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in collaborazione con la casa editrice

presenta:

direttive europee
relative
alla strumentazione

Descrizione
n Premessa
n Direttiva bassa tensione (lvd)
n Direttiva compatibilità elettromagnetica (emc)
n Direttiva strumenti di misura (mid)
n Direttiva apparecchiature a pressione (ped)
n Direttive atmosfere esplosive (atex - prodotti e ambienti di lavoro)

Tratto dal volume Manuale di strumentazione Volume I


pubblicato da Editoriale Delfino Srl Milano
Maggiori informazioni su:
http://www.editorialedelfino.it/manuale-di-strumentazione-2937.html
www.schneider-electric.com
DIRETTIVE RELATIVE ALLA STRUMENTAZIONE

8 DIRETTIVE EUROPEE RELATIVE ALLA STRUMENTAZIONE

8.1 Premessa
Sono di seguito riportate le principali direttive europee inerenti la strumentazione industriale:

• Direttiva 2006/95/CE, in materia di apparecchiature a bassa tensione (LVD)


• Direttiva 2004/108/CE, in materia di compatibilità elettromagnetica (EMC)
• Direttiva 2004/22/CE,relativa agli strumenti di misura (MID)
• Direttiva 97/23/CE, in materia di attrezzature a pressione (PED)
• Direttiva 94/9/CE, in materia di apparecchi per atmosfera potenzialmente esplosiva (ATEX)

che sono state riemesse e pertanto cosiddette “rifuse” nel 2014 a seguito dei mutati regolamenti
europei in campo di accreditamento degli Organismi Notificati e sulla Vigilanza del Mercato, e sulle
Procedure di Valutazione della Conformità dei Prodotti, recependo i requisiti di questi nuovi
Documenti Europei:
o del Regolamento Europeo 765/2008/CE in materia di accreditamento e vigilanza del mercato
per quanto riguarda la commercializzazione dei prodotti che introduce nuovi requisiti per
l’accreditamento degli Organismi Notificati e la Vigilanza del Mercato e che abroga il vecchio
Regolamento 93/339/CEE;
o della Decisione Europea 768/2008/CE relativa a un quadro comune per la
commercializzazione dei prodotti che introduce nuove Procedure o Moduli per la Valutazione
della Conformità e che abroga la vecchia Decisione 93/465/CEE.
e pertanto le predette Direttive Europee sono state “rifuse” nel 2014 con altra numerazione e con il
suffisso UE anziché il tradizionale CE:
• Direttiva 2014/35/UE in materia di apparecchiature a bassa tensione (LVD)
• Direttiva 2014/30/UE in materia di compatibilità elettromagnetica (EMC)
• Direttiva 2014/32/UE,relativa agli strumenti di misura (MID)
• Direttiva 2014/29/UE, in materia di attrezzature a pressione (PED)
• Direttiva 2014/34/UE, in materia di apparecchi per atmosfera potenzialmente esplosiva (ATEX)
8.1.1 Gli elementi distintivi di tali direttive sono i seguenti
a) Ampio campo di applicazione
b) Obbligatorietà del rispetto dei Requisiti Essenziali di Salute e Sicurezza (RESS)
c) Rinvio alle norme tecniche e presunzione di conformità
d) Dichiarazione CE di Conformità e Marcatura CE
e) Possibilità di ricorrere ad Organismi Notificati
qui di seguito brevemente descritti.
a) Ampio campo di applicazione
Per loro natura le direttive del cosiddetto “nuovo approccio” si applicano ad ampie categorie di
prodotti: esempi tipici sono la Direttive Bassa Tensione LVD e la Direttiva Compatibilità
Elettromagnetica EMC, che si applicano alla quasi totalità dei prodotti elettrici ed elettronici. Da
ciò ne consegue che spesso accade che un prodotto possa ricadere sotto il campo di
applicazione di più di una direttiva: ad uno strumento di misura, per esempio, cui si applicano
almeno le due Direttive LVD e EMC, e se lo strumento è impiegabile in area potenzialmente
esplosive addirittura tre direttive (le Direttive LVD, EMC e ATEX).
b) Obbligatorietà dei requisiti essenziali
Uno degli elementi caratterizzanti le direttive europee del nuovo approccio è l’introduzione del
concetto di requisiti essenziali e della loro obbligatorietà; tali requisiti rappresentano aspetti
fondamentali della vita sociale che la direttiva intende tutelare, e quindi debbono essere
obbligatoriamente soddisfatti dai prodotti che rientrano nel campo di applicazione della direttiva.
I requisiti essenziali sono redatti in termini generali senza contenere alcuna prescrizione tecnica
di dettaglio (tranne particolarissimi casi, come nella Direttiva Strumenti di Misura MID, ove sono
stabiliti oltre i requisiti essenziali di sicurezza, anche i requisiti metrologici di precisione)
e pertanto normalmente essi rimangono il più possibile stabili nel tempo e non comportano un
continuo aggiornamento delle direttive per seguire il progresso tecnologico.
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INTRODUZIONE

c) Rinvio alle norme tecniche e presunzione di conformità


La verifica della presunzione di conformità di un prodotto ai requisiti essenziali delle direttive e
la conseguente verifica della conformità di un prodotto a tali direttive, è fissato in termini di
procedura ma lasciato libero in termini esecutivi, anche se viene indicata una via preferenziale
che è quella dell’uso delle “norme armonizzate”, ovvero quelle emesse da uno o più Organismi
di Normazione Europei:
o (il CENELEC per il settore elettrico/elettronico;
o l’ETSI per il settore delle telecomunicazioni;
o il CEN per tutti gli altri settori)
e sviluppate da tali organismi su specifico Mandato della UE.
In sintesi, il superamento delle prove prescritte dalle norme armonizzate fornisce presunzione di
conformità ai requisiti essenziali della direttiva per la quale la norma stessa è stata definita
armonizzata e tali norme tecniche, che, pur rappresentando lo stato dell’arte, sono
generalmente di applicazione volontaria, quando vengono armonizzate ai fini di una direttiva,
diventano di fatto parte integrante della direttiva stessa.
d) Dichiarazione di Conformità e Marcatura CE
L’ultimo atto della verifica della rispondenza di un prodotto ai requisiti essenziali di una direttiva
ad esso applicabile è la compilazione della dichiarazione di conformità secondo modalità fissate
e definite nella direttiva stessa, con la conseguente marcatura CE, che va effettuata pure in
modo definito ed univoco.
e) Organismi Notificati
Un Organismo Notificato viene definito come una Parte Terza competente per eseguire lle
verifiche relative alla procedura di valutazione di conformità prevista dalla direttiva. Esso è
designato da uno Stato Membro fra gli organismi ricadenti sotto la sua giurisdizione,
rispondente ai criteri di competenza ed ad altre esigenze fissate nella direttiva, e notificata alla
Commissione Europea ed agli altri Stati Membri.
L'Organismo Notificato deve assicurare:
competenza; trasparenza; neutralità; indipendenza; imparzialità.
Gli Stati Membri sono liberi di notificare tutti gli organismi che vogliono purché le condizioni
siano rispettate e la Commissione Europea attribuisce a ogni Organismo Notificato un numero
di identificazione; ciascuna direttiva fissa poi le condizioni per cui questo numero appaia sul
prodotto a fianco della marcatura CE.
8.1.2 Procedura per la verifica della conformità
La procedura per la verifica della conformità è la seguente:
• individuazione delle direttive applicabili al prodotto
• analisi del rischio del prodotto
• individuazione degli schemi procedurali (moduli) previsti dalle direttive applicabili
• scelta della procedura di verifica della conformità, se sono previste diverse alternative
• dichiarazione di conformità, fascicolo tecnico e marcatura CE.
I. Individuazione delle direttive applicabili al prodotto
La prima azione del fabbricante, o di un suo mandatario stabilito, con l’eventuale ausilio di esperti
del settore, è quella di individuare le direttive che si applicano al prodotto da immettere sul libero
mercato europeo sulla base dell’esame dei campi di applicazione delle direttive stesse.
II. L'analisi del rischio del prodotto
Poiché, come si è detto, ad uno stesso prodotto si possono applicare più direttive, diviene molto
importante per il fabbricante stabilire a quali direttive il proprio prodotto deve soddisfare.
Occorre subito precisare che ufficialmente non esistono e difficilmente esisteranno pubblicazioni di
elenchi di prodotti o altro che definiscano il rapporto prodotto/direttive.
Le varie pubblicazioni che sono state approntate o sono in corso di emanazione da parte degli Enti
Normatori a livello europeo o nazionale o da parte di altre organizzazioni, hanno sempre carattere
di ufficiosità e possono essere utilizzate soltanto come guida dai costruttori, ai quali peraltro rimane
la piena responsabilità di condurre l’analisi del rischio.
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DIRETTIVE RELATIVE ALLA STRUMENTAZIONE

III. Scelta della procedura di verifica della conformità


Per ciascuna delle direttive applicabili al prodotto da immettere sul mercato il fabbricante, o un suo
mandatario stabilito, deve scegliere la procedura di verifica della conformità fra quelle previste.
L’applicazione delle norme armonizzate, ovvero quelle riportate sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione
Europea (GUUE) quando è possibile, è la procedura da preferire, in quanto il superamento delle
prove o delle valutazioni previste da tali norme costituisce la cosiddetta Presunzione di Conformità.

Pertanto il fabbricante, o il laboratorio che esegue le prove, deve scegliere opportunamente:


• le norme di prodotto o di famiglia di prodotto che ritiene applicabili al suo prodotto;
• le norme generiche in mancanza di norme adeguate al suo prodotto specifico;
La scelta delle norme di base è conseguenza della scelta delle norme di prodotto o generiche.

Per informazioni su norme armonizzate (norme di prodotto o famiglia di prodotto e norme


generiche) per le direttive del Nuovo Approccio si suggerisce di far riferimento al seguente sito:
 http://www.newapproach.org/ della Commissione Europea.

Comunque ogni Direttiva Europea stabilisce nei relativi Allegati quali procedure o moduli di verifica
della conformità siano necessari per fornire la presunzione di conformità alla Direttiva stessa onde
procedere alla marcatura Ce del prodotto.

Il prospetto di seguito riportato, illustra le procedure o moduli generali per la valutazione della
conformità con una loro breve descrizione:

 Modulo A – Dichiarazione di Conformità basata sul controllo interno della produzione


 Modulo B – Esame del Tipo con interevento Organismo Notificato (ON)
 Modulo C – Dichiarazione di Conformità al Tipo basata sula conformità al tipo
 Modulo D – Dichiarazione di Conformità al Tipo basata sulla garanzia qualità produzione
 Modulo E – Dichiarazione di Conformità al Tipo basata sulla garanzia qualità prodotto
 Modulo F – Dichiarazione di Conformità al Tipo basata sulla verifica del prodotto
 Modulo G – Dichiarazione di Conformità basata sulla verifica dell’unità (prodotto)
 Modulo H – Dichiarazione di Conformità basata sulla garanzia qualità totale

NOTE:

 Il suffisso 1 implica intervento Organismo Notificato o Organismo Interno Accreditato (ON/OIA)


 Il suffisso 2 indica che vengono effettuati controlli sul prodotto ad intervalli casuali da ON/OIA

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INTRODUZIONE

8.1.3 Dichiarazione di Conformità, Fascicolo Tecnico e Marcatura CE

L’ultimo atto della verifica della rispondenza di un prodotto ai requisiti essenziali delle direttive ad
esse applicabili è la compilazione della Dichiarazione CE di Conformità e la conseguente
Marcatura Europea CE.
Si ricorda che, qualora sia previsto il modulo A, quale è il caso delle Direttive Bassa Tensione e
EMC, la dichiarazione di conformità e la conseguente marcatura CE sono Atti di Dichiarazione di
parte prima, e devono essere quindi la prima redatta e la seconda apposta dal responsabile
dell’immissione sul mercato o della messa in servizio del prodotto (fabbricante, mandatario,
importatore o installatore).

a) Dichiarazione CE di Conformità
Occorre precisare che il contenuto di dettaglio della Dichiarazione CE di Conformità è fissato dalle
singole direttive e può essere differente da direttiva a direttiva.
Generalmente l'autore della dichiarazione, è solitamente il fabbricante oppure il suo mandatario
stabilito nella Comunità e la dichiarazione deve almeno contenere:
• nome e indirizzo del fabbricante o di un suo mandatario autorizzato nella Comunità;
• descrizione del materiale; riferimento alle norme armonizzate utilizzate;
• eventuale riferimento alle specifiche per le quali è dichiarata la conformità;
• identificazione del firmatario della dichiarazione, che impegna il fabbricante o il suo mandatario;
• le due ultime cifre dell'anno in cui è stata apposta la marcatura CE.

b) Documentazione Tecnica o Fascicolo Tecnico


Molte delle direttive del nuovo approccio, ed in modo particolare laddove si prevede il controllo
interno della produzione (Modulo A) che lascia la completa responsabilità al fabbricante senza
l'intervento di Enti Terzi, impongono l'obbligo di preparare e fornire, se richiesto, una
Documentazione Tecnica o Fascicolo Tecnico che contenga le informazioni necessarie per
dimostrare la conformità dei prodotti ai dettami delle direttive.
Il contenuto della Documentazione Tecnica è specificato nelle singole direttive e ha lo scopo di
consentire di valutare la conformità del prodotto alle direttive, specialmente nel caso non si utilizzi
la via delle norme armonizzate, ma quella dell’analisi tecnica.

Normalmente la Documentazione Tecnica ai fini della sorveglianza del mercato è suddiviso in due
parti:
• la prima parte (A) che contiene nome ed indirizzo del fabbricante ed identificazione del
prodotto, la lista delle norme armonizzate e/o le soluzioni tecniche adottate e le istruzioni per
l'uso, se del caso
• la seconda parte (B) dovrebbe contenere il resto delle informazioni necessarie a valutare la
conformità, quali i risultati delle prove, i risultati dei calcoli, e tutti gli elementi tecnici relativi al
prodotto, ed in questa seconda parte il fabbricante dovrà anche inserire tutte le informazioni
necessarie per valutare la validità delle misure da lui prese per assicurare che tutti gli
esemplari prodotti siano conformi al progetto e cioè il manuale qualità, i piani di
campionamento, la descrizione del processo produttivo, ecc.
c) Marcatura CE
L'ultimo, ma il più appariscente ed innovativo tra gli elementi distintivi che caratterizzano le direttive
del nuovo approccio è la marcatura CE dei prodotti con il seguente simbolo:

le cui proporzioni devono sempre essere rispettate e la cui dimensione verticale minima è di 5 mm.

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DIRETTIVE RELATIVE ALLA STRUMENTAZIONE

8.2 DIRETTIVA BASSA TENSIONE (LVD)

8.2.1 Premessa

La Direttiva Bassa Tensione 2006/95/CE (attualmente “rifusa” in 2014/35/UE), comunemente detta


Low Voltage Directive LVD (e talvolta in italiano chiamata Direttiva Bassa Tensione BT) garantisce
che le apparecchiature elettriche alimentate a tensione entro taluni limiti, forniscano un livello di
protezione adeguato ai cittadini ed agli operatori nel mercato unico nell'Unione Europea.

La Direttiva LVD sostituisce la precedente 73/23/CEE, e riguarda le apparecchiature elettriche con


una tensione compresa tra 50 e 1000 V in corrente alternata e fra 75 e 1500 V in corrente continua
e prevede il Modulo di Valutazione della Conformità: Controllo Interno della Fabbricazione che
deve essere attuato almeno secondo i seguenti punti:

1) Il fabbricante o suo mandatario deve apporre la marcatura CE a ciascun prodotto e deve redigere anche
una dichiarazione di conformità scritta.
2) Il fabbricante deve preparare la documentazione tecnica relativa alle condizioni di sicurezza del
materiale elettrico e metterla a disposizione delle Autorità Nazionali a fini ispettivi per ameno 10 anni.
3) La documentazione tecnica deve consentire di valutare la conformità del materiale elettrico ai requisiti
della Direttiva LVD e deve comprendere nella misura necessaria a tale valutazione, la progettazione,
la fabbricazione ed il funzionamento del materiale elettrico

8.2.2 Prove elettriche principali per la presunzione di conformità alla Direttiva LVD
A titolo di esempio si riportano nella Tabella 8-1 alcune prove importanti raggruppate in diverse
categorie per taluni prodotti (in relazione talvolta alla tensione nominale di funzionamento U).

Norme Rigidità Resistenza Corrente Resistenza


IEC dielettrica isolamento di dispersione di terra
di Tensione Solitamente massime massima
alternata misurata
riferimento Val. eff. @ 50 Hz @ 500 Vcc
IEC 60335-1 1250 V (U ≤ 250V) 0,75 mA (Classe I: Mobili) 0,1 Ω (senza cavo)
Appar. domestici 1,2*U+950 0,25 mA (Classe II: Fissi) 0,2 Ω (con cavo)
(U>250V)
IEC 60204-1 2 * U o 1000 V 3,5 mA (normale)
Equipagg. macchine (il più alto dei valori) ≥ 1 MΩ @ 500 Vcc 10 mA (speciale)
IEC 60439-3 2 * U o 1000 V ≥ 0,1 MΩ (senza
Quadri Bassa (il più alto dei valori) fusibile)
Tensione ≥ 0,25 MΩ (con
fusibile)
IEC 60598-1 2 * U + 1000 V ≥ 2 MΩ 10 µA
Apparecchi illuminaz. (inversa
per raddrizzatori)
IEC 60898-1 2500V (circ. princ.) ≥ 2 MΩ (poli vs terra) 2 mA
Interruttori automatici 1500 V (circ. ausil.) ≥5 MΩ (parti vs terra) (a contatti aperti)
IEC 60950 1000 V (U ≤ 210 V) ≥ 2 MΩ 0,25 mA
Calcolatori 1500 V (U > 210 V) (per parti accessorie)
3,50 mA
(per mors. principali)
IEC 61050 2 * U + 1000 V ≥ 2 MΩ
Trasformat. lampade
IEC 61010-1 230 – 7400 V
Appar. misura e contr. (funzione
distanza in aria)

Tabella 8-1
Esempi non esaustivi di prove elettriche e di sicurezza per talune famiglie di prodotti
elettrici/elettronici

Per il testo della direttiva, la guida applicativa e l’aggiornamento delle norme armonizzate vedasi:
 http://ec.europa.eu/growth/sectors/electrical-engineering/lvd-directive/index_en.htm

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INTRODUZIONE

8.3 DIRETTIVA COMPATIBILITÀ ELETTROMAGNETICA (EMC)

8.3.1 Premessa
La prima Direttiva EMC 89/336/CEE sulla Compatibilità Elettro Magnetica non poneva come la
Direttiva LVD limiti inferiori o superiori circa la tensione di lavoro e/o la tipologia degli apparati
interessati: dal televisore al personal computer, dalla linea di produzione allo strumento di misura.
La seconda Direttiva 2004/108/CE (attualmente “rifusa” in 2014/30/UE), essendo una Direttiva del
nuovo approccio si distingue ancora per il suo vasto campo di applicazione e pertanto si applica a
tutte le apparecchiature elettriche ed elettroniche, compresi gli impianti, che contengono
componenti elettrici od elettronici, che possono creare perturbazioni elettromagnetiche, o il cui
funzionamento possa essere influenzato da tali perturbazioni, e pertanto si applica anche alla
strumentazione di misura e controllo dei processi industriali ed in generale a tutti gli apparecchi
elettrici, gli impianti e le reti di energia elettrica e di telecomunicazione.
8.3.2 Prove elettriche principali per la presunzione di conformità alla Direttiva EMC
A titolo di riferimento si ricorda che le principali norme di Compatibilità Elettro Magnetica possono
essere classificate in norme di base, norme di prodotto e norme generiche:

• Norme di base:
Tra le norme di base più importanti sono le serie:
o IEC 61000-4-x per l’immunità;
o IEC 61000-3-x per l’emissione.

• Norme di prodotto:
Tra le norme di prodotto o di famiglia di prodotti si segnalano le seguenti:
o EN 55013 & 55020, per l’emissione e immunità di apparecchiature radiotelevisive;
o EN 55014-1 & 55014-2, per l’emissione e immunità per gli apparecchi elettrodomestici;
o EN 55015, per gli apparecchi di illuminazione;
o EN 55022 & 55024 per le apparecchiature dell’informazione e delle telecomunicazioni.

• Norme generiche:
Tra le norme generiche, ove non esistano norme di prodotto, sono da segnalare le seguenti:
o EN 61000-6-1, immunità per l’ambiente residenziale, commerciale e industriale leggero;
o EN 61000-6-2, immunità per ambienti industriali;
o EN 61000-6-3, emissione per l’ambiente residenziale, commerciale e industriale
leggero;
o EN 61000-6-4, emissione per gli ambienti industriali pesanti;
o EN 61326-1, prescrizioni generali per apparecchi di misura, controllo e laboratorio.
Questa ultima serie di norme sulla Compatibilità Elettromagnetica fornisce le prescrizioni generali
ed i livelli di severità di immunità ed emissione dei vari apparecchi e dispositivi di misura e controllo
di processo che poi sono ridefiniti nelle eventuali disponibili norme di prodotto, p.es.:
• CEI EN serie 60546 per i regolatori con uscita continua
• CEI EN serie 60770 per i trasmettitori analogici e digitali
• CEI EN serie 61003 per i regolatori con uscita discontinua
• CEI EN serie 61131 per i controllori logici programmabili
• CEI EN serie 61514 per i posizionatori analogici e digitali

A titolo esemplificativo si ricorda che le prescrizioni relative alla compatibilità elettromagnetica


EMC delle apparecchiature di misura e di controllo per applicazioni industriali, civili e da
laboratorio, desunte dalle prescrizioni generali previste da IEC 61326-1, sono riportate nelle tabelle:
- Tabella 5-5: per quanto concerne i requisiti minimi di immunità elettromagnetica
- Tabella 5-6: per quanto concerne i limiti massimi di emissione elettromagnetica
Per il testo della direttiva, la guida applicativa e l’aggiornamento delle norme armonizzate vedasi:
 http://ec.europa.eu/growth/sectors/electrical-engineering/emc-directive/index_en.htm
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DIRETTIVE RELATIVE ALLA STRUMENTAZIONE

8.4 DIRETTIVA STRUMENTI DI MISURA (MID)


8.4.1 Premessa
Sebbene tali argomentazioni siano un po’ a latere dall’oggetto del presente Manuale di
Strumentazione, dedicato in particolare alla misura e controllo dei processi industriali, si vuole
fornire un rapido quadro della Direttiva Strumenti di Misura 2004/22/CE (attualmente “rifusa” in
2014/32/UE), comunemente detta MID (Measuring Instruments Directive) che disciplina le
caratteristiche degli strumenti di misura utilizzati dagli operatori pubblici e privati nel campo delle
transazioni commerciali.

8.4.2 Campo di applicazione della Direttiva MID


La Direttiva MID si applica alla progettazione, alla fabbricazione e alla valutazione della conformità
degli strumenti di misura, definendone i requisiti cui debbono conformarsi ai fini della loro
commercializzazione e messa in servizio per le funzioni di misura giustificate da motivi di interesse
pubblico, sanità pubblica, sicurezza pubblica, ordine pubblico, protezione dell'ambiente, tutela dei
consumatori, imposizione di tasse e di diritti e slealtà delle transazioni commerciali.
La Direttiva MID è del tipo “Nuovo Approccio” e presenta alcune significative peculiarità:
- non si limita a precisare i Requisiti Essenziali di Sicurezza (RES), ma richiama dieci filiere
metrologiche di prodotto per le quali definisce anche i requisiti metrologici specifici e le relative
modalità di valutazione della conformità;
- riconosce l’ente normatore OIML (Organizzazione Internazionale Metrologia Legale),
quale organismo le cui specifiche tecniche (documenti normativi) sono da considerarsi
equivalenti alle norme armonizzate (europee);
- inserisce la “marcatura metrologica supplementare” (“M” e le ultime due cifre dell'anno),
che viene ad aggiungersi alla consueta marcatura “CE”;
- impone di applicarne le disposizioni transitorie dal 30 ottobre 2006 al 30 ottobre 2016, oltre il
quale nessun strumento di misura delle dieci filiere metrologiche disciplinate può essere
immesso sul mercato senza la nuova marcatura CE “Myy”.
8.4.3 Filiere metrologiche della Direttiva MID
MI-001 - Contatori dell'acqua
MI-002 - Contatori del gas e dispositivi di conversione del volume
MI-003 - Contatori di energia elettrica attiva
MI-004 - Contatori di calore
MI-005 - Sistemi di misura per la misurazione di quantità di liquidi diversi dall'acqua
MI-006 - Strumenti per pesare a funzionamento automatico
MI-007 - Tassametri
MI-008 - Misure materializzate
MI-009 - Strumenti di misura della dimensione
MI-010 - Analizzatori di gas di scarico

8.4.4 Procedure di Valutazione della Conformità CE


La valutazione della conformità di uno strumento ai requisiti essenziali ad esso applicabili deve
essere effettuata utilizzando, a scelta del fabbricante, una delle procedure di valutazione della
conformità elencate nell'allegato specifico dello strumento (MI-001 ÷ MI-010), articolate su uno o
più moduli di valutazione della conformità previsti.
Il fabbricante deve fornire, la documentazione tecnica (redatta nella lingua o nelle lingue ufficiali
dello Stato Membro) e deve descrivere in modo intelligibile la progettazione, la fabbricazione e il
funzionamento dello strumento, e deve essere sufficientemente dettagliata per assicurare:
- la definizione delle caratteristiche metrologiche dello strumento;
- la riproducibilità dei risultati delle misure degli strumenti prodotti quando essi sono
correttamente tarati avvalendosi degli opportuni mezzi previsti;
- l'integrità' dello strumento stesso.

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INTRODUZIONE

8.4.5 Marcatura di Conformità CE

La conformità di uno strumento di misura a tutte le disposizioni della direttiva MID è attestata dalla
presenza, sul medesimo, della marcatura CE e della marcatura metrologica supplementare M:

La marcatura metrologica supplementare è costituita dalla lettera maiuscola M e dalle ultime due
cifre dell'anno yy di apposizione della marcatura, iscritti in un rettangolo, l’altezza del rettangolo
deve essere uguale all'altezza della marcatura CE, e la marcatura metrologica supplementare
deve seguire immediatamente la marcatura CE come riportata nella precedente figura.

8.4.6 Esempi di Procedure di Valutazione della Conformità CE

A titolo esemplificativo, si riportano nel prosieguo, alcuni esempi applicativi della Direttiva MID,
a particolari filiere strumenti di impiego generale, quali contatori acqua, gas ed energia elettrica.

Categoria Strumento di Misura Moduli di Valutazione Conformità CE Marcatura CE

MI-001 Contatori dell'acqua B + F o B + D o H1 CE Myy


MI-002 Contatori del gas B + F o B + D o H1 CE Myy
MI-003 Contatori di energia elettrica B + F o B + D o H1 CE Myy
Tabella 8.2 – Procedure di Valutazione della Conformità CE
Categoria Strumento Classe Campo Errore Massimo
di di di di Tollerato (%)
Strumenti Misura Precisione Misura
MI-001 Contatori dell'acqua
Unica Qmin ÷ Qmed 5
Qmed ÷ Qmax 2

MI-002 Contatori del gas Classe 1,5 Qmin ÷ Qmed 3


Qmed ÷ Qmax 1,5
Classe 1,0 Qmin ÷ Qmed 2
Qmed ÷ Qmax 1
MI-003 Contatori di energia elettrica Classe A Imin ÷ Imed 3,5
Imed ÷ imax 3,5
Classe B Imin ÷ Imed 2
Imed ÷ Imax 2
Classe C Imin ÷ Imed 1
Imed ÷ Imax 0,7
Tabella 8-3 – Errori Massimi Tollerati dalla Direttiva MID

Categoria Simbolo Denominazione Rapporti Caratteristici delle


Portate Portate Portate di Misura
MI-001 Qmin = Q1 minima di funzionamento Classe Q3/Q1 Q2/Q1 Q4/Q3
Qmed = Q2 media di transizione
Qper = Q3 permanente di esercizio
Qmax = Q4 massima di sovraccarico
Unica ≥ 10 =1,6 = 1,25
MI-002 Qmin = Q1 minima di funzionamento Classe Q3/Q1 Q3/Q2 Q4/Q3
Qmed = Q2 media di transizione
Qmax = Q3 permanente di esercizio 1,5 ≥ 150 ≥ 10 = 1,2
Qsov = Q4 massima di sovraccarico 1,0 ≥ 20 ≥5 = 1,2
MI-003 Imin = I1 minima di funzionamento Classe I2/I1 I3/I2 I4/I3
Imed = I2 media di transizione A ≥ 2,5 = 20 ≥ 1,2
Inom = I3 permanente di esercizio B ≥5 = 20 ≥ 1,2
Imax = I4 massima di sovraccarico C ≥5 = 20 ≥ 1,2
Tabella 8-4 – Rapporti Caratteristici delle Portate di Misura
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DIRETTIVE RELATIVE ALLA STRUMENTAZIONE

8.4.7 Verifica periodica degli strumenti di misura coperti dalla Direttiva MID

La Direttiva Europea MID 2004/22/CE, per quanto attenta all’importanza del mantenimento delle
caratteristiche metrologiche degli strumenti di misura, ha omesso di menzionare, le modalità e la
necessità di svolgimento di controlli periodici sugli strumenti in esercizio, sebbene consideri
nell’Allegato I, punto 5, la cosiddetta “durabilità dello strumento” ovvero:

“Lo strumento di misura deve essere progettato in modo da mantenere un’adeguata stabilità delle
proprie caratteristiche metrologiche in un periodo di tempo stabilito dal fabbricante, a patto che la
sua installazione, manutenzione e impiego siano effettuati in modo corretto conformemente alle
istruzioni del fabbricante, nelle condizioni ambientali cui lo strumento stesso è destinato”.

Pertanto per il “mantenimento della stabilità delle caratteristiche metrologiche dello strumento”
la Direttiva MID implicitamente prevede una apertura sulle verifiche periodiche, che potrebbero
essere consigliate dal fabbricante come “scadenza” dell’attendibilità delle misure effettuate dallo
strumento stesso, oppure anche dal legislatore nazionale ove lo strumento è installato.
Lo Stato Italiano, di conseguenza, ha voluto prevedere nel Decreto Lgs 22/2007 di recepimento
della Direttiva MID 2004/22/CE, all’Art. 19, comma 2, che il Ministero dello Sviluppo Economico,
stabilirà, con uno o più decreti, i criteri per l'esecuzione dei controlli metrologici successivi sugli
strumenti di misura dopo la loro immissione in servizio (ovvero dopo la “verifica prima” o iniziale).

In osservanza di tale disposizione normativa, il legislatore italiano sta predisponendo diversi


decreti che si rendono necessari per l’attuazione del provvedimento, tra i quali viene citato il
Decreto del Ministero di Sviluppo Economico relativo ai contatori del gas:
Decreto MISE 75/2012 (per Filiera MI-002 della Direttiva 2004/22/CE):
che regolamenta l’esecuzione dei controlli metrologici successivi sulle diverse tipologie di contatori
del gas e sui dispositivi di conversione del volume, che prevede verifiche periodiche per i contatori
con portate superiori di 10 m3/h, ovvero:
• ogni 15, 10, 5 anni rispettivamente per contatori a pareti deformabili, turbine e rotoidi, e altri
• ogni 4 o 2 anni per dispositivi conversione volumi con sensori P/T integrati o sostituibili
mentre non prevede alcuna verifica periodica per i contatori con portate inferiori a 10 m3/h,
la cui però marcatura metrologica ha una validità temporale massima di 15 anni (Art. 4, comma 1).

Inoltre all’Art. 9, comma 4 si prevedono i seguenti intervalli di certificazione dei campioni:


• ogni 1, 2, 3 anni rispettivamente per misuratori pressione e temperatura, umidità, e banchi
manometrici
e comunque i campioni utilizzati nelle verifiche periodiche:
“ non devono essere affetti da un errore superiore ad un terzo dell'errore massimo tollerato
previsto per la tipologia di controllo che si esegue,… con certificazione emessa da laboratori
accreditati ISO 17025 (Regolamento CE 765/2008).

Infine all’Articoli 4, per le prove periodiche, si recita che:


“Gli errori massimi tollerati in sede di verificazione periodica degli strumenti sono pari a quelli fissati
per i controlli in servizio, in corrispondenza della stessa tipologia e classe di accuratezza, dalla
relativa Norma armonizzata o Raccomandazione OIML,...oppure in mancanza gli errori massimi
tollerati sono quelli previsti nei rispettivi Allegati MID”.

mentre all’Articolo 5, per i controlli casuali, si recita che:


“Qualora le pertinenti Norme armonizzate o Raccomandazioni OIML non prevedono specifici errori
massimi tollerati per le verifiche sugli strumenti in servizio, detti errori in sede di controlli casuali
sono superiori del 50% rispetto a quelli fissati nei rispettivi Allegati della Direttiva MID”.

Per il testo della direttiva, la guida applicativa e l’aggiornamento delle norme armonizzate vedasi:
 http://ec.europa.eu/growth/single-market/european-standards/harmonised-standards/measuring-
instruments/index_en.htm
91
INTRODUZIONE

8.5 DIRETTIVA APPARECCHIATURE A PRESSIONE (PED)

8.5.1 Premessa

La Direttiva Attrezzature a Pressione 97/23/CE (attualmente “rifusa” in 2014/29/UE), comunemente


detta PED (Pressure Equipment Directive) recepita in Italia dal D. Lgs. 93/2000, impone ai
fabbricanti di identificare il livello di pericolosità dell’apparecchiatura costruita e sono tenuti a
riconoscere i pericoli dovuti alla pressione e quindi a progettare e costruire l’apparecchiatura
tenendo conto di tale analisi.

Il livello di pericolosità è legato al concetto di energia immagazzinata nell’apparecchiatura che è


valutata sulla base dei seguenti parametri:

• Pressione massima ammissibile: pressione massima in bar per la quale l’attrezzatura è


progettata, secondo specifica del fabbricante (PS);

• Dimensioni dell’apparecchiatura: (volume V in litri nel caso di recipienti, diametro nominale DN


in mm nel caso di tubazioni);

• Tipi di fluidi: gas, liquidi, vapori allo stato puro o loro miscele che si distinguono in fluidi di:
 Gruppo 1: pericolosi, quali, tossici, esplosivi, infiammabili, comburenti;
 Gruppo 2: non pericolosi, ovvero tutti gli altri non rientranti nel Gruppo 1.

e si deve inoltre tenere in considerazione anche la Temperatura massima ammissibile (TS).

8.5.2 Campo di applicazione della Direttiva PED

La Direttiva PED si applica alla progettazione, alla fabbricazione e alla valutazione della conformità
delle attrezzature a pressione e degli insiemi sottoposti ad una pressione massima ammissibile
(PS) superiore a 0,5 bar, tipo:
- Recipienti a pressione
- Generatori di vapore
- Tubazioni
- Accessori a pressione
- Accessori di sicurezza
e ne stabilisce in funzione all’energia immagazzinata dall’attrezzatura a pressione, 4 diverse
categorie di apparecchiature identificate da I a IV in relazione alla loro severità/pericolosità.

8.5.3 Tabelle di Valutazione della Conformità


La Direttiva PED, in funzione dei seguenti elementi:
- tipologia dell'attrezzatura in pressione (recipiente, generatori, tubazioni);
- gruppo di appartenenza del fluido (fluido pericoloso o non);
- stato fisico del fluido (gas, liquido);
- risultato del calcolo PS x V, nel caso di recipienti, e PS x DN, nel caso di tubazioni;
fornisce 9 Tabelle attraverso le quali è possibile definire la Categoria di rischio (I, II, III, IV)
del componente, dell’attrezzatura o dell’insieme (vedasi anche Tabella 8-5):
Inoltre la Direttiva PED considera che:

- gli accessori a pressione (p.e. dispositivi e alloggiamenti sottoposti a pressione) devono essere
classificati in base alla pressione massima e al volume o diametro nominale come
rispettivamente recipienti o tubazioni;
- gli accessori di sicurezza (p.e. valvole di sicurezza) devono essere classificati normalmente di
Categoria IV (che è quella di rischio massimo) oppure eccezionalmente di categoria inferiore
ma comunque uguale a quella dell’attrezzatura completa a pressione.

92
DIRETTIVE RELATIVE ALLA STRUMENTAZIONE

RECIPIENTI GENEARORI TUBAZIONI


VAPORE
Stato
del Gas Liquido Gas Liquido
Contenuto (a) (b) (a) (b)
Gruppo del 1 2 1 2 1 2 1 2
Fluido Pericol. Non Per. Pericol. Non Per. Pericol. Non Per. Pericol. Non Per.
Riferimento
Tabella PED 1 2 3 4 5 6 7 8 9

Tabella 8-5
Tabelle per l’identificazione della categoria dell’attrezzatura secondo la Direttiva PED:
Tabelle riportate al termine del presente punto identificate con la stessa numerazione ma con
suffisso (PED).
(a) Il fluido gas comprende: gas; gas liquefatti; gas disciolti sotto pressione; vapori e liquidi con tensione di
vapore alla temperatura massima ammissibile superiore di 0,5 bar (T > 110 °C nel caso di acqua)
(b) Il fluido liquido comprende: ogni liquido con tensione di vapore alla temperatura massima ammissibile
inferiore o pari a 0,5 bar oltre la pressione atmosferica (T < 110 °C nel caso di acqua)

8.5.4 Procedure di valutazione della conformità

Per ogni categoria di apparecchiature a pressione, la Direttiva PED riporta in dettaglio le procedure
per la valutazione della conformità e l’obbligo della certificazione del tipo da parte di un Organismo
Notificato PED, viene richiesta solo per le apparecchiature di Categoria III e IV, mentre per le
apparecchiature di Categoria I e II è previsto rispettivamente il Modulo di Controllo di
Fabbricazione Interno e lo stesso oppure i Moduli di Garanzia Qualità Produzione o di Garanzia
Qualità Prodotto con l’intervento dell’Organismo Notificato (ON), come di seguito riportato:

Categoria Procedure di Valutazione della Conformità Applicabilità Intervento


Apparecchiatura CE PED ON
Art. 3 Par. 3 Costruiti per assicurare la sicurezza di utilizzazione (SI) Non
(Non necessitano di marcatura CE) Richiesto
I [A] SI Non richiesto
x ISO 9001

II [A1] o [D1] o [E1] SI Obbligatorio

III [B1]+[D] o [B1]+[F] o [B]+[E] o [B]+[C1] o [H] SI Obbligatorio

IV [B]+[D] o [B]+[F] o [G] o [H1] SI Obbligatorio

Pertanto a seconda della categoria di rischio della generica attrezzatura in pressione variano le
procedure di certificazione CE per la direttiva PED:
1) nel caso di provati bassi limiti di pericolosità dell’attrezzatura (come previsto nell’articolo 3,
paragrafo 3 della Direttiva PED), non si deve apporre alcuna marcatura CE, perciò si può
mettere il prodotto sul mercato accompagnato dalle sole informazioni necessarie all’acquirente
per un uso corretto dell’apparecchiatura stessa;

2) per le categorie I, II, III o IV, è obbligatorio emettere la Dichiarazione di Conformità ed apporre
la Marcatura CE, operazione che, per le classi II, III e IV viene autorizzata dall'Organismo
Notificato.

93
INTRODUZIONE

8.5.5 Alcune considerazioni sulle categorie di apparecchiature PED

Per le attrezzature richiedenti Marcatura CE bisogna ricordare che:


• Per la Categoria I, nella quale ricadono le apparecchiature meno pericolose, è obbligatoria la
marcatura CE senza richiedere l’intervento dell’Organismo Notificato; infatti la PED ammette
quella che si usa definire “auto-certificazione", cioè la marcatura CE dell’oggetto in base alla
preparazione di un Fascicolo Tecnico, che dimostri come siano soddisfatti i requisiti essenziali
di cui all’Allegato I della Direttiva e che giustifichi anche l’appartenenza del prodotto alla
Categoria I, accompagnata da una Dichiarazione di Conformità CE.
• Per la Categoria II, è obbligatoria la marcatura CE tramite un Organismo Notificato, che senza
entrare nel merito della progettazione, provvede anche ad effettuare la sorveglianza della
produzione, nelle modalità scelte dal fabbricante.
• Per la Categoria III, è obbligatoria la marcatura CE tramite un Organismo Notificato e quando il
fabbricante non ha certificato anche il suo sistema qualità, inclusa la progettazione, è prevista
anche l’esecuzione di prove approfondite sul prototipo da marcare CE.
• Per la Categoria IV, è obbligatoria la marcatura CE tramite un Organismo Notificato ed è quella
che richiede il massimo livello di controllo della progettazione e della produzione;
appartengono a tale categoria gli accessori di sicurezza (in automatico), e generalmente gli
insiemi costituiti da recipienti + tubazioni con l’utilizzo di fluidi pericolosi a pressioni elevate.
8.5.6 Classificazione pratica della categoria delle attrezzature a pressione PED
Per la classificazione pratica delle attrezzature a pressione si può procedere nel modo seguente:
a) Classificazione preliminare
Occorre conoscere almeno i seguenti parametri di progetto:
PS : pressione massima (sicurezza)
DN: diametro nominale
V : volume apparecchiatura
G : gruppo fluido: Liquido o Gas (pericoloso o non pericoloso)
b) Classificazione iniziale
Occorre poi conoscere il tipo di apparecchiatura a pressione:
 Recipienti a Pressione
 Generatori di Vapore
 Tubazioni
c) Classificazione finale
In base alla classificazione preliminare ed iniziale con l’ausilio delle Tabelle 1÷9 dell’Allegato II
della direttiva PED è possibile classificare finalmente la categoria dell’attrezzatura richiesta.
A tal proposito si consiglia di consultare anche la Tabella 8-5 precedentemente riportata, e le
Tabelle 1 (PED) ÷ 9 (PED) che sono le predette Tabelle 1÷ 9 dell’Allegato II della Direttiva PED.
8.5.7 Alcune note sulla classificazione delle categorie delle attrezzature a pressione PED
• Recipienti a Pressione:
Tabelle da 1 a 4 (PED) che classificano i recipienti col criterio PSxV:
I categoria: V x PS compreso tra 25 e 50 bar x litro
II categoria: V x PS compreso tra 50 e 200 bar x litro
III categoria: V x PS compreso tra 200 e 1000 bar x litro
IV categoria: V x PS superiore a 1000 bar x litro
• Generatori di Vapore:
Tabella 5 (PED) unica di classificazione per generatori ad acqua surriscaldata con
temperature maggiori di 110°C e volumi maggiori di 2 litri.
• Tubazioni:
Tabelle da 6 a 9 (PED) che classificano le tubazioni col criterio PSxDN:
Da notare che per tubazioni per gas pericolosi e non, non vì è alcuna esigenza di marcatura CE,
se il DN è inferiore rispettivamente a 25 mm e a 32 mm;
mentre per liquidi pericolosi e non, se il DN è inferiore rispettivamente a 25 mm e 200 mm.
94
DIRETTIVE RELATIVE ALLA STRUMENTAZIONE

Tabella 1 (PED) Tabella 2 (PED)


Recipienti a pressione per gas pericolosi Recipienti a pressione per gas non pericolosi

Tabella 3 (PED) Tabella 4 (PED)


Recipienti a pressione per liquidi pericolosi: Recipienti a pressione per liquidi non pericolosi:
Marcatura non richiesta fino a 1 L a 500 bar max Marcatura non richiesta fino a 10 L a 1000 bar max

95
INTRODUZIONE

Tabella 5 (PED)
Generatori di vapore:
In via di eccezione le pentole a pressione sono oggetto di un controllo della progettazione
secondo una procedura di verifica corrispondente ad almeno uno dei moduli previsti per la
Categoria III

Esempio Applicativo della Direttiva PED

Si abbia da classificare un generatore di vapore avente le seguenti caratteristiche:

 Volume : 500 L
 Pressione : 100 bar

Dal grafico sopra riportato ne risulta una Categoria IV.

96
DIRETTIVE RELATIVE ALLA STRUMENTAZIONE

Tabella 6 (PED) Tabella 7 (PED)


Tubazioni per gas pericolosi: Tubazioni per gas non pericolosi:
Certificazione non richiesta fino DN 25. Certificazione non richiesta fino DN 32.
In via di eccezione le tubazioni destinate a contenere In via di eccezione le tubazioni destinate a contenere
gas instabili appartenenti alle categorie I e II, fluidi a temperature superiori a 350°C, categoria II,
devono essere classificate nella categoria III devono essere classificate nella categoria III

Tabella 8 (PED) Tabella 9 (PED)


Tubazioni per liquidi pericolosi: Tubazioni per liquidi non pericolosi:
Marcatura non richiesta fino DN 25 Marcatura non richiesta fino DN 200

97
INTRODUZIONE

8.5.8 Conclusioni sulla classificazione delle categorie delle attrezzature a pressione PED
A titolo esemplificativo si vogliono riportare nel prosieguo alcune note di guida e di utilità per
l’applicazione della Direttiva PED:
A) Considerazioni sui RECIPENTI A PRESSIONE
1) Marcatura recipienti per gas o liquidi con tensione di vapore > 0,5 bar:
a) per fluidi Gruppo I quando:
- il volume è superiore 1 litro (L)
- il prodotto PSxV è superiore 25 bar-L
- la pressione PS è superiore 200 bar (Tabella 1);
b) per fluidi Gruppo II quando:
- il volume è superiore 1 litro (L)
- il prodotto PSxV è superiore 50 bar-L
- la pressione PS è superiore 1000 bar (Tabella 2);
& per estintori portatili e bombole per apparecchi per respirazione!
2) Marcatura recipienti per liquidi con tensione di vapore < 0,5 bar:
a) per fluidi Gruppo I quando:
- il volume è superiore 1 litro (L)
- il prodotto PSxV è superiore 200 bar-L
- la pressione PS è superiore 500 bar (Tabella 3);
b) per fluidi Gruppo II quando:
- il volume è superiore 10 litri (L)
- il prodotto PSxV è superiore 10000 bar-L
- la pressione PS è superiore 1000 bar (Tabella 4).
B) Considerazioni sulle TUBAZIONI
1) Marcatura tubazioni per gas o liquidi con tensione vapore > 0,5 bar:
a) per fluidi Gruppo I quando:
- DN > 25 (Tabella 6);
b) per fluidi Gruppo II quando:
- DN > 32
- il prodotto PSxDN è superiore 1000 (Tabella 7).
2) Marcatura tubazioni per liquidi con tensione vapore < 0,5 bar:
a) per fluidi Gruppo I quando:
- DN > 25
- il prodotto PSxDN è superiore 2000 (Tabella 8);
b) per fluidi Gruppo II quando:
- DN > 200
- PS > 10 bar
- il prodotto PSxDN è superiore 5000 (Tabella 9).
C) Considerazioni sui GENERATORI DI VAPORE
Marcatura attrezzatura per temperatura superiore 110 °C:
- generatori vapore
- acqua surriscaldata
Per:
- volume apparecchiatura > 2 litri
& anche le pentole a pressione (Tabella 5).
D) Infine RICORDARE
Non è richiesta la marcatura CE nelle seguenti applicazioni e situazioni:
- se il DN della tubazione è inferiore a DN 25 come:
connessioni pneumatiche, valvole in linea, misuratori di portata, ecc.
- se la pressione nominale del recipiente (o strumento) è inferiore a 200 bar
con volume (capacità) inferiore 1 litro.
- se lo strumento non ha proprio volume, come nel caso di:
pozzetti termometrici, livellostati a vibrazione o sonici, ecc.
Per il testo della direttiva, la guida applicativa e l’aggiornamento delle norme armonizzate vedasi:
 http://ec.europa.eu/growth/sectors/pressure-gas/pressure-equipment/directive/index_en.htm
98
DIRETTIVE RELATIVE ALLA STRUMENTAZIONE

8.6 DIRETTIVE ATMOSFERE ESPLOSIVE (ATEX – Prodotti e Ambienti di Lavoro)

8.6.1 Premessa

Nell’Unione Europea, la “salvaguardia della salute e sicurezza” dei lavoratori negli ambienti di
lavoro con presenza di atmosfere potenzialmente esplosive, è regolamentata dalle direttive:
 94/9/CE (attualmente “rifusa” in 2014/34/UE), per la classificazione delle categorie di
apparecchiature idonee ad essere impiegate nelle varie zone pericolose:
per approfondimento vedasi punto 7.4.
 99/92/CE per la classificazione degli ambienti di lavoro:
che è stata recepita in Italia nel T.U. legge 81/2008 (cha ha sostituito la mitica legge 626),
che attualmente è il riferimento legislativo nel nostro paese per tutti gli aspetti di
prevenzione e protezione negli ambienti di lavoro.
8.6.2 Obblighi per il datore di lavoro
La direttiva europea, e la legge nazionale, stabiliscono degli obblighi per il datore di lavoro
in relazione alla probabile presenza di atmosfere esplosive nell’ambiente in questione,
ed in particolare, il datore di lavoro deve:

• suddividere i luoghi “con pericolo di esplosione” in zone (classificazione dei luoghi


pericolosi), in funzione della probabilità di presenza di atmosfera esplosiva (vedasi per esempio
la Tabella 8-6) 4
• elaborare un “documento sulla protezione contro le esplosioni”, che deve essere
mantenuto aggiornato;
• prevenire la formazione di atmosfere esplosive; ove ciò non fosse possibile, deve:
• evitare l’accensione di atmosfere esplosive, e
• attenuare gli effetti di un’esplosione, per garantire la salute e la sicurezza dei lavoratori.

Il datore di lavoro ha inoltre l’obbligo di:


• strutturare gli ambienti di lavoro (dove possono svilupparsi atmosfere esplosive) in modo da
permettere lo svolgimento del lavoro in condizioni di sicurezza, e di
• monitorare (garantire un adeguato controllo con mezzi tecnici adeguati) gli ambienti di lavoro
dove possono svilupparsi atmosfere esplosive.

Zona Presenza Zona


con di con
gas o vapori atmosfera esplosiva polveri
infiammabili combustibili
(a) (b)
0 Continua, molto frequente o per lunghi periodi 20
1 Probabile durante il normale funzionamento 21
2 Possibile solo in caso di anomalia 22

Tabella 8-6
Classificazione delle zone pericolose per presenza gas infiammabili e polveri combustibili
(a) Zone classificate secondo EN 60079-10-1
(b) Zone classificate secondo EN 61241-10-2

Per il testo della direttiva, la guida applicativa e l’aggiornamento delle norme armonizzate vedasi:
 http://ec.europa.eu/growth/sectors/mechanical-engineering/atex/index_en.htm

4
Vedasi anche, per la classificazione delle Zone pericolose per presenza di gas infiammabili, Tabella 7-2 e 7-3.
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