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Proff. M. Gambini, M.

Vellini - Centrali termoelettriche

G
Generatori
i di vapore
Con il termine generatore di vapore si intende quel complesso di apparecchiature di
scambio termico opportunamente interconesse e completato da macchinari ausiliari e
sistemi di regolazione e controllo, destinato alla produzione di vapore a partire da acqua
liquida.
Il calore necessario per tale operazione può essere fornito dalla combustione di un
combustibile fossile (generatori di vapore a combustibile) ovvero da un cascame di gas caldi
(generatori di vapore a recupero).
Il termine caldaia, che ha rappresentato il nome originario del generatore di vapore, quando
questo consisteva essenzialmente in un corpo “bollitore”, è un termine più generico con il
quale si indicano anche apparecchiature nelle quali non intervengono passaggi di stato
(produzione di acqua calda o surriscaldata, caldaie ad olio diatermico, etc.).
Le caldaie possono suddividersi in due grandi categorie:
¾ caldaie a tubi di ffumo ((nate all’inizio del XIX secolo )
¾ caldaie a tubi di acqua (nate dopo la prima metà del XIX secolo e sviluppatesi dall’inizio
del XX secolo)

GENERATORI DI VAPORE
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Evoluzione
l storica delle
d ll caldaie
ld a tubi
b di
d fumo
f

Schema di vecchia caldaia dell’inizio del XIX secolo

Caldaia tipo
p Cornovaglia
g

Schemi di caldaie a tubi di fumo

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Evoluzione storica delle caldaie a tubi di fumo

Caldaia a tubi di fumo con focolare esterno

Caldaia a tubi di fumo “a ritorno di fiamma”

Caldaia a tubi di fumo “a fiamma diretta”

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Evoluzione
l storica delle
d ll caldaie
ld a tubi
b di
d fumo
f

Caldaia a tubi di fumo di tipo scozzese

Caldaia per locomotiva

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Passaggio
P i caldaie
ld i a
tubi di fumo Î tubi d’acqua

caldaie a tubi di fumo


PREGI DIFETTI
• elevato volano termico (grande • bassa pressione di esercizio
volume d’acqua contenuto nel corpo • bassa potenzialità
cilindrico) semplicità di conduzione • lentezza in regolazione
• economicità costruttiva

Î
I difetti delle caldaie a tubi di fumo risultano tutti conseguenza del
contenimento di tutta l’acqua in grande corpi cilindrici

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- Bassa pressione di esercizio


Considerando le sollecitazioni agenti nel corpo cilindrico:
dFy = dFp ⋅ s e n α = p ⋅ R ⋅ s e n α ⋅ dα
F
dFp dFy

dα π π
p
α
F= ∫ 0
dFy = ∫0
p ⋅ R ⋅ s e n α ⋅ dα =
π

F1 F2
s d = p⋅R⋅ ∫0
s e n α ⋅ dα = 2 ⋅ p ⋅ R = p ⋅ d

p⋅d
s=
F1 = s ⋅ σ amm F = 2 ⋅ F1 2 ⋅ σ amm

• s spessore corpo cilindrico Esempio


• p pressione dell’acqua nel corpo cilindrico • p=30 bar
• d diametro del corpo cilindrico • d=1,5 m s=40 mm
• σamm tensione ammissibile del materiale del corpo cilindrico • σamm =60 N/mm2

Con grandi corpi cilindrici (d elevato) occorre limitare la pressione per contenere
gli spessori entro limiti accettabili

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- Bassa potenzialità
potenzialità
t i lità ∝ fl i ∝ superficie
flusso ttermico fi i di scambio
bi
(produzione di vapore)

Poiché la configurazione a tubi di fumo limita drasticamente la superficie totale di


scambio termico (che deve essere contenuta entro il volume di acqua nel corpo
cilindrico), la potenzialità di tali caldaie è bassa

- Lentezza in regolazione
g
Il grande volume d’acqua contenuto nel corpo cilindrico costituisce un elevato
volano termico

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Per superare i suddetti difetti occorre ricorrere ad un


un’architettura
architettura di caldaia in cui
è l’acqua che circola all’interno di tubi di piccolo diametro posti al di fuori del
corpo cilindrico, mentre i prodotti di combustione attraversano l’apparecchiatura
in idonei condotti (in genere tappezzati dagli stessi tubi d d’acqua)
acqua) lambendo
dall’esterno i tubi d’acqua.

CALDAIE A TUBI D’ACQUA


T li caldaie
Tali ld i risultano
i lt i grado
in d di consentire:
ti
• elevate pressioni di esercizio
• elevate potenzialità
• relativa rapidità di regolazione

Caldaia a tubi di fumo Caldaia a tubi d’acqua

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Evoluzione
l storica delle
d ll caldaie
ld a tubi
b d’acqua
d’

Caldaie a tubi “field”

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Evoluzione
l storica delle
d ll caldaie
ld a tubi
b d’acqua
d’

Caldaia a lame d’acqua

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Evoluzione
l storica delle
d ll caldaie
ld a tubi
b d’acqua
d’

Caldaia a tubi d
d’acqua
acqua tipo Babcock & Wilcox (Tosi)

Disposi ioni sub-orizzontali


Disposizioni sub ori ontali dei tubi bollitori nelle caldaie a tubi d’acqua

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Percorso ACQUA - VAPORE


h
SH
3
vapore
surriscaldato ΔhSH
condizioni prossime mv 2
a quelle di saturazione
separatore

mw
acqua di
alimento ΔhVAP

ECO VAP
1
mr ΔhECO
0
eventuale pompa di
circolazione

Attraverso tale configurazione, opportunamente dimensionata, del circuito acqua vapore si


realizza una netta distinzione tra ciascuna fase fluida nelle rispettive zone di scambio
termico:
• acqua liquida nella sezione di economizzazione (ECO);
• miscuglio
i li acqua-vapore saturo
t nella
ll zona di vaporizzazione
i i (VAP)
(VAP);
• vapore surriscaldato nella zona di surriscaldamento (SH) ed eventualmente di
risurriscaldamento (RH).

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Percorso ACQUA – VAPORE


CIRCUITO VAPORIZZANTE
Si articola in tubi di caduta che alimentano con acqua satura i tubi di risalita verso il corpo
cilindrico. I tubi di risalita costituiscono la sezione di scambio termico (VAP) dove l’acqua
riceve dai fumi il calore di vaporizzazione (generalmente tali tubi costituiscono proprio la
parete di contenimento della zona di combustione) mentre i tubi di discesa non sono
coinvolti nello scambio termico.
A seguito delle diverse densità del fluido nei tubi di caduta (acqua satura con titolo xx=0)0) e
nei tubi di risalita (miscuglio acqua vapore con x>0) si genera una forza motrice della
circolazione (differenza di pressione)

Δpm = ( ρls − ρmvs ) ⋅ g ⋅ h

dove ρls è la densità dell’acqua nei tubi di caduta, ρmvs è la densità media del miscuglio
acqua-vapore nei tubi di risalita ed h è l’altezza dei tubi.

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Percorso ACQUA – VAPORE


CIRCUITO VAPORIZZANTE

In funzione della differenza di densità tra liquido saturo e miscuglio acqua/vapore e dello
sviluppo verticale (h) della caldaia, si può avere:
• circolazione naturale (basse-medie pressioni di esercizio e h adeguata)
• circolazione assistita (in generale a partire da pressioni dell’ordine
dell ordine di 120
120-140
140 bar)
• circolazione forzata (prescinde completamente dall’effetto naturale ed è affidata
esclusivamente dalle pompe di circolazione). Tale tipo di circolazione è, ovviamente,
l’unico proponibile in caldaie ipercritiche

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Percorso ACQUA – VAPORE: CIRCUITO VAPORIZZANTE


SH

vapore
surriscaldato
mr ⋅ x = mv
condizioni prossime mv
a quelle di saturazione
separatore

mw
acqua di
mr 1
alimento
Cr = = Cifra di circolazione
ECO VAP mv x
mr

eventuale pompa di
circolazione

ƒ Nelle caldaie dotate di corpo cilindrico, la portata circolante nel circuito vaporizzante (mr) è svincolata dalla
produzione oraria di vapore (mv) attraverso il titolo (x)
ƒ Per evitare la crisi di scambio termico nel circuito vaporizzante la percentuale in volume del vapore, nel miscuglio
acqua-vapore che rientra al corpo cilindrico, non deve superare il limite del 60-70%

medio-basse pressioni di esercizio (da circa 30 bar fino a circa 100 bar): Cr=10-15
alte
lt pressioni
i i valori
l i Cr=5-10
5 10
il titolo nel circuito vaporizzante assume valori dell’ordine di 0.1-0.2, valori mediamente bassi e tali
da assicurare che i tubi siano quasi completamente bagnati, al loro interno, da acqua satura

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Percorso ARIA - FUMI


comb.

IRR CONV
fumi
VAP, SHi SHc, RH, ECO

PA
aria preriscaldata

aria

ƒ l’aria ambiente (aria comburente) incontra una prima zona di scambio termico, il preriscaldatore (PA), dove
viene preriscaldata a spese del calore contenuto nei fumi, prima del loro invio al camino per la dispersione
nell’ambiente
ƒ l’aria
l’ i viene
i quindi
i di inviata
i i t nella
ll camera di combustione
b ti (CC) dove
d reagisce
i con il combustibile
b tibil generando
d gas
di combustione ad elevata temperatura, circa 2000°C, che cedono calore prima di tutto, e soprattutto, alla
sezione di vaporizzazione (VAP) e quindi, eventualmente, ad una parte di surriscaldamento (SHi,
surriscaldatore irraggiato) (scambio termico prevalentemente per irraggiamento, IRR)
ƒ i gas combusti, caratterizzati da temperature inferiori ai 1000°C, incontrano le sezioni a scambio termico
prevalentemente convettivo (CONV), e cioè il surriscaldatore convettivo (SHc), l’eventuale risurriscaldatore
(RH) e quindi l’economizzatore (ECO).
ƒ i ffumi in uscita dall’economizzatore attraversano la sezione di p
preriscaldamento dell’aria comburente ((PA),
),
generalmente presente almeno nelle caldaie di medio-grande taglia, prima di essere inviati al camino

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Percorso ARIA - FUMI


comb.

IRR CONV
fumi
VAP, SHi SHc, RH, ECO

PA
aria p
preriscaldata

aria

ƒ non viene mai realizzato, nonostante la più elevata efficienza, uno scambio termico completamente in
controcorrente:
t t i gas di combustione
b ti scambiano
bi calore
l prima
i con il vaporizzatore,
i t poii con il surriscaldatore
i ld t e
quindi con l’economizzatore. La ragione di ciò risiede nel fatto che uno scambio controcorrente produrrebbe
temperature inammissibili per la resistenza dei tubi del surriscaldatore

α e ⋅ Te + α i ⋅ Ti
Tp =
α e + αi

Tp ≅ Ti se αi  α e Te + Ti
Tp ≅ se αi ≈ α e
2
VAP SH

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Percorso ARIA - FUMI


ƒ il surriscaldatore, per limitare le sollecitazioni
comb. termiche, viene protetto dalla “vista” della
fiamma (cioè
( dall’irraggiamento): ) nelle caldaie
IRR CONV
di più grande potenzialità, solamente una sua
fumi
VAP, SHi SHc, RH, ECO
porzione (SHi) viene esposta all’irraggiamento. In
questo caso, il surriscaldatore irraggiato viene in
PA genere fatto percorrere in equicorrente dal
aria preriscaldata
vapore proveniente dal corpo cilindrico (tratto di
aria surriscaldamento a più bassa temperatura) per
limitare la temperatura dei tubi.
ƒ il surriscaldatore viene suddiviso in due o tre
banchi (surriscaldatore primario, secondario e,
al limite, terziario) da disporre opportunamente,
acqua att
att. eventualmente con ll’interposizione
interposizione del
SH1 SH2 risurriscaldatore (RH), lungo il percorso dei fumi
TSH a valle del vaporizzatore
ƒ la suddivisione del surriscaldatore in almeno
due banchi (primario
( e secondario)) è di
fondamentale importanza per la regolazione
della temperatura finale del vapore
surriscaldato (TSH)

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Percorso ARIA - FUMI


comb.

IRR CONV
f i
fumi
VAP, SHi SHc, RH, ECO

PA
aria preriscaldata

aria

• nel circuito aria-fumi è generalmente inserito un preriscaldatore dell’aria comburente (PA) per
assicurare un elevato rendimento del generatore di vapore
• esistono dei limiti inferiori per la temperatura di scarico dei gas combusti dovuti a:
• corrosioni acide: con combustibili di scarso pregio (oli pesanti, carbone, etc.) contenenti zolfo,
interviene il problema della così detta “rugiada acida” se la temperatura scende sotto
determinati limiti (140-150°C)
• dispersione dei fumi nell’ambiente: con combustibili pregiati privi di zolfo, occorre assicurare
una certa temperatura del pennacchio dei fumi alla sommità del camino per consentirne una
adeguata dispersione nell’atmosfera (almeno 80-100°C)
• risulterebbe impraticabile abbattere la temperatura dei fumi fino a temperature prossime a
quelle ambiente, tramite preriscaldo di aria comburente, a causa delle imponenti superficie di
scambio termico richieste (scambio aria-gas) e degli inammissibili costi conseguenti

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Generatori di vapore di grande potenzialità:


CALDAIE A U ROVESCIO

Caratteristiche:
• elevato sviluppo verticale della camera di combustione (la cui altezza è tanto più
condizionata dalle esigenze di circolazione dell’acqua
dell acqua quanto più è alta la pressione di
esercizio)
• contenimento dell’altezza complessiva della caldaia (in virtù del tratto discendente
affiancato alla camera di combustione)

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Schema completo di
CALDAIE A U ROVESCIO

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Schema completo di
CALDAIE A U ROVESCIO

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C
CALDAIE A U ROVESCIO
O SC O

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C
CALDAIE A U ROVESCIO
O SC O

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C
CALDAIE A U ROVESCIO
O SC O

GENERATORI DI VAPORE
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C
CALDAIE A U ROVESCIO
O SC O

GENERATORI DI VAPORE
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C
CALDAIE A U ROVESCIO:
O SC O il preriscaldatore
i ld d’aria
d’ i

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Prestazioni energetiche dei GENERATORI DI VAPORE

GENERATORI DI VAPORE

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