GUAINA POSATI IN TUBO O IN CANALE PORTATA (A) NUMERO 1 PVC 1,5 2,5 4 6 10 16 25 35 50 70 95 120 150 185 240 2 3 2 3 2 3 2 3 2 3 2 3 2 3 2 3 2 3 2 3 2 3 2 3 2 3 2 3 2 3 17,5 15,5 24 21 32 28 41 36 57 50 76 68 EPR 23 20 31 28 42 37 54 48 75 66 100 88 PVC 2 EPR PVC 3 EPR 16 14 PVC 11,5 10 4 EPR 15 13 20 18 27 24 35 31 49 43 65 57 86 76 107 94 129 114 PVC 10,5 9,5 5 EPR 14 12 PVC 10 9
DI CIRCUITI

SEZIONE [mm2 ]

NUMERO

COND.

CARICATI

6 EPR PVC

7 EPR PVC 9 8

8 EPR 12 10,5 PVC 9 8

9 EPR PVC

10 EPR 11 9,5

14 18,5 12,5 12,5 16 11 19 17 26 22 33 29 46 40 61 54 81 71 25 22 34 30 43 38 60 53 80 70 106 94

13 9,5 12,5 11,5 8,5 11

11,5 8,5 10 7,5

17 22 15,5 14,5 19,5 13,5 22 19,5 29 25 40 35 53 48 71 62 88 77 29 26 38 34 53 46 70 62 93 82 115 101 21 18 27 23 37 33 49 44 66 58 81 72 98 87

14,5 18,5 13,5 17,5 13 16,5 12,5 16 12 15,5 11,5 15 12,5 17 12 16 11,5 15 11 14,5 10,5 14 10 13,5 19 17 25 22 34 30 46 41 61 53 75 66 91 80 25 22 32 29 45 40 60 53 80 70 98 86 119 105 18 16 23 21 32 29 43 39 58 51 71 63 86 76 24 21 31 27 43 38 57 50 76 67 93 82 113 100 17,5 15 22 19,5 31 27 41 37 55 48 68 59 82 72 23 20 29 26 41 36 54 48 72 63 89 78 107 95 16,5 14,5 21 18,5 30 26 40 35 53 46 65 57 79 70 22 19 28 25 39 34 52 46 69 61 85 75 103 91 16 14 21 18 29 25 38 34 51 45 63 55 76 67 96 86 21 15,5 18,5 13,5 27 24 38 33 50 44 67 59 82 72 99 88 127 111 19,5 17,5 27 24 36 33 48 43 60 53 72 64 92 82 20 18 26 23 36 32 48 42 64 56 79 69 95 84 121 107

101 133 89 117

125 164 100 131 110 144 88 115

151 198 121 158 106 139 134 175 107 140 94 123

192 253 154 202 134 177 125 164 115 152 109 144 104 137 100 132 171 222 137 178 120 155 111 144 103 133 97 127 92 120 89 115

232 306 186 245 162 214 151 199 139 184 132 174 125 165 121 159 116 153 111 147 207 269 166 215 145 188 135 175 124 161 118 153 112 145 108 140 104 135 99 129 269 354 215 283 188 248 175 230 161 212 153 202 145 191 140 184 135 177 129 170 239 312 191 250 167 218 155 203 143 187 136 178 129 168 124 162 120 156 115 150 309 402 247 322 216 281 201 261 185 241 176 229 167 217 161 209 155 201 148 193 275 355 220 284 193 249 179 231 165 213 157 202 149 192 143 185 138 178 132 170 353 472 282 378 247 330 229 307 212 283 201 269 191 255 184 245 177 236 169 227 314 417 251 334 220 292 204 271 188 250 179 238 170 225 163 217 157 209 151 200 415 555 332 444 291 389 270 361 249 333 237 316 224 300 216 289 208 278 199 266 369 490 295 392 258 343 240 319 221 294 210 279 199 265 192 255 185 245 177 235

La Tab. 7.4 vale per i tipi di posa sotto riportati, estrapolati dalla tabella 52.C della Norma CEI 64-8. Tipi di posa: 3 4 5 22 23 24 31 Tubi protettivi circolari posati su o distanziati da pareti Tubi protettivi non circolari posati su pareti Tubi protettivi annegati nella muratura Tubi protettivi circolari posati in cavit di strutture Tubi protettivi non circolari posati in cavit di strutture Tubi protettivi non circolari annegati nella muratura Canali posati su parete con percorso orizzontale Canali posati su parete con percorso verticale Canali incassati nel pavimento Canali sospesi Tubi protettivi circolari posati entro cunicoli chiusi, con percorso orizzontale o verticale 42 Tubi protettivi circolari posati entro cunicoli ventilati incassati nel pavimento 72 Canali provvisti di elementi di separazione 32 33 34 41

99

CONDUTTURE

CAVI

Fig. 6.10

Cavi multipolari incassati entro tubi o canali in aria libera o in pareti non isolanti

METODO FONDAMENTALE b1) Cavi multipolari

METODI EQUIVALENTI

Entro tubi a parete incassati sotto intonaco

Entro canali a parete o a battiscopa

Entro canali sospesi

Entro tubi a parete

Entro tubi posti in cunicoli o in cavit di strutture

Entro canali incassati nel pavimento

100

TAB. 6.5 - PORTATA DEI CAVI MULTIPOLARI POSATI IN TUBO O IN CANALE PORTATA (A) NUMERO 1 PVC 1,5 2,5 4 6 10 16 25 35 50 70 95 120 150 185 240 300 2 3 2 3 2 3 2 3 2 3 2 3 2 3 2 3 2 3 2 3 2 3 2 3 2 3 2 3 2 3 2 3 EPR PVC 13 12 18,5 16 24 22 30 27 42 37 55 50 72 64 89 79 2 EPR PVC 3 EPR PVC 4 EPR PVC 10 9 14 12 18 16 23 20 31 28 41 37 54 48 67 59 80 71 5 EPR PVC
DI CAVI MULTIPOLARI

SEZIONE [mm2 ]

NUMERO

COND.

CARICATI

6 EPR PVC 9 8 12,5 11 16 14,5 21 18,5 28 25 37 33 49 43 60 53 72 64 91 80

7 EPR PVC

8 EPR PVC

9 EPR 11 10 15 13 PVC 8 7

10 EPR 10,5 9,5

16,5 22 15 19,5 23 20 30 27 38 34 52 46 69 62 90 80 30 26 40 35 51 44 69 60 91 80 119 105

17,5 11,5 15,5 10,5 14,5 15,5 10,5 13,5 10 12,5 24 21 32 28 41 35 55 48 73 64 956 84 117 102 16 14 21 19 27 24 36 32 48 43 63 56 78 69 93 83 21 18 28 25 36 31 48 42 64 56 83 74 102 90 123 108 15 13 19,5 17,5 25 22 34 30 45 40 59 52 72 64 86 77 19,5 17 26 23 33 29 45 39 59 52 77 68 95 83 114 100

13 9,5 12,5 11,5 8,5 11 18 13 15,5 11,5 24 21 31 26 41 36 55 48 71 63 88 77 105 92 17 15,5 22 19,5 30 26 39 35 51 46 63 56 76 67 96 85 17 15 23 20 29 25 39 34 52 46 68 60 83 73 100 88 126 111

12 8,5 11,5 8,5 10,5 8 10 7,5 16 14 22 19 28 24 37 32 49 43 64 57 79 69 95 83 119 105 12 15,5 11,5 10,5 13,5 10 15,5 14 20 17,5 27 24 36 32 47 42 58 51 69 61 87 77 21 18 27 23 36 31 47 42 62 55 76 67 91 80 115 101

11 14,5 9,5 12,5 19 17 24 21 33 29 44 38 57 50 70 61 84 74 106 93 127 112

15 20 14,5 13,5 17,5 13 19 17 26 23 35 31 45 40 56 50 67 59 84 75 26 22 35 30 46 40 60 53 73 64 88 77 111 97 18 16,5 25 22 33 30 43 38 53 48 64 57 81 72 96 86

111 146 99 128

133 175 106 140 118 154 94 123

168 221 134 177 118 155 109 144 101 133 149 194 119 155 104 136 97 126 89 116

201 265 161 212 141 186 131 172 121 159 115 151 109 143 105 138 101 133 179 233 143 186 125 163 116 151 107 140 102 133 97 126 93 121 90 117

232 305 186 244 162 214 151 198 139 183 132 174 125 165 121 159 116 153 111 146 206 268 165 214 144 188 134 174 124 161 117 153 111 145 107 139 103 134 99 129 258 334 206 267 181 234 168 217 155 200 147 190 139 180 134 174 129 167 124 160 225 300 180 240 158 210 146 195 135 180 128 171 122 162 117 156 113 150 108 144 294 384 235 307 206 269 191 250 176 230 168 219 159 207 153 200 147 192 141 184 255 340 204 272 179 238 166 221 153 204 145 194 138 184 133 177 128 170 122 163 344 459 275 367 241 321 224 298 206 275 196 262 186 248 179 239 172 230 165 220 297 398 238 318 208 279 193 259 178 239 169 227 160 215 154 207 149 199 143 191 394 532 315 426 276 372 256 346 236 319 225 303 213 287 205 277 197 266 189 255 339 455 271 364 237 319 220 296 203 273 193 259 183 246 176 237 170 228 163 218

La Tab. 7.5 vale per i tipi di posa sotto riportati, estrapolati dalla tabella 52.C della Norma CEI 64-8. Tipi di posa: 3A Tubi protettivi circolari posati su o distanziati da pareti 4A Tubi protettivi non circolari posati su pareti 5A Tubi protettivi annegati nella muratura 21 Cavit di strutture 22A Tubi protettivi circolari posati in cavit di strutture 25 Controsoffitti e pavimenti sopraelevati

101

CONDUTTURE

CAVI

Cavi in aria libera non distanziati

Cavi in aria libera non distanziati in contatto fra loro o con la muratura. Questo gruppo comprende la posa a trifoglio o affiancata su unico strato, sospesa, a parete, su passerelle non perforate, sotto soffitto o sotto pavimento. La dissipazione del calore ostacolata sia dalla parete di appaggio che dai cavi adiacenti che si devono intendere su un solo strato.
METODO FONDAMENTALE c) Cavi unipolari con guaina METODI EQUIVALENTI

Fig. 6.11

Cavi in aria libera non distanziati tra loro o da pareti

Posa a parete

In passerelle non perforate

Disposizione a trifoglio In intercapedini di controsoffitti o pavimento sopraelevati c1) Cavi multipolari Entro cunicoli aperti o aerati o in cavit di strutture similari

Posa a parete

Posa a soffitto

Entro parete con protezione meccanica addizionale

102

TAB. 6.6 - PORTATA DEI CAVI MULTIPOLARI POSATI IN FASCIO, SU PASSARELLE, MENSOLE O A CONTATTO CON LA MURATURA PORTATA (A) NUMERO 1 PVC 1,5 2,5 4 6 10 16 25 35 50 70 95 120 150 185 240 300 2 3 2 3 2 3 2 3 2 3 2 3 2 3 2 3 2 3 2 3 2 3 2 3 2 3 2 3 2 3 2 3 22 18,5 30 25 40 34 51 43 70 60 94 80 EPR 26 23 36 32 49 42 63 54 86 75 115 100 PVC 2 EPR PVC 3 EPR 18 16 25 22 34 29 44 38 60 53 81 70 104 89 PVC 14,5 12 19,5 16,5 26 22 33 28 46 39 61 52 77 66 96 82 4 EPR 17 15 24 21 32 27 41 35 56 49 75 65 97 83 120 103 PVC 13 11 18 15 24 20 31 26 42 36 56 48 71 61 89 76 5 EPR PVC
DI CAVI MULTIPOLARI

SEZIONE [mm2 ]

NUMERO

COND.

CARICATI

6 EPR 15 13 21 18 28 24 36 31 49 43 66 57 85 72 105 90 PVC 12 10

7 EPR PVC

8 EPR PVC

9 EPR PVC

10 EPR

17,5 21 15,5 15 18,5 13 24 20 32 27 41 34 56 48 75 64 95 81 29 26 39 34 50 43 69 60 92 80 119 102 21 17,5 28 24 36 30 49 42 66 56 83 71

15,5 12,5 14 10,5 22 19 29 25 38 32 52 45 69 60 89 76 111 95 17 14,5 23 19,5 29 25 40 34 54 46 68 58 84 72

14 11,5 13,5 11 13 10,5 12,5 12,5 9,5 12 9,5 11,5 9 11 18 16 25 21 32 27 43 38 58 50 75 64 93 79 113 96 14,5 17,5 12 15,5 19 16,5 24 21 34 29 45 38 57 48 71 60 86 73 24 20 30 26 41 36 55 48 72 61 89 76 108 92

16 19,5 15,5 18,5 15 13,5 17,5 13 16,5 12,5 22 18,5 28 23 38 32 51 43 64 55 80 68 97 83 26 23 34 29 46 41 62 54 80 69 100 85 122 104 21 17,5 27 22 36 31 49 42 62 53 77 66 94 80 25 22 33 28 45 39 60 52 77 66 96 82 117 100 20 17 26 22 35 30 47 40 60 51 74 63 90 77

119 149 101 127

148 185 118 148 104 130 126 158 101 126 88 111

180 225 144 180 126 158 117 146 108 135 103 128 153 192 122 154 107 134 99 125 92 115 87 109

232 289 186 231 162 202 151 188 139 173 132 165 125 156 121 150 116 145 111 139 196 246 157 197 137 172 127 160 118 148 112 140 106 133 102 128 98 123 94 118 282 352 226 282 197 246 183 229 169 211 161 201 152 190 147 183 141 176 135 169 238 298 190 238 167 209 155 194 143 179 136 170 129 161 124 155 119 149 114 143 328 410 262 328 230 287 213 267 197 246 187 234 177 221 171 213 164 205 157 197 276 346 221 277 193 242 179 225 166 208 157 197 149 187 144 180 138 173 132 166 379 473 303 378 265 331 246 307 227 284 216 270 205 255 197 246 190 237 182 227 319 399 255 319 223 279 207 259 191 239 182 227 172 215 166 207 160 200 153 192 434 542 347 434 304 379 282 352 260 325 247 309 234 293 226 282 217 271 208 260 364 456 291 365 255 319 237 296 218 274 207 260 197 246 189 237 182 228 175 219 514 641 411 513 360 449 334 417 308 385 293 365 278 346 267 333 257 321 247 308 430 538 344 430 301 377 280 350 258 323 245 307 232 291 224 280 215 269 206 258 593 741 474 593 415 519 385 482 356 445 338 422 320 400 308 385 297 371 285 356 497 621 398 497 348 435 323 404 298 373 283 354 268 335 258 323 249 311 239 298

103

CONDUTTURE

CAVI

Cavi in aria libera non distanziati posati in unico strato

Cavi in aria libera non distanziati posati in unico strato su passerelle perforate su mensole o su altri supporti che non impediscono la libera circolazione dellaria tuttattorno ai cavi . La situazione di dissipazione termica migliore rispetto al caso precedente perch non impedita dal supporto di appoggio; le passerelle si intendono perforate quando la base di supporto perforata per almeno il 30% della superficie.
METODO FONDAMENTALE d) Cavi unipolari con guaina METODI EQUIVALENTI

Fig. 6.12

Cavi su passerelle posizionati su unico strato

Disposti su una sola fila entro passerelle perforate d1) Cavi multipolari

Disposti su una sola fila su passerelle a scala

Disposti su una sola fila su mensole o collari

Disposti su una sola fila entro passerelle perforate

Disposti su una sola fila su passerelle a scala

Disposti su una sola fila su mensole o collari

104

TAB. 6.7 - PORTATA DEI CAVI MULTIPOLARI POSATI IN STRATO, SU PASSARELLE PERFORATE PORTATA (A) NUMERO 1 PVC 1,5 2,5 4 6 10 16 25 35 50 70 95 120 150 185 240 300 2 3 2 3 2 3 2 3 2 3 2 3 2 3 2 3 2 3 2 3 2 3 2 3 2 3 2 3 2 3 2 3 22 18,5 30 25 40 34 51 43 70 60 94 80 EPR 26 23 36 32 49 42 63 54 86 75 115 100 PVC 19 16 26 22 35 30 44 37 61 52 82 70 2 EPR 23 20 31 28 43 37 55 47 75 65 100 87 PVC 18 15 25 21 33 28 42 35 57 49 77 66 98 83 3 EPR 21 19 30 26 40 34 52 44 71 62 94 82 122 104 PVC 4 EPR PVC
DI CAVI MULTIPOLARI

SEZIONE [mm2 ]

NUMERO

COND.

CARICATI

5 EPR PVC

6 EPR 21 18 28 25 39 33 50 43 68 59 91 79 118 100 PVC 17,5 14,5 24 20 32 27 40 34 55 47 74 63 94 80

7 EPR 21 18 28 25 39 33 50 43 68 59 91 79 118 100 PVC 17 14,5 23 19,5 31 27 40 34 55 47 73 62 93 79

8 EPR 20 18 28 25 38 33 49 42 67 59 90 78 116 99 PVC 17 14,5 23 19,5 31 27 40 34 55 47 73 62 93 79

9 EPR 20 18 28 25 38 33 49 42 67 59 90 78 116 99

17,5 21 17,5 21 17,5 15 18,5 15 18,5 14,5 24 20 32 27 41 34 56 48 75 64 95 81 29 26 39 34 50 43 69 60 92 80 119 102 24 10 32 27 41 34 56 48 75 64 95 81 29 26 39 34 50 43 69 60 92 80 119 102 24 20 32 27 40 34 55 47 74 63 94 80

119 149 104 130 101 127 88 110

148 185 129 161 121 152 118 148 118 148 117 146 117 146 115 144 115 144 126 158 110 137 103 130 101 126 101 126 100 125 100 125 98 123 98 123 180 225 157 196 148 185 144 180 144 180 142 178 142 178 140 176 140 176 153 192 133 167 125 157 122 154 122 154 121 152 121 152 119 150 119 150 232 289 202 251 190 237 186 231 186 231 183 228 183 228 181 225 181 225 196 246 171 214 161 202 157 197 157 197 155 194 155 194 153 192 153 192 282 352 245 306 231 289 226 282 226 282 223 278 223 278 220 275 220 275 238 298 207 259 195 244 190 238 190 238 188 235 188 235 186 232 186 232 328 410 285 357 269 336 262 328 262 328 259 324 259 324 256 320 256 320 276 346 240 301 226 284 221 277 221 277 218 273 218 273 215 270 215 270 379 473 330 412 311 388 303 378 303 378 299 374 299 374 296 369 296 369 319 399 278 347 262 327 255 319 255 319 252 315 252 315 249 311 249 311 434 542 378 472 356 444 347 434 347 434 343 428 343 428 339 423 339 423 364 456 317 397 298 374 291 365 291 365 288 360 288 360 284 356 284 356 514 641 447 558 421 526 411 513 411 513 406 506 406 506 401 500 401 500 430 538 374 468 353 441 344 430 344 430 340 425 340 425 335 420 335 420 593 741 516 645 486 608 474 593 474 593 468 585 468 585 463 578 463 578 497 621 432 540 408 509 398 497 398 497 393 491 393 491 388 484 388 484

105

CONDUTTURE

CAVI

Cavi distanziati su passerelle

Cavi in aria libera distanziati posti su passerelle perforate, su mensole o su altri supporti che non impediscono la libera circolazione dellaria tuttattorno ai cavi (Fig. 6.13). Due cavi si intendono distanziati quando la distanza fra loro supera il doppio del diametro esterno del cavo di sezione superiore; la distanza da pareti non deve essere inferiore al 30% del diametro del cavo.
METODO FONDAMENTALE e) Cavi unipolari distanziati su piano verticale METODI EQUIVALENTI

Fig. 6.13

Cavi su passerelle posizionati su unico strato

Su mensole

Su fissacavi

Su staffe, traversini e simili

e1) Cavi unipolari distanziati su piano orizzontale

Su mensole

Su passerelle a scala

Su passerelle perforate

106

TAB. 6.8 - PORTATA DEI CAVI MULTIPOLARI POSATI DISTANZIATI SU MENSOLE E PASSERELLE PORTATA (A) NUMERO 1 PVC 1,5 2,5 4 6 10 16 25 35 50 70 95 120 150 185 240 300 2 3 2 3 2 3 2 3 2 3 2 3 2 3 2 3 2 3 2 3 2 3 2 3 2 3 2 3 2 3 2 3 22 18,5 30 25 40 34 51 43 70 60 94 80 EPR 26 23 36 32 49 42 63 54 86 75 115 100 PVC 19 16 26 22 35 30 44 37 61 52 82 70 2 EPR 23 20 31 28 43 37 55 47 75 65 100 87 PVC 18 15 25 21 33 28 42 35 57 49 77 66 98 83 3 EPR 21 19 30 26 40 34 52 44 71 62 94 82 122 104 PVC 4 EPR PVC
DI CAVI MULTIPOLARI

SEZIONE [mm2 ]

NUMERO

COND.

CARICATI

5 EPR PVC

6 EPR 21 18 28 25 39 33 50 43 68 59 91 79 118 100 PVC 17,5 14,5 24 20 32 27 40 34 55 47 74 63 94 80

7 EPR 21 18 28 25 39 33 50 43 68 59 91 79 118 100 PVC 17 14,5 23 19,5 31 27 40 34 55 47 73 62 93 79

8 EPR 20 18 28 25 38 33 49 42 67 59 90 78 116 99 PVC 17 14,5 23 19,5 31 27 40 34 55 47 73 62 93 79

9 EPR 20 18 28 25 38 33 49 42 67 59 90 78 116 99

17,5 21 17,5 21 17,5 15 18,5 15 18,5 14,5 24 20 32 27 41 34 56 48 75 64 95 81 29 26 39 34 50 43 69 60 92 80 119 102 24 10 32 27 41 34 56 48 75 64 95 81 29 26 39 34 50 43 69 60 92 80 119 102 24 20 32 27 40 34 55 47 74 63 94 80

119 149 104 130 101 127 88 110

148 185 129 161 121 152 118 148 118 148 117 146 117 146 115 144 115 144 126 158 110 137 103 130 101 126 101 126 100 125 100 125 98 123 98 123 180 225 157 196 148 185 144 180 144 180 142 178 142 178 140 176 140 176 153 192 133 167 125 157 122 154 122 154 121 152 121 152 119 150 119 150 232 289 202 251 190 237 186 231 186 231 183 228 183 228 181 225 181 225 196 246 171 214 161 202 157 197 157 197 155 194 155 194 153 192 153 192 282 352 245 306 231 289 226 282 226 282 223 278 223 278 220 275 220 275 238 298 207 259 195 244 190 238 190 238 188 235 188 235 186 232 186 232 328 410 285 357 269 336 262 328 262 328 259 324 259 324 256 320 256 320 276 346 240 301 226 284 221 277 221 277 218 273 218 273 215 270 215 270 379 473 330 412 311 388 303 378 303 378 299 374 299 374 296 369 296 369 319 399 278 347 262 327 255 319 255 319 252 315 252 315 249 311 249 311 434 542 378 472 356 444 347 434 347 434 343 428 343 428 339 423 339 423 364 456 317 397 298 374 291 365 291 365 288 360 288 360 284 356 284 356 514 641 447 558 421 526 411 513 411 513 406 506 406 506 401 500 401 500 430 538 374 468 353 441 344 430 344 430 340 425 340 425 335 420 335 420 593 741 516 645 486 608 474 593 474 593 468 585 468 585 463 578 463 578 497 621 432 540 408 509 398 497 398 497 393 491 393 491 388 484 388 484

107

CONDUTTURE

CAVI

Cavi interrati
Fig. 6.14

Cavi interrati. Questo tipo di posa non per ora considerato dalle tabelle CEI UNEL e perci in Tab. 6.9 si fa riferimento alle portate indicate nella Pubblicazione IEC 364-5.
METODO FONDAMENTALE f) Posati direttamente nel terreno METODI EQUIVALENTI

Cavi interrati

Cavi interrati protetti da tegolo

Cavi entro tubi di PVC interrati

Cavi entro tubi di cemento

Cavi entro cunicolo o altra struttura edile interrata

108

TAB. 6.9 - PORTATA DEI CAVI POSA INTERRATA SEZIONE [mm2 ] NUMERO
COND.

PORTATA (A) UNIPOLARI


IN TUBI

CARICATI

UNIPOLARI

IN

MULTIPOLARI

IN

INTERRATI A CONTATTO

TUBO INTERRATO

TUBO INTERRATO

PVC 1,5 2,5 4 6 10 16 25 35 50 70 95 120 150 185 240 2 3 2 3 2 3 2 3 2 3 2 3 2 3 2 3 2 3 2 3 2 3 2 3 2 3 2 3 2 3 22 20 29 26 38 34 47 43 63 57 82 74 105 95 127 115 157 141 191 171 225 201 259 231 294 262 330 293 386 342

EPR 26 23 34 31 44 40 54 49 73 67 95 85 122 110 148 133 182 163 222 198 261 233 301 268 343 304 385 340 450 397

PVC 21 18 27 23 36 30 45 38 61 51 78 66 101 86 123 104 153 129 187 158 222 187 256 216 292 248 328 277 385 325

EPR 24 21 32 27 41 35 52 44 70 59 91 77 118 100 144 121 178 150 218 184 258 217 298 251 340 287 383 323 450 379

PVC 19 16 25 21 33 28 41 35 56 47 73 61 94 79 115 97 143 120 175 148 206 175 240 202 273 231 307 259 360 304

EPR 23 19 30 25 39 32 49 41 66 55 86 72 111 93 136 114 168 141 207 174 245 206 284 238 324 272 364 306 428 360

TAB. 6.9A - INFLUENZA

DELLA RESISTIVIT TERMICA DEL TERRENO

TAB. 6.9B - INFLUENZA Profondit di posa (m) Fattore di correzione

DELLA PROFONDIT DI POSA

Resistivit del terreno (K x m/W) Cavi unipolari fattore di correzione Cavi multipolari fattore di correzione

1,2

1,5 1 1

2 0,9

2,5 0,82

0,5 1,02

0,8 1

1,2

1,5

1,08 1,05 1,06 1,04

0,98 0,96 0,94

0,91 0,84

109

CONDUTTURE

CAVI

REQUISITI PARTICOLARI
Propagazione del fuoco lungo i cavi Provvedimenti contro il fumo

I cavi in aria installati singolarmente, cio distanziati tra loro di almeno 250 mm, devono rispondere alla prova di non propagazione della fiamma prevista dalla Norma CEI 20-35 . Quando i cavi sono raggruppati in ambiente chiuso in cui sia da contenere il pericolo di propagazione di un eventuale incendio, devono essere conformi alla Norma CEI 20-22. Nel caso di installazione di notevoli quantit di cavi in ambienti chiusi, frequentati dal pubblico e di difficile e lenta evacuazione, devono essere adottati sistemi di posa atti ad impedire il dilagare del fumo negli ambienti stessi o, in alternativa, cavi a bassa emissione di fumo come prescritto dalle Norme CEI 20-37 e 20-38. Se i cavi sono installati in ambienti chiusi frequentati dal pubblico, oppure si trovano a coesistere in ambienti chiusi con apparecchiature particolarmente vulnerabili da agenti corrosivi, deve essere tenuto presente il pericolo che i cavi, bruciando, sviluppino gas tossici o corrosivi. Ove tale pericolo sussista occorre fare ricorso allimpiego di cavi aventi la caratteristica di non sviluppare gas tossici e corrosivi (Norma CEI 20-37 e 20-38). I conduttori impiegati nellesecuzione degli impianti devono essere contraddistinti dalle colorazioni previste dalle tabelle CEI-UNEL 00722 e 00712. In particolare i conduttori di neutro e di protezione devono essere contraddistinti rispettivamente con il colore blu chiaro e con il bicolore giallo-verde. I conduttori di fase, devono essere contraddistinti in modo univoco, in tutto limpianto, dai colori: nero, grigio cenere, marrone. Le sezioni dei conduttori devono essere calcolate in funzione della potenza impegnata e della lunghezza dei circuiti; la caduta di tensione non deve superare il 4% della tensione a vuoto. Le sezioni, scelte tra quelle unificate nelle tabelle CEI-UNEL, devono garantire la portata di corrente prevista, per i diversi circuiti. In ogni caso le sezioni minime dei conduttori in rame sono: - 0,1 mm2 per circuiti di comando e di segnalazione ad installazione fissa destinati ad apparecchiature elettroniche; - 0,5 mm2 per circuiti di segnalazione e telecomando; - 1,5 mm2 per illuminazione di base, derivazione per prese a spina per apparecchi con potenza unitaria non superiore a 2,2 kW; - 2,5 mm2 per utilizzatori con potenza unitaria compresa tra 2,2 e 3,6 kW; - 4 mm2 per montanti singoli e linee che alimentano singoli apparecchi utilizzatori con potenza nominale superiore a 3,6 kW. Per la verifica delle cadute di tensione massime ammissibili viene riportata nel seguito la Tab. 6.10 ricavata dalla tabella UNEL 35023-70.

Problemi connessi allo sviluppo di gas tossici e corrosivi

Colori distintivi dei cavi

SEZIONI MINIME
AMMESSE E CADUTE DI TENSIONE NEI CAVI

110

Tab. 6.10

Cadute di tensione massime ammissibili per cavi per energia isolati con gomma o con materiale termoplastico aventi grado di isolamento non superiore a 4 cos 1

CAVI SEZIONE NOMINALE CORRENTE

UNIPOLARI

CAVI
ALTERNATA

BIPOLARI ALTERNATA

CAVI

TRIPOLARI ALTERNATA

ALTERNATA

CORRENTE

CORRENTE

CORRENTE

MONOFASE

TRIFASE

MONOFASE

TRIFASE

cos 0,8

cos 1

cos 0,8

cos 1

cos 0,8

cos 1

cos 0,8

mm2 1 1,5 2,5 4 6 10 16 25 35 50 70 95 120 150 185 240 300 400


Note:

mV / Am 44,2 29,7 17,8 11,1 7,41 4,47 2,82 1,78 1,28 0,947 0,656 0,473 0,375 0,306 0,246 0,189 0,152 0,121

mV / Am 35,6 23,9 14,4 9,08 6,10 3,72 2,39 1,55 1,15 0,878 0,641 0,494 0,413 0,356 0,306 0,259 0,229 0,202

mV / Am 38,3 25,7 15,4 9,65 6,42 3,87 2,44 1,54 1,11 0,820 0,568 0,410 0,325 0,265 0,213 0,163 0,132 0,105

mV / Am 30,8 20,7 12,5 7,87 5,28 3,22 2,07 1,34 0,993 0,760 0,555 0,428 0,358 0,308 0,265 0,224 0,198 0,175

mV / Am 45,0 30,2 18,2 11,4 7,56 4,55 2,87 1,81 1,31 0,967 0,669 0,484 0,383 0,314 0,251 0,193 0,156 0,125

mV / Am 36,1 24,3 14,7 9,21 6,16 3,73 2,39 1,55 1,14 0,866 0,624 0,476 0,394 0,341 0,289 0,245 0,215 0,189

mV / Am 39,0 26,1 15,7 9,85 6,54 3,94 2,48 1,57 1,13 0,838 0,579 0,419 0,332 0,272 0,217 0,167 0,135 0,108

mV / Am 31,3 21,0 12,7 7,98 5,34 3,24 2,07 1,34 0,988 0,750 0,541 0,412 0,342 0,295 0,250 0,212 0,186 0,164

(1) La temperatura di riferimento assunta di 80 C. I valori della tabella sono applicabili, con sufficiente approssimazione, per tutti i cavi per energia, rigidi, semirigidi, o flessibili isolati con le varie qualit di gomma o di materiale termoplastico, aventi temperature caratteristiche fino a 85 C. (2) Per avere la caduta di tensione espressa in volt occorre moltiplicare i valori in tabella per la corrente, in ampere, e per la lunghezza della linea in metri, e quindi dividere per 1000. (3) La caduta di tensione devessere calcolata con i seguenti riferimenti: - tra fase e neutro in caso di corrente alternata monofase - tra fase e fase nel caso di corrente alternata trifase. (4) Nei casi in cui i valori di cos sono diversi da quelli previsti nella tabella, si pu utilizzare la seguente formula per il calcolo della caduta di tensione:

V = k x (R cos + X cos )
dove:

V = caduta di tensione per valori unitari di corrente e lunghezza


k = coefficiente (1 per linee monofasi, 1,73 per linee trifasi) R = resistenza unitaria del cavo X = reattanza unitaria del cavo = fattore di potenza. Il valore V deve essere moltiplicato per la corrente, per la lunghezza della linea e diviso per 1000.

111

CONDUTTURE

CAVI

Sezione minima dei conduttori di neutro

I conduttori di neutro non devono avere la stessa sezione dei conduttori di fase. Per i conduttori dei circuiti polifasi, con sezione superiore a 16 mm2 se in rame (25 mm2 se in alluminio), ammesso il neutro di sezione ridotta, ma comunque non inferiore a 16 mm2 (rame), 25 mm2 (alluminio), purch siano soddisfatte le seguenti condizioni: - il carico sia essenzialmente equilibrato e comunque il neutro di sezione ridotta assicuri la necessaria portata in servizio ordinario - sia assicurata la protezione contro le sovracorrenti.

Sezione dei conduttori di terra e protezione

La sezione dei conduttori di terra e protezione, pu essere dedotta dalla Tab. 6.11. Se dallapplicazione della tabella risultasse una sezione non unificata occorrer adottare il conduttore avente sezione unificata in eccesso rispetto al valore calcolato.

Tab. 6.11

Sezione dei conduttori di terra e protezione

SEZIONE S f (mm2 ) DEI CONDUTTORI DI FASE DELLIMPIANTO S f ! 16 16 < S f ! 35 S f > 35

SEZIONE S p (mm2 )

DEL CORRISPONDENTE

CONDUTTORE DI PROTEZIONE

Sp = Sf 16 Sp = Sf / 2

Sezione minima del conduttore di terra

Se il conduttore di protezione non facesse parte della stessa conduttura dei conduttori di fase, la sua sezione non dovr essere minore di: - 2,5 mm2 in presenza di una protezione meccanica - 4 mm2 se non vi alcuna protezione meccanica. La sezione del conduttore di terra deve essere calcolata sulla base dei criteri indicati allart. 543.1 della Norma CEI 64-8. Tale sezione pu essere ricavata dalla Tab. 6.12 che indica i valori minimi ammessi.

Tab. 6.12

Sezioni minime dei conduttori di terra

CARATTERISTICA

DI POSA DEL CONDUTTORE

MATERIALE Protetto contro la corrosione, ma non meccanicamente Non protetto contro la corrosione Rame Ferro Rame Ferro

MINIMA

SEZIONE (mm2) 16 16 25 50

112

Conduttori equipotenziali Sezioni minime dei conduttori equipotenziali principali

I conduttori equipotenziali devono essere conformi alle prescrizioni contenute nella sezione 708 della Norma CEI 64-8, che qui vengono sinteticamente riassunte: 1) Detta Se la sezione del conduttore equipotenziale devessere: Se " S p / 2 dove Sp la sezione del conduttore di protezione principale. 2) Il valore minimo della sezione Se devessere di 6 mm2. 3) Se il conduttore equipotenziale in rame non richiesta una sezione Se maggiore di 25 mm2. 4) Se il conduttore equipotenziale di altro materiale la sezione pu non superare la sezione equivalente di quella del conduttore di rame di cui al precedente punto 3.

Sezioni minime dei conduttori equipotenziali supplementari

Un conduttore equipotenziale supplementare che connette due masse deve avere sezione non inferiore a quella del conduttore di protezione di sezione minore. Un conduttore equipotenziale supplementare che connette una massa a masse estranee deve avere sezione non inferiore a met della sezione del corrispondente conduttore di protezione. Un conduttore equipotenziale che connette fra di loro due masse estranee, o che connette una massa estranea allimpianto di terra, deve avere sezione non inferiore a 2,5 mm2 se prevista una protezione meccanica, 4 mm2 se non prevista una protezione meccanica. Nel caso si utilizzino masse estranee per assicurare il collegamento equipotenziale supplementare, devono essere soddisfatte le prescrizioni indicate allarticolo 543.2.4 della Norma CEI 64-8.

113

CONDUTTURE

CAVI

CADUTA DI TENSIONE
NEI CAVI

Si definisce caduta di tensione la differenza fra il valore della tensione nel punto di alimentazione (origine) e quello nel punto di utilizzazione dellenergia elettrica. noto come una tensione troppo bassa ai morsetti dellutenza, costituisce un elemento negativo per il buon funzionamento dellimpianto poich a parit di potenza erogata, una tensione inferiore alla nominale provoca un aumento della corrente assorbita con conseguente riscaldamento dei conduttori delle apparecchiature alimentate. Nella Norma CEI 64-8 troviamo una raccomandazione volta a contenere la c.d.t ai morsetti dellutilizzatore entro il limite del 4% della tensione nominale. Il motivo che i motori elettrici sono costruiti per funzionare in servizio normale, con una variazione di tensione non superiore al 5 % del valore nominale. Un abbassamento eccessivo di tensione causa sicuramente: - problemi per le utenze pi sensibili - un aumento del tempo di avviamento dei motori. Poich la coppia motrice di un motore asincrono trifase varia in funzione del quadrato della tensione, ne consegue che importante contenere il valore della caduta di tensione entro il 10% nella fase di avviamento del motore. Inoltre tale inconveniente anche sinonimo di perdite poich la potenza dissipata proporzionale al quadrato della corrente. Nella tabella sono contenuti i valori della resistenza e della reattanza dei cavi unificati dedotti dalla tabella UNEL CEI 35023-70. Il valore della caduta di tensione pu essere calcolato mediante la formula classica:

Definizione e metodi di calcolo

Valore della caduta di tensione

(1)

U = k IB L (R cos + X sen )

volendo il valore percentuale si avr: (2) U u % = --------------- 100 Un

Dove: IB K

la corrente assorbita dallutenza in A un fattore di tensione pari a 2 nei sistemi monofasi e bifasi e a 1,73 nei sistemi trifasi L la lunghezza della linea in km R la resistenza di un chilometro di cavo (/km) X la reattanza di un km di cavo (/km) Un la tensione nominale dellimpianto in V cos il fattore di potenza del carico.

114

TAB. 6.13 - RESISTENZA sez. [mm2] CAVO r [m'/m] x [m'/m] CAVO r [m'/m] x [m'/m] 1,5 14,8 0,168 15,1 0,118 2,5 8,91 0,156 9,08 0,109 4 5,57 0,143 5,68 0,101
Note

E REATTANZA SPECIFICA DEI CAVI UNIFICATI (TABELLA UNEL

35023-70) 120 0,188

(1)

6 3,71 0,135 3,78 0,095

10 2,24 0,119 2,27

16 1,41 0,112 1,43

25 0,889 0,106 0,907

35 0,641 0,101 0,654

50 0,473 0,101 0,483

70 0,328

95 0,236

150 0,153

185 0,123

240

300

UNIPOLARE

0,0943 0,0761

0,0965 0,0975 0,0939 0,0928 0,0908 0,0902 0,0895 0,334 0,241 0,191 0,157 0,125 0,0966 0,0780

BIPOLARE, TRIPOLARE

0,0861 0,0817 0,0813 0,0783 0,0779 0,0751 0,0762 0,0745 0,0745 0,0742 0,0752 0,0750

(1) Materiale conduttore: rame, temperatura di riferimento 80C

Esempio

Si voglia verificare la caduta di tensione dellutenza rappresentata in figura avente i seguenti dati: Sezione del cavo 35 mm2 Lunghezza 100 m Corrente assorbita dallutenza 120 A Tensione nominale dellimpianto 400 V Caduta di tensione massima ammessa 3 % cavo multipolare Cu/EPR Fattore di potenza 0,9
posa in aria libera ravvicinata su passerella non perforata

Dalla tabella rileviamo per un cavo tripolare da 35 mm2 r = 0,654 x = 0,0783 Applicando la formula (1) si ottiene: U =1,73 120 0,1 (0,654 0,9 + 0,0783 0,436) = 12,923 V Ed applicando la (2) si avr una U % = 3.23 %

S = 35 mm2 Cu L = 100 m IB = 120 A COS & = 0,9

Volendo rientrare nella massima U ammessa del 3 % occorre aumentare la sezione del cavo. Ripetendo i calcoli con un cavo di sezione 50 mm2 i cui dati sono: r = 0,483 x = 0,0779 applicando la formula (1) si otterr una U =9,74V ed applicando la (2) una U % = 2,43 % La caduta di tensione risulta inferiore al valore imposto (3 %) pertanto la scelta della sezione del cavo corretta.

115

CONDUTTURE

CAVI

Calcolo della caduta di tensione per diversi valori di cos

Con lausilio delle tabelle che seguono possibile ricavare la U % per valori diversi del fattore di potenza considerando: - La tensione nominale 400 V - La lunghezza del cavo 100 m - Il sistema di distribuzione sia trifase - I cavi conformi alle tabelle UNEL 35023-70. La caduta di tensione percentuale effettiva della conduttura si ottiene nel seguente modo: U % eff = U % tab.x (L/100) x (IB/IB Tab). dove: L IB IB tab. U% tab la lunghezza della linea in metri la reale corrente di impiego della linea il valore della prima colonna della tabella immediatamente superiore al valore di IB. il valore della caduta di tensione percentuale fornito dalla tabella in corrispondenza a IB Tab.

Note Nel caso di distribuzione monofase occorre moltiplicare il valore della tabella per 2

La tabella relativa al cos = 0,35 riferita allalimentazione di un motore elettrico. Il calcolo della U considerato nella fase di avviamento del motore supponendo che Ibeff sia uguale alla corrente di avviamento pari a 5 x IB. Se il circuito composto da pi conduttori in parallelo per fase occorre considerare il valore U % in corrispondenza della sezione del singolo conduttore, ad una corrente pari a IB/n di conduttori in parallelo.

Tab. 6.14

sez. [mm2] Ib [A] 4 6 10 16 20 25 32 40 50 63 80 90 100 125 150 175 200 225 250 275 300 325 350 375 400 450 500

1,5 2,07 3,10 5,17 8,27 10,34 12,93

2,5 1,25 1,88 3,13 5,00 6,25 7,82 10,01

4 0,79 1,18 1,97 3,15 3,93 4,92 6,29 7,87 9,83

6 0,53 0,79 1,32 2,11 2,64 3,30 4,22 5,28 6,60 8,32 10,56

10 0,32 0,48 0,81 1,29 1,61 2,02 2,58 3,23 4,03 5,08 6,46 7,26 8,07

16 0,21 0,31 0,52 0,83 1,04 1,29 1,66 2,07 2,59 3,26 4,14 4,66 5,18 6,47 7,76 9,06 10,35

25 0,13 0,20 0,34 0,54 0,67 0,84 1,07 1,34 1,68 2,11 2,68 3,02 3,35 4,19 5,03 5,87 6,71 7,55

35

50

70

95

120

150

185

240

300

Caduta di tensione % a cos = 0,8 per 100 m di cavo

0,15 0,25 0,40 0,50 0,62 0,79 0,99 1,24 1,56 1,99 2,23 2,48 3,10 3,72 4,35 4,97 5,59 6,21

0,11 0,19 0,30 0,38 0,48 0,61 0,76 0,95 1,20 1,52 1,71 1,90 2,38 2,85 3,33 3,80 4,28 4,75 5,23 0,14 0,22 0,28 0,35 0,44 0,55 0,69 0,87 1,11 1,25 1,39 1,73 2,08 2,43 2,77 3,12 3,47 3,81 4,16 0,11 0,17 0,21 0,27 0,34 0,43 0,54 0,67 0,86 0,96 1,07 1,34 1,61 1,87 2,14 2,41 2,68 2,94 3,21 3,48 0,14 0,18 0,22 0,29 0,36 0,45 0,56 0,72 0,81 0,90 1,12 1,34 1,57 1,79 2,01 2,24 2,46 2,69 2,91 3,13 0,12 0,15 0,19 0,25 0,31 0,39 0,49 0,62 0,69 0,77 0,96 1,16 1,35 1,54 1,73 1,93 2,12 2,31 2,51 2,70 2,89 0,11 0,13 0,17 0,21 0,26 0,33 0,42 0,53 0,60 0,66 0,83 0,99 1,16 1,332 1,49 1,65 1,82 1,99 2,15 2,32 2,48 2,65 0,11 0,14 0,18 0,22 0,28 0,35 0,45 0,50 0,56 0,70 0,84 0,98 1,12 1,26 1,40 1,54 1,68 1,82 1,96 2,10 2,24 2,52 0,12 0,16 0,20 0,25 0,31 0,40 0,45 0,50 0,62 0,74 0,87 0,99 1,12 1,24 1,36 1,49 1,61 1,74 1,86 1,98 2,23 2,48

116

Tab. 6.15

sez. [mm2] Ib [A] 4 6 10 16 20 25 32 40 50 63 80 90 100 125 150 175 200 225 250 275 300 325 350 375 400 450 500

1,5 2,19 3,29 5,49 8,78 10,97 13,71

2,5 1,33 1,99 3,32 5,30 6,63 8,29 10,61

4 0,83 0,125 2,08 3,33 4,17 5,21 6,66 8,33 10,41

6 0,56 0,84 1,40 2,23 2,79 3,49 4,47 5,59 6,98 8,80 11,17

10 0,34 0,51 0,85 1,36 1,70 2,13 2,73 3,41 4,26 5,37 6,81 7,66 8,52

16 0,22 0,33 0,54 0,87 1,09 1,36 1,74 2,18 2,72 3,43 4,36 4,90 5,45 6,81 8,17 9,53 10,89

25 0,14 0,21 0,35 0,56 0,70 0,88 1,12 1,41 1,76 2,21 2,81 3,16 3,51 4,39 5,27 6,15 7,03 7,91

35

50

70

95

120

150

185

240

300

Caduta di tensione % a cos = 0,85 per 100 m di cavo

0,16 0,26 0,41 0,52 0,65 0,83 1,04 1,29 1,63 2,07 2,33 2,59 3,24 4,88 4,53 5,18 5,83 6,47

0,12 0,20 0,32 0,39 0,49 0,63 0,79 0,99 1,24 1,58 1,77 1,97 2,46 2,96 3,45 3,94 4,44 4,93 5,42 0,14 0,23 0,29 0,36 0,46 0,57 0,71 0,90 1,14 1,28 1,43 1,78 2,14 2,50 2,85 3,21 3,57 3,93 4,28 0,11 0,17 0,22 0,27 0,35 0,44 0,55 0,69 0,87 0,98 1,09 1,36 1,64 1,91 2,18 2,46 2,73 3,00 3,27 3,55 0,14 0,18 0,23 0,29 0,36 0,45 0,57 0,72 0,82 0,91 1,13 1,36 1,59 1,81 2,04 2,27 2,49 2,72 2,95 3,17 0,12 0,15 0,19 0,25 0,31 0,39 0,49 0,62 0,70 0,77 0,97 1,16 1,36 1,55 1,74 1,94 2,13 2,32 2,52 2,71 2,91 0,11 0,13 0,16 0,21 0,26 0,33 0,42 0,53 0,59 0,66 0,82 0,99 1,15 1,32 1,48 1,65 1,81 1,98 2,14 2,31 2,47 2,64 0,11 0,14 0,18 0,22 0,28 0,35 0,44 0,50 0,55 0,69 0,83 0,97 1,11 1,24 1,38 1,52 1,66 1,80 1,94 2,07 2,21 2,49 0,12 0,15 0,19 0,24 0,31 0,39 0,44 0,48 0,61 0,73 0,85 0,97 1,09 1,21 1,33 1,45 1,57 1,70 1,82 1,94 2,18 2,42

Tab. 6.16

sez. [mm2] Ib [A] 4 6 10 16 20 25 32 40 50 63 80 90 100 125 150 175 200 225 250 275 300 325 350 375 400 450 500

1,5 2,32 3,48 5,80 9,28 11,60 14,50

2,5 1,40 2,10 3,50 5,60 7,00 8,75 11,21

4 0,88 1,32 2,20 3,52 4,40 5,49 7,03 8,79

10

16

25

35

50

70

95

120

150

185

240

300

Caduta di tensione % a cos = 0,9 per 100 m di cavo

0,88 1,47 2,35 2,94 3,68 4,71 5,89 7,36

0,54 0,90 1,43 1,79 2,24 2,87 3,58 4,48 5,64 7,16 8,06 8,95

0,34 0,57 0,91 1,14 1,43 1,83 2,28 2,85 3,60 4,57 5,14 5,71 7,13 8,56 9,99 11,41

0,22 0,37 0,59 0,73 0,92 1,17 1,47 1,83 2,31 2,93 3,30 3,66 4,58 5,50 6,41 7,33 8,25

0,16 0,27 0,43 0,54 0,67 0,86 1,08 1,34 1,69 2,15 2,42 2,69 3,36 4,03 4,71 5,38 6,05 6,72

0,12 0,20 0,33 0,41 0,51 0,65 0,81 1,02 1,28 1,63 1,83 2,03 2,54 3,05 3,56 4,07 4,58 5,09 5,59 0,15 0,23 0,29 0,37 0,47 0,58 0,73 0,92 1,17 1,31 1,46 1,83 2,19 2,56 2,92 3,29 3,65 4,02 4,38 0,11 0,18 0,22 0,28 0,35 0,44 0,55 0,70 0,88 0,99 1,10 1,38 1,66 1,93 2,21 2,48 2,76 3,04 3,31 3,59 0,15 0,18 0,23 0,29 0,36 0,45 0,57 0,73 0,82 0,91 1,14 1,36 1,59 1,82 2,05 2,27 2,50 2,73 2,96 3,18 0,12 0,15 0,19 0,25 0,31 0,39 0,49 0,62 0,69 0,77 0,96 1,16 1,35 1,54 1,74 1,93 2,12 2,31 2,51 2,70 2,89 0,10 0,13 0,16 0,21 0,26 0,33 0,41 0,52 0,59 0,65 0,81 0,98 1,14 1,30 1,46 1,63 1,79 1,95 2,12 2,28 2,44 2,60 0,11 0,13 0,17 0,22 0,27 0,34 0,43 0,48 0,54 0,67 0,81 0,94 1,08 1,21 1,34 1,48 1,61 1,75 1,88 2,02 2,15 2,42 0,12 0,15 0,19 0,23 0,29 0,37 0,42 0,47 0,58 0,70 0,81 0,93 1,05 1,16 1,28 1,40 1,51 1,63 1,75 1,86 2,09 2,33

117

CONDUTTURE

CAVI

Tab. 6.17

sez. [mm2] Ib [A] 4 6 10 16 20 25 32 40 50 63 80 90 100 125 150 175 200 225 250 275 300 325 350 375 400 450 500

1,5 4,62 6,93 11,56 18,49 23,11 28,89

2,5 2,83 4,24 7,07 11,31 14,14 17,67 22,62

4 1,80 2,71 4,51 7,22 9,02 11,28 14,43 18,04

6 1,23 1,85 3,09 4,94 6,17 7,71 9,87 12,34 15,43

10 0,78 1,16 1,94 3,10 3,88 4,85 6,20 7,75 9,69 12,21 15,51 17,45 19,39

16 0,52 0,78 1,30 2,07 2,59 3,24 4,15 5,18 6,48 8,16 10,36 11,66 12,96 16,19 19,43 22,67 25,91 29,15

25 0,36 0,53 0,89 1,42 1,78 2,22 2,84 3,55 4,44 5,60 7,11 8,00 8,89 11,11 13,33 15,55 17,77 19,99 22,22

35 0,28 0,41 0,69 1,10 1,38 1,73 2,21 2,76 3,45 4,35 5,52 6,22 6,91 8,63 10,36 12,08 13,81 15,54 17,26

50 0,23 0,34 0,56 0,90 1,13 1,41 1,80 2,25 2,82 3,55 4,51 5,07 5,63 7,04 8,45 9,86 11,27 12,67 14,08 15,49

70 0,18 0,27 0,44 0,71 0,89 1,11 1,42 1,78 2,22 2,80 3,55 4,00 4,44 5,55 6,66 7,77 8,89 10,00 11,11 12,22 13,33

95 0,15 0,23 0,38 0,60 0,75 0,94 1,21 1,51 1,88 2,37 3,01 3,39 3,77 4,71 5,65 6,59 7,53 8,47 9,41 10,36 11,30 12,24

120 0,13 0,20 0,33 0,53 0,67 0,83 1,07 1,33 1,66 2,10 2,66 3,00 3,33 4,16 4,99 5,83 6,66 7,49 8,32 9,15 9,99 10,82 11,65

150 0,12 0,18 0,30 0,49 0,61 0,76 0,97 1,22 1,52 1,92 2,43 2,74 3,04 3,80 4,56 5,32 6,08 6,84 7,60 8,36 9,12 9,88 10,64 11,41

185 0,11 0,17 0,28 0,44 0,55 0,69 0,89 1,11 1,39 1,75 2,22 2,50 2,77 3,47 4,16 4,85 5,55 6,24 6,93 7,63 8,32 9,01 9,71 10,40 11,09

240 0,10 0,15 0,25 0,41 0,51 0,64 0,81 1,02 1,27 1,60 2,04 2,29 2,54 3,18 3,82 4,45 5,09 5,72 6,36 7,00 7,63 8,27 8,90 9,54 10,18 11,45

300

Caduta di tensione % a cos = 0,35 per 100 m di cavo

0,14 0,24 0,38 0,48 0,60 0,77 0,96 1,20 1,51 1,91 2,15 2,39 2,99 3,59 4,19 4,78 5,38 5,98 6,58 7,18 7,77 8,37 8,97 9,57 10,76 11,96

Esempio

Con un cavo trifase in rame della sezione di 50 mm2 e lunghezza 130 m (0,13 km) si alimenta un motore trifase (400 V) che assorbe: 125 A nominali con cos = 0,8 625 A (pari a 5 In) in fase di avviamento con cos = 0,35 La caduta di tensione sul quadro di alimentazione, per effetto di altri carichi, di 3,5 V tra le fasi. Si chiede la caduta di tensione percentuale ai morsetti del motore nel funzionamento normale ed in fase di avviamento.
S = 50 mm2 Cu L = 130 m IB = 125 A IAVV = 625 A

118

Caduta di tensione in funzionamento normale

Dalla tabella della caduta di tensione a cos 0,8 in corrispondenza della corrente di 125 A e della sezione 50 mm2 troviamo una c.d.v di 2,38 % per 100 m che diventa (2,38x 1,3) = 3,094 % riferita alla lunghezza reale del nostro cavo. La caduta di tensione percentuale sul quadro di: U % = (3,5/400) x100 = 0,875 % La c.d.v totale sar quindi: TTOT = U % cavo + U % quadro = 3,094 + 0,875 = 3,97 % Il valore risulta inferiore a quello suggerito dalla norma e pertanto accettabile.

Caduta di tensione in fase di avviamento

Dalla tabella della caduta di tensione a cos 0,35 (fase di avviamento) in corrispondenza della corrente di 125 A e della sezione di 50 mm2 troviamo una c.d.v. del 7,04 % per 100m di cavo con una corrente di avviamento pari a 5 In. Quella corrispondente ad una lunghezza di 140 m sar: U % = 7,04 x 1,4 = 9,856 % Il valore calcolato risulta contenuto nel 10 % suggerito, pertanto si pu ritenere accettabile. In caso contrario necessario aumentare la sezione del cavo. Nota: La verifica effettuata si considera normalmente accettabile a meno che il motore abbia una corrente nominale superiore al 30 % del totale dei carichi allacciati allo stesso quadro. In questultimo caso si rende necessaria la verifica della caduta di tensione sullintero sistema di alimentazione. Un ulteriore metodo veloce per calcolare le cadute di tensione nei cavi unipolari, bipolari e tripolari isolati in gomma o materiale termoplastico con grado superiore a 4 nei casi con fattore di potenza uguale a 1 o a 0,8 con indicato nella Tab. 6.10.

119

PROTEZIONE

CONTRO IL SOVRACCARICO ED IL CORTOCIRCUITO

LA PROTEZIONE
CONTRO LE SOVRACORRENTI

La protezione contro le sovracorrenti nelle reti di distribuzione elettrica in bassa tensione, una componente importante del problema pi generale della sicurezza e dall'affidabilit degli impianti elettrici. In tale ottica necessario che i conduttori attivi di un circuito elettrico siano protetti da uno o pi dispositivi in grado di interrompere automaticamente l'alimentazione quando si produce sovracorrente. Sovracorrente una qualsiasi corrente superiore alla portata IZ che pu circolare nel cavo. Si tratta di correnti dannose, giacch producono aumenti di temperatura oltre il limite ammissibile. In funzione della loro entit e del tempo di mantenimento le sovracorrenti possono generare aumenti lenti o repentini della temperatura e anche la fusione degli isolanti se non addirittura del conduttore di rame. Per meglio studiare il problema si usa suddividere le sovracorrenti in due famiglie: i sovraccarichi e i corto circuiti. La protezione contro i sovraccarichi e i corto circuiti pu essere assicurata sia in modo separato, con dispositivi distinti, sia in modo unico con dispositivi che assicurano entrambe le protezioni. Per assicurare la protezione il dispositivo deve: - interrompere sia la corrente di sovraccarico sia quella di corto circuito, in qualunque punto della linea, prima che esse provochino nel conduttore un riscaldamento tale da danneggiare l'isolamento; - essere installato in generale all'origine di ogni circuito e di tutte le derivazioni aventi portate differenti (diverse sezioni dei conduttori, diverse condizioni di posa e ambientali, nonch un diverso tipo di isolamento del conduttore) (Fig. 7.1).

Fig. 7.1

Ciascuna partenza ha un proprio dispositivo di protezione

La frontiera tra sovracarico e cortocircuito quanto mai labile e soggettiva, mancando un oggettivo criterio per fissarla. Nella Tab. 7.1 sono evidenziate le differenze principali. Anche le Norme CEI non si sbilanciano eccessivamente a riguardo; pur tuttavia studiano separatamente queste correnti e ne prevedono il controllo e l'interruzione secondo procedure diverse e quasi indipendenti.

120

Tab. 7.1

Differenze tra sovraccarichi e corto circuiti

SOVRACCARICHI STATO
DELLIMPIANTO DI VALORI

CORTO = 10 IZ

CIRCUITO

Integro IZ = 10 IZ

Guasto

RANGE

TERMODINAMICA
CAUSE TEMPO-DURATA APPARECCHIO DI PROTEZIONE INSTALLAZIONE DELLA PROTEZIONE REL DI SGANCIO DELLINTERRUTTORE

fenomeno lento e diabatico umane volontarie dai secondi, ai minuti alle ore interruttore automatico qualsiasi punto sulla linea termico bimetallo

fenomeno velocissimo e adiabatico umane involontarie o accidentali millisecondi interruttore automatico o fusibile allinizio della linea bobina elettromagnetica

Una prima differenza riguarda lo stato dell'impianto. I sovraccarichi si manifestano mentre l'impianto elettricamente sano, cio privo di guasti e sottoposto a normali modalit di lavoro. In questo caso responsabile dell'evento ovviamente un operatore, che sta sfruttando oltre misura (per la quantit o per la sollecitazione unitaria) gli apparecchi utilizzatori a sua disposizione (motori, pompe, corpi illuminanti, ecc.) e, di conseguenza, sollecita eccessivamente le conduttore coinvolte che assorbono correnti elevate, superiori alla portata e dunque sovraccaricano i cavi. Il corto circuito si verifica invece in un impianto o in un componente in seguito ad un guasto. Per guasto si intende un cedimento casuale e involontario dell'isolamento di uno o pi cavi in tensione verso massa o fra loro. Tale situazione causa un assorbimento di corrente elevatissima tra i due punti in avaria. Una seconda differenza puramente quantitativa e convenzionale e riguarda corrente e tempo. Consiste nel limitare a una corrente pari ad esempio a 10 volte la IZ, il confine di demarcazione tra correnti di sovraccarico o di corto circuito e nel fissare in pochi secondi (fino a cinque) il tempo di mantenimento, che caratterizza i cortocircuiti, mentre tempi di durata superiore si considerano dovuti a sovraccarichi. Una terza differenza riguarda la termodinamica del fenomeno. Il sovraccarico, per le limitate correnti in gioco, pu essere tollerato per qualche tempo e poi interrotto, con assoluta facilit, dai dispositivi interni di apertura degli interruttori automatici. Il cortocircuito, al contrario, deve essere interrotto istantaneamente ed inoltre l'apertura della corrente sollecita pesantemente i dispositivi spegniarco interni agli interruttori. Una quarta differenza si intravede nel diverso modo di rilevazione e sgancio. Il sovraccarico viene controllato da rel a bimetallo, precisi, ma lenti e tolleranti, mentre il corto individuato e sganciato da rel elettromagnetici, sensibilissimi e alquanto rapidi. Del problema della protezione contro le sovracorrenti si fa carico per antonomasia l'interruttore magnetotermico, che deve essere costruito rispettando le specifiche di costruzione, di taratura e di prova fissate dalle norme nazionali ed internazionali.

121

Fig. 7.3

Diagramma per determinare la temperatura di regime in funzione del rapporto di sovracarico n tracciato per A = 30 C

"C 400 300 250

#Z = 90 C (EPR)

200

#Z = 70 C (PVC)
150

100 90 80 70 60

50 45 40

30

0,5

1,5

2,5

Rapporto di sovraccarico n = IB/IZ

Cos, ad esempio, un cavo isolato in PVC (R = 70 C) per un sovraccarico pari a 3 volte IZ assumerebbe una temperatura di regime pari a circa 400 C con inevitabile bruciatura dell'isolante. Per sovraccarichi pi modesti, per esempio pari a 1,5 IZ, il PVC assumerebbe una temperatura di regime di circa 120 C e la gomma G2 una temperatura di regime di circa 150 C; in questa ipotesi non si avrebbe la "bruciatura" ma una drastica riduzione della vita del cavo. Installando un dispositivo con caratteristica d'intervento interamente al di sotto della caratteristica di sovraccaricabilit dei cavi (Fig. 7.4) la protezione sarebbe assicurata rispettando la sola condizione: IN ! IZ dove: IN la corrente nominale del dispositivo IZ la portata massima in regime permanente del cavo da proteggere. Purtroppo, come si detto, non tutti i dispositivi rispondono a questa condizione e ci spiega perch la Norma CEI 64-8/4 imponga ulteriori vincoli.

123

PROTEZIONE

CONTRO IL SOVRACCARICO ED IL CORTOCIRCUITO

Fig. 7.4

Confronto tra le caratteristiche tempo-corrente del cavo e del dispositivo di protezione caratteristica di sovraccaricabilit del cavo

CRITERI DI PROTEZIONE
SECONDO LA

NORMA CEI 64-8

I conduttori attivi devono essere protetti da dispositivi idonei ad interrompere automaticamente lalimentazione quando si produce un sovraccarico. Tale protezione non necessaria se nel circuito non si possono produrre sovraccarichi per qualsiasi motivo (per esempio perch lutilizzatore non in grado di assorbire correnti superiori alle portate IZ dei conduttori o perch il generatore non in grado di erogarle). In casi particolari la protezione pu essere omessa purch il sovraccarico sia tale da non provocare pericoli per le persone o danni allambiente. Si precisa che in tal caso la protezione riguarda i conduttori facenti parte dellimpianto utilizzatore, e che pertanto possono non risultare protette tutte le parti a valle di prese a spina o del punto di allacciamento di utilizzatori fissi quali ad esempio: - cavi flessibili di collegamento di utilizzatori, trasportabili mobili o portatili; - circuiti interni degli utilizzatori; - avvolgimenti di motori. I dispositivi idonei ad assumere la tempestiva interruzione dellalimentazione possono essere, oltre agli interruttori automatici e ai fusibili, anche i rel termici di protezione dei motori o altri apparecchi sensibili alle sovracorrenti con potere di interruzione superiore alla corrente di cortocircuito presente purch abbiano i seguenti requisiti: - caratteristica tempo/corrente in accordo con quanto specificato nelle norme CEI di prodotto e comunque tali da interrompere le correnti di sovraccarico prima che possano provocare nocivi riscaldamenti degli isolanti, dei terminali e dellambiente circostante le condutture; - corrente nominale non inferiore alla corrente dimpiego della conduttura; - protezione incorporata o esterna contro i danneggiamenti da cortocircuito. Quando una conduttura correttamente protetta dal sovraccarico secondo i criteri di coordinamento sotto indicati, essa anche correttamente protetta contro le sovracorrenti di

124

qualsiasi natura che abbiano valori dello stesso ordine di grandezza (guasti a terra, cortocircuiti in fondo a linee lunghe ecc). La condizione di protezione dal sovraccarico di una conduttura avente corrente di impiego IB e portata IZ espressa dalle seguenti relazioni: 1) IB ! IN ! IZ 2) If ! 1,45 IZ

Come si nota, la corrente nominale IN del dispositivo di protezione deve essere compresa tra la corrente di impiego IB e la portata del conduttore IZ e la sua corrente convenzionale di intervento If non deve superare del 45% IZ entro il tempo convenzionale di apertura del relativo dispositivo di protezione. Quest'ultima condizione si impone quando il dispositivo di protezione ha caratteristica d'intervento non interamente contenuta entro valori inferiori alla curva limite di sovraccaricabilit dei cavi. Nella Fig. 7.5 si evidenzia la possibilit di trovare la migliore condizione di protezione solo nel caso in cui la corrente di impiego IB significativamente inferiore alla portata IZ dei conduttori. I dispositivi di protezione contro i sovraccarichi possono essere installati in qualsiasi punto della conduttura protetta purch a monte non sia prevista alcuna derivazione e la conduttura sia protetta anche contro il cortocircuito. Negli impianti IT la protezione contro i sovraccarichi deve sempre essere installata allorigine del circuito a meno che: - il circuito non sia protetto allorigine conto le correnti di guasto verso terra da un interruttore differenziale; - lintero circuito, utilizzatori e condutture comprese, sia del tipo a doppio isolamento (classe II)
Fig. 7.5

Condizioni limite (minima e massima protezione) di una conduttura contro il sovraccarico

125

PROTEZIONE

CONTRO IL SOVRACCARICO ED IL CORTOCIRCUITO

IL CORTOCIRCUITO

Preliminarmente si ritiene utile ribadire la differenza concettuale tra sovraccarico e corto circuito che non dipende solo dallintensit delle correnti in gioco ma dalla situazione del circuito: - Il sovraccarico presuppone che lintero circuito di alimentazione sia correttamente isolato e che lanomalia sia imputabile esclusivamente agli utilizzatori, nel senso che essi prelevano un carico superiore alla corrente dimpiego prevista; - Il cortocircuito presuppone invece che la corrente si chiuda a monte dellimpedenza costituente lutilizzatore a causa di un guasto disolamento sul circuito di alimentazione che pu verificarsi in linea; ne consegue che ogni circuito pu presentare infinite situazioni di corto circuito in dipendenza del punto di guasto e dellimpedenza di guasto e che lapparecchio di protezione deve essere installato allorigine della linea da proteggere. Non quindi corretto concepire il sovraccarico come una sovracorrente di poco superiore alla corrente dimpiego ed il corto circuito come una sovracorrente intensissima: infatti un corto circuito, su circuiti ad alta impedenza, pu comportare correnti dello stesso ordine di grandezza di quelle dovute al sovraccarico.

Corrente reale e corrente presunta di cortocircuito

Per il calcolo della corrente di cortocircuito, necessario ai fini della scelta degli apparecchi di protezione, vengono convenzionalmente imposte alcune semplificazioni che sono esplicitamente definite dalla Norma CEI 64-8; pi precisamente: 1) nel calcolo della corrente di cortocircuito va trascurata limpedenza del guasto (art. 25-8 della Norma CEI 64-8/2); 2) la corrente di cortocircuito presunta nei circuiti a corrente alternata il valore efficace della componente simmetrica. Il concetto di componente simmetrica sintetizzato in figura 7.6. Per la scelta degli apparecchi di protezione si deve considerare sia la corrente presunta di cortocircuito massima sia la minima; il primo valore significativo ai fini antinfortunistici, poich lo si pu ottenere trascurando le impedenze incognite con errori per eccesso che tornano in favore alle indicazioni della Norma CEI. Il valore minimo invece convenzionale e per il suo calcolo si deve fare riferimento alle formule semplificate fornite dalla Norma CEI 64-8, allarticolo 533.3 (commenti): a) I = 0,8U 2L 1,5 S quando il conduttore di neutro non distribuito

dove: U = tensione concatenata di alimentazione in volt; = resistivit a 20 C del materiale dei conduttori ( mm2/m) (0,018 per il rame - 0,027 per lalluminio); L = lunghezza della conduttura protetta (m); S = sezione del conduttore (mm2); I = corrente di cortocircuito presunta (A).

126

Fig. 7.6

Transitorio di cortocircuito

corrente (I)

corrente di cortocircuito componente unidirezionale

tempo (t)

Andamento reale corrente (I)

componente simmetrica

In

2 I CC
tempo (t)

Andamento convenzionale

Componente simmetrica dove: I CCM =


T ensione di fase (MAX)
Impedenza di c.to c.to

Componente unidirezionale

% = angolo di attacco del cortocircuito rispetto alla tensione &cc = angolo di sfasamento della corrente di cortocircuito rispetto alla
tensione in = valore istantaneo di In all'attacco del cortocircuito icc = valore istantaneo della componente simmetrica Icc all'attacco del cortocircuito T = costante di tempo del circuito a monte del guasto

{
V fM Z CC

I CC = I CCM sen ( $ t + %cc - &cc) + (in - icc) e

_ t

_
T

127

PROTEZIONE

CONTRO IL SOVRACCARICO ED IL CORTOCIRCUITO

b) I = dove:

0,8UO 1,5 (l+m)

L quando il conduttore di neutro distribuito S

Uo = tensione di fase di alimentazione in volt; m = rapporto tra la resistenza del conduttore di neutro e la resistenza del conduttore di fase (nel caso essi siano costituiti dallo stesso materiale, esso uguale al rapporto tra la sezione del conduttore di fase e quella del conduttore di neutro). Generalmente, salvo il caso di guasto in fondo a linee lunghe di bassa potenza e quindi di notevole impedenza, il cortocircuito un guasto che si caratterizza con unelevata corrente dovuta al contatto con impedenza trascurabile, fra due elementi del circuito a diverso potenziale. Appare subito evidente che in questa situazione lo sviluppo di calore tale che, se non si provvede ad una rapida interruzione della corrente che fluisce nel circuito elettrico, tutti gli elementi dello stesso possono risultare danneggiati non solo per lelevato effetto termico, ma anche per gli sforzi elettrodinamici di attrazione o di repulsione che si manifestano fra i vari componenti dellimpianto.

RESISTENZE DEI CAVI


AL CORTOCIRCUITO

Per effetto della correte di cortocircuito i cavi possono subire, se non intervengono adeguatamente i dispositivi di protezione, danni irreversibili sia per effetto termico che per effetto elettrodinamico. Ciascun tipo di materiale isolante caratterizzato da una temperatura massima sopportabile per tempi brevi (in genere non superiori a 5 s), chiamata temperatura di cortocircuito cc. In generale la temperatura cc varia da 150 a 300 C e, per evitare che venga superata, il cortocircuito un fenomeno che deve essere estinto in pochi millisecondi. Con temperature e tempi di questordine di grandezza il transitorio termico di riscaldamento dei cavi pu considerarsi adiabatico. La Norma CEI 64-8/434.3.2 prevede che il dispositivo di protezione debba intervenire in tempo inferiore a quello che potrebbe fare superare al conduttore la massima temperatura ammessa. Da cui la condizione: 2 2 2

KS I t

Dove I2 t = energia specifica passante, k = fattore dipendente dal tipo di conduttore e isolamento e S = sezione del conduttore da proteggere. Nel paragrafo che segue vengono forniti i valori di K una volta fissati i valori di o e cc in funzione della tipologia del cavo e dellisolante dove: cc la temperatura finale del conduttore durante il cortocircuito in C e z la temperatura iniziale del conduttore allinizio del cortocircuito in C. PVC: Gomma: Polietilene: Per giunzioni saldate a stagno Conduttore nudo non a poratata di mano
2 2 3

z = 70 C; z = 70 C; z = 75 C;

cc = 160 C cc = 200 C cc = 220 C cc = 160 C cc = 500 C

K = 115 K = 135 K = 143 K = 115 K = 200

Nella Tab. 7.2 sono riportati i valori di K S x 10 relativi a questi tre tipi di isolanti.

128

Tab. 7.2

Valori massimi ammissibili in k(A2s) dell'integrale di Joule

SEZIONE

MM

CAVI

IN RAME IN PVC

- ISOLAMENTO K = 115

CAVI

IN RAME

IN GOMMA

- ISOLAMENTO K = 135

CAVI IN RAME - ISOLAMENTO IN GOMMA G5 O POLIETILENE RETICOLATO K = 143

1 1,5 2,5 4 6 10 16 25 35 50 70 95 120 150 185 240

13,2 29,7 82,6 211,6 476,1 1322,5 3385,6 8265,6 16200,6 33062 64802 119355 190440 297562 452625 761760

18,2 41 113 291 656 1822 4665 11390 22325 45562 89302 164480 262440 410062 625750 1049760

20,449 46,010 127,806 327,184 736,164 2044,9 5234 12781 25050 51122 100200 175324 294465 460102 699867 1177862

Per quanto riguarda leffetto elettrodinamico, esso ha rilevanza significativa solo nel caso di elevate correnti di corto circuito. In linea di massima la forza di attrazione o repulsione tra i conduttori data dalla seguente relazione:

F=
dove: F = forza in Newton IM = corrente di picco in kA d = distanza media tra i conduttori in cm L = lunghezza dei conduttori in cm.

0,2I2 L M d

Generalmente il calcolo degli sforzi elettrodinamici si effettua per il dimensionamento degli ancoraggi per le sbarre, nei grossi quadri di distribuzione, mentre non si tiene conto del fenomeno negli impianti di distribuzione in bassa tensione con correnti di cortocircuito inferiori a 20-30 kA.

129

PROTEZIONE

CONTRO IL SOVRACCARICO ED IL CORTOCIRCUITO

SCELTA DELLINTERRUTTORE
GENERALE A VALLE DEI TRASFORMATORI

Per la protezione lato BT dei trasformatori MT/BT la scelta degli interruttori deve tenere conto fondamentalmente della corrente nominale del trasformatore protetto, lato B.T., da cui dipendono la portata dellinterruttore e la taratura delle protezioni e della massima corrente di corto circuito nel punto di installazione, che determina il potere di interruzione minimo che deve possedere lapparecchio di protezione. La corrente nominale del trasformatore, lato BT, viene determinata dallespressione In = Sn x 103

3 x U20
U20

Sn

con Sn = potenza nominale del trasformatore, in kVA. U20 = tensione nominale secondaria (a vuoto) del trasformatore, in V. In = corrente nominale del trasformatore, lato BT, in A (valore efficace). La corrente di corto circuito trifase a piena tensione, immediatamente ai morsetti di BT del trasformatore, esprimibile con la relazione (nellipotesi di potenza infinita al primario)

In

Iccn

Ucc% dove: Ucc% = tensione di corto circuito del trasformatore, in %. In = corrente nominale, lato BT, in A (valore efficace). Icn = corrente di corto circuito nominale trifase, lato BT, in A (valore efficace). La corrente di corto circuito si riduce, rispetto ai valori dedotti dallespressione precedente, se linterruttore installato ad una certa distanza dal trasformatore tramite un collegamento in cavo o in sbarra, in funzione dellimpedenza del collegamento. Scelta dellinterruttore MTS Gewiss La tabella che segue mostra alcune possibili scelte di interruttori MTS Gewiss in funzione delle caratteristiche del trasformatore da proteggere. Attenzione: le indicazioni sono valide alle condizioni indicate in tabella; per condizioni diverse necessario rivedere i calcoli e adeguare le scelte.
TAB. 7.3 - SCELTA DELLINTERRUTTORE MTS IN FUNZIONE DEL TRASFORMATORE IN OLIO SN [KVA] Ucc (1) % In (2) [A] Icn (2) [kA] Perdite a vuoto W Perdite in c.c. W Interruttore MTS Gewiss 50 4 72 1,8 90 1100 MTS160 100 4 144 3,6 320 1750 MTS160 160 4 231 5,8 460 2350 MTS250 MTSE250 200 4 289 7,2 550 2750 MTSE630 (400) 250 4 361 9 650 3250 MTSE630 (400) 315 4 455 11,4 780 3850 MTSE630 400 4 577 14,4 930 4600 MTSE800 500 4 722 18 1100 5450 MTSE800 630 800 1000

Icn =

In x 100

6 6 6 909 1155 1443 15,2 19,3 24,1 1300 1550 1700 6500 7900 10500 MTSE1600 MTSE1600 MTSE1600

130

TAB. 7.4 - SCELTA DELLINTERRUTTORE MTS IN FUNZIONE DEL TRASFORMATORE IN RESINA SN [KVA] Ucc % In (2) [A] Icn (2) [kA] Perdite a vuoto W Perdite in c.c. W Interruttore MTS Gewiss
(1)

100 6 144 2,4 360 1785 MTS160

160 6 231 3,9 480 2400 MTS250 MTSE250

200 6 289 4,8 560 2820 MTSE630 (400)

250 6 361 6 645 3150 MTSE630 (400)

315 6 455 7,6 780 4050 MTSE630

400 6 577 9,6 910 4550 MTSE800

500 6 722 12,1 1060 5600 MTSE800

630 6 909 15,2 1210 6750 MTSE1600

800 6 1155 19,3 1300 8000 MTSE1600

1000 6 1443 24,1 1655 9200 MTSE1600

(1) Per valori della tensione di corto circuito percentuale Ucc% diversi dai valori Ucc% indicati in tabella, la corrente di corto circuito nominale trifase Icn diventa: Icn Ucc% Icn = Ucc% (2) I valori calcolati sono relativi ad una tensione U20 di 400 V, per valori di U20 diversi, moltiplicare In e Icn per i fattori k seguenti:

Esempio applicativo
1 Icc2 + Icc3 I1 I2 I3 2 3 Interrutore A

Icc1

Interrutore B

I4

Icc1 + Icc2 + Icc3

I5

Per il calcolo della corrente nominale del trasformatore vale quanto indicato precedentemente. Il potere di interruzione minimo di ogni interruttore di protezione lato BT deve risultare superiore al maggiore dei seguenti valori (lesempio relativo alla macchina 1 della figura e vale per tre macchine in parallelo): - Icc1 (corrente di corto circuito del trasformatore 1) in caso di guasto immediatamente a valle dellinterruttore I1; - Icc2 + Icc3 (Icc2 e Icc3 = correnti di corto circuito dei trasformatori 2 e 3) in caso di corto circuito a monte dellinterruttore I1. Gli interruttori I4 e I5 sulle partenze devono possedere un potere di interruzione superiore a Icc1 + Icc2 e Icc3; naturalmente il contributo alla corrente di corto circuito di ciascun trasformatore viene attenuato dalla linea di collegamento trasformatore-interruttore (da determinare caso per caso).

131

PROTEZIONE

CONTRO IL SOVRACCARICO ED IL CORTOCIRCUITO

Attenzione: la tabella sottostante fa riferimento alle condizioni specificate nella pagina precedente; le indicazioni per la scelta degli interruttori sono fornite solo in funzione della corrente di impiego e della corrente presunta di corto circuito. Per una scelta corretta devono essere considerati anche altri fattori quali selettivit, protezione di back-up, decisione di impiegare interruttori limitatori, ecc. quindi indispensabile una puntuale verifica da parte dei progettisti. Occorre inoltre tenere presente che le correnti di corto circuito riportate in tabella sono determinate nellipotesi di potenza infinita a monte dei trasformatori e trascurando le impendenze delle sbarre e delle connessioni agli interruttori: i valori cos determinanti risultano superiori a quelli reali.
TAB. 7.5 - SCELTA DEGLI INTERRUTTORI MTS IN FUNZIONE DELLA CORRENTE DIMPIEGO E DELLA CORRENTE PRESUNTA DI CORTOCIRCUITO TRASFORMATORI NUMERO
DI

INTERRUTTORE A (SECONDARIO CORRENTE


NOMINALE DEL TRASFORMATORE LATO

DEL TRASFORMATORE)

INTERRUTTORE B (PARTENZA CORRENTE


TOTALE

LINEA UTENZA)

CORRENTE
DI CORTO CIRCUITO PRESUNTA

TRASFORMATORI IN PARALLELO E RELATIVA POTENZA SN

CORRENTE
DI CORTO CIRCUITO PRESUNTA CLASSE DI PRESTAZIONE IN CORTOCIRCUITO

TIPO

DI

DISPONIBILE

B.T. ICC [KA] 3,6 3,6 5,8 5,8 7,2 7,2 9 9 11,3 11,3 14,4 14,4 18 18 15,1 15,1 30,2 19,3 19,3 38,6 24,1 24,1 48,2

INTERRUTTORE

[KVA] 1x100 2x100 1x160 2x160 1x200 2x200 1x250 2x250 1x315 2x315 1x400 2x400 1x500 2x500 1x630 2x630 3x630 1x800 2x800 3x800 1x1000 2x1000 3x1000

IN [A] 144 144 231 231 289 289 361 361 455 455 577 577 722 722 909 909 909 1155 1155 1155 1443 1443 1443

I [A] MTS160B MTS160B MTS250N/MTSE250N MTS250N/MTSE250N MTSE630N (320A) MTSE630N (320A) MTSE630N (400A) MTSE630N (400A) MTSE630N MTSE630N MTSE630N MTSE630N MTSE800N MTSE800N MTSE1600N (1000A) MTSE1600N (1000A) MTSE1600N (1000A) MTSE1600N (1250A) MTSE1600N (1250A) MTSE1600N (1250A) MTSE1600N MTSE1600N MTSE1600S 144 288 231 462 289 578 361 722 455 910 577 1154 722 1444 909 1818 2727 1155 2310 3465 1443 2686 4329

[KA] 3,6 7,2 5,8 11,6 7,2 14,4 9 18 11,3 22,6 14,4 28,8 18 36 15 30 45 19,3 38,6 57,9 24,1 48,2 72,3 B B-N B-N B-N B-N B-N B-N N B-N N-S B-N N-S N N-S N-S S-H S-H N-S S-H L S-H H L

132

SCELTA DEGLI
INTERRUTTORI NEI QUADRI DI DISTRIBUZIONE

Esempio di calcolo rigoroso della corrente di cortocircuito


Pcc = 500 MVA coscc = 0,15

Scopo del presente paragrafo il calcolo delle correnti di corto circuito nei vari punti di diramazione dellimpianto e la conseguente appropriata scelta dei dispositivi di manovra e protezione. Nel primo esempio viene sviluppato un calcolo di tipo rigoroso mentre negli esempi successivi vengono proposti due metodi approssimati che permettono per una soluzione rapida del problema.

R1 = (U202/Pcc 103) coscc = (4002/500 103) 0,15 = 0,0480 m X1 = (U202/Pcc 103) sencc = (4002/500 103) 0,98 = 0,313 m Z1 = R12 + X12 = 0,317 m

20000/400 V 1250 kVA Ucc% = 5%

U202 Ztrasf = An

Ucc = 100

4002 1250

5 = 6,4 m 100

Ztrasf Xtrasf

Linea 4 x 240 mm2/ per fase lunghezza 12 m

Nella situazione circuitale presunta, la reattanza per metro lineare Xl = 0,1 m

L R3 = S = 18

12 4 240 = 0,225 m X3 = l

Xl n
conduttori

0,1 = 12 4 = 0,30 m

Supponendo la sezione del PE = 1/2 sezione di fase RPE = 0,45 m XPE = 0,30 m
Icc presunta = 32,91 kA

U20 Calcolo della Icc presunta: 3 (X1 + X2 + X3)2 + (R1 + R3)2 400 V Icc presunta = = 32,91 kA 3 (0,313 + 6,4 + 0,30) + (0,048 + 0,225)
2 2

pertanto opportuno installare un apparecchio avente Icu ' Icc ossia, ad esempio un MTS 160 N o MTS 250 N (Icu = 36 kA).

133

PROTEZIONE

CONTRO IL SOVRACCARICO ED IL CORTOCIRCUITO

Esempio di calcolo approssimato della corrente di cortocircuito

La situazione rappresentata la seguente: il quadro principale si trova sotto un trasformatore in olio da 1000 kVA; dal quadro principale partono pi linee, tra cui la linea 1 che va ad alimentare un quadro di distribuzione a I cui fanno capo le seguenti utenze: - forno elettrico: potenza 420 kW A Quadro principale - motore asincrono: potenza 60 kW - impianto di illuminazione: potenza 22 kW. I Occorre precisare, prima di sviluppare i calcoli, che mentre per quanto riguarda B la determinazione delle correnti dimpiego IB nelle varie sezioni dellimpianto necessario tener conto delle utenze I allacciate allimpianto stesso e dei loro coefficienti di contemporaneit, per la determinazione delle correnti presunte C di corto circuito alle partenze di ciascun interruttore si considerano le caratteristiche delle varie linee (lunghezI I I za, resistenza e reattanza induttiI va), nonch la potenza di corto circuiD E F to nominale Scc allingresso del trasformatore che stata posta pari ad I infinito (normalmente si assume il valore di 500 MVA che raramente viene K I I H G superato).
ccn

cc1

BTOT

cc2

cc3

cc4

B3

B3

B1

B2

M
3

Calcoli

Il calcolo della generica corrente dimpiego IBn viene effettuato applicando la formula: IBn = Pn

3 Un cos

dove Un deve intendersi la tensione alla sbarra del quadro di distribuzione che, nellesempio pari a 400 V, mentre il cos, angolo di sfasamento tra tensione e corrente delle singole utenze, pari a 1 per il forno e le lampade, pari a 0,8 per il motore. La tabella riassume i valori calcolati:
UTENZE Forno Motore Illuminazione Pn (kW) 420 60 22 Un (V) 400 400 400 cos 1 0,8 1 IB (A) 606 108 32

134

Assunto c (fattore di contemporaneit) uguale a 1, la corrente IBTOT nel tratto di linea BC data dalla relazione: IBTOT =
n I

i (Ibi x c)

che nellesempio diviene nel punto A: IBTOT = IB1 + IB2 + IB3 = 746 A Per quanto concerne la determinazione delle correnti di corto circuito, avendo assunto lipotesi di un trasformatore da 1000 kVA dalla Tab. 7.3 si ritrova un valore di Icc di 28,9 kA in A e quindi B. Nota Icc1 e IBTOT la scelta dellinterruttore allinizio della linea BC diviene automatica ed in particolare: MTSE 800, tipo N-36 kA. Per determinare le correnti di corto circuito nei punti D, E, F del quadro di distribuzione secondaria, oltre alla potenza Pn del trasformatore (nel nostro esempio: 1000 kVA) risulta di fondamentale importanza conoscere il valore dellimpedenza Zc del cavo che funzione; della lunghezza del cavo, nonch dalla sua resistenza ed induttanza, valore questultimo di non sempre facile determinazione dipendendo da molteplici fattori (tipo del cavo, tipo di posa, distanziamento dei conduttori, ecc.). Con lintento di fornire una metodologia operativa ed efficace, viene fornita la tabella 7.6 dove, per cavi in rame, in funzione della lunghezza e della sezione viene immediatamente individuato il valore di Zc(1), noto il quale (Tab. 7.7) si ricava immediatamente il valore della corrente di corto circuito.
(1) Limpedenza Zc data dalla formula Zc = Rc2 + Xc2 dove a sua volta la reattanza Xc legata allinduttanza Lc dalla relazione Xc = 2 ( FLc.

Mentre la resistenza Rc , a parit di temperatura, un parametro sempre noto e facilmente determinabile, linduttanza Lc dipende da molti fattori tra cui: frequenza, disposizione cavi ecc. che possono variare caso per caso. La tabella pertanto fornisce valori approssimati validi nella maggioranza dei casi per applicazioni standard.

TAB. 7.6 - IMPEDENZA ZC 1 Lungh. cavo(m) 1 3 5 8 10 15 20 25 30 35 40 60 100 1,5 2,5 4 6 10 SEZIONE 16 25

NEI CAVI IN RAME TRIPOLARI


2

CAVO (MM

) 50 70 95 120 150 185 240 300

35

Impedenza cavo Zc in (cavi tripolari) 19 57 95 152 190 285 380 475 570 665 760 1140 1900 12,7 38 63,3 101,3 126,7 190 253,3 316,7 380 443 506 760 1266 7,6 22,8 38 60,8 76 114 152 190 228 266 304 456 760 4,7 14,2 23,8 25,3 31,7 47,5 71,3 95 118,8 142,5 166,3 190 316,8 3,2 9,5 15,8 25,3 31,7 47,5 63,4 79,2 95 110,9 126,7 190 316,8 1,9 5,7 9,5 15,2 19 28,5 38 47,6 57 66,6 76 114 190,2 1,2 3,6 5,9 9,5 11,9 17,9 23,8 29,3 35,7 41,7 47,6 71,4 119 0,8 2,3 3,8 6,1 7,6 1,5 15,3 19,1 22,9 26,7 30,6 45,9 76,4 0,5 2,6 2,7 4,4 5,5 8,2 11 13,7 16,5 19,2 21,9 32,9 54,9 0,4 1,2 1,9 3 3,9 5,8 7,7 9,7 11,6 13,6 15,5 23,2 38,7 0,3 0,84 1,4 2,2 2,8 4,2 5,6 7 8,4 9,9 11,3 16,9 28,2 0,2 0,64 1,1 1,7 2,1 3,2 4,3 5,3 6,4 7,5 8,5 12,8 21,4 0,17 0,53 0,88 1,4 1,8 2,6 3,5 4,4 5,3 6,1 7 10,5 17,5 0,15 0,44 0,74 1,2 1,5 2,2 2,9 3,7 4,4 5,1 5,9 8,8 14,7 0,13 0,38 0,64 1 1,3 2,9 2,5 3,2 3,8 4,4 5 7,6 12,7 1,11 0,33 0,54 0,87 1 1,6 2,2 2,7 3,3 3,8 4,4 6,5 10,9 0,09 0,29 0,49 0,79 0,98 1,5 1,9 2,4 2,9 3,4 3,9 5,9 9,8

135

PROTEZIONE

CONTRO IL SOVRACCARICO ED IL CORTOCIRCUITO

TAB. 7.7 - VALORI 63 Lungh. cavo(m) 1 3 5 8 10 15 20 25 30 35 50 100 200 2,26 2,25 2,2 2,16 2,1 2,06 1,97 1,88 1,81 1,73 1,67 1,5 1,12 0,74 3,58 3,55 3,44 3,33 3,19 3,1 2,89 2,72 2,56 2,42 2,29 1,98 1,36 0,84 4,46 4,42 4,25 1,09 3,87 3,74 3,45 3,2 2,98 2,79 2,62 2,22 1,48 0,88 100 125

DELLA

ICC

IN FUNZIONE DELLA POTENZA DEL TRASFORMATORE E DELLIMPEDENZA DEL CAVO

160

200

PN (KVA) 250

315

400

500

630

800

1000

5,7 5,63 5,35 5,1 4,77 4,57 4,14 3,78 3,48 2,23 3,01 2,49 1,59 0,92

Icc in kA a 400 V (per un solo trasformatore di alimentazione) 7,1 8,84 11,1 14 6,99 8,66 10,8 13,5 6,57 8,03 9,84 12 6,2 7,5 9 10,9 5,71 6,8 8,04 9,46 5,43 6,39 7,49 8,71 4,83 5,58 6,40 7,26 4,35 4,95 5,58 6,23 3,96 4,45 4,95 5,46 3,63 4,04 4,45 4,85 3,35 3,7 4,04 4,37 2,73 2,95 3,17 3,36 1,68 1,76 1,84 1,9 0,95 0,98 1 1,02

17,3 16,7 14,5 12,8 10,9 9,9 8,08 6,82 5,9 5,20 4,65 3,53 1,96 1,03

21,6 20,6 17,4 15 12,4 11,2 8,9 7,4 6,33 5,53 4,91 3,68 2 1,05

24,2 23 19 16,2 13,3 11,8 9,32 7,68 6,54 5,69 5,04 3,75 2,02 1,05

27,1 25,5 20,7 17,4 14,1 12,5 9,71 7,95 6,73 5,83 5,15 3,81 2,04 1,06

Con riferimento allesempio proposto, supponendo che il tratto di linea BC sia lungo 20 m e che il cavo prescelto abbia una sezione di 300 mm2, posato in area libera su piano orizzontale la consultazione delle tabelle 2 e 3 indica quale probabile valore massimo della corrente di corto circuito nei punti D, E, F il valore di 25,5 kA (avendo assunto, prudenzialmente il valore di Zc = 1 m, anzich 1,9 m). Con ragionamento analogo, nota la lunghezze e la sezione del cavo nel tratto: FK, che nellesempio viene ipotizzato uguale a: DG = l1 = 10 m S1 = 185 mm2 EH = l2 = 30 m S2 = 70 mm2 FK = l3 = 35 m S3 = 10 mm2 si ricavano i valori delle correnti di corto circuito nei punti: 5, 6 e 7; Icc5, Icc6, Icc7 (ricordarsi in questo caso di sommare(1) allimpedenza del tratto di cavo FK quella gi determinata del tratto BC). I valori dedotti dalle tabelle 7.6 e 7.7 sono i seguenti: Icc2 = Icc6 = Icc7 = 3,81 kA Dopo aver determinato tutti gli elementi necessari, la scelta consigliata delle apparecchiature di manovra e protezione riassunta nella Tab. 7.8.
Tab. 7.8

Scelta dellinterruttore

POSIZIONE

DELLINTERRUTTORE

INTERRUTTORE IN(A) MTS 800 MTS 630 MTS 160 MTS 160 MTC 45 MTC 45 MTC 45

IN (A) 800 630 160 125 16 16 16

ICN (KA) 50 36 36 16 4,5(2) 4,5(2) 4,5(2)

1 2 3 4 5 6 7

(1) La somma dei moduli delle varie impedenze comporta un errore che sar tanto minore quanto pi vicini tra loro saranno gli angoli di fase delle impedenze degli elementi considerati. 2) Relativamente agli interruttori modulari (serie MTC), in conformit alla Norma, viene fornito il valore del potere di interruzione Icn anzich del potere nominale limite di corto circuito Icu.

136

Scelta rapida degli interruttori secondari e terminali

Nei confronti del corto circuito, la norma relativa agli interruttori definisce due grandezze caratteristiche relative alla tenuta alle sollecitazioni termiche ed elettrodinamiche degli apparecchi: Corrente ammissibile di breve durata Icw (kA efficaci) rappresenta il valore di corrente che linterruttore in grado di sopportare, senza essere danneggiato per un certo tempo, (ad es. 1 sec.) Potere di chiusura in cortocircuito Icm (kA di cresta): rappresenta il valore della corrente di cortocircuito che un interruttore pu stabilire, senza essere danneggiato, al momento della chiusura su un cortocircuito Un interruttore di manovra sezionatore, in grado di interrompere la corrente nominale ma non quella di cortocircuito occorre pertanto proteggerlo dal cortocircuito, inserendo a monte dei fusibili o un interruttore automatico limitatore di corrente. Entrambi i componenti citati hanno leffetto di limitare sia il valore di cresta della corrente di cortocircuito che lenergia passante I2t a valori che linterruttore di manovra pu sopportare. Con la protezione ed il potere limitatore dei fusibili e degli interruttori automatici, risulta pertanto possibile inserire un sezionatore in un punto della rete in cui i valori di cresta ed efficaci della corrente di cortocircuito siano superiori a quelli ammissibili dallinterruttore di manovra. Il valore efficace della corrente di cortocircuito presunta che un apparecchio in grado di sopportare viene anche definitocorrente condizionale di cortocircuito Per la scelta di un interruttore non basta tener conto della corrente nominale, ma indispensabile conoscere la corrente di cortocircuito Icc nel punto di installazione. Le tabelle che seguono permettono di definire il valore della corrente di cortocircuito trifase in un punto della rete a valle di un cavo conoscendo i seguenti dati: - Il valore della corrente di cortocircuito trifase a monte del cavo. - La lunghezza e la sezione del cavo (supponendo che sia in rame). Conoscendo il valore della corrente di cortocircuito a valle risulter agevole dimensionare in modo corretto linterruttore automatico scegliendo un potere di interruzione almeno pari o superiore al valore della corrente di cortocircuito Icc. nel punto di installazione. Nota: qualora i valori della Icc a monte e della lunghezza del cavo, non risultino in tabella, opportuno adottare i seguenti valori: - Il valore della Icc a monte immediatamente superiore. - La lunghezza del cavo immediatamente inferiore In questo modo la Icc a valle risulter sempre maggiore di quella effettiva a favore della sicurezza.

137

PROTEZIONE

CONTRO IL SOVRACCARICO ED IL CORTOCIRCUITO

Esempio

Considerando la rete elettrica indicata in figura sapendo che


400 V Icc = 32 kA

A 35 mm2 20 m

B IB IB

La tensione nominale di 400 V. La sezione del cavo di 35 mm2 e la sua lunghezza 20 m. Supponendo una Icc a monte di 32 kA si vuol conoscere il valore della Icc a valle. Procedere sulla riga relativa alla sezione 35 mm2 sino ad incontrare la lunghezza approssimata immediatamente inferiore ai 20 m dallesempio (= 19 m). Determinare la corrente di cortocircuito a valle nellintersezione tra: la colonna della lunghezza del cavo di 19 m e la riga relativa alla Icc immediatamente superiore ai 32 kA dellesempio (= 35kA). Nel nostro caso, il valore della corrente di cortocircuito a valle sar di 16 kA. Si dovr pertanto scegliere un interruttore con potere di interruzione almeno di 16 kA. Scelta degli interruttori: interruttore A - MTS 250 N interruttore B - MT 250 interruttore C - MTS 160 B

138

TAB. 7.9 - DETERMINAZIONE ICC


SEZIONE
DEI CAVI [MM
2

A VALLE DI UN CAVO

LUNGHEZZA

DEI CAVI [M]

1,5 2,5 4 6 10 16 25 35 esempio 50 70 95 120 150 185 240 300 2 x 120 2 x 150 2 x 185 3 x 120 3 x 150 3 x 185 Icc a monte [kA] 100 90 80 70 60 50 45 40 35 esempio 30 25 22 15 10 7 5 4

1,2 1 1,5 1,3 2 1,6 2,5 1,9 2,9 2,1 3,3 2,3 3,6 2,4 3,9 2,6 4 2,7 4 4 7 5 7 5 8 6 10 7 11 7 12 Icc a valle [kA] 91 83 75 66 57 48 44 39 34 30 25 22 15 10 7 5 4 86 79 72 64 55 47 43 38 34 29 25 22 15 10 7 5 4

1,1 1,6 2,1 2,8 3,6 4 5 5 6 6 7 10 11 12 15 16 17 80 74 68 61 53 45 41 37 33 29 24 21 15 10 7 5 4

1 1,6 2,3 3,1 4 5 7 8 8 9 10 11 15 17 18 23 25 28 71 67 61 55 49 42 39 35 31 27 23 21 15 10 7 5 4

1,4 2,2 3,3 5 6 8 10 12 13 15 16 17 23 26 29 35 39 44 60 57 53 49 44 38 36 32 29 26 22 20 14 10 7 5 4

1,2 2 3,1 5 6 9 12 15 17 20 22 24 26 35 39 44 52 59 66 49 47 45 42 38 34 32 29 27 24 21 19 13 10 7 5 4

1,2 1,7 2,8 4 7 9 13 17 22 26 30 34 37 41 52 59 67 77 89 100 38 37 36 34 32 29 27 25 23 21 19 17 13 9 7 5 4

1 1,6 2,4 3,9 6 9 13 18 24 31 37 43 49 55 60 74 86 98 112 130 147 29 29 28 27 25 24 23 21 20 18 17 15 12 9 7 5 4

1,4 2,3 3,4 6 9 14 19 26 36 46 55 65 74 84 92 111 129 147 166 194 221 21 21 21 20 19 18 18 17 16 15 14 13 10 8 6 5 4

1,2 1,9 3 5 7 12 18 25 35 48 62 76 89 102 116 127 151 177 203 227 266 304 16 16 16 16 15 15 14 14 13 13 12 11 9 7 6 4 4

1,7 2,6 4 6 10 16 25 34 48 66 86 104 122 140 161 177 208 244 281 312 367

2,3 3,9 6 9 15 24 38 52 74 101 132 160 189 218 250 276 321 378

3,3 5 8 12 21 33 51 71 99 136 178 217 256 295 340 375

5 6 10 15 25 39 61 85 120 164 215 262 310 357

6 10 17 25 41 66 103 143 201 276 362

9 13 20 30 50 70 123 174 242 332 435

12 16 25 37 62 99 154 215 303

12 12 12 12 12 11 11 11 11 10 10 9 8 6 5 4 4

8 8 8 8 8 8 8 8 8 7 7 7 6 5 4 4 3

6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6 5 4 4 3 3

5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 4 4 4 3 3

3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 2 2

3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 2 2

2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2

Note alla tabella: 1) I valori della tabella sono stati calcolati considerando: La tensione trifase di 400 V I cavi trifasi in rame La temperatura del rame di 20 C 2) Nel caso di una tensione trifase concatenata di 230 V dividere le lunghezze indicate nella tabella per )3 = 1,732 3) Se sono installati cavi in parallelo occorre dividere la lunghezza per in numero dei cavi in parallelo.

139

PROTEZIONE

CONTRO IL SOVRACCARICO ED IL CORTOCIRCUITO

IL POTERE
DI INTERRUZIONE DEGLI APPARECCHI E LE CARATTERISTICHE DI LIMITAZIONE

Gli apparecchi destinati allapertura in caso di cortocircuito devono possedere caratteristiche tali da assicurare linterruzione ottimale del circuito. La caratteristica fondamentale che lapparecchio deve possedere un potere nominale di interruzione non inferiore alla corrente presunta di cortocircuito nel punto considerato, ossia: Icn ' Icc Per potere nominale di interruzione si intende il massimo valore efficace della componente simmetrica che lapparecchio in grado di interrompere in condizioni di tensione e con caratteristiche circuitali specificate dalle norme. Il potere di interruzione degli apparecchi e le relative norme di riferimento sono specificate dai costruttori. Per la scelta corretta del dispositivo di protezione non basta valutare attentamente il potere di interruzione, ma occorre anche conoscere quale il massimo dellenergia specifica passante che il dispositivo lascia passare durante linterruzione. Il valore dellenergia specifica passante di notevole importanza in quanto deve risultare inferiore al massimo valore dellenergia specifica passante sopportata dal cavo in condizione di cortocircuito, per cui si deve sempre verificare la seguente relazione: K2S2 ' I2t In relazione al tipo di dispositivo adottato per la protezione da cortocircuito, per fusibili o interruttori automatici si presentano gli andamenti tipici dellenergia specifica passante (Fig. 7.7 e 7.8).

Fig. 7.7

Andamento l2t/Icc tipico dei fusibili

I2t (A S)

Icc (kA)

140

Fig. 7.8

Andamento l2t/Icc tipico degli interruttori automatici

I2t (A S)

Diagramma dei valori maggiori (da indicare nella documentazione di accompagnamento degli interruttori automatici)

Icc (kA)

CRITERI PER LA SCELTA


DELLE PROTEZIONI CONTRO IL CORTOCIRCUITO

I criteri per la scelta del dispositivo di protezione contro i cortocircuiti vengono indicati dalla Norma CEI 64-8 al capitolo 53. Tutti i conduttori devono risultare adeguatamente protetti dal cortocircuito allinizio della conduttura fatta eccezione per i seguenti tre casi per i quali richiesta per la verifica del minimo pericolo in caso di cortocircuito e che non vi sia presenza nelle vicinanze di materiali combustibili: 1) condutture che collegano sorgenti di energia (generatori, batterie, trasformatori, raddrizzatori) con i rispettivi quadri purch siano previsti su questi ultimi adeguati dispositivi di protezione; 2) circuiti la cui interruzione improvvisa pu dar luogo a pericoli; 3) alcuni circuiti di misura. E concesso installare il dispositivo di protezione dal cortocircuito entro una distanza massima di 3 m dallinizio della conduttura quando il tratto considerato sia realizzato in modo tale da rendere minima la possibilit che si manifesti un cortocircuito e che sia ridotto al minimo il pericolo di incendio o di danni alle persone. I dispositivi per la protezione da cortocircuito devono: a) presentare un potere di interruzione adeguato in funzione della massima corrente presunta di cortocircuito che si pu manifestare nel circuito considerato. Per i circuiti trifase occorre considerare sia il guasto trifase che quello monofase. b) intervenire in tempi tali da evitare surriscaldamenti dei conduttori oltre il limite ammesso. Questa condizione deve essere verificata in qualsiasi punto dellimpianto (normalmente allinizio e nel punto pi lontano della conduttura). La condizione da rispettare per corto circuito allinizio della conduttura : I2t ! K2S2

141

PROTEZIONE

CONTRO IL SOVRACCARICO ED IL CORTOCIRCUITO

Fig. 7.9

La protezione del cavo si realizza nel tratto compreso tra la doppia intersezione delle due curve.

I t

I t del cavo

I t dellinterruttore automatico

Im

Icumin

Icc presunta

Icc

La precedente condizione verificata quando la curva di K2 S2 si trova sopra la caratteristica I2t del dispositivo di protezione per tutti i valori fino alla corrente Icc presunta (Fig. 7.9). Nei casi in cui la protezione termica del cavo omessa o sovradimensionata bisogna verificare anche la condizione di cortocircuito nel punto pi lontano della conduttura. Questo si realizza calcolando la Iccmin e confrontandola con la corrente magnetica del dispositivo di protezione: Iccmin ' Im (Fig. 7.9). La Norma CEI 64-8, allart. 533.3 (commento) suggerisce una formula approssimativa per calcolare Icc in fondo ad una conduttura basata sui presupposti che, durante il cortocircuito, allinizio della conduttura considerata si abbia una tensione pari all80% del valore nominale e la resistenza della linea aumenti del 50% per lincremento della temperatura del cavo in corto circuito. Nel caso invece in cui sia nota limpedenza del circuito a monte della linea la formula non pi valida, pur restando validi i coefficienti riduttivi. A) in caso di neutro non distribuito (cortocircuito fase-fase)

Icc/MIN =
dove: U = tensione conca tonda

0,8U 1,5* 2L S

= resistivit del conduttore a 20C ( mm2/m) L = lunghezza della conduttura protetta (m) S = sezione della conduttura protetta (mm2)

142

B) in caso di neutro distribuito (cortocircuito fase-neutro)

Icc/MIN =
dove:

0,8Uo 1,5*(1+m) L S

, L, S hanno gli stessi significati di cui al punto (A) Uo = tensione di fase m = rapporto tra la resistenza del conduttore di neutro e quella del conduttore di fase (rapporto tra le sezioni se sono costituite dallo stesso materiale). Le due formule non tengono conto della reattanza delle condutture; occorre perci introdurre in caso di cavi con sezione superiore a 95 mm2 i seguenti fattori correttivi.
SEZIONE K
MM
2

120 0,9

150 0,85

185 0,80

240 0,75

Anche se si utilizzano interruttori automatici, non correttamente scelti per la protezione da sovraccarico, occorre verificare sia il valore massimo sia quello minimo della corrente di cortocircuito. La Fig. 7.10 mostra una conduttura protetta sia dal cortocircuito che dal sovraccarico, mentre la Fig. 7.11 rappresenta una conduttura protetta parzialmente solo dal cortocircuito.
Fig. 7.10

Cavo protetto dal sovraccarico

I t I t del cavo
2

I t dellinterruttore automatico

Icc presunta

Icc

143

PROTEZIONE

CONTRO IL SOVRACCARICO ED IL CORTOCIRCUITO

Fig. 7.11

Cavo non protetto dal sovraccarico

I t

zona non protetta

zona non protetta

I t del cavo

I t dellinterruttore automatico

Icc min

Icc MAX

Icc

Per correnti inferiori a Icc min o superiori a Icc MAX la protezione inefficace

LUNGHEZZA MASSIMA
PROTETTA
Tab. 7.10

Le tabelle che seguono devono essere usate quando non presente la protezione termica, e tengono conto di un coefficiente di tolleranza di intervento magnetico di 1,2.
S fase S neutro TRIFASE 400 TRIFASE 400
V O BIFASE V

Fattore di correzione da applicare alle lunghezze massime

=1

S fase S neutro 0,39

=2

400 +

V SENZA NEUTRO

1 0,58 0,58

NEUTRO V FASE NEUTRO

MONOFASE 4230

Note: nelle formule si tenuto conto di una riduzione dell80 % della tensione di alimentazione dovuta alla corrente di cortocircuito rispetto alla tensione nominale di alimentazione (coeff. 0,8 e dellaumento della resistenza dei conduttori dovuti al riscaldamento (coeff. 1,5).

144

TAB. 7.11A - PROTEZIONE sez. [mm2] 1,5 2,5 4 6 10 16 25 35 50 70 95 120 150 185 240 300 regolazione magnetica [A] 20 370 617 30 247 412 658 40 185 309 494 741 50 148 247 395 593 60 123 206 329 494 70 106 176 282 423 705 80 93 154 247 370 617 90 82 137 219 329 549

DEL CAVO

LUNGHEZZA MASSIMA PROTETTA [M]

100 74 123 198 296 494 790

120 62 103 165 247 412 658

140 53 88 141 212 353 564

160 46 77 123 185 309 494 772

180 41 69 110 165 274 439 686

200 37 62 99 148 247 395 617

240 31 51 82 123 206 329 514 720

280 26 44 71 106 176 282 441 617

320 23 39 62 93 154 247 386 540 772

400 19 31 49 74 123 198 309 432 617

440 17 28 45 67 112 180 281 393 561 786

480 15 26 41 62 103 165 257 360 514 720

520 14 24 38 57 95 152 237 332 475 665

TAB. 7.11B - PROTEZIONE sez. [mm ] 1,5 2,5 4 6 10 16 25 35 50 70 95 120 150 185 240 300 35 53 88 141 220 309 441 617 33 49 82 132 206 288 412 576 30 46 76 122 190 266 380 532 28 42 71 113 176 247 353 494 670 25 37 62 99 154 216 309 432 586 667 22 33 55 88 137 192 274 384 521 593 20 30 49 79 123 173 247 346 469 533 630 27 45 72
2

DEL CAVO

LUNGHEZZA MASSIMA PROTETTA [M]

regolazione magnetica [A] 560 600 650 700 800 900 1000 1100 1250 1600 2000 2500 3200 4000 5000 6300 8000 10000 12500

40 63 99 138 198 277 375 427 504 585

31 49 77 108 154 216 293 333 394 457 556 667

25 40 62 86 123 173 235 267 315 365 444 533

20 32 49 69 99 138 188 213 252 292 356 427 25 39 54 77 108 147 167 197 228 278 333 20 31 43 62 86 117 133 157 183 222 267 25 35 49 69 94 107 126 146 178 213 20 27 39 55 74 85 100 116 141 169 15 22 31 43 59 67 79 91 111 133 12 17 25 35 47 53 63 73 89 107 10 14 20 28 38 43 50 58 71 85

112 157 224 314 426 485 572 664

145

PROTEZIONE

CONTRO IL SOVRACCARICO ED IL CORTOCIRCUITO

COORDINAMENTO
DELLE PROTEZIONI

Il coordinamento dei dispositivi di protezione pu essere di due tipi: - selettivo (cronometrico, amperometrico, di zona); - di sostegno (o back-up).

Coordinamento selettivo

La mancanza di energia elettrica, anche per un breve tempo, pu causare danni economici e, in alcuni casi, compromettere la sicurezza delle persone. Ad esempio, in alcuni impianti ove richiesta la massima continuit di esercizio, quale: - impianti industriali a ciclo continuo; - impianti ausiliari di centrali; - reti di distribuzione civili (ospedali, banche, ecc.); - impianti di bordo; predomina sulle altre esigenze quella di garantire il pi possibile la continuit di funzionamento. La soluzione normalmente adottata quella del coordinamento selettivo delle protezioni di massima corrente, che consente di isolare dal sistema la parte di impianto interessata dal guasto, facendo intervenire il solo interruttore situato immediatamente a monte di esso. Si ricorre pertanto alla protezione selettiva, il cui scopo quello di coordinare lintervento fra due interruttori, ad esempio A e B (Fig. 7.12) disposti tra loro in serie, in modo che in caso di guasto in C si apra solo linterruttore B, garantendo cos la continuit del servizio al resto dellimpianto alimentato dallinterruttore A.

Fig. 7.12

Protezione selettiva

B C

Al fine di realizzare un corretto coordinamento selettivo, si devono tener presente le seguenti regole fondamentali: 1) Allo scopo di ridurre gli effetti di tipo termico ed elettrodinamico e contenere i tempi di ritardo entro valori ragionevoli, il coordinamento selettivo non dovrebbe avvenire tra pi di quattro interruttori in cascata (Fig. 7.13). 2) Ciascun interruttore deve essere in grado di stabilire, supportare ed interrompere la massima corrente di cortocircuito nel punto dove installato. 3) Per assicurarsi che gli interruttori di livello superiore non intervengano, mettendo fuori servizio anche parti di impianto non guaste, si devono adottare soglie di corrente di intervento, ed eventualmente di tempo di intervento, di valore crescente partendo dagli utilizzatori andando verso la sorgente di alimentazione.

146

4) Per assicurare la selettivit, lintervallo dei tempi di intervento dovrebbe essere approssimativamente di 0.1- 0.2 s. Il tempo massimo di intervento non dovrebbe superare i 0.5 s.
Fig. 7.13

Tempi di intervento massimi consentiti per assicurare la selettivit


1 t1
0,75

0 0,25 0,50

td (0,5)

0,75 0,50

0,25

t1

td (0,3)

3
0,75

0 0,25 0,50

t1

td (0,1)

4 F
0,75

0 0,25 0,50

t1

IST

Gradi di selettivit

La selettivit fra due interruttori in cascata, pu essere totale o parziale (Fig. 7.14); in particolare:
t B A IL = limite di selettivit tra A e B A

Fig. 7.14

Selettivit totale e parziale

B C

Totale

Parziale

147

PROTEZIONE

CONTRO IL SOVRACCARICO ED IL CORTOCIRCUITO

Tipi di selettivit

- Selettivit totale. La selettivit totale se si apre solo linterruttore B, per tutti i valori di corrente inferiori o uguali alla massima corrente di cortocircuito presunta nel punto in cui installato B. - Selettivit parziale. La selettivit parziale se si apre solo linterruttore B per valori di corrente di cortocircuito in C inferiori al valore IL, oltre il quale si ha lintervento simultaneo di A e B. In molti tipi di impianto la selettivit parziale viene ammessa, specie se la grande maggioranza dei guasti viene coperta dallintervento selettivo (nel caso di impianti di B.T. con linee di utenza abbastanza lunghe a valle dellinterruttore B) e lintervento simultaneo si verifica solo per guasti poco probabili in prossimit del dispositivo di protezione B. I tipi di selettivit che si possono avere sono: cronometrica, amperometrica e di zona; nel seguito verranno esaminati separatamente.

Selettivit cronometrica

il tipo di selettivit pi efficace e si realizza con limpiego di sganciatori o rel muniti di dispositivi di ritardo intenzionale dellintervento. I ritardi vengono scelti con valori crescenti risalendo lungo limpianto per garantire che lintervento sia effettuato dallinterruttore immediatamente a monte del punto in cui si verificato. Linterruttore A interviene con ritardo +t rispetto allinterruttore B, nel caso che entrambi gli interruttori siano interessati da una corrente di guasto di valore superiore a Im (Fig. 7.15).

Fig. 7.15

t B A Im A

+t I C

Linterruttore A, ovviamente, dovr essere in grado, come gi detto, di sopportare le sollecitazioni dinamiche e termiche durante il tempo di ritardo. Selettivit amperometrica Questo tipo di selettivit, usata abbastanza frequentemente negli impianti di B.T., si realizza regolando la soglia di intervento istantaneo a valori di corrente diversi fra gli interruttori A e B e sfruttando la condizione favorevole del diverso valore assunto dalla corrente di cortocircuito in funzione della posizione in cui si manifesta il guasto a causa dellimpedenza dei cavi. Per effetto della limitazione dovuta a questa impedenza in certi casi possibile regolare lintervento istantaneo dellinterruttore a monte del cavo ad un valore dellintensit di corrente superire a quello del massimo valore raggiungibile dalla corrente di guasto che percorre linterruttore a valle, pur assicurando quasi completamente la protezione della parte di impianto compresa tra i due interruttori.

148

A seconda degli interruttori impiegati, la selettivit amperometrica pu assumere condizioni diverse (Fig. 7.16):
Fig. 7.16
t B A a
b

Diverse tipologie di selettivit amperometrica

t A B A

t B A

S B C

a) Con interruttori tradizionali sia a monte che a valle: la selettivit tanto pi efficace e sicura quanto pi grande la differenza fra la corrente nominale dellinterruttore posto a monte e quella dellinterruttore posto a valle. Inoltre la selettivit amperometrica generalmente risulta totale se la corrente di cortocircuito in C inferiore alla corrente magnetica dintervento dellinterruttore A. b) Con interruttori tradizionali con breve ritardo a monte e interruttori tradizionali a valle: la selettivit amperometrica, per valori di corrente di cortocircuito elevati, pu essere migliorata utilizzando interruttori a monte provvisti di rel muniti di breve ritardo (curva S). La selettivit totale se linterruttore A non si apre. La possibilit di avere interventi selettivi senza lintroduzione di ritardi intenzionali riduce le sollecitazioni termiche e dinamiche allimpianto in caso di guasto e frequentemente permette di sotto-dimensionare alcuni suoi componenti. c) Con interruttori tradizionali a monte e interruttori limitatori a valle: usando interruttori limitatori a valle e, a monte di essi, interruttori tradizionali (dotati di potere dinterruzione adeguato con sganciatori di tipo istantaneo) possibile ottenere selettivit totale. In questo caso la selettivit dellintervento si realizza grazie ai tempi di intervento estremamente ridotti dellinterruttore limitatore che riducono limpulso di energia dovuto alla corrente di guasto a valori tanto bassi da non causare lintervento dellinterruttore a monte. Con questo principio possibile realizzare la selettivit totale anche tra interruttori limitatori di diverso calibro fino a quei valori di corrente che non provocano lapertura transitoria dei contatti del limitatore a monte. Selettivit energetica un tipo di selettivit alla quale si ricorre quando fra due interruttori non possibile impostare un tempo di ritardo nellintervento. Questo sistema pu consentire di ottenere un livello di selettivit che va oltre il valore della soglia magnetica dellinterruttore a monte, impiegando un interruttore limitatore a valle. Nel caso si abbia a monte un interruttore del tipo B ma con Icw ! Icu, in funzione della limitazione effettuata dallinterruttore a valle possiamo ottenere un limite di selettivit superiore al valore della soglia istantanea dellinterruttore a monte.

149

PROTEZIONE

CONTRO IL SOVRACCARICO ED IL CORTOCIRCUITO

Per lo studio della selettivit energetica non si confrontano le curve di intervento corrente/tempo dei componenti installati in serie ma le curve dellenergia specifica (I2t) lasciata passare dallinterruttore a valle e la curva dellenergia dellinterruttore a monte. Si ottiene la selettivit energetica se le due curve non hanno punti di intersezione. Leffetto di limitazione dellenergia specifica passante funzione del tipo di interruttore (meccanismo di apertura, contatti ecc.) mentre il livello energetico di non sgancio legato alle caratteristiche di intervento dello sganciatore (soglia istantanea, tempo di intervento), nonch dalla soglia di repulsione dei contatti (apertura incondizionata).
Fig. 7.17

Selettivit energetica

t 1 2 1

I2t (A S)

1 2

ICC

ICC

Per poter realizzare in maniera ottimale una selettivit energetica occorre pertanto impiegare: - sganciatori istantanei con tempo di risposta legato alla corrente di cortocircuito e di taglia diversa. - interruttori con una forte limitazione di corrente ed i contatti differenziati per taglia. Limpiego di interruttori limitatori a valle permette inoltre una sensibile riduzione delle sollecitazioni termiche ed elettrodinamiche alle quali soggetto limpianto e di contenere i ritardi intenzionali imposti agli interruttori installati a livello primario. Selettivit di zona o accelerata Ladozione del coordinamento selettivo delle protezioni comporta per sua natura lallungamento dei tempi di eliminazione dei guasti man mano che ci si avvicina alla sorgente dellenergia e quindi dove il valore della corrente di guasto maggiore. In impianti importanti, nei quali i livelli di distribuzione possono diventare molti, questi tempi potrebbero diventare inaccettabili sia per il valore elevato dellenergia specifica passante I2t , sia per lincompatibilit con i tempi di estinzione prescritti dallEnte fornitore di energia. In questi casi pu essere necessario adottare un sistema di selettivit di zona o accelerata. Questa tecnica, pi sofisticata, consente di accorciare i tempi determinati dalla selettivit cronometrica tradizionale pur mantenendo la selettivit degli interventi. Questo tipo di coordinamento si basa sulle seguenti operazioni: - immediata individuazione dellinterruttore a cui compete leliminazione selettiva del guasto; - abbreviazione del tempo di intervento di tale interruttore; - mantenimento del coordinamento selettivo degli interruttori a monte.

150

Il principio su cui basarsi per determinare quale sia linterruttore pi vicino al guasto consiste nellutilizzare la corrente di guasto come unico elemento di riferimento comune per i vari interruttori e creare un interscambio di informazioni in base alle quali determinare in modo praticamente istantaneo quale parte dellimpianto deve essere tempestivamente staccata dal sistema.
Fig. 7.18

Esempio delle varie condizioni di guasto


0,2 s A

0,1 s

0s

Guasto a valle dellinterruttore C: linterruttore C interviene istantaneamente per guasti di cortocircuito che insorgono a valle di esso, e gli interruttori A e B, in virt dei ritardi impostati, non intervengono e ritornano alle condizioni di esercizio normalmente non appena la sovracorrente si estingue (pochi millisecondi). Guasto a valle dellinterruttore B: il guasto d luogo allintervento dellinterruttore B istantaneamente dallinsorgere del guasto stesso. Linterruttore A si comporta come nel caso precedente. Guasto a valle dellinterruttore A: la corrente di guasto interessa solo linterruttore A e pertanto d luogo allintervento istantaneo dellinterruttore stesso.

151

PROTEZIONE

CONTRO IL SOVRACCARICO ED IL CORTOCIRCUITO

PROTEZIONE
DI SOSTEGNO

(O BACK-UP)

La protezione di sostegno basata sul principio esattamente contrario rispetto a quello selettivo: richiesta lapertura contemporanea dellinterruttore a monte e dellinterruttore a valle, oppure quella del solo interruttore a monte per valori della corrente di cortocircuito superiori ad un certo valore limite. Tale tipo di protezione ammesso dalle norme CEI 64-8 e CEI EN 60947-2 A1.
Fig. 7.19

Protezione di back-up
A

B C

Come rappresentato nella Fig. 7.19, gli interruttori A e B, disposti in serie in un circuito, sono coordinati in modo tale da intervenire simultaneamente in caso di guasto in C per un valore di corrente superiore ad una prefissata soglia, detta corrente di scambio. In tal modo i due interruttori interagiscono tra loro comportandosi come fossero una sola unit con due interruzioni poste in serie che interrompono il cortocircuito. Tutto ci conferisce allinsieme e quindi anche allinterruttore B un potere di interruzione superiore a quello che linterruttore B stesso potrebbe fronteggiare da solo.

Limpiego di interruttori limitatori a monte consente maggiori margini di sicurezza. La protezione di sostegno viene utilizzata in impianti elettrici in cui la continuit di esercizio della parte non guasta non requisito fondamentale, ma esistono altre esigenze prioritarie quali: 1) la necessit di limitare gli ingombri delle apparecchiature elettriche; 2) la necessit di non modificare impianti esistenti anche se non pi idonei alle nuove correnti di guasto 3) il problema tecnico-economico di contenere il dimensionamento dei componenti dellimpianto elettrico La protezione di sostegno, pertanto, applicabile quando non vi sono esigenze di selettivit, consente, in particolare, di proteggere impianti sottodimensionati rispetto alla corrente di guasto presunta (ossia consente sensibili risparmi nel dimensionamento degli interruttori a valle). Condizioni indispensabili per la realizzazione della protezione di sostegno: 1) linterruttore a monte deve avere un potere di interruzione almeno pari alla corrente di cortocircuito presunta nel punto di installazione dellinterruttore a valle; 2) la corrente di cortocircuito e lenergia specifica, lasciata passare di fatto nellimpianto dallinterruttore a monte non devono danneggiare linterruttore a valle; 3) i due interruttori devono essere realmente in serie in modo da essere percorsi dalla stessa corrente in caso di guasto. comunque necessario, in caso di adozione della protezione di sostegno, scegliere combinazioni di apparecchi delle quali siano state verificate dal costruttore attraverso prove pratiche, lefficienza e le caratteristiche del complesso. Si deve infatti precisare che il valore del potere di interruzione della serie non pu essere ricavato teoricamente, ma pu essere definito solo con prove dirette, fatte in laboratorio.

152

PROTEZIONE

E COMANDO CIRCUITI UTILIZZATORI

RIFASAMENTO

Negli impianti funzionanti a corrente alternata sinusoidale, le tensioni e le correnti vengono rappresentate mediante fasori (vettori rotanti). Accade pertanto che in funzione del tipo di utilizzatore il vettore tensione pu essere in fase con il vettore corrente, oppure sfasato in anticipo o in ritardo. Generalmente, nelle applicazioni industriali, gli utilizzatori sono di tipo ohmico-induttivo e possono presentare un angolo di sfasamento tensione-corrente che pu essere anche particolarmente elevato. Si rende allora necessario rifasare, cio diminuire tale angolo per ridurre il modulo della corrente totale IT circolante in linea e di conseguenza la potenza persa. Per rifasare si allaccia in parallelo al carico un condensatore che assorbe una corrente IC sfasata di 90 in anticipo rispetto la tensione come mostrato nella Fig. 8.1 .
Fig. 8.1

Esempio di rifasamento di un carico ohmico-induttivo e diagramma fasoriale prima del rinfasamento (interruttore T aperto) e dopo rifasamento (interrutore T chiuso)
V

IT

I IT " X " IC I

R IC

T C

Il valore della capacit C, necessaria per effettuare il rifasamento totale, oppure parziale (nel contratto con lEnte distributore di norma sufficiente garantire un cos ! 0.9) dato dalle seguenti formule: rifasamento totale C = rifasamento parziale C = dove: P = potenza attiva dellutilizzatore tg = tangente dellangolo dellutilizzatore (ricavabile dal cos dello stesso) ovverosia rapporto tra la reattanza induttiva e la resistenza dellutilizzatore tg = tangente dellangolo ossia dellangolo tensione-corrente dopo il rifasamento (nel caso si rifasi a cos = 0.9 si ha : tg = 0.484) f V = frequenza di rete (50 Hz) = tensione di rete di alimentazione dellutilizzatore. Ptg 2 fV 2 P(tg - tg ) 2 fV 2

Il rifasamento di un impianto porta vantaggi economici sia per chi rifasa (riduzione nelladdebito di energia reattiva da parte dellEnte distributore) sia per lEnte stesso che riduce le perdite sulle linee e quindi riduce le spese di generazione e trasporto dellenergia elettrica.

154

Inoltre, il rifasamento consente di: - aumentare la potenzialit dellimpianto esistente perch a parit di dimensioni (trasformatori e cavi) viene utilizzata maggiore energia attiva; - ridurre le cadute di tensione lungo la linea elettrica e sullimpianto interno. Tipologie di rifasamento e scelta del condensatore Sono possibili le seguenti tipologie di rifasamento: - centralizzato - distribuito - parzializzato Rifasamento centralizzato
Fig. 8.2

Nel rifasamento centralizzato, le unit rifasanti (i condensatori) sono allacciati a monte di tutti i carichi da rifasare e installate immediatamente a valle del punto di misura del cos, ad esempio nella cabina MT/BT o in prossimit del quadro generale di distribuzione. (Fig. 8.2) Il rifasamento centralizzato trova applicazione negli impianti con molti carichi eterogenei che lavorano saltuariamente, nei quali lassorbimento di energia reattiva da parte dei carichi contemporaneamente in servizio risulta abbastanza complesso e mediamente costante. Ci permette di installare una batteria di potenza notevolmente inferiore alla potenza complessiva che sarebbe altrimenti necessaria qualora venisse adottato un rifasamento di tipo distribuito. altres opportuno prevedere quando lassorbimento di potenza reattiva molto variabile, una regolazione automatica dellimpianto rifasante mediante una batteria a pi gradini.

Rifasamento centralizzato

Rifasamento distribuito
Fig. 8.3

Si realizza allacciando direttamente le singole unit rifasanti ai morsetti di ciascun utilizzatore da rifasare, secondo lo schema mostrato in Fig. 8.3. Tecnicamente rappresenta la miglior soluzione per i seguenti motivi: - condensatore e apparecchio utilizzatore seguono esattamente le stesse vicende per cui la regolazione del cos risulta sistematica ed automatica; - oltre allEnte distributore beneficia dello sgravio dellenergia reattiva anche lutente che, oltre alla riduzione tariffaria, ottiene un vantaggio nel dimensionamento delle linee interne dellimpianto che collegano la cabina MT/BT con carichi rifasati (cos pi basso, reattanza pi bassa, quindi cavi con una sezione inferiore a parit di corrente richiesta); - condensatore e carico possono essere inseriti e disinseriti contemporaneamente, usufruendo inoltre delle stesse protezioni contro i sovraccarichi e i corto circuiti.

Rifasamento distributivo

155

PROTEZIONE

E COMANDO CIRCUITI UTILIZZATORI

Rifasamento parzializzato
Fig. 8.4

Nel rifasamento parzializzato le unit di rifasamento vengono poste in parallelo a ciascuno dei quadri elettrici che alimentano pi utenze tra loro raggruppate, per omogeneit del carico e/o per potenze similari (Fig. 8.4).

Rifasamento parzializzato

una soluzione intermedia tra le due esaminate in precedenza e trova impiego laddove limpianto molto esteso e alimenta utenze (ad esempio officine) con diverso andamento dei carichi. Scelta del condensatore Dopo aver individuato la tipologia di rifasamento pi appropriata per lo specifico impianto, si procede al dimensionamento alla scelta del condensatore, avvalendosi delle formule generali mostrate in precedenza oppure consultando la Tab. 8.1 che permette di calcolare, per ogni valore di cos prima e dopo il rifasamento, la potenza necessaria della batteria di condensatori in kVAR per kW. Esempio di utilizzo della tabella: vi sia uninstallazione di potenza media di 240 kW a 400 V avente un cos di 0,75; per elevare il cos a 0,90 occorre una batteria di condensatori di potenza: Qc = 240 X 0,398 = 95,52 kVAR a 400 V Nei casi in cui si hanno problemi nellindividuazione del cos nellimpianto, si pu utilmente ricorrere alla lettura, per esempio mensile, dei contatori di energia attiva e reattiva. Utilizzando la Tab. 8.2, si pu rilevare il valore di cos attraverso il rapporto energia reattiva/energia attiva. Ad esempio se le due letture mensili sono rispettivamente: Er 3750 kVARh Il rapporto Er/Ea = 3750/5700 = 0,65 A cui corrisponde un cos = 0,84 Ea 5700 kWh

156

TAB. 8.1 - DETERMINAZIONE COS


DI PARTENZA

DELLA POTENZA DELLA BATTERIA DI CONDENSATORI DI RIFASAMENTO

COS 0,80 1,557 1,474 1,413 1,356 1,290 1,230 1,179 1,130 1,076 1,030 0,982 0,936 0,894 0,850 0,809 0,769 0,730 0,692 0,665 0,618 0,584 0,549 0,515 0,483 0,450 0,419 0,388 0,358 0,329 0,299 0,270 0,242 0,213 0,186 0,159 0,132 0,105 0,079 0,053 0,026

DA OTTENERE

0,40 0,41 0,42 0,43 0,44 0,45 0,46 0,47 0,48 0,49 0,50 0,51 0,52 0,53 0,54 0,55 0,56 0,57 0,58 0,59 0,60 0,61 0,62 0,63 0,64 0,65 0,66 0,67 0,68 0,69 0,70 0,71 0,72 0,73 0,74 0,75 0,76 0,77 0,78 0,79 0,80 0,81 0,82 0,83 0,84 0,85 0,86 0,87 0,88 0,89 0,90
Nota: i valori della Tab. 10.1 sono colcolati con le seguenti formule

0,85 1,668 1,605 1,544 1,487 1,421 1,360 1,309 1,260 1,206 1,160 1,112 1,066 1,024 0,980 0,939 0,899 0,865 0,822 0,785 0,748 0,714 0,679 0,645 0,613 0,580 0,549 0,518 0,488 0,459 0,429 0,400 0,372 0,343 0,316 0,289 0,262 0,235 0,209 0,183 0,156 0,130 0,104 0,078 0,052 0,026

0,90 1,805 1,742 1,681 1,624 1,558 1,501 1,446 1,397 1,343 1,297 1,248 1,202 1,160 1,116 1,075 1,035 0,996 0,958 0,921 0,884 0,849 0,815 0,781 0,749 0,716 0,685 0,654 0,624 0,595 0,565 0,536 0,508 0,479 0,452 0,425 0,398 0,371 0,345 0,319 0,292 0,266 0,240 0,214 0,188 0,162 0,136 0,109 0,083 0,054 0,028

0,91 1,832 1,769 1,769 1,709 1,651 1,586 1,532 1,473 1,425 1,370 1,326 1,276 1,230 1,188 1,144 1,103 1,063 0,986 0,949 0,912 0,878 0,843 0,809 0,777 0,744 0,713 0,682 0,652 0,623 0,593 0,564 0,536 0,507 0,400 0,453 0,426 0,399 0,373 0,347 0,320 0,294 0,268 0,242 0,216 0,190 0,164 0,140 0,114 0,085 0,059 0,031
Dove:

0,92 1,861 1,798 1,738 1,680 1,614 1,561 1,502 1,454 1,400 1,355 1,303 1,257 1,215 1,171 1,130 1,090 1,051 1,013 0,976 0,939 0,905 0,870 0,836 0,804 0,771 0,740 0,709 0,679 0,650 0,620 0,591 0,563 0,534 0,507 0,480 0,453 0,426 0,400 0,374 0,347 0,321 0,295 0,269 0,243 0,217 0,191 0,167 0,141 0,112 0,086 0,058

0,93 1,895 1,831 1,771 1,713 1,647 1,592 1,533 1,485 1,430 1,386 1,337 1,291 1,249 1,205 1,164 1,124 1,085 1,047 1,010 0,973 0,939 0,904 0,870 0,838 0,805 0,774 0,743 0,713 0,684 0,654 0,625 0,597 0,568 0,541 0,514 0,487 0,460 0,434 0,408 0,381 0,355 0,329 0,303 0,277 0,251 0,225 0,198 0,172 0,143 0,117 0,089

0,94 1,924 1,860 1,800 1,742 1,677 1,626 1,567 1,519 1,464 1,420 1,369 1,323 1,281 1,237 1,196 1,156 1,117 1,079 1,042 1,005 0,971 0,936 0,902 0,870 0,837 0,806 0,775 0,745 0,716 0,686 0,657 0,629 0,600 0,573 0,546 0,519 0,492 0,466 0,440 0,413 0,387 0,361 0,335 0,309 0,283 0,257 0,230 0,204 0,175 0,149 0,121

0,95 1,959 1,896 1,836 1,778 1,712 1,659 1,600 1,532 1,497 1,453 1,403 1,357 1,315 1,271 1,230 1,190 1,151 1,113 1,076 1,039 1,005 0,970 0,936 0,904 0,871 0,840 0,809 0,779 0,750 0,720 0,691 0,663 0,634 0,607 0,580 0,553 0,526 0,500 0,474 0,447 0,421 0,395 0,369 0,343 0,317 0,291 0,264 0,238 0,209 0,183 0,155

0,96 1,998 1,935 1,874 1,816 1,751 1,695 1,636 1,588 1,534 1,489 1,441 1,395 1,353 1,309 1,268 1,228 1,189 1,151 1,114 1,077 1,043 1,008 0,974 0,942 0,909 0,878 0,847 0,817 0,788 0,758 0,729 0,701 0,672 0,645 0,616 0,591 0,564 0,538 0,512 0,485 0,459 0,433 0,407 0,381 0,355 0,329 0,301 0,275 0,246 0,230 0,192

0,97 2,037 1,973 1,913 1,855 1,790 1,737 1,677 1,629 1,575 1,530 1,481 1,435 1,393 1,349 1,308 1,268 1,229 1,191 1,154 1,117 1,083 1,048 1,014 0,982 0,949 0,918 0,887 0,857 0,828 0,798 0,769 0,741 0,712 0,685 0,658 0,631 0,604 0,578 0,552 0,525 0,499 0,473 0,447 0,421 0,395 0,369 0,343 0,317 0,288 0,262 0,234

0,98 2,085 2,021 1,961 1,903 1,837 1,784 1,725 1,677 1,623 1,578 1,529 1,483 1,441 1,397 1,356 1,316 1,277 1,239 1,202 1,165 1,131 1,096 1,062 1,030 0,997 0,966 0,935 0,905 0,876 0,840 0,811 0,783 0,754 0,727 0,700 0,673 0,652 0,620 0,594 0,567 0,541 0,515 0,489 0,463 0,437 0,417 0,390 0,364 0,335 0,309 0,281

0,99 2,146 2,082 2,022 1,964 1,899 1,846 1,786 1,758 1,684 1,639 1,590 1,544 1,502 1,458 1,417 1,377 1,338 1,300 1,263 1,226 1,192 1,157 1,123 1,091 1,058 1,007 0,996 0,966 0,937 0,907 0,878 0,850 0,821 0,794 0,767 0,740 0,713 0,687 0,661 0,634 0,608 0,582 0,556 0,530 0,504 0,478 0,450 0,424 0,395 0,369 0,341

1 2,288 2,225 2,164 2,107 2,041 1,988 1,929 1,881 1,826 1,782 1,732 1,686 1,644 1,600 1,559 1,519 1,480 1,442 1,405 1,368 1,334 1,299 1,265 1,233 1,200 1,169 1,138 1,108 1,079 1,049 1,020 0,992 0,963 0,936 0,909 0,882 0,855 0,829 0,803 0,776 0,750 0,724 0,698 0,672 0,645 0,620 0,593 0,567 0,538 0,512 0,484

Q1 = P tg1 Q2 = P tg2 Qc = Q2 Q1 = P (tg2 - tg1)

Qc/P = tg2 - tg1 P: potenza attiva

Q1, 1: potenza reattiva e angolo di sfasamento prima del rifasamento Q2, 2: potenza reattiva e angolo di

sfasamento dopo il rifasamento Qc: potenza richiesta alla batteria di condensatori

157

PROTEZIONE

E COMANDO CIRCUITI UTILIZZATORI

TAB. 8.2 - DETERMINAZIONE ER/EA 0,11 ... 0,17 0,18 ... 0,23 0,24 ... 0,27 0,28 ... 0,31 0,32 ... 0,34 0,35 ... 0,38 0,39 ... 0,41 0,42 ... 0,44 0,45 ... 0,47 0,48 ... 0,49
COS

DEL FATTORE DI POTENZA DALLE LETTURE DEI CONTATORI DI ENERGIA REATTIVA COS

(ER)

E ATTIVA

(EA)
COS

ER/EA 0,50 ... 0,52 0,53 ... 0,55 0,56 ... 0,58 0,59 ... 0,60 0,61 ... 0,63 0,64 ... 0,66 0,67 ... 0,68 0,69 ... 0,71 0,72 ... 0,73 0,74 ... 0,76

ER/EA 0,77 ... 0,79 0,80 ... 0,81 0,82 ... 0,84 0,85 ... 0,86 0,87 ... 0,89 0,90 ... 0,92 0,93 ... 0,95 0,96 ... 0,97 0,98 ... 1,00 1,01 ... 1,03

COS

ER/EA 1,04 ... 1,06 1,07 ... 1,09 1,10 ... 1,12 1,13 ... 1,15 1,16 ... 1,18 1,19 ... 1,21 1,22 ... 1,25 1,26 ... 1,28 1,29 ... 1,31 1,32 ... 1,35

COS

ER/EA 1,36 ... 1,38 1,39 ... 1,42 1,43 ... 1,46 1,47 ... 1,50 1,51 ... 1,54 1,55 ... 1,58 1,59 ... 1,62 1,63 ... 1,66 1,67 ... 1,71 1,72 ... 1,75

0,99 0,98 0,97 0,96 0,95 0,94 0,93 0,92 0,91 0,90

0,89 0,88 0,87 0,86 0,85 0,84 0,83 0,82 0,81 0,80

0,79 0,78 0,77 0,76 0,75 0,74 0,73 0,72 0,71 0,70

0,69 0,68 0,67 0,66 0,65 0,64 0,63 0,62 0,61 0,60

0,59 0,58 0,57 0,56 0,55 0,54 0,53 0,52 0,51 0,50

Relativamente poi alle grandezze caratteristiche dei condensatori, utile ricordare che devono essere assunti valori differenti in funzione del tipo di sistema (monofase o trifase) e del tipo di collegamento da utilizzare (trifase a stella o a triangolo) ai fini di una scelta ottimale (rapporto tecnico/economico). I dati caratteristici di un condensatore, forniti dalla sua targa, sono: - tensione nominale Un, che il condensatore deve poter sopportare indefinitamente - frequenza nominale f (comunemente pari a quella di rete, 50Hz) - potenza nominale Qn, espressa generalmente in kVAR (potenza reattiva della batteria di condensatori). Dai dati di targa, le grandezze caratteristiche del condensatore possono essere ricavate con le seguenti formule: - per ununit monofase (in figura), la capacit C della batteria di condensatori : C = e la corrente nominale: I n = 2 fCU n In = Qn Un Qn 2fU2

158

- per ciascuno dei tre condensatori di una unit trifase, si ha invece (Un = tensione concatenata del sistema): con collegamento a stella ( ) (in figura): C = Qn 2 f U 2n Qn

In = I1 =

2fCUn

In = I1 =

3Un

con collegamento a triangolo ( # ) (in figura): C = Qn 2 f U 2n3 In = I1 =

I n = 2 fC U n In = Qn U n3

3 2 fC U n
3Qn 3Un

essendo In la corrente che attraversa il condensatore e I1 la corrente di linea. Scelta del tipo di interruttore Il procedimento di scelta dellinterruttore e relative tarature degli sganciatori magnetotermici, si imposta nel seguente modo: Qn: potenza della batteria di condensatori, in kVAR Un: tensione concatenata nominale della batteria di condensatori, in V (1) Ic =
Nota (1) Le norme IEC 831-1 e IEC 931-1 affermano che i condensatori devono poter funzionare a regime con una corrente fino a 1,3 Ic del condensatore stesso, in valore efficace (ci dovuto alla possibile presenza di armoniche di tensione in rete, causate ad esempio dalla saturazione di circuiti magnetici di trsformatori a motori o da circuiti di conversione statica) e che ammessa una tolleranza del 10% in pi sul valore reale della capacit rispetto a quello corrispondente alla sua potenza nominale. Per cui sia il contattore sia linterruttore devono essere in grado di portare in permanenza una corrente pari a: 1,3 - 1,5 In condensatore: cio = 1,49 In in valore efficace.

3Un

Qn

corrente nominale della batteria di condensatori corrente nominale dellinterruttore e/o valore di taratura dello sganciatore termico valore di taratura dello sganciatore magnetico

(2) I ni = 1,49 I c (1) (3) I m ! 9 I ni

Dalla (2) segue che ogni interruttore pu manovrare batterie di condensatori aventi correnti nominali fino a I ni 1, 4 9 = 0,7 I n i cio pu essere usata fino al 70% della propria corrente nominale.

Nella Tab. 8.3 vengono indicati tutti i dati utili per la scelta di un interruttore MTS per manovra di batterie di condensatori. Si precisa inoltre che, a regime, la presenza o meno di altre batterie di condensatori in parallelo a quella manovrata dallinterruttore non apporti alcun peggioramento delle condizioni di esercizio.

159

PROTEZIONE

E COMANDO CIRCUITI UTILIZZATORI

La scelta del tipo di interruttore, dovr essere fatta tenendo conto anche del valore della corrente di corto circuito presunta a monte dellinterruttore: a parit di corrente nominale, quindi, potr essere scelto nella Tab. 8.3 linterruttore avente ladeguato potere di interruzione.
Tab. 8.3

Scelta degli interruttori GEWISS in funzione della potenza della batteria di condensatori

MASSIMA 230V 6 11 17 23 28 40 57 72 86 100 115

POTENZA DELLA BATTERIA

DI CONDENSATORI IN KVAR-50

HZ

INTERRUTTORE Tipo MT 60 - MT 100 (D25) MTHP 100 (D63) MTHP 100 (D80) - MTS 160 B/N (10 Ith) MTHP 100 (D100) - MTS 160 B/N (10 Ith) MTS 160 B/N (10 Ith) MTS 250 N/H/L MTS 250 N/H/L (10 Ith) MTSE 630 N/H/L (320 A) MTSE 630 N/H/L (400 A) MTSE 630 N/H/L (400 A) MTSE 630 N/H/L

CORRENTE

NOMINALE

INTERRUTTORE

400V 10 20 30 40 50 70 100 125 150 175 200

[A] 25 50 80 100 125 200 250 320 400 500 500

Esempi di rifasamento di un motore asincrono

Esempio n 1 Si voglia procedere al rifasamento di un motore asincrono trifase che presenta le seguenti caratteristiche: P = 80 kW V = 400 V f = 50 Hz I0 = 42 A Il condensatore impiegato risulter direttamente allacciato ai morsetti del motore come rappresentato in Fig. 8.5.

Fig. 8.5

Per evitare di avere un fattore di potenza in anticipo (cos > 1), si impone che la corrente di rifasamento sia, al massimo, pari a 90% della corrente a vuoto I0 del motore. I = I0 . 90% I = 42 . 90% = 37,8 A La potenza reattiva associata al condensatore dovr essere pari a: Q = !3 . V . I Q = !3 . 400 . 37,8 = 26,16 kVAR

160

Esempio n 2 Con riferimento allo schema unificare di Fig. 8.5 si voglia rifasare un impianto elettrico portando il cos da 0,68 a 0,9. Dati progettuali: 1) potenza installata (attiva): 300 kW. Le utenze sono costituite da motori asincroni trifase che funzionano contemporaneamente con assorbimento abbastanza regolare. 2) Potenza disponibile (apparente): trasformatore in olio MT/BT da 400 kVA a 400 V, 50Hz. Viene scelto il rifasamento centralizzato (Fig. 8.6) mediante un'unica batteria di condensatori installata a monte del punto di misura del cos. La batteria dovr essere disinserita contemporaneamente allesclusione totale dei carichi.
Fig. 8.6
400kVA

Definizione della potenza reattiva della batteria data da: Qc = P . k k[VAR]

Dove: Qc = potenza reattiva P = potenza attiva pari a 300 kW k = coefficiente di rifasamento pari a 0,595 (vedi Tab. 8.1) per passare da cos 0,68 a cos 0,9 Per cui Qc = 300 . 0,595 = 178,5 kVAR Nota la potenza reattiva Qc, si determina la corrente nominale In della batteria di condensatori e, successivamente la corrente nominale dei dispositivi di manovra e protezione Ini. In = da cui: I ni = I n . 1,43 cio: I ni = 258 . 1,43 = 368A (collegamento a stella)

3Un

Qc

178500 = 258A 3 . 400

161

PROTEZIONE

E COMANDO CIRCUITI UTILIZZATORI

Linterruttore scelto sar un MTSE 630 con lo sganciatore da 400 A. Allo stesso risultato si perviene utilizzando la Tab. 8.3. Per quanto riguarda il potere di interruzione la Tab. 7.3 fornisce un valore Icc di 14,4 kA, pertanto dalla Tab. 8.3 linterruttore idoneo risulta essere un MTSE 630 N con sganciatore da 400 A con In regolata a 10 In con un potere di interruzione di 36 kA, cos calcolati: corrente nominale InT del trasformatore: I nT =

3Un
I nT U cc%

An

400000 = 577A 3 . 400

corrente di corto circuito Icc, cio: I cc = dove: An = potenza del trasformatore Un = tensione nominale a vuoto del trasformatore InT = corrente nominale del trasformatore Ucc = tensione di corto circuito che per un trasformatore di 400 kVA a 400 V viene posta pari al 4% della tensione secondaria nominale. Tabelle per la scelta della potenza reattiva Le tabelle che seguono sono idonee alla scelta della potenza reattiva da installare per il rifasamento dei motori asincroni trifasi e per trasformatori trifasi. In riferimento alla Tab. 8.3 si deve scegliere linterruttore della serie MTS corrispondente alla potenza reattiva scelta.
MOTORI POTENZA
NOMINALE TRIFASE:

577.100 4

= 14,4 kA

36 kA

Tab. 8.4

230/400 V VELOCIT
DI ROTAZIONE [G/MIN]

Potenza reattiva da installare [kVAR]

[kW] 22 30 37 45 55 75 90 110 132 160 200 250 280 355 400 450

[CV] 30 40 50 60 75 100 125 150 180 218 274 340 380 482 544 610

3000 6 7,5 9 11 13 17 20 24 31 25 43 52 57 67 78 87

1500 8 10 11 13 17 22 25 29 36 41 47 57 63 76 82 93

1000 9 11 12,5 14 18 25 27 33 38 44 53 63 70 86 97 107

750 10 12,5 16 17 21 28 30 37 43 52 61 71 79 98 106 117

162

Tab. 8.5

Potenza reattiva da installare [kVAR]

TRASFORMATORI

IN OLIO PERDITE SECONDO

NORMA CEI

14-13

LISTA

NORMA CEI

TRASFORMATORI IN 14-13

RESINA LISTA

Potenza nominale [kVA] 100 160 200 250 315 400 500 630 800 1000 1250 1600 2000 2500 3000 3150

Qr a vuoto 2,5 3,7 4,4 5,3 6,3 7,5 9,4 11,3 13,5 14,9 17,4 20,6 23,8 27,2 29,7 -

Qr a carico 6,1 9,6 11,9 14,7 18,3 22,9 28,7 35,7 60,8 74,1 91,4 115,4 142,0 175,2 207,5 -

Qr a vuoto 2,5 3,6 4,2 4,9 5,6 5,9 7,4 8,0 10,2 11,8 14,7 18,9 21,6 24,5 30,9

Qr a carico 8,1 12,9 15,8 19,5 24,0 29,3 36,7 45,1 57,4 70,9 88,8 113,8 140,2 173,1 250,4

163

PROTEZIONE

E COMANDO CIRCUITI UTILIZZATORI

PROTEZIONE CONTRO
LE SOVRATENSIONI

La protezione contro le sovratensioni sta assumendo unimportanza sempre maggiore, sia per la sicurezza delle persone e degli impianti industriali, che per la riduzione del fattore di rischio di danno economico causato dalle sovratensioni nellesercizio degli impianti stessi. Limpiego dei limitatori di sovratensione (Surge Protective Devices), comunemente chiamati SPD, sta diffondendo in modo notevole, allo scopo di limitare, per quanto possibile, i danni causati dalle sovratensioni negli impianti elettrici. In Italia dellargomento si occupa il comitato tecnico 37/A seguendo gli sviluppi dei documenti emessi in sede internazione dai comitati IEC 37/A e CENELEC 37/A. Il comitato CEI ha il compito di normalizzare il componente e tutta la serie di prove che servono alla classificazione del prodotto. Largomento risulta per di interesse fondamentale per altri due comitati che sono coinvolti nella scelta e nellimpiego di questo componente. Allo scopo di coordinare i lavori , stato formato un gruppo di lavoro costituito da: TC 81 protezione contro i fulmini. IEC/TC 64 impianti utilizzatori. Questi comitati tecnici hanno recentemente pubblicato la Guida CEI 81-8 che fornisce indicazioni sulla scelta degli SPD; esistono inoltre programmi per la scelta dei limitatori di sovratensione negli impianti a bassa tensione basata sul calcolo della componente di rischio.

Limitatori di sovratensione SPD

Definizioni utili

Per una conoscenza approfondita delle caratteristiche tipiche degli SPD, si riportano di seguito alcune definizioni utili. Limitatore di sovratensione (SPD) Dispositivo impiegato per limitare le sovratensioni transitorie e deviare le correnti impulsive. Normalmente esso contiene almeno un elemento non lineare. Tensione massima continuativa (UC) la tensione nominale dellSPD e costituisce il massimo valore della tensione efficace o continua che pu essere applicato permanentemente allSPD. Corrente ad impulso (Imp) Rappresenta il valore di picco della corrente che circola nellSPD e che possiede una forma donda 10/350 s. Questo parametro utilizzato per classificare lSPD in classe di prova I. Corrente nominale di scarica (In) il valore di picco della corrente che circola nellSPD. Tale corrente ha una forma donda 8/20 s. Questo valore utilizzato per classificare il componente nella classe di prova II. Tensione a vuoto (Uoc) il valore di picco della tensione a vuoto con forma donda 1.2/50 s erogata dal generatore di prova combinato, contemporaneamente ad una corrente di cortocircuito con forma donda 8/20 s e applicata ai morsetti dellSPD per la verifica in classe di prova III. Livello di protezione (Up) Rappresenta il valore di tensione che caratterizza il comportamento dellSPD nel limitare la tensione ai suoi terminali e che scelto da una serie di valori preferenziali. Corrente massima di scarica (Imax) il valore di picco della massima corrente che pu circolare nellSPD senza danneggiarlo. Tale corrente ha una forma donda 8/20 s. Questo valore viene utilizzato per la classificazione degli SPD.

164

Tecnologia costruttiva e funzionamento degli SPD

In commercio esistono svariati tipi di limitatori di sovratensione in relazione alla sollecitudine che devono sopportare, al grado di protezione che devono offrire ed al tipo di utenza da proteggere. Gli elementi caratteristici che compongono un limitatore di sovratensione sono normalmente i seguenti. Spinterometri in aria, in gas e a scarica frazionata che costituisce lultima generazione. Negli spinterometri in aria la tensione di innesco di qualche kV ed legata alle condizioni dellaria ed alla distanza fra gli elettrodi. Gli spinterometri a gas possiedono una tensione di innesco variabile fra 70 V e 10 kV in funzione delle caratteristiche costruttive. Gli spinterometri ad aria frazionata sono costituiti da elettrodi a dischi di carbonio con materiale isolante intermedio al quale viene affidato il compito dello spegnimento degli archi. La loro tensione di innesco normalmente inferiore a 2 kV. Gli spinterometri possiedono una capacit di scarica molto elevata, hanno per una tensione di innesco che aumenta con la rapidit del fronte donda della sovratensione e pertanto pu rivelarsi troppo elevata per la protezione diretta di apparecchiature sensibili quali quelle elettroniche. Attualmente, nel settore degli scaricatori a scarica frazionata, stato superato lo svantaggio del livello di protezione elevato con pi spinterometri collegati in serie. Questa soluzione consente il frazionamento ed il controllo dellarco elettrico garantendo un livello di protezione limitato (inferiore a 2 kV) pur mantenendo elevate capacit di scarica (circa 50 kA). Sono costituiti da resistori al carburo di silicio o meglio allossido di zinco (nuova generazione) con la caratteristica tensione/corrente non lineare. Il valore della resistenza non rimane costante, ma diminuisce allaumentare della tensione e quindi della corrente. Questi componenti hanno un potere di innesco variabile da 30 a 1000 V ed potere di scarica molto diversi. Presentano il vantaggio di una capacit di scarica considerevole (sino a 40 kA 8/20) indipendente dalla tensione di innesco, una ampia possibilit di scelta ed una rapidit di risposta elevata. Per contro hanno una modesta capacit di scarica agli impulsi di lunga durata, ed una capacit tra gli elettrodi notevole che risulta negativa per limpiego su circuiti ad alta frequenza. Quando sono impiegati come limitatori di sovratensione, questi componenti hanno una costruzione adatta a sopportare una corrente pi elevata (grazie ad una giunzione molto pi grande) rispetto a quelli di costruzione standard. I diodi zener presentano il vantaggio di una ampia gamma disponibile (con tensione di innesco da 7 a 500 V) e contrariamente agli altri tipi esaminati, non presentano nessun degrado progressivo con il numero degli interventi. Come caratteristiche negative hanno una capacit di scarica molto limitata ed una elevata capacit intrinseca. I componenti degli SPD possono anche essere collegati in serie ed in parallelo. Il collegamento in serie si impiega quando occorre adattare un limitatore a tensioni di esercizio non standardizzate o quando occorre una soglia di innesco elevata e sono generalmente costituiti da uno spinterometro in serie ad un varistore. Il collegamento in parallelo viene utilizzato per ottenere una elevata tensione di scarica o una bassa tensione di innesco. La protezione contro le sovratensioni pu essere attuata quando richiesta dalle Norme CEI 81-1 e CEI 81-4 oppure quando si acquisita unesperienza di esercizio dellimpianto che ha messo in evidenza il ripetersi di danni alle apparecchiature e linterruzione della produzione. Le norme CEI stabiliscono i requisiti minimi necessari per la sicurezza del sistema. In alternativa, pu essere utilizzata la Norma CEI 81-3 che fissa i valori medi del numero di fulmini a terra per anno e per chilometro quadrato per i comuni dItalia.

Spinterometri

Ip

Varistori

Ip

Diodi zener

Collegamento in serie e parallelo dei componenti di un SPD

Quando necessario proteggersi dalle sovratensioni

165

PROTEZIONE

E COMANDO CIRCUITI UTILIZZATORI

Caratteristiche e scelte degli SPD


Tab. 8.6

Tra le caratteristiche pi importanti degli SPD troviamo la classe di prova secondo la Norma IEC 61643-1. Correlando le classi di prova al tipo di fulminazione otteniamo le caratteristiche indicate nella Tab. 8.6.
CLASSE
DI

PROVA

CARATTERISTICHE Imp = 20 kA 10/350s Uc = 255 V Up % 4 kV In = 15 kA 8/20 s Imax = 40 kA 8/20 s Uc = 255 V Up % 1,5 kV Uoc = 10 kV 1,2/50 s Uc = 255 V Up % 1,2 kV

IMPIEGO Correnti o parti di correnti provenienti dalla fulminazione diretta Correnti indotte da fulminazione indiretta

INSTALLAZIONE Quadri elettrici in strutture soggette a fulminazione diretta Quadri elettrici in strutture soggette a fulminazione indiretta

I II III

Correnti indotte su circuiti elettrici interni per fulminazione indiretta

Quadri elettrici utilizzatori soggetti a fulminazione indiretta

Coordinamento degli SPD

Il coordinamento fra gli SPD si rende necessario ogni volta che due o pi SPD sono installati nello stesso impianto, allo scopo di raggiungere livelli di protezione pi bassi in funzione della tenuta degli isolamenti degli impianti da proteggere. Il coordinamento basato sulla possibilit di distribuzione delle correnti impulsive e delle energie in gioco in modo che ogni SPD possa sopportare, senza subire danni, una quota di queste componenti di disturbo. Per il progettista la verifica del coordinamento pu risultare molto laboriosa; la via pi semplice quella di sfruttare i dati forniti dal costruttore di SPD attraverso le prove di laboratorio. Normalmente gli SPD non richiedono (ad eccezione di casi particolari) un impianto di terra distinto e neppure particolari accorgimenti. Ricordiamo per che valori bassi della resistenza di terra riducono le tensioni totali verso terra durante la scarica e che le reti a maglia estese spesso annullano le componenti G e M stabilite dalla Norma 81-4. La gamma di limitatori GEWISS consente di proteggere, in funzione della corrente transitoria di scarica, sia linee elettriche derivate, sia linee telefoniche o di trasmissione dati; la prima serie fornita nella versione a cartuccia estraibile, che consente una soluzione facile e immediata dello scaricatore senza interruzione del servizio e modifica del cablaggio, la seconda nella versione monoblocco. Gli interruttori automatici di protezione coordinati ai limitatori di sovratensione GEWISS devono avere una curva di intervento C e una corrente nominale di 20 A.

Impianto di terra

Limitatori GEWISS

Tab 8.7

Scaricatore Gewiss

TIPO

DI SCARICATORE

(1P, 1P+N, 3P+N) 15 40 MT 100 - C (20 A)

In [kA] - onda 8/20 Interruttore di protezione

166

Sistemi di installazione
Fig. 8.6

Sistema TN

Fig. 8.7

Sistema TT interruttore differenziale a monte

Legenda 1 Origine dellimpianto BT 2 Quadro elettrico principale 3 Barra di equipotenzializzazione 4 SPD 4a SPD N-PE (ad innesco) 5 Collegamenti dellSPD allimpianto di terra (5a o 5b in alternativa) 6 Apparecchiatura da proteggere 7 Interruttore differenziale 7a Interruttore differenziale selettivo F Limitatore di sovracorrente

Fig. 8.8

Sistema TT interruttore differenziale a valle

167

PROTEZIONE

E COMANDO CIRCUITI UTILIZZATORI

PROTEZIONE
DEI CIRCUITI DI ILLUMINAZIONE

I circuiti di illuminazione devono essere protetti contro il cortocircuito mediante interruttori automatici. La protezione contro il sovraccarico pu essere omessa nei circuiti che alimentano gli apparecchi illuminanti negli ambienti normali, a condizione che esista la protezione contro il cortocircuito e che la corrente di impiego degli apparecchi utilizzatori non sia superiore a quella della conduttura. Rimane invece obbligatoria per tutti i circuiti elettrici ubicati nei luoghi con pericolo di incendio e di esplosione nonch negli ambienti particolari trattati nella parte 7 della Norma CEI 64-8 per i quali siano prescritte condizioni diverse. La corrente nominale dellinterruttore di protezione viene scelta in relazione al carico da alimentare, la cui corrente di impiego IB pu essere desunta: - dai dati forniti dal costruttore degli apparecchi illuminanti. - dal calcolo, in funzione della potenza nominale installata, della tensione di alimentazione e del fattore di potenza. La tabella che segue fornisce la corrente nominale dellinterruttore in relazione alla potenza installata e al tipo di distribuzione.
TAB. 8.8 - DISTRIBUZIONE
MOFASE

230 V - DISTRIBUZIONE

TRIFASE

+ N (400 V)

COLLEGAMETO A STELLA

TIPO

DI

LAMPADA

TUBO

POTENZA [W] 18 36 58 18 36 58 2x18=36 2x36=72 4 2 1 7 3 2 3 1 1 1 8 4 3 13 7 4 7 3 2 2 13 7 4 20 10 6 10 5 3 3 29 14 9 42 21 13 20 10 6 6 49 24 15 69 35 21 35 17 10 10

NUMERO 78 39 24 112 56 34 56 28 17 16

DI LAMPADE PER FASE

Singola non rifasata Singola rifasata Doppia rifasata In [A] 2P o 4P

97 49 30 140 70 42 70 35 21 20

122 61 38 175 87 54 87 43 27 25

157 78 48 225 112 69 112 56 34 32

196 98 60 281 140 87 138 70 43 40

245 122 76 351 175 109 175 87 54 50

309 154 95 443 220 137 221 110 68 63

392 196 120 562 281 174 281 140 87 80

490 245 152 703 351 218 351 175 109 100

2x58=118 100

I dati contenuti nella tabella sono elaborati ipotizzando: - La temperatura di riferimento di 30 e 40 C in relazione al tipo di interruttore automatico impiegato. - La potenza dello starter pari al 25 % di quella della lampada. - I seguenti fattori di potenza: 0,86 per le lampade rifasate 0,6 per le lampade non rifasate. Il metodo di calcolo adottato per la compilazione delle tabelle basato sulla formula seguente: PL nL KST kC IB = Un cos Dove: PL = la potenza di una lampada n = numero di lampade per ciascuna fase kST = coefficiente che considera la potenza assorbita dallo starter, il suo valore 1,25 kC = un coefficiente che tiene conto del tipo di collegamento (1 per il collegamento a stella, 1,732 per il collegamento a triangolo) Un = tensione nominale delle lampade pari a 230 V Dalla tabella si possono rilevare anche in numero di lampade per fase in funzione della corrente nominale dellinterruttore, considerando un declassamento pari a 0,8 per temperature elevate allinterno del quadro o nella cassetta di installazione.

168

Rel passo passo

Sono apparecchi di tipo bistabile nei quali applicando tensione per un breve periodo alla bobina, si ottiene una variazione permanente dello stato del contatto (da ON a OFF e viceversa). Questi rel, utilizzati insieme a pulsanti del tipo NA, trovano largo impiego nei circuiti di comando di tipo ciclico (ad esempio i circuiti di illuminazione).
TAB. 8.9 - CARATTERISTICHE TECNICHE REL PASSO PASSO

DATI

TECNICI

REL 1 polo CEI EN 60669-2-2 16 230 a.c. 12/24/230 a.c. 250 a.c. 4 50 5VA 3,5VA 0,9 - 1,1xUn 2400 500 1000 1,5 100.000 200.000 25 -5...+40 4 o 2x2,5 4 o 2x2,5

PASSO-PASSO

REL

PASSO-PASSO CENTRALIZABILE

Norme di riferimento Corrente nominale di impiego (A) Tensione nominale Un (V) Tensione comando bobina (V) Tensione nominale disolamento Ui (V) Tensione nominale dimpulso Uimp (kV) Frequenza nominale (Hz) Assorbimento bobina alleccitazione Assorbimento bobina in mantenimento Tensione funzionamento bobina Potenza max. lampade Lampade ad incandescenza (W) Lampade fluorescenti (W) Lampade alogene (W) Potenza dissipata per polo (W) Manovre elettriche (Ie e cos = 0,9) Manovre meccaniche Durata minima comando chiusura (ms) Temperatura di funzionamento (C) Sezione max. conduttori contatti (mm2) Sezione max. conduttori bobina (mm2)

2/4 poli CEI EN 60669-2-2 16 230 a.c. 12/24/230 a.c. 250 a.c. 4 50 9VA 2,5VA 0,9 - 1,1xUn 2400 500 1000 1,5 100.000 200.000 25 -5...+40 10 o 2x4 4 o 2x2,5

1 poli CEI EN 60669-2-2 16 230 a.c. 24/230 a.c. 24 d.c. 250 a.c. 4 50 9VA/12W 1VA/1W 0,9 - 1,1xUn 2400 500 1000 1,5 100.000 200.000 25 -5...+40 10 o 2x4 4 o 2x2,5

2/3 poli CEI EN 60669-2-2 16 230 a.c. 24/230 a.c. 24 d.c. 250 a.c. 4 50 9VA/12W 1VA/1W 0,9 - 1,1xUn 2400 500 1000 1,5 100.000 200.000 25 -5...+40 10 o 2x4 4 o 2x2,5

Nella pagina seguente viene riportato il numero massimo di lampade (in funzione della tipologia e della potenza assorbita) comandabili dal rel passo passo.

169

PROTEZIONE

E COMANDO CIRCUITI UTILIZZATORI

Tab. 8.10

Numero massimo di lampade comandabili da un rel passo passo

CARATTERISTICHE
Tipo di lampade Incandescenza (230 V) P (W) 15 25 40 60 75 100 150 200 300 500 18 20 30 36 40 58 65 2x18 2x20 2x30 2x36 2x40 2x58 2x65 18 20 30 36 40 58 65 35 70 150 250 400 1000 20 50 75 100 50 70 150 250 18 37 56 91 135 185 50 80 125 250 400

LAMPADE

N.

DI LAMPADE CONSENTITE

Fluorescenti non rifasate (230V)

Fluorescenti due lampade (230V)

Fluorescenti rifasate in parallelo (230V)

Alogene non rifasate (230 V)

Alogene 12 e 24 V

Vapori di sodio ad alta pressione o ioduri metallici (230V)

Vapori di sodio a bassa pressione (230V)

Vapori di mercurio ad alta pressione (230V)

16 A 133 80 50 33 26 20 13 10 6 4 44 40 26 22 20 13 12 27 25 16 13 12 8 7 27 25 16 13 12 8 7 28 14 6 4 2 1 55 20 15 11 7 6 3 2 15 9 7 5 4 3 8 6 4 2 1

170

Rel monostabili

Apparecchi che commutano lo stato dei contatti (da ON a OFF e viceversa) e lo mantengono fintanto che la bobina resta eccitata.
TAB. 8.11 - DATI TECNICI REL MONOSTABILI

Norme di riferimento Corrente nominale di impiego Ie (A) Tensione nominale Un (V) Tensione comando bobina (V) Tensione nominale disolamento Ui (V) Tensione nominale dimpulso Uimp (kV) Frequenza nominale (Hz) Assorbimento bobina alleccitazione (VA) Assorbimento bobina in mantenimento (VA) Tensione funzionamento bobina Potenza max. lampade Lampade ad incandescenza (W) Lampade fluorescenti (W) Lampade alogene (W) Potenza dissipata per polo (W) Manovre elettriche (pieno carico, cos = 0,9) Manovre meccaniche Durata minima comando chiusura (ms) Temperatura di funzionamento (C) Sezione max. conduttori contatti (mm2) Sezione max. conduttori bobina (mm2)

1 polo CEI EN 61095 16 230 a.c. 12/24/230 a.c. 250 a.c. 4 50 4 2,4 0,9 - 1,1xUn 2400 500 1000 0,6 100.000 1.000.000 25 -5...+40 4 o 2x2,5 4 o 2x2,5

2 poli CEI EN 61095 16 230 a.c. 12/24/230 a.c. 250 a.c. 4 50 9 2,5 0,9 - 1,1xUn 2400 500 1000 0,6 100.000 1.000.000 25 -5...+40 10 o 2x4 4 o 2x2,5

4 poli CEI EN 61095 16 230/400 a.c. 24/230 a.c. 250 a.c. 4 50 14 6 0,9 - 1,1xUn 2400 500 1000 0,6 100.000 1.000.000 25 -5...+40 10 o 2x4 4 o 2x2,5

171

PROTEZIONE

E COMANDO CIRCUITI UTILIZZATORI

Contattore

Il contattore unapparecchio in grado di stabilire, sopportare ed interrompere le correnti di manovra in condizioni ordinarie e di sovraccarico. un componente elettrico di tipo monostabile (mantiene il proprio stato fin tanto che la bobina alimentata) previsto per un elevato numero di manovre. Se vengono azionati pi dispositivi contemporaneamente occorre fare attenzione al dimensionamento corretto del trasformatore. Se vengono installati pi contattori adiacenti alimentati in modo continuativo, leccessiva dissipazione di calore pu danneggiare la bobina degli stessi.
TAB. 8.12 - CARATTERISTICHE TECNICHE DEI CONTATTORI CARATTERISTICHE
ELETTRICHE

Norme di riferimento Corrente nominale di impiego (A) Categoria di utilizzo Tensione nominale Un (V) Tensione comando bobina (V) Tensione nominale disolamento Ui (V) Tensione nominale dimpulso Uimp (kV) Frequenza nominale (HZ) Assorbimento bobina alleccitazione Assorbimento bobina in mantenimento Tensione funzionamento bobina Potenza nominale in AC3 (kW): 230 V monofase 230 V trifase 400 V trifase Potenza dissipata per polo (W) Manovre elettriche in AC7a / AC1 Manovre elettriche in AC7b / AC3 Manovre meccaniche Corrente di cortocircuito condizionata (kA) Durata minima comando chiusura (ms) Temperatura di funzionamento (C) Sezione max. conduttori contatti (mm2) Sezione max. conduttori bobina (mm2)

20 A CEI EN 61095 20 AC7a 230/400 a.c. 230 a.c. 24 a.c. 500 a.c. 4 50 9VA 2,5VA 0,85 - 1,1xUn 1 150.000 1.000.000 3 25 -5...+40 10 o 2x4 4 o 2x2,5

24 A CEI EN 61095 CEI EN 60947-4-1 24 AC7a 230/400 a.c. 230 a.c. - d.c. 24 a.c. - d.c. 500 a.c. 4 50 3,7VA/4W 3,7VA/4W 0,8 - 1,06xUn 1,3 2,2 4 1,2 150.000 500.000 1.000.000 3 25 -25...+55 25 o 2x10 4 o 2x2,5

40 A CEI EN 61095 CEI EN 60947-4-1 40 AC7a 230/400 a.c. 230 a.c. - d.c. 500 a.c. 4 50 4,4VA/5W 4,4VA/5W 0,8 - 1,06xUn 3,7 5,5 11 3 150.000 170.000 1.000.000 3 25 -25...+55 25 o 2x10 4 o 2x2,5

63 A CEI EN 61095 CEI EN 60947-4-1 63 AC7a 230/400 a.c. 230 a.c. - d.c. 500 a.c. 4 50 70VA/65W 4,2VA/4,2W 0,8 - 1,06xUn 5 8 15 6 150.000 240.000 1.000.000 3 25 -25...+55 25 o 2x10 4 o 2x2,5

172

Inserzione lampade

La tabella seguente riporta il numero massimo di lampade comandabili da ciascun contattore. Tali valori sono riferiti alla tensione nominale di 230V. Nel caso di lampade alimentate a 400V, moltiplicare i valori riportati in tabella per 1,73.
CARATT. LAMPADE
Tipo di lampade Incandescente Watt 60 100 200 300 500 1000 15 20 40 42 65 115 140 2x20 2x40 2x42 2x65 2x115 2x140 15 20 40 42 65 115 140 Vapori di mercurio ad alta pressione 50 80 125 250 400 700 1000 2000/400 V 50 80 125 250 400 700 1000 2000/400 V 20 A 21 13 7 4 3 1 25 22 17 13 10 4 4 22 17 13 10 4 4 6 5 6 4 4 1 1 12 7 5 3 1 4 3 2 1 1 -

Tab. 8.13

Numero massimo di lampade comandabili da un contattore

N.

DI LAMPADE CONSENTITE

CAPACIT
63 A 83 50 25 16 10 5 155 140 105 85 60 28 28 140 105 85 60 28 28 67 60 67 50 43 17 17 50 38 26 14 10 6 4 4 43 37 26 15 10 5 4 2 7 8 10 18 25 45 60 35 (segue) 4,5 5 4,5 6 7 18 18 (F)

Fluorescente

24 A 40 A 25 54 15 32 7 16 5 11 3 6 1 3 Non rifasate o rifasate in serie 30 100 26 85 20 65 16 52 12 40 5 18 5 18 Bilampade non rifasate 26 85 20 65 16 52 12 40 5 18 5 18 Rifasate in parallelo 8 15 7 14 8 15 6 12 5 10 2 4 2 4 Non rifasate 14 36 10 27 7 19 4 10 2 7 1 4 1 3 1 3 Rifasate in parallelo 5 10 4 8 3 6 2 3 1 3 1 1 1 2

173

PROTEZIONE

E COMANDO CIRCUITI UTILIZZATORI

(segue) Tab. 8.13

Numero massimo di lampade comandabili da un contattore

CARATT. LAMPADE
Tipo di lampade Lampade con reattore elettronico Watt 1x18 2x18 1x36 2x36 1x58 2x58 20 50 75 100 150 200 300 Vapori di sodio a bassa pressione 35 55 90 135 150 180 200 35 55 90 135 150 180 200 Vapori di sodio ad alta pressione o ioduri metallici 150 250 330 400 1000 150 250 330 400 1000 20 A 15 8 12 7 11 6 40 20 13 10 7 5 3 5 5 3 2 2 2 3

N.

DI LAMPADE CONSENTITE

CAPACIT
63 A 76 48 47 29 46 24 174 80 54 43 29 23 14 30 30 19 13 14 14 20 15 15 10 7 8 8 12 20 15 10 8 4 15 9 7 6 2 20 33 40 48 106 20 20 30 45 40 40 25 (F)

24 A 24 18 16 11 14 8 52 24 16 12 9 6 4

40 A 55 34 34 20 32 17 110 50 35 27 19 14 9

Alogene (12V)

Non rifasate 8 22 8 22 5 13 3 10 3 10 3 10 5 14 Rifasate in parallelo 1 4 1 4 1 3 2 2 2 1 3 Non rifasate 4 15 3 9 2 8 1 6 3 Rifasate in parallelo 1 3 1 2 2 1

174

PROTEZIONE DEI
MOTORI ELETTRICI

Il motore asincrono trifase indubbiamente la macchina elettrica che trova maggior impiego nellindustria grazie alla robusta costruzione ed alla elevata affidabilit che offre nel servizio. La curva caratteristica dellassorbimento di corrente di un motore asincrono quella indicata in figura.
t [s]

Caratteristica di funzionamento di un motore asincrono


Fig. 8.9

Curva dellassorbimento di corrente allavviamento di un motore asincrono


da 1 a 10 s

Legenda: In = corrente nominale assorbita dal motore Ia = corrente di avviamento Is = valore istantaneo massimo della corrente subtransitoria di avviamento Is = Ia x K

da 20 a 30 ms In Ia Is I [A]

Determinazione del coefficiente di k


Fig. 8.10

Diagramma per determinare k

Il coefficiente k per il quale si deve moltiplicare la corrente simmetrica Ia per ottenere la massima corrente di picco Is in funzione del fattore di potenza, si ottiene dal diagramma. Il valore della corrente nominale assorbita da un motore asincrono trifase si ricava con la nota k formula: 2,8
2,7 2,6 2,5 2,4 2,3 2,2 2,1 2 1,9 1,8 1,7 1,6 1,5 1,4 0 0,1 0,2 0,3 0,4 0,5 0,6 0,7 0,8 0,9 1

Pn

cos"

$3 Un cos dove: Pn la potenza nominale di targa del motore Un la tensione di alimentazione il rendimento del motore a carico nominale cos il fattore di potenza a carico nominale Allatto dellavviamento, per, il motore assorbe una corrente pari a 5-8 volte la corrente nominale.

In =

Dispositivi di manovra e protezione dei motori

La scelta dei dispositivi di manovra e protezione deve essere oculata in quanto un funzionamento difettoso delle protezioni pu avere effetti negativi sulle persone (nel caso di contatti diretti per guasto dellisolamento), sulla macchina stessa e sulla produzione dellimpianto nel quale il motore installato. Il dispositivo che provvede alla protezione contro il cortocircuito del complesso (motore, avviatore e cavo elettrico), linterruttore automatico o meglio un interruttore automatico limitatore di corrente con la sola protezione magnetica (la protezione termica normalmente affidata a un rel termico incorporato nellavviatore). Quando il numero di avviamenti del motore molto limitato, linterruttore in grado di svolgere la duplice funzione di dispositivo di protezione e di manovra con notevole risparmio economico. Normalmente per la manovra affidata ad un avviatore costituito da un contattore (che permette anche il comando a distanza) e da un rel termico che insieme realizzano un complesso in grado di garantire: - le prestazioni richieste dalla relativa categoria di impiego che sar illustrata in seguito,

175

PROTEZIONE

E COMANDO CIRCUITI UTILIZZATORI

- chiudere ed interrompere senza danni una corrente multipla della nominale, - proteggere il motore dai sovraccarichi. Uno degli schemi usuali per lavviamento e la protezione di un motore asincrono trifase quello indicato in Fig. 8.11.
Fig. 8.11

Avviamento diretto di un motore asincrono mediante interruttore automatico e contattore


2 1

Id

Legenda: 1 = Protezione magnetica 2 = Rel termico 3 = Rel differenziale 4 = Contattore

Coordinamento dello sganciatore magnetico

Coordinamento fra lo sganciatore magnetico dellinterruttore, il rel termico dellavviatore e la curva di avviamento del motore. Dallesame della Fig. 8.12 emerge chiaramente che le curve (1) e (2) devono essere pi vicino possibile alla curva del motore (3) senza per avere alcuna interferenza. Proteggendo il motore, linterruttore provvede anche alla protezione del cavo la cui corrente nominale sempre almeno uguale o superiore a a quella del motore.

Fig. 8.12

Curve tempo corrente del motore e degli sganciatori: termico e magnetico


t [s] In 1

2 3

Legenda: 1 = Curva dello sganciatore termico 2 = Intervento dello sganciatore magnetico 3 = Curva di avviamento del motore

Ia

Is

Quando le funzioni di protezione e di avviamento sono realizzate da diversi apparecchi, le norme prescrivono due tipi di coordinamento in funzione del danneggiamento che pu essere accettato. Nel coordinamento di tipo 1 lavviatore , in caso di cortocircuito, non deve provocare danni a persone o allimpianto anche se non risulta in grado di funzionare ulteriormente senza un intervento manutentivo. Nel coordinamento di tipo 2 dopo un cortocircuito, oltre a non provocare danni alle persone o allimpianto, lavviatore deve essere in grado di funzionare ulteriormente. ammesso il rischio della saldatura dei contatti del contattore purch la loro separazione risulti facile. Il tipo di coordinamento 1 consigliabile in presenza di un servizio di manutenzione qualificato e di un costo ridotto delle apparecchiature.

176

Il tipo di coordinamento 2 potr essere scelto quando la continuit di esercizio risulta indispensabile, o quando il servizio di manutenzione ridotto. Scelta della taratura delle protezioni magnetiche e termiche Il valore della corrente di intervento Im della protezione magnetica, pu essere stabilito, in prima approssimazione, eguagliando il valore di cresta della corrente dello sganciatore (Im x 1,41) a quella della massima corrente subtransitoria assorbita dal motore allo spunto (Ia x k). Supponendo ad esempio un motore da 37 kW con: In = 71 A Ia = 6,5 In cosavv = 0,35 K =1,9 ricavato dal diagramma in corrispondenza del valore 0,35 del cos avremo pertanto: Im 1,41 = In 6,5 k da cui Im = In 6,5 k 1,41 = 71 6,5 1,9 1,41 = 622 A

A favore della sicurezza, per evitare interventi intempestivi, si adotter il valore di corrente di intervento immediatamente superiore. Il valore dello sganciatore termico It deve essere scelto in modo da garantire che lo sganciamento avvenga solo in caso di sovraccarico o mancanza di fase. In prima approssimazione si pu tarare la protezione termica sul valore della corrente nominale. Categoria di impiego dei contattori La Norma CEI EN 60947-1 stabilisce le seguenti 4 categorie di impiego dei contattori tenendo conto delle condizioni di apertura e chiusura del contattore e della sua adattabilit al tipo di applicazione.
CATEGORIA DIMPIEGO AC-1 AC-2 AC-3 AC-4 APPLICAZIONI
CARATTERISTICHE

Tab. 8.14

Categorie dimpiego dei contattori

Carichi non induttivi o debolmente induttivi, forni a resistenza. Motori ad anelli: avviamento, arresto. Motori a gabbia: avviamento, arresto del motore durante la marcia. Motore a gabbia: avviamento, frenatura in controcorrente, manovra ad impulsi.

Classe di intervento dei rel termici

Nelle tabelle di coordinamento dei rel termici sono previste diverse classi di impiego, quelle pi usate sono la classe 10 relativa a rel per avviamento normale e la classe 20 relativa quelli per avviamento pesante. I tempi precisi di sgancio possono essere rilevati, in funzione del valore della corrente di intervento, dalle curve caratteristiche dei rel. In aggiunta a quelli gi enunciati possono essere adottati ulteriori dispositivi per la protezione dei motori asincroni: - sonde termiche per il controllo della temperatura degli avvolgimenti, - dispositivi differenziali a corrente residua per il costante controllo dellisolamento verso terra, - rel multifunzionali che oltre a corrente e tensione controllano diversi altri parametri quali, il numero di avviamenti ed il tempo relativo ad ogni avviamento.

Ulteriori dispositivi per la protezione dei motori

177

PROTEZIONE

E COMANDO CIRCUITI UTILIZZATORI

Esempi applicativi

Manovra e protezione dei motori asincroni trifasi La protezione dei motori elettrici di B.T. contro il cortocircuito assolta, in modo corretto, dagli interruttori automatici equipaggiati col solo sganciatore magnetico. La combinazione ottenuta impiegando linterruttore (con sganciatore solo magnetico), il contattore e lo sganciatore termico, rappresenta la soluzione ideale per la manovra e la protezione motori (Fig. 8.14). Lesempio schematizzato in Fig. 8.15 riferito ad una sezione di impianto rappresentativa di molte realt industriali. Vi sono due motori (ad esempio installati in due distinti reparti) aventi rispettivamente una potenza nominale di 50 kW e 200 kW. Limpianto nel suo complesso caratterizzato da: - tensione nominale 380 V; - corrente di cortocircuito simmetrica 50 kA. I calcoli necessari per la scelta dellapparecchiatura devono garantire: - il comando dei motori, evitando interventi intempestivi durante la fase di avviamento; - la protezione contro il cortocircuito ed il sovraccarico di tutte le apparecchiature; - selettivit di intervento delle protezioni anche per guasti che potrebbero verificarsi sullutenza.

Fig. 8.14

Schema unifilare di alimentazione motore con apparecchi di manovra e protezione

b c

a=

interruttore con solo sganciatore magnetico b = contattore c = sganciatore termico b+c = avviatore

M
3

Fig. 8.15

Esempio di impianto con due motori trifase.

380V In = 93A

50 kW

M
3

In = 350A Icc = 50kA

M
3
200 kW

Regolazione dello sganciatore magnetico

La regolazione dello sganciatore magnetico deve essere tale da: - evitare che linterruttore si apra nella fase di avviamento del motore; - garantire la protezione dellimpianto contro i guasti dovuti a cortocircuito; che possono verificarsi nellimpianto a valle dellinterruttore, nonch i guasti interni del motore. Il valore della corrente di intervento dello sganciatore magnetico Im pu essere stabilito, a livello teorico, uguagliando tra loro i valori di cresta della corrente di intervento dello sganciatore magnetico stesso (Im x 1,41) e della massima corrente asimmetrica assorbita dal motore allo spunto (calcolata tenendo presente che il coefficiente moltiplicativo funzione del fattore di potenza della corrente di avviamento del motore). Considerando come esempio il solo motore da 50 kW si ha: Im x 1,41 = In x 9 x k Im = In x 9 x k 1,41 Im = 93 x 9 x 1,9 1,41 = 1128

A livello operativo, per evitare intempestivi interventi dellinterruttore nella fase di avviamento del motore, la regolazione dello sganciatore magnetico pu essere prevista per un valore di

178

corrente Im ! 1200 A, ossia ad un valore lievemente superiore rispetto al valore teorico calcolato. Scelta dello sganciatore termico Lo sganciatore termico deve essere scelto in modo da consentire il regolare funzionamento del motore e garantire che lintervento dello sganciatore avvenga solo per correnti di sovraccarico o per mancanza di fase. In prima approssimazione quindi possibile regolare lo sganciatore termico allo stesso valore della corrente nominale del motore, It = In. Per garantire la protezione del motore altres opportuno verificare che: - il rapporto tra Im e It risulti ! 12 per assicurare che nella fase di avviamento, non ci sia un intempestivo intervento dellinterruttore automatico; Im = It 93 A 1245 A = 13,38 (! 12, avviamento corretto)

Ulteriori considerazioni

- il rapporto tra Im e It max risulti % 15 per assicurare lautoprotezione dello sganciatore termico. Im = It max 110 A 1245 A = 11,3 (% 15, sicura protezione dellimpianto).

GRUPPI DI CONTINUIT STATICI UPS

Lo scopo essenziale dei gruppi di continuit statici quello di fornire lalimentazione alle utenze interessate nei momenti in cui la rete di distribuzione primaria manca o presenta valori di tensione e frequenza non accettabili. Queste apparecchiature comunemente denominate UPS, forniscono inoltre unalimentazione stabilizzata in tensione e frequenza con distorsioni armoniche molto limitate. Limpiego sempre pi numeroso delle apparecchiature elettroniche e la necessit di poter disporre di unalimentazione stabilizzata, ha indotto il CEMP (un comitato nazionale che raccoglie le principali associazioni europee operanti nel campo delle macchine elettriche e delle apparecchiature elettroniche), alla stesura di una guida europea sui gruppi di continuit statici ormai giunta alla seconda edizione. Lo scopo della pubblicazione quello di fornire le linee guida per la determinazione delle caratteristiche principali di queste apparecchiature allo scopo di poter garantire agli utenti unalimentazione elettrica altamente affidabile e conforme alle specifiche esigenze.

179

PROTEZIONE

E COMANDO CIRCUITI UTILIZZATORI

Componenti principali
Fig. 8.16

Sostanzialmente il gruppo di continuit statico rappresentato in Fig. 8.16 composto dai seguenti componenti:
Rete principale Rete di emergenza

Schema a blocchi di un gruppo di continuit per lalimentazione di carichi 380 V - 3N a 110 Vcc

4 5

Utenze da alimentare a 110 V cc

Utenze da alimentare a 380 V e 220 V cc

Convertitore ca/cc un raddrizzatore a ponte di Graets stabilizzato in tensione che riceve lalimentazione da una rete a corrente alternata monofase o trifase e la converte in corrente continua. Lenergia in uscita dal convertitore ca/cc alimenta una batteria di accumulatori per il servizio di emergenza, gli eventuali carichi che necessitano della alimentazione in corrente continua ed il convertitore cc/ca o inverter. Filtro Il filtro in uscita dal raddrizzatore costituito da una induttanza ed una capacit e provvede a ridurre il ripple di corrente ad un valore inferiore al 2%. Batteria di accumulatori Costituisce lelemento di soccorso per il convertitore cc/ca di uscita e per gli eventuali carichi in corrente continua quando la rete di alimentazione manca o i suoi valori risultano fuori tolleranza. La batteria viene normalmente fornita insieme al convertitore statico e installata nello stesso armadio. Con questa soluzione il fornitore del gruppo conoscendo la potenza apparente del carico ed il fattore di potenza, in grado di stabilire il tempo di autonomia dellUPS quando manca la tensione di rete. Dato che i gruppi di continuit statici sono frequentemente installati in luoghi accessibili alle persone, le batterie incorporate sono usualmente del tipo a valvola (VRLA) meglio conosciute come batterie ermetiche con elettrolito immobilizzato ed a basse perdite di gas. Queste apparecchiature sono rispondenti alle norme CEI EN 60896-1 e 2 e possono essere installate in uffici e locali pubblici senza precauzioni particolari. Si possono anche installare batterie al Nichel Cadmio adatte per ambienti particolarmente critici, ma il loro costo di circa cinque volte superiore a quello delle corrispondenti batterie VRLA equivalenti Convertitore cc/cc Quando si presenta la necessit di alimentare carichi in corrente continua ad una tensione diversa da quella di uscita dal raddrizzatore, si installa un convertitore cc/cc, costituito da un oscillatore che trasforma la corrente continua che riceve dal convertitore ca/cc (o dalla batteria,

180

in regime di emergenza), in una corrente variabile e da un raddrizzatore che la riconverte in corrente continua alla tensione adatta alle utenze da alimentare. Convertitore cc/ca o inverter Provvede alla conversione della tensione continua fornita dal raddrizzatore o dalla batteria in una tensione alternata sinusoidale, trifase o monofase stabilizzata in tensione e frequenza. Il principio di funzionamento di questo convertitore normalmente il PWM a modulazione di larghezza degli impulsi o il PAM a modulazione di ampiezza. Con il sistema PWM si ottiene una forma donda sinusoidale la cui qualit funzione della larghezza e della frequenza degli impulsi generati. Tanto maggiore il numero di impulsi in un semiperiodo tanto pi il segnale generato sar sinusoidale. Commutatore statico unapparecchiatura costituita da tiristori collegati in antiparallelo che svolge la funzione di trasferimento del carico, senza soluzione di continuit, dal convertitore cc/ca alla rete di emergenza in caso di guasto del convertitore stesso. Usualmente il trasferimento si verifica quando la tensione ha uno scostamento superiore al 10 % e la frequenza al 5 % rispetto ai valori nominali, oppure quando le caratteristiche in uscita del convertitore cc/ca superano le tolleranze ammesse dal carico. Il tempo di trasferimento normalmente inferiore ai 3 ms. By-pass manuale I convertitori statici sono normalmente corredati di un interruttore manuale di by-pass che consente di isolare completamente il gruppo per interventi manutentivi. Nel caso di alimentazione tramite by-pass i carichi possono risultare alimentati con unenergia non stabilizzata. Schemi di funzionamento I principali schemi di funzionamento dei soccorritori statici sono i seguenti: Funzionamento On-line il sistema di funzionamento illustrato nel precedente schema a blocchi e nella pratica usuale quello di maggior impiego. Quando la rete di alimentazione presente, lenergia transita attraverso i convertori ca/cc il filtro ed il convertitore cc/ca per raggiungere il carico alimentato, mentre momento in cui lalimentazione principale viene a mancare la batteria fornisce per un determinato periodo di tempo stabilito lenergia necessaria al convertitore cc/ca. Al ritorno della rete di alimentazione entro i parametri di tolleranza prescritti, il gruppo ritorna automaticamente al funzionamento normale. Questa soluzione presenta numerosi vantaggi, il carico rimane immune da tutti i disturbi presenti nella tensione di ingresso, risulta protetto dallinverter sia nel funzionamento con alimentazione dalla rete che quando alimentato dalla batteria e risulta disaccoppiato dalla rete. Il gruppo deve per essere dimensionato per lintera potenza delle utenze collegate alla sua uscita. Funzionamento in Stand-by Lo schema di funzionamento in Stand-by quello indicato nella Fig. 8.17.
Fig. 8.17

Schema di un convertitore statico con collegamento in stand-by

rete

principale

STAND BY

carico

181

PROTEZIONE

E COMANDO CIRCUITI UTILIZZATORI

Questo sistema di funzionamento prevede che le utenze siano normalmente alimentate dalla rete principale (talvolta attraverso uno stabilizzatore), mentre il gruppo di continuit statico costituisce lalimentazione di riserva ed interviene solo nel caso in cui la rete assente o i suoi parametri elettrici risultano fuori tolleranza. Nel funzionamento in Stand-by le perdite di energia nel convertitore statico sono modeste in quanto il suo intervento limitato alle situazioni di emergenza, mentre in presenza della rete di alimentazione esterna, il raddrizzatore si limita a fornire la sola energia necessaria per la carica della batteria. Questa architettura circuitale presenta dei limiti che non sempre sono accettabili in quanto le utenze non risultano protette dalle perturbazioni provenienti dalla linea di alimentazione esterna ed inoltre non possibile lalimentazione dei carichi in corrente continua durante il funzionamento normale se non con lausilio di un ulteriore convertitore ca/cc. Affidabilit degli UPS
Fig. 8.18

Esempio di convertitore statico ridondante

I gruppi di continuit statici sono destinati allalimentazione di utenze che richiedono energia stabilizzata, pertanto devono offrire continuit di servizio e grande affidabilit.. Qualora si volesse incrementare tale affidabilit sino a Rete Gruppo 380 V 50 Hz eletrogeno renderla quasi assoluta, si possono installare tutti i componenti ridondanti e prevedere la doppia alimentazione dalla rete e da un gruppo elettrogeno. In tal modo la batteria del soccorritore statico pu essere dimensionata solo per il tempo necessario al gruppo elettrogeno Raddrizzatore Stabilizzatore per raggiungere il regime di funzionamento. La soluzione proposta trova impiego quando indispensabile disporre di un gruppo di continuit per lelaborazione in tempo reale di dati bancari o traffico aereo, oppure in industrie con processi che non possono essere interrotti.
Inverter Consumatore statico

Altre utenze

Scelta dei dispositivi di protezione

Normalmente i dispositivi di protezione impiegati sono interruttori automatici con azione ritardata per evitare interventi intempestivi dovuti alle seguente cause: - corrente di spunto allatto dellaccensione che pu superare otto volte quella normale di pieno carico; - correnti di dispersione verso terra dovute alla presenza di filtri EMC per la riduzione delle armoniche in ingresso. Quando il carico costituito da utenze monofasi derivate fra fase e neutro di un alimentatore statico trifase, probabile che il neutro risulti percorso da correnti aggiuntive dovute alla terza armonica. Quando si verifica questa situazione, il neutro duscita dovrebbe essere sovradimensionato rispetto alle prescrizioni contenute nella Norma CEI 64-8. In alcuni casi particolari come ad esempio nel funzionamento in by-pass manuale, questa regola vale anche per il neutro di alimentazione.

Dimensionamento del neutro

182

SCELTA

DEI DISPOSITIVI DI MANOVRA E PROTEZIONE

INTERRUTTORI
MAGNETOTERMICI

La gamma degli interruttori Gewiss comprende interruttori automatici modulari da 1 A a 125 A e la nuova Serie MTS di interruttori scatolati con correnti nominali fino a 1600 A. Tutti gli interruttori, siano essi modulari o scatolati, sono corredati di accessori e dispositivi studiati per soddisfare ogni esigenza dimpianto e, in particolare, per garantire la sicurezza degli operatori.

Fig. 9.1

Serie 90 Apparecchi modulari per protezione circuiti

Fig. 9.2

Serie MTS Interruttori automatici per distribuzione di potenza

184

Modulari serie 90

Gli interruttori automatici modulari rispondono ai requisiti delle norme CEI EN 60898 e CEI EN 60947-2. Sono caratterizzati dallavere dispositivi di protezione contro le sovracorrenti aventi curve dintervento diverse in funzione delle applicazioni impiantistiche (Fig. 9.4, 9.5, 9.6). Queste curve si differenziano per il diverso campo di funzionamento degli sganciatori magnetici.

Tab. 9.1

Principali caratteristiche degli interruttori automatici modulari serie 90

FREQUENZA

NOMINALE

TENSIONE NOMINALE CORRENTE NOMINALE MAX. POTERE DINTERRUZIONE TEMPERATURA


MAX.

50/60 Hz 400 V 125 A 25 kA 30 C

DI RIFERIMENTO

Fig. 9.3

Serie 90 Apparecchi modulari

Caratteristica di intervento degli sganciatori termici e magnetici

costituita dal diagramma generalmente logaritmico indicato nelle successive figure che rappresentano per uno specifico tipo di interruttore i tempi di intervento in funzione della sovracorrente.

185

SCELTA

DEI DISPOSITIVI DI MANOVRA E PROTEZIONE

CORRENTI INTERVENTO Caratteristica di intervento Corrente nominale In da 6 a 63 A Corrente di non intervento Inf 1.13 In 1.45 In
Fig. 9.4
TERMICO

DI PROVA

INTERVENTO Corrente di prova intervento Im1 3 In

ELETTROMAGNETICO

Corrente di intervento If

Tempo di intervento

Corrente di prova intervento Im2 5 In

Tempo di intervento

>1h <1h
dellinterruttore.

> 0.1 s < 0.1 s

In corrente nominale di funzionamento che non deve provocare lintervento Inf corrente convenzionale di non intervento quella corrente che linterruttore deve poter sopportare senza intervenire. If corrente convenzionale di intervento quella corrente che sicuramente provoca lintervento dellapparecchio entro il tempo convenzionale. Im Corrente di intervento istantaneo la minima corrente che sicuramente provoca lintervento dello sganciatore elettromagnetico Nel tratto compreso fra Inf e If lintervento incerto. Prima del limite Inf non si dovrebbe avere possibilit di intervento degli sganciatori Dopo il limite verticale di If lintervento sar sicuro.

Curva di intervento tempo/corrente caratteristica B

CORRENTI INTERVENTO Caratteristica di intervento Corrente nominale In da 1 a 125 A Corrente di non intervento Inf 1.13 In 1.45 In
Fig. 9.5
TERMICO

DI PROVA

INTERVENTO Corrente di prova intervento Im1 5 In

ELETTROMAGNETICO

Corrente di intervento If

Tempo di intervento

Corrente di prova intervento Im2 10 In

Tempo di intervento

>1h <1h
dellinterruttore.

> 0.1 s < 0.1 s

In corrente nominale di funzionamento che non deve provocare lintervento Inf corrente convenzionale di non intervento quella corrente che linterruttore deve poter sopportare senza intervenire. If corrente convenzionale di intervento quella corrente che sicuramente provoca lintervento dellapparecchio entro il tempo convenzionale. Im Corrente di intervento istantaneo la minima corrente che sicuramente provoca lintervento dello sganciatore elettromagnetico Nel tratto compreso fra Inf e If lintervento incerto. Prima del limite Inf non si dovrebbe avere possibilit di intervento degli sganciatori Dopo il limite verticale di If lintervento sar sicuro.

Curva di intervento tempo/corrente caratteristica C

186

CORRENTI INTERVENTO Caratteristica di intervento Corrente nominale In da 6 a 100 A da 6 a 100 A Corrente di non intervento Inf 1.13 In 1.45 In
TERMICO

DI PROVA

INTERVENTO Corrente di prova intervento Im1 10 In

ELETTROMAGNETICO

Corrente di intervento If

Tempo di intervento

Corrente di prova intervento Im2 20 In

Tempo di intervento

>1h <1h
dellinterruttore.

> 0.15 s < 0.15 s

Fig. 9.6

In corrente nominale di funzionamento che non deve provocare lintervento Inf corrente convenzionale di non intervento quella corrente che linterruttore deve poter sopportare senza intervenire. If corrente convenzionale di intervento quella corrente che sicuramente provoca lintervento dellapparecchio entro il tempo convenzionale. Im Corrente di intervento istantaneo la minima corrente che sicuramente provoca lintervento dello sganciatore elettromagnetico Nel tratto compreso fra Inf e If lintervento incerto. Prima del limite Inf non si dovrebbe avere possibilit di intervento degli sganciatori Dopo il limite verticale di If lintervento sar sicuro.

Curva di intervento tempo/corrente caratteristica D

Gli interruttori automatici con caratteristica B vengono forniti per la protezione di carichi resistivi (scaldabagni elettrici, apparecchi elettrici di riscaldamento, fornelli ecc.) e di linee per impianti di illuminazione di una certa lunghezza, gli interruttori con caratteristica C sono adatti per la protezione, in generale, di tutti i tipi di circuiti con carichi resistivi o limitatamente induttivi (lampade a fluorescenza e a scarica di gas, apparecchi televisivi ecc.). In alternativa possono essere installati anche gli interruttori con caratteristica D, per carichi fortemente induttivi o con elevate correnti di inserzione, come trasformatori, batterie di condensatori ecc. La gamma degli interruttori modulari GEWISS completata dalle versioni per corrente continua, dagli interruttori salvamotore, dagli interruttori differenziali magnetotermici e dagli interruttori per applicazione speciali. Scelta degli apparecchi La scelta degli apparecchi deve essere effettuata in funzione dei seguenti parametri principali: Corrente nominale di impiego (In): la corrente che lapparecchio pu sopportare in servizio ininterrotto e corrisponde anche alla corrente termica dellinterruttore. Tensione nominale di impiego (Ue): il valore della tensione di progetto che il costruttore prescrive unitamente alla corrente nominale. Ogni apparecchio pu avere diverse tensioni nominali di impiego in relazione al servizio ed alle prestazioni che deve svolgere. Tensione nominale di isolamento (Ui): costituisce il valore per il quale stato dimensionato e verificato con prove, lisolamento elettrico dellapparecchio. Potere di interruzione nominale in cortocircuito (Icn): rappresenta il massimo valore della corrente di cortocircuito che lapparecchio in grado di interrompere per due volte secondo un determinato ciclo.

187

SCELTA

DEI DISPOSITIVI DI MANOVRA E PROTEZIONE

TAB. 9.2 - APPARECCHI SERIE

MODULARI PER PROTEZIONE CIRCUITI

MTC 45

MTC MTC 60

MTC 100

Categoria di utilizzazione Tensione di isolamento Ui (V) Frequenza nominale (Hz) Tensione nominale Un (V) Numero di poli (numero dei moduli)

Icn Ics Potere dinterruzione (kA) Icu CEI EN 60947-2 - 230/400V Ics Potere dinterruzione (A) N. poli (in serie) CEI EN 60947-2 Icu per Un ! 50 V in corrente continua (kA) Ics per Un ! 50 V Icu per Un ! 110 V Ics per Un ! 110 V Icu per Un ! 220 V Ics per Un ! 220 V Sganciatore magnetotermico: tipo Corrente nominale In (A)
Potere dinterruzione (A) CEI EN 60898 - 230/400V

A 500 50/60 230/400 1P (1) / 1P+N (1) 2P (1) 3P (2) 4P (2) 4500 1 Icn 4,5 6 100% Icu 1P 2P 3P 4P 6 6 6 6 4,5 4,5 C

A 500 50/60 230/400 1P (1) / 1P+N (1) 2P (1) 3P (2) 4P (2) 6000 1 Icn 6 10 75% Icu 1P 2P 3P 4P 10 10 10 10 6 6 C

A 500 50/60 230 1P+N (1) 2P (1) 10000* 0,75 Icn 10 75% Icu 1P 2P 15 15 10 10

6 10 16 20 25 32

6 10 16 20 25 32

6 10 16 20 25 32

Durata elettrica (numero cicli O - C) Temperatura di riferimento (C) - CEI EN 60898 Sezionamento visualizzato * Potere dinterruzione singolo polo Icn1 = 6kA.

10.000 30 SI

10.000 30 SI

10.000 30 SI

188

TABELLA MT MT 60 MT 100

DI PRESTAZIONE

MTHP MT 250 MTHP 100 MTHP 250

A 500 50/60 230/400 1P (1) / 1P+N (Curva C) (2) 2P (2) 3P (3) 4P (4) 6000 0,75 Icn 10 20 75% Icu 1P 2P 3P 4P 10 10 10 6 10 10 C B D 1 2 3 4 6 6 6 10 10 10 16 16 16 20 20 20 25 25 25 32 32 32 40 40 40 50 50 63 63

1P 10 10

A 500 50/60 230/400 1P (1) 2P (2) 3P (3) 4P (4) 10000 0,75 Icn 12,5 25 75% Icu 2P 3P

4P

15 15 15 12 D 1 2 3 4 6 10 16 20 25 32 40

A 500 50/60 230/400 1P (1) 2P (2) 3P (3) 4P (4) 12500 25000 0,75 Icn 15 50 75% Icu 1P 2P 3P 4P 20 15 25 20 25 20 C

1P 10 10

A 500 50/60 230/400 1P (1,5) 2P (3) 3P (4,5) 4P (6) 10000 0,75 Icn 10 20 75% Icu 2P 3P

4P

1P 25 20

A 500 50/60 230/400 1P (1,5) 2P (3) 3P (4,5) 4P (6) 25000 0,75 Icn 25 50 75% Icu 2P 3P

4P

15 12 15 12 D

30 25 25 20 C

6 10 16 20 25 32 40 50 63

6 10 16 20 25 32 40 50 63 80 100 125

63 80 100 10.000 30 SI

20 25 32 40 50 63

10.000 30 SI

10.000 30 SI

10.000 30 SI

10.000 30 SI

189

SCELTA

DEI DISPOSITIVI DI MANOVRA E PROTEZIONE

Declassamento in temperatura

In situazioni impiantistiche dove la temperatura ambiente di valore superiore al riferimento normativo di 30 C, gli interruttori automatici possono essere soggetti ad interventi intempestivi, cio ad aperture inopportune, in quanto linnalzamento della temperatura viene interpretato quale sovracorrente. Infatti la temperatura ambiente influenza la deformazione iniziale del bimetallo; ad una temperatura maggiore di 30 C lo sganciatore termico interviente in tempi pi brevi comportandosi come un rel con corrente nominale pi bassa. Pertanto, indispensabile tener conto del declassamento della corrente nominale qualora linterruttore si trovi ad operare in un ambiente con temperatura maggiore di 30 C. Le tabelle che seguono riportano le massime correnti di utilizzo riferite alle diverse temperature.
TAB. 9.3 - INTERRUTTORI
MAGNETOTERMICI COMPATTI

MTC 45 - 60 - 100
40C 5,7 9,6 15,2 19,5 24 30,8 50C 5,3 9,1 14,3 18,9 23 29,5 60C 5 8,6 13,4 18,4 22 28.8

In (A) 6 10 16 20 25 32

Temperature 10C 7,2 11,8 18,2 22,8 28,5 36,5 20C 6,6 10,8 17,2 21,4 26,8 34,2 30C 6 10 16 20 25 32

TAB. 9.4 - INTERRUTTORI


In (A) 1 2 3 4 6 10 16 20 25 32 40 50 63 15C 1,07 2,14 3,21 4,28 7 11,2 17,6 22 28,2 37 45 57,5 70 20C 1,04 2,07 3,11 4,14 6,67 10,8 17,1 21,3 27,1 35,3 43,3 55 67,7

MAGNETOTERMICI

MT 60 - 100 - 250
40C 0,97 1,93 2,90 3,86 5,52 8,9 14,9 17,8 23,4 30,8 34,8 46,7 59,9 50C 0,93 1,86 2,79 3,72 4,84 7,95 13,9 16,1 21,3 27,8 30 42,1 52,7 60C 0,90 1,79 2,69 3,58 3,96 7,16 12,8 15,1 18,8 23,1 28 36,3 41,25

Temperature 30C 1,00 2,00 3,00 4,00 6,00 10,0 16,0 20,0 25,0 32,0 40,0 50,0 63,0

TAB. 9.5 - INTERRUTTORI


In (A) 20 25 32 40 50 63 80 100 125 20C 21 26 35 42 55 66 85 107 135 30C 20 25 32 40 50 63 80 100 125

MAGNETOTERMICI

MTHP 100 - 250


40C 17,5 24 30 35 47 59 75 93 115 50C 16 22 28 33 42 53 70 87 107 60C 15 19 23 28 36 48 63 78 97

Temperature

190

Influenza di apparecchi adiacenti Una variazione della corrente di intervento causata anche dalla presenza di pi apparecchi montati adiacenti; in questo caso va considerato il fattore di moltiplicazione Fc dipendente dal numero di apparecchi adiacenti (vedi tabella). Potenza dissipata

NR.

APPARECCHI ADIACENTI

FC 1,00 0,87 0,82 0,77 0,75

1 da 2 a 3 da 4 a 5 da 6 a 9 #9

Le seguenti tabelle riportano i valori di potenza dissipata dagli interruttori automatici Serie 90 al fine di consentire la verifica dei valori di sovratemperatura allinterno di un quadro in coerenza a quanto previsto dalle norme CEI 17-13 e CEI 17-43; permette inoltre di verificare che la potenza dissipata dagli apparecchi sia inferiore o uguale a quella che il centralino in grado di dissipare secondo le disposizioni delle norme CEI 23-49 e CEI 23-51.
TAB. 9.6 - INTERRUTTORI
MAGNETOTERMICI COMPATTI

MTC 45 - 60 - 100
20 25 N 2,6 1,04 Polo 5,3 3,34 N 2,6 1,63 Polo 3,4 3,45 32 N 2,6 2,66

In (A) R (m") P (W)

6 Polo 29,4 1,06 N 2,6 0,09 Polo 20,3 2,03

10 N 2,6 0,26 Polo 8,7 2,22

16 N 2,6 0,67 Polo 5,7 2,27

TAB. 9.7 - INTERRUTTORI


In (A) P (W) 1 2 3 4 6 10 16 20 25 32 40 50 63 1,42 2,13 2,80 2,56 3,10 3,00 3,10 3,87 4,51 B R (m") 39 21 11 6,4 5 2,9 1,9 1,5 1,2

MAGNETOTERMICI

MT 60 - 100 - 250
C D R (m") 2200 675 256 138 39 21 11 6,4 5 2,9 1,9 1,5 1,2 P (W) 0,80 1,20 1,60 2,10 2,00 2,40 2,70 R (m") 22 12 6,3 5,3 3,2 2,4 1,7

Caratteristica di intervento P (W) 2,20 2,70 2,30 2,20 1,42 2,13 2,80 2,56 3,10 3,00 3,10 3,87 4,51

TAB. 9.8 - INTERRUTTORI


In (A)
R (m")

MAGNETOTERMICI

MTHP 100 - 250


50
1,7

20
7

25
4,4

32
3,0

40
2,2

63
1,4

80
0,9

100
0,7

125
0,7

P (W)

2,8

2,7

3,1

3,5

4,2

5,6

5,6

7,4

11

191

SCELTA

DEI DISPOSITIVI DI MANOVRA E PROTEZIONE

Vantaggi applicativi apparecchi modulari compatti

Fig. 9.7

Nel civile e nel piccolo terziario consuetudine installativa utilizzare nella distribuzione faseneutro la protezione 1P+N; per fondamentale sottolineare che il dispositivo di protezione sul neutro, pur non essendo obbligatorio, certamente non vietato, anzi decisamente consigliabile vista la presenza nella quasi totalit dei casi di personale non addestrato. Gli apparecchi modulari compatti MTC, proteggendo 2 poli in un solo modulo, consentono di realizzare a parit di ingombro la protezione 2P e assicurano quindi anche la protezione del neutro. I vantaggi sono la garanzia assoluta di intervento in presenza di sovracorrenti, grazie alla presenza di due sganciatori, e la certezza di permanente e corretta protezione anche in caso di inversione di polarit dei cavi. La gamma compatta MTC e MDC offre la possibilit di ridurre gli spazi di installazione e quindi di realizzare impianti con centralini NEUTRO NON PROTETTO PROTEZIONE TOTALE ed involucri di minori dimensioni, con conseguente risparmio nei costi; inoltre di fondamentale importanza lopportunit, nelle operazioni di STANDARD ristrutturazione ed adeguamento degli impianti, di incrementare le prestazioni riutilizzando i contenitori preesistenti, evitando cos i costi aggiuntivi delle opere murarie. Nella tabella seguente viene evidenziata per ciascun tipo di distribuzione elettrica la riduzione di ingombro ottenibile.

1P + N

2P

Tab. 9.9

DISTRIBUZIONE

ELETTRICA

PROTEZIONE
2P 2P 3P 4P

RIDUZIONE

DI INGOMBRO

Fase-fase Fase-neutro Trifase Trifase + neutro


Fig. 9.8

- 50% - 50% - 33% - 50%

PROTEZIONE
STANDARD

MAGNETOTERMICA

PROTEZIONE
2 POLI PROTETTI

MAGNETOTERMICA DIFFERENZIALE

STANDARD

2 moduli (36 mm)

1 modulo (18 mm)

4 moduli (72 mm)

2 moduli (36 mm)

4 POLI PROTETTI STANDARD STANDARD

altres importante mettere in evidenza che, a parit di ingombro, gli interruttori compatti consentono di aumentare notevolmente il grado di sicurezza e di protezione tanto dellimpianto quanto delle persone.
4 moduli (72 mm) 2 moduli (36 mm) 7 moduli (126 mm) 4 moduli (72 mm)

SPAZIO 50%

192

Esempi applicativi apparecchi modulari compatti nel residenziale Impianto elettrico di una villetta di circa 150 m2 con una potenza contrattuale pari a 6 kW. Dato lelevato numero di potenze prevedibili quali: illuminazione frigorifero congelatore televisore lavatrice forno elettrico idromassaggio piastre elettriche lavastoviglie videoregistratore forno a microonde si mirato a parzializzare limpianto elettrico per realizzare un coordinamento in selettivit orizzontale tale da evitare la messa fuori servizio di utenze non interessate da guasto.
Fig. 9.9

Centralino Gewiss

Fig. 9.10

Esempio di realizzazione di un centralino per appartamento

N.1 MDC 60 25A 2P 30mA GW 94 129 N.3 MDC 60 16A 2P 30mA GW 94 127

193

SCELTA

DEI DISPOSITIVI DI MANOVRA E PROTEZIONE

Terziario Impianto elettrico di un esercizio commerciale con una potenza contrattuale pari a 20 kW. In strutture di questo tipo dove le utenze sono importanti, oltre che numerose, diventa indispensabile la massima parzializzazione dellimpianto elettrico per assicurare la continuit desercizio sia in presenza di sovraccarico e corto circuito che in presenza di correnti di dispersione a terra. Una possibile soluzione a quanto sopra esposto data dalla seguente applicazione: N.1 MTC 60 32A 4P GW 90 290 N.5 MTC 60 10A 2P GW 90 246 N.3 MDC 60 10A 2P GW 94 126 N.3 MDC 60 10A 4P GW 94 166 N.1 MDC 60 16A 4P GW 94 167 N.1 MDC 60 16A 2P GW 94 127
Fig. 9.11

Esempio di realizzazione di un centralino per un piccolo esercizio commerciale

magazzino

Fig. 9.12

Centralino Gewiss

194

Scatolati serie MTS

Gli interruttori scatolati di tipo tripolare o quadripolare per le loro caratteristiche modulari, risultano particolarmente adatti per essere inseriti in un moderno sistema di protezione per impianti elettrici. Questi apparecchi sono corredati di sganciatori termomagnetici per la protezione contro il sovraccarico e contro il cortocircuito. Nei tipi con corrente di impiego non molto elevata, gli sganciatori termici sono regolabili mentre quelli magnetici sono ad intervento istantaneo per un valore fisso di corrente

Fig. 9.13

Serie MTSE

Gli interruttori GEWISS, Serie MTS (Fig. 9.13) scatolati sono caratterizzati da: - dimensioni di ingombro estremamente compatte - elevato grado di standardizzazione - sensibile limitazione della corrente di guasto (anche nei tipi non limitatori) - possibilit di realizzare ogni tipo di coordinamento delle protezioni. Scelta degli apparecchi Nella Tab. 9.9 vengono riportate le caratteristiche elettriche degli interruttori scatolati GEWISS, Serie MTS.

195

SCELTA

DEI DISPOSITIVI DI MANOVRA E PROTEZIONE

TAB. 9.9 - INTERRUTTORI AUTOMATICI PER DISTRIBUZIONE DI POTENZA

SERIE

MTS 160

MTS 250

Corrente ininterrotta nominale Iu (A) Poli Nr. Tensione nominale di impiego Ue (AC) 50-60Hz (V) (DC) (V) Tensione nominale di tenuta ad impulso Uimp (kV) Tensione nominale di isolamento Ui (V) Tensione di prova a frequenza industriale per 1 min. (V) Potere di interruzione nominale limite in corto circuito Icu (AC) 50-60 Hz 220/230 V (kA) (AC) 50-60 Hz 380/415 V (kA) (AC) 50-60 Hz 440 V (kA) (AC) 50-60 Hz 500 V (kA) (AC) 50-60 Hz 690 V (kA) (DC) 250 V - 2 poli in serie (kA) (DC) 500 V - 2 poli in serie (kA) (DC) 500 V - 3 poli in serie (kA) (DC) 750 V - 3 poli in serie (kA) Potere di interruzione nominale di servizio in cto , Ics (1) (%Icu) Potere di chiusura nominale in corto circuito (415 V) (kA) Durata di apertura (415 V a Icu) (ms) Corrente di breve durata ammissibile nominale per 1 s, Icw (kA) Categoria di utilizzazione (EN 60947-2) Attitudine al sezionamento IEC 60947-2, EN 60947-2 Sganciatori magnetotermici T regolabile, M fisso 5 lth T regolabile, M fisso 10 lth T regolabile, M regolabile solo magnetico M fisso a microprocessore SEP/A SEP/B Intercambiabilit Esecuzioni Terminali esecuzione fissa esecuzione rimovibile esecuzione estraibile (2) Fissaggio su profilato DIN Vita meccanica (Nr. di manovre/operazioni orarie) Vita elettrica (a 415 V) (Nr. di manovre/operazioni orarie) Dimensioni base, fisso 3/4 poli L (mm) P (mm) H (mm) Pesi fisso 3/4 poli (kg) rimovibile 3/4 poli (kg) estraibile 3/4 poli (kg)

160 3-4 690 500 6 690 3000 B 25 16 10 8 6 16 16 100% 32 8 A SI N 50 36 20 12 8 35 35 75% 74 7 N 65 36 30 25 14 35 35 20 100% 74 8

160-250 3-4 690 750 8 800 3000 H 100 65 50 40 18 65 50 35 75% 143 7 A SI

L 170 85 65 50 (3) 20 85 65 50 75% 187 6

F-P EF - FC - FC CuAl - R FC - R DIN EN 50022 25000 /240 8000 /120 90 /120 70 120 1.1/1.5 1.3/1.7

F-P-W F - EF - ES - FC FC CuAl - RC - R EF - FC - R EF - FC - R DIN EN 50023 25000 /120 10000 (160A) - 8000 (250A) /120 105/140 103.5 170 2.6/3.5 3.1/4.1 3.5/4.5

(1) Per interruttori MTS 250 N/H/L, MTSE 250 N/H/L, MTS 630 N/H, MTSE 630 N/H, MTS 800 N/S/H, MTSE 800 N/S/H, la prestazione percentuale di Ics a 690V ridotta del 25%. (2) Gli interruttori in versione estraibile vanno corredati con il frontale per comando a leva o con gli accessori ad essi alternativi come la maniglia rotante o il comando motore (3) Linterruttore MTS 250 con potere di interruzione L a 690V pu essere alimentato solo superiormente.

196

TABELLA DI PRESTAZIONE

MTSE 250

MTS 630 - MTSE 630

MTS 800 - MTSE 800

MTSE 1600

N 65 36 30 25 18 100% 74 8

160-250 3-4 690 8 800 3000 H 100 65 50 40 22 100% 143 7 A SI

L 200 100 80 65 30 75% 220 6

400-630 3-4 690 750 8 800 3000 N H L 65 100 200 36 65 100 30 50 80 25 40 65 20 25 30 35 65 100 35 50 65 20 35 50 100% 100% 75% 74 143 220 8 7 6 5 (400A) B (400A) - A (630A) SI

630-800 3-4 690 750 8 800 3000 N S H L 65 85 100 200 36 50 65 100 30 45 50 80 25 35 40 65 20 22 25 30 35 50 65 100 20 35 50 65 16 20 35 50 100% 100% 100% 75% 74 105 143 220 10 9 8 7 7.6 (630A) - 10 (800A) B SI

1250-1600 3-4 690 8 800 3000 S H L 85 100 200 50 65 100 40 55 80 35 45 70 20 25 35 100% 75% 50% 105 143 220 22 22 22 15 (1250A) - 20 (1600A) B SI

F-P-W F - EF - ES - FC FC CuAl - RC - R EF - FC - R EF - FC - R 20000/120 10000 (160A) - 8000 (250A) /120 105/140 103.5 254 4/5.3 4.5/5.9 4.9/6.3
LEGENDA ESECUZIONI F = Fisso P = Rimovibile W = Estraibile

F - P (400A) - W F - EF (400A) - ES - FC FC CuAl (400A) - RC (400A) - R EF - FC - R EF (400A) - ES - FC (400A) R - VR (630A) 20000/120 7000 (400A) - 5000 (630A) /60 140/184 103.5 254 5/7 6.1/8.4 6.4/8.7

F-W F - EF - ES - FC CuAl RC - R EF - HR - VR 20000/120 7000 (630A) - 5000 (800A) /60 210/280 103.5 268 9.5/12 12.1/15.1

F-W F - EF - ES - FC CuAl (1250A) HR - VR EF - HR - VR 10000/120 7000 (1250A) - 5000 (1600A) /20 210/280 138.5 406 17/22 21.8/29.2
RC = Posteriori per cavi in rame o alluminio HR = Posteriori in piatto orizzontali VR = Posteriori in piatto verticali

LEGENDA TERMINALI F = Anteriori EF = Anteriori prolungate ES = Anteriori prolungati divaricati

FC = Anteriori per cavi in rame FC CuAl = Anteriori per cavi in rame o alluminio R = Posteriori filettati

197

SCELTA

DEI DISPOSITIVI DI MANOVRA E PROTEZIONE

Serie MTS: componibilit e accessoriabilit

COMPONENTI
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16
Interruttore base Sottobase Frontale standard Frontale DIN Comando a maniglia rotante diretta Frontali per comando a leva per fisso / rimovibile / estraibile Comando a motore ad azione diretta Copriterminali isolanti (alti / bassi) Sganciatore Terminali di connessione (anteriori / posteriori) Sganciatori di servizio (apertura, minima tensione, ...) Contatti ausiliari Connettori per sganciatori di servizio e contatti ausiliari Parte fissa per interruttore rimovibile Elementi di trasformazione in parte mobile di estraibile Blocco a chiave per interruttore estraibile

198

199

SCELTA

DEI DISPOSITIVI DI MANOVRA E PROTEZIONE

Tipi di sganciatori impiegati

Lo scopo principale di un interruttore automatico quello di assicurare la protezione dei circuiti che alimenta. Tale protezione deve essere assicurata: - dai sovraccarichi mediante sganciatori termici costituiti da lamine bimetalliche o mediante sganciatori statici entrambi funzionanti secondo una curva a tempo inverso - dai cortocircuiti mediante sganciatori magnetici o statici a tempo indipendente, con funzionamento istantaneo o con breve ritardo. - dai guasti verso terra con lausilio di blocchi differenziali sensibili alle correnti di guasto verso terra. Per gli interruttori di bassa tensione gli sganciatori sono normalmente disponibili sul mercato con una estesa possibilit di regolazione e con differenti caratteristiche di intervento. Protezione termomagnetica I tipi pi semplici sono quelli magnetotermici per gli interruttori modulari. Questi componenti non hanno la possibilit di essere regolati, ma devono essere adattati alle caratteristiche del circuito cambiando la corrente nominale dellinterruttore oppure la caratteristica tipica di intervento (caratteristica C anzich B). Per gli apparecchi di taglia superiore (interruttori scatolati), gli sganciatori magnetotermici hanno la possibilit di regolazione della corrente di intervento per la protezione dei sovraccarichi (comunemente definita protezione termica o di lungo ritardo). In questo modo possibile adattare la protezione alle esigenze del circuito ed effettuare unottima scelta dei cavi. La protezione magnetica contro i cortocircuiti ha invece una caratteristica fissa: lintervento avviene non appena superato un valore di corrente prestabilito con un tempo tanto breve da poter essere definito istantaneo. Per gli interruttori scatolati da inserire allinterno dei quadri, sono disponibili (in alternativa a quelli magnetotermici) gli sganciatori elettronici che offrono maggiori possibilit di regolazione della corrente. Le versioni pi sofisticate degli sganciatori elettronici permettono molte possibilit di regolazione della corrente e dei tempi di intervento. Scelta degli sganciatori Viene normalmente effettuata in base a considerazioni tecnico-economiche, in funzione delle caratteristiche dellimpianto da proteggere e del grado di selettivit da realizzare nellintervento delle protezioni. Economicamente la scelta dei tipi pi semplici (sganciatori magnetotermici) permette di tenere bassi i costi, mentre dal punto di vista tecnico le versioni pi sofisticate (sganciatori elettronici) offrono migliori prestazioni e maggiori possibilit di impiego Indubbiamente questi ultimi, offrono una maggior precisione di intervento e garantiscono la costanza della corrente di taratura al variare della temperatura nel punto di installazione, mentre quelli magnetotermici intervengono a valori differenti di corrente in funzione della temperatura del luogo dove sono installati. In ultima analisi, si pu asserire che la scelta degli sganciatori deve essere effettuata in modo che possono garantire la protezione delle utenze e delle condutture dai sovraccarichi e dai cortocircuiti, nonch quella delle persone nel rispetto delle prescrizioni contenute nelle norme. La taratura delle protezioni Se si dovesse considerare solamente la necessit di proteggere limpianto elettrico, la miglior regolazione delle protezioni sarebbe quella di prevedere lintervento istantaneo ad un valore di corrente di poco superiore a quello nominale dellutenza o del circuito da proteggere. In pratica questo tipo di regolazione non pu essere realizzata in quanto bisogna consentire ai

200

circuiti protetti di superare qualche periodo di funzionamento transitorio che fa parte delle normali caratteristiche delle utenze. Esempi tipici sono lavviamento di un motore asincrono trifase che assorbe una corrente di spunto elevata e laccensione di lampade ad incandescenza che, a causa del filamento freddo allatto dellaccensione, presentano una resistenza bassa e di conseguenza assorbono una corrente maggiore di quella nominale. Se gli sganciatori possono essere regolati, la taratura ideale quella che colloca la curva di intervento pi vicina possibile agli assi cartesiani avendo per laccortezza di non interferire con le curve di corrente dei transitori caratteristici del carico. Nel caso di un interruttore posto a protezione di un quadro, normalmente necessario prevedere lintervento selettivo delle protezioni a monte del quadro protetto rispetto a quelle a valle. In queste situazioni necessario considerare: - il tempo occorrente allinterruttore a valle per interrompere la corrente dopo lintervento della relativa protezione, - le tolleranze del tempo di intervento degli sganciatori, - le tolleranze del tempo effettivo di interruzione delle correnti. Se si hanno diversi gradini di selettivit cronometrica, la taratura del tempo di intervento dellinterruttore pi a monte pu risultare tanto elevata da superare il mezzo secondo. Linconveniente pu essere superato agevolmente con limpiego di sganciatori elettronici, la cui precisione permette di garantire la selettivit cronometrica con un t tra monte e valle di 0,1 sec. Con questo accorgimento si possono ottenere diversi gradini di selettivit con un intervallo di tempo molto breve. Concetto di limitazione corrente presunta e corrente reale La corrente presunta di cortocircuito quella corrente che circolerebbe nel circuito se ciascun polo del dispositivo di protezione avesse unimpedenza trascurabile. In realt cos non poich sia linterruttore che i cavi presentano una certa resistenza, pertanto la corrente reale di cortocircuito risulter, a favore della sicurezza, sempre inferiore a quella presunta dedotta dai calcoli. In commercio si trovano anche interruttori automatici che possono limitare il valore della corrente di cortocircuito interrotta, chiamati interruttori limitatori. Il potere di limitazione di un interruttore automatico consiste nella capacit, pi o meno elevata, di lasciare passare, in occasione di un cortocircuito, una corrente limitata inferiore a quella di cortocircuito presunta. Questa limitazione si pu ottenere con una elevata resistenza propria dellinterruttore e/o con un tempo di sgancio estremamente ridotto a tensione darco elevata. Negli interruttori limitatori vengono normalmente soddisfatte le condizioni: - apertura dei contatti prima che la corrente raggiunga il valore di picco, - immediato inserimento nel circuito di unalta resistenza, costituita da unelevata tensione darco. I vantaggi ottenuti con la tecnica della limitazione della corrente di cortocircuito sono i seguenti: - minor riscaldamento dei conduttori e degli isolanti con conseguente aumento della loro vita operativa, - minori effetti meccanici dovuti alle forze elettrodinamiche di repulsione (ridotte) e quindi meno rischi di deformazioni e di rotture, - minor influenza sugli apparecchi di misura vicini degli effetti elettromagnetici del cortocircuito.

201

SCELTA

DEI DISPOSITIVI DI MANOVRA E PROTEZIONE

Sganciatori elettronici

Gli sganciatori elettronici a microprocessore (Fig. 9.14 e 9.15), rilevano, tramite trasformatori amperometrici, il valore efficace delle forme donda delle correnti dellimpianto. Questi valori vengono elaborati da ununit elettronica di protezione che, in caso di sovraccarico, cortocircuito e guasto verso terra, attiva uno sganciatore a demagnetizzazione che agisce sul dispositivo di sgancio dellinterruttore, provocandone lapertura.
Fig. 9.14

Sganciatore elettronico SEP/A

Fig. 9.15

Sganciatore elettronico SEP/B

Grazie ad una componentistica elettronica che garantisce assoluta affidabilit ed immunit da qualsiasi disturbo di tipo elettromagnetico, gli sganciatori SEP/A e SEP/B rappresentano la protezione ideale per ogni tipologia di circuito o utenza elettrica. Le ampie e pressoch illimitate regolazioni sia della corrente sia del tempo di intervento garantiscono un elevato grado di selettivit fra le diverse grandezze della stessa gamma di apparecchiature. In pratica vengono garantite le seguenti funzioni protettive: - L protezione contro il sovraccarico a tempo lungo inverso - S protezione selettiva contro il cortocircuito a tempo breve inverso o dipendente o fisso indipendente (solo SEP/B) - I protezione istantanea contro il cortocircuito - G protezione contro il guasto verso terra a tempo breve inverso o dipendente o regolabile indipendente (solo SEP/B)

202

Nella Tab. 9.10 e 9.11 vengono rispettivamente riportate le caratteristiche tecniche degli sganciatori elettronici, nonch le curve e le soglie di intervento degli stessi.
Tab. 9.10

Caratteristiche tecniche

TEMPERATURA UMIDIT FREQUENZA SCARICHE CAMPO

DI FUNZIONAMENTO

-25C +70C 90% 45 66 Hz (LF


E

RELATIVA DI LAVORO ELETTROMAGNETICA

COMPATIBILIT

HF)

IEC 947-2 Annex F IEC 1000-4-2 IEC 1000-4-3 IEC 1000-4-4 15 anni (a 45C)

ELETTROSTATICHE

ELETTROMAGNETICO IRRADIATO DI BREVE DURATA

TRANSITORI

MTBF PREVISTO CARATTERISTICHE


SEGNALAZIONE

DEL CONTATTO DI

MASSIMA MASSIMA

CORRENTE INTERROTTA TENSIONE INTERROTTA

0,5 A 24 Vcc/ca 3 W/VA 500Vac 1000 Vac

POTERE DINTERRUZIONE ISOLAMENTO ISOLAMENTO


CONTATTO/CONTATTO CONTATTO/BOBINA

TAB. 9.11 - SOGLIE E CURVE DI INTERVENTO FUNZIONE DI PROTEZIONE SOGLIA DI INTERVENTO CURVE DI INTERVENTO

NON ESCLUDIBILE

Contro sovraccarico con intervento ritardato a tempo lungo inverso e caratteristica di intervento secondo una curva a tempo dipendente (l 2t = costante)

l1 = 0,4 - 0,5 - 0,6 - 0,7 - 0,8 - 0,9 - 0,95 - 1 x In l1 = 0,4 - 0,5 - 0,55 - 0,6 - 0,65 - 0,7 - 0,75 - 0,8 - 0,85 - 0,875 0,9 - 0,925 - 0,95 - 0,975 - 1 x In Sgancio tra 1,05 ... 1,30 x l1 (IEC 60947-2)

a 6 xl1 a 6x l1 a 6x l1 t1 = 3s t1 = 6s t1 = 12s (tolleranza :+ 10% fino a 2 x ln: + 20% oltre 2 x In)

a 6x l1 t1 = 18s

Contro corto circuito con intervento ritardato a tempo breve inverso e caratteristica di interventoo a tempo dipendente (l 2t = costante) oppure a ESCLUDIBILE tempo indipendente

Pt=cost ON

l2 = 1 -2 -3 - 4 -6 - 8 - 10 x ln Tolleranza : + 10% l2 = 1 -2 -3 - 4 -6 - 8 - 10 x ln Tolleranza : + 10%

a 8 xl1 a 8x l1 t2 = 0,05s t2 = 0,1s (tolleranza : + 20%) t2 = 0,05s t2 = 0,1s (tolleranza : + 20%)

a 8x l1 t2 = 0,25s

a 8x l1 t2 = 0,5s

Pt=cost OFF

t2 = 0,25s

t2 = 0,5s

Contro corto circuito con intervento istantaneo regolabile ESCLUDIBILE

l3 = 1,5 -2 - 4 -6 - 8 - 10 - 12 x ln (*) Tolleranza : + 20% (*) Per S5 630, l3max = 8 x ln

Contro guasto a terra con intervento ritardato a tempo breve inverso e caratteristica di intervento secondo una ESCLUDIBILE curva a tempo dipendente (l2t = costante)

l4 = 0,2 - 0,3 - 0,4 - 0,6 - 0,8 - 0,9 - 1 x ln Tolleranza : + 20%

fino a 3,25 x 14 fino a 2,25 x 14 fino a 1,6 x 14 t4 = 100ms t4 = 200ms t4 = 400ms (tolleranza :+ 10% fino a 2 x ln: + 20% oltre 2 x In)

fino a 1,25 x 14 t4 = 800ms

203

SCELTA

DEI DISPOSITIVI DI MANOVRA E PROTEZIONE

TAB. 9.12 - SCELTA DELLO SGANCIATORE TERMOMAGNETICO IR (A) L1 - L2 - L3 Neutro MTS 160 MTS 250 (160 A) MTS 250 (250 A) MTS 630 (400 A) MTS 630 (630 A) MTS 800 (630 A) MTS 800 (800 A) 10 x Ith L1-L2-L3 Neutro 5 x Ith L1-L2-L3 Neutro Tm regolabile L1-L2-L3 Neutro 3200 4000 5000 6300 8000 2000 2500 3200 4000 5000 500 500 160 160 500 500 160 160 500 500 200 200 500 500 200 200 500 500 300 300 500 500 200 200 500 500 300 300 630 630 320 320 800 1000 1250 1250 1600 2000 2500 800 1000 1250 800 1000 1250 1600 400 400 500 500 630 630 630 400 800 1000 1250 500 625 800 12,5 12,5 16 16 20 20 25 25 32 32 40 40 50 50 63 63 80 80 100 100 125 125 125 80 160 100 200 125 250 160 320 200 400 250 500 320 630 400 800 500

Note: 1) Lindicazione IR identifica la corrente di taratura per la protezione delle fasi (L1-L2-L3) e del neutro (seconda riga). 2) Gli sganciatori termomagnetici che equipaggiano gli interruttori MTS 160 e MTS 250, hanno lelemento termico a soglia regolabile 0,7 1 x In. Il valore di corrente regolato che si ottiene agendo sullapposito selettore da intendersi nominale a 40C. Lelemento magnetico ha soglia di intervento fissa, con valori dintervento che variano in funzione della taratura delle fasi. 3) Le soglie di intervento della protezione magnetica sono funzione della taratura adottata sia per la protezione delle fasi (L1-L2-L3) che del neutro. Gli sganciatori denominati 10 x Ith sono indicati per tutte le applicazioni di distribuzione, mentre gli sganciatori 5 x Ith trovano impiego dove richiesta una soglia di intervento magnetico bassa.

204

Declassamento in temperatura INTERRUTTORI


IN (A)
16 25 40 63 100 125 160 10 C 14 19 21 30 33 47 53 74 84 118 102 145 130 184 20 C 13 18 19,5 28 32 45 50 70 80 112 100 140 125 176
SCATOLATI

INTERRUTTORI CON SGANCIATORI MAGNETOTERMICI


MTS 160
TEMPERATURE
30 C 11,5 17 18,5 26,5 30 42 47 66 76 106 93 133 120 168 40 C 11 16 17,5 25 28 40 44 63 70 100 88 125 112 160 50 C 10,5 15 16,5 23 26 37 42 60 65 94 81 116 106 150 60 C 9,5 14 15 21 24 34 38 56 59 85 75 108 100 140 70 C 8,5 13 13 19 21 31 34 52 49 75 58 101 90 130

INTERRUTTORI
IN (A)
32 50 80 100 125 160 200 250 10 C 26 43 37 62 59 98 83 118 103 145 130 185 162 230 200 285 20 C 24 39 35 58 55 92 80 113 100 140 124 176 155 220 193 275

SCATOLATI

MTS 250
TEMPERATURE
40 C 19 32 30 50 48 80 70 100 88 125 112 160 140 200 175 250 50 C 16 27 27 46 44 74 66 95 80 115 106 150 133 190 168 240 60 C 14 24 25 42 40 66 59 85 73 105 100 104 122 175 160 230 70 C 11 21 22 39 32 58 49 75 63 95 90 130 107 160 150 220

30 C 22 36 33 54 52 86 74 106 94 134 118 168 147 210 183 262

INTERRUTTORI
IN (A)
320 400 500 10 C 260 368 325 465 435 620 20 C 245 350 310 442 405 580

SCATOLATI

MTS 630
TEMPERATURE
40 C 224 320 280 400 350 500 50 C 212 305 265 380 315 450 60 C 200 285 250 355 280 400 70 C 182 263 230 325 240 345

30 C 234 335 295 420 380 540

INTERRUTTORI
IN (A)
630 800 10 C 520 740 685 965 20 C 493 705 640 905

SCATOLATI

MTS 800
TEMPERATURE
40 C 441 630 560 800 50 C 405 580 520 740 60 C 380 540 470 670 70 C 350 500 420 610

30 C 462 660 605 855

205

SCELTA

DEI DISPOSITIVI DI MANOVRA E PROTEZIONE

DECLASSAMENTO IN TEMPERATURA - INTERRUTTORI CON SGANCIATORI ELETTRONICI


MTSE 250 (160A) FISSO
Anteriori in piatto Terminali anteriori per cavi Terminali posteriori per cavi Posteriori filettati
170

fino a 40C Imax (A) I1


160 160 160 160 1 1 1 1

50C Imax (A) I1


160 160 160 160 1 1 1 1

60C Imax (A) I1


160 160 160 160 1 1 1 1

70C Imax (A) I1


160 160 152 152 1 1 0,95 0,95

RIMOVIBILE ESTRAIBILE
Anteriori in piatto Terminali anteriori per cavi Terminali posteriori per cavi Posteriori filettati
170

fino a 40C Imax (A) I1


160 160 160 160 1 1 1 1

50C Imax (A) I1


160 160 160 160 1 1 1 1

60C Imax (A) I1


160 160 160 160 1 1 1 1

70C Imax (A) I1


152 152 144 144 0,95 0,95 0,9 0,9

165 160 155

Anteriori in piatto Terminali anteriori per cavi

165 160 155

Anteriori in piatto Terminali anteriori per cavi

150

150

145

Terminali posteriori per cavi Posteriori filettati

145

Terminali posteriori per cavi Posteriori filettati

140 135

140 135

130 125

130 125

120

120

MTSE 250 (250A) FISSO


Anteriori in piatto Terminali anteriori per cavi Terminali posteriori per cavi Posteriori filettati

fino a 40C Imax (A) I1


250 250 250 250 1 1 1 1

50C Imax (A) I1


250 250 250 250 1 1 1 1

60C Imax (A) I1


250 250 250 250 1 1 1 1

70C Imax (A) I1


237,5 37,5 225 225 0,95 0,95 0,9 0,9

RIMOVIBILE ESTRAIBILE
Anteriori in piatto Terminali anteriori per cavi Terminali posteriori per cavi Posteriori filettati

fino a 40C Imax (A) I1


250 250 250 250 1 1 1 1

50C Imax (A) I1


250 250 250 250 1 1 1 1

60C Imax (A) I1


250 250 250 250 1 1 1 1

70C Imax (A) I1


225 225 200 200 0,9 0,9 0,8 0,8

Anteriori in piatto Terminali anteriori per cavi

Anteriori in piatto Terminali anteriori per cavi

Terminali posteriori per cavi Posteriori filettati

Terminali posteriori per cavi Posteriori filettati

206

MTSE 630 (400A) FISSO


Anteriori in piatto Terminali anteriori per cavi Terminali posteriori per cavi Posteriori filettati

fino a 40C Imax (A) I1


400 400 400 400 1 1 1 1

50C Imax (A) I1


400 400 400 400 1 1 1 1

60C Imax (A) I1


400 400 400 400 1 1 1 1

70C Imax (A) I1


380 380 360 320 0,95 0,9 0,9 0,8

RIMOVIBILE ESTRAIBILE
Anteriori in piatto Terminali anteriori per cavi Terminali posteriori per cavi Posteriori filettati

fino a 40C Imax (A) I1


400 400 400 400 1 1 1 1

50C Imax (A) I1


400 400 400 380 1 1 1 0,95

60C Imax (A) I1


400 380 380 360 1 1 1 1

70C Imax (A) I1


380 360 360 320 0,95 0,9 0,9 0,8

Anteriori in piatto

Anteriori in piatto Terminali anteriori per cavi Terminali posteriori per cavi Posteriori filettati Terminali anteriori per cavi Terminali posteriori per cavi Posteriori filettati

MTSE 630 (630A) FISSO


Anteriori in piatto Terminali anteriori per cavi Posteriori filettati

fino a 40C Imax (A) I1


630 630 630 1 1 1

50C Imax (A) I1


598,5 567 504 0,95 0,9 0,8

60C Imax (A) I1


567 504 441 0,9 0,8 0,7

70C Imax (A) I1


504 441 378 0,8 0,7 0,6

ESTRAIBILE
Anteriori in piatto Terminali anteriori per cavi Posteriori filettati

fino a 40C Imax (A) I1


630 630 630 1 1 1

50C Imax (A) I1


504 567 441 0,8 0,9 0,7

60C Imax (A) I1


441 504 378 0,7 0,8 0,6

70C Imax (A) I1


378 441 315 0,6 0,7 0,5

Anteriori in piatto Posteriori in piatto

Terminali anteriori per cavi Anteriori in piatto Posteriori filettati Posteriori filettati

207

SCELTA

DEI DISPOSITIVI DI MANOVRA E PROTEZIONE

DECLASSAMENTO IN TEMPERATURA - INTERRUTTORI CON SGANCIATORI ELETTRONICI


MTSE 800 (630A) FISSO
Anteriori in piatto Terminali anteriori per cavi Terminali posteriori per cavi Posteriori filettati

fino a 40C Imax (A) I1


630 630 630 630 1 1 1 1

50C Imax (A) I1


630 630 630 630 1 1 1 1

60C Imax (A) I1


630 598,5 598,5 567

70C Imax (A) I1


0,95 0,9 0,9 0,8

ESTRAIBILE
Anteriori in piatto Posteriori in piatto verticali Posteriori in piatto orizzontali

fino a 40C Imax (A) I1


630 630 630 1 1 1

50C Imax (A) I1


630 630 598,5

60C Imax (A) I1


0,95 0,95 0,9

70C Imax (A) I1


567 567 504 0,9 0,9 0,8

1 598,5 0,95 567 0,95 567 0,9 504

1 598,5 1 598,5 0,95 567

Anteriori in piatto

Anteriori in piatto Posteriori in piatto verticali

Posteriori in piatto orizzontali Terminali anteriori per cavi Posteriori filettati

MTSE 800 (800A) FISSO


Anteriori in piatto Terminali anteriori per cavi Terminali posteriori per cavi Posteriori filettati

fino a 40C Imax (A) I1


800 800 800 800 1 1 1 1

50C Imax (A) I1


800 800 800 800 1 1 1 1

60C Imax (A) I1


800 760 760 720 1 0,95 0,95 0,9

70C Imax (A) I1


760 720 720 640 0,95 0,9 0,9 0,8

ESTRAIBILE
Anteriori in piatto Posteriori in piatto verticali Posteriori in piatto orizzontali

fino a 40C Imax (A) I1


800 800 800 1 1 1

50C Imax (A) I1


800 800 760 1 1 0,95

60C Imax (A) I1


760 0,95 760 0,95 720 0,9

70C Imax (A) I1


720 720 640 0,9 0,9 0,8

Anteriori in piatto

Anteriori in piatto Posteriori in piatto verticali

Posteriori in piatto orizzontali Terminali anteriori per cavi Terminali posteriori per cavi Posteriori filettati

208

MTSE 1600 (1250A) FISSO


Anteriori in piatto Terminali anteriori per cavi Terminali posteriori per cavi Posteriori filettati

fino a 40C Imax (A) I1


1250 1250 1250 1250 1 1 1 1

50C Imax (A) I1


1250 1250 1250 1250

60C Imax (A) I1

70C Imax (A) I1


0,95 0,95 0,9 0,9

ESTRAIBILE
Anteriori in piatto Posteriori in piatto verticali Posteriori in piatto orizzontali

fino a 40C Imax (A) I1


1250 1250 1250 1 1 1

50C Imax (A) I1


1250 1250 1250 1 1 1

60C Imax (A) I1


1187,5 1187,5 1125 0,95 0,95 0,9

70C Imax (A) I1


1125 1125 1000 0,9 0,9 0,8

1 1250 1 1250 1 1187,5 1 1250

1 1187,5 1 1187,5 0,95 1125 1 1125

Anteriori in piatto Posteriori in piatto verticali

Anteriori in piatto Posteriori in piatto verticali

Posteriori in piatto orizzontali

Terminali anteriori per cavi Posteriori in piatto orizzontali

MTSE 1600 (1600A) FISSO


Anteriori in piatto Posteriori in piatto verticali Posteriori in piatto orizzontali

fino a 40C Imax (A) I1


1600 1600 1600 1 1 1

50C Imax (A) I1


1520 1520 1440 0,95 0,95 0,9

60C Imax (A) I1


1440 0,9 1440 0,9 1280 0,8

70C Imax (A) I1


1280 1280 1120 0,8 0,8 0,7

ESTRAIBILE
Anteriori in piatto Posteriori in piatto verticali Posteriori in piatto orizzontali

fino a 40C Imax (A) I1


1600 1600 1600 1 1 1

50C Imax (A) I1


1440 1440 1280 0,9 0,9 0,8

60C Imax (A) I1


1280 1280 1120 0,8 0,8 0,7

70C Imax (A) I1


1120 1120 906 0,7 0,7 0,6

Anteriori in piatto Posteriori in piatto verticali

Anteriori in piatto Posteriori in piatto verticali

Posteriori in piatto orizzontali

Posteriori in piatto orizzontali

209

SCELTA

DEI DISPOSITIVI DI MANOVRA E PROTEZIONE

Potenze dissipate
POTENZE MTS 160 Taratura 12,5 16 20 25 32 40 50 63 80 100 125 160 200 250 320 400 630 800 1000 1250 1600 Iu (A) 12,5 16 20 25 32 40 50 63 80 100 125 160 200 250 320 400 630 800 1000 1250 1600 F 6 7,5 8 10 14 10 13 16 21 18 24 30 P 6,5 8,5 9 11 15 11 14 17 23 20 26 35 18 21 20 30 36 50 21 25 26 40 46 65 40 55 60 65 90 96 45 60 170 65 90 200 92 93 117 119 90 96 115 125 102 160 260 140 220 360 15 22 5 8 16 18 12 13 MTS 250 F P-W F
DISSIPATE INTERRUTTORI SCATOLATI

(W) MTS 800 F W MTSE 800 F W MTSE 1600 F W P-W

MTSE 250 P-W

MTS 630 F P-W

MTSE 630 F

F: Interruttore fisso P: Interruttore rimovibile W: Interruttore estraibile

210

Curve
MTC 45 - 60 - 100/MT 60 - 100 - 250/MTHP 100 - 250

CURVE DI INTERVENTO - INTERRUTTORI MODULARI


MT 60

TIPO C (CEI EN 60898) MT 60 - 100/MTHP 100

TIPO

B (CEI EN 60898)

I diagrammi mostrano le curve di intervento della protezione contro il sovraccarico (curva a tempo inverso) e contro il cortocircuito con intervento istantaneo. Nelle ordinate si hanno i tempi di intervento mentre nelle ascisse sono indicati i multipli delle correnti nominali degli interruttori. Come si pu osservare la protezione termica interviene a partire dal valore di 1,45 In, mentre il valore Im (corrente che provoca lintervento istantaneo della protezione magnetica) pu essere pari a 3 20 In, a seconda delle caratteristiche di intervento degli interruttori.

Inf If
t 1

Curva B Curva C Curva D

10 20

In

1 limite dintervento termico a freddo, tutti i poli caricati: corrente di prova di non intervento 1,13 In (Inf) corrente di prova di sicuro intervento 1,45 In (In) 2 limite dintervento elettromagnetico

TIPO D (CEI EN 60898)

211

SCELTA

DEI DISPOSITIVI DI MANOVRA E PROTEZIONE

CURVE DI INTERVENTO - INTERRUTTORI SCATOLATI


MTS 160 Im = 10 x Ith
t [s]
104

MTS 250 Im = 10 x Ith


t [s] 104

103

103

102

102

10

10

10-1

50 160 40

32 25

20 16

12,5

10-1
50 32

10-2
1,05

10-2
1,05

10-1

10

102 x Ith

10-1

10

102 x Ith

MTS 250 Im = 10 x Ith


t [s]
104

MTS 250 Im = 5 x Ith


t [s] 104

103

103

102

102

10

10

10-1

80 250

10-1
50 32

10-2
1,05

10-2
1,05

10-1

10

102 x Ith

10-1

10

102 x Ith

212

MTS 250 Im = 5 x Ith


t [s]
104

MTS 630 Im = 5 10 x Ith


t [s]
104

Ith = 0,7 1 x In

103

103

10

10

10

10

80 250

10-1

10-1

10-2
1,05

10-2
1,05

10-1

10

102 x Ith

10-1

10

102 x Ith

MTS 800 (630A) Im = 5 10 x Ith


t [s]
104

MTS 800 (800A) Ith = 0,7 1 x In Im = 5 10 x Ith


t [s]
104

Ith = 0,7 1 x In

103

103

10

10

10

10

10-1

10-1

10-2
1,05

10-2
1,05

10-1

10

102 x Ith

10

-1

10

102 x Ith

213

SCELTA

DEI DISPOSITIVI DI MANOVRA E PROTEZIONE

CURVE DI INTERVENTO - INTERRUTTORI SCATOLATI


MTSE 250 - MTSE 630 - MTSE 800 - MTSE 1600 SEP/A - Funzioni LI - I N.B. Per MTSE 630 la soglia massima impostabile della funzione I 8 x In
t [s]
104

SEP/B - Funzione LSI, S a tempo breve inverso (I2t = cost. ON) N.B. Per MTSE 630 la soglia massima impostabile della funzione I 8 x In
t [s]
104

L
0,5 0,4

L
0,7 0,95 0,6 0,8 1 0,9 1,5

0,4-0,5-0,55-0,6-0,65-0,7-0,75-0,80,85-0,875-0,9-0,925-0,95-0,975-1

103

103

0,4

1,5

10

D C B A

4 6 8

10

D C B A
1

4 6

D
10 12

10

D C B A

10

C B A

2 3 4 6

D C B A

8 10 12

8 10

10-1

10-1

I2t ON

I
10-2
1,05

10-2
1,05

I
10-1 1 10 102 x In

10-1

10

102 x In

MTSE 250 - MTSE 630 - MTSE 800 - MTSE 1600 SEP/B - Funzione LSI, S a tempo indipendente (I2t = cost. OFF) N.B. Per MTSE 630 la soglia massima impostabile della funzione I 8 x In
t [s]
104

SEP/B - Funzione G

t [s]

104

L
0,4

0,2

0,3 0,4

0,6

0,4-0,5-0,55-0,6-0,65-0,7-0,75-0,80,85-0,875-0,9-0,925-0,95-0,975-1

0,8 0,9 1

103
1,5 2

103

10

D C B A
1

102
4 6 8 2 3 4

10

D C B A
6

10 12

10

G
8 10

1
D C

D C

10-1

B A

I t OFF

10-1

I
10-2
1,05

10-2
1,05

10-1

10

102 x In

10-1

10

102 x In

214

CURVE DELLENERGIA SPECIFICA PASSANTE - INTERRUTTORI MODULARI MTC


MTC 45 - VERSIONI 1P+N, 2P - 230V
I t (A s) 10
6 2 2

MTC 45 - VERSIONI 1P, 3P, 4P - 230/400V e 2P - 400V


I t (A s) 10
6 2 2

10

32

25 10
5

32 25 20 16 10 6

10

20 16 10 6

10 10
3

10

10 1.000 4.500 10.000 100.000 Icc (A)

500

500

1.000

4.500

10.000

100.000 Icc (A)

MTC 60 - VERSIONI 1P+N, 2P - 230V


I t (A s) 10
6 2 2

MTC 60 - VERSIONI 1P, 3P, 4P - 230/400V e 2P - 400V


I t (A s) 10
6 2 2

10

32 25 10
5

32 25 20 16 10 6

10

20 16 10 6

10 10
3

10

10 1.000 6.000 10.000 100.000 Icc (A)

500

500

1.000

6.000 10.000

100.000 Icc (A)

MTC 100 - VERSIONI 1P+N, 2P - 230V


I t (A s) 10
6 2 2

Le curve riportate nella seguente pagina esprimono lenergia passante in funzione della corrente di cortocircuito Icc. riferita alla corrente del dispositivo di protezione per i diversi modelli di interruttori per la protezione differenziale.

Icc Icc di cresta presunta

10

32 25

10

20 16 10 6

Icc presunta Icc di cresta limitata Icc limitata ti t

10

10

500

1.000

10.000

100.000 Icc (A)

Qui sopra sono riportate le curve di limitazione dellenergia passante in funzione della corrente di cortocircuito espressa in kA. Le varie curve sono riferite a diversi valori di corrente nominale dellapparecchio di protezione.

215

SCELTA

DEI DISPOSITIVI DI MANOVRA E PROTEZIONE

CURVE DELLENERGIA SPECIFICA PASSANTE - INTERRUTTORI MODULARI MT 60


Tipo C 1P + N 2P 230V - MT 60
100000

Tipo C 2P 400V - MT 60
100000

Tipo C 1P - 230V 3P e 4P 400V - MT 60


100000

50/63A 50/63A 32/40A


I t (A s)
2 2

I t (A s)
2 2

50/63A 32/40A 25A 20A 16A 10A

32/40A 25A 20A 16A 10A 6A


10000

I t (A s)
2 2

10000

25A 20A 16A 10A 6A

10000

6A 3/4A

3/4A

1/2A
1000 1000 1000

1/2A

100 100

1000

10000

100 100

1000

10000

100 100

1000

10000

Icc (A)

Icc (A)

Icc (A)

Tipo B 2P - 230V - MT 60
100000

Tipo B 2P 400V - MT 60
100000

Tipo B 1P-230V 3P e 4P 400V - MT 60


100000

50/63A 50/63A
I2t (A2s)

32/40A 25A 20A 16A 10A 6A

I2t (A2s)

50/63A 32/40A 25A 20A 16A 10A

32/40A 25A 20A 16A 10A 6A

I2t (A2s)

10000

10000

10000

6A

1000

1000

1000

100 100

1000

10000

100 100

1000

10000

100 100

1000

10000

Icc (A)

Icc (A)

Icc (A)

216

CURVE DELLENERGIA SPECIFICA PASSANTE - INTERRUTTORI MODULARI MT 60 - MT 100


Tipo D 2P 230V - MT 60
100000

Tipo D 2P 400V - MT 60
100000

Tipo D 1P - 230V 3P e 4P 400V - MT 60


100000

32/40A
I2t (A2s)

10000

25A 20A 16A 10A 6A

I2t (A2s)

32/40A 25A 20A 16A 10A

I2t (A2s)

32/40A 25A 20A 16A 10A 6A

10000

6A

10000

1000

1000

1000

100 100

1000

10000

100 100

1000

10000

100 100

1000

10000

Icc (A)

Icc (A)

Icc (A)

Tipo C 1P 230V 3P e 4P 400V - MT 100


100000

Tipo C 2P 230V - MT 100


100000

Tipo C 2P 400V - MT 100


50/63A 32/40A 25A 20A 16A 10A 6A
100000

50/63A 32/40A 25A 20A 16A 10A 6A

50/63A 32/40A 25A 20A 16A


I2t (A2s)

I2t (A2s)

I2t (A2s)

10A 6A

10000

10000

10000

1000

1000

1000

100 100

1000

10000

100 100

1000

10000

100 100

1000

10000

Icc (A)

Icc (A)

Icc (A)

217

SCELTA

DEI DISPOSITIVI DI MANOVRA E PROTEZIONE

CURVE DELLENERGIA SPECIFICA PASSANTE - INTERRUTTORI MODULARI MT 100 - MT 250


Tipo D 1P-230V 3P e 4P 400V - MT 100
100000

Tipo D 2P 230V - MT 100


100000

Tipo D 2P 400V - MT 100


100000

32/40A 25A 20A 16A 10A


I2t (A2s)

32/40A
I2t (A2s)

6A

25A 20A 16A 10A 6A

32/40A 25A 20A 16A 10A


I2t (A2s)

6A
10000

10000

10000

1000

1000

1000

100 100

1000

10000

100 100

1000

10000

100 100

1000

10000

Icc (A)

Icc (A)

Icc (A)

Tipo C 1P-230V 3P e 4P 400V - MT 250

Tipo C 2P 230V - MT 250

Tipo C 2P 400V - MT 250


32/40A 50/63A 25A 20A 16A 10A
I2t (A2s)

100000

50/63A 32/40A 25A 20A 16A 10A

100000

50/63A 32/40A

100000

25A
I2t (A2s)

I2t (A2s) 6A

20A 16A 10A 6A

6A

10000
10000

10000

1000

1000

1000

100 100

1000

10000

100000

100 100

1000

10000

30000

100 100

1000

10000

30000

Icc (A)

Icc (A)

Icc (A)

218

CURVE DELLENERGIA SPECIFICA PASSANTE - INTERRUTTORI MODULARI MTHP 100/250


MTHP100 Tipo C-D 2P 230V - MTHP250 Tipo C-D 2P 230V MTHP100 Tipo C-D 2P 400V - MTHP250 Tipo C-D 2P 400V MTHP100 Tipo C-D 1P 230V 3P 4P 400V MTHP250 Tipo C-D 1P 230V 3P 4P 400V

80/125A 80/125A
100000

20/63A
80/125A

20/63A
100000

I2t (A2s) I2t (A2s) I2t (A2s)


100000

20/63A

10000 1000

10000

100000

10000 1000

10000

100000

10000 1000

10000

30000

100000

Icc (A)

Icc (A)

Icc (A)

219

SCELTA

DEI DISPOSITIVI DI MANOVRA E PROTEZIONE

CURVE DELLENERGIA SPECIFICA PASSANTE 230V - INTERRUTTORI SCATOLATI


MTS 160 MTS 250

I2t [A2s] 108

I2t [A2s] 108

107

107

250
160

200

106

125 100 80 63 50 40

106

160 125 100 80 50 32

105

32 25 20 16 12,5

105

104 1 2 5 10 20 50 100 200 500 1000 Is [kA]

104 1 2 5 10 20 50 100 200 500 1000 Is [kA]

MTSE 250 - MTS 630 - MTSE 630 - MTS 800 - MTSE 800 - MTSE 1600

I2t [A2s] 109

108

MTSE 1600

MTS/E 800 (800A)

107
MTS/E 800 (630A) MTS/E 630 MTSE 250 (250A) MTSE 250 (160A)

10

105 1 2 5 10 20 50 100 200 500 1000 Is [kA]

220

CURVE DELLENERGIA SPECIFICA PASSANTE 400 - 440V - INTERRUTTORI SCATOLATI


MTS 160 MTS 250

I2t [A2s] 108

I2t [A2s] 108

107

107

250 160 125 100 200 160 125

106

80 63 50 40 32

106

100 80 50 32

105

25 20 16 12,5

105

104 1 2 5 10 20 50 100 200 500 1000 Is [kA]

104 1 2 5 10 20 50 100 200 500 1000 Is [kA]

MTSE 250 - MTS 630 - MTSE 630 - MTS 800 - MTSE 800 - MTSE 1600

I 2 t [A2 s] 109

MTSE 1600

10

MTS/E 800 (800A) MTS/E 800 (630A)

10

MTS/E 630 MTSE 250 (250A) MTSE 250 (160A)

10

10

10

20

50

100

200

500

1000 Is [kA]

221

SCELTA

DEI DISPOSITIVI DI MANOVRA E PROTEZIONE

CURVE DELLENERGIA SPECIFICA PASSANTE 690V - INTERRUTTORI SCATOLATI


MTS 160 MTS 250

I2t [A2s] 108

I2t [A2s] 108

107

107

250 200 160 160

106

125 100 80 63 50 40

106

125 100 80 50 32

105

32 25 20 16 12,5

105

104 1 2 5 10 20 50 100 200 500 1000 Is [kA]

104 1 2 5 10 20 50 100 200 500 1000 Is [kA]

MTSE 250 - MTS 630 - MTSE 630 - MTS 800 - MTSE 800 - MTSE 1600

I2t [A2s] 109

108

MTSE 1600 MTS/E 800 (800A)

107

MTS/E 800 (630A) MTS/E 630

MTSE 250 (250A) MTSE 250 (160A)

106

105 1 2 5 10 20 50 100 200 500 1000 Is [kA]

222

CURVE DI LIMITAZIONE DELLA CORRENTE DI PICCO 230V - INTERRUTTORI SCATOLATI


MTS 160 MTS 250

Ip [kA] 100

Ip [kA] 100

50

50
250 200 160 125

20

160 125 100 80

20

100 80 50 32

10

63 50 40 32

10

25 20 16 12,5

1 1 2 5 10 20 50 100 200 500 1000 Is [kA]

1 1 2 5 10 20 50 100 200 500 1000 Is [kA]

MTSE 250 - MTS 630 - MTSE 630 - MTS 800 - MTSE 800 - MTSE 1600

Per la corretta lettura e interpretazione delle curve di limitazione si faccia riferimento allesempio riportato in figura. A fronte di Icc presunta di 100 kA si avrebbe una corrente di picco di cortocircuito Ip = 220 kA; linterruttore inserito nellimpianto abbassa da 220 kA a 120 kA la corrente di picco limitando di fatto la Icc a soli 55 kA.

Ip [kA] 300 200


MTSE 1600

Ip [kA]
MTS/E 800 (800A)

100
MTS/E 800 (630A) MTS/E 630

220
2

120 100
8 6 4

50

MTSE 250 (250A) MTSE 250 (160A)

20

10

10
5

Is [kA]
2 4 6 8 2

10
3 1 2 5 10 20 50 100 200 500 1000 Is [kA]

55 kA

100 kA

Icc presunta Icc limitata

223

SCELTA

DEI DISPOSITIVI DI MANOVRA E PROTEZIONE

CURVE DI LIMITAZIONE DELLA CORRENTE DI PICCO 400V - 440V - INTERRUTTORI SCATOLATI


MTS 160 MTS 250

Ip [kA] 100

Ip [kA] 100

50

50
250 200
160

20

160

125 100 80 63

20

125 100 80

10

50 40 32 25

10

50 32

20 16 12,5

1 1 2 5 10 20 50 100 200 500 1000 Is [kA]

1 1 2 5 10 20 50 100 200 500 1000 Is [kA]

MTSE 250 - MTS 630 - MTSE 630 - MTS 800 - MTSE 800 - MTSE 1600

Ip [kA] 300 200


MTSE 1600

100

MTS/E 800 (800A) MTS/E 800 (630A) MTS/E 630

50

MTSE 250 (250A) MTSE 250 (160A)

20

10

3 1 2 5 10 20 50 100 200 500 1000 Is [kA]

224

CURVE DI LIMITAZIONE DELLA CORRENTE DI PICCO 690V - INTERRUTTORI SCATOLATI


MTS 160 MTS 250

Ip [kA] 100

Ip [kA] 100

50

50

20

20

250 200 160 125

10

160 125 100 80

10

100 80 50 32

63 50 40 32 25

20 16 12,5

1 1 2 5 10 20 50 100 200 500 1000 Is [kA]

1 1 2 5 10 20 50 100 200 500 1000 Is [kA]

MTSE 250 - MTS 630 - MTSE 630 - MTS 800 - MTSE 800 - MTSE 1600

Ip [kA] 300 200

100

MTSE 1600

50
MTS/E 800 (800A) MTS/E 800 (630A) MTS/E 630 MTSE 250 (250A)

20

MTSE 250 (160A)

10

10

20

50

100

200

500

1000 Is [kA]

225

SCELTA

DEI DISPOSITIVI DI MANOVRA E PROTEZIONE

INTERRUTTORI
DI MANOVRA SEZIONATORI

Sono apparecchi destinati a stabilire, portare ed interrompere la corrente nominali in condizioni normali del circuito. Essi sono anche in grado di portare, per un tempo specificato, (1 sec.) la corrente di cortocircuito ma non sono in grado di interromperla; devono quindi essere corredati di un dispositivo di protezione contro il cortocircuito. Nella posizione di aperto, gli apparecchi di manovra presentano i requisiti di sezionamento prescritte per i sezionatori. Usualmente negli impianti elettrici gli interruttori sezionatori di manovra svolgono le seguenti funzioni: - congiunzione di due sistemi di sbarre quando viene a mancare lalimentazione di un semi quadro, - installazione in testa ad un quadro secondario allo scopo di isolare una parte di impianto, - installazione a monte di una singola utenza per poterla isolare completamente dalla rete. Per gli apparecchi usati nellambito industriale, la Norma CEI EN 60947-3 stabilisce tutte le prescrizioni alle quali devono essere conformi. In questa guida, con il termine sezionatore, vengono raggruppati apparecchi che pur avendo caratteristiche funzionali e norme di riferimento diverse, presentano la caratteristica comune di poter sezionare un circuito elettrico. Con lo stesso termine vengono pertanto considerati: - gli interruttori di manovra sezionatori - gli interruttori non automatici. Nella scelta di queste apparecchiature di protezione e manovra, si deve tener conto dei seguenti parametri: - Caratteristiche della rete. La determinazione delle grandezze caratteristiche quali tensione, frequenza e corrente nominale viene effettuata con gli stessi criteri adottati per gli interruttori automatici. - Categorie di impiego. Il valore della corrente di un interruttore di manovra, viene dichiarato dal costruttore con riferimento alla tensione, alla frequenza ed alla categoria dimpiego. Questa caratteristica si riferisce alla specifica applicazione alla quale destinato linterruttore sezionatore ed al tipo di carico alimentato (resistivo o induttivo). La tabella che segue, conforme alle prescrizioni della Norma CEI EN 60947-3, evidenzia le categorie di impiego previste sia in corrente alternata che in corrente continua, oltre alle applicazioni tipiche ed alle prestazioni nominali, in apertura ed in chiusura, che gli apparecchi devono avere. Dalla tabella si pu notare come per ogni categoria sono previste due tipi di utilizzazione, con manovre frequenti e non frequenti. La gravosit delle operazioni di apertura e di chiusura aumenta con laumentare della componente induttiva, pertanto a parit di valori della durata elettrica, gli apparecchi possono subire declassamenti in funzione del tipo di carico alimentato.
Tab. 9.13

CATEGORIA

DI

CATEGORIA

NOMINALE

Verifica dei poteri nominali di chiusura e di interruzione

UTILIZZAZIONE

DI IMPIEGO

I/IE 1,5 3 10 10 I/IE 1,5 4 4

CHIUSURA U/UE 1,05 1,05 1,05 1,05 U/UE 1,05 1,05 1,05

COS

INTERRUZIONE NUMERO DI CICLI IC/IE UR/UE COS DI OPERAZIONE 1,5 3 8 8 IC/IE 1,5 4 4 1,05 1,05 1,05 1,05 UR/UE 1,05 1,05 1,05 0,95 0,65 0,45 0,35 L/R
MS

AC-20A - AC-20B AC-21A - AC21B AC-22A - AC22B AC-23A - AC23B CATEGORIA


DI

Legenda I Corrente di chiusura

Tutti i valori Tutti i valori Tutti i valori 0 < Ie ! 100 A 100 A < Ie CATEGORIA
NOMINALE DI IMPIEGO

Ie Corrente di interruzione In Corrente nominale di impiego U Tensione applicata Ue Tensione nominale di impiego Ur Tensione di ritorno a frequenza di esercizio o in c.c.

0,95 0,65 0,45 0,35 L/R


MS

5 5 5 5 NUMERO 5 5 5
DI CICLI DI OPERAZIONE

UTILIZZAZIONE

DC-20A - DC-20B DC-21A - DC21B DC-22A - DC22B DC-23A - DC23B

Tutti i valori Tutti i valori Tutti i valori Tutti i valori

1 2,5 15

1 2,5 15

226

Modulari serie 90
TAB. 9.14 - DATI
TECNICI INTERRUTTORI MODULARI DI MANOVRA SEZIONATORI SERIE

90

Norme di riferimento Categoria di utilizzo Tensione nominale di impiego Ue (V) Tensione nominale di isolamento Ui (V) Tensione nominale di tenuta allimpulso Uimp (kV) Corrente nominale di impiego Ie (A) Frequenza nominale (Hz) Potere di chiusura nominale (A) Potere di interruzione nominale (A) Corrente nominale ammissibile di breve durata Icw (A) Tipo di servizio nominale Collegamenti: morsetti a mantello (mm2) Potenza dissipata per polo (W) Corrente nominale condizionale di cortocircuito (kA) MTC 45 MTC 60 - MT 60 MTC 100 - MT 100 MT 250 MTHP

16 160 128 192

0,45 4,5 6 6 6 3

In < 63A CEI EN 60947-3 AC-23B 230/400 500 4 20 32 50 200 320 160 256 240 384 servizio ininterrotto 25 0,52 0,80 4,5 4,5 4,5 4,5 3 4,5 4,5 4,5 4,5 3

40 400 320 480

63 630 504 756

1,5 3 3 3 3 3

2 3 3 3 3 3

In " 63A CEI EN 60947-3 AC-22B 230/400 500 4 80 100 50 240 300 240 300 960 1200 servizio ininterrotto 50 3,2 5 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3

125 375 375 1500

6 3 3 3 3 3

TAB. 9.15 - DATI

TECNICI INTERRUTTORI NON AUTOMATICI SERIE

90

Normativa di riferimento Tensione nominale Ue (V) Tensione nominale di isolamento Ui (V) Potere di chiusura Corrente nominale Ie (A) Fusibile in serie Resistenza al corto circuito Icc (kA) Potenza dissipata per polo (W) Capacit di serraggio morsetti (mm2)

16 gL 32A 3 0,15 16

IEC 60669-1 230/400 ca 500 1,25 In - 1,1 Un - cos = 0,6 25 32 40 gL 32A gL 32A gL 63A 3 3 10 0,7 0,9 1,5 16 16 25

63 gL 80A 10 2,8 25

227

SCELTA

DEI DISPOSITIVI DI MANOVRA E PROTEZIONE

Scatolati serie MTSM TAB. 9.16 - INTERRUTTORI SEZIONATORI MTSM 250


DI MANOVRA

SERIE

MTSM 800

MTSM 1600

Corrente termica convenzionale a 60 C, Ith (A) Poli Nr. Tensione nominale di impiego Ue (AC) 50-60Hz (V) (DC) (V) Corrente nominale, Iu (A) Tensione nominale di tenuta ad impulso Uimp (kV) Tensione nominale di isolamento Ui (V) Tensione di prova a frequenza industriale per 1 min. (V) Potere di chiusura nominale in corto circuito (415 V), Icm (kA) Corrente di breve durata ammissibile nom. per 1 s, Icw (kA) Attitudine al sezionamento IEC 60947-3 Esecuzioni Terminali esecuzione fissa esecuzione rimovibile esecuzione estraibile Vita meccanica (Nr. di manovre/operaz. orarie) Dimensioni base, fisso L 3/4 poli (mm) P (mm) H (mm) Pesi, fisso 3/4 poli (kg)

125 - 160 - 250 - 320 3-4 690 750 100 - 160 - 250 - 320 8 800 3000 10 6,5 SI F-P-W F - EF - FC FC CuAl - R - RC F - FC - R F - FC - R 25000/120 105/140 103,5 170 2,6/3,5

400 - 630 - 800 3-4 690 750 400 - 630 - 800 8 800 3000 30 15 SI F-W F - EF - FC CuAl R - RC F - HR - VR 20000/120 210/280 103,5 268 9,5/12

1000 - 1250 - 1600 3-4 690 750 1000 - 1250 - 1600 8 800 3000 52,5 25 SI F-W F - EF - FC CuAl (1250A) HR - VR F - HR - VR 10000/120 210/280 138,5 406 17/22

Nota: Tutti gli interruttori di manovra sezionatori sono equipaggiabili con gli accessori della serie MTSA nelle loro specifiche funzioni.

Tab. 9.17

Interruttori di manovra-sezionatori

POTENZA TIPO MTSM 250 IU (40C) [A] 100 160 250 320 400 630 800 1000 1250 1600

DISSIPATA (W)

VERSIONE FISSO 21 30 50 80 40 90 96 102 160 260 RIMOVIBILE 25 40 65 105 ESTRAIBILE 25 40 65 105 48 115 125 140 220 360

MTSM 800

MTSM 1600

228

TAB. 9.18 - COORDINAMENTO MONTE VALLE Serie MTSM 250 MTSM 630 MTSM 1600 In Icc 100 160 250 320 400 600 800 1000 1250 1600 MTS 160 B 16 16 N 35 35 N 35 35 35

TRA INTERRUTTORI AUTOMATICI SERIE

MTS

E INTERRUTTORI DI MANOVRA SERIE

MTSM MTS 1600

MTS 250 MTSE 250 H 65 65 65 L 65 65 100 N 35 35 35 35 35 35

MTS 630 MTSE 630 H 35 50 65 65 35 65 L 35 50 65 100 35 100 N 35 35 35 35 35 35 35

MTS 800 MTSE 800 S 35 35 50 50 50 50 50 H 35 35 65 65 65 65 65 L 35 35 65 100 100 100 100 N

50 50 50

65 65 65

65 65 65

229

SCELTA

DEI DISPOSITIVI DI MANOVRA E PROTEZIONE

INTERRUTTORI
DIFFERENZIALI

La protezione contro i guasti dovuti al fluire di una corrente verso terra per perdita di isolamento di un conduttore, per contatto diretto di una persona con una parte in tensione del circuito o per contatto indiretto, garantita da interruttori corredati di sganciatori che intervengono per corrente differenziale I# (interruttori differenziali). Gli interruttori differenziali vengono classificati in base a: - presenza o meno delle protezioni contro le sovracorrenti - potere di interruzione intrinseco o condizionato - tempo di intervento (rapidi o selettivi) - sensibilit differenziale - forme donda rilevabili. Relativamente a questultimo punto, ossia alla forma donda della corrente di dispersione a cui sono sensibili, gli interruttori differenziali si classificano in: - Tipo AC (solo per corrente alternata) adatti per tutti gli impianti in cui si prevedono correnti di terra di forma sinusoidale. Sono insensibili a correnti impulsive oscillatorie smorzate e sono conformi alle Norme CEI EN 61008 e 61009. - Tipo A (per corrente alternata e/o pulsante con componenti continue) adatti per impianti con apparecchi utilizzatori muniti di dispositivi elettronici per raddrizzare la corrente o per la parzializzazione di tensione e corrente (velocit, tempo, intensit luminosa, ecc.). Vengono alimentati direttamente dalla rete, senza interposizione di trasformatori di isolamento. - Tipo S (per corrente alternata e/o pulsante con componente continua) adatti per realizzare la selettivit con interruttori differenziali di tipo generale. - Dispositivo differenziale adattabile. Con riferimento alla Norma CEI EN 61009 appendice G, permesso assemblare, una sola volta, interruttori differenziali sul posto, cio fuori fabbrica, utilizzando blocchi differenziali adattabili, ad appropriati interruttori automatici. Ogni manomissione deve lasciare danneggiamento visibile permanente. Linterruttore differenziale cos ottenuto mantiene sia le caratteristiche elettriche dellinterruttore automatico sia quelle del blocco differenziale. Nella Tab. 9.19 vengono presentati i dispositivi differenziali del sistema GEWISS con le caratteristiche salienti di ciascun dispositivo.

230

TAB. 9.19 - INTERRUTTORI DIFFERENZIALI MDC un interruttore magnetotermico differenziale compatto istantaneo che assicura la protezione delle persone e delle cose in caso di sovraccarico, cortocircuito o guasto verso terra. La gamma comprende: versioni 1P+N, 2P, 3P, 4P; corrente nominale da 6 fino a 32 A; caratteristica dello sganciatore magnetotermico tipo C; classe di intervento differenziale tipo AC, A; sensibilit 30-300 mA. La serie BD costituita da blocchi differenziali componibili, di facile installazione, che assicurano la protezione delle persone e delle cose. La serie BD, completa e razionale, caratterizzata da: versioni: sino a 25A e sino a 63A, di classe AC, A e AS; intervento sia istantaneo che selettivo; sensibilit da 10 a 1000 mA. BDHP il nuovo blocco differenziale componibile della serie 90, accoppiabile con linterruttore magnetotermico ad alte prestazioni della serie MTHP. Realizzato con tecnologia esclusiva, fornisce le seguenti prestazioni: corrente nominale In fino a 125 A; intervento differenziale di tipo istantaneo e selettivo; sganciatore differenziale elettromagnetico con regolazione elettronica del tempo di intervento e della corrente differenziale, con funzionamento indipendente dalla tensione di rete; sistema di collegamento polivalente; prese di tensione a fast-on per il collegamento di accessori SD e SDA sono due serie differenziali puri, progettati per proteggere le persone contro i contatti indiretti in impianti sino a 100 A. I differenziali della serie SD si distinguono per: versioni di classe AC, A e AS; intervento sia istantaneo che selettivo; sensibilit da 10 a 500 mA. La serie SDA, in aggiunta a quanto sopra in grado di effettuare: verifica automatica e periodica del rel di sgancio e segnalazione di una sua eventuale anomalia; intervento assicurato anche in caso di eventuale anomalia del rel di sgancio; apertura automatica del circuito in caso di eventuale malfunzionamento del circuito interno. Questi sganciatori differenziali realizzati con tecnologia elettronica analogica, agiscono direttamente sullinterruttore mediante un solenoide di apertura che viene alloggiato nellapposita cava ricavata nella zona del terzo polo. Non necessaria alcuna alimentazione ausiliaria perch vengono alimentati direttamente dalla rete e la loro funzionalit garantita anche con una sola fase in tensione e/o in presenza di correnti unidirezionali pulsanti con componenti continue. Le condizioni di funzionamento dellapparecchio possono essere controllate tramite un pulsante di prova del circuito elettronico, nonch un indicatore di intervento differenziale. Lo sganciatore completo di: - cavi di potenza per il collegamento ai morsetti inferiori dellinterruttore; - solenoide di apertura (da alloggiare nella zona del terzo polo); - 2 staffe per il fissaggio su profilato DIN (una per linterruttore e una per il differenziale); - connettore spina per il collegamento del pulsante di apertura a distanza. Lo sganciatore differenziale per montaggio sottoposto allinterruttore in versione tetrapolare ha caratteristiche costruttive e di funzionamento analoghe a quello per montaggio affiancato. In questa versione lo sganciatore completo di: - solenoide di apertura completo di connettore presa-spina per la connessione al differenziale; - connettore spina per realizzare il collegamento del pulsante di apertura a distanza; - mostrine per porta della cella; - protezione per il montaggio nella zona tra linterruttore e il differenziale. Gli interruttori MTS, a partire dalla grandezza 400 A, possono essere abbinati al rel differenziale da quadro con toroide separato e soddisfano esigenze con soglie di intervento fino a 30 A e tempi fino a 5 s. Il rel da quadro, che deve essere installato esternamente allinterruttore sui conduttori di linea, del tipo ad azione indiretta e agisce sul meccanismo di sgancio dellinterruttore tramite lo sganciatore di apertura dellinterruttore; il rel inoltre interviene in caso di caduta della tensione di alimentazione ausiliaria (lintervento avviene dopo un tempo minimo di 100 ms o dopo il tempo impostato pi 100 ms). Le caratteristiche di questo rel vengono riportate della Tab. 9.9.

MDC

BD

BDHP

SD
E

SDA

DIFFERENZIALE
ELETTRONICO AFFIANCATO PER

MTS 160 MTS 250

DIFFERENZIALE
ELETTRONICO SOTTOPOSTO PER

MTS 160 MTS 250

REL
DIFFERENZIALE DA QUADRO

231

SCELTA

DEI DISPOSITIVI DI MANOVRA E PROTEZIONE

Interruttore differenziale con Autotest SDA

Linterruttore SDA un differenziale puro dotato di un circuito che verifica automaticamente la funzionalit del rel di sgancio. La verifica viene effettuata tre volte al giorno e senza lapertura dei contatti di potenza, evitando cos che venga tolta tensione allimpianto e sia pertanto garantita la continuit di servizio. Linterruttore differenziale SDA dotato inoltre di un dispositivo di apertura di emergenza che interviene qualora il circuito di autotest rilevi un malfunzionamento nel rel di sgancio tradizionale. Lintervento del dispositivo di emergenza irreversibile, ossia non consente pi di riarmare linterruttore. La combinazione di autotest del rel di sgancio tradizionale e presenza del dispositivo di emergenza garantisce un livello elevato di protezione contro i contatti indiretti. Linterruttore differenziale SDA dotato poi di due led luminosi che indicano lo stato di funzionamento del rel: - Led verde fisso: rel di sgancio OK. - Led verde lampeggiante: fase di autotest del rel in corso. - Led rosso lampeggiante: rel di sgancio non funzionante. Lo stato di funzionamento del rel pu essere riportato a distanza mediante un contatto ausiliario fornito in dotazione allinterruttore differenziale.

TAB. 9.20 - CARATTERISTICHE TECNICHE INTERRUTTORE DIFFERENZIALE CON AUTOTEST SDA

SDA
norma di riferimento classe corrente nominale In [A] tensione nominale di impiego Ue [V] tensione di isolamento Ui [V] frequenza nominale [Hz] numero di poli corrente differenziale nominale di intervento (tra parentesi il n di moduli) I#n [mA] istantanei 30 300 potere di interruzione e chiusura nominale Im [A] potere di interruzione e chiusura diff. nominale I#m [A] corrente condizionale differenziale di I#c [A] corto-circuito nominale tensione di funzionamento tasto prova [V] contatto ausiliario libero da potenziale portata in AC1 tipo collegamento coppia di serraggio [Nm] sezione cavo [mm2] alimentazione monte/valle grado di protezione morsetti altre parti tropicalizzazione temperatura di impiego [C]
(1) (2)

A 25 230/400(1) 500 50/60 4 (4) (4) 800 800 10000 fusibile gL 80A 170440 4A - 250V NC(2) 2 !25 si IP20 IP40 55C - UR 95% -25 +40

EN 61008-1 A 40 230/400(1) 500 50/60 4 (4) (4) 800 800 10000 fusibile gL 80A 170440 4A - 250V NC(2) 2 !25 si IP20 IP40 55C - UR 95% -25 +40

A 63 230/400(1) 500 50/60 4 (5) (5) 800 800 10000 fusibile gL 80A 170440 4A - 250V NC(2) 2 !35 si IP20 IP40 55C - UR 95% -25 +40

L'apparecchio non adatto a funzionare in sistemi 400V trifase senza neutro. Il contatto chiuso in assenza di tensione e in caso di guasto dell'apparecchio.

232

Tab. 9.16

Schema a blocchi di funzionamento

TEST DEL DIFFERENZIALE OGNI 8 ORE: - Nessuna apertura durante il test - Nessun disservizio per lutente

SI
Funzionamento OK?

Tentativo di apertura mediante impulso forzato

NO

SI
Apertura OK?

NO
- ACCENSIONE SPIA ROSSA DI ALLARME - ATTIVAZIONE SEGNALAZIONE A DISTANZA - INTERVENTO REL DI EMERGENZA - APERTURA IRREVERSIBILE - SICUREZZA GARANTITA Differenziale intervenuto

NO
Guasto a terra

SI

Nella tab. 9.21 seguente vengono descritte dettagliatamente le possibili combinazioni che si possono verificare in relazione alla situazione dellimpianto (guasto a terra o meno) ed allo stato del rel di sgancio.

TAB. 9.21 - POSSIBILI STATI DI FUNZIONAMENTO


STADI
DI

TEST

REL

TEST

CIRCUITO

LED

DI

INTERVENTO SDA

FUNZIONAMENTO

DI SGANCIO

INTERNO

SEGNALAZIONE

DISPERSIONE

REL

DI SGANCIO

REL DI EMERGENZA

POSIZIONE CONTATTI
DI POTENZA

SEGNALAZIONE
A DISTANZA

RICHIUSURA

POSSIBILIT DI SDA

Funzionamento normale con ripetizione del test Corrente di dispersione a terra Anomalia rel di sgancio si accende il LED frontale di segnalazione senza interruzione del servizio Guasto a terra mentre stata rilevata lanomalia del rel di sgancio - apertura SDA mediante impulso rinforzato al rel Mancata apertura mediante impluso rinforzato apertura di emergenza irreversibile SDA Guasto nel circuito interno apertura irreversibile SDA

OK

OK

NO

NO

NO

NO

SI

OK

OK

SI

SI

NO

NO

SI

KO

OK

NO

NO

NO

SI

SI

KO

OK

SI

SI

NO

SI

SI

KO

OK

SI

NO

SI

SI

NO

KO

KO

NO

NO

SI

SI

NO

233

SCELTA

DEI DISPOSITIVI DI MANOVRA E PROTEZIONE

Modulari serie 90

TAB. 9.22 - APPARECCHI

MODULARI PER PROTEZIONE DIFFERENZIALE

SERIE

MDC 45

MDC 60

MDC 100

Tensione di isolamento Ui (V) Frequenza nominale (Hz) Tensione nominale Un (V) Numero di poli (numero dei mod.)

500 50/60 230/400 1P+N (2) / 2P (2) 3P (3) 4P (4)

500 50/60 230/400 1P+N (2) / 2P (2) 3P (3) 4P (4)

500 50/60 230 1P+N (2) / 2P (2) 93 253 10000 0,75 Icn 6000 6 / 10 / 16 / 20 / 25 / 32 C 30 300 30 300 10.000 I#n ! ! 300 60 2 I#n 5 I#n 500A 150 40 40 30 40 20

Tensione funz. del tasto prova (V) Potere di interruzione (A) Icn Ics Potere interr. diff. nomin. (A) I#m Corrente nominale In (A) Sganciatore magnetotermico tipo Corr. diff. nom. I#n (mA) Tipo AC Tipo A Tipo A S Tipo A - Reg. - 4P Corr. (mA) Tempo (ms) Durata elettrica (n. cicli O-C)

P+N 93 253/2P, 3P, 4P 170 440 P+N 93 253/2P, 3P, 4P 170 440 4500 1 Icn 4500 6 / 10 / 16 / 20 / 25 / 32 C 30 300 30 300 10.000 I#n 300 60 2 I#n 5 I#n 500A 150 40 40 30 40 20 ! ! I#n 300 60 6000 1 Icn 6000 6 / 10 / 16 / 20 / 25 / 32 C 30 300 30 300 10.000 2 I#n 5 I#n 500A 150 40 40 30 40 20

Tempo di intervento con corrente differenziale classe AC-A istantanei valore norma (ms) ! valore reale (ms) Tempo di intervento con corrente differenziale classe A selettivi valore norma (ms) valore reale (ms) Temperatura di riferimento (C) Sezionamento visualizzato !

30 SI

30 SI

30 SI

234

TABELLA

DI PRESTAZIONE

BD PER MT 60 - MT 100 - MT 250

BDHP PER MTHP 100 - MTHP 250

SD

SDA

500 50/60 230/400 2P (2) 3P (3,5) 4P (3,5) 170 440 Icn dellinterruttore associato Ics dellinterruttore associato I#m = Icn1 dellinterruttore associato ! 25 ! 63

500 50/60 230/400 2P (4) 3P (6) 4P (6) 170 440 Icn dellinterruttore associato Ics dellinterruttore associato I#m = Ics dellinterruttore associato ! 63 ! 125 dellinterrutore associato 30 100 300 30 100 300 300 1000 300 500 1000 3000 0 60 150 10.000 I#n ! ! 300 60 I#n 2 I#n 5 I#n 500A 150 40 40 30 40 20 ! ! I#n 300 60 I#n

500 50/60 230/400 2P (2-3) 4P (3-4) 2P = 100 253 / 4P = 170 440 Dipendente da dispositivo associato Vedi caratteristiche tecniche Vedi caratteristiche tecniche 16 25 40 10* 30 300 500 10* 30 300 300 10.000 2 I#n 5 I#n 500A 150 40 40 30 40 20 ! ! I#n I#n 63 80 100

500 50/60 400 4P (4-5) Dipendente da dispositivo associato Vedi caratteristiche tecniche Vedi caratteristiche tecniche 25 40 30 300 10.000 2 I#n 5 I#n 500A 63

dellinterrutore associato 10* 30 300 500 30 300 500 300 1000 10.000 I#n ! ! 300 60 I#n 2 I#n 5 I#n 500A 150 40 40 30 40 20

2 I#n 5 I#n 500A

2 I#n 5 I#n 500A

2 I#n 5 I#n 500A

2 I#n 5 I#n 500A SI

130500 60200 50150 40150 200450 80170 60130 50130 30 SI * Disponibile solo per In ! 25A

130500 60200 50150 40150 200450 80170 60130 50130 30 SI

130500 60200 50150 40150 200450 80170 60130 50130 30 SI

235

SCELTA

DEI DISPOSITIVI DI MANOVRA E PROTEZIONE

POTENZE DISSIPATE - INTERRUTTORI DIFFERENZIALI


TAB. 9.23 - POTENZA
In (A) R (m$) P (W) 6 Polo 29,5 1,06 N 2,6 0,09 Polo 20,6 2,06 10 N 2,6 0,26 Polo 8,9 2,28
DISSIPATA

MDC 30 mA
16 N 2,6 0,67

CLASSE

A-AC/300 mA
20 Polo 6,8 2,72 N 2,6 1,04

CLASSE

A-AC
25 Polo 4,6 2,88 N 2,6 1,63 Polo 3,6 3,67 32 N 2,6 2,66

TAB. 9.24 - POTENZA CORRENTE


1 Differenziale componibile BD 2P 3P-4P 0,01 0,002 2 0,04 0,008 3 0,01 0,02 4 0,02 0,03 6 0,04 0,07 10 0,11 0,21 16

DISSIPATA PER POLO

(W)
32 0,45 0,65 0,5 40 0,70 1,00 0,8 50 1,10 1,60 1,25 63 1,75 2,50 2 80 1,4 100 2,2 125 3,4

NOMINALE DEL MAGNETOTERMICO

MT/MTHP ASSOCIATO (A)


25 0,70 1,30 0,3

20 0,45 0,83 0,2

0,29 0,53 -

Diff. componibile BDHP 3P-4P

TAB. 9.25 - COORDINAMENTO


le SERIE In 16 25 40 SD - AC 2P 63 80 100

TRA INTERRUTTORI MAGNETOTERMICI E DIFFERENZIALI PURI SERIE

90 - TENUTA
2P 63 80 40

AL CORTO CIRCUITO

SD - A 4P 25 40 63 80 16 25 40 2P 63 80 100 16 25 40 4P 63

SD - AS 4P 80 40 63 80 25

SDA - A 4P 40 63

MTC 45

4,5

4,5

4,5

4,5

4,5

MTC 60

MT 60

MT100

10

10

10

10

10

10

10

MT 250 6 - 20 25 32 - 40 50 - 63 25 25 25 25 20 15 12,5 25 25 25 25 25 20 15 12,5 25 25 15 12,5 20 15 12,5

MTHP 100

10

10

10

10

10

10

10

MTHP 250

25

25

25

25

25

25

25

236

CURVE DELLENERGIA SPECIFICA PASSANTE - INTERRUTTORI MODULARI


MDC 45 - VERSIONI 1P+N, - 230V MTC 45 MDC 45-2P VERSIONI 1P+N e 2P - 230V
I t (A s) 10
6 2 2

MTC 45 MDC VERSIONI 1P,3P,4P - 230/400V e 2P MDC 45 - VERSIONI 1P, 453P, 4P - 230/400V e 2P - 400V
I t (A s) 10
6 2 2

10

32

25

10

20 16 10 6

10

32 25 20 16 10 6

10
10
3

10

10
1.000 4.500 10.000 100.000 Icc (A)

500

500

1.000

4.500

10.000

100.000 Icc (A)

MDC 60 - VERSIONI 1P+N,2P - 230V MTC 60 MDC 60- VERSIONI 1P+N e 2P - 230V
I t (A s) 10
6 2 2

MTC 60 MDC 60 VERSIONI 1P,3P,4P 230/400V e 2P MDC 60 - VERSIONI 1P, 3P, 4P - 230/400V e 2P - 400V
I t (A s)
I
2 2

10

10

32 25

10
20 16 10 6

32 25 20 16 10 6

10

10
10
3

10

10
1.000 6.000 10.000 100.000 Icc (A)

500

500

1.000

6.000 10.000

100.000 Icc (A)

MDC 100 - VERSIONI 1P+N, 2PVERSIONI - 230V MTC 100 MDC 1001P+N e 2P - 230V
I t (A s) 10
6 2 2

10

32 25

10

20 16 10 6

10

10

500

1.000

10.000

100.000 Icc (A)

237

SCELTA

DEI DISPOSITIVI DI MANOVRA E PROTEZIONE

Scatolati serie MTS

Gli interruttori della seria MTS sono predisposti per il montaggio abbinato con sganciatori differenziali. Gli interruttori automatici differenziali che ne derivano garantiscono, oltre alla protezione contro i sovraccarichi e cortocircuiti tipica degli interruttori automatici, anche quella contro le correnti di guasto verso terra. Gli sganciatori differenziali possono essere montati anche sugli interruttori di manovra-sezionatori; in tal caso si ha un interruttore differenziale puro, che garantisce la sola protezione differenziale. I differenziali puri, sensibili alla sola corrente di guasto a terra, trovano generalmente applicazione come sezionatori principali nei quadri di distribuzione rivolti alle utenze finali. Gli sganciatori differenziali sono realizzati in conformit alla normative: IEC 947-2 appendice B, IEC 255-3 e IEC 1000. Per gli interruttori MTS 160 ed MTS 250 sono disponibili sganciatori per il montaggio affiancato allinterruttore o per il montaggio in posizione sottoposta. Questi sganciatori, realizzati con tecnologia elettronica analogica, agiscono direttamente sullinterruttore mediante un solenoide di apertura che viene alloggiato nellapposita cava ricavata nella zona del terzo polo. Non necessaria alcuna alimentazione ausiliaria perch vengono alimentati direttamente dalla rete e la loro funzionalit garantita anche con una sola fase in tensione e/o in presenza di correnti unidirezionali pulsanti con componenti continue. Le condizioni di funzionamento dellapparecchio possono essere controllate tramite un pulsante di prova del circuito elettronico, nonch un indicatore di intervento differenziale. Sganciatore differenziale affiancato allinterruttore Questo sganciatore completo di: cavi di potenza per il collegamento ai morsetti inferiori dellinterruttore; solenoide di apertura (da alloggiare nella zona del terzo polo); 2 staffe per il fissaggio su profilato DIN (una per linterruttore e una per il differenziale); connettore spina per il collegamento del pulsante di apertura a distanza. Lo sganciatore differenziale per linterruttore MTS 160 dotato di terminali anteriori per cavi, mentre lo sganciatore differenziale per linterruttore MTS 250 dotato di terminali anteriori e viene fornito anche di un frontale per linterruttore (altezza 45 mm).

Sganciatori differenziali elettronici

Fig. 9.17

MTS 160 - MTS 250 Montaggio affiancato

238

Sganciatori differenziali sottoposto Sganciatore differenziale sottoposto allinterruttore in versione tetrapolare. Questo sganciatore completo di: solenoide di apertura completo di connettore presa-spina per la connessione al differenziale; connettore spina per realizzare il collegamento del pulsante di apertura a distanza; mostrine per porta della cella; protezione per il montaggio nella zona tra linterruttore e il differenziale. Lo sganciatore differenziale per linterruttore MTS 160 dotato di terminali anteriori per cavi, mentre lo sganciatore differenziale per linterruttore MTS 250 dotato di terminali anteriori e viene fornito anche di un frontale per linterruttore (altezza 45 mm). Sugli interruttori possono essere montati altri tipi di terminali, in particolare: MTS 160: terminali posteriori filettati; MTS 250: terminali anteriori per cavi, terminali anteriori prolungati, terminali posteriori per cavi.
Fig. 9.18

MTS 160 - MTS 250 Montaggio sottoposto

239

SCELTA

DEI DISPOSITIVI DI MANOVRA E PROTEZIONE

TAB. 9.26 - CARATTERISTICHE


SGANCIATORE DIFFERENZIALE Tecnologia Azione Tensione primaria di funzionamento Frequenza di funzionamento Campo di funzionamento del test Corrente nominale di impiego Soglie di intervento I#n Tolleranza per I#n Tempi di intervento Tolleranza sui tempi di intervento Segnalazione di intervento Autoalimentazione Ingresso per apertura a distanza Indicazione di preallarme al 50% Tipo AC solo per corrente alternata Tipo A per corrente alternata pulsante Bassa sensibilit Alta sensibilit Montaggio sottoposto allinterruttore Montaggio affiancato allinterruttore Dimensioni (L x H x P) Potenza dissipata per apparecchio

TECNICHE SGANCIATORE DIFFERENZIALE PER

MTS 160

(V) (Hz) (V) (A) (A) (%) (s) (%)

ISTANTANEO elettronica a solenoide 220...500 50 60 Hz 10% 220...500 fino a 160 0,03 - 0,1 - 0,3 +0, -25 istantaneo

REGOLABILE elettronica a solenoide 50...500 50 60 Hz 10% 50...500 fino a 160 0,03 - 0,1 - 0,3 - 0,5 - 1 - 3 +0, -20 0 - 0,1 - 0,25 - 0,5 - 1 - 1,5 20

(mm) (W)

120 x 120 x 70 4

120 x 120 x 70 6

TAB. 9.27 - CARATTERISTICHE


SGANCIATORE DIFFERENZIALE Tecnologia Azione Tensione primaria di funzionamento (V) Frequenza di funzionamento (Hz) Campo di funzionamento del test (V) Corrente nominale di impiego (A) Soglie di intervento I#n (A) Tolleranza per I#n (%) Tempi di intervento (s) Tolleranza sui tempi di intervento (%) Segnalazione di intervento Autoalimentazione Ingresso per apertura a distanza Indicazione di preallarme al 50% Tipo AC solo per corrente alternata Tipo A per corrente alternata, pulsante Bassa sensibilit Alta sensibilit Montaggio sottoposto allinterruttore Montaggio affiancato allinterruttore Dimensioni (L x H x P) (mm) Potenza dissipata per apparecchio (W)

TECNICHE SGANCIATORE DIFFERENZIALE PER

MTS 250

ISTANTANEO elettronica a solenoide 220...500 50 60 Hz 10% 220...500 fino a 250 0,03 - 0,1 - 0,3 +0, -25 istantaneo

REGOLABILE elettronica a solenoide 50...500 50 60 Hz 10% 50...500 fino a 250 0,03 - 0,1 - 0,3 - 0,5 - 1 - 3 +0, -20 0 - 0,1 - 0,25 - 0,5 - 1 - 1,5 20

140 x 170 x 108 4

140 x 170 x 108 6

240

Rel differenziale da quadro

Fig. 9.19

Gli interruttori MTS, a partire dalla grandezza 400 A, possono essere abbinati al rel differenziale da quadro con toroide separato e soddisfano esigenze con soglie di intervento fino a 30 A e tempi fino a 5 sec. Il rel da quadro, che deve essere installato esternamente allinterruttore sui conduttori di linea, particolarmente indicato sia per protezioni differenziali a bassa sensibilit, per esempio in catene selettive parziali (amperometrica) o totali (cronometrica), sia per applicazioni ad alta sensibilit (a sensibilit fisiologica) per realizzare la protezione delle persone contro i contatti diretti. Il rel del tipo ad azione indiretta e agisce sul meccanismo di sgancio dellinterruttore tramite lo sganciatore di apertura dellinterruttore; il rel inoltre interviene in caso di caduta della tensione di alimentazione ausiliaria (lintervento avviene dopo un tempo minimo di 100 ms o dopo il tempo impostato pi 100 ms). Infine si segnala che il rel idoneo allimpiego sia in presenza di correnti di terra solo alternate (Tipo AC), sia con corrente alternata e/o pulsante con componenti continue (Tipo A); inoltre idoneo a realizzare la selettivit differenziale.
TAB. 9.28 - REL
DIFFERENZIALE DA QUADRO

Tensione di alimentazione

Frequenza di funzionamento Regolazione soglia di intervento Idn 1^ gamma di regolazioni (A) 2^ gamma di regolazioni (A) Regolazione tempi di intervento (s) Regolazione soglia di preallarme (%) x Idn Gamma di impiego dei trasformatori chiusi Idn Trasformatore toroidale 60 (mm) (A) Trasformatore toroidale 110 (mm) (A) Trasformatore toroidale 185 (mm) (A) Gamma di impiego dei trasformatori apribili Idn Trasformatore toroidale 110 (mm) (A) Trasformatore toroidale 180 (mm) (A) Trasformatore toroidale 230 (mm) (A) Segnalazione allarme presoglia

AC (V) DC (V) (Hz)

80500 48125 50 60 Hz 10% 0,03 - 0,05 - 0,1 - 0,3 - 0,5 1 - 3 - 5 - 10 - 30 0 - 0,1 - 0,2 - 0,3 - 0,5 - 0,7 - 1 - 2 - 3 - 5 25 75% x Idn 0,03 30 0,03 30 0,1 30 0,3 30 0,3 30 1 30 Led giallo lampeggiante 1 contatto di scambio N.A. 6A - 250VAC 50/60Hz Led giallo lampeggiante 2 contatti di scambio (N.A-N.C.; N.A.) 6A - 250VAC 50/60Hz Contatto N.A. Tempo di intervento 15ms Tramite 4 conduttori attorcigliati Lunghezza massima 5m 96 x 96 x 131,5 92 x 92 5

Segnalazione di intervento rel differenziale

Comando di apertura a distanza Collegamento al trasformatore toroidale Dimensioni (L x H x P) Foratura per montaggio su porta Potenza dissipata (mm) (mm) (W)

241

SCELTA

DEI DISPOSITIVI DI MANOVRA E PROTEZIONE

COORDINAMENTO
DELLE PROTEZIONI

I dispositivi di protezione contro il sovraccarico ed il cortocircuito devono avere un potere dinterruzione almeno uguale alla corrente di cortocircuito presunta nel punto di installazione. E tuttavia ammesso limpiego di un dispositivo di protezione (interruttore) con potere di interruzione inferiore a condizione che a monte vi sia un altro interruttore avente il necessario potere di interruzione. In questo caso le caratteristiche dei due interruttori devono essere coordinate in modo che lenergia specifica passante (I2t) lasciata passare dallinterruttore a monte non risulti superiore a quella che pu essere sopportata senza danno dallinterruttore a valle e dalle condutture protette. Il coordinamento dei dispositivi di protezione pu essere di due tipi: - di sostegno (o back-up) - selettivo (amperometrico, cronometrico, di zona).

Tabelle di back-up

Nella Tab. di back-up 9.29 vengono pertanto riportate le possibilit di protezione di sostegno con i relativi poteri di interruzione riferiti alla tensione nominale Ue = 400 V ~, fra interruttori GEWISS serie MTC e MT, serie MTHP e scatolati serie MTS, mentre nelle pagine successive vengono riportate le tabelle di selettivit.

Tab. 9.29

Tabella di back-up Sistema 3F ~ 400 Vac trifase - monte Sistema F/N ~ 230 Vac monofase - valle (EN 60947-2)
MTC - 2P 230Vac monofase 45 60 60 100 MT - 2P 250 6/25 32/63 6/20 25 32/63 MTHP - 2P 100 250 6 7,5 10 30 25 50 40 30 20 50 10 10 10 VALLE MONTE 60 10

VALORI

IN KA EFF.

400 Vac trifase MT 100 6/25 32/63 6/20 15 10 10 15 12,5 10 10 12,5 25 15 15 25 250 25 32/63 20 15 15 20 15 10 10 15 MTHP 100 10 10 10 10 250 25 25 25 25 16 10 10 16 160 36 10 10 25 36 25 25 30 36 10 10 25 36 30 MTS 250 65 10 10 25 50 30 65 50 36 25 25 36 25 36 25 50 85 10 10 25 50 30 65 50 36 25 50 36 25 36 10 10 25 36 30 MTSE 250 65 10 10 25 50 30 65 50 36 25 50 100 10 10 25 50 30 65 50 36 25 50

Abbinamento non idoneo

242

Tab. 9.30

VALORI
MONTE 60 VALLE MTC 45 60 60 100 MT 250 100 250 160 MTS 250 6/25 32/63 6/20 25 32/63 MTHP 6 10 20 25 20 40 30 25 20 30 25 50 65 100 170 65 MTSE 250 100 200 65 630 MTS/E 800 100 200 65 85 100 200 10 100 MT 250 MTHP 100 250 30 30 30 30 30 20 30 30 30 20 20 30 30 25 25 25 160 25 16 20 25 25 25

IN KA EFF.
MTS 250 65 16 20 25 50 25 50 40 25 30 50 100 170 65 16 20 25 50 25 50 40 25 30 50 16 20 25 50 25 50 40 25 30 50 16 20 25 50 25 50 40 25 30 50 MTSE 250 100 200 65 16 20 25 50 25 50 40 25 30 50 16 20 25 50 25 50 40 25 30 50 85 100 100 85 100 100 85 100 200 85 100 200 85 100 200 85 100 200 100 200 200 100 200 200 100 200 200 65 100 200 200 100 200 200 100 200 200 630 100 200 65 MTS/E 800 85 100 200 85 MTSE 1600 100 200

Tabella di back-up 3F ~ 230V (EN 60947-2)

6/25 32/63 6/20 25 32/63 20 25 20 40 30 25 10 25 20 40 30 25 20 10 25 25 25 20 40 30 25 25 20 20 40 40 40 30 30 30 25 25 25 25 20 20

50 16 20 25 50 25 50 40 25 30 50 50 50

65 100 100 65 100 100 65 100 100 65 65 100 170 65 100 200 65 100 200 65 65 100 170 65 100 200 65 100 200 65 100 170 170 100 200 200 100 200 200 100 200 200 100 200 200 65 100 200 65 100 200 200

65 100 200 65 100 200 65

85 100 200 85 100 200

85 100 200 85 100 200

85 100 200 85 100 200 85 100 200 85 100 200 100 200 200 100 200 200

Abbinamento non idoneo


Tab. 9.31

VALORI
MONTE 60 VALLE MTC 45 60 60 100 MT 250 100 250 160 MTS 250 6/25 32/63 6/20 25 32/63 MTHP 4,5 6 10 15 12,5 25 20 15 10 25 16 36 36 65 85 36 MTSE 250 65 100 36 630 MTS/E 800 65 100 36 50 65 100 100 MT 250 MTHP 100 250 25 10 10 25 25 25 25 25 25 10 10 25 25 16 16 16 16 6 10 16 16 16 160

IN KA EFF.
MTS 250 36 6 10 16 25 25 30 25 20 16 25 36 36 36 65 6 10 16 25 25 30 25 20 16 25 40 65 65 65 85 6 10 16 25 25 30 25 20 16 25 50 85 85 85 85 36 36 6 10 16 20 20 30 25 20 16 25 25 36 36 MTSE 250 65 100 36 6 10 16 20 20 30 25 20 16 25 36 6 10 16 20 20 30 25 20 16 25 40 20 20 65 65 20 65 65 100 65 65 100 36 65 65 100 36 50 50 65 65 36 50 65 65 100 36 50 65 100 20 36 36 20 50 50 20 65 65 20 65 65 100 65 100 40 65 100 100 85 100 65 85 100 40 50 40 65 65 40 40 65 65 100 40 65 40 40 40 40 40 40 65 40 40 40 85 85 40 85 100 40 85 100 50 65 85 100 630 65 100 36 MTS/E 800 50 65 100 50 MTSE 1600 65 100

Tabella di back-up 3F ~ 400V (EN 60947-2)

6/25 32/63 6/20 25 32/63 10 10 15 12,5 25 20 15 10 15 12,5 25 20 15 10 10 10 15 12,5 25 15 12,5 25 15 12,5 25 20 20 25 20 20 20 15 15 15 15 15 15 15 10 10

36 6 10 20 25 25 36 25 20 16 25 36 36

65 100 36 65 100 36 65 100 100 65 100 36 65 100 100

65 100

65 100

65 100

Abbinamento non idoneo

243

SCELTA

DEI DISPOSITIVI DI MANOVRA E PROTEZIONE

Tabelle di selettivit

Per una corretta lettura delle tabelle riportate nelle pagine che seguono, occorre tenere presente: 1) La selettivit espressa in kA alla tensione di 400-415 V c.a. secondo la Icu delle Norme IEC 947-2. 2) Le tabelle sono elaborate sotto le seguenti condizioni:
A SGANCIATORI MAGNETOTERMICI B SGANCIATORI SEP/A C SGANCIATORI SEP/B I1 = 1 Ith I1 = 1 ln I1 = 1 In t1 = curva D I3 = 10 Ith I3 = 12 In I3 = 12 In I3 = OFF

a valle I2 = OFF a monte I2 = 10. In t2 = curva D

3) Negli sganciatori a microprocessore SEP/A e SEP/B le regolazioni amperometriche e cronometriche delle funzioni L, S, I sono molteplici, pertanto risulta impossibile condensare in una unica casella un valore numerico univoco di selettivit. 4) I valori sono validi per sistema radiale (un trasformatore a monte). 5) La lettera T significa selettivit totale. 6) I valori indicati sono relativi a condizioni di guasto bifase o trifase; la loro validit si estende per condizioni di cortocircuito. In caso di sovraccarico necessario verificare la selettivit con il reale profilo di correnti di carico, tramite le curve tempo-corrente.
Tab. 9.32

A MONTE A VALLE MTC 45 MTC 60 MT 60 MT 100 MTHP100 MTS 160 MT 250 MTHP 250 MTS 250 MTSE 250 MTS 630 MTSE 630 MTS 800 MTSE 800 PAGINA MTHP 100 MTHP 250 MTS 160 MTS 250 MTSE 250 MTS 630 MTSE 630 MTS 800 MTSE 800 MTSE 1600

Scelta dei dispositivi di manovra e protezione Elenco tabelle di selettivit

209

209

210

210

210

211

211

211

211

212

244

Tab. 9.33

Tabella di selettivit MTHP 100 e MTHP 250

valle

monte In Im 6 10 16 20 25 32 6 10 16 20 25 32 1 2 3 4 6 10 16 20 25 32 40 50 63 6 10 16 20 25 32 40 6 10 16 20 25 32 40 63 6 10 16 20 25 32 40 63 6 10 16 20 25 32 40 50 63

80 T T 4 3 3 T T 4 3 3 T T T T T T 4 3 3

MTC 45

MTC 60

MT 60

B/C

100 C T T T 4 3 3 T T T 4 3 3 T T T T T T T 4 3 3

MTHP 100 125 63 T T T T 4 3 T T T T 4 3 T T T T T T T T 4 3 T T 4,5 3,5 T T 4,5 3,5 T T T T T T 4,5 3,5

80 D T T 4,5 3,5 3,5 T T 4,5 3,5 3,5 T T T T T T T 3,5 3,5

100 T T T T 4,5 3,5 T T T T 4,5 3,5 T T T T T T T T 4,5 3,5

20 0,5

25 1 0,5

MTHP 250 32 40 C 1,5 2 1 1,5 1

50 3 2 1,5

63 4,5 2,5 2 1,5 1 0,5 4,5 2,5 2 1,5 1 0,5 T T T T 4,5 2,5 2 1,5 1 0,5

0,5

1 0,5

1,5 1

2 1,5 1

3 2 1,5

T T 1,5 1 0,5

T T 2 1,5 1 0,5

T T 3 2 1,5 1

T T 6 3 2 1,5 1

T T T 6 3 2 1,5

MT 60

T T 4 3

T T T 4 3 3 T T T 4 3 3 T T T 4 3 3 T T T 4 3 3

T T T 4,5 3 4 T T T T 4 3 T T T 4,5 3 3 T T T T 4 3

T T 4,5 3

T T 4,5 3,5 3 3 T T T 3,5 3,5

MT 100

T T 4 3 3

T T 4,5 3,5

T T T T 4,5 3,5 3 T T T T 4,5 3,5 T T T T 4,5 3,5 3 T T T T 4,5 3,5

0,5

1 0,5

1,5 1

2 1,5 1

3 2 1,5

4,5 2 1,5 1 0,5 4,5 2,5 2 1,5 1 0,5 4,5 2 1,5 1 0,5

0,5

1 0,5

1,5 1

2 1,5 1

3 2 1,5

MT 100

T T 4 3

T T 4,5 3

T T 4,5 3,5 3 3 T T T 3,5 3,5

0,5

1 0,5

1,5 1

2 1,5 1

3 2 1,5

MT 250

T T 4 3 3

T T 4,5 3,5

0,5

1 0,5

1,5 1

2 1,5 1

3 2 1,5

4,5 2,5 2 1,5 1 0,5

245

SCELTA

DEI DISPOSITIVI DI MANOVRA E PROTEZIONE

TAB. 9.34 - TABELLA


valle monte In Im 6 10 16 20 25 32 6 10 16 20 25 32 1 2 3 4 6 10 16 20 25 32 40 50 63 6 10 16 20 25 32 40 6 10 16 20 25 32 40 50 63 6 10 16 20 25 32 40 6 10 16 20 25 32 40 50 63 80 100 125 63 80 100 20 25 32 40 50 63 16 20 25 32 40 50 63 80 100 125 160 16 500 5,5 20 500 5,5 25 500 5,5 3 32 500 5,5 3 40 500 5,5 3 3 MTS 160 50 500 5,5 3 3 2,5 5,5 3 3 2,5 T T T T 5,5 3 3 2,5

DI SELETTIVIT
80 800 T T T 5,5 5,5 4,5 T T T 5,5 5,5 4,5 T T T T T 8,5 7,5 5,5 5,5 4,5

MTS 160, MTS 250


32 500 5,5 3 50 500 5,5 3 3 2,5 5,5 3 3 2,5 T T T T 5,5 3 3 2,5

MTSE 250
80 800 T T T 5,5 5,5 4,5 T T T 5,5 5,5 4,5 T T T T T 8,5 7,5 5,5 5,5 4,5 MTS 250 100 125 160 200 250 1000 1250 1600 2000 2500 T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T 8 T T T T 8 T T T T 7 T T T T 7 T T 6 T T T T T T T T T T T T T T T T T T 8 T T 6,5 T T T T 6 9,5 T T T 6 9,5 T T T 5 8 T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T 8 T T T T 8 T T T T 7 T T T 7 T T T T 6 10 T T T T T T T T T T T T T T 8 T T T T 6,5 T T T 9,5 6 T T T 9,5 6 T T T 8 5 T T T T T T T T T T T T T T T T T 8 T T T T 8 T T T T 7 T T T T 7 T T T T 6 T T T T T 10 9,5 T T 9,5 T 9,5 T T T T T T 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 T T T T T T T T 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 T T T T 6 8 8 8 8 8 8 8 100 OFF T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T MTSE 250 160 250 OFF OFF T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 7 7 7 7 7 7

MTC 45

63 630 T 5 4,5 3,5 3,5 T 5 4,5 3,5 3,5 T T T T T 5,5 4,5 3,5 3,5

5,5 C

5,5

5,3 3

5,5 3

MTC 60

5,5 3 3

T T T T 5,5 B/C

T T T T 5,5

MT 60

T T T T 5,5 3

T T T T 5,5 3

T T T T 5,5 3 3

5,5 D

5,5

5,3 3

5,5 3

MT 60

5,5 3 2

5,5 3 2 2

T 5,5 3 3 2,5 T 5,5 4,5 3,5 3,5

T 7 5 4,5 4 4 T 8,5 7,5 5,5 5,5 4,5

5,5

5,5

5,5 3

5,5 3

5,5 3 3

MT 100

5,5 3 3 2,5

5,5 D

5,5

5,5 3

5,5 3

MT 100

5,5 3 2

5,5 3 2 2

T 5,5 3 3 2,5 T 5,5 4,5 3,5 3,5

T 7 5 4,5 4 4 T 8,5 7,5 5,5 5,5 4,5

5,5

5,5

5,5 3

5,5 3

5,5 3 3

MT 250

5,5 3 3 2,5

100 125 160 1000 1250 1600 T T T T T T T T T T T T T T T 5,5 T T T T T T T T T T T T T T T T T 5,5 T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T 7,5 T T 7,5 T T 7 T T 7 T T 6 T T T T T T T T 8 T T 6,5 T T 6 8 T 6 8 T 5 8 T T T T T T T T T T 7,5 T T 7,5 T T 7 T T 7 T T 6 T T T T T T T T 8 T T 6,5 8 T 6 8 T 6 8 T 5 8 T T T T T T T T T T 7,5 T T 7,5 T T 7 T T 7 T T 6 T T 6 6 7,5 6 T T T T T T

5,5 3

T T T T 5,5 3

5,5 3

5,5 3 2 2

T 8,5 5 4,5 4 4 T 8,5 7,5 5,5 5,5 4,5

5,5 3

5,5 3 3 2,5

5,5 3

5,5 3 2 2

T 8,5 5 4,5 4 4 T 8,5 7,5 5,5 5,5 4,5

5,5 3

5,5 3 3 2,5

MTHP 100 MTHP 100

C D 5,5 C 5,5 T 3,5 T 5,5 4,5 T 7,5 7 7 T T T T 6

2,5

MTHP 250

5,5 5 4,5

8 8 7 7

T T T T 6

T T T T T 10

MTS 160

500 500 500 500 500 500 630 800 1000 1250 1600

246

TAB. 9.35 - TABELLA


monte In valle MTC 45 MTC 60 MT 60 MT 60 MT 100 MT 100 MT 250 MTHP 100 MTHP 100 MTHP 250 6 32 6 32 1 63 6 40 6 63 6 40 6 63 80 125 63 100 20 63 16 20 25 32 40 MTS 160 50 63 80 100 125 160 32 50 80 MTS 250 100 125 160 200 250 100 MTSE 250 160 250 320 MTS 630 400 500 320 MTSE 630 400 630 Im C C B/C D C D C C D C 500 500 500 500 500 500 630 800 1000 1250 1600 500 500 800 1000 1250 1600 2000 2500 1200 1900 3000 3200 4000 5000 3800 4800 7500 11 11 320 3200 T T T T T T T T T T 30 30 30 30 30 30 30 30 24 24 24 12 12 12 12 12 12 12 400 4000 T T T T T T T T T T 30 30 30 30 30 30 30 30 24 24 24 12 12 12 12 12 12 12 12 11 11 11

DI SELETTIVIT

MTS 630, MTSE 630, MTS 800


MTSE 630 320 OFF T T T T T T T T T T 30 30 30 30 30 30 30 30 24 24 24 12 12 12 12 12 12 12 400 OFF T T T T T T T T T T 30 30 30 30 30 30 30 30 24 24 24 12 12 12 12 12 12 12 630 OFF T T T T T T T T T T 30 30 30 30 30 30 30 30 24 24 24 12 12 12 12 12 12 12

MTSE 800
MTS 800 630 6300 T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T 25 25 25 25 25 25 25 25 800 8000 T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T 30 30 30 30 30 30 30 30 25 25 25 20 20 630 OFF T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T 25 25 25 25 25 25 25 25 20 20 20 15 15 MTSE 800 800 OFF T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T T 30 30 30 30 30 30 30 30 25 25 25 20 20

MTS 630 500 5000 T T T T T T T T T T 30 30 30 30 30 30 30 30 24 24 24 12 12 12 12 12 12 12 12 11 11 11 11 11 11

11 11 11

11 11 11

20 20 20 15 15

15 15

20 20

15 15

20 20

247

SCELTA

DEI DISPOSITIVI DI MANOVRA E PROTEZIONE

Tab. 9.36

monte In valle SERIE 90 MTS 160 MTS 250 1 125 16 160 32 250 Im B-C-D 500 1600 500 2500 N MTSE 250 160 250 1200 3000 H L N MTS 630 320 500 3200 5000 H L N MTSE 630 320 630 3800 7500 H L N MTS 800 630 800 6300 8000 S H L N MTSE 800 630 800 6300 8000 S H L 1000 OFF T T T T 50 50 T 50 50 T 50 50 T 40 40 40 T 40 40 40

MTSE 1600 1250 OFF T T T T 50 50 T 50 50 T 50 50 T 40 40 40 T 40 40 40 1600 OFF T T T T 50 50 T 50 50 T 50 50 T 40 40 40 T 40 40 40

Tabella di selettivit MTSE 1600

Selettivit differenziale

un sistema di selettivit che pu tornare molto utile quando in un impianto elettrico sono installati apparecchi le cui correnti verso terra superano i valori nominali (presenza di filtri di ingresso) oppure limpianto risulta molto vasto, con un grande numero di utilizzatori. In questi casi per evitare spiacevoli disservizi, conviene installare al posto di in unico interruttore differenziale, diversi interruttori differenziali sulle partenze principali con a monte un interruttore generale non differenziale. Secondo lo schema indicato in Fig. 9.21. In certi casi, per ragioni di continuit di esercizio o a causa di pericoli di una eventuale mancanza di energia elettrica necessario ricorrere ad un coordinamento selettivo fra due o pi dispositivi differenziali posti in serie. Per garantire la selettivit fra due componenti differenziali posti in serie, occorre attenersi alle seguenti prescrizioni: 1) la corrente nominale di intervento del dispositivo a monte deve essere almeno il doppio di quello dellinterruttore a valle In A > 2 In B. Questa condizione tiene conto della tolleranza ammessa dalle norme, infatti un dispositivo differenziale con soglia di intervento di 30 mA non interviene sicuramente per valori di corrente inferiori alla met di quella di intervento, ma potrebbe intervenire per correnti verso terra compresi fra i 15 e i 30 mA, mentre interverr in modo certo per valori di corrente superiori a 30 mA. 2) Il dispositivo a monte deve avere un ritardo intenzionale superiore al tempo totale di interruzione del dispositivo a valle, TA > TB TOT. La Fig. 9.20 mostra un esempio di selettivit verticale. Come si detto in precedenza nel campo domestico la selettivit verticale si pu ottenere anche con un interruttore tipo S (ritardato) a monte con a valle degli interruttore del tipo generale come indicato nelle figure seguenti.

Selettivit verticale

248

Quelli ad uso domestico non hanno normalmente possibilit di regolazione, ma possibile ottenere ugualmente la selettivit impiegando un interruttore di tipo S (ritardato) con a valle un interruttore differenziale del tipo generale con una corrente nominale non superiore ad un terzo di quella dellinterruttore di tipo S.
Fig. 9.20
Per ottenere la selettivit amperometrica tra lintervento a valle (istantaneo) e quello a monte (selettivo) necessario

Coordinamento selettivo tra differenziali istantenei e selettivi

Quadro generale In = 80 A

che la corrente nominale differenziale I#n dellinterruttore selettivo sia almeno di valore triplo rispetto a quella dellinterrutore istantaneo. Per ottenere la selettivit in sovraccarico occorre che la corrente nominale dellinterruttore a monte sia almeno doppio di quello dellinterruttore a valle. La selettivit realizzata disponendo a monte interruttori a bassa sensibilit e a valle a sensibilit pi elevata da

Id S

I#n = 1000 mA tipo S

In = 32 A

In = 32 A

considerarsi parziale in quanto le correnti di dispersione verso terra non sono controllabili e nella quasi totalit dei casi eccedono la soglia di intervento dellinterruttore a monte.

Id

I#n = 30 mA

Id

I#n = 300 mA

Quadro di zona 1

Quadro di zona 2

Fig. 9.21

Curve di intervento differenziale MDC 45 MDC 60 - MDC 100 BD - BDHP - SD - SDA

1000
10 (A e AC) 30 (A e AC) 300 (A e AC) 500 (A e AC) 1000 (AC)

1000 (AS)

t (ms)

100 300 (AS)

10 1 1 0 100 I (mA) 1000 10000

In campo industriale il problema si presenta molto pi semplice in quanto i dispositivi differenziali dispongono di soglia di intervento e di tempo regolabile, pertanto il progettista ha modo di realizzare una completa selettivit.

249

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