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Il complesso e composito concetto di “Monumento” in questi ultimi lustri è stato sondato

in molte occasioni nei suoi valori identitari, nelle sue valenze nazionali, nei suoi aspetti
culturali, nelle sue possibilità prospettive anche nel senso di “Patrimonio” (“Heritage”) ...
Il Monumento resta però, prima di tutto, “Monimentum”, cioè ‘ammonimento’ per ciascuna
società, segno tangibile delle conquiste, ma anche delle cadute, dei valori, anche delle sconfitte.
MONUMENTALIA
Monumenti tra Identità e Celebrazione
Così come, in particolare, i “Monumenti onorari o celebrativi” di eventi, personaggi, situazioni,
nel loro divenire diacronico, costituiscono un fortissimo segnale dell’intrinseco rapporto 2019 2020 2019 2020
tra Cultura e Società in divenire, della celebrazione o della cancellazione di identità prima
avanzate, poi negate, spesso ritrovate. Non sono temi nuovi; che, anzi, proprio in riferimento 28 29 28 29
a questi la Storiografia ha continuato ultimamente a interrogarsi, specie nell’àmbito dello
Stato-Nazione e dei processi di “Nation building”. Eppure il Monumento nelle sue varie
accezioni - di “Monimentum” o di Celebrazione - resta sempre tangibile anche quando non
lo è più materialmente, anche quando ne rimane magari sottotraccia solo il ricordo, che Progetto e cura scientifica di Ferruccio Canali

BOLLETTINO DELLA SOCIETÀ DI STUDI FIORENTINI


diventa “Fortuna” (“Legacy”), quando non retorica. Indagare il concetto di “Monumento”
nelle sue varie accezioni non è dunque rifiutarne o non condividerne i valori fondativi, ma, a cura di Ferruccio Canali e Virgilio C. Galati
semplicemente, sfrondarli proprio di quella retorica (che non porta mai bene) per coglierne

Monumenti tra Identità e Celebrazione


l’essenza più vera. Questo il nostro, presente, tentativo, con questo “Bollettino” biennale e i suoi
‘casi esemplari’, letti attraverso gli ‘strumenti’ della Scienza storica: ‘casi esemplari’ indagati

MONUMENTALIA
nella loro nascita, interpretati negli orizzonti e nelle realizzazioni dall’effimero al tangibile,
dall’ideale al ‘sacro’, per passare dall’àmbito pittorico allo scultoreo, dall’architettonico
all’ambientale al paesaggistico, dal sociale al politico.

The complex and composite concept of “Monument” in these last decades has been probed
on many occasions in its identity values, in its national values, in its cultural aspects, in its
prospective possibilities also in the sense of “Heritage” ... However, the Monument remains,
first of all, “Monimentum”, that is, a “warning” for each Society, a tangible sign of the
conquests, but also of the falls, of the values, even of defeats. Just as, in particular, the
“honorary or celebratory Monuments” of events, characters, situations, in their diachronic
becoming, constitute a very strong signal of the intrinsic relationship between Culture and
Society in the making, of the celebration or of the cancellation of previously advanced
identities, then denied, often found. They are not new themes; indeed, precisely in reference
to these, Historiography has recently continued to question itself, especially in the context of
the Nation-State and of the “Nation building” processes. Yet the Monument in its various
meanings - of “Monimentum” or of Celebration - always remains tangible even when it is no
longer materially, even when perhaps only the memory remains, which becomes “Fortuna”
(“Legacy”), when not rhetoric. Investigating the concept of “Monument” in its various
meanings is not therefore to reject or not to share its founding values, but simply to unravel
them precisely from that rhetoric (which never does well) to grasp its truest essence. This
our, present, attempt, with this biennial “Bulletin” and its ‘exemplary cases’, read through

SOCIETÀ DI STUDI FIORENTINI


the ‘tools’ of historical science: ‘exemplary cases’ investigated in their birth, interpreted in
the horizons and realizations from ephemeral to tangible, from the ideal to the ‘sacred’, to
move from the pictorial to the sculptural, from the architectural to the environmental to the
landscape, from the social to the political signs.

BOLLETTINO SSF

€ 95,00
a Bulgarini
La Società di Studi Fiorentini è una Associazione culturale, che si prefigge la promozione,
con spirito scientifico, di studi di argomento fiorentino, favorendo la conoscenza della illu-
stre civiltà fiorentina presente anche in altre realtà geografiche. L’Associazione promuove
SOCIETÀ DI STUDI FIORENTINI cicli di conferenze, dibattiti, convegni i cui esiti confluiscono nella pubblicazione di scritti
ANNO 2019 e 2020 e saggi raccolti in collane di studi («BSSF - Bollettino della Società di Studi Fiorentini» e
«Letture»). La Società si rivolge pertanto a tutti coloro che, avendo a cuore i molteplici
aspetti della ‘Fiorentinità’, siano interessati, associandosi ad essa, a seguire il progresso
degli studi o a inviare i loro personali contributi scientifici.
ANNO 2019 e 2020
PRESIDENTE VICEPRESIDENTE The Società di Studi Fiorentini (Florentine Studies Society)) is a cultural Association that
Virgilio Carmine Galati Alessandro Uras promotes scholarly studies concerning Florentine topics, which aim at giving greater insight
to the illustrious Florentine civilisation and of its presence in other geographical areas. The
ECONOMO DIRETTORE SCIENTIFICO Association promotes conferente cycles, debates, meetings and publishes all papers and essays
Ferruccio Canali Ferruccio Canali delivered in a studies series («BSSF - Bollettino della Società di Studi Fiorentini» and «Let-
CONSIGLIO DIRETTIVO ture»). The Society, therefore, addresses to all those who, taking to heart the multiple aspects
of ‘Florentinism’ (Fiorentinità), are interested in becoming a member in order to follow the
Soci fondatori studies progress; or to those who wish to submit and share their own personal scientific con-
Ferruccio Canali COLLEGIO DEI PROBIVIRI tributions.
Giorgio Caselli Giorgio Zuliani (Presidente)
Carlo Francini Enrica Maggiani
Francesco Quinterio Olimpia Niglio
Virgilio Carmine Galati
Società di Studi Fiorentini
e.mai: studifiorentini@libero.it
Soci designati COLLEGIO DEI REVISORI
DEI CONTI
www.societastudifiorentini.it
Giuseppe Conti Facebook: studifiorentini Società Studi Fiorentini
Paola Pesci (Presidente)
Giovanna De Lorenzi
Bombina Anna Godino
Stefano Pagano
Assunta Mingrone
Carlo Picchietti Per associarsi
Alessandro Uras Associazione Studi Fiorentini
Via del Pino, 3 - 50137 Firenze
Conto Corrente Postale: 14048508
Le cariche sociali sono state prorogate, a causa della situazione pandemica del Covid-2019, IBAN: IT25 D076 0102 8000 0001 4048 508
dagli anni precedenti.

L’adesione dà diritto al Socio: di ricevere il numero dell’anno relativo del «Bollettino della
Società di Studi Fiorentini»; di partecipare alle iniziative societarie; di collaborare alle
pubblicazioni, previa accettazione dei saggi da parte della Redazione del «Bollettino»
sulla base della programmazione editoriale. L’ammontare dell’associazione è stabilito di
anno in anno. Per Enti, Biblioteche, Musei, etc., tale quota è sempre assimilata a quella
prevista per i Soci Sostenitori.

Quote per gli anni 2019 e 2020


Socio Sostenitore (e per Soci eletti nelle diverse cariche sociali): € 80.00
Socio Ordinario € 40.00
BOLLETTINO SSF
DELLA SOCIETÀ DI STUDI FIORENTINI

a Maria Natalina Brigliadori


per la sua preziosa cura editoriale
e i suoi incoraggiamenti

‘MONUMENTALIA’
Monumenti tra Identità e Celebrazione

Progetto e cura scientifica di Ferruccio Canali


a cura di Ferruccio Canali e Virgilio C. Galati

ANNO 2019 NUMERO 28


ANNO 2020 NUMERO 29
BOLLETTINO SSF
DELLA SOCIETÀ DI STUDI FIORENTINI

MONUMENTA HONORARIA
MONUMENTI PER LA CELEBRAZIONE

Progetto e cura scientifica di Ferruccio Canali


a cura di Ferruccio Canali e Virgilio C. Galati

Collana di studi storici

ANNO 2020 NUMERO 29


«BOLLETTINO DELLA SOCIETÀ DI STUDI FIORENTINI»

COMITATO DI LETTURA A DI REDAZIONE


Ferruccio Canali, Maria Natalina Brigliadori, Valerio Cantafio Casamaggi, Carlo Francini, Virgilio C. Galati, Olimpia Niglio, Stefano
Pagano, Alessandro Uras

DIRETTORE SCIENTIFICO: FERRUCCIO CANALI

COMITATO SCIENTIFICO ITALIANO


Diana Barillari (Università di Trieste), Ferruccio Canali (Università di Firenze), Giuseppe Conti (Università di Firenze), Giovanna De Lo-
renzi (Università di Firenze), Virgilio C. Galati (Università di Firenze), Valentina Orioli (Università di Bologna), Enrica Petrucci (Università
di Camerino), Massimiliano Savorra (Università di Pavia), Simona Talenti (Università di Salerno), Ulisse Tramonti (già Università di Firen-
ze), Stefano Zagnoni (Università di Udine)

COMITATO SCIENTIFICO INTERNAZIONALE


Vittoria Capresi (Università Tecnica di Vienna-Austria), Romeo Carabelli (Università di Tours-Francia), Roberto Goycoolea Prado (Uni-
versità Alcalà di Madrid-Spagna), Adriano Marinazzo (Muscarelle Museum of Art at William & Mary - VA, USA), Olimpia Niglio (Uni-
versità di Kyoto e di Hokkaido - Giappone), David Rifkind (Università di Miami - FL,USA), Karin Templin (School of Architecture and
Landscape, Kingston University di Londra - Inghilterra), Armand Vokshi (Politecnico di Tirana - Albania)

SOCI CORRISPONDENTI
Maria Beatrice Bettazzi (Emilia), Tommaso Carrafiello (Napoli e Campania), Bombina Anna Godino (Calabria), Enrica Maggiani (Liguria),
Leonardo Scoma (Sicilia), Maria Antonietta Uras (Sardegna), Giorgio Zuliani (Trieste e Istria)

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REFEREE - PEER REVIEW
I contributi scientifici inviati vengono valutati, per conto dei Comitati Scientifici e del Curatore, ai fini della procedura di
peer review, da un Lettore interno, membro della Redazione, e da un secondo Lettore, individuato come Esperto (adottando
la procedura di “clear peer review”, con indicazione, in ogni saggio, dell’identità dei due Lettori). Una ulteriore lettura viene
poi svolta da un Lettore anonimo per la procedura di “blind peer review”.

MONUMENTA HONORARIA
MONUMENTI PER LA CELEBRAZIONE

«Bollettino SSF» », 29, 2020


Progetto e cura scientifica di Ferruccio Canali
a cura di Ferruccio Canali e Virgilio C. Galati
Progetto e cura grafica: SBAF – Firenze (Ferruccio Canali e Virgilio C. Galati)
Revisione editoriale: Maria Natalina Brigliadori
Logo SSF di Virgilio C. Galati; fascetta grafica (“Le arche del Vittoriale” a Gardone Riviera-BS, 2020) di Ferruccio Canali

Il «Bollettino SSF» è stato registrato presso il Tribunale di Firenze al n.4777 del 2 marzo 1998 fino all’anno 2002. Poi è stato trasforma-
to in “Collana editoriale” non potendo garantire regolari uscite periodiche. Il «Bollettino» è registrato nella “Lista delle Riviste scienti-
fiche” dell’ANVUR (Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca del Ministero della Ricerca Scientifica
della Repubblica Italiana) aggiornata al 10 febbraio 2014; nel sistema U-GOV (sistema per la governance degli Atenei universitari
italiana del Ministero dell’Università e della Ricerca Scientifica); ed è registrato con codice di collana editoriale ISSN 1129-2800.

Finito di stampare nel Dicembre 2020


da Global Print S.r.l, Via degli Abeti 17/, Gorgonzola (MI)

ISSN 1129-8200 - ISBN 978-88-98019-65-6

Copyright 2020 by Emmebi Edizioni Firenze-Proprietà letteraria riservata


SOMMARIO 3

EDITORIALE
7 Ferruccio Canali

9 SAGGI

11 SEZIONE ITALIA

12 Virgilio Carmine Galati


“NE QUID NIMIS”: IL BUSTO DI FRANCESCO II DEL BALZO
NELLA CHIESA DI SAN DOMENICO AD ANDRIA.
AUTOCELEBRAZIONE POLITICA O MONUMENTO SEPOLCRALE?
23 Adriano Marinazzo
MICHELANGELO: IL MONUMENTO PER LE TOMBE
DEI PAPI MEDICEI IN SAN LORENZO A FIRENZE
27 Ferruccio Canali
DALLA 'PRIMA' ALLA 'SECONDA' «MONUMENTOMANIA» (E OLTRE) :
CORRADO RICCI E UGO OJETTI
PER IL DIBATTUTO CONCETTO DI "MONUMENTO CELEBRATIVO"
DOPO LA GRANDE GUERRA
53 Giovanna Greco
LA “CONGIURA DEI PAZZESCHI”.
MEMORIE AUTOGRAFE RACCOLTE DA ORESTE RAGGI
SUL MONUMENTO A “DANTE”
DI ENRICO PAZZI IN PIAZZA SANTA CROCE A FIRENZE
74 Annalisa Dameri e Alice Pozzati
DUE EROI PER LA CAPITALE: I MONUMENTI A PIETRO MICCA E AD ALESSANDRO
LAMARMORA A TORINO
83 Olimpia Niglio
IL MONUMENTO DEI MONUMENTI. IL COLLE CAPITOLINO A ROMA E LA PROPOSTA DI
ADAMO BOARI PER LA STATUA A DANTE ALIGHIERI NEL VI° CENTENARIO DELLA MORTE
(1321-1921)
91 Ferruccio Canali
RESTAURO ‘CONSERVATIVO’ DI MONUMENTI CELEBRATIVI DEL CINQUECENTO A FIRENZE
TRA OTTO E NOVECENTO E ALLESTIMENTI MUSEALI PER MICHELANGELO
133 Enrica Petrucci
L’ARCO DI TRAIANO NEL PORTO DI ANCONA.
ANTICO SIMBOLO COMMEMORATIVO DIVENUTO «FARO DELLA MEMORIA»
153 Andreina Milan
«GENESI E COMPIMENTO D’UNA PIAZZA LAICA»I MONUMENTI CELEBRATIVI DEL
RADICALISMO REPUBBLICANO POST-UNITARIO. ETTORE FERRARI E CAMILLO BOITO PER
IL MONUMENTO A GIUSEPPE GARIBALDI A ROVIGO (1882-1896)
166 Antonella Indrigo
IL SACRARIO DI REDIPUGLIA (GORIZIA)
PARADIGMA DEL RAPPORTO TRA ARCHITETTURA E PAESAGGIO
175 Simona Talenti e Annarita Teodosio
ARCHITETTI E LUOGHI DELLA MEMORIA A MILANO.
ALCUNI ESEMPI SIGNIFICATIVI, TRA MONUMENTALISMO, RAZIONALISMO,
ESPRESSIONISMO E SIMBOLISMO
bio
4 SOMMARIO

187 Diana Barillari


UNA MONUMENTALE RESISTENZA, L’OPERA DI GINO VALLE A UDINE

203 Marco Spesso


MONUMENTI E NEO-AVANGUARDIE ROMANE: JULIO LAFUENTE (1952-1986)

210 Massimo Mucci


UNA BASILICA A CIELO APERTO A TRIESTE. LA RISIERA DI SAN SABBA (1966-1975)

218 Bombina Anna Godino


IL CASO DEI BUSTI CELEBRATIVI A “GIORGIO CASTRIOTA SCANDERBEG”
NEI COMUNI ALBANESI DELLA SIBARITIDE COSENTINA E A PARMA (1968-2019)

227 SEZIONE EUROPA E OLTREMARE


228 Stefano Zagnoni
DIMORE PERPETUE PER I CADUTI DELLA “GRANDE GUERRA” IN EUROPA

244 Andreas Lehne


WIEN (VIENNA): DAS WIENER BURGTOR

248 Wolfgang Lippmann


IL «MONUMENTO NAZIONALE» IN AMBITO TEDESCO TRA «DENKMALSWUT»
(«MONUMENTOMANIA») E «DENKMALSPEST» («PESTE MONUMENTALE»)

259 Costantino Ceccanti


«FOR THE ERECTION […] OF A MONUMENT»:
LE EDICOLE CELEBRATIVE NELLA GRAN BRETAGNA VITTORIANA

271 Ferruccio Canali


'TERZA MONUMENTOMANIA' PER LA NUOVA 'ITALIA D'OLTREMARE'.
MONUMENTALI "STRADE IMPERIALI" E MONUMENTI ONORARI TRA MODERNITÀ
E FUTURISMO NELL'AFRICA ORIENTALE ITALIANA (ERITREA, ETIOPIA, SOMALIA)
(1936-1941)

300 Armand Vokshi


A CELEBRATIVE MONUMENT IN LARGE:
AN ARENA OF POLITICAL OR IDEOLOGICAL INTERESTS METAMORPHOSIS
OF THE “SCANDERBEG SQUARE” IN TIRANA (ALBANIA)

311 Ferruccio Canali


IL “REALISMO SOCIALISTA” DELLE ‘AQUILE D’ALBANIA’ (1945-1991).
MONUMENTI CELEBRATIVI TRA ARCHITETTURA E SCULTURA MONUMENTALE DI
UN “REALISMO SOCIALISTA” ‘CAMALEONTICO’: PER UN «CANONE» DELL’ARTE
PUBBLICA DALLO STALINISMO ALL’“ENVERISMO” (1963-1976)

382 DOSSIER

IL MEMORIALE ITALIANO DI AUSCHWITZ NEL POLO DELLA MEMORIA FIORENTINO


a cura di Sandro Scarrocchia
(con interventi di Matteo Cavalleri, Mauro Manzoni, Barbara Nicoletti, Paolo Alberto Samonà,
Sandro Scarrocchia)
SOMMARIO 5

421 RACCOMANDAZIONI

RACCOMANDAZIONI E RIFLESSIONI PER LA ‘DIFFICILE’ SALVAGUARDIA DEI


“MONUMENTI DELLA POLITICA” NELL’AMBITO DEL PATRIMONIO STORICO-
MONUMENTALE
a cura di Ferruccio Canali e Virgilio C. Galati

427 RECENSIONI E APPUNTI

APPUNTO
Una notazione accademica di Pasquale Poccianti contro la pulitura invasiva delle statue in marmo (1852)
FERRUCCIO CANALI, 428

Tommaso Carrafiello, La biblioteca di Berardo Galliani. Vicende storiche e catalogo commentato, con
approfonditemi sugli inediti galianei, Altralinea Edizioni, Firenze, 2019
MARCO CALAFATI, 429

“MONUMENTality”, Mostra tenuta presso il Getty Research Institute, The Getty Center, Los Angeles
(USA-CA), 4 dicembre 2018-21 aprile 2019
TOMMASO CARRAFIELLO, 430

Olimpia Niglio (con il contributo di Adriana Guisasola, Augustín Reboredo e Fausto Giovannardi), La Storia
dell’Architettura in America Latina. Enrico Tedeschi in Argentina, Roma, Aracne, 2020
MARIA NATALINA BRIGLIADORI, 431

Le ‘difficili’ eredità monumentali nell’Europa dell’Est, dalle Repubbliche nazionaliste, al Socialismo reale alle
Democrazie nazionali, tra Monumentalità e Architettura del Brutalismo
FERRUCCIO CANALI, 433

439 VITA ASSOCIATIVA

445 RASSEGNA EDITORIALE

Firenze, piazza San Gallo con la Porta e l'Arco onorario (da «Corriere della Sera, 30 luglio 1933)
BOLLETTINO SSF, 29, 2020 187

UNA MONUMENTALE RESISTENZA,


L’OPERA DI GINO VALLE A UDINE

Diana Barillari

ABSTRACT Nel 1959 il progetto presentato da Gino Valle, Federico Marconi e Dino Basaldella vince il concorso
per il Monumento alla Resistenza da costruire nella rotonda di piazzale XXVI luglio a Udine. La scelta della
forma – un quadrato in calcestruzzo armato sorretto da tre pilastri che si protende sul bacino semicircolare della
fontana – è motivata come funzionale al significato della Resistenza che “sorge dallo squilibrio nazionale, come
sforzo costruttivo che coraggiosamente sfidava quello squilibrio, che per costruirsi doveva cercare di costruire
là dove costruire sembrava impossibile”. La valenza urbanistica unita a una scelta compositiva e architettonica
che Bruno Zevi definisce positivamente “astrattismo”, denotano un’opera che racconta una storia importante
affidando i valori della Resistenza alla struttura e alle figure geometriche che compongono il monumento, oltre
ai calcoli di travi e pilastri. Con il Monumento Valle realizza un luogo recintato e allo stesso tempo aperto,
dove celebrare e ricordare, che nelle sue diverse componenti riproduce un ordinato microcosmo. Frutto della
collaborazione di architetti artisti e ingegneri il Monumento continua a proporsi come positivo simbolo dei valore
fondanti della Repubblica italiana.

Gino Valle, Federico Marconi, and Dino Basaldella in 1959 won the competition for the Resistance Monument
to be built in XXVI July place roundabout in Udine. The choice of the architectural framework - a reinforced
concrete square supported by three pillars jutting out over the semicircular basin of the fountain - is functional
to the content of the term Resistance which “rises from the national imbalance, as a constructive effort that
bravely challenged that imbalance, and the constructive strength was exerted where the building itself seemed
unbelievable”. Both the urban value and the compositional and architectural choices that Bruno Zevi highly
appreciated and classified as “abstraction”, denote an artwork telling an important story where the Resistance
values interweave with the beams and pillars calculations and the regular geometrical grid of the Monument.
Valle’s Monument is at the same time an open and closed space, where people go to celebrate and remember,
representing through its mixed components an ordered microcosm. Through the collaboration of artists architects
and engineers, the Monument could be depicted as a positive symbol of the founding values of the Italian Republic.

Per gli abitanti di Udine l’ingresso in città avvie- risulti palesemente espressa. Il concorrente deve
ne da Ovest, dalla strada che conduce a Venezia, però prevedere una sistemazione urbanistica di
denominazione tuttora mantenuta dall’omonimo tutta la zona centrale del Piazzale tenendo conto
viale a doppio scorrimento, direzione che viag- del proposito del Comune d’inserire nel comples-
giatori, occupanti e liberatori hanno percorso per so monumentale, una fontana, studiata in modo
secoli. La rotonda denominata “XXVI luglio” al da creare una fonte luminosa notturna e da costi-
centro della quale è collocato il Monumento alla tuire – a mezzo di opportuni giochi d’acqua – un
Resistenza, allinea lungo la circonferenza cinque elemento volumetrico di scala sufficiente, al centro
strade oltre a viale Venezia, i due viali della circon- del vasto piazzale»1.
vallazione esterna (rispettivamente i viali Ledra e
Duodo) e due direttrici che si intersecano ortogo- 1. La storia urbana di Udine vista da “Occidente”
nalmente, una diretta verso il centro storico (via
Poscolle) e l’altra con funzione di circonvallazione La storia urbana di Udine è stata precipuamente
interna (via Marangoni e via Marco Volpe). Una intesa come ricognizione del tessuto edilizio entro
vicenda, quella del Monumento, che si connota la quinta cerchia di mura, quella che marca e defi-
per una imprescindibile dimensione urbanistica, nisce l’ imago urbis dal XIV al XIX secolo e deter-
che il bando del concorso nazionale indetto dal mina la netta cesura con la circostante campagna,
comune di Udine nel 1958 illustrava dettagliata- per la quale Francesco Tentori usa la denomina-
mente all’articolo tre zione di «tavella» che caratterizza quella parte di
«È lasciata ogni libertà alla fantasia ed alla ge- città che definisce Udine «contadina». L’estensio-
nialità dell’artista concorrente nella progettazio- ne posta a occidente delle mura, tra l’altro sem-
ne dell’opera, semprechè l’idea della Resistenza pre selezionata come punto di osservazione per le

PEER REVIEW: FERRUCCIO CANALI e VIRGILIO C. GALATI per clear peer review; LETTORE ANONIMO per blind peer review.
Ringraziamenti a Pietro Valle (Studio Valle Architetti Associati, Udine) e a Pietro Mazzanti.

1 Concorso nazionale fra gli Artisti italiani per il progetto di un Monumento alla Resistenza da erigere in Udine in piazzale XXVI
luglio, 1.9.1958, Udine, Archivio del Comune, b. 1487, Edifici vari, cartella 1.
188 DIANA BARILLARI

vedute cittadine, si connetteva al tessuto urbano diale corrisponde un rinnovato fervore edilizio per
attraverso le porte (da nord a sud) di Villalta, Po- la sistemazione del piazzale4, che ha nel frattem-
scolle e Grazzano. La notizia più antica è rintrac- po assunto la denominazione di piazzale XXVI
ciabile nel “Thesaurus Ecclesiae Aquilejensis” che luglio 1866, per ricordare l’ingresso in città delle
ricorda come il patriarca Gregorio di Montelongo truppe italiane e la fine del dominio austriaco. I
nel 1249 avesse investito Federico da Colmalisio Bagni comunale vengono ampliati e arricchiti dal
del feudo di abitanza di un manso «de Caschanan, Sanatorio per Cure Fisiche e Mentali (Ferdinando
positus in villa que dicitur Caschanan» denomi- Calligaris e Ilio Bernabò, 1921), nel 1923 inizia la
nazione antica di borgo Villalta. Secondo Giovan costruzione ad opera della neonata Società Poli-
Battista della Porta il termine “Caschanan” deriva sportiva Udinese del vagheggiato «Campo sporti-
da «campus scanatus», termine con il quale i Gro- vo» su un terreno concesso in affitto dalla fabbrica
matici romani indicavano poderi lunghi e stretti Moretti.
posti in direzione Est-Ovest2. Sempre Della Porta Il 12 luglio 1925 viene posta la prima pietra del
spiega che il termine “Poscolle” è una corruzio- Tempio Votivo per i Caduti progettato da Provino
ne dal latino «pasculum», date le estese praterie Valle, frutto di una iniziativa promossa da monsi-
poste a occidente della città, limitate dal torrente gnor Clemente Cossettini, per ricordare il sacri-
Cormôr e attraversate dalla via di collegamento a ficio dei soldati morti durante il primo conflitto
Venezia, strada regia e in seguito postale (attuale mondiale. Al centro del piazzale invece avrebbe
via San Rocco). Le limpide geometrie compositive dovuto innalzarsi la colonna commemorativa per
degli Ingegneri napoleonici determinano una de- il cinquantenario dell’unione del Friuli all’Italia
cisa riscrittura territoriale, nel 1808 viene aperto il che era stata finanziata dalla comunità friulana
rettifilo della via Eugenia (attuale viale Venezia) residente in Argentina5. Il concorso era stato ban-
punteggiato da un doppio filare di alberi che divi- dito nel 1914 e ne era risultato vincitore l’artista
de l’ampio spazio centrale dai viali laterali di mi- Francesco Ellero preferito a un altro titolato con-
nore estensione, che la comunità cittadina aveva corrente, l’architetto Raimondo D’Aronco. Nel
espressamente richiesto allo scopo di rendere più 1927 il monumento risulta ancora in costruzione6
gradevoli le passeggiate fuori porta degli abitanti3. ma in seguito l’iniziativa viene abbandonata, co-
Il nuovo viale sostituisce definitivamente l’an- sicché l’imponente piazzale di 100 metri di dia-
tica strada di collegamento con Venezia e il suo metro resta vuoto, solcato soltanto al centro dalle
asse rettilineo si incardina tra due circonferenze, rotaie del tram che da via Poscolle raggiungeva,
quella del vasto emiciclo esterno a porta Poscolle dopo aver superato il ponte sul Cormôr (1932),
e la Rotonda prima del ponte sul Cormôr. Com- l’abitato di Santa Caterina.
piutamente neoclassico nel suo fare riferimento a
ordinate geometrie anche il progetto del Cimitero 2. Il Concorso per il Monumento alla Resistenza
a opera di Valentino Presani (1817) che in osse-
quio alle disposizioni napoleoniche viene costru- Nel pomeriggio del 1° maggio 1945 la Settima
ito fuori dal perimetro urbano e si interseca con Brigata Motorizzata Fucilieri, reparto della Sesta
un ortogonale rettifilo alberato alla via Eugenia. Divisione corazzata britannica, arrivò a Udine
Il governo austriaco conferma le scelte innovative entrando da viale Venezia trovando la città sot-
compiute durante il periodo napoleonico e pro- to il controllo dei Partigiani, che la mattina dello
segue nella sistematica opera di eliminazione di stesso giorno avevano liberato la città dalle trup-
mura e porte. Il portone di porta Poscolle viene pe tedesche, ormai in ritirata da tutto il territorio
demolito intorno al 1830 per allargare la strada regionale7. A conferma dell’impegno dimostrato
e nel 1857 è la volta della torre, sostituita dai due durante i 19 mesi di lotta contro il nazifascismo
bassi fabbricati della barriera daziaria di porta Ve- e riconoscendo i meriti dei partigiani, la città di
nezia. Nel terreno tra l’imbocco del viale e il piaz- Udine il 16 giugno 1947 venne insignita della Me-
zale nel 1859 viene edificata la fabbrica di birra daglia d’Oro al Valor Militare dalla Presidenza
Moretti, destinata a diventare una delle mete pre- della Repubblica Italiana, con una motivazione
ferite per le passeggiate fuori porta dei cittadini. che faceva emergere il ruolo fondamentale svolto
All’interruzione causata dal primo conflitto mon- nei confronti dell’intero territorio friulano8.

2 F. TENTORI, Udine: mille anni di sviluppo urbano, Udine, Casamassima,1983, p. 269; IDEM, Udine, Roma-Bari, Laterza 1988.
3 Udine, Archivio di Stato, Archivio Comunale Napoleonico, busta 178; Udine, Biblioteca Civica, Archivum Civitatis Utini,
Tomo CXXVII, Annalium, 27.9.1808, 20.1.1809. Il progetto che viene discusso e approvato dal Consiglio cittadino è opera
degli ingegneri municipali Lerner e Malvolti
4 La sistemazione del piazzale XXVI luglio, «La Panarie», IV, 21, 1927, pp.188-189; La sistemazione d’un piazzale storico, ivi,
8, 44, 1931, pp. 126-127.
5 A. BURELLI, Il Monumento alla Resistenza di Udine, «La Panarie», XLV, 173, 2012, p.41.
6 La sistemazione del piazzale XXVI luglio…, cit., p. 188.
7 E.FOLISI, La liberazione del Friuli 1943-1945, Una guerra per la democrazia, Gaspari, Udine 2005.
8 In www.quirinale.it/onorificenze/insigniti/18426, consultato nel maggio 2020.
L’OPERA DI GINO VALLE A UDINE 189

Dopo la Liberazione il governo cittadino e delle do mostrava all’intervistatore una tavola dove era-
principali istituzioni della provincia era stato af- no abbozzate la planimetria del monumento e la
fidato a esponenti del Comitato nazionale di Li- circonferenza del piazzale, punteggiate da tratti di
berazione Provinciale (CNLP) tra loro l’avvocato pennello di colore nero per rappresentare le tracce,
Giovanni Cosattini primo sindaco di Udine (1945- più decisamente pittoriche nella loro imprecisione
48) e Agostino Candolini commissario prefettizio rispetto alle geometrie dell’architettura.
(1945-1947) poi presidente delle Provincia dal La familiarità con il piazzale era inoltre determi-
1948 che, insieme a altri esponenti dell’imprendi- nata dal Tempio Ossario costruzione alla quale
toria e del mondo della professione, avevano con- il padre aveva dedicato molti anni a motivo di
diviso gli ideali e i valore della Resistenza, anche un sofferto iter costruttivo. A cantiere avviato e
se appartenenti a partiti politici di segno diverso. quando mancava soltanto il completamento della
Dell’opportunità di costruire un monumento per facciata, infatti, era arrivata la decisione (1927)
celebrare la Resistenza si cominciò a parlare nel del Governo di realizzare dei Templi-Ossario per
1955 e dopo tre anni l’iniziativa venne accolta dal accogliere le salme dei soldati sistemate in molti
sindaco di Udine, Giacomo Centazzo, che impe- cimiteri: il Commissario per le onoranze ai caduti
gnò il Comune per la realizzazione approvando, affiancò quindi a Provino Valle l’architetto roma-
con la delibera consiliare del 24 aprile 1958, il ban- no Alessandro Limongelli11. La revisione fu radi-
do per il concorso nazionale. cale, in particolare la facciata ideata da Provino
La scelta di piazzale XXVI luglio fu conseguente nelle forme dinamiche e ariose del «barocchetto
al ruolo storico di punto di ingresso in città, ol- romano» venne sostituita da una possente cortina
tre al fatto che sul lato Nord si trovava il Tempio muraria con facciata a capanna entro la quale si
Ossario in onore dei Caduti di quella che veniva apriva l’alta e profonda nicchia del portale d’in-
considerata l’ultima guerra del Risorgimento: non gresso, ma fu soprattutto la cupola a crescere in
vi era in città pertanto un altro luogo più adatto a ampiezza e altezza, conquistando un ruolo prima-
celebrare la storia degli uomini che avevano com- rio nello skyline cittadino.
battuto per la libertà della Nazione. Alla data di scadenza del concorso, 27 febbraio
In una videointervista rilasciata a Enrico Folisi 1959, risultano pervenuti 31 progetti mentre al-
nel giugno 1988 Gino Valle spiegava che la deci- tri due vengono esclusi dato che erano arrivati
sione di partecipare al concorso fu presa per tre in ritardo. La prima riunione della Commissione
buone ragioni: giudicatrice si tiene il 13 aprile 1959 presso la sala
Giunta del palazzo municipale dove oltre al Sin-
«Perché conoscevo troppo bene il posto, perché daco che funge da Presidente, risultano presenti
c’era questo ricordo di mio padre, perché ci pas- l’assessore comunale ai Lavori Pubblici Giorgio
savo sempre»9. Poiché da bambino l’Architetto Paulon, Francesco Tentori designato dall’Ordine
abitava in viale Venezia per andare a scuola dove- degli architetti della provincia di Udine, Mario
va attraversare il piazzale e «l’idea [per il progetto Giorgetti dall’Ordine degli Ingegneri, lo scultore
n.d.r.] è nata proprio dal percorso e le tracce che Alberto Viani in rappresentanza degli Scultori na-
c’erano in questa piazza quando veniva la neve»10. zionali, Aurelio Mistruzzi di quelli locali, il critico
d’arte Renzo Biasion12, il senatore Faustino Barbi-
A questi ricordi Valle aggiungeva le rotaie del tram na13 e l’onorevole Fermo Solari14 in rappresentan-
che tagliavano l’emiciclo, anche se l’immagine più za delle Associazioni ANPI, APO e ex deportati
vivida era quella delle impronte lasciate dai pas- «quali cittadini udinesi che hanno partecipato alla
santi e per illustrare compiutamente questo ricor- Resistenza»15.

9 E.FOLISI, Genesi del Monumento alla Resistenza nelle parole di Gino Valle architetto in Udine, Udine, Gaspari, 2019, p.21.
VRAGNAZ, Monumento alla Resistenza a Udine.
10 Ivi, p, 16.
11 G.TUBARO, Il Tempio ossario di Udine, in Un tema del moderno: i Sacrari della “Grande Guerra”, «Parametro», 213, 1995,
pp. 46-55.
12 Renzo Biason, Artista e Critico d’Arte, tenne la rubrica sul settimanale «Oggi» per 34 anni, in http:/www.verbapicta.it/dati/
autori/renzo-biasion, consultato nel maggio 2020.
13 Faustino Barbina (1900-1982) esponente del Partito popolare e molto attivo nell’ambito dell’associazionismo cattolico fu
uno dei promotori della Democrazia Cristiana in Friuli e aderì alla resistenza come componente della brigata Osoppo-Friul-
li. Deportato a Dachau vi rimase fino alla liberazione delle truppe americane, www.dizionariobiograficodeifriulani.it/barbi-
na-faustino, consultato nel maggio 2020.
14 Fermo Solari (1900-1988) imprenditore attivo nelle costruzioni fu tra i fondatori con Ugo La Malfa e Ferruccio Parri del
Partito d’Azione, fu attivo durante la Resistenza dapprima in Friuli e poi a Milano e nel dopoguerra aderì al Partito Socia-
lista. A partire del 1947 insieme al fratello Remigio diede nuovo impulso alla storica ditta di famiglia che produceva orologi,
diventando azionista di maggioranza, in www.dizionariobiograficodeifriulani.it/solari-fermo, consultato nel maggio 2020.
15 Verbale della Commissione giudicatrice, in Udine, Archivio Comune, Edifici vari, b. 1487, cartella 1 “Monumento alla Resi-
stenza”. Una sintesi del verbale è contenuta nell’articolo Dall’idea alla realizzazione, in Nel monumento di Udine la Resistenza
in Friuli, a cura del Comitato Esecutivo per l’inaugurazione del Monumento alla Resistenza di Udine, Udine, Del Bianco, s.d.
[ma 1970].
190 DIANA BARILLARI

Concluse le operazioni preliminari e dopo aver speso, una corrispondenza che a suo parere co-
preso visione di tutti gli elaborati, la commissione stituisce una garanzia per la qualità del bozzetto.
individua una rosa di sette progetti stilando una Ugualmente ben riuscito l’inserimento urbanisti-
graduatoria provvisoria che vede in testa, a pari co, tanto che è proprio questo elemento quello
merito, il numero n. 7 (motto “Venticinque Apri- che ne qualifica la superiorità rispetto alle altre
le”) e il n. 17 (“Forra”), rispettivamente il secon- proposte, infatti l’abbassamento del piano stra-
do classificato e il progetto vincitore. Il senatore dale si salda organicamente con la fenditura della
Solari dichiara che «in qualità di rappresentante fontana e la continuità orizzontale della fascia di
della Resistenza ha il dovere di preferire quei la- cemento sospesa. La prima giornata si conclude
vori che rappresentino nel modo più evidente e con un sopralluogo in piazzale XXVI luglio per
intelligibile il fatto storico della Resistenza»16 e consentire alla Commissione di valutare meglio le
indica a tale proposito il progetto contrassegnato dimensioni del sito in relazione alle proposte pre-
dal numero 10 con motto “P.M.”. La preferenza sentate e alla ripresa il giorno successivo la valu-
espressa da Solari verso una proposta nella quale tazione della commissione, con la sola eccezione
prevale la parte scultorea che a detta di Alberto di Biasion, risulta favorevole alla realizzazione del
Viani rivela una mano «sicura e felice» anche se il progetto n.17 con la seguente motivazione:
complesso risulta «didattico e lugubre», fa emer-
gere due sostanziali modalità di valutazione dove «se due sono i progetti di alto valore artistico,
oltre all’estetica entra in gioco anche l’ideologia. che nettamente si staccano dal numero di tutti
È Francesco Tentori a indicare la fondamentale gli altri, è proprio la considerazione del luogo in
dicotomia tra “Realismo” e “Astrattismo” ricor- cui il Monumento deve sorgere che porta ad un
dando che vi era chi, come ad esempio Ranuccio orientamento di pareri favorevoli sul progetto
Bianchi Bandinelli, sosteneva che «l’Astrattismo n.17 “FORRA”. Piazzale XXVI Luglio è un nodo
sarebbe l’espressione figurativa della barbarie e il stellare di notevole ampiezza dove convergono sei
Realismo quella della vera civiltà»17. strade […]. Dal punto di vista architettonico, la
Ma se tale interpretazione poteva risultare co- disposizione quanto mai varia e irregolare dei cor-
erente con opere riconducibili all’Archeologia pi di fabbrica marginali, la loro modesta altezza e
e alla Storia dell’Arte, ben altra connotazione i la presenza degli sfondamenti prospettici delle sei
due termini assumevano nel dibattito artistico strade, determinano un senso di ancora maggiore
contemporaneo in particolare come dialettica tra ampiezza e orizzontalità del piazzale stesso. Per
innovazione e tradizione. La notazione diligente- questo l’elemento architettonico e monumentale
mente trascritta dal verbalista della commissione del progetto “FORRA” un prisma quadrato mol-
non è comunque di scarsa rilevanza, infatti sulla to esteso orizzontalmente, composto da quattro,
contrapposizione, sia estetica che ideologica - alte travi-parete di cemento sospeso in soli tre
astrattismo versus realismo - fanno riferimento le punti, cui si contrappone il semicerchio della fon-
motivazioni che i commissari portano a sostegno tana ed il grande invaso basamentale, convergenti
delle proprie valutazioni. Quando si passa all’e- questi ultimi in una profonda e dinamica fenditu-
same del “progetto n.17” il primo a esprimersi è ra da cui si eleva la Stele scultorea è sembrato più
Fermo Solari che nel quadrato sospeso vede ben adeguato all’ambiente dilatato del piazzale, Esso
espressa «la forza, la resistenza, e anche l’esalta- ha una grande consistenza plastica e nello stesso
zione del fatto storico» e uguale apprezzamento tempo, lasciando libere le visuali da un capo all’al-
va alla scritta altamente lirica di Pietro Calaman- tro del piazzale e invitando per la sua apertura il
drei18. Alle sue valutazioni si aggiunge l’onorevole passante ad attraversarlo e a visitarlo, è dotato di
Fausto Barbina che giudica in maniera positiva una leggerezza dovuta alla sospensione del prisma
un’opera che ricorda la Resistenza nei suoi molte- di cemento armato. Al tempo stesso esso costitu-
plici aspetti e quindi non appare di parte, cosicché isce una specie di piazza celebrativa all’interno
può diventare motivo di condivisione per tanti. del piazzale. Ma uno dei punti di forza è proprio
Francesco Tentori rimane colpito dal «purismo» l’espressività senza retorica di questo complesso
e dalla «conseguente capacità di arrivare ad una monumentale, la sua aderenza a quel contenuto
classicità e ad una semplicità che può garantire celebrativo che doveva essere la Resistenza intesa
sulla sua validità artistica e sulla sua durata nel nel suo più ampio e molteplice significato. Nella
tempo»19. elementarità e purezza architettonica che ‘caratte-
Immediato il confronto con il Monumento delle rizza - come dice la relazione – profondamente il
Fosse Ardeatine al quale fa riferimento la forma luogo celebrativo’ il contenuto simbolico della Re-
pura del blocco di cemento armato liscio e so- sistenza è affidato a due elementi: la Stele sculto-

16 Verbale della Commissione.., cit., p. 5.


17 Verbale della Commissione ..., cit., p. 7.
18 La frase era tratta dal discorso pronunciato da Pietro Calamandrei, Passato e avvenire della Resistenza discorso per il decen-
nale, tenuto il 28 febbraio 1954 al Teatro Lirico di Milano alla presenza di Ferruccio Parri.
19 Verbale della Commissione ..., cit., p. 9.
L’OPERA DI GINO VALLE A UDINE 191

rea alta dieci metri che scaturisce dalla fenditura e cemento soddisfa questa condizione richiamando
culmina in una figura alata, e una frase a rilievo su lo sguardo e persino la curiosità, di coloro che
tutto uno dei lati interni del prisma, in cui il mes- passano, a piedi o in automobile, per il piazza-
saggio spirituale della Resistenza, la sua prospet- le. Se vogliono vedere il monumento, dovranno
tiva e la sua speranza più che la dolorosa e brutale fermarsi, penetrare in uno spazio che, per essere
concatenazione di eventi bellici, sono espressi in trasparente, partecipa alla narrativa cittadina, ma
modo lirico e sereno»20. è schermato, difeso, raccolto. Qui le memorie, il
pianto, i sentimenti rivissuti, il giuramento rinno-
Al secondo posto viene classificato il progetto n.7 vato di fronte alla propria coscienza e ai Caduti.
“VENTICINQUE APRILE” e al terzo il n.10 Sono questioni troppo attuali e cocenti per essere
“P.M.”. All’apertura delle buste il progetto vinci- lasciate alla fortuita osservazione dei viandanti»23.
tore risulta essere quello presentato da Gino Valle
(capogruppo) con l’architetto Federico Marconi e Sul tema Zevi torna qualche mese dopo presen-
lo scultore Dino Basaldella; al secondo posto lo tando il concorso in «L’Architettura. Cronache
scultore Marcello Mascherini (capogruppo) con e Storia» e apre il suo intervento con un lapida-
l’architetto Roberto Costa e il pittore Nino Perizi; rio “Concorso a soluzione esatta”24 riferendosi al
terzo classificato il progetto dello scultore Marino progetto firmato Valle-Marconi-Basaldella che a
Mazzacurati con l’architetto Giuseppe Persichetti. suo parere è l’unico realizzabile. Rispetto agli altri
concorrenti affronta e risolve il tema del monu-
3. “Astrattismo contro Realismo”: il dilemma di mento in chiave urbanistica, l’unica possibile, a
Bruno Zevi detta di Zevi, a restituire attualità al monumen-
to, la cui funzione è di ridare significato agli spazi
La risonanza nazionale dell’esito del Concorso è vuoti della città, trasformandoli in luoghi «pen-
immediata e risulta calzante il titolo dell’articolo sati». La prevalenza dell’Architettura rispetto alla
di Bruno Zevi su «L’Espresso», che con “Astrat- Scultura risulta il fattore chiave per la valutazione
tismo contro Realismo” mette in luce il dilemma positiva, che travalica le scelte artistiche operate
critico già emerso nelle discussioni durante il Con- dai progetti insigniti del secondo e terzo premio,
corso, vale a dire «se un evento come la Resistenza infatti in entrambi è la Scultura a fare da prota-
s’evoca meglio in forme astratte o con gli strumen- gonista, cosicché la collocazione al centro del
ti che caratterizzano i monumenti tradizionali?»21. piazzale condiziona negativamente l’inserimento
Il dilemma riguarda due progetti, quello del che secondo Zevi nel caso del progetto Costa-Ma-
gruppo Valle e il progetto terzo classificato dello scherini «se pur plasticamente pregevole, si di-
scultore Mazzacurati, che a detta di Zevi avrebbe sperde nel piazzale». Mentre l’errore del gruppo
meritato il secondo posto. Mentre l’interpretazio- Persichetti-Mazzacurati consiste nell’impostazio-
ne della Resistenza proposta da Mazzacurati è ne «verticalista e per la composizione declamato-
espressa in maniera chiara e comprensibile, sen- ria»25. I valori plastici solitamente riferibili a una
za mediazioni espressive, quindi sostanzialmente scultura nel progetto vincitore risultano inclusi nel
ascrivibile al Realismo, il progetto Valle offre una tema architettonico, anche se è proprio il gruppo
soluzione assai più «drammatica e geniale»22 non statuario del progetto Valle-Marconi-Basaldella a
tanto sotto il profilo simbolico, ma perché affron- rivelarsi meno convincente.
ta il problema urbanistico della piazza e colloca La chiave architettonica del Monumento era chia-
il luogo celebrativo all’interno del monumento e ramente enunciata nella relazione del progetto fin
non al di fuori di esso. Infatti dall’incipit dove si dichiarava che era necessario
collegare il monumento al luogo, con l’obiettivo di
«un monumento verticale, anche altissimo, è de- sollecitare gli «uomini futuri a rivivere in se stessi
stinato a sembrare un confuso giocattolo dai pun- i motivi generatori del fatto storico come proprio
ti di vista remoti delle grandi arterie che condu- attuale sentire»26, veniva inoltre ribadita la na-
cono al piazzale. Perciò, l’unica soluzione giusta tura «corale» del fatto storico e l’appartenenza
era d’inserire una forma geometrica semplice, al mondo simbolico degli «elementi strutturali a
perentoria, eloquente per la sua stessa concezio- significazione universale». I termini impiegati de-
ne elementare, capace di calamitare attorno a sé finiscono l’iscrizione del Monumento alla catego-
un dispersivo episodio urbano. Il quadrilatero di ria dell’Astrattismo che, come ripetuto dagli stessi

20 Verbale della Commissione ..., cit., p. 12.


21 B. ZEVI, Il Monumento alla Resistenza di Udine. Astrattismo contro Realismo, «L’Espresso», 10 maggio 1959, p. 20.
22 ZEVI, Il Monumento alla Resistenza di Udine ..., cit.
23 Ibidem.
24 ZEVI, Monumento alla Resistenza in Udine, «L’Architettura. Cronache e Storia», 46, V, agosto, 1959, p.246.
25 Ibidem.
26 Concorso nazionale per il Monumento alla Resistenza da erigersi in piazzale XXVI luglio in Udine. Motto “Forra”. Relazione,
in Udine, Archivio Storico Comune, busta 1488, “Edifici vari”, cartella 2, “Monumento alla Resistenza, 27 febbraio 1959.
192 DIANA BARILLARI

ideatori, aveva l’obiettivo di configurare un valore […]. La trasparenza dell’involucro cui compete
collettivo. L’adesione al Realismo invece avrebbe di rappresentare la forma apparente del simbolo
comportato il rischio di privilegiare particolari e è essenziale, affinché la natura stessa del fatto sto-
dettagli, smarrendo pertanto il valore fondativo, rico significato non sia travisata»27.
quello di una corale lotta di popolo.
L’inclusione nella categoria dell’Astrattismo è
«Pensiamo che, in generale, per creare un mo- dunque dichiarata nella relazione accompagna-
numento valido non sia sufficiente plasmare un toria e l’Architettura meglio della Scultura rie-
oggetto rappresentativo di un fatto storico, ma sce a comunicare con una forma che trascende il
sia necessario giungere a caratterizzare profon- contingente, la narrazione degli eventi, una storia
damente un luogo in modo che il paesaggio cit- che sta alla base della nuova coscienza collettiva
tadino si arricchisca di un nuovo significativo epi- nazionale, una memoria condivisa almeno nel-
sodio urbanistico e che proprio in virtù della sua le intenzioni, ma che nei fatti rivela divisioni e
validità urbanistica, il monumento sia capace di fronti contrapposti. Lo dimostra il racconto fat-
sollecitare gli uomini futuri a rivivere in sé stessi to dall’architetto Valle nell’intervista raccolta da
i motivi generatori del fatto storico come proprio Giovanni Vragnaz per la rivista «Piranesi»28, dove
attuale sentimento. Questo vale tanto più allorché rivela i retroscena politici del Concorso:
il fatto che si vuole commemorare è di natura co-
rale e coincide con una improvvisa illuminazione «io ho vinto il concorso, insieme a Federico Mar-
dell’intera coscienza nazionale, quale fu la Resi- coni. Il giudizio era un problema perché i Comu-
stenza, la quale appunto essendo stata un moto nisti volevano il progetto di Mazzacurati, che era
popolare spontaneo non si lascia sintetizzare in un grande Partigiano che brandiva il fucile nel
un gesto particolare o riassumere nelle figure di mezzo dello spartitraffico di 50 metri di diametro,
pochi protagonisti. Il monumento deve perciò i Democristiani invece appoggiavano la proposta
raffigurare la dinamica interna del fatto storico dello scultore Mascherini, una specie di corona di
mediante simboli che non siano il risultato di una spine posta al centro. Stranamente abbiamo vin-
selezione tra le varie immagini particolari, ma to con la conseguenza di lasciare a bocca amara i
bensì scaturiscano da una concatenazione sim- politici. È stato importante in giuria il critico del
bolica di elementi strutturali a significazione uni- settimanale “Oggi” [Renato Biasion n.d.r.], certa-
versale. Abbiamo quindi due elementi principali mente non di sinistra, e la presenza dell’architetto
il percorso pedonale e il Tempio Ossario come Francesco Tentori»29.
elemento volumetrico predominante. Un mare di
asfalto che si abbassa al centro mettendo in ten- Su questa considerazione di segno politico Valle
sione tutta la superficie, una profonda frattura che ritorna nel libro intervista di Folisi, spiegando
lo spacca entro la quale precipita l’acqua che sgor- che gli unici sostenitori erano gli «amici del Par-
ga da tutto il perimetro Sud a da cui scaturisce il tito d’Azione»30. Lo scenario politico così effi-
gruppo scultoreo in ferro. Il tutto è sormontato cacemente tratteggiato dall’architetto fotografa
da un quadrilatero di pareti di cemento sospeso a gli schieramenti presenti in Italia, dove la stessa
sbalzo sulla conca sostenuto da tre grandi piloni, memoria della lotta al nazifascismo e della Libe-
il quadrilatero si immagina arricchito da un rive- razione è oggetto di dissensi e aspri dibattiti tra
stimento parziale di verde rampicante. Il volume due poli schierati su fronti ideologici e opposte
puro compatto sta a significare che la Resistenza alleanze, peculiari dello scenario internazionale
come fatto storico è solidamente inscritta nella del secondo dopoguerra. Le difficoltà maggiori,
nostra coscienza nazionale e cittadina. Ma pure come sottolinea Valle, cominciano dopo il concor-
essa è sorta nello squilibrio nazionale, come sfor- so e dovranno trascorrere dieci anni prima della
zo costruttivo che coraggiosamente sfidava quel- cerimonia di inaugurazione tenutasi il 25 aprile
lo squilibrio, che per costruirsi doveva cercare di 196931.
costruire là dove costruire sembrava impossibile

27 Ivi.
28 G.VRAGNAZ, Monumento alla Resistenza a Udine. Intervista a Gino Valle, «Piranesi», VII, 9/10, 1999, pp.8-27.
29 Ivi, pp.8-9.
30 Genesi del Monumento alla Resistenza ..., cit., p. 32. Tra i sostenitori si poteva annoverare uno dei componenti della giuria,
il senatore Fermo Solari, che del movimento era stato uno dei fondatori insieme a Ferruccio Parri e Ugo La Malfa.
31 M. DE SABBATA, Il monumento alla Resistenza di Udine (1958-1969): concorso, progetti, polemiche, in Dino Basaldella nella
scultura italiana del Novecento, Atti del Convegno, a cura di A. Del Puppo, Udine, Forum, 2010, pp.65-82. Nel contributo lo
studioso riporta l’acceso dibattito politico cittadino ricostruito dagli articoli pubblicati sulla stampa cittadina, in particolare
il «Messaggero Veneto» e il «Gazzettino».
L’OPERA DI GINO VALLE A UDINE 193

4. Dal concorso alla realizzazione, le mutazioni del recinto, la distanza dal terreno viene portata a m.
progetto 2,10, diminuisce l’altezza del quadrilatero (m. 3)
e infine resta invariato il lato, m.21,50. Nessuna
L’incarico viene conferito nel maggio 196032 con modifica anche per la grande scultura che
deliberazione presa dal Consiglio comunale e i
Progettisti si mettono subito al lavoro a comin- «sorge dal punto più profondo della spaccatura
ciare dalla sistemazione del piazzale, snodo ur- della conca, immerso in parte nell’acqua ed alla
banistico di grande rilevanza. È Francesco Ten- confluenza dei zampilli e si eleva a costruire il fat-
tori a enucleare varianti e invarianti delle diverse to memorabile che si vuole celebrare: una vittoria
versioni del progetto, che si possono riassumere di pace che lotta contro la bestialità e la barbarie,
nell’elencazione delle fasi salienti - il progetto di distrugge le armi di guerra e sterminio e si innalza
concorso, l’elaborazione dell’aprile 1962, quella in un anelito di speranza, di libertà, di pace e di
successiva datata dicembre 1963 e infine la realiz- ritrovamento di una nuova dignità umana»35.
zazione iniziata nel novembre 1966 - e degli ele-
menti che restano immutati: Il quadrilatero è allineato alla facciata del Tem-
pio Ossario, ideale elemento di riferimento sotto
«il recinto quadrato di metri 21,50 di lato, realiz- il profilo storico in quanto i due monumenti sono
zato con una struttura in calcestruzzo sospesa su dedicati ai caduti per la libertà della nazione, inol-
un piazzale circolare; la scultura ispirata alle vi- tre la chiesa costituisce l’elemento principale di
cende della lotta di liberazione; i tre piloni di sup- rilevanza architettonica del piazzale. La chiave ur-
porto del recinto; la fontana-cascata sotto cui si banistica del progetto così positivamente valutata
apre un bacino, che taglia e delimita lo spiazzo»33. da Tentori e Zevi, risulta centrale negli studi che
vengono affrontati appena conferito l’incarico.
La «Forra» scelta dai Progettisti come motto per il Si tratta infatti di portare il piazzale a una scala
concorso è incardinata nel percorso di coloro che proporzionale commensurabile e la correzione che
attraversavano il piazzale, disegnando con le loro risulta più efficace è quella di creare con le aiuo-
impronte sulla neve appena posata quella linea le spartitraffico un secondo anello il cui obiettivo
nera che il giovane architetto Valle portava im- è di rendere più agevole il percorso pedonale per
pressa vividamente nella memoria. Ci sono i due raggiungere il monumento. Le aiuole riducono
elementi distintivi della forra, l’avvallamento /sol- la percezione di smarrimento e accompagnano il
co e l’acqua che non scorre nella fenditura, ma si visitatore che intende attraversare o sostare nel
dilata nella vasca fontana semicircolare. L’avval- monumento, a guardarlo dalla giusta distanza.
lamento al centro del piazzale genera uno spazio Per entrare il passante può imboccare, se giunge
da viale Venezia, la breve rampa a gradoni che co-
«celebrativo e cerimoniale nel cuore stesso del steggia il muro che funge da balaustra dalla quale
monumento [..] simbolicamente esso impone al ci si può affacciare sulla vasca fontana, sostare di
cittadino memore che scende a ritrovare l’animo fronte alla scultura di Dino Basaldella e infine im-
riposto ed i fattori generativi della Resistenza, o boccare la rampa in uscita che disegna un angolo
alla cerimonia commemorativa, una partecipazio- di 45° evitando l’asse di via Poscolle. Il percorso
ne dall’interno a quel fenomeno storico che per ad angolo favorisce la sosta e indirizza i passi del
la storia che lo trascende è un blocco compatto.. visitatore al centro del monumento spezzando il
E dall’interno i visitatori ritrovano tutti gli ele- predominio delle ortogonali delle due figure geo-
menti significativi e simbolici della Resistenza: metriche principali, cerchio e quadrato.
sulla parete Nord, illuminata dal sole, è impressa Il semicerchio della vasca-fontana risulta quindi
nel cemento la frase di Piero Calamandrei, verso tagliato da un diagonale che risulta funzionale al
sud, stagliandosi contro luce, il gruppo scultoreo percorso più che a un predeterminato esprit de
verticale che in se sintetizza plasticamente le varie géométrie. L’intersecarsi di cerchio e quadrato
significazioni»34. nel monumento rievoca reinventandolo l’ “uomo
vitruviano”, magistralmente rappresentato da Le-
Un elemento oggetto di variazione è la distanza onardo da Vinci nel disegno che l’Italia ha scelto
del recinto quadrato in calcestruzzo armato dal li- per la moneta da un euro. Si tratta del più effi-
vello della strada che nel progetto di concorso era cace “logo” della cultura umanistica mai realiz-
di un metro e trenta centimetri, prevedendo un’al- zato, matrice della composizione architettonica
tezza delle pareti del quadrilatero di quattro metri. fin dall’epoca classica: il visitatore entra quindi
Nella prima variante mutano le caratteristiche del in uno spazio che è disegnato secondo i principi

32 M.DE SABBATA, Il Monumento alla Resistenza a Udine di Valle e Marconi, 1958-1969, in Le pietre della memoria monumenti
sul confine orientale, a cura di P. Nicoloso, Udine, Gaspari 2015, p. 251.
33 F.TENTORI, Il monumento alla resistenza, «La Panarie», 3, 1968, p.58.
34 Concorso nazionale per il Monumento alla Resistenza da erigersi in piazzale XXVI luglio in Udine. Motto “Forra” ... , cit.
35 Ivi.
194 DIANA BARILLARI

che guidano il rapporto tra uomo e cosmo re- numento si avverte una sensazione di isolamento
golati da una simmetria che produce armonia, anche acustico39.
quella che la componente naturalistica del verde Una ulteriore modifica ha comportato che lo spa-
e l’acqua ricordano, stimolando i sensi della vista zio del bacino, nel quale si riversa l’acqua che flui-
e dell’udito. La persistenza del quadrato come ci- sce dal bordo superiore della fontana, si allargasse
fra espressiva del monumento risulta così marcata cosicché nella versione finale (1966) del progetto
che si configura come l’icona dell’opera, tanto che lo sbalzo del quadrilatero si rispecchia sulla su-
Bruno Munari lo inserisce nel suo “La scoperta perficie della zona di raccolta. Si profila inoltre la
del quadrato più di trecento casi di tutto ciò che ha sistemazione del verde nell’area del monumento,
una ragione di essere quadrato”36. infatti nella variante del 1963 il prato semicirco-
Alla Guerra si contrappone l’ordinato universo lare viene sistemato con ampi gradoni e successi-
della Geometria dove i segni compongono un per- vamente (1968) l’architetto paesaggista belga Ge-
corso che porta a riflettere a fermarsi pensare e orges Gyssel redige un accurato intervento per il
riprendere il cammino. Anche la pavimentazione verde che prevedeva
avrebbe dovuto assumere una più marcata con-
notazione geometrica, fungendo da controcanto «un giardino, che rappresentasse […] diciamo
alle figure più rappresentative come risulta dalle così, le nostre montagne, aride, povere, con ve-
tavole di progetto del 1962, dove le lastre disegna- getazione naturale, e nello stesso tempo con una
no una scacchiera colorata che esplicita la sottesa fioritura che praticamente continua, con diverse
ispirazione astratta. Altro elemento che viene mo- specie, dalla primavera all’autunno»40.
dificato sono i piloni che nella versione del con-
corso erano massicce strutture tronco piramidali, Come ricorda l’architetto Marconi, Gyssel aveva
in seguito perdono la compatta volumetria per compiuto il
scomporsi in setti e pilastri con una sezione più ri-
dotta, una contrazione tutta visiva, che stempera «tirocinio di paesaggista in Danimarca, cimentan-
la percezione massiva. dosi con la progettazione di giardini contempora-
Tra il 1962 e il 1963 l’ampio emiciclo della vasca nei e per questo venne scelto, all’epoca infatti non
fontana viene modificato mentre restano immuta- c’erano in Italia che pochi paesaggisti specializza-
ti i balzi di pietra rettangolari disposti in file pa- ti, formati prevalentemente secondo la tradizione
rallele inclinate e ripartite in blocchi di lunghezza del giardino all’italiana, come il toscano Pietro
variabile. La posizione della fontana sul lato me- Porcinai»41. Spiega Pietro Valle che
ridionale del piazzale è motivata da Valle con la
posizione del sole: «erano stati progettati 4 tipi di Verde – conifere,
sempreverdi, lavandula e prato con 29 essenze –,
«Nasce a Est sulla città e tramonta qua, in viale tra cui una macchia di mughi, unici elementi ver-
Venezia. Quindi l’acqua è stata messa da questa ticali, che in qualche modo dovevano richiamare
parte, in maniera che noi abbiamo sempre il rifles- i nascondigli dei partigiani. L’importante era che
so del sole sull’acqua che scende dietro questi ele- il verde non impedisse la visione dei supporti del
menti in pietra come se fosse un torrente, un fiu- monumento e quella al di sotto del grande qua-
me, una cascata naturale e naturalmente essendo drato sospeso, cioè che si mantenesse quell’idea
contro luce, quest’acqua brilla, quindi è sfruttata della trasparenza all’origine del progetto Gyssel,
al massimo»37. giovane talento amico di mio padre, che morì
purtroppo a soli 32 anni e così, quella macchia di
Ricorda Federico Marconi38 che all’epoca colla- verde, bassa, e che tale doveva restare, non fu mai
borava presso lo studio Valle e aveva partecipato realizzata»42
alla stesura del progetto vincitore, che la fontana Nel corso degli anni il Verde è diventato sempre
si ispirava ai torrenti di montagna della Carnia più importante e infine invadente, smarrendo la
dove si era svolta la lotta partigiana. Il suono sua originale configurazione, rendendo quindi ne-
dell’acqua, ricorderà Valle, serviva a attutire quel- cessario effettuare un intervento di restauro.
lo del traffico, cosicché quando si entra nel mo-

36 B. MUNARI, La scoperta del quadrato, Zanichelli, Bologna 1978, p. 74.


37 FOLISI, Genesi del Monumento alla Resistenza ..., cit., p.27.
38 G. ROSSO, Federico Marconi, Tesi di Laurea Magistrale, Relatore L. Skansi, Università Ca’ Foscari, Venezia, a.a. 2013-2014.
39 VRAGNAZ, Monumento alla Resistenza a Udine ..., cit., p.18.
40 FOLISI, Genesi del Monumento alla Resistenza ..., cit., p.27. Nella trascrizione dell’intervista Valle ricorda che il giovane
architetto era «molto bravo» e la prematura scomparsa lo colpì in maniera particolare, dato che si era sviluppata un’amicizia
(VRAGNAZ, Monumento alla Resistenza a Udine ..., cit., p.11.)
41 F.VENUTO, Il monumento alla Resistenza di Udine. Un monumento anticlassico divenuto un nuovo classico per la città, in Po-
lemos/ Bellum/ Guerra. Esperienze ed echi del mondo antico e nel Friuli del Novecento, a cura di E.Patti, «Quaderni Stelliniani 2
dell’Associazione “Gli Stelliniani”», Udine, 2018, pp.237-238.
42 E.COMMESSATTI, Il Monumento di Valle “ripulito”, si apre il dibattito, «Messaggero Veneto», 23 aprile 2015.
L’OPERA DI GINO VALLE A UDINE 195

Anche la statua cambia posizione, infatti nel pro- dire che il modello fugò i timori di scarsa visibi-
getto di concorso era collocata nella vasca, mentre lità, utilizzati strumentalmente per mascherare la
nel progetto del 1962 che rimane sostanzialmen- contrarietà politica. Gli stessi Consiglieri comu-
te invariato nel 1963, l’opera viene collocata sul nali che si recarono in delegazione a visitare il sito
piazzale interno e sopravanza la sagoma del qua- rimasero piacevolmente sorpresi, anche perché
drilatero. L’accurata analisi che Massimo De Sab- nessuno fino ad allora aveva capito cosa si sarebbe
bata43 ha dedicato al monumento e in particolare realizzato.
alla scultura realizzata da Dino Basaldella, oltre Un’altra tappa importante che contribuì a sbloc-
a collocare l’opera nel coevo interesse dell’artista care l’iter della realizzazione fu l’incontro pubbli-
per i “ferri” che caratterizza la produzione negli co che si svolse al Lions Club il 13 novembre dello
anni ’60, istituisce una corrispondenza con l’opera stesso anno, seguito da un dibattito ampiamente
“Membra di Marsia” realizzata nel 1962. In questa diffuso dalla stampa che pubblicò le interviste ai
fase la scultura denota una tensione verticale che componenti della Commissione giudicatrice, tra i
Tentori rileva coniando la definizione di «stele». Il quali Tentori, Giorgetti Viani, ancora pienamen-
ripensamento, prosegue Tentori, avviene più tardi te convinti del positivo giudizio espresso quattro
quando soprattutto anni prima, oltre a Zevi e Giuseppe Mazzariol46.
Infine il 21 dicembre l’architetto Valle fu invitato
«in Valle, deve essere prevalsa l’idea di un ruolo dal sindaco Cadetto (subentrato a Centazzo) a il-
diverso – e di una diversa scala – della scultura; lustrare l’opera e le modifiche apportate di fronte
più compatta, raccolta su se stessa, relazionata al Consiglio comunale che si accingeva a delibera-
quasi esclusivamente al recinto, alla spianata di re il progetto definitivo47.
porfido, alla fontana; in funzione prevalente, cioè, Anche la Scultura subisce un radicale rinnova-
di punti di vista ravvicinati, di spettatori posti mento, infatti alla dimensione verticale48 si prefe-
all’interno del recinto»44. risce una proporzione più raccolta, che privilegia
un punto di vista ravvicinato, quello del visitatore
5. Un monumento che non piace ma alla fine con- all’interno del monumento. Nel Progetto definiti-
vince vo redatto nel 1966 oltre all’allargamento del ba-
cino della fontana, vengono modificati i tre piloni,
La difficoltà di realizzazione del progetto ricondu- che risultano semplificati rispetto alla volumetria
cibile sia ai contenuti che alla forma architettoni- tronco-piramidale e affiancati da due quinte che
ca si ripercuote sull’avvio della costruzione e tra le si allineano alle direttrici delle strade confluenti
tante osservazioni critiche vi è quella di ostacolo nella rotonda, facendo visivamente convergere
alla visibilità, dovuto alla distanza del quadrilate- verso il monumento sguardi e passanti. Secondo
ro dal terreno. Ma anche dal punto di vista este- il progetto di Gyssel tra pilone e quinte dovevano
tico i giudizi erano tranchant, infatti l’appellativo trovare posto delle fioriere che arricchivano il di-
ricorrente era quello di «orribile cassone» cosic- segno del verde.
ché l’Amministrazione temporeggiava, fintanto Dino Basaldella comincia a elaborare la nuova
che Valle riuscì a convincere il Sindaco a «fare un versione tra il 1965 e il 1966, un cambiamento do-
simulacro, cioè un modello al vero, cioè spendere vuto alle pressanti richieste di Valle.
quattro milioni e mezzo per fare un telaio di tubi
Innocenti con una tela e costruire il pezzo»45. No- «Dino era tormentato, interveniva di continuo
nostante i commenti negativi in merito alla spesa nella realizzazione della sua opera e proseguiva
per una opera ritenuta inutile, il modello venne nel recupero di rottami dalle discariche: l’elemen-
realizzato nell’ottobre 1963 e la conseguenza fu to predominante semicircolare a conchiglia, fu –
diametralmente opposta alle aspettative, vale a come ricorda Federico Marconi – la testata di una

43 DE SABBATA, Il monumento alla resistenza di Udine (1958-1969): concorso, progetti, polemiche ..., cit., pp.62-73. Lo studioso
sostiene che tra i due progetti non vi siano variazioni di rilievo e che quello approvato dal consiglio comunale nella seduta
del 21 dicembre 1963 sia frutto delle modifiche apportate al progetto presentato al convegno nazionale presieduto da Enrico
Mattei che si tenne a Udine il 25 aprile 1962 dedicato alle Brigate partigiane Osoppo (Ivi, p. 73).
44 TENTORI, Il monumento alla Resistenza ..., cit., p. 63.
45 FOLISI, Genesi del Monumento alla Resistenza ..., cit., p. 37.
46 DE SABBATA, Il monumento alla resistenza di Udine (1958-1969): concorso, progetti, polemiche ..., cit.,p.76.
47 BURELLI, Il Monumento alla Resistenza di Udine ..., cit., p. 43-44. Nell’articolo viene citato il verbale della seduta «L’arch.
Valle afferma essere stata una felice intuizione dell’Amministrazione quella di voler costruire il monumento sull’aiuola del
piazzale XXVI luglio che è un punto interessantissimo e delicatissimo della città. In un piazzale di questo tipo di impianto
classico deformato, non era possibile costruire un monumento visto dall’esterno, era necessario invece costruire qualche cosa
che fosse un intervento urbanistico dall’esterno e un monumento godibile dall’interno […] Si è voluto costruire qualche cosa
che fosse in continuità ideale con il Tempio Ossario, che non gli si contrapponesse, né lo richiamasse come stile e come tipo di
rappresentazione. La sagoma in ferro e tela iuta è stata la prova fondamentale dell’esattezza dell’intuizione delle dimensioni e
ha portato a un ulteriore approfondimento e semplificazione del progetto».
48 La versione elaborata tra il 1962 e il 1963 è stata poi realizzata e collocata nel piazzale antistante l’istituto Kennedy a
Pordenone nel 1973 (testimonianza orale di Adriana Bonino).
196 DIANA BARILLARI

locomotiva e attorno a quel pezzo Dino finalmen- movimento organico55, potente calamita per molti
te trovò la soluzione tanto cercata»49. talentuosi giovani architetti che si erano laureati
allo I.U.A.V. sotto la guida di Samonà e Scarpa, e
Attorno a questo elemento lo scultore aggiunse dove Bruno Zevi propagandava il padre nobile del
parti di vecchie caldaie navali provenienti dai can- movimento, Frank Lloyd Wright.
tieri di Monfalcone trovate presso la ditta Baracco In conclusione il progetto definitivo conservava,
di Udine50, creando attraverso l’assemblaggio di dopo otto anni di «lenta digestione» e modifiche
poderose schegge ferrose un’opera coerente all’a-
strattismo dell’Architettura. Per la collocazione «i nudi elementi strutturali, la cerniera ed i pendo-
fu scelto il lato Sud al centro del piazzale in una li, per il contatto puntiforme col quadrato sospe-
posizione «controluce che ha come sfondo questo so. È bastato affiancare agli appoggi delle schegge
muro sospeso, controluce, con le due date della di muri di pietra che escono dal terreno. Messa a
Resistenza, cioè dall’8 settembre al 25 aprile»51. fuoco la soluzione, ricordo di aver fatto uno schiz-
L’inclusione della scultura in ferro completava la zo su una busta che avevo in tasca e risolto il pro-
natura alchemica del monumento, sintesi di aria, blema dei muri di pietra che scendono in acqua»56.
ovvero il cielo inquadrato dal recinto sospeso, l’ac-
qua che sgorgava dalla fontana e si riversava nella Parimente immutato l’attacco del parapetto della
vasca, la terra simboleggiata dal giardino e infine fontana con il profilo a gola rovescia che resta un
il fuoco in riferimento al metallo. La concezione retaggio del progetto di concorso, ma nel com-
del monumento come “microcosmo” e la classi- plesso non interferisce con la cifra stilistica essen-
ficazione delle diverse parti che lo compongono ziale della versione definitiva.
quali elementi della natura, confermano quanto
Pierre Alain Croset e Luka Skansi asseriscono nel 6. Un Monumento da copertina
capitolo dedicato al Monumento alla Resistenza
nella monografia, quando citano il riferimento Mentre è impegnato nella partecipazione al con-
alla filosofia del «Feng Shui cinese»52 e mettono corso per il Monumento, Gino Valle sta elaboran-
in evidenza l’apporto di Federico Marconi «nel do il progetto per l’edificio dei nuovi uffici della
riferimento a tematiche naturalistiche aaltiane»53. Zanussi a Porcia che saranno completati nel 1961,
La scoperta del Feng Shui era avvenuta, come un’opera destinata a suscitare un lusinghiero con-
spiegherà Valle a Sandro Marpillero in una lunga senso internazionale, come documenta l’articolo
intervista pubblicata in «Lotus Navigator», grazie di Reyner Banham sulle pagine di «The Archi-
a un libro tectural Review»57. Gli echi di questa positiva va-
lutazione riferibili agli uffici Zanussi riecheggiano
«sull’architettura cinese con la copertina azzurra, anche nelle pagine di “Tettonica e architettura” di
che avevo scoperto insieme con Angelo Masieri Kenneth Frampton che oltre all’interesse di Valle
[…] ci aveva colpito l’immagine di una apertura per i «temi tettonici» evidenzia «una inflessione
tonda, la cosiddetta “Porta della Luna»54. che era più chiaramente regionale»58. Nella descri-
zione di questo edificio che giudica un capolavoro,
Nel ricordo dell’amico prematuramente scompar- Frampton ne fa emergere le caratteristiche strut-
so (1952) riaffiora la condivisa fascinazione per il turali che sono coerenti alla sua visione integrata

49 VENUTO, Il monumento alla Resistenza di Udine ..., cit., pp.236-237.


50 DE SABBATA, Il monumento alla resistenza di Udine (1958-1969): concorso, progetti, polemiche ..., cit., p. 67. La notizia è
stata riferita all’autore dalla figlia di Dino Basaldella, Caterina e da Ennio Brandolini che allora collaborava con l’Artista.
51 FOLISI, Genesi del Monumento alla Resistenza ..., cit., p. 28.
52 P.A.CROSET e L.SKANSI, Gino Valle, Milano, Mondadori Electa, 2010, p. 117.
53 Ibidem. Federico Marconi entra nello studio Valle nel 1956 e conclude la sua esperienza nel 1959 quando si trasferisce
da Alvar Aalto a Helsinki (1959-1962). Negli stessi anni collabora con Carlo Scarpa impegnato nella progettazione di Villa
Veritti, occupandosi principalmente del cantiere e di completare alcuni dettagli costruttivi. Nel 1963 al ritorno in Friuli vince
il concorso per la realizzazione del padiglione di ingresso dell’Ospedale civile di Udine.
54 Sandro Marpillero intervista Gino Valle da New York, in Gino Valle, «Lotus Navigator», 1, 2000, p.72. Prosegue Valle che
quel tondo denominato «moon-gate» era stato inserito da Masieri nella tomba Veritti nel cimitero di Udine (1951) e solo in
seguito impiegato da Scarpa nel negozio Gavina di Bologna.
55 In www.dizionariobiograficodeifriulani.it/masieri-angelo consultato il 31.5.2020. Inoltre Angelo Masieri architetto (1921-
1952), Catalogo della mostra, a cura di M. Bortolotti, Udine, Arti Grafiche Friulane, 1995; M. Pozzetto, L’architettura del
Novecento a Udine, in Le Arti a Udine nel Novecento, Venezia, Marsilio, pp.140-157; M. Bortolotti, Carlo Scarpa e Angelo
Masieri, «Quaderni dell’Accademia Accademia Udinese di Scienze, Lettere e Arti», 16, 2008, pp.15-26 ; Angelo Masieri/
Masieri Memorial , Catalogo della Mostra, a cura di F. Marconi e A. Tonicello, Venezia, Fondazione Angelo Masieri, 2009.
56 VRAGNAZ, Monumento alla Resistenza a Udine ..., cit., pp. 16-17.
57 R. BANHAM, Studio Valle, «The Architectural Review», 772, giugno 1961, p. 365.
58 K. FRAMPTON, Tettonica e architettura. Poetica della forma architettonica nel XIX e XX secolo, Milano, Skira, 1999, pp.396-
397. Nel contributo Prospects for a Critical Regionalism («Perspecta», 20, 1983, p.156) Frampton cita Casa Quaglia a Sutrio,
gli uffici Zanussi, le Terme di Arta e il progetto per il Teatro comunale di Udine.
L’OPERA DI GINO VALLE A UDINE 197

dell’architettura dove forma costruttiva e caratte- arretrati rispetto alla facciata libera.
re materiale sono fattori determinanti per l’evolu- Mancano le celebri finestre a nastro che solcano
zione dell’opera le pareti sospese di Ville Savoye, altrimenti la so-
miglianza sarebbe altamente probabile, anche se
«Quest’opera si distingue in modo particolare la icastica fascia del quadrilatero del monumen-
per l’uso ritmico di un’armatura in calcestruzzo to udinese, liscia e compatta, lascia presagire una
disposta linearmente a sbalzo con pilastri verticali convergenza non casuale. Resta da capire se la
pure a sbalzo, al di sopra dei quali è sospeso un puntuale coincidenza dei lati del quadrato pari a
tetto in capriate metalliche leggere a gradoni e a m.21,50 sia nell’opera di Valle che nella villa di Le
falde, rivestito in lamine di cemento amianto»59. Corbusier sia del tutto casuale, o una sincronici-
tà differita quantomeno intrigante. La dialettica
Tra Porcia e Udine il divario è rilevante poiché tra struttura e involucro, vero e proprio mantra
dall’edificio industriale si passa a un monumen- dell’architettura del Movimento Moderno, si ar-
to, dove la densità simbolica e storica incide sulla ricchisce di molteplici varianti e scartata l’ipotesi
forma, facendo emergere la necessità di astrazione del curtain-wall, l’architetto arretra volumi e sup-
e purezza. Nel verbale della commissione giudi- porti, oppure li inverte, lavora su aperto e chiuso,
catrice Tentori aveva subito istituito il confronto dematerializza oppure infittisce, guidato da una
il Monumento delle Fosse Ardeatine (1944-1951) inesauribile volontà di trasformazione che rende
che era composto «da un unico blocco di cemen- ogni progetto un unicum. Gli uffici della Zanus-
to armato, sospeso, di 25 metri di fronte per 50 si innescano la dimensione megastrutturale che
di profondità, le cui pareti esterne appaiono nell’edificio industriale ha il suo naturale campo
completamente lisce»60 . Il monumento romano di azione, ma il monumento con la sua solennità
(Nello Aprile, Cino Calcaprina, Aldo Cardelli, costituisce un campo di azione altrettanto stimo-
Mario Fiorentino e Giuseppe Perugini architetti lante, dove il rapporto con l’ingegneria è declinato
con Francesco Coccia e Mirko Basaldella per le secondo una diversa modalità.
sculture) rappresenta il primo di una serie i luoghi
della memoria della nuova Italia democratica, una 7. La “resistenza” del Monumento
struttura identitaria che testimonia un nuovo con-
cetto di patria e nazione, lontano dalla retorica dei Luogo recintato e allo stesso tempo fluido, un
monumenti dedicati ai Caduti della Prima Guerra “aperto-chiuso” che affida la propria felice sinte-
Mondiale realizzati dal Fascismo. si al quadrilatero in calcestruzzo armato sorretto
In una realtà storica complessa come la Resisten- da tre pilastri, il Monumento nella sua semplicità
za, anche i monumenti che la celebrano non co- di forma classica mette in secondo piano la strut-
stituiscono una memoria condivisa né contribui- tura, dato che lo sbalzo conferisce una apparente
scono a diventare il mito fondativo della nascente leggerezza che cela la dinamica delle forze in gio-
Repubblica61, ma sono talora fonte di polemiche co. È proprio questa soluzione formale che diven-
e contrastanti valutazioni, anche sotto il profilo ta la più convincente metafora della Resistenza,
estetico. In quanto al paragone con il Monumento che è prima di tutto una riuscita sfida alla legge di
romano, è Valle a fugare i dubbi su una possibile gravità resa possibile dal calcestruzzo armato, sa-
affinità, anzi rispetto a quello di Udine è proprio pientemente calcolato da un fidato collaboratore
«l’inverso» infatti il «cielo non si vede»62. Certa- di Valle, l’ingegner Giuseppe Crapiz di Gemona,
mente più convincenti le rispondenze con progetti già al suo fianco per gli stabilimenti Zanussi. Vero
antecedenti, quali il salone interno della Cassa di e proprio omaggio al paradosso statico le 450 ton-
Risparmio di Udine (1953-55) e la coeva casa Mi- nellate di calcestruzzo armato delle quattro travi
gotto63. Entrambi gli edifici presentano elementi ripartite sui tre pilastri hanno superato indenni
verticali portanti ai quali si sovrappone la fascia il terremoto del 1976. La prima descrizione della
continua della parete che riproduce la forma qua- struttura e dei materiali del Monumento è conte-
drangolare della pianta, che nel caso della banca nuta nella “Relazione” accompagnatoria del pro-
si configura come spazio coperto da un velario che getto di concorso che elenca gli elementi:
lascia filtrare la luce. Casa Migotto mette in evi-
denza il telaio strutturale che sopravanza i volumi «Il quadrilatero in cemento armato di impasto
tridimensionali degli ambienti, in una modalità granuloso e gettato a strati su casseforme in legno,
che ribalta l’assioma di Le Corbusier dei pilotis sostenuto da piloni di cemento armato di impasto

59 FRAMPTON, Tettonica e architettura ..., cit., p. 397.


60 Verbale della Commissione.., op.cit., p. 9.
61 P. NICOLOSO, Tra memoria e oblio: monumenti alle guerre mondiali sul confine orientale, 1920-2007, in Le pietre della memo-
ria, Gaspari, Udine 2015, p. 50.
62 VRAGNAZ, Monumento alla Resistenza a Udine ..., cit., p.20.
63 Il confronto viene proposto da Pietro Valle in una presentazione del Monumento alla Resistenza presentata alla facoltà di
Architettura di Mendrisio il 6 novembre 2019, nell’ambito del corso di Tecniche costruttive del XX secolo.
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normale. Il sottofondo della fontana di impasto fontana e per i setti che affiancano i tre pilastri. Se
normale, la parte pedonale della conca pavimen- confrontato con l’antistante facciata del Tempio
tata con cubetti di porfido, la ringhiera di pro- Ossario rivestita in pietra, il Monumento con la
tezione verso la vasca in tubo di ferro, il gruppo sua pietra artificiale scandita dalle impronte dei
scultoreo in ferro»64. casseri lignei rimaste dopo il disarmo come unico,
discreto elemento decorativo, segna la distanza
La Relazione e le Tavole del progetto struttura- tra due fasi della storia dell’architettura, un pri-
le elaborate tra il 1966 e il 1967 descrivono pun- ma e un dopo anche nella manifesta diversità dei
tualmente il sistema dei tre pilastri e le travi che rapporti tra forma e struttura. Il Tempio Ossario
compongono il quadrilatero, struttura che «viene è ancora legato alla preminenza della muratura
calcolata come telaio orizzontale isostatico»65. Il portante come valore espressivo, il Monumento
materiale impiegato è cemento ad alta resistenza e alla Resistenza è invece coerente con le moltepli-
per le armature l’acciaio dolce. ci potenzialità del calcestruzzo armato, vera sfida
Il pilastro centrale posto verso la facciata del Tem- alle leggi di gravità.
pio Ossario si compone di un prisma a base qua- Così il monumento continua a raccontare la sto-
drata con lato di cm.70 che a circa metà altezza ria della Resistenza e emoziona ancora leggere le
riduce la sezione a cm.55 e ulteriormente a cm.30 parole di Pietro Calamandrei impresse sulla faccia
alla base di appoggio della trave dove è posta una interna della trave sul lato verso il Tempio Ossa-
lastra di piombo dello spessore di un centimetro, rio, dove l’asciutta semplicità della forma essen-
materiale utilizzato anche nei due pilastri laterali, ziale e astratta del quadrilatero si riverbera nel
per realizzare un effetto di ‘isolamento sismico’ (si rigore morale delle frasi prescelte:
evidenzia tuttavia che all’epoca dei lavori il Comu-
ne di Udine non rientrava tra quelli dichiarati si- «quando io considero questo misterioso e miraco-
smici). Il pilastro principale è posto alla mezzeria loso moto di popolo, questo volontario accorrere
della trave principale simmetrica e dalle estremità di gente umile, fino a quel giorno inerme e paci-
di innestano le due travi laterali a mensola, che fica, che in una improvvisa illuminazione sentì
poggiano sui pilastri laterali costituiti da due pri- che era giunto il momento di darsi alla macchia,
smi a sezione costante (cm 70), di cui quello supe- di prendere il fucile, di ritrovarsi in montagna per
riore – il pendolo - è ruotato con un angolo di 45° combattere contro il terrore, mi vien fatto di pen-
rispetto a quello sottostante. Questi elementi di sare a certi inesplicabili ritmi della vita cosmica,
appoggio definiti come pendoli hanno la funzione ai segreti comandi celesti che regolano i fenomeni
di permettere la dilatazione termica e di ritiro. La collettivi, come le gemme degli alberi che spunta-
larghezza della trave principale e delle due laterali no lo stesso giorno, come certe piante subacquee
a mensola di cm.80 si dimezza nella trave dorsale che in tutti i laghi di una regione alpina affiorano
(a sbalzo) che è semplicemente appoggiata: la dif- nello stesso giorno alla superficie per guardare il
ferenza non è percepibile dall’esterno mentre ri- cielo primaverile, come le rondini di un continente
sulta nelle tavole di progetto, ma in Architettura, che lo stesso giorno s’accorgono che è giunta l’ora
come sosteneva Vitruvio, è lecito ricorrere all’in- di mettersi in viaggio. era giunta l’ora di resistere;
ganno per soddisfare l’occhio. era giunta l’ora di essere uomini: di morire da uo-
La scelta di lasciare il calcestruzzo faccia a vista mini per vivere da uomini».
iscrive il monumento nell’alveo dell’Architettu-
ra brutalista, ma a differenza di alcuni celebrati Il monumento è il risultato di una collaborazione
esempi britannici, il tempo non ha intaccato il tra due architetti, Valle e Marconi, uno scultore,
materiale, accentuandone l’obsolescenza e con- Dino Basaldella un ingegnere, Giuseppe Crapiz,
dannandolo all’irrilevanza, al contrario la purez- del paesaggista belga Gyssel e il grafico Sandro
za della forma permane, grazie anche alla qualità Conti: un modo di lavorare in gruppo che aggiun-
del materiale impiegato che il restauro effettuato ge valore al monumento, luogo della riconciliazio-
nel 2016 ha restituito puntualmente66. Permane ne e dell’armonia dove anche le arti si integrano
come elemento qualificante il fatto che un monu- fornendo un modello di coesistenza che diventa
mento impieghi in maniera estensiva il calcestruz- metafora anche di un modo di progettare la cit-
zo faccia a vista, considerando che solitamente i tà, ponendo l’arte come sintesi armoniosa della
materiali impiegati sono quelli tradizionali, men- dimensione civile.
tre a Udine la pietra piasentina è utilizzata nella

64 Relazione ..., cit..


65 La relazione di calcolo e le tavole sono conservate presso l’archivio dello Studio Valle a Udine. Preziosa la collaborazione
offerta dall’ingegner Pietro Mazzanti, nipote di Giuseppe Crapiz che ha collaborato sia con lo zio ma anche successivamente
con lo Studio Valle in numerosi progetti.
66 Il progetto di restauro effettuato dal Comune di Udine con la collaborazione di Pietro Valle e dello Studio Valle Architetti
Associati, ha comportato l’eliminazione dell’edera che negli anni aveva parzialmente occultato la visuale e rivestito quasi tutto
il quadrilatero. L’eliminazione dell’edera ha consentito di effettuare un restauro delle superfici del calcestruzzo ammalorate.
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1. Monumento alla Resistenza a Udine in piazzale XXVI luglio, 1970 ca., si vede la facciata del Tempio Ossario e a
sinistra lo stabilimento della birra Moretti (tratto da Udine, Fototeca Civici Musei)
2. Veduta di piazzale XXVI luglio prima della realizzazione del monumento, 1950 ca. (tratto da Udine, Fototeca
Civici Musei)
3. Gino Valle, Studio per il Monumento alla Resistenza con il percorso delle tracce lasciate dai passanti (tratto da
Udine, Studio Valle Architetti Associati)
4. Il nuovo Tempio Ossario progettato da Alessandro Limongelli e la parte restante della facciata del Tempio Votivo
per i caduti di Provino Valle che verrà successivamente demolita per consentire il completamento di quella nuova
(tratto da Udine, Fototeca Civici Musei)
5. La scritta di Pietro Calamandrei sulla facciata interna del quadrilatero del Monumento alla Resistenza (tratto da
Udine, Studio Valle Architetti Associati)
6. Gino Valle Federico Marconi Dino Basaldella, progetto di concorso motto “Forra”, modellino del Monumento,
1959 (tratto da Udine, Studio Valle Architetti Associati)
7. Gino Valle Federico Marconi Dino Basaldella, progetto di concorso motto “Forra”, modellino del Monumento
con la planimetria complessiva del piazzale e delle strade confluenti, 1959 (tratto da Udine, Studio Valle Architetti
Associati)
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8. Gino Valle, pianta del Monumento alla Resistenza con studio per la pavimentazione, 1962 (tratto da Udine, Studio
Valle Architetti Associati)
9. Gino Valle, planimetria complessiva del piazzale e delle aiuole previste, dicembre 1963 (tratto da Udine, Studio
Valle Architetti Associati)
10. Gino Valle, Federico Marconi, Dino Basaldella, studio con fotomontaggio per l’inserimento del Monumento alla
Resistenza, 1959 (tratto da Udine, Studio Valle Architetti Associati).
11. La fontana del Monumento con il piano inclinato dei balzi in pietra (tratto da Udine, Studio Valle Architetti
Associati)
11a. Gino Valle, Sezione trasversale della fontana, 1967 (tratto da Udine, Studio Valle Architetti Associati)
L’OPERA DI GINO VALLE A UDINE 201

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12.Gino Valle, Pianta del Monumento alla Resistenza, 1966 (tratto da Udine, Studio Valle Architetti Associati)
13. Georges Gyssel, studio per il “verde” del Monumento alla Resistenza, 1968 (tratto da Udine, Studio Valle
Architetti Associati).
14. Gino Valle, Prospetti del Monumento alla Resistenza, si noti la statua-stele di Dino Basaldella che oltrepassa il
quadrilatero, 1963 (tratto da Udine, Studio Valle Architetti Associati).
15. I piloni del Monumento nella versione realizzata (tratto da Udine, Studio Valle Architetti Associati)
16. Foto scattata nel mese di novembre 1963 quando venne realizzato il modello del Monumento alla Resistenza in
tubi Innocenti e tela di iuta per consentire alla popolazione di verificare gli ingombri (tratto da Udine, Studio Valle
Architetti Associati)
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22 17. Dino Basaldella, la scultura nel Monumento alla


Resistenza, 1968-1969.
18. Gino Valle, schizzo del Monumento con lo studio per la
posizione dei muri verso la fontana, 1967 (tratto da Udine,
Studio Valle Architetti Associati)
19. Giuseppe Crapiz, studio per la struttura dei pilastri del
Monumento alla Resistenza, 1966 (tratto da Udine, Studio
Valle Architetti Associati)
20. Giuseppe Crapiz, studio per la le travi a mensola del
Monumento alla Resistenza, 1966 (tratto da Udine, Studio
Valle Architetti Associati)
21. Il cantiere del Monumento alla Resistenza la costruzione
dei casseri per il quadrilatero in c.a., 1968 (tratto da Udine,
Studio Valle Architetti Associati).
22. Veduta complessiva del cantiere durante la costruzione,
si notino i blocchi di pietra Piasentina per la fontana (tratto
da Udine, Studio Valle Architetti Associati).

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