È detto generatore di vapore, o più semplicemente caldaia, l'insieme delle apparecchiature che
consentono la trasformazione dell'acqua in vapore saturo i surriscaldato. Ogni generatore di
vapore comprende essenzialmente la cale propriamente detta, dove sono contenuti l'acqua e il
vapore, un focolare o un camera di combustione, dove avviene la combustione del combustibile e
i conseguente produzione di fumi caldissimi, e il camino, per lo scarico dei fumi.
La superficie della caldaia attraverso la quale si trasmette il calore dai : caldi all'acqua è detta
superficie di riscaldamento. La quantità di vapore prodotta ogni ora e per ogni m2 di
superficie di riscaldamento è detta potenzialità specifica della caldaia (kg/m2. h). Altre
caratteristiche delle caldaie : la produzione oraria di vapore nelle normali condizioni di pressione,
temperatura e titolo (potenzialità, kg/h); la quantità di vapore prodotto ogni ora ogni kg di
combustibile bruciato (potere evaporante, kgv / kgc ); il rapporto il volume d'acqua presente
nella caldaia e la superficie di riscaldarne (capacità specifica,dm3/m2).
Sono parti essenziali dei moderni generatori di vapore anche il surriscaldatore (per il
surriscaldamento del vapore), l'economizzatore (per il preriscaldamento dell'acqua), il
preriscaldatore dell'aria comburente, il ventilatore per il tiraggio forzato.
I tanti tipi di generatori si possono classificare con criteri diversi: in base alle caratteristiche di
installazione (fisse, semifisse, locomobili, navali), in relazione al sistema di riscaldamento (a
carbone, a nafta, a gas, elettriche, nucleari), secondo la pressione di esercizio (a bassa, media, alta,
altissima pressione), il npo di focolare (esterno, interno), il volume d'acqua contenuto (a grande,
medio, piccolo, piccolissimo volume d'acqua), il sistema di alimentazione dell'aria comburente (a
tiraggio naturale o artificiale), ecc. Secondo la disposizione relativa dell'acqua e dei fumi prodotti
dalla combustione si distinguono in caldaie a tubi di fumo e caldaie a tubi d'acqua.
Sono questi i generatori di vapore di più antica origine. Nelle loro numerose variazioni e
derivazioni, sono ancora usate per piccole produzioni di vapore a bassa pressione (normalmente non
più di 12-15 bar). Sono costituite essenzialmente da un collettore cilindrico con all'interno un
focolare tubolare di lamiera ondulata, disposto eccentricamente rispetto all'asse longitudinale della
caldaia (Fig. 18.1). I fumi prodotti dalla combustione percorrono il tubo focolare, passano poi a
lambire la superficie esterna del collettore e infine vengono convogliati al camino. La disposizione
eccentrica del focolare da luogo ad un moto di circolazione dell’acqua che facilita la trasmissione
del calore ed evita la formazione di bolle stagnanti nel collettore . Data la notevole quantità di
acqua contenuta nel collettore , sono anche dette caldaie a grande volume d’acqua ; per questa loro
caratteristica , all’avviamento impiegano molte ore per raggiungere la temperatura e la pressione di
esercizio .
.
Schema di una caldaia tipo Cornovaglia: 1 ) Griglia; 2) Forno ondulato; 3} Ingresso acqua di alimentazione; 4) Duomo; 5}
Uscita vapore. Le frecce indicano il percorso dei fumi.
In queste caldaie l'acqua passa all'interno di fasci di tubi di diametro limitato, lambiti all'esterno
dai fumi della combustione, dove si trasformi rapidamente in vapore. La continuità della
circolazione è dovuta alla minore densità della miscela acqua-vapore rispetto alla densità della
sola acqua; per questo è però necessario che i tubi non siano orizzontali ma opportunamenre
inclinati; per le alte pressioni la circolazione è assicurata da apposite pompe-Secondo la
disposizione dei fasci, vi sono 2 tipi di disposizioni possibili :
A)Acqua di
alimentazione;
V) Vapore saturo;
VJ )Vapore
surriscaldato.
mV ⋅ (hv - ha)
mVn =
2680
Impianto di combustione
Nel focolare delle caldaie di piccola o
media potenzialità i combustibili solidi
vengono in genere distesi in strati su
una griglia metallica ; l’aria
comburente arriva da sotto attraverso gli
interstizi della griglia. Attualmente sono
di uso comune le griglie rotanti a
caricamento automatico, a catena ( vedi
Fig. ) o a coclea.
Lo schema di un impianto di
combustione con griglia a catena per
combustibili in pezzi, è il seguente :
I ) Camera di combustione;
2) Tramoggia di caricamento del carbone;
3) Albero comando avanzamento della griglia a catena;
4) Condotti dell'aria comburente;
5) Ugello aria comburente;
6) Raccoglitori delle ceneri.
Il carbone cade dalla tramoggia sulla griglia, formando uno spessore che può essere regolato; l'aria
comburente investe il combustibile dal basso (attraverso i condotti 4) e dall'alto (attraverso l'ugello
5). Dai raccoglitori 6 la cenere viene asportata per mezzo di scaricatori ad elica.
Le caldaie con forti produzioni di vapore possono essere dotate di impianti a carbone
polverizzato. In questo caso il carbone viene preventivamente ridotto in polvere, da mulini a rulli o
a sfere, e la polvere viene inviata ai bruciatori mediante una corrente d'aria calda; spesso i
bruciatori sono disposti ai quattro angoli della camera di combustione, in modo da determinare
all'interno di questa una forte turbolenza, per favorire la migliore miscelazione del combustibile
con l'aria comburente.
I combustibili liquidi vengono iniettati nelle camere di combustione finemente polverizzati, per
favorirne l'intima mescolanza con l'aria comburente. Nella maggior parte dei casi si tratta di nafta
pesante, preventivamente riscaldata e filtrata.
La polverizzazione si ottiene facendo effluire la nafta sotto forte pressione attraverso un piccolo
foro; all'uscita del bruciatore si forma così un getto conico costituito da goccioline minutissime;
l'aria comburente viene immessa intorno al bruciatore. La pressione sulla nafta è esercitata da
un'apposita pompa; vi sono anche sistemi di polverizzazione che utilizzano un getto di vapore in
pressione o un getto d'aria compressa.
Surriscaldatori
I surriscaldatori servono per trasformare il vapore saturo prodotto dalla caldaia in vapore
surriscaldato. Sono generalmente costituiti da serpentine di tubi di piccolo diametro, investite dai
fumi della combustione, posti in una zona del generatore di vapore sufficientemente calda, se
necessario anche nella camera di combustione . Il riscaldamento può essere per irraggiamento o
per convezione.
La superficie dei surriscaldatori si può calcolare con la formula seguente:
Q'
=
As t +t t +t
Kp( e u − v s )
2 2
dove: Q ' = quantità di calore scambiato in un'ora fra i fumi e il vapore; te e tu = temperature di
entrata e di uscita dei fumi nel surriscaldatore; tv = temperatura di entrata del vapore umido;
ts = temperatura di uscita del vapore surriscaldato; kÉ = coefficiente di trasmissione totale (per
un surriscaldatore 125-=-170 kJ/m2 • h -°C)
Economizzatori
Q'
=
Ae t' f +tf tu + te
Kp( − )
2 2
dove: Q' = calore scambiato; t'f e tf= temperature di ingresso e di uscita dei fumi
nell'economizzatore; te e tu = temperature di ingresso e di uscita dell'acqua nell'economizzatore;
kp = coefficiente di trasmissione totale (normalmente 50-^80 kJ/m2 • h • °C).
Apparecchi di alimentazione
Durante il funzionamento della caldaia l'acqua che si trasforma in vapore deve essere
continuamente sostituita con altra acqua. Perché sia garantita la continuità dell'alimentazione in
qualsiasi situazione, i generatori debbono essere dotati di due apparecchi di alimentazione
indipendenti, in grado ciascuno di fornire una portata pari al doppio della quantità d'acqua
richiesta dalla caldaia a regime.
Nella maggior parte dei casi si usano pompe di alimentazione centrifughe a più giranti. L'acqua di
alimentazione deve essere preventivamente depurata: nei grandi impianti viene distillata.
Le incrostazioni dovute ai sali rimasti nell'acqua si possono eliminare intro-ducendo periodicamente
nella caldaia sostanze chimiche disincrostanti ed estra-endo poi periodicamente la fanghiglia
residua attraverso le apposite valvole di spurgo.
Preriscaldatori d’aria
I preriscaldatori dell'aria comburente consentono un ulteriore recupero del calore contenuto nei
fumi di scarico, favorendo un miglior rendimento della combustione. Possono avere forme
diverse e sono in genere inseriti nel condotto del fumo, a valle dell'economizzatore.
La superficie Ap si può calcolare con la formula già vista per gli economizzatori.
In pratica, per cause diverse (aria comburente in difetto o in eccesso perdite attraverso la
griglia, ecc.), la quantità di calore che effettivamente ottiene dalla combustione di 1 kg di un dato
combustibile è sempre infero* all'energia interna massica dello stesso, cioè alla quantità di calore
che 1 kg combustibile può sviluppare bruciando completamente. Il rapporto fra la quantità di
calore Qc effettivamente sviluppato dalla combustione e la quantità calore Q corrispondente
all'energia interna massica è detto rendimento della combustione:
Qc
η=
u
Non tutto il calore effettivamente sviluppato nella combustione viene : trasmesso all'acqua; la
perdita più consistente è costituita dalla quantità di calore Qf asportata dai fumi che si
scaricano nell'atmosfera attraverso il can (perdita al camino o perdita per calore sensibile).
Indicando con w/la oraria dei fumi sviluppati dalla combustione di 1 kg di combustibile (compi
la massa d'aria comburente), con cpy il calore specifico medio dei fumi a p costante nell'intervallo di
temperatura fra tt (temperatura dei fumi del camino) t0 (temperatura dell'aria comburente), si ha:
Qf = m f c pf (t f −t 0 )
Trascurando le perdite di calore per la dispersione nell'ambiente (nei grandi ripianti non supera
1%), per il rendimento della caldaia si ha quindi:
Qc − m f c pf (t f − t 0 )
ηg =
u
Si può valutare il rendimento della caldaia anche considerando l'entalpia del vapore prodotto (hv)e
l'entalpia dell'acqua di alimentazione (ha ). Indicando con mv la produzione oraria di vapore, il
calore utilizzato in un'ora risulta:
Qu= mV ⋅ (h v - h a )
La quantità di calore speso è invece data dal prodotto del consumo orario di combustibile (mc)
per l’energia interna massica:
Qs= mc . Qi
Qu
ηg =
Qs
Se la caldaia è dotata di un economizzatore, una parte del calore residuo contenuto nei fumi della
combustione viene utilizzata per il preriscaldamento dell'acqua . In questo caso rimane
invariato il calore speso ma aumenta quantità di calore utilizzato e quindi il rendimento; per la
determinazione rendimento si deve infatti tener conto non dell'entalpia dell'acqua
l'ingresso della caldaia ma dell'entalpia, inferiore, all'ingresso dell'economizzatore.
Volendo ottenere il rendimento termico utile del generatore (ηu), si deve giungere al calore
speso per il vapore il calore esterno eventualmente utilizzato per il preriscaldamento del
combustibile o dell'aria comburente e si deve sottrarre calore utilizzato la quantità di calore
corrispondente alle energie spese per i servizi (tiraggio, alimentazione del combustibile,
alimentazione dell'acqua, ecc.);
Qv − Qa + Qs − (Qw1 + Qw 2 ......)
ηu =
mc u + (Qac t ac − Qac t 0 ) + (Qc t c − Qc t 0 )