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IMPIANTI TECNICI

DIMENSIONAMENTO
DELLA RETE DI DISTRIBUZIONE
DELL’ACQUA (Rete idraulica)

Prof. Livio de Santoli– Prof. F. Mancini– Prof. M. Mariotti


INTRODUZIONE 2

La rete di distribuzione dell’acqua comprende l’insieme di tubazioni,


raccordi e valvole che collegano le varie apparecchiature al fine di
trasferire l’energia termica, tramite il fluido termovettore acqua, fra di
esse.
Ad esempio vi sarà un circuito che collega la caldaia con le batterie di
riscaldamento dell’UTA, un altro che collega il gruppo frigo con la batteria
di raffreddamento, così come una serie di circuiti che, con diverse
diramazioni collegano caldaia e gruppo frigo ai ventilconvettori in caso di
impianto misto.
Le tubazioni devono essere dimensionate in modo da consentire la
distribuzione della portata nei vari tronchi secondo i dati previsti in sede
di progetto. Di solito si utilizzano delle tubazioni in acciaio per le
distribuzioni primarie, ed in rame per quelle secondarie.

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Schema semplificato della rete 3

2
Batteria UTA

3
11
Ventilconvettore A

Pompa 12
1 6
10
0 13
Ventilconvettore B
Caldaia
14
9
5 4
Ramo principale (comune): 4-5-0-1 (Caldaia)

Tratto batteria UTA: 1-2-3-4


7
Tratto V.convettore A: 1-6-10-11-12-14-9-4 Ventilconvettore C

Tratto V.convettore B: 1-6-10-13-14-9-4 8

Tratto V.convettore C: 1-6-7-8-9-4


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Calcolo della portata 4

La portata di acqua per il dimensionamento delle tubazioni si determina


dividendo la potenza termica Q che occorre fornire alle utenze, per il prodotto
tra il calore specifico e la variazione di temperatura ΔT prevista per l’acqua
(in generale, pari a 5°C per l’acqua fredda, 10-20 °C per l’acqua
calda, 50-60 °C per acqua “surriscaldata”):

in W
Q
Γ=
c p ⋅ ΔT
in °C
in kg/s

Per l’acqua = 4186 J/kg°C

1 kg/s ~ 3600 l/h

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Portata totale nella caldaia e nel gruppo frigo 5
Si assume un salto termico di 10 °C (da 80°C a 70°) per le batterie dell’UTA
(acqua calda), di 10°C (da 50 °C a 40 °C) per i ventilconvettori (acqua calda)
e di 5 °C (da 7°C a 12°C) per l’acqua fredda dell’UTA e dei ventilconvettori.
Con la formula vista in precedenza si ottengono le seguenti portate:

Batteria di pre-riscaldamento 207000


Γ= = 4.945 kg/s = 17803 l/h = 17.8 m 3 /h
4186 ⋅10

Batteria di raffreddamento Γ=
381000
= 18.2 kg/s = 65520 l/h = 65.6 m 3 /h
4186 ⋅ 5

Batteria di post-riscaldamento Γ = 105000 = 2.51 kg/s = 9030 l/h = 9.1 m 3 /h


4186 ⋅10
27000
Ventilconvettori acqua calda Γ= = 0.645 kg/s = 2322 l/h = 2.4 m 3 /h
4186 ⋅10
(totale)
Ventilconvettori acqua fredda Γ = 111000 = 5.3 kg/s = 19093 l/h = 19.1 m 3 /h
(totale) 4186 ⋅ 5

Poiché i ventilconvettori, nel caso di impianto misto, hanno portate d’acqua (e


potenze) molto diverse per il raffreddamento ed il riscaldamento, si sceglie la
soluzione a 4 tubi, con batterie separate fredda e calda.
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Portata totale nella caldaia e nel gruppo frigo 6

In totale dunque si hanno le seguenti portate:


Portata Caldaia 26.9 m3/h a 80 °C e 2.4 m3/h a 50 °C
Portata Gruppo Frigo 84.7 m3/h a 7 °C

Nel caso di impianto misto, le portate di acqua calda e fredda per i singoli
ventilconvettori vengono calcolate con la medesima formula, in base ai carichi
dei singoli locali ed al numero di ventilconvettori previsti in ciascun ambiente.
Si riporta, a titolo di esempio, un catalogo di ventilconvettori, con diversi
modelli (pagina successiva).
Si nota che, in generale, per i ventilconvettori la potenza frigorifera (sensibile)
è inferiore a quella termica. Il ventilconvettore va quindi scelto in base alla
potenza frigorifera necessaria, risultando così sovradimensionato riguardo alla
potenza termica (la cui richiesta è in genere inferiore a quella frigo).
Scelto il numero ed il tipo di ventilconvettore per ciascun ambiente,
dimensionare comunque le tubazioni con le portate calcolate in base ai carichi
ambiente.

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Impianto misto: Portate e potenze nei ventilconvettori 7

Dalle tabelle dei carichi sensibili termici e frigoriferi dei singoli ambienti, nel
caso dell’impianto misto, si scelgono i ventilconvettori (potenza e numero)
e si calcolano le portate d’acqua necessarie (sia per la batteria di
riscaldamento che per quella di raffreddamento del ventilconvettore).
Indicazioni possono essere ottenute dai cataloghi dei fornitori:

Tabella tratta dal sito internet AERMEC


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Dimensionamento tubazioni acqua 8

Il dimensionamento delle tubazioni dell’acqua si effettua in base alla


portata ed alla velocità del fluido. Queste grandezze sono legate alla
dimensione interna del tubo (area di passaggio), tramite la relazione:

in m3/s G =u⋅A in m2

in m/s
Se si fissa una velocità (non troppo elevata per limitare le perdite di carico,
non troppo bassa per limitare il diametro del tubo) si ottiene l’area di
passaggio minima necessaria, da cui si ricava una prima indicazione del
diametro interno del tubo.

G 4 ⋅ Amin
Amin = ⇒ Di ,min = 1000 ⋅
u π
in mm
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Dimensionamento tubazioni acqua calda 9

Commercialmente non sono disponibili tutti i diametri possibili. Si assume il


tubo commerciale di diametro INTERNO immediatamente superiore a
quello minimo calcolato (si avrà un’area di passaggio superiore alla minima
ed una velocità del fluido inferiore a quella scelta). Vedi Tabelle 11.I e
11.II del testo.

Il diagramma della Fig. 11.2 del testo (tubazioni in acciaio, pag. 206), o
quello di Fig. 11.4 per tubazioni in rame, consente di effettuare la scelta
del diametro e fornisce anche l’indicazione delle perdite di carico distribuite
(per metro di lunghezza di tubo), senza utilizzare la formula precedente.

Scegliere le seguenti velocità: Ramo principale: 2 m/s, ramo


secondario: 1.2 m/s, diramazione ad apparecchiatura: 0.5 m/s.

Il diagramma di Fig. 11.3 riporta il fattore correttivo delle perdite di carico


nel caso la temperatura dell’acqua sia diversa da 80°, in funzione della
velocità e per diversi diametri.
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DIAMETRO INTERNO COMMERCIALE


ESEMPIO:

Tubi in acciaio

Portata 5000 l/h

Tubo da 36.6 mm
PORTATA L/h

Velocità 1.3 m/s

ΔPd/L = 500 Pa/m

Se L = 15 m:

ΔPd = 500·15 = 7500


m/s)
A’( Pa
IT
LOC
V E

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Dimensionamento tubazioni acqua 11

E’ necessario definire lo sviluppo delle tubazioni nei vari rami (portate e


lunghezze dei vari tratti) ed individuare il numero di curve, diramazioni,
variazioni di sezione e valvole presenti, per calcolare le perdite di carico totali.

Infatti, alle perdite di carico distribuite (ottenute per ogni tratto di un certo
diametro moltiplicando i Pa/m dal grafico precedente per la lunghezza del
tratto) vanno sommate le perdite di carico concentrate. Per il tratto di
tubazione i-esimo (caratterizzato da un solo diametro e una sola portata e
quindi una velocità u), si conteggiano tutte le j (= da 1 a N) situazioni di
perdite di carico localizzate caratterizzate da un coefficiente ζj (vedi Tab.
11.III del testo per alcuni valori) e si ha:
N
⎛1 ⎞ Velocità in m/s
Δpc ,i = ∑ ξ j ⋅ ⎜ ⋅ ρ ⋅ u 2 ⎟ [Pa]
j =1 ⎝2 ⎠
Per ciascun tratto i si ottiene la perdita di carico totale: ρ = 1000 kg/m3

ΔpTOT ,i = Δpd ,i + Δpc ,i [Pa]

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Diramazione/Confluenza o “T”? 12

Lungo il circuito si presentano numerosi casi di diramazione (nei tratti di


mandata) o confluenza (nei tratti di ritorno), che presentano diversi valori del
coefficiente di perdita di carico concentrata ζ a seconda del verso del fluido.
Con riferimento alla tabella 11.III del testo, si distinguono come
diramazioni/confluenze le seguenti (il tratto che prosegue ha lo stesso verso):
ζ=0 ζ = 0.5

ζ = 1.5
Diramazione Confluenza ζ=1

E come “T” i seguenti casi (il tratto che prosegue ha versi opposti):

ζ=3 ζ=3 ζ=3 ζ=3


Diramazione a “T” Confluenza a “T”

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Individuazione del circuito più “sfavorito” ed equilibriatura 13
della rete
Note le perdite di carico di tutti i vari tratti (di mandata e di ritorno) e
determinati (dalle specifiche tecniche del costruttore) i valori delle perdite
di carico dei componenti commerciali (batterie UTA e ventilconvettori,
caldaia e gruppo frigo), si individua il circuito (percorso chiuso) più
“sfavorito” (che presenta le maggiori perdite di carico complessive).
In base a tale perdita di carico verrà dimensionata la pompa di
circolazione.
Tutti gli altri circuiti (in parallelo), per poter elaborare le differenti portate
richieste, dovranno essere adeguati alla massima perdita di carico in
precedenza individuata (operando su una valvola di regolazione prevista su
ciascun circuito).
Se non si procedesse in questo modo, nei circuiti con perdite di carico
inferiori (a calcolo) tenderebbe a fluire una maggiore portata di quella
prevista, a scapito della portata del circuito “sfavorito”, al fine di un
riequilibrio spontaneo delle perdite di carico e nessun circuito della rete
funzionerebbe alla portata richiesta.
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Schema semplificato della rete 14

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Batteria UTA

3
11
Ventilconvettore A

Pompa 12
1 6
10
0 13
Ventilconvettore B
Caldaia
14
9
5 4
Ramo principale (comune): 4-5-0-1 (Caldaia)

Tratto batteria UTA: 1-2-3-4


7
Tratto V.convettore A: 1-6-10-11-12-14-9-4 Ventilconvettore C

Tratto V.convettore B: 1-6-10-13-14-9-4 8

Tratto V.convettore A: 1-6-7-8-9-4


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Tabella riassuntiva dei diversi tratti della rete 15

RAMO PRINCIPALE- CALDAIA (COMUNE)

PORTATA DIAMETRO LUNGHEZZA Velocità ΔP distr ΔP conc ΔP Totali


TRATTO
L/h mm m m/s Pa Pa Pa

0-1 30000 82.5 17 1.4 5000 5070 10070

1-2 30000 82.5 11 1.4 3500 3200 6700

5-0 30000 / / / / / 14000

TOTALE RAMO 30770

Si completa una tabella per ogni ramo


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Riassunto rete acqua 16

PORTATA DP TOTALE
RAMO
L/h Pa
Principale Prevalenza minima
5000 30770
(comune) della pompa

Batteria UTA 2300 31480 + 67270 Pa

V.convettore A 1000 36500

V.convettore B 1000 34230


Circuito “sfavorito”

V.convettore C 700 29780

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Dimensionamento pompa di circolazione 17
La pompa di circolazione (in generale duplicata in parallelo) è posta in mandata alle
utenze ed elabora la portata totale e deve assicurare una prevalenza pari alla massima
perdita di carico (circuito più sfavorito).
E’ conveniente, nella scelta della pompa, aumentare la prevalenza necessaria del 10-
20%, al fine di poter compensare eventuali imprecisioni nei calcoli o imprevisti durante
l’installazione (aggiunta di valvole o diramazioni, etc.)

Si sceglierà quindi una pompa (nell’esempio in questione) che elabori una portata di
30 m3/h con una prevalenza di 81 kPa (≅ 8.1 m di colonna d’acqua: 1 mH20 = 9806
Pa =9.8kPa≅ 10 kPa).
La potenza del motore elettrico associato alla pompa si calcola:

G ⋅ Δp in m3/s
in W
Pmotore pompa =
η p ⋅η m in Pa

Rendimento totale pompa (ηp =0.65÷0.9) * motore (ηm =0.8÷0.95) = 0.6 ÷ 0.85

Nell’esempio in esame, dunque: G ⋅ Δp


30 ⋅ 81000
Passorbita = = 3600 = 1125 W = 1.1 kW
ηtot 0.6

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AI FINI DELL’ESERCITAZIONE………. 18
Il calcolo va effettuato come se si trattasse di un impianto misto.
Localizzare la posizione della centrale termica (caldaia, gruppo frigo, UTA):
se non c’è un locale tecnico posizionarla sul tetto.
Dimensionare ed inserire i ventilconvettori in tutti i locali. Ipotizzare un
layout delle tubazioni dell’acqua fra il gruppo frigo ed i ventilconvettori
(per identificare le lunghezze dei tratti), inserendo almeno una valvola
prima del ventilconvettore (con ζ = 7).
Ipotizzare un lay-out delle tubazioni di collegamento fra gruppo frigo e
batteria fredda dell’UTA (per identificare le lunghezze dei tratti), inserendo
almeno 1 valvola in ingresso alla batteria (con ζ = 7).
Considerare altre due valvole (con ζ = 7) all’ingresso ed all’uscita del
gruppo frigo e due valvole a monte ed a valle della pompa (con ζ = 12).
Tenere conto anche delle curve e delle variazioni di sezione nel calcolo
delle perdite concentrate.
Considerare un valore di ζ = 3 per le perdite di carico di UTA, caldaia,
gruppo frigo e ventilconvettori, con riferimento alla velocità dell’acqua in
ingresso.
Effettuare il calcolo per i circuito della batteria fredda dell’UTA e per uno
dei ventilconvettori dell’ambiente in esame.
Verificare quale dei due è il circuito sfavorito e dimensionare la pompa.
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Schema Centrale Termica (Impianto a tutt’aria) 19

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Schema Centrale Termica (Impianto Misto) 20

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