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RIFLESSIONI SU PETRARCA

Petrarca è un poeta del Trecento che ha sempre mostrato di essere meno eclettico nelle sue
opere rispetto all’elevata capacità di pensiero dantesca, ma per quanto riguarda la
modernità quasi filosofica dell’illustre compositore letterario, egli è il sommo poeta del
periodo tardo stilnovista, nonché precursore del vicino Umanesimo. Infatti, analizzando
attentamente i suoi componimenti poetici, si possono notare sfumature stilistiche
dell’amore molto differenti da quelle dell’amore dantesco. Quello di Petrarca è una amore
terreno, fisico, che porta alla situazione subordinata a questo, e cioè allo sfiorire della
bellezza che colpisce il volto e l’espressione della donna, non più angelicata, ma donna
terrena, in carne e ossa. Per questo penso che Petrarca sia l’Uomo moderno, che soffre, si
pone dubbi esistenziali, soffre per questa sua “consapevolezza del limite”, al contrario di
Dante, che invece formula delle risposte ricercandole nel sapere divino e ipotizzando la
certa presenza di un regno ultraterreno. Eloquente quindi è il risultato della mia
riflessione. Prima però vorrei fare un accenno alla composizione poetica che il suddetto
autore scrive nel Canzoniere; si nota, con molta evidenza, la presenza di un dispiacere, di
una preoccupazione del Petrarca, perché indubbiamente, la sua amata diventerà
un’anziana signora dagli occhi spenti, perdendo quel bagliore che una volta l’aveva
ammaliato. La tematica dello sguardo, in questa piccola parte estrapolata dalla prima
quartina, fa notare l’insorgere di un dubbio; un dubbio che affliggerà il poeta per sempre.
Quindi più che un dubbio, possiamo definirlo un terrore psicologico che porterà alla
chiusura significativa dell’animo, ma non causerà la perdita dell’amore verso la figura
primitiva di Laura che possedeva una bellezza celestiale oltre che carnale. Infine si può dire
che l’immensità letteraria di quel periodo [Trecento] ha la capacità di farci sorgere
spontaneamente riflessioni sulla vita di allora e ci stimola a una critica formale dei
comportamenti assunti dai protagonisti dei racconti che leggiamo.

Pierpaolo Filippelli

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