Indice
Capitolo I Le Macchine Elettriche . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1.1 Le macchine . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1.2 Le macchine elettriche . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1.2.3 I trasformatori elettrici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1.2.1 I generatori elettrici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1.2.2 I motori elettrici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1.3 Il bilancio energetico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1.4 Il rendimento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Capitolo II Motore In Corrente Continua . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2.1 Introduzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2.2 Il collettore commutatore di Pacinotti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2.3 Gli avvolgimenti di una macchina a collettore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2.4 Lespressione della forza elettromotrice indotta . . . . . . . . . . . . . . . . . 2.5 I motori in corrente continua . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2.5.1 Motori con eccitazione indipendente . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2.5.2 Motore in corrente continua con eccitazione in serie . . . . . . 2.6 Alimentazione di motori in continua a tensione variabile . . . . . . . . . . . 2.6.1 Alimentazione con raddrizzatore (AC-DC) monofase . . . . . . 2.6.2 Alimentazione con raddrizzatore (AC-DC) a ponte . . . . . . . Capitolo III Motore Asincrono . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3.1 Introduzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3.2 Principio di funzionamento di un motore in alternata . . . . . . . . . . . . . 3.3 Cenni costruttivi di un motore asincrono . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3.4 Principio di funzionamento del motore asincrono . . . . . . . . . . . . . . . . 3.5 Le equazioni della macchina asincrona in condizioni di regime . . . . . . 3.6 Il bilancio energetico nella macchina asincrona . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3.7 I modi di funzionare della macchina asincrona . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3.8 Determinazione dei parametri della macchina asincrona . . . . . . . . . . . . 3.8.1 Prova a vuoto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3.8.2 Prova in corto circuito . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3.8.3 Misura delle resistenze . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
3 3 4 4 5 6 10 11
12 12 12 15 18 21 24 29 32 33 34
40 40 41 43 44 45 50 53 54 55 55 56
3.9 La caratteristica meccanica della macchina asincrona . . . . . . . . . . . . . 3.9.1 Regolazione di velocit agendo sulla resistenza rotorica . . . . 3.9.2 Regolazione di velocit agendo sullampiezza della tensione di alimentazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3.9.3 Regolazione di velocit a tensione variabile e a frequenza variabile . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3.10 Generazione dellalimentazione a tensione e frequenza variabili. . . . . . 3.10.1 Inverter di tensione monofase . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3.10.2 Inverter di tensione trifase . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Capitolo IV Motore Brushless . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4.1 Introduzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4.2 Principio di funzionamento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4.2.1 Vantaggi nelluso del motore brushless . . . . . . . . . . . . . . . . . 4.2.2 Svantaggi nelluso del BDCM . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Capitolo V Motore a Passo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5.1 Caratteristiche generali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5.2 Motori a passo a riluttanza variabile . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5.3 Motori a passo a magnete permanente . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Riferimenti Bibliografici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
57 58 59 59 60 60 62
63 63 63 66 67
68 68 69 72 74
1.1 Le macchine
Nella natura sono insite energie sotto forma potenziale o cinetica, come l'energia che si sprigiona da un combustibile, quella liberata nelle reazioni nucleari, quella accumulata in un bacino idroeletirico, o l'energia di un getto d'acqua o di un getto di vapore, che raramente possono trovare una utilizzazione diretta. Pi spesso necessario trasformare una data specie di energia in un'altra, allo scopo di renderne possibile, conveniente e razionale l'utilizzazione. I sistemi fisici in cui avvengono trasformazioni di energia da una specie ad un'altra prendono il nome di macchine. Caratteristica particolare delle macchine la presenza in esse di un ingresso e di una uscita; l'ingresso costituito dagli organi attraverso i quali la macchina riceve energia dall'esterno sotto una data forma; l'uscita costituita dagli organi attraverso i quali l'energia viene restituita sotto una forma diversa. L'ingresso e l'uscita dunque consentono alla macchina di scambiare energia con i sistemi esterni ad essa. Gli organi di entrata, quelli di uscita e gli organi della macchina in cui avvengono le trasformazioni assumono caratteristiche diverse a seconda delle forme di energia in gioco e dei fenomeni fisici che nella macchina debbono aver luogo perch si realizzino le richieste trasformazioni. Si prenda ad esempio una turbina a vapore: essa, come noto, una macchina che trasforma l'energia termica del vapore in energia meccanica di rotazione resa disponibile all'asse. In questa macchina il distributore l'organo di entrata e questo, insieme alla girante costituiscono gli organi in cui l'energia viene trasformata; l'asse di rotazione l'organo di uscita. I fenomeni fisici che si verificano in tali organi della turbina sono una espansione del vapore (che inizia nel distributore e termina nella girante) con trasformazione dell'energia termica del vapore in energia cinetica e contemporanea trasformazione di questa, nella girante, in energia meccanica impressa all'asse. Gli organi attivi di una macchina possono agire da fermi o per mezzo di determinati movimenti. Le macchine che non hanno organi in movimento sono delle statiche, le altre sono dette dinamiche e possono essere rotanti o alternative a seconda del tipo di movimento. In rapporto alle funzioni cui sono destinate, le macchine si possono classificare nel seguente modo: macchine generatrici (o generatori), macchine motrici (o motori), macchine trasformatrici o convertitric (trasformatori e convertitori), macchine utilizzatrici (o utilizzatori ). Le prime sono macchine chiamate a generare una data forma di energia (esempio: generatore elettrico), attraverso una trasformazione di energia di forma diversa. Il nome di generatore improprio e va inteso solo nel senso indicato di generatore di una data forma di energia e non nel senso di generatore di energia, la quale come noto non pu essere generata ma solo trasformata da una specie ad un'altra. Le seconde, cio i motori, sono tutte quelle macchine la cui energia resa di forma meccanica (esempio: la citata turbina a vapore).
Le macchine trasformatrici adempiono alla funzione di trasformare le caratteristiche di impiego di una qualunque forma di energia, senza cambiarne la specie: (esempio: trasformatori elettrici, riduttori e moltiplicatori di velocit o di pressione, convertitori di coppia ecc.). Le macchine utilizzatrici infine sono quelle che compiono un determinato lavoro o una determinata operazione tecnologica (esempio: pompe per il sollevamento dell'acqua, montacarichi, macchine utensili, macchine da cucire, saldatrci elettriche, forni elettrici, ecc.). Le macchine utilizzatrici di carattere dinamico sono sempre accoppiate a motori, dei quali utilizzano l'energia meccanica erogata all'asse. In queste quattro distinte funzioni di generatrici, trasformatrici, motrici e utilizzatrici, le macchine si collocano come altrettanti anelli nella catena di trasformazioni con le quali le energie della natura gradualmente si tramutano dallo stato originario in lavoro utile.
I trasformatori sono macchine statiche a corrente alternata, funzionanti in base al fenomeno della mutua induzione sono perci costituiti da due circuiti fra loro magneticamente accoppiati. L'accoppiamento magnetico tra i due circuiti deve naturalmente essere il pi stretto possibile; per questo motivo i due circuiti vengono avvolti attorno ad uno stesso nucleo magnetico di piccola riluttanza nel quale si sviluppa un flusso che si concatena quasi completamente con entrambi. L'avvolgimento che fa capo ai morsetti di ingresso prende il nome di primario del trasformatore, l'avvolgimento che collegato ai morsetti di uscita chiamato secondario. 4
Il funzionamento peraltro in ogni caso perfettamente reversibile per cui l'ingresso o l'uscita, oppure il primario o il secondario, non sono distinti da specifiche particolarit costruttive bens dal senso del flusso di energia che si vuol realizzare. Una effettiva distinzione costruttiva deve essere fatta invece tra avvolgimento di alta tensione e avvolgimento di bassa tensione, in quanto essi comportano un diverso numero di spire ed un differente grado di isolamento. Essendo basato su un fenomeno di mutua induzione il funzionamento del trasformatore pu realizzarsi solo in regime di corrente variabile. Applicando ad uno dei due avvolgimenti (primario) la tensione alternata che si vuol trasformare, si crea nel nucleo un flusso pure alternato che induce nelle spire dello stesso avvolgimento una f.e.m. eguale e contraria (salv le cadute di tensione) alla tensione applicata; poich lo stesso flusso si concatena anche con ciascuna delle spire del secondo avvolgimento (secondario) in ognuna di queste si induce una f.e.m. analoga: l'effetto risultante che si manifesta ai morsetti del secondo avvolgimento costituisce la tensione trasformata pari in valore a quella applicata al primario moltiplicata per il rapporto fra i numeri di spire del secondo e del primo avvolgimento; perci semplicemente assegnando il giusto numero di spire a questi avvolgimenti possibile raggiungere i valori desiderati della tensione secondaria. Un aspetto importante del funzionamento a carico dei trasformatori il fenomeno della reazione. In queste macchine esso si manifesta in maniera semplicissima: per ogni valore di corrente erogata al secondario viene richiamata al primario una corrente di reazione di valore tale che la forza magnetornotrice complessivamente agente sul circuito magnetico si mantenga costante, come costante rimane l'ampiezza del flusso, la quale ampiezza imposta dalla tensione di alimentazione. Le tensioni e le correnti vengono cos ad assumere, in ogni caso, valori che rispettano il principio di conservazione dell'energia e cio si verifica necessariamente l'uguaglianza, salvo le perdite, fra le potenze all'uscita e allingresso. Da questo fatto deriva che nei trasformatori le tensioni e le correnti non sono indipendenti, ma vincolate alla condizione che ad un determinato rapporto esistente fra le prime corrisponda un rapporto inverso fra le seconde. 1.2.2 I generatori elettrici
I generatori industriali di energia elettrica sono basati tutti sul fenomeno della induzione elettromagnetica che, come noto, consiste nella generazione di una f.e.m. in un sistema di conduttori che si muove rispetto ad un campo magnetico in modo tale da tagliarne le linee di forza, e cio in modo che il flusso concatenato col sistema di conduttori subisca una variazione. A tal fine ogni generatore elettrico si compone di un sistema induttore destinato a creare il campo magnetico, e di un sistema indotto, nel quale deve generarsi la f.e.m. che si vuole utilizzare e questi due sistemi debbono potersi muovere l'uno rispetto all'altro. L'induttore sempre costituito da un sistema di poli magnetici, talvolta realizzati mediante magneti permanenti, ma pi comunemente eccitati per mezzo di un adeguato avvolgimento di eccitazione (o induttore o di campo) percorso da una opportuna corrente continua detta corrente di eccitazione. Il sistema indotto assume disposizioni diverse a seconda che i generatori sono a corrente continua o a corrente alternata; in entrambi i casi per trattasi di avvolgimenti distribuiti di fronte al sistema induttore, opportunamente allogati su un loro supporto di materiale 5
magnetico. Il moto relativo fra indotto e induttore si attua tenendo fisso uno dei due sistemi e mettendo in rotazione l'altro: il sistema fisso costituisce lo statore della macchina, il sistema che ruota ne costituisce il rotore. Agli effetti del fenomeno di induzione facile osservare che non determinante il fatto che i sistemi induttore e indotto appartengano allo statore o al rotore; nella realizzazione pratica, alcuni aspetti particolari del funzionamento impongono che i generatori a corrente continua abbiano il sistema induttore nello statore e quello indotto nel rotore; i generatori a corrente alternata invece presentano comunemente l'indotto nello statore e l'induttore nel rotore. Nelle forme costruttive normali, sia nelle macchine a corrente alternata che in quelle a corrente continua, le f.e.m. che vengono generate nei conduttori attivi del sistema indotto hanno sempre una forma periodica alternala: negli alternatori queste f.e.m. indotte possono cos venire utilizzate collegando direttamente l'avvolgimento indotto con i morsetti di uscita della macchina; nelle dinamo, invece, per poter disporre all'uscita di una f.e.m. continua necessario interporre fra gli avvolgimenti indotti ed i morsetti della macchina uno speciale organo raddrizzatore a contatti striscianti denominato collellore, per eseguire appunto il raddrizzamento rispetto ai morsetti, delle f.e.m. alternate generate nei conduttori dell'indotto. Per questa ragione le dinamo vengono comunemente costruite a indotto rotante e induttore fisso, mentre negli alternatori viene preferita la costruzione inversa a indotto fisso e induttore rotante. Un fenomeno comune a tutte le macchine elettriche e che si manifesta all'atto in cui passano dal funzionamento a vuoto al funzionamento sotto carico, cio all'atto in cui esse cominciano ad erogare potenza, quello della reazione. Questo fenomeno sostanzialmente dovuto al fatto che quando una macchina eroga una certa potenza deve, per il principio della conservazione dell'energia, necessariamente richiamarne all'ingresso una egual quantit, aumentata delle perdite che accompagnano la trasformazione. Nei generatori elettrici la reazione a carico si manifesta come una coppia resistente che si oppone alla rotazione: contro questa coppia che il motore primo chiamato a spendere quella potenza meccanica che si ritrover ai morsetti di uscita della macchina, sotto forma elettrica. 1.2.3 I motori elettrici
I motori elettrici sono macchine rotanti che trasformano energia elettrica in energia meccanica. Quindi le grandezze di ingresso sono la tensione e la corrente e quelle di uscita la velocit angolare dellalbero motore e la coppia elettromagnetica sviluppata (Fig. 1.1).
Energia elettrica (V,I) Energia meccanica (C em, m)
MOTORE ELETTRICO
Hanno dunque una funzione opposta a quella dei generatori, e da questi possono essere fatti derivare semplicemente invertendo il flusso delle energie; generatori e motori elettrici sono cio macchine perfettamente reversibili e in linea teorica possono funzionare indifferentemente in un senso o nell'altro. Come nel caso dei generatori, un motore elettrico costituito da una parte fissa, detta statore, e da una mobile, il rotore, il quale pu ruotare attorno ad un asse. Su entrambe le componenti sono alloggiati dei dispositivi (avvolgimenti o magneti permanenti) atti a generare dei flussi magnetici. Poich trasformano energia elettrica in energia meccanica, le grandezze di ingresso sono la tensione e la corrente (V,I) e quelle di uscita la velocit angolare dellalbero motore (rotore) e la coppia elettromagnetica sviluppata (m, Cem). Lequazione che governa il moto del rotore la seconda legge della dinamica applicata al caso del moto rotatorio:
Cm Cr = J
Dove:
d m dt
(1.1)
m J Cm Cr
= velocit angolare di un corpo rigido; = momento di inerzia; = coppia motrice, ossia la coppia elettromagnetica sviluppata dal motore (Cem); = coppia resistente esercitata dal carico applicato allalbero motore.
Come nel caso dei generatori, esistono motori a corrente continua e motori a corrente alternata monofasi e polifasi. I motori a corrente alternata possono essere del tipo sincrono o asincrono e, a differenza dei generatori, sono i tipi asincroni quelli maggiormente impiegati negli azionamenti industriali. In qualunque tipo di motore elettrico, la coppia elettromagnetica nasce sempre dallinterazione tra un flusso magnetico prodotto negli avvolgimenti di statore (s) e quello originato negli avvolgimenti di rotore (r). Si considera la situazione riportata nella in Fig. 1.2, dove sono evidenziate le linee del campo magnetico di statore (tratto continuo) e quelle del campo magnetico del rotore (tratto discontinuo).
m
S N
S N
Fig. 1.2. Posizione relativa dei campi magnetici di statore e di rotore. Con tratto continuo sono indicate le linee di flusso del campo magnetico di statore. Con tratto spezzato sono indicate le linee di flusso del campo magnetico di rotore.
Si possono individuare i poli magnetici statorici e rotorici (il nord la regione da cui escono le linee di flusso, il sud dove entrano). Tra poli magnetici di segno opposto si sviluppano delle forze che danno origine alla coppia elettromagnetica. In generale vale la relazione:
Cem = k s r sin
(1.2)
dove langolo tra la direzione di s e quella di r. La condizione fondamentale per avere una coppia con valor medio non nullo che i due flussi (s e r) devono ruotare in modo sincrono (ossia avere la stessa velocit angolare) rispetto ad un sistema di riferimento comune. I vari tipi di motori elencati precedentemente si distinguono per il diverso modo con cui sono generati s e r e la velocit angolare con la quale entrambi ruotano. Di ogni classe di motore occorre determinare: a) il circuito elettrico equivalente; b) la caratteristica meccanica, ossia landamento della coppia elettromagnetica in funzione della velocit di rotazione dellalbero motore. c) Del carico applicato allalbero motore occorre conoscere landamento della coppia resistente al variare della velocit angolare. Questa curva dipende dal tipo di carico, come si pu vedere in Fig. 1.3.
Attrito Coulombiano
Coppia gravitazionale
Dipende dalla ruvidit dei corpi a contatto. Coppia Non dipende dal senso di rotazione.E attiva in tipica di macchine utensili (es: laminatoi). discesa. Tipica di macchine da sollevamento.
Attrito Viscoso
Tipica di cuscinetti meccanici (a bassa velocit si Coppie proporzionali alla velocit ritorna alla caratteristica dellattrito coulombiano) rotazione.Tipica di macchine mescolatrici.
di
Attrito Ventilante
macchina anche la potenza perduta. Questa potenza evidentemente data dalla somma di tutte le perdite presenti nella. macchima ed chiaro che nel corso della trasformazione che in questa avviene essa si sottrae alla potenza assorbita, per modo che alla uscita si. dispone di una, potenza minore.
1.4 Il rendimento
Per giudicare della efficienza di una macchina, un elemento indicativo pu essere costituito dall'entit delle perdite; pi significativo per a questo riguardo il rapporto fra la potenza resa (P) e quella assorbita (Pa), cio il rendimento:
P P = Pa P + Pp
(1.3)
dove Pp rappresenta la potenza dissipata in perdite. La (1.3) pu essere espressa anche nella seguente forma:
=
Pp Pa
P P Pa Pp = = 1 p = 1 p Pa Pa Pa
(1.4)
dove p =
Il rendimento, che sempre minore dell'unit, esprime la misura relativa della potenza resa dalla macchina rispetto alla potenza assorbita. Nella pratica tecnica il rendimento delle macchine viene comunemente espresso in forma percentuale ponendo:
11
2.1 Introduzione
Le macchine elettriche rotanti a collettore costituiscono la pi vasta categoria di apparati elettromeccanici di conversione dellenergia. Parecchi dei dispositivi elettromeccanici a collettore sono ormai obsoleti e non vengono pi utilizzati nelle moderne applicazioni industriali, sostituiti da dispositivi statici e diodi controllati, che offrono il vantaggio di un minore costo. Tuttavia alcune macchine a collettore sono ancora largamente usate, e se pur esistono in teoria, dispositivi elettromeccanici alternativi che potrebbero essere usati con successo, mantengono ancora una loro validit di impiego, dovuta soprattutto allaffidabilit del funzionamento ed alla facilit di regolazione intrinseca per alcune di esse.