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Dipartimento di Energetica “Sergio Stecco”

Corso di

Laurea Specialistica in Ingegneria Energetica

L’energia delle Onde


(rev.15-04-2015)

Ing. Lorenzo Ferrari


Ing. Giulio Lenzi
Dipartimento di Energetica
“Sergio Stecco”

Impianti per l’estrazione


dell’energia

2 30.IV.2013
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“Sergio Stecco”

Classificazione in base alla tipologia


Attenuatori

• Sono installati in direzione parallela alla direzione predominante delle onde.


Un esempio sono i sistemi Prelamis (boe snodate)

Punti di assorbimento

• Sono delle macchine di piccole dimensioni in relazione alle onde incidenti per
cui sono state progettate. Normalmente sono dei sistemi flottanti che si
muovono in direzione normale alla superficie. Proprio grazie alle loro ridotte
dimensioni la direzione delle onde non risulta importante per il loro corretto
funzionamento

Terminali

• Hanno il loro asse principale parallelo al fronte dell’onda (o perpendicolare alla


direzione predominante) e da un punto di vista fisico ostacolano il moto
dell’onda stessa.

3 30.IV.2013
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Classificazione in base alla modalità operativa

Sistemi sommersi a pressione differenziale

• Sono quei sistemi, sommersi, che sfruttano la differenza di pressione che


s’instaura fra la cresta e la valle dell’onda. Sono solitamente composti da
due parti principali: una parte ancorata sul fondale, normalmente di forma
cilindrica, ed un pistone flottante.
• Quando l’onda passa sulla testa della parte flottante tende a muoverla
verso l’alto a causa della diminuzione di pressione.
• Il principale vantaggio di questi sistemi è che non soggetti agli sforzi che
cono causati dall’infrangersi delle onde sugli oggetti che galleggiano

Sistemi oscillanti a galleggiamento

• Sono costituiti da dei deflettori incernierati, disposti perpendicolarmente


alla direzione delle onde, che hanno un movimento oscillatorio ottenuto
sfruttando la velocità delle onde.

4 30.IV.2013
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Classificazione in base alla modalità operativa

Sistemi a colonna d’acqua

• Consistono in una camera con un’apertura all’acqua sotto il


livello dell’oceano. L’avvicinamento delle onde forza il
movimento dell’acqua all’interno della camera che lavorando
come un pistone comprime l’aria contenuta nel volume asciutto
della camera stessa, che tende a uscire verso l’atmosfera.

Sistemi a scavalcamento

• Questi sistemi catturano l’acqua delle onde incidenti in un


serbatoio sopra il livello dell’acqua e quindi rilasciano l’acqua
attraverso una turbina. Questi sistemi possono usufruire di
apparati di convogliamento delle onde per aumentare la portata

5 30.IV.2013
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Impianti di conversione dell’energia


Sistemi a pressione differenziale

Il sistema è costituito da un tubo di


gomma dilatabile, chiuso da ambo i
lati.
Ad un estremo del condotto è
attaccata una testa che contiene al
suo interno una turbina.
Il sistema è installato sotto il pelo
dell’acqua.
Il sistema sfrutta le onde del mare per provocare la dilatazione e la contrazione del
tubo di gomma.
Il movimento di dilatazione e contrazione causa l’instaurarsi di un flusso all’interno del
tubo, che fa riempire i serbatoi situati all’interno della testa.
All’interno della testa sono situati quattro serbati sottoposti ad un continuo
svuotamento e riempimento.
I serbatoi sono riempiti in parte di acqua ed in parete di aria.

6 30.IV.2013
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Impianti di conversione dell’energia


Sistemi a pressione differenziale
Il flusso di aria che si instaura fra i diversi serbatoi è
sfruttato per far muovere la turbina che si trova
all’interno della testa e quindi generare energia elettrica
Il tubo di gomma è di diametro di 5 metri e lunghezza
200 m
Il costo dell’energia di questi impianti è stimato per un
impianto da 1 MW di 0,12 US$/kWh

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 Filmato 2

7 30.IV.2013
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Impianti di conversione dell’energia


Sistemi a pressione differenziale
Ocean wave è costituito da una matrice di rotori
Savonius parallelo con lame elastiche, che sono
disposti a formare un piano
Sono montati su di una cornice rettangolare i cui
bordi sono molto rigidi.
Il diametro del rotore è piccolo rispetto alla loro
lunghezza, e rispetto alla altezza delle onde.
I rotori sono fatti di gomma o di plastica su un
nucleo di alluminio e ruotano attorno agli assi
rigidi di fibra di carbonio o d’acciaio rivestito.
Alle estremità di ogni rotore è installato un
piccolo dinamo che trasforma il movimento di
rotazione del rotore in energia elettrica

8 30.IV.2013
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Impianti di conversione dell’energia


Sistemi a pressione differenziale
La base del convertitore d'onda è il rotore di
Savonius omni-direzionale con lame
elastiche.
I rotori Savonius sono guidati dal flusso
d'acqua locale, che ha una componente
direzionale perpendicolarmente al loro asse.
Sotto le onde dell'oceano c'è un campo di
flusso oscillante che cambia la cui direzione
cambia localmente in ogni istante di tempo.
Comunque se il rotore è lungo e il suo
diametro è abbastanza piccolo è possibile
individuare sempre una componente di flusso
perpendicolare all’asse del rotore.

9 30.IV.2013
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Impianti di conversione dell’energia


Sistemi a pressione differenziale

Questi convertitori di energia delle onde


possono essere installati sia in oceano
aperto che in prossimità delle coste.
Questi convertitori di energia sono
ancorati al fondo mediante delle catene
ed i cavi di trasporto dell’energia elettrica.
Sulla superficie dell’oceano appaio come
delle boe.

10 30.IV.2013
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Impianti di conversione dell’energia


Sistemi a galleggiamento
Sfruttano il principio per cui un corpo che galleggia sulla superficie dell’acqua è
soggetto ad un movimento oscillatorio che va dall’alto verso il basso.
Le macchine per la generazione di energia sfruttano proprio questo moto
convertendolo in energia elettrica.
Possono essere individuate tre tipologie principali di conversione del moto
oscillatorio in energia :
 Conversione diretta, in cui il moto meccanico è convertito direttamente in
energia elettrica
 Conversione con mezzo interposto il moto oscillatorio è impiegato per
muovere un fluido intermedio il cui moto è successivamente sfruttato per la
generazione di energia elettrica

11 30.IV.2013
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Impianti di conversione dell’energia


Sistemi a galleggiamento
 La macchina è composta da due
componenti principali:
• Base fissa ancorato al fondo che
contiene l’alternatore per la
generazione di energia elettrica
• Testa galleggiante che trasmette il
moto oscillatorio delle onde all’albero
dell’alternatore
 Questa macchina è progettata per
convertire le onde caratterizzate da bassa
velocità che per contrappasso possiedono
molta energia.
 Il sistema idraulico di questi macchinari ha una pressione operativa di circa 400 bar
 L’attuatore a doppio effetto permette di fruttare sia il moto ascendente che quello
discendente
 Per compensare le irregolarità legate alla tipologia di onde sono necessari due accumuli il
cui dimensionamento è effettuato per mantenere il circuito a due livelli di pressione costanti

12 30.IV.2013
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Impianti di conversione dell’energia


Sistemi a galleggiamento
Questa tipologia di impianto sfrutta l’energia delle onde per pompare acqua marina su
di un accumulo in quota
L’acqua cumulata è successivamente utilizzata per movimentare una turbina .
L’impiego di un sistema così congegnato permette di usufruire di una sorgente di
energia costante nel tempo.
Il dimensionamento dell’accumulo è
effettuato in modo da garantire scorte
d’acqua da impiegare per la
generazione di energia.
Il sistema di pompaggio è costituito da
una pompa ancorata al fondo il cui
pistone è collegato ad un galleggiante.

13 30.IV.2013
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Impianti di conversione dell’energia


Sistemi a galleggiamento
Il galleggiante, costretto al moto
oscillatorio dalle onde, fa muovere il
pistone che pompa l’acqua di mare
nell’accumulo.
La pompa impiegata in questo sistema
è a doppio effetto
Il principale problema che è stato
duvuto risolvere per questo tipo di
impianto è stato il posizionamento
della pompa.
Durante l’arco della giornata il livello medio dell’acqua è soggetto a delle variazioni (le
maree) .
È necessario che il sistema di pompaggio comprenda una sistema di auto
posizionamento in modo da consentire l’esercizio continuo.
La macchina è provvista di una piattaforma idraulica auto livellante
14 30.IV.2013
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Impianti di conversione dell’energia


Sistemi a galleggiamento
Prestazioni dei prototipi
Searaser Massima Dati aprile Prestazioni
potenza 2008 predette per
Prototipo 83 Prototipo 83 modello 1200
Diametro 83 mm 83 mm 1200 mm
pistone
Volume 136.515 112.800 136.820.272
d’acqua al
giorno
Energia 0,93 kW 0,77 kW 932 kW
elettrica
Costo dell’energia al kW 1,5 pence

15 30.IV.2013
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Impianti di conversione dell’energia


Sistemi a galleggiamento
Pelamis
I sistemi a conversione indiretta prevedono lo sfruttamento del moto
oscillatorio per pompare un fluido da sfruttare per la generazione
dell’energia.
L’asse dello snodo è inclinato rispetto alla normale alla superficie per
poter sfruttare sia le oscillazioni verticali che quelle orizzontali.
La macchina è ancorata al fondo
mediante dei capi che
consentono anche il trasporto
dell’energia elettrica generata
verso terra.
La macchina è lunga 150 m con
diametro di 3,5 m e pesa 700
tonnellate

16 30.IV.2013
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Impianti di conversione dell’energia


Sistemi a galleggiamento
Il sistema è stato progettato per sfruttare onde con lunghezza superiore ai 7 m.
 è stato progettato per lavorare in siti con profondità superiore a 50 m
Al suo interno sono alloggiate tre unità di conversione ognuna delle quali consta di 4
pistoni che lavorano ad una velocità media di 0,1m/s
La pressione di esercizio del
sistema varia fra i 100 bar e i
350 bar
All’interno delle unità di
conversione sono installati due
motori a volume variabile da
125 kW di potenza

17 30.IV.2013
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Impianti di conversione dell’energia


Sistemi a galleggiamento
Questo impianto di generazione ha una potenza nominale di 750
kW
La potenza nominale è valutata per onde la cui potenza stimata è
di 55 kW/m
La capacità di produzione dell’impianto è di 2,7 GWh annui
Una turbina a gas che produca la stessa quantità di energia
elettrica consumerebbe 600 tonnellate di combustibile all’anno
che causerebbero un’emissione di 2000 tonnellate di anidride
carbonica.

Un parco di generazione da 30 MW elettrici occuperebbe un’area


di 600 m X 2100 m

18 30.IV.2013
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Impianti di conversione dell’energia


Sistemi a galleggiamento

 Un secondo prototipo studio per la generazione di


energia senza mezzi interposti prevede lo
sfruttamento del moto delle onde per muore un
campo magnetico all’interno di un avvolgimento e
quindi sfruttare la Legge di Faraday-Henry per cui
al variazione di del flusso magnetico su di un
conduttore produce una forza elettromotrice e
quindi induce una corrente.
 Inizialmente questa tipologia di convertitore
presentava problemi di pesantezza dei
componenti, bassa efficienza e costi eccessivi
che sono stati oggigiorno risolti
 Fra i vantaggi di questa tipologia di convertitore risalata la diminuzione della velocità dei flussi
di aria nell’intercapedine fra il rotore e lo statore. Le attuali macchie di conversine rotative
presentano delle velocità di flusso attorno ai 60 m/s, mentre il convertitore lineare è
caratterizzato da velocità che variano fra i 5-6 m/s

19 30.IV.2013
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Impianti di conversione dell’energia


Sistemi a galleggiamento
 Questa tipologia di macchine richiede molta poca manutenzione grazie anche all’impiego di
convertitori brushless.
 Per questo tipologia di applicazione è necessario un convertitore ad induttanza:
 Attualmente questa tipologia di macchine sono impiegate in campo eolico poiché riescono a
lavorare con frequenze di corrente variabili. Queste macchine presentano tuttavia un grosso
ingombro e un’elevata riluttanza che corrisponde ad uno spazio fra rotore e statore molto piccolo,
che per quanto riguarda l’applicazione nelle boe è una condizione difficile da mantenere.
 La soluzione ai problemi di ingombro e riluttanza sono stati risolti impiegando dei magneti
permanenti del tipo neodimio-ferro-bromuro, che riescono a produrre consistenti forze magnetiche
con piccole altezze del magnete e aumentano la densità di energia rispetto ad i magneti permanenti
classici.
 Esistono tre principali tipologie di generatori
 Generatore a magnete permanente a flusso longitudinale
 Generatore a magneti permanenti riluttanza variabile (caratterizzata da flusso trasverso)
 Generatore a magneti permanenti a noccio lo tubolare
 È stato dimostrato in uno studio di Meuller che i generatori con flusso trasverso presentano
una maggiore densità di potenza e maggiore efficienza rispetto ai generatori a flusso
longitudinale

20 30.IV.2013
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Impianti di conversione dell’energia


Sistemi a galleggiamento

Un semplice meccanico a flap incernierato collegato al


fondo marino a circa 10 m di profondità.
Ogni onda che passa muove la falda, che guida pistoni
idraulici che pompano acqua ad alta pressione
attraverso un condotto di connessione con una turbina
posta a terra
Il singolo cilindro di pompaggio può produrre 170 kW.
Montandone due sulla stesso impianto si raggiunge una
potenza si 315 kW.
Questa tecnologia è stata sviluppata per essere
installata sulle coste dell’Inghilterra.
Secondo stime fornite dai costruttori potrebbe portare ad
un risparmio annuale di circa 500 tonnellate di carbone

21 30.IV.2013
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Impianti di conversione dell’energia


Sistemi a colonna d’acqua
Questa tipologia di impianti può essere installata
sia in oceano aperto che sulle scogliere.
Il principio di funzionamento è lo sfruttare
l’oscillazione della superficie dell’oceano per
pompare aria da far evolvere all’interno di una
turbina.
Solitamente questi impianti sono costituiti da una
camera principale molto ampia aperta sul fondo
posta sotto il pelo della superfici.
Problema principale è l’accoppiamento fra la
sorgente di energia (flusso di aria alternato) con la
macchina di conversione

22 30.IV.2013
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Impianti di conversione dell’energia


Sistemi a colonna d’acqua

I primi test sull’impianto Pico OWC installato


sulla scogliera hanno portato come risultato la
produzione di 1 MWh nel mese di maggio.
Gli impianti off-shore sono ancora in fase di
sviluppo.
Per l’ottimizzazione di questa tipologia di
impianto un fattore molto importate, perché
influenza pesantemente le prestazioni è la
forma della piattaforma e la disposizione dei
generatori sopra di essa.

23 30.IV.2013
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Sistemi a colonna d’acqua - Turbina Wells


 La configurazione di base della turbina Wells, inventata
negli anni ’70 dal professore della “Queen’s University of
Belfast” di cui porta il nome.
 Consente di mantenere lo stesso verso di rotazione, pur
variando la “direzione” del flusso d’aria durante le fasi di
inspirazione ed espirazione, grazie alla simmetria del
profilo aerodinamico utilizzato per le palette e alla
disposizione di queste a 90 gradi rispetto alla direzione
del flusso.

24 30.IV.2013
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Sistemi a colonna d’acqua - Turbina Wells

 Vantaggi
 L’alta velocità di rotazione, che consente di utilizzare generatori più economici e
più funzionali
 Efficienze abbastanza buone, ma comunque dell’ordine del 70-80%
 Basso costo di realizzazione

 Svantaggi
 Bassi valori di coppia
 Elevate le perdite di pressione, soprattutto se le velocità del flusso eccedono i
valori critici di stallo della turbina
 La necessità di dimensioni geometriche grandi per ottenere grandi potenze
 Risulta essere molto rumorosa. Ciò rappresenta un notevole svantaggio
soprattutto nei casi in cui si voglia integrare un sistema OWC in strutture civili
come i frangiflutti, o opere foranee in genere

25 30.IV.2013
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Sistemi a colonna d’acqua - Turbina Wells


 Una configurazione particolare di questa turbina, che ovvia ad alcune problematiche sopra descritte,
può essere quella proposta dall’articolo “Current status of self rectifying air turbines for wave energy
conversion – (Toshiaki Setoguchi e Manabu Takao)” dove nella revisione dello stato dell’arte in
campo di conversione di energia delle onde con turbine rettificanti, si propone una soluzione
alternativa per una turbina Wells con vani guida.
 Una turbina con auto-pitch-control (sistema di pitch-control automatico) può assumere una
configurazione mobile. Una pala di turbina è fissata sul mozzo con un perno vicino al bordo di
attacco, che gli permette di oscillare tra due angoli di impostazione predeterminati. In questo caso un
profilo aerodinamico con il suo angolo di incidenza genera un momento M (pitching) attorno ad un
perno, così che le pale della turbina possono oscillare tra due angoli pre-impostati, secondo la
direzione del flusso
L’impianto di “Islay in
Gran Bretagna” per il
primo impianto per la
produzione di energia a
livello commerciale, con
una potenza di 500 kW,
una turbina con un
diametro di 2,6 metri,
composta da due rotori e
7 pale per rotore.

26 30.IV.2013
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Sistemi a colonna d’acqua - Turbina ad impulso


 Un altro tipo di turbina, spesso usato in questo genere di impianti è la turbina ad impulso
(azione).
 La turbina è composta da due schiere statoriche ed una centrale rotorica che gira
sempre nella stessa direzione indipendentemente dalla direzione del flusso.
 L'energia potenziale derivante dal salto utile dell'impianto è trasformata in energia
cinetica nel distributore
 La turbina ha pale di guida su entrambi i lati
del rotore in modo da operare
efficientemente con un flusso oscillante.
 Essi sono fissati da perni sul corpo sul
mozzo.
 I perni si trovano alla fine della corda, molto
vicino al rotore, in modo che le palette di
guida si possono spostare attorno al perno,
grazie al movimento aerodinamico indotto
dal flusso oscillante in quel preciso
momento.
Ad esempio una turbina di questo tipo è stata
costruita (diametro di 1,0 m) da “NIOT in India”.
27 30.IV.2013
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Sistemi a colonna d’acqua – Rettificatori


Sistema a valvole

 Migliorare il funzionamento dell’impianto in condizioni di off-design


 Una prima soluzione al problema del carattere aleatorio del flusso che entra in turbina si
ha con la soluzione proposta nell’articolo “O. Falcao P.A.P. Justino in OWC wave energy
devices with air flow control” con l’immisione di una valvola di sfogo capace di
normalizzare la portata d’aria in ingresso in turbina
 Le valvole si aprono e si chiudono in base ai gradienti di pressione all’interno della
campana
 Con questa soluzione si riesce a diminuire o addirittura ad
eliminare le perdite legate allo stallo ottenendo dei benefici sul
rendimento globale dell’impianto
 Un’ulteriore soluzione per migliorare il flusso consiste nel
progettare il sistema di condotto che portano alla turbina in
modo che agiscano come un filtro dinamico.

28 30.IV.2013
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Sistemi a colonna d’acqua – Rettificatori


Sistema a valvole con circuito

Caso 1

Caso 2

Caso 3

29 30.IV.2013
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OWC – Progettazione dell’impianto


 Modello per il moto ondoso
 Pressione alla profondità di immersione
𝑃 = {𝑃𝑎𝑚𝑏 } + {𝜌𝐿 ∙ 𝑔 ∙ 𝐻0 − 𝐻𝐼 } + {𝜌𝐿 ∙ 𝑔 ∙ ℎ𝑣𝑎𝑟 ∙ 𝑒 −Ƙ 𝐻0 −𝐻𝐼
}

 Tipologie di impianto a colonna d’acqua

OWC cassone semplice U-OWC

30 30.IV.2013
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OWC – Progettazione dell’impianto


 L’ipotesi fondamentatale per la progettazione del sistema a campana
 La completa separazione tra i due fluidi, non c’è scambio di massa tra aria e acqua, e pertanto
l’acqua si comporta come un pistone idraulico che comprime e aspira l’aria sovrastante.
 Si ha anche che non ci sia scambio termico con l’esterno, cioè che l’intero sistema sia adiabatico.
 In questo modello la superficie alla base del cassone è soggetta ad una pressione P1 pari alla
pressione idrostatica Ponda calcolata alla quota H0-HI. La quota in questione è calcolata a partire dal
fondo marino, ma la pressione di riferimento è variabile in funzione della distanza dal pelo libero H0. La
pressione dell’onda esercita una forza sull’acqua all’interno della campana pari alla pressione stessa
per la superficie su cui viene esercitata (p1 Ω). La suddetta forza è contrastata dalla forza sovrastante
all’interno della campana, esercitata dal meato d’aria, pari alla pressione dell’aria a volume variabile pvc,
moltiplicata per la sezione Sc.
 La parte di acqua interna al cassone è ovviamente sempre soggetta alla forza di gravita, che produce
una forza pari alla massa di quest’ultima per l’accelerazione gravitazionale (ml g).
𝜕
ρL ∙ uL dV = − mL g + p1 Sc − pvc Sc
𝜕t
 Ricordando quanto detto sul moto ondoso è possibile sostituire a p1 la relativa equazione e sviluppando
l’integrale al primo membro è possibile esplicitare la velocità del pelo libero in campana uL.
𝜕uL 1
= −g + Sc pamb − pvc + ρL g H0 − HI + hvar ∙ e−Ƙ H0 −HI
𝜕t ρL VL

31 30.IV.2013
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OWC – Progettazione dell’impianto


 Per ipotesi sono conosciuti: la densità dell’acqua, le quote della campana e dell’onda, la lunghezza
d’onda e ovviamente le condizioni ambiente.
 Rimane da determinare il volume della colonna liquida VL e la pressione dell’aria interna. Mentre la
pressione interna dovrà essere ipotizzata e calcolata solo come valore di uscita del modello, il volume
è legato con la velocità, tramite la relazione
𝜕𝑉𝐿
= 𝑢𝐿 𝑆𝑐
𝜕𝑡
 Pertanto la sua variazione è uguale alla velocità del pelo libero per la sezione in questione.
Dall’integrazione della precedente si ottiene il volume liquido, e pertanto è possibile calcolare la quota
istantanea raggiunta dal pelo libero interno (Hvc), calcolato sempre a partire dal fondo:
𝑉𝐿
𝐻𝑣𝑐 = + 𝐻𝐼
𝑆𝑐
 Uguale alla quota relativa più la distanza del cassone dal fondo. Essendo conosciuta l’altezza del
cassone, calcolata anch’essa a partire dal sistema di riferimento sul fondo, uguale a Hc, è possibile
determinare l’altezza del volume variabile assunto dall’aria in quell’istante. E di conseguenza il volume
(Vvc) assunto dall’aria in quell’istante.
𝑉𝑣𝑐 = 𝑆𝑐 (𝐻𝑐 − 𝐻𝑣𝑐 )
 Una volta conosciuto il volume assunto dall’aria all’interno della camera a volume variabile è
necessario trattare l’andamento dei flussi all’interno di essa.
 Applicando l’equazione di conservazione della massa per tener conto dei flussi d’aria entranti ed
uscenti

32 30.IV.2013
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OWC - Simulazione impianto

OWC cassone semplice

33 30.IV.2013
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OWC - Analisi in frequenza dell’impianto

 La frequenza caratteristica di un moto ondoso è


abbastanza variabile nel lungo periodo, ma presenterà
una certa ricorrenza e una media. Pertanto lo scopo della
seguente analisi, è capire per quali frequenze un sistema
così costituito presenta il suo massimo.
 Come si nota questo sistema ha un massimo per
frequenze pari ad un intorno di 0,15 Hz.
 Una frequenza di 0,15 Hz porta ad un periodo d’onda pari
a 6,6 secondi. Un periodo di questo tipo è abbastanza
comune per molti stati di mare. Se si considera che in
ipotesi si era imposto un periodo di 4,06 secondi si nota
che questo corrisponde ad una frequenza di 0,2 Hz, la
quale non massimizza la resa dell’impianto ma comunque
produce una risposta dell’impianto accettabile,
specialmente se la tendenza del sito è quella a diminuire
la frequenza stessa

OWC cassone semplice


34 30.IV.2013
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“Sergio Stecco”

OWC - Analisi in frequenza dell’impianto


Un ulteriore considerazione può essere fatta
variando la frequenza in funzione di diametri
diversi della campana in modo da osservare
quanto il massimo della curva si sposta a
destra o a sinistra, cambiando le frequenze
tipiche di risonanza

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30.IV.2013
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U-OWC – Progettazione impianto


 Alla campana semplice è aggiunto un condotto frontale
verticale. Il condotto ha un’apertura orizzontale sulla parte alta
dalla quale viene captato lo spostamento verticale dell’acqua, e
un raccordo ad “U” sulla parte bassa che si ricongiunge alla
campana originale.
 A livello costruttivo, un cassone con queste caratteristiche
presenta subito la necessita di essere contestualizzato in un sito
foraneo, in quanto la particolare forma presuppone che sia
adagiato sul fondale.
 La forma evidenzia che una struttura del genere è più facilmente
adeguabile a regimi ondosi più piccoli. E la funzione del
condotto verticale risulta essere fondamentale, per
massimizzarne gli effetti.
 Per modellare la U è necessario tener conto sia degli effetti di
perdita di carico all’interno del condotto che gli effetti dinamici
sia legati alle geometri che alle masse in gioco

36 30.IV.2013
Dipartimento di Energetica
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U-OWC – Progettazione impianto


 E’ stata variata l’altezza dal fondale da un minimo di
5 metri ad un massimo di 15, che comporta avere
un impianto più o meno allungato
 La variazione di questo parametro porta a due
considerazioni separate.
 Diminuendo le dimensioni l’impianto è meno
ingombrante e quindi di più facile installazione.
 Le dimensioni maggiori, porterebbero alla
possibilità di un utilizzo in diga foranea dove
un sistema del genere può essere adagiato sul
fondo e utilizzato con migliori risultati.
 Del resto dall’analisi del grafico si nota che per
piccole sezioni di ingresso, quindi meno ingombranti
e realisticamente più facilmente adottabili, si ha il
massimo di funzionamento per un impianto molto
allungato e più vicino al fondo.

37 30.IV.2013

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