Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Riferimenti
[1]: SBOB-Ruocco
[2]: SBOB-2016
[3]: Testo di riferimento (dispense)
Introduzione al processo
Friction Stir Welding: il principio termo-meccanico utilizzato (l’utensile)
Descrizione dell’utensile
Fasi del processo
Osservazioni
o Osservazione 1: sviluppo di attrito (spalla) e rimescolamento (pin) [2]
o Osservazione 2: difficoltà di inizio/fine sul bordo [1][2]
o Osservazione 3: profondità del pin – il processo interessa comunque l’intero spessore [1][2]
Introduzione ai parametri di processo [1] – Facoltativa, successivamente trattati in dettaglio
o Geometria dell’utensile
o Velocità di rotazione
o Velocità di avanzamento
o Initial Dwelling Time
o Tool Tilt Angle
Modalità di esecuzione – ulteriori parametri di processo [*rec][1][2-tipologie di attrezzatura]
o Controllo di profondità
o Controllo di forza
PRO: Considerazioni (positive) sul processo [3][2][1]
o Avviene allo stato solido: non vi sono i problemi del passaggio di stato
o Non si hanno problemi classici delle saldature (fumi ecc.)
o Utilizzo di officina CNC
o Qualità giunzioni e buona produttività
o Saldabilità di leghe tradizionalmente non saldabili
o Geometrie di saldature realizzabili
o Confronto tra RSW e SSFSW [1]
CONTRO: Punti deboli del processo [3][2][1]
o Keyhole
o Macchine robuste e costose
Sintesi di vantaggi e svantaggi [2]
L’utensile [2]
Obiettivi
o Sviluppare calore per attrito
o Rimescolare il materiale
Utensili monolitici e scomponibili
o Quando usare gli uni o gli altri, pro e contro
Materiale dell’utensile (caratteristiche) [2][3]
o Buone proprietà meccaniche a temperature elevate
o Buona resistenza all’ossidazione a temperature elevate
o Bassa conduttività termica
o Ottima resistenza all’abrasione a temperature elevate
Funzioni e geometria dell’utensile [2][3]
o Parametri del dimensionamento dell’utensile (qui elenchiamo solamente, dopo nel dettaglio)
Diametro della spalla
Lunghezza e diametro del pin
o Funzioni della spalla
Generare calore necessario
Impedire fuoriuscita di materiale
o Funzioni del pin
Dimensione e forma dell’utensile nel dettaglio [3][2][1]
Valutazioni sul pin
o Lunghezza e diametro del pin in funzione dello spessore da saldare
o Utensile filettato (aumento del volume dinamico)
o Utensile ad assi sghembi
Valutazioni sulla spalla
o Obiettivi della spalla [2]
o Spalle con scanalature (pro e contro)
o Bobbin-tool – la doppia spalla
o EXTRA: FSW con sorgente terza (pro e contro di aggiungere una sorgente esterna di calore)
Vario
Giunti a geometria particolare
Friction Stir Spot Welding
Caratteristiche dell’alluminio
- Basso peso specifico (2.7 kg/dm3)
- Ottima conducibilità termica ed elettrica;
- Strato di ossido tenace, resistente e altofondente → ciò implica un’ottima resistenza alla
corrosione;
- Capacità di dar luogo a leghe dalle elevate proprietà meccaniche.
- Facilmente deformabile plasticamente.
È per questo che l’alluminio è largamente utilizzato nella realizzazione di aerostrutture, cosi come trova impiego
nella settore del automotive e nel settore ferroviario.
D’altro canto, se si vuole realizzare tali strutture bisogna fare i conti con le specificità dell’alluminio.
Saldare una lega di alluminio è abbastanza complicato poiché dà come risultato un cordone di saldatura che non
sempre ha proprietà meccaniche buone: si ha un decadimento delle proprietà meccaniche del materiale nel cordone
di saldatura.
Quali sono le caratteristiche dell’alluminio da considerare nel suo processo di saldatura, dunque le caratteristiche di
saldabilità dell’alluminio?
Principio fisico
All’aumentare della temperatura si assiste ad una riduzione del carico di snervamento e dunque ad
un aumento della duttilità del materiale che diventa sempre più malleabile. Nel caso dell’alluminio,
che fonde intorno ai 650°C, lavorare in un range di temperature intorno ai 400° permette di:
- Essere abbastanza lontani dalla temperatura a cui avviene il passaggio di stato, che vede una
drastica riduzione delle proprietà meccaniche del materiale;
- Essere abbastanza lontani dalla temperatura ambiente, a cui il materiale oppone una certa
resistenza alla deformazione plastica.
Riducendo il carico di snervamento attraverso l’adduzione di calore – calore che viene in particolare
addotto tramite attrito – è possibile rendere malleabile e pertanto risulta possibile miscelare il
materiale e creare un unicum metallurgico tra le due parti da giuntare.
Controllo di profondità
In questo caso si conosce istante per istante l’effettiva posizione che l’utensile assume rispetto al sistema
di riferimento della macchina su cui sta avvenendo la saldatura.
In questo modo si impone la profondità di affondamento (tool plunge depth) e si ottiene in risposta un
certo valore di forza (forza che il materiale sta opponendo all’affondamento).
Applicazioni. Questa modalità si adotta quando
- Si ha la piena fiducia/conoscenza delle tolleranze geometriche (ad esempio di planarità della
superficie) sia dei pezzi da lavorare che della macchina utilizzata.
- Generalmente su pezzi di dimensione limitata.
Limiti: è opportuno non applicarla per pezzi di grande dimensione poiché si ha una maggiore
incertezza sulle tolleranze di planarità del pezzo, di conseguenza si potrebbe rischiare un
maggiore/minore affondamento nel pezzo con la conseguente nascita di difetti (lack of penetration,
ad esempio, o interferenza utensile - tavola portapezzo).
Controllo di forza
Si impone un certo valore di forza che deve esercitare la macchina nell’affondamento dell’utensile e nel
mantenimento della condizione durante la saldatura. A tal fine è necessario essere consapevoli del valore
di resistenza che la lamiera oppone per un dato affondamento. A seguito di variazioni della posizione
dell’utensile a causa, ad esempio, di una non perfetta planarità, si ottiene una variazione della forza
resistente della lamiera. In tal caso il sistema di controllo rileva la variazione di resistenza – discordante da
quella imposta – e riadatta la posizione così da ottenere il corretto valore di forza imposta.
Applicazioni. Questa modalità si adotta su pezzi di grandi dimensioni o su cui non si è certi della
planarità.
Limiti: un malfunzionamento dell’impianto, ad esempio nella cella di carico, potrebbe provocare un
eccessivo/insufficiente affondamento nella lamiera. Per risolvere questo problema viene imposto,
oltre al valore di forza F z da imporre viene imposto il valore limite del massimo e del minimo
affondamento: in questo modo si definiscono i valori di posizione all’interno del quale l’utensile può
spostarsi verticalmente durante l’avanzamento.
Il volume dinamico
Il volume dinamico è un parametro che in qualche modo rappresenta l’estensione della zona di influenza
efficace ai fini del rimescolamento (stir) del materiale. È, infatti, definito come il rapporto tra il volume
occupato dall’utensile e il volume di materiale effettivamente rimescolato.
Vr
V d=
Vu
Dato che volume di materiale rimescolato è sempre maggiore del volume dell’utensile è un rapporto
maggiore di 1. Ciò che si cerca di fare è realizzare utensili che massimizzino questo volume, ciò variando la
geometria del pin, ad esempio attraverso scanalature: queste consentono di aumentare la capacità del pin
di sviluppare calore e la capacità di rimescolare il materiale.
Analizzando la sezione trasversale di un giunto testa a testa è possibile individuare differenti zone la cui
estensione dipende dal materiale, dalle temperature raggiunte e dalla geometria del pin. Ognuna delle
zone identificate mostra una differente microstruttura alla quale corrispondono differenti proprietà
meccaniche.
È possibile evidenziare:
a) MB (Materiale Base): è sufficientemente distante dal giunto da risentire solo di un debole ciclo
termico, dovuta alla conduzione di calore che avviene dal centro del giunto. Non viene alterata la
microstruttura di base del materiale.
b) ZTA (HAZ): materiale non rimescolato ma appartenente ad una Zona Termicamente Alterata.
Rispetto alla zona a) il ciclo termico subito dal materiale è tale da alterare la microstruttura del
materiale di partenza. Possono infatti generarsi anche nuove fasi.
c) ZTMA (TMAZ, Thermo-Mechanically Affected Zone): questa zona subisce una alterazione termo-
meccanica, la struttura cristallina viene deformata meccanicamente e alterata termicamente. I
grani in queta zona mantengono una dimensione simile a quella di partenza ma si presentano
fortemente allungati, curvati e orientati in irezione del flusso del materiale.
d) N: questa zona è chiamata nugget (ossia nocciolo). Il materiale è stato interessato dal passaggio
della spina, i grani di partenza vengono frammentati e rimescolati. In questa zona la
microstruttura è a grani molto fini ed equiassici, aventi una dimensione media pari a circa 1/10 di
quella dei grani del materiale di base. È il cuore del cordone e può presentarsi con una struttura
ad “anelli di cipolla”, dall’inglese “Onion Rings”.
NOTA: Sia la zona (C) che la zona (D) sono zone termo-meccanicamente alterate, tuttavia, nella zona C il
materiale subisce un processo simile a quello dell'estrusione, nella zona D il materiale subisce un
rimescolamento, successivamente un processo di ricristallizzazione.
Tunnel
Descrizione del difetto
Consiste in una cavità interna al giunto, che si estende solitamente per tutta la lunghezza della
saldatura e si forma, generalmente, sul lato advancing.
Cause possibili
È legato ad un cattivo rimescolamento del materiale per il quale si genera una microcavità: a causa
della ripetitività del processo, giro dopo giro dell’utensile, viene effettuato un inviluppo di questa
microcavità per tutta l’estensione della saldatura generando così un tunnel.
Può essere dovuto a velocità di rotazione o avanzamento errate (troppo elevate o troppo basse),
all’applicazione di un carico verticale inadeguato o ad un accoppiamento non sufficientemente
preciso dei pezzi da saldare.
Come rendersene conto
È un difetto abbastanza pericoloso in quanto riduce la sezione resistente e non è rilevabile
visivamente dall’esterno. Ce ne si accorge attraverso controllo radiografico o esame utrasonico.
Groove
Descrizione del difetto: è in qualche modo un’estensione del difetto del tunnel: si genera quando la
cavità interna è tale da affiorare totalmente o parzialmente sulla superficie superiore del manufatto.
Cause possibili: parametri di saldatura errati.
Come rendersene conto: facilmente rilevabile attraverso ispezione visiva.
Kissing Bond
Descrizione del difetto: si hanno zone di metallo che sono distinte dal punto di vista metallurgico,
risultano tra loro adiacenti ma non sono un continuum. Ciò causa una forte riduzione delle proprietà
meccaniche del giunto (quale ad esempio prova a trazione).
Cause possibili: si ha l’inclusione all’interno del giunto di uno strato di ossido o ad esempio di
impurezze (vernici, oli da taglio, ecc.). È dovuto ad un rimescolamento non ottimale del materiale e
alla presenza di impurezze esterne.
Come rendersene conto: difficile diagnosticarlo attraverso CND. È possibile individuarlo se si sacrifica,
a campione, alcuni giunti e si effettuano analisi metallografiche. Il Kissing bond è evidenziato da una
sottile linea scura che separa il nugget dalla ZTMA.
Swirl
È un difetto simile al precedente ma più evidente al livello di osservazioni metallografiche: si
evidenziano delle zone di “turbolenza”. È un rimescolamento non perfetto dei due flussi di materiale
internamente al giunto. Si individua generalmente nell’advancing side e si localizza nella zona di
interfaccia tra il nugget e la ZTMA.
È dovuto alla coesistenza di due fattori:
- L’utilizzo di un pin dalla geometria non ottimale (ad esempio cilindrico non filettato e privo di un
raccordo all’apice)
- Applicazione di una forza verticale insufficiente.
Questi due fattori fanno sì che i flussi di materiale, interni al giunto, non si mescolino intimamente,
accostandosi semplicemente l’uno all’altro.
Difficilmente rilevabile con tecniche di CND, è possibile evitarlo con l’utilizzo di pin opportuni e di pin
dotati di controllo verticale del carico.
Insellamento
È caratterizzato dalla riduzione della sezione del cordone di saldatura accompagnato dallo sviluppo di
notevoli quantità di flash (bave).
Nota: essendo la FSW una tecnologia che non utilizza materiale d’apporto, ogni perdita di materiale
base in zona saldata costituisce una riduzione della sezione resistente del giunto. Per questo motivo,
tutti i fattori che contribuiscono alla produzione di flash quali ad esempio angolo di tilt nullo o
disallineamento tra i pezzi, contribuiscono ad un insellamento del giunto.
È causato da un’eccessiva azione forgiante della spalla. In generale possono causare insellamento:
- Angoli di tilt nullo o troppo elevato unito a spalla di grosso diametro.
- Errori nell’accoppiamento delle lamiere;
- Forze verticali troppo elevate;
- In generale set-up incorretto delle attrezzature
È possibile rendersene conto visivamente in quanto causa la formazione di flash.
L’utensile
Obiettivi dell’utensile
Per la FSW è decisamente fondamentale un’accurata progettazione dell’utensile, in quanto ad esso sono
demandati due compiti principali su cui si basa la saldatura per attrito e rimescolamento:
Deve sviluppare il giusto calore per attrito – tale da permettere il rammollimento del materiale.
Deve rimescolare il materiale efficientemente.
Le caratteristiche sopraccitate implicano la scelta di materiali quali acciai convenzionali temprati o acciai
inossidabili incruditi, nel caso si vogliano saldare leghe leggere aventi basse caratteristiche meccaniche.
Per giuntare pezzi realizzati in leghe leggere ad elevata resistenza o materiali compositi a matrice
metallica, è necessario utilizzare materiali sinterizzati ricchi di Cromo, Molibdeno, Vanadio, Nickel e
Titanio che conferiscono un’ottima resistenza all’ossidazione a caldo e che, con opportuni trattamenti
termici, danno origine alla formazione di carburi che donano al materiale elevate caratteristiche
meccaniche.
Geometria dell’utensile
È fondamentale dimensionare opportunamente l’utensile attraverso i seguenti parametri:
Diametro della spalla (nonché sua tipologia)
Lunghezza e diametro del pin (nonché sua tipologia)
La spalla
La spalla svolge due funzioni:
- Genera il calore necessario per plasticizzare il materiale da saldare;
- Impedisce al materiale plasticizzato di fuoriuscire dalla zona del giunto forgiando la superficie.
Le condizioni migliori si ottengono con una spalla concava. La concavità può essere ottenuta con un
opportuno raggio di curvatura o con un certo angolo. In questo modo si può contenere meglio il
materiale plasticizzato, aumentare la quantità di calore sviluppata per attrito e ridurre l’insellamento.
La spalla potrebbe inoltre non essere perfettamente liscia. Nel corso del tempo si sono studiate
alcune geometrie più complesse (a spirale, avendo diverse scanalature), in ogni caso il loro obiettivo è
quello di forgiare meglio il materiale forzandolo ad andare verso l’asse dell’utensile.
Il pin
La punta contribuisce allo sviluppo di calore per attrito ed effettua il rimescolamento del materiale.
Le scanalature spesso realizzate sulla punta hanno lo scopo di massimizzare la superficie della spina e,
di conseguenza, aumentare lo sviluppo di calore per attrito.
La spina è inclinata, insieme alla spalla, di un certo angolo rispetto alla direzione di avanzamento.
Sono state studiate diverse geometrie del pin per aumentarne il volume dinamico (forma
troncoconica con tipologie differenti di filettatura).
Utensili particolari
Sono stati sviluppati utensili ad assi inclinati: gli skew tools. In questi strumenti gli assi del mandrino e
dell’utensile sono differenti (utensile montato sghembo rispetto all’asse del mandrino); tutto ciò
comporta un miglior rimescolamento del materiale con un virtuale aumento del volume dinamico.
Uno dei problemi della FSW è rappresentato, dalle notevoli forze di affondamento verticali. Per
questo motivo è stato messo a punto un utensile a due spalle, il bobbin tool. Questo utensile
permette di saldare senza necessità della piastra di sostegno.
La spina scorre all’interno della spalla superiore; al di fuori di questa spalla, dopo un certo gap, è
presenta una contro-spalla. Le due spalle agiscono simmetricamente sulla lamiera e in assenza di
un’azione forgiante lungo l’asse z; questo perché sulle facce (superiore ed inferiore) agiscono due
spalle di uguale dimensione e senza angolo di tilt. Non si hanno forze lungo l’asse z visto che al di
sopra e al di sotto della spina si hanno le stesse condizioni. Nei percorsi aperti, la parte inziale e finale
della lamiera (quella di ingresso e di uscita dell’utensile) devono essere eliminate.
Il vantaggio dell’utilizzo di questo giunto è la possibilità di ridurre notevolmente le forze verticali e
saldare pezzi a sbalzo.
Adduzione di una sorgente di calore esterna.
L’utensile deve durante la lavorazione svolgere due azioni: riscaldare il materiale e mescolarlo. Un
altro modo per ridurre le forze in gioco durante il processo è quello di utilizzare una sorgente termica
indipendente che si muove solidale alla macchina, precedendola nella lavorazione: In questo modo si
scindono le due fasi in modo da affidare il compito di riscaldare e rammollire il materiale alla sorgente
termica, lasciando all’utensile il solo compito di rimescolare il materiale rammollito. In questo modo
l’utensile incontra materiale già riscaldato e, di conseguenza, le forze in gioco sono minori.
Nota: la forza trasversale è tanto più apprezzabile quanto più freddo è il giunto (velocità di avanzamento
elevata e ridotte velocità di rotazione), poiché maggiore è l’asimmetria del processo. Al contrario, quando
il giunto è più caldo (ridotte velocità di avanzamento a fronte di elevate velocità di rotazione),
l’asimmetria è minore, di conseguenza la Ft è trascurabile. In ogni caso, nonostante sia limitata, occorre
tenerne conto nella progettazione degli elementi di bloccaggio, poiché tenderebbe a far traslare
trasversalmente gli oggetti da saldare.
2 ωr M J 2ω M J
A . T .=f 1 [ ]
60 v a cm
P= r
60 s []
In funzione di
o Velocità di rotazione ω r
o Velocità di avanzamento v a
o Momento torcente M
Nei processi MIG e TIG è invece semplicemente dato dal rapporto P = E/t [J/s]