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MOSTRA

PAGINADUE Quaderni Isia Urbino N3 Marzo 2010

ISIA FOTOSINTESI Una mostra realizzata con tesi di fotografia degli studenti

ISIA FOTOSINTESI
PRESENTAZIONE

CORSO DIPLOMA DI 2 LIVELLO IN GRAFICA DELLE IMMAGINI/FOTOGRAFIA DEI BENI CULTURALI


ISIA URBINO 21 MAGGIO 04 GIUGNO 2O1O

ISIA FOTO SIN TESI

Una mostra realizzata con le tesi di fotografia degli studenti ISIA 21 Maggio 4 Giugno 2O1O

Istituto Superiore per le Industrie Artistiche 36, via Santa Chiara 61029 Urbino (PU) t (+39) 0722 320195 fx (+39) 0722 4336 info@isiaurbino.net www.isiaurbino.net

ISIA Urbino

LISIA (Istituto Superiore per le Industrie Artistiche) un Istituto pubblico, di livello universitario, appartenente al Dipartimento Alta Formazione Artistica Musicale del Ministero dellIstruzione Universit e Ricerca, che si contraddistingue per linsegnamento del Graphic Design risultando essere, in Italia, la pi importante istituzione statale per la progettazione grafica ed editoriale. Situato in Urbino, citt rinascimentale dichiarata Patrimonio dellumanit dallUnesco, lIstituto ha la sua sede presso il Monastero di Santa Chiara, un edificio di grande valenza storica ed artistica. Il suo corpo docente composto da professionisti ed insegnanti esperti nel settore della grafica e del design della comunicazione. Gli attuali due corsi di diploma sono strutturati in un corso triennale in Progettazione Grafica e Comunicazione Visiva e in un biennio specialistico in Grafica dei sistemi indirizzo in Comunicazione e design per leditoria. A questultimo si affiancher, a partire dalla.a. 2010/11, un secondo biennio - unico nel suo genere - in Grafica delle immagini indirizzo in Fotografia dei beni culturali il quale former fotografi professionisti in grado di affrontare il mondo del lavoro anche oltre la specificit della materia. I corsi, oltre alle materie curricolari, sono supportati in maniera determinante da speciali attivit integrative, di notevole impegno didattico e scientifico: workshop, conferenze, seminari, sperimentazioni progettuali, conferiscono al piano di studi una dinamica fondamentale e particolarmente innovativa. In particolar modo si evidenzia, in questo panorama formativo, un laboratorio di ricerca, progettazione e sviluppo: Officina Santa Chiara. Al suo interno si realizzano ricerche e progetti - non appartenenti al normale iter didattico - il cui scopo quello di far conoscere a fondo il mondo del lavoro. Ci per consentire ai suoi partecipanti di operarne allinterno con la specifica cultura del progettista grafico, un operatore tecnico culturale - questo - che entra nel complesso mondo della comunicazione con un ruolo centrale, da regista e attore primario. A completare la vasta offerta formativa c la recente istituzione della Summer School, attiva in estate con studenti e docenti stranieri, che contribuisce ad arricchire i rapporti internazionali dellIstituto.

ISIA Fotosintesi di Paola Binante


Questa mostra un momento di riflessione sulla portata metodologica e didattica della fotografia nel nostro Istituto. Considerando la natura di progettazione grafica ed editoriale dellISIA di Urbino, lattenzione che da sempre la materia di fotografia - come pure, quella dellillustrazione dimostra, emoziona ed interessa occupando un ruolo importante tra gli studenti. ISIA FOTOSINTESI nasce dal rapporto tra la fotografia e le emozioni - toccando il linguaggio emotivo, la fotografia si pu presentare come risultato della coniugazione della sensibilit del fotografo e delle persone che ne osservano il suo prodotto i progetti dei ragazzi, analizzano il modo in cui il vedere spesso non sia un semplice atto fisiologico ma, un processo di significazione e/o riconoscimento basato su parametri culturali che cambiano da generazione in generazione, da societ a societ. I generi fotografici messi in luce, riteniamo essere i principali, senza nessuna pretesa di esaustivit della classificazione, che logicamente e tecnicamente non ci sembrata possibile. Il progetto che sottende la sintesi finale del percorso educativo, intrapreso dagli studenti, spesso elaborato e vissuto in primis con estremo entusiasmo, ma mai svincolato da difficolt tecniche ed oggettive. Il rapporto con la ricerca dell Io/Se riflesso nel proprio vissuto traspare dominante in tutti i lavori fotografici, da quelli reportagistici a quelli sul ritratto. Non un caso, quindi, che le undici tesi in mostra interpretino in modo libero da qualsiasi schema, input o condizionamento, la fotografia rimandandoci ad una visione concettualmente intima pi che a un vedere, a un sentire attraverso gli occhi. Lo sguardo di Barbara Cucinotta sensibile alla memoria, Frammenti di un percorso a ritroso la rappresentazione equilibrata di un passato fatto di luoghi e sensazioni, un viaggio autobiografico tra parola ed immagine. Ed sempre la necessit del confronto che lega i ritratti di Gabriele Rosso con Sottopelle e Composizione con figura al centro di Cecilia Maria Giampaoli, nel primo viene indagata/catalogata una generazione con i suoi modi di apparire attraverso lo sguardo diretto nellaltro; nel secondo la comprensione del Se diviene fortemente interiore, un dualismo uomo/ donna dove nellaltro ed il suo corpo si riflette il proprio essere. Luomo ed il rapporto, a volte, di dipendenza con spazi ed oggetti del suo quotidiano alla base del lavoro di Maurizio Santangelo, tale rapporto, figlio dellisolamento e dellalienazione in Oggetto/Corpo si svela attraverso la perdita di confine tra le parti, in cui luna si unisce allaltra, in cui la figura umana si fonde con lo spazio. Ma tra il modo di concepire la fotografia come mezzo superiore per esprimere se stessi e lelogio della fotografia come modo superiore di porre se stessi al servizio della realt, c meno differenza di quanto non paia. Hanno in comune il presupposto che la fotografia offra un sistema unico di rivelazioni: che ci mostri la realt come non lavevamo mai vista. Lo spazio urbano ed il suo cambiamento il dialogo affrontato da Roberta Paolucci in Shanghai07 e Roma di Alessandra Bicchi. Loccidentalizzazione dilagante nella citt cinese ed il processo di distruzione della storia e delle tradizioni, sono rese attraverso una trasposizione lirica e soggettiva, lemozione di uno stato danimo. Straniante , invece, la decodifica della citt capitolina attuata con fedele ed oggettiva analisi; ci si interroga sul cambiamento visivo dei luoghi che, dal centro muovono sino alla periferia. Ancora cambiamenti sociali e territoriali. Movimento naturale della popolazione di Francesca Bellussi indaga il quotidiano vivere dellemigrante straniero nella comunit alle porte di Urbino. Con forte denuncia verso la mentalit territoriale entra in punta di piedi nello spazio domestico, restituendoci la sensazione di spiare lintimit dellaltro. Di tono giocoso , invece, lindagine sociale di Pasquale Moretti che ci trasporta nel mondo americano degli anni cinquanta. Con Thats all right siamo catapultati - a ritroso nella cultura del rockabilly in Italia, con forma autobiografica questo lavoro documenta una realt sconosciuta a molti. Sempre di tono autobiografico il lavoro di Caterina Fattori, con A da Caterina. Discorso fra menti amorose dove ci si interroga, sul percorso tracciato da Roland Barthes, dove e come si possa nel contemporaneo parlare damore. Se la fotografia limmagine di un mondo possibile scelto tra i tanti mondi possibili, lindagine su alcuni luoghi particolarmente privi di tracce che li riconducano alla loro reale collocazione spaziale e temporale pu aprire finestre su un altrove lontano e misterioso. Sara Paioncini in Inattesa ci conduce in un viaggio di sospensione, dove il concetto stesso di tempo esprime linafferrabile ed il momento, dove lidea di un qualcosa di stabile/instabile trova spazio nella visione. Tra equilibri e domande, giocata anche la tesi di Muge Yilmaz, Il posto delle fotografie uno studio sulla figura del photo editor. Un reportage sullIstituto realizzato con una particolare cifra espressiva che cambia aspetto e significato in rapporto alla sua struttura.

Sommario

Movimento naturale della popolazione Tesi di Francesca Bellussi Roma Tesi di Alessandra Bicchi Frammenti di un percorso a ritroso Tesi di Barbara Cucinotta A da Caterina. Discorso fra menti amorose Tesi di Caterina Fattori Composizione con figura al centro Tesi di Cecilia Maria Giampaoli Thats all right Tesi di Pasquale Moretti Inattesa Tesi di Sara Paioncini Shanghai07 Tesi di Roberta Paolucci Sottopelle Tesi di Gabriele Rosso Oggetto/Corpo Tesi di Maurizio Santangelo Il posto delle fotografie Tesi di Muge Yilmaz Corso diploma di 2 livello in Grafica delle Immagini/Fotografia dei Beni culturali

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FRANCESCA BELLUSSI Movimento naturale della popolazione


ISIA Urbino Diploma Accademico di 2 Livello Grafica delle Immagini indirizzo Fotografia Relatori: Prof. Silvano Bacciardi, Prof.ssa Paola Binante Anno Accademico 2006/2007

I cambiamenti sociali e territoriali nella contemporaneit si stanno identificando sempre pi, non solo nelle grandi metropoli oggi considerate centri principali di scambio, ma anche in piccoli centri dove, a volte, maggiormente possibile comprendere il valore della relazione. Per questo ho analizzato la realt nella quale vivo, soffermandomi e successivamente scoprendo un piccolo quartiere nelle vicinanze di Urbino, ideato per ospitare studenti, ed ora adeguato a famiglie di emigranti, in maggior parte mussulmane. Lallontanamento dal centro di Urbino rafforza il senso discriminatorio di una etnia che per, si identifica in una comunit attenta a preservare abitudini e ritmi. Un luogo in cui non ti senti subito a tuo agio, ma che con attenta osservazione puoi cogliere, accettando, costrizioni per noi impensabili e forse troppo ristrette. Il mio continuo vagare mi ha rapportato con una quotidianit differente e curiosa, la mia presenza stata in alcuni casi difficile e ingestibile, ma lo sguardo ha continuamente raccolto attimi di una quotidianit sconosciuta. La fotografia, lo studio del cambiamento interculturale attuale, le parole di Simmel sul concetto di disgregazione si sono intensificate lungo il tempo. Parole, dialoghi, scontri idealistici, osservazioni nascoste e timide sono cresciute nel breve tempo in cui io, per prima, emigravo verso loro. Lo scatto diventato comunicazione, le parole raccontano limmaginario non visivo e i colori definiscono gli spazi fra le stanze. Mentre sviluppavo i sensi verso una cos alta forma di intimit, ho circoscritto il territorio, descrivendo un luogo, che diventa un non luogo senza identit e centro. La quotidianit degli avvenimenti a volte spaesante, mi ha sussurrato i limiti del mio sguardo portandomi oltre la porta che, socchiusa, invitava ad ascoltare il suono di una preghiera. La religione pervade fra le scritte nei muri, le scarpe fuori dalluscio, i tappeti che distesi ovunque colorano il degrado urbano, mentre il movimento naturale della popolazione continua. Il progetto si colloca allinterno del circuito dellArte Pubblica, coinvolge, infatti, la comunit di Petriano frazione di Urbino - attraverso un lavoro, in cui adulti e bambini divengono soggetti ed artisti a favore di una riqualificazione urbana. Un lavoro nel quale la provenienza e il quotidiano vivere da emigrante viene sottolineato e reso pubblico, come elementi portanti e di denuncia nei confronti di una ristretta mentalit territoriale. Lo sguardo divenuto il mezzo per disegnare la loro forma di vita, mentre la fotografia un filo di panni coloranti, una via nuda di persone in cui niente si muove, ma nel quale si possono ritrovare analogie e racconti. Lantropologia o meglio lo studio della citt in relazione alla vita quotidiana un punto fondamentale di questo progetto, in quanto analizza il cambiamento della citt da centro polifunzionale a disgregazione sociale. La scansione del tempo, i nuovi concetti di comunit vengono denunciati ponendoci di fronte alle attuali problematiche di convivenza e comprensione. Da questo punto di vista la comunit islamica alla quale mi sono affiancata, mi ha aiutato a capire attraverso la loro limitata disponibilit al dialogo, lemarginazione alla quale si sentono costretti e legati, ma che preservano accuratamente. La comunit inconsapevole diventata frutto di un lavoro, in cui la interculturalit si fatta da parte per lasciare posto alla quotidianit degli eventi, ed al rapporto di un luogo racchiuso in piccole nicchie dove i sensi emergono forti pi che mai. Il progetto la testimonianza del mio vagare, o meglio emigrare da Urbino a Ponte Armellina, lesposizione di un diario dove si scoprono pensieri, dialoghi, appunti di un osservazione a volte forse maniacale, ma attenta a non invadere quella sacralit forte ed impermeabile. La fotografia sorretta da brevi testi che a loro volta sono giustificati da un ritmo rappresentativo fisso e distaccato, ma che racchiude forti attimi. questo un lavoro che ha cambiato continuamente direzione cercando di farmi conoscere e apprezzare un luogo, lo stesso che in maniera ostile mi ha accolto scoprendo quasi limmaginario proibito, ma che con altrettanto stupore mi ha distratto da piccoli frammenti dissonanti alimentando nuovi sensi.

Francesca Bellussi

ALESSANDRA BICCHI Roma


ISIA Urbino Diploma Accademico di 2 livello Grafica delle Immagini indirizzo Fotografia Relatore: Prof.ssa Paola Binante Correlatore: Prof. Roberto Maggiori Anno Accademico 2007/2008

Roma, un progetto fotografico nato principalmente dalla nuova realt della citt capitolina e dallesigenza di documentare e raccontare visivamente quelle diverse sensazioni che ne scaturiscono. La citt rappresentata non la Roma classica, storica e monumentale, che tutti pi o meno conosciamo, ma una Roma nuova che cambia e che soprattutto, gi cambiata. Una realt rintracciabile solo attraverso i piccoli particolari che caratterizzano la vita quotidiana degli stranieri che vivono e si adattano a loro modo alla citt. In una sorta di doppio effetto in cui le due realt si mescolano e si influenzano a vicenda, si vuole affrontare con questo lavoro - uno dei temi contemporanei pi discussi, quello dellintercultura e della convivenza. Lidea base di questo progetto nasce quando tornando a vivere stabilmente a Roma, notai come la realt della mia citt fosse profondamente cambiata. Laumento della presenza di stranieri e la maggior esistenza di ristoranti e negozi etnici nella capitale, erano solo le prime tra le pi visibili forme di cambiamento osservate. Qualcosa di pi intimo e profondo nel tessuto stesso della citt era mutato, si poteva percepirlo anche solo camminando per le strade. Gli odori dei cibi etnici che provenivano dalle case dei centri abitati, i gesti, gli atteggiamenti e le inflessioni del dialetto romano sempre pi naturali nello straniero, il senso di spaesamento che alcune zone di Roma creavano nella somiglianza a luoghi lontani, erano solo alcuni degli aspetti insiti nellaria. Li percepivo ma non riuscivo a definirli con chiarezza e soprattutto mi chiedevo come avrei potuto esprimerli attraverso limmagine fotografica. Mi domandavo come e cosa fosse cambiato nello straniero, nella citt e negli abitanti stessi. Mi proposi cos di pedinare la realt alla Zavattini, ispirata dai tanti film visti su Roma e in special modo da Gente di Roma, di Ettore Scola. Cercando di liberarmi da diffusi preconcetti, senza nessuna pretesa di giudizio ho provato a raccontare questa nuova realt, che mi trovavo a vivere e che non potevo ignorare. Le prime avversit sono nate dal reperimento delle informazioni utili sui luoghi, sui giorni e sugli orari degli eventi. Tali notizie erano difficilmente rintracciabili sui quotidiani ufficiali, quindi, ho rivolto lattenzione su fonti alternative di ricerca quali internet o riviste multiculturali come Voci, Mosaici, Famiglia Musulmana, o tramite le associazioni di settore tra cui Progetto Mediazione Sociale, punto di riferimento importante per la mia ricerca. Altre informazioni le ho scoperte parlando con la gente o leggendo i manifesti per le strade, altre ancora le ho avute per caso scambiata per una giornalista o infine guadagnate con la sincerit dei miei intenti. La ricerca sul campo si diramata in pi direzioni ed stata fondamentale per capire lapproccio strutturale del progetto fotografico. Spesso ho vagato per Roma in cerca di segnali, mi sono seduta nelle piazze osservando la gente, i loro gesti, le loro reazioni, mi sono insediata in ogni angolo e nelle pi svariate situazioni per capire e percepire al meglio questa nuova realt. A livello organizzativo, ho operato la scelta di indagare principalmente tre etnie cinese, africana ed indiana - questo mi ha permesso di ridurre il vasto campo di azione tra le numerose culture presenti a Roma, concentrandomi su eventi mirati che ne descrivessero altri pi in generale. La scelta dellutilizzo del digitale era inevitabile. La velocit di azione in cui spesso mi trovavo ad operare non permetteva errori e necessitava di una verifica immediata. Luso del colore stato fondamentale, in primis per identificare le diverse etnie e le loro peculiarit, in seguito come collegamento visivo e strutturale delle immagini in una sorta di racconto senza pause, frutto di ununica nuova grande realt. Si passa cos dagli eventi tipici di ogni cultura, alla strada, alle scuole, ai tetti luogo di discussione sullinsicurezza sociale, dai mercati ai mezzi di trasporto, fino ad arrivare alla piazza interculturale per eccellenza, Piazza Vittorio; in un excursus che dalla periferia arriva al centro storico.

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Alessandra Bicchi

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BARBARA CUCINOTTA Frammenti di un percorso a ritroso


ISIA Urbino Diploma dIstituto Superiore per le Industrie Artistiche vecchio ordinamento Relatori: Prof. Silvano Bacciardi, Prof. Francesco Ramberti Anno Accademico 2008/2009

Frammenti di un percorso a ritroso, con riferimento scherzoso a Frammenti di un discorso amoroso di Roland Barthes, un titolo lungo e pretenzioso, ma che rende la natura intima del progetto e la sua incompletezza per definizione e per vocazione. Frammenti: Wiszlawa Szimborska in una delle sue poesie diceva: Siamo figli dellepoca: lepoca politica; possiamo facilmente immaginare il perch a prescindere dalla nostra condivisione o meno dellassunto. Ma diremmo anche che siamo figli dellepoca, e lepoca frammentaria. Nel mio lavoro, era impossibile, con le mie risorse e competenze attuali, un trattamento sistematico e organico di tematiche cos complesse: la memoria, il tempo, lidentit, il rapporto fra lio e il mondo, il valore della testimonianza nel viaggio e nellesilio tematiche onnivore e onnipresenti nei dibattiti contemporanei e non, che fanno da matrice e da filigrana ad un innumerevole mole di indagini sulla cultura e sulla societ di tutti i tempi. Ho cercato di affrontarle, o per meglio dire, di sfiorarle, tutte insieme: solo mantenendole insieme, scomodamente coinquiline o agilmente collegate fra di loro, mantengono la vitalit, e la molteplicit di voci, necessarie per generare nuovi punti di vista. Sono partita da alcuni frammenti indicativi... vero che il frammento incompiuto per definizione, e che, essendo staccato da tutto il resto, rischia perennemente il naufragio di senso, larbitrariet comunicativa. Ma, proprio per questo suo essere staccato e libero, vagante, fluttuante, anche pi leggero, maneggiabile, interpretabile... di un percorso: per percorso si intende, in questo caso, lattraversamento di varie tematiche, ma anche un errare che vagare e sbagliare allo stesso tempo: divagare, distrarsi, perdersi, cambiare strada, imbattersi in vicoli ciechi, talvolta. Un percorso con le sue tappe, la raccolta di indizi, souvenir, trofei, rarit il bagaglio e il diario di bordo, gli incontri imprevisti. Certi percorsi si possono considerare soltanto degli intervalli di tempo, dei segmenti interrotti, di un cammino potenzialmente senza fine... a ritroso: si parte dal presente. Perch solo il presente - si spera - ci appartiene totalmente; o meglio, noi apparteniamo a lui. A ritroso nel tempo, certamente, essendo un lavoro sullidentit personale e sulla memoria; ma anche, in qualche modo, a ritroso nello spazio mentale di un tragitto che si crede compiuto, perch riguarda il passato degli eventi, ma che non lo totalmente per quanto riguarda lattribuzione di significato a questi eventi. Infatti il significato degli eventi passati ha sempre le sue ripercussioni sul presente: per noi in continua, lenta, accidentata, metamorfosi. Per lautopercezione dellidentit, per le responsabilit e i ruoli, il risentimento e il perdono che noi proviamo nei confronti di persone e popoli, linterpretazione del passato fondamentale. Questo percorso a ritroso, anche perch un percorso di decostruzione: quando si mette indietro un filmato, o si cammina allindietro, si spezza il meccanismo automatico di esecuzione e di ricezione di unazione nel suo complesso; ci si concentra dunque sui singoli elementi, portando a nudo la struttura di un discorso. Loggetto di indagine di questa ricerca il rapporto tra memoria, soprattutto autobiografica, immagine e parola. Tre libri collegati fra loro da unideale affinit di spirito. Nel primo, Panta rei? troviamo un racconto visivo semplice, basato su una sequenza di libere associazioni, creato dallaccostamento di immagini eterogenee e di dettagli prelevati dal quotidiano dellautore. Lo scopo era quello di elaborare una specie di autoritratto in cui fossero presenti alcuni frammenti dei luoghi, ambienti e scenari pi cari allautore. Associati a queste immagini Barbara ha unito dei titoli per lei evocativi e dei commenti personali in appendice, posti al termine del libro in modo da non interferire con la lettura lineare della sequenza. Nel secondo libro, Alea iacta est?, il racconto visivo basato sullassociazione di fotografie prelevate dai suoi album di famiglia, senza ritocco alcuno, senza titoli; trattandosi di documenti sui generis non ha voluto personalizzare eccessivamente la lettura di essi, non ha creato forzature, ma, come nel primo libro, ha inserito alla fine dei commenti personali. Nel terzo libro, Ipse dixit, raccolta la ricerca testuale sullargomento una serie di citazioni scelte, divise in brani e raccolti in 8 capitoli - da intendersi simile a quella di certi libri di aforismi o di massime, da sfogliare a caso e consultare a proprio piacimento. 14

Barbara Cucinotta - Piatto con forchette, San Giorgio Modica

Fessure di luce, stradina della Raccomandata Modica

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Tuffo virtuale, Firenze

Gatti esploratori, porto di San Benedetto del Tronto

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Barbara Cucinotta - Increspature carta velina, Firenze

Foulard rosa con felce e parabola, Modica

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Andrea davanti alla tv, San Giorgio Modica

Lerosione della giovinezza, via Garibaldi Modica

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CATERINA FATTORI A da Caterina. Discorso fra menti amorose


ISIA Urbino Diploma Accademico di 2 livello Grafica delle Immagini indirizzo Fotografia Relatore: Prof. Daniele Barbieri Correlatore: Prof. Emilio Tini Anno Accademico 2008/2009

Dove si impara ad amare? A casa, sui libri, nei film a scuola. Cos ho iniziato, seguendo il percorso tracciato da Roland Barthes, ricercando i libri e gli autori suggeriti, introdotta nelle sue letture, ho preso parte alle conversazioni immaginarie tra lautore e i suoi amici. Alla discussione chiamavo gente ed interrogavo i miei amici, le mie letture, la musica e i testi delle canzoni, i film, le poesie, vicini di casa incontrati sullascensore. Contemporaneamente appuntavo: frasi, colori, sensazioni, dialoghi, convincendomi in alcuni momenti che il non sapere di che pasta fosse fatto lamore, si potesse attribuire al non aver letto questo o quellaltro autore, tradotto una certa canzone, visto un determinato film, ingrandito abbastanza la foto dei miei nonni che si abbracciano. Cosa raccontare, cosa mostrare allora con la fotografia che non fosse un po la traduzione in immagine di quella parola cos stupida al cospetto dellamore, che Barthes identifica nella parola Adorabile? Cosa dire senza essere accusati di aver detto troppo o troppo poco? Come spiegare che una volta consumate le immagini, oltre allattesa delusa, il rischio quello di trovarsi pi irrequieti di prima? Il progetto cambia volto tante volte. Mentre ero immersa nella ricerca, lo scrivere a chi sarebbe stato dedicato il lavoro anticipava la conclusione ma allo stesso tempo erano i nomi delle persone di cui mi ritornavano in mente le parole, i dialoghi, le espressioni, i disegni a divenire il soggetto della tesi stessa. La scelta delle coppie casuale o meglio non si parla n di amore omosessuale n di eterosessuale, semplicemente sono quelle le persone a cui dedicata. Sono sicura che allontanando la fotocamera e lo sguardo senza possibilit di distinguere se non i moti e i gesti non ci sarebbero differenze perch lamore non ha sesso. Ogni libro-dedica per una o pi persone. Allinterno del libro troviamo la sequenza di foto e la poesia-ritaglio ispirata da quei nomi, da un discorso, reale o immaginato, tra queste menti amorose. Ma cosa passa da me a te quando dedico un libro, una poesia, una foto? Cos questo dono? Perch questa pulsione irrefrenabile a regalare alla persona amata? Il libro sembra capire limportanza della dedica tanto da riservargli uno spazio apposito, come se non ci si potesse introdurre nella lettura senza sapere a chi quelle parole sono dedicate, un nome che nella maggior parte dei casi non avr niente a che fare con la storia e che non suggerir niente dellautore ma al quale per attribuisco parte del destino dellopera stessa. Il nome assume il potere di una formula magica. Majakovskij in una lettera a Lili dice In questa lettera non bacio e non saluto nessun altro: una lettera del ciclo: A te, Lilja. Come sono stato contento di poter metter A te, Lilja sullUomo. La fase progettuale composta da una ricerca complessa: Fase iniziale o fase dellaccumulo. Ogni capitolo del libro tesse una rete di relazioni con cose scritte o lette da qualche parte. Le trascrivo sullo spazio bianco del libro e quando non basta incollo alla pagina dei fogli. Processo inverso. Selezione del materiale ricercato in base alle mie passioni: le parole e le immagini, restano quindi le poesie, i testi delle canzoni e le fotografie. Ritaglio le parole-ponte che collegano il testo con il materiale ricercato, sono delle relazioni semantiche, delle affinit, dei ricordi che la parola ha suscitato. Nomi. A queste persone ho pensato mentre progettavo la tesi, con qualcuno ci siamo chiesti cosa andava detto sullamore, qualche nome era l per limpazienza di vedere il lavoro finito e dedicato! Poesie. Ogni storia gi scritta allinterno del libro: devo solo ritagliarla. Nascono le poesie-ritaglio a completare un discorso e ad introdurre la sequenza di fotografie. Bozzetti delle storie per le sequenze di fotografie. Progetto grafico. Un libro che comprenda le prime tre fasi del progetto e quattro libricini per le quattro sequenze di foto. Il titolo del mio lavoro la formula della dedica, in cui per subito esplicitato soltanto il mittente, cio io! Non sono svelati subito i destinatari per due motivi, per aumentare lattesa e per lasciare il progetto aperto. Ancora un gioco frammentando e ricomponendo il titolo. Si dice da qualche parte nel libro che si parla di queste cose cos folli e dolorose solo con chi ne ha avuto esperienza, perch gli altri stenteranno a capire. Questo un discorso Fra menti amorose e basta. 20

Caterina Fattori - a Simone, a me

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a Simone, a me

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CECILIA MARIA GIAMPAOLI Composizione con figura al centro

Saggio breve sulla natura espressiva dellimmagine del corpo ISIA Urbino Diploma Accademico di 1 Livello Progettazione Grafica e Comunicazione Visiva Relatore: Prof.ssa Paola Binante Correlatore: Prof. Stefano Veschi Anno Accademico 2008/2009

La figura spesso ancora oggi, al centro della riflessione di artisti e filosofi. Dove deve essere cercato il potenziale comunicativo dellimmagine del corpo? Come possiamo comprendere lespressivit oltre la distanza che separa lidentit fotografata, quella che Barthes chiamerebbe lo spectrum, e la sua immagine? Di essa rimane cos poco nella fotografia, giusto un riflesso di luce, ma tanto puntuale da indurci a credere limmagine un sincero doppio del corpo; un indice del suo passaggio nel mondo. Quando limmagine manipolata, alterata e in essa non si trova pi appiglio alla rassicurante realt, la stessa aspettativa del vero a venire tradita. Proprio questo continuo accavallarsi di verit e finzione talvolta sconvolge, o alimenta di meraviglia lesperienza dellimmagine fotografica. Conosciamo larmonia indivisa di ci che , allo stesso tempo, uno e plurale perch ne facciamo esperienza attraverso la forma piena della maternit. Uno: lindividualit; due: il riflesso, uomo e donna; tre: la nuova forma, il feto; due: il riflesso, la gestazione; uno: lindividualit, il nuovo nato. In questo originario percorso, uno, due e tre si accavallano e si susseguono in forma e concetto, sottili relazioni che costruiscono la struttura portante della nostra vita. Nella prima infanzia, catturato da ogni cosa del mondo, il bambino osserva con meraviglia da un punto di vista beato e organico ci che non pu ancora controllare, ma il definirsi di tutto questo altro, un giorno, un giorno molto preciso, sveler linaspettato s verso il quale a lungo rivolger i suoi occhi nuovi. La scoperta dellaltro preludio alla scoperta del s, come in ogni dicotomia, in ogni grande opposizione, lio osserva e comprende il tu in un gesto fluido e naturale; un equilibrato riflettersi delluno nellaltro che non prevede alcun distacco. Una reciprocit che permane fin quando nellesperienza propria non viene introdotta la distanza; fino allincontro con la persona terza: lestraneo. La mente potr cos, rivolgersi con attenta meraviglia ad osservare s stessa, prendendo del suo io stabile coscienza. Ci osserviamo lun laltro riservare tanta dedizione alla ricerca di unidentit propria; con grande impegno tentiamo di modellare corpo e carattere, di renderci simili, sempre pi aderenti allidea che di noi vorremmo dare. Ci che vediamo del nostro aspetto e dei nostri gesti sembra stridere, sembra essere in dissonanza con le cose intorno. Come se fra corpo e carattere fossimo cosa terza e ci fosse dato osservarci da distante. Cos tentiamo di aggiustare e smussare la nostra immagine, giriamo intorno a noi stessi nel tentativo di trovare il lato migliore da porre innanzi agli altri, il lato che ci apra le porte alla benevolenza, allamicizia e allamore; il punto di vista che incuriosisca e attragga, riducendo la distanza che, in un rinnovato paradosso di Zenone, continua a lasciarci soli. Addestriamo corpo e anima ad essere visti con addosso labito migliore. Attraverso lincontro con laltro, la coscienza vive il riflesso di unesperienza non originaria e con questa estende la propria. Lio aggetta oltre s stesso abitando, in potenza, le azioni altrui. Il corpo parla al corpo nel codice comune agli uomini e questo dialogo permane scandito e immobile nellimmagine fotografica. La ricerca propone unindagine sul tema, affrontato da punti di vista diversi: dalla filosofia, alle scienze, alla psicologia della percezione, alla storia dellarte. Nel progetto fotografico sono presentate una serie di immagini sul tema del corpo, realizzate con una tecnica sperimentale a cavallo fra analogico e digitale: gli scatti sono stati realizzati in digitale ad alta risoluzione. Ogni immagine, di 70X90 cm, stata elaborata, convertita in scala di grigio, portata in negativo e divisa in file diversi con dimensione massima 29,7x42 cm. I file, che sono serviti a comporre il negativo, sono stati stampati a risoluzione bassa su carta per fotocopie. Ogni negativo stato stampato a contatto su carta baritata in bn, sotto il peso di un vetro quadrato di 100X100 cm; questo ha dato la dimensione agli originali fotografici e determinato la scelta del formato libro.

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Cecilia Maria Giampaoli

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PASQUALE MORETTI Thats all right Vivere il RocknRoll in Italia


ISIA Urbino Diploma Accademico di 1 Livello Progettazione Grafica e Comunicazione Visiva Relatore: Prof.ssa Paola Binante Anno Accademico 2008/2009

Segni distintivi, quelli ovvi. Ciuffo a banana, pantaloni stretti, possibilmente il giubbotto. Laria truce non espressamente richiesta, ma dipende dal contesto. Anche se sembra un film in costume, e anche se i sociologi vi parleranno di trib o subculture giovanili, resta il fatto: il rockabilly non se n mai andato. Come una tradizione, come una nicchia immobile, come una popolazione isolata da alte montagne, stanno sempre l, pi o meno uguali. Si incontra un rockabilly come si pu incontrare uno shutzen tirolese, forse, ma a differenza dello shutzen, i rockabilly si incontrano dappertutto. LAmerica, naturalmente, ma anche lEuropa, da nord a sud, affollata da gruppi musicali che rivendicano il loro rockabilly come una bandiera. E che, soprattutto, mettono in campo tutti gli accorgimenti stilistici, simbolici e semantici della loro appartenenza e adesione. Gente che sa di venire da lontano. Il miracoloso impatto delle culture rock e blues, rock e soul, sotto gli occhi (e nelle orecchie) di tutti. La teoria del rock come immenso prodotto culturale nero subito ghermito dai bianchi nota e quasi unanimemente accettata. Lalbum di famiglia comprende cadillac rosa decappottabili, giacche multicolori, gonne ampie per le ragazze. Eppure se oggi, dalla Finlandia a Malta, dalla Polonia al Portogallo si ritrovano ancora trib e conventicole rockabilly, perch quel germe, quel virus, non stato del tutto sconfitto. Come una velata nostalgia per i misteriosi anni Cinquanta, cio per il big bang originario di tutto. Tutto ci strabiliante, ma anche miracoloso: che dietro il modo di portare un ciuffo di capelli, di indossare una giacchetta dai fianchi stretti, di suonare la chitarra in un certo modo che non smette di eccitare, resista una piccola popolazione quasi commovente: nonostante la globalizzazione della musica (come di tutto il resto), c una biodiversit che vende cara la pelle. La pelle del giubbotto, almeno quella. Thats All Right un lavoro di documentazione fotografica sullItalia del Rock n Roll, o meglio su quanto del Rock n Roll originario degli anni Cinquanta rimasto fino ad oggi. Il volume diviso principalmente in due parti: la prima di documentazione, contiene ricerche sulla nascita del Rock, sugli anni Cinquanta nel mondo e in Italia, sul fenomeno del revival e dei festival a tema con interviste a artisti del periodo e agli organizzatori degli eventi; nella seconda parte, dopo una breve presentazione dei fotografi di riferimento, sono raccolte le immagini scattate dallautore, qua e l, in giro per il Bel Paese a concerti, feste ed eventi nellarco di circa tre anni. Il loro scopo di mostrare alla gente che, attualmente, ancora viva una sottocultura nata pi di sessantanni fa che ha come denominatore comune la passione per lo stile di vita degli anni Cinquanta diffuso in America con lavvento della musica Rock. In Italia, dal nord al sud, sono presenti piccoli gruppi di uomini e donne che hanno fatto proprio questo stile di vita realizzato di ritmi scatenati, brillantina e vecchie automobili, e che lottano ogni giorno contro lo scorrere del tempo. Li puoi incontrare per caso al centro commerciale, in birreria, alle stazioni di servizio, ecc. ma per andare a colpo sicuro ci sono dei ritrovi ben precisi: i raduni. Ogni anno, nel mondo e in Italia, hanno luogo degli eventi fissi, esclusivamente, dedicati agli appassionati dellamerican lifestyle degli anni Quaranta e Cinquanta con concerti, ritrovi per auto e moto depoca e dove il tempo, per un week end o per una settimana, sembra essersi fermato. Questa tesi il risultato di una fusione tra lutile e il dilettevole, un tema che, da qualche anno, diventato una parte importante del mio essere: il Rock n Roll e tutto quello che vi ruota intorno. Ho scelto di chiamare questo progetto con il titolo del primo disco inciso da Elvis: Thats All Right. Perch? Perch Thats All Right molto di pi di una canzone: un inizio. il 5 luglio del 1954. Un ragazzo dallaspetto insolito e dagli strani capelli in cerca di successo, per spezzare la tensione si lancia in una veloce versione di un vecchio blues del 1947: Thats All Right, di Arthur Big Boy Crudup. un ritmo nuovo, un misto di country e blues accompagnato dal basso pulsante di Bill Black e dalla chitarra di Scotty Moore. Questa data segna la nascita di un nuovo genere musicale, il Rockabilly e di una nuova stella: Elvis Presley. Come mai cos importate la figura di Elvis? Semplice: Prima di Elvis non cera nulla! 28

Pasquale Moretti

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SARA PAIONCINI Inattesa


ISIA Urbino Diploma dIstituto Superiore per le Industrie Artistiche vecchio ordinamento Relatore: Prof. Silvano Bacciardi Anno Accademico 2006/2007

I luoghi e la loro immagine, un percorso attraverso le zone dombra del paesaggio, attraverso le suggestioni e le storie evocate dai luoghi stessi. Una ricerca che anche viaggio nella memoria e nellimmaginario, e che riguarda pi la percezione di un luogo che non la sua catalogazione o descrizione; una geografia sentimentale dove gli itinerari non sono segnati e precisi ma ubbidiscono agli strani grovigli del vedere. Se la fotografia limmagine di un mondo possibile scelto tra i tanti mondi possibili, lindagine su alcuni luoghi particolarmente privi di tracce che li riconducano alla loro reale collocazione spaziale e temporale pu aprire finestre su un altrove lontano e misterioso. Alcuni oggetti, alcuni spazi reali, detengono uno strano potere e alludono, dietro di loro, a uno spazio magico: ogni luogo pi di un semplice sfondo, perch possiede una storia, una personalit, unidentit; ogni luogo evoca unatmosfera, un sentimento del tempo, una particolare emozione. In questo contesto la fotografia principalmente una pratica soggettiva, un mezzo per scrutare in se stessi prima ancora che nella complessit figurativa del mondo, per descrivere con esattezza un rapporto con lo spazio: una trama di particolari e di relazioni da cui emerge, prima di ogni altra cosa, il sentire di una persona in un determinato luogo. Alla base di questa ricerca c il desiderio di confrontarsi con la tematica del paesaggio e della sua immagine, di misurarsi con quello che i luoghi comunicano. Tutto nasce da un interesse profondo per quello che gli spazi raccontano senza dire, soprattutto quando il tempo sospeso di uno sguardo lento li isola, li estrapola dal contesto, dal momento storico, dalla connotazione geografica e li consegna ad una dimensione altra, spostandoli dal mondo del reale a quello del possibile. Anche quando limmagine di un luogo non riconducibile ad una collocazione spaziale e temporale, anche se questo luogo non risponde ad una specifica funzione o non corrisponde ad una definizione, ad unimmagine codificata, non smette di comunicare. Ci racconta allora una storia, vera o immaginaria; evoca ricordi, visioni, si incrocia con il nostro vissuto, con i nostri viaggi, coi libri che abbiamo amato, con i film che abbiamo visto. La sua immagine viene filtrata dalla nostra esperienza, diviene materia plasmabile, e si instaura unintimit sotterranea fra chi vede e la cosa vista. La fotografia il risultato di una procedura percettiva dove il soggetto osservante, ponendo in essere tutte le potenzialit sensoriali, si fa interprete di uno spaccato di realt, e di quello che essa comunica. Latto della percezione diventa un processo di conoscenza indispensabile per la comprensione della natura dei luoghi che abitiamo, e fotografare gli spazi diventa un modo per raccontarne la storia, per leggerne i sottili e inattesi risvolti.Il tema del paesaggio, del territorio e della sua percezione un tema che ha radici antiche e profonde, almeno quanto il rapporto che lega indissolubilmente luomo allambiente, ed presente in maniera sostanziale in tantissimi ambiti diversi: letteratura, pittura, fotografia, cinema, sociologia. Tutti questi settori diversi e contigui sono da considerarsi come vasi comunicanti, che a seconda delle epoche e delle correnti riversano gli uni sugli altri le proprie influenze e danno vita ad uno scambio costante, in continua evoluzione. In questo progetto la scelta di utilizzare il bianco e nero mira a sottolineare la sensazione di indefinitezza temporale, allineando tutti i paesaggi ritratti in una dimensione ideale. Si evidenzia cos il filo conduttore che accomuna immagini diverse di luoghi diversi, ovvero unatmosfera di sospensione e spaesamento metafisico. Il progetto, il cui corpo costituito da una selezione di 48 immagini, segue un filo logico preciso che ricalca in parte il percorso dellautore. Si parte dalla citt, da una visione pi ricca di dettagli e pi distaccata, per passare ad una graduale presa di coscienza dello spazio, pi partecipata, che culmina muovendo verso il mare, verso la sintesi del paesaggio, e che rappresenta anche la fine di un viaggio ideale dove la presenza stessa dellautore diviene parte dellambiente, cosa fra le cose.

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Sara Paioncini

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ROBERTA PAOLUCCI Shanghai07


ISIA Urbino Diploma Accademico di 2 Livello Grafica delle Immagini indirizzo Fotografia Relatore: Prof.ssa Paola Binante Correlatore grafico: Prof. Marco Tortoioli Ricci Anno Accademico 2007/2008

I vicoli di Shanghai sono sensuali, intimi come il contatto della pelle; freschi e tiepidi al tatto, conservano segrete le loro emozioni. Nei vicoli di Shanghai accadono cose inconfessabili tutte quelle muffe malsane che crescono nellombra, come cicatrici sulle ferite, evocano sofferenze che si cancellano solo con il tempo. Quando il sole sorge sopra i tetti, illuminandoli irregolarmente con una luce obliqua, sgorga uno spettacolo magnifico da infiniti piccoli dettagli, una forza immensa fatta di innumerevoli pazienze unite. Wang Anyi
Bisogna affrettarsi a visitare gli ultimi vicoli di Shanghai prima che vengano tutti cancellati dalle ruspe per far posto ad altri grattacieli nella corsa alla modernizzazione che ha gi reso irriconoscibile gran parte di questa metropoli. Anno dopo anno i vecchi quartieri (longtang) caratterizzati dalle tipiche abitazioni (shikumen) edifici di due/tre piani a mattoni neri/grigi stanno lasciando spazio a imponenti e moderni centri commerciali, zone residenziali, altissimi palazzi e hotel, ridisegnando via via lo skyline della citt sotto il fragore incessante di macchine demolitrici e la frenetica attivit di folle di operai, esibendo una modernit cos rapida e prepotente da suscitare lattenzione e lo stupore del mondo intero. Shanghai cambia, corre, quello che c oggi potrebbe non esserci pi domani: demolito, riciclato, trasformato, riadattato, riabitato. Questa la pi occidentale tra le citt cinesi, ma il processo di distruzione della storia e delle tradizione la sta colpendo fortemente; non era pronta a questa estrema modernizzazione; ma Shanghai deve andare avanti, deve diventare un esempio di progresso per il mondo intero, il fiore allocchiello del capitalismo cinese. Questo lavoro parte da una disillusione personale, il frutto di uno scontro tra il mondo che lautrice ha per tanti anni immaginato e quello che infine ha scoperto. La Cina era la sconosciuta da scoprire. Ma il fascino che questa antica terra esercitava era cambiato. Voleva capire come la storia e la cultura cos radicate in quel grande paese potessero essere cancellate con tanta facilit, mistificate dallinvasione dilagante di un Occidente onnivoro. Il percorso non si sviluppato in modo lineare; ha esplorato angoli nascosti scegliendo ogni giorno un punto diverso sulla mappa della citt: un monumento, un tempio o un quartiere suggerito dai coinquilini cinesi. Altre volte, invece, preferiva esplorare zone apparentemente irrilevanti, prive di particolari riferimenti. Ficcando il naso in ogni vicolo, palazzo, grattacielo, anche se perlustrava quartieri che denotavano ricchezza, pulizia e progresso, preferiva girare langolo scoprendo realt che mai avrebbe pensato di trovare: vie caratterizzate da portoni irregolari e scope colorate appese alle finestre, scorgendo tra le ferite delle mura quella particolare quotidianit. Gli unici compagni di viaggio sono stati una mappa bilingue della citt in cinese e in pinin - il linguaggio che converte il suono dellideogramma cinese in caratteri occidentali - e la fotocamera. Questo progetto - costituito da immagini/coppie accostate per contrasti e similitudini - non vuole essere una descrizione dettagliata del cambiamento architettonico o la documentazione quotidiana della vita di un Paese; le fotografie rappresentano un percorso visivo fatto di spazi ed emozioni che si fondono sul tracciato di una mappa.

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Roberta Paolucci

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GABRIELE ROSSO Sottopelle


ISIA Urbino Diploma Accademico di 2 Livello Grafica delle Immagini indirizzo Illustrazione Relatore: Prof.ssa Paola Binante Anno Accademico 2007/2008

Sottopelle. Sotto la superficie. Ovvero, lanima. Realizzare queste immagini stata soprattutto unesperienza. Il primo concetto, la partenza stata cercare nella fotografia quel confine che esiste tra la realt ed il suo ritratto (quando mi riferisco alla realt, alludo alla realt della persona fotografata, alla sua personalit, alla sua realt). Quanto un ritratto pu essere reale? Quanto un ritratto pu far emergere la vera identit, lanimo, del soggetto? Non sono sicuro di avere trovato risposte certe, ma il mio lavoro non ruotava attorno al fatto di trovarle quanto forse di cercarle, le risposte, di spingermi fino dove fosse possibile cercarle. Ci ho provato. E man mano che scattavo ottenevo una grande comprensione su ci che stavo facendo inconsapevolmente. Stavo cercando anche il ritratto di una situazione, quella dei giovani come me, gente comune, che hanno una loro storia da raccontare. Essere a contatto con tutta questa gente mi ha permesso di capire molto di me stesso, dei miei condizionamenti, dei miei timori, e delle mie in/sicurezze. Mi hanno fatto da specchio. Ho avuto la fortuna di poter apprendere osservando gli altri, osservando i loro comportamenti, atteggiamenti, attitudini davanti ad una situazione inusuale. In questo lavoro ho cercato uno stile di rappresentazione che derivasse dal formato della fototessera. In questo modo ho cercato di mantenere loriginaria purezza dello scatto veloce ed improvviso arricchito dalla sensibilit del soggetto. Qui mi sono venuti incontro la natura dei soggetti ritratti e la particolarit della fotocamera, la Holga, che usata con una grana grossa (400 ISO) conferisce alla foto una dimensione romantica, poetica, vintage, rendendo la fotografia meno fredda e accidentale, quasi una fotografia daltri tempi. Nella prima parte di Sottopelle viene riportata la ricerca storica che ha determinato il lavoro: dalle origini della fotografia ritrattistico-meccanica della seconda met dellOttocento, con la fotografia segnaletica e le carte-de-visite, ai recenti lavori di Oliviero Toscani per Benetton e le contemporanee pubblicit che si avvalgono della fotografia ritrattistica e seriale per la comunicazione. Il percorso storico scelto allinterno del panorama della storia della fotografia stato effettuato tenendo in considerazione le opere, i lavori e le sperimentazioni che contengono quegli elementi affini con i ritratti proposti dallautore, in quanto a tecnica, stile, pensiero o attitudine artistica.

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Gabriele Rosso - Michela

Pietro

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Riccardo

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MAURIZIO SANTANGELO Oggetto/Corpo


ISIA Urbino Diploma Accademico di 1 livello Progettazione Grafica e Comunicazione Visiva Relatore: Prof. Stefano Veschi Anno Accademico 2008/2009

Non loggetto a doversi mettere in posa, loperatore che deve trattenere il fiato, per fare il vuoto nel tempo e nel corpo. Ma anche impedirsi mentalmente di respirare e non pensare a nulla, affinch la superficie mentale sia vergine come la pellicola. Jean Baudrillard
Oggi gli oggetti sono un terreno privilegiato di indagine e narrazione. Tradizionalmente i loro discorsi sono stati ricondotti alla loro natura di merce, che parla di valore economico e di prestigio. Ma dietro questa superficie comunicativa possiamo scoprire un valore pi intimo delle cose, che circola in ambiti pi ristretti del sociale. In questo senso esse ci appaiono animate di un vissuto e di significati che ne accomunano il destino a quello dei loro utilizzatori, i quali nascono, si trasformano e muoiono, ma non necessariamente scompaiono, anche grazie agli oggetti che lasciano dietro di se. Tali oggetti recano in grembo i segni del passato, del vissuto dei loro utilizzatori, spesso ci parlano attraverso il ricordo. Li osserviamo come sineddoche, una parte che riconduce al tutto, cos un singolo elemento come una sedia ci riporta con la mente ad un oggetto simile che al nostro ricordo conduce. Luomo dunque abituato a certe situazioni, a certi spazi, legati indissolubilmente agli oggetti del suo quotidiano, con i quali instaura un rapporto che si potrebbe definire di dipendenza. Tale rapporto, figlio dellisolamento e dellalienazione delle pi comuni azioni quotidiane delluomo, evidenzia ancor pi la perdita di confine che viene a crearsi tra le parti, in cui luna si unisce allaltra, in cui la figura umana si fonde con gli oggetti. la Luce, in questo caso, ad evidenziare questo legame. Isolando il tempo ed i luoghi in cui il corpo e loggetto, in un nuovo spazio, interagiscono. La luce ne evidenzia e ne sottolinea le diversit, ma al tempo stesso il mezzo che li unisce fondendoli, creando immagini di quotidianit suggestiva.

Light painting. La fotografia opera in stretta simbiosi con la luce: se non c alcuna fonte luminosa la fotografia non pu esistere. La luce colpisce la pellicola impressionandola, allo stesso modo colpisce il sensore della fotocamera digitale che invia al processore le informazioni necessarie per la creazione del file. La tecnica del light painting - letteralmente disegnare con la luce utilizza fonti di luci artificiali per disegnare attraverso forme e linee: un corpo umano, una natura morta, un soggetto possono essere modellati con lausilio di una semplice lampadina. I contrasti, le forme e le ombre vengono esaltati attraverso particolari tagli e fessure di luce. Il prodotto finale magico, unico. Ogni foto irripetibile, risultato di movimenti impercettibili, impulsi individuali, sfumature cangianti e imprevedibili. Tutto ruota e dipende dallequilibrio tra luce e penombra, velocit e capacit creativa. Come in tutta la sperimentazione una parte affidata alla casualit che tecnica ed esperienza riescono ad imbrigliare. Colori, flash di pile, luce wood, gelatine e rapidit di movimento per riuscire a sfruttare ogni secondo di apertura dellotturatore, per riuscire a disegnare con la luce.

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Maurizio Santangelo

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MUGE YILMAZ Il posto delle fotografie


ISIA Urbino Diploma Accademico di 2 livello Grafica dei sistemi indirizzo Comunicazione e design per leditoria Relatore: Prof. Simone Casetta Anno Accademico 2008/2009

Nel mondo della fotografia esiste, per, un parametro che non inganna mai: la serie fotografica. molto importante il modo in cui viene preparata una serie, come presentata o costruita per portare avanti o meno un discorso e un punto di vista. A causa della fragilit della fotografia, della sua intrinseca vaghezza, lordine stesso a produrre il significato. Allora il criterio di questordine determinante, non si basa sul talento, ma fa appello a una comprensione profonda del mezzo utilizzato. Christian Caujolle
Quale il posto della fotografia oggi? Fotografie di guerra nate nel campo del giornalismo finiscono sulle pareti di una galleria darte, mentre artisti sovversivi usano le redazioni per completare la propria opera. Lattenzione di questa ricerca si concentra sul ruolo che le immagini fotografiche hanno oggi nella nostra vita. Secondo Mukarovsky la fotografia oscilla tra lespressione fine a se stessa e quella destinata alla comunicazione cio tra una possibile dimensione di artisticit caratterizzata dallassenza di finalit pratiche e quella della praticit connessa ad ogni atto comunicativo. In questa complessit sono presenti diversi livelli di lettura: un primo livello quello del fotografo con il suo apparecchio, il secondo il Photo Editor il cui lavoro diventa linterpretazione di uninterpretazione. In definitiva, un documento fotografico pi che testimoniare il reale, la situazione rappresentata, testimone di unattivit centrale nei processi di conoscenza e formazione della cultura che quella dellosservazione. La conclusione di questa ricerca ben espressa dalle parole di Ludwig Wittgenstein: le immagini fotografiche non vanno intese come riproduzioni del reale, ma come modelli e, rispetto alla loro veridicit, limmagine rappresenta ci che rappresenta, indipendentemente dalla propria verit o falsit, mediante la forma della raffigurazione. Sinteticamente la verit fotografica non morta, poich non mai esistita. Che sia nel periodo del digitale o ai tempi dei dagherrotipi, si dovrebbe parlare soltanto di onest fotografica. La Fotografia ha lapparenza di un gigante forte, ma nel momento in cui esce dalla sua cornice risulta inaspettatamente vulnerabile: basta cambiare il suo contesto per manipolarne il significato, le fotografie, a seconda delluso, possono cos considerarsi appartenenti ad un genere piuttosto che ad un altro, essere etichettate ad uno e contemporaneamente appartenere allaltro. Le sue funzioni possono variare tra molteplici possibilit: promuovere un prodotto, solennizzare un evento oppure raccontarlo attraverso simboli, possono presentarsi col mero scopo decorativo o aneddotico, mobilitare la coscienza collettiva o filtrare, provare, attestare, memorizzare, testimoniare... Questa ricerca nasce da diverse motivazioni: in primis, la volont di ottenere la consapevolezza necessaria per poter arrivare ad un uso rispettoso ma allo stesso tempo critico delle fotografie, poi rappresenta la curiosit personale verso il Photo Editor - il redattore iconografico - il cui il lavoro legato alle immagini svincolate dalla loro produzione. Lanalisi divisa in due principali sezioni. Nella prima sono riportati casi concreti di pubblicazioni in cui la fotografia, a causa dellutilizzo inadeguato, perde il suo valore di testimone. La seconda parte composta da una breve introduzione al Photo Editing, un rimando al suo codice deontologico e una serie di interviste fatte a professionisti del settore. Nella prima sezione sono presenti 5 serie realizzate dalla selezione di 55 immagini scattate allinterno dell ISIA tra il 2009 e il 2010. Le immagini prodotte e sottoposte allattenzione di autorevoli Photo Editor italiani, hanno lo scopo di mostrare le differenze tra i diversi criteri di selezione e le possibili interpretazioni del lavoro. Se vero ci che dice Brassai che la fotografia deve suggerire, non insistere o spiegare, allora queste scelte vogliono essere una proposta di racconto, frutto della sensibilit e lesperienza di ogni singolo individuo; alcune storie tra le tante possibili, suggerite per immagini.

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Muge Ylmaz

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Presentazione del Corso di Diploma di 2 livello in Grafica delle Immagini Fotografia dei Beni culturali

LISIA (Istituto Superiore per le Industrie Artistiche) di Urbino, nel ribadire la peculiarit formativa che ne fa la pi importante istituzione statale per la progettazione grafica ed editoriale in Italia, presenta per la.a. 2010/11 - il primo corso di Laurea Magistrale in Grafica delle Immagini, indirizzo Fotografia dei Beni Culturali. Il biennio, unico nel suo genere, former fotografi professionisti in grado di affrontare il mondo del lavoro anche oltre lapparente specificit della materia. Difatti la moderna comunicazione dei Beni Culturali avverte, nella complessit di questo settore trainante dello sviluppo italiano, la necessit di una figura professionale in grado di padroneggiare tecniche di ripresa e post produzione, anche diverse fra loro. Contrariamente a quanto si possa immaginare, la professione del fotografo/comunicatore dei Beni Culturali oggi svincolata dal mero esercizio tecnico di riproduzione di un oggetto o di un dipinto. Proiettato nel futuro grazie alle incredibili innovazioni e possibilit introdotte dal digitale, questo operatore infatti in grado di fornire immagini impensabili solo fino a qualche anno fa, le quali - pur mantenendo un assoluto livello di scientificit - possono risultare dimpatto anche per il grande pubblico, assumendo cos uninedita valenza divulgativa. Lampio panorama dei Beni Culturali garantisce la diversificazione della didattica, dovendo questa assicurare le capacit professionali atte a risolvere problematiche lavorative tipiche delle pi differenti attivit fotografiche: dallarchitettura alla ritrattistica, dallindagine sociale alla paesaggistica, dalla documentazione allanalisi scientifica, dallo still life al reportage. Lodierna necessit di documentare, divulgare ed interpretare il Bene Culturale (necessit amplificata dai moderni e multimediali mezzi di comunicazione), oltre ad offrire il contatto/confronto con le altre discipline fotografiche, garantisce nuove molteplici prospettive occupazionali, di gran lunga superiori a quelle ordinariamente connesse ad una mera specificit professionale; intenzione dellIstituto , infatti, preparare un professionista capace di affrontare tutte le problematiche legate al mondo della fotografia. Il profilo delle materie - oltre a prevedere materie specifiche quali, ad esempio, Tecniche di ripresa fotografica nei Beni Culturali, Post Produzione Digitale per i Beni Culturali - presenta argomenti di ampio respiro come Teoria e Tecniche di Fotografia Analogica e Digitale, Teoria del Colore, Tecniche di Stampa Digitale, Linguaggio e Tecnica della Fotografia di Reportage, Basi della Post Produzione Digitale. Materie, queste, che sono fondamentali per la formazione di un moderno operatore dellimmagine e che ne fanno un Fotografo cosciente sia del linguaggio che dei mezzi tecnici offerti dalla propria professione, il quale su queste basi - pu intraprendere in maniera consapevole un proprio percorso artistico. La fotografia dei Beni Culturali, quindi, come palestra per una completa formazione nella professione. Il tutto, per, con un occhio di riguardo verso quel mondo - uno tra i pochi, che non conosce crisi e che, anzi, destinato ad assumere una sempre maggiore prevalenza - quello della cultura e della sua comunicazione.Come nella tradizione ISIA, tutto ci rafforzato dalla garanzia di un corpo docente composto da indiscussi professionisti e da un contatto diretto con affermati fotografi ed artisti i quali arricchiranno - tramite workshop, seminari, incontri - con le loro esperienze ed i loro insegnamenti un percorso formativo in Italia assolutamente unico. Inoltre i rapporti che lISIA di Urbino mantiene con le principali istituzioni, italiane ed estere, del mondo dei Beni Culturali, permetteranno lo svolgersi di stages presso tali realt lavorative. A chi si rivolge questo corso: 1. A tutti i quali intendano lavorare nel mondo dei Beni Culturali in maniera innovativa e dinamica; 2. A chi intende fare della fotografia la propria professione; 3. A coloro i quali intendono seguire un percorso artistico attraverso lutilizzo del mezzo fotografico.

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Piano degli studi, Offerta formativa

I anno Base Teoria e Tecniche di Fotografia Analogica Teoria e Tecniche di Fotografia Digitale Tecniche di ripresa fotografica nei Beni Culturali Basi della Post Produzione Digitale Storia della Fotografia

cfa

30 Caratterizzanti Tecn. di Fotografia ed Imaging Restauro e la Conservazione dei Beni Cult. Riproduzione e Documentazione dei Beni Culturali Teoria del Colore e Tecniche di Stampa Digitale Metodologia della Comunicazione 14 II anno Base Caratterizzanti Indagine e Diagnostica fotografica nei Beni Culturali 3 Post Produzione Digitale per i Beni Culturali Linguaggio ed Estetica della Fotografia Linguaggio e Tecnica della Fotografia di Reportage Met. di Archiviazione e Conservazione del Patrimonio Fotografico Comunicazione Multimediale dei Beni Culturali Progettazione per lEditoria 37 Altre attivit Attivit autonome Tirocinio, ricerca e sviluppo Altre attivit formative Tesi Totale cfa 9 8 9 10 120

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Diploma di II livello in grafica delle immagini


Materie di base Teoria e Tecniche di Fotograa Analogica
Oggetto del settore sono le teorie, i metodi e le tecniche della fotografia di base finalizzate allapprendimento del sistema della comunicazione e dellespressione in fotografia. Nozioni base sulla fotocamera, il laboratorio e la ripresa, permetteranno di acquisire le competenze necessarie per un approccio metodologico alla materia: progettare - organizzare - realizzare. Lo studio e lanalisi di tali fasi, che rappresentano lelemento fondante del corso, permetteranno di raggiungere lautonomia lavorativa.

Teoria e Tecniche di Fotograa Digitale


Il digitale risulta essere il primo, vero, cambiamento dalla nascita della fotografia. Mezzi e metodologia lavorativa hanno subito radicali cambiamenti, cos come lorganizzazione di un progetto lavorativo ed il rapporto soggetto/ fotografo. Il diverso approccio a tutto ci e le fasi lavorative che differenziano il digitale dallanalogico saranno base fondante del corso. I contenuti scientifico-disciplinari della materia riguardano i principi teorici, le metodologie e gli strumenti operativi nellambito della fotografia digitale. Si sviluppano competenze che permettono di gestire il mezzo digitale nel suo iter complessivo.

Tecniche di ripresa fotograca nei Beni Culturali


La materia vuole, attraverso una serie di lezioni teorico / pratiche, introdurre il discente alle metodologie di lavoro che distinguono e caratterizzano questa particolare branca della Fotografia. Saranno prese in analisi i diversi scenari in cui, nel mondo del lavoro, il professionista si trover ad operare e le diverse tipologie di ripresa che ad essi bisogner adattare, dalla fotografia scientifica a quella divulgativa, da quella in situ a quella in contesto museale ed espositivo. In questo modo si metter in grado il discente di muoversi e di operare attraverso tecniche ed attrezzature diverse - in ambienti profondamente disparati quali possono essere uno scavo archeologico, un laboratorio di restauro o una galleria darte.

Indagine e Diagnostica fotograca nei Beni Culturali


Approfondimento delle gi citate tecniche di ripresa del Bene, vengono aggiunte sezioni dedicate alla indagine da effettuarsi tramite il mezzo fotografico. Sar cos affrontato, per laspetto archeologico, il tema della fotografia aerea, dalle tecniche di ripresa alla lettura delle tracce che il terreno attraverso di essa rivela. Particolare attenzione sar posta allindagine di tipo diagnostico: metodologie, tecniche e strumenti di ripresa fotografica saranno finalizzati alla valutazione dello stato di conservazione del bene, qualunque essa sia la sua natura, in unottica propedeutica al restauro dello stesso.

Basi della Post Produzione Digitale


Temi del corso sono lanalisi e la conoscenza dei maggiori software di elaborazione dellimmagine digitale. Un approccio alle tecniche di correzione da questi offerte, luso dei loro principali strumenti nei diversi ambiti professionali ed il loro interagire, permetter al discente di sapersi destreggiare tra i diversi prodotti al fine di realizzare agevolmente un prodotto di qualit.

Storia della Fotograa


Ripercorrendo gli eventi e le conoscenze scientifiche che hanno portato ad utilizzare il principio fisico della camera oscura, si illustreranno le evoluzioni tecnologiche fondamentali del progresso fotografico - a cominciare dal dagherrotipo (calotipo, collodio) fino alla messa a punto della prima Laica - attraverso il contributo di personaggi, chimici, studiosi, appassionati e professionisti che hanno determinato la nascita di diversi generi fotografici e di molteplici iconografie, tutte ugualmente degne di essere rappresentate. Particolare attenzione verr data alla fotografia arche-

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ologica e del Bene che nasce al seguito di viaggiatori fotografi impegnati nel Grand Tour a partire dalla met del XIX secolo. La fotografia di quellepoca svela le potenzialit insite nel mezzo tecnico come sintesi obiettiva della realt; si sviluppa quindi nellapproccio alle rovine come souvenir a basso costo, fino ad essere parte integrante delle prime relazioni di scavo archeologico per pionieri come Esther Van Deman e Giacomo Boni. Accanto alla nascita dei primi Archivi fotografici con cui si sancisce limprescindibile valore storico-documentario della fotografia nelle indagini archeologiche, la ricerca si andr orientando verso limpiego delle fotografie aeree le quali, attraverso le tecniche di interpretazione aerofotogrammetriche, hanno notevolmente contribuito sia alla soluzione di diversi problemi di carattere storico e urbanistico, sia allindividuazione di nuovi insediamenti da preservare ed indagare. La materia, nel ripercorrere questi passi evolutivi, vuole mettere in grado il discente di conoscere e sfruttare questo patrimonio storico al fine di orientare ed arricchire le proprie capacit progettuali ed operative.

Materie caratterizzanti Post Produzione Digitale per i Beni Culturali


Le opportunit offerte dallelaborazione digitale in fotografia hanno reso possibile la creazione di immagini che, pur rispettando appieno la loro valenza scientifica, erano prima irrealizzabili se non attraverso mezzi ed attrezzature dai costi proibitivi. Il discente si trover cos ad affrontare specifiche tematiche quali la correzione delle linee cadenti, leliminazione delle aberrazioni ottiche e prospettiche, le tecniche di micro contrasto e lo stitching fotografico. Queste, ed altre tecniche di post produzione, sono mirate alla restituzione di una fotografia adatta al Bene Culturale, pronta ad essere studiata e confrontata dal titolare (sia esso un Funzionario di Soprintendenza che un esperto incaricato) del Bene stesso.

Linguaggio ed Estetica della Fotograa


Scopo del corso lapprofondire, attraverso le innovazioni tecniche favorite dal contestuale sviluppo dellindustria fotografica, lo studio delle fasi evolutive che portarono alcuni fotografi, ed anche alcuni pittori fotografi, a partire dalla fine dellOttocento e ancor pi durante il Novecento, a scegliere un genere, a definire un canone artistico, ad utilizzare una particolare metodica sia tecnica che estetica, per ottenere un determinato risultato espressivo. I linguaggi che si vanno formando progressivamente, di pari passo alla consapevolezza di chi li realizzava, conducono a diversi movimenti artistici (pittorialismo, surrealismo, etc.) attraverso i quali ogni fotografo affronta in modo originale la realt circostante, creando un fenomeno soggettivo dinterpretazione che lo coinvolge in un confronto continuo con larte della pittura e di altre discipline visive.

Linguaggio e Tecnica della Fotograa di Reportage


Basandosi sulla tecnica della fotografia chimica tradizionale, si indaga quello che il racconto fotografico ha potuto fino ad oggi rappresentare e quali possano essere gli ulteriori sviluppi di questa vasta disciplina. Il corso comprende argomentazioni teoriche, losservazione critica del lavoro di vari autori e la produzione di un racconto fotografico a tema.

Metodologie di Archiviazione e Conservazione del Patrimonio Fotograco


La materia si propone di mettere in grado il discente di riconoscere i diversi supporti fotografici analogici e di poter intervenire con adeguate metodologie conservative. Linsegnamento delle tecniche necessarie alla loro successiva digitalizzazione ed organizzazione in un archivio informatico completer il corso, consentendo cos di acquisire le capacit necessarie alla gestione di un fondo o archivio fotografico.

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Diploma di II livello in grafica delle immagini

Tecniche di Fotograa ed Imaging per il Restauro e la Conservazione dei Beni Culturali


Il mezzo fotografico, ancor pi con lavvento del digitale, da sempre veicolo di indagine nellanalisi dello stato di conservazione dei BB.CC. Attraverso particolari tecniche di illuminazione e luso di specifiche porzioni dello spettro elettromagnetico possibile vedere oltre le capacit dellocchio umano. Queste metodologie di indagine, conoscitive e/o propedeutiche al restauro, sono oggetto delle lezioni teorico / pratiche del corso.

Riproduzione e Documentazione dei Beni Culturali


Il settore comprende gli studi e le metodologie relative alla ripresa del Bene intesa nella sua eccezione pi ampia di riproduzione finalizzata alla documentazione. Punto fondante del corso limportanza che nellimmagine risultante siano perfettamente visibili gli elementi caratterizzanti il Bene stesso.

Teoria del Colore e Tecniche di Stampa Digitale


La tecnologia digitale necessita di conoscenze ed abilit sugli aspetti tecnico-produttivi che non permettono come in passato la divisione dei ruoli tra fotografo e stampatore. La conoscenza del colore, della sua natura e del suo utilizzo risultano fondanti nella corretta visualizzazione e riproduzione dellimmagine. Il settore si occupa della teoria e della gestione del flusso colore, dallo scatto alla stampa, analizzando i vari dispositivi hardware e software che ne consentono il controllo al fine di restituire immagini che, ovunque e comunque siano visualizzate, restituiscano sempre una copia cromaticamente fedele del Bene.

Comunicazione Multimediale dei Beni Culturali


Le Istituzioni Culturali hanno, in un mondo le cui forme di comunicazione mutuano continuamente, la necessit di una figura che sappia integrarle nei nuovi media permettendo loro di sfruttarli come mezzo di diffusione. La materia vuole, pertanto, offrire le capacit di collegare tecniche fotografiche (quali la fotografia immersiva e simili), insieme a contributi audio/video, a realt massicciamente presenti sulla Rete quali i Social Network e i software free od open source, e per questo diffusissimi (tipo Google Earth), al fine di veicolarli come mezzo di conoscenza dello stesso Istituto Culturale e del suo Patrimonio presso unutenza generalmente restia a cercarli tramite i tradizionali mezzi di comunicazione. Lapplicazione e la sperimentazione di software, unitamente a particolari metodi di ripresa e post produzione, lo studio del linguaggio e delle tecniche offerte da queste nuove realt, metteranno in grado il discente di offrire soluzioni in grado di interagire con i vari medium, da internet ai mobile devices, che la tecnologia oggi offre.

Metodologia della Comunicazione


Il settore considera i vari ambiti di applicazione del design della comunicazione e affronta il progetto confrontandosi con il problema della gestione delle risorse e del rapporto con linfosfera; sviluppando teorie e proposte per una comunicazione che garantisca accesso, fruibilit, trasparenza.

Progettazione per leditoria


Offre conoscenze e metodologie di lavoro che permettono, partendo dalla definizione di un quadro critico delluniverso mediatico, di sviluppare una capacit progettuale interdisciplinare e consapevole nei confronti della merce-informazione. Lindagine e la progettualit su media diversi permettono di sviluppare competenze trasversali e capacit di dialogo con pi specialisti, e lutilizzo di varie discipline nelle fasi di progettazione, coordinamento e realizzazione del prodotto comunicativo.

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PAGINADUE Quaderni ISIA Urbino numero 3, marzo 2010 ISIA FOTOSINTESI Una mostra realizzata con le tesi di fotografia: unampia selezione di immagini prodotte dagli studenti negli ultimi due anni A cura di: Roberto Pieracini, direttore ISIA Paola Binante, docente ISIA, coordinatore della disciplina di Fotografia Progetto grafico: Giulia Garbin Hanno collaborato alla realizzazione della mostra: Alessio Bernardini Greta Castellana Matteo Dini Irene Lazzarin Pasquale Moretti Riccardo Muzzi Jacopo Pompilii Marcello Russo Collaborazione tecnica di: Canson Infinity Stampa FineArt A. Manta

Stampato in occasione del convegno: La Fotografia come Bene culturale: Arte, Professione e Cultura ISIA Urbino, 21 22 Maggio 2010 In collaborazione con il Comune di Urbino. Comitato organizzativo: Roberto Pieracini, direttore ISIA Paola Binante, fotografa, docente ISIA Alfredo Corrao, fotografo del MiBAC, docente ISIA Roberto Maggiori, critico darte, editore, docente ISIA

Istituto Superiore per le Industrie Artistiche 36, via Santa Chiara 61029 Urbino (PU) t (+39) 0722 320195 fx (+39) 0722 4336 info@isiaurbino.net www.isiaurbino.net

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