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Tragedia sofoclea trasforma mito in mito letterario, che continua a conoscere molte riscritture in
periodi a fasi alterne.
'600 in Francia: Racine. Non ha scritto un'Antigone, però la sua prima pièce si chiama La Thébaide
ou les frères ennemis. L'autore dice che l'opera è così sanguinosa perché la Tebaide è il soggetto più
tragico dell'antichità. La sua opera non ha molto successo, è la sua prima.
Miti sono una materia interdisciplinare e trasversale di cui si appropriano molti. es. nell'800
Antigone è amata dai filosofi, come Hegel che la ritiene opera d'arte più perfetta che uomo abbia
mai prodotto. In quel periodo chi studiava acquisiva un forte bagaglio classico. Ernest Renan fece
un viaggio in Grecia in cui ha una rivelazione davanti all'acropoli riguardo al miracolo greco non ci
sarà mai punto più alto nella storia e avrà effetti su tutte le epoche. Il mondo potrà salvarsi solo
tornando a quell'armonia.
Altri filosofi: Schelling, tutto idealismo tedesco, Kierkegaard. In mezzo c'è stata tutta la rivoluzione
e ripresa cristiana. Per K.: la questione della colpa in Antigone ha avuto influenza cristiana. Per
questo Antigone è per certi versi sorella di Calixte perché deve espiare una colpa paterna, si passa
dall'idea del fato (greco) a quello della colpa. Altro motivo del successo di Antigone: motivo della
sepoltura dei vivi, che affascina pubblico del '700 con il romanzo gotico (es. figura vampiro).
Periodo anche di grandi scoperte scientifiche, si iniziava a dissezionare cadaveri... tutte cose che
aumentano necrofilia ottocentesca. Antigone rappresenta tutto questo, una vivente che scende nel
mondo dei morti.
1927, André Gide scrive che mai nulla sia stato scritto di più bello del prometeo e dell'Antigone.
Sappiamo poi che l'interesse è conteso anche con la tragedia di Edipo.
Sempre nell'800: rientra nell'immaginario dell'enfermement, l'essere rinchiusi, che riflette panorama
politico francese del periodo. Uno dei luoghi simbolo è infatti la prigione della Bastiglia come
simbolo inaugurale della rivoluzione.
Problema della sepoltura dei morti diventa importante anche nel '900 durante i due conflitti
mondiali fronte ai migliaia di morti diventa un'ossessione.
Sono questioni comunque attuali nel periodo della pandemia.
1922 Jean Cocteau porta a teatro a Parigi la sua Antigone. Nella premessa scrive che ha voluto
tradurre Antigone, è una tentazione fotografare Grecia in aereo perché ne si scopra un aspetto
nuovo, per questo l'ha tradotta (vuole far credere al lettore che la sua tragedia sia una traduzione, ma
non lo intende in senso letterale, ma è una riscrittura) l'ha tradotto a volo d'uccello per una questione
di punto di vista, si vedono delle cose che altrimenti non vedremmo. La sua Antigone è più
sintetica, una contrazione. Quest'opera è memorabile, ha mobilitato personalità artistiche più in
rilievo della Parigi del periodo, i fondali dell'opera furono affidati a Picasso, e i costumi a Chanel.
Il testo si apre sempre con conversazione tra due sorelle, ma inizia subito con il problema della
sepoltura del fratello. L'autore vuole portare una figura anarchica, in opposizione alla sorella Ismene
che è consapevole dei suoi limiti, mentre la protagonista è abitata dall'assoluto e trascende i limiti.

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