Esempio
Si voglia progettare l’unione a cerniera di una colonna HE280B in Fe430 su un plinto di fondazione
di c.a. (classe di resistenza del calcestruzzo Rck ≥ 250 kg/cm2); la colonna sia sollecitata da uno
sforzo normale ultimo di compressione pari a NSdu = 250.000 kg.
138
117
0,80 b
500
0,95 h
500
N Sdu 250.000
Abase,netta ≥ = ≥ 2268 cm 2 ,
0,85 ⋅ f cd 0,85 ⋅129,7
dove Abase,netta è l’area di base della piastra depurata dell’area dei quattro fori.
Adottando una piastra quadrata e fissato il diametro d dei bulloni (e quello φ dei fori1) affinché
questi sopportino le sollecitazioni in fase di montaggio, il lato B della piastra dovrà rispettare la
seguente condizione:
πφ 2
B ≥ 2268 + 4 ,
4
nell’ipotesi che siano sufficienti quattro tirafondi di 12 mm di diametro, l’espressione sopra fornisce
la seguente limitazione inferiore per il lato B della piastra:
250.000
fc = = 100,3 kg / cm 2 ≤ 0.85 ⋅ 129,7 ≅ 110 kg / cm 2
π ⋅ 1,6 2
50 ⋅ 50 − 4 ⋅
4
(dove non è stato considerato il peso proprio della piastra, che è di gran lunga inferiore allo sforzo
normale trasmesso dalla colonna).
Per il dimensionamento dello spessore della piastra, si fa l’ipotesi che nella sezione a doppio T di
altezza h e base b lo sforzo normale sia distribuito in modo uniforme su una superficie rettangolare
di lati h’ ⋅ b’, dove h’ = 0,95 ⋅ h e b’ = 0,80 ⋅ b.
B − h' 50 − 26,6
L1 = = = 11,7 cm ,
2 2
B − b' 50 − 22,4
L2 = = = 13,8 cm .
2 2
Per la verifica a flessione della striscia di piastra di larghezza unitaria (1 cm) dovrà risultare:
1
Il diametro dei fori nelle piastre di fondazione è di alcuni millimetri superiore a quello dei tirafondi, per
consentire un’agevole alloggiamento della struttura in fase di montaggio. Nell’esempio si adottano fori di 16
mm di diametro.
Maurizio Orlando – Appunti di Tecnica delle Costruzioni Revisione – 24/01/05
Lezione C – pag. C..3
L2 L2
fc ⋅ 6 ⋅ fc ⋅
2 = 3 ⋅ 100,3 ⋅ 13,8 = 4,56 cm ,
2
M 2 ≤ f
= ⇒ t≥
1⋅ t 2 d
W fd 2750
6
lo spessore richiesto per la piastra è eccessivo, occorre pertanto irrigidire la piastra attraverso
apposite nervature (costole), che consentano di ridurne lo spessore. Si adottano due nervature
verticali (di spessore 12 mm), cosicché lo sbalzo dai due bordi orizzontali della piastra si riduce a
circa 10 cm, mentre quello dai bordi verticali rimane pari a 11,7 cm.
100
117
500
40
500
Ripetendo ora la verifica a flessione sia con L=11,7 cm che con L=10 cm si ottiene:
L2
6 ⋅ fc ⋅
2 = 3 ⋅ 100,3 ⋅ 11,7 = 3,87 cm ,
2
t≥
fd 2750
L2
6 ⋅ fc ⋅
2 = 3 ⋅ 100,3 ⋅ 10 = 3,31 cm ,
2
t≥
fd 2750
lo spessore della piastra risulta ancora eccessivo.
Si decide allora di diminuire lo sbalzo verso i bordi orizzontali, riducendo la dimensione della
piastra nella direzione delle ali della colonna, e di aumentare la dimensione della piastra nella
direzione dell’anima, dove si introducono due nuove costole allineate con l’anima. Con le nuove
dimensioni la pressione di contatto sul calcestruzzo vale:
87,5
250.000
fc = = 99,6 kg / cm 2 ,
π ⋅ 1,6 2
47,5 ⋅ 53 − 4 ⋅
4
per il soddisfacimento della verifica a flessione degli
135
L2
6 ⋅ fc ⋅
2 = 3 ⋅ 99,6 ⋅ 8,75 = 2,88 cm ,
2
t≥
fd 2750
40
530
si adotta quindi uno spessore di 30 mm.
165
costole verticali. A questo scopo si considera una
sezione a T, la cui ala è formata da una striscia di
piastra larga a, mentre l’anima è formata da una
costola. Si sceglie un’altezza delle costole di 15 cm.
475
145
Per ciascuna delle due costole laterali si può adottare A
uno schema di trave su due appoggi con due sbalzi
laterali caricata da una striscia di piastra di larghezza
165
a pari a 16,5 cm.
I momenti sugli appoggi valgono:
40 A
2
13,4 2 530
M inc = −( f c ⋅ a ) ⋅
= −(99,6 ⋅ 16,5) ⋅
L
=
2 2
150
134 262 134
= −147544 kgcm,
13,4 2
= (99,6 ⋅ 16,5) ⋅ − 147544 = −110658 kgcm
150
8
il taglio all’appoggio assume invece il seguente 1 1
valore:
T = ( f c ⋅ a ) ⋅ L = (99,6 ⋅ 16,5) ⋅ 13,4 = 22021 kg . SEZ. A−A
2 2
165
sezione a T:
distanza del baricentro dall’intradosso della piastra:
S 16,5 ⋅ 3 ⋅ 1,5 + 1,2 ⋅ 15 ⋅ (7,5 + 3)
yG = x = = 3,9 cm ,
A 16,5 ⋅ 3 + 1,2 ⋅ 15
momento di inerzia:
16,5 ⋅ 33 1,2 ⋅ 15 3
+ 16,5 ⋅ 3 ⋅ (3,9 − 1,5) + + 1,2 ⋅ 15 ⋅ (7,5 + 3 − 3,9) ≅ 1444 cm 4 ,
2 2
Jx =
12 12
la tensione tangenziale massima nell’anima vale:
mentre le tensioni normali nella sezione di incastro dell’anima alla piastra, all’intradosso della
piastra e all’estradosso della costola valgono, rispettivamente,:
147544
⋅ (3,9 − 3) =
M
σ 2− 2 = ⋅ 0,9 = 92 kg / cm 2 ,
Jx 1444
M 147544
σ 3− 3 = ⋅ 3,9 = ⋅ 3,9 = 398 kg / cm 2 ≤ f d = 2750 kg / cm 2 ,
Jx 1444
147544
⋅ (3 + 15 − 3,9) =
M
σ 1−1 = ⋅ 14,1 = 1441 kg / cm 2 ≤ f d = 2750 kg / cm 2 .
Jx 1444
τ ⋅b
≤ 0,70 ⋅ f d
2 ⋅ a' s=5
da cui si ricava:
τ ⋅b 1132
a' ≥ = = 0,294 cm ,
2 ⋅ 0,70 ⋅ f d 2 ⋅ 0,70 ⋅ 2750
cordoni è pertanto:
N N
Ogni bullone dovrà essere in grado di sopportare uno sforzo di trazione Nb pari allo sforzo N nella
colonna diviso per il numero n di tirafondi:
Nb = N / n;
per la verifica dei tirafondi, ciascuno di area resistente pari a Ares, si avrà:
Nb
≤ f bd ,
Ares
dove fbd è la resistenza di calcolo dell’acciaio dei bulloni. I tirafondi possono essere realizzati con lo
stesso tipo di acciaio usato per la sovrastruttura o con un acciaio per carpenteria di tipo diverso o
ancora con barre di acciaio da c.a., preferibilmente ad aderenza migliorata (acciaio FeB38k,
FeB44k).
Maurizio Orlando – Appunti di Tecnica delle Costruzioni Revisione – 24/01/05
Lezione C – pag. C..7
Una volta verificata la resistenza dei tirafondi occorre progettare il collegamento alla fondazione di
c.a. Lo sforzo di trazione può essere trasmesso attraverso uno dei seguenti meccanismi:
Di seguito si riporta la verifica del collegamento per ciascuno dei tre meccanismi di trasferimento
sopra elencati.
Alater = π ⋅ d ⋅ La
Nb
f vd = ,
π ⋅ d ⋅ La
affinché fvd non superi la tensione tangenziale ultima di aderenza fbd del calcestruzzo occorre che la
lunghezza di ancoraggio rispetti la seguente limitazione inferiore:
Nb
La ≥ .
π ⋅ d ⋅ f bd
I valori della tensione tangenziale ultima di aderenza fbd (utilizzabili per barre ancorate in zona di
conglomerato compatto utilmente compressa ai fini dell’ancoraggio) sono pari a:
0,32
f bd = Rck ( N / mm 2 ) per barre lisce,
γc
f ctk
f bd = 2,25 per barre ad aderenza migliorata.
γc
Il prospetto 1 fornisce i valori di fbd che si ottengono per le due classi di calcestruzzo maggiormente
utilizzate.
Il prospetto 2 fornisce invece i valori delle lunghezze di ancoraggio che si ottengono al variare del
tipo di bullone (liscio o ad aderenza migliorata), della resistenza dell’acciaio e del tipo di
calcestruzzo (Rck ≥ 250 kg/cm2 o Rck ≥ 300 kg/cm2).
Le lunghezze di ancoraggio sono spesso calcolate assumendo che i bulloni siano impegnati al
massimo tasso di lavoro consentito per l’acciaio, ossia alla resistenza ultima a trazione dell’acciaio:
π ⋅d 2
fd
4 d ⋅ fd
La ≥ = .
π ⋅ d ⋅ f bd 4 ⋅ f bd
N b ,Sd
La ≥ .
π ⋅ d ⋅ f bd
Nb Nb Nb
Facendo riferimento alla figura sopra, si assume che la longarina di acciaio risulti sollecitata da un
carico uniforme q pari alla somma degli sforzi nei due bulloni divisa per la lunghezza L della
longarina, depurata della dimensione trasversale dei pozzetti:
2 ⋅ Nb
q= ,
L − 2⋅ D
q
fc = ≤ 0,85 ⋅ f cd
2⋅b
−
M max Tmax
σA = e τA =
Wx Aa '
ed occorre verificare che la tensione ideale (calcolata con il criterio di Von Mises come prescritto
dalla Normativa) sia inferiore alla resistenza di calcolo dell’acciaio della longarina:
σ id = σ A 2 + 3 ⋅τ A 2 ≤ f d ;
nella sezione B-B c’è solo tensione normale e la verifica di resistenza si riduce alla sola verifica a
flessione:
+
M max
σB = ≤ fd .
Wx
2
Si può assumere un valore più elevato della resistenza a compressione del calcestruzzo perché il materiale è
confinato.
Maurizio Orlando – Appunti di Tecnica delle Costruzioni Revisione – 24/01/05
Lezione C – pag. C..11
M M 3 T
σ= = e τ=
Wx t ⋅ h 2 2 t ⋅h
6
e la tensione ideale:
σ id = σ 2 + 3 ⋅τ 2 ≤ f d . e
T
τ ''=
h⋅a
M
τ ort =
t ⋅ h2
6
s
ed uguagliando questa forza allo sforzo presente nel bullone, si
ricava il diametro D della rosetta: D
⎛ D2 d2 ⎞ 4 ⋅ Nb
0,85 ⋅ f cd ⋅ ⎜⎜ π ⋅ − π ⋅ ⎟⎟ = N b ⇒ D= +d2 .
⎝ 4 4 ⎠ π ⋅ 0,85 ⋅ f cd
Se si dimensiona la rosetta affinché sia in grado di trasmettere lo sforzo massimo nel bullone, la
formula sopra si può riscrivere nella seguente forma:
⎛ d2 ⎞
4 ⋅ ⎜⎜ π ⋅ ⋅ f d ⎟⎟
⎝ 4 ⎠ +d2 = d ⋅ fd
D= +1 .
π ⋅ 0,85 ⋅ f cd 0,85 ⋅ f cd
Il prospetto seguente fornisce il diametro della rosetta per diversi tipi di acciaio e per due diverse
classi di resistenza di calcestruzzo.
Una volta determinato il diametro della rosetta, occorrerà determinarne lo spessore e a questo scopo
si può fare riferimento alla soluzione della piastra anulare incastrata sul bordo interno e caricata con
una pressione uniformemente distribuita. La pressione esercitata dal calcestruzzo vale:
Nb Nb
q= ≅ 1,273 ,
D 2
d 2
D −d2
2
π⋅ −π ⋅
4 4
il massimo (in valore assoluto) momento radiale mr si registra nella sezione di incastro della piastra
al tirafondo3 e lo spessore della piastra dovrà soddisfare la seguente verifica di resistenza:
6 ⋅ mr 6 ⋅ mr β
≤ fd ⇒ s≥ . α α β2
1⋅ s 2 fd (D / d )
Per ν = 0,3 (essendo la piastra di acciaio) e β = D d , si può 1,25 0,01 0,01
1,5 0,04 0,02
scrivere mr nella seguente forma:
1,75 0,09 0,03
⎛α ⎞ 2 0,17 0,04
m r = −q ⋅ d 2 ⋅ α = − q ⋅ D 2 ⋅ ⎜⎜ ⎟⎟ ,
⎝β ⎠ 3 0,81 0,09
dove i valori dei coefficienti α e α β per diversi valori di β=D/d 4 2,00 0,13
sono elencati nella tabella qui a fianco. La condizione scritta 5 3,83 0,15
sopra per lo spessore s diventa pertanto la seguente: 6 6,35 0,18
7 9,60 0,20
s≥d⋅
6 ⋅α ⋅ q
= D⋅
6⋅ α β 2 ⋅q
.
( ) 8
9
13,63
18,45
0,21
0,23
fd fd
10 24,11 0,24
1. resistenza di attrito tra piastra di base e calcestruzzo (meglio malta di livellamento a ritiro
compensato),
2. resistenza a taglio dei bulloni (secondo le normative francesi, la resistenza a taglio dei
bulloni non può essere considerata perché essi possono inflettersi senza che lo strato di
malta di livellamento sia in grado di contrastarne l’inflessione),
3. resistenza a taglio di un’apposita nervatura verticale saldata alla piastra orizzontale.
2 2
⎛ τ ⎞ ⎛ σ ⎞
⎜ ⎟ +⎜ ⎟ ≤ 1 (S.L.)
⎜ f d, V ⎟ ⎜ f d, N ⎟
⎝ ⎠ ⎝ ⎠
3
Si veda ad es. Odone Belluzzi “Scienza delle Costruzioni”, Vol. 3, Ed. Zanichelli, pag. 105.
Maurizio Orlando – Appunti di Tecnica delle Costruzioni Revisione – 24/01/05
Lezione C – pag. C..14
Nel caso in cui si utilizzi una nervatura verticale saldata alla piastra orizzontale, occorre verificare
la nervatura a taglio e flessione, nonché il collegamento saldato tra la nervatura e la piastra ed infine
la pressione di contatto sul calcestruzzo.
Fissata la lunghezza della nervatura, che di solito coincide con la larghezza B della piastra, l’altezza
h della nervatura viene scelta in modo che sia soddisfatta la verifica della pressione di contatto sul
calcestruzzo, assunta distribuita in modo uniforme:
T
fc = ≤ 0,85 ⋅ f cd .
B⋅h
Infine dalla verifica a taglio e flessione della nervatura, si ricava lo spessore minimo da assegnare
alla stessa; la tensione normale sulle fibre estreme della sezione di incastro della nervatura alla
piastra è pari a:
B ⋅ h2
fc ⋅
2 = fc ⋅ 3⋅ h ≤ f ,
2
M
σ= =
B ⋅t2 t2
d
W
6
3 T 3 fc ⋅ B ⋅ h 3 fc ⋅ h fd
τ= = = ≤ .
2 A 2 B ⋅t 2 t 3
3 3 fc
t ≥ h⋅ ;
2 fd
4
si osserva che la verifica più restrittiva è quella a flessione se f c <
f d ≅ 0,444 f d , condizione che è
9
sempre soddisfatta, essendo la pressione di contatto massima sul calcestruzzo di molto inferiore alla
resistenza a trazione dell’acciaio.
Una volta fissato lo spessore della nervatura si possono dimensionare e verificare i due cordoni di
saldatura che la collegano alla piastra. Proiettando la sezione di gola di ciascun cordone
sull’intradosso della piastra (piano orizzontale), si hanno tensioni tangenziali ortogonali prodotte
dal taglio e tensioni normali ortogonali prodotte dal momento flettente:
1 T M 1
τ ortog = , σ ortog = ;
2 B⋅a t B⋅a