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La visione del lavoro muta continuamente nel corso del tempo e con i cambiamenti che si verificano nella

società. Tutti sono consapevoli di quanto sia importante e indispensabile il lavoro sia perché permette di
vivere una vita dignitosa e adeguata, sia perché talvolta ai beni indispensabili ne fa aggiungere altri
semplicemente piacevoli. Bisogna tenere in considerazione che non tutti i lavori sono visti allo stesso modo:
ce ne sono infatti alcuni considerati dignitosi, altri sminuiti nel loro valore. Naturalmente tale classificazione
non è caratteristica dell'epoca moderna, ma è stata sempre diffusa in tutte le epoche e civiltà. Se si pensa
all'antica Roma si nota subito che un lavoro considerato vero era quello che si svolgeva con decorum e
dignitas e pertanto doveva essere utile e proficuo per la civitas. Godeva del favore pubblico chi si dedicava
all'attività oratoria e giudiziaria, soprattutto se era in grado di intraprendere il cursus honorum e quindi la
carriera politica. Solo così il cittadino poteva difendere gli interessi della Res publica e nello stesso tempo
quelli dei singoli. Chi svolgeva lavori umile come servi, proletari e alcuni artigiani non era considerato un
vero e proprio cittadino sebbene sulle loro spalle gravasse qualsiasi tipo di produzione e tutto il lavoro
manuale. Molto spesso chi faceva parte di questa categoria era considerato quasi un oggetto di cui disporre
ad ogni necessità. I secoli sono trascorsi e questa concezione non è cambiata molto almeno fino
all'illuminismo, quando la diffusione di nuove idee mutò anche la considerazione dei vari tipi di lavoro. A
ciascuno il suo, quindi ogni lavoro per quanto umile è sempre dignitoso, se produttivo e utile. Bisogna dire,
comunque che molto spesso nella società moderna il lavoro è visto come possibilità di avere successo
economico o almeno uno stipendio per arrivare decorosamente a fine mese. Il problema dell'utilità sociale
si pone poco e c'è molto arriviamo. Di positivo, invece, c'è il fatto che lavori a Roma considerati indegni
perché richiedevano l'utilizzo delle mani, come l'artigianato, commercio al minuto o lo spettacolo, oggi
sono tenuti in considerazione perché soddisfano i bisogni primari dell'uomo. L'agricoltura invece, che
anticamente era un'attività proficua e godeva di un certo prestigio perché non impediva l'attività politica,
Oggi è vista come un lavoro umile che non permette spesso guadagni sufficienti per una gita agiata.
Probabilmente dipende da una cattiva politica economica che privilegia il settore secondario e terziario
senza pensare di sostenere le attività primarie in quanto sono queste le uniche che forniscono ogni tipo di
sostentamento. Dato che ogni tipologia di lavoro ha i suoi vantaggi e la sue utilità sia la politica sociale sia
quella economica deve fare in modo di rispettare con riforme e aiuti qualsiasi tipo di attività.

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