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In seguito al successo dell’industrializzazione verificatosi con la seconda rivoluzione industriale, le

condizioni degli operai e le profonde disuguaglianze sociali presenti in Europa colpirono filosofi e pensatori
dell’epoca, i quali cominciarono a discutere di giustizia sociale, ovvero di una più giusta distribuzione della
ricchezza tra tutti i cittadini. Questo dibattito fu chiamato “questione sociale”. In questo periodo nacque il
socialismo,una tendenza politica che chiedeva maggiori tutele per i proletari ed una maggiore uguaglianza
sociale. I primi socialisti erano convinti che lo sfruttamento dei lavoratori derivasse dalla proprietà privata
dei mezzi di produzione( fabbriche e macchinari) per questa ragione essi proposero di eliminare la
proprietà privata per creare una società nella quale le ricchezze fossero ripartite in maniera più giusta.
Questi progetti però erano difficilmente realizzabili poiché la proprietà privata era difesa accanitamente dai
governi. Essi erano infatti delle Utopie (ideali politici destinati a non realizzarsi). I movimenti socialisti diffusi
un po’ in tutta Europa nella seconda metà dell’800, furono combattuti a lungo dai governi che li
dichiararono illegali. Anche i sindacati (organizzazioni nate per difendere gli interessi dei lavoratori) non
ebbero vita facile, utilizzarono come principale strumento di lotta “lo sciopero” cioè l’assenzione dal lavoro.
All’inizio questa forma di protesta non veniva riconosciuta dallo stato, spesso utilizzava la violenza per
reprimerla. Così come avvenne a Chicago il 1 maggio del 1886, quando durante una grande manifestazione
dei lavoratori, morirono 8 persone, ed è per questo motivo che da allora il 1 Maggio è stato scelto come la
festa dei lavoratori. Mentre i socialisti reclamavano l’intervento dello stato per una società più giusta da
realizzarsi attraverso delle riforme, i comunisti chiedevano una “rivoluzione” che abolisse la proprietà
privata ed eliminasse la società borghese e il sistema capitalistico, il più importante teorico del comunismo
fu il tedesco Karl Marx. Egli sosteneva che tutta la storia è uno scontro tra oppressori e oppressi, uno
scontro tra classi, cioè fra gruppi sociali che hanno interessi diversi, come i proletari e i capitalisti. Karl Marx
nel 1848 pubblicò in Inghilterra un libro intitolato “Manifesto del partito comunista” in cui spiegava la sua
teoria politica. Egli propone attraverso l’abolizione della proprietà privata una società senza classi, che
definisce una società perfetta. Secondo Marx per raggiungere questo obbiettivo bisognerà prendere le armi
per combattere contro la borghesia, che ovviamente non cederà facilmente le sue proprietà, quindi fare
una vera e propria rivoluzione per abbattere il capitalismo. L’atteggiamento della chiesa di fronte alla classe
operaia si vide con il papa Leone XIII che nel 1891 pubblicò un documento sintitolato “Rerum Novarum”
(sulle cose nuove). Il papa sosteneva che tra capitalisti e lavoratori dovesse esserci cooperazione cioè
“accordo”. La chiesa difendeva la proprietà privata considerandola un diritto naturale dell’uomo, tuttavia
riteneva anche che i lavoratori avessero diritto ad una giusta retribuzione, ad orari di lavoro sopportabili ed
al riposo festivo. Oltre all’ideologia socialista e comunista, nell’800 era molto diffusa anche la tendenza
democratica che diventò l’ideologia della piccola borghesia. I democratici chiedevano il suffragio universale,
cioè il diritto di voto per tutti i cittadini. Essi ritenevano inoltre che per votare in modo consapevole
occorresse avere una certa istruzione, per questo motivo rivendicavano le istituzioni di scuole pubbliche e
l’istruzione obbligatoria. Anche le tasse dovevano essere pagate in modo proporzionale, in relazione a
quanto una persona possedeva. Sulla questione del voto si mossero anche le donne che combatterono per
acquisire il suffragio e che per questo motivo furono dette suffragette, erano per la maggior parte donne
appartenenti alla borghesia, che avessero studiato, e che mal sopportavano l’impossibilità di esprimere la
propria opinione con il voto. Il movimento femminista attivo soprattutto in Inghilterra, lottava anche per
l’emancipazione della donna e per una sua parità nella società e nella famiglia, oltre che i diritti politici.

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