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Analisi Brano Don Glornick

Nighttown

Il brano è una ballad in 3/4 che presenta una intro di piano di 8 misure dove
vengono alternati gli accordi di C maj7 #5 e Bm11 mantenendo come
costante il pedale di B al basso da sotto.

Questa sezione iniziale ritmicamente è molto contorta, come se non si

volesse rendere chiaro e scontato il tempo di 3/4 che, è possibile da


mantenere se si vuol contare durante l’ascolto, ma non senza qualche
difficoltà:

Infatti, quando si entra sul tema, la terzina sul 3o quarto della prima misura
composta da quarto più ottavo, con quest’ultimo legato alla battuta
successiva ad un altro ottavo, seguito da un altro 4o (che costituiscono la
stessa figurazione nella battuta che segue), creano un forte effetto di shift
ritmico, rendendo all’ascoltatore non subito palese il 3/4 che,
successivamente, risulterà molto più chiaro dalla battuta 6, su quel do4
ottavo in anticipo, all’interno di una terzina della durata di un quarto. L’uso

della terzina sul singolo quarto, con l’ultima nota negata alla successiva, è
frequentemente usata in questa sezione (come evidenziato nel diagramma)
per creare effetti di shifting ritmico. Ci troviamo davanti ad un brano
completamente modale. A livello melodico, propongo due maniere di
analizzare questo tema:

La prima maniera, come si rapportano gli intervalli della melodia fra loro
senza tenere conto degli accordi. In questa maniera possiamo notare il forte
uso di intervalli e quindi la carenza di una “melodia” che rimanga impressa, e
non sempre di semplice intonazione(anche se questo aspetto è alleviato
dalla presenza di numerose terze). Gli intervalli usati sono di 4a giuste
ascendenti e discendenti,4e discredenti aumentate,

terze minori, terze maggiori discendenti, terze minori discendenti e seconde


diminuite ascendenti e minori, quinte giuste discendenti.

Quarta Ascendente Giusta e Quarta


Discendente Giusta

Quarta discendente aumentata

Terze minori ascendenti e

discendenti

Seconde Ascendenti diminuite e

Una minore (quella su Eb7sus)

Quinta giusta discendente

La seconda maniera, invece, si basa su i rapporti tra le note lead e gli


accordi usati. Notiamo che gli intervalli a cantare sono tra i più svariati:

Dalla semplice fondamentale e

Terza maggiore

Alla nona Maggiore su Accordo Minore

Alla Settima di Dominante

E Alla Nona Bemolle su

accordo di 7a di dominante

Alla 11sima o 4a giusta

Alla 5a aumentata

Alla 9a maggiore su accordo


Maggiore e

accordo di 7a di dominante

Dal punto di vista armonico, non c’è molto da aggiungere se non, come
abbiamo già detto prima, che ci troviamo davanti ad un brano modale. I
cambi sono in funzione degli intervalli che abbiamo prima citato. Se proprio
vogliamo provare a dare una spiegazione tonale, le uniche idee che mi
frullano in testa sono le seguenti:

Dal punto di vista strutturale, abbiamo, come detto all’inizio, una intro di 8
misure, un tema di 16 misure ritornellato, i soli di tenore, tromba e piano.
Segue tema finale che va a coda. La coda non è altro che le ultime quattro
battute del tema iterate 2 volte con l’aggiunta di 4 misure ritornellate di
Abm11 e Ebm11 che risolvono su Ebm11.

Dal punto di vista della disposizione dei ruoli abbiamo tromba e tenore che
eseguono il tema all’unisono con il piano che fa comping e batteria e
contrabbasso molto incollati tra loro, con un unico punto di svolta nel tema
dove il contrabbasso ha maggiore rilevanza.

Il brano fa parte dell’omonimo disco Nighttown dello stesso Glornick. Con lui
ci sono su questo brano Joe Lovano al tenore, Rendy Brecker alla tromba,
Dave Holland al basso e Bill Stewart alla batteria. Il lavoro è risalente al 1992

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