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CHIARA MANENTI

MATRICOLA:Y40000067
STORIA DELL'EUROPA (LM 37)

RELAZIONE: LA CACCIA ALLE STREGHE IN EUROPA


di Brian P. Levack
L'AUTORE E L'IDEA DEL LIBRO
Brian Levack uno storico americano che ha dedicato i suoi studi alla storia
dell'Europa e dell'Inghilterra dellEt moderna. Dopo aver conseguito la laurea
all'Universit di Fordham e il dottorato a Yale nel 1970, ha poi svolto la sua attivit
professionale al Dipartimento di storia dellUniversit di Austin in Texas.
Levack conosciuto a livello internazionale grazie al libro La caccia alle streghe in
Europa, una lucida e documentata analisi su quello che stato il pi grande
assassinio di massa, avvenuto nell'Europa moderna, nel periodo che va dal 1450 al
1760.
Levack, che insegnava da pi di dieci anni la storia della stregoneria, fu spinto a
scrivere questo saggio quando si rese conto che non esisteva un volume unico che
contenesse le varie fasi della caccia alle streghe: lincriminazione, il processo e
lesecuzione. In questo saggio Levack cerca di spiegare le ragioni che portarono
alla grande caccia alle streghe in Europa e perch tocc il suo apice verso la fine del
XVI
e
l'inizio
del
XVII
secolo.
La caccia alle streghe in Europa non fu un singolo evento storico, ma la risultante di
migliaia di singoli processi che si tennero, nell'arco di pi di 300 anni, dalla Scozia
alla Transilvania, dalla Spagna alla Finlandia, dall'Inghilterra alla Francia. In
secondo luogo la caccia alle streghe fu un impresa estremamente complessa, dal
momento che coinvolse sia le classi sociali colte che la gente comune. Essa fu ad un
tempo il riflesso delle idee popolari e di quelle di lite in materia di stregoneria.
Ebbe dimensioni sia religiose che sociali e fu condizionata da una variet di fattori
politici e giuridici.
Diviso in nove Capitoli, il saggio vuole fare luce sugli aspetti ancora irrisolti di una
tematica cos macabra e scottante che ha visto provocare la morte di pi di 45.000
persone in tutto l'ambito europeo.
PRIMO CAPITOLO- Introduzione
Nel Primo Capitolo, Levack fornisce una spiegazione del termine "Stregoneria" e di
come questo fenomeno abbia avuto inizio.
Anche se il numero degli stregoni e delle streghe processati varia da luogo a luogo e
da periodo a periodo, tutti i processi per stregoneria si possono far rientrare in una
operazione giudiziaria di vastissima portata che fu posta in atto solo in Europa e solo
all'inizio
dell'et
moderna.
Le autorit e le comunit europee di quel periodo nutrirono una paura cos profonda
nei confronti delle streghe, da dare spesso vita, nell'intento di perseguirle, a forme di
comportamento frenetiche, irrazionali o maniacali. La caccia alle streghe
comportava l'identificazione di individui cui l'opinione pubblica attribuiva la pratica
di attivit segrete od occulte. Tale compito veniva svolto dalle autorit giudiziarie e
da cacciatori di streghe di professione. Sulla base delle accuse, delle denunce o anche
di semplici voci, le autorit giudiziarie procedevano all'arresto di persone i cui
nominativi erano stati segnalati, dopodich le interrogavano e facevano quanto in
loro
potere
per
indurle
a
confessare.
L'ultima fase della caccia si concludeva, nella maggior parte dei casi, con la

condanna degli accusati a cui faceva seguito l'esecuzione capitale, l'esilio o la


reclusione.
Quando gli europei dell'inizio dell'et moderna usavano la parola "Stregoneria" si
riferivano
quasi
sempre
a
due
tipi
di
attivit.
La prima era la pratica della magia nera, o maligna o malefica, cio la "fattura"di
malefici mediante il ricorso a poteri straordinari. A questo tipo di magia si
attribuivano poteri diversi: uccidere una persona trafiggendo un pupazzo fatto a sua
immagine, infliggere una malattia ad un bimbo recitando un incantesimo, provocare
un incendio ponendo una spada stregata in una stanza, etc..
Tali
atti
venivano
chiamati
in
latino
Maleficia.
Esistevano due tipi di magia: la Magia benefica, il cui scopo era quello di produrre
qualche beneficio a s o agli altri, favorendo la crescita delle messi, la fertilit
femminile o guarendo una persona malata; e la Magia malefica, che poteva provocare
malattie, morte, povert o qualche altra sventura. Inoltre la magia si divideva in
Magia
Alta
o
Magia
Bassa.
Facendo rientrare tra la magia alta: l'Alchimia, l'Astrologia, la Negromanzia (che
ricorre all'uso degli spiriti dei defunti); mentre per la magia bassa viene riferito che
non richiesta alcuna cultura particolare perch pu essere espressa oralmente e di
solito assume la forma di semplici sortilegi o incantesimi.
La stregoneria si distingue dal maleficium in due modi. In primo luogo, la
stregoneria pu essere sia malefica che benefica. In secondo luogo, alcuni atti
malefici non richiedono l'impiego di nessuna tecnica.
La seconda attivit associata alla stregoneria riguardava la relazione della strega con
il Diavolo, nemico del Dio cristiano e personificazione del male. La strega per
ottenere i suoi poteri avrebbe stipulato un patto col Diavolo durante i sabba,
riunioni notturne alle quali si recavano volando, in cui adoravano il Diavolo e si
dedicavano a pratiche lascive, dissolute, infanticide e cannibalistiche. Le streghe si
macchiavano cos del crimine di satanismo. La credenza che la strega acquisisse i
suoi poteri dal Diavolo, derivava dagli scritti dei teologi, che a partire dal IV secolo,
avevano sempre sostenuto che la magia poteva essere praticata solo da potenze
demoniache. Il legame tra satanismo e stregoneria rese l'eresia della strega ancora
pi minacciosa. E pi che il maleficium, nella condanna influiva maggiormente
l'accusa di adorare il Diavolo. La componente diabolica distingueva la stregoneria in
Europa da quella praticata dalle societ primitive. La credenza nel Diavolo un fatto
unico nella civilt occidentale e nelle culture che ne sono derivate.
Le idee sul satanismo appartenevano soprattutto agli avvocati, ai giudici e ai
magistrati, le classi colte che dominavano la societ. Le accuse contro le streghe
provenivano dai membri di quelle classi. In Inghilterra, dove la persecuzione della
stregoneria fu quasi sempre praticata dal basso, il crimine di stregoneria rimase
sostanzialmente quello di aver praticato la magia nera, non quello di adorare il
Diavolo.
Spesso la stregoneria viene vista come un'elaborata fantasia priva di alcun
fondamento reale, e coloro che furono processati per stregoneria come vittime
innocenti. Ma la stregoneria esisteva veramente? Coloro che furono accusati,
commisero effettivamente quelle attivit per cui furono perseguiti?
Disponiamo di una grande quantit di prove materiali, giuridiche e letterarie che
provano che in quasi tutte le societ certi individui praticavano la magia dannosa o
malefica. Possediamo tavolette di piombo dell'antica Roma in cui erano incise
maledizioni. Cos pure sono state conservate le bambole e altri strumenti, usati a
scopo di incantesimo o manuali e guide della pratica della magia nera e bianca.
pi difficile invece stabilire se la stregoneria fosse praticata all'inizio dell'et
moderna, in quanto raramente strumenti legati alla stregoneria furono prodotti in
giudizio. La maggior parte di loro era anche analfabeta, pertanto non possedevano
libri di magia. La prova legale della loro colpevolezza consisteva nella loro

confessione e nelle deposizioni dei vicini. Spesso per queste prove erano sospette
perch le confessioni venivano estorte con la tortura o con la minaccia di tortura
nella maggior parte dei casi, e perch i vicini, nel fare l'accusa, erano spinti di solito
da motivi di ostilit. Infatti in nessun caso i vicini testimoniarono di aver assistito a
un atto di adorazione del Diavolo, n ci furono testimoni oculari che poterono
confermare quelle accuse, n le autorit scovarono un covo di streghe. Le uniche
prove che possediamo sono le deposizioni che contengono la documentazione di
formule magiche, di incantesimi e anche degli strumenti usati per la fattura.
Le confessioni ottenute attraverso la tortura erano spesso inficiate, perch il
torturatore faceva delle domande con lo scopo di farsi dire ci che voleva. Molti
giudici, sia del clero che secolari, avevano un'idea molto rigida e preconcetta delle
pratiche diaboliche delle streghe. Essi presumevano che tali persone, oltre a praticare
la magia, facessero parte anche di una setta segreta adoratrice del Diavolo. I giudici
usavano la tortura per avere la confessione e per ottenere i nomi dei complici. La
tortura veniva usata nelle fasi preliminari, dopo l'arresto. L'accusa di adorare il
Diavolo avveniva sempre dopo l'uso della tortura. Perci si pu dire che la tortura
cre la stregoneria diabolica. Chi veniva accusato di stregoneria a volte confessava
spontaneamente, non perch avesse commesso il reato, ma per sfuggire alla tortura, o
per mettere fine alla tortura, o per ottenere clemenza dai giudici, o perch anche nel
caso in cui fosse stato rimesso in libert, sarebbe stato condannato all'isolamento
sociale. Alcune delle donne che confessarono spontaneamente erano senili o insane
di mente. Altre invece credevano di essere streghe, perch lo avevano sognato o
perch erano sotto effetto di droghe. Nel '500 e nel '600 era diffusa la credenza
secondo cui le streghe si recavano ai sabba volando, dopo aver cosparso il corpo di
unguenti. Alcune ricette di questi unguenti sono state conservate, e analizzandole
stato dimostrato che, a grandi dosi, contengono sostanze come l'atropina, che pu
provocare effetti allucinogeni o alterazioni mentali.
Forse anche il patto col Diavolo non un prodotto della fantasia. Agli inizi dell'et
moderna, molte donne, vecchie e povere, vedendo che la loro condizione era
disperata e credendo che il Diavolo offrisse loro piaceri materiali in cambio
dell'adorazione, gli offrivano la loro anima. anche possibile che i soggetti accusati
di stregoneria si organizzassero in funzioni di altri scopi, non diabolici, i quali
fossero stati interpretati dalle autorit giudiziarie come culto collettivo del Diavolo.
L'antropologa Margaret Murray sostenne che le streghe dell'et moderna fossero
effettivamente membri di un antico culto precristiano della fertilit i cui benefici riti
furono fraintesi da preti e da giudici spaventati. La paura di un culto collettivo del
Diavolo pu essere derivata dall'effettiva esistenza di riunioni segrete di altri gruppi.
Gli eretici si riunivano in gruppi abbastanza numerosi per scopi di culto, ma le
streghe lo fecero individualmente o in piccoli gruppi.
Carlo Ginzburg scopr che nella regione del Friuli tra la fine del '500 e l'inizio del
'600, un gruppo chiamato i benandanti, i quali facevano parte di un culto della
fertilit che si riuniva di notte. Questi uomini, nonostante avessero dichiarato di
essere cattolici, sotto le pressioni dell'Inquisizione si convinsero di essere anch'essi
streghe e confessarono. I benandanti dimostrano cos che la stregoneria ha origini
nell'antico culto della fertilit.
Poich tanti documenti giudiziari sono andati distrutti o perduti, non si pu stabilire
con certezza quale fu il numero totale dei processi contro le streghe, n il numero
delle esecuzioni. Le cifre sono state spesso gonfiate sia dalle affermazioni dei
cacciatori, sia dagli scrittori di epoca posteriore, i quali volevano accentuare la
gravit del fenomeno che stavano esaminando. La cifra totale delle persone che
furono effettivamente processate per stregoneria in tutta l'Europa probabilmente non
supera di molto le 100.000. Circa la met di queste persone vivevano in regioni
tedesche del Sacro Romano Impero. L'altra grande concentrazione di processi si
ebbe nei territori intorno alla Germania. A est, la Polonia fu la sede di circa 15.000

processi. A sud, la Svizzera process circa 9.000 persone. Nel Regno di Francia si
tennero pi di 10.000 processi. Nelle isole britanniche ci furono 5.000 processi, cos
come nei regni scandinavi. Ancora inferiore fu il numero di processi che si tennero in
Ungheria, Transilvania, Moldavia, Valacchia e Russia. In Spagna e in Italia ci furono
10.000 processi. All'inizio dell'et moderna si giustiziarono all'incirca 60.000
streghe. Le cifre complessive non danno un'idea esatta della portata o dell'intensit
della grande caccia alle streghe. Non indica ad esempio quante persone vivessero
circondate dal sospetto di stregoneria o fossero oggetto di accuse informali. Dai
documenti dei tribunali ecclesiastici emerge che ci furono pi accuse di stregoneria
che non processi per stregoneria. Molti individui accusati formalmente di stregoneria
non furono mai processati. In alcuni casi ci avvenne, perch le autorit giudiziarie
decisero di porre fine alla caccia alle streghe a causa del tempo e del costo della
carcerazione e del processo a carico di centinaia di sospettati, che avrebbe inciso
sulle risorse finanziarie della comunit locale.
SECONDO CAPITOLO Le basi intellettuali
Nel secondo capitolo, Levack spiega la formazione del concetto cumulativo di
strega. La credenza nel patto col Diavolo e la credenza nei sabba erano proprie
principalmente delle classi colte e non della gente comune. La loro formulazione
effettiva si doveva all'opera di teologi, filosofi e avvocati, e le persone che le
avevano recepite erano giudici, ecclesiastici, magistrati e proprietari terrieri. I
contadini ottenevano informazioni sulle attivit diaboliche delle streghe attraverso la
pubblica lettura delle accuse, nonch attraverso gli sforzi deliberati delle autorit di
istruire la popolazione in materia di stregoneria. La grande caccia alle streghe non
avrebbe avuto luogo se le lite dominanti, che avevano il controllo della macchina
giudiziaria non avessero creduto nelle attivit diaboliche delle streghe. Il maleficium
non era abbastanza grave come crimine per mettere in atto la caccia alle streghe.
La figura del Diavolo assume un'importanza significativa nel Nuovo Testamento,
dove diventa l'acerrimo nemico del Dio cristiano e l'incarnazione del male, che
induce gli uomini a rinunciare a Cristo. I Padri della Chiesa per combattere la
religione pagana e quella giudaica, cominciarono a demonizzare quegli dei e quelle
divinit, identificandole come l'incarnazione del Diavolo. Questa tattica serviva a far
convertire alla religione cristiana coloro che ancora continuavano ad adorare gli dei
pagani. Tale processo contribu alla rappresentazione pittorica del Diavolo, che fino
ad allora non esisteva. Il diavolo veniva raffigurato con il colore nero, simbolo del
peccato, con le ali per la sua condizione di angelo caduto e con altre fattezze come la
barba caprina, il piede biforcuto, le corna, la forma semi-animalesca che rimandano
agli antichi dei pagane. Questo dimostrerebbe l'origine della stregoneria come antico
culto della fertilit. Secondo gli scolastici, il Diavolo e i suoi demoni, potevano
assumere l'apparenza di un corpo umano, impossessarsi di un essere umano e
avevano anche il potere di ingannare, di creare delle illusioni. Quindi potevano
impossessarsi di immagini contenute nella mente degli uomini e sovrapporle alle
loro facolt mentali sicch essi avevano l'impressione di vedere cose che in realt
non esistevano. Una delle limitazioni dei poteri del Diavolo era di non poter
dominare la volont. Poteva indurre in tentazione, illudere e ingannare, ma non
poteva costringere una persona a rinunciare alla sua fede cristiana o a fare del male.
Non poteva possedere l'anima. La credenza nel patto col Diavolo risaliva agli scritti
di sant'Agostino. Secondo S.Agostino siglare il patto col Diavolo permetteva di
entrare in possesso dell'arte magica. La connessione fra magia e patto col Diavolo
divenne pi forte nel XII e nel XIII secolo, quando la traduzione di molti testi di
magia, islamici e greci, port a un aumento significativo della pratica di quell'arte e
quando gli autori ecclesiastici divennero pi determinati nel combatterla. La magia
che comportava la capacit di evocare demoni e di impartire loro degli ordini, veniva

definita negromanzia. L'evocazione degli spiriti morti permetteva di acquisire


conoscenze segrete o proibite. Questa pratica veniva condannata perch, come
sostenuto dalla Scolastica, i demoni fornivano i loro servigi in cambio della loro
adorazione. La magia divenne un'eresia, e il mago veniva gradualmente trasformato
in strega, perch era schiavo del Diavolo.
La credenza nel patto col Diavolo e la credenza nei sabba, hanno origini diverse,
tanto che la loro convergenza nel concetto cumulativo di stregoneria non si verific a
pieno fino al '400. La credenza nel sabba ha sia un'origine psicologica che un'origine
storica. Le sue radici psicologiche sono ramificate negli incubi e nelle fantasie circa
attivit inumane e immorali in molti tipi di societ. Ogni cultura ha creato dei miti
relativi a persone dotate di poteri sovrannaturali o con caratteristiche fisiche
particolari, che sovvertirebbero le norme morali e religiose della societ. La credenza
in questi miti era necessaria sia per definire quelle norme, per rafforzarle. Poich
tutte le societ hanno in comune valori simili, gli incubi che esse producono
possiedono alcuni aspetti comuni. Il sabba e le streghe sarebbero uno dei tanti incubi.
La forte enfatizzazione degli aspetti erotici del sabba deriva dall'atteggiamento
negativo della Chiesa medioevale nei confronti del sesso. Anche la parodia della
Messa cattolica, rispecchia l'orrore nei confronti della dissacrazione delle sue
cerimonie pi sacre. Alcuni sabba che avrebbero avuto luogo nel '500 e nel '600
comportavano la recitazione a rovescio del credo di Nicene, mentre il celebrante
stava a testa in gi. L'ostia era fatta di frattaglie, di rapa o di qualche altra sostanza
scura.
La rappresentazione di questa antisociet ha origine dalle invettive dei monaci, che
nel '200 e nel '300 minacciati dalla spaventosa diffusione di eresie come quelle dei
valdesi e dei catari, costruirono l'immagine di una societ eretica antiumana allo
scopo di prevenire la crescita di tali movimenti e per incoraggiarne la repressione.
Nel costruire quell'immagine, i monaci si rifecero all'immagine che i Romani
avevano concepito dei cristiani delle origini come membri di una organizzazione
segreta che praticava l'infanticidio cannibalistico e l'incesto. Un'altra fonte del sabba
era l'immagine che gli autori della Patristica avevano concepito degli eretici come
idolatri e figli di Satana. Una terza fonte era il carattere dottrinario dell'eresia stessa.
I catari erano dualisti, credevano anche nell'esistenza del Diavolo. Lo scopo della
cristianit era secondo loro, insegnare agli uomini a liberarsi dal male in cui erano
imprigionati. L'esagerazione nel potere del Diavolo, spinse i difensori dell'ortodossia
a vedere nei catari, gli adoratori del Diavolo. Anche i catari, in quanto eretici,
venivano trasformati in streghe. Nel '500, man mano che si faceva luce sull'effettiva
attivit degli eretici, quelle accuse furono riservate solo alle streghe e non agli
eretici.
L'ultimo elemento importante del concetto cumulativo di stregoneria era la credenza
che le streghe potessero volare. Era considerato un corollario del sabba, in quanto il
volo forniva la spiegazione della capacit delle streghe di partecipare a riunioni
notturne segrete in luoghi remoti senza che fosse notata la loro assenza da casa. La
credenza nelle streghe volanti, non trov accoglimento presso l'lite colta europea
finch questa non cominci a credere che i malefici facessero patti col Diavolo e si
riunissero insieme per adorarlo.
La credenza nel volo aveva origini popolari. Nell'epoca classica, si credeva che le
donne di notte potessero trasformarsi in gufi volanti che mangiavano i bambini,
chiamati strigae. Si credeva inoltre che le streghe partecipassero a cavalcate notturne
in compagnia di Diana, la dea romana della fertilit, spesso identificata con Ecate, la
dea del mondo sotterraneo e della magia. In Italia e in Francia quella credenza
assumeva la forma di una credenza nelle signore della notte, misteriose donne, che
sotto la guida di una regina, visitavano le case con propositi benefici. La credenza
nelle strigae e nelle signore della notte era cos forte che molte donne credevano di

volare la notte. Fino al '300, gli uomini colti consideravano quelle credenze frutto
dell'inganno del Diavolo.
La posizione della Chiesa medioevale nei confronti di simili credenze riassunta dal
Canon Episcopi, un complesso di istruzioni, scritte da Regino di Prm nel X secolo.
Oltre a condannare le arti magiche, il Canon afferma che ci furono donne, che furono
sedotte dalle illusioni e dai fantasmi dei demoni, che credevano di cavalcare animali
di notte in compagnia di Diana. Quelle donne venivano accusate di miscredenza e di
indurre gli altri nello stesso errore.
Nella cultura popolare le strigae e le signore della notte, furono spesso fuse insieme.
L'lite colta, che inizialmente non credeva a quelle attivit, cominci a cambiare idea
e a credere che avessero un fondamento reale. Le ragioni di questo cambiamento
nell'atteggiamento delle persone colte, vanno ricercate probabilmente nella
demonologia scolastica. Dall'affermazione che il Diavolo possedesse poteri di
locomozione, derivava la sua capacit di trasportare le persone attraverso l'aria.
Nonostante ci permaneva l'atteggiamento pi scettico del Canon, che il volo fosse il
risultato dell'immaginazione diabolica.
Nelle descrizioni o nelle rappresentazioni artistiche le streghe venivano ritratte a
cavallo di animali, altre volte a cavallo di bastoni, di forconi o tridenti (simbolo
spesso associato al Diavolo), ma quello pi menzionato era la scopa, simbolo del
sesso femminile nonch simbolo fallico. A volte si raccontava che volassero spinte
dal vento. Poich in alcuni casi si riferiva che si spalmassero degli unguenti per
volare, sorto il problema se tali unguenti contenessero delle sostanze allucinogene.
Esperimenti hanno dimostrato che contenevano veleni e atropine che possono
produrre grande eccitazione, allucinazioni e miraggi. Ma molte delle ricette degli
unguenti non contengono altro che sostanze inerti.
Un'altra credenza collegata alla stregoneria era la metamorfosi, grazie alla quale gli
esseri umani erano capaci di trasformarsi in un altro essere vivente. Implicando l'uso
di poteri magici o sovrannaturali fu assimilata alla stregoneria. La credenza nella
metamorfosi non fu accettata presso gli intellettuali. Come emerge nelle opere di
uomini come Molitor o nello stesso Malleus Maleficarum, si credeva che la
metamorfosi fosse il prodotto dell'inganno del Diavolo. Nonostante ci molte
persone furono processate per aver confessato di essersi trasformate in animali.
Nel '500 e nel '600 le descrizioni delle attivit che si svolgevano nei sabba venivano
abbellite. In tutta Europa i particolari del sabba variavano a seconda dei tempi e dei
luoghi: il Diavolo poteva presentarsi in forma umana o come animale;il banchetto
rappresentava la cucina locale; le descrizioni delle attivit sessuali rispecchiavano le
fantasie sessuali dell'accusata e degli accusatori.
Bench le accuse specifiche contro le streghe variassero da luogo a luogo e anche da
caso a caso, esse presentavano una serie di aspetti comuni. Queste analogie
suggerivano che le concezioni colte di stregoneria venivano trasmesse da un'area
all'altra e da una generazione all'altra. Sia lo sviluppo che la trasmissione di nozioni
colte di stregoneria furono la risultante dell'interazione fra il processo giudiziari da
un lato e la tradizione letteraria dall'altro. La fusione fu il risultato dell'opera del
giudice o dell'inquisitore, che mescolava l'accusa contro l'imputato con le sue stesse
fantasie o ossessioni, a loro volta alimentate dalla cultura teologica. Nelle
confessioni estorte con la tortura, l'inquisitore trovava la conferma dei suoi sospetti. I
risultati dei processi venivano a conoscenza di altri giudici, prima per via orale poi
attraverso manuali di uso, che utilizzavano le testimonianze rese nei processi per
dimostrare le varie attivit delle streghe. L'inquisitore di un nuovo processo avrebbe
utilizzato l'informazione contenuta nel manuale per formulare le domande da porre
ai testimoni e all'accusata. Ma al tempo stesso, avrebbe potuto aggiungere nuovi
risvolti alle accuse classiche.
Inizialmente furono i processi stessi a consolidare il concetto cumulativo di
stregoneria, ma quando lo stereotipo della strega and consolidandosi, la letteratura

divenne il principale veicolo di trasmissione, soprattutto con l'introduzione della


stampa.
Il primo trattato sulla stregoneria ad assumere un ruolo fondamentale nel portare a
conoscenza di un vasto pubblico il concetto cumulativo di stregoneria fu il Malleus
Maleficarum. Pubblicato nel 1486, era l'opera di due inquisitori, Kramer e Sprenger.
I due avevano cooperato nei processi alle streghe, cosicch, quando incontrarono
resistenze nei confronti della loro opera da parte delle autorit ecclesiastiche e
secolari, riuscirono a ottenere una bolla da papa Innocenzo VII, che li autorizzava a
procedere. Il libro era destinato agli inquisitori ed era scritto nella forma di una
disputa scolastica, in cui si forniva una serie di risposte a vari quesiti, strettamente
basate sul pensiero scolastico. La novit del Malleus, consisteva in un'enfatizzazione
misogina della propensione delle donne verso quel crimine. L'opera ebbe il merito di
fondere in un'unica opera tutte le diverse credenze in materia di stregoneria, di
fornire un supporto teologico agli ideali che intendeva promuovere, consulenza
legale in materia di processi alle streghe e di rendere gli inquisitori pi consapevoli
della stregoneria e quindi pi convinti della sua esistenza. Inoltre l'inclusione della
bolla papale, attribuiva all'opera una maggiore autorit.
Il Malleus non fu l'unico trattato sulla stregoneria. Nel 1524 Grillandus, un
magistrato pontificio, pubblic il Tractatus de hereticis et sortilegiis, che ebbe vasta
diffusione e divenne una delle principali fonti di informazione sul sabba. Dopo
questo trattato, per circa quarant'anni, non furono pubblicati altri trattati su questa
materia. Il calo dell'interesse per opere sulla stregoneria va ricercato nella forte
preoccupazione per la Riforma protestante, con il declino dell'Inquisizione papale.
Dopo il 1570, tuttavia, ci fu un marcato aumento dei processi per stregoneria, che
stimol la ristampa di vecchi trattati e la pubblicazione di nuovi.
I trattati di stregoneria riuscirono a rendere i membri colti della societ europea
consapevoli della stregoneria e convinti della sua realt. Anche se molte delle accuse
provenivano dall'alto, ricercare e perseguire le streghe richiedeva il supporto
dell'intera comunit. Erano i vicini delle streghe su cui si faceva affidamento per
l'identificazione dei sospetti, per facilitarne la cattura e testimoniare a loro carico.
Era necessario che le classi inferiori credessero nella stregoneria e collaborassero
alla caccia.
Una seria minaccia al concetto cumulativo di stregoneria fu il movimento
intellettuale che prende il nome di Rinascimento, rinnovamento della cultura
classica, iniziato in Italia alla fine del '300 e all'inizio del '400. Il Rinascimento
minacciava il concetto colto di stregoneria perch disprezzava la cultura medioevale,
specialmente la scolastica. Dal momento che le credenze nelle streghe facevano
parte della cultura medioevale, esse furono sottoposte a pesanti critiche da parte
degli umanisti. Il principale sistema filosofico del Rinascimento, il neoplatonismo,
costituiva una sfida diretta all'aristotelismo della Scolastica che sottendeva il
concetto cumulativo di stregoneria. Invece, di attribuire fatti magici al Diavolo, il
neoplatonismo sosteneva che l'uomo stesso potesse praticare la magia, sfruttando le
forze naturali dell'Universo. Ma nonostante la seria minaccia rappresentata dal
Rinascimento, il concetto cumulativo di stregoneria sopravvisse intatto fino alla fine
del '600.
Come pot accadere tutto ci? Una delle ragioni di quello fallimento che il
neoplatonismo non raggiunse mai una posizione dominante presso i circoli
intellettuali europei. Anzi l'aristotelismo ebbe una sorte di rinascita nell'ultimo
decennio del '500. Ma anche se il neoplatonismo fosse stato pi forte, improbabile
che sarebbe riuscito a mettere in discussione il concetto cumulativo di stregoneria,
per la semplice ragione che non neg mai le due idee centrali della stregoneria:
l'esistenza del Diavolo e l'efficacia della magia. Gli intellettuali del Rinascimento,
una volta ammessa l'esistenza e il potere di forze demoniache, non furono pi in
grado di aggredire i principi fondamentali della demonologia medioevale. Lo stesso

dicasi per la magia rinascimentale. I maghi dotti del Rinascimento fecero tutto ci
che era in loro potere per distinguere la loro magia da quella dei negromanti
ignoranti e dalle povere streghe di quel periodo, ma senza successo. La connessione
fra i due tipi di magia divenne sempre pi stretta negli scritti di coloro che si
occupavano di stregoneria.
John Weyer, medico e umanista, fu il pi famoso di coloro che criticarono la caccia
alle streghe nel '500. Egli scrisse il De praestiigis daemonum e il De Lamiis,
sostenendo che le streghe non praticassero tutte le attivit che le venivano attribuite.
Con queste sue opere Weyer voleva dimostrare che le donne ignoranti che
ammettevano di essere delle streghe soffrivano di allucinazioni e non dovevano
essere processate. Weyer utilizz la sua conoscenza medica per sostenere che i
presunti maleficia delle streghe si potevano spiegare con cause mediche e naturali, e
che le confessioni delle streghe relative ad attivit diaboliche erano in buona parte la
conseguenza di un disturbo dell'utero denominato melanconia.
Il punto debole dell'argomentazione di Weyer consisteva nel non negare l'esistenza
del Diavolo. Egli ammise infatti che il Diavolo poteva influenzare la fantasia umana.
I maleficia delle streghe si potevano attribuire a cause naturali, ma il Diavolo era
responsabile di far pensare alle streghe di averli causati. Un secondo punto debole
era quello di non aver liberato le vecchie donne melanconiche accusate di
stregoneria dalla responsabilit morale delle loro azioni. Anche se immaginavano di
fare patti col Diavolo, erano ugualmente colpevoli di eresia. La melanconia, secondo
Weyer, non le aveva rese dementi e quindi innocenti. Le aveva soltanto rese pi
vulnerabili di fronte ai poteri ingannatori del Diavolo. Weyer si oppose solo a che
fossero perseguite da parte delle corti secolari, poich di fatto esse non avevano
causato il danno che veniva loro attribuito. L'establishment intellettuale europeo
respinse la posizione di Weyer e rafforz la propria convinzione che la stregoneria
fosse una realt e che le streghe dovessero essere processate duramente per i loro
crimini. Fu solo verso la met del '600 che gli intellettuali europei, manifestarono
uno scetticismo assai pi radicale di quello di Weyer a proposito del potere del
Diavolo.
La credenza nel Diavolo nel '500 e nel '600 si dimostr altamente resistente,
soprattutto perch numerose furono le apparenti manifestazioni del potere
demoniaco in quei secoli. Le numerose calamit della fine del '300, in particolare la
peste detta anche la Morte nera, possono aver indotto gli intellettuali a presumere
una maggiore presenza del demonio nel mondo, mentre la profonda crisi economica
degli inizi dell'Et moderna, il trauma della Riforma e le frequenti guerre e
pestilenze potrebbero aver rafforzato il convincimento che il Diavolo fosse
particolarmente attivo. Questi fattori crearono uno stato di ansiet nelle comunit s
da indurre i magistrati a processare le streghe. Un altro fattore fu la paura della
ribellione, sedizione e disordini che ossession all'epoca i membri delle classi
superiori. Non un caso che le pi antiche descrizioni di sabba risalgano al periodo
in cui l'Europa stava vivendo un'ondata di ribellione sociale. La strega era vista come
la quinta essenza del ribelle ed era colpevole di tradimento contro Dio per essere
adoratrice del Diavolo. Inoltre essa faceva parte di un'enorme cospirazione politica,
che lottava per rovesciare il mondo, per sovvertire le norme morali. Uomini di chiesa
che parteciparono al Concilio di Basilea, all'inizio del '400, pensavano che la
ribellione nelle campagne fosse parte di una cospirazione satanica diretta a
distruggere il celibato del clero e conseguentemente presero delle misure dirette a
favorire i processi alle streghe.
Senza tali convinzioni non ci sarebbe stata ragione di perseguire le streghe con la
determinazione che le autorit giudiziarie manifestarono durante il primo periodo
dell'Et moderna.

CAPITOLO 3- Le basi giuridiche


La grande caccia alle streghe in Europa fu un'operazione giudiziaria. Tutto il
processo di scoperta ed eliminazione delle streghe avveniva nell'ambito giudiziario.
Ci furono casi in cui capit che gli stessi abitanti della comunit locale, in preda al
panico, presero l'iniziativa e si fecero giustizia da s alla maniera di un comitato di
salute pubblica. I governi centrali, tuttavia, avversarono fortemente questa forma di
giustizia contadina sommaria perch costituiva una sfida alla loro autorit e
operarono in modo da evitare che quegli episodi si ripetessero. L'elevato numero dei
processi alle streghe in Europa fu favorito da una serie di innovazioni giuridiche
introdotte fra il XIII e il XVI secolo. I tribunali secolari ed ecclesiastici dell'Europa
continentale adottarono il nuovo sistema inquisitorio di procedura penale che facilit
notevolmente l'attivazione e lo svolgimento dei processi per stregoneria. In secondo
luogo, i tribunali acquistarono il potere di usare la tortura nei confronti degli imputati
per stregoneria rendendo cos relativamente facile ottenere la confessione delle
streghe e l'indicazione dei nomi dei loro presunti complici. In terzo luogo, i tribunali
secolari d'Europa acquistarono giurisdizione in materia di stregoneria, aggiungendosi
cos, e in certi casi sostituendosi ai tribunali ecclesiastici come motori giudiziari
della caccia alle streghe. I processi alle streghe furono per lo pi affidati a tribunali
regionali che operavano con un certo grado di indipendenza dal controllo giudiziario
centrale o nazionale.
Le basi giuridiche e intellettuali della caccia erano strettamente collegate, poich
l'adozione di nuove procedure penali favor la sintesi delle varie concezioni relative
alle presunte attivit delle streghe. Feroci cacce furono possibili solo dopo che molti
tribunali europei ebbero adottato il processo inquisitorio e introdotto l'uso della
tortura.
Prima del '200 i tribunali europei seguivano un sistema di procedura penale che
rendeva difficile il perseguimento dei crimini, specie di quelli occulti. Il sistema
accusatorio era applicato nella sua forma pura dai tribunali secolari delle regioni
mediterranee e da vari tribunali ecclesiastici. L'accusa consisteva in un'affermazione
formale, pubblica e giurata, che partiva da un soggetto privato, solitamente la parte
lesa o i suoi familiari. Se l'accusato ammetteva la sua colpa, o se il privato
accusatore riusciva a provarla, il giudice lo condannava. In caso di dubbio, il
tribunale soleva chiedere a Dio di fornire un segno della colpevolezza o
dell'innocenza dell'imputato. L'ordalia era la prova a cui l'imputato doveva sottoporsi
per conquistare la libert: impugnare un ferro rovente e se la mano dopo qualche
giorno fosse guarita sarebbe stato un segno del l'innocenza; immergere il braccio
nell'acqua bollente ed esibire dopo qualche giorno l'arto guarito; il corpo veniva
immerso in acqua fredda e solo se fosse affondato sarebbe stato dichiarato innocente.
L'alternativa all'ordalia, era battersi in duello con il rappresentante della parte lesa e
la sua vittoria sarebbe stata interpretata come segno di innocenza. Altra alternativa
era che l'imputato doveva procurarsi dei testimoni che fossero pronti a giurare
solennemente sulla sua onest. Il giudice rimaneva un arbitro imparziale che
regolava la procedura del tribunale e non esercitava in alcun modo l'accusa. Se
l'imputato dimostrava la propria innocenza, l'accusatore era perseguibile penalmente
seconda la vecchia legge della lex talionis. L'accertamento della colpevolezza o
dell'innocenza non veniva condotto quindi attraverso un'indagine razionale delle
circostanze del caso concreto, ma attraverso il ricorso all'intervento divino nelle
faccende umane. Il sistema non si dimostrava particolarmente efficace nel
perseguimento del crimine. Non soltanto, ogni processo esigeva un accusatore che
fosse disposto a rischiare un contro-processo, ma il processo stesso era suscettibile di

essere manipolato a favore dell'imputato. Alcuni uomini potevano superare la prova


dell'ordalia grazie alle mani callose e adeguate tecniche respiratorie, mentre altri
uomini di grande reputazione riuscivano a garantirsi la libert attraverso il semplice
giuramento o deferendo il giuramento a testimoni.
A cominciare dal '200, i tribunali ecclesiastici e secolari dell'Europa occidentale
abbandonarono il sistema di procedura penale del primo Medioevo e adottarono
nuove tecniche che assegnavano un ruolo assai pi importante al giudizio umano nel
processo penale. Il passaggio fu incoraggiato dalla rinascita, nell'XI e XII secolo,
dello studio formale del diritto romano, ma il principale impulso venne dalla
crescente consapevolezza che la criminalit era in aumento e bisognava combatterla.
La Chiesa assunse una posizione di guida, perch con il Concilio Laterano IV del
1215, incoraggi l'adozione delle nuove procedure da parte dei tribunali secolari
proibendo agli ecclesiastici di partecipare all'ordalia. Ci determin la fine
dell'ordalia.
Il nuovo sistema processuale che prese forma nei secoli XIII, XIV e XV e fu adottato
in tutta l'Europa continentale nel XVI, viene indicato come inquisitorio. La
differenza rispetto al vecchio sistema era che l'accusatore non era pi tenuto a
esercitare l'accusa nel corso del procedimento. La nuova procedura consentiva anche
ai membri di una comunit di denunciare un sospetto criminale all'autorit
giudiziaria. Inoltre lo stesso giudice poteva citare un criminale sulla base delle sole
voci. La nuova disciplina dell'iniziativa penale determin un significativo aumento
del numero dei processi penali, ma al tempo stesso espose le persone ad accuse
inconsistenti, maliziose, fondate su motivi politici o arbitrarie.
Il giudice e i suoi subalterni assunsero su di s il compito di investigare il crimine e
di determinare se l'imputato fosse o meno colpevole. A questo fine essi procedevano
all'interrogatorio segreto sia dell'imputato che di tutti i testimoni disponibili,
documentandone per iscritto le deposizioni. Essi avrebbero dovuto procedere alla
loro valutazione sulla base di rigorose norme in materia di prova, al fine di stabilire
la colpevolezza o meno dell'imputato ed emettere successivamente la sentenza. In
Inghilterra, i tribunali inglesi, avevano abbandonato l'ordalia all'inizio del XIV
secolo e avevano affidato la determinazione della consapevolezza al giudizio umano,
ma non consentivano una ufficializzazione del processo penale analoga a quella che
si era avuta sul continente. Mentre sul continente i magistrati avevano acquistato il
diritto sia di iniziare il procedimento giudiziario che di determinarne l'esito, in
Inghilterra quella funzione era svolta da una giuria laica, composta di uomini non
addestrati ad amministrare la legge. Ciononostante il sistema non divenne
inquisitorio perch spettava ai giurati laici il verdetto sulla base delle prove prodotte.
L'adozione del processo inquisitorio facilit il perseguimento di ogni tipo di crimine,
ma si dimostr pi efficace nell'indagine e nei processi per eresia e stregoneria.
L'unico modo per portare in tribunale gli eretici era la denuncia o l'iniziativa d'ufficio
dei magistrati, dato che non c'erano vittime dei loro crimini che chiedessero di essere
risarcite. L'accusatore, con il nuovo sistema, non rischiava un contro-processo.
Il solo fatto per cui la nuova procedura rischiava di ridurre l'efficacia del processo
era un criterio rigoroso di valutazione della prova. Prima di giungere alla sentenza, i
giudici dovevano acquisire prove di colpevolezza decisive. La prova decisiva era la
prova di diritto canonico, la testimonianza di due testimoni oculari o la confessione
dell'imputato. Nei casi in cui non potevano essere prodotti testimoni oculari, i giudici
erano in serie difficolt. L'eresia e la stregoneria essendo crimini mentali, non
potevano essere visti da testimoni oculari, pertanto le sole persone che potevano
testimoniare erano i presunti complici. In simili circostanze, i giudici dovevano
basarsi esclusivamente sulla confessione, che rare volte avveniva spontaneamente.
Pertanto le autorit giudiziarie cominciarono a consentire il ricorso alla tortura per
estorcere le confessioni.

La tortura non era una punizione del crimine, ma veniva utilizzata nel corso del
processo. La tortura ha precedenti nell'antichit e nel Medioevo. Nell'antica Grecia e
a Roma gli schiavi, che non possedevano gli stessi diritti degli uomini liberi,
venivano spesso torturati in processi per tradimento e altri crimini nefandi.
opportuno considerare l'introduzione della tortura nel XIII secolo in Europa pi
come un recupero che una innovazione. Essa dovette in parte la sua apparizione alla
rinascita degli studi di diritto romano e alla necessit di perseguire i crimini con
maggiore efficacia.
Nel 1252 papa Innocenzo IV autorizz gli inquisitori papali a usare la tortura nei
processi di eresia, che per molti versi era il massimo crimine occulto. Da qui poi fu
adottata anche nei processi contro la stregoneria.
In molti casi la tortura, sottoponendo una persona a sofferenze fisiche nel corso
dell'interrogatorio, ha prodotto confessioni sincere dal colpevole o da altri soggetti
che ne fossero a conoscenza. Ma altre volte si dimostrata un mezzo di
accertamento della verit profondamente inaffidabile. Ha prodotto confessioni
artificiose per diversi motivi: perch la persona torturata, pur essendo innocente,
confessa di aver commesso il crimine per mettere fine alla tortura; perch i giudici
inducevano con la tortura l'imputato a dire ci che essi volevano.
Gli architetti del sistema della tortura giudiziaria erano coscienti dell'inaffidabilit
della tortura per ottenere la verit e della possibilit di pregiudicare i diritti di un
imputato e di portare alla sua condanna arbitraria. Prima della met del XIII secolo la
Chiesa aveva proibito la tortura per questo motivo. Quando la tortura fu reintrodotta
nel XIII secolo, studiosi di diritto e altre autorit formularono un complesso di
norme che ne disciplinasse l'applicazione. Le norme contenevano il divieto dell'uso
della tortura a meno che il giudice non potesse provare che un crimine fosse stato
effettivamente commesso. Una volta accertato, il giudice non poteva ancora ordinare
la tortura, se non di fronte a una fondata presunzione di colpevolezza, fornita
solitamente dalla testimonianza di due testimoni oculari o da prove indiziarie. Anche
quando sussisteva quel requisito, il giudice poteva fare ricorso alla tortura se fosse
stato il solo modo per accertare i fatti processuali. Furono introdotte anche norme
dirette a limitare la severit e la durata della tortura. La tortura non doveva
comportare la morte della vittima. Per questo la maggior parte dei tribunali usarono
metodi come lo strappado, una puleggia che, applicata alle braccia legate dietro la
schiena della vittima, la sollevava in aria, la ruota, la scala o comprimere le estremit
con le viti per gli arti e le dita, le ganasce per la testa e vari tipi di pinze. Questi
strumenti avevano il vantaggio di essere rimossi non appena la persona sottoposta a
tortura si disponesse alla confessione o a fornire l'informazione desiderata. Molte
giurisdizioni avevano norme che regolavano l'intensit della tortura in rapporto sia
alla gravit del crimine che alla fondatezza della presunzione di colpevolezza. Era
inoltre proibita la ripetizione della tortura e categorie come le donne incinte e i
bambini ne erano esenti. Al giudice era vietato fare domande che inducessero
l'imputato a dare le risposte che l'interrogante si attendeva. Non era ammessa
nemmeno l'assunzione delle deposizioni nella camera della tortura, richiedendosi al
prigioniero di ripetere la sua confessione al di fuori di quel luogo entro 24 ore.
Se i tribunali europei avessero rispettato rigorosamente le norme che regolavano
l'uso della tortura, non ci sarebbero stati gli innumerevoli errori giudiziari che si sono
avuti. Nei fatti per quelle regole furono pesantemente violate. In alcune
giurisdizioni quelle norme furono ufficialmente modificate per facilitare il processo.
In altre furono sospese nei processi ritenuti particolarmente gravi e di difficile
svolgimento. La stregoneria era considerata un crimen exceptum, un crimine
eccezionale. Le modifiche pi importanti di quelle norme riguardavano l'obbligo per
il giudice di stabilire preventivamente che fosse stato effettivamente commesso un
crimine. Nei casi di stregoneria, i giudici potevano torturare le persone sospettate di
un crimine presunto ma di cui non esisteva alcuna prova tangibile. Un altra

violazione riguardava la ripetizione della tortura. Ci fu un caso in cui la tortura fu


ripetuta 56 volte. Le torture pi brutali venivano riservate alle streghe. Anna Spulerin
fu orrendamente torturata, al punto che le furono strappati gli arti e perse la vista e
l'udito. In Germania molti tribunali usavano la sedia della strega, una sedia di ferro
arroventata, mentre per la Scozia si parla di casi in cui alle streghe vennero strappate
le unghie con le tenaglie. Queste torture cos brutali venivano riservate alle streghe,
perch si temeva che potessero usare la stregoneria per resistere al dolore. La tortura
considerata pi efficacia era la veglia forzata, il tormentum insomniae. Esso
consisteva nel tenere sveglia la vittima per quaranta o pi ore. Questa tortura non
danneggiava direttamente il corpo e quindi era molto gradita ai giudici che avevano
un certo senso di umanit. Esso era efficace perch dava luogo a una specie di
lavaggio del cervello. Erano inoltre scarsi i tentativi di sottoporre le confessioni a
riscontri obbiettivi, e quando una strega ritrattava la confessione, i giudici
acconsentivano che fosse torturata altre volte.
La tortura favor la formulazione e la diffusione del concetto cumulativo di
stregoneria, perch ne confermava la verit e ne favoriva la trasmissione. In
Inghilterra, le idee sulle streghe non furono mai accettate dalle lite, soprattutto
perch la tortura non poteva essere usata nei processi per stregoneria e le confessioni
di pratiche satanistiche non potevano essere ottenute facilmente.
La seconda conseguenza dell'adozione della tortura fu quella di aumentare la
probabilit di condanna per le streghe. Quando nei processi la tortura veniva usata in
modo regolare, il tasso delle condanne si aggirava intorno al 95 per cento. Quando la
tortura non fu usata, il tasso di condanne fu inferiore al 50 per cento.
La terza fondamentale riforma giuridica che rese possibile la grande caccia alle
streghe fu il dispiegarsi del pieno potere giudiziario dello Stato nel perseguimento di
un crimine che era di natura spirituale. Molte streghe furono processate ad opera di
tribunali episcopali o di inquisitori papali. Ma sin dall'inizio, i tribunali secolari degli
stati dell'Europa occidentale parteciparono alla caccia alle streghe sia cooperando
all'attivit dei tribunali ecclesiastici, sia processando le streghe. I tribunali secolari
acquistarono un ruolo sempre maggiore, mentre declin quello dei tribunali
ecclesiastici. I governi definirono la stregoneria come un crimine secolare e in alcuni
paesi i tribunali secolari si assicurarono il monopolio processuale.
Nel Tardo Medioevo, la Chiesa condannava la magia, perch comportava il
commercio coi demoni, e la perseguiva come una forma di eresia, ma le autorit
secolari erano interessate a quel crimine quando si fosse tradotto in danni materiali e
quando fosse stato usato per scopi politici. Quasi tutti i processi per eresia del tardo
Medioevo si svolsero davanti a tribunali di inquisitori episcopali o papali, ma quei
magistrati richiesero e ottennero, nello svolgimento del loro compito, notevole
collaborazione da parte delle autorit secolari. Magistrati laici collaboravano
all'individuazione e all'arresto di persone sospette e, una volta che fossero state
condannate, procedevano alla loro esecuzione. I tribunali della Chiesa non potevano
infliggere danni corporali ed erano perci costretti a consegnare gli eretici
condannati al braccio secolare. Quando nel XV secolo cominci la caccia alle
streghe, i processi si svolsero non solo innanzi ai tribunali degli inquisitori papali e a
quelli episcopali, ma anche innanzi ai vari tribunali municipali.
Una seconda riforma che determin il passaggio dei processi per stregoneria dai
tribunali ecclesiastici a quelli secolari fu il declino sia dell'Inquisizione papale che
degli altri tribunali ecclesiastici. Il generale indebolimento dell'autorit papale verso
la fine del XV secolo e all'inizio del XVI secolo lasci l'Inquisizione, che non era
mai stata un'istituzione organizzata, in uno stato di perenne debolezza. Le uniche
eccezioni furono la Spagna, dove l'Inquisizione era stata fondata come un'istituzione
nazionale sotto l'autorit del re, e l'Italia, dove l'Inquisizione dava ancora segni di
vitalit.

Una terza causa della riduzione dell'impegno del clero nella caccia alle streghe fu il
diffondersi di una notevole riluttanza, fra gli avvocati e i giudici ecclesiastici, a
tollerare gli abusi procedurali. Gli inquisitori papali che in origine avevano assunto
l'iniziativa di violare le norme che regolavano la tortura, furono poi i primi a
riconoscere che quelle violazioni si erano tradotte in errori giudiziari. Nel XVI e nel
XVII secolo, i magistrati ecclesiastici manifestarono crescente riluttanza a impartire
sentenze severe, denunciando un ritorno alle tradizionali funzioni penitenziali e
ammonitrici che la giustizia ecclesiastica aveva assolto in origine. I tribunali secolari
manifestarono in generale minori scrupoli.
Nei paesi dove rimase la giurisdizione ecclesiastica il numero dei processi fu
contenuto. In Italia e in Spagna il numero di processi e di esecuzioni per stregoneria
rimase relativamente basso rispetto ai parametri europei.
importante notare che il declino della giurisdizione ecclesiastica non comport una
diminuzione dell'interesse da parte del clero nei confronti della caccia alle streghe. Il
clero continu a preoccuparsi dell'adozione del Diavolo e della pratica della magia
nera. Nel XVI e XVII secolo il clero esercit frequenti pressioni sulle autorit
secolari affinch intraprendessero un'azione pi energica nei confronti delle streghe.
Tranne che in Inghilterra e nel New England, dove le streghe venivano condannate a
morte come criminali comuni, le streghe venivano di solito bruciate sul rogo. Questa
punizione veniva inflitta agli eretici recidivi, e la sua applicazione nei processi per
stregoneria assolveva la funzione di identificare la strega con l'eretico. La prassi di
bruciare gli eretici trovava fondamento nelle Sacre Scritture, dove detto quelli che
non credono in me, saranno gettati via come rami secchi. Gli uomini li raccatteranno
e li getteranno nel fuoco e saranno bruciati. Bruciare le streghe era anche un rituale
di purificazione e rassicurava i giudici timorosi che le streghe non sarebbero tornate
dal regno dei morti. La maggior parte delle streghe non furono bruciate vive come in
Italia e in Spagna, ma venivano strangolate con la garrota poco prima che i loro corpi
fossero consumati dalle fiamme.
Non sempre i tribunali ecclesiastici cos come quelli secolari pronunciarono sentenze
capitali. Ci accadde soprattutto in Inghilterra, quando l'imputato aveva commesso il
crimine da incensurato o non avesse procurato la morte della parte lesa. Spesso come
nel caso di Salem i tribunali ecclesiastici si rifiutarono di condannare a morte tutti
coloro che accettavano di confessare. La stessa Inquisizione spagnola condann al
rogo solo 11 persone e di queste una si salv confessando. La confessione in Spagna
conduceva alla riconciliazione con Dio. Se i tribunali secolari non si fossero sostituiti
a quelli ecclesiastici e se non avessero cooperato nella cattura e nell'esecuzione delle
streghe, la grande caccia alle streghe non avrebbe assunto le dimensioni che ebbe
storicamente.
La quarta condizione giuridica che rese possibile la caccia alle streghe in Europa fu
l'attribuzione dei processi per stregoneria a tribunali locali e a giurisdizioni
subordinate, nonch il potere di questi tribunali di agire con una certa indipendenza
rispetto al controllo politico e giudiziario centrale. Talora le autorit centrali furono
direttamente responsabili dell'iniziativa di una caccia alle streghe e spesso
delegarono a magistrati locali o regionali l'autorit di svolgere processi per
stregoneria. Ma di fatto la maggior parte delle cacce alle streghe fu condotta dai
magistrati giudiziari delle citt, delle province, delle diocesi, o di qualche altra
ripartizione dello Stato o della Chiesa. I giudici delle giurisdizioni locali
condannavano pi streghe di quando non erano sottoposti al controllo dei loro
superiori gerarchici.
Due furono le ragioni per cui i tribunali locali furono meno clementi. La prima che
le autorit locali erano molto pi soggette delle autorit centrali a divenire vittime
della paura della stregoneria. Le autorit centrali raramente conoscevano di persona
le accusate e non dovevano affrontare la prospettiva di vivere all'interno della stessa
comunit con le streghe se esse fossero state assolte. La seconda ragione che le

autorit centrali erano generalmente molto pi attente al corretto funzionamento del


sistema giudiziario e pi disponibili ad accordare alle streghe accusate tutte le
garanzie procedurali previste dalla legge.
All'inizio dell'Et moderna la Germania era un'area in cui esisteva una scarsissima
centralizzazione politica e giudiziaria. Il paese era costituito da circa trecento entit
politiche relativamente autonome. Ciascun territorio aveva i propri tribunali e bench
queste istituzioni applicassero la legislazione imperiale, ciascuno di essi possedeva
una propria autonomia sotto il profilo giudiziario. Non esisteva un'istituzione
giudiziaria centrale che inviasse i giudici nei distretti o che controllasse l'operato
della giustizia locale. Esisteva una suprema corte imperiale, ma mancava una
procedura rigorosa in materia. La situazione era analoga sotto il profilo ecclesiastico.
Lo stesso papato non esercitava un controllo effettivo sull'operato degli inquisitori
delegati nelle varie regioni. Non sorprende infatti che le pi vaste cacce alle streghe
abbiano avuto luogo in Germania. Anche la Spagna era un paese politicamente
decentrato, ma aveva un'istituzione giudiziaria altamente centralizzata, l'Inquisizione
spagnola, che esercitava il controllo sopra la maggior parte dei processi per
stregoneria. I tribunali regionali sparsi in tutto l'Impero spagnolo, erano subordinati a
un tribunale centrale, la Suprema. La corte esercitava la giurisdizione in grado di
appello nei processi per stregoneria, il che consentiva di riformare le sentenze dei
giudici locali.
In Scozia, quasi tutti i processi per stregoneria si svolsero innanzi a tribunali secolari.
Esistevano tre tipi principali di tribunali secolari competenti a processare le streghe.
In primo luogo esisteva la Corte Suprema, dove si svolgevano processi originatisi in
qualunque parte della Scozia. Poi esistevano i tribunali distrettuali con sede nelle
varie contee, presieduti da giudici della Corte centrale. Infine esistevano tribunali
locali che processavano le streghe nel luogo dell'avvenuto arresto. Questi tribunali
non erano composti da giudici di carriera, ma da proprietari terrieri e magistrati
locali. Il tasso delle esecuzioni in Scozia fu tragicamente pi elevato quando i
processi si tennero innanzi ad autorit locali sottratte a ogni controllo. Il tasso di
esecuzioni fu pari al 91 per cento nei processi locali. In Inghilterra dove quasi tutti i
processi per stregoneria furono presieduti da giudici centrali di corti distrettuali, il
tasso di condanne e di esecuzioni fu eccezionalmente basso rispetto ai parametri
europei.
Non sempre per le autorit centrali esercitarono un'influenza moderatrice sul
fenomeno della caccia alle streghe. I giudici dell'Alta corte confermarono molte
sentenze in grado di appello, talora i Consigli reali presero misure dirette a
incoraggiare i processi e a volte furono gli stessi re a intraprendere le cacce. Ma nella
maggioranza dei casi le autorit centrali agirono come agenti neutrali rispetto al
fenomeno della caccia alle streghe e vi posero alcune limitazioni.
Se lo Stato non avesse acquistato un immenso potere giudiziario, che si manifest
nell'adozione del processo inquisitorio e che fu rivolto sia contro i traditori che
contro le streghe, la caccia non si sarebbe mai verificata. Inoltre la delega di potere,
nei casi di stregoneria, alle giurisdizioni locali, contribu a rendere possibile la
caccia.

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