a.s. 2021-22 L'energia marina è l'energia prodotta dalle enormi masse d'acqua in movimento in mari e oceani e vengono utilizzati diversi tipi di turbine. Ottenuta sfruttando la forza meccanica dei movimenti dell'acqua e delle maree, attraverso tecnologie di tipo fluidodinamico è possibile trasformare l'energia cinetica delle onde in energia elettrica. Alle tre proprietà dell'acqua del mare (moto, calore, grado di salinità) corrispondono vari tipi di energia marina che si possono dividere in 5 forme: - Energia delle correnti marine. Simile all'eolica, si ricava dal movimento di alcune pale poste sott'acqua che producono energia in modo meccanico. Il SeaGen è una torre immersa nell’acqua in un fondale non troppo profondo. Lungo la torre scorre un’ala che sostiene due eliche le cui pale sono mosse dalla corrente del mare. Quando l’impianto è in funzione, le eliche scendono sott’acqua e ruotando azionano un generatore che produce elettricità. - Energia del moto ondoso. è l'energia cinetica del movimento delle onde la cui efficienza potenziale è maggiore a quella solare. Tuttavia, non è semplice sfruttarla e può danneggiare la biodiversità marina. Esistono diverse tecnologie di sfruttamento del moto ondoso, come il progetto Pelamis. Formato da cilindri galleggianti che sfruttano l’ampiezza delle onde in mare aperto, il movimento delle onde mette in moto dei pistoni idraulici collegati ad un generatore elettrico. - Energia maremotrice (o delle maree). è l'energia ricavata dagli spostamenti d'acqua causati dalle maree. Rappresenta una fonte di energia alternativa e rinnovabile. Gli impianti maremotrici sono caratterizzati da grandi dimensioni e il loro funzionamento si può dividere in due fasi: • nella fase di alta marea, l’apertura delle chiuse permette il riempimento del bacino di accumulo • nella fase di bassa marea, il rilascio controllato dell’acqua contenuta nel bacino assicura l’erogazione di notevoli quantitativi di energia, in maniera simile a quanto accade nei grandi impianti idroelettrici - Energia talassotermica. è l'energia ottenuta dalla variazione di temperatura che si registra tra la superficie marina e la profondità. è poco sfruttata perchè i costi dell'installazione della centrale sono molto elevati. Il progetto OTEC sfrutta la differenza di temperatura tra le acque superficiali e quelle profonde. L’acqua tiepida superficiale passa in un evaporatore in cui è presente ammoniaca. I vapori che si formano azionano la turbìna collegata a un generatore elettrico. - Energia osmotica (o a gradiente salino). Si serve del grado di salinità dell'acqua dolce e dei mari per produrre energia elettrica. Attualmente la produzione su larga scala di energia osmotica sarebbe del tutto impraticabile: per generare 25 MW di elettricità sarebbero necessari addirittura 5 milioni di metri quadrati di membrana. Il principale vantaggio degli impianti di energia marina è quello di avere un basso impatto ambientale, mentre gli svantaggi sono gli alti costi di realizzazione e manutenzione degli impianti e la difficoltà nel trovare collocazione perchè non tutte le aree sono adatte. L’Italia è una delle nazioni più attive sul fronte dell’energia marina: è tra i sei Paesi UE ad aver adottato politiche specifiche per lo sfruttamento di questa risorsa. Con quasi 8.000 km di coste a disposizione, è quasi totalmente circondata dal mare ma di impianti, al momento, non ce ne sono tanti. Nel novembre del 2015, a Marina di Pisa è stato installato un impianto che raccoglie energia dalle onde realizzato dalla start up 40South Energy. Si tratta di una struttura più piccola del normale, funziona h24 e raccoglie energia sufficiente per coprire il fabbisogno di 40 famiglie. Un impianto di energia mareomotrice è presente in Toscana a Punta Righini, dal 2013. A Ganzirri, una frazione di Messina, esiste già la turbina di Kobold, ancorata al fondale marino e connessa alla rete elettrica nazionale con una potenza di circa 25 kW. La turbina marina ad asse orizzontale GEM - l’ “Aquilone del mare” è una turbina idrocinetica progettata per produrre energia pulita da correnti marine e fluviali. Posizionato sott’acqua alla profondità voluta, funziona come un aquilone, allineandosi alla direzione della corrente in modo autonomo. Nel Golfo di Napoli convertire l’energia del moto ondoso in elettricità è possibile grazie al progetto DIMEMO-Diga Marittima per l’Energia del Moto Ondoso, che si pone l’obiettivo di dare una risposta più concreta al problema della reciproca integrazione tra richiesta energetica e politica ambientale a scala urbana. Grazie mille dell'attenzione. Buona giornata.