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03/12

Narratore fa riferimento a sorta di epidemia di follia dal Brasile che ha letto sul giornale, e ipotizza
che sia arrivato sul battello brasiliano che aveva visto passare. Un medico replica che non sa se è
pazzo, se lo sono entrambi, o se il ''successore'' sia arrivato. Per il narratore infatti il mostro è questo
nuovo uomo, essere, che prenderà il posto degli umani. Narratore cerca di dare una spiegazione
razionale; l'essere non è invisibile, solo che l'occhio umano è troppo indietro per vedere qualcosa
così perfetto, gli sfugge inoltre ciò che è troppo piccolo o grande, il nostro sguardo è limitato.
(contiene anche teoria filosofica/teologica, l'uomo non può contenere né vedere ciò che è così più
grande di lui). Il protagonista da nome ad essere, le Horla, che verrà dopo l'uomo e si nutre di uomo
come noi degli animali. La paura degli invisibili ha sempre perseguitato l'uomo. Ma tutte le
leggende preannunciavano la venuta di questo essere. Il primo racconto si conclude così, il
protagonista non giunge a una conclusione e anzi anche il dottore viene influenzato.

Seconda versione: sotto forma di diario. Prima persona si presta anche a interpretazione in chiave
autobiografica. Anche in questo viene colpito dal battello brasiliano e addirittura lo saluta. Dopo
qualche giorno inizia a sentire dei sintomi di febbre e umore basso. Invisibile: tutto l'800 si
interroga al riguardo. La sua esistenza viene alimentata anche da scoperte scientifiche. Scienza e
religione/filosofia dialogano, non sono in contrasto. Scienza alimenta credenze del sovrannaturale.
(es: scienza si interessa a Giovanna d'Arco). A maggio va dal medico, ma anche in questo caso la
medicina è impotente. Inquietudine aumenta di notte a causa della teoria dei vampiri. Immaginario
si sviluppa dopo rivoluzione francese, negli anni del terrore. Ghigliottina ed esecuzioni crea un
immaginario popolato da fantasmi, moti viventi, vampiri... a causa della paura generata dalla
violenza che veniva vista con le ghigliottine. In quel periodo inoltre i nobili scappavano in esilio per
tornare poi anni dopo, quando li credevano già morti, creando quindi dei morti vivi. Si crea quindi
tendenza a necrofilia, fascino per morti. Zola lo racconta in Therese Raquin, in cui viene aperto
obitorio e gente ci passasse delle ore provando fascino e attrazione per i cadaveri.
Sta un po' meglio m poi torna a stare male. Una notte sente qualcuno su di lui che gli beve la vita
dalla bocca: chiaro che si tratta di un vampiro. Crede di essere sonnambulo. Soggetto non riesce più
a percepirsi come unitario ma solo come scisso, e non è più ricomponibile (altro tema ottocentesco).
Duplicità che sfocia in contraddizione (es. Fleurs du mal).

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