I materiali come il silicio possono produrre energia elettrica se irragiati dalla luce solare. Una caratteristica
fisica che ha consentito negli anni '50 di realizzare la prima cella fotovoltaica della storia dell'uomo. Lo
stesso nome "fotovoltaico" esprime in sè tutto il significato della scoperta, foto = luce e voltaico =
Alessandro Volta (inventore della batteria).
I pannelli fotovoltaici sono installati sul tetto della propria abitazione o ovunque ci sia un'esposizione diretta
ai raggi solari (es. terrazze, cortili, terreni ecc.).
La luce solare è trasformata in energia elettrica alternata, usufruibile per tutte le normali attività
domestiche.
L'energia elettrica prodotta dai pannelli in eccesso, rispetto ai consumi, viene venduta alla società elettrica
come credito da applicare sulla bolletta elettrica. Questo quadro si è ampliato radicalmente nel 2005,
quando l'Italia ha approvato il primo "conto energia" in base al quale chiunque può rivendere l'energia
prodotta dai pannelli solari ottenendo in cambio un reddito netto (profitto). Attualmente è concesso al
massimo compensare il costo della propria bolletta elettrica.
Le celle fotovoltaiche collegate tra loro formano un modulo fotovoltaico in grado di trasformare la luce
solare direttamente in energia elettrica. Un modulo è costituito da 36 celle poste in serie e consente di
produrre una potenza di circa 50 Watt. Ogni singola cella fotovoltaica (FV) può produrre circa 1,5 Watt di
potenza a una temperatura standard di 25°C. L'energia prodotta dal modulo prende il nome di potenza di
picco (Wp).
La modularità dei pannelli fotovoltaici consente una vasta flessibilità di impiego. Le celle possono essere
combinate in serie sulla base delle reali esigenze energetiche dell'utenza o sulle caratteristiche della
superficie destinata all'impianto.
L'energia elettrica in uscita dal modulo viene passa per dispositivi balance of system per adattare la
corrente e trasformarla in corrente alternata tramite il sistema di inverter. L'energia così modificata è
introdotta nella rete elettrica per alimentare il consumo di elettricità locale (sistemi isolati in case o
imprese) o per essere computata a credito da uno speciale contatore del gestore della rete elettrica.
Fin qui abbiamo descritto gli aspetti pratici. Facciamo adesso un passo indietro per descrivere gli elementi
fisici che consentono il funzionamento di un pannello solare. Il flusso luminoso proveniente dal Sole
(radiazione solare) investe il materiale semiconduttore del pannello solare, normalmente realizzato
utilizzando il silicio. Gli atomi di silicio del pannello solare compongono un reticolato cristallino
tridimensionale di forma tetraedrica in cui ognuno di essi mette in comune uno dei suoi quattro elettroni di
valenza. L'elettrone in comune è quello con orbita più esterna mediante il quale avviene la conduzione
elettrica. Gli altri tre elettroni con orbita più interna sono invece fortemente legati al nucleo dell'atomo e
non partecipano alla conduzione. Allo stato normale gli elettroni esterni si trovano in una fase di valenza e
non dispongono dell'energia sufficiente per condurre elettricità. Quando ciò si verifica l'elettrone passa
dalla banda di valenza a quella di conduzione ed è libero di muoversi all'interno del reticolato grazie alla
stretta vicinanza degli altri atomi di silicio. Nel passaggio di banda lascia dietro di sé una lacuna. Il
movimento degli elettroni esterni in banda di conduzione e delle relative lacune continua fin quando è
presente l'irraggiamento solare. Per una spiegazione più approfondita sul ruolo dei semiconduttori nelle
celle solari dal punto di vista fisico rimandiamo alla pagina in questione, dove abbiamo illustrato il principio
fisico in base al quale una cella solare produce energia elettrica quando è sollecitata dalla luce solare.
I semiconduttori
La differenza con i materiali conduttori e isolanti. I materiali conduttori possiedono elettroni esterni
appartenenti alla stato di valenza e di conduzione. Per questa ragione conducono ottimamente l'elettricità.
Le due bande sono sostanzialmente sovrapposte. Al contrario, i materiali isolanti hanno la banda di
conduzione molto distante da quella di valenza. Nei semiconduttori gli elettroni sono allo stato di valenza
(come nei materiali isolanti) ma la distanza con la banda di conduzione è minima. E' quindi possibile che un
elettrone esterno passi temporaneamente dalla banda di valenza a quella di conduzione. Ciò avviene
quando l'elettrone è investito da un flusso luminoso in grado di liberare gli elettroni più esterni. Per ogni
elettrone passato alla banda di conduzione si lascia libera una lacuna nella banda di valenza. Come
l'elettrone nella banda di conduzione anche la lacuna tende a spostarsi nella banda di valenza per effetto
del campo elettrico comportandosi come una carica positiva.
La potenza di un impianto
La potenza nominale di un impianto fotovoltaico si misura con la somma dei valori di potenza nominale di
ciascun modulo fotovoltaico di cui è composto il suo campo, e l'unità di misura più usata è il chilowatt picco
(simbolo: kWp).
La superficie occupata da un impianto fotovoltaico è in genere poco maggiore rispetto a quella occupata dai
soli moduli fotovoltaici, che richiedono, con le odierne tecnologie, circa 8 m² / kWp ai quali vanno aggiunte
eventuali superfici occupate dai coni d'ombra prodotte dai moduli stessi, quando disposti in modo non
complanare. Da osservare che ogni tipologia di cella ha un tipico "consumo" in termini di superficie, con le
tecnologie a silicio amorfo oltre i 20 m² / kWp. Negli impianti su terreno o tetto piano, è prassi comune
distribuire geometricamente il campo su più file, opportunamente sollevate singolarmente verso il sole, in
modo da massimizzare l'irraggiamento captato dai moduli. Queste file vengono stabilite per esigenze
geometriche del sito di installazione e possono o meno corrispondere alle stringhe, ovvero serie, elettriche
stabilite invece per esigenze elettriche del sistema.
In entrambe le configurazioni di impianto, ad isola o connesso, l'unico componente disposto in esterni è il
campo fotovoltaico, mentre regolatore, inverter e batteria sono tipicamente disposti in locali tecnici
predisposti.
Inoltre per massimizzare la captazione dell'irraggiamento solare si progettano e si realizzano sempre più
moduli fotovoltaici ad 'inseguimento' solare che adattano cioè l'inclinazione del pannello ricevente
all'inclinazione dei raggi solari durante il giorno e la stagione.
La prassi vuole che gli impianti fotovoltaici vengano suddivisi per dimensione in 3 grandi famiglie, con un
occhio di riguardo soprattutto a quelli connessi alla rete:
Piccoli impianti: con potenza nominale inferiore a 20 kWp;
Medi impianti: con potenza nominale compresa tra 20 kWp e 50 kWp;
Grandi impianti: con potenza nominale maggiore di 50 kWp.
Questa classificazione è stata in parte dettata dalla stessa normativa italiana del Conto energia, tuttavia il
"Nuovo conto energia" del Febbraio 2007 definisce tre nuove tariffe incentivanti: da 1 a 3 kWp, da 3 a 20
kWp e oltre i 20 kWp.
L'Stmg definisce i criteri di allacciamento per impianti fotovoltaici superiori a 1 kV fino ad impianti di grandi
dimensioni.
Una menzione a parte va al cosiddetto BIPV, acronimo di Building Integrated PhotoVoltaics, ovvero Sistemi
fotovoltaici architettonicamente integrati. L'integrazione architettonica si ottiene posizionando il campo
fotovoltaico dell'impianto all'interno del profilo stesso dell'edificio che lo accoglie. Le tecniche sono
principalmente 3:
Sostituzione locale del manto di copertura (es. tegole o coppi) con un rivestimento idoneo a cui si
sovrappone il campo fotovoltaico, in modo che questo risulti affogato nel manto di copertura;
Impiego di tecnologie idonee all'integrazione, come i film sottili;
Impiego di moduli fotovoltaici strutturali, ovvero che integrano la funzione di infisso, con o senza
vetrocamera.
I costi per ottenere un impianto BIPV sono più alti rispetto a quello tradizionale, ma il risultato estetico è
talmente pregevole che la normativa stessa del Conto energia li tutela e valorizza, riconoscendo una tariffa
incentivante sensibilmente più elevata.