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sonoro” introdotto dal compositore francese Pierre Schaeffer all’interno del suo
testo principale, il Traitè des objets musicaux. Quest’opera venne, a suo tempo,
accantonata e dimenticata forse troppo velocemente sia dai comuni lettori, sia
ridefinire l’idea stessa di musica a partire da una riflessione su ciò da cui ogni
rappresenta un vero e proprio ritorno alle origini: per comprendere come abbia
sia il suono, su quali rapporti esso stringa con la realtà da cui trae origine, su
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Stando a questa premessa Schaeffer sembrerebbe interrogarsi sulla possibilità
stesso.
Per potersi dire oggetto sonoro, un suono deve poter essere ascoltato non
possibile rimando percettivo. Esso non deve dunque farsi portatore di alcun
generato.
schaefferiana di una rifondazione del musicale a partire dal suono stesso possa
essere considerata valida e feconda. Lungi dal voler proporre unicamente una
legame che si instaura tra i suoni e la realtà da cui essi hanno origine.
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Il concetto di “oggetto” viene ulteriormente a chiarirsi grazie alla successiva
analisi dei caratteri tipici del suono. Emergono in questo paragrafo i problemi
principali in cui si imbatte il cammino verso l’ascolto puro, primo tra tutti il
problema della fonte sonora. Una prima possibilità di “generare” oggetti sonori
registrazione elettro-acustica.
viene analizzato più nello specifico il problema della fonte sonora, lasciato
precedentemente in sospeso.
Traitè des objets musicaux nel contesto storico e culturale in cui ha avuto
origine.
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INTRODUZIONE: Elementi di novità della
musica novecentesca
Nel 1948 Pierre Schaeffer, ingegnere e tecnico del suono presso l’ente
così ottenuto, una breve composizione dal titolo Etude aux Chemins de fer.
Questo brano rappresenta l’inizio della sua attività di ricerca sonora e musicale
e segna nel contempo la nascita della cosiddetta “musica concreta”. Nel 1949
rivista Polyphonie:
ricerca sulla musica concreta, di cui uno dei maggiori esponenti fu certamente
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Schaeffer era noto più come ingegnere del suono e tecnico radiofonico, che
non come compositore e la sua fama in questo ambito era tale da stimolare i
La nuova musica potrebbe essere definita come una sorta di “collage” sonoro,
ma anche quella nuova corrente che si stava sviluppando in quegli stessi anni:
di questa disciplina nella parte introduttiva del suo testo teorico principale, il
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Parlando di musica elettronica, egli si riferisce nello specifico a quel nuovo
modo di comporre basato sulla cosiddetta sintesi del suono, di cui il maggiore
virtualmente infinito: questo nuovo mezzo infatti consentiva di creare dal nulla
nuovi suoni mai uditi prima d’ora. Tale allettante promessa, che sembrerebbe
fisici del suono che si vuole ottenere. E’ questa l’astrattezza di cui Schaeffer
potenziali sia quelle già esistenti, verrebbe così ridotto a scarni rapporti tra
concreta dell’ascolto.
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Ed è proprio di un tale studio che si sente la necessità al giorno d’oggi, di un
filosofica.
Queste sono in breve le motivazioni che spingono Pierre Schaeffer alla stesura,
nel 1966, del Traitè des objets musicaux, monumentale saggio interdisciplinare
uditiva.
quali i risultati cui esso giunge, è forse opportuno leggere il Traité des objets
musicaux alla luce di quel profondo senso di rinnovamento che investì gran
parte della cultura musicale del ‘900: rinnovamento non soltanto formale e
Proprio questi sono gli elementi di novità: il sempre più massiccio ricorso a
Per quanto concerne il problema della materia sonora, una delle necessità più
ciò che fino a quel momento era stato considerato con il termine dispregiativo
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Uno degli antesignani di questa tendenza fu certamente Luigi Russolo, il quale
indicò nel breve testo dal titolo L’arte dei rumori. Manifesto futurista un
scandalizzare gli ascoltatori del tempo, mostrando loro quanto fossero esigui i
“rumori” ed i suoni della vita quotidiana non sono più, come in Russolo, il fine
In questo senso Varèse parlava della sua opera Amériques, in un passo del suo
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E. Varèse, Il suono organizzato - scritti sulla musica, Ricordi/Unicopli, Milano 1985, p.55
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Il titolo del saggio propone fin da subito una nuova definizione di musica, che
un nuovo modo di comporre, che da qui in poi prese sempre più piede:
linguaggio tonale. Questa istanza di rottura rispetto agli schemi del passato è
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Ivi, p.68
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G. Piana, filosofia della musica, Guerini 1991, p.11
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Se quello tonale è soltanto uno dei linguaggi musicali possibili e perciò, in
alle altre culture musicali extraeuropee, a quelle forme di espressione che fino
a questo momento venivano relegate al di fuori del dominio della Musica con
più tipici della ricerca musicale novecentesca che bisogna leggere il Traitè des
objets musicaux per comprendere come il tentativo di Schaeffer sia per molti
dei problemi vivi e di una certa complessità. Il volto della musica stava
Nell’opera del francese i due problemi sono strettamente connessi tra loro: se si
estende il dominio del Musicale a tutto ciò che è suono e rumore, si deve
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Se inoltre, come aveva affermato Varèse, la musica è sostanzialmente suono
descrivere quali siano i caratteri tipici del modo d’essere del suono e quali le
luogo suono, una riflessione sulla musica deve tradursi, in prima analisi, in una
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