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Carta 94 Grazia Deledda, immagine sfondo giallo

Scrive porte inequivocabilmente. Non c’è nessun senso


in questo contesto e l’emendazione di Baldini che poi è
stata accettata anche dal figlio Sardus è esattamente
quella di “porci” soprascritto. Lezione particolarmente
critica e oscura che non da nessun senso al testo,
nemmeno un significato simbolico. In questi caso l
editore ha preferito seguire la vulgata. Nell apparato
filologico e nella nota al testo il professore riporta “porci”
con “porte”, nel testo si riporta un segno congetturale..e
a pag 25 nelle note al testo lo ha risolto con le uncinate.
L apparato filologico anche se non è d autore
(eccezione).
Si tratta di un emendazione di mano aliena, ovvero di
Baldini.
Nella carta 94 e nota 343 la parola porte è corretta con
mr in porci. Come nuova antologia, treves e ilisso
accolgono a testo la lezione emendata (emendazione
congetturale).

Interventi di sviste, forme erronee dovute alla


distrazione. Sbagli da noi considerati non frutto di
volontà errante, ma assenza di volontà dell autore.
“Quella nonnina che partecipata della natura” es
“Che la musica fosse migliori” es
Slide 96.

Quando è stato possibile si è intervenuti con Lezioni


congetturali di restauro. Lezione per colmare la lacuna di
falle diegetiche o discorsive. Carta 177, (slide 96) al
cambio carta “accidente questo accade piu volte”
presenta un evidente falla discorsiva. “Si permetteva di
eseguire le finestre di casa”. La lacuna è colmata da
mano altra mg in “si permetteva di eseguire sotto le
finestre di casa”. In questo caso viene condiviso il
restauro congetturale supportati dal contesto linguistico
e dall usus scribendi (stile).
Quando si ricostruisce congetturalmente bisogna far
riferimento allo stile, all usus scribendi, il modo, la
certificazione e la codificazione della scrittrice e
naturalmente non deve sfuggire il contesto linguistico. Si
cerca quando quello stile, quella parola occorre e ricorre
nello stesso testo o in testi diversi.

Anche nella carta 215 “che di ritorno portava casa…” —


> “che di ritorno portava a casa…”. Emendazione che si
puo fare tranquillamente.

Abbiamo regolarizzato L’accento distintivo cioè accento


grafico la cui funzione è di differenziarlo graficamente da
un omografo al fine di renderne immediato il
riconoscimento della funzione e del significato.
Gli interventi hanno riguardato la regolarizzazione della
forma usato nelle risposte affermative, la Deledda usava
“si” senza accento. In tutti i casi lei scriveva così, noi
abbiamo regolarizzato. Emendazione legittima che sta
nelle emendazioni di natura filologica.
Poi ancora.. la voce del verbo “dare” per distinguerla
dalla “preposizione”. La Deledda scrive “da” senza
accento, noi con l accento.
O ancora.. regolarizzazione dell accento dove per
evidente distrazione è assente, per esempio “bonta” si è
corretto in “bontà”

La regolarizzazione è avvenuta anche nell ambito dei


segni diacritici e sintagmi di legamento cioè il punto, la
virgola ecc, quindi come si rendono i discorsi diretti, i
dialoghi. Nel manoscritto troviamo le virgolette. Vs nella
redazione a stampa dell edizione critica, si puo usare un
altro criterio. Per esempio virgole o punto e virgola prima
della parentesi. Si puo fare solo se si esplicita nella nota
al testo, bisogna dirlo quindi.
Oppure i puntini sospensivi nella redazione sono stati
riportati a tre, mentre nel manoscritto ne possiamo
trovare tre, quattro, a volte cinque.
O ancora un altra convenzione che si utilizza quando fai
l edizione critica quando ti trovi di fronte a parole di
lingua altra rispetto all italiano si scrivono in corsivo, per
esempio quelle in lingua sarda. Deledda le inserisce o
sottolineate o tra virgolette.

tutte le scelte devono essere riportate e spiegate al lettore


nella nota al testo.

L’editore critico interviene per modificare l’interpunzione


e i sintagmi di legamenti dove per distrazione si è creata
difficolta di lettura. Correzioni di punteggiature.
Cambiare le maiuscole. Fare es pag 97, vedere note al
testo.

Nella nota al testo il filologo semplifica, sintetizza le sigle


che ha utilizzato e le edizioni di riferimento (NA, T, M
ecc).

Testo critico
Restituito textus
Quindi testo filologico
Apparato filologico (puo essere sincronico diacronico
positivo negativo)
Diacronico (genetico o evolutivo o dinamico)
Nota al testo, ci consente di entrare nel merito delle
azioni del filologo, il lavoro del filologo. Ci consente
anche di entrare nel merito del caso specifico del
romanzo postumo della Deledda, di Cosima e della sua
edizione critica.

Introduzione importante perche non tutte le introduzioni


sono uguali. In generale tra tutte le edizioni, critiche,
diplomatiche, interpretative facsimilari ecc
Introduzione nelle edizioni critiche deve avere
un’architettura argomentativa, non necessariamente
solo ecdotica filologica che deve dare un senso.
Introduzione in filologia chiamata anche Prefatio, è quel
saggio iniziale del volume (anche se in realta è la parte
finale di un lungo processo elaborativo). PARADOSSO:
introduzione viene scritta solo alla fine. L’introduzione
introduce l edizione, apre il volume ma in realta il filologo
non puo che scriverla solo alla fine di tutto il lavoro di
ricerca, comparazione, individuazione, fonti, messa a
testa, costruzione dell apparato ecc. una volta finito
questo, avendo gli elementi in mano, a quel punto scrive
l introduzione.
Rappresenta la sezione nella quale l editore espone e
commenta diffusamente i contenuti ecdotici, esegetici ed
ermeneutici delle edizioni. collocazione nel giuste
coordinate storico e culturali dell opera, chiarisce e
stabilisce i rapporti intertestuali mostrando i risultati
raggiunti. Introduzione momento in cui filologo riporta
tutto, lo riarticola in maniera approfondita. I contenuti
ermeneutici, egetici e eccotici qua non saranno piu
sintetici come nella nota al testo ma saranno diffusi,
esplicati ragionati e questo va insieme alla capacita di
collocare l opera nelle giuste coordinate linguistiche
culturali storiche. L opera restituita il filologo finche puo
deve chiarire alla luce dei suoi studi i rapporti di questa
opera con le altre, esplicare i risultati raggiunti e
ricordare al lettore gli studi precedenti. Cioè chi ha
studiato prima di lui e i passi in avanti che son stati fatti
rispetto agli studi precedenti. Tipico di ogni
pubblicazione scientifica ma anche letteraria e filologica
in questo caso.

Non tutte le edizioni sono uguali. Ci sono distinzioni nel


modo di concepire e rendere le introduzioni anche fra
edizioni critiche diverse. Filologia italiana è diversa dalla
filologia romanza. Quest’ultima per esempio tende a
concentrare l’attenzione sui contenuti ecdotici, esegetici
ed ermeneutici delle edizione stessa riducendo ai minimi
termini gli aspetti storici culturali letterari e linguistici.
Questo avviene in parte nella filologia italiana. Ma nell
introduzione è importante che si cali nelle giuste
coordinate l opera restituita e indagata. Bisogna tener
conto anche degli aspetti intertestuali, extratestuali,
storia della cultura, lingua ecc.
QUINDI questi aspetti devono procedere insieme.
Ed è questo il taglio che si ha in Cosima.

3 aree di contenuto:
- la prima area numerata 0 è dedicata agli aspetti
intertestuali legati alla vita della Deledda e della poetica
deleddiana. Temi, motivi, personalità e l opera della
scrittrice.
- la seconda numerata 1 si racconta, si entra dentro la
storia dell opera, di Cosima, storia del manoscritto. Si
raccontano le vicende del manoscritto, quelle conosciuto
attraverso lettere e informazioni. La tradizione del testo,
dunque.
- la terza area numerata 2 passiamo dalla tradizione alla
trasmissione del manoscritto con descrizione del
manoscritto, entriamo dentro le questioni ecdotiche,
esegetiche e ermeneutiche. Questo manoscritto è l
unico testimone che ci ha tramandato Cosima, quindi
viene descritto e raccontato.

L introduzione deve ampliare le informazioni sintetizzate


contenute nella nota al testo.

Le carte sciolte si trovano in una duplice custodia dentro


singole cartelle plastificate aperte su tre lati e insieme in
un cofanetto di cartone rivestito.

Il testo è anopistografo = è scritto solo su un verso, cioè


sul recto. Deledda utilizzava le carte solo su una
facciata. La carta è composta dal recto e dal verso, lei
scriveva solo nel recto perchè nel verso si dava la
possibilità di cambiare, sostituire ecc potesse intervenire
in un eventuale processo correttorio. Il testo è
anopistografo tranne qualche eccezione (annotate nella
nota al testo).

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