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ANNI DI PIOMBO
PRESENTAZIONE
Dopo quarant’anni di silenzio il racconto dalla parte delle vittime
degli anni che insanguinarono l’Italia: assassinati, resi invalidi
con spari alle gambe, rapiti, e le loro famiglie spezzate, spesso
avviate ad una sopravvivenza difficile, tra affetti violati e dispe-
ranti trafile burocratiche.
«Alcuni studiosi americani, come Brian Jenkins, sostengono che accanto alla forma
tradizionale di conflitto: la guerra convenzionale, si è sviluppato il terrorismo, il
quale rappresenta una forma di conflitto a bassa intensità bellica o scarso coinvolgi-
11 SETTEMBRE mento dei governi direttamente od indirettamente responsabili, ma con grande effi-
cacia destabilizzante, con forte potere di impatto politico.(…)
La mattina dell'11 settembre 2001, 19 affiliati all'organizzazione terroristica di matrice islamica al- Il terrorismo contemporaneo è un fenomeno internazionale, che si sviluppa dagli
Qa'ida dirottarono quattro voli civili commerciali. I dirottatori fecero intenzionalmente schiantare due anno ’60 nel quadro di uno scontro radicale in un teatro mondiale tra sistemi e civiltà
degli aerei sul World Trade Center di New York, causando poco dopo il collasso di entrambi i grattacieli diverse, che assume le forme di un conflitto combattuto fuori dalle regole tradiziona-
e grossi danni agli edifici vicini. Il terzo aereo sul Pentagono e il quarto, diretto verso il Campidoglio di li, con tutti gli strumenti possibili secondo i concetti di guerra rivoluzionaria, o guerra
Washington, precipitò in un campo vicino Shanksville, nella Contea di Somerset (Pennsylvania), dopo che non ortodossa o simili. (…)
i passeggeri e i membri dell'equipaggio ebbero tentato di riprendere il controllo del veivolo. Non si può isolare il fenomeno italiano dalla dimensione internazionale come è al-
Oltre ai dirottatori, furono 2974 le vittime immediate degli attacchi, mentre altre 24 furono quelle disper- trettanto illusorio considerare a se stante il terrorismo medio-orientale».
se. La gran parte delle vittime erano civili, appartenenti a 90 diverse nazionalità. (di Angelo Ventura, da Atti del Convegno “Lotta al terrorismo”)
2. IL CONTESTO STORICO
IL DOPOGUERRA: LA POSIZIONE GEOPOLITICA
DELL’ITALIA
Carta dell’area europea divisa dalla cortina di ferro dopo la Seconda Guerra Mondiale
1968
05.06
Stati
15.01 01.03 13.05 19.05 21.08 12.12
Uniti:
Parigi: Cecoslovacchia:
Terremoto Di fronte alla facoltà di architettura V Legislatura 1° Governo
dell'Università di Roma a Valle Giulia A Los Angeles viene Le truppe del Patto di Varsavia
nel Belice, Sfilano 800.000 persone, della Rumor.
si verificano violentissimi scontri tra assassinato il candidato invadono il paese mettendo
decedute gli studenti e la polizia. soprattutto giovani, a una Repubblica Coalizione:
democratico alla fine alla ‘Primavera di Praga’,
370 L'accaduto dà il via a una serie di manifestazione delle sinistre: italiana l'esperimento politico di DC, PSU, PRI
presidenza USA
persone occupazioni in numerose università è l'apice del Maggio francese ‘socialismo dal volto umano’
Robert Kennedy
3. LE STRAGI
PIAZZA FONTANA
«Quando è scoppiata la bomba ero sposato da qualche mese. Da allora è cambiato tutto, sono di-
ventato quasi insensibile. C’era questa incapacità di dare affetto, Roberto Prina, ferito dalla
bomba alla Banca dell’Agricoltura in Piazza Fontana, perseguitato per le notti dei decen-
ni successivi ai fatti dall’odore disgustoso che ha il sangue mescolato
all’esplosivo e dal senso di colpa dell’essere sopravvissuto».
(da Obbiettivi quasi sbagliati)
«Il terrorismo politico sviluppatosi in Italia tra gli anni settanta e la prima
metà degli anni ottanta,(...) ha assunto due forme relativamente distin-
te: il terrorismo stragista e il terrorismo brigatista. Esse si diversificano
sia per le modalità di azione che per la matrice ideologica a cui vengono fatti
risalire. Mentre il terrorismo brigatista ha operato sostanzialmente con atten-
tati rivolti a ferire o uccidere singole personalità (esponenti politici, magistra-
ti, intellettuali ed esperti dei problemi del lavoro, sindacalisti, agenti delle
forze dell’ordine), il terrorismo stragista ha adottato la strategia di “sparare
TRENO ITALICUS nel mucchio” e con le sue azioni ha colpito indiscriminatamente decine e
Ilaria Caldarelli, la notte tra il 3 e il 4 agosto 1974 era sul treno e aveva quattordici anni. Qualche decine di vittime, generalmente coinvolte in modo casuale nei suoi attentati.
giorno dopo l’esplosione, dove fu leggermente ferita: «Ho continuato a leggere a leggere (sul gior- La matrice ideologica da cui discende il terrorismo brigatista è quella “rossa” della
nale, N.d.R.), nomi su nomi, fino alla famiglia Russo: tre morti, i genitori e un figlio di undici anni, sinistra rivoluzionaria, mentre lo stragismo viene fatto derivare da quella “nera”
gli altri due figli si erano salvati. Erano seduti tutti nello scompartimento dove era
della destra eversiva. Tuttavia, se il brigatismo rosso non solo ammette ma riven-
esplosa la bomba: il secondo della carrozza numero 14. Già, proprio quello dica apertamente la propria matrice ideologica, affermando anzi di esserne il solo
dove all’inizio eravamo saliti io e la zia per occupare i posti. Avremmo dovuto es-
interprete autentico e l’unico vero erede, al contrario lo stragismo non dichiara
serci noi lì, e mi sentivo come responsabile. Se non avessi brontolato per le valige, se non ci fossi-
mo spostati, quel destino sarebbe toccato a noi. Loro, i tre della famiglia Russo, erano morti, e io mai la propria identità, non proclama le idee politiche da cui trae origine e si pre-
ero sopravvissuta. Non potevo accettarlo. (…) Per molto tempo ho vissuto con quell’angoscia nel senta tipicamente come una forma di agire coperto. Fa parte della strategia sim-
cuore, con quella colpa. Avevo fissa negli occhi l’immagine del piccolo Russo: lo vedevo seduto al bolica di questa forma di terrorismo lasciare l’opinione pubblica nell’incertezza sui
mio posto, io mi alzavo e lui si sedeva…» (da I silenzi degli innocenti) mandanti e sul movente delle stragi, in modo che tutti si chiedano perché e in
nome di che cosa sia stata compiuta. Di fronte all’atrocità di quanto è accaduto,
la mancanza di spiegazioni convincenti e di prove sicure contribuisce ad accresce-
re l’allarme sociale, generando confusione e paura.(…)
Perciò è tipica dello stragismo degli anni settanta ed ottanta la difficoltà di ri-
salire dagli esecutori materiali delle stragi ai loro mandanti e ai gruppi che le
hanno ideate e finanziate. (…) E attorno alle stragi non sono man-
cate le manovre di depistaggio e di infiltrazione o le azioni
sotto copertura di settori dei servizi di sicurezza, delle quali
sono emersi vari segni, riportati anche in atti processuali».
(di Carlo Marletti, da Il Piemonte alla prova del terrorismo)
«A casa Mattei dal 16 aprile 1973 non è più entrata una mela.
E allora chiedi: signora, perché le mele no?
Annamaria Mattei guarda la figlia, ride amaro e risponde:
Lei sa cosa vuol dire un bambino di sette anni che muore?
Cosa sono i ricordi?
Ecco, per me oggi Stefano è una voce dalla strada, un piccolo che
torna da scuola e grida:
“Mamma, sono qui!” Tutti i giorni era così.
Allora io aprivo la finestra, tiravo una mela di sotto e lui stava a
giocare in cortile.
Ancora oggi, di tante immagini che avevo di lui, questa è una delle
più nette, una di quelle che mi restano.
I ricordi, più passa il tempo e più diventano prezio-
si: uno se li tiene stretti, ma deve imparare a
conviverci». (da Cuori Neri)
La prima metà degli anni '70 è il periodo della violenza politica diffusa:
accanto alle stragi nere, sempre più frequenti gli scontri di piazza contano
morti e feriti. Agguati e omicidi politici si susseguono tra 'rossi' e 'neri'.
In quel clima nascono le formazioni terroristiche rosse che si organizzano con
rapine e rapimenti, per poi passare al sangue.
LA FABBRICA
A fianco, il rapimento di Ettore Amerio, sequestrato
«Nel 1971 si sentono sul fronte economico i dal 10 al 18 dicembre 1973. Sotto, Bruno Labate
contraccolpi della crisi del dollaro e, nel subito dopo la liberazione il 12 febbraio 1973
1973, della crisi petrolifera, alla quale
segue la cosiddetta austerità: gli italiani a
piedi, mentre l’inflazione ‘in carrozza’ viaggia
celermente verso il 20%.
Anche sul fronte sindacale inizia una stagio-
ne nuova, di forte conflittualità.
L’approvazione dello Statuto dei lavoratori
(maggio 1970) coincide con il rinnovo dei
contratti nazionali, che vede nei metalmec-
canici i protagonisti più accesi di quello che
viene definito ‘autunno caldo’. La vertenza
si concluderà nel gennaio del 1970, dopo
quattro mesi di trattative costellate da agita-
I PRIMI RAPIMENTI
zioni, talvolta connotate da violenze, che solo
«In Piemonte le Brigate rosse fanno la loro comparsa nel 1972, con una strategia che
alla Fiat raggiungono il livello
appare ancora indefinita e con azioni sporadiche…. Il primo episodio di eversione è datato
record di 17,6 milioni di ore lavo-
26 novembre 1972. Nella notte vengono incendiate, in punti diversi di Torino, le auto di
rative perse per scioperi. Le manife-
nove lavoratori della Fiat Mirafiori iscritti alla Cisnal, il sindacato vicino al Movimento So-
stazioni non terminano con la firma dei con-
ciale. Con un volantino le Brigate rosse si attribuiscono la paternità degli attentati. È la
tratti nazionali, ma riprendono dopo poco – e
prima apparizione del gruppo eversivo in Piemonte…
Torino ne è l’epicentro – per le rivendicazioni
Un mese dopo, il 12 febbraio, le Brigate Rosse sequestrano a Torino Bruno Labate, 30
Uno dei primi omicidi per terrorismo è immortalato da un a livello aziendale, con i sindacati che appaio-
anni, dipendente Fiat e segretario provinciale dei metalmeccanici Cisnal. Labate esce di
fotografo a Genova, il 26 marzo 1971: quello di Alessandro no quasi come eredi e continuatori dello
casa verso le 9 per recarsi nella sede del suo sindacato in via Meucci 6 e non si accorge
Floris, fattorino di orgini sarde iscritto al PSI, durante una spontaneismo del ’68–’69, in molti casi teo-
che due uomini in tuta lo seguono a distanza. Poco dopo lo raggiungono, lo afferrano per
rapina di una delle prime formazioni terroristiche ai danni rizzando una ‘conflittualità permanente’.(…)
le spalle e lo trascinano verso un furgone parcheggiato di fianco al marciapiede. (...) La ri-
dell'Istituto Autonomo Case Popolari La tensione nelle fabbriche, mai acquietatasi,
cerca degli aggressori non darà risultati. Una telefonata anonima in questura, nel primo
riesplode nel ’73 per il rinnovo del contratto
pomeriggio, avverte: “Davanti al cancello numero 1 della Fiat, in corso Tazzoli, c’è da
nazionale dei metalmeccanici: sei mesi di
qualche minuto un uomo incatenato ad un lampione”. Viene mandata una volante che
trattative, 140 ore di sciopero pro-capite di-
trova Labate seduto a terra, il capo rasato a zero, con la faccia insanguinata e un taglio
chiarate. Una protesta che assume anche
alla bocca; la benda nera usata per coprirgli gli occhi gli pende davanti. Alcuni giri di
forme esasperate, come l’occupazione della
catene chiusi con quattro lucchetti gli imprigionano gambe e braccia. Un’altra catena lo
Mirafiori per tre giorni consecutivi.
tiene legato al palo della luce. Al collo un cartello con la scritta “Brigate Rosse” e una stella
È in questa cornice che, nei primi
a cinque punte: il simbolo destinato a diventare tristemente famoso. (…) È il primo seque-
Anni ’70, incominciano a muover-
stro che le BR portano a termine in Piemonte (il primo in assoluto era stato quello di Idalgo
si le Brigate Rosse».
Macchiarini, dirigente della Sit Siemens, messo a segno nel marzo 1972 a Milano).
(di Francesco Bullo, da il Piemonte alla
Sull’episodio c’è da registrare il silenzio dei tre sindacati confederali torinesi. Soltanto il
prova del Terrorismo)
Sida diffonde un comunicato: “Deprecare e condannare non è più sufficiente. Occorre che
lo Stato abbia l’iniziativa e il coraggio di impedire la violenza...».
(di Francesco Bullo, da il Piemonte alla prova del Terrorismo)
Arsenale in un covo terrorista a Milano
1970
Luciano Lama 3° Governo Giacomo Mancini Viene varato Elezioni Inizia la prima fase della Deragliamento del treno 1° Governo Viene
viene Rumor diventa segretario lo Statuto Regionali rivolta di Reggio Calabria ‘la Freccia del Sud’ a Colombo. varata
nominato Coalizione: del Partito dei lavoratori scatenata da una disputa Gioia Tauro: sei morti e Coalizione: la legge
DC, PSI,
segretario DC, PSI, Socialista Italiano con Catanzaro per la sede oltre 60 feriti PSDI, PRI sul
della CGIL PSU, PRI del capoluogo della regione divorzio
5. MILANO
Antonio Custra, ucciso il
15 maggio 1977 a Milano in
via De Amicis durante una
manifestazione di piazza
CUSTRA
La figlia Antonia:
«Quel giorno è morto mio padre ed è morta mia
madre. Lei è ancora con me, ma da trent’anni è un
fantasma. È assente, ha paura di tutto: non esce,
non si compra nulla, mai un viaggio, mai un risto-
rante”.
“Due volte alla settimana vado dallo psicologo,
passo dall’anoressia alla bulimia: ho pro-
blemi con il cibo, un vuoto che non riesco
a riempire, non c’è niente da fare, mi
sono mancati un padre e una madre. La
psicologa me la pago io, lo Stato non si è
mai preoccupato di questo tipo di assi-
stenza. Non è una questione di soldi, è che non
hanno mai pensato che dovesse intervenire soste-
nendo le vedove, gli orfani, non solo economica-
mente, ma psicologicamente. Nessuno se ne è mai
fatto carico». (da Spingendo la notte più in là)
MARANGONI
«I suoi due figli, Francesca e Matteo, sono appena usciti per andare
a scuola. Fino a poco tempo prima li accompagnava a scuola il
padre, ma da due settimane vanno con i mezzi pubblici, perché non
Il commissario Luigi Calabresi, ucciso a Milano il 17 maggio vuole esporli a pericoli. Da due anni arrivano lettere di minacce, te-
Renato Briano, ucciso il 12 novembre 1980 1972 mentre usciva di casa, lascia la moglie Gemma Capra lefonate anonime e persino messaggi minatori da una ‘radio libera’
in attesa del loro terzo figlio. Aveva partecipato alle indagini (…) Quella mattina Francesca, 17 anni, viene improvvisamente por-
sulla strage di Piazza Fontana ed era stato fatto oggetto di tata in presidenza insieme a due compagni di scuola, uno dei quali
BRIANO abita nel suo stesso palazzo. Siccome la vita è capace di beffe cru-
una atroce campagna stampa accusatoria relativa alla morte
delissime, poco prima in classe ha svolto un tema sul terrorismo.
« “Suicidio sociale”. Quasi trent’anni nella questura di Milano dell’anarchico Giuseppe Pinelli Quando incontra sulle scale, verso la presidenza, due amici di fami-
dopo, Andrea Briano lo chiama pro- Vale la pena di ricordare che nell'ottobre 1971 il quoti- glia, capisce che il problema riguarda lei. Quando ne nota
prio “suicidio sociale”. Si riferisce a diano Lotta Continua, legato alle posizioni dell'omoni- l’espressione del viso realizza che una tragedia sta per consumarsi.
ma formazione extraparlamentare di estrema sinistra, Francesca arriva sotto casa. La macchina di papà non c’è più, ma i
se stesso, al bambino che a 13 anni
pubblica un'autodenuncia indirizzata al Procuratore vetri rotti sull’asfalto sì». (da Obbiettivi quasi sbagliati)
perde il papà. In una mattina qua- della Repubblica di Torino che aveva inquisito alcuni
lunque, sulla metropolitana che lo suoi militanti ed ex-direttori per istigazione a delinque- Francesca Marangoni lavora nel padiglione del Policlinico di Milano
sta portando al lavoro. Di quel re. Cinquanta intellettuali, tra i maggiori artisti, registi, che porta il nome del padre, al centro per il coordinamento dei tra-
giornalisti e letterati del nostro paese sottoscrissero pianti.
giorno, ad Andrea, restano solo
quel proclama in cui orgogliosamente asserivano: «… «I terroristi ho voluto guardali in faccia: sono andata
frammenti di ricordo. Vede la vicina
Quando essi gridano “lotta di classe, armiamo le ai processi nell’aula bunker di via dei Filangeri, lì al carcere
che lo viene a prendere a scuola, il masse”, lo gridiamo con loro. Quando essi si impegna- di San Vittore. Nelle gabbie c’era tutta la colonna Walter Alasia,
ritorno a casa. L’abbraccio con lo zio no a “combattere un giorno con le armi in pugno contro sembrava di essere in un girone dantesco: urlavano, insultavano, ci
che non trova le parole. La perce- lo Stato fino alla liberazione dai padroni e dallo sfrutta- voltavano le spalle, mangiavano, una volta si misero a tirarci i
zione di un gelo che penetra mento”, ci impegniamo con loro». (…) I rappresentanti panini. Un giorno, mentre parlava il nostro avvocato, una coppia si
della cultura italiana salgono a 800 quando, nello mise a fare sesso davanti a tutti. I carabinieri se ne accorsero, scop-
nelle ossa. Papà non c’è più.
stesso anno, sottoscrissero un documento pubblicato piò una gazzarra. Oggi mi viene quasi da ridere a ripensarci: il giu-
“Dio è morto”. E lui, Andrea, si sul settimanale l'Espresso in più riprese, in cui il com- dice li richiamò chiedendo rispetto per la vedova: l’avvocato di uno
trattiene dal piangere perché papà missario Luigi Calabresi, veniva definito "commissario di questi disse, rivolto a mia madre, “Ma la signora non si offende”,
Renato non avrebbe voluto: un Dio, torturatore" e "responsabile della fine di Pinelli". ma lei sbottò: “E invece mi offendo sì!”. Insomma, erano dei cazzoni
anche da morto, riesce a pesare». Fino al 1979 con l’omicidio a Genova del sindacalista tremendi. Ma questo messaggio non è passato: i brigatisti si porta-
(da Obbiettivi quasi sbagliati) comunista Guido Rossa, i giornali parlano di: ‘Sedicenti no dietro un’aura di persone impegnate, di combattenti, invece
Brigate Rosse’, ‘terroristi manovrati dai servizi deviati’, erano dei poveretti che facevano la lotta armata per riscattare delle
‘probabili infiltrati’, ‘neo-fascisti camuffati’, ‘mercenari’ vite senza prospettive, gente povera di idee e di spirito».
manovrati da qualche complotto straniero... (da Spingendo la notte più in là, Mario Calabresi)
14.02 26.03
1971
Il governo rende noto il tentativo Esce il primo numero Entra in vigore una Viene eletto
di golpe di Valerio Borghese, che di ‘Nuova Resistenza’, nuova imposta, l' IVA; Giovanni Leone
colpito da mandato di cattura si il giornale che pubblica sostituisce l'IGE Presidente della
rifugia in Spagna i comunicati delle Br, dei Repubblica
Gap e altre organizzazioni
6. GENOVA
Francesco Coco, Procuratore generale della Repubblica di Genova
affronta con forza ed integrità il ricatto terroristico delle Brigate
Rosse che avevano sequestrato il collega sostituto Procuratore della
Repubblica Mario Sossi. Durante il suo sequestro, la Corte
d’Assise di Appello di Genova concede la libertà ad alcuni
detenuti subordinandone la scarcerazione alla condizione di
effettiva integrità fisica del magistrato Sossi. All'atto della
liberazione dell'ostaggio si constata che al magistrato sono
state inflitte varie lesioni, tra cui anche la frattura di una costola.
Il dr. Coco impugna di conseguenza per cassazione l’ordinanza
di scarcerazione ottenendone l’annullamento.
Viene ucciso l’8 giugno 1976 insieme alla scorta:
Giovanni Saponara e Antioco Deiana
COCO
17.05 31.05
1972
26.05 05.09
URSS: Germa-
17.02 13.03 08.05 26.06 nia: 09.11 14.12 15.12
A Mosca il presidente Germania
1° Governo A Milano si apre VI Legislatura statunitense Richard 2° Governo ‘Massacro di Monaco’: Francesco Ovest: Entra in vigore
Andreotti. il XIII congresso della Nixon e il segretario Andreotti. un commando De Martino è il decreto che
del PCI. generale del Partito di terroristi palestinesi Willy Brandt,
Coalizione: Repubblica comunista sovietico Coalizione: irrompe nel villaggio il nuovo permette l'obiezione
Enrico Berlinguer socialdemocratico, di coscienza al
monocolore è eletto segretario italiana Leonid Breznev DC, PSDI, olimpico della squadra segretario
viene eletto
DC del partito firmano il SALT 1 PLI israeliana del PSI cancelliere servizio militare
7. TORINO
Rosario Berardi,
maresciallo del
nucleo politico della
Questura di Torino,
ucciso la mattina
del 10 marzo 1978
BERARDI
«È il momento nel quale Torino deve affrontare il periodo più burrascoso, sottoposta
com’è allo stillicidio delle morti e al moltiplicarsi degli attentati. La città, alla metà
degli Anni Settanta, vive l’incertezza del tempo tra posti di blocco e ululare di sirene,
proclami di attentatori e gruppi eversivi, sottili distinguo di intellettuali e politici. La
spavalderia dei terroristi è evidente nei loro torrenziali comunicati che intasano le re-
dazioni dei quotidiani. Quelli che sono stati catturati si spingono sino al punto di confi-
dare nell’impunità. Non pochi di essi ritengono che i processi non si faranno. In questo
clima, agli uomini della legge e delle istituzioni si chiede di compiere sino in fondo il pro-
prio dovere e su di loro i cittadini fondano le residue speranze di ricondurre alla normali-
tà una situazione sempre più pericolosa (...).
Tutto il 1976 passa con Guido Barbaro, presidente della Corte d’Assise, alle prese con giu-
rati popolari recalcitranti, avvocati che via via rinunciano al mandato o sono ricusati dagli
imputati al processo contro il nucleo storico delle Brigate Rosse, arrestato nel 1975.
(...) Tra polemiche, tempi tecnici e nuovi imputati - saliranno a 53 per l’accorpamento
con un altro procedimento - il processo però viene più volte rinviato. Alla fine è evidente
che, accanto al giudice e alla procura, è restato saldamente l’avvocato Croce: nonostan- Sopra: Giuseppe Lorusso, agente di polizia
Fulvio Croce, penitenziaria, ucciso il 19 gennaio 1979
te i dubbi e le paure di molti, non viene meno alla dignità di presidente dell’Ordine e alla
avvocato, Sotto: l’Ing. Carlo Ghiglieno, dirigente FIAT
coerenza di una vita condotta sempre nel rispetto delle istituzioni. Così, grazie all’opera
presidente del ucciso a Torino il 21 settembre 1979
del procuratore generale Carlo Martino, del presidente della corte d’assise Guido Bar-
Consiglio
baro e di Croce, il processo al nucleo storico delle Br può essere programmato per il
dell’Ordine degli
maggio del 1977.
Avvocati
Croce, che aveva rifiutato la scorta perché riteneva che troppe
Procuratori del
erano le occasioni per colpirlo e perché, giunto ai 76 anni, non in-
Tribunale di
tendeva cambiare le proprie abitudini, è un obiettivo facile, di cui si
Torino, ucciso il
conoscono gli spostamenti e gli orari. I brigatisti lo hanno messo nel mirino
28 Aprile 1977
e molti segnali sono noti alla stessa vittima designata che ne parla con qualche colle-
ga, ma ne tace in famiglia per tenere fuori dai suoi turbamenti l’adorata moglie
Severina». (di Roberto Tutino, da Il Piemonte alla prova del terrorismo)
1973
GIRALUCCI
Alfredo Albanese,
commissario capo di P.S. di Venezia,
responsabile della Sezione Antiterrorismo,
Vice Questore aggiunto.
Ucciso a Mestre (VE)
il mattino del 12 maggio 1980
1974
09.08
14.03 25.04 12.05 15.05 19.05 23.07 Stati 23.11
Portogallo: Israele: Francia: Grecia: Uniti:
5° Governo Referendum sulla 4° Governo
Rumor. La Rivoluzione dei garofani legge Massacro palestinese Valéry Giscard Cade la Richard Nixon si Moro.
Coalizione: rovescia il regime instaurato sul divorzio: in una scuola d'Estaing vince ‘Dittatura dimette dalla carica Coalizione:
le elezioni di presidente USA
DC, PSI, dal dittatore Salazar vincono i No superiore presidenziali dei Colonnelli’ monocolore
a seguito dello
PSDI all’abrogazione di Maalot francesi scandalo Watergate DC
9. LE FORZE DELL’ORDINE
Andrea Campagna,
guardia di Pubblica Sicurezza
in servizio presso l'ufficio Digos del
Raggruppamento guardie di P.S.
di Milano.
Medaglia d'oro al valor civile alla
memoria.
Ucciso a Milano il 19 aprile 1979.
GRAZIOSI
A Roma, il 22 marzo 1977, Claudio Graziosi, agente di P.S., è sull’autobus e riconosce tra i passeggeri una
terrorista evasa dal carcere a gennaio. Si avvicina per arrestarla, ma un altro terrorista che la accompagna gli
spara uccidendolo e poi si allontanano in fuga.
Giovanni Saponara,
Il Generale Galvaligi è vice comandante dell'Ufficio brigadiere di P.S.,
per il coordinamento dei servizi di sicurezza nelle ucciso con Antioco
carceri, braccio destro del generale Dalla Chiesa prima Dejana a Genova,
e del Generale Risi, successivamente. l’8 giugno 1976
Viene ucciso a Roma il 31 dicembre 1980
GALVALIGI
Paolo Galvaligi, figlio di Enrico: è l’ultimo giorno dell’anno «di ritorno alla
messsa, verso le 19, papà si accorse dei ragazzi in strada col pacco Antonino Casu
regalo. Mamma procedette papà di una ventina di metri, entrò ucciso a Genova,
nell’androne di casa quando sentì sparare. In due stavano facendo fuoco il 25 gennaio 1980,
su il “nemico”. Mamma si precipitò fuori, si buttò sopra papà mentre i ter- con il tenente colonnello
roristi sparavano altri colpi, uno dei quali la ferì a un piede. In tutto una Emanuele Tuttobene
decina di proiettili. A caldo mamma mi raccontò che mio padre l’ultimo di cui è l'autista.
respiro glielo fece tra le braccia. Lo sentì andar via, in un secondo. Per lei Lascia la moglie e due figli:
è un ricordo indelebile, così forse si spiega il suo assoluto integralismo di Giuseppe e Giovanni.
fronte ad una ipotesi di un indulto o alla sola idea del perdono. Per me il
discorso è complicato ma preferisco non parlarne. Come familiare di una
vittima del terrorismo, per di più carabiniere, dico che il perdono, quello
vero, può comminarlo solo una entità superiore. Io non odio nessuno,
non serbo rancore. Voglio vivere e convivere con il mio dolore senza che
nessuno ci speculi sopra». (da Terrorismo. L’altra storia)
Titolo di
Francesco Di Cataldo, conferimento a
maresciallo e vice Giuseppe
comandante Savastano,
agenti di custodia carabiniere
del carcere di S. Vittore. ausiliario
Ucciso a Crescenzago
(MI), il 20 aprile 1978
1975
« (…) Emerge netta la sensazione di fondo che sugli originali di queste carte non sia
stata ancora detta l’ultima parola. Bisogna avere fiducia nel futuro, nelle generazioni RICCI
che verranno.Del resto, fu proprio il suo profetico autore a prevederlo per primo in una
lettera alla moglie giunta a destinazione solo nell’ottobre 1990: Maria Rocchetti, vedova dell’appuntato dei carabinieri Domenico Ricci:
“Avevo scritto a tutti i nostri cari in punto di morte, con l’animo aperto in quel momen- «La mattina di quel giovedì 16 marzo io con i miei due figli eravamo in casa, in
to supremo. Volevo lasciare qualche certezza di amore e qualche motivo di riflessione. quanto io casalinga e loro, Paolo 9 anni e Giovanni 11, sarebbero andati a
Ed ora temo che tutto questo sia disperso, per ricomparire, se comparirà, chissà scuola il pomeriggio per le note difficoltà dell’epoca nel reperimento di inse-
quando e dove.” gnanti, con la conseguente doppia turnazione nelle scuole statali. Alle ore
Ad esempio, in un covo milanese come dattiloscritto nell’ottobre 1978, dietro un tra- 09.30 circa avendo la radio accesa, venni a conoscenza della notizia di un gra-
mezzo in fotocopia di manoscritto dodici anni dopo, oppure in originale nella cassetta di vissimo attentato che aveva interessato l’On. Aldo Moro e la sua scorta. Notizie
sicurezza di qualche istituto bancario o negli archivi di un servizio segreto, “chissà frammentate e non attendibili nei primi momenti; il panico e l’angoscia mi ra-
quando e dove”. pirono nel pieno della loro devastante forza, le lacrime copiose cominciarono a
Oggi, trent’anni dopo, possiamo sostenere che l’epistolario di Aldo Moro è certamente prendere il sopravvento su quella che era la mia naturale forza d’animo, cosa
mutilo, l’esatta metafora di una verità negata su questa vicenda. Una ferita che mai era successo a mio marito? Le notizie date dai telegiornali dell’epoca co-
non si rimargina e continua a ledere l’identità politica, civile e minciarono poi a farsi più certe, e nel mio cuore cominciai ad avere consapevo-
morale di questo paese, che non sa e non vuole dimenticare. È una lezza di ciò che mai una moglie vorrebbe che le fosse annunciato: la morte del
storia di tutti, una storia italiana, che riguarda non solo il passato, proprio amato (...). La nebbia che quella mattina aveva offuscato la mia
ma il presente della comunità nazionale, le ragioni del nostro stare mente cominciò a dissiparsi verso le ore 13 quando un ufficiale dell’Arma si
insieme». (da Lettere dalla Prigionia) presentò alla mia porta con il volto costernato di colui che non vorrebbe mai
dare quell’efferata notizia: “Signora mi dispiace, per suo marito non c’è più
nulla da fare…è morto”. Eppure sembrava che dalle prime notizie una labile
speranza ci fosse, sentivamo dire che ci fossero dei feriti, speravamo, prega-
vamo, pensavamo insieme ai miei figli “…Signore nostro anche invalido per
tutta la vita ma almeno vivo”, ma, come le foglie d’autunno vengo-
no spazzate via da una improvvisa folata di vento, la
nostra vita venne annientata in un momento, nell’attimo
della piena consapevolezza di quanto fosse accaduto.
Per tutta la mia vita ricorderò quel terribile momento,
l’immagine di quanto poi trasmesso dalla televisione di
Stato l’ho ancora stampata nella mia mente, come ri-
marrà in quella dei miei poveri figli: le autovetture cri-
vellate di colpi e il corpo di mio marito trucidato con
decine di colpi! E quando uno dei miei figli ebbe a rico-
noscere il suo povero papà dall’orologio, il mondo, la
vita, le speranze della mia famiglia sono crollate come
un debolissimo castello di carte che cade».
(da l’intervista di Manuel Fondato)
1976
ALESSANDRINI
Lorenzo FORLEO, Lino GHEDINI, Giuseppe CIOTTA, Claudio GRAZIOSI, Fulvio CROCE, Antonio CUSTRA, Ernesto BERNINI,
appuntato CC, brigadiere P.S., agente P.S., agente P.S., avvocato, vice brigadiere P.S., orefice,
a Carpendolo (BS) il a Rho (Mi) il a Torino il a Roma il a Torino il a Milano il a Milano il
1977
17.02 10.03
«Alle 11.45, l’episodio più grave. Dal corteo, che sta svoltando in via Sant’Ottavio
per raggiungere l’Università, si stacca un “commando” di dieci-dodici manifestanti
mascherati e carichi di molotov. L’obiettivo è il bar-discoteca ‘Angelo Azzurro’, via Po
46, già incendiato il 22 aprile perché definito “covo di fascisti” o “locale borghese”.
All’esterno del bar sosta in quel momento il proprietario Luigi De Maria, all’interno vi
sono solo quattro persone: la moglie del titolare, Maria Benedetta Evangelista, il ba-
rista, Bruno Cattin e due amici che prendono l’aperitivo, Roberto Crescenzio,
studente-lavoratore e Diego Mainardo, operaio Fiat e studente di ingegneria.
Gli estremisti lanciano un grappolo di molotov nel locale ed esplode il dramma. La
moglie del titolare e il barista riescono a fuggire dal retro, mentre Diego Mainardo
viene malmenato e gettato fuori. Roberto Crescenzio, terrorizzato, cerca scampo nella
toilette e segna così il proprio destino. In un baleno le fiamme divorano la moquette,
quando il giovane tenta a sua volta di uscire si trova davanti a un muro di fuoco.
Quasi soffocato e accecato dal fumo acre, inciampa, rotola sulla moquette fusa e si
trasforma in torcia umana. Si rialza e raggiunge i portici di via Po. I passanti lo
vedono uscire barcollante, gettarsi a terra per spegnere le fiamme che lo avvolgo-
no. Lo aiutano a soffocare il fuoco con una coperta. Gli tagliano le scarpe, lo libera-
no dei vestiti incollati sul corpo annerito dalle piaghe. Lo adagiano su una sedia in
mezzo alla strada, lo coprono alla meglio in attesa dell’ambulanza. Roberto urla dal
dolore, un grido sempre più debole che si trasforma in rantolo.
La foto che lo ritrae quasi in agonia, seduto con la pelle a brandelli, emoziona la
gente e orienterà l’opinione pubblica più di tutti i comunicati e gli sforzi delle istitu-
zioni pubbliche e dei partiti. (…) Crescenzio viene portato al Centro grandi ustionati
del Cto dove la diagnosi è senza speranza, con il 90 per cento del corpo bruciato il
giovane non potrà sopravvivere.(…) Le sofferenze di Roberto Crescenzio durano
poco più di due giorni poi, il 3 ottobre, sopraggiunge la morte per collasso cardio-
circolatorio. Fino all’ultimo lo assiste il padre Giovanni straziato dal dolore. “Ha visto
nostro figlio con le carni martoriate – racconta la madre Elvira – e da allora non ha
più saputo trovare pace. Da questi strazi non ci si può riprendere, alla fine hanno
portato mio marito alla morte”. (...)«Per alcuni Roberto Crescenzio non è
propriamente un ‘caduto del terrorismo’, piuttosto una ‘vittima
del caso’. L’odio e l’insensatezza che lo uccisero sono però gli «Sono passati più di trent’anni. La giustizia, come recita l’abusata formula, ha
fatto il suo corso. C’è una sentenza definitiva e inappellabile, che ha accertato
stessi. E la Città giustamente così lo ricorda ancora oggi nelle ce-
ruoli e responsabilità. (…) Eppure, ancora oggi, a distanza di tanto tempo, non
rimonie ufficiali». (di Roberto Tutino, da Il Piemonte alla prova del Terrorismo) sappiamo tutti i nomi di coloro che hanno ammazzato Roberto Crescenzio. Anzi,
proprio non sappiamo chi l’ammazzò. (…) Come chiamare questo patto del silen-
zio che lega i protagonisti di allora? Reticenza, omertà, solidarietà di gruppo?».
(da Non sei tu l’Angelo Azzurro)
ALLEGRETTI
1977
TOBAGI
Nino Ferrero,
redattore de
‘L’Unità’,
ferito a Torino il
18 settmbre 1977
Indro Montanelli,
direttore de “il Giornale”,
ferito a Milano il 2 giugno 1977
Il ricordo di Fasanella
Franci BIGONZETTI,
studente universitario e
Carmine DE ROSA, Francesco CIAVATTA, Fausto DIONISI, Giorgio CORBELLI, Gianfranco SPIGHI, Riccardo PALMA, Franco BATTAGLIARIN,
capo sicurezza Fiat, studente liceale, agente P.S., orefice, notaio, magistrato, guardia giurata,
a Cassino (RM) il a Roma il a Firenze il a Roma il a Prato (Fi) il a Roma il a Venezia il
1978
14. I FERITI A GENOVA
SOSSI
1978
IOSA
Antonio Iosa:
«Cerco di non lamentarmi troppo per non essere
accusato di fare del ‘vittimismo’ – sì, mi hanno
detto anche questo! – ma è davvero difficile tirare
avanti. Anche se volessi dimenticare quella male-
detta sera e la paura di aver sfiorato la morte, c’è
sempre una fitta nel mio corpo che mi riporta a fare
i conti con quell’esperienza. Rivivo momento
per momento quel film soffermandomi
sempre su un particolare diverso. Un
gesto. Un volto. Una parola». 1. 15/05/1975 Massimo DE CAROLIS, avvocato, capogruppo DC
(da I silenzi degli innocenti) 2. 07/10/1975 Cosimo VERNICH, brigadiere degli agenti di custodia
3. 10/11/1975 Valerio DI MARCO, dirigente della Innocenti
4. 02/04/1976 Matteo PALMIERI, capo delle guardie Magneti Marelli
«Nel processo contro i miei feritori della colonna brigatista Water Alasia ho
5. 11/03/1976 Fulvio NERI, ginecologo
dovuto rinunciare a costituirmi parte civile sia per motivi economici in
6. 24/01/1977 Nicola TOMA, funzionario Sit-Siemens
quanto la vittima deve pagare le spese dell’avvocato difensore, sia per la 7. 15/03/1977 Guglielmo RESTELLI, caporeparto Breda
difficoltà di trovare avvocati disponibili a tale compito». 8. 18/04/1977 Bruno RUCANO, capo del personale società Vanossi
(da Terrorismo. L’altra storia) 9. 19/05/1977 Giuseppe GHETTI, medico specialista in medicina del lavoro
10. 14/05/1977 Marzio GOLINELLI, edicolante
11. 02/06/1977 Indro MONTANELLI, direttore del «Giornale Nuovo»
12. 09/06/1977 Fausto SILINI, caporeparto della Breda
13. 12/06/1977 Vito PATRONO, carabiniere
14. 12/06/1977 Gesuino SOLISI, carabiniere
15. 20/06/1977 Giuseppe D’AMBROSIO, caporeparto della Sit-Siemens
16. 25/06/1977 Roberto ANZALONE, medico
17. 30/06/1977 Luciano MARRACANI, dirigente FIAT-OM
18. 23/10/1977 Carlo ARIENTI, consigliere comunale DC
19. 08/11/1977 Aldo GRASSINI, dirigente dell’Alfa Romeo
20. 31/01/1978 Armando GIROTTO, titolare della omonima tipografia
TORREGGIANI 21. 16/02/1978 Domenico SEGALA, dirigente dell’Alfa Romeo
22. 04/05/1978 Umberto DEGLI INNOCENTI, dirigente della Sit-Siemens
Alberto Torreggiani: 23. 08/05/1978 Diego FAVA, medico capo della sezione Inam
«Sono nato il 19 febbraio 1979 eppure oggi, 19 febbraio 2004, compio 40 anni. 24. 10/05/1978 Franco GIACOMAZZI, dipendente Montedison
L'anagrafe me ne attribuisce 15 in più ed ha le sue buone ragioni. 25. 11/05/1978 Massimo ASTARITA, funzionario Chimical Nank
Perché nessuno, nessun conoscente, nessun amico, nemmeno un medico od 26. 12/05/1978 Tito BERARDINI, segretario sezione DC
un infermiere o uno degli agenti che era lì con me, ha pensato che alle 16:30 27. 05/07/1978 Gavino MANCA, funzionario Pirelli
di quel 19 febbraio 1979 fosse il caso di segnalare la mia nascita agli uffici 28. 29/09/1978 Ippolito BESTONSO, dirigente Alfa Romeo
comunali milanesi. E anche loro avevano buone ragioni per non farlo. 29. 13/11/1978 Mario MARCHETTI, direttore sanitario di San Vittore
Ma di sicuro io avevo le mie per sapere con assoluta certezza quale fosse la 30. 24/01/1979 Battista FERLA, capo infermiere Policlinico di Milano
mia vera data di nascita. 31. 16/02/1979 Alberto TORREGIANI, figlio del gioielliere Pierluigi
Sono nato in una stanza di rianimazione dell'ospedale di Milano "Niguarda", 32. 20/12/1979 Ferdinando MALATERRA, vice capo infermiere Policlinico
una stanza asettica, lucida di un colore celeste, dal sapore farinoso di 33. 20/12/1979 Nino MANFREDI, vice capo infermiere Policlinico
medicinali, armeggiata di apparecchiature strane, strani monitor con fili 34. 10/02/1980 Mario MIRAGLIA, ingegnere e dirigente d’azienda
penduli collegati al mio corpo, una stanza con due letti posti a capo di una 35. 21/02/1980 Pietro DELLERA, capo reparto Alfa Romeo
parete di vetro dalla quale era possibile intravedere altri letti, altri monitor, 36. 01/04/1980 Emilio DE BUONO, giornalista de “il Popolo”
altre luci soffuse, due letti, ma in quel momento c'ero soltanto io. 37. 01/04/1980 Antonio IOSA, presidente Circolo culturale Carlo Perini
Ho aperto gli occhi e mi sono sentito gonfio, mi sono scoperto immobile, 38. 01/04/1980 Eros ROBBIANI, segretario DC sezione “L. Perazzoli”
ho avvertito il fastidio di quei tubi nel naso attraverso i quali respiravo. 39. 01/04/1980 Nadir TEDESCHI, parlamentare DC
E avevo una sete pazzesca. 40. 07/05/1980 Guido PASSALACQUA, giornalista de “La Repubblica”
Sì, non sono venuto al mondo... » 41. 11/12/1980 Maurizio CARAMELLO, dirigente Italtrafo
(da Ero in guerra e non lo sapevo) 42. 03/06/1981 Renzo SANDRUCCI, (rapito) ingegnere Alfa Romeo
43. 28/06/1981 Sergio ALBERTARIO, tipografo
Fedele CALVOSA
Antonio ESPOSITO, Piero COGGIOLA, Girolamo TARTAGLIONE Alfredo PAOLELLA, procuratore capo della repubblica, Domenico BORNAZZINI, commerciante,
commissario capo, funzionario d’industria, magistrato, docente universitario, Giuseppe PAGLIEI, agente di custodia e Carlo LOMBARDI, macellaio,
a Genova il a Torino il a Roma il a Napoli il Luciano ROSSI, autista, Pietro MAGRI, autista,
a Patrica (FR) il a Milano il
21.06 28.09 10.10 11.10
08.11 01.12
1978
27.07
Il Parlamento approva
la legge sull’ ‘equo canone’
16. I FERITI A TORINO
LA SCUOLA GAMBIZZATA
Prima di quel giorno, il terrorismo italiano non aveva mai attaccato una
scuola. Lo fece Prima linea l’11 dicembre 1979, a Torino, andando all’assalto
dell’Istituto di amministrazione aziendale dell’università. Fu occupato per 45
minuti, lasciando in un corridoio dieci feriti a terra.
All’assemblea che seguì il giorno dopo. Una ragazza:
«Il momento più brutto è stato quando mi hanno detto “abbassa la testa e
rimani così”. Mi sono sentita inerme e non ho pianto per mira-
colo. A quelli che ci tenevano sotto il tiro della pistole, avrei
voluto gridare: guardate che questa non è una scuola per
figli di papà che vogliono fare i dirigenti da grandi. Io, se non vengo qui,
non so dove sbattere la testa. E quando esci da questa scuola non è che sali
su un palco a comandare, vai a lavorare e a mangiare tanta di quella merda
che metà basterebbe». (…)
Il vicedirettore della scuola, Alfredo Giglioli:
«Quelli di Prima Linea sono dei poveretti. Non sanno che la classe dirigente
vera è quella che non si vede e ha dei meccanismi di formazione molto diversi
da questa piccola scuola». (da Utopia armata)
Raffealla Napolitano,
vigilatrice penitenziariaa
del carcere ‘Le Nuove’,
ferita il 5 febbraio 1979
PUDDU
Maurizio Puddu:
«Con tutta franchezza mi ero fatto il convincimento che la mia
qualifica di consigliere provinciale di Torino non potesse assumere
agli occhi dei brigatisti un particolare interesse. (…) Mia moglie 1. 13/02/1973 Bruno LABATE (rapito), sindacalista Cisnal
Nives, invece, con quel presentimento tipico delle donne, il giorno 2. 10/12/1973 Ettore AMERIO (rapito), direttore personale FIAT, Alba (CN)
prima di quel 13 luglio, mi aveva telefonato da Roma dove aveva 3. 04/06/1975 Vittorio GANCIA (rapito), industriale vinicolo, Canelli (AL)
accompagnato nostro figlio Massimo, raccomandandomi ripetuta- 4. 19/06/1975 Paolo FOSSAT, vicecapo officina, 1975
mente di… “stare attento”. (…) Cercai di tranquillizzarla con queste 5. 21/10/1975 Enrico BOFFA, capo del personale SINGER e consigliere comunale D.C.
testuali parole: “I brigatisti puntano in alto, hanno obiettivi ambi- 6. 17/12/1975 Luigi SOLERA, medico Fiat
ziosi. Ai loro occhi io conto ben poco”. Invece, ero entrato nel loro
mirino». (da Brigate Rosse Ieri e Oggi)
7. 13/04/1976 Giuseppe BORELLO, capo reparto presso lo stabilimento FIAT Mirafiori
8. 17/02/1977 Mario SCOFFONE, capo del personale FIAT Rivalta
Maurizio Puddu, 9. 18/02/1977 Bruno DIOTTI, caporeparto Fiat
consigliere provinciale D.C., 10. 20/04/1977 Dante NOTARISTEFANO, primo dirigente Tribunale di Torino
revisore dei conti e pubblicista, 11. 22/04/1977 Antonio MUNARI, capo officina presse Fiat Mirafiori
ferito il 13 luglio 1977 12. 30/06/1977 Franco VISCA, dirigente Fiat
con 14 colpi di cui sette a segno all’addome, 13. 13/07/1977 Maurizio PUDDU, consigliere provinciale D.C.
alla gamba sinistra e a quella desta. 14. 18/09/1977 Nino FERRERO, giornalista de l’Unità
15. 11/10/1977 Rinaldo CAMAIONI, funzionario Fiat Mirafiori
16. 24/10/1977 Antonio COCOZZELLO, consigliere comunale D.C.
PALMIERI 17. 10/11/1977 Piero OSELLA, dirigente presse Fiat Mirafiori
18. 02/12/1977 Giorgio CODA, neuropsichiatra
Sergio Palmieri:
19. 10/01/1978 Gustavo GHIROTTO, funzionario Fiat
«Io mi sono sentito abbandonato nel momento del bisogno. Non
solo nell’ambito familiare, anche nell’ambito delle amicizie:
20. 24/03/1978 Giovanni PICCO, consigliere regionale D.C.
quando la gente mi parlava, si guardava intorno. C’erano persone 21. 10/04/1978 Ruggero GRIO, ginecologo
che quando venivano a trovarmi nella saletta del Cto (Centro trau- 22. 27/04/1978 Sergio PALMIERI, funzionario Fiat
matologico ospedaliero N.d.r), erano palesemente terrorizzate. 23. 06/05/1978 Giorgio ROSSANIGO, medico, a Novara
Bisognava far finta di non conoscermi per quieto 24. 15/05/1978 Roberto DE MARTINI, guardia P.S.
vivere. Io ho un solo amico, tutti gli altri sono scom- 25. 08/06/1978 Giacomo FERRERO, medico simpatizzante dell’MSI
parsi per non farsi vedere vicino a me, perché c’era 26. 06/07/1978 Aldo RAVAIOLI, presidente Associazione Piccola Industria
gente che diceva che, se mi hanno sparato, qualche motivo ci sarà 27. 19/07/1978 Salvatore RUSSO, assicuratore, a Grugliasco (TO)
pur stato». (da Obbiettivi quasi sbagliati) 28. 17/11/1978 Mario DEORSOLA, architetto
A fianco: Franco Piccinelli, giornalista 29. 20/01/1979 Francesco SANNA, vice brigadiere P.S.
ferito il 24 aprile 1979. 30. 01/02/1979 Grazio ROMANO, medico del carcere
Sotto, Enrico Boffa dirigente SINGER 31. 28/02/1979 Antonio NOCITO, guardia P.S.
ferito il 21 ottobre 1975 32. 05/02/1979 Raffaella NAPOLITANO, vigilatrice penitenziaria
33. 09/03/1979 Gaetano D'ANGIULLO, appuntato P.S.
34. 14.03.1979 Giuliano FARINA, capo officina Fiat
35. 24/04/1979 Franco PICCINELLI, giornalista
36. 18/05/1979 Domenica NIGRA, ostetrica
37. 08/06/1979 Giovanni FARINA, sorvegliante Fiat
38. 17/09/1979 Vincenzo ROVITO, agente di custodia ausiliario
39. 04/10/1979 Cesare VARETTO, responsabile Fiat rapporti con sindacato
40. 05/10/1979 Piercarlo ANDREOLETTI, amministratore delegato Praxi
41. 07/12/1979 Pietro ORECCHIA, titolare officina meccanica
42. 11/12/1979 Lorenzo QUASONE, coordinatore Scuola Amministrazione Aziendale
43. 11/12/1979 Vittorio MUSSO, coordinatore Scuola Amministrazione Aziendale
44. 11/12/1979 Angelo SCORDO, coordinatore Scuola Amministrazione Aziendale
45. 11/12/1979 Paolo TURIN, studente Scuola Amministrazione Aziendale
46. 11/12/1979 Tommaso PRETE, studente Scuola Amministrazione Aziendale
47. 11/12/1979 Renzo POSER, studente Scuola Amministrazione Aziendale
48. 11/12/1979 Pietro TANGARI, studente Scuola Amministrazione Aziendale
Enrico DONATI, Salvatore LANZA, agente P.S. e 49. 11/12/1979 Giuliano D'ALLOCCHIO, studente Scuola Amministrazione Aziendale
a Roma il Salvatore PORCEDDU, agente P.S., 50. 11/12/1979 Pietro PANNONI, studente Scuola Amministrazione Aziendale
a Torino il 51. 11/12/1979 Paolo GIULIANO, studente Scuola Amministrazione Aziendale
52. 14/12/1979 Adriano ALBERTINO, capo-reparto Fiat Mirafiori
14.12 15.12
53. 14/12/1979 Michele SACCO, sorvegliante Fiat Mirafiori
54. 15/12/1979 Massimo OSNAGHI, brigadiere CC
55. 15/12/1979 Giovanni SERRA, appuntato CC
1978 56. 21/01/1980 Ezio GAVELLO, dirigente FIAT
57. 31/01/1980 Giovanni PEGORIN, sorvegliante, a Brandizzo (TO)
58. 08/02/1980 Roberto GARRONE, architetto, assessore comunale P.C.I.
23.12
59. 08/10/1982 Giovanni BERTELLO appuntato CC, a Corio Canavese (TO)
Viene approvata la legge
sul sistema sanitario
nazionale che istituisce
le Usl
17. I FERITI A PADOVA E ROMA
PADOVA
Padova è l’epicentro veneto del terrorismo di sinistra, praticato secondo la variante dell’Autonomia
Operaia Organizzata.
«Dirigenti e militanti dell’Autonomia Operaia padovana erano in grande maggioranza docenti uni-
versitari, insegnati, studenti, impiegati, ceto medio intellettuale, insomma, di varie gradazioni. Le
sue roccaforti non erano le fabbriche o i quartieri operai, ma alcune facoltà universitarie e le case
dello studente, dove poche decine di estremisti, qualche centinaio in tutta la provincia, dominavano
con la violenza». (di Angelo Ventura, da Padova)
Una violenza eversiva che si è esercitata in Veneto nel triennio ’77-’79 con 1197 ‘azioni’, di cui 708
avvenuta a Padova. «Alle sparatorie in piazza e ai saccheggi si accompagna la scelta di bersagli indi-
viduali all’interno dell’università e l’intimidazione sistematica nei confronti dei docenti non succubi.
In tre anni verranno aggrediti, sprangati o feriti a rivoltellate i seguenti professori universitari:
Guido PETTER, Oddone LONGO, Ezio RIONDATO, Angelo VENTURA. Altri docenti – come BERTI, OLI-
VIERI, GALANTE, CEOLIN – subiscono aggressioni, attentati alle abitazioni o alle auto, e vengono a
più riprese minacciati …» (da La follia veneta)
Sono poi colpiti, sempre a Padova, il direttore della mensa universitari Paolo MERCANZIN, il giornali-
sta del “Gazzettino” Antonio GARZOTTO e l’avvocato Vincenzo FILOSA.
Mentre a Verona l’agente di P.S. Arturo NIGRO e a Musile di Pieve (VE) Franco PILLA, presidente
della Cassa di Risparmio di Venezia.
MERCANZIN
Paolo Mercanzin:
«Io ho subito quattro attentati: uno dai fascisti e tre dai gruppi di autonomia tra i quali una gambizza-
zione. (…) Devo dire che non mi sono sentito una vittima, così come credo che non si considerino tale
i docenti dell’Università di Padova: abbiamo combattuto in prima linea contro credo la peggiore delle
forme di terrorismo e la peggiore delle forme di tentativo di rovesciamento del’ordine democratico, che
era quel laboratorio, secondo me molto più pericolosa di quella delle B.R., perché era un fatto colletti-
vizzato, un metodo che proponeva l’illegalità di massa, la disarticolazione e la de-
strutturazione, la cosiddetta strategia del tarlo, di rifiuto del lavoro. Cose che
hanno comportato nella mentalità di molti, soprattutto giovani, la convinzione
che bastava prendere una multa per dire: “hanno ragione le B.R.”».
(da Atti del Convegno “Lotta al terrorismo”)
Giuseppe LORUSSO, Emilio ALESSANDRINI, Pierluigi TORREGIANI, Emanuele IURILLI, Giuseppe GUERRIERI,
agente di custodia, magistrato, gioielliere, studente, appuntato CC,
a Torino il a Milano il a Milano il a Torino il a Bergamo il
Guido ROSSA, Lino SABBADIN, Rosario SCALIA, Graziella FAVA, Italo SCHETTINI,
sindacalista, commerciante, guardia giurata, collaboratrice domestica, avvocato,
a Genova il a S. Maria di Sala a Barzanò (CO) il a Bologna il a Roma il
19.01 29.01 16.02 09.03 13.03
24.01 16.02 23.02 13.03 29.03
1979
21.03 21.03
Andrea CAMPAGNA, Bartolomeo MANA, Carmine CIVITATE, Michele GRANATO, Vittorio BATTAGLINI,
agente Digos, vigile urbano, barista, guardia P.S., maresciallo CC e
a Milano il a Druento (TO) il a Torino il a Roma il Mario TOSA,
Antonio MEA, brigadiere P.S. e Antonio VARISCO, Carlo GHIGLIENO, Luciano MILANI, carabiniere scelto,
Pietro OLLANU, agente P.S., tenente colonnello CC, funzionario d’industria, appuntato CC, a Genova il
a Roma il a Roma il a Torino il a Bardi (PR) il
19.04 13.07 18.07 09.11 21.11
03.05 13.07 21.09 19.11
1979
2 AGOSTO 1980
SERRAVALLI
BACHELET
«La madre di Lando Conti, Lisa Menotti Riccioli, ha poco meno di 80 anni
quando ammazzano suo figlio. Alle spalle una vita intesa, ricca, diversa da
quelle di tutte le donne della sua generazione, con eccezioni che si contano TARANTELLI
sulle dita di una mano. Lisa, nata a inizio 900, si è laureata in matematica.
Inoltre si è separata dal marito molto prima dell’introduzione del divorzio Carole Beebe Tarantelli, moglie di Ezio:
nella legislazione italiana. Cresce in una famiglia di grande tradizione poli- «Questo paese non solo non è stato capace di elaborare un lutto ma
tica e culturale nella più pura e intransigente tradizione del pensiero laico, neanche un pensiero. Non ha voluto né potuto pensare al terrori-
repubblicano, mazziniano, risorgimentale. smo. Non ha mai fatto i conti fino in fondo. In Italia si è fatta strada
Il dolore di Lisa è certo il dolore di una madre, ma anche il dolore altrettan- un’illusione, che corrisponde alla fantasia dei terroristi, che si possa
to inconsolabile di una donna tutta pubblica, pienamente consapevole dei superare quello che hanno fatto come se nulla fosse successo. Ma
fatti politici e storici che la circondano. Lei, che ha conosciuto la non può essere così. Pagata la pena si è liberi, ma non sono finite
le responsabilità: questa idea non corrisponde alla realtà. E non è
dittatura fascista e le sue nefandezze, non considera am-
questione di volontà buona o cattiva, è solo una questione di realtà,
missibile l’omicidio politico in democrazia. Esce dal campo
perché gli effetti dei loro gesti si vedono ancora. Si vedono sulle
delle azioni concepibili, anche nella testa di una donna che conosce le Ezio Tarantelli, professore di persone che sono sopravvissute e si sentono ogni giorno nella man-
asprezze della politica in ogni loro sfumatura. Lisa non si da pace su questo Economia politica all’Università di canza delle persone che loro hanno ucciso. Il terrorismo non
punto. Ne parla e riparla con i nipoti Lorenzo e Leonardo». Roma, presidente dell’Istituto di sarà mai finito finché sarà in vita mio figlio che ne
(da Obbiettivi quasi sbagliati) Studi Economici e del lavoro della porta i segni. Gli effetti negativi continuano nella nostra vita
CISL. tutti i giorni, non ce lo si può dimenticare».
Ucciso a Roma il 27 marzo 1985 (da Spingendo la notte più in là)
“Ogni volta si dice che è un colpo di coda…”, lamenta nel 1986 il
professor Ventura pochi mesi dopo l’omicidio di Lando Conti. Se-
guiranno nel 1987 l’eccidio di via Prati di Papa a Roma, dove sa-
ranno uccisi mentre scortavano un furgone portavalori, Giuseppe
Scravaglieri e Rolando Lanari, poi l’omicidio del generale
dell’aeronautica Licio Giorgeri e, nel 1988, quello del consigliere
per gli affari costituzionali del governo De Mita, Roberto Ruffilli.
Roberto Ruffilli, professore universitario
Seguiranno dieci anni di ‘quiete’. e senatore della DC, ucciso a Forlì,
il 16 aprile 1988
Rocco SANTORO, brigadiere P.S., Emanuele TUTTOBENE, Iolanda ROZZI, Carlo ALA, Maurizio ARNESANO, Valerio VERBANO,
Michele TATULLI, agente P.S. e tenente colonnello CC, casalinga, dipendente d’industria, agente P.S., studente,
Antonio CESTARI, agente PS., Antonio CASU, a Roma il a Brandizzo (TO) il a Roma il a Roma il
a Milano il appuntato CC., Sergio GORI, Paolo PAOLETTI, Vittorio BACHELET,
a Genova il dirigente industriale, funzionario d’industria, magistrato,
a Venezia
ù il a Monza (MI) il a Roma il
08.01 28.01 31.01 06.02 22.02
25.01 29.01 05.02 12.02
1980
21. DOPO 10 ANNI
Marco Biagi, docente universitario di Diritto del lavoro,
ucciso a Bologna la sera del 19 marzo 2002, all’età di 51 anni,
vittima di un attentato terroristico delle Brigate Rosse.
Dal 2001 era consulente del ministro del Welfare e
del Presidente della Commissione Europea
BIAGI
D’ANTONA
Il 2 marzo 2003, il sovraintendente capo della Polizia «Ho sempre saputo che la morte di mio marito era un lutto politico, per
Emauele Petri, in servizio sul tratto ferroviario questo ho deciso di portare il suo cognome come uno stigma. Non sono
Roma-Firenze, nei pressi della stazione di Castiglion più la persona di prima. Noi saremo sempre per sempre
Fiorentino, durante un controllo di routine, vedove, spesso in pasto alla morbosità: ci sono giorni che evito di
viene ucciso in un conflitto a fuoco con terroristi andare in edicola o al bar».
delle nuove Br che viaggiavano con documenti falsi (da Spingendo la notte più in là)
Luigi ALLEGRETTI, Nicola GIACUMBI, Guido GALLI, Alfredo ALBANESE, Vincenzo TOTONELLI, Francesco EVANGELISTA,
cuoco, procuratore capo della Repubblica, magistrato, commissario capo, guardia giurata, appuntato P.S.,
a Roma il a Salerno il a Milano il a Mestre (VE) il a Roma il a Roma il
Angelo MANCIA, Girolamo MINERVINI, Giuseppe PISCIUNERI, Giuseppe AMATO, Walter TOBAGI,
impiegato “Secolo d’Italia”, magistrato, guardia giurata, assessore regionale DC, giornalista,
a Roma il a Roma il a Torino a Napoli il a Milano il
10.03 16.03 19.03 12.05 27.05 28.05
12.03 18.03 10.04 19.05 28.05
1980
05.04 04.05
Jugoslavia:
2° Governo Cossiga
Coalizione: A Lubiana muore
DC, PSI, PRI il maresciallo Josip Broz Tito
90
22. I NUMERI
80
70
60
50
40
30
20
10
0
1969 1970 1971 1972 1973 1974 1975 1976 1977 1978 1979 1980 1981 1982 1983 1984 1985 1986 1987 1988
TERRORISMO 0 0 2 4 3 4 6 7 10 31 24 36 19 20 1 1 3 1 3 1
STRAGI 17 6 0 3 4 20 0 0 0 0 0 85 0 0 0 0 0 0 0 0
VIOLENZA POLITICA 1 4 2 4 5 4 8 3 5 1 2 0 0 0 1 0 0 1 0 0
TERR. INTERNAZ. 0 0 0 0 34 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 2 17 0 0 5
I NUMERI DEI TERRORISTI Gli ‘anni di piombo’ sono convenzionalmente quelli che vanno dal 1969 al 1988. Venti anni nei
quali, secondo alcune fonti, gli attentati con echi nazionali furono più di 7000, con alcune mi-
Dal 1969 al 1989 sono state 4087 le persone con- gliaia di feriti e oltre 400 caduti.
dannate in via definitiva per banda armata, asso-
ciazione sovversiva, insurrezione contro i poteri A decenni dai fatti non si ha ancora - da fonti ufficiali - un quadro preciso e attendibile delle vit-
dello Stato, omicidi, ferimenti, furti, rapine, reati time. Nella striscia azzurra sotto tutti i pannelli, dove sono indicati in bianco i nomi delle vittime
comunque collegati all’attività dei gruppi armati del terrorismo, sono quindi possibili delle lacune. Saremo grati ai visitatori per segnalazioni per-
di sinistra. In prevalenza sono uomini il 76,9%, 3142. tinenti.
Ne fanno parte anche 945 donne, il 23,1%. La maggio- Alcune lacune nascono per carenze di fonti come nel caso, ad esempio, dei nomi delle vittime
ranza, il 60,3%, risulta di età compresa tra i 21 e i 30 di attentati di terrorismo internazionale di quegli anni.
anni, di cultura e istruzione medio-alta: solo il 2,5% ha Si è ritenuto, inoltre, di non inserire negli elenchi riportati:
frequentato solo le scuole elementari e il 20,4% le - le vittime di violenza politica (scontri di piazza, faide tra gruppi estremisti, ecc.)
medie inferiori. - i caduti della forze dell’ordine in azione di contrasto al terrorismo.
La legge italiana per le vittime del terrorismo e le stragi (n. 206/94) riconosce non solo queste
A questi 4097 condannati dai tribunali, si devono ag- vittime, ma anche, per gli eventi verificatisi dal 1961, i caduti per gravissimi atti di criminalità
giungere almeno 20.000 fiancheggiatori, in parte di particolare allarme sociale quali quelli della cosiddetta "Uno bianca" e della strage di Ustica.
(circa 7000) inquisiti perché coinvolti dalle dichiarazioni
dei collaboratori di giustizia e poi assolti dai tribunali. Vorremo infine ricordare una ‘categoria’, che nessuna legge riconosce e che nessuno cita:
Sul piano statistico, sono 24 le sigle maggiori della
lotta armata di sinistra, 78 quelle considerate minori, LE VITTIME INDIRETTE: I SUICIDI
21 sono invece collettivi e riviste di movimento, gruppi
semilegali indagati per associazione sovversiva e Agli elenchi e ai dati ufficiali si aggiunge un numero imprecisato di vittime indirette, quali sono
banda armata. i congiunti che non hanno retto all’impatto con dolori inestinguibili e si sono tolti la vita. Citiamo
i casi esemplari della moglie del notaio Gianfranco Spighi, o di Filippo Alberghina, agente di
Si aggiungono al computo i circa 1000 (+5000 fian- pubblica sicurezza suicidatosi pochi giorni dopo aver prestato i primi soccorsi nella strage del
cheggiatori) neofascisti, e ovviamente i cosiddetti treno 904.
'nuovi brigatisti'.
Antonio CHIONNA, Strage della stazione Pietro CUZZOLI, Alberto CONTESTABILE Ezio LUCARELLI, Manfredo MAZZANTI,
appuntato CC, di Bologna maresciallo CC e ex guardie carcerarie, brigadiere CC, dirigente industriale Falk,
a Martinafranca (TA) il 85 morti e 200 feriti Ippolito CORTELLESSA, a Santa Maria Capua Vetere (CE) a Milano il a Milano il
appuntato CC,
Mario AMATO, Maurizio DI LEO, Renato BRIANO, Giuseppe FILIPPO,
magistrato, a Viterbo il tipografo, dirigente d’industria, guardia P.S.,
a Roma il a Roma il a Milano il a Bari il
03.06 02.08 24.09 26.11 28.11
23.06 11.08 02.09 12.11 28.11
1980
GLOSSARIO Il bisogno di verità: una stagione che non si consegna alla storia
«Non sembra ancora possibile, in quanto troppe verità mancano, troppe re-
La sindrome da stress post traumatico sponsabilità non sono state accertate, molti attendono ancora giustizia e il di-
«Ai sopravvissuti e a moltissimi familiari delle vittime – il 100% secondo alcune ri- battito resta inquinato dalle convenienze e dalle autodifese, anche quelle
cerche condotte dell’Università di Siena – viene diagnosticato un disturbo post- generazionali».
traumatico da stress, con una serie di problematiche psichiatriche e patologiche «I terroristi in carcere sono ormai pochi (…). È diffusa la sensazione che ab-
connesse: fenomeni di straniamento, mancanza di socializzazione o fobie che por- biano goduto dei benefici di legge e siano usciti senza dare fino in fondo un
tano le vittime a vivere come dei carcerati. Tutte problematiche che impediscono di contributo alla verità. Lo Stato avrebbe dovuto scambiare la libertà anticipa-
condurre un’esistenza normale e serena che, purtroppo, lo Stato non riconosce» ta con un netto impegno alla chiarezza e alla definizione delle
(da I silenzi degli innocenti) responsabilità». (da Spingendo la notte più in là)
È questo il nome della patologia che spesso si impossessa di chi ha visto la morte
in faccia: la stessa malattia dei sopravvissuti dei lager nazisti, dei reduci della Il segreto di Stato
guerra nel Golfo e delle missioni in Iraq ed Afghanistan. «La democrazia, che pure persegue l’ideale di una trasparenza assoluta, non
è mai riuscita a eliminare una sfera di “invisibilità”, destinata a durare nel
Le vittime colpevoli tempo trasformandosi in “indicibilità”. È questo il nodo dell’ampiezza del se-
«Le vittime sono ingombranti. Gli studiosi delle forme di violenza politica conoscono greto di Stato e della sua durata. Ci può essere un segreto molto grande, ma
bene la tendenza dell’opinione pubblica a criminalizzare la vittima, per rassicurarsi che dura poco, o un segreto molto piccolo ma destinato a durare nel tempo.
ed esorcizzare il pericolo, convincendosi che in fondo la vittima qualche cosa deve In Italia, il segreto ha finito per degenerare nella patologia proprio perché la
pur aver fatto per meritarsi la violenza. È questo uno dei principali effetti psicologi- specificità italiana della situazione politica faceva sì che una serie di fatti non
ci che intende ottenere il terrorismo, secondo un meccanismo già largamente speri- potessero essere resi noti in Parlamento. Nel momento in cui, infatti, fossero
mentato dallo squadrismo fascista e ora sistematicamente applicato dal terrorismo stati resi noti al Parlamento, sarebbero stati conosciuti dal PCI e quindi auto-
rosso e nero». (Angelo Ventura al Convegno del 1986 a Torino) maticamente dall’URSS». (da Segreto di Stato)
Roberto Della Rocca: «I veri prigionieri siamo noi. La comunità delle vittime
ha pagato un prezzo quotidiano, restando imprigionata nelle proprie diffi- La mancata condanna unanime delle violenza
coltà, paure, lacrime». (da Obbiettivi quasi sbagliati) «I terroristi non sono stati sconfessati come assassini ma troppo spesso de-
scritti come dei perdenti, persone che hanno fatto una battaglia ideale ma
La minorità mediatica delle vittime non sono riusciti a vincere. In questo modo però sono loro a diventare dei
«La disparità di trattamento tra chi uccise e chi venne ucciso è irreparabile, conti- modelli. E le inchieste sugli ultimi epigoni del brigatismo, annata 2007, dimo-
nua negli anni aggravata dal fatto che chi allora uccise scrive memorie, viene inter- strano una cosa con chiarezza: che ci sono ancora messaggi capaci di passare
vistato dalle dalla tivù, partecipa a qualche film, occupa posti di responsabilità, alle nuove generazioni». (da Spingendo la notte più in là)
mentre alla vedova di un appuntato nessuno va a chiedere come vive da allora «Molti intellettuali allora sposarono lo slogan “né con lo Stato né contro lo
senza marito, se ci sono figli che hanno avuto un’infanzia da orfani, se il tempo tra- Stato”. Abdicarono a se stessi, alla loro funzione: si lavarono le mani del loro
scorso ha chiuso le ferite, il rimpianto, il dolore». (da Spingendo la notte più in là) compito di guida, di orientamento della società italiana. Leonardo Scoscia si
«In questi ultimi tempi è in corso una ‘revisione’ degli Anni Settanta. Molti di quanti lamentò che non si erano sforzati di “interpretare i fatti, di coglierene le impli-
parteciparono in gioventù alla terribile stagione degli “anni di piombo”, non tanto cazioni remote e di scorgerne le conseguenze possibili».
come autori di efferatezze, ma in funzione di coro politico che si esprimeva in favore (di Maurizio Puddu, da Brigate Rosse Ieri e Oggi)
di politiche estremiste, oggi occupano posizioni di rilievo in ogni settore della socie-
tà. Da questa posizione privilegiata sono tentati di stravolgere il senso storico di un La dittatura della testimonianza
triste tempo di violenza e di eversione. (…) «La memorialistica gode inoltre dello sgradevole privilegio che il “testimone
Ci rendiamo conto che è difficile guardare in faccia una stagione non onorevole integrale”, Aldo Moro, non può più dire la sua, poiché non è sopravvissuto al
della propria giovinezza; è una realtà che sarebbe comprensibile superare ricono- baratro in cui è stato gettato e ha così perduto per sempre il diritto alla
scendone apertamente la negatività e gli errori. È invece terribilmente sgradevole parola. Perciò i suoi carcerieri di ieri possono continuare a tenerlo prigioniero
ascoltare oggi nuove interpretazioni che nella realtà tendono a cambiare i fatti e il oggi attraverso un uso strumentale della memoria. Un uso necessariamente
loro incontrovertibile significato». funzionale ai bisogni attuali (giudiziari, politici, morali, psicologici, religiosi) di
(intervento di Maurizio Puddu alla I Giornata Europea delle Vittime del Terrorismo) uomini liberi o in cerca di libertà, ma non alla ricostruzione storica di quanto
avvenne, di un passato sul quale continuano a esercitare una monopolistica
e paradossale dittatura della testimonianza». (da Lettere dalla prigionia)
Giuseppe FURCI, Enrico GALVALIGI, Luigi MARANGONI, Luigi CARBONE, brigadiere P.S., Sebastiano VINCI, Luigi CARLUCCIO,
direttore sanitario carcere, generale CC, direttore Sanitario, Mario CANCELLO, autista, vice Questore, brigadiere CC,
a Roma il a Roma il a Milano il a Napoli il a Roma il a Como il
Alfio ZAPPALÀ, Luigi MARONESE, carabiniere e Raffaele CINOTTI, Antonio FRASCA, Giuseppe TALIERCIO,
guardia giurata, Enea CODOTTO, appuntato CC agente di custodia, addetto sicurezza, dirigente industriale,
a Zinasco (PV) il a Padova il a Roma il a Settimo Milanese il a Mestra (VE) il
01.12 31.12 17.02 27.04 19.06 15.07
18.12 05.02 07.04 03.06 06.07
1980 1981
LA SFIDA ODIERNA
AYAD
Civili vittime del terrorismo internazionale
«Si sentono tutti italo-iracheni. Uomini e donne di frontiera.
In crisi di identità. Sospesi tra due mondi. Milioni di immigra- 2001
ti in Italia si riconoscono nella figura di Ayad Anwar Wali, as- 19.11.2001 Maria Grazia CUTULI, giornalista Corriere della Sera (Afghanistan)
sassinato dai terroristi iracheni perché italiano, abbandonato
dalle autorità italiane perché iracheno. Il suo estremo sacrifi- 2003
cio non è affatto percepito come un caso isolato e sfortunato.
10.2003 Annalena TONELLI, volontaria laica, Borama (Somalia)
Assurge bensì a emblema di un malessere collettivo, la triste
15.11.2003 Romano YONA, artigiano, Istanbul (Turchia)
occasione per una denuncia forte e un appello corale che
2004
s'impone di fronte alla tragedia di una morte atroce e assur-
da. Per milioni di immigrati Ayad rivela il loro vissuto, focaliz-
30.05.2004 Antonio AMATO, cameriere, Oasis di Khobar (Arabia Saudita)
za la loro fragilità e tradisce la loro aspirazione. Ayad rappre- 26.08.2004 Enzo BALDONI, pubblicitario e collaboratore de Il Diario, Iraq
senta una storia esemplare dal tragico epilogo di gente spe- 14.04.2004 Fabrizio QUATTROCCHI, guardia del corpo, Bagdad (Iraq)
ciale, costretta ad abbandonare la terra natia, che si è radi- 31.08.2004 Ayad ANWAR WALI, imprenditore italo-iracheno, Bagdad (Iraq)
cata nel nostro Paese, ha migliorato la qualità della propria 09.10.2004 Jessica RINAUDO, impiegata, Taba (Egitto)
vita grazie all'Italia, si sente profondamente italiana, ha ab- 09.10.2004 Sabina RINAUDO, impiegata, Taba (Egitto)
bracciato il sistema di valori occidentale rivoluzionando il 16.12.2004 Salvatore SANTORO, volontario, Bagdad (Iraq)
modo di essere e di concepire la vita. Ayad è stato un uomo 2005
e un imprenditore di successo, era riuscito a trasformare la 07.07.2005 Benedetta CACCIA, impiegata, Londra
sua ricchezza culturale e la sua passione civile in una fruttuo- 27.07.2005 Sebastiano CONTI, magazziniere, Sharm el Sheikh (Egitto)
sa attività di promozione del Made in Italy in Medio Oriente. 27.07.2005 Giovanni CONTI, giornalista, Sharm el Sheikh (Egitto)
L'ha fatto da musulmano laico: non pregava, non digiunava, 27.07.2005 Daniela BASTIANUTTI, impiegata, Sharm el Sheikh (Egitto)
beveva il vino, si era sposato in una chiesa cattolica della
27.07.2005 Paola BASTIANUTTI, impiegata, Sharm el Sheikh (Egitto)
Turchia musulmana, ha lasciato un figlio italiano e cattolico.
27.07.2005 Daniela MAIORANA, giornalista, Sharm el Sheikh (Egitto)
Anche in questo Ayad riflette la realtà della stragrande mag-
27.07.2005 Rita PRIVITERA, impiegata, Sharm el Sheikh (Egitto)
gioranza degli immigrati musulmani in Italia, persone sem-
plici che tendenzialmente rifuggono dall'ideologismo degli
2006
islamici estremisti e dei nazionalisti fanatici». 18.08.2006 Angelo FRAMMARTINO, volontario pacifista, Gerusalemme (Israele)
(di Magdi Allam da il Corriere della Sera del 6 ottobre 2004)
Santo LANZAFAME, Vincenzo TUMMINELLO, agente P.S. e Eleno VISCARDI, Romano RADICI, Giuseppe SAVASTANO, carabiniere e
appuntato CC, Carlo BUONANTUONO, agente P.S., agente P.S., carabiniere scelto, Euro TARSILLI, carabiniere,
a Cagliari il a Lambrate (MI) il a Milano il a Roma il a Monteroni d’Arbia (SI) il
Francesco RUCCI, Francesco STRAULLU, capitano P.S. Ciro CAPOBIANCO, Alessandro CARAVILLANI,
vice brigadiere ag. custodia, e Ciriaco DI ROMA, agente P.S., agente P.S., Angelo FURLAN, studente,
a Milano il ad Acilia (RM) il a Roma IL a Rovigo il a Roma il
02.08 19.10 13.11 06.12 21.01
18.09 21.10 05.12 03.01 05.03
1981 1982
06.10 28.01
Egitto:
A Padova viene liberato
Il presidente egiziano Sadat il generale James Lee
è ucciso in un attentato da Dozier, precedentemente
estremisti islamici rapito dalla Brigate Rosse
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26. IL RUOLO DELLE ISTITUZIONI
LOTTA AL TERRORISMO:
IL RUOLO DELLE ISTITUZIONI
IL CASO PIEMONTE
26.06 04.08 23.10 14.02 07.06 17.06 23.12 11.03 12.05 09.06
Libano: URSS:
IX Legislatura 1° Governo Il governo Craxi A Padova durante Elezioni Strage sul Elezioni Referendum
Furgone imbottito di esplosivo A Mosca viene
della Craxi contro la caserma dei Marines, vara il decreto un comizio muore per il 2° treno rapido nominato Regionali sulla
Repubblica Coalizione: a Beirut. Muoiono 241 marines che abolisce la il segretario del PCI Parlamento ‘904’: segretario del ‘scala mobile’
italiana DC, PSI, PSDI, americani. Sono i primi ‘scala mobile’ Enrico Berlinguer Europeo 17 morti PCUS Michail
PRI e PLI attentati islamici agli Usa Gorbaciov
L’ASSOCIAZIONISMO
Maurizio Puddu:
«Era interesse di molti che le vittime restassero monadi isola-
te, che non comunicassero tra loro, notizie, dubbi o rivendica-
zioni di sorta. Insomma, che non avessero voce. Che vivesse-
ro nel silenzio e nella solitudine il loro dramma, senza infasti-
dire il prossimo con le loro richieste di diritti negati, a comin-
ciare da quello alla verità».
(da I silenzi degli innocenti)
Attentati suicidi
Ezio TARANTELLI, Giovanni DI LEONARDO, all’aeroporto Lando CONTI,
economista, agente P.S., di Roma Fiumicino: ex sindaco repubblicano di Firenze,
a Roma il a Roma il 17 morti e 77 feriti, il a Firenze il
1985 1986
Rolando LANARI, A Napoli autobomba Roberto RUFFILLI, Copertina della mostra fotografica
agente scelto P.S. e Licio GIORGIERI, davanti a un circolo per senatore DC, dei lavori di Eva Frapiccini, sui luoghi
Giuseppe SCRAVAGLIERI, generale Aeronautica, militari USA: a Forlì il degli eccidi del terrorismo
agente P.S., a Roma il 5 morti, il
a Roma il
1987 1988
17.05
14.04 14.06 29.07 08.11 14.12 13.04
Il Parlamento approva
6° Governo X Legislatura 1° Governo Referendum Gianfranco Fini 1° Governo la legge che istituisce la
Fanfani della Goria sul nucleare è il nuovo De Mita Commissione parlamentare
Coalizione: Repubblica Coalizione: segretario del Coalizione: d’inchiesta sul terrorismo
in Italia e sulle cause della
DC e italiana DC, PSI, PSDI, Movimento Sociale DC, PSI, PSDI, mancata individuazione dei
Indipendenti PRI e PLI Italiano PRI e PLI responsabili delle stragi
Lo scopo di quest a m ost r a, che aggiorna la prim a versione realizzat a nel Bibliografia
1989, è di carat t ere inform at ivo e didat t ico sul t errorism o polit ico che ha
connot at o un vent ennio della recent e st oria it aliana. Per m olt i m ot ivi il AA. VV. Le dat e del t er r or e - La genesi del t er r or ism o it aliano e il m icr oclim a
fenom eno è st at o quasi rim osso, sia a livello di dibat t it o polit ico che di dell'ev er sione dal 1954 al 2003. Luca Sossella Edit or e, Rom a, 2003
analisi st orica e cult urale, riscuot endo solo recent em ent e una cert a AA. VV. I l Piem ont e e Tor ino alla pr ov a del t er r or ism o, Rubbet t ino, 2004 ( 2° ed.
at t ualit à edit oriale. E quest o nonost ant e che l’at t acco dell’11 set t em bre Anni di Piom bo, I l Piem ont e e Tor ino alla pr ov a del t er r or ism o, Rubbet t ino 2007)
2001 avesse anche apert o il nuovo secolo, m ost rando a t ut t o il m ondo il AA. VV. Una Regione cont r o il t er r or ism o - 1969- 1978 dat i e cr onache, a cur a del
t ragico im pat t o del t errorism o sulla st oria. Consiglio r egionale del Piem ont e, Sav igliano, 1979
AA. VV. Sedici m ar zo – Ragioni delle v it t im e e dir it t o alla v er it à sul caso Mor o,
Saper e 2000, Rom a, 1998
La chiave di let t ura degli ‘anni di piom bo’ propost a dalla m ost ra, quella
A cur a dell’Associazione Vit t im e del Ter r or ism o. Ter r or ism o e m em or ia st or ica –
della voce delle vit t im e, non deve essere considerat a com e una t ardiva, e At t i del conv egno. Tor ino, 1999.
com unque insufficient e, form a di com pensazione verso coloro i quali per A cur a dell’Associazione Vit t im e del Ter r or ism o. Lot t a al t er r or ism o – At t i del
lunghi decenni hanno pat it o olt re ad un generale silenzio, anche il conv egno. Tor ino, 1986
disint eresse dello St at o. Essa è piut t ost o una docum ent at a rassegna A cur a di Bisi Rober t a e Faccioli Pat r izia. Con gli occhi della v it t im a. Appr occio
dell’int olleranza polit ica, la rivisit azione della violenza polit ica in I t alia: int er disciplinar e alla v it t im ologia. Fr anco Angeli, 2002
sul percorso della m ost ra è quindi possibile art icolare st udi e riflessioni A cur a di Boschi Massim iliano e Vent ur osi Cinzia. 2 agost o. Dov ’er i? Pendr agon,
didat t iche per: 2004
A cur a di Luigi Fulcinit i e Alber t ino Ber t occo. “ Albo d’or o” dei Cadut i per Ser v izio
a) recuperare/ rielaborare la m em oria dei fat t i, m olt i dei quali
– Vit t im e del dov er e in t em po di pace – 1966- 1997. Sezione Pr ov inciale UNMS di
rischiano l’oblio t ot ale; Milano, 1998
b) increm ent are il livello di inform azione/ conoscenza dei giovani sul A cur a della Pr esidenza della Repubblica. Per le v it t im e del t er r or ism o nell’I t alia
fenom eno del t errorism o int erno ed int ernazionale e le sue radici r epubblicana. I st it ut o poligr afico e zecca dello St at o, 2008
st oriche e cult urali; Acquav iv a, Ger ar do. Alfr edo Albanese – Una v it a per la difesa delle ist it uzioni
e, così, incoraggiare e accrescere nei giovani lo sviluppo di una coscienza dem ocr at iche. Fer v icr edo, Zelar ino ( Ve) , 2000
crit ica verso il fenom eno del t errorism o e le diverse form e di violenza in Bar ber is, Mar co. Br igat e r osse, ier i e oggi - Conv er sazione con Maur izio Puddu,
polit ica. Pr esident e dell'Associazione Vit t im e del t er r or ism o. Edizioni Lar iane, 2003
Bet t i, St efano. Le ar m i del dir it t o cont r o il t er r or ism o. Fr anco Angeli, Milano,
2008
LA M EM ORI A D EI FATTI . Boschi, Massim iliano. La v iolenza polit ica in Eur opa: 1969- 1989. Yem a edit or e,
Olt re alle verit à giudiziarie dei processi, di quant o approfondit o 2005
st oricam ent e sui fat t i più eclat ant i, quali il rapim ent o di Aldo Moro, e al di Calabr esi, Mar io. Spingendo la not t e più in là. Mondador i, 2007
là di quant o non è st at o possibile accert are, anche per via del segret o di Cazzullo, Aldo. I r agazzi che v olev ano far e la r iv oluzione. Sper ling & Kupfer ,
St at o, i dat i st orici che ancora m ancano sono m olt i e spesso t ra i più 2006
basilari: prim o t ra t ut t i quello derivant e dalla m ancanza di elenchi Consiglio r egionale del Piem ont e. At t i del Conv egno “ La lot t a al t er r or ism o.
esaust ivi e at t endibili delle vit t im e m ort e e ferit e. Risult at i, pr oblem i e pr ospet t iv e in Piem ont e” , 1982
De Mat t eo, Giov anni. Diar io degli anni di Piom bo. Alt ir pinia, Lioni ( av ) , 2003
Una delle prim arie at t ivit à dell’Associazione it aliana vit t im e del t errorism o
Fasanella Giov anni, Rossa Sabina. Guido Rossa, m io padr e. BUR Bibliot eca Univ .
è proprio quest a: cercar e di accert are chi sono le vit t im e. Nom i, dat e, Rizzoli, 2006
fat t i, biografie che in quegli anni t erribili, quando gli at t ent at i si Fasanella Giov anni, Ant onella Gr ippo. I silenzi degli innocent i. BUR Bibliot eca
susseguivano quasi quot idianam ent e, sono st at i lacunosam ent e regist rat i Univ . Rizzoli, 2006
sulle cronache di giornali m agari per uno o pochissim i giorni, per poi Fasanella Giov anni, Pellegr ino Giov anni, Sest ier i Claudio. Segr et o di St at o.
sparire nell’oblio. Sper ling & Kupfer , 2008
Una delle at t ivit à didat t iche che più aiut erebbero la ricost ruzione della Gar ibaldi, Luciano. Com ’er ano Rosse le m ie Br igat e – Gli anni di piom bo v ist i da
m em oria dei fat t i, sarebbe proprio quella di coinvolgere gli st udent i in un gior nalist a “ dalla par t e sbagliat a” . Edizione Nuov e I dee, Rom a, 2005
Her t zber ger , Ev eline R. Count er - t er r or ism o. I nt elligence Cooper at ion in t he
ricerche a part ire dalle font i giornalist iche sui fat t i “ m inori” : quei m ort i e
Eur opean Union. UNI CRI , Tor ino, 2007
quei ferit i di cui si conoscono a m alapena i nom i e nulla più, o quei fat t i I osa, Ant onio. La st or ia di ier i e di oggi – Per non dim ent icar e le v it t im e di
“ secondari” com e at t ent at i, ferim ent i, aggressioni e rapim ent i di cui in st r age, di t er r or ism o e dei cam pi di concent r am ent o. Cir colo cult ur ale Car lo
m olt i casi non conosciam o dat i e prot agonist i at t endibili. Per ini, Milano, 2003
Le scuole it aliane, e i visit at ori della m ost ra, se aiut assero l’associazione Lenci, Ser gio. Colpo alla nuca. Edit or i Riunit i, 1988
AI VI TER a ricost ruire il quadro delle vit t im e del t errorism o in I t alia, Mor o, Aldo. Let t er e dalla pr igionia. A cur a di Miguel Got or . Einaudi, 2008
rest it uendo loro dignit à st orica, olt re ad un ut ile lavoro di ricerca, Nir enst ein Beniam ino I r di. I sr aele e la guer r a al t er r or ism o. Luiss Univ er sit y
offrirebbero agli st udent i un m odo prat ico di affront are l’educazione Pr ess, 2006
Pansa, Giam paolo. L’ut opia ar m at a. Sper ling & Kupfer , 2006
civica.
Sossi, Mar io. Nella pr igione delle Br . I l r accont o del giudice sequest r at o dai
t er r or ist i. Ed. Cigr a 2003, 2004
LE RAD I CI STORI CH E E CULTURALI Specchia Fr ancesco, Cant er i Raffaello. Ter r or ism o, l’alt r a st or ia. Aliber t i edit or e,
Sull’origine st orico- cult urale del t errorism o, segnaliam o le plurim e 2007
suggest ioni che si possono cogliere nell’evoluzione del t err orism o a Tedeschi, Beat r ice. Le par ole nel v ent o – St am pa e r adio r accont ano la st r age
part ire dalla sua prim a afferm azione nel corso della rivoluzione francese, del 2 agost o. Miner v a Edizioni, Ar gelat o ( Bo) , 2006
che può essere analizzat o sot t o le lent i di diverse discipline: dalla st oria Telese, Luca. Cuor i ner i. Sper ling & Kupfer , 2006
delle dot t rine polit iche alla sociologia, dalla filosofia alla let t erat ura o Tor r egiani Alber t o, Rabozzi St efano. Er o in guer r a e non lo sapev o. Agar Edizioni,
2006
discusso at t r averso forse la più suggest iva riflessione sulla violenza
Vent ur a, Angelo. Padov a. Lat er za, 1989
polit ica che sia st at a fino ad ora scrit t a: l’Uom o in rivolt a di Albert Cam us. Zanon Raffaele, Mer lo Rober t o. Noi accusiam o Renat o Cur cio. Edizioni del CI S,
«I l t errorism o m oderno viene definit o e bat t ezzat o da Robespier re, che è 1995
il prim o a precisarne la funzione polit ica nell’accezione oggi ancora usat a. Zav oli, Segio. La not t e della r epubblica. Mondat or i, 1995
Nel suo int ervent o alla Convenzione dice: “ La spint a m aggiore al governo
popolare in t em po di guerra è dat a dalla virt ù e dal t errore: il t errore
senza virt ù è fat ale, e la virt ù senza t errore è inerm e” . Dopo la
rivoluzione francese, t ut t o il t errorism o rivendicherà sem pre sé st esso
com e st rum ent o di giust izia». ( Lucia Annunziat a, ne I l Piem ont e e Torino Sitografia
alla Prova del Terrorism o)
AI VI TER - Associazione I t alian a Vit t im e del Ter r or ism o e dell' Ev er sion e Con t r o
Una giust izia assolut a che pret ende di saldare nella st oria um ana la virt ù
l' Or din am en t o Cost it u zion ale dello St at o h t t p: / / w w w . v it t im et er r or ism o. it /
pura e ast rat t a all’agire reale e concret o dei cit t adini. Anche Albert Cam us
Associazione t r a i Fam iliar i delle Vit t im e della St r age alla st azione di Bologn a
part e dal 1793, da Saint - Just che esclam a: “ O la virt ù o il t errore” . del 2 Agost o 1 9 8 0 h t t p: / / w w w . st r agi. it /
«Pret endendo di cost ruire la st oria sopra un principio di purezza assolut a, Cir colo cult ur ale Car lo Per in i h t t p: / / w w w . cir coloper in i. com / t er r or ism o. h t m
la rivoluzione francese apr e i t em pi m oderni…». La sua riflessone si snoda Sidse, cr on ologia del t er r or ism o in t er n o ed in t er nazion ale dopo il 2 0 0 4
t ra filosofia polit ica e let t erat ura fino agli Anni Cinquant a e indica la sola h t t p: / / w w w . sisde. it / Gnosis/ Main Db. n sf / Hom ePages/ Cr onoTer r or e
virt ù m edia um anam ent e perseguibile, t ra l’assolut o virt uoso e il cinico Com m ission e par lam en t ar e d' in ch iest a su l t er r or ism o in I t alia e su lle cau se
realism o, per cui, nell’agire polit ico «non im port a la causa difesa, sarà della m an cat a in div idu azion e dei r espon sabili delle st r agi
inevit abilm ent e disonorat a dal cieco m assacro di un innocent e». h t t p: / / w w w . par lam en t o. it / par lam / bicam / t er r or /
Ar ch iv io Flam ign i h t t p: / / w w w . ar ch iv iof lam ign i. or g/
L’im port ant e insegnam ent o del prem io Nobel Cam us è st at o dim ent icat o Bibliogr af ia eu r opea su l t er r or ism o
per decenni, al pari delle vit t im e, m a rest a ferm o e incancellabile nella h t t p: / / w w w . cedost . it / t est i/ bibliogr af ia_ gen er ale. ht m
sua cocent e at t ualit à : «La m isura c’insegna che occorre ad ogni m orale Bibliogr af ia su l t er r or ism o in t er nazion ale con t em por an eo ( in in glese)
una part e di realism o: la virt ù pura è om icida; e che occorre una part e di h t t p: / / w w w . au . af . m il/ au / au l/ bibs/ t er r or ism 0 8 . h t m
m orale ad ogni realism o: il cinism o è om icida». È la dism isura a Docu m en t azione della Com m ission e eu r opea ( in fr an cese)
giust ificare il t errore: infat t i «il bene assolut o e il m ale assolut o, se vi si http: / / ec.europa.eu/ justice_hom e/ doc_centre/ terrorism / doc_terrorism _intro_fr.htm
m et t e quant o occorre di logica, esigono lo st esso furore». Docu m en t azion e OSCE ( in in glese) h t t p: / / w w w . osce. or g/ odih r / 1 3 4 5 6 . h t m l
At t iv it à UNI CRI ( in inglese) h t t p: / / w w w . u n icr i. it / w w d/ secur it y _ gov er nan ce. ph p
Una riflessione da sot t oporre ai giovani sul loro m odo di st are nella
Allean za in t er nazion ale con t r o il t er r or ism o, pr esso “ Le Mouv em en t pour la
societ à, per cercare di prevenire il rischio che possano cont rapporvisi in
Paix et Con t r e le Ter r or ism e” ( in fr an cese) h t t p: / / w w w . m pct asso. or g/
m aniera violent a, anziché esercit are il dirit t o alla polit ica nel più com plet o Net w or k eu r opeo delle v it t im e del t er r or ism o ( in in glese, fr an cese e spagnolo)
rispet t o della vit a degli alt ri. h t t p: / / w w w . eur opean v ict im s. n et /
il curat ore, Luca Guglielm inet t i