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SFORZO NORMALE SEMPLICE

Un solido ad asse rettilineo e a sezione costante è sollecitato a SFORZO NORMALE


SEMPLICE quando l’insieme delle forze esterne che agiscono su una sua sezione retta
ammette una risultante applicata nel baricentro della sezione stessa e con linea
d’azione coincidente con l’asse del solido stesso.

Lo sforzo normale può essere di compressione oppure di trazione; nel primo caso si
considera negativo, nel secondo positivo, vedi fig. seguente:

Le tensioni interne si distribuiscono in modo uniforme per cui il relativo diagramma è


un rettangolo, vedi fig. seguente:

In seguito verranno utilizzati i seguenti simboli:

𝝈: tensione unitaria che si verifica nel materiale costituente l’elemento strutturale;


𝑵: sforzo normale di compressione o di trazione;
𝑨: area della sezione trasversale retta dell’elemento strutturale;
̅:
𝝈 la tensione unitaria massima ammissibile.
La tensione in fase di esercizio, nel materiale che costituisce il solido, non deve superare
il valore della tensione ammissibile, quest’ultimo risulta sempre molto minore della
tensione di rottura 𝝈𝑹 . Questa condizione si può scrivere nel modo seguente:
𝑵
𝝈= ≤ 𝝈 ̅ 𝑬𝒒𝒖𝒂𝒛𝒊𝒐𝒏𝒆 𝒅𝒊 𝒔𝒕𝒂𝒃𝒊𝒍𝒊𝒕à
𝑨

CALCOLO DI VERIFICA, DI PROGETTO, DI COLLAUDO


1. Calcolo di verifica
La tensione normale interna 𝝈 prodotta dal carico N agente su una sezione di area A
viene valutata con la seguente relazione:
𝑵
𝝈=±
𝑨
tale valore dovrà essere inferiore alla tensione ammissibile
𝑵 2
𝝈=± ̅
≤ 𝝈
𝑨
𝑵 𝑵
l’unità di misura della tensione sarà in: [ 𝟐 ] oppure [ ]
𝒄𝒎 𝒎𝒎𝟐

2. Calcolo di progetto
La sezione di un elemento strutturale sul quale grava un carico N dovrà avere un’area A
tale che in ogni punto del materiale risulti 𝝈 ≤ 𝝈̅
𝑵
𝑨=
̅
𝝈
3. Calcolo di collaudo
Noti l’area A della sezione di un elemento strutturale e la tensione ammissibile del
materiale utilizzato, si vuole conoscere il carico massimo che può gravare
sull’elemento, affinché in ogni punto della sezione si abbia 𝝈 = 𝝈
̅.
𝑷=𝑨×𝝈 ̅
LA DEFORMAZIONE
Lo sforzo assiale determina nel solido una deformazione longitudinale unitaria
(allungamento o accorciamento a seconda che si abbia trazione o compressione).
Poiché è valida la legge di Hooke si potrà scrivere: 𝝈 = 𝑬 × 𝜺
la deformazione unitaria avrà l’espressione:
𝝈
𝜺=
𝑬
𝑵
[ ]
𝒄𝒎𝟐
ed è una grandezza adimensionale 𝑵
[ 𝟐]
𝒄𝒎
𝝈
la deformazione totale vale: 𝚫𝒍 = 𝜺 × 𝒍 = × 𝒍
𝑬
𝑵
ricordando che: 𝝈 = sostituendo si ottiene:
𝑨
𝑵×𝒍
𝚫𝒍 =
𝑬×𝑨
con l’espressione sopra indicata è possibile valutare l’allungamento o accorciamento
che subisce un elemento prismatico per effetto della forza N.

DEFORMAZIONI E TENSIONI DIPENDENTI DA VARIAZIONI DI TEMPERATURA


Una variazione di temperatura 𝚫𝒕 = 𝒕𝟐 − 𝒕𝟏 produce una deformazione sulla trave, 3
cioè un allungamento o un accorciamento a seconda che ci sia un aumento o una
diminuzione di temperatura.

Dalla Fisica è noto che la deformazione totale 𝚫𝒍 prodotta su una trave lunga
inizialmente 𝒍, per una variazione di temperatura 𝚫𝒕 vale:

𝚫𝒍 = 𝜶 × 𝒍 × 𝚫𝒕
dove "𝜶" rappresenta il coefficiente di dilatazione lineare.

L’allungamento unitario vale:

𝚫𝒍 𝜶 × 𝒍 × 𝚫𝒕
𝜺= = = 𝜶 × 𝚫𝒕
𝒍 𝒍

a seguito dell’allungamento o accorciamento registrato nella trave, nasce sulla stessa


una tensione il cui valore può calcolarsi con la seguente relazione:

𝝈 = 𝑬 × 𝜺 = 𝑬 × 𝜶 × 𝚫𝒕

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