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Architettura e Tecnica
diretta da
Benito de Sivo
MARINA FUMO FRANCESCO POLVERINO
ANDO
TADAO
ARCHITETTURA E TECNICA
Copyright © 2000 CLEAN Il presente lavoro è stato concepito ed impostato
via Diodato Lioy 19, 80134 Napoli unitariamente dagli autori.
telefax 081/5524419-5514309 In particolare: a Marina Fumo vanno attribuiti
internet: http://www.gekoweb.com/CLEAN il capitolo 3; del capitolo 4 le pp.34-36,43-50,
e-mail: clean@gekoweb.com 55-61,67-75,88-93; del capitolo 5 le pp.100-113;
a Francesco Polverino il capitolo 1;
Tutti i diritti riservati del capitolo 4 le pp.37-42,51-54,62-66,76-87;
E' vietata ogni riproduzione del capitolo 5 le pp.94-99,114-127.
Benito de Sivo è autore del capitolo 2.
ISBN 88-86701-73-X
Gli autori ringraziano Tadao Ando ed il suo
collaboratore Hiroshi Araki per i documenti forniti e
la squisita ospitalità nello studio di Osaka.
Referenze fotografiche
Tadao Ando Architect & Associates, pp.11,13s,
14,18,30-31,33,36-38,44,49,54s,68,71,72a,
79-80,88-93,129,133s,135s,139
Stephane Couturier, p.135d
Benito de Sivo, pp.20-23,132c
Hiroshi Kobayashi, pp.43,45,47,50
Mitsuo Matsuoka, pp.13,28,35,48,54d,55-57,59,
62-63,65-67,69-70,130d,copertina
In copertina: Shigeo Ogawa, pp.8,10,15,17,58,60-61,76-78,
Museo dei Bambini, Hyogo, 1987-89 81,134
In retrocopertina: Taisuke Ogawa, p.51
Row House, Sumiyoshi, 1975-76 Tomio Ohashi, pp.19,46,72b,84-87,137
sezione assonometrica Hiroshi Ueda, pp.12,13d,40,42,73-74,132s
Indice
2. Lʼarchitettura giapponese 20
6 Ancora un libro, il quinto, della Collana Architettura e Tecnica, Devo confessare di essere stato affascinato da questa terra cul-
iniziata nel 1992, che va a confermare la validità di una impo- turalmente diversa dalla nostra, che ho visitato due volte a di-
stazione scientifica di ricerca sull’opera dei grandi architetti del stanza di circa trenta anni riportando sensazioni diverse, e che
nostro tempo. ciò mi ha indotto a inserire in questo libro un capitolo, il secondo,
Su Tadao Ando sono state scritte numerose monografie che ne che tenta di inquadrare l’opera di Ando nello sviluppo storico
divulgano le opere evidenziando i legami della sua cultura di au- dell’architettura giapponese.
todidatta con la tradizione giapponese e con le influenze occi- Nel terzo capitolo vengono studiati il pensiero e l’architettura di
dentali, ma in pochi casi è stata messa in evidenza la persona- Tadao Ando, indagando sui rapporti tra luogo ed architettura, tra
lissima maniera di usare i materiali dell’architettura come prota- geometria e materiali e tra natura e forma. Il capitolo si conclude
gonisti del gioco di luci ed ombre nell’articolazione dei volumi e con un’intervista fatta all’architetto nel suo studio di Osaka.
di concepire il loro assemblaggio con una serie di dettagli co- Nel quarto capitolo gli autori hanno studiato le opere ritenute più
struttivi di grande suggestione. significative, evidenziando il contributo di Tadao Ando all’archi-
La cultura giapponese, in tutte le sue espressioni, lascia sempre tettura del Giappone e del mondo intero.
uno spazio libero per l’interpretazione soggettiva, non proietta Nel quinto capitolo la progettazione degli elementi costruttivi in-
mai una luce diretta ma lascia che nell’ombra possano essere daga, come scrive Marina Fumo nella introduzione, sui segreti
percepite infinite sensazioni. Come scriveva Tanizaki Juninchiro tecnologici delle architetture di Ando, dimostrando, ancora una
nel suo Elogio dell’ombra, saggio di estetica e di cultura del volta, che solo con dettagli costruttivi studiati a fondo e concepi-
1933, nell’architettura giapponese il mondo dell’ombra si con- ti dallo stesso autore dell’opera è possibile ottenere risultati cul-
trappone a quello della luminosità dell’architettura occidentale, turalmente validi.
esprimendo una delle più importanti componenti del concetto di
bellezza e Tadao Ando fa tesoro di questo insegnamento nelle Nel consegnare all’editore CLEAN il materiale per la stampa del
sue opere donandoci, in più occasioni, sensazioni sublimi nella libro esprimo il mio più vivo ringraziamento all’architetto Tadao
percezione dello spazio dell’architettura. Ando ed al suo collaboratore Hiroshi Araki per il contributo dato
Il lavoro, svolto da Marina Fumo e Francesco Polverino secondo al lavoro, anche in forma di documentazione originale; al prof. Hi-
la ormai sperimentata metodologia della Collana, è articolato in denobu Jinnai ed alla sua giovane allieva Megumi Nakahashi per
cinque capitoli ai quali fa seguito una amplissima bibliografia. la presentazione allo Studio Ando e l’organizzazione del viaggio
Il primo che contiene la biografia di Tadao Ando, evidenzia i in Giappone e voglio ancora una volta complimentarmi con Ma-
passi salienti del progressivo, ma rapido, avvicinamento ad rina Fumo e Francesco Polverino e ringraziarli per avermi offerto
un’architettura nella quale egli esprime tutto il suo forte tempe- con il loro libro l’occasione di rivedere questo singolarissimo
ramento, raggiungendo in tempi brevi risultati esaltanti, ma qua- paese.
si esclusivamente in Giappone.
Presentation
Benito de Sivo
This book, included in the Series Architecture and Technique have been twice, and by its quite different culture. 7
started in 1992, is a further evidence of the effective scientific re- The second time I was there was after thirty years and the new
search approach to the works of the great architects of our times. emotions I felt have led to a chapter, i.e. the second one, that
As far as Tadao Ando is concerned a lot of monographs have tries to set Ando’s works within the historical development of the
been produced to spread his works stressing the link between Japanese architecture.
his self-taught culture, the Japanese tradition and western influ- The third chapter analyses Tadao Ando’s architecture and his
ence; but a neglected aspect is his nearly exclusive way of using way of conceiving the relations between place and architecture,
architecture materials to obtain light-shadow effects in structur- geometry and materials, nature and shape. The chapter ends
ing volumes and their assemblage through a serie of touching with an interview made at the architect’s office in Osaka.
details. Some of the works, considered as the most meaningful ones by
The Japanese culture, in any expression, enables personal inter- the authors, are studied in-depth in the fourth chapter stressing
pretations by preferring shadow to direct light which permits end- the major contribution by this great designer to both Japanese
less sensations. and world architecture.
According to Tanizaki Juninchiro in his Praise to the shadow, an In the fifth chapter the plan of building elements investigates, as
aesthetics and culture essay published in 1933, in the Japanese affirmed by Marina Fumo in the introduction, on the technological
culture the world of shadow is in contrast with that of the light be- secrets of Ando’s architectures showing once more that effective
longing to the western culture. cultural results are achievable only if building details are deeply
This is a cornerstone in the concept of beauty of which Tadao An- studied and conceived by the same author of a given work.
do avails himself in his works giving us on many occasions some
sublime emotions in the perception of the architectural space. In giving the material to CLEAN publishing house, I have to ex-
The work carried out by Marina Fumo and Francesco Polverino, press my special thanks to Architect Tadao Ando and his collab-
according to the already tested methodology of the Collection, orator Hiroshi Araki for their contribution, also through original
consists of five chapters with wide references. documents, as well as to Professor Hidenobu Jinnai and his
The first chapter includes Ando’s biography showing the major young researcher Megumi Nagasachi for introducing me to the
stages of his progressive and fast approach towards an archi- Ando’s office and organizing my trip to Japan. Finally I would
tecture that is able to express his strong personality with prompt congratulate Marina Fumo and Francesco Polverino on this book
remarkable results essentially in Japan. that gave me the opportunity to see again this extraordinary
I must admit that I have been fascinated by this country, where I country.
Chiesa della Luce, Osaka.
Annesso.
Introduzione
Marina Fumo
A distanza di un paio d’anni dalla pubblicazione del testo su viaggiato tra molti testi reali e virtuali per raggiungere un buon li- 9
Louis Isadore Kahn, scritto in collaborazione con Gigliola Ausiel- vello di conoscenza dell’opera del progettista. Lo studio prelimi-
lo nei tipi della medesima collana, si presenta questo nuovo vo- nare è stato indispensabile per programmare in maniera accura-
lume su un grande architetto contemporaneo vivente del quale, ta il viaggio in Giappone e per predisporre, insieme a Hiroshi
insieme a Franco Polverino, ho avuto modo di studiare l’opera e Araki dello Studio Ando e Associati, sia la data che i contenuti
approfondirne gli aspetti tecnologici spesso trascurati dalla va- dell’incontro con l’architetto Ando. Tra gli accordi intercorsi con
sta letteratura italiana a lui dedicata. L’obiettivo della Collana Ar- quest’ultimo nell’incontro del 23 marzo 1999, si è stabilito di pub-
chitettura e Tecnica è stato, ancora una volta, di far conoscere blicare questo testo non solo in lingua italiana ma anche con al-
ad un pubblico di tecnici che operano nel campo dell’architettu- cune parti di sintesi in inglese.
ra, quali siano i segreti tecnologici delle più celebri architetture, Il viaggio, egregiamente organizzato dal professore de Sivo con
nella convinzione che non si possa arrivare a buoni risultati sia la collaborazione del professore Hidenobu Jinnai e signora e del-
funzionali sia formali senza un approfondito studio dei dettagli la nostra giovane amica Megumi Nakahashi, è stato di grandis-
costruttivi. simi interesse ed intensità, consentendoci di visitare le più im-
portanti città giapponesi sulle tracce di Tadao Ando in una sorta
L’idea di analizzare la produzione di Tadao Ando è nata da uno di pellegrinaggio spirituale alla ricerca del minimo in architettu-
spunto fornitomi (inconsapevolmente!) da Mario Botta. Infatti, ra…e, bisogna dirlo, per noi europei tradizionalisti, approdare al-
quando intervistai quest’ultimo a proposito del maestro Kahn le oasi andiane (neologismo poco indovinato!) rappresentava
chiedendogli quali architetti si potessero considerare suoi allievi, una pausa rilassante entro spazi dalle dimensioni e dai rapporti
egli mi rispose che senza dubbio Tadao Ando partendo da una più umani rispetto al consueto scenario urbano giapponese.
cultura completamente diversa fosse il più fedele prosecutore
del linguaggio kahniano. Ringrazio quindi il caro amico Botta per Se è vero quanto asserisce Zevi che la differenza tra l’architettu-
essere stato anche in quella occasione un ottimo e convincente ra e le altre arti sta nella condizione di percezione dell’opera, ov-
insegnante al punto di avermi indotto a partire per il Giappone al- vero che l’opera di architettura è l’unica entro la quale si possa
la scoperta di Ando e delle sue opere… entrare per coglierne appieno i valori spaziali, allora è proprio ve-
Certamente la partenza per l’estremo Oriente non è avvenuta l’in- ro che solo toccando, percorrendo e ascoltando le costruzioni di
domani della menzionata conversazione, ma solo dopo aver Tadao Ando si possa pienamente godere della loro poesia.
Giardino delle Belle Arti, Kyoto.
1. La biografia di Tadao Ando
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damento. Non ho mai fatto pratica presso un turali, nonché il senso del silenzio e della es- zionali. Nel 1985 la Finnish Association of
altro architetto perché tutte le volte che ci ho senzialità della vita dovettero ben impressio- Achitects gli conferisce la medaglia Alvar Aal-
provato, venivo licenziato per la mia testar- nare la commissione giudicatrice. to; nel 1986 il Ministero dell’Educazione giap-
daggine e per il mio carattere. Seguono altre costruzioni come la Glass Block ponese gli riconosce la Annual Award che in-
All’età di trentacinque anni, sei anni dopo l’a- House (1979), la Koshino House (1981), la Ki- coraggia i nuovi talenti nelle fine arts; nel 1987
pertura del suo Studio, viene completata la co- dosaki Residence (1982) e, di più ampio re- ottiene il “Mainichi Art Prize” per il progetto
struzione della Row House in Sumiyoshi (Azu- spiro, la Rokko Housing che ha portato ad An- della Cappella sul monte Rokko, a Kobe, che,
ma House) che gli vale il premio annuale dello do un ulteriore riconoscimento: il premio Ja- realizzata nel 1988, conferma le sue grandi
Japanese Architectural Institute del 1979. In pan International-Design Forum. capacità di architetto.
questo piccolo edificio sono già presenti alcu- Il Complesso Rokko, situato ai piedi dell’omo- Negli anni tra il 1988 e il 1990 riceve ulteriori ri-
ni stilemi del linguaggio di Tadao Ando, quali nimo monte, si adagia su un pendio a forte conoscimenti quali l’Isoya Yoschida Award,
il calcestruzzo faccia a vista, la composizione pendenza prospettando a sud sul porto di Ko- per la Kidosaki House a Setagaya-Tokyo, la
geometrica dei volumi, la luce, il vento e una be e sulla baia di Osaka con un’ampia vista Medaglia d’oro dell’Accademia francese di Ar-
nuova immagine per la vita di ogni giorno. panoramica, spunto per Ando nella organizza- chitettura e l’Art Prize della Prefettura di Osa-
E’ la prima volta che un premio viene dato per zione di una serie di case a terrazze. ka.
una singola casa, ma è evidente che il modo Tadao Ando, perseverando nel suo particola- In questi anni, anche se Ando non ha ancora
di porsi di questa costruzione nel contesto ur- rissimo stile e divulgando le sue idee sull’ar- costruito alcun edificio oltre i confini del Giap-
bano, introvertendo gli spazi abitabili e instau- chitettura, ha ottenuto negli anni ‘80 una co- pone, ove peraltro realizza mirabili opere co-
rando un rapporto diretto con gli elementi na- piosa serie di meritati riconoscimenti interna- me la Chiesa sull’acqua a Yufutsu-Gun (Hok-
Tempio dell’Acqua, Isola Awaji.
Veduta dall’alto e la vasca.
a sinistra
Centro commerciale Time’s I, II, Kyoto.
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torrenti, costituiva legame con il paesaggio e specchio d’acqua, il ponticello, la lanterna, la la organizzazione dello spazio esterno a giar-
pertanto non doveva essere in nessun modo ghiaia rastrellata, il muschio ed altro ancora. dino, nel quale fecero per la prima volta la lo-
modellata dall’uomo ma messa in opera nella Il giardino è integrato nella realizzazione dello ro comparsa le pietre da guado che assolve-
sua forma inalterata, perché secondo i giap- spazio architettonico della casa da cui è se- vano prevalentemente alla esigenza funziona-
ponesi nessuno può superare la natura nel da- parato e con cui è collegato mediante la qua- le di tenere pulito l’accesso alla costruzione.
re forma agli oggetti. Legno e pietra sono do- si sempre presente veranda, spazio filtro di Il fatto che il giardino potesse essere contem-
tati di una loro personalità che può solo valo- transizione tra interno ed esterno, non solo sot- plato dall’interno della casa o che, viceversa,
rizzare l’opera dell’uomo. to l’aspetto psicologico, ma anche termoigro- la casa potesse essere raggiunta attraversan-
La pietra viene adoperata non solo nelle ope- metrico, sia d’inverno che di estate. do il giardino in un mutare di percorsi e pro-
re di fondazione degli edifici, ma anche per La doppia chiusura della veranda racchiude spettive, era alla base di una filosofia che
realizzare muri e gradinate o viali e giardini co- infatti una camera d’aria isolante in inverno, esprime l’amore dei giapponesi per la natura,
me quello Zen del tempio Ryoanji a Kyoto. mentre in estate aprendo le porte scorrevoli luogo di estensione dello spazio interno eco-
Questo giardino delle rocce, il più famoso di d’estremità crea uno spazio ventilato che re- nomicamente ridotto.
tutto il Giappone, rappresenta il simbolo della gola la temperatura della casa. Altro fattore Un discorso a parte merita il tetto che, oltre ad
contemplazione nella filosofia, ma è anche la che ha inciso in maniera determinante sull’ar- avere un significato simbolico, costituisce con
dimostrazione tangibile dell’amore dei giappo- chitettura tradizionale giapponese è il culto del le sue falde sporgenti un elemento adatto a
nesi per la pietra naturale e della loro aspira- tè, sorto nel XV secolo. proteggere il legno dal sole e dalla pioggia e
zione a dare ad essa una composizione che Lo stile delle case da tè, detto sukira, ha note- a creare quello spazio di transizione cui si è
ne esalti i valori estetici. volmente influenzato l’organizzazione dello fatto cenno precedentemente.
Ancora in pietra era, molto spesso, il muro di spazio architettonico anche in relazione alle La costruzione del tetto ha sempre impegnato
cinta che, in alternativa alla palizzata in legno, esigenze strutturali, liberando la pianta dai pi- a fondo il costruttore giapponese facendogli
separava lo spazio privato da quello pubblico, lastri che venivano spinti al perimetro, com- inventare una serie di sistemi per risolvere
ovvero poneva un limite all’infinito del mondo portando però qualche complicazione nella punti particolarmente delicati, come quelli del-
esterno consentendo di ricreare all’interno un costruzione del tetto. l’angolo rialzato sostenuto da strutture singola-
infinito privato in miniatura, il giardino con lo La cerimonia del tè ebbe anche influenza sul- ri quanto ardite.
Castello Nijo, Kyoto. Kenzo Tange, Palazzetto dello Sport, Tokyo. Kenzo Tange, Stadio del Nuoto, Tokyo.
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Certamente l’architettura giapponese, con i vo Imperial Hotel di Tokyo: Il vangelo dell’eli- l’insieme del processo costruttivo, mentre ciò
suoi contenuti teorici e pratici, ha influenzato la minazione del particolare non significativo, mi che definisce la qualità architettonica è l’ag-
cultura occidentale, in special modo quegli ar- divenne congeniale in architettura 3. gettivo shibui che assume diversi significati
chitetti, non solo di fede razionalista, che oltre Si può anche intuire come un Mies van der dal bello ma non superficiale, al semplice ma
ai principi della modularità furono capaci di in- Rohe, pur non essendo mai stato in Giappone, senza ostentazione fino all’originale ma fami-
travedere la stupefacente modernità della ca- abbia preso da quella cultura alcuni tratti del- liare, significati che sono tipici di un modo di
sa nipponica tradizionale. la sua posizione progettuale, quel less is more pensare orientale.
Bruno Taut ammirerà la pulizia di questi pro- applicato alla ossessiva precisione delle sue Ciò che è interessante notare è come dall’ar-
dotti architettonici. Ogni speculazione sui vo- griglie in quanto a spartito ed a trasparenza. Il chitettura giapponese l’Occidente abbia tratto
lumi puri, sulla soppressione del decoro, sulla Padiglione di Barcellona (1929) con la sua co- degli insegnamenti che, rielaborati e filtrati con
riduzione dell’’architettura ad una combinazio- pertura aggettante, la sua continuità tra inter- un diverso spirito, sono poi ritornati in Giappo-
ne di piani implicanti l’idea di un montaggio di no ed esterno, le sue vetrate scorrevoli, non ne dando luogo all’architettura del secondo
elementi semplici, trovò dei riferimenti nel può paragonarsi ad una casa giapponese? dopoguerra.
Giappone storico 2. E non è possibile forse considerare il Palazzo Le distruzioni causate dalla guerra avevano
Questa semplificazione avvenne con il pas- di Katsura con i suoi pannelli bianchi e lo spar- pressoché annientato il patrimonio edilizio del
saggio dall’architettura dei Templi Buddisti, tito dei suoi pilastri in legno come un lontano Giappone. Nell’agosto del 1945, quattordici
dotati di una notevole complessità strutturale e progenitore della Ville Savoye di Corbu del milioni di giapponesi erano costretti a vivere in
di un forte apparato ornamentale, a quella dei 1928? ricoveri precari ed era quindi urgentissimo
Santuari di Ise e del Palazzo di Katsura, molto Tuttavia esistono profonde differenze nel modo escogitare dei sistemi che fossero in grado di
semplici ed essenziali, tanto da far osservare di confrontarsi con l’architettura da parte della risolvere il problema della casa nel più breve
a Frank Lloyd Wright che l’architettura giappo- cultura occidentale e di quella giapponese. tempo possibile. La prefabbricazione, nono-
nese non aveva tanto valore per la sua forma La stessa parola architettura non trova riscon- stante gli enormi sforzi compiuti, non riuscì
ma per la eliminazione dell’insignificante. tro nella lingua giapponese, ove il termine ken- che in minima parte a soddisfare il fabbisogno
Wright fu in Giappone nel 1905 e nel 1915, per chiku recentemente coniato dai critici per de- edilizio, anche se furono sviluppati sistemi co-
assolvere l’incarico della costruzione del nuo- signare questa attività è impiegato per definire me quello in legno, Premos, che nelle sue mol-
Kunio Mayekawa, Municipio di Kyoto. Kunio Mayekawa, Il cortile del Municipio di Kyoto. Takeo Satow, Municipio del distretto di Kotow,
Scala esterna. Tokyo.
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teplici varianti basate sulla dimensione modu- Parigi presso lo studio di Le Corbusier tra il case nei centri minori, ancora sopravvive, ma
lare del tatami, riusciva a sopperire a diverse 1928 e 1930, così come Sakakura tra il 1931 e nel contempo il vertiginoso sviluppo delle tec-
esigenze di spazio. il 1936, e che Tange fu allievo di Mayekawa), nologie ha ormai travolto la società creando
Dopo il 1950 l’attività edilizia ebbe un forte im- produssero tra il 1950 e il 1965 edifici pubblici una sorta di involuzione che ha reso i giappo-
pulso in tutto il paese, accompagnandosi ad di notevole interesse, la cui architettura con- nesi più chiusi ed impenetrabili, incidendo in
un nuovo indirizzo sociale che portò alla rea- fermò la possibilità di richiamare la tradizione modo negativo sui rapporti umani.
lizzazione di numerosi centri polifunzionali, locale fondendola con l’attualità del gusto oc- E ciò si riflette sull’architettura, conferendo ad
amministrativi e sociali, che ancora oggi costi- cidentale. essa il ruolo di effimera rappresentazione ano-
tuiscono le pietre miliari della nuova architettu- Nel mio primo viaggio in Giappone, nell’ormai nima riscattata solo da episodi singolari come
ra giapponese, traendo dalla tradizione quegli lontano 1970, fui affascinato da templi, san- quelli prodotti dalla straordinaria sensibilità di
elementi formali e sistemici da interpretare con tuari e castelli, ma non di meno dalle nuove ar- Tadao Ando.
le nuove tecnologie. chitetture che legavano in un gioco sapiente
Per la realizzazione di queste grandi opere tradizione e modernità.
viene adoperato su larga scala il calcestruzzo Il calcestruzzo in vista dominava la scena im-
cementizio armato in vista, materiale affatto ponendosi non solo negli elementi strutturali
estraneo alla tradizione costruttiva giappone- ma anche nei dettagli di completamento del-
se, ma plasmabile in forme che potevano es- l’edificio come le coperture dai bordi ricurvi, le
sere disegnate in modo da riportare alla me- balaustre delle scale, le balconate.
moria gli elementi formali della storia dell’ar- Il ritmo del modulo, tratto dalla tradizione delle
chitettura classica. costruzioni in legno, articolava le facciate il cui 1. Teiji Itoh, Architettura giapponese, Silvana
Junzo Sakakura (1904) e Kunio Mayekawa ordine strutturale confermava il sorgere di una Ed. d’arte, Milano 1963.
(1905), con il più giovane Kenzo Tange nuova architettura. 2. Andrea Corboz, In Japon, Office du livre,
(1913), furono gli elementi di spicco di questo Nel mio recente viaggio del marzo 1999 ho po- Fribourg 1969.
rinnovamento. Architetti formati alla scuola oc- tuto verificare che l’architettura tradizionale 3. Peter Blake, Tre maestri dell’architettura
cidentale (si ricorda che Mayekawa lavorò a giapponese, nella forma dei templi e di alcune moderna, Rizzoli, Milano 1963, p.292.
3. Pensiero e architettura
di Tadao Ando
24 E’ stato quando ero all’interno del Pantheon di L’orizzontalità dell’architettura giapponese è l’eccentrico architetto americano (1901-1974)
Roma che ho preso coscienza del vero signifi- pronunciata e i suoi spazi sono privi di geo- la cui opera è stata solo recentemente rivalu-
cato dello spazio architettonico. Ciò che speri- metricità e coordinazione. E’ virtualmente tata, il quale nell’epoca del boom economico e
mentavo non era lo spazio in senso concet- un’architettura priva di forme, ma un’architet- delle torri in cristallo proclamava la forza
tuale, era quello reale, davanti ai miei occhi. tura che crea spazi integrati con l’ambiente espressiva della muratura e pertanto, a lungo
Questo famoso monumento ha una forma ci- naturale. Il Pantheon e le incisioni del Piranesi incompreso, morì senza essere considerato
lindrica con il muro perimetrale sovrastato da sono l’antitesi dello spazio di stile giapponese un maestro e senza aver creato una scuola.
una cupola sferica di uguale diametro. Sia il e sono tipiche dello spazio architettonico di ti-
diametro che l’altezza interna della cupola so- po occidentale. Il problema di come questi Rispetto ai maestri del Movimento Moderno,
no di 43,20 m. Nell’insieme il Pantheon è una due concetti conflittuali di spazio possano fon- Ando ricerca una maggiore complessità degli
immensa massa sferica. Quando l’interno di dersi e sublimarsi in un edificio ha occupato i spazi non rinunciando al potenziale simbolico
questo edificio - semplice dal punto di vista miei pensieri e ispirato il mio lavoro per molti ed emotivo del percorso di avvicinamento al
geometrico - viene illuminato dal lucernario del anni 1. centro tipico della cultura giapponese legata
diametro di nove metri, sistemato nel centro alla casa del tè3.
della cupola, lo spazio architettonico diviene Questo scritto di Tadao Ando può ben rappre- Lo spazio di Ando è puro ma non omogeneo.
veramente reale. Quest’atmosfera, creata dal- sentare l’essenza dei principi che ispirano la Lo spazio dell’architettura del Movimento Mo-
la forma e dalla luce, non trova riscontro in sua architettura: creare suggestioni, far vivere derno si estende omogeneamente in tutte le
nessun sito naturale. Tanto splendore sarebbe emozioni attraverso spazi inventati dall’uomo direzioni, quello suo tende a raggiungere un
stato impossibile ottenerlo senza l’intervento che abbiano la forza di sorprendere più di centro 4.
della ispirazione dell’uomo, ovvero dell’archi- quanto possa fare la sola natura, esaltandone
tettura. La forza dell’eccitazione che ho prova- gli elementi (luce, acqua, vento…) tramite una Tutta l’architettura di Ando è profondamente
to in quel momento è ciò che vorrei chiamare ricercata interazione con gli elementi artificiali pervasa dalla padronanza di questo criterio di
architettura. della costruzione. percezione dello spazio, tanto lontano dalla
Un altro chiaro ricordo dello spazio di stile oc- razionale efficienza della cultura occidentale
cidentale, che mi ha impressionato, non pro- Richiamandosi all’architettura occidentale, o che impone velocità ed immediatezza di per-
viene dalla realtà bensì dal mondo immagina- meglio alla sua classica razionalità, Tadao An- cezione e di fruizione, ovvero di consumo, del-
rio dell’incisore ed architetto del XVIII secolo do prende le distanze non solo dai maestri l’oggetto architettonico.
G.B.Piranesi, che espone un irreale impero ro- giapponesi che lo hanno preceduto, quali ad
mano in incisioni su pietra di una fantastica ar- esempio Kunio Mayekawa, Sachio Otani e Per meglio comprendere lo spirito orientale
chitettura carceraria, realizzata con la devo- Junzo Sakakura, che pur avevano cercato di che pervade i progetti di Ando, si riporta il
zione di chi è alienato dalla realtà. Le scene interpretare l’incontro tra l’architettura tradizio- commento del giapponese Furuyama il quale
degli interni, in special modo, hanno lasciato nale giapponese e quella occidentale con sottolinea la contestazione di Ando nei con-
in me una impronta indelebile. opere particolarmente significative, ma anche fronti della società moderna e dei suoi valori,
Per intenderci, lo spazio architettonico giap- da quei suoi contemporanei che maggiormen- primo fra tutti il comfort: Ando nega il comfort,
ponese, come io ho capito, si estende fonda- te si sono espressi in architetture tecnologica- e così facendo tenta continuamente di ristabi-
mentalmente in direzione orizzontale, mentre mente d’avanguardia. lire la relazione fisico-dinamica dell’individuo
le prigioni del Piranesi sono labirinti tridimen- Infatti, egli parte da un minimalismo che non con il mondo e di intensificare i nostri poteri di
sionali, immagini di un orientamento impronta- significa rinuncia ed impoverimento del lin- percezione. D’altronde il comfort è responsa-
to ad una chiara verticalità sottolineata da sca- guaggio ma invece ricchezza di contenuti bile dell’indebolimento dell’uomo, nel fisico e
loni spiraliformi. ideologici, frutto di lunga riflessione sui modi nella capacità di percezione.
La coordinazione geometrica del modello del di vita del suo paese e sulla spiritualità dello Egli rifiuta inoltre alcuni modelli sociali con-
Pantheon e la spinta verticale degli spazi del spazio architettonico. Per il carattere della sua temporanei, come l’efficienza e la convenien-
Piranesi contrastano marcatamente con quel- ricerca che tende ad evidenziare l’essenza za, in quanto modelli generali, di tipo sociale
lo che penso della tradizione architettonica dell’architettura, il lavoro di Ando è strettamen- ed economico, piuttosto che valori essenziali
giapponese. te collegabile a quello di Louis Isadore Kahn2, per l’architettura 5.
La geometria è lo strumento razionale alla ba- quali pause di riflessione, nelle quali l’uomo ri- parola al rituale della Cerimonia del tè. Questo even- 25
se del progetto e, insieme ai materiali ed alla trova se stesso nella penombra e nel silenzio to che si svolge solo in particolari circostanze è ri-
natura, ovvero alle componenti percettive di dello spazio architettonico. servato a persone elette: un maestro del tè serve la
carattere emotivo, configura la grande pienez- Io penso che un edificio per essere conside- bevanda a ciascun invitato che, assiso sui propri tal-
za delle sue architetture. Per Ando l’architettu- rato un’architettura deve includere tre compo- loni secondo la tradizione locale, silenziosamente
ra è insieme rappresentazione ed astrazione nenti. attende il proprio turno per allungare le braccia e
ed esplica quella mediazione attraverso la Come prima cosa il luogo. Il luogo è il prere- prendere la tazza preparata dal maestro cerimonie-
quale l’uomo incontra la natura intesa come quisito che sostiene la forza dell’architettura. re. Il protagonista della riunione, o meglio il mezzo
ambiente caratterizzato dalle sue componenti Io ritengo che la vocazione dell’architettura è tramite il quale la piccola comunità realizza il proprio
mutevoli della luce e del vento, così come vie- di percepire e soddisfare la logica ineffabile rito, è un tè dal particolare colore verde vivo, prepa-
ne espresso dalla parola giapponese fukei in- del luogo, la forza peculiare prodotta dal luo- rato con ossequio e dedizione tra l’attenzione degli
dicante il paesaggio, che è composta dai vo- go e rispondere ad esso. astanti. Anche i contenitori del liquido hanno un pro-
caboli fu (vento) e kei (luce del sole). Il secondo momento è la geometria, della qua- prio carattere simbolico: generalmente le coppe so-
Natura significa spazio esterno, luogo nel qua- le il Pantheon è un eccellente esempio. La no tutte differenti e l’esperto può riconoscere da
le è inserita l’architettura che tende a dare un geometria supporta il cuore e la struttura quale regione del paese provengano in relazione al
nuovo valore allo spazio stesso. L’opera viene dell’architettura. colore, al trattamento superficiale e al tipo di deco-
raggiunta attraverso la natura con un percorso Pertanto mi spiego le forme come volumi idea- razione. Lo svolgimento di un rituale collettivo rap-
di avvicinamento visto come lo spazio-tempo li che in molti casi coinvolgono strutture tridi- presenta un momento di sicurezza per tutte le co-
che predispone alla percezione. mensionali. munità umane, a qualunque livello di evoluzione es-
Come in molte architetture tradizionali, dai Il terzo momento è la natura, ma io non inten- se si collochino e si può affermare che la cerimonia
santuari scintoisti e i templi buddisti alle case do la natura nel suo carattere incontaminato, del tè, svolta all’interno di un piccolo ambiente as-
del tè, il percorso non è mai diretto ma si sno- bensì quello che si potrebbe definire la natura solutamente spoglio al quale si accede chinando il
da attraverso una serie di prospettive arricchi- creata dall’uomo. Io penso che la natura ha capo per la scarsa altezza del vano di passaggio,
te da specchi d’acqua e spazi verdi che crea- ispirato qualche tipo di ordine che è stato iso- rappresenti ancora nella società giapponese un mo-
no lo stato d’animo adatto alla visione finale lato dal caos ed è stato reso astratto nei termi- mento di isolamento dal mondo reale e dalle sue tur-
dell’architettura. ni di luce, acqua e vento. bolenze (spesso reali in quest’area dall’elevato livel-
Ora io sono invece interessato agli aspetti Quando questo tipo di natura è introdotto lo di sismicità!) per meditare sul valore dell’umana
emotivi e spirituali di queste forme piuttosto nell’architettura composta di materiali grezzi e esistenza. Le case del tè sono collocate all’interno di
che alle loro concrete configurazioni, come nel di geometria noi troviamo che è l’architettura parchi o giardini, non sono immediatamente visibili
caso dello stile sukiya, da cui sono derivati i ad essere vera. Solo con materiali, geometria dalla strada e vi si accede attraverso un percorso
più diversi sviluppi dell’architettura tradiziona- e natura l’architettura può acquisire forza e tortuoso che non è dettato dalla logica razionale del
le giapponese. Spiegare a parole la natura gloria. Può commuoverci e ispirarci come nel percorso più breve ma da quella raffinata esigenza
dell’architettura sukiya che trova espressione Pantheon il cui splendore è dato soltanto da di allungare il percorso per offrire all’individuo un
negli spazi destinati alla cerimonia del tè, mo- quell’umana ragione chiamata architettura 7. tempo più lungo nel passaggio dalla strada alla se-
mento non solo centrale dell’arte e delle rap- de della cerimonia: ciò consente di tornare indietro
presentazioni giapponesi ma vera e propria a chi abbia dei ripensamenti lungo il cammino.
sintesi del comportamento giapponese, è pra- 4. M. Furuyama, Tadao Ando, Zanichelli, Bologna
ticamente impossibile 6. 1997, p.34.
5. M. Furuyama, Tadao Ando, Zanichelli, Bologna
Le architetture di Tadao Ando sono fondate su 1997, pp.26-27.
una geometria elementare, composta preva- 1. Tadao Ando, “Luogo, geometria, natura”, in Ta- 6. T. Ando, From Self-Enclosed modern Architecture
lentemente da quadrati e cerchi impostati su dao Ando 1981-89, Space Design, Tokyo 1990. Towards Universality, in “The Japan Architect”
reticoli modulari che non inducono monotonia 2. M. Fumo, G. Ausiello, Louis I. Kahn. Architettura e n.301, maggio 1982.
della rappresentazione, ma sono interrotti da tecnica, CLEAN, Napoli 1996. 7. Tadao Ando, “Luogo, geometria, natura”, in Ta-
tagli ed interstizi che ben si possono definire 3. A questo proposito è opportuno dedicare qualche dao Ando 1981-89, Space Design, Tokyo 1990.
Luogo ed architettura
L’architettura è l’arte di articolare lo spazio per Potrebbe sembrare che il mio scopo è di co- ne sottoposto il getto; infine l’impiego di cas- 27
mezzo della geometria 10. struire spazi astratti dai quali siano stati bandi- saforme che garantiscono una perfetta tenuta
Geometria che per Tadao Ando è composizione ti gli uomini, funzionalità, modi di vita dato che dell’acqua al fine di assicurare la compattezza
di volumi elementari, prismatici o cilindrici o più gli interni delle mie costruzioni appaiono nudi. delle superfici del cemento e di evitare fessu-
raramente tronco-conici, che spesso si compe- In realtà non sono spazi astratti bensì spazi razioni. Simili risultati vengono ottenuti grazie
netrano secondo angolazioni ben precise deter- prototipici. (…) Mentre l’architettura moderna alla straordinaria qualità della carpenteria in
minando quelle pause spaziali che divengono ha ricercato, adottando telai indifferenziati e ri- legno, ed è significativo che Ando garantisca
elementi caratterizzanti dell’architettura. petuti, di configurare omogeneamente lo spa- lavoro a un certo numero di abili carpentieri i
L’ordine deriva dalla geometria le cui premes- zio, la mia preoccupazione è di creare spazi quali, lavorando in gruppi diversi, vengono
se sono forme semplici, quali le parti ottenute che possano apparire semplici a prima vista, continuamente impiegati alla realizzazione
dividendo un quadrato, un rettangolo o un cer- ma che non configurino esperienze altrettanto delle sue costruzioni. Tra questi gruppi, come
chio. (…) Di fronte alla casa dove sono cre- semplici; vale a dire: spazi complessi, risultan- tra le corporazioni medievali, Ando favorisce il
sciuto si trovava la bottega di un falegname ti da operazioni di semplificazione 12. formarsi di una amichevole competitività 13.
ove, da bambino, trascorrevo parecchio tem- Le forme geometriche delle architetture di Ta- La pietra granitica viene usata da Ando in for-
po tentando di trarre dal legno le prime for- dao Ando si inverano attraverso l’uso di mate- ma di masselli o di lastre da rivestimento per
me…Ne ho derivato una conoscenza fisica riali che sono quasi sempre naturali. La pietra, gradinate o per pavimentazioni, spesso inseri-
della personalità del legno, della sua fragran- il legno, la canna e il calcestruzzo cementizio ta in appositi cavi lasciati nel getto di calce-
za, delle sue fibre e la comprensione dell’as- armato - considerato ormai un materiale natu- struzzo. A volte è stata anche adoperata l’ar-
soluto equilibrio che si instaura tra la forma e il rale - vengono adoperati in vista, ovvero sen- desia sia in forma di lastre per pavimentazioni,
materiale…In seguito tutti i miei interessi si so- za alcun rivestimento che ne possa alterare il allo stato grezzo o levigata, che in spessori più
no concentrati sull’architettura che implica lo valore espressivo. Il calcestruzzo in vista è consistenti per le pedate delle scale. L’uso di
studio delle relazioni intime tra materiale e for- stato a lungo studiato nella sua composizione materiali naturali che invecchiano lentamente
ma e tra volume e vita...11. per quanto riguarda la granulometria degli col tempo fa in modo che l’uomo si senta par-
Vi sono numerosi esempi di tali composizioni e inerti e la sua consistenza allo stato fresco, te della costruzione. Anche l’acqua è conside-
tra essi si vogliono ricordare l’accostamento raggiungendo, con uno slump estremamente rata come un materiale da costruzione sia allo
dell’atrio semicilindrico al prisma elementare ridotto, una compattezza che consente di ot- stato di immobilità che in forma ruscellante o di
che accoglie gli spazi di vita della Casa Hira- tenere superfici durevoli, specialmente se trat- cascata in parete verticale.
bayashi ad Osaka e la sala a pianta circolare tate con vernici idrorepellenti. In questo ultimo caso si aggiunge al valore
che costituisce cerniera dei corpi prismatici Per ottenere un calcestruzzo di questa qualità cromatico ed al riflesso un ulteriore effetto pro-
delle gallerie del Museo d’Arte contempora- è necessaria una disciplina che si avvale, tra dotto dal rumore della cascata che rompe il si-
nea di Naoshima, nonché lo studio a sesto di l’altro, di accorgimenti raffinati: la miscela di lenzio dell’architettura.
cerchio aggiunto alla Casa Koshino di Hyogo. calcestruzzo strutturale deve avere uno
Nella Chiesa della Luce un muro si infila nel slump-test (test di consistenza attuato gettan-
prisma di calcestruzzo con un angolo di 15°, do il conglomerato in una cassafoma conica e
rimanendo isolato in asole trasparenti in modo misurandone l’abbassamento del volume
da definire la sua presenza e determinare il quando si toglie il cono) di 6,3/8 inches invece 10. T. Ando, Shintai and Space, in “Archicteture and
percorso di ingresso alla spazio liturgico. dello standard di otto inches. Body”, New York 1988.
Nel Museo Chikatsu-Asuka una coppia di mu- Se il cono di cemento si abbassa meno, signi- 11. T. Ando, From Self-Enclosed modern Architectu-
ri paralleli rompe la gradinata realizzando una fica che la miscela è più consistente; è più dif- re Towards Universality, in “The Japan Architect”,
direttrice di avvicinamento all’ingresso ben ficile da lavorare ma mantiene meglio la forma n.301, maggio 1982.
definita, mentre nel Giardino delle Belle Arti di data dalla cassaforma; consente inoltre la ste- 12. T. Ando, Mutual Indipendence, Mutual Interpre-
Kyoto una passerella taglia quasi diagonal- sura di superfici nette anche con forti penden- tation, in “Nihon no Kenchikuka”, n.6, 1986.
mente il rettangolo di pianta e, articolandosi su ze; la disposizione dei ferri d’armatura ad una 13. K. Frampton, “Tadao Ando and the Cult of Shin-
più livelli, crea un effetto che conferisce tridi- distanza l’uno dall’altro non inferiore ai quattro tai”, in Tadao Ando, The Yale Studio & Current
mensionalità ad uno spazio aperto. centimetri circa; l’accurata vibrazione cui vie- Works, New York 1989.
Giardino delle Belle Arti, Kyoto. nella pagina accanto
Casa Azuma, Sumiyoshi, Osaka.
nella pagina precedente Piante, sezione ed assonometria.
Disegno di Tadao Ando per il Museo d’Arte
contemporanea di Naoshima.
Breve intervista
a Tadao Ando
33
4. Le opere di Tadao Ando
la strada, ma senza una porta d’accesso ap- immediatamente sul ballatoio e l’altra al lato
parente! Questo piccolo accorgimento, della opposto del cortile, collegato tramite il predet-
porta posta alla sinistra di chi oltrepassi la pa- to percorso aereo.
rete, già introduce all’originale percezione La maestria di Tadao Ando consente la perce-
spaziale della Casa Azuma. Dall’indispensabi- zione di un unico spazio, accogliente ed es-
le zona d’ingresso (dov’è possibile cambiare senziale, mascherando tutti gli accorgimenti
le proprie calzature) si accede al soggiorno e tecnologici e funzionali di modo che la lettura
passando all’esterno si può percorrere cen- dell’involucro continuo di calcestruzzo, quasi
tralmente la piccola corte protetti dalla passe- in un gioco di sovrapposizione di parallelepi-
rella soprastante raggiungendo la zona pran- pedi coperti e scoperti, sia sempre possibile.
zo, preparazione cibi e servizio igienico. Lo scarno arredo interno, secondo la tradizio-
Nuovamente all’esterno dalla zona pranzo, ne giapponese, contribuisce a rendere ininter-
piuttosto che indirizzarsi al soggiorno, si può rotta la lettura della parete con la sola punteg-
costeggiare il muro di confine con la scala che giatura dei sottili telai che racchiudono i cri-
conduce alle due camere da letto, poste l’una stalli-finestra per l’intera altezza dell’interpia-
Complesso residenziale
Rokko, Kobe
54
Chiesa della Luce, Osaka
56
Chiesa della Luce, Ibaraki, Osaka.
Planimetria del complesso ecclesiale,
assonometria del complesso e vista absidale.
57
Chiesa della Luce, Ibaraki, Osaka.
Intersezioni nell’annesso.
Chiesa della Luce, Ibaraki, Osaka.
Ombra e silenzio.
59
nella pagina accanto Chiesa della Luce, Ibaraki, Osaka.
Chiesa della Luce, Ibaraki, Osaka. Effetti di luce nell’annesso
Particolare d’interno dell’annesso. e sezione dell’aula ecclesiale.
61
Museo dei Bambini, Hyogo
69
Museo d’Arte contemporanea di Naoshima,
Okayama.
Salita dall’approdo.
Museo d’Arte contemporanea di Naoshima, nella pagina accanto
Okayama. Museo d’Arte contemporanea di Naoshima,
Luci ed ombre nella sala di esposizione. Okayama.
Sezioni
Museo storico
Chikatsu-Asuka, Osaka
84
Museo Suntory, Osaka.
Portico verso il mare.
Museo Suntory, Osaka.
Prospetto sul mare.
Museo Suntory, Osaka.
Atrio e veduta dalla sala del museo.
90
Fabrica Benetton, Villorba, Treviso.
Cantiere.
Sezione del complesso.
96 Se si volesse operare una classificazione del mensioni di un campo quadrato del reticolo di infondere il pensiero giapponese nelle forme
variegato mondo degli architetti si potrebbe copertura. proprie di questi materiali. E ciò è avvenuto ra-
dividerli in due grandi categorie: i teorici del- ll Museo del Legno, realizzato a Mikata-Gun rissime volte e quasi mai nella realizzazione
l’architettura, che pur molto abili nel manipola- nella Prefettura di Hyogo, offre un contributo delle residenze nelle quali, sin dai tempi della
re lo spazio, forse non sono mai stati su un fondamentale per la divulgazione della cono- Casa Azuma, ha regnato sovrano il calce-
cantiere, e gli architetti costruttori che fondono scenza di questo materiale e delle sue possi- struzzo, materiale preferito per la sua corpo-
in una inscindibile unità forma e materia, ovve- bilità espressive, non solo per le opere in le- sità e per quel senso di protezione che è ca-
ro architettura e tecnica. gno esposte ma perché la sua struttura, che ri- pace di esprimere.
Tadao Ando appartiene certamente a questa chiama quella di Siviglia, è realizzata in cedro
seconda categoria, avendo sempre rivolto giapponese con pilastri quadripartiti che sor-
grande attenzione ai materiali ed alle tecnolo- reggono una copertura anch’essa in legno.
gie costruttive che, se in un primo tempo era- Anche l’uso della pietra si può dire derivi dalla
no limitati, specialmente nella realizzazione osservazione dell’architettura tradizionale
delle case unifamiliari, a pochi materiali natu- giapponese, mentre certamente quello del cal-
rali, il legno, la pietra il calcestruzzo cementi- cestruzzo cementizio armato trova radici nel-
zio armato, da lui considerato una vera pietra l’opera di Le Corbusier ed ancora più marca-
plasmabile, si sono poi sviluppati nelle costru- tamente in quella di Louis I. Kahn, dal quale
zioni pubbliche fino a comprendere le più mo- questo materiale era considerato un prodotto
derne e sofisticate tecnologie. della mente, il cui ordine naturale andava co-
Il gusto e la capacità esplicati nel lavorare il le- nosciuto a fondo per poter essere adoperato.
gno gli sono certamente derivati dallo studio Il calcestruzzo cementizio armato è usato da
dell’architettura tradizionale della sua terra e Ando, sia per realizzare murature che per arti-
dalla pratica sperimentazione nelle sue prime colare quei caratteristici reticoli cubici con tra-
case. vi e pilastri non certamente esili.
Il Padiglione del Giappone all’Esposizione In- Le superfici, sempre rigorosamente a vista,
ternazionale di Siviglia del 1992 ed il Museo sono caratterizzate dalla tessitura delle cas-
del Legno del 1994, hanno dato modo a Ta- seforme e dalla presenza dei fori dei tiranti che
dao Ando di fornire una prova di grande ma- scandiscono la superficie in ordinata succes-
turità culturale e progettuale nell’uso di questo sione.
materiale. Nonostante la compattezza del calcestruzzo,
Nella tradizione giapponese il tetto ha un valo- ottenuta con lunghi studi e sperimentazioni del-
re simbolico. Rappresenta il tramite del colle- la sua tecnologia, spesso si è dovuto, per au-
gamento tra terra e cielo, attraverso i pilastri mentarne la durabilità, verniciarlo con prodotti
affonda le sue radici nella terra, fonte di vita, e idrorepellenti, che in determinate condizioni di
mediante un complesso sistema di architravi luce hanno anche prodotto un effetto estetico
incrociati nello spazio si spinge verso il cielo più vicino a quello dei materiali naturali. Nel
dal quale provengono le speranze oltre la vita. trattare la superficie del calcestruzzo, Tadao
Il Padiglione di Siviglia ha una struttura lamel- Ando ha curato molto anche i particolari co-
lare, la più grande del mondo, costituita da struttivi facendo in modo da evitare annerimen-
dieci grandi pilastri a fungo quadripartiti il cui ti da muffa e macchie di colatura dell’acqua,
disegno richiama le soluzioni strutturali di mol- accentuate dal clima umido del Giappone.
ti edifici tradizionali. Anche quando ha dovuto adoperare tecnolo-
Il fungo è costituito da coppie di travi a sbalzo, gie più moderne che imponevano l’uso del-
che ruotando di 90°, ad ogni passaggio ac- l’acciaio, del vetro e dell’alluminio, materiali
crescono la superficie fino a raggiungere le di- fondamentali del XX secolo, ha cercato di
Pilastri e facciata in legno
del Padiglione giapponese
allʼExpo di Siviglia
128 Alla trattazione sin qui svolta dagli autori si è and that it is essentially through our senses
voluto aggiungere, in appendice al testo, il that we become aware of architecture.
pensiero di Tadao Ando su alcuni suoi lavori, Openings have been limited in this space, for
sintetizzato in diciannove schede che descri- light shows its brilliance only against a back-
vono altrettante opere. drop of darkness. The presence of nature is al-
Si è ritenuto opportuno riportarne il testo in in- so limited to the element of light and is ren-
glese così come trasmesso dallo Studio Ando, dered exceedingly abstract. In responding to
onde non falsare il pensiero dell’autore con such an abstraction, the architecture grows
un’ulteriore traduzione. continually purer. The linear pattern formed on
Ogni descrizione è preceduta dalla indicazio- the floor by rays from the sun and a migrating
ne del luogo in cui l’opera è stata realizzata, cross of light expresses with purity man’s rela-
del periodo di progettazione e di costruzione, tionship with nature.
della superficie del lotto, di quella costruita e
di quella utile complessiva.
Si riporta di seguito l’elenco delle opere de- location: lbaraki, Osaka, Japan
scritte: design: Tadao Ando
term of planning: 1987/01-1988/05
• Church of the Light term of construction work: 1988/05-1989/04
• Church of the Water site area: 838,6 m2
• Time’s I building area: 113 m2
• Church of the Light/Sunday School total floor area: 113 m2
• Children Museum
• Collezione This church is located in a quiet residential
• Time’s II suburb of Osaka. It consists of a rectangular
• Japan Pavillon, Expo’92/Sevilla volume sliced through at a fifteen-degree an-
• Rokko Housing II gle by a completely freestanding wall that sep-
• Suntory Museum arates the entrance from the chapel.
• Garden of Fine Art Light penetrates the profound darkness of this
• Oyamazaki Villa Museum box through a cross which is cut out of the al-
• Meditation Space, UNESCO, tar wall. The floor and pews are made of rough
• Naoshima Comtemporary scaffolding planks, which are low cost and al-
Art Museum & Annex so ultimately suited to the character of the
• Tate Gallery of Modern Art space. I have always used natural materials
• Fabrica Benetton, Research Center for parts of a building that come into contact
• Koshino House with people’s hands or feet, as I arn convinced
• Row House, Azuma House that materials having substance, such as
• Atelier in Oyodo II wood or concrete, are invaluable for building,
the chapel itself, one again confronts the 129
pond, whose placid expanse and large cross
rising from the water are visibie through the
glass altar wall. This entire glass wall can slide
to the side, opening the church to the pond,
which exists purely in its wilderness setting.
The sound of water, the fragrance of trees, the
song of birds - here people encounter nature
directly.
A plateau in the central mountains of Hokkai- This building is located by-the Sanjo-Kobashi
do, the Japan’s coldest region, is the setting Bridge on the Takase River, a historically illus-
for this chapel. Nearby are thick stands of trious river weaving through the heart of Kyoto.
wilderness. The entire area is blanketed in I hope to bring back attention to the river’s his-
green from spring to summer and then trans- tory by relating the architecture to it, and by
forms, in winter, to an unbroken expanse of putting people back in touch with its water I
white. The chapel consists - in plan - of two, sought to give the city something new while
large and small overlapping squares, and has protecting its scenery.
been erected on the shore of an artificial pond Connecting the building directly to the public
created by diverting a nearby stream. street above and the river below, I furthermore
A freestanding L-Shaped wall wraps around tried to produce a complex space. As a result,
the back of the building and one side of the city, nature, and building - each autonomous
pond. Approach to the church is made from and yet existing harmoniously - come together
the back, and entry involves a circuitous route in complete equilibrium. Views of the river’s
along the freestanding wall. current from within the architecture orches-
The murmur of water accompanies one’s trates its interior spaces. The dialogue lost be-
progress, but its source remains hidden, tween man and water is revived.
heightening expectations, until one ducks
through the wall and confronts the broad ex-
panse of the pond. Making a 180-degree turn,
one ascends a gentle slope to enter a glass-
enclosed vestibule, a box of light. Arriving in
130 from reclaimed scaffolding planks whose
rough-textured surface emphasizes the simple
and honest character of the space. lnside the
chapel, the descent of floor in stages towards
the altar represents one of the most important
concepts in the design of this church: the ex-
pression of the equality between the worship-
pers and the pastor.
Light penetrates the darkness of this box
through a cross cut into the altar wall which
forms the focus of the interior space. Open-
ings have been kept to a minimum in order to
increase the intensity of this light. The pres-
ence of nature in this space is confined to this CHILDRENʼS MUSEUM
abstract light form.
location: Himeji, Hyogo, Japan
After ten years since the completion of the design: Tadao Ando
Chapel in 1989. The Church requests us to re- term of planning: 1987/03-1988/03
place the existing wooden church with a Sun- term of construction work: 1988/03-1989/07
day-school for children and meeting place site area: 87.222 m2
which sometimes open to the community. The building area: 3.575,6 m2
existing wooden church will be reborn as a total floor area: 7.488,4 m2
place where people get together. The exten-
sion to The Church of the Light is completed I joined this project at an early stage and
early 1999. helped select the site, a deeply verdant hill
above a sparkling lake. The building consists
of three units; the main museum buildings, an
intermediate plaza, and a studio complex. All
CHURCH OF THE LIGHT/ are connected by a linear walk. The fan-
SUNDAY SCHOOL shaped section of the main museum houses
an indoor theater and has an outdoor theater
location: lbaraki, Osaka, Japan placed on its roof. A series of pools wrap
design: Tadao Ando around the building and unify the architecture
term of planning: 1997/03-1998/05 with the scenery of the lake.
term of construction work: 1998/05-1999/01
site area: 838,6 m2 The intermediate plaza is walled and contains
building area: 166,8 m2 a grid of sixteen nine-meter pillars. Farther on
total floor area:148,8 m2 is the studio complex, which is square in plan
and set into a plaza. The studio houses a
The church consists of a rectangular volume workshop where children may work free of hin-
sliced through at a 15° angle by a freestand- drances. A terrace on the second floor, ap-
ing wall which divides the entrance from the proached by a ramp, serves as an outdoor
chapel area. This device creates a clear workshop and vantage point. This museum
threshold between the exterior and the sacred hosts a children’s international sculpture com-
interior spaces. The floors and pews are made petition on a biennial basis, with three of the
winning pieces actually being established on building - including the three basement levels, 131
the grounds after each event. and the four levels above ground.
Nature is drawn deeply within this architecture
and children find communion with it wherever The structure consists of two rectangular vol-
they are. Through contact with nature children umes, positioned in conformity with the irregu-
enhance their natural artistic sensibilities. lar form of the site, so as to be offset at a 13.5°
angle. lntroduced into this configuration are a
cylinder with a 21 m diameter that interlocks
with one rectangular volume, a protective wall
that inscribes an arc around the building, and
a cuboid that spans the gap between the two
rectangular volumes. The rectangular volumes
have frames founded on a uniforrn 6.15 m
grid, while the cylinder has an aluminurm and
glass curtain wall.
This is an addition to the TIME’S building com- In order to instantly impart a deep and lasting
pleted in 1984. Creating a building in an urban impression of Japanese culture to people from
environment means changing that environ- a tradition of stone construction, I created an
ment profoundly. Architecture is a catalyst to original wood architecture. The Japan Pavilion
its surroundings; the call and response it for the 1992 Sevilla Exposition is intended to
evokes with its place creates a new land- acquaint people with the traditional aesthetic
scape. In TIME’S I, I examined the total rela- of Japan, which is an aesthetic of unadorned
tionship binding city, site, and building, while simplicity, as manifest in unpainted wood con-
concentrating on the interrelatedness of peo- struction and white mortar walls. In creating
ple and river. this building I relied on recent technology to
I then attempted to call the scenery into the reconstruct and give full play to the philosophy
building’s interior spaces. TIME’S Il explores behind traditional Japanese structural assem-
this concept further and endeavors to extend bly methods.
farther the plaza along the river. With a frontage 60 meters long, depth of 40
lts plazas connect with those in TIME’S I, meters, and greatest height of 25 meters, it is
though set at different levels, and its vantage the world’s largest wooden structure. Outside,
points are scattered more variously throughout the building demonstrates such characteris-
the building. tics as sori - the curvature of its large walls -
The result, in these combined projects, is a and unpainted wooden high lap siding.
path of movement that is dramatically more To enter the building visitors ascend to the top
complex and circuitous. of taikobashi, or drum-shaped bridge. The
bridge - the entry to the realm of illusion (or
meaning to its environment. Thus, I have pro- 133
vided indoor pool facilities for both projects I
and Il to enjoy on the rooftop plaza of the in-
termediate level, where the ocean view is
spectacular. I am now considering a project llI
for a site nearby, one that will combine a com-
plex of dwellings for senior citizens with a
kindergarten, so as to ensure contact between
children and people of mature age. Through
the continuity of design that will permeate all
three projects I hope to provide further stimu-
lus to the region.
This housing project is constructed on the site Through this project, I sought to re-explore the
adjacent to the Rokko Housing I, completed in value of that richness water bestows on our
1983. lives in contemporary society when we can en-
As before, the site has a 60° slope, but here joy a vital relationship with it. I sought to bring
the area is nearly four times as great. In re- a familiarity with water into daily life. The pro-
sponding to the conditions of the severe in- ject endeavors to unify the seaside plaza of a
cline, I sought a design this time that would ex- museum with a descending plaza fronting the
press more lucidly the structure’s relationship water. The descending plaza is large - 100 m
with nature. The project sits in a ravine, so it long and 40 m across - and runs down to the
will merge more deeply into the natural sur- water in slopes and stairs. In my mind an art
roundings. museum is a theater for encounters between
people and art, or people and image media.
The building is founded on a uniform grid of So it was a matter of association to see this
5.2 by 5.2 m units and consists of three con- seaside plaza as a theater for encounters with
nected but distinct complexes of dwellings, the ocean. At this theater we enjoy the salt
each with five units to a side. Adapting the uni- breeze, the motion of the tides, the sun sinking
form grid of these three complexes to the in the ocean, the people who have gathered -
steep slope generates as asymmetry in plan all of these things intermingle. The steps can
and section, rendering the geometric consis- be seen as seating for the audience and there
tency complex, and producing a true architec- are any number of stages that we might turn to
tural order. for entertainment. Five monumental pillars are
A new building, in my belief, must contribute arranged at the water’s edge and are repeat-
134 ed on the breakwater 70 m from shore as evi- Arts in Osaka designed for the 1990 Garden
dence of the architect’s will and to reinforce and Greenery Exposition (1988-90), and re-
the sense of contiguity between plaza and flects my long interest in developing proces-
ocean. The building consists of a massive sional spaces along the approaches to such
drum-shaped volume, or inverted cone (48 m projects as Water Temple (1989-91) and
across the top), that is penetrated by two rect- Church on the Water (1985-88). Here, such
angular volumes. The drum-shaped volume outdoor spatial sequences constitute the en-
contains a 32 m diameter sphere that houses tire project.
an IMAX theater.
An enclosed area is prepared below ground
level within which three walls and circulation
consisting of bridges and ramps create a rich
variety of spaces on three levels. Water is in-
troduced into the experience through three
waterfalls and pools at each level.
ATELIER IN OYODO II
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